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sulla comunicazione e dintorni d’informazione Periodico NUM. 8 - ANNO III NOVEMBRE/DICEMBRE 2014 © Marco Iazzetta IN QUESTO NUMERO Inseguendo il vento 24h Real SM Social Space-Travel Speciale Kate bush Forum Sanità Legal Walls Matteo Miceli, recordman

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sulla comunicazione e dintornid’informazione

Periodico

NUM. 8 - ANNO III NOVEMBRE/DICEMBRE 2014

© M

arco

Iazz

etta

in questo numero

Inseguendo il vento24h Real SMSocial Space-TravelSpeciale Kate bush Forum SanitàLegal WallsMatteo Miceli, recordman

pagina 2

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Editoriale

®

Registrazione al Tribunale di Napoli

N. 27 del 6/4/2012

Direttore Responsabile: Fabrizio PonsiglioneDirettore Editoriale: Stefania Buonavolontà

Art Director: Marco IazzettaGrafi ca & Impaginazione: Diego Vecchione

Hanno collaborato in questo numero:

Stefania Buonavolontà, Maria Grazia CasseseAlessandra De Lella, Marco Quadretti,

Loredana Romano

Menthalia srl direzione/amministrazione 80125 Napoli – 49, Piazzale V. Tecchio

Ph. +39 081 621911 • Fax +39 081 622445

Sedi di rappresentanza: 20097 S. Donato M.se (MI) – 22, Via A. Moro

50126 Firenze – 20, Via Cardinal Latino

Tutti i marchi riportati appartengono ai legittimi proprietari.

La pubblicazione delle immagini all’interno dei “Servizi Speciali” è consentita ai fi ni dell’ esercizio

del diritto di cronaca.

®

Marco Iazzetta

General Manager Menthalia

Questo è un numero speciale, quello che chiude l’anno, cre-

do uno dei più belli fi nora pubblicati.

Lo abbiamo “farcito” per bene con tanti argomenti selezio-

nati.

Al suo interno c’è un inserto dedicato al ritorno “live”, o

meglio “on stage”, di Kate Bush dopo ben 35 anni, un ar-

ticolo su Samantha Cristoforetti che sta girovagando tra le

stelle, un altro dedicato a Matteo Miceli che, mentre noi

siamo qui ad organizzare il nostro Natale, gira il mondo in

barca trascorrendo il suo compleanno in mare aperto; ed

ancora un articolo sul primo Reality dedicato alla Sclerosi

Multipla… Insomma un vero numero doppio quello che ri-

unisce novembre e dicembre.

Con questo numero fi nisce un altro anno ricco di momen-

ti indimenticabili che abbiamo vissuto in maniera intensa

come solo chi ama quello che fa può vivere.

Menthalia, per chi ci segue assiduamente, ha consolidato il

suo ruolo di società di comunicazione in ambito medico-

scientifi co e sempre più si affi anca ad aziende che ripongo-

no nei progetti presentati e sviluppati insieme una grande

fi ducia, che raff orza l’energia con cui svolgiamo il nostro

lavoro. Oltre, c’è lo sviluppo crescente e costante dell’area

di comunicazione in altre aree che ci permette di portare

avanti nuove iniziative con clienti che sempre più richiedo-

no le nostre “follie percettive” o semplicemente idee, in un

mondo dove spesso si vive di “copia” ed “incolla” cambian-

do solo nome e colore all’idea stessa… ma di qualcun altro!

Vorrei concludere augurandomi che il prossimo anno sia

ancora più intenso, ricco e pieno di novità.

numero 8 - novembre/dicembre 2014

pagina 3®

di Marco Iazzetta, Art Director

Inseguendo il vento

E sia. Scriverò questa volta io per te.

Non sarà la stessa cosa e nemmeno

mi avvicinerò a quello che scrivevi

tu per me e per tutti noi, ma ho voglia di

provare a farlo e ci metterò il cuore.

Sarebbe banale parlare di te al passato o

con dolore perché non riesco a pensarla

così dopo i primi momenti di abbandono

e con la tua voce nella testa e le espressioni

stralunate, in un mondo dove eri capace

di farmi perdere o ritrovare, dipende dai

punti di vista.

Ecco, racconterò degli episodi, lasciando

agli altri parole di circostanza, di eleva-

zione del personaggio o altro, io scriverò

come viene e quello che penso quando mi

vieni in mente.

Il nostro primo contatto è stato telefoni-

co, in una data che ricordo bene. La sera

dell’11 giugno del 1997 ebbi il coraggio di

chiamarti esordendo che mi ero permes-

so di farlo per una buona causa, il matri-

monio di mia sorella Rosalba, tua fan da

sempre, per regalarle la tua voce e farle gli

auguri per la sua nuova vita. Non esitasti

e lo facesti ed io sono diventato l’eroe di

mia sorella ed al suo matrimonio lei rac-

contava solo di te. Anche in quell’occasio-

ne usasti parole che sono rimaste dentro

quando mia sorella impazzita dalla gioia si

chiedeva del perché non avesse registrato

quella chiamata e tu le dicesti dolcemente:

“sai è qualcosa che rimarrà per sempre tra

te e me”. A distanza di anni, raccontando-

ti quell’episodio mi dicesti: “se me lo hai

chiesto come me lo racconti sono sicuro di

averla chiamata”.

Ecco ci siamo conosciuti così e da allora

sono passati molti anni. Ma stavolta grazie

a mia sorella ti ho incontrato io tramite il

responsabile del fan club, Leonardo. Con

lui è stato subito feeling che ha trasmesso

anche a te, tanto da volermi incontrare per

parlare di una serie di idee che piano pia-

no stavano facendosi strada.

Ricordo la tua faccia quando mi dicevi:

“ma perché devo avere un profi lo Face-

book? Mica li conosco tutti come faccio

a chiamarli amici?”. Piano piano ha as-

sorbito il senso delle mie parole perché i

tuoi pensieri erano su note più alte quelle

dell’arte… io mi limitavo a fare il mio la-

voro ma con grande passione per una per-

sona diventata amica.

La sorpresa fu una telefonata in cui mi di-

cevi che riparlandone con il buon Leo mi

davi ragione e che anzi nel tempo diven-

tavi più esigente. Ricordo quando volevi

superare i 100.000 “mi piace”: Pino li hai

superati da tanto visto quanto le persone

hanno ammirato il tuo modo di essere e

sono convinto che aumenteranno anco-

ra perché Mango è sempre e per sempre

Mango.

E quando venimmo a casa quella volta in

cui ci conoscemmo? Io da buon napoleta-

numero 8 - novembre/dicembre 2014

no parlavo di Napoli ma tu eri più napo-

letano di me.

Iniziammo con una discussione il no-

stro primo incontro e poi da una breve

chiacchierata per impostare il nuovo sito

web, siamo rimasti per oltre 4 ore, mentre

dovevi fi nire le registrazioni de “La terra

degli aquiloni”. Fu in quell’occasione che

ci siamo aperti alle nostre anime per far-

le dialogare e le nostre parole erano solo

un tramite per farle volare nell’aria…

Mi off risti una cosa che dicevi di off rire

solo alle persone care: lo cherry fatto da

te. E quando mi chiedesti: “sai come si fa

lo cherry?” Ascoltai e confermai che era

davvero buonissimo… Ne vorrei un bic-

chiere proprio ora mentre scrivo, Pino,

seduti l'uno di fronte all'altro, nei nostri

rispettivi posti di quel pomeriggio.

Poche, troppo poche, le volte in cui ho

avuto la fortuna di incrociarti.

