Periodico bimestrale di notizie, informazioni e news dell ... · compravendite milionarie di...

24
PERIODICO BIMESTRALE DI NOTIZIE, INFORMAZIONI E NEWS DELL’ASSOCIAZIONE GIOCATORI BASKET E DEL FONDO DI FINE CARRIERA NUMERO 9 · OTTOBRE/NOVEMBRE 2010 SERIE A I commenti alle novità sull‘utilizzo degli stranieri OSCAR ELENI Lettera ai ragazzi della Giba POST CARRIERA LGS, lavoriamo per voi Anche gli assi NBA con l’Italia in Lituania SURVEY SONDAGGIO UBE UROPEI 2011 CI SIAMO 3 3

Transcript of Periodico bimestrale di notizie, informazioni e news dell ... · compravendite milionarie di...

Periodico bimestrale di notizie, informazioni e news dell’AssociAzione GiocAtori BAsket e del Fondo di Fine cArrierANumero 9 · oTToBre/NoVemBre 2010

SerIe A I commenti alle novità sull‘utilizzo degli stranieri

oSCAr eLeNILettera ai ragazzi della Giba

PoST CArrIerA LGS, lavoriamo per voi

Anche gli assi NBA con l’Italiain Lituania

SURVEYSONDAGGIO UBE

uropei 2011ci siamo

3 3

Ennio DorisPresidente di Banca Mediolanum

C

M

Y

CM

MY

CY

CMY

K

pag_pubb210x297_stampa.pdf 1 19/10/10 16.54

2

3

mMarco Mordente e Mariachiara Franchini sono i capitani delle Na-zionali di basket Maschile e Fem-minile. La loro vita è scandita dagli impegni con la pallacanestro: d’inverno con i rispettivi club e d’estate con le Nazio-nali, è un susseguirsi quasi ininterrot-to di raduni, allenamenti, riunioni, attività promozionali, incontri con la stampa, partite, viaggi, in Italia e all’e-stero.Entrambi vivono di pallacanestro, e non hanno alcuna possibilità di im-pegnarsi in attività lavorative diverse. Giocano per due tra le migliori squa-dre dei campionati di Serie A maschile e femminile, ricevendo in cambio un compenso economico che permette loro di vivere più o meno agiatamente. Sono sottoposti ad un vincolo discipli-nare con le società con le quali hanno sottoscritto un contratto, e devono ri-spettarne le regole, dentro e fuori dal campo. Apparentemente, si tratta di si-tuazioni identiche, dato che Marco e Mariachiara sono giocatori di basket a tempo pieno e svolgono l’attività sportiva come professione ed ai mas-simi livelli.E tuttavia, in base alle attuali norme, a Marco è riconosciuto lo status di giocatore professionista, Maria-chiara deve invece accontentarsi del-la qualifica di dilettante. Marco avrà diritto, un giorno, alla pensione, e quando smetterà di gio-

care riceverà parecchie decine di migliaia di euro a titolo di trat-tamento di fine rapporto; gode di un efficace sistema di previdenza sociale e di copertura assicura-tiva in caso di infortunio; il suo stipendio è garantito da una fi-deiussione e da un fondo di ga-ranzia; beneficia di particolari regole sanitarie, di garanzie le-gali e disciplinari, ed in genere di una serie di prerogative e tutele fissate dall’Accordo Collettivo dei gioca-tori professionisti. Nulla di tutto ciò riguarda anche Mariachiara: mentre Marco è a tutti gli effetti di legge un lavoratore subordinato, di lei non si può nemmeno dire che svolge un lavoro.Sembra incredibile che in base ad un sistema di norme che dovrebbe in-dignare, e che invece passa quasi inos-servato, il microcosmo sportivo distin-gua tra uomini e donne sotto il profilo dello status giuridico, ed imponga un assioma aberrante: uomo = pro-fessionista, donna = dilettante. Un giocatore giovane ha la prospetti-va di diventare, un giorno, un profes-sionista. Una giocatrice giovane, che ci mette altrettanta passione e abne-gazione e che si sottopone ad uguali sacrifici, non può coltivare lo stesso sogno.A me pare che ce ne sia abbastanza per scandalizzarsi. Il dubbio, sempre più pressante, dei giuristi, è se possa una legge qualificare a priori un rapporto

(lavoratore / non lavoratore; profes-sionista / dilettante), a prescindere ed indipendentemente dalla natura e dal-le caratteristiche del rapporto stesso. L’impellenza che dovrebbe avvertire la politica è di non tollerare oltre che tanti giocatori che di fatto sono professionisti siano trattati come dilettanti, a volte ben retribu-iti a volte no, ma comunque privi delle più elementari garanzie sociali. È bene ricordare anche ai nostalgici del basket che fu, non contaminato dal denaro (tranne che per le ributtanti compravendite milionarie di giocato-ri vincolati a vita), che l’imposta sui redditi delle persone fisiche (IRPEF) grava alla stessa maniera sui giocatori professionisti e sui giocatori dilettanti, e che i costi della previdenza sociale, che riguardano solo i professionisti, incidono relativamente rispetto al re-sto. È giusto invocare modifiche alla legge 91/81 sul professionismo spor-tivo, ma se non si vuole continuare a discriminare categorie intere di atle-ti, ed in particolare le donne, bisogna avere il coraggio di eliminare questa foglia di fico del finto dilettantismo che nasconde goffamente le oscenità economiche del basket e di tutto il si-stema sportivo. Diciamo la verità: la discriminante nello sport non è tra professionismo e dilettanti-smo, ma tra chi le tasse le paga e chi no; tra chi le paga per intero e chi solo in parte. Professionista o dilettante che sia.

Professionismoe dintornidi Giuseppe Cassì

L`editoriale

Professionismo e dintorni 3

Parlare da soli 4

Fondo, la modifica dello statuto 6

Si volta pagina 8

Più fascino, più giovani 10

GIBA risponde 12

Giovani e spettacolo 14

Italia, sarà dura 16

A proposito di tesseramento 18

LGS, uno sguardo al futuro 19

Studio sulle condizioni di lavoro nella UE 20

Study on the working condition in the UE 22

Sommario

parLareda SoLi

in primo piano

Parlare da soli. Suc-cede se hai davanti il vuoto, se ti senti vec-chio e borbotti come il pensionato rom-picoglioni davanti al cantiere aperto, capi-ta quando sei sicuro che nessuno potrebbe capirti, ti viene natu-rale mentre ascolti la magica Alice che urla per te: “ Avrei biso-gno di parlare, ma non trovo nessuno che mi sta a sentire”.

Dite la verità: vi ho fotografato o ragazzi della palla al cesto che non ne potete più di parlare a voi stessi nello spec-chio delle vostre brame e allora cor-rete, ansiosi e speran-zosi, nella stanza buia dove vi domandate se l’incubo finireb-be avendo un buon agente, capace di ascoltare, avendo una compagna così pa-ziente da perdonarvi il soliloquio dell’ablu-zione, una famiglia così solida da soppor-tare il mugugno da percentuale bassa.

Come avete passato l’estate ragazzi GIBA? Vi siete allenati davvero sulle vostre debolezze o ri-mestando in quello che sapete fare meglio? Avete dedicato più tempo alla danza, alle ore felici o al sudore senza applausi per aggiungere qual-cosa al vostro bagaglio tecnico, per migliorare atleticamente, per essere pronti quando vi peseranno e misu-reranno?

Non rispondete subito. Non rispon-dete affatto. Il campo ci dirà la verità.

Ehi, topo giornalista, ma non pre-tenderai di vederci più bravi e più forti soltanto perché ci abbiamo dato dentro. Fai degli esempi di gente che migliorava durante le ferie. Larry Bird potrebbe essere un tipo, Kevin Durant, ah che meraviglia di gioca-tore, di uomo, di atleta, di ragazzo. Loro sono certamente esempi posi-tivi. Chiedete a Boston, chiedete a coach Key, abbonatevi alle partite di Oklahoma.

Balle, eh lo sappiamo bene, non vi abbiamo convinto, non vi convincerà mai nessuno e per questo vi rifugiate dove avrete sempre comprensione, darete fiducia a chi avrà il telefono per stuzzicare il presidente di so-cietà, mettendolo in guardia davan-ti all’allenatore che ama le miniere dove si lavora tanto e non sempre si esce, se si esce, con la felicità scritta in faccia.

di Oscar Eleni

Oscar Eleni mentre respira incenso nelle ali di una farfalla che vorrebbe giocare a basket

PARLARE DA SOLI

4

PARLARE DA SOLI

Come ultimo quesito, prima di passare ai fatti, vi chiederemmo di commen-tare, spiegandocelo come se avessimo dieci anni, le parole di Gianmarco Pozzecco, uno simpatico e amato da tutti, o almeno da quasi tutti, al con-vegno sul libro “ Team leadership, idee e azioni tra sport e management” di Guenzi e Ruta ( tipi delle edizioni Egeo) nel progetto Rcs Sport e Sda Bocconi: “Stare in campo, per me era come un atto sessuale. Se l’allenatore mi sostituiva, era come se la mia compagna aves-se deciso di fare l’amore con un altro (lui ha detto moglie non avendo moglie). Adesso, però, sono dall’altra parte della barri-cata”.

Non vi diciamo di aver visto arrossi-re Pianigiani ed Arrigo Sacchi che la risposta pronta la tenevano in canna, ma voi pensateci bene quando sbuffa-te se vi richiamano in panchina, valu-tate l’ultima frase quella sulle barri-cate diverse.

Già, quando giochi sei confuso: sono io da solo, o sono io dentro una squadra?

Mentre ci ragionate, cantando sareb-be anche meglio, andiamo ai fatti.

Estate di tormento per il ba-sket italiano inteso come scuola.

