Perché è necessario parlare di ricerca...2016/06/25 · Europea il PON “Ricerca e...

Perché è necessario parlare di ricerca

Di quale GAP stiamo parlando?

Di sicuro del GAP tra la ricerca finanziata e svolta in Italia e la ricerca finanziata e svolta nel resto del mondo.

Ma se questo primo GAP non ci fosse, saremmo al sicuro?

Esiste, infatti, un altro gap, a livello nazionale tra la scienza svolta con le risorse attuali e la scienza che potremmo svolgere con ben altre risorse.

Stiamo parlando di un gap tra realtà e potenzialità

MIND THE GAP

Internazionale

vs

Nazionale

vs

(realtà) (potenzialità)

Dato quello che produciamo con le poche risorse a disposizione …è come se in Italia avessimo progettato XXX usando solo l’1% del nostro cervello….

Contesto • Rapporto sullo stato del sistema universitario e della ricerca 2016 (ANVUR, maggio 2016)

• Programma Nazionale della Ricerca (PNR 2015-2020) (MIUR, maggio 2016) (probabilmente ne parla il Prof. Parisi, il Gruppo 2003 ha prodotto un documento sul PNR)

• Roadmap italiana per la Realizzazione dello Spazio Europeo della Ricerca (MIUR, maggio 2016) • Roadmap per lo Spazio Europeo della Ricerca in altri Paesi Europei e presenza di una eventuale Agenzia Nazionale per la Ricerca (Research Council) (ne parla la prof.ssa Abbracchio, ha fatto una ricerca approfondita su questi aspetti) • Benchmarking delle Regioni Italiane sull’utilizzo delle risorse UE (data base aggiornato a gennaio 2016) • Riflessioni sui limiti del sistema di peer-review (Fang et al., 2016, eLife)

Agenzia Nazionale di Valutazione del Sistema Universitario e della

Ricerca (ANVUR)

Rapporto sullo stato del sistema universitario e della ricerca 2016 24 maggio 2016

http://www.anvur.it/index.php?option=com_content&view=category&layout=blog&id=70&Itemid=565&lang=it

http://www.anvur.it/index.php?option=com_content&view=category&layout=blog&id=70&Itemid=565&lang=it

Dati generali e raffronti • 1, 27% è la quota percentuale di PIL che l’Italia ha speso in R&S nel periodo 2011-2014; • 2,23% è la media dei paesi OCSE; • 2,06% per UE 15 e 1,92% per UE 28; • Eterogeneità regionali: il solo Piemonte presenta quote di spesa in R&S prossime alle medie dei paesi UE e OCSE; • La ripartizione delle quote di spesa tra settori istituzionali vede prevalere il settore privato, che rimane comunque

sottodimensionato rispetto alla media europea, sui settori dell’istruzione superiore e pubblica; • Tra il 2005 e il 2014 si è registrata una graduale convergenza della composizione della spesa italiana verso la media

comunitaria, con una graduale diminuzione della quota della ricerca pubblica e dell’istruzione superiore e un corrispondente lento aumento di quella del settore privato.

Fonte: ANVUR «Rapporto sullo stato del sistema universitario e della ricerca 2016»

Spesa in R&S delle regioni italiane espressa come percentuale del PIL regionale

Anno 2013. Sono indicate le variazioni rispetto all’anno 2010

C U R I O S I TÀ Nel quadriennio 2011-2014, in contrasto con quanto avviene nei paesi OCSE, la fonte di finanziamento prevalente per la spesa in R&S è stato il settore pubblico, nonostante la riduzione dei finanziamenti statali (del 21% tra il 2008 e il 2014).


Spesa in R&S per tipologia e settore istituzionale. Italia. Anno 2013 (valori percentuali)


IL FINANZIAMENTO PUBBLICO DELLA RICERCA: IL RUOLO DEL MIUR • Il Fondo Ordinario per il finanziamento degli enti e istituzioni di ricerca (FOE), distribuito in parte su base premiale, raggiunge un massimo nel 2011,

per poi decrescere negli anni successivi; • Per l’anno 2015 sono stati stanziati per gli enti di ricerca vigilati dal MIUR 1.666 milioni di euro; • I fondi dedicati ai Progetti di Ricerca di Interesse Nazionale delle università (PRIN) hanno raggiunto un massimo nel 2009, per poi mostrare una

tendenza alla diminuzione. Negli ultimi anni i PRIN non sono stati banditi con cadenza annuale; dopo il 2012 c’è stato un bando solo alla fine del 2015, con uno stanziamento pari a 95 milioni di euro;

