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3 Per un nuovo welfare locale: il caso dei servizi per gli anziani un progetto dello Spi-Cgil di Bologna Bologna - marzo 2011

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Per un nuovo welfare locale:il caso dei servizi per gli anziani

un progetto

dello Spi-Cgil

di Bologna

Bologna - marzo 2011

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Bologna - marzo 2011

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54 righe per aprireQuesto progetto è innanzitutto un fatto politico. Da tempo lo SPI di Bologna pone l’esigenza di ridefinire il sistema dei servizi anziani, da anni in una situazione di sostanziale ri-

stagno che non solo ne ha determinato un arretramento, ma che ne ha fatto in un certo senso smarrire il centro, il cuore che ne definiva ruolo e missione. La deriva è iniziata con la Giunta di Giorgio Guazzaloca, attenta sul piano della ordinaria manutenzione ma incapace di definire una prospettiva convincente di sviluppo dei servizi; stesso limite con il quale si è misurato il mandato che ha visto Sergio Cofferati a Palazzo D’Accursio. Per la verità nell’ultimo scorcio di quest’ultima legislatu-ra sono stati impostati almeno tre importanti elementi di riforma che abbiamo condiviso: la costituzione delle Aziende di Servizio Pubblico (ASP) che hanno superato le Opere Pie; l’apertura degli sportelli sociali di Quartiere; la definizione di una delega generalizzata sul sociale in capo ai Quartieri. Tre passaggi che hanno tuttavia conseguito risultati molto al di sotto delle aspettative: le ASP (Giovanni 23°, Poveri vergo-gnosi, Irides) hanno atteso per mesi i contratti di servizio e ancora oggi si muovono in un quadro di incertezza, senza autonomia, ridotte a meri soggetti gestori; gli sportelli sociali, nati con poco personale, scarsa for-mazione, poche risorse sono in realtà normali sportelli burocratici, per di più aperti solo tre giorni a settimana; il decentramento delle deleghe è rimasto a metà del guado e ha finito per determinare una confusione nella gestione e nella filiera decisionale, non estranea al deficit che si è costituito nel 2010 nell’uso del Fondo Regionale per la Non Autosuffi-cienza (FRNA). L’assenza della politica per troppi mesi ha fatto il resto, nonostante il ruolo importante svolto dalla Regione che ha messo a di-sposizione risorse significative con il Fondo (rivalutandole anche per il 2011 per attenuare l’impatto del taglio del corrispondente Fondo nazio-nale), ma anche definendo con il Piano Anziani Regionale (PAR) un ap-proccio multidisciplinare al tema in grado di attivare una serie di azioni positive. Inutile precisare che anche su questo il territorio bolognese è rimasto al di sotto delle opportunità e delle necessità.Per questo il nostro progetto ha l’ambizione di parlare alla politica, al

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nuovo Sindaco e alla sua Amministrazione: pone da subito l’esigenza non rinviabile di ripensare il modello per ripartire, innanzitutto provan-do a definire cosa si vuole garantire ai cittadini anziani e quale è il centro del sistema che si vuole costruire.In realtà questo documento vuol essere punto di riferimento anche per le politiche del territorio. Oggi tutti i Distretti territoriali sono in situa-zioni migliori di quello cittadino e tuttavia siamo convinti che a tutti manchi (e serva) il ruolo che la città ha sempre saputo svolgere e che le spetta. Resta peraltro una significativa diversità nello stesso assetto isti-tuzionale del sistema da territorio a territorio: Bologna ha costituito due ASP dedicate, così come il Distretto di Budrio; San Lazzaro e San Gio-vanni hanno costituito una sola ASP, mentre a Casalecchio si è costruita una Azienda di Servizi Consorziali (ASC) e nel Distretto del Reno c’è una Istituzione con scarso ruolo e poteri. Per questo presenteremo questo lavoro con iniziative pubbliche in ogni Distretto, invitando istituzioni e associazioni; per questo pensiamo che da esso debbano essere tratti gli elementi portanti delle piattaforme sin-dacali per il prossimo confronto sulla programmazione triennale. Per questo è nostro impegno cercare la prima interlocuzione con FNP Cisl e UILP, del tutto aperti a riceverne idee e osservazioni per concorrere a costruire insieme il futuro del sistema dei servizi agli anziani del nostro territorio.

Bruno Pizzicasegretario SPI CGIL Bologna

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Il sistema bolognese, egregiamente strutturato e costruito in anni di elaborazione, progettazione, fatica è oggi in una fase di ristagno e tendenziale arretramento, evidente soprattutto

in città ma che non lascia immune il territorio; c’è sicuramente una difficoltà indotta dalla totale assenza di politiche sociali nazionali e dalla cancellazione da tutte le agende nazionali del tema della non autosufficienza, ma ci sono anche criticità locali che appaiono tanto più evidenti quanto più elevati sono gli standard assistenziali realizzati negli anni trascorsi. Negli ultimi 10 anni ci si è limitati ad una attività di ordinaria manutenzione che, seppure ha proposto e messo in atto interventi di potenziale riforma importanti (gli sportelli sociali, la costituzione delle ASP, il decentramento della titolarità ai Quartieri…) e nonostante abbia avuto la straordinaria opportunità del FRNA, ha determinato una sostanziale stasi e, nel capoluogo, una deriva al ribasso del sistema che crea serie difficoltà a misurarsi con novità importanti, come ad esempio il passaggio al principio dell’accreditamento che, se non governato, rischia di diventare una sorta di scorciatoia verso la progressiva privatizzazione dei servizi o una loro secca riduzione, in particolare di quelli residenziali.Oggi, non a caso, abbiamo più o meno la stessa gamma di servizi di 15 anni fa e quantità di prestazioni sostanzialmente ferme (e ciononostante ancora tra le più alte, organizzate, articolate d’Italia): l’unica davvero crescente è stata l’assegno di cura, gestito con una certa disinvoltura fino ad una esplosione di costi alla quale si è fatto fronte con un sostanziale blocco all’accesso e alla rivalutazione delle condizioni di chi ne fruisce, che ne sta producendo un drastico contenimento.In questi anni è via via venuta scemando quella consapevolezza tutta politica e assolutamente fondamentale che ha fatto considerare il welfare come elemento integrante dello sviluppo di un territorio come il nostro, di difenderlo, valorizzarlo, estenderlo proponendolo alla comunità e alla politica e alle imprese e alle strutture finanziarie, esattamente in questi termini. E’ con questa consapevolezza che Bologna ha raggiunto punte record nei posti-nido e di scuola dell’infanzia, ma anche nell’occupazione

Un punto di premessa

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femminile e nell’associazionismo delle persone anziane e dunque nel grado di coesione sociale e di partecipazione. Ed è questa capacità che ha dato a Bologna la giusta fama di “città dei servizi”, non solo per la quantità ma anche per la qualità, “studiata” anche fuori del Paese (fama ancora solida e meritata, ma oggi assai meno dinamica). E dunque sono state consapevolezza e capacità di investire nei servizi che hanno sospinto lo sviluppo complessivo della città/comunità. Oggi, in tempi di crisi generale dell’economia che colpisce duramente le condizioni di vita di lavoratori e pensionati, sarebbe importante tornare a scommettere sul possibile ruolo dell’economia sociale, anche come scelta di politica industriale legata ai bisogni e alle eccellenze del territorio. Pensiamo all’eccellenza del polo ortopedico e protesico legato al Rizzoli e alle officine di Vigorso, pensiamo alla ricerca che si svolge presso la facoltà di Ingegneria sociale dell’Università…Anche in questa direzione un contributo importante di idee e iniziative potrebbe venire dall’incrocio della contrattazione sociale territoriale con quella aziendale.In città l’inerzialità ha finito per coinvolgere due soggetti fondamentali del sistema: a) i lavoratori e le lavoratrici la cui motivazione e professionalità e sensibilità è stata elemento determinante nella sua costruzione: oggi la de-motivazione rischia di essere alimentata da una parte da politiche governative regressive (si pensi non solo ai temi sociali, ma anche al blocco della contrattazione e alla rappresentazione che del lavoro pubblico fa il Ministro Brunetta), dall’altra dall’assenza di una politica locale che sia capace di ri-coinvolgere, ri-progettare, ri-chiamare a sentirsi parte di un piano che ha bisogno dell’apporto di tutti e del quale poter essere orgogliosi. Si rischia un arroccamento conservativo nel quale ognuno salva se stesso (ma in realtà, mortifica se stesso) in una deriva burocratica che priva il sistema (e quindi la città) di un elemento forte di valore, di coesione, di appartenenza. Spinge in questa direzione il sentirsi sempre indicati come centro di costo, come quelli che mandano in tilt il bilancio, come quelli al centro dei tagli da fare: non più professionalità per garantire il miglior servizio possibile, ma professionalità ridondanti e rami secchi da tagliare; b) il mondo vasto, vario e straordinariamente ricco di passione, sensibilità, disponibilità e competenza, rappresentato dall’associazionismo che anima la nostra città e ne costituisce un elemento distintivo. Vedere in questi soggetti (a partire dalla cooperazione sociale), quelli che devono

