Perché ho scelto il latino? vuol ch’io faccia del suo latinorum? (Promessi Sposi) Perché ho...

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Che vuol ch’io faccia del suo latinorum? (Promessi Sposi) Perché ho scelto il latino? L’Istituto Petrarca tra le tante opportunità offre ai suoi alunni anche un laboratorio di latino: Noi l’abbiamo vissuto così. La scuola secondaria di primo grado “Francesco Petrarca” offre, come previsto dall’offerta formativa, delle attività di laboratorio; tra queste vi è quella di latino, madre, insieme al greco, della lingua italiana e di altre lingue europee. Prima della riforma della scuola media il latino era parte integrante del programma delle scuole. Sicuramente, per quei ragazzi, che sarebbero andati a lavorare a 14 anni, lo studio di questa materia poteva essere considerato inutile; ma, secondo molti studiosi, la perdita di questo bagaglio culturale ha portato progressivamente ad un impoverimento della lingua. La scomparsa del congiuntivo nella comune lingua parlata e la ripresa dei dialetti se da una parte può apparire un ritorno alle tradizioni, dall’altra è sicuramente una semplificazione della lingua. L’italiano, rispetto alle altre lingue straniere, proprio per la sua derivazione dal latino e dal greco presenta una grammatica molto complicata. L’impoverimento, in generale, della struttura della frase, esprime, poi, secondo noi, anche una semplificazione del ragionamento. È quindi necessario reintrodurre lo studio della lingua latina nella scuola secondaria di primo grado. Lo studio del latino ci permette di capire inoltre l’origine di numerose parole che adoperiamo quotidianamente, molte delle quali sono rimaste invariate. Inizialmente è stato importante capire bene alcune regole fondamentali. Ci siamo divertiti a tradurre qualche frase, pensiero e qualche piccola versione, per sentirci dei “Cicerone” in erba, logicamente dopo aver studiato le prime nozioni: alcune declinazioni, aggettivi di prima classe e i verbi all’indicativo. È interessante leggere, ma soprattutto tradurre testi e frasi in questa lingua perché ci stimola a capire il senso dello scritto per rendere la traduzione più vicina alla civiltà romana. Ciò è stato un aspetto positivo e a volte anche giocoso, un confronto diretto tra noi del laboratorio riguardo alla scelta migliore in ambito letterale, grammaticale e lessicale della traduzione. Nel nostro “lavoro” di giovani studiosi della lingua latina siamo sempre stati sostenuti dalla professoressa Marra la quale, oltre a fornirci il materiale, ci ha aiutato a comprendere e a rispettare anche le regole più difficili della grammatica latina e italiana. In questo modo abbiamo potuto leggere ma anche imparare a scrivere e capire alcune parole e frasi. Siamo orgogliosi della nostra scelta e siamo sicuri che le pur minime basi apprese in questo laboratorio ci rimarranno sempre impresse e ci potranno tornare utili in futuro. È stata costruttiva anche l’esperienza di collaborazione fra noi ragazzi e l’insegnante. Elisabetta Girolami, Lorenzo Nucci, Paolo Verdi LATINO ITALIANO Agricultura Agricoltura Referendum Referendum Curriculum Curriculum Poëta Poeta Alcune parole di uso comune rimaste pressoché invariate

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Che vuol ch’io faccia del suo latinorum? (Promessi Sposi)

Perché ho scelto il latino?

L’Istituto Petrarca tra le tante opportunità offre ai suoi alunni anche un laboratorio di latino: Noi l’abbiamo vissuto così.

La scuola secondaria di primo grado “Francesco Petrarca” offre, come previsto dall’offerta formativa, delle attività di laboratorio; tra queste vi è quella di latino, madre, insieme al greco, della lingua italiana e di altre lingue europee. Prima della riforma della scuola media il latino era parte integrante del programma delle scuole. Sicuramente, per quei ragazzi, che sarebbero andati a lavorare a 14 anni, lo studio di questa materia poteva essere considerato inutile; ma, secondo molti studiosi, la perdita di questo bagaglio culturale ha portato progressivamente ad un impoverimento della lingua. La scomparsa del congiuntivo nella comune lingua parlata e la ripresa dei dialetti se da una parte può apparire un ritorno alle tradizioni, dall’altra è sicuramente una semplificazione della lingua. L’italiano, rispetto alle altre lingue straniere, proprio per la sua derivazione dal latino e dal greco presenta una grammatica molto complicata. L’impoverimento, in generale, della struttura della frase, esprime, poi, secondo noi, anche una semplificazione del ragionamento. È quindi necessario reintrodurre lo studio della lingua latina nella scuola secondaria di primo grado. Lo studio del latino ci permette di capire inoltre l’origine di numerose parole che adoperiamo quotidianamente, molte delle quali sono rimaste invariate. Inizialmente è stato importante capire bene alcune regole fondamentali. Ci siamo divertiti a tradurre qualche frase, pensiero e qualche piccola versione, per sentirci dei “Cicerone” in erba, logicamente dopo aver studiato le prime nozioni: alcune declinazioni, aggettivi di prima classe e i verbi all’indicativo. È interessante leggere, ma soprattutto tradurre testi e frasi in questa lingua perché ci stimola a capire il senso dello scritto per rendere la traduzione più vicina alla civiltà romana. Ciò è stato un aspetto positivo e a volte anche giocoso, un confronto diretto tra noi del laboratorio riguardo alla scelta migliore in ambito letterale, grammaticale e lessicale della traduzione. Nel nostro “lavoro” di giovani studiosi della lingua latina siamo sempre stati sostenuti dalla professoressa Marra la quale, oltre a fornirci il materiale, ci ha aiutato a comprendere e a rispettare anche le regole più difficili della grammatica latina e italiana. In questo modo abbiamo potuto leggere ma anche imparare a scrivere e capire alcune parole e frasi. Siamo orgogliosi della nostra scelta e siamo sicuri che le pur minime basi apprese in questo laboratorio ci rimarranno sempre impresse e ci potranno tornare utili in futuro. È stata costruttiva anche l’esperienza di collaborazione fra noi ragazzi e l’insegnante.

Elisabetta Girolami, Lorenzo Nucci, Paolo Verdi

LATINO ITALIANO Agricultura Agricoltura Referendum Referendum Curriculum Curriculum Poëta Poeta

Alcune parole di uso comune rimaste pressoché invariate

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Vita degli animali (Versione)

Natura miram bestiarum copiam generat. In silvis merulae cum lusciniis, picae cum noctuis vivunt; in herba alaudae, in petris aquilae nidificant. Merulae sibilant et lusciniae suaviter cantant; picae gemmas margaritasque raptant; noctuae tenebras amant, aquilae bestiolas aviculasque raptant et dilaniant: non solum aviculas vorant, sed etiam columbas, gallinas et capellas. In silvis, cum mustelis, etiam lupae, ursae et damnae latitant; in fossis ranae cum hydris, in herbis lacustae cum cicadis et formicis vivunt. Traduzione La natura genera abbondanza di meravigliose bestie. Nei boschi vivono merli con usignoli, gazze con civette; le allodole nidificano nell’erba e le aquile sulle rocce. I merli fischiano e gli usignoli cantano soavemente; le gazze rubano le gemme e le perle; le civette amano le tenebre; le aquile rapiscono e fanno a pezzi le bestie e gli uccellini. Non soltanto divorano gli uccellini ma anche le colombe, le galline e le caprette. Nei boschi con le donnole si nascondono anche lupi, orsi e daini; nei fossati vivono le rane e i serpenti acquatici, tra le erbe vivono le cavallette con le cicale e le formiche.

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