• Anche le risorse destinate al Fondo per gli Investimenti della Ricerca di Base (FIRB) si sono attestate nel 2014 ai livelli minimi degli ultimi anni: tra i

programmi, quello denominato SIR (Scientific Independence of young Researchers), bandito nel 2014 e destinato a sostenere i giovani ricercatori nella fase di avvio della propria attività di ricerca indipendente, ha avuto una dotazione di 54 milioni di euro;

• Il Fondo per le Agevolazioni alla Ricerca (FAR) non è stato finanziato negli ultimi tre anni (2013-2015); • Sul fondo FAR sono gestiti i progetti che rientrano nel Programma Operativo Nazionale (PON). Recentemente è stato approvato dalla Commissione

Europea il PON “Ricerca e Innovazione” 2014-2020, che prevede un budget complessivo di 1.286 milioni di euro per programmi di ricerca e innovazione al Sud.


Spesa in ricerca e sviluppo per fonte di finanziamento* (miliardi di euro)


Ammontare dei programmi di finanziamento del MIUR (milioni di euro)


LA CAPACITÀ DI ACCESSO AI FINANZIAMENTI EUROPEI

• L'analisi della capacità dell’Italia di accedere ai finanziamenti europei nell’ambito di Horizon 2020 si focalizza sui primi due anni di programmazione (2014-2015). Sono considerati sia i progetti approvati e già avviati (circa 5.000) sia quelli approvati ma non ancora avviati (circa 1.700), su un totale di 180.000 progetti presentati;

• Rispetto all’analoga analisi relativa al periodo 2007-2012 (coincidente con le prime sei annualità del 7°

programma quadro), il sistema della ricerca nazionale mostra una maggiore capacità di partecipazione e un più alto tasso di successo nei progetti collaborativi caratterizzanti il secondo e terzo pilastro di Horizon 2020 (rispettivamente Industrial Leadership, con dotazione finanziaria di 17.015 M€ e Societal Challenges, con dotazione finanziaria di 29.678 M€);

• Invece permangono, e in qualche caso aumentano, le criticità riguardanti il primo pilastro (Excellent Science, con una dotazione finanziaria per il settennio di 24.441 M€, che include il finanziamento dei bandi ERC)


Rapporto tra finanziamenti ottenuti dai partecipanti ai progetti finanziati H2020, suddivisi per nazionalità dell’istituzione, e contributo di ciascun paese al budget H2020


Rapporto tra finanziamenti ottenuti dai partecipanti ai progetti finanziati H2020, suddivisi per nazionalità dell’istituzione, e contributo di ciascun paese al budget H2020

• Complessivamente, permane una significativa distanza tra la quota dell'Italia del contributo nazionale alla dotazione finanziaria del programma quadro (12,5% dopo la correzione effettuata ex post in favore di alcuni paesi) e i finanziamenti ottenuti (8,1% del totale erogato).

• Tale risultato riflette il tasso di successo (10,6%), significativamente inferiore rispetto ad altri importanti paesi europei, mentre il tasso di partecipazione alle proposte, 12,7%, è in linea con la percentuale di contribuzione alla dotazione finanziaria. Questi dati determinano un ritorno sul territorio nazionale di 0,66 centesimi (0,71 teorico) per ogni euro investito dall’Italia nel programma quadro.

• A livello di programma di finanziamento, il divario maggiore si registra nel programma ERC del pilastro Excellent Science, dove la percentuale di progetti basati in Italia (in termini di finanziamenti) si ferma al 5% e il tasso di successo italiano è minore della metà di quello medio complessivo. Tuttavia emergono situazioni più favorevoli per alcuni settori disciplinari (matematica, fisica dei costituenti fondamentali della materia, economia) e alcune istituzioni.

• Il divario tra contributi nazionali e finanziamenti ottenuti è almeno in parte il riflesso della esigua numerosità del personale direttamente o indirettamente dedicato alla ricerca. Se si confrontano i risultati in rapporto alla numerosità del personale addetto alla ricerca, il divario tra l’Italia e i principali paesi presi a confronto si azzera o cambia segno.