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far risparmiare e utilizzarli quindi solo in questa funzione e non come una risorsa straordinaria da valorizzare e far crescere innanzitutto nella progettazione del sistema e quindi da coinvolgere anche nella gestione in modo pianificato e coerente con la loro missione costitutiva e con la loro struttura associativa, ha determinato un affievolimento secco e la sostanziale mortificazione di una forza invidiabile. Da ricchezza comune, quella realtà rischia di trasformarsi in una sorta di riserva cui ricorrere per ridurre l’impatto dei tagli e della incapacità di programmare e non come una preziosa risorsa collettiva e pensiamo si debba riconoscere che, ciononostante, la cooperazione sociale locale ha saputo comunque garantire qualità e spirito di servizio fino, in taluni casi, a coprire vuoti lasciati dal “pubblico”. Dov’è finito lo spirito e la pratica della legge di riforma dell’assistenza? E’ una domanda che dovremmo porci, ogni volta che partecipiamo alla “burocrazia” dei tavoli welfare di ultima generazione.Burocrazia è la parola giusta, il male che ci ha preso. Non quella usata da Brunetta per esaltare se stesso e le sue velleità riformiste, ma quella che nasce dalla mancanza di progetto e di indirizzi, che si alimenta in una spirale auto-assolutiva nella quale sono gli stessi operatori a soffrire e pagare le conseguenze, che rende le responsabilità non percepite e demotiva il rapporto con il lavoro. Ovviamente senza ignorare quegli operatori che continuano a mettercela tutta; quelle associazioni che continuano a farsi in quattro anche inventando progetti innovativi in proprio; quelle imprese cooperative che, se vogliono mettere ad operatività la professionalità maturata, far lavorare le persone, produrre non solo servizi ma anche sviluppo, devono farsi le strutture in proprio. Alla fine di tutto, in fondo alla spirale c’è il bisogno e la persona che ne è portatrice e la famiglia di quella persona, che resta troppo spesso sola e finisce per pagare: ma per dare risposte non basta la professionalità e il rispetto delle regole e delle procedure, occorre anche passione e spirito di servizio. Il caso Devid (il bimbo di 20 giorni morto di freddo in Piazza Maggiore sul finire delle feste di Natale) resta per noi un fatto fortemente emblematico che sottolinea la complessità della situazione.

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Ci sono alcuni passaggi essenziali per fare “reset” e ri-partire.1) La prima cosa che serve a questa operazione è la forza della politica: non una politica che fa tutto o che fagocita,

ma la politica che c’è, si fa sentire, si prende la responsabilità, mette a disposizione una idea, è capace di ricostruire le maglie di una rete sfilacciata, mettendole in ordine e quindi in sinergìa. Dunque, tradotto questo concetto in parole povere e senza voler rivolgere critiche postume a nessuno: ci vuole un assessore al welfare cittadino e alla sanità (non due assessori, ma uno solo che governa due corni che devono avere la stessa testa), che conosca il tema, sia consapevole dei problemi, abbia voglia e forza di cimentarsi spendendosi in prima persona e utilizzando al meglio le professionalità rilevanti di cui il Comune di Bologna è dotato e che oggi sono trascinate nella deriva mortificante di cui sopra. Una politica forte è necessaria anche per tornare a far sì che Bologna conti davvero nelle sedi di programmazione regionale e nella Conferenza Socio Sanitaria e torni ad essere punto di riferimento per l’intero territorio.

2) La seconda cosa è mettere in atto una operazione che punti a rinnovare la cultura del welfare bolognese o meglio che faccia sì che il nostro welfare torni alla cultura originaria: risorsa della comunità; elemento portante di un territorio vitale e dinamico capace di guardare al futuro e di puntare ad uno sviluppo solido/solidale ed equilibrato; risposta ai bisogni delle persone che “sentono” di essere il centro del sistema e sanno di poter contare sui propri servizi; lavoro che punta su chi lo svolge, è capace di motivare ed esaltare la professionalità; progetto che sollecita e garantisce le tantissime risorse sociali di cui il nostro territorio è ricco mettendo in atto un sistema integrato di progetti, di responsabilità, di risorse.

3) Una operazione di questo genere, ovviamente, non si fa solo perché qualcuno la propone: è possibile immaginare, ripristinata una situazione normale in città, la convocazione di stati generali del welfare (non una istruttoria nella quale ognuno parla per sé) che abbia esattamente l’obiettivo di definire le condizioni di una ri-

Il tasto “reset”

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partenza del sistema, coinvolgendo anche i distretti del territorio che oggi sono tutti comunque più avanti di quello del capoluogo e facendo sì che ognuno si prenda responsabilità e impegni. Sarà quella l’occasione per riaffermare i principi fondanti del sistema in modo collettivo e quindi co-responsabile: l’universalità, la governance, la sussidiarietà, l’integrazione che guarda al benessere delle persone, la partecipazione che punta ad una programmazione integrata come percorso dinamico e non come mera dichiarazione di principio, l’omogeneità sostanziale di ciò che si offre ai cittadini, l’equità della compartecipazione ai costi. E tra i principi fondanti ci sono a pieno titolo semplicità dell’accesso, certezza della presa in carico, garanzia della continuità assistenziale, controllo della qualità e della rispondenza ai bisogni: ciò che deve comunque stare in capo al “pubblico”.

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A questo punto ragioniamo in particolare del target “anziani”, che rappresenta uno dei punti essenziali del sistema dei servizi e che oggi costituisce una forte criticità, come dicono

con chiarezza le tendenze demografiche che il Comune di Bologna osserva con precisione per l’intero territorio: bastano pochi dati. Nel 2010 gli anziani ultrasessantacinquenni del territorio erano 232.000, nel 2015 saranno 244.000, nel 2024 arriveranno a 259.000, con una crescita intorno al 12%; sempre nello stesso periodo gli ultraottantenni passeranno da 73.233 del 2010 agli 81.400 del 2015, per attestarsi intorno ai 94.300 nel 2024, con una crescita del 29% circa. Nel frattempo (e per fortuna) l’aspettativa di vita dei maschi salirà fino agli 82,3 anni e quello delle donne fino agli 86,7 ed è perfino ovvio che sopra gli 80 il fenomeno della non autosufficienza cresce in modo esponenziale e riguarda all’incirca il 50% del totale, per lo più donne (80%), sole (il 70%), con scarsi mezzi finanziari (la pensione che sta ferma e perciò arretra e impoverisce: le donne sono il 70% degli anziani poveri). Sempre ragionando di scenari demografici, un elemento importante di conoscenza è il cambiamento sociale della popolazione. Gli anziani di domani saranno più colti, più esigenti, con meno legami, più soli, meno abituati a contesti comunitari; e una evoluzione avrà anche il tipo di bisogno: stanno già crescendo in modo esponenziale (ne sono colpiti il 25% degli ultraottantenni) patologie croniche come la demenza senile e l’Alzheimer che rendono non autosufficiente l’intera famiglia e non solo chi ne è direttamente vittima e che richiedono assistenza dedicata anche nelle strutture, spazi, trattamenti, professionalità specifiche. L’allungamento della vita media e il disgregamento della risorsa famiglia, ma anche il probabile accentuarsi di fenomeni tipicamente urbani (barriere architettoniche, mobilità non sempre agevole, senso di insicurezza, allentamento delle relazioni sociali e di vicinato, costi non sostenibili…), faranno sì che crescano le situazioni di fragilità e dovrà essere questa la linea di partenza della presa in carico.

Il target “anziani”: gli scenari

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Ultimo e determinante elemento di scenario è costituito dalle risorse. Su questo aspetto vanno sottolineate brevemente le politiche del Governo in carica, che hanno praticamente ridotto i finanziamenti agli interventi sociali (bambini, giovani, donne, anziane, immigrazione, casa) a vere e proprie elemosine e, in alcuni casi, neanche a quelle: il fondo sociale è ormai un lumicino falcidiato per i 4/5 rispetto al finanziamento originario previsto dalla Legge 328/2000, quello per la non autosufficienza è azzerato, tutti gli altri drasticamente ridotti. Parla in modo eloquente un numero: la spesa sociale nel periodo 2004/2008 è cresciuta dello 0,13% sul PIL (raggiungendo quota 1,18%, la più bassa d’Europa). Nello stesso periodo le spese della Pubblica Amministrazione sono lievitate dell’1,40%. Non si tratta di un dato casuale, ma di una scelta consapevole e mirata, che punta a consolidare un modello che scarica il peso dell’assistenza soprattutto sulle famiglie, in un modo del tutto isolato dal contesto del sistema dei servizi: la coscienza collettiva è salvata dal peso consistente che hanno trasferimenti monetari legati alla condizione soggettiva (peraltro non sempre valutata con correttezza e trasparenza). Gli assegni di accompagnamento sono raddoppiati negli ultimi 5 anni e raggiungono oggi la cifra di 12,5 miliardi di euro, oltre la metà della spesa complessiva. Sono indennità totalmente svincolate sia dalla valutazione del reddito di chi ne fruisce, sia dalla definizione di progetti di assistenza che impegnino le famiglie: soldi a perdere con i quali sostanzialmente si sostiene la cultura del “ciascuno si arrangi”. Spinge in questa direzione la ricetta che il Ministro del Welfare in carica propone per far fronte al problema risorse: non più ma meno risorse pubbliche, creazione di fondi integrativi destinati (il ministro certamente non ignora che in questo modo si privilegia chi ha contratti di lavoro ricchi e, in generale, chi può metterci molti soldi e che comunque ci sarebbero molti cittadini che rimarrebbero fuori) in una concezione che mira dritto alla definitiva privatizzazione/individualizzazione del sistema. Pesano ancora scelte che parlano di federalismo ma mortificano l’autonomia delle Istituzioni locali e che cancellano completamente il tema della non autosufficienza: semplicemente non se ne parla nei provvedimenti che vengono presi o proposti (e occorre dire che grande attenzione non c’è neppure da parte dell’ANCI). Se questa è la situazione determinata dalle politiche nazionali, le ricadute nei diversi comuni sono variamente forti

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e sottolineano l’essenzialità delle disponibilità che la nostra Regione, ancora una volta, mette a disposizione, anche supplendo ai tagli del Governo e garantendo un flusso di risorse sostanzialmente costante nel 2011. Sottolineiamo con soddisfazione il ruolo della Regione. Una impostazione, frutto di un intenso confronto sindacale, che consente al sistema di essere tra i punti di eccellenza nel Paese non solo sul piano delle risorse disponibili ma anche della impostazione politica che guarda agli anziani come tema trasversale che chiama in causa non solo sanità e sociale, ma anche il sistema della mobilità, della sicurezza, della casa, della cultura, della formazione permanente… Una maggiore sinergìa con il complesso dei Comuni sarebbe in questo senso utile reciprocamente: come elemento di conoscenza ma anche come incentivo ad innovare e sperimentare su quella stessa strada.