Ieri sistemando i miei cd guardavo “L’a-

more è invisibile” e pensavo ai provini che

mi facesti sentire a casa dove chiudevamo

gli occhi e dopo commentavamo insieme.

Ecco, con te potevo esprimermi e credo

che tu mi abbia fatto il complimento all’a-

nima tra i più belli mai ricevuti.

pagina 4 numero 8 - novembre/dicembre 2014®

Con la mia moleskine nera ti parlavo dei

miei pensieri, appunti di un uomo sem-

plice, parole che se lette da altri mi avreb-

bero dipinto come un viaggiatore sempre

in cammino che ha visitato mondi e città

e che attraverso la capacità di “sentire” le

persone intorno, immaginava storie e vite.

Usasti poche parole dicendomi: “sai per-

ché scrivi così? Perché sei un artista e la

tua anima vede quello che non tutti sanno

vedere”. Ecco penso che il mio ego avesse

riempito la stanza in quel momento. Un

artista che mi chiama artista: pensa che

non ci credo ancora!

Pino ti ho vissuto poco e comunque sareb-

be stato sempre troppo poco per l’energia

che eri capace di darmi e di scambiare con

me.

Ma quello che porto dentro e custodisco

gelosamente con me sono quelle canzoni

che nessuno ascolterà mai e che hai con-

cesso solo a pochi di ascoltare. Sei una

persona speciale, sì, lo sei, non “lo eri”,

perché non fi nisce qui Pino lo sai…

Ecco ci ho messo anche io il cuore, quel

cuore che tu hai messo sempre fi no a

quando ha potuto farlo e fi no a quando lui

lo ha voluto fare…

pagina 5numero 8 - novembre/dicembre 2014®

pagina 6 numero 8 - novembre/dicembre 2014®

di Maria Grazia Cassese, Medical Project Manager

24h Real SMIl primo reality dedicato ad un paziente affetto da Sclerosi Multipla

Parlare di Sclerosi Multipla vuol dire anche parlare di una patologia di cui oggi si hanno tante informazio-

ni rispetto a qualche decennio fa.I primi documenti sulla SM risalgono al XV secolo ma poi c’è un salto di circa 500 anni per avere altre notizie. La vera rivo-luzione è però avvenuta nel XX secolo con una serie di scoperte dovute a molti scien-ziati di fama mondiale, tra i quali l’italia-na Rita Levi Montalcini.L’avvento di nuove apparecchiature medi-che come la TAC e l’introduzione sul mer-cato di farmaci dedicati, hanno permesso di migliorare la qualità della vita dei pa-zienti affetti da questa malattia. Nel 2007 anche l’European Multiple Scle-rosis Platform (EMSP), col sostegno del Parlamento Europeo ha redatto il “Codi-ce di buone prassi” dove viene chiesta più equità di diritti permettendo di migliora-re la qualità della vita di chi è affetto da questa malattia accedendo alle terapie

innovative che man mano saranno dispo-nibili.Ad oggi nel mondo di calcola che ci sia-no circa 2,5-3 milioni di persone con SM, di cui 600.000 in Europa e circa 72.000 in Italia (www.aism.it) con una distribuzio-ne non uniforme e particolarmente più diffusa nelle zone lontano dall’equatore. Da un po’ di tempo esiste un interessante So-cial Network, www.smsocialnetwork.com, dedicato a questa patologia che riunisce non solo pazienti ma chiunque ne volesse sapere di più sulla SM.Il progetto è molto interessante e sta ri-scuotendo un notevole successo in rete adattandosi alla comunicazione che cam-bia in maniera veloce e costante utilizzan-do nuovi strumenti informatici.Da un’idea del Dott. Luigi Lavorgna e con il supporto di Menthalia nasce 24h Real SM il primo reality dedicato alla Sclerosi Multipla.Per un’intera giornata è stata seguita come

24hReal SM

24hReal SM

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un vero e proprio reality show una pa-ziente affetta da SM: Patrizia. Le telecamere hanno iniziato a registra-re dal mattino poco prima che Patrizia si svegliasse e l’hanno seguita durante tut-to il giorno: dalla colazione all’andare al lavoro, dal rientro a casa nel pomeriggio alla cena, dalla chiacchierata serale sul divano con la famiglia all’andare nuova-mente a dormire.Il progetto? Semplicemente unico, origi-nale e bellissimo! Per la prima volta in-fatti si è prodotto un video che racconti una giornata tipo con tutte le difficoltà ed i disagi che questa patologia comporta e che rende complicate azioni normalmen-te semplici.

La protagonista è stata davvero all’altezza della situazione ed il risultato finale è un filmato della durata di circa 5 minuti che potrete visionare sul canale youtube di Menthalia o su SM social network.Il video è stato presentato in anteprima il giorno 10 dicembre 2014 a Napoli all’e-vento “Aperitivo SM”.Che quest’iniziativa del Dott. Luigi La-vorgna possa essere un inizio di attività che sfruttino i nuovi media e le interfac-ce che li supportano per poter diffondere sempre e meglio messaggi positivi e nuo-va forza alle persone affette da SM.

24hReal SM

pagina 8 numero 8 - novembre/dicembre 2014®

Social Space-Travel

Tutti conoscono Neil Armstrong, che nel 1969, fu il primo uomo a sbarcare sulla luna. Pochi sanno

che sono passati ben 53 anni dalla prima missione spaziale con equipaggio uma-no. Nel 1961 infatti il cosmonauta Jurij Alekseevič Gagarin divenne il primo es-sere umano a orbitare intorno alla terra, con la missione Vostok 1 durante il pro-gramma sovietico di esplorazione spa-ziale. Da allora è stato un susseguirsi di ricerche, esplorazioni e sfide, per cercare di spingersi sempre più lontano alla ricer-ca dell’ignoto. Sette gli astronauti italiani ad aver viaggiato nello spazio. Il primo è l’astronauta Franco Egidio Malerba nel 150imo volo umano nello spazio, parte-cipando alla missione STS-46 nel luglio del 1992. L’ultimo si chiama Samantha Cristoforetti, ed è la prima donna italia-na a volare nello spazio partecipando alla missione ISS Expedition 42/43 Futura, co-minciata il 22 novembre 2014. Samantha, per il web @AstroSamanta dall’inizio suo

viaggio invia messaggi alla rete attraverso il noto social network Twitter, condivi-dendo emozioni, avvistamenti, e immagi-ni incredibili del nostro paese e di tutto il globo terreste ha raggiunto in poco tempo 200 mila followers. “Grazie a tutti del supporto e dell’entusia-smo, è tempo di andare. Ci sentiamo dallo spazio!”.Questo è il suo ultimo messaggio dal-la terra lanciato dalla Cristoforetti e così è stato, il giorno dopo è cominciato un susseguirsi di messaggi dallo spazio, con l’entusiasmo e lo stupore di chi sta viven-do un sogno. Per gli utenti di internet è un vero e proprio viaggio spaziale sociale da seguire ogni giorno anche se è rivolto ad un pubblico ormai abituato a scoperte spaziali, viaggi sulla luna e atterraggi di sonde su Marte. Un momento che tutti i followers ricorde-ranno è sicuramente l’urlo di stupore lan-ciato dall’astronauta italiana nei minuti precedenti l’aggancio tra la sua navicella

di Marco Quadretti, Web Development

pagina 9numero 8 - novembre/dicembre 2014®

e la stazione spaziale. Su un video presen-te su YouTube è possibile sentire l’astro-nauta che si stupisce di qualcosa che ha visto dall’oblò: “Oh, My God!” (“Oh, mio Dio!”). Si tratta sicuramento di qualcosa di in-solito che ha scatenato molte teorie su-gli ufo: cos’ha visto Samantha? Dal suo account Google+ spiega che mentre il comandante effettuava la manovra di ag-gancio ha visto una forte luce arancione, un effetto dovuto alla luce del sole riflessa sui pannelli solari della stazione spaziale. Una spiegazione plausibile ed affascinan-te, che dimostra quanto si possa rimanere

affascinati, nonostante anni di durissimo addestramento, dalle meraviglie che si possono vedere dallo spazio,.Chissà cosa sarebbe successo se Nei Armstrong, nel 1969 avesse potuto usa-re un iPad per poter inviare foto e video in tempo reale agli utenti di internet tra-smettendo le proprie emozioni a tutto il mondo. Non potremmo mai saperlo, ne rivivere quel 3 febbraio di 45 anni fa, ma resteremo sicuramente connessi per un futuro atterraggio su Marte sperando che gli astronauti di quel viaggio saranno tanto social quanto la nostra @AstroSa-mantha.