Distribuzione regionale dei progetti ERC basati in Italia. Call ERC StG, PoC, SyG, CoG e AdG dal 2007 al 2015 (esclusa la call AdG-2015)

(Fonte: Elaborazione ANVUR)

Mediamente, l’entità del finanziamento attratto dalle istituzioni italiane, sia nel ruolo di coordinatore sia nel ruolo di partner di progetto, risulta inferiore alla media UE (del 27% per il finanziamento dei coordinatori, in diminuzione rispetto all’analogo dato rilevato nel settimo programma quadro). Vi sono rilevanti differenze tra regioni sia in termini di tasso di successo sia in termini di entità di finanziamenti attratti (o, alternativamente, di numerosità di progetti).


I CORSI DI DOTTORATO: ANALISI DEGLI EFFETTI DEL DM 45/2013 E SUCCESSIVI REGOLAMENTI

• Fonti normative: legge 240 del 2010 e decreto ministeriale n. 45 del 2013. • Sistema di accreditamento e valutazione dei Corsi di Dottorato all’ANVUR • A seguito della riforma, già nel 2013 il numero dei corsi di dottorato si è ridotto del

41%, a causa dei nuovi requisiti introdotti in termini di numero di docenti e borse di studio.

• La riduzione dei corsi si è riflessa in misura modesta sul numero complessivo dei posti di dottorando perché è contemporaneamente salito il numero medio dei posti per corso.

• Solo nel 2014 si è registrata una significativa flessione dei posti di dottorando (-25%), a causa dell’introduzione del requisito di un numero congruo di posti finanziati pari ad almeno il 75% dei posti disponibili, che ha tagliato il numero dei posti senza borsa.



La qualità dei collegi dei docenti, misurata sulla base delle valutazioni effettuate sui prodotti della ricerca che i membri dei collegi hanno sottoposto alla VQR 2004-2010, è sensibilmente migliorata nel 2014, mentre si è stabilizzata nel 2015. Infine, gli studenti ammessi ai corsi successivamente alla riforma sono caratterizzati da un abbassamento, seppure lieve, dell’età alla laurea. La percentuale di iscritti ai corsi di dottorato provenienti da altri atenei o dall'estero, pur in lieve aumento, rimane insoddisfacente.


IL POSIZIONAMENTO INTERNAZIONALE DELLA RICERCA ITALIANA

• La posizione relativa della ricerca italiana nel contesto internazionale è considerata secondo gli indicatori bibliometrici e di produzione scientifica, contenuti nella banca dati SciVal di Scopus.

• I dati sulle pubblicazioni sono stati anche combinati con quelli relativi ai principali fattori di input per la produzione scientifica (numero di ricercatori e spesa in ricerca e sviluppo), allo scopo di ottenere misure di produttività.

• Da questa analisi emerge che nel periodo 2011-2014 la quota italiana sul totale delle pubblicazioni mondiali si attesta complessivamente al 3,5%; la produzione scientifica nazionale cresce ad un tasso medio annuo del 4%, in lieve rallentamento rispetto ai periodi precedenti. Essa inoltre mostra una specializzazione nelle Scienze biologiche, nelle Scienze della Terra, nelle Scienze fisiche, nelle Scienze mediche e nelle Scienze matematiche e informatiche.


La produzione scientifica mondiale nel periodo 2001-2014


La produttività scientifica. Anni 2011–2014* (rapporto tra pubblicazioni e ricercatori, pubblici e totali)


PROGRAMMA NAZIONALE PER LA RICERCA

PNR 2015-2020

PROGRAMMA NAZIONALE PER LA RICERCA - PNR 2015-2020 L’investimento finanziario del Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca nel PNR è di quasi 2,5 miliardi di euro di risorse nei primi tre anni. Macro-obiettivi PNR 2015-2020 1.Internazionalizzazione, coordinamento e integrazione delle iniziative nazionali con quelle europee e globali; 2.centralità all’investimento nel capitale umano; 3.sostegno selettivo alle infrastrutture di ricerca; 4.collaborazione pubblico-privato, qui intesa come leva strutturale per la ricerca e l’innovazione; 5.Mezzogiorno; 6.Efficienza e qualità della spesa.