La Nazionale ha lavorato bene, ma alla fine, per entrare nei campionati europei che si faranno in Lituania ha dovuto salire sulla scialuppa della soluzione politica, trovan-do un posto che il campo gli aveva negato. Per molti, israeliani in testa, che si erano guadagnati sul campo il loro privilegio, una cosa sbagliata, ma nella sostanza diremo che la decisio-ne ha dato una mano a tutti quelli che hanno giocatori impegnati per troppe partite in una stagione, cominciando da quelli che vengono dal super mon-do NBA.

Facciamo un bel respiro e pensiamo alla stagione che ci porterà, come Nazionale, verso l’europeo lituano, avendo scoperto nel mondiale turco che siamo davvero da seconda fascia europea. Inutile ingannarsi. Voi date la colpa al fatto che le società italiane affidano i palloni importanti ai giocatori stranieri, insomma parla-te da soli, ma lituani, serbi, spagnoli, turchi, croati, montenegrini, sloveni, greci, non vivono realtà molto diverse dalle vostre eppure hanno presentato giocatori che non facevano la sponda, ventiduenni che avevano qualcosa da dire e dimostrare. Un anno per dimo-strare che anche da noi si può fare qualcosa, ma bisogna darci dentro. Non è vero che allenarsi molto ruba la vostra età, non è vero che il professionismo ammaz-

za i più fragili, basta avere dentro qualcosa che generazioni di giocatori, anche italiani, prima di voi, e, come voi, incatenati dentro squadre dove il pallone decisivo andava ad altri, han-no dimostrato di possedere, anche in periodi dove il pessimismo ci rendeva cupi e vittime.

Il mondiale è stato proprio bello per-ché ci ha fatto vedere tante facce nuo-ve mentre i più ricchi e i più famosi ballavano altrove. Sono occasioni da prendere al volo e molti, in Turchia, ci sono riusciti.

Quelli non parlavano da soli, non cercavano la coperta di Linus dell’a-gente compiacente, della famiglia stravedente, hanno colto l’attimo, ma per arrivarci ci hanno dato dentro con il lavoro. Per farvi amare basta questo e la stessa Nazionale statuni-tense, formata con giocatori di una probabile formazione “Bi” (ma era così bella che nessuno rimpiangeva i privilegiati dall’oro di Pechino) del più fiorente vivaio del mondo, ci ha fatto capire che giovani talenti, con qualche veterano di sostegno, posso-no fare un bella figura se vivono come squadra e non aspettando al telefoni-no il consenso di chi poi deve piazzar-li al miglior offerente.

Vi vogliamo bene ragazzi della GIBA, aiutateci ad amarvi davvero.

5

infoGiBa

La

Assemblea Straordinaria del

Fondo di Fine Rapporto dei Giocatori Professionisti ha deliberato il 23 giugno scorso la modifica dello Statuto nella parte (art. 22) nella quale è regolamentato l’impiego delle somme che vengono definitivamente acquisite al patrimonio del Fondo a seguito della prescrizione (dopo 5 anni dal termine dell’ultimo campionato professionistico) del diritto degli atleti di richiedere la liquidazione delle rispettive quote.Il nuovo testo è il seguente:

Art. 22 - Liquidazione dell’indennità: domanda dell’iscrittoEntro 5 anni dalla cessazione dell’attività nel settore professionistico, l’iscritto deve presentare domanda di liquidazione a mezzo lettera raccomandata alla segreteria del Fondo che provvede alla liquidazione dell’indennità spettante con le modalità e nei termini previsti negli Accordi Collettivi e/o nel Regolamento del Fondo. Il termine di liquidazione può essere differito in considerazione dell’età del beneficiario e degli anni effettivi di versamenti. Qualora la

domanda di cui al

primo comma non venga

presentata nel termine ivi previsto,

allo scadere di esso il diritto alla liquidazione si intenderà estinto per prescrizione, a norma degli artt. 2934 2948 Cod. Civile, e l’importo verrà devoluto come segue: 1/3 alla riserva ordinaria; 1/3 al Fondo di Garanzia e Solidarietà, in aggiunta alle erogazioni stabilite dall’art. 13 lettera (g), con la stessa proporzione stabilita tra Serie A e Legadue; 1/3 per la realizzazione, previa approvazione da parte del Consiglio di Amministrazione del Fondo, di iniziative e/o progetti specifici finalizzati alla promozione e/o alla assistenza e/o alla solidarietà nell’interesse e/o in favore di giocatori di pallacanestro. Secondo quanto previsto in precedenza, l’intero ammontare dei crediti prescritti veniva devoluto alla riserva ordinaria. Con la nuova disciplina si è inteso rendere un servizio ai giocatori, in particolare a quelli in difficoltà. Un terzo della somma sarà ancora devoluta alla riserva ordinaria, un terzo andrà ad incrementare la dotazione del Fondo di Solidarietà (che interviene a pagare almeno parzialmente i crediti dei giocatori nei confronti di società professionistiche fallite o escluse dal campionato o comunque morose), un terzo potrà servire per finanziare iniziative o progetti nell’interesse dei giocatori.

L’aumento della dotazione del Fondo di Solidarietà permetterà già nei prossimi mesi di pagare il sussidio previsto ai giocatori di Vigevano per i quali sono residuati crediti dopo l’esclusione del club dal campionato di Legadue. Dopo il pagamento dei sussidi degli scorsi anni (giocatori di Roseto e di Livorno) le casse del Fondo sono rimaste quasi a secco, e questa iniezione di liquidità consentirà di soddisfare le nuove istanze. Inoltre, l’incremento della dotazione potrà negli anni consentire l’aumento dei massimali attualmente previsti (euro 2.400 al mese per 3 mesi in Legadue ed euro 3.000 al mese per 3 mesi in Serie A). Con la somma destinata alla realizzazione di iniziative e di progetti si proverà in particolare ad intervenire laddove emergano occasioni di criticità e disagio nella carriera sportiva dei giocatori. È già allo studio la formulazione di un progetto di indirizzo e formazione per giocatori a fine carriera, che prevede corsi di General Management, Marketing dello Sport, Sales Management, Gestione degli impianti sportivi, con incontri in sede fissa e approfondimenti on-line.

STATUTO

Fondo, la modificadello Statuto

6

infoGiBa

STATUTO

The Fund, changing theArticles of AssociationThe Extraordinary Meeting of the Severance Indemnity Fund of Professional Players has on the 23rd June deliberated on changing the Articles of Association in that part (art. 22) regulating the use of monies which are definitely acquired by the Fund by prescription (5 years after the end of the last professional season) of the right pertaining to athletes to request settlement of their individual shares.Following is the new text:

Art. 22 – Indemnity settlement: member’s requestWithin 5 years of termination of activities within the professional sector, the member should file a settlement request by registered letter to the Fund’s secretariat to proceed with the settlement of the indemnity due to him in such manner and within such terms as are provided for in the Collective Agreements and/or in Fund Rules. The settlement term could be put off in view of the beneficiary’s age and valid contribution years. Should the request referred to in the first paragraph not be presented within the provided time, the right to settle shall, at the expiry of the said time, be considered to have lapsed by prescription, in terms of arts. 2934 2948 of the Civil Code, and the total amount shall be distributed as follows: 1/3 to the ordinary reserve; 1/3 to the Security and Solidarity Fund, in addition to the allocations established by art. 13 letter (g), in the same proportion set between Serie A (Premier League)

and Legadue (Second Division); 1/3 for the realisation, following approval by the Fund’s Administrative Committee, of specific ventures and/or projects intended for the promotion and/or assistance and/or solidarity in interest and/or in favour of basketball players. As previously provided, the whole amount of the prescribed credits was allocated to the ordinary reserve. The new regulation was intended to render a service to players, particularly those finding themselves in difficulty. One third of the amount shall still be allocated to the ordinary reserve, one third will go to increase the Solidarity Fund’s allotment (which intervenes to pay at least part of the amounts due to players when professional companies fall through or are excluded from the league or are in any way in arrears), while another third could help in financing initiatives or projects in the players’ interests.An increase in the Solidarity Fund’s allotment shall soon make it possible within the next few months to pay the subsidy provided for the players of Vigevano who now have a surplus of credits following the

club’s exclusion from the Legadue league. After paying out the subsidies of the past years (to Roseto and Livorno players) the Fund has nearly dried up, and this cash injection will allow it to satisfy new claims. Besides, an increase in the allotment can allow as years go by an increase in the cover actually provided (Euro 2,400 per month for 3 months in Legadue and Euro 3,000 per month for 3 months in Serie A). The amount intended for the realisation of initiatives and projects can particularly help in interventions to be made whenever any critical and discomforting situation arises in the players’ sporting career. Currently under study is the setting up of a placement and training project for players who have reached the end of their career, providing for courses in General Management, Sports Marketing, Sales Management, sports venue management, with meetings being held in fixed premises and elaborations given online.

