Percorso Fauna

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1 Un viaggio lungo oltre 5 milioni di anni nella Vena del gesso romagnola (Progetto pluriennale di studio e ricerca) A.S. 2003/04 Percorso didattico sulla fauna di Borgo Tossignano Classe 2° B - Scuola Media Pascoli di Castel Bolognese Docente: Annarita Ruberto

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presentazione sulla fauna di Borgo Tossignano

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Un viaggio lungo oltre 5 milioni di anni nella Vena del gesso romagnola

(Progetto pluriennale di studio e ricerca)A.S. 2003/04

Percorso didattico sulla fauna di Borgo Tossignano

Classe 2° B - Scuola Media Pascoli di Castel Bolognese

Docente: Annarita Ruberto

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Mappa del percorso

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CHI SONO I VERTEBRATI

I vertebrati in senso stretto sono gli animali dotati di una colonna vertebrale e di uno scheletro interno osseo o cartilagineo.

Rappresentano la punta più evoluta del grande gruppo dei cordati: organismi in cui lo scheletro è una struttura allungata e flessibile, posta in posizione dorsale, che prende il nome di corda.

Sono vertebrati:

Pesci Anfibi

Rettili Uccelli

Mammiferi

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I PESCI

La fauna ittica presente nei torrenti appenninici che solcano e incidono la Vena del Gesso comprende circa 17 specie di pesci, di cui 5 endemiche.

Le specie piu’ interessanti sono:la Lasca, la Rovella , il Vairone, il Barbo

comune, il Barbo canino, il Cobite e il Ghiozzo padano.

Tutte queste specie, ad eccezione del

Cobite che predilige fondali molli, fangosi o sabbiosi, sono legate ai raschi e alle buche con fondo sassoso o ghiaioso e discreta corrente.

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GLI ANFIBI

La Vena del Gesso non consente che una limitata presenza di acque superficiali, di conseguenza non si presta come ambiente adatto ad ospitare anfibi, che qui difficilmente possono trovare un habitat idoneo alla riproduzione. Ciò non impedisce ad alcune specie comuni di avere in questo ambiente una discreta presenza che si manifesta prevalentemente lungo i corsi d’acqua principali, nei punti di contatto tra gli affioramenti gessosi con le argille, nelle zone più umide dei boschi e negli invasi artificiali.

Ululone  appenninico

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Le specie di Anfibi sono 10, di cui 4 endemiche: il Tritone crestato italico, il Geotritone italico,l’Ululone dal ventre giallo appenninico, la Rana appenninica. Vi sono, inoltre, un’altra specie di tritoni, il Tritone punteggiato, due rospi, il Rospo comune e il Rospo smeraldino, due rane: Rana agile, Rana verde e la Raganella.Alcune specie di anfibi sono stati avvistati all’interno di grotte anche in profondità; nei pressi del torrente sotterraneo, ad una profondità di circa 80 metri sono spesso presenti esemplari di rospo comune anche con piccoli.

GLI ANFIBI

Tritone crestato italico

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I RETTILI

I rettili sono presenti con 11 specie. Le specie più interessanti sono due entità mediterranee: il Colubro di Riccioli, specie legata ad habitat caldi e aridi, molto rara a nord del versante appenninico, e la Luscengola, lucertola apoda tipica delle aree prative.

Altre specie presenti sono l’Orbettino, il Ramarro, la Lucertola campestre, la Lucertola muraiola, il comunissimo Biacco, il Saettone, serpente arboricolo.

Nei bacini irrigui sono presenti anche la Testuggine palustre e la Natrice dal collare.

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MAMMIFERII RODITORI

I mammiferi sono rappresentati da 42 specie.

Sono presenti 12 specie di RODITORI, tra cui alcune molto comuni e banali, come l’ubiquitario Ratto delle chiaviche, il Ratto nero e il Topolino delle case, tutte legate alle abitazioni umane, l’Arvicola di savi, comune nelle aree prative e nei coltivi, il Topo selvatico caratteristico delle aree boscate, ma molto adattabile. Più strettamente legati ai boschi sono il Topo selvatico collo giallo, l’Arvicola rossastra, lo Scoiattolo, il Ghiro, il Moscardino e il Quercino ; quest’ultima specie, piuttosto rara in Italia, è spesso presente anche nelle macchie termofile delle rupi.