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Dunque uno scenario di difficoltà che richiede una “programmazione integrata”, il che significa innanzitutto porre sul tavolo il riconoscimento del welfare come

investimento e volano di sviluppo collettivo: se si tratta di un bene comune al di là di chi ne fruisce al momento, allora è la comunità ad essere chiamata a concorrere alla sua sostenibilità (come pure è avvenuto e sta avvenendo in altre circostanze, dai graffiti al calcio ad eventi culturali e di spettacolo, al restauro di importanti monumenti…). Torna il ruolo e l’autorevolezza di una politica che sappia definire e sostenere un progetto “alto” per la città, propedeutico ed indispensabile per cercare le risorse dove sono: le Fondazioni bancarie, il sistema del credito, le associazioni di impresa, i singoli imprenditori, ma anche il mondo dello spettacolo bolognese (ricco e pieno di attrattive) e poi la società nel suo complesso. Non c’è dubbio che la figura del Sindaco assume un rilievo assoluto in questo contesto: è la autorevolezza della sua persona e del suo progetto politico che può far da volano ad una rinnovata concezione del welfare ed alla partecipazione diffusa all’obiettivo di un suo sviluppo.Il tema della responsabilità sociale delle imprese torna centrale e va posto con forza, per valorizzarne il rapporto con il territorio e far sì che la loro presenza sia un elemento di sviluppo non solo produttivo: ci sono state esperienze importanti in anni passati in questa direzione e proprio sul nostro territorio, che si possono ricostruire. Tutto questo include lo sforzo per realizzare tutte le economie possibili e anche quello di un sistema tariffario equo che salvaguardi le fasce deboli e sia improntato ad un rigoroso principio di progressività, ma costituisca comunque una fonte di entrata significativa. Per chiudere su questo tema, sarà ad un certo punto necessario riassumere quello del welfare come uno dei campi sui quali programmare investimenti infrastrutturali, in particolare su strutture residenziali innovative, recuperando un vuoto lungo anni nel quale si è molto pensato e puntato ad altro e che ha determinato una

La programmazione integrata

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situazione per la quale nessun Distretto oggi raggiunge gli standard di servizi residenziali fissati dalla Regione molti anni fa, essendo tuttora tutti attestati intorno al 2,7-2,8% e perciò sotto il 3% previsto.

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Il sistema dei servizi agli anziani: la proposta

Possiamo a questo punto provare a definire una proposta concreta sul come riorganizzare il sistema dei servizi agli anziani, dichiarando in anticipo che si farà riferimento

particolare alla situazione del capoluogo, da una parte perché è lì il punto di maggiore sofferenza e di più esplicita inadeguatezza del sistema attuale, dall’altra perché il ruolo di Bologna è essenziale anche per il resto del territorio e, quando è in difficoltà, determina criticità serie per tutti, ma quando funziona e produce innovazione, costituisce punto di riferimento comune.1) Abbiamo già segnalato le criticità di sistema: risorse calanti, aspettativa

di vita crescente, più forte e consapevole richiesta di servizi, bisogni in crescita, demotivazione degli operatori, impalpabilità del sistema di governance. A questo elenco va aggiunto il progressivo indebolimento del soggetto-famiglia, che pure resta uno dei perni essenziali del sistema (dal quale, come si è detto, risulta sostanzialmente isolato), ma che sta subendo un processo di progressivo restringimento sottolineato dalla crescita sostenuta dei mononuclei (101.504 solo in città, la maggioranza dei quali costituiti da anziani soli, per lo più donne). Crescono in modo significativo le situazioni di fragilità. In questo contesto il primo passaggio (anche di cultura e di assetto organizzativo) è quello di puntare ad una presa in carico precoce delle persone, lavorando con forza proprio sulla fragilità. Si tratta di passare dalla “attesa” alla “iniziativa”: un sistema che non aspetta di mobilitarsi quando il caso è conclamato, ma si muove prima per riconoscere e intercettare il bisogno quando è ancora sotto traccia, mettendosi così in condizione di contrastare e comunque gestire la cronicità. Vitale è la capacità di investire sulle risorse della comunità e sull’auto-aiuto della famiglia e dello stesso paziente, reso protagonista di una gestione “consapevole” della propria fragilità che ne ritardi la deriva patologica e cronica. Sono molto pochi gli anziani fragili “noti” al sistema; la stragrande maggioranza vive da

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solo la propria condizione: diventa allora essenziale un progetto di monitoraggio che vada a cercare le persone, ne legga la situazione, dia un segnale forte di attenzione e di contrasto alla solitudine, consenta- quando necessario- la presa in carico tanto più “leggera” e sostenibile, quanto più precoce. La presa in carico può concretizzarsi anche in “formazione al vivere bene”, e quindi in percorsi collettivi o individuali di educazione alimentare, di buone letture, di scoperte di attività nuove, di esercizio fisico. Su questo si potrebbero coinvolgere associazioni specifiche, di hobby/sportive/culturali…L’obiettivo è da una parte non lasciar solo nessuno, imponendo un ruolo e una modalità di lavoro molto più dinamica ai servizi; dall’altra agire sulla prevenzione come elemento di differimento nel tempo del bisogno di assistenza intenso e perciò costoso. Per rendere concreto il monitoraggio va costruito un progetto che innanzitutto individui il target di riferimento, rendendolo il più ampio ed esteso possibile e non limitandosi ad un perimetro ristretti; è fondamentale il coinvolgimento di associazionismo e volontariato (e su questo ci “candidiamo” ad un contributo attivo anche come sindacato dei pensionati), per individuare i “rilevatori”, opportunamente formati, ma anche per intervenire nella definizione del progetto di presa in carico e nella sua stessa concretizzazione, quando si tratti di assicurare un trattamento di tipo relazionale o di mero supporto. Lo SPI di Bologna ha definito un vero e proprio “Statuto delle persone anziane fragili”, che può costituire un bel punto di riferimento per una politica di questo tipo e che proponiamo sia assunto dalle Istituzioni locali come obiettivo da raggiungere: nello statuto sono indicati diritti che dovrebbero appartenere alle persone fragili ed essere riconosciuti come tali, ed è riportato un elenco di comportamenti quotidiani diffuso e che mortifica la dignità delle persone anziane (lo Statuto delle persone anziane fragili fa per questo parte integrante di questa nostra proposta di lavoro ed è riportato in appendice, insieme all’articolato di un analogo Statuto definito proprio in queste settimane, dalla Ferpa, la Federazione europea dei sindacati dei pensionati). In questa operazione di attenzione, può ovviamente svolgere un ruolo importante il sistema “e-care” di Cup 2000, già attivo e importante per la capacità sperimentata di innovazione e di sollecitazione e coordinamento delle associazioni e

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del volontariato e che potrebbe rinforzare e definire meglio ciò che fa e ciò che potrebbe fare, utilizzando tecnologie vecchie e nuove. Il protocollo che regola le dimissioni ospedaliere protette in rapporto con il territorio e la possibilità di mettere in sinergìa gli elementi di conoscenza dei diversi sistemi informatici operanti nel campo del socio-sanitario (da uniformare e rendere compatibili), sono ulteriori opportunità da mettere a profitto. L’attuazione di questo sistema di attenzione solidale al mondo delle persone anziane dovrebbe inoltre essere orientato alla emersione di un fenomeno più diffuso di quanto non appaia e che risulta particolarmente odioso: quello della violenza su chi non ha strumenti né forza per difendersi e che spesso è legato da un rapporto di subordinazione a chi dovrebbe stargli vicino. Su questo versante avanziamo la proposta di definire un progetto specifico che coinvolga chi lavora sugli anziani, ivi compresi i medici di base e i reparti ospedalieri di geriatria; un progetto da accompagnare e sostenere con una forte campagna informativa e formativa co-promossa dalle Istituzioni locali, dai sindacati pensionati, dalle associazioni, dalle cooperative…

2) Poiché ci si muove in una fase di forzosa riduzione delle risorse disponibili, bisogna far sì che l’assistenza professionale si occupi dei casi che davvero lo richiedono: la definizione, per ciascuna persona presa in carico, di un progetto personalizzato di assistenza, l’individuazione precisa di un responsabile di ciascun caso che certifichi la presa in carico da garantire articolando la risposta e, dove possibile, “liberando” risorse finanziarie e professionali. È bene che la commissione che deve valutare i casi sia composta in una logica multidisciplinare: l’assistente sociale, il funzionario responsabile del caso, il medico di base, lo specialista geriatra. Ed è bene che siano evitate le duplicazioni di verifiche che spesso danno risultati contrastanti, ovviamente garantendo comunque la massima integrazione tra il servizio di assistenza sociale ospedaliero e quello territoriale in capo al quale sta l’Unità Valutazione Multidisciplinare.