PNR 2015-2020

La ricerca italiana è quantitativamente significativa e apprezzata a livello internazionale: • L’Italia è ottava al mondo per numero di pubblicazioni scientifiche (più di 1.200.000 pubblicazioni complessive nel periodo 1996-2014), valore comunque distante sia dal dato di Francia (1.555.629) che soprattutto da quello tedesco (2.176.860); • Ogni articolo scientifico prodotto da ricercatori italiani ha ricevuto una media di 17,52 citazioni nel periodo 1996-2014.Tale risultato, sebbene inferiore a quello dei primi due Paesi, USA (23,36) e Regno Unito (21,03), è prossimo a quelli di importanti Paesi europei come la Francia (17,95) e la Germania (18,50).

PNR 2015-2020

I ricercatori italiani sono un asset di grande valore: • Le persone impiegate in attività di R&S sono più di 246.000, un numero troppo basso rispetto al fabbisogno e al confronto europeo, ma in crescita del 2,7% (2013 su 2012, dati ISTAT 2015) • I ricercatori, e gli investimenti pubblici in ricerca in generale, si distinguono per una produttività molto superiore alla media degli altri Paesi, espressa sia in termini di quantità di pubblicazioni scientifiche che di citazioni ricevute. Se invece di guardare al numero assoluto di pubblicazioni, lo si rapporta al totale degli investimenti in R&S, l’Italia balza al terzo posto della classifica mondiale, superando anche gli USA e dimostrando un’ottima capacità di impiego delle risorse disponibili.

PNR 2015-2020

Le PMI italiane sono tra le più innovative d’Europa: • La percentuale delle PMI che hanno introdotto innovazioni di prodotto e di processo, o innovazioni strategiche e organizzative è superiore alle media UE; Il numero delle imprese italiane che hanno svolto attivi di innovazione è aumentato nel corso degli ultimi anni e sono arrivate a rappresentare il 41,5% del totale delle imprese nel triennio 2010-2012. Un dato che, sebbene distante da quello tedesco (55%), è superiore a quello di Paesi come Francia (36,7%) e si colloca al di sopra della media europea (36%); • il contributo alla bilancia commerciale delle esportazioni di prodotti a media e ad alta tecnologia è superiore alla media UE

PNR 2015-2020

Basso rapporto tra spesa per ricerca e sviluppo (R&S) e Prodotto interno lordo (PIL): • Nell’ambito della Strategia Europa 2020,la Commissione europea indica agli Stati membri l’obiettivo di investire il 3% del PIL in attivi di R&S per accrescere i livelli di pro- duttivi e di occupazione; l’Italia ha fissato il proprio target all’1,53 per cento del PIL. Ad oggi, siamo ancora lontani da questo obiettivo: nel 2013 la spesa R&S (sebbene in crescita) è di circa 21 miliardi di euro, pari all’1,31% del PIL. • Risulta particolarmente bassa la spesa R&S delle imprese, e in particolare è in calo quella delle grandi imprese.

PNR 2015-2020

Limitata presenza di personale impegnato in R&S, soprattutto nel settore privato •L’Italia conta un numero ridotto di personale, sia italiano che straniero, impegnato in attivi di R&S, sia nel settore pubblico che privato. In Italia, infatti, si contano 4,85 ricercatori ogni 1000 abitanti, rispetto ad una media europea di 7,72 (dati 2015).1

• Quasi il 60% dei ricercatori è nel settore pubblico, solo il 37% è impiegato in imprese. • La quota di laureati sulla popolazione di età compresa tra i 30 e i 34 anni (21,7%) rivela un forte ritardo nazionale rispetto alla media europea (35,8%) sia rispetto al target fissato dalla Commissione Europea nella Strategia Europa 2020 (40%). 1 OECD Science,Technology and Industry Scoreboard 2015.

