Percorso cartiere cl 4
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Istituto Comprensivo di CARBONERA (TV)
Progetto “Rete delle storie a scala locale”
STORIE DI SCRITTURE
DI CARTE
E DI CARTIERE
tra presente e passato
classi 4 A – 4 B Carbonera
Anno scolastico 2010-‘11
Istituto Comprensivo di CARBONERA
Progetto “Rete delle Storie a scala locale”
STORIE DI SCRITTURE
DI CARTE
E DI CARTIERE
tra presente e passato
Classi 4 A – 4 B Carbonera
Anno Scolastico 2010- '11
LINGUE E SCRITTURE OGGI (consegna 1)
Io ho trovato:
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…………………………………………………………………………………………
In ciascuno di essi sono contenute parole scritte in (elenca le lingue che
riconosci)
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…………………………………………………………………………………………
Le scritture sono:
tutte uguali - quasi tutte uguali – diverse in alcuni casi cioè ……………
…………………………………………………………………………………………
…………………………………………………………………………………………
Questo mi fa capire che:
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………………………………………………………………………………………
………………………………………………………………………………………
………………………………………………………………………………………..
……………………………………………………………………………………….
Cerca nelle scatole di giocattoli, oggetti per la casa, cibi
confezionati, libretti d’istruzione, scritte in lingue e scritture diverse.
ALCUNI ESEMPI DI LINGUE E DI SCRITTURE
ESISTENTI OGGI NEL MONDO
LINGUE E SCRITTURE NEL MONDO, OGGI
Le lingue parlate nel mondo sono 6912. Molte di queste non si possono scrivere perché
non hanno un alfabeto o un sistema di scrittura.
Le scritture usate nel mondo sono in tutto 33.
Le tre scritture principali da cui si sono sviluppate tutte quelle che si usano al giorno
d’oggi sono: il fenicio, il brahmi e il cinese.
Dal primo, il fenicio, sono derivati una decina di alfabeti tra cui il latino, il cirillico, il
greco, l'ebraico e l'arabo.
Dal brahmi, alfabeto sillabico dell'antica India, sono derivati una vasta famiglia di alfabeti
diffusi in tutto il sud est asiatico e principalmente in India.
Il cinese, scrittura basata sugli ideogrammi, è stato adattato, nel corso della storia, a
lingue molto diverse come il mongolo, il giapponese e il coreano.
Le trentatré scritture usate oggi nel mondo sono: araba, armena, bengalese, birmana,
cambogiana, cherokee, cinese, cirillica, cree, devanagari, ebraica, etiopica, georgiana,
greca, gujarati, gurmukhi, hangul, kana, kannada, laotiana, latina, malayalam, maldiviana,
mongola, oriya, singalese, siriaca, tamil, telugu, thailandese, tibetana, tifinagh, yi.
La lingua attualmente più usata nel mondo per far comunicare i popoli tra loro è
l’inglese, ma non è la lingua più parlata al mondo. La più parlata, infatti, è il cinese.
Molte scritture del passato erano diverse da quelle d’oggi e ora non si usano più.
Schema scritture: italiana, pittogrammi, cuneiforme, geroglifica, cinese, fenicia (cretese,
micenea?)
Racconta l’esperienza che hai fatto in classe di realizzare una
tavoletta in caratteri cuneiformi.
LAB. INFORMATICA (testo trascritto in Word)
Consegna 2
Cerca e osserva in casa tua e poi elenca tutti i tipi di carta o materiale
cartaceo che si usano o che sono presenti.
Consegna 3
Quali supporti usiamo oggi per scrivere? Guardati attorno: in classe, a
casa, fuori… (Dove puoi trovare, cioè, parole scritte?)
Consegna 4
Quali strumenti si possono usare, oggi, per scrivere? Quali usi tu più
spesso?
Consegna 5
Come si fa, secondo te, la carta? Scrivi quel che tu pensi.
LAVORO DEL GRUPPO N° 1 (Tipi di carta) -Cosa
1-raccogliete tutti gli elenchi scritti dai compagni e riunite i loro dati
in un’unica lista;
2-scrivete accanto anche quale uso se ne può fare;
3-trascriveteli a computer;
4-preparate un cartellone con la lista ed esempi (campioncini) di carta
e materiali cartacei.
LAVORO DEL GRUPPO N° 2 (Supporti per scrivere) -Dove
1-raccogliete tutti gli elenchi scritti dai compagni e riunite i loro dati
in un’unica lista;
2-scrivete accanto anche quale uso se ne può fare;
3-trascriveteli a computer;
3-preparate un cartellone con la lista e disegnate i supporti sui quali
si scrive oggi.
LAVORO DEL GRUPPO N° 3 (Strumenti per scrivere) –Con che cosa
1-raccogliete tutti gli elenchi scritti dai compagni e riunite i loro dati
in un’unica lista;
2-scrivete accanto anche di quale materiale sono fatti;
3-trascriveteli a computer;
4-preparate un cartellone con la lista e disegnate gli strumenti che si
usano oggi per scrivere.
TIPI DI CARTA (B) (trascrizione in Word e invio mail)
TIPOLOGIA USO
Carta velina
Cartoncino
Carta igienica
Carta da giornale
Carta da forno
Carta da cucina
Carta patinata
Carta vetrata
Carta assorbente
Carta da quaderno
Carta da pacchi
Carta moneta
Carta crespa
Carta fotografica
Poster
Carta da disegno
Carta lucida
Carta ruvida
Bollette
Cartine stradali
Carta regalo
Carta riso
Carta carbone
Carta oleata
Borse
Cartellina
Scatolone
Carta da imballaggio
Fazzoletti
Tovaglioli
Tovaglia
Bicchieri
Piatti
Vassoi
Per fare lavoretti
Cartelloni
Per pulirsi
Per pubblicare le notizie
Per cucinare
Per sciugare,pulire,assorbire
Carta per stampare
Per levigare
Per assorbire inchiostro
Per scrivere
Per incartare
Per pagare
Per fare lavoretti
Mostrare
Abbellire
Disegnare
Ricalcare
Disegnare
Pagare
Per dare indicazioni agli automobilisti
Per incartare
Per contenere il riso
Per stampare (una volta)
Per avvolgere cibi
Per contenere prodotti
Per contenere fogli
Per contenere oggetti
Per incartare
Per l’igiene
Per pulirsi
Per proteggere il tavolo
Per bere
Per contenere cibi
Per trasportare dolci
Etichette
Biglietti compleanno
Cartolina
Banconote
Pirottini
Calendario
Giochi
Carta posta
Cartelloni
Vocabolario
Carta da ricalco
Sacchetti del pane
Elenco telefonico
Carta paglia
Carta chimica
Carta d'alghe
Carta millerighe
Carta velina naturale
Per riconoscere
Per invitare(amici)
Per inviare saluti
Per pagare
Per contenere dolci
Per segnare le date
Per giocare
Per fare lavoretti
Per disegnare
Per cercare parole (difficili)
Per ricalcare
Per contenere pane
Per cercare numeri
Per impaccare
Per ricalcare
Per fare biglietti
Per confezionare
Per alimenti
STRUMENTI PER SCRIVERE (B)
STRUMENTO MATERIALE
Bastone
Dito
Penna
Matita
Colori
Cancellino
Tastiera
Penne per la lavagna interattiva
Pastelli
Penna stilografica
Bomboletta spray
Gesso
Penna biro
Pennarelli
Penne
Tempere
Alfabeto muto
Telefono
Macchina per scrivere
Pastelli a cera
Acquerelli
Penne colorate
Pastelli a olio
Siringa per dolci
Timbri
Legno
Carne e ossa
Plastica e gomma
Legno, graffite e vernice
Legno e plastica
Plastica
Plastica
Plastica
Legno, graffite
Plastica e inchiostro
Metallo
Gesso e polvere
Plastica
Plastica e inchiostro
Plastica
Colore liquido
Mani
Plastica e metallo
Plastica e metallo
Cera
Colori
Plastica
Colore oleoso
Plastica
Gomma
SUPPORTI PER SCRIVERE (B) SUPPORTO USO
Fogli
Quaderni
Libri
Giornali
Depilant (pubblicità)
Lavagna
Diario
Cartoline
Foto
Cartone
Computer
Sul muro
Carta geografica
Targa della macchina
Cartelloni pubblicitari
Schermo del cellulare
Lavagna interattiva
Nei CD
Sull’ astuccio
Avvisi
Bottiglie
Vocabolario
Registro di classe
Gomma
Cartelli stradali
Manifesti
Scontrini
Vetrine
Matita
Calendari
Etichette
Scrivere/disegnare
Colorare/scrivere
Leggere/studiare/es. esercizi
Forniscono informazioni (notizie del giorno)
Forniscono informazioni
Scrivere/disegnare/colorare
Scrivere/disegnare/colorare
Scrivere/informa
Si guarda, ci si può fare autografare
Si scrive, si punteggia
Si osserva, si ascolta, si gioca
Si dipinge, si decora
Si impara, ci si orienta
Si riconosce (un’automobile)
Informano, decorano
Si leggono gli SMS
Si scrive, si colora, si legge
Si scrive, ci si fa autografare, si guardano le foto
Si scrive, si colora, si legge
Si legge, si scrive, informano, si firma
Si legge
Si legge, si impara
Si scrive, si legge
Si legge, si cancella
Si legge, si forniscono informazioni
Si legge, informano
Si guardano, si leggono, si firmano
Si legge, si guardano
Si legge, informa
Si legge, si consultano
Si scrive, si incollano
LAB. INFORMATICA
COME SI FA LA CARTA, SECONDO TE?