3) L’assistenza domiciliare è il passaggio successivo nella filiera assistenziale (giova sottolineare, per la cronaca, che in Italia siamo attorno al 2%, in Danimarca si sfiora il 20% e la media europea si attesta al 10%). La situazione di oggi dice che ne è necessaria una profonda riorganizzazione, sul rapporto ore/assistito, sull’arco orario

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e settimanale di funzionamento, sul tipo di prestazioni che vengono erogate, sul rapporto operatore/assistito. Punto di partenza è senza dubbio la ridefinizione dei compiti. Resta ferma la necessità che venga garantita sempre e comunque l’assistenza domiciliare integrata che prevede un intervento non solo sociale ma anche sanitario e risponde perciò ad un elevato bisogno assistenziale; di converso è opportuna una “ripulitura” delle prestazioni sociali. Vanno eliminate (e affidate ad altri soggetti, a partire dal volontariato) quelle relative al far la spesa, alla pulizia della casa, alla consegna di farmaci o del vitto giornaliero, al “far compagnia”. Il rapporto ore/assistito va modulato sul bisogno effettivo e sul supporto che fornisce il care giver familiare (badante compresa), garantendo le situazioni dove è necessario andare oltre le 3-4 ore settimanali; allo stesso modo il nastro di erogazione settimanale non può fermarsi al sabato mattina ovvero alle 5 del pomeriggio: va previsto un funzionamento su sette giorni (la domenica e i festivi ovviamente si terrà conto delle disponibilità familiari) e almeno h12; importante è garantire da una parte la continuità terapeutica e della figura che assiste, che costituisce un valore per l’assistito in termini di riconoscimento, di fiducia, di qualità del rapporto relazionale; dall’altra le sostituzioni in caso di impossibilità del titolare, assicurando, per quanto possibile, l’impiego dello stesso operatore e comunque garantendo che la procedura sia governata e controllata dal pubblico.

4) Le badanti sono uno dei gangli essenziali dell’assistenza domiciliare, fenomeno esclusivamente italiano, se si esclude la Grecia peraltro attestata su quantità di gran lunga inferiori. Volendo semplificare si potrebbe dire che un sistema che si fonda su trasferimenti monetari non finalizzati e sulla disponibilità delle famiglie ciascuna per sé, inevitabilmente ha avuto bisogno e si è “buttato” sulle badanti, a prescindere dalla qualità e dalla attitudine professionale. Come abbiamo detto in altre occasioni, si sono incrociate due debolezze che, in molti casi, non avevano altra scelta. Il fenomeno è cresciuto esponenzialmente (il dato del “clic day” di questi giorni fa registrare quasi 9.000 domande di regolarizzazione proprio di colf e badanti, mentre cresce e si fa corposa la quota di italiani che “tornano” a ritenere fattibile anche questo tipo di lavoro) e l’obiettivo da raggiungere è una vera integrazione nel sistema pubblico. L’accordo

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sottoscritto e in attuazione nel distretto di Casalecchio (“Badando”) e l’accordo analogo sottoscritto nel maggio 2009 a Bologna e tuttora inattuato costituiscono una base avanzata da portare a regime. In quei testi si prevede: • l’offerta di formazione alle badanti per conseguire una buona

qualificazione professionale (utile per percorsi professionali) garantita da soggetti pubblici;

• la gestione dell’incontro domanda/offerta in un luogo pubblico (il distretto; lo sportello sociale; lo sportello lavoro; il centro per l’impiego) e “riservata” alle badanti formate o in possesso di attestazioni professionali;

• l’incentivazione rivolta alle famiglie a rivolgersi comunque allo sportello sociale per la definizione del PAI (piano di assistenza individuale) e la selezione della badante più qualificata per il caso specifico;

• l’assegnazione alle famiglie che seguono questo iter, di un tutor (operatore pubblico, ma anche operatore delle cooperative sociali, ovviamente dentro un sistema di controllo e responsabilità pubblica) che garantisca l’attuazione del PAI, tenga monitorata la qualità professionale di chi assiste, garantisca il rispetto dei diritti della lavoratrice a partire dalla regolarità del contratto di lavoro rapportata all’esatta entità della prestazione e non a requisiti minimi di regolarità formale, vigili sulla “tenuta” relazionale tra badante/assistito/famiglia, che costituisce una delle criticità “naturali” di questo tipo di situazione;

• l’affrancamento delle famiglie che stanno nel percorso, dagli oneri di gestione del rapporto di lavoro, quelli finanziari ma anche quelli normativi che vengono affidati ad agenzie e associazioni competenti sulla base di una pubblica selezione, a carico del pubblico e con garanzie in caso di contenzioso nel rapporto di lavoro;

• l’assegnazione alle famiglie che ne hanno i requisiti e seguono questo percorso, del contributo aggiuntivo di 160 euro previsto dalla Regione. Ci sembra un modo efficace e sostanzialmente nuovo per affrontare il nodo badanti e consentire di realizzare l’obiettivo di riportare questo tipo di risposta (che resta privata) all’interno di una logica di sistema che dia garanzie reciproche a chi lo utilizza e a chi lo gestisce e che costituisca perciò un elemento

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di arricchimento non solo quantitativo del sistema stesso. Occorre, per far vivere e diffondere questa modalità, una campagna informativa mirata che la porti a conoscenza delle famiglie e del territorio nel suo complesso e che chiami a collaborare tutta la rete dell’associazionismo sociale, le organizzazioni di volontariato, il mondo sindacale dei pensionati, la cooperazione. La governance di questo progetto va comunque affidata ad un soggetto pubblico (Comune capofila, Distretto, Asp). Un obiettivo importante da perseguire, (sempre prendendo atto del fenomeno, della sua sostanziale inevitabilità, dei costi crescenti che propone) è quello di aumentare in modo significativo la detraibilità fiscale del costo sopportato dalle famiglie (oggi limitata al 19% di massimo 2.100 euro), il che costituirebbe non solo un aiuto tangibile per le famiglie e un serio elemento di contrasto al lavoro nero, ma anche il riconoscimento di una situazione che vede un datore di lavoro del tutto improprio, che non ha capitali, non svolge attività produttiva né terziaria, non ha alcun profitto da trarre, sopporta costi e disagi per rispondere ad una esigenza prioritaria e non differibile che chi dovrebbe (lo Stato) non è in grado di garantire (non vuole). La Regione potrebbe svolgere un ruolo determinante in questo senso, definendo una qualifica professionale per il badantato che consenta la detrazione dell’intero costo della prestazione. Lo SPI chiede che il legislatore intervenga con urgenza su questo problema.

5) L’assegno di cura è un elemento di sostegno importante per molte famiglie: se ne è forse abusato in questi ultimi due o tre anni, ma non certo per responsabilità delle famiglie stesse. Si sta definendo una regolamentazione che deve rendere chiaro il meccanismo in base al quale viene erogato, senza limiti rigidi e invalicabili: la valutazione deve essere molto attenta alle condizioni specifiche della persona per assistere la quale viene richiesto, ma deve saper leggere anche le condizioni di contesto sociale, relazionale, finanziario. In questo senso il meccanismo di un punteggio minimo che fa da “cut-off ” invalicabile è un errore: occorre che sia prevista una qualche flessibilità nella gestione del punteggio attribuito. Un punto importante è garantire la continuità della erogazione quando ne sussistano le condizioni, evitando di produrre soluzioni di continuità magari create ad arte per ottenere un risparmio surrettizio di risorse.

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Il principio al quale legare la concessione dell’assegno è ovviamente la condizione specifica del beneficiario e della sua famiglia e l’impegno esplicito di quest’ultima a farsi carico dell’assistenza necessaria “certificato” nella definizione di un progetto specifico personalizzato (come non avviene per l’accompagnamento). E’ importante insistere sul principio per cui l’adc non costituisce una alternativa ai servizi che devono comunque costituire la priorità nella definizione del PAI: in questo senso è inevitabile e sostanzialmente corretto definire a monte la quota parte di risorse destinate a questa forma di sostegno, garantendo così un sostanziale equilibrio tra le diverse tipologie di servizi e prestazioni.

6) Una riorganizzazione specifica va definita anche per le strutture semiresidenziali, i Centri diurni. Oggi c’è un sottoutilizzo dei posti complessivamente disponibili, e tuttavia ci sono liste di attesa in diversi quartieri, problemi organizzativi e “di missione” da affrontare. La definizione di una lista unica cittadina per l’accesso può essere una prima soluzione al problema della messa in efficienza della rete: ovviamente va gestita in modo non burocratico, ma andando a cercare per ciascun richiedente, la soluzione migliore dal punto di vista logistico, della raggiungibilità ma anche delle caratteristiche del soggetto e della struttura.