7

serie a

SI VOLtA PAGINA

di Damiano Montanari

Da questa stagione entrano in vigore le nuove norme sull’utilizzo degli stranieri, sulle quali abbiamo raccolto diversi pareri, presentando un campionato che si annuncia più equilibrato e di grande qualità

Era ora. Si attendeva una risposta, che finalmente c’è stata. Con il cam-pionato 2010-11 entreranno infatti in vigore le nuove norme in materia di utilizzo degli stranieri. 2+4 o 3+2, operazioni semplici istituite per dare una svolta ad una situazione che era diventata insostenibile, barlumi di speranza per tanti giovani e italiani che rischiavano di restare travolti dal-la valanga di stranieri che negli ultimi anni ha invaso il nostro campionato.

il primo passo“Finalmente siamo arrivati alla par-tenza di un nuovo percorso di valorizzazione degli italiani – di-chiara il vice presidente GIBA e consigliere federale, Maurizio Ragazzi - attraverso questa formu-la del 2+4 o 3+2, resasi necessaria in un momento in cui era diventato concreto il rischio di veder spa-rire completamente i giocatori italiani nel campionato di Serie A. La nuova formula consente ai club di avere un equilibrio mi-gliore che in passato tra giocato-ri italiani, europei e americani, ed il requisito della “formazio-ne”, in aggiunta a quello della “nazionalità”, permette di debel-lare finalmente il triste fenome-no dei giocatori con passaporto italiano di dubbia provenienza. Non va dimenticato, oltretutto, che lo stesso Parlamento Euro-peo ha ritenuto legittime forme di protezione in favore dei cosid-detti “homegrown players”, per i quali il calcio ha già approntato regole di tutela a livello europeo. Pur consapevoli che questo non sarà il punto di arrivo, nè la panacea che per-metterà agli italiani di giocare con re-golarità, siamo comunque convinti di avere fatto il primo, impor-

tante passo di un percorso di cui, col tempo, potremo valu-tare la validità. Questa è la base di partenza di un lavoro molto più ampio, che esprime la ne-cessità di un cambiamen-to che ha radici profonde e lon-tane, risalenti al minacciato sciopero della Nazionale di due anni fa. Era necessario voltare pagina e ritengo che quello in atto sia il mi-gliore inizio di una politica volta alla salvaguardia e alla promo-zione del patrimonio tecnico italiano, che passa certamente da un maggiore coinvolgimen-to degli Italiani, ma anche dal-la riorganizzazione dei settori giovanili”. Perchè oggi la esiguità numerica di giocatori italiani di talen-to è un dato incontestabile. “Paghia-mo ancora gli effetti della sentenza Bosman – prosegue Ragazzi - e del conseguente disinteresse delle società nella formazione di gioca-tori. L’abbandono dei vivai e la scelta scellerata di utilizzare tutto il budget a disposizione per ingaggiare gioca-tori già formati altrove ha però avuto solo effetti negativi: l’aumento dei co-sti, l’impoverimento tecnico del cam-pionato, il crescente disinteresse del pubblico, la perdita di competitività nei tornei europei per club e per Na-zionali. Ci piace pensare che, anche in virtù delle nuove regole fortemente volute da GIBA, ci siano oggi confor-tanti segnali di svolta nella politica dei club, che sembra siano tornati ad investire nei vivai”.

costruire dalla baseAlla luce di questa situazione, cosa si può fare per promuovere la forma-zione e la crescita dei giovani gioca-tori italiani? “La realtà – risponde il presidente della Lega Basket, Valentino Renzi - ci insegna che in tutti i campionati c’è l’esasperazione della conquista della vittoria, ma in nessun campionato si pensa alla formazione dei giovani. Questo è sicuramente un punto di partenza fondamentale, ma, per costruire una casa, non si può comincia-re dal piano alto, bensì dalle fondazioni e dal piano terra. In Italia abbiamo due campionati pro-fessionistici e tre dilettantistici. Se nei

A sinistra Antonello Riva, sopra Valentino Renzi, qui sotto Maurizio Ragazzi

8

serie a

campionati di A e B Dilettanti, dove ci sono 85 società, mediamente giocano uno o due Under 22, qualcosa non va. Si parla di dare spazio ai giovani italia-ni in serie A, ma se una società ha un giovane forte e pronto per giocare, lo mette in campo. Se non lo fa, è perchè non è ancora sufficientemente maturo per misurarsi nella massima categoria e allora lo manda tra i Dilettanti per crescere. E’ giusto che giochi chi ha qualità e non un giocatore solo perchè è italiano”.

formazione e qualitàAltrimenti si rischia di creare situa-zioni paradossali. “E’ evidente – af-ferma infatti il presidente Renzi - che con la norma della formazione italiana dei giocatori, il potere contrattuale di questi ultimi sia aumentato in maniera significa-tiva. Il mercato si è distorto, perchè un club sa di dovere avere per forza sei giocatori italiani e questo è un limite grandissimo. E’ stata fatta una norma con il concetto della formazione italia-na, che poi tuttavia vale per i giovani stranieri che, finito il loro percorso di formazione italiana, giocano nei no-stri club come italiani di formazione e questo è un paradosso incredibi-le”. Con cui si dovrà convivere anche in questo campionato, che si prean-nuncia ricco di qualità. “Quest’anno – conferma il presidente Renzi – sono arrivati giocatori mediamente di livello buono. Nella presentazione del campionato gli allenatori hanno espresso le loro valutazioni e tutti ritengono che sia un campionato più interessante e con maggiore equilibrio di quelli scorsi”.

lavoriamo sui vivaiUn concetto condiviso anche da Ste-fano Pillastrini, allenatore di Montegranaro: “Dal punto di vi-sta tecnico vivremo una stagione di altissimo livello, la più alta a livello medio degli ultimi anni. Non vedo squadre deboli, in un trend che si era già evidenziato nel recente passato e che sancirà un equilibrio maggiore”. Nel quale i giocatori italiani dovranno cercare di ritagliar-si il proprio spazio con la consueta fatica. “Con le nuove regole non mi sembra che la situazione sia molto cambiata – afferma infatti

Pillastrini – perchè è stato fatto uno scarsissimo lavoro in profondi-tà ed ognuno continua a sperare che lo faccia l’altro. Abbiamo una produzione di giocatori minima, speriamo che le società non ab-bandonino i vivai, perchè questo porterebbe ad un impoverimen-to dell’intero movimento. Perde-remmo spettatori, sponsor, audience. Ora stiamo ancora beneficiando del grande lavoro fatto negli anni Ottanta e Novanta, ma se non ricominciamo subito a lavorare sui settori giovanili, quando avremo finito i giocatori, per-deremo anche il pubblico. Speriamo di accorgercene prima che sia tardi”. In quest’ottica le nuove regole in ma-teria di utilizzo degli stranieri non sono efficaci. “Mi sembra che siamo di fronte ad un falso cambio – com-menta Pillastrini – dal momento che le società possono avere ancora sei stranieri, non c’è protezione per i gio-catori italiani e ci sono alcune squa-dre che proprio non ne hanno. Il pro-blema, comunque, non è tanto che non giocano gli italiani, quanto che i giocatori non vengono prodotti e che non si lavora sui vivai”.

c’è troppa confusioneIn un momento in cui servirebbe chiarezza c’è anche chi come Anto-nello Riva, direttore sportivo di Caserta, non la trova minimamente nella nuova situazione che si è venuta a creare. “Con le nuove normative ri-guardanti gli stranieri ed i passaporti – commenta infatti Nembo Kid - noi poveri dirigenti siamo costretti a di-vincolarci in un ginepraio pazzesco. C’è una maggiore difficoltà nel muoversi sul mercato e questo ha complicato notevolmente le

nostre procedure, creando anche una grande confusione in chi ci segue. Tra 2+4, 3+2, passaporta-ti italiani, eleggibili e non eleggibili facciamo quasi fatica noi che siamo dell’ambiente a capire fino in fondo come funziona la situazione. Servi-rebbe una semplificazione, per avere maggiore chiarezza verso il pubblico e per abbassare un po’ i costi. Ci sono infatti delle normative restrittive in virtù delle quali alcune categorie si trovano ad avere un po-tere economico superiore che non è giusto”.

Più posto per gli italianiSulle nuove norme sull’utilizzo degli stranieri è positivo il parere di Mi-chele Mian, ala della Bennet Can-tù: “Questa nuova norma, per la cui introduzione si è impegnata anche la GIBA, è nata per dare la possibilità a noi italiani di giocare, crescere e migliorare. Alla fine nelle società che hanno scelto il 2+4 ci sarà alme-no un posto in più per gli italia-ni, uno spazio che sarà ancora più ampio per chi ha scelto il 3+2. Di negativo riscontro il fatto che, con-stestualmente all’introduzione di que-sta nuova norma, si sono visti molti casi di cambi di passaporto di alcuni giocatori americani, di-ventati così europei. Questa è una scelta che porta con sé un’idea falsa e che va a svilire un altro effetto po-sitivo della nuova norma, ovvero la possibilità di vedere in Italia una pallacanestro più europea, basata maggiormente sul gioco corale, anziché sull’uno contro uno. La pallacanestro è un gioco di squadra ed è bella proprio per questo”.

A sinistra Stefano Pillastrini, sotto Michele Mian

9

PIù fAScINO, PIù GIOVANI

di Damiano Montanari

Il presidente della LegaDue Marco Bonamico parladelle aspettative, delle novità e degli obiettivi legatial campionato 2010-11

Nuova stagione e nuove sfide per il campionato di LegaDue che, dopo la sosta estiva, si riscopre più interes-sante e combattuto che mai. Novità, ma anche un appeal che affonda le proprie basi nella tradizione, per il secondo campionato nazionale che gira, funziona ed appassiona sempre più tifosi ed addetti ai lavori.

occhio al blasoneIl primo a tracciare un bilancio po-sitivo della situazione complessiva è lo stesso presidente di LegaDue, Marco Bonamico: “Il campionato presenta delle nuove realtà, alcune delle quali con una grande storia alle spalle. Penso a Verona, che in passato ha vinto anche una Cop-

pa Korac, o a Forlì, un’altra piazza storica con diversi campionati nella massima serie alle spalle. E poi mi fanno piacere la presenza di San Severo che, dopo la promozione di Brindisi, continuerà a rappresenta-re la Puglia nel nostro campionato, e di Barcellona Pozzo di Gotto, autentica rivelazione di questo inizio di stagione come neopromossa che frequenta i piani altissimi della clas-sifica. Tecnicamente il campionato non ha ancora una faccia definita, ma è chiaro che qualcosa è già cambiato. Pensiamo alla posizione di Udine, l’anno scorso uscita al primo turno dei play off, o a quella di Venezia, che ha lottato fino alla fine per non retrocedere. E, dall’altra parte, l’ini-zio di Veroli, al di sotto di quello che

ci si poteva aspettare. Il campionato è appena iniziato, ma sembra che certe gerarchie si siano ribalta-te, contribuendo a dare maggio-re imprevedibilità al torneo”. A connotazione fortemente nazionale. “In LegaDue – sottolinea infatti Bonamico - viene rappresentata una bella fetta di Italia, che va dal Friuli Venezia Giulia al Piemonte fino alla Sicilia e questo è un dato che non può che farci piacere”.