Come si fa la carta?
1)Prendi le fibre dell'albero
2)Togli le fibre che non servono
3)Inizia a triturare finamente
4)Stendile in dei vassoi
5)Tritulare una seconda volta
6)Unisci tutti i pezzetini delle fibre
7)Stendili con un mattarello
8) Ed ecco ottenuto un finissimo foglio
di carta !!! (Anna)
Fare la carta a mano in classe (trascrivere in Word)
OGGETTI
Cosa si usa?
AZIONI
Cosa si fa?
PERSONE
Chi lo fa?
TEMPI
In quanto
tempo?
SPAZI
Dove?
QUAL è LA STORIA DELLA CARTA? Dopo aver letto il testo dai un titolo ad ogni paragrafo
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Prima dell’invenzione della carta l’uomo, per scrivere i suoi messaggi,
usava ossa piatte, pietre, mattoni, lastre di piombo o di bronzo,
tavolette d’argilla, di legno o di gesso.
Con il perfezionarsi della scrittura e col progredire della civiltà, a
questi materiali troppo pesanti se ne sostituirono gradualmente degli
altri più leggeri e maneggevoli: il PAPIRO e la PERGAMENA.
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Il primo materiale veramente adatto per la scrittura fu il PAPIRO,
utilizzato a partire del 3000 a.C. dagli Antichi egizi.
Molto simile alla carta, il papiro veniva fabbricato utilizzando una
pianta semi-acquatica, a quel tempo molto diffusa lungo il fiume Nilo
(in Egitto), in Siria, nell’antica Palestina e in Sicilia.
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Per ottenere la carta dalla pianta del papiro il fabbricante tagliava il
gambo in lunghe e sottili strisce, poi le stendeva una accanto all'altra,
successivamente vi disponeva sopra un altro strato in senso
perpendicolare, vi versava sopra dell'acqua ed appiattiva il tutto con
uno strumento adatto (una specie di largo martello di avorio), infine,
metteva il foglio ad essiccare al sole.
Un libro era costituito da tanti fogli attaccati l'uno accanto all'altro
sino ad ottenere una lunga striscia di carta che veniva poi arrotolata.
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Anche l’uso della PERGAMENA è molto antico. Sembra che il suo
nome derivi da Pergamo, una città dell’Asia Minore (l’attuale Turchia)
che sorgeva presso l’odierna Smirne, dove pare ci fossero i più
importanti laboratori di tale prodotto già a partire dal IV secolo a.C.
La pergamena si ricavava dalle pelli di capra, agnello, pecora le quali
venivano sottoposte a procedimenti che le “pulivano” dal pelo, dal
grasso e dall’acqua. Stese su telai venivano fatte essiccare
completamente, ritagliate in pezzi rettangolari, i quali venivano poi
uniti tra loro a formare un rotolo simile a quello del papiro. La
pergamena fu utilizzata per lungo tempo per scrivere documenti,
codici, libri sacri (almeno sino al XIV secolo).
Essa aveva il vantaggio di essere molto resistente nel tempo ma di
essere molto costosa. I fabbricanti, inoltre, data la lunghezza della
preparazione ne potevano produrre quantità limitate.
Fino a quando la produzione della carta non si diffuse in Europa si
continuò ad utilizzare la pergamena per scrivere.
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Alcuni documenti del II sec. d.C. scoperti dagli storici nel 1920 in Cina
testimoniano che l’invenzione della carta è da attribuire ad un certo
Ts’ai Lun. Egli ottenne la carta mescolando scorza d’albero di gelso,
vecchi stracci e reti da pesca (tessute con fibre di canapa), le fece
macerare nell’acqua, poi le sfibrò con un mortaio e raccolse la
“pasta” (o poltiglia) ottenuta su una forma (o telaio) che aveva la
trama formata da sottilissime strisce di bambù, infine fece essiccare
completamente il foglio all’aria.
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A seguito di una battaglia avvenuta nel 751 d.C. tra Arabi e Cinesi,
vennero fatti prigionieri alcuni cinesi i quali furono condotti a
Samarcanda. Poiché alcuni di essi sapevano come fabbricare la carta
ne insegnarono la tecnica agli artigiani arabi.
In quei territori non crescevano gli alberi di gelso, quindi, i prigionieri
cinesi utilizzarono le fibre del lino e della canapa ottenendole dai
cenci (gli stracci vecchi) usati.
Gli artigiani arabi ne diffusero la fabbricazione in tutto il loro regno.
……………………………………………………………………………………………………………………
In Europa essa si diffuse attraverso la Spagna (a quel tempo occupata
dagli Arabi) e probabilmente in Italia attraverso la Sicilia anch’essa
occupata dagli Arabi tra l’827 e il 1091 d.C. Gli studiosi hanno infatti
ritrovato il più antico documento su carta scritto in Sicilia e risalente
al 1109 d.C. e attualmente conservato a Palermo presso l’Archivio di
Stato. E’ probabile, dunque, che i primi “mulini da carta” o cartiere si
trovassero in questa regione.
LA CARTA IN ITALIA
Il più antico documento che permetta di stabilire con sicurezza
l’esistenza di cartiere (e cioè di “mulini da carta”) in Italia risale al
1283. Esso è stato scritto a Fabriano, cittadina delle Marche nella
quale sono sorte le più importanti cartiere italiane, ed è scritto, infatti,
su carta.
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Intorno al 1350 si sa dell’esistenza di numerose cartiere anche nel
Veneto, in particolare nelle province di Treviso e Vicenza. Altre ne
sorsero in Toscana, in Liguria, nel Piemonte.