7) Dopo di che i Centri diurni devono meglio caratterizzare il proprio ruolo, in un legame diretto ed esplicito alla assistenza domiciliare: •vanno previste forme di accoglienza specifiche per chi fruisce della

AD, in termini di orari flessibili e di rapporto con la famiglia; •va rinforzato il sistema di trasporto “volontario” che renda fruibile

il servizio anche in orari differenziati e anche per chi non abita nelle vicinanze, anche ricercando sponsorizzazioni ad hoc, come già avviene in altre realtà. Questo punto è tanto più sostanziale nel territorio dove spesso esistono Centri Diurni che servono più Comuni o addirittura, l’intero Distretto;

•vanno sperimentate forme di apertura dei CD all’esterno, realizzando iniziative comuni con i centri sociali del territorio, prevedendo la presenza di persone volontarie per attività di “impegno” e svago quotidiano, organizzando piccoli eventi e iniziative ricreative, promuovendo “gemellaggi” con scuole per l’infanzia del territorio;

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•vanno previsti posti dedicati alle patologie croniche che colpiscono la memoria e il comportamento, con personale qualificato e-se necessario- con spazi interni specifici e attività compatibili. Si potrebbe infine sperimentare un progetto “adotta il centro diurno”: un circolo, un centro sociale, una lega sindacale, un comitato di cittadini, un centro giovanile (perché no) che stabiliscono un rapporto diretto e speciale con un CD, contribuendo a renderlo più vivace e aperto.

8) Se va prodotto ogni sforzo per rinforzare la domiciliarità, non si può trascurare la necessità di avere comunque una rete di strutture residenziali protette che siano in grado di farsi carico dei casi di non autosufficienza gravi e delle situazioni nelle quali è impossibile la permanenza a domicilio. Oggi viviamo una criticità, determinata dalla carenza di posti sufficienti a rispondere alla domanda (tutti i distretti bolognesi sono sotto lo standard regionale). Non c’è dubbio che il problema di accrescere la disponibilità di posti c’è tutto, ma siamo convinti che un sistema che individui il suo “core” nella presa in carico precoce della fragilità, nella domiciliarità, nell’allargamento dei soggetti attivi in una logica di progettazione/gestione integrata, può provare a ridurre la pressione della domanda residenziale. Se questa è la direzione prioritaria nella quale lavorare, occorre tuttavia rimettere all’ordine del giorno la possibilità di definire investimenti su questo tipo di infrastrutturazione sociale, anche con forme indirette (esempio: con project financing o con progetti di terzi…) e anche, ovviamente, ampliando le convenzioni in essere. Bisogna altresì sciogliere il nodo della effettiva rispondenza delle liste di attesa con quanti hanno un bisogno accertato e non trattabile a domicilio. Anche nelle strutture residenziali va prestata attenzione alla predisposizione di accoglienza per Alzheimer e demenza senile, con posti dedicati e personale specializzato. Su queste patologie va costruita una specifica campagna di informazione e formazione perché siano conosciute la comunità ne sia coinvolta, perché si possa dare un aiuto non solo materiale alle famiglie colpite. Campagne del genere potrebbero essere costruite nell’ambito dei Piani per la salute e il benessere, coordinate e preparate con la governance del Comune/Distretto, gestite da associazioni e sindacati dei pensionati; fondamentale è l’apporto delle associazioni di famiglie già esistenti e

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attive sul territorio. Lo SPI darà vita nelle prossime settimane ad una propria iniziativa in tal senso, coinvolgendo tutte le leghe (50) attive sul territorio e in collaborazione con associazioni di famiglie. Va allargata la disponibilità di posti di sollievo, risposta essenziale per attenuare il disagio delle famiglie che si fanno carico dell’assistenza. Non ci convince la possibilità di rialimentare il ruolo delle “vecchie” case di riposo, come luogo di pura permanenza di persone spesso ancora autosufficienti: giustamente ci si è posto l’obiettivo di andare ad una loro progressiva marginalizzazione per rinforzare le strutture che garantiscano intensità e qualificazione assistenziale correlata al bisogno e non una sorta di badantato residenziale, l’ospizio di triste memoria che spesso, soprattutto quando si è ancora lucidi, finisce per essere un acceleratore del fine vita.

9) L’evoluzione demografica e il cambiamento della condizione sociale degli anziani, richiede oltre al consolidamento e alla riorganizzazione delle strutture e dei servizi tradizionali, la definizione di progetti innovativi che consentano di sperimentare e allargare l’articolazione delle risposte, modulandole sulle diverse situazioni. Un obiettivo da perseguire è l’estensione dei moduli di appartamenti protetti, inserendone la previsione nella stessa pianificazione urbana come elemento di qualificazione sociale: ce ne sono pochi (una sessantina in città, non molti di più sul territorio), ma soprattutto funzionano bene, consentendo all’anziano solo o in coppia di vivere in modo autonomo, in una casa vera inserita in un contesto protetto e vigilato.

10) Questo è probabilmente uno degli obiettivi che si può porre al centro di una ricerca mirata e allargata di risorse “esterne” al sistema, naturalmente riconoscendo il contributo di chi vorrà mettercele. Altro punto di sperimentazione è l’applicazione della domotica alle abitazioni per anziani non autosufficienti, definendo soluzioni logistiche che agevolino l’agibilità della casa e rendano possibile restarci il più a lungo possibile: siamo nell’ambito dell’adattamento domestico che è già previsto, ma con un possibile passo in più che riguarda non solo i muri e l’assetto del bagno, ma la casa nel suo complesso, mobili compresi. Su questo punto da una parte va sollecitata Acer, perché nei programmi di manutenzione e ristrutturazione e nelle previsioni di investimento assuma come parametro guida il tema della abitabilità degli alloggi da parte

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di persone anziane e comunque con problemi fisici; dall’altra va impegnato in modo più significativo il Centro di adattamento domestico, per la programmazione di interventi sulle case in proprietà di persone anziane con problemi.

11) Una ulteriore idea da provare a sperimentare è quella di definire micro-moduli assistenziali in comune a più persone: un assistente domiciliare o comunque un operatore sociale di condominio o di più condomini limitrofi abitati per lo più da persone anziane, che sta in loco; progetti gestiti dal volontariato di socializzazione in cortile o nello spazio antistante uno o più condomini; la convivenza incentivata di anziani con giovani coppie o studenti con un patto di mutua assistenza dove ognuno metta quello che ha (ci sono state esperienze non positive in passato delle quali far tesoro, provando a definire con più accortezza e cautela le condizioni di realizzabilità di questo progetto)…In questo contesto a noi pare utile e opportuno dare un ruolo di accoglienza, orientamento, sostegno ai consultori, strutture che hanno fatto la storia dei servizi socio-sanitari del territorio e sui quali occorre re-investire anche estendendone funzioni e target di riferimento (donne certamente, adolescenti ovviamente, ma anche anziani). Ragionando di innovazione dobbiamo prestare massima attenzione al percorso dell’accreditamento previsto e indicato dalla Regione e che propone obiettivi molto ambiziosi e anche costosi, che farebbero fare un salto significativo alla qualità dei nostri servizi: c’è una difficoltà diffusa ad applicarlo e non solo per ragioni finanziarie; c’è il rischio di una resa “pubblica” e di una progressiva resa al “privato” (compreso quello cooperativo che, in questa fase, dimostra di avere maggiori disponibilità di risorse e anche coraggio e voglia di crescere e sperimentare…per fortuna). Noi pensiamo che l’accreditamento debba costituire una sfida per l’intero sistema dei servizi e una grande occasione di qualificazione generale e non un mero adempimento burocratico. Resta il problema delle risorse da dedicare e resta il rischio che la maggiore qualità si traduca in minore quantità di posti disponibili: per questo occorre un approfondimento specifico che ne definisca le condizioni di fattibilità.

12) All’interno di un progetto di riorganizzazione così complesso, il tema di quale compartecipazione ai costi da parte degli assistiti e delle relative famiglie si pone a pieno titolo. La Regione sta

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lavorando (con un confronto aperto con il sindacato confederale e dei pensionati regionale) alla definizione di un regolamento omogeneo per l’applicazione dell’Isee ai servizi per gli anziani e i disabili: ne vedremo e discuteremo gli esiti, ponendo il principio della equità, come punto guida. Una prima esigenza che si pone è quella di una analisi accurata dei fattori che concorrono a costruire il costo del servizio, oggi spesso molto differenziato tra strutture che dovrebbero avere le stesse caratteristiche. Dopo di che, c’è bisogno: •di ragionare sulla congruità del prendere a riferimento il solo

reddito del diretto beneficiario, escludendo quello del coniuge; •di definire un impianto tariffario lineare e senza salti di scaglioni; •di definire un range tra reddito minimo e reddito massimo che

consenta di dare progressività vera al sistema e di far pagare ognuno per quello che ha;

•di definire la soglia dell’esenzione in una cifra non troppo bassa che renderebbe sostanzialmente vana l’esenzione stessa;

•di definire la soglia di reddito oltre la quale si paga la tariffa massima in una cifra sufficientemente alta per evitare il rischio appiattimento in alto;

•di introdurre in via definitiva e generale una differenziazione nella valutazione del reddito, tra quello derivato da lavoro dipendente/pensioni e quello da lavoro autonomo, operazione che si può fare a monte con le soglie di esenzione ovvero a valle con un sistema di sconti selettivi e che nel primo caso potrebbe consentire anche un recupero di risorse;

•di ragionare sulla opportunità di ricomprendere nel reddito Isee anche l’assegno di accompagnamento e quello di invalidità, almeno in quota parte come dicono diverse sentenze giurisprudenziali;

•di definire tariffe/rette di riferimento alle quali attestarsi, prevedendo una flessibilità minima in alto o in basso ma esplicitamente legata al livello dell’assistenza che viene garantita e alla fornitura di prestazioni non standard;

•di ragionare in modo approfondito sulla opportunità/agibilità di una partecipazione obbligata dei figli al pagamento della tariffa/retta, in particolare quando sia lo stesso anziano assistito a farne richiesta;

•di definire con precisione il modo in cui il Comune che sostiene il pagamento di una retta, possa poi rivalersi e rientrare di quanto speso;

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•di prevedere in modo esplicito e obbligatorio il rilascio dell’attestato di pagamento da parte della struttura, che consenta la detraibilità fiscale di quanto pagato. Su questo tema va costruita una battaglia politica per ottenere la piena deducibilità dalle tasse delle somme spese per assistenza di non autosufficienti, qualunque sia il servizio di cui si fruisce.