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Infine, il roditore più importante è l’Istrice, che trova nei caldi ambienti della Vena un habitat ideale ad ospitare una importante popolazione. Questo grande e spettacolare roditore mediterraneo fino a qualche anno fa era molto raro a nord del crinale appenninico ed essenzialmente localizzato in Romagna, dove la Vena del Gesso ha rappresentato uno dei primi siti di colonizzazione, già a partire dai primi anni ’80. Attualmente la specie è stabilmente presente in Romagna, ove risulta in ulteriore espansione. Nella Vena del Gesso si segnala l’utilizzazione di grotte come tana; comportamento coerente con le abitudini note per l’Istrice, che si rifugia in anfratti e buchi sotterranei appositamente scavati o adattati da cavità preesistenti. 

MAMMIFERII RODITORI

ISTRICE

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MAMMIFERII CHIROTTERI

Particolare rilievo meritano i CHIROTTERI. Alcune specie appartenenti a questo ordine erano, fino ad una ventina d'anni or sono, assai numerosi nelle grotte della Vena del Gesso Romagnola e nei vicini Gessi Bolognesi. La diminuzione di queste specie è imputabile all’uso dei pesticidi in agricoltura, che provoca la diminuzione degli insetti di cui i pipistrelli si nutrono.I Chirotteri, più generalmente conosciuti come Pipistrelli, sono il gruppo più numeroso ma meno conosciuto tra i Vertebrati italiani anche per le notevoli difficoltà che caratterizzano gli studi su questi vertebrati. Capolavori evolutivi, questi unici mammiferi capaci di volo attivo portano un pesante fardello di tradizioni negative e di disinformazione. Non sono certo ciechi né si attaccano ai capelli, ma al contrario sono fondamentali negli equilibri naturali con la grande quantità di insetti anche molesti catturati nelle cacce notturne guidate anche dall’uso del bio -sonar.

Vespertilio maggiore

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MAMMIFERII CHIROTTERI

Al termine “pipistrelli” si preferisce “chirotteri” in quanto il primo si rifà essenzialmente ai generi Pipistrellus e Hypsugo, mentre il secondo disegna più propriamente tutto l’ordine con l’ etimo, sottendente a “mano alata”, che li rappresenta particolarmente bene. I Chirotteri sono stati tra i primi vertebrati ad essere protetti nel nostro paese essendo animali “utili” nella lotta alle zanzare malariche. In particolare sono presenti:-Ferro di cavallo maggiore, inconfondibile per la forma della foglia nasale;-Vespertini, di piccole dimensioni con una colorazione uniforme.

Ferro di cavallo maggiore, il più diffuso, presente in gran parte

delle grotte

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MAMMIFERII CARNIVORI

Tra i CARNIVORI è comune la Volpe e sono presenti 4 specie di Mustelidi: Faina, Tasso, Donnola e Puzzola . Quest’ultima è sicuramente la specie di maggiore interesse conservazionistico, poiché ovunque in forte diminuzione.

VOLPEHabitat: boschi, campi ricchi di cespugli, ambienti coltivati, vicino a città e paesi.Alimentazione: piccoli roditori, conigli, uccelli, insetti, uova, carogne, rifiuti, frutta e bacche È solitaria e notturna

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MAMMIFERIGLI ERBIVORI

La Lepre è piuttosto comune, anche nelle zone di gariga, oltre che nei coltivi e nei calanchi a nord della Vena.

Habitat: boschi, campi coltivati, prati e pascoli.Alimentazione: radici, bacche, cortecce, erba e frutta.È solitaria e attiva prevalentemente al mattino.

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MAMMIFERIGLI INSETTIVORI

Il Toporagno appenninico è un interessante insettivoro endemico della catena montana italiana, presente con altre 7 specie di Insettivori: Riccio, Talpa, Toporagno comune, Crocidura ventre bianco, Crocidura minore, Toporagno acquatico di Miller, Mustiolo.