pagina 10 numero 8 - novembre/dicembre 2014®

I N S E R T O S P E C I A L E

Kate Bush

®

a cura di Marco Iazzetta

III

Una vita da Star

Dopo brani di successo mondiale come Babooshka, Running Up � at Hill, � e Man With � e Child In His Eyes, Wow e Don’t Give Up, tutti usciti tra gli anni ’70 e ’80, poco prima dell’inizio del nuovo millennio Kate ha deciso di ritirarsi dalla scena mondiale ma, proprio come l’acqua che sgorga da una sorgente, si è dimostra-ta inarrestabile l’attrazione dell’artista nei confronti della musica, ragion per cui, dopo anni di assenza, nel 2004 ha annun-ciato con una lettera ai suoi fan il ritorno con un album per l’anno successivo. Inuti-le dire che il successo era prevedibile e che il lavoro è stato accolto positivamente dalla critica. Il vero ritorno di Kate si è realiz-zato, però, quest’anno con lo show Before � e Dawn, una serie di 22 concerti-evento all’Eventim Apollo di Londra, che l’hanno consacrata regina indiscussa della musica mondiale.Diversi sono anche i “record” che accom-pagnano la carriera della Bush. Per rende-re l’idea ne citiamo alcuni: è stata la prima artista femminile ad aver raggiunto, con l’album Never for Ever, la prima posizione della classi� ca inglese ed è inoltre l’unica ad aver avuto almeno un album in top 5 in cinque decadi consecutive; il 31 agosto 2014 Kate Bush è diventata la prima artista solista femminile ad avere otto album nel-le classi� che britanniche, due dei quali nei primi dieci posti (� e Whole Story e Houn-ds of Love) e altri sei nei primi quaranta (50 Words for Snow,  � e Kick Inside,  � e Sensual World,  � e Dreaming,  Never for Ever e Lionheart).

Curi� itá Il 10 aprile 2013 Kate Bush ha rice-vuto dalla regina Elisabetta II del Regno Unito, presso il Castello di Windsor, il titolo di Commander of the British Empire, Commendatore dell’Ordine dell’Impero Britannico “per i servizi alla musica”.

®

Inserto Speciale – novembre/dicembre 2014 II

Una vita da Star

Kate Bush, donna e artista di note-vole spessore, è conosciuta a livello mondiale per la splendida carriera

musicale costruita � n dalla giovanissima età. Scoperta dall’amico e collega David Gilmour, storica voce e puro talento po-listrumentista dei Pink Floyd, la Bush si è a� acciata sulla scena musicale nel 1978, poco più che ventenne, con la canzone de-stinata a diventare una delle sue più famo-se hit: Wuthering Heights. Fin dagli esordi sono risultati chiari lo stile colto ed ecletti-co e la voce sopranile dell’artista, alla qua-le è stata riconosciuta l’innata capacità di unire in� uenze musicali diverse, con l’ef-fetto di in� uenzare la musica di molti altri artisti, da Tori Amos a Björk, da Sinéad O’Connor ai � e Cure.Il talento artistico di Kate non si è esauri-to nel canto, piuttosto si è allargato, fon-dendosi, ai suoi studi di danza, mimo e all’amore per il pianoforte, iniziato a suo-nare all’età di soli 5 anni. Non è stata solo la musica classica, però, a caratterizzare i suoi brani che, invece, risultano un mix perfetto di rock, folk e suoni etnici; il tut-to, combinato all’uso soave della voce, ha prodotto un suono che molti descrivono come “surreale”. La presenza di Kate nel panorama musica-le e sui palchi è sempre stata discontinua;

se da un lato è vero che le sue canzoni non sono mai uscite dalle classi� che britanni-che e internazionali, dall’altro la riserva-tezza dell’artista si è fatta spesso sentire, rendendo sporadiche, dunque uniche e memorabili, le sue apparizioni pubbliche. A fronte di una carriera pluridecenna-le costellata di successi, è solo uno il tour della Bush e risale al 1979, anno a partire dal quale le esibizioni live sono diventa-te occasionali, portando i fan e i critici a vociferare spesso sulle diverse ipotesi che l’avrebbero man mano allontanata dai pal-chi mondiali. La più accreditata sembra da ritrovare “semplicemente” nella professio-nalità dell’artista che, ra� nata com’è nella sua espressione musicale, ha sempre prefe-rito presentare i suoi lavori perfettamente ultimati, cosa che diventava in qualche modo inconciliabile con il concetto di live on stage.La grandezza di Kate si è espressa, inol-tre, nelle ricche collaborazioni delle qua-li è stata protagonista al � anco di celebri nomi quali Peter Gabriel e Roy Harper, che hanno preso parte alla produzione di alcu-ni album con la cantante, Je� Beck, Ian Bairnson e John Williams, chitarristi di fama mondiale, e artisti quali Elton John, Prince, Midge Ure oltre al già citato David Gilmour.

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Inserto Speciale – novembre/dicembre 2014

III

Una vita da Star

Dopo brani di successo mondiale come Babooshka, Running Up � at Hill, � e Man With � e Child In His Eyes, Wow e Don’t Give Up, tutti usciti tra gli anni ’70 e ’80, poco prima dell’inizio del nuovo millennio Kate ha deciso di ritirarsi dalla scena mondiale ma, proprio come l’acqua che sgorga da una sorgente, si è dimostra-ta inarrestabile l’attrazione dell’artista nei confronti della musica, ragion per cui, dopo anni di assenza, nel 2004 ha annun-ciato con una lettera ai suoi fan il ritorno con un album per l’anno successivo. Inuti-le dire che il successo era prevedibile e che il lavoro è stato accolto positivamente dalla critica. Il vero ritorno di Kate si è realiz-zato, però, quest’anno con lo show Before � e Dawn, una serie di 22 concerti-evento all’Eventim Apollo di Londra, che l’hanno consacrata regina indiscussa della musica mondiale.Diversi sono anche i “record” che accom-pagnano la carriera della Bush. Per rende-re l’idea ne citiamo alcuni: è stata la prima artista femminile ad aver raggiunto, con l’album Never for Ever, la prima posizione della classi� ca inglese ed è inoltre l’unica ad aver avuto almeno un album in top 5 in cinque decadi consecutive; il 31 agosto 2014 Kate Bush è diventata la prima artista solista femminile ad avere otto album nel-le classi� che britanniche, due dei quali nei primi dieci posti (� e Whole Story e Houn-ds of Love) e altri sei nei primi quaranta (50 Words for Snow,  � e Kick Inside,  � e Sensual World,  � e Dreaming,  Never for Ever e Lionheart).