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Nel corso dei secoli erano aumentate le richieste di carta. La
pergamena si usava sempre meno perché era molto costosa e si
scriveva tutto su carta. L’invenzione della STAMPA A CARATTERI MOBILI
da parte di J. GUTENBERG avvenuta in Germania nel 1450 diede avvio
ad una sempre maggiore richiesta di carta in quanto la stampa
poteva essere fatta solo su carta e non su pergamena.
Poiché aumentava sempre più la richiesta di carta, in Europa nacque
un vero e proprio commercio di stracci che si diffuse anche in altri
continenti.
LA CARTA E L’ACQUA
L’elemento fondamentale per produrre la carta, è l’ACQUA. Senza di
essa, infatti, ancor oggi non è possibile fabbricarla.
Tutte le cartiere, anticamente, sorgevano accanto ad un corso
d’acqua: perché? Scrivi le tue ipotesi.
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LA DIFFUSIONE DELLE CARTIERE IN ITALIA
Completa la linea del tempo e colloca in ordine cronologico le date.
(La linea deve comprendere il periodo dal 1000 d.C. al 2000 d.C.).
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Vedere video Ulisse “Fare la carta a Fabriano”
Cartacanta 1 (Bell’Italia) http://www.youtube.com/watch?v=ODRQWQRsKuM&feature=related
Cartacanta 2 (Bell’Italia) http://www.youtube.com/watch?v=dSm7CyT0jD8&feature=relatedto
La carta Antica (Ulisse – Piero e Alberto Angela) http://www.youtube.com/watch?v=tHvwYT2rcI4
COME SI FACEVA LA CARTA IN
EUROPA
LE FONTI ICONOGRAFICHE DI
METÀ ‘700 Dopo aver letto attentamente come si faceva la carta nelle cartiere (mulini da carta) osserva le
FONTI ICONOGRAFICHE che illustrano le diverse fasi di produzione della carta fatta a mano. Poi
incollale accanto alle caselle che le descrivono.
Fino alla fine del 1800 in Europa, come materia prima per la fabbricazione della
carta si usavano esclusivamente cenci (stracci) di lino e di cotone ricavati da
vestiti, coperte, lenzuola, ormai inutilizzabili, i quali venivano raccolti dalle case
ed inviati presso i mulini da carta.
Al tempo in cui la carta si produceva a mano gli stracci dovevano essere
sottoposti a
un processo di trasformazione che cambiava molto il loro aspetto e le loro
caratteristiche.
Una volta raccolti avveniva la CERNITA
degli stracci per qualità e colore, poi si
mettevano a fermentare per due o tre
mesi nel MARCITORIO (un grande
recipiente pieno d’acqua nel quale
venivano continuamente mescolati)
fino a quando la fermentazione non
faceva staccare le fibre del tessuto le
une dalle altre.
Venivano poi lavati con abbondante
acqua e messi in MORTAI o PILE di
pietra, qui venivano battuti con
PESTELLI (o MAGLI) di legno azionati
dal mulino ad acqua fino a quando si
riducevano in poltiglia.
La “pasta” ottenuta, veniva diluita
nell’acqua dei TINI e doveva essere
continuamente mescolata con una
pala.
A questo punto si immergeva la
FORMA (cioè un telaio di legno
composto da fili sottili di metallo) nel
tino e attraverso abili scuotimenti si
raccoglieva uno strato di PASTA DI
CARTA.
Poi si procedeva ad estrarre il telaio e,
dopo averlo fatto sgocciolare un po’
lo si poneva tra due FELTRI i quali
servivano ad assorbire l’acqua in
eccesso ancora contenuta nel foglio.
Confronta le parole chiave tra il metodo usato nelle antiche cartiere e
l’esperienza del “fare la carta a mano in classe”.
STRACCI E CERNITA (scelta) Cellulosa (e giornali) spezzettata
MARCITORIO
Vaschetta e acqua per ammorbidire la
cellulosa
PILE – MORTAI E PESTELLI
Il frullatore elettrico
MULINO AD ACQUA
Energia elettrica
TINI
Vasca di plastica e tanta acqua a poca
pasta
FORMA E PASTA DI CARTA DI STRACCI
Forma e pasta di cellulosa
FELTRI E PRESSA
Strofinacci e spugne e forza delle braccia
ASCIUGATURA
Phon
INNOVAZIONI TECNOLOGICHE Il procedimento per fabbricare la carta rimase per alcuni secoli abbastanza
simile a quello che gli Arabi avevano imparato dai Cinesi.
Tuttavia il progresso tecnologico permise nel corso dei secoli di meccanizzare e
rendere meno faticoso il lavoro dei cartai.
Il mulino ad acqua per azionare la pila a pestelli
Gli Arabi, per triturare gli stracci usavano dei magli di legno manuali. Gli stracci
venivano sfibrati dentro a dei mortai di piccole dimensioni. Questo lavoro era
affidato a degli operai i quali potevano produrre poca “pasta di stracci” in un
giorno. I cartai italiani inventarono i magli (detti pestelli) a testa di pietra
azionati non più dalla forza dell’uomo ma dalle ruota idraulica del mulino ad
acqua i quali pestavano ininterrottamente la pasta di stracci dentro alla pila,
una lunga vasca di pietra o legno rivestita sul fondo con una lastra di metallo.
La collatura
Un’altra delle invenzioni che si attribuiscono ai cartai italiani fu un nuovo
sistema di COLLATURA: si prendevano gli scarti delle pelli di animali, si
facevano bollire e durante la cottura si formava una specie di liquido il quale,
una volta steso sui fogli di carta, si rivelava più resistente all’assorbimento
dell’inchiostro. Ciò permetteva di scrivere meglio perché la superficie del foglio
era più liscia ed inoltre l’inchiostro non “sbavava” perché la collatura era
“impermeabile”. Infine questo tipo di collatura permetteva una maggiore
conservazione della carta nel tempo.
La filigrana
Un’altra delle “invenzioni” dei cartai italiani fu la FILIGRANA. Sul setaccio veniva
ricamato un segno di riconoscimento che durante la fase di lavorazione
rimaneva impresso sul foglio in trasparenza. La filigrana serviva come segno di
riconoscimento (come marchio) della cartiera.
La pila olandese
L’utilizzo del mulino ad acqua da carta risale circa al XIII secolo (dal 1200 in
poi). Il suo utilizzo durò sino al secolo XVII quando, in Olanda, furono inventate
le PILE OLANDESI che sostituirono i pestelli.
Esse consistevano in un recipiente ovale di pietra dentro al quale venivano
messi gli stracci. All’interno di esso si trovava un cilindro ricoperto di lame
sporgenti il quale girava all’interno della vasca. Esso veniva azionato da un
ingranaggio mosso da un mulino ad acqua o da un mulino a vento. Al di sotto
del cilindro si trovava un’altra lastra metallica anch’essa laminata. Quando gli
stracci passavano attraverso le lame del cilindro e quelle della lastra
sottostante venivano sminuzzati e ridotti in poltiglia.
L’”olandese” aveva il vantaggio di poter sminuzzare gli stracci in molto meno
tempo ed inoltre rendeva la “pasta” più omogenea. Di conseguenza la carta
ottenuta da queste macchine era più raffinata cioè più “regolare”.