Riccio

Talpa

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Gli invertebrati

Numerosissimi gli Invertebrati della vena del Gesso romagnola; in particolare, di notevole importanza è la fauna entomologica, di grande valore scientifico.Fra gli abitanti delle grotte in pericolo di estinzione a causa del progressivo peggioramento della qualità delle acque sotterranee, sono anche gli insetti Ortotteri del genere Dolicopoda.

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Presso Monte Mauro viene segnalata una colonia di Iolana iolas, farfalla rara in tutta la penisola italiana e per ora presente con quest'unico nucleo in Romagna. Anche gli insetti stanno subendo il dramma dello sfascio ambientale per i disboscamenti, i danni alla cotica erbosa, le palificazioni e gli impianti di ripetitori radiotelevisivi, le acque inquinate.

Iolana iolas

Gli invertebrati

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In vetta alla collina scomparsa sul Monticino a causa dei lavori della cava della “Gessi del Lago d'Iseo”, ad esempio, vi era l'unica colonia di tutta la Val Lamone del raro lepidottero Thersamonia thersamon, specie non più ritrovata, così come non è più stata raccolta un'altra interessante farfalla, la “Sfingide” Haemorragia tityus, che volava copiosamente al tramonto intorno alle piante di Lonicera.

Thersamònia thersàmon

Gli invertebrati

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In ristretti ambienti a microclima opposto a quello caldo e arido, sono state segnalate specie, di elevato valore come indicatori ambientali e punti di riferimento biogeografici, che appartengono di norma alla fascia altitudinale montana a clima fresco umido. Tra queste ultime sono comprese anche specie rare di origine atlantica o centro europea, associate a relitti floristici anch’essi di tipo montano alpino.

La vena del gesso romagnola

Gli invertebrati

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Si tratta di una piccola fauna infeudata sul fondo delle doline, delle cavità carsiche, di limitatissimi spazi presso le fredde imboccature delle risorgenti, dove convivono, ad esempio, il Coleottero Carabide Nebria fulviventris e l'arbusto Staphylea pinnata, (entrambi rinvenibili, in Emilia-Romagna e nelle limitrofe regioni appenniniche, solo nell’alto Appennino).

Coleottero Carabide Nebria fulviventris

Gli invertebrati

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Gli Insetti ed in particolare i Coleotteri, dopo i ritrovamenti di notevole interesse dovuti alle ricerche locali sui "Gessi" e da ulteriori indagini condotte negli ultimi anni sono apparse altre specie di notevole interesse, inedite per l'area della Vena del Gesso o per l'intera nostra regione, che meritano di essere aggiunte agli elenchi faunistici.

Coleotteri

Gli invertebrati

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CLYTUS RHAMNI Elemento mediterraneo,

termofilo ed eliofilo, legato agli ambienti prevalentemente costieri, in rami morti o deperenti di essenze varie. Localmente, la specie è apparsa infeudata su giovani esemplari di Quercus pubescens. E' specie xilo-polifaga legata alle piante legnose deperenti della "macchia mediterranea" a sclerofille eliofile.

Clytus Rhamni

Alcune specie…

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LIPARUS CORONATUSElemento raro in Romagna,

finora conosciuto in alcune località regionali soltanto, è stato reperito recentemente insieme al congenere Liparus dirus su due rilievi della catena gessosa di Monte Mauro e Tossignano.

Liparus Coronatus

Alcune specie…

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EUONJTICELLUS PALLIPES Elemento tipico dei climi arido-

caldi del Mediterraneo, appare presente, e a volte abbondante, presso Rivola e nelle aree prative gessose nei dintorni di Tossignano (mt. 150-300 circa). Spesso si riscontrano molti adulti nelle deiezioni bovine dei pascoli caldi ed assolati.

Euonjticellus Pallipes

Alcune specie…

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Borgo TossignanoBorgo Tossignano

Il Comune di Borgo Tossignano sorge sulla sponda destra del fiume Santerno ai piedi dello sprone gessoso di Tossignano. Gli abitanti sono circa 2600 divisi tra le frazioni di Tossignano, Riviera, Cordignano, Campiuno e Borgo Tossignano.