Curi� itá Il 10 aprile 2013 Kate Bush ha rice-vuto dalla regina Elisabetta II del Regno Unito, presso il Castello di Windsor, il titolo di Commander of the British Empire, Commendatore dell’Ordine dell’Impero Britannico “per i servizi alla musica”.

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Inserto Speciale – novembre/dicembre 2014 II

Una vita da Star

Kate Bush, donna e artista di note-vole spessore, è conosciuta a livello mondiale per la splendida carriera

musicale costruita � n dalla giovanissima età. Scoperta dall’amico e collega David Gilmour, storica voce e puro talento po-listrumentista dei Pink Floyd, la Bush si è a� acciata sulla scena musicale nel 1978, poco più che ventenne, con la canzone de-stinata a diventare una delle sue più famo-se hit: Wuthering Heights. Fin dagli esordi sono risultati chiari lo stile colto ed ecletti-co e la voce sopranile dell’artista, alla qua-le è stata riconosciuta l’innata capacità di unire in� uenze musicali diverse, con l’ef-fetto di in� uenzare la musica di molti altri artisti, da Tori Amos a Björk, da Sinéad O’Connor ai � e Cure.Il talento artistico di Kate non si è esauri-to nel canto, piuttosto si è allargato, fon-dendosi, ai suoi studi di danza, mimo e all’amore per il pianoforte, iniziato a suo-nare all’età di soli 5 anni. Non è stata solo la musica classica, però, a caratterizzare i suoi brani che, invece, risultano un mix perfetto di rock, folk e suoni etnici; il tut-to, combinato all’uso soave della voce, ha prodotto un suono che molti descrivono come “surreale”. La presenza di Kate nel panorama musica-le e sui palchi è sempre stata discontinua;

se da un lato è vero che le sue canzoni non sono mai uscite dalle classi� che britanni-che e internazionali, dall’altro la riserva-tezza dell’artista si è fatta spesso sentire, rendendo sporadiche, dunque uniche e memorabili, le sue apparizioni pubbliche. A fronte di una carriera pluridecenna-le costellata di successi, è solo uno il tour della Bush e risale al 1979, anno a partire dal quale le esibizioni live sono diventa-te occasionali, portando i fan e i critici a vociferare spesso sulle diverse ipotesi che l’avrebbero man mano allontanata dai pal-chi mondiali. La più accreditata sembra da ritrovare “semplicemente” nella professio-nalità dell’artista che, ra� nata com’è nella sua espressione musicale, ha sempre prefe-rito presentare i suoi lavori perfettamente ultimati, cosa che diventava in qualche modo inconciliabile con il concetto di live on stage.La grandezza di Kate si è espressa, inol-tre, nelle ricche collaborazioni delle qua-li è stata protagonista al � anco di celebri nomi quali Peter Gabriel e Roy Harper, che hanno preso parte alla produzione di alcu-ni album con la cantante, Je� Beck, Ian Bairnson e John Williams, chitarristi di fama mondiale, e artisti quali Elton John, Prince, Midge Ure oltre al già citato David Gilmour.

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Inserto Speciale – novembre/dicembre 2014

Kate Bush “on stage” 35 anni dopo

colo per la prima volta si è esibito, insieme con la madre, il � glio di Kate: Albert McIn-tosh, impegnato sia come corista e attore, sia nel ruolo di consulente creativo.La scaletta, divisa in tre parti “Introduc-tion”, “� e Ninth Wave”e ”A Sky of Honey”, comprende la maggior parte dei brani de-gli album “Hounds of Love” e “Aereal”, due canzoni di “Red Shoes” e una canzone da “50 Words per Snow”. Spicca agli occhi più attenti, l’assenza di alcuni classici del suo repertorio, in particolare di brani trat-ti dall’album “� e Sensual World” e di hit come Wuthering Heights. Ancora una vol-ta, l’imprevedibilità e l’estro che da sempre

caratterizzano la Bush riemergono anche nella scelta delle canzoni da proporre al pubblico.Per questo suo nuovo show Kate ha voluto lanciare una richiesta ai suoi fan, vivere al meglio, in maniera naturale gli spettaco-li, non utilizzando dispositivi elettronici come tablet o smartphone. Chiunque fosse stato scettico di fronte a questa richiesta si è dovuto ricredere, assi-stendo a uno spettacolo fantastico e visio-nario, che ha tracciato un � lo immaginario fra l’artista e il pubblico, come se questi lunghi trentacinque anni non fossero mai trascorsi.

IntroductionLilyHounds of LoveJoanniTop of the CityRunning Up � at Hill (A Deal with God)King of the Mountain

La performance è incentrata su una band con i seguenti musicisti: Kate Bush - voce (più occasionali pianoforte / tastiere); David Rhodes - chitarra; Fridrik Karlsson - chitarra, bouzouki, charango; John Giblin - basso, contrabbasso; Jon Carin - tastiere, chitarra, voce, programmazione; Kevin McAlea - tastiere, � sarmonica, uilleann pipes; Omar Hakim - drums; Mino Cinelu - percussioni

Hanno preso parte allo spettacolo i seguenti attori: Albert McIntosh - coro, pittore; Jo Servi - coro; Witch� nder (cacciatore di streghe); Bob Harms - coro, papà; Sandra Marvin - coro; Jacqui DuBois - coro; Ben � ompson - Signore delle Onde, Tesoro; Stuart Angell - Signore delle Onde, apprendista del pittore; Christian Jenner – Spirit Blackbird (spirito dell’uccello nero); Sean Myatt, Richard Booth, Emily Cooper, Lane Paul Stewart, Charlotte Williams - attori di supporto.

� e Ninth WaveVideo Interlude - And Dream of SheepUnder IceWaking the WitchWatching You Without MeLittle Light (performed by backing vocalists)Jig of LifeHello Earth� e Morning Fog

A Sky of HoneyPreludePrologueAn Architect’s Dream� e Painter’s LinkSunsetAerial TalSomewhere in BetweenTawny Moon (Albert McIntosh)NocturnAerial

BisAmong AngelsCloudbusting

Scaletta

Inserto Speciale – novembre/dicembre 2014

Kate Bush “on stage” 35 anni dopo

IV ®

Trentacinque lunghi anni lontano dal palco non hanno scal� to la fama e l’a� etto dei fan nei confronti

di Kate Bush. La poliedrica artista britan-nica ha battuto una serie di primati con la sua nuova performance live Before the dawn, ventidue date nel tempio della mu-sica londinese all’Hammersmith Odeon, oggi Eventim Apollo, tra il ventisei agosto e il primo ottobre. La lunga lontananza dai concerti e le sporadiche apparizioni degli ultimi anni hanno sicuramente contribu-ito ad alimentare la forte attesa dei fan di tutto il mondo. In soli quindici minuti è stata venduta al botteghino la cifra record

di 77.000 biglietti. Il concept alla base del-lo spettacolo rappresenta quasi un viaggio esperenziale attraverso le varie fasi della carriera della cantante. Non un semplice concerto, ma una rappresentazione artisti-ca complessa, che ha visto la partecipazio-ne di molti professionisti del teatro e dello spettacolo. Una performance multimediale con dan-zatori, attori, illusionisti e marionette. Tra le diverse collaborazioni spicca la parte-cipazione di David Mitchell, famoso ro-manziere che ha curato i testi, e di Adrian Noble, ex direttore artistico della Royal Shakespeare Company. Durante lo spetta-