LA LINEA DEL TEMPO DELLA CARTA
della diffusione e delle innovazioni tecnologiche
1 = periodo di diffusione
2 = strumenti e “macchine” per fare la carta
3 = fonti di energia
4 = diffusione dei mulini da carta a CARBONERA
0 100 200 300 400 500 600 700 800
900 1000 1100 1200 1300 1400 1500 1600 1700 1800 1900 2000
1 PERIODO CINESE PERIODO ARABO PERIODO EUROPEO + MONDO
2 MORTAIO A MANO PILA COLLATURA PESTELLI
PILA OLANDESE
MACCHINA CONTINUA
3 FORZA UMANA MULINO AD ACQUA ENERGIA
4 PERIODO MULINI A CARBONERA
Carta
In Italia consumiamo ogni anno circa 90 kg di carta e cartone
per abitante, per un totale di circa 5 milioni di tonnellate. Di
questa quantità circa il 70% ha come destinazione i rifiuti.
Delle materie prime utilizzate per produrre la carta, il 45% è
costituito dalla carta da macero, che per un terzo
importiamo dall’estero.
Il recupero e il riciclaggio della carta ha numerosi vantaggi: si
tagliano meno alberi, si consuma meno energia; si
contribuisce a diminuire l’importazione della cellulosa da altri
paesi e quindi si risparmiano soldi; si diminuiscono le spese per
lo smaltimento dei rifiuti urbani; si contribuisce alla difesa
dell’ambiente su scala sia locale che planetaria.
Il recupero della carta si può fare fondamentalmente in due
modi: con la raccolta differenziata e con il riciclaggio. Con il
primo sistema la selezione viene fatta a monte, cioè prima
della formazione dei rifiuti; con il riciclaggio la selezione è
fatta a valle, cioè alla fine quando si sono raccolti i rifiuti. È
chiaro che con la raccolta differenziata si ottiene un prodotto
più pregiato, mentre con gli impianti di riciclaggio si
recuperano maggiori quantità di carta che però è
qualitativamente più scadente.
COM’è FATTO: LA CARTA
http://www.youtube.com/watch?v=ynvvaVAPkxU&feature=related
Discovery Channel
Visione del filmato e prendere appunti
COME SI PRODUCE LA CARTA OGGI?
Leggi attentamente le schede e poi illustrane le diverse fasi nelle casella accanto.
Oggi le cartiere producono milioni di
tonnellate di carta.. Bisogna abbattere
milioni di alberi che giungono alle
cartiere. In Italia, nell’industria cartaria si
usa il pioppo perché cresce molto
velocemente: 11-12 cm. Già nel primo
anno. Il loro legno, tenero e chiaro, è
ricco di cellulosa. La cellulosa è la
materia prima che occorre per
fabbricare la carta.
Non appena abbattuti, gli alberi
vengono sostituiti da giovani piante
cresciute nei vivai. Bisogna però
aspettare che gli alberelli diventino
grandi: i faggi diventano adulti in
sessant’anni, i pini invece solo in
vent’anni.
Ecco perché le conifere sono usate più
spesso delle latifoglie.
I tronchi d’albero vengono sottoposti a
complesse lavorazioni. Bisogna
procedere alla scortecciatura e alla
sfibratura: a questa seconda
operazione provvedono speciali
macchinari che sono dotati di una
grande MOLA cilindrica (al posto degli
antichi MORTAI e della PILA A
PESTELLI) che, strofinando il legno e
grattandolo con violenza, ottengono
dei pezzetti di legno che vengono fatti
rammollire in acqua riducendoli in
PASTA LEGNO.
In seguito si passa al reparto della
raffinazione dove le fibre vengono
filtrate e sbriciolate fin ad assumere
minuscole dimensioni. Il legno trattato
e sminuzzato viene trattato ad altissima
temperatura in modo da eliminare le
impurità.
Vengono aggiunte delle sostanze
collanti che diluiscono e legano tra
loro le fibre della pasta-legno.
L’impasto così ottenuto è pronto per
entrare nella grande macchina
continua.
1-La pasta diluita in tantissima acqua
(95% acqua e 5% pasta) cola sul
ripiano di fabbricazione (chiamato
TAVOLA) che è un grande tappeto
scorrevole. Sotto ad esso ci sono dei
piccoli rulli aspiranti che tolgono
l’acqua.
2-L’impasto diventa un foglio continuo
di carta che circola su un feltro di lana.
3-Il foglio si assottiglia tra i rulli della
pressa.
4-Si asciuga tra i cilindri di
riscaldamento.
5-Viene lisciato perché acquisti uno
spessore uniforme.
6-Il foglio viene arrotolato sulle bobine,
pronto per essere tagliato in grandi
rotoli e inviato alle tipografie o alle
industrie che lo richiedono.
Le macchine moderne per fare la carta
fanno lo stesso lavoro dei vecchi mulini
da carta, invece di fare i fogli ad uno
ad uno, producono fin ad 800 metri di
carta al minuto.
USCITA NEL TERRITORIO
PER VEDERE I SITI DELLE CARTIERE DI UN TEMPO
ITINERARIO PREVISTO
Itinerario per uscita sul territorio di Carbonera del 13 aprile 2011 per vedere cartiere
e antichi edifici adibiti a cartiera (visita esterna agli edifici).
Dalle 10 alle 12.
Partenza: Scuola primaria di Carbonera
Carbonera: Via Melma (Fonderia Perali)
Carbonera: Via Roma (Mulino Zanardo)
Carbonera: Via Roma (Ufficio Postale)
Mignagola: via Duca d’Aosta (Cartiera Burgo)
Mignagola: via Codalunga-Via Cartiere (Rio Bagnon)
Pezzan: Via Cadorna- via Cal di Breda (Cartiera di Pezzan)
Carbonera: via 4 Novembre (Rio Rul)
Arrivo: Scuola Primaria
Via …………………………….………………………………. Fiume ………………………………………………………… CARBONERA
Via ……………………………….……………………………. Fiume ………………………………………………………… CARBONERA
Via ……………………………….……………………………. Fiume …………………………………………………………
CARBONERA
Via ……………………….……………………………………. Fiume ……………………………………………………… MIGNAGOLA
Via ……………………………….…………………………. Fiume ……………………………………………………… MIGNAGOLA
Via ………………….………………………………………. Fiume ……………………………………………………… PEZZAN
Via ……………………………….……………………………. Fiume ………………………………………………………… CARBONERA
Mappa del comune e localizzazione delle cartiere
Mappa del comune e localizzazione delle cartiere con foto (cartellone)
ISTRUZIONI PER COPIARE NELLA CHIAVETTA USB LE FOTO SCATTATE DURANTE L’USCITA PER OSSERVARE LE ANTICHE CARTIERE DI CARBONERA
1- Estrai dall’alloggiamento della macchina fotografica digitale la schedina elettronica.
2- Inseriscila nel tuo computer nell’apposita “porta”. 3- Apri la cartella in cui si sono memorizzate le fotografie che hai scattato. 4- Inserisci la tua chiavetta USB nel tuo computer. 5- Attendi che il computer riconosca la tua chiavetta USB e poi aprila. 6- Crea una cartella nuova che chiamerai come preferisci (scrivi sempre anche
il tuo nome. Ad esempio : LUCIA FOTO CARTIERE). 7- Ritorna alle tue fotografie e con il metodo “copia e incolla” trasferiscile nella
tua nuova cartella. 8- Chiudi la schedina della macchina digitale e toglila dal computer. 9- Chiudi la cartella delle tue foto che hai salvato nella chiavetta USB. 10- Cerca l’icona che ti permette di rimuovere (staccare) in sicurezza la
chiavetta e clicca sul comando che ti permette di rimuoverla. 11- Quando comparirà la finestra con un messaggio simile a questo “E’ ora
possibile rimuovere… “ allora potrai staccare la chiavetta dal computer. 12- Porta la chiavetta a scuola…
Relazione dopo la visita
COME SI FA LA CARTA
NELLA CARTIERA BURGO
Martedì 3 maggio siamo stati in visita alla Cartiera Burgo di Mignagola.