Pubblico e diretteCome sono assolutamente lusinghie-ri i dati relativi all’appeal che la Le-gaDue esercita nei confronti di tifosi, appassionati e addetti ai lavori. “Nel-le prime giornate del campionato – conferma infatti il presidente Bo-namico – abbiamo avuto una buo-nissima affluenza di pubblico, segno di un grande entusiasmo. E questa per noi è la cosa più importan-te”. Che determina, a catena, un cir-colo virtuoso. “A livello televisivo – prosegue Bonamico – abbiamo una doppia copertura, il venerdì sulla Rai alle 20,30 e la domenica alle 17 su Sport Italia. A questo si aggiunge-rà a breve il servizio di streaming delle partite su Internet, che sarà possibile grazie all’accordo siglato con Sport Tube, che cambierà tutti i nostri palazzetti a sue spese. In que-sto modo, negli anni prossimi, ci tro-veremo ad avere un assist importante in più per le società della LegaDue e del territorio, nei cui palazzetti si po-tranno fare dirette di qualsiasi tipo”. Un obiettivo che è ormai a portata di mano. “I tempi tecnici sono almeno quaranta giorni dalla firma del con-tratto. Speriamo di avere la maggior

Legadue

10

parte dei palazzetti cablati entro no-vembre”.

novità Q roundQuando ormai è andato in scena il “Q Round”, significativa innovazione della stagione 2010-11. “Ovviamente non si può piacere a tutti – commen-ta il presidente Bonamico – ma nel complesso la formula è piaciuta alle società che l’hanno votata all’unanimità. Diciamo che è stato un modo per rodare le squadre pri-ma del campionato mettendo in pa-lio qualcosa di importante come le Final Four di Coppa di Lega”. Dietro alla decisione, una ratio ben precisa. “Abbiamo pensato di staccare le competizioni, rendendole auto-nome l’una dall’altra. Se l’anno scorso le prime quattro squadre al termine del girone d’andata andava-no a giocarsi le Final Four, quest’an-no, come già succede in altri tornei, abbiamo pensato di fare correre cam-pionato e Coppa su due binari diver-si”. Un esperimento riuscito. “E’ ser-vito per rodare gli arbitri in vista del campionato. Sono andati infat-ti al Q Round tutti gli arbitri di Lega-Due, anche più di quelli di cui neces-sitavamo. Per loro è stata l’occasione

di fare gruppo e di mettere in pratica le nuove regole. Complessivamente il Q Round è stato quindi di aiuto sia per gli arbitri, sia per il gioco”.

Questione italianiChe non può prescindere dalla pre-senza di giocatori italiani in campo. “Giocano se lo meritano sul cam-po – afferma il presidente Bonamico - . Frassineti, ad esempio, è arriva-to in LegaDue dalla A Dilettanti e gioca minuti di qualità a Reggio Emilia. Piuttosto quello che mi pre-occupa molto è il fenomeno per cui i giocatori di scuola americana riescono con facilità ad avere passaporti che permettono a loro di giocare come comunita-ri. Questo è un modo di scavalcare le regole, seppure consentito, che non mi piace. Bisognerà porvi rime-dio”. Suggerimenti? “Ora si parla di giocatori comunitari ed extracomu-nitari. L’unica differenza che si può introdurre, per evitare che si sperperino le risorse delle società, è quella tra italiani e non italiani. Credo che siamo maturi per un pas-so di questo genere”. Volto a tutela-re il patrimonio tecnico nazionale. “A metà ottobre – afferma Bonami-

co - abbiamo istituito un’apposita commissione per produrre un docu-mento su come ripartire tra le società i premi per l’utilizzo dei giocatori italiani con una novità: da quest’anno non premieremo solo chi farà giocare gli italiani, ma pre-mieremo in modo consistente anche chi farà giocare gli Under 24. Essendo stato inserito l’obbligo degli Under 24, abbiamo pensato di andare oltre, perchè, per me, gli obblighi funzionano poco, meglio un incentivo importante”. Perchè investire sui giovani significa assi-curare un futuro alla pallacanestro italiana. “Sempre per i giovani – continua infatti Bonamico – stiamo lavorando per fare un clinic in-ternazionale dedicato esclusiva-mente agli allenatori dei settori giovanili che si svolgerà tra l’in-verno e la primavera”.

Legadue

A sinistra, Marco Bonamico con Angela Tuccia, madrina della presentazione del Campionato di LegaDue. Sotto, foto di gruppo.

11

?Un fenomeno molto diffuso ne-gli anni del vincolo sportivo è stato quello del cosid-

detto “acquisto del cartel-lino” da parte del gioca-tore stesso. Si trattava di procedura non prevista dai regolamenti federa-li e tuttavia largamente diffusa: i giocatori (o più spesso i suoi genitori) han-no spesso pagato cifre anche molto rilevanti alle società che detenevano il loro cosiddetto “cartellino”, per acquisire il diritto, al termine di ogni stagione, di scegliere liberamente dove giocare nelle stagioni suc-cessive. Si trattava in pratica di una compravendita di cartellini non tra due società (come previsto e consentito),

ma tra una società ed il giocatore. Le scritture private con le quali veniva-no conclusi accordi del genere, non

avendo riconoscimento federale, e non potendo quindi essere ga-rantite mediante l’intervento degli organi di giustizia della FIP, si concludevano inevita-bilmente con la previsione del pagamento di una penale a

carico del club che aves-se omesso di concedere all’atleta al termine del-

la stagione un nulla osta di tesse-ramento in bianco, nel quale poi il giocatore avrebbe inserito il nome della nuova società con la quale in-

tendesse giocare nella nuova stagio-ne. Il rischio poi che un Tribunale

Ordinario condannasse la socie-tà che eventualmente omettes-se di concedere tale nulla osta al pagamento della penale, rappresentava la migliore garanzia della spontanea esecuzione dell’accordo. Evi-dentemente, con l’attuale re-

gime di svincolo, scritture pri-vate del genere sono diventate

prive di senso, e sono sostituite da altro tipo di accordi in base ai

quali oggetto della cessione (in favore di altro club o direttamente del giocatore)

è il parametro che spetta alla o alle società che hanno curato il reclutamento o l’addestramento dell’at-

leta. Stante la assoluta novità della disciplina, non è ancora chiaro quale potrà essere l’orientamento della Commissione Vertenze Arbitrali in merito sulla validità di tali accordi, e per la verità non è ancora nemmeno chiaro l’orientamento politico sulla legittimità di ipotesi del genere. Quello che è certo, è che i giocatori che hanno sostenuto in passato esborsi economici per garantirsi uno svincolo anticipato, e che in virtù di ciò traevano un vantaggio economico sup-pletivo da ogni nuovo tesseramento, si trovano ora a subire il cambio delle regole, che li priva di fatto del vantaggio che avevano acquisito: il club che li tessera dovrà infatti pagare obbligatoriamente il parametro alla FIP, che poi re-trocederà parte della somma a club che in realtà da anni avevano perso ogni diritto sull’atleta, e che non ha oltretut-to alcun merito nella formazione del giocatore. Si tratta di casi limite destinati ad esaurirsi negli anni, ma che intanto dovrebbero aprire spunti di riflessione alla politica, in previ-sione di aggiustamenti della nuova disciplina.

GIBA RISPONDENuovo appuntamento con la rubrica dedicata alle domande più frequenti dei giocatori. In questo numero affrontiamo la tassazione della liquidazione del Fondo di Fine Rapporto per i professionisti, la regolamentazione delle straniere nel basket femminile e dello svincolo dei giocatori

infoGiBa

cOSA è cAmBIAtOcON LA INtRODUzIONE

DELLA DIScIPLINA DELLO SVINcOLO PER I GIOcAtORI

chE NEL cORSO DELLA cARRIERA hANNO PAGAtO PER

AcqUISIRE IL DIRIttO DI ScEGLIERE LIBERAmENtE

LA SqUADRA DOVE GIOcARE?

12

?

?Anche le somme accantonate

durante la carriera del gio-catore nel Fondo di Fine

Rapporto subiscono una tassa-zione al momento della liquida-zione. Come è noto, l’atleta ha diritto alla liquidazione sin da

quando abbandona il settore professionistico (o smette di giocare, o va a giocare

all’estero, o va a gio-care in un campionato

dilettantistico). In base alla vi-gente legislazione fiscale, le somme pa-gate a titolo di trattamento di fine rapporto (TFR) subiscono una tassazione separata, e quindi non vanno inserite nella dichiarazio-

ne dei redditi dell’atleta. Il Fondo applica una ritenuta fiscale a titolo di acconto, calcolando l’aliquota anche sulla base del valore della liquidazione. L’agenzia delle Entrate poi, se dal reddito dell’ultimo

quinquennio emerge che l’aliquota applicabile

fosse più alta, può chiedere al soggetto che ha percepito la liqui-

dazione di pagare una integrazione. Per i superiori motivi, specialmente per

i giocatori che acquisiscono il diritto alla li-quidazione per aver smesso di giocare, per i quali si

presume un abbattimento del reddito negli anni immedia-tamente successivi, può essere conveniente attendere 3/4 anni prima di chiedere la liquidazione, avendo sempre cura però di non far decorrere il termine della prescrizione di 5 anni dalla maturazione del diritto. La prescrizione del diritto alla liquidazione comporta infatti la automatica ac-quisizione della somma che spettava al giocatore al patri-monio del Fondo.

SERIE A1: i club hanno l’obbligo di portare a referto minimo 6

giocatrici di formazione italiana, quindi atlete

con passaporto italiano che hanno partecipato ad al-

meno 4 campionati giovanili FIP. Dalla stagione 2011/12 in que-

sta quota riservata potranno entrare solo atlete che siano

anche eleggibili per la Na-zionale.