Inserto Speciale – novembre/dicembre 2014

Kate Bush “on stage” 35 anni dopo

colo per la prima volta si è esibito, insieme con la madre, il � glio di Kate: Albert McIn-tosh, impegnato sia come corista e attore, sia nel ruolo di consulente creativo.La scaletta, divisa in tre parti “Introduc-tion”, “� e Ninth Wave”e ”A Sky of Honey”, comprende la maggior parte dei brani de-gli album “Hounds of Love” e “Aereal”, due canzoni di “Red Shoes” e una canzone da “50 Words per Snow”. Spicca agli occhi più attenti, l’assenza di alcuni classici del suo repertorio, in particolare di brani trat-ti dall’album “� e Sensual World” e di hit come Wuthering Heights. Ancora una vol-ta, l’imprevedibilità e l’estro che da sempre

caratterizzano la Bush riemergono anche nella scelta delle canzoni da proporre al pubblico.Per questo suo nuovo show Kate ha voluto lanciare una richiesta ai suoi fan, vivere al meglio, in maniera naturale gli spettaco-li, non utilizzando dispositivi elettronici come tablet o smartphone. Chiunque fosse stato scettico di fronte a questa richiesta si è dovuto ricredere, assi-stendo a uno spettacolo fantastico e visio-nario, che ha tracciato un � lo immaginario fra l’artista e il pubblico, come se questi lunghi trentacinque anni non fossero mai trascorsi.

IntroductionLilyHounds of LoveJoanniTop of the CityRunning Up � at Hill (A Deal with God)King of the Mountain

La performance è incentrata su una band con i seguenti musicisti: Kate Bush - voce (più occasionali pianoforte / tastiere); David Rhodes - chitarra; Fridrik Karlsson - chitarra, bouzouki, charango; John Giblin - basso, contrabbasso; Jon Carin - tastiere, chitarra, voce, programmazione; Kevin McAlea - tastiere, � sarmonica, uilleann pipes; Omar Hakim - drums; Mino Cinelu - percussioni

Hanno preso parte allo spettacolo i seguenti attori: Albert McIntosh - coro, pittore; Jo Servi - coro; Witch� nder (cacciatore di streghe); Bob Harms - coro, papà; Sandra Marvin - coro; Jacqui DuBois - coro; Ben � ompson - Signore delle Onde, Tesoro; Stuart Angell - Signore delle Onde, apprendista del pittore; Christian Jenner – Spirit Blackbird (spirito dell’uccello nero); Sean Myatt, Richard Booth, Emily Cooper, Lane Paul Stewart, Charlotte Williams - attori di supporto.

� e Ninth WaveVideo Interlude - And Dream of SheepUnder IceWaking the WitchWatching You Without MeLittle Light (performed by backing vocalists)Jig of LifeHello Earth� e Morning Fog

A Sky of HoneyPreludePrologueAn Architect’s Dream� e Painter’s LinkSunsetAerial TalSomewhere in BetweenTawny Moon (Albert McIntosh)NocturnAerial

BisAmong AngelsCloudbusting

Scaletta

Inserto Speciale – novembre/dicembre 2014

Kate Bush “on stage” 35 anni dopo

IV ®

Trentacinque lunghi anni lontano dal palco non hanno scal� to la fama e l’a� etto dei fan nei confronti

di Kate Bush. La poliedrica artista britan-nica ha battuto una serie di primati con la sua nuova performance live Before the dawn, ventidue date nel tempio della mu-sica londinese all’Hammersmith Odeon, oggi Eventim Apollo, tra il ventisei agosto e il primo ottobre. La lunga lontananza dai concerti e le sporadiche apparizioni degli ultimi anni hanno sicuramente contribu-ito ad alimentare la forte attesa dei fan di tutto il mondo. In soli quindici minuti è stata venduta al botteghino la cifra record

di 77.000 biglietti. Il concept alla base del-lo spettacolo rappresenta quasi un viaggio esperenziale attraverso le varie fasi della carriera della cantante. Non un semplice concerto, ma una rappresentazione artisti-ca complessa, che ha visto la partecipazio-ne di molti professionisti del teatro e dello spettacolo. Una performance multimediale con dan-zatori, attori, illusionisti e marionette. Tra le diverse collaborazioni spicca la parte-cipazione di David Mitchell, famoso ro-manziere che ha curato i testi, e di Adrian Noble, ex direttore artistico della Royal Shakespeare Company. Durante lo spetta-

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VII

Inside the show Il ritratto di Kate Bush

I locali della Snap Galleries hanno ospitato, in contemporanea con le date londinesi del tour, la mostra “Kate Bush: fotogra� e di Gered Mankowitz e Guido Harari”. L’espo-sizione ha raccolto tutto il meglio degli archivi fotogra� ci dei due artisti, con una sele-

zione di scatti già noti o inediti, risalenti agli anni tra il 1982 e 1993, in vendita per tutta la durata della mostra a prezzi promozionali. I due fotogra� hanno lavorato nell’ultimo periodo a due diversi progetti editoriali che han-no visto la luce in simultanea con il ritorno sulle scene mondiali della grande artista: “Kate Bush - Fotogra� e di Guido Harari”, disponibile soltanto nel corso della mostra londinese, con copie � rmate dall’autore; “Kate Bush: Portraits by Gered Mankowitz”, con introduzione dello stesso fotografo che ha ritratto Kate Bush nel biennio 1978/79, con una serie d’imma-gini utilizzate per LP e singoli.

Gered Mankowi� Fotografo inglese, ha focalizzato tutta la sua carriera nell’ambito della fotogra� a musicale. Ha collaborato con tantissi-mi artisti di fama internazionale tra cui � e Rolling Stones, Jimi Hendrix, Kate Bush, Duran Duran. Molte delle sue fotogra� e sono diventate le copertine degli album di maggior successo per questi artisti. Il suo talento è stato sco-perto in giovanissima età dal fotografo olandese Tom Blau che vide alcune foto scattate da Gered durante una gita sco-lastica. Ha raggiunto la celebrità grazie alla collaborazione con i � e Rolling Stones, con cui partì in tour per due anni. Ha vissuto per gran parte della sua carriera nella city londinese, nel suo North London Studio, lavorando principalmente nel settore della pub-blicità e contribuendo a importanti pubblicazioni. Ancora oggi lavora nel mondo della musica, pubblicando foto sui maggiori quotidiani e riviste di ge-nere. I suoi lavori sono esposti e vendu-ti nelle gallerie di tutto il mondo.

®

Inserto Speciale – novembre/dicembre 2014 VI

Quello dell’artista britannica allo Hammersmith Odeon più che un semplice concerto è stato uno

show a pieno titolo, curato � n nei minimi particolari, in pieno stile Kate Bush, con delle vere e proprie “chicche” che lo hanno reso ancor di più unico. Partendo dal biglietto, è da sottolineare come questo fosse acquistabile solo on line registrando i propri dati in modo da renderlo nominativo. È incredibile pensare che alcuni siti, a seguito della registrazione da parte dell’utente, gli ga-rantissero di avvisarlo nel momento in cui fosse stato dato il via alla vendita dei biglietti. Forse, però, c’era già chi aveva

giustamente intuito che i posti sarebbero andati letteralmente a ruba.Oltre a ciò, non può passare inosservato che durante il concerto il pubblico è sta-to ricoperto da una pioggia di bigliettini che presto sono diventati dei veri e propri cimeli; i più fortunati che sono riusciti, anche per pura curiosità, a raccoglierne qualcuno hanno già iniziato a rivenderli sul web, ben consapevoli del loro “valore”. Questi bigliettini riportano alcune righe che sono state adattate dall’epigrafe dell’autore de “Il Signore degli Anelli”, J.R.R. Tolkien, per la KT Fellowship, ad opera dell’amico e collega di Kate: Brian Cloughly.