Ci hanno accolti il direttore e i suoi ingegneri.
Dopo una breve presentazione della fabbrica siamo stati divisi in due
gruppi: il primo è andato a visitare la fabbrica e il secondo ha visitato il
laboratorio poi i due gruppi si sono scambiati.
La nostra visita doveva servire a farci capire come si fa la carta oggi
nelle cartiere moderne.
IL PROCESSO DI PRODUZIONE
Nella fabbrica Burgo che abbiamo visitato noi, si produce un tipo di carta
particolare: quella per usi alimentari.
Ad esempio: per avvolgere i salumi, per confezionare le fette biscottate,
per contenere lo zucchero in bustine, i sacchetti per il pane, ecc.
Poiché si tratta di carta che deve stare a contatto con gli alimenti devono
usare solo cellulosa pura. Non è possibile utilizzare la carta riciclata.
La nostra visita guidata è iniziata dal MAGAZZINO. In questo luogo
arrivano tanti pacchi di CELLULOSA provenienti da tante parti del mondo
(da tutti quei luoghi in cui crescono tanti alberi, ad esempio il Brasile, il
Canada, il Nord Europa, ...).
L'ingegnere ci ha spiegato che per fare la carta servono due tipi di
cellulosa: quella che si ricava dalle CONIFERE (come i pini) ed è a fibra
lunga e resistente; e dalle LATIFOGLIE (come i pioppi, l'eucalipto) che
hanno fibre corte e rendono la carta più bella.
Nel reparto successivo abbiamo visto il PULPER una specie di enorme
frullatore che funziona in questo modo:
1- un nastro trasportatore porta i pacchi di cellulosa verso il pulper;
2- questi finiscono in una specie di imbuto che li riduce in tante
striscioline bagnate;
3- l'"imbuto" si apre e le strisce di cellulosa cadono nella vasca del
pulper che le macina fino a farle diventare una poltiglia (chiamata
PASTA) di colore bianchissimo simile a tanti fiocchi di cotone bagnato;
4- dopo avere continuato per un po' a sminuzzare la pasta il pulper si
svuota verso il basso e questa finisce in una serie di tubature che la
trasportano alla MACCHINA CONTINUA.
Quando la pasta si trova nel pulper è al 95% cellulosa e 5% acqua.
Quando la pasta arriva alla macchina continua le proporzioni sono
invertite: 5% di cellulosa e 95% di acqua.
La MACCHINA CONTINUA funziona in questo modo:
1-la pasta di cellulosa cade sulla prima parte della macchina stessa che
si chiama TAVOLA PIANA. Qui si forma un lunghissimo foglio largo 3
metri e lungo chilometri. Lungo la tavola piana l'acqua cade verso il
basso e il foglio comincia a vedersi;
2-il foglio viene fatto passare attraverso una serie di cilindri che lo
pressano per appiattirlo meglio e togliere ancora acqua;
3-successivamente passa tra altri cilindri riscaldati (la SECCHERIA) che
asciugano del tutto il foglio;
4-poi passa su un enorme cilindro (il CILINDRO MONOLUCIDO) che
rende lucida una parte della carta mentre l'altra resta ruvida;
5-la fase conclusiva consiste nel tagliare il lunghissimo foglio ogni 60
Km. avvolgendolo in grandi BOBINE;
6- ogni bobina viene a sua volta tagliata in bobine più piccole che
vengono trasportate nel magazzino.
7- da qui potranno essere inviate con i camion dove ne richiedono
l'utilizzo (cioè ai clienti della Burgo).
Questa visita ci ha fatto capire che oggi è più facile produrre la carta
perché basta controllare i macchinari che la producono, mentre una volta
era molto più faticoso.
(classe 4 B)
Relazione dopo la visita
COME SI FA LA CARTA
NELLA CARTIERA BURGO
Martedì 17 maggio siamo stati in visita alla Cartiera Burgo di Mignagola.
Ci hanno accolti il direttore, un ingegnere e un tecnico di laboratorio.
Dopo una breve presentazione della fabbrica ci siamo divisi in due
gruppi: il primo è andato a visitare la fabbrica accompagnato
dall'ingegner Lorenzo, mentre il secondo si è recato nel laboratorio
assieme al tecnico signor Paolo; poi i gruppi si sono scambiati.
La nostra visita doveva servirci a capire come si fa la carta oggi nelle
cartiere moderne.
IL PROCEDIMENTO PER FARE
LA CARTA ALIMENTARE
Nella Cartiera Burgo che abbiamo visitato noi, si produce un tipo di carta
speciale: quella che si usa per gli alimenti.
Ad esempio: per avvolgere i salumi, i formaggi, per confezionare le fette
biscottate, per contenere lo zucchero in bustine o i sacchetti del pane...
Poiché si tratta di carta che deve stare a contatto con gli alimenti devono
usare solo cellulosa pura. Non è possibile utilizzare la carta riciclata.
La nostra visita guidata è iniziata dal MAGAZZINO. In questo luogo
arrivano i pacchi di CELLULOSA provenienti da tante parti del mondo.
L'ingegnere ci ha spiegato che per fare la carta alimentare servono due
tipi di cellulosa: quella che si ricava dalle CONIFERE (e proviene dalle
foreste del Nord Europa) e quella che si ottiene dalle LATIFOGLIE (che
proviene dai paesi caldi). La prima produce una cellulosa a fibra lunga e
resistente, la seconda una fibra corta che serve a rendere bella la carta.
Nel reparto successivo abbiamo visto il PULPER una specie di enorme
frullatore che funziona nel seguente modo:
1- un nastro trasportatore porta i pacchi di cellulosa verso il pulper;
2- questi finiscono in una specie di imbuto che li riduce in tante
striscioline bagnate;
3- l'imbuto si apre e le strisce di cellulosa cadono nella grande vasca del
pulper che le macina fino a quando diventano una poltiglia (chiamata
PASTA) di colore bianchissimo simile a fiocchi di cotone bagnato;
4- dopo aver continuato per un po' a sminuzzare la pasta il pulper si
svuota verso il basso e questa finisce in una serie di tubature che la
trasportano verso la MACCHINA CONTINUA.
Quando la pasta si trova nel pulper è composta dal 95% di pasta e 5%
d'acqua. Quando la pasta arriva alla macchina continua le proporzioni
sono invertite: 5% di pasta e 95% d'acqua.
La MACCHINA CONTINUA funziona nel seguente modo:
1- la pasta di cellulosa esce dalla CASSA D'AFFLUSSO e cade nella
prima parte della macchina che si chiama TAVOLA PIANA. Qui si forma
un lunghissimo foglio largo 3 metri e mezzo e lungo 90 km. Lungo la
tavola piana l'acqua cade verso il basso e il foglio comincia a formarsi;
2- il foglio viene fatto passare tra una serie di cilindri che lo pressano
(cioè le PRESSE) e lo appiattiscono meglio e tolgono altra acqua;
3- successivamente passa tra altri cilindri riscaldati (la SECCHERIA) che
asciugano del tutto il foglio;
4- poi passa su un enorme cilindro (il CILINDRO MONOLUCIDO) che
lucida una parte della carta mentre l'altra resta ruvida;
5- la fase conclusiva consiste nell'avvolgere il foglio in un lunghissimo
rotolo di 90 km detto JUMBO.
6- il jumbo viene a sua volta tagliato in rotoli più piccoli (chiamati
BOBINE) che vengono trasportati nel magazzino di spedizione;
7- da qui le bobine potranno essere inviate con i camion dove ne
richiedono l'utilizzo (cioè i clienti della Burgo).