PNR 2015-2020

Bassa attaattiviinternazionale di studenti, ricercatori e investimenti privati in R&S: • Nello scenario globale, che vede i singoli Paesi sempre più impegnati nella competizione per attrarre i migliori talenti, l’Italia riesce ad attrarre solo il 2% degli studenti stranieri che decidono di studiare all’estero • il 24,2% della spesa italiana in R&S delle imprese proviene da multinazionali straniere, e il dato ha subito un calo significativo negli ultimi cinque anni (-3,8% dal 2007 al 2012).1

1 OECD (2014), Main Science and Technology Indicators Database.

PNR 2015-2020 Partecipazione italiana ai precedenti Programmi Quadro

PNR 2015-2020

Partecipazione italiana al VII Programma Quadro Un’analisi retrospettiva dei risultati ottenuti nel VII Programma Quadro, consente di osservare come l’Italia occupi il terzo posto in termini di proposte presentate e detenga, per le stesse proposte, il primato per numero di coordinatori, mentre scivoli in quarta posizione nelle proposte finanziate. Se consideriamo il differenziale tra il contributo italiano al budget europeo e i finanziamenti ottenuti sul VII Programma Quadro, il saldo netto per l’Italia è negativo per -3,94 punti. Da un confronto con i maggiori Paesi europei, la Francia ha un risultato peggiore di quello italiano (-4,99), mentre la Germania si trova in una situazione molto vicina al pareggio (-0,91) ed il Regno Unito ha un ritorno nettamente positivo (+4,4).

PNR 2015-2020 Indicazioni preliminari sulla partecipazione italiana nel Programma Horizon 2020

(durata 2014/2020) I risultati dei primi bandi emessi nel 2014 nell’ambito del Programma Horizon 2020, evidenziano come la partecipazione di soggetti italiani continui ad essere alta a testimonianza di un sistema della ricerca troppo frammentato (a gennaio 2015 si contavano già oltre 10.000 partecipanti italiani in 26.000 proposte all’esame dei revisori). Le percentuali di successo, ricavate dai primi bandi 2014 appena conclusi, variano dal 5% al 15% tra i diversi ambiti. Il ritorno finanziario fin qui preliminarmente quantificato, come valore complessivo, nell’8,6% (circa 460 milioni su poco meno di 5,4 miliardi), appare solo leggermente migliore dunque di quello consolidato a conclusione del VII Programma Quadro (8,4%).

Il 16 maggio 2016 il MIUR ha pubblicato il testo della strategia italiana per la realizzazione dello spazio europeo della ricerca, la cui adozione si colloca nell'ambito dell'attuazione della ERA Roadmap Europea, la tabella di marcia per lo Spazio Europeo Della Ricerca elaborata con il coinvolgimento dell'ERAC - EUROPEAN RESEARCH AREA COMMITTEE.

Tale tabella di marcia è volta ad accelerare e misurare il progresso verso la piena realizzazione dell'era, un obiettivo esplicitamente indicato dall'art. 179 del trattato per il funzionamento dell'Unione Europea.

Nel nostro paese, l'approccio prescelto per intraprendere questo percorso è stato quello di costruire, in maniera partecipata e condivisa, una roadmap nazionale, coinvolgendo tutti i principali stakeholders della ricerca»

http://www.ricercainternazionale.miur.it/notizie/2016/era-roadmap-italiana.aspx

«La Strategia Italiana per la Realizzazione dello Spazio Europeo della Ricerca – La tabella di marcia nazionale»

Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca

http://www.ricercainternazionale.miur.it/notizie/2016/era-roadmap-italiana.aspx

La Roadmap Italiana per lo Spazio Europeo della Ricerca

L’ERI, Roadmap Italiana verso l’attuazione dello Spazio Europeo della Ricerca, propone azioni, da condurre a livello nazionale, cui contribuiscono sia il Governo Italiano - ed in particolare il MIUR - sia gli stakeholders del sistema nazionale della ricerca: università, enti pubblici di ricerca, settore privato.

L’ERI italiana individua 6 aree prioritarie nelle quali si riconoscono 3 assi principali d’intervento: a) il rafforzamento e la valorizzazione del capitale umano, riconosciuto come risorsa principale del sistema

nazionale della ricerca; b) l’apertura anche internazionale di un sistema italiano della ricerca attento alle grandi sfide che la società

contemporanea deve affrontare; c) il coordinamento e la razionalizzazione dei percorsi di programmazione nazionale e transnazionale della ricerca,

attraverso un modello di governance orizzontale e verticale.