Vige il divieto di schierare più di 2 giocatrici extra

europee.Una squadra può

quindi essere formata da 6 Italiane (di passaporto e di formazio-ne), 2 Americane e 2 Europee.Sussiste inoltre l’obbligo di schierare in campo contemporaneamente almeno 2

giocatrici di formazione italiana. Qualora venga segnalata la contemporanea pre-

senza sul campo di gioco di 4 giocatrici straniere, gli arbitri devono sanziona-re un fallo tecnico all’allenatore e la società sarà sanzionata con un’am-menda pari a 10.000,00 euro. Per le eventuali successive infrazioni

commesse nella stessa gara, gli arbitri sanzioneranno sempre un fallo tecnico

all’allenatore e la società sarà sanzionata con un’ammenda pari a 20.000,00 euro.

SERIE A2: i club possono schierare una sola atleta appartenente all’Unione Europea o una giocatrice con i requisiti di cui all’art. 38 R.E. (Atlete cittadine italiane nate all’estero, atlete straniere che abbiano acquisito la cittadinanza italiana successivamente e atlete cittadine italiane provenienti da Federazione straniera), ma in deroga all’art. 10 R.E. comma 4 (e cioè anche se non hanno disputato campionati giovanili FIP).

infoGiBa

qUALI SONO LE REGOLE DEL

BASkEt fEmmINILE IN tEmA DI

StRANIERE?

LA LIqUIDAzIONE DEL fONDO DI fINE

RAPPORtO IN fAVORE DEI GIOcAtORI chE hANNO

GIOcAtO NEI cAmPIONAtI PROfESSIONIStIcI

è SOGGEttA A tASSAzIONE?

13

GIOVANI E SPEttAcOLO

di Damiano Montanari

Il presidente della Lega Nazionale Pallacanestro, Roberto Drocchi, fa il punto sui campionati dei Dilettanti. E noi andiamo alla scoperta degli attesi protagonisti

D i l e t t a n t i , I like them. Certo il fa-scino dei campionat i p r o f e s s i o -nistici non è in discus-sione, ma è a l t r e t t a n t o chiaro che oggi i tornei organizzat i dalla Lega N a z i o n a l e Pallacanestro

riscuotono un notevole successo. A confermarlo è direttamente il presi-dente della LNP, Roberto Droc-chi, che in un’intervista a 360° sulla stagione da poco iniziata, ha fatto il punto della situazione.

Piccolo, grande esercito“Cosa mi aspetto dai campionati di-lettantistici? Sicuramente – com-menta il presidente Drocchi - un consolidamento dell’interesse ampio, in senso anche territoriale, che i nostri campionati suscitano. Gli appassionati che coinvolgiamo sono probabilmente gli stessi, in ter-mini numerici della serie A, e, anche se il massimo campionato nazionale ha il suo spettacolo, coinvol-ge meno città, pur attirando appassionati neutrali. Noi abbiamo 220 squadre, ognuna delle quali porta il suo mattoncino alla causa della pallacanestro in Italia. E poi da noi giocano solo gli italiani, perchè farli giocare è al centro degli interessi dell’Italia, come ha ri-badito anche il presidente federale Dino Meneghin”. Dando spazio ai giovani. “Su questo sfonda una por-ta aperta – ribatte Drocchi – perchè

nei campionati di A Dilettanti e B Dilettanti i giovani giocano tantissimo”.

formazione e condizioni economiche

C’è tuttavia chi ritiene che i campio-nati dilettantistici dovrebbero avere una connotazione ancora più giova-nile, diventando una sorta di palestra di formazione per i talenti nostrani in erba. “La posizione delle Leghe professionistiche ci è nota – afferma il presidente Drocchi -. Loro preferi-scono risolvere i problemi pensando che gli altri debbano fare quello che tocca non a loro, ma a tutta la pallacanestro nel suo in-sieme. Non è scaricando il problema, che questo si risolve. I giovani non sono formati dalla Serie A. Senza voler fare alcuna po-lemica noi preferiamo dire che i giovani devo-no essere formati per il bene di tutto il movimento. Per quanto ci riguarda siamo ben contenti di farli giocare, purchè si ri-spettino due condizioni. La prima è che tutti lavorino alla forma-zione dei giovanissimi, che non deve essere a carico solo delle nostre

società. La seconda è che si pensi ad un accor-do, che cercheremo con le Leghe professioni-stiche sedendoci ad un tavolo, affinchè i bravi giovani che non tro-vano spazio in serie A possano venire a fare esperienza nei

Dilettanti, ma a condizioni eco-nomiche pari a zero. I fenomeni come Gallinari, Melli e Belinelli sono pochi. Piuttosto ci sono tanti buoni giocatori giovani. D’altro canto die-

tro le nostre 220 società ci sono mol-ti dirigenti che fanno sacrifici, molti sponsor, istituzioni territoriali e tifosi che si impegnano per portare avanti l’attività. Dobbiamo avere costi acces-sibili per poter lavo-rare con i giocatori da formare. Un giova-ne, nel terzo cam-pionato italiano, costa in media tra i 40 e i 70.000 euro. Servono sistemi di incentivazio-ne ed accordi tra le Leghe”. Volti a migliorare la situazione vigente. “Con questi presupposti – prosegue infatti Drocchi - noi ci apriamo anche oltre

la riforma FIP che è mol-to parziale, stabilendo solo che nel terzo campionato giocheranno 6 Under, e non strutturale, perchè non dice a che condizioni ed in che modo i giovani giocheran-no. In questo modo si crea un mercato dei giovani bra-vi parallelo a quello dei se-

nior e questo non va bene”.

solidità e qualitàAd una Lega Nazionale Pallacane-stro che sta affrontando la crisi con il giusto piglio. “Lo stato economico delle nostre società – conferma infatti Drocchi - è ac-cettabile. La maggior parte dei club è soli-do e, da un paio di anni, molte più so-cietà fanno il passo che la gamba ed il portafoglio con-sente loro. Registro quindi una crescita di maturità dei nostri dirgenti e delle nostre società”. Che quest’anno daranno vita a campionati spettacolari. “Il li-vello, vista la qualità dei roster del-

basket dilettanti

14

la A Dilettanti, è buono ed in crescita rispetto allo scorso anno, quando ave-vamo comunque, in termi-ni di prestigio, realtà molto stuzzicanti come Fortitudo, Verona e Forlì. Tecnica-mente la media si è alzata e la formula che porta a tante re-trocessioni aiuterà forzatamen-te l’aspetto agonistico. Se l’anno scorso c’era una sola retrocessione e dopo poche giornate si sapeva già chi sarebbe retrocesso, quest’an-no ci sarà una lotta maggiore. Ogni campionato sarà, a suo modo, estre-mamente interessante e rivolto alla promozione dei giovani. In B

Dilettanti, ad esempio, si daranno battaglia. Lì la situazione economi-ca è più risicata e poche società hanno roster im-portanti, ma questo è un segnale che può essere visto positivamente, dal

momento che, ridimensionandosi, i club dovranno dare più spazio ai gio-vani. In C Dilettanti, a sua volta, il numero ridotto delle retrocessioni favorirà l’impiego dei giovani. Le so-cietà avranno meno ansie e potranno lavorare bene anche in prospettiva, dando vita a quello che ritengo essere il torneo in cui ci sarà una maggiore formazione dei giovani”.

a dilettanti, gli attesi protagonisti

Presenti in modo significativo anche in A Dilettanti, dove troviamo ele-menti già interessanti, ma soprat-tutto estremamente promettenti in chiave futura. Di seguito pubblichia-mo una lista degli attesi protagonisti del campionato in corso. Diventeran-no veri campioni? Al campo l’ardua sentenza.

basket dilettanti

nome e cognome anno ruolo sQuadra diaPPartenenza

note

MArco AMMAnnAto 1988 ALA CEntRo omEgnA

AndreA Ancelotti 1988 ALA CEntRo PAttI Uscito dal vivaio di Reggio Emilia, Ancelotti può contare su un fisico asciutto e su un’altezza assolutamente interessante (2,12 m).

JeAn cArlos cAnelo 1989 PLAy mAkER gIRA ozzAno molto veloce e scaltro, proviene dal settore giovanile della Virtus, in cui ha esordito tre anni fa, collezionando anche qualche minuto in Eurolega. nell’ultima stagione ha giocato a trapani.

MArio chiusolo 1991 PLAy mAkER RIVA DEL gARDA Viene dal settore giovanile della Virtus Bologna, fresco campione nazionale Under 19.

nicholAs crow 1989 ALA BRESCIA Figlio d’arte, si è formato nel settore giovanile di Rimini.

AndreA de nicolAo 1991 PLAy gUARDIA

CAStELLEtto Proveniene dalla Benetton treviso. Aiutato nella sua crescita dal padre alle-natore, è alla sua prima esperienza in A Dilettanti.

AuGustin FABi 1991 gUARDIA ALA PAttI Formatosi nel settore giovanile della Benetton treviso Fabi è una guardia ala di 2 metri. Fisico e talento da tenere in osservazione.

siMone FerrArese 1988 PLAygUARDIA

tREnto Formatosi nel vivaio dell’olimpia milano, nell’ultima stagione ha giocato a Verona

lucA Fontecchio 1991 ALA gIRA ozzAno Abruzzese di nascita e figlio dell’ex cestista malì Pomilio, Fontecchio è un’ala fisicamente forte ed un giocatore intelligente. Fresco campione nazionale Under 19 con la Virtus Bologna.

sAlvAtore Genovese 1987 ALA moLFEttA. Formatosi nel settore giovanile prima di messina e poi di Varese, l’anno scor-so ha giocato nella Fortitudo Bologna.

norMAn hAssAn 1990 gUARDIA ALA RIVA DEL gARDA giocatore fisicamente promettente per il ruolo che ricopre – è alto quasi due metri - proviene dai Crabs Rimini.

dAniele MAGro 1987 CEntRo tRIEStE Alto 2,08 m. giovane da seguire.