Questa visita ci ha fatto capire che oggi è molto più facile
fare la carta perché basta controllare i macchinari che la producono,
mentre una volta era molto più faticoso.
Classe 4 A
1-Riordina le parole-sequenze dei macchinari e delle diverse fasi di
produzione della carta nella Cartiera Burgo
2-Dopo aver osservato le fotografie scrivi accanto ad ogni sequenza il
numero di riferimento.
PULPER PRESSE MAGAZZINO DELLA CELLULOSA SECCHERIA TAVOLA PIANA JUMBO CILINDRO MONOLUCIDO MAGAZZINO SPEDIZIONE BOBINE PULPER PRESSE MAGAZZINO DELLA CELLULOSA SECCHERIA TAVOLA PIANA JUMBO CILINDRO MONOLUCIDO MAGAZZINO SPEDIZIONE BOBINE
Geografia
1-Osservazione del territorio di Carbonera con Google Earth http://maps.google.it/maps?client=firefox-a&rls=org.mozilla:it:official&hl=it&tab=wl
2-Osservazione su mappa geografica del comune la conformazione del paese
3-Individuazione dei corsi d’acqua
4-Testo a coppie di osservazioni emerse dopo consultazione di google map-
Carbonera
ASPETTO GEOGRAFICO E CLIMATICO
DEL TERRITORIO DI CARBONERA Carbonera è il primo comune a nord-est di Treviso. Confina con i comuni di
Treviso, Villorba, Spresiano, Maserada, Breda di Piave e San Biagio di Callalta.
Il comune di Carbonera comprende le seguenti frazioni: Mignagola, Pezzan,
San Giacomo di Musestrelle e Vascon. Vi sono inoltre le località di Biban e
Castello.
Il suo territorio, dalla forma geometrica irregolare, misura Kmq. 19.784 ed è
collocato in quella fascia nord-orientale della provincia di Treviso compresa tra i
fiumi Sile e Piave.
Il sottosuolo è costituito prevalentemente da banchi di ghiaia e di misto
alluvionale, provenienti dalle periodiche alluvioni del fiume Piave. Le alluvioni
antiche e quelle più recenti hanno dato origine allo strato di ghiaia sottostante
su cui si fonda Carbonera; inoltre le alluvioni più recenti hanno concorso a
formare lo strato superficiale agrario di natura misto-argillosa sabbiosa. Lo
strato ghiaioso, di grande potenza e permeabilità, è attraversato da numerose
falde acquifere artesiane aventi in genere ottimi requisiti di potabilità dalle quali
la popolazione del comune trae l'acqua necessaria agli usi civili e industriali.
Il territorio del comune di Carbonera è essenzialmente pianeggiante con
differenze di quota, da zona a zona, relativamente piccole (da 15 a 18 metri sul
livello del mare).
Oltre che dalla rete dei piccoli corsi d'acqua il comune di Carbonera è tagliato,
lungo i confini delle proprietà o in corrispondenza dei limiti di coltura, da fossi di
raccolta delle acque piovane.
Il terreno è completamente coltivato ed è suddiviso in proprietà o zone di
coltura per lo più di modeste entità. La natura del terreno e la presenza di
acqua assicurano la riuscita a molte colture, oltre a favorire la crescita di piante
di alto fusto lungo i fossati e i corsi d'acqua. I
l comune di Carbonera è percorso dai fiumi Melma, Piovensan, Rul, Mignagola,
Nerbon, Pulise, Rio Bagnon, Musestre, Musestrelle, Rivo le Fontane, Rivo
Ghirada, Rivo e Scolo la Peschiera. I percorsi di questi principali fiumi sono
brevi e tranquilli, senza sobbalzi vorticosi e nascosti da una rigogliosa
vegetazione di vario tipo. Le loro acque sono limpide, però, quando piove,
aumentano e divengono melmose. Molte volte emergono a fior d'acqua chiazze
di una vegetazione tipicamente acquea.
Per quanto riguarda il clima, il territorio di Carbonera presenta le caratteristiche
tipiche della zona nord-orientale della pianura Padana con lievi differenze
dovute alla relativa vicinanza del mare Adriatico. L'andamento del clima non si
discosta da quello medio-temperato, tuttavia ci sono alcune notazioni
particolari: notevole umidità per quanto riguarda l'autunno e l'inverno e la
presenza di banchi di nebbia. (tratto da fascicolo edito dalla Biblioteca Comunale nel 1999)
ISTRUZIONI PER CERCARE IMMAGINI CON IL MOTORE DI RICERCA “GOOGLE”
Attività da svolgere sotto il controllo di una adulto o di una persona che sa usare internet.
1-Collegarsi ad internet 2-Se non è già presente nel computer scrivere “Google” e aprire il sito del motore di ricerca 3-Cercare la parola “immagini” (scritta in azzurro e sottolineata nella barra Web) e cliccarci sopra 4-Si aprirà la pagina che permette di entrare nell’archivio delle immagini di Google 5-Scrivi nella barra in cui lampeggia il cursore le parole MULINO AD ACQUA ti comparirà un archivio di immagini di mulini di vario tipo, osservali cliccando sopra ciascuna immagine che si ingrandirà e potrai guardarla meglio. Quelli che vedrai sono mulini che servivano per produrre farina ed altro ma anche la carta. Questa attività serve per capire meglio com’erano fatti anche i mulini di Carbonera. La differenza sta nel tipo di paesaggio in cui si trovano.
ALIZZIAMO UNA MAPPA STORICA DATA
SCALA LEGENDA TIPO DI SCRITTURA LINGUAGGIO SIGLE NUMERI ELEMENTI DEL PAESAGGIO (confini, punti cardinali, fiumi, strade, terreni, edifici)
(scansionare alcuni lavori dei gruppi) e riportare mappa storica (vedi file
Duplimatic)
Carta ASTV – Pezzan di Melma - 1680-1715 (particolare) Carta Allegata ai Registri
d’estimo catastale.
LE MAPPE STORICHE DELL’ARCHIVIO DI STATO DI TREVISO
Le mappe storiche che abbiamo osservato sono state disegnate tra il 1680 e il
1719.
Gli originali si trovano nell’ARCHIVIO DI STATO DI TREVISO.
Si tratta di documenti storici molto importanti perché ………………………………
……………………………………………………………………………………………………
……Queste carte sono state realizzate per far vedere come fosse diviso il
territorio del Comune di Carbonera1: si vedono, infatti, tutti i terreni su alcuni
dei quali sono stati disegnati anche degli edifici ………………………………………
di varie dimensioni e aspetto. Sono state disegnate anche le strade e
……………….
Queste carte servivano per mostrare quanto estesi fossero e dove si trovassero i
terreni i quali venivano misurati con le unità di misura di quel tempo cioè le
PERTICHE (1 PERTICA = circa 2 metri lineari) e quali edifici vi fossero costruiti
sopra.
Tutti i terreni sono contrassegnati con un numero. Ma che cosa indica ciascun
numero?
Bisogna sapere che in Archivio di Stato, insieme alle mappe, sono conservati
anche dei grossi registri che le accompagnano. In questi registri ogni terreno è
descritto brevemente: chi è il proprietario, quanto esteso è il terreno, come è
coltivato, se vi sono edifici, quanto valgono e come sono fatti e con quali altre
proprietà confina.
Questo tipo di registro si chiama REGISTRO D’ESTIMO.
In questo registro ogni terreno lo si può riconoscere in base al numero che c’è
scritto sulla mappa storica quindi, se voglio sapere chi fosse il proprietario, ad
esempio del terreno n° 1 o 25 o 97 devo individuare ………………………………….