Fonte: «La Strategia Italiana per la Realizzazione dello Spazio Europeo della Ricerca – La tabella di marcia nazionale» - Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca http://www.ricercainternazionale.miur.it/media/23111/era_roadmap_italiana_it.pdf

H2020 Pillar 3 - SOCIETAL CHALLENGES

AREA PRIORITARIA 1: efficacia del sistema nazionale della ricerca e dell’innovazione

Obiettivi: • Incrementare l’investimento pubblico sulle risorse umane per la ricerca; • Sostenere l’investimento privato sulle risorse umane per la ricerca; • Generalizzare, nell'allocazione dei fondi destinati alla ricerca, l’applicazione del metodo della

valutazione ‘inter pares’, aperta alla partecipazione internazionale; • Armonizzare le regole e le procedure di partecipazione ai bandi di finanziamento della ricerca e

favorire l’interoperabilità del sistema nazionale con quelli degli altri Stati Membri dell’Unione Europea.


AREA PRIORITARIA 2: coordinamento tra programmi nazionali e programmi europei

Obiettivi: Istituire un sistema interministeriale di governance della ricerca sulle grandi sfide della società

contemporanea Definire una modalità condivisa di governance per il coordinamento della partecipazione alle iniziative

di programmazione congiunta (JPI) Ottimizzare gli investimenti pubblici nelle infrastrutture di ricerca, garantirne la sostenibilità e

assicurare la coerenza fra la Roadmap ESFRI ed il Programma Nazionale per le Infrastrutture di Ricerca



AREA PRIORITARIA 3: attrattività del sistema nazione della ricerca e dell’innovazione

Obiettivi: • Generalizzare l’adozione e l’applicazione dei principi per una formazione dottorale innovativa • Adottare linee-guida, condivise a livello comunitario, volte ad assicurare procedure di assunzione e

progressione di carriera aperte, trasparenti e basate sul merito, in conformità con i principi enunciati nella Carta europea dei ricercatori e nel Codice di condotta per l’assunzione dei ricercatori



AREA PRIORITARIA 4: politiche di genere nella ricerca

Obiettivi: • Raggiungere il bilanciamento di genere nei livelli apicali delle organizzazioni della ricerca; • Promuovere interventi a favore della conciliazione dei tempi di lavoro e tempi di famiglia



AREA PRIORITARIA 5: accesso aperto e circolazione della conoscenza

Obiettivi: -Facilitare l’individuazione e l’accesso ai risultati dei progetti di ricerca finanziati da fondi pubblici - Promuovere il ruolo dei Cluster Tecnologici Nazionali quali propulsori della ricerca collaborativa pubblico-privato



Obiettivi: - Condurre a termine l’iniziativa legislativa avente per oggetto il programma “PRIMA” (Partnership for Research and Innovation in the Mediterranean Area) - Strutturare il network finalizzato al coordinamento delle iniziative e dei programmi di ricerca e d’innovazione nei settori marino e marittimo nel Mediterraneo (BLUEMED) - Proporre l’attivazione di una CSA a sostegno di un’iniziativa di programmazione congiunta (JPI) avente per oggetto attività di ricerca e d’innovazione sui temi relativi ai migranti ed alle migrazioni, con particolare riferimento all’integrazione

AREA PRIORITARIA 6: cooperazione trans- e internazionale nell’area mediterranea


ROADMAP PER LO SPAZIO EUROPEO DELLA RICERCA IN ALTRI PAESI EUROPEI E

PRESENZA DI UNA EVENTUALE AGENZIA NAZIONALE (RESEARCH COUNCIL)

EUROPEAN RESEARCH AREA - ERA

ITALY FRANCE GERMANY UK SPAIN

Public funds for Research

EUR 8,822.3 m EUR 15,134.9 m EUR 24,034.8 m EUR 11040.9 m EUR 6185.2 m

Number of researchers/1000 active population

6% 11,9% 12,3% 13,6% 9,5%

Publications by researcher

4,5 2,7 2,4 3,0 2,5

Patents by researcher

0,021

0,021 0,036 0,013 0,009

Share of women researchers

34,9% 25,6%

26.7 % 37,7% 38.7 %

ERA progress report 2014 (data up to 2011)

RESEARCH COUNCIL - FRANCE

The French National Research Agency (ANR) created on February 2005,

is a public organization under the authority of the Ministry of research.

ANR funds scientific teams, both public and private, in the form of short-term research contracts.

