Peretti 14-15 Lez 7 Pat Musc e Tend

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testi e articoli di biomeccanica e medicina dello sport

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Patologia muscolo-tendinea

Giuseppe M. Peretti

• Fibre lente, o fibre rosse (tipo I): elevato contenuto di mioglobina e

mitocondri. Metabolismo ossidativo. Diametro ↓↓

• Fibre veloci, o fibre bianche (tipo IIB): basso contenuto di mioglobina.

Metabolismo: glicolisi anaerobica. Suscettibili alla fatica. Diametro ↑↑

• Fibre veloci (tipo IIA): caratteristiche intermedie. Resistenti alla fatica

Ogni tipo di fibra è presente in ciascun muscolo, in diversa proporzione

Ogni fibra muscolare è innervata da un motoneurone (placca neuromuscolare)

Ogni motoneurone innerva più fibre muscolari

Unità motoria: motoneurone e insieme di fibre muscolari da esso innervate

MUSCOLO SCHELETRICO

SENZALESIONE

ANATOMICA

CON LESIONE

ANATOMICA

LESIONI MUSCOLARI

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• CRAMPO

• MIOFASCITE

• CONTRATTURA

LESIONI MUSCOLARISenza lesione anatomica

• CRAMPO

• MIOFASCITE

• CONTRATTURA

LESIONI MUSCOLARISenza lesione anatomica

Contrazione intensa, brusca, involontaria, parossistica,

dolorosa, transitoria che si accompagna a postura

segmentaria incontrollabile

• Da sforzo

• A riposo

Terapia:

• Stretching

• Massoterapia

CRAMPO MUSCOLARE

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• CRAMPO

• MIOFASCITE

• CONTRATTURA

LESIONI MUSCOLARISenza lesione anatomica

Sintomatologia dolorosa 12-24 ore dopo l’attività

Diversi gruppi muscolari coinvolti

Terapia:

• Idromassaggio

• Massoterapia

MIOFASCITE

• CRAMPO

• MIOFASCITE

• CONTRATTURA

LESIONI MUSCOLARISenza lesione anatomica

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Contrazione involontaria, incosciente, dolorosa, permanente, localizzata

ad un muscolo.

• Da sovrallenamento

• Di difesa

Patogenesi: edema globale, con raccolta di lattato e ammonio

Terapia:

• Analgesici

• Miorilassanti

• Ultrasuoni

• Massoterapia

CONTRATTURA

LESIONI MUSCOLARICon lesione anatomica

CAUSAESTRINSECA(DIRETTE)

• Contusioni

CAUSA INTRINSECA (INDIRETTE)

• Elongazioni• Distrazioni

• Lesione di I grado• Lesione di II grado• Lesione di III grado o rottura

CAUSA INTRINSECA (INDIRETTE)

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Sollecitazione eccessiva in allungamento del muscolo

Clinica: dolore improvviso, vivo ma non localizzato - non vallo

Prognosi: 10 gg

Terapia:

• Riposo

• Crioterapia

• Bendaggio elastico

• Miorilassanti

• Massoterapia

• Stretching

ELONGAZIONE

Frequente in sport che richiedono forza muscolare esplosiva in breve tempo

(sprint, salto, tennis, calcio)

Clinica: dolore improvviso localizzato - vallo palpabile

Classificazione (quantità tessuto muscolare coinvolto ed entità ematoma):

• Lesione di I grado

• Lesione di II grado

• Lesione di III grado o rottura

DISTRAZIONE

Rottura di alcune fibre muscolari (<5%)

Patogenesi: allungamento eccessivo e brusco o per allungamento su un

muscolo in contrazione

Clinica: dolore improvviso e vivo, esacerbato da contrazione isometrica.

Mobilizzazione attiva limitata

Terapia:

• Riposo (8-10 gg)

• Crioterapia

• Bendaggio elastico

• Miorilassanti / massoterapia

• Stretching

Rientro in campo dopo 10-15 gg

LESIONE DI I GRADO

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Rottura di maggior n°di fibre e fascicoli muscolari

Patogenesi: contrazione muscolare violenta e intensa in “accorciamento” (es.

partenza dai blocchi) o in “allungamento” (es. durante un calcio a vuoto)

Clinica: dolore trafittivo intenso con impotenza funzionale e impossibilità a

proseguire l’attività. Se superficiale: tumefazione ed ecchimosi cutanea

Terapia:

• Riposo; crioterapia; bendaggio elastico compressivo immediato

• Scarico per 10 – 15 gg

• Miorilassanti / massoterapia

• Stretching

Rientro in campo dopo 4-10 settimane

LESIONE DI II GRADO

Rottura muscolare totale o subtotale

Patogenesi: simile a les di II grado, ma contrazioni più violente in presenza di

minor resistenza muscolare per esaurimento o per estrema fatica muscolare

Clinica: depressione (vallo), perdita del tono muscolare, impotenza funzionale

Terapia:

• Riposo; crioterapia; bendaggio elastico compressivo immediato

• Immobilizzazione in tutori rigidi o docce gessate (20 gg)

• Eventuale intervento chirurgico di svuotamento dell’ematoma e miorrafia

(la miorrafia comporta in seguito un’immobilizzazione prolungata che

induce fibrosi retraente e possibile successiva limitazione funzionale)

• Riabilitazione

Prognosi: 90 gg

LESIONE DI III GRADO

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Lesione fibre muscolari dipendente da:

• Entità del trauma

• Superficie contundente

• Velocità

• Angolo di incidenza della forza lesiva

• Grado di contrazione muscolare(se minore → maggiore intensità dell’onda

pressoria lesiva al piano muscolare profondo)

Patogenesi: la forza viene trasmessa attraverso i vari strati muscolari come

attraverso compartimenti fluidi. Lo strato più profondo viene compresso sul

piano osseo rigido e danneggiato. Versamento ematico profondo, non visibile

→ lesioni spesso sottostimate

CONTUSIONE

Clinica: dolore locale, tumefazione, ecchimosi e limitazione funzionale

Terapia:

• Riposo; crioterapia; bendaggio elastico compressivo immediato

• In base alla gravità, trattamento simile a lesioni di I, II, III grado

Prevenzione

• Parastinchi

• Tutori imbottiti per spalle e ginocchia

Frequente evoluzione verso fibrosi calcifica

CONTUSIONE

LESIONI MUSCOLARICon lesione anatomica

Complicanze:

• Retrazione fibrosa

• Inglobamento ramo nervoso

• Pseudocisti muscolare

• Metaplasia ossea

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TENDINOPATIE ROTTURE TENDINEE

PATOLOGIA TENDINEA

Condizione clinica caratterizzata da dolore, gonfiore e limitazione funzionaledel tendine e delle strutture anatomiche contigue.

• Perdita della normale architettura del collagene e sostituzione di questo

con materiale mucinoso amorfo• Perdita della normale architettura a fasci longitudinali paralleli, tipica del

tendine sano

• Ipercellularità, ipervascolarità diffusa, aumento della concentrazione deiproteoglicani e del collagene di tipo III, in assenza di cellule infiammatorie

TENDINOPATIE

Gruppo eterogeneo di condizioni cliniche (dolore e alterazioni patologiche)

che si verificano nei pressi del tendine d’Achille derivante, nella maggiorparte dei casi, da un sovraccarico funzionale o da uno squilibrio tra

potenza muscolare ed elasticità del tendine.

Dolore persistente da 4 settimane a 3 mesi localizzato o al corpo del

tendine o nella sua inserzione calcaneare. Interessa dal 6 all’8% degli

atleti professionisti e il 30% delle persone in sovrappeso.

Cause:

• Corsa: troppi Km, o aumento improvviso dell’intensità di allenamento• Errato stile di corsa

• Azione muscolare agonista-antagonista non sincronizzata

• Riscaldamento inadeguato ed insufficiente stretching• Calzature inadeguate

TENDINOPATIA ACHILLEA

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Forme di tendinopatia del tendine d’Achille:

1. Tendinopatia del ventre del tendine

2. Degenerazione del peritenonio

3. Tendinopatia inserzionale

4. Pantendinopatia

5. Rotture tendinee

Clinica:

• Dolore lungo porzione posteriore del tendine

• Dolore esacerbato in allungamento passivo o in carico sulle punte dei piedi

• Tumefazione, nodulo di tessuto cicatriziale

• Articolarità della caviglia limitata

TENDINOPATIA ACHILLEA

Trattamento conservativo:

• Riposo, FANS

• Terapie fisiche (laserterapia, ozonoterapia, onde d’urto, ipertermia)

• Esercizi eccentrici

Chirurgia (se dolore dura più di 6 mesi):

• Open

• Apertura del paratenonio ed tenotomie longitudinali

• Tenorrafia (se rottura)

TENDINOPATIA ACHILLEA

• Mini-invasiva (se lesione <25 mm):

• Tenotomie longitudinali percutanee sotto guida eco

• Tendon stripping percutaneo (un filo di sutura viene fatto scivolare

tra tendine e tessuto profondo nella zona affetta da tendinopatia.

Questo fa sì che vengano eliminati i neovasi formatisi durante il

processo infiammatorio

TENDINOPATIA ACHILLEA

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Gomito del tennista(epicondilite laterale)

Infiammazione delle origini dei muscoli estensori del polso.

La sede più comune di insorgenza è l’origine del muscolo estensore radiale breve del carpo.

EPICONDILITE

EPICONDILITE

Tipica dei tennisti specie oltre i 35 aa

Patologia che tende tipicamente alla recidiva sempre più frequente

Il dolore si localizza nella porzione più

anteriore dell’epicondilo

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In continuo aumento, dovuto anche al mutamento delle attrezzature; infatti vi è una relazione fra la rigidità delle racchette e l’incidenza di epicondilite.