Inside the show Il ritratto di Kate Bush

Album� e Kick Inside (1978, #3)Lionheart (1978, #6)Never for Ever (1980, #1)� e Dreaming (1982, #3)Hounds of Love (1985, #1)� e Sensual World (1989, #2)� e Red Shoes (1993, #4)Aerial (novembre 2005, #2)Director’s Cut (maggio 2011, #2)50 Words for Snow (novembre 2011, #5)

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Inside the show Il ritratto di Kate Bush

I locali della Snap Galleries hanno ospitato, in contemporanea con le date londinesi del tour, la mostra “Kate Bush: fotogra� e di Gered Mankowitz e Guido Harari”. L’espo-sizione ha raccolto tutto il meglio degli archivi fotogra� ci dei due artisti, con una sele-

zione di scatti già noti o inediti, risalenti agli anni tra il 1982 e 1993, in vendita per tutta la durata della mostra a prezzi promozionali. I due fotogra� hanno lavorato nell’ultimo periodo a due diversi progetti editoriali che han-no visto la luce in simultanea con il ritorno sulle scene mondiali della grande artista: “Kate Bush - Fotogra� e di Guido Harari”, disponibile soltanto nel corso della mostra londinese, con copie � rmate dall’autore; “Kate Bush: Portraits by Gered Mankowitz”, con introduzione dello stesso fotografo che ha ritratto Kate Bush nel biennio 1978/79, con una serie d’imma-gini utilizzate per LP e singoli.

Gered Mankowi� Fotografo inglese, ha focalizzato tutta la sua carriera nell’ambito della fotogra� a musicale. Ha collaborato con tantissi-mi artisti di fama internazionale tra cui � e Rolling Stones, Jimi Hendrix, Kate Bush, Duran Duran. Molte delle sue fotogra� e sono diventate le copertine degli album di maggior successo per questi artisti. Il suo talento è stato sco-perto in giovanissima età dal fotografo olandese Tom Blau che vide alcune foto scattate da Gered durante una gita sco-lastica. Ha raggiunto la celebrità grazie alla collaborazione con i � e Rolling Stones, con cui partì in tour per due anni. Ha vissuto per gran parte della sua carriera nella city londinese, nel suo North London Studio, lavorando principalmente nel settore della pub-blicità e contribuendo a importanti pubblicazioni. Ancora oggi lavora nel mondo della musica, pubblicando foto sui maggiori quotidiani e riviste di ge-nere. I suoi lavori sono esposti e vendu-ti nelle gallerie di tutto il mondo.

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Inserto Speciale – novembre/dicembre 2014 VI

Quello dell’artista britannica allo Hammersmith Odeon più che un semplice concerto è stato uno

show a pieno titolo, curato � n nei minimi particolari, in pieno stile Kate Bush, con delle vere e proprie “chicche” che lo hanno reso ancor di più unico. Partendo dal biglietto, è da sottolineare come questo fosse acquistabile solo on line registrando i propri dati in modo da renderlo nominativo. È incredibile pensare che alcuni siti, a seguito della registrazione da parte dell’utente, gli ga-rantissero di avvisarlo nel momento in cui fosse stato dato il via alla vendita dei biglietti. Forse, però, c’era già chi aveva

giustamente intuito che i posti sarebbero andati letteralmente a ruba.Oltre a ciò, non può passare inosservato che durante il concerto il pubblico è sta-to ricoperto da una pioggia di bigliettini che presto sono diventati dei veri e propri cimeli; i più fortunati che sono riusciti, anche per pura curiosità, a raccoglierne qualcuno hanno già iniziato a rivenderli sul web, ben consapevoli del loro “valore”. Questi bigliettini riportano alcune righe che sono state adattate dall’epigrafe dell’autore de “Il Signore degli Anelli”, J.R.R. Tolkien, per la KT Fellowship, ad opera dell’amico e collega di Kate: Brian Cloughly.

Inside the show Il ritratto di Kate Bush

Album� e Kick Inside (1978, #3)Lionheart (1978, #6)Never for Ever (1980, #1)� e Dreaming (1982, #3)Hounds of Love (1985, #1)� e Sensual World (1989, #2)� e Red Shoes (1993, #4)Aerial (novembre 2005, #2)Director’s Cut (maggio 2011, #2)50 Words for Snow (novembre 2011, #5)

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Inserto Speciale – novembre/dicembre 2014

VIII

Guido HarariFotografo e giornalista musicale, inizia la sua carriera negli anni settanta col-laborando con riviste quali Ciao 2001, Giovani, Gong e Rockstar. Considera-to fra i precursori nell’unire l’arte fo-togra� ca alla musica, vanta nel corso di una carriera decennale, collabora-zioni con artisti di fama nazionale e internazionale, tra cui: Claudio Ba-glioni, Kate Bush, Pino Daniele, Bob Dylan, Ligabue, Mia Martini, Paul McCartney, Gianna Nannini, Michael Nyman, Luciano Pavarotti, Lou Reed, Vasco Rossi, Simple Minds. Per anni è stato uno dei fotogra� personali di Fabrizio De Andrè. Per il cantautore genovese, Harari ha realizzato tre for-tunati volumi: “E poi, il futuro”, “Una goccia di splendore” e “Evaporati in una nuvola rock” con Franz Di Cioc-cio, senza dimenticare la copertina del disco “In concerto”, tratto dalla leggen-daria tournée dell’artista genovese con la PFM n el 1979. È, inoltre, uno dei curatori della grande mostra dedicata a De André da Palazzo Ducale, a Ge-nova. Negli ultimi anni si è dedicato anima e corpo alla realizzazione, della prima galleria fotogra� ca in Italia inte-ramente dedicata alla musica: la Wall Of Sound Gallery, inaugurata nel 2011 ad Alba, dove risiede.

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Inserto Speciale – novembre/dicembre 2014

di Alessandra De Lella, Events Management

Forum Sanità

Giunta alla sua sesta edizione, an-che quest’anno, si è svolta la Con-ferenza Nazionale sulla Formazio-

ne Continua in Medicina (ECM) divenuta ormai un appuntamento annuale per tutti gli operatori del settore.Coinvolgendo tutti i protagonisti della formazione in sanità - dai Provider alle Associazioni Scientifiche, dalle Azien-da Sanitarie agli Ordini, ai Collegi e ai singoli professionisti - Il “Forum ECM” rappresenta ormai un’occasione di con-fronto fondamentale per analizzare lo stato dell’arte della Formazione Continua in Medicina e soprattutto discutere sui nuovi indirizzi, obiettivi e strumenti volti ad un miglioramento dell’aggiornamento professionale.Nella sede del palazzo dei Congressi di Roma, la manifestazione si è svolta lo scorso 24-25 novembre attraverso un pro-gramma ricco di incontri e dibattiti volti al miglioramento e all’innovazione della formazione continua in medicina, da in-serirsi, in maniera sempre più adeguata, in una cornice europea.Il tema principale di questa sesta edizione, ha riguardato in particolar modo i Provi-der nel loro passaggio dall’accreditamento provvisorio all’accreditamento standard.Sono state analizzate le varie criticità ri-scontrate nelle attività di verifica e nelle ispezioni realizzate dagli organi di sup-porto all’operato della Commissione (Osservatorio e Comitato di Garanzia) e presentati i primi risultati della Certifica-zione dei crediti.Importanti novità, presentate nel corso della Conferenza, hanno riguardato anche i singoli professionisti. è stata introdotta infatti un’ulteriore ti-pologia di Formazione definita “Blended”, caratterizzata da percorsi formativi unici che prevedono sia la formazione residen-ziale che quella a distanza. Ampio spazio nei dibattiti è stato dedicato alla presentazione dei Dossier Formativi da parte dei singoli operatori e alle ses-sioni denominate “Voce dei Provider” oc-casione di confronto diretto con la Com-missione Nazionale ECM per chiarire