Its budget was

• 350 million Euros in 2005,

• it has risen to 955M€ as of 2009 and

• fallen to 535 M€ in 2014.

http://www.agence-nationale-recherche.fr/

RESEARCH COUNCIL - FRANCE FUNDING OPPORTUNITIES

CALL TOPIC FUNDING SCHEME Major Societal challenges Resource management and climate change;

Clean, secure and efficient energy; Industrial renewal; Life, health and well-being; Food security and demographic challenges; Sustainable mobility and urban systems; Information and communication society; Innovative, inclusive and adaptive societies; Freedom and security of Europe, its citizens and its residents

Collaborative research project Young researchers

Frontier research Bottom-up Collaborative research project Young researchers

Building the (ERA) and France's international attractiveness

Bottom-up

International collaborative projects

Economic impact of research and competitiveness

Bottom-up

Collaborative research projects with enterprises

CRITICS

• The limited budget • The absence of a scientific council • The success rate (8%), which is lower that ERC

RESEARCH COUNCIL -UK Established in 2002 following a Government review the Research Councils UK (RCUK)

is a Non-Departmental Government Body whose purpose is to manage a strategic partnership between seven individual research councils:

Arts and Humanities (AHRC), Biotechnology and Biological Sciences (BBSRC), Engineering and Physical Sciences (EPSRC), Economic and Social Research (ESRC), Medical Research (MRC), Natural Environment (NERC),

and Science and Technology Facilities (STFC).

This Agency is in charged of 1) enabling dialogue about research priorities, 2)facilitating cooperation between Councils, 3) communicating the activities, 4) collaborating with academia

• the councils receive public funds from the Department for Business, Innovation and Skills, and each reports annually to the British Parliament. Its budget is about £3.5 billion, of which over £1 billion went to research grants and training at universities.

• The Councils directly employ around its staff and researchers. However, in the UK funding system only a few permanent institutes that require permanent infrastructure are directly controlled or core-funded by the Councils. Most funding is allocated competitively and few awards last more than ten years, which allows the Councils to vary capacity to meet changing priorities and challenges

http://www.rcuk.ac.uk/

https://en.wikipedia.org/wiki/Non-departmental_public_body

https://en.wikipedia.org/wiki/Department_for_Business,_Innovation_and_Skills

https://en.wikipedia.org/wiki/Universities_in_the_United_Kingdom

RESEARCH COUNCIL - SPAIN The Agencia Estatal de Investigación, approved on November 2016, is a public organization under the

authority of the Ministry of Economic Affairs which is in charge the Secretary of State for Research.

This new Agency will in charged of evaluating and assigning resources to R&D projects and will assess the impact of the research.

• the Agency has not been allocated any extra ad hoc funding. In addition, it will incorporate the 300-strong staff currently employed by the Secretary of State for Research. This new body is expected to show greater flexibility and develop long-term planning strategies.

• The managing director of this new organisation is expected to be a “highly recognized” scientist nominated by a 15-member governing council from three candidates proposed by the Secretary of State for Research.

• will have "an independent evaluation system adapted to best international practices

RESEARCH COUNCIL - GERMANY Germany has no a national research agency, but it has several different agencies across the country. The main public sources for research funds come from 1. The national ministry o education and research (BMBF) 2. The big associations which signed the German Pact for Research and Innovation between

Germany’s federal government and regional governments (June 23, 2005): Deutsche Forschungsgemeinschaft (DFG), Max Planck Society, Fraunhofer Society, Helmholtz Association of German Research Laboratories and Leibniz Association.

On the basis of this Pact, funds distribution is calculated on the on the tax revenue and the number of inhabitants of each Länder.

http://www.bmbf.de/en/index.html

Benchmarking delle Regioni Italiane sull’utilizzo delle risorse UE

Dati aggiornati al 26/01/2016 ed elaborati dalla sede di Bruxelles della Regione Lombardia