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Ci sono tre passaggi essenziali perché il sistema possa funzionare: a) una modalità di accesso efficace e non burocratica: non

solo uno sportello, ma un punto nel quale si pratica la presa in carico immediata del caso e lo si mette immediatamente nel percorso di valutazione e definizione del servizio appropriato; in questo senso rilanciamo l’idea che lo sportello sociale (ovviamente aperto per 6 giorni alla settimana) costituisca punto di riferimento e sollecitazione attiva anche per la rete sociale del territorio, per il suo coinvolgimento nel monitoraggio delle situazioni, per la sua partecipazione a progetti di attenzione e assistenza;

b) una modalità di integrazione tra sociale e sanitario che inverta l’ordine tradizionalmente seguito. Sono importanti uffici comuni, punti di direzione, sedi di coordinamento ma è essenziale che l’integrazione si concretizzi a partire dalla gestione dei casi, dalla valutazione alla presa in carico alla garanzia della continuità assistenziale alla erogazione della prestazione. Per questo è un passo fondamentale quello di prevedere percorsi di formazione comune tra operatori sociali e operatori sanitari, momenti costanti di interazione e confronto, responsabilità condivisa dei singoli PAI. In questo contesto si potrebbe lavorare alla costituzione di veri e propri “gruppi di gestione integrata”, coordinati dal medico di medicina generale e che lavorino come equipe di territorio;

c) la definizione di modalità di controllo e verifica sui costi e sulla qualità delle prestazioni erogate, effettuata direttamente in situazione domiciliare e con monitoraggio costante del funzionamento delle strutture. E’ fondamentale che la garanzia della qualità non sia subordinata alle risorse disponibili, se non altro perché in ballo ci sono persone deboli e spesso totalmente indifese: per questa ragione il controllo non può ridursi ad un passaggio meramente burocratico (una relazione periodica ovvero visite “opportunamente” preannunciate), ma va svolto con accuratezza e senza preavvisi e nell’esercizio di una piena responsabilità che spetta per intero al

Tre passaggi cruciali

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soggetto pubblico. Il coinvolgimento delle famiglie è in questo senso un valore aggiunto da incentivare e prevedere espressamente, a partire dalla estensione della presenza dei comitati misti a tutte le strutture residenziali e semiresidenziali. Su questo punto vanno definiti impegni precisi e cogenti nei prossimi Piani per il benessere e la salute (i vecchi piani di zona triennali).

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Ultimo punto, ma in realtà punto di premessa: per (ri)costruire un sistema efficace, che garantisca servizi all’altezza dei bisogni, che sia in grado di diversificare la prestazione in

modo direttamente collegato al tipo e alla intensità del bisogno stesso, che possa reggere anche in tempi di risorse scarse, c’è bisogno di costruire un vero e proprio welfare comunitario. Tutto pubblico non regge e siamo consapevoli che in realtà (in particolare nel sistema dei servizi agli anziani) quella modalità è da tempo superata. La comunità che si fa carico del welfare, vuol dire progettazione integrata in un concetto di integrazione che richiama non solo il sociale-pubblico/la sanità-pubblica, ma che si estende alla cooperazione sociale, alla rete associativa, alla rete di volontariato, ai sindacati dei pensionati, a quanti ci mettono risorse finanziarie che non possono essere solo quelle dirette. La progettazione integrata prevede poi la gestione integrata delle prestazioni: non in una mescola più o meno indistinta, ma facendo sì che ogni soggetto abbia un suo campo di intervento specifico, riconosciuto, praticato in modo aperto in una scansione precisa per cui questo lo fa il volontariato, questo le associazioni, questo la cooperazione, questo l’operatore del Comune, questo l’operatore della sanità, questo gli operatori del comune e della sanità insieme…secondo uno schema di relazione con il tipo di bisogno al quale si vuole rispondere. In sostanza e in sindacalese stretto che in questo caso rende bene il concetto: una filiera di servizi crescenti al crescere dei bisogni, nella quale ogni soggetto va a collocarsi al posto giusto. Da una parte organizzare il pubblico nel modo più efficiente ed efficace possibile facendo sì che comunque continui ad esercitare anche una funzione di gestione essenziale per mantenere piena conoscenza del servizio e per dare efficacia al ruolo di controllo; dall’altra dare giusto riconoscimento a chi lavora nel sociale anche se non è dipendente pubblico costruendo le condizioni perché al riconoscimento corrisponda parità di trattamento salariale e parità dei diritti. Fondamentale è in questo senso il ruolo

E per chiudere… ...una premessa

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della contrattazione sindacale ai diversi livelli per promuovere una volta per tutte non solo la parificazione di trattamento, ma anche la piena e condivisa affermazione di ruolo e dignità professionale di questi operatori. E poi (per dirla come propone il titolo di un recente lavoro di Stefano Zamagni e Tiziano Treu) sollecitare e ”organizzare l’altruismo” così vivo in molti segmenti della società, anzianità attiva compresa, e far sì che si muova in modo organizzato e governato, stabilendo con chiarezza e in premessa il “chi fa che cosa”. Il punto della governance di questo sistema complesso, della salvaguardia dei suoi principi fondanti dei quali abbiamo detto, della funzione insostituibile di controllo/verifica come parte integrante della qualità dei servizi, sta pienamente in capo al Pubblico, che su questo esercita una responsabilità innanzitutto politica e perciò esclusiva. E’ in questo senso che il sistema resta saldamente un sistema pubblico: un tronco saldo con molti rami vivi e attivi.

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Appendice

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Area H - Bologna 2004 2010Maschi Femmine Totale Maschi Femmine Totale

0 -14 18.996 18.052 37.048 22.355 21.772 44.12715 - 39 56.000 54.024 110.024 53.196 51.939 105.13540 - 64 60.543 66.426 126.969 64.056 68.052 132.10865 - 79 29.058 40.779 69.837 28.261 38.010 66.27180 e oltre 9.510 20.151 29.661 10.495 23.302 33.797Totale 174.107 199.432 373.539 178.363 203.075 381.438Ind. vecchiaia 203,0 337,5 268,6 173,4 281,6 226,8Ind. dipendenza 49,4 65,6 57,6 52,1 69,2 60,8Ind. struttura pop. att. 108,1 123,0 115,4 120,4 131,0 125,7

Area H - Bologna 2014 2018Maschi Femmine Totale Maschi Femmine Totale

0 -14 24.030 23.575 47.605 25.086 24.655 49.74115 - 39 53.004 52.164 105.168 55.021 54.631 109.65240 - 64 66.243 69.200 135.443 68.167 70.619 138.78665 - 79 28.551 37.637 66.188 28.196 36.429 64.62580 e oltre 10.828 24.167 34.995 11.105 24.715 35.820Totale 182.656 206.743 389.399 187.575 211.049 398.624Ind. vecchiaia 163,9 262,2 212,5 156,7 248,0 201,9Ind. dipendenza 53,2 70,3 61,8 52,3 68,5 60,5Ind. struttura pop. att. 125,0 132,7 128,8 123,9 129,3 126,6

elaborazioni a cura dell’ufficio statistica della Provincia di Bologna su dati della Regione Emilia-Romagna

SCENARIO ALTO:Popolazione per fasce d’età e principali indicatoridemografici - 1° gennaio 2004, 2010, 2014, 2018

Le tendenze demografiche

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Area TotaleProvincia 2004 2010

Maschi Femmine Totale Maschi Femmine Totale0 -14 55.517 52.575 108.092 63.706 60.654 124.36015 - 39 145.540 140.295 285.835 141.495 137.579 279.07440 - 64 158.252 163.573 321.825 173.508 175.257 348.76565 - 79 69.915 87.692 157.607 71.189 86.378 157.56780 e oltre 20.739 41.009 61.748 24.057 48.456 72.513Totale 449.963 485.144 935.107 473.955 508.324 982.279Ind. vecchiaia 163,3 244,8 202,9 149,5 222,3 185,0Ind. dipendenza 48,1 59,7 53,9 50,5 62,5 56,5Ind. struttura pop. att. 108,7 116,6 112,6 122,6 127,4 125,0

Area TotaleProvincia 2014 2018

Maschi Femmine Totale Maschi Femmine Totale0 -14 67.814 64.767 132.581 70.482 67.238 137.72015 - 39 142.028 138.516 280.544 147.965 144.907 292.87240 - 64 182.448 182.208 364.656 190.528 188.847 379.37565 - 79 73.988 88.315 162.303 75.375 88.596 163.97180 e oltre 26.128 51.928 78.056 28.176 54.996 83.172Totale 492.406 525.734 1.018.140 512.526 544.584 1.057.110Ind. vecchiaia 147,6 216,5 181,3 146,9 213,6 179,5Ind. dipendenza 51,8 63,9 57,8 51,4 63,2 57,3Ind. struttura pop. att. 128,5 131,5 130,0 128,8 130,3 129,5

elaborazioni a cura dell’ufficio statistica della Provincia di Bologna su dati della Regione Emilia-Romagna