AndreA MArusic 1989 ALA CAStELLEtto

toMMAso rAspino 1989 gUARDIA tRIEStE

riccArdo pederzini 1989 ALA RECAnAtI Scuola Virtus Bologna, l’anno scorso ha esordito in B Dilettanti con Budrio. Alto quasi due metri, è un giovane assolutamente interessante.

dAvide rosiGnoli 1988 ALA gRAnDE BISCEgLIE Cresciuto nelle giovanili della Robur et Fides Varese.

dusAn stiepovic 1988 PLAy gUAR-DIA

BISCEgLIE Alto 1,90 m ha già giocato in A Dilettanti. torna a Bisceglie dopo l’esperienza dell’anno scorso ad ostuni.

Filippo tAGliABue 1988 PIVot PAVIA Formatosi nelle giovanili dell’olimpia milano.

clAudio toMMAsini 1991 PLAy mAkER oStUnI Cresciuto nelle giovanili della Virtus Bologna, l’anno scorso ha fatto la A Di-lettanti con Forlì.

AndreA zerini 1988 ALA RUVo DI PUgLIA

A sinistra, sotto il titolo, il Presidente LNP Roberto Drocchi. Nelle foto piccole, dall‘alto in basso: De Nicolao, Ammannato, Tommasini, Hassan. In alto, Genovese

15

ItALIA, SARà DURA

di Marco Morello

Coach Ticchi cercherà di qualificarsi a Polonia 2011 entrando dalla porta di servizio contro avversarie temibili. E intanto College Italia cresce

Giampiero Ticchi e un obiettivo co-niugato al futuro: “La mia squa-dra lavorerà sodo per diventare una delle più grandi d’Europa”. Giampiero Ticchi e una punta, le-cita, di sollievo: “Il peggio è pas-sato. Il movimento ha vissuto un momento di grande flessione negli ultimi anni, ma si sta lentamente riprendendo”. Parla a ruota libera il coach della Nazionale femmi-nile di basket, mentre sfoglia un album che, qua e là, riaccende lampi di gioia: il sesto posto agli ultimi campionati continentali, il gra-dino più alto del podio ai Giochi del Mediterraneo. E poi, però, ecco saltar fuori il rammarico, il pre-sente, l’ultima estate, quella della corsa verso l’Europeo di Polonia 2011.

La buona volontà non è bastata e, complici alcune assenze di peso, l’Italia ha fallito un paio di snodi cruciali, soprattutto con la Croazia. Insomma, niente ingresso dalla porta principale, al massimo da quella di servizio. Ma sarà dura, durissima: c’è un posto solo per 10 contendenti perché la FIBA ha cambiato le regole in corsa. Do-vevano giocarsela in sei, ora sono quasi il doppio. E le altre aspiranti del nostro girone si chiamano Ser-bia, Germania, Belgio e Roma-nia. La prima classificata se la vedrà con la vincente dell’altro raggrup-pamento, composto da Bulgaria, Finlandia, Olanda, Ucraina e Ungheria. Una sola farà l’Europeo. “Sarà dura, veramente dura”, ribadisce Ticchi, che non si nascon-

de dietro il classico minuscolo dito. Non ci vorrà un miracolo, questo è troppo, ma le azzurre dovranno pre-sentarsi all’appuntamento di giugno al massimo della forma e, si spera, con tutte le stelle a pieno servizio. Nell’attesa? “Faremo qualche radu-no e alcune amichevoli, ci stiamo or-ganizzando. Durante le qualificazio-ni, comunque, abbiamo dimostrato di possedere il carattere giusto, la cattiveria e la concentrazione neces-sarie per affrontare qualsiasi ostaco-lo”.

cigolii nel sistema Il punto è che la causa non va ricer-cata nell’effetto, ma all’origine. La situazione dell’italbasket rosa è figlia di alcune consuetudini, chiamiamo-

basket femminile

16

le così, che la pregiudicano a monte, o almeno non permettono alle atlete di esprimersi al massimo delle loro possibilità, di coltivare il loro talen-to. “Non sempre le azzurre han-no spazio in campionato. E que-sto perché nei quintetti di base c’è posto per tre straniere, senza contare quelle con il passapor-to italiano. Una brava atleta se le troverà sempre di fronte, dovrà sgo-mitare il doppio, anzi il triplo, per ri-tagliarsi un posto al sole. E magari se una ci riesce altre restano fuori, non per demeriti ma perché le occasioni latitano”. Ticchi non è polemico, la sua è una fotografia più che un’accu-sa: “Alle squadre manca il coraggio di scommettere sulle italiane perché la fame di risultati è troppo grande. E non posso nemmeno biasimare i

miei colleghi allenatori, che se non vincono vengono mandati via. Per-ciò vanno a colpo sicuro, scelgono le straniere o le nostre campionesse esperte, finendo per sacrificare chi è più giovane e non ha modo di far-si le ossa”. Di più: secondo il coach le nostre giocatrici non hanno modo di confrontarsi durante la regular season con le loro av-versarie europee e arrivano alle competizioni internazionali

con un ritardo, chiamiamolo così, di consapevolezza.

crescere insiemeUn modo per uscirne c’è e Ticchi lo conosce: “L’unica strada percorri-bile è che le società, la Federazio-ne e le Leghe lavorino avendo come obiettivo quello di crescere insie-me, ragionando in prospettiva e non badando al loro orticello, alla vittoria di oggi”. Insomma, investire sul futuro, per evitare il riproporsi di situazioni come quelle attuali. Nel-la truppa azzurra, a voler spulciare tra le date di nascita delle habitué, ci sono dei salti generazionali ab-bastanza evidenti: alla truppa delle esperte Franchini, Masciadri, Macchi e Ballardini, fa da contral-

tare uno scar-so ricambio sia di ventenni, sia di giocatri-ci che esper-te non sono ma che presto lo divente-ranno. Atlete come Pastore (classe 86), per intenderci, che nel giro di poche stagioni saranno la co-lonna portante del quintetto azzurro. Ma Ticchi non de-morde e non cerca alibi comodi: “La mia filosofia è sperimen-tare, dare occasioni a tutte, proprio per colmare

quel divario che si verifica a livello di club. Ritengo sia fondamentale sfruttare le qualità delle gioca-trici che abbiamo, avere il corag-gio di far partire titolare anche chi in campionato gioca dieci minuti a partita. Un processo del genere, alla lunga, non può che avere riverberi positivi”. E in questo percorso real-tà come la GIBA possono dare una mano, un contributo: “Le gioca-trici – afferma il coach – devono

essere messe in condizione di lavorare per ottenere le massi-me prestazioni. Tutelarsi contro gli infortuni e a difesa dei propri diritti è una garanzia di tranquillità per loro come lo è per le società, che altrimenti, in alcuni casi, potrebbero premere sull’acceleratore dei tempi di recupero”. Insomma, ogni tassello è sostanzioso per trasformare l’ot-timismo coniugato al futuro in una previsione azzeccata.

college italiaUn diamante è senza valore se resta allo stato grezzo e il talento, per esplo-dere, va coltivato. Con queste premes-se è nato College Italia, l’intuizione della Federazione per preparare le giovani alle sfide del basket che conta. Ci sono sedici posti in tut-to, riservati alle giocatrici più promettenti selezionate su base regionale. Racconta Sandra Pa-lombarini, il consigliere respon-sabile del progetto: “C’è molta pas-sione in quello che facciamo. Contro le previsioni stiamo riuscendo a portare avanti l’attività, smentendo chi diceva che era impossibile per via dei costi. Guardiamo alla qualità, vogliamo fare in modo che dal nostro vivaio escano delle giovani e delle per-sone migliori, in grado di espri-mersi ad alto livello”. Il funziona-mento del College è molto semplice: le prescelte si ritrovano a settembre a Roma, dove restano fino a giu-gno. La mattina vanno a scuola e il pomeriggio si allenano. Non è la classica preparazione fisica e tec-nica, perché nel loro percorso sono affiancate da ortopedici e fisiote-rapisti. Passo dopo passo. Disputa-no anche il campionato di A2, ma non per vincerlo, bensì per respirare il clima e le tensioni della partita. “Arri-vate alla maturità – aggiunge Sandra Palombarini – sono cresciute sotto tutti i punti di vista e possono rientra-re nella loro società di appartenenza arricchite sia sotto il profilo tecnico, sia sotto quello umano”. La strada è segnata. Educare all’eccellenza ed alla professionalità è senz’altro la ricetta vincente affinché il basket femminile possa battersi alla pari con le altre av-versarie a livello internazionale.

basket femminile

17

infoGiBa

A propositodi tesseramento

Il tesseramento è l’atto a mez-zo del quale un soggetto entra a far parte della organizzazione federale e ne accetta le regole. Il tesseramento è il presupposto necessario per partecipare alle attività federali. La stipula del tesseramento avviene, per i giocatori dilettanti, median-te la compilazione di un mo-dulo debitamente sottoscrit-to da inviarsi a cura della società al competente Ufficio Federale. Il tesseramento dei giocatori di Serie A e Legadue si perfeziona invece con il deposito del con-tratto professionistico.

Per gli atleti costituisce presup-posto imprescindibile per il tesseramento l’accertamento, da effettuarsi con cadenza an-nuale, della idoneità fisica alla pratica sportiva agonistica.

I termini di tesseramento sono fissati annualmente dalle DOA (Disposizioni Organizzative An-nuali).

Per la stagione 2010/2011 il termine di tesseramento per i giocatori e le giocatrici sca-de il 28 febbraio 2011.Per i giocatori che ancora oggi risultano senza squa-dra, e che sono svincolati (tutti i giocatori da 21 anni in su e le giocatrici da 26 anni in su), c’è quindi tempo fino a fine febbraio per trovare si-stemazione.