EPICONDILITE

EPICONDILITE

DIAGNOSI

Dolore sulla superficie laterale del

gomito in corrispondenza dell’epicondilo

test specifici

indagini strumentali : RX - ECO

Il dolore tipico di questa patologia è puntiforme

ed è esacerbato dall’estensione contro resistenza del polso, in assenza di altri sintomi

neurologici

EPICONDILITE

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EPICONDILITE

EPICONDILITE

DIAGNOSIINDAGINI STRUMENTALI - RX

microcalcificazioni in patologia cronica

EPICONDILITE

DIAGNOSIINDAGINI STRUMENTALI - ECOGRAFIA

microcalcificazioni, ispessimento tendineo, ipoecogenicità focale

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TERAPIA

Quasi sempre di tipo conservativo

Riposo sportivo (fino a 3 mesi), crioterapia,

FANS, laserterapia, ultrasuoni, tecarterapia, onde d’urto

EPICONDILITE

Trattamento conservativo:

Consiste principalmente nell’eliminazione delleattività dolorose, nell’applicazione di un tutore enell’utilizzo di farmaci anti-infiammatori

EPICONDILITE

Trattamento conservativo:

Qualora le attività dolorose non possano essere eliminate, si può educare il paziente ad evitare i movimenti che sollecitino maggiormente questi

muscoli. Il protocollo di riabilitazione varia in funzione della sintomatologia

EPICONDILITE

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Il protocollo di riabilitazione varia in base allasintomatologia del paziente:

-Sintomatologia grave, ovvero con dolore ariposo, limitazione articolare, differenza nellaforza di presa fra i due arti > del 50%-Sintomatologia moderata, ovvero con doloresolo durante le attività in assenza di deficit almovimento-Sintomatologia lieve, con dolore saltuario edifferenza nella forza di presa < al 10%

EPICONDILITE

Sintomatologia grave (divisa in due fasi):

Fase 1 (riduzione dell’infiammazione):

-Riposo assoluto

-Ghiaccio, terapia farmacologica-Esercizi di mobilizzazione passiva del gomito

Procedere fino all’attenuazione del dolore

EPICONDILITE

Sintomatologia grave (divisa in due fasi):

Fase 2 (riabilitazione):-Limitazione dell’attività-Ghiaccio, terapia farmacologica-Esercizi di rinforzo muscolare isometrico estretching

Procedere fino a che il paziente sviluppi unasintomatologia moderata

EPICONDILITE

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Sintomatologia moderata :

-Limitazione dell’attività-Ghiaccio, terapia farmacologica-Iniziare esercizi di rinforzo muscolare e dirieducazione al movimento attivo

Procedere fino a che il paziente sviluppa unasintomatologia lieve

EPICONDILITE

Sintomatologia lieve :

-Ripresa della normale attività

-Rinforzo muscolare

-Applicazione di tutore-Stretching di mantenimento per prevenire lericadute

-Rieducazione funzionale del paziente

EPICONDILITE

Esercizi di rinforzo muscolare:

Esercizi di flessione del gomito contro resistenza

EPICONDILITE

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Esercizi di rinforzo muscolare:

Esercizi per l’estensione del polso

EPICONDILITE

Esercizi di rinforzo muscolare:

Esercizi per il rafforzamento della presa

EPICONDILITE

Esercizi di rinforzo muscolare:

Esercizi di rinforzo dei pronatori e dei supinatori

EPICONDILITE

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Esercizi di rinforzo muscolare:

Esercizi combinati per il rinforzo degli estensori e dei supinatori

EPICONDILITE

Rieducazione funzionale:

-Sollevamento di pesi con entrambe le mani,tenendo i palmi rivolti verso l’alto

-Eseguire prono-supinazioni (rotazioni) controresistenza utilizzando entrambe le mani

-Se il paziente svolge un’attività sportiva in cui imuscoli flessori ed estensori vengono moltosollecitati si consiglia il mantenimento del tutoredurante l’attività

EPICONDILITE

SHIN SPLINTS / PERIOSTITI

Colpisce elettivamente i mezzofondisti

Dolore a livello della cresta tibiale che origina da una tendinopatia dei muscoli della gamba

Durante la corsa infatti i muscoli delle logge anteriore e posteriore della gamba stressano

continuamente il periostio su cui si inseriscono causando microtraumatismi e microdistacchi periostali – definite anche periostiti, ma in realtà si tratta di tendiniti

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La sintomatologia è tipica e si manifesta con dolore acuto in prossimità della cresta tibiale, generalmente al terzo medio o al terzo distale

SHIN SPLINTS / PERIOSTITI

SHIN SPLINTS

Il trattamento di questa patologia consiste in:

‒ riposo prolungato (fino a 3 mesi)

‒ ghiaccio

‒ terapia antiinfiammatoria

‒ stretching

SHIN SPLINTS

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SHIN SPLINTS

SHIN SPLINTS

Prevenzione:

‒ Calzatura e supporti

‒ Plantare termoformabile

‒ Correzione gesto tecnico

‒ Riscaldamentoe stretching