…………… e trovarlo nel registro che mi darà le informazioni che cerco.
Nel registro d’estimo sono descritti anche i mulini. Tra questi ci sono anche
quelli adibiti a cartiere.
Ma a cosa servivano queste mappe?
Servivano allo Stato Veneziano che allora governava il nostro territorio per
stabilire quante tasse far pagare ai proprietari dei terreni di quel tempo (tanti
terreni = più tasse, meno terreni = meno tasse).
Una curiosità:
Gli edifici che si vedono sulle mappe sono abbastanza simili a quelli reali e sono
stati disegnati perché erano fatti di mattoni coi tetti di tegole e quindi
appartenevano a proprietari ricchi abbastanza da poter pagare le tasse. Di
edifici costruiti con legno, fango e paglia, come i casoni, ne sono stati
disegnati pochissimi ma, probabilmente, nella realtà ce n’erano molti di più, e i
proprietari non dovevano pagare le tasse anche per quelli.
1 A quel tempo il territorio di Carbonera non era considerato unico ma era diviso nelle diverse frazioni e
località che si trovano scritte anche sulle mappe: Carbonera, Biban, Castel di Carbonera, Pezzan di Melma, Vascon,
Mignadola e San Giacomo.
UNA CARTA GEO-STORICA PER OSSERVARE CHE ...
……………………………………………………………………………………………………………………………
……………………………………………………………………………………………………………………………
……………………………………………………………………………………………………………………………
FONTI SCRITTE I testi che leggerai di seguito sono stati tratti da due libri che contengono ricerche fatte da storici locali. Sono molto utili per conoscere preziose informazioni sulle cartiere esistenti in passato nel territorio di Carbonera. Leggili con attenzione e farai delle interessanti scoperte.
CARTAI A CARBONERA DAL 1500 AL 1800
Tratto da: Danilo Gasparini, CARTIERE E CARTAI NEL TREVIGIANO TRA XVI E XIX SECOLO
in Cartai e stampatori in Veneto, Marchi Group, 2001.
Attorno al fiume Melma per tutto il ‘500 e oltre è qui che si fabbrica carta. Gli
estimi di metà 1400 ci segnalano la presenza di 3 folloni (mulini) da carta: 2 a
Biban e 1 a Carbonera.
Il follo (mulino da carta) appartiene a Vettor Gradenigo ed è in affitto a mastro
Gasparo carter.
Nella prima cartiera a Biban ci lavora mastro Francesco da Pordenon, mentre
l’altra, un impianto di dimensioni notevoli, con 3 ruote e 7 pile, è di proprietà di
Fabrizio da Prato: si tratta della cartiera in cui aveva lavorato mastro Pace da
Fabriano nel corso del 1300. Nel 1495 un documento di affitto ci descrive gli
impianti della cartiera: 7 pile, 3 ruote esterne, 4 tine, 2 tino per la collatura, e 2
stenditoi, uno al piano superiore uno a quello inferiore.
Per quanto riguarda gli stracci non ci sono documenti che testimonino se ci
fossero persone addette alla loro raccolta (i cosiddetti strazzaroli): è molto
probabile quindi che fossero gli stessi cartai ad andare a raccoglierli
personalmente per le case per poi portarli alla loro cartiera e trasformarli in fogli
di carta.
In una mappa di fine ‘600 conservata presso l’Archivio parrocchiale di Carbonera,
sono dislocati gli opifici2 lungo il corso del fiume Melma e dei suoi affluenti: 4
cartiere e 1 battirame. Le cartiere appartengono alla famiglia dei conti Avian di
2 Per opificio (dal latino opificium, luogo di lavoro) si intende una fabbrica o uno
stabilimento industriale all’interno del quale avviene la trasformazione di una materia prima in un prodotto finito. Attualmente la definizione di opificio ha assunto però un significato più ampio,
quello di luogo di lavoro dove avviene una qualunque attività industriale.
Esistono molteplici tipologie di opificio, quali gli opifici industriali, artigianali, orafi, tessili etc, a seconda del tipo di attività lavorativa che viene svolta al loro interno. (da Wikipedia)
Vicenza, ai signori Righettini di Treviso, al nobile Gradenigo e alla famiglia Dondi-
Orologio-Dolfin. In un tratto di fiume lungo cinque chilometri, quindi, si trovavano
5 mulini.
Nell’estimo stilato nel periodo 1680-1719 scopriamo informazioni utili sulle cartiere
che si trovano nel territorio intorno a Treviso.
(vedi tabella 2)
La cartiera Righettini resterà per decenni uno degli impianti più complessi e
“imponenti”. Nel 1650 sarà trasformata in cartiera: nel 1653 3 ruote e 4 folloni
(cioè 4 pile a pestelli), azionano la cartiera poi, attraverso modifiche successive,
nel 1751 la cartiera avrà 7 ruote.
A Mignagola la cartiera della famiglia Ciassi partita con 2 ruote arriverà nel 1764
ad averne 7.
Nel secolo XIX le informazioni sulle cartiere di Carbonera sono maggiori.
Nel 1807 Napoleone ordina il censimento del territorio e di tutte le attività che vi
si svolgono. A Carbonera vengono segnalati 17 tini da carta, distribuiti in 9
cartiere. Per ogni tino servono 4-5 operai, un direttore ogni due tini, più
altrettante donne per preparare stracci e cenci e per stendere la carta; vale a
dire circa 190 persone impiegate in tutto.
Gli abitanti di Carbonera in quegli anni erano circa 1300 ciò significa che circa il
15% della popolazione lavorava nelle cartiere.
In altri documenti si scrive che su 1250 abitanti, a Carbonera, 352, cioè quasi il
30%, appartengono a famiglie di cartolai, cartai, cartieri.
(vedi tabella 3 e 4).
GLI OPIFICI DEL BACINO DEL SILE IN ETÀ VENEZIANA (tratto da: Mauro Pitteri, in Il Sile, Cierre edizioni, 1998)
Nel 1545 la maggioranza dei mulini posti lungo gli affluenti del fiume Sile erano
usati per macinare i cereali. Una parte però serviva per produrre la carta.
Il Melma presso Carbonera dava lavoro a 3 cartiere o “folli da carta”, com’erano
allora chiamate, a due folli da panni e a un battirame.
Questo era il segnale che in seguito le cartiere si diffonderanno soprattutto a
partire dalla seconda metà del secolo XVII.
Il mulino che si trovava sul Melma a Carbonera era di proprietà del nobile
Domenico Tiepolo dal 1514, nel 1634 venne venduto alla famiglia Sala e nel 1764
era sicuramente adibito a cartiera.
(tabella 6)
Il numero delle cartiere attive nel Settecento è rilevante. Nel trevigiano, dalla
raccolta degli stracci pestati coi magli e macerati nelle tine si produceva
soprattutto carta fine da scrittura e da stampa per le tipografie della Dominante
(la Repubblica di Venezia) e per le esportazioni verso l’Oriente.
Inoltre, nella prima metà del Settecento, l’editoria veneziana ebbe un notevole
sviluppo e richiese la produzione di molta carta per la stampa. Di conseguenza
divenne un buon affare costruire altre cartiere lungo gli affluenti del Sile grazie
alla limpidezza delle acque risorgive e alla facilità di trasporto via fiume sia del
lavoro finito (le risme di carta), sia degli stracci.
Così accanto alle cartiere di Carbonera ne sorsero anche a Pezzan e a
Mignagola.