Stemma

BorgoTossignano

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Borgo TossignanoBorgo Tossignano

La presenza dell’uomo è testimoniata sin dall’età villanoviana, in forma di “villae” sparse in epoca romana e caratterizzata nel medioevo dal castello di Tossignano. Vena del Gesso e fiume Santerno sono gli elementi paesaggistici che hanno determinato le vicende storiche di questa terra e che la caratterizzano tuttora come attrattiva ambientale unica.

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Storia LocaleStoria Locale

Tossignano (Thausignanum) è un toponimo romano. Nell’estate del 1198, una vicenda di guerra distrusse Tossignano e diede origine a Borgo Tossignano. Nel corso della sua storia millenaria Tossignano è stato diverse volte attaccato da eserciti nemici e talvolta espugnato, ma due volte soltanto ha avuto la sventura di essere interamente distrutto, "solo aequato", cioè raso al suolo.

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StoriaStoria LocaleLocale

Situato in posizione strategica per il dominio dell'alta valle del Santerno, su un colle poco accessibile, munito di fortificazioni imponenti e considerato un baluardo inespugnabile per chi aveva ambizione di potere sul territorio circostante, il paese ha sempre avuto la presenza all'interno di gente armata. La prima distruzione totale del 1198, otto secoli fa, avvenne con una guerra.

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Federico Barbarossa, imperatore di Germania e padrone d'Italia, dopo la pace di Costanza del 1183 morì durante la terza Crociata nel 1190. Suo figlio Enrico VI morì a 32 anni nel 1197 lasciando il figlioletto Federico di tre anni sotto la tutela della madre Costanza d' Altavilla. Il papa Innocenzo III, eletto nel 1198, diede avvio a una rivendicazione dell'influenza papale nello Stato della Chiesa, che fino ad allora era stata assai compromessa dagli Svevi.

Storia LocaleStoria Locale

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L’energica politica attuata dal nuovo papa e le contese scoppiate in Germania per la successione alla corona imperiale favorirono una ripresa del Papato e delle città della Lega Lombarda contro lo strapotere imperiale. Bologna e Faenza subito schierate col papa, e con loro i nobili dell’imolese legati al Vescovo, vollero riprendere il controllo sul Contado d'Imola attaccando la città saldamente governata dagli imperiali.

Storia LocaleStoria Locale

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Nel maggio del 1198 l’esercito bolognese riuscì a sfondare la linea difensiva del Sillaro, s’impadronì di Passatello, occupò Sassonero, Fiagnano e Croara che si sottomise il 6 luglio. I consoli di Croara e il portonario del paese cedettero il loro castello al Podestà di Bologna. Continuando la loro avanzata i Bolognesi presero e arsero Montecatone, giungendo a Castel dell’Albero già loro alleato contro Imola nel 1181.

Storia LocaleStoria Locale

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Gli avversari si fronteggiarono sulle rive del Santerno e quando i bolognesi, passando sulla riva destra del fiume nel suo alto corso si impadronirono di Sassoleone, ottennero di nuovo l'alleanza con Tossignano, sempre ostile a Imola e ai Ghibellini. Così mentre il grosso dell'esercito bolognese si congiungeva con ravennati e faentini per conquistare Cervia, la cavalleria imperiale mosse in forze da Imola contro Tossignano.

Storia LocaleStoria Locale

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Storia LocaleStoria Locale

Il paese oppose accanita resistenza, ma venne espugnato e messo a ferro e fuoco con incredibile crudeltà.I tossignanesi sopravvissuti, in attesa di ricostruire il loro paese, si raccolsero ai piedi del colle, fondando sulla riva destra del fiume un abitato che fu detto Borgo di Tossignano.La distruzione di Tossignano si inquadra dunque storicamente nelle vicende che in Romagna registrarono il ritorno della Chiesa nei territori che erano stati usurpati dall’impero.

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ClimaClima

Il clima di Borgo Tossignano è simile a quello della regione di appartenenza ed è caratterizzato da inverni rigidi, che però sono mitigati dal fiume Santerno, ed estati calde ed afose.