SCENARIO ALTO:Popolazione per fasce d’età e principali indicatori demogra-fici - 1° gennaio 2004, 2010, 2014, 2018

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32

Provincia di BolognaPopolazione residente di 65 anni o più prevista al 1° gennaio

Ipotesi intermedia

100.000

125.000

150.000

175.000

200.000

225.000

250.000

275.000

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Provincia di BolognaPopolazione residente di 65 anni o più prevista nelle diverse zone

al 1° gennaioIpotesi intermedia

0

20.000

40.000

60.000

80.000

100.000

120.000

Bologna Cintura di Bologna Resto della Provincia

1/1/2010(reale) 01/01/2015 01/01/2024

Provincia di BolognaPopolazione residente di 80 anni o più prevista al 1° gennaio

Ipotesi intermedia

30.000

50.000

70.000

90.000

110.000

2 0 10( re a le )

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33

Provincia di BolognaPopolazione residente di 80 anni o più prevista al 1° gennaio

Ipotesi intermedia

30.000

50.000

70.000

90.000

110.000

2 0 10( re a le )

2 0 11 2 0 12 2 0 13 2 0 14 2 0 15 2 0 16 2 0 17 2 0 18 2 0 19 2 0 2 0 2 0 2 1 2 0 2 2 2 0 2 3 2 0 2 4

ASSISTENZA DOMICILIARE PER ANZIANI:andamento utenza negli ultimi quattro anniDati riferiti al solo Comune di Bologna

2007 2008 2009 2010∆

2010 / 2009

∆2010 / 2009

%

TOTALE OREDI ASSISTENZADOMICILIARE

di cui

478.659 461.436 428.240 371.053 -57.187 -13

Convenzioni 429.260 410.947 380.781 333.033 -47.748 -13Volontariato 49.399 50.489 47.459 38.020 - 9.439 -20

N° utenti mediAssistenzaDomiciliare

1.918 1.907 1.798 1.624 -174 -10

N° medio oreper utente 250 242 238 228 -10 -4

(fonti: Comune di Bologna - Dipartimento programmazione - “Schema di budget CONSUNTIVO 2009” Allegato alla relazione conto consuntivo, aprile 2010, elaborazioni Quartieri per dato relativo al 2010)

Alcuni dati sui servizi

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34

FONDO PER LA NON AUTOSUFFICIENZA

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200

300

400

2008

300,0

400,0 400,0

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20102009 2011

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FONDO PER LE POLITICHE SOCIALI

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250

500

750

1000

2008 20102009 2011

mili

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o

929,3

583,9

435,9

273,9

FONDO PER LE POLITICHE DELLA FAMIGLIA

0

100

200

300

400

2008 20102009 2011

mili

oni d

i eur

o

346,5

186,6 185,3

51,4

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35

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112

popolazione >75 anni al 01/01/2007 100.819

popolazione >75 anni al 01/01/2008 102.226

popolazione >75 anni al 01/01/2009 103.683

popolazione >75 anni al 01/01/2010 105.170

ATTIVITA' COSTI ATTIVITA' COSTI ATTIVITA' COSTI

Pl. Convenzionati (CP+RSA) 2.669 2.670 2.670

Anziani in lista di attesa a fine periodo 2.719 2.514 3.035Anziani inseriti stabilmente in struttura nell'

anno 1.156 456 2.418

Numero posti 143 134 134Anziani inseriti su posto temporaneo nell'

anno 1.127 625 1.106

2,71% 2,67% 2,67%

Numero posti in Centro Diurno 540 545 545

% posti convenzionati su pop. > 75 anni 0,52% 0,52% 0,52%

percentuale utilizzo CD 82% 79% 85%

Giornate di presenza in CD nell'anno 110.526 54.078 115.780

stima giornate di funzionamento annue 135.000 68.125 135.470

Anziani con assegno di cura 6.701 5.905 6.195

Numero anziani in lista di attesa 0 0 1.218

Nuovi utenti assegno di cura dell'anno 2.288 1.021 1.350

% assegni di cura su popolazione > 75 anni 6,46% 5,61% 5,89%

CONTRIBUTO AGGIUNTIVO BADANTI Numero utenti titolari di contributo aggiuntivo (€ 160) 882 1.042 1.165 807 1.289 1.531

ASSISTENZA DOMICILIARESOCIO ASSISTENZIALE

N. Ore di ASSDI rimborsate nell'anno - comprese dimisioni

protette a domicilio400.458 4.261 193.345 2.252 379.816 4.700

ASSISTENZA DOMICILIARESOCIO EDUCATIVA N. Ore rimborsate nell'anno

PROGETTI INDIVIDUALIZZATIProgetti e Rimborsi

Assist. Indiv. in Strutt. Non Conv.

184 1.662 101 601 92 1.058

62.062 31.804 63.721

Interventi Contrasto isolamento, rimborso comuni badanti, altri

rimborsi progetti comunali

Progetti E-CARE e GARSIA

ASSEGNO DI CURA

PROGETTAZIONE SOVRADISTRETTUALE

ALTRI INTERVENTI ANZIANI

FRNA - ANZIANI

17.084

3.201

2.155

SOLLIEVO/DIMISSIONI PROTETTE

SEMIRESIDENZIALI 1.053

Indice di convenzionamento (posti residenziali + sollievo/dimissioni protette)

POSTI RESIDENZIALI

TOTALE

Azienda USL di Bologna

33.023

2.945

1.994

14.177

917

2.040

FRNA - ANZIANI

SITUAZIONE 30.06.2010

Dati economici: le migliaia corrispondono a miglioni di euro

34.481

CONSUNTIVO 2009

1.725

PRECONSUNTIVO 31.12.2010

1.107

7.745 13.938

1.550425

112

popolazione >75 anni al 01/01/2007 100.819

popolazione >75 anni al 01/01/2008 102.226

popolazione >75 anni al 01/01/2009 103.683

popolazione >75 anni al 01/01/2010 105.170

ATTIVITA' COSTI ATTIVITA' COSTI ATTIVITA' COSTI

Pl. Convenzionati (CP+RSA) 2.669 2.670 2.670

Anziani in lista di attesa a fine periodo 2.719 2.514 3.035Anziani inseriti stabilmente in struttura nell'

anno 1.156 456 2.418

Numero posti 143 134 134Anziani inseriti su posto temporaneo nell'

anno 1.127 625 1.106

2,71% 2,67% 2,67%

Numero posti in Centro Diurno 540 545 545

% posti convenzionati su pop. > 75 anni 0,52% 0,52% 0,52%

percentuale utilizzo CD 82% 79% 85%

Giornate di presenza in CD nell'anno 110.526 54.078 115.780

stima giornate di funzionamento annue 135.000 68.125 135.470

Anziani con assegno di cura 6.701 5.905 6.195

Numero anziani in lista di attesa 0 0 1.218

Nuovi utenti assegno di cura dell'anno 2.288 1.021 1.350

% assegni di cura su popolazione > 75 anni 6,46% 5,61% 5,89%

CONTRIBUTO AGGIUNTIVO BADANTI Numero utenti titolari di contributo aggiuntivo (€ 160) 882 1.042 1.165 807 1.289 1.531

ASSISTENZA DOMICILIARESOCIO ASSISTENZIALE

N. Ore di ASSDI rimborsate nell'anno - comprese dimisioni

protette a domicilio400.458 4.261 193.345 2.252 379.816 4.700

ASSISTENZA DOMICILIARESOCIO EDUCATIVA N. Ore rimborsate nell'anno

PROGETTI INDIVIDUALIZZATIProgetti e Rimborsi

Assist. Indiv. in Strutt. Non Conv.

184 1.662 101 601 92 1.058

62.062 31.804 63.721

Interventi Contrasto isolamento, rimborso comuni badanti, altri

rimborsi progetti comunali

Progetti E-CARE e GARSIA

ASSEGNO DI CURA

PROGETTAZIONE SOVRADISTRETTUALE

ALTRI INTERVENTI ANZIANI

FRNA - ANZIANI

17.084

3.201

2.155

SOLLIEVO/DIMISSIONI PROTETTE

SEMIRESIDENZIALI 1.053

Indice di convenzionamento (posti residenziali + sollievo/dimissioni protette)

POSTI RESIDENZIALI

TOTALE

Azienda USL di Bologna

33.023

2.945

1.994

14.177

917

2.040

FRNA - ANZIANI

SITUAZIONE 30.06.2010

Dati economici: le migliaia corrispondono a miglioni di euro

34.481

CONSUNTIVO 2009

1.725

PRECONSUNTIVO 31.12.2010

1.107

7.745 13.938

1.550425

112

popolazione >75 anni al 01/01/2007 100.819

popolazione >75 anni al 01/01/2008 102.226

popolazione >75 anni al 01/01/2009 103.683

popolazione >75 anni al 01/01/2010 105.170

ATTIVITA' COSTI ATTIVITA' COSTI ATTIVITA' COSTI

Pl. Convenzionati (CP+RSA) 2.669 2.670 2.670

Anziani in lista di attesa a fine periodo 2.719 2.514 3.035Anziani inseriti stabilmente in struttura nell'

anno 1.156 456 2.418

Numero posti 143 134 134Anziani inseriti su posto temporaneo nell'

anno 1.127 625 1.106

2,71% 2,67% 2,67%

Numero posti in Centro Diurno 540 545 545

% posti convenzionati su pop. > 75 anni 0,52% 0,52% 0,52%

percentuale utilizzo CD 82% 79% 85%

Giornate di presenza in CD nell'anno 110.526 54.078 115.780

stima giornate di funzionamento annue 135.000 68.125 135.470

Anziani con assegno di cura 6.701 5.905 6.195

Numero anziani in lista di attesa 0 0 1.218

Nuovi utenti assegno di cura dell'anno 2.288 1.021 1.350

% assegni di cura su popolazione > 75 anni 6,46% 5,61% 5,89%

CONTRIBUTO AGGIUNTIVO BADANTI Numero utenti titolari di contributo aggiuntivo (€ 160) 882 1.042 1.165 807 1.289 1.531

ASSISTENZA DOMICILIARESOCIO ASSISTENZIALE

N. Ore di ASSDI rimborsate nell'anno - comprese dimisioni

protette a domicilio400.458 4.261 193.345 2.252 379.816 4.700

ASSISTENZA DOMICILIARESOCIO EDUCATIVA N. Ore rimborsate nell'anno

PROGETTI INDIVIDUALIZZATIProgetti e Rimborsi

Assist. Indiv. in Strutt. Non Conv.