Un atleta tesserato che risulta inserito in lista elettronica (vie-ne inserito nella cosiddetta lista elettronica solo l’atleta che viene iscritto a referto), può effettuare solo un altro tesseramento con altra società nell’arco della stessa stagione. Detto limite non sus-siste per i giocatori che, benché tesserati per qualche società, non sono mai andati a referto.Come è noto, dal 1 luglio 2010 la disciplina dello svincolo è entrata a regime. Tutti i giocatori maschi che nell’anno in cui inizia la sta-gione sportiva compiono 21 anni sono automaticamente svincolati, e possono scegliere liberamente dove giocare.Se la richiesta di tesseramento di un giocatore svincolato è pre-sentata dalla stessa società per la quale egli era tesserato a titolo definitivo al momento dello svin-colo, il club deve pagare alla FIP solamente i costi fissi ed esigui dell’operazione di tesseramento.

Se la richiesta di tesseramento viene presentata da club diverso, questo deve versare alla FIP il co-siddetto parametro, il cui importo varia al variare del campionato cui il club tesserante prende parte.

Serie A ..................... 11.500,00Legadue .....................9.750,00Serie A dil. ................ 9.200,00Serie B dilettanti ......7.450,00 Serie C dilettanti ......4.000,00 Serie C reg. ................1.400,00 Serie D ......................... 350,00

L’atleta svincolato non può sotto-scrivere un nuovo tesseramento in comproprietà, con diritto di ri-scatto o con diritto di opzione. Per l’atleta svincolato non è ammesso il doppio tesseramento (formula di cui possono beneficiare i gioca-tori di categoria giovanile o under 21, che consente di giocare i cam-pionati giovanili con una società ed il campionato senior con altra società).Se nel corso dell’annata sportiva l’atleta svincolato si trasferisce, la società che lo tessera deve versare alla FIP solo la eventuale diffe-renza tra il parametro già versato dalla società di provenienza e il parametro dovuto in relazione al campionato cui il club tesserante prende parte.

L’atleta svincolato può tesse-rasi per uno, due o tre anni.In caso di tesseramento plurien-nale, è opportuno che l’even-tuale accordo economico tra atleta e club abbia la stessa durata del tesseramento. Po-trebbe altrimenti accadere che in occasione della negoziazione dell’accordo economico per il secondo o terzo anno la società possa approfittare del divieto del giocatore già tesserato di giocare in un altro club, se non previo ri-lascio di nulla osta.

18

Oggi campioni, e domani? Il passag-gio dal campo da gioco alla vita reale può essere più difficile del previsto per chi, come un cestista, ha passato tutta la sua esistenza su un parquet.C’è chi pensa al futuro quando è an-cora in attività, chi preferisce affron-tare il problema nel momento in cui si presenterà, chi ce la fa, chi fatica, chi si perde. Quello del post carriera è un problema da non sottovalutare.

formazione docBen vengono allora iniziative come quelle di LGS SportLab, società nata il 20 gennaio 2010, fondata e diretta da Lorenza Guerra Se-ràgnoli, che così racconta l’avvento e la crescita della sua creatura: “L’idea di creare questa società è nata sei anni fa da un’esperienza di vita vissuta. Avevo lavorato nel mondo dello sport, in particolare nel basket, ed ero venuta in contatto con casi in cui gli atleti, finita la carriera, erano andati in crisi per diverse ragioni. In-tuii che quella del post carriera poteva essere una branca estremamente in-teressante in cui investire e lavorare. Feci un master della FIFA in ma-nagement, diritto e storia dello sport, poi un’esperienza all’este-ro, lavorando come project work. Volevo vedere come era affrontato il problema del post carriera in Italia ed in Europa e muovermi di conseguen-za”. Dando vita ad una realtà ine-dita. “Fino a tre anni fa – racconta infatti Lorenza Guerra Seràgnoli - in Italia non esistevano società di questo genere.Durante il mio percorso formativo, composto anche di un master a Mi-lano in psicologia dello sport, maturai la convinzione che sarebbe

stato importante creare una struttura che avesse l’obiettivo di preparare l’alteta al post carriera, dandogli gli strumenti giusti che potessero essergli utili nell’immediato. L’anno scorso, sondando il mercato, consta-tai che stavano nascendo altre realtà simili e capii che era arrivato il mo-mento di lanciarsi”.

lavoro personalizzatoDa allora LGS SportLab ha getta-to le basi per un’attività innovativa ed estremamente utile. “La nostra mission – conferma la responsabile della società – è quella di creare con-sapevolezza nell’atleta, stimolando-lo nel pensare a quello che succederà una volta che smetterà di giocare. E’ un percorso che cominciamo anche quando il nostro assistito è ancora impegnato nell’attività agonistica, supportandolo sia dal punto di vista psicologico, sia da quello formativo. Offriamo infatti una varietà di ser-vizi, dal coaching con psicologo e nutrizionista alla consulenza finanziaria, legale ed in materia di assicurazione. Lo scopo è sti-molare i pensieri e gli interessi dell’atleta, con cui prima facciamo un colloquio orientativo, proponen-dogli poi attività che possano svilup-pare le sue potenzialità”. Un lavoro

personaliz-zato che LGS SportLab porta avanti anche in altre discipli-ne oltre al ba-sket, come la pallavolo, il nuoto, i tuffi, gli sport in-vernali ed il calcio. L’im-portante è ca-pire al meglio le esigenze de-gli atleti e muoversi di conseguenza. “Abbiamo fatto alcuni mesi – conti-nua Lorenza Guerra Seragnoli – di promozione, facendo testare gratu-itamente i nostri servizi ad atleti che ci hanno poi detto come migliorarli. Nel basket, soprattutto gli uomini, hanno evidenziato qualche durezza nell’investire tempo in questo servi-zio, ma credo che a loro potrebbe ser-vire molto. Ci sono corsi in aula e contatti con le aziende, la possibi-lità di conoscere e prepararsi all’inse-rimento in un mondo diverso da quel-lo che hanno sempre conosciuto”.

Per tutte le informazioni si può consultare il sito www.lgssportlab.com

LGS, UNO SGUARDO AL fUtUROLa società ideata e fondata da Lorenza Guerra Seràgnoli lavora per assicurare un domani positivo agli sportivi che hanno smesso di giocare

post carriera

Sopra, Carolina Costagrande della Scavolini testimonial di LGS.Sotto Lorenza Guerra Seràgnoli.

19

Risultati Finali dello Studio sulle condizioni di lavoro dei Giocatori Professionisti di Basket nella UE

a chi abbiamo mandato i Questionari e Quali sono state le risPoste

• I risultati e le ripartizioni generali sono stati suddivisi per sesso, età, nazionalità, e la partecipazione della Nazionale

• Tasso di risposta: 576 risposte al sondaggio su 3.000 questionari distribuiti per un tasso di risposta del 19,2%. I 3.000 questionari sono stati distribuiti tra uomini

e donne delle squadre nazionali e di due squadre per campionato di ciascuna nazione

• 30 Paesi di destinazione (180 squadre). Giocatori provenienti da 106 diverse squadre di club hanno risposto

• Analisi degli intervistati

• Numero di risposte per Paese

infoGiBa

Esiste un pensiero comune che vuo-le la vita lavorativa di un atleta pro-fessionista fatta di fama, grossi gua-dagni, poca fatica ed un ambiente di lavoro divertente e senza problemati-che. Insomma, uno status di privile-giato e null’altro. I risultati di questa inchiesta di-mosteranno spesso il contrario.In seguito al trattato di Lisbona e alla pubblicazione del Libro Bianco, la Comunità Europea investirà in varie iniziative per avere un’idea dello sta-to reale delle condizioni dei lavoratori dello sport.Ube, l’Unione di Associazioni Giocatori di Pallacanestro di

tutta Europa esistente dal 1991, è stata incaricata e finanziata dai Fondi Comunitari per svol-gere un sondaggio sulle condi-zioni di lavoro dei professionisti della Pallacanestro.Attualmente i membri Ube sono Ita-lia, Grecia, Spagna, Francia, Belgio, Germania, Cipro, Olanda, Portogallo e Israele, a cui si stanno affiancando Finlandia e Turchia, oltre ad altri Pae-si che devono ancora costituire le pro-prie associazioni di giocatori ma che sono già presenti nei lavori della Ube. Aderiscono in qualità di sostenitori a questo importante progetto Ube/Ue, GIBA (ITALIA), SP.IN (Germania),

ABP (Spagna), SNB (Francia), PSAK (Grecia), BBA (BELGIO) . Organizza-zione e realizzazione vengono affidate ai Project Manager Walter Palmer e Anne Marie Litt. Il questionario mandato a tutti i gio-catori dei massimi campionati e delle squadre Nazionali Maschili e Femmi-nili di tutti i paesi UE è stato tradotto nelle 27 lingue della UE ed i risulta-ti, consultabili nella pubblicazione “End Result Study of the Working Condition Professional Basketball players in European Union” Grant VS/2008/027, hanno rivelato situa-zioni alquanto inaspettate.

di Anne Marie Litt

20

infoGiBa

• Le indagini sono state inviate ai 27 E.U. Paesi e ai 3 Paesi candidati. Risposte pervenute da 16 Paesi. Come previsto, il livello di partecipazione è stato molto maggiore nei Paesi in cui vi era una associazione di un membro UBE

chi ci ha risPosto

Risposte per età: le risposte ricevute in base all’età dimostrano la durata breve della carriera dei giocatori. Pochissimi giocatori sono in grado di giocare dopo i 35 anni. Nel nostro studio solo 1,6% degli intervistati ha più di 35 anni.

Risposta per genere: Di 444 intervistati, il 78% era di sesso maschile. 123 intervistati (22%) erano di sesso femminile.

Confronto tra la distribuzione delle età per sesso. I risultati di questa indagine mostrano che esiste una quota di giocatori più anziani tra le donne rispetto agli uomini. Quando è stato chiesto di dare l’età a cui dovrebbero smettere di giocare, gli uomini hanno risposto 31,9 anni e le donne 25,7 anni.

alcuni dati Personali degli intervistati

Stato CivileC’è stata una differenza notevole tra uomini e donne. Il 29% degli uomini ha detto di essere sposato, mentre per le donne la percentuale era solo del 7%.