tutti gli aspetti operativi delle attività dei Provider. Come già avvenuto nelle precedenti edi-zioni, anche quest’anno è stata istituita la “Cittadella della Commissione” uno spa-zio interamente dedicato sia agli incontri informativi tra le Sezioni della Commis-sione e gli operatori, che agli spazi espo-sitivi delle più importanti realtà della for-mazione in Sanità e l’eccellenza in termini di prodotti e servizi a supporto della for-mazione.In un momento in cui il sistema sanitario va incontro ad importanti cambiamenti, la Sesta Conferenza sull’Educazione Con-tinua in Medicina ha sottolineato ancora una volta l’importanza di un sistema par-tecipato di aggiornamento professionale, che miri a standard di qualità sempre più alti.

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Guido HarariFotografo e giornalista musicale, inizia la sua carriera negli anni settanta col-laborando con riviste quali Ciao 2001, Giovani, Gong e Rockstar. Considera-to fra i precursori nell’unire l’arte fo-togra� ca alla musica, vanta nel corso di una carriera decennale, collabora-zioni con artisti di fama nazionale e internazionale, tra cui: Claudio Ba-glioni, Kate Bush, Pino Daniele, Bob Dylan, Ligabue, Mia Martini, Paul McCartney, Gianna Nannini, Michael Nyman, Luciano Pavarotti, Lou Reed, Vasco Rossi, Simple Minds. Per anni è stato uno dei fotogra� personali di Fabrizio De Andrè. Per il cantautore genovese, Harari ha realizzato tre for-tunati volumi: “E poi, il futuro”, “Una goccia di splendore” e “Evaporati in una nuvola rock” con Franz Di Cioc-cio, senza dimenticare la copertina del disco “In concerto”, tratto dalla leggen-daria tournée dell’artista genovese con la PFM n el 1979. È, inoltre, uno dei curatori della grande mostra dedicata a De André da Palazzo Ducale, a Ge-nova. Negli ultimi anni si è dedicato anima e corpo alla realizzazione, della prima galleria fotogra� ca in Italia inte-ramente dedicata alla musica: la Wall Of Sound Gallery, inaugurata nel 2011 ad Alba, dove risiede.

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di Federica Milano, Marketing & Communication

Legal Walls

Fine anni 60, Stati Uniti. Prima Phi-ladelphia e poi New York, South Bronx in particolare, tra la popola-

zione nera o ispano-americana e via via in tutto il mondo: le origini del writing sono spesso legate al degrado urbano ed alla scelta di utilizzare grandi spazi vuoti da parte di molti artisti.Inizialmente riconosciuto come attivi-tà artistica e come sinonimo di libertà e trasgressione nei confronti del sistema culturale e sociale dominante, arriva in Europa negli anni 70 diventando espres-sione di un mondo giovanile all’insegna del tribalismo moderno, della ritualità le-gata a stili di vita specifici e ai movimenti giovanili.Negli anni 90 assume diverse declinazio-ni, diventando sempre più un fenomeno di contestazione politica. Identificato da alcuni sociologi come un fenomeno che segnala un forte desiderio di identità o di possesso territoriale, ha come contesto elettivo la strada, intesa però non come

un semplice spazio infrastrutturale, bensì come una conformazione territoriale che ne richiama la destinazione pubblica.In quanto tale, la strada è, almeno in parte, contrapposta alla chiusura degli ambienti predefiniti in cui si svolgono le attività lavorative e ricreative e nella sua apertura indefinita risiede ciò che più la caratterizza. Se la consideriamo in rapporto al diritto penale, l’opzione dell’illegalità costitui-sce il grado zero della pratica del writing. Ciò è in primo luogo dovuto alla tenden-za cronica verso la criminalizzazione del fenomeno da parte delle istituzioni. Non a caso, quasi tutti i writers hanno prima o poi avuto qualche problema con le forze dell’ordine: storicamente, veni-vano fermati dalla polizia, anche senza aver commesso nulla, spesso a causa di un look che, soprattutto all’inizio degli anni novanta di sicuro appariva singo-lare. Questa illegalità di “grado zero” è fondamentale per differenziare il writing

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sia da un “passatempo” sia da un’attività artistica professionale. Di conseguenza, le diverse possibilità di legalizzare il writing sono per i writers una risorsa ambigua, potendo significare una sua maggiore dif-fusione, ma anche la sua «reclusione» en-tro spazi normalizzati. Disinvoltura nel mostrarsi sprezzante, identificabile nella precisione e rapidità d’esecuzione del writer insieme a un’op-posizione al perfezionismo formale, sono le componenti dell’impatto emotivo del graffito, e restituiscono la rapidità del ge-sto che lo ha tracciato legata alla determi-nante contestuale dell’illegalità. Ma il writing oggi comincia ad essere an-che riconosciuto dalle istituzioni come vera e propria arte: ormai pressoché fuori dai confini dell’illegalità, è assurto a nuo-va forma alternativa di espressione, capa-ce di cancellare stereotipi e pregiudizi e ri-unire intorno a sé persone provenienti da tutto il mondo, utilizzato come strumento artistico urbano e come mezzo educativo originale per adolescenti, alla conquista del rispetto anche di coloro che vivono nella città e nelle sue periferie. Dunque anche in Italia, sulla scorta delle esperienze delle grandi città europee, co-minciano a nascere spazi idonei alla va-lorizzazione delle opere murali grafiche, nel rispetto delle regole: da un paio d’anni ormai, treni o muri si trasformano infatti in spazi e tele bianche per l’abbellimento di città e stazioni. Uno dei principali gestori nostrani di te-lefonia mobile si è già adeguato alla nuo-va “domanda” di localizzazione di questi spazi legali e ha lanciato sul Google Play Store la propria applicazione Legal Walls per Android, sviluppata da iquii, e pensa-ta per consentire ai writers che si espri-mono attraverso la street art di indivi-duare in qualunque città gli spazi dedicati dove esprimere la loro creatività in modo del tutto legale.L’app supporta per il momento la ricerca nelle aree di Roma e Milano, ma presto si estenderà anche ad altre città, consenten-do di localizzare, partendo dalla propria posizione, gli spazi più vicini destinati ad