184 1.662 101 601 92 1.058

62.062 31.804 63.721

Interventi Contrasto isolamento, rimborso comuni badanti, altri

rimborsi progetti comunali

Progetti E-CARE e GARSIA

ASSEGNO DI CURA

PROGETTAZIONE SOVRADISTRETTUALE

ALTRI INTERVENTI ANZIANI

FRNA - ANZIANI

17.084

3.201

2.155

SOLLIEVO/DIMISSIONI PROTETTE

SEMIRESIDENZIALI 1.053

Indice di convenzionamento (posti residenziali + sollievo/dimissioni protette)

POSTI RESIDENZIALI

TOTALE

Azienda USL di Bologna

33.023

2.945

1.994

14.177

917

2.040

FRNA - ANZIANI

SITUAZIONE 30.06.2010

Dati economici: le migliaia corrispondono a miglioni di euro

34.481

CONSUNTIVO 2009

1.725

PRECONSUNTIVO 31.12.2010

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ATTIVITA' COSTI ATTIVITA' COSTI ATTIVITA' COSTI

Pl. Convenzionati (CP+RSA) 1.397 1.400 1.400

Anziani in lista di attesa a fine periodo 1.282 755 1.486

Anziani inseriti stabilmente in struttura 597 237 2.000

Numero posti 70 57 57Anziani inseriti su posto temporaneo nell' anno 288 195 335

2,73% 2,70% 2,70%Numero posti in Centro

Diurno 283 288 288% posti convenzionati su

pop. > 75 anni 0,53% 0,53% 0,53%

percentuale utilizzo CD 77% 72% 80%Giornate di presenza in

CD nell'anno 54.255 25.857 57.500stima giornate di

funzionamento annue 70.750 36.000 72.000Anziani con assegno di

cura 3.008 2.774 2.900Numero anziani in lista di

attesa al 31/12 0 0 500Nuovi utenti assegno di

cura dell'anno 1.105 580 750% assegni di cura su

popolazione > 75 anni 5,60% 5,14% 5,38%

CONTRIBUTO AGGIUNTIVO BADANTINumero utenti titolari di contributo aggiuntivo (€

160)508 573 691 469 760 900

ASSISTENZA DOMICILIARESOCIO ASSISTENZIALE

N. Ore di ASSDI rimborsate nell'anno - comprese dimisioni protette a domicilio

215.829 2.374 107.718 1.221 211.000 2.630

ASSISTENZA DOMICILIARESOCIO EDUCATIVA

N. Ore rimborsate nell'anno

PROGETTI INDIVIDUALIZZATIProgetti e Rimborsi

Assist. Indiv. in Strutt. Non Conv.

63 416 64 303 75 600

31.189 16.665 33.180

546 808ALTRI INTERVENTI ANZIANI

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1.007

previsti per l'anno 20103400 utenti in carico

ASSEGNO DI CURA

PROGETTAZIONE SOVRADISTRETTUALE

Interventi Contrasto isolamento, rimborso comuni badanti, altri

rimborsi progetti comunali

3.712

SITUAZIONE 30.06.2010

9.199

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Indice di convenzionamento (posti residenziali + sollievo/dimissioni protette)

POSTI RESIDENZIALI

FRNA - ANZIANI

17.939

1.180

CONSUNTIVO 2009

Dati economici: le migliaia corrispondono a miglioni di euro

TOTALE

Distretto di Bologna

917 425Progetti E-CARE e GARSIA

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SEMIRESIDENZIALI

FRNA - ANZIANI

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Popolazione >75 anni al 01/01/2007 53.430Popolazione >75 anni al 01/01/2008 53.552Popolazione >75 anni al 01/01/2009 53.749Popolazione >75 anni al 01/01/2010 53.918

ATTIVITA' COSTI ATTIVITA' COSTI ATTIVITA' COSTI

Pl. Convenzionati (CP+RSA) 1.397 1.400 1.400

Anziani in lista di attesa a fine periodo 1.282 755 1.486

Anziani inseriti stabilmente in struttura 597 237 2.000

Numero posti 70 57 57Anziani inseriti su posto temporaneo nell' anno 288 195 335

2,73% 2,70% 2,70%Numero posti in Centro

Diurno 283 288 288% posti convenzionati su

pop. > 75 anni 0,53% 0,53% 0,53%

percentuale utilizzo CD 77% 72% 80%Giornate di presenza in

CD nell'anno 54.255 25.857 57.500stima giornate di

funzionamento annue 70.750 36.000 72.000Anziani con assegno di

cura 3.008 2.774 2.900Numero anziani in lista di

attesa al 31/12 0 0 500Nuovi utenti assegno di

cura dell'anno 1.105 580 750% assegni di cura su

popolazione > 75 anni 5,60% 5,14% 5,38%

CONTRIBUTO AGGIUNTIVO BADANTINumero utenti titolari di contributo aggiuntivo (€

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ASSISTENZA DOMICILIARESOCIO ASSISTENZIALE

N. Ore di ASSDI rimborsate nell'anno - comprese dimisioni protette a domicilio

215.829 2.374 107.718 1.221 211.000 2.630

ASSISTENZA DOMICILIARESOCIO EDUCATIVA

N. Ore rimborsate nell'anno

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Assist. Indiv. in Strutt. Non Conv.

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previsti per l'anno 20103400 utenti in carico

ASSEGNO DI CURA

PROGETTAZIONE SOVRADISTRETTUALE

Interventi Contrasto isolamento, rimborso comuni badanti, altri

rimborsi progetti comunali

3.712

SITUAZIONE 30.06.2010

9.199

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Indice di convenzionamento (posti residenziali + sollievo/dimissioni protette)

POSTI RESIDENZIALI

FRNA - ANZIANI

17.939

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CONSUNTIVO 2009

Dati economici: le migliaia corrispondono a miglioni di euro

TOTALE

Distretto di Bologna

917 425Progetti E-CARE e GARSIA

SOLLIEVO/DIMISSIONI PROTETTE

SEMIRESIDENZIALI

FRNA - ANZIANI

PRECONSUNTIVO 31.12.2010

1.150

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Popolazione >75 anni al 01/01/2007 53.430Popolazione >75 anni al 01/01/2008 53.552Popolazione >75 anni al 01/01/2009 53.749Popolazione >75 anni al 01/01/2010 53.918

ATTIVITA' COSTI ATTIVITA' COSTI ATTIVITA' COSTI

Pl. Convenzionati (CP+RSA) 1.397 1.400 1.400

Anziani in lista di attesa a fine periodo 1.282 755 1.486

Anziani inseriti stabilmente in struttura 597 237 2.000

Numero posti 70 57 57Anziani inseriti su posto temporaneo nell' anno 288 195 335

2,73% 2,70% 2,70%Numero posti in Centro

Diurno 283 288 288% posti convenzionati su

pop. > 75 anni 0,53% 0,53% 0,53%

percentuale utilizzo CD 77% 72% 80%Giornate di presenza in

CD nell'anno 54.255 25.857 57.500stima giornate di

funzionamento annue 70.750 36.000 72.000Anziani con assegno di

cura 3.008 2.774 2.900Numero anziani in lista di

attesa al 31/12 0 0 500Nuovi utenti assegno di

cura dell'anno 1.105 580 750% assegni di cura su

popolazione > 75 anni 5,60% 5,14% 5,38%

CONTRIBUTO AGGIUNTIVO BADANTINumero utenti titolari di contributo aggiuntivo (€

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ASSISTENZA DOMICILIARESOCIO ASSISTENZIALE

N. Ore di ASSDI rimborsate nell'anno - comprese dimisioni protette a domicilio

215.829 2.374 107.718 1.221 211.000 2.630

ASSISTENZA DOMICILIARESOCIO EDUCATIVA

N. Ore rimborsate nell'anno

PROGETTI INDIVIDUALIZZATIProgetti e Rimborsi

Assist. Indiv. in Strutt. Non Conv.

63 416 64 303 75 600

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546 808ALTRI INTERVENTI ANZIANI

6.236

1.007

previsti per l'anno 20103400 utenti in carico

ASSEGNO DI CURA

PROGETTAZIONE SOVRADISTRETTUALE

Interventi Contrasto isolamento, rimborso comuni badanti, altri

rimborsi progetti comunali

3.712

SITUAZIONE 30.06.2010

9.199

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782

Indice di convenzionamento (posti residenziali + sollievo/dimissioni protette)

POSTI RESIDENZIALI

FRNA - ANZIANI

17.939

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CONSUNTIVO 2