I giocatori con figliC’è una grande differenza tra uomini e donne. Solo il 2% delle donne ha figli contro il 25% degli uomini.

reddito e contratti

Distribuzione del reddito Contrariamente a quanto vorrebbero i luoghi comuni, i risultati del sondaggio dimostrano che la stragrande maggioranza degli intervistati non ha stipendi molto elevati. Infatti solo il 13% dei giocatori di sesso maschile e nessuna di sesso femminile guadagna oltre 150.000 euro. Il 47% degli intervistati guadagna da 0 a 30.000 euro.

i livelli salariali considerati nel Progetto

Retribuzione in Euro - Livello retributivo per paese - I livelli salariali per paese

0-30.000/30.000-60.000/60.000-100.000 100.000-150.000/oltre 150.000

Qui sopra le tranche salariali nei Paesi dai quali abbiamo ricevuto un numero equo di risposte per avere un campione rappresentativo. E’ bene considerare i tassi di risposta di ciascun Paese per poterne valutare

il livello di rappresentatività. Ad esempio, avendo ricevuto 89 risposte dalla Francia e 12 dalla Repubblica Ceca i risultati dalla Francia sono certamente più rappresentativi. Un confronto interessante può essere fatto tra Germania e Francia, due Leghe di livello simile di gioco. In Germania, una percentuale molto più alta di giocatori è sotto i 30.000 euro, mentre in Francia la più alta percentuale di giocatori è tra i 30 e i 60.000 euro.

Di seguito alcuni dati che emergono:I livelli salariali per sesso C’è una chiara differenza di salari tra uomini e donne. Il 60% delle donne guadagna da 0 a 30.000 Euro, mentre solo il 43% degli uomini è sotto i 30.000. Nessuna giocatrice dichiara di aver guadagnato più di 150.000 euro, mentre il 13% degli uomini dichiara di essere oltre quella cifra. Retribuzione distribuzione per età La più grande percentuale di intervistati in ogni fascia di età guadagna meno di 30.000 euro

Distribuzione salari tra giocatori UE e giocatori extra UEil 16% dei giocatori USA in Europa prende più di 150.000 euro, mentre solo l’ 8,5% degli intervistati europei guadagna oltre 150.000 €

I livelli salariali - Squadra Nazionale e Campionato Ci si aspetterebbe che i giocatori della Nazionale, essendo considerati i migliori della propria nazione, vengano pagati meglio. I risultati complessivi di questo studio non sembrano supportare questa ipotesi.

benefit

Molti giocatori ricevono benefit oltre ai loro stipendi. A volte si tratta di appartamenti e automobili. Ci sono differenze significative tra giocatori USA e giocatori UE rispetto ai benefit. Infatti il 96% dei giocatori USA usufruisce di appartamenti, a fronte solo del 59% degli intervistati europei. Il 90% degli intervistati USA riceve un’automobile, mentre solo il 38% degli europei gode di questo benefit.

comPensi Pagati in ritardo

Per i giocatori di basket professionisti è un vero problema riuscire ad essere pagati puntualmente! Il 52% degli intervistati segnala ritardi nei pagamenti. In Grecia si arriva addirittura all’88%, mentre in Francia siamo al 32% e in Germania al 25%. Questi ritardi di pagamento possono causare un elevato livello di stress e frustrazione nella vita dei giocatori.

21

Final Results of a Study on the working condition Professional Basketball players in the EU

to whom have we sent the Questionnaires and what were their rePlies:

· The results and general distributions have been divided by sex, age, nationality, and participation of the national team.

· Response rate: 576 answers to the survey over 3000 questionnaires spread at a response rate of 19.2%. The 3000 questionnaires have been delivered to both men and women of the national teams and of two teams for each nation’s league.

· 30 destination countries (180 teams). Replies have come from players hailing from 106 different club teams.

· Interview analyses

· Number of replies for each country

· The findings have been sent to the 27 EU countries and to the 3 candidate countries. Replies arrived from 16 countries. As foreseen, the participation level has been much greater in those countries where there was an as-sociation of a UBE member country

who gave us a rePly:

Replies according to age: the replies we received on the basis of age witness to the short duration of the pla-yers’ track record. Only very few players are able to play after reaching 35 years. Our study shows only 1.6% of the interviewees as being more than 35 years old.

Reply by gender : Of 444 interviewees, 78% were male. 123 interviewees (22%) were female.

Comparison between age distribution by gender. The results of this survey show that there exists a num-ber of players who are more senior among women than men. When asked to give the age when players should stop playing, men have replied at age 31.9 and women at age 25.7.

some Personal data regarding the interviewees:

Civil Status: There has been a remarkable diffe-rence between men and women. 29% of men said they were married, while for women it was only 7%. Players who have children: There is a big differen-ce between men and women. Only 2% of women have children, compared to 25% of men.

infoGiBa

There exists a common thought which looks at the working life of a professio-nal athlete as consisting of fame, big ear-nings, little exertion and an entertaining working environment with no problems at all. All in all, the status enjoyed by a privileged person, no more and no less. The results of this survey often show the contrary.Following the Lisbon Treaty and the publication of the White Book, the European Community will invest in several initiatives to have an idea of the actual state of the conditions of sports professionals.UBE, the pan Union of Europe-an Basketball Players Associa-

tions, which was formed in 1991, was commissioned and financed by Community Funds to conduct a poll on the working conditions of professional Basketball play-ers.Presently, the members forming UBE are Italy, Greece, Spain, France, Bel-gium, Germany, Cyprus, The Netherlan-ds, Portugal and Israel, which are being joined by Finland and Turkey, besides other States which have yet to set up their own players’ associations but which already attend UBE activities. Also par-ticipating as supporters of this important UBE/EU project are GIBA (Italy), SP.IN (Germany), ABP (Spain), SNB (France),

PSAK (Greece) and BBA (Belgium). Its organisation and realisation have been entrusted to Project Manager Walter Pal-mer and Anne Marie Litt.

The questionnaire sent to all players of the greatest leagues and National Male and Female teams of all EU countries has been translated into the 27 EU langua-ges and the results, which can be seen in the publication “End Result Study of the Working Condition Professional Basket-ball players in European Union” Grant VS/2008/027, have disclosed so-mewhat unexpected situations.

by Anne Marie Litt

22

infoGiBa

income and contracts:

Income distribution Contrary to what is commonly assumed, the survey results show that an overwhelming majority of interviewees do not have very high salaries. Actually only 13% of the male players and no single female player earns more than 150,000 Euro. 47% of the interviewees earns between 0 and 30,000 Euro.

the salary levels considered in the Project:

Remuneration in Euro – Remunerative level by country – Salary levels by country0-30.000/30.000-60.000/60.000-100.000 100.000-150.000/oltre 150.000

The figures shown above relate to the salary lay-ers in countries from which we have received a fair amount of replies to have a representative sample. It would be suitable to consider the response rates for each country to be able to evaluate the level of repre-sentation. For example, having received 89 replies from France and 12 from the Czech Republic the re-sults for France are certainly more representative. An interesting comparison can be made between Ger-many and France, being two Leagues with a similar level of play. In Germany, a much higher percentage of pla-yers earns less than 30,000 Euro, while in France the highest percentage of players earns between 30,000 and 60,000 Euro.

Following are a few data that crop up:Salary levels by gender There is a clear difference in the salaries of men and women. While 60% of women earn from 0 to 30,000 Euro, only 43% of men earns less than 30,000 Euro. No female player declares having gained more than 150,000 Euro, while 13% of men state having earned more than that amount. Distribution of remuneration by age : the greatest percentage of interviewees in each age layer earns less than 30,000 Euro Salary distribution among EU players and non-EU players: While 16% of USA players in Europe

earns more than 150,000 Euro, only 8.5% of European interviewees earns more than €150,000

Salary levels –National Team and League It would be expected that the players of the National Team, who are considered to be the cream of the na-tion, are the best paid. The overall results of this study do not seem to support this hypothesis.

benefits

Several players receive benefits over and above their wages. At times these involve flats and cars. There are significant differences between USA players and EU players concerning benefits. Actually, while 96% of USA players make use of a flat, only 59% of European inter-viewees do so. 90% of USA interviewees are given a car, while only 38% of Europeans enjoy this benefit.

delay Payment of due amounts

It is a real problem for basketball professional play-ers to receive timely payment! 52% of interviewees say they are paid rather late. This is the case with 88% of Greek interviewees, while in France the figure stands at 32% and in Germany 25%. Such delay payments could cause a high level of stress and frustration in the players’ lives.

Organo Uff icialeGIBA - Giocatori Italiani Basket AssociatiVIA MEZZOFANTI N. 79 40137 BOLOGNA Tel. 051/623.10.86 Fax. 051/[email protected]

Registrazione del Tribunale di Bologna n. 5323 in data 2/1/1986Distribuzione gratuita

Numero 9ottobre/novembre 2010

Direttore ResponsabileMaurizio Ragazzi

Direttore EditorialeDamiano Montanari

CollaboratoriAnne Marie Litt, Marco MorelloSi ringrazia Oscar Eleni

Progetto grafico e impaginazione Zonamista.it · Modena

Fotografie Ciamillo&Castoria

Stampa Grafiche Picmar s.r.l.via Bellini 640050 Villanova di Castenaso (BO)

Periodico bimestrale di notizie, informazioni e news dell’AssociAzione GiocAtori BAsket e del Fondo di Fine cArrierA

Periodico bimestrale di notizie, informazioni e news dell’Associazione Giocatori Basket e del Fondo di Fine Carriera

23

C

M

Y

CM

MY

CY

CMY

K

210x297_SOLIDARIETA_stampa.pdf 1 19/10/10 16.45