Fonti Community Research and Development Information Service (CORDIS) http://cordis.europa.eu/home_en.html e European Union Open Data Portal https://open-data.europa.eu/en/data/

http://cordis.europa.eu/home_en.html

https://open-data.europa.eu/en/data/



Benchmarking delle Regioni Italiane sull’utilizzo delle risorse UE1

Indicazioni sulla partecipazione italiana nel Programma Horizon 2020 Al 26/01/2016 risultavano finanziati da Horizon 2020 5.277 progetti, che coinvolgono 22.505 soggetti beneficiari, di cui 2.058 di nazionalità italiana. Poiché molti beneficiari attuano più di un progetto, le organizzazioni da tenere in considerazione sono, in termini assoluti, 9.461, di cui 957 (pari al 10,11%) sono italiane. 1.138 dei 5.277 progetti hanno almeno un soggetto italiano (ossia il 21,56%, che equivale ad un progetto ogni cinque finanziati). 1 Fonti Community Research and development Information Service (CORDIS) http://cordis.europa.eu/home_en.html e l’European Union Open Data Portal https://open-data.europa.eu/en/data/



















Benchmarking delle Regioni Italiane sull’utilizzo delle risorse UE

Complessivamente al 26/01/2016 il Programma Horizon 2020 ha finanziato progetti per oltre 9 miliardi di euro di cui poco più di 700 milioni a favore di beneficiari italiani (pari al 7,76% del contributo complessivo finora erogato).

26/01/2016 Fonti Community Research and Development Information Service (CORDIS) http://cordis.europa.eu/home_en.html e European Union Open Data Portal https://open-data.europa.eu/en/data/



Benchmarking delle Regioni Italiane sull’utilizzo delle risorse UE I partenariati di 1.138 progetti vedono la partecipazione di almeno un soggetto italiano: di questi 438 hanno Capofila (Coordinator) di nazionalità

italiana (l’8,30% dei 5.277 progetti finanziati)




Benchmarking delle Regioni Italiane sull’utilizzo delle risorse UE Gli italiani attuano i progetti anche nella veste di partner (Participant), che risultano essere complessivamente 1.620: tuttavia, poiché molti si presentano in più progetti, le organizzazioni italiane che figurano, in termini assoluti, come Participant sono 790.




Benchmarking delle Regioni Italiane sull’utilizzo delle risorse UE Infine, per quanto riguarda la presenza del mondo accademico, sono 64 le Università che hanno beneficiato complessivamente di quasi 190 milioni di euro (per l’esattezza, € 189.482.962,04). A dimostrazione del successo conseguito dalle Università italiane, che hanno ottenuto il 26,40% del contributo complessivo “vinto” dall’Italia (quindi oltre un quarto del totale) Se si aggregano i dati relativi alle Università, le Università lombarde confermano il trend secondo il quale la Lombardia è la regione che sa attrarre il maggior numero di risorse (oltre 56 milioni di euro a beneficio del mondo accademico). 26/01/2016 Fonti Community Research and Development Information Service (CORDIS) http://cordis.europa.eu/home_en.html e European Union Open Data Portal https://open-data.europa.eu/en/data/



La valutazione dei progetti di ricerca

Limiti del sistema di peer-review (Fang et al., 2016, eLife)


Non viene necessariamente finanziata la migliore scienza Col sistema attuale la maggior parte dei progetti inclusi nella fascia dal 3°

al 20° percentile non sono distinguibili in termini di produttività! IMPATTO

E’ emerso che i grant classificati entro il 20esimo percentile (top 20%) hanno avuto una produttività paragonabile (in termini di pubblicazioni e citazioni)

RISULTATI

Nel 2016 è stato pubblicato uno studio che analizza l’efficienza del sistema di peer-review.

Sono stati analizzati 102.740 grant finanziati dell’NIH dal 1980 al 2008, valutando la loro produttività in termini di pubblicazioni e citazioni.

METODO

L’attuale sistema di peer-review finanzia davvero la migliore scienza? DOMANDA


Limitazioni del sistema di peer-review: - Il numero dei valutatori è di solito

inadeguato per fornire precisione statistica - Variazione tra i punteggi - Disaccordo nell’interpretazione dei criteri di

valutazione - Preconcetti dei valutatori possono

influenzare le decisioni - Una volta che il progetto viene valutato

come meritevole di finanziamento, i valutatori non possono predire accuratamente la loro produttività (in termini di pubblicazioni e citazioni)

Vantaggi del sistema di peer-review: - Generale capacità dei valutatori di

distinguere tra progetti estremamente forti e progetti con gravi mancanze

Perché è necessario parlare di ricerca...2016/06/25 · Europea il PON “Ricerca e...

Documents

Transcript of Perché è necessario parlare di ricerca...2016/06/25 · Europea il PON “Ricerca e...