Nel 1645 A Mignagola vi era un mulino da grani di 3 ruote, ma nel 1687 i
documenti riportano notizie anche di una cartiera con 2 ruote idrauliche. Questi
opifici erano stati acquistati entrambi nel 1709 da Antonio Ciassi che chiese di
poter costruire una rosta (un salto d’acqua lungo il corso d’acqua) “per far girar
altra piccola rodetta de cartera, per portar l’acqua nelli pistoni (nella pila a
pestelli) della medesima”. In realtà costruì 3 ruote e quando nel 1763 la cartiera
fu acquistata da Giobatta Greguoli i motori idraulici (cioè le ruote) erano 5 e
l’anno dopo diventarono 6, quando venne chiesta l’autorizzazione a trasformare in
cartiera anche la parte del mulino da grani.
Anche Pezzan di Melma divenne tra Sei e Settecento un importante centro per la
raccolta degli stracci. Infatti nel 1518 il mulino esistente serviva per produrre
panni e circa un secolo (inizio del 1600) dopo era ridotto in rovina. Il proprietario
lo diede in affitto a Girolamo Righettini che lo ristrutturò e usò 2 delle 4 ruote
per produrre carta. Quando il signor Righettini acquistò il mulino nel 1650 chiese
di sostituire 4 delle 7 ruote del mulino che si erano rovinate e di trasformare
tutto l’edificio in cartiera. Iniziò da quel momento il possesso dell’impianto da
parte di questa famiglia di cartai; così nel 1710 Francesco Righettini dichiarò di
avere due cartiere di 2 ruote ciascuna e Girolamo nel 1750 chiese di cambiare
uno dei 7 motori idraulici.
Anche l’altra cartiera di Pezzan nel Seicento ospitava un mulino da panni con 3
ruote e il proprietario, il conte Girolamo Aviano, chiese di destinarlo a edificio da
carta.
Nel 1745 si costruì una nuova cartiera ad opera dei nobili Loredan lungo “la
piccola roggia d’acqua detta Bagnonzin”.
Tempo 1719 1806 - 1814 1815 - 1848 osservazioni
Fonte
Nome archivio PODESTERIA DI TREVISO
CATASTO NAPOLEONICO
CATASTO AUSTRIACO
Proprietario ruote Proprietario ruote Proprietario ruote
CARBONERA
N.H. MARCO GRADENIGO 2
MIGNAGOLA
PEZZAN
BIBAN
CARTIERE E CARTAI NEL TREVIGIANO TRA XVI E XIX SECOLO (da Danilo Gasparini, in Cartai e stampatori in Veneto, Marchi, 2001)
I fattori e le cause che hanno permesso la nascita e lo sviluppo delle cartiere nel territorio trevigiano. Comprendiamo una fonte scritta storiografica
1-Dal punto di vista geo-morfologico una vasta area a nord di Treviso è caratterizzata dalla presenza di fontanili, dentro a quella fascia che per settanta chilometri e per una larghezza che va dai due agli otto chilometri corre come una cerniera tra alta e bassa pianura da Vicenza a Treviso.
2-Di questo geoecosistema fa parte il Sile che riceve da nord le acque di numerosi corsi d’acqua; partendo da ovest il torrente Cerca, il Giavera che confluisce nel fiume Pegorile che a sua volta di butta nel Botteniga il quale, unendosi fuori della città di Treviso al Piavesella, canale derivato dal Piave a metà del 1400, entra in città ramificandosi nei tre Cagnani; proseguendo verso est il Limbraga, lo Storga, il Melma che riceve le acque del Rul e del Piovenzan, il Mignagola che riceve il Rio Bagnon e si riversa nel Musetre, il Rio Nerbon, il Vallio che si unisce poi al Meolo.
3-C’è poi da aggiungere la costanza della portata delle acque che hanno certamente favorito lo sfruttamento energetico di questi corsi d’acqua.
4-La vicinanza alla città di Treviso che diventa un luogo di uffici amministrativi che devono usare molta carta per la stesura dei documenti che producono (ad esempio estimi, catasti, cioè documenti che servono per pagare le tasse alla Repubblica di Venezia).
5-La vicinanza a Venezia.
6-I soldi che i ricchi veneziani investono nei territori trevigiani per acquistare terreni, costruire ville, ma anche edifici di lavoro (opifici) come ad esempio le cartiere.
7-La nascita della stampa che richiede uso di molta carta e il fatto che a Venezia ci fossero molti stampatori-editori.
secolo XIII XIV XV XVI
CARBONERA 1283 Lungo i fiumi ci sono fabbricatori di carta
1350 Cartiera nell’attuale Mulino Zanardo
1456 Gradenigo possiedono un follo da carta (poste di Carbonera)
1542 3 folli da carta sul Melma
BIBAN 1376 Rul: c’è un follo da carta 1384-85 Pace da Fabriano affitta un follo da carta
1438 Vengono potenziati i Folli sul Rul 1500 Ex Falegnameria Zanin: un mulino poi cartiera
1545 Paulo dal Ghetto è proprietario di un mulino sul Melma
PEZZAN 1305 Un follo da panni (ora cartiera Venerando)
1542 Antonio Medol possiede sul fiume Melma un mulino a 2 ruote; Sul Melma ci sono 14 poste e 32 ruote.
MIGNAGOLA 1321 Brugnola: un mulino a 2 ruote 1362 Mignagola: mulino (al posto della cartiera Burgo).
1542 Mignagola: 2 poste e 4 ruote.
VASCON 1400 Antonius Bonano cartaio di Fabriano è interessato a un follo da carta
1536 Il mugnaio Matteo Bianchin versa 150 lire per riparare il mulino di Alvise a Pezzan
secolo XVII XVIII XIX XX
CARBONERA 1648 I Gradenigo possiedono ancora il follo da carta nell’ex zoccolificio Fuser.
1719 C’è una cartiera con 2 ruote. 1764 Ci sono 2 mulini privati e 3 cartiere. 1766 Ci sono 10 cartiere.
1802 Melma: c’è la cartiera Sala. 1807 Ci sono 9 cartiere; il mulino sul Melma viene sostituito da una cartiera.
1931 La guida di Treviso indica un mulino a Carbonera (Pietro Zanardo)
BIBAN 1683 Ci sono 4 cartiere e un mulino. 1687 Baldissera Dolfin è proprietario di una cartiera con tino.
PEZZAN 1650 Girolamo Righettini trasforma il follo da panni in cartiera sul Melma.
1710 Aviano possiede 1 cartiera; Righettini ne possiede 2. 1715 Da un disegno si apprende che sul Melma c’è la cartiera di Aviano. 1764 Ci sono 3 cartiere.
1807 Bagnon: una cartiera. 1814 Cartiera di Pezzan prende il nome dai Venerando. 1860 Bagnon: chiude la cartiera di Ochs
1912 In cartiera si installa la nuova macchina per produrre carta paglia. 1946 La famiglia Munari acquista la cartiera. 1964 La cartiera si chiamerà “Cartiera di Carbonera”.
MIGNAGOLA 1645 È attivo un mulino da grani. 1687 Stefano Moretti possiede una cartiera con 2 tini.
1709 Antonio Ciassi acquista un mulino e una cartiera. 1719 C’è una cartiera con 4 ruote.
1832 Costruzione uffici presso cartiera Reali. 1861 Muore Tommaso Salsa che aveva diretto e acquistato la cartiera.
1910 La cartiera Salsa produce 4000 t. di carta. 1931 La cartiera Salsa entra a far parte del gruppo Burgo. 1938 Produce 11700 t. di carta. 1953 La cartiera si amplia e impiega 600 operai.
VASCON 1809 Famiglia Reali (cartiera di Mignagola) acquista terreni.