accogliere le opere degli artisti e di de-terminare facilmente il percorso per rag-giungerli attraverso una mappa. Come spiega il gestore, che si propone al fianco delle autorità comunali italiane per diffondere la cultura della legalità a soste-gno della street art e delle forme artisti-che urbane emergenti, i muri individuati potranno essere inseriti tra i preferiti, me-morizzati sull’applicazione e poi recupe-rati senza dover fare nuove ricerche. Con Legal Walls è inoltre possibile segna-lare gli spazi della propria città non anco-ra “censiti” e che saranno inseriti nell’App dopo la verifica da parte di un backof-fice web con i comuni di riferimento. L’applicazione gratuita è presente su Go-ogle Play e presto sarà disponibile anche sull’Apple Store.L’arte urbana in forma legale sbarca poi in questo periodo a Roma, sui tram e le fermate della linea 19 del servizio Atac, con tre tram e cinque pensiline che da dicembre si vestiranno dei colori vivaci e dei soggetti presenti nei graffiti dei ragaz-zi del Luiss Master of Art, sotto la guida del responsabile Achille Bonito Oliva. E al Macro, sempre a Roma, un’esposizione racconterà, grazie ai lavori degli artisti “cresciuti” dalla Luiss, lo stato attuale del-la creatività urbana. È il tema del progetto “Tracks - Lin-guaggi d’arte urbana”, realizzato dall’u-niversità privata in collaborazione con Atac che proseguirà fino al 10 gennaio. Una strada che per la prima volta unisce, sui binari, lo spazio museale e il centro, giungendo infine alla periferia. Le cinque fermate decorate dei graffiti degli artisti Diamond, Millo, NemO’S, Sbagliato, Solo e V3rbo, saranno quelle di piazza Galeno, viale dell Milizie, via dei Castani e due a Valle Giulia. Mentre al Museo d’arte contemporanea di via Nizza, dove è andata in scena la presentazione del progetto alla presenza degli artisti del Ma-ster e degli organizzatori, saranno esposte le opere di Corn79, Camilla Falsini, Etnik, Fra.Biancoshock, Lucamaleonte, MrFijo-dor, Ozmo, Alice Pasquini, Gio Pistone, Edoardo Tresoldi, 108.

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di Loredana Romano, Blogger

Matteo Miceli, recordman

Matteo Miceli, recordman di tra-versata atlantica con catama-rano sportivo di 20 piedi sen-

za assistenza da Dakar a Guadalupe nel 2004/2005, velista italiano dell’anno nel 2007, si prepara a misurarsi con una nuo-va sfida: La Roma Ocean World. Affronte-rà per la prima volta il giro del mondo da Roma a Roma in solitaria senza assisten-za e senza scalo in completa autonomia energetica ad impatto zero. Un’avventura che vedrà come co-protagonista EstEco, la barca di nuovissima generazione che Matteo ha realizzato nei suoi Cantieri Navale d’Este, lì dove ha costruito il suo primo Class40. Affrontare questo viag-gio verso il futuro con una barca “eco-sostenibile” potrà tradursi, per chi vorrà intendere, in un significativo messaggio in favore di nuove soluzioni energetiche.

L’impresa del giro del mondoL’impresa della Roma Ocean World si concretizza nella realizzazione di un Giro del mondo su un’imbarcazione sostenibi-le a bordo dell’unità prototipica sviluppa-ta da Matteo Miceli, detentore di due re-cord di traversata atlantica in barca a vela, che condurrà la sua Class40 in autonomia energetica all’inseguimento del record mondiale nel 2014. L’operazione è pensata per dimostrare l’efficienza del progetto e delle possibilità offerte dalle nuove tecno-logie in materia di sostenibilità ed energia, per divulgare il messaggio che è possibi-le operare in rispetto dell’ambiente. Lo studio per le tecnologie ecologicamente sostenibili e industrialmente vantaggio-se per il mondo della nautica e non solo, comincia da qui: il giro del mondo sarà solo la fase conclusiva di un lungo lavoro di ricerca durato 4 anni in cui Matteo ha costruito e varato una barca, con l’inten-zione e la volontà di mettere a sistema una serie di ipotesi e di parametri progettuali avanzati, sviluppandoli in un prodotto ad alte prestazioni, ecologicamente sosteni-bile oltre che commercialmente evoluto. Sarà un viaggio duro e molto lungo, Mat-teo ne è consapevole, e forse una prima ragione è in questa sfida nella ricerca in

cui egli crede profondamente, una nuova sfida non più solo con se stesso ma anche il primo passo verso un possibile sviluppo etico ed estetico del prodotto nautico che, attraverso il progetto Roma Ocean World 2009/2014, dimostrerà la reale fruibilità di tecnologie, lavorazioni, progettazioni integrate, energie e sistemi propulsivi in-novativi.Così dopo 4 anni di duro lavoro Eco40, questo il nome del Class40 autocostruito, è salpato lo scorso 19 Ottobre dal Porto di Riva di Traiano per Roma Ocean World.Il primo giro del mondo, in solitaria, senza assistenza e senza scalo in com-pleta autosufficienza energetica ed ali-mentare. A bordo infatti non c’è nean-che una goccia di combustibile fossile. Eco40 è equipaggiata con pannelli solari, idroturbine e generatori eolici per la pro-duzione di energia.A bordo ci sono anche due galline per la produzione di uova, che unitamente alla pesca serviranno per l›alimentazione. I dati meteorologici e di assetto dell’imbarcazione (posizione, ve-locità e direzione del vento apparente e del vento reale, velocità della barca, velo-cità della corrente, pressione atmosferica, temperatura dell’aria e dell’acqua) sono registrati a bordo in una sorta di “sca-tola nera” ogni mezzo secondo. I valori medi su dieci minuti sono calcolati dal computer e trasmessi a terra. Questi dati sono molto preziosi per verificare i dati in analisi meteo che vengono utilizzati per le previsioni meteorologiche e per l’otti-mizzazione di rotta. L’Università di Roma La Sapienza, con il coordinamento dei Professori Paolo De Girolamo e Mattia Crespi, ha installato a bordo un sistema di misura GPS di altis-sima precisione ed una piattaforma iner-ziale che consentono la misura di tutti i movimenti della barca.Questi dati al ritorno di ECO 40 verranno utilizzati per calcolare l’altezza delle onde incontrate da Matteo durante il giro del mondo e le azioni alle quali la barca è stata sottoposta e verranno utilizzati anche per verificare la precisione delle misure di ven-to e di moto ondoso eseguite da satellite.

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Questo lavoro di ricerca vede coinvolte, con il coordinamento de La Sapienza, al-tre quattro Università, ovvero Roma TRE, Tor Vergata, L’Aquila e il Politecnico di To-rino che, con i Professori Alessandro Pez-zoli e Andrea Boscolo, curano gli aspetti connessi alla previsione meteorologica a supporto della navigazione di Matteo. La società di Telespazio e-Geos, con la collaborazione de La Sapienza, fornirà il supporto per l’identificazione dei ghiacci da satellite durante la circumnavigazione dell’Antartico che attende Matteo.Gli strumenti GPS ad alta precisione sono stati forniti gratuitamente dalla Leica Ge-osystem che supporta anche il costo del traffico dati a terra.I dati forniti da ECO 40 durante la burra-sca del Golfo del Leone del 21 e 22 ottobre 2014 e la ricostruzione della burrasca ese-guita dalle Università per ora ha consenti-to di stimare che Matteo ha navigato con

onde di altezza significativa Hs dell’ordine dei 6,0 m e quindi con onde massime che possono aver superato i 10,0 m di altezza. I valori esatti delle altezze delle onde su-bite da ECO 40 durante questa burrasca potranno essere calcolati solo al ritorno di Matteo. In pochissimi giorni, la sua pagina Face-book, aggiornata costantemente dai cura-tori del suo sito internet www.matteomi-celi.com, ha raggiunto quasi 4000 like, il tracking della sua avventura coinvolge e cattura sempre più followers, e non manca giorno che non ci si informi sulla produ-zione di uova, delle possibilità di pesca o di dati tecnici sofisticati che riguardano la tecnologia di bordo e la risposta dell’im-barcazione alle condizioni meteo… C’è sempre più voglia di traguardi ambiziosi e di belle notizie, per affrontare burrasche quotidiane e crisi incombenti, per cui “Buon vento, Matteo!”

Eco40 in navigazione, giorno 11.11.2014

Un progetto eco-sostenibile

Pannelli fotovoltaici per alimentazione

Orticelli per la produzione di verdura

Galline per la produzione di uova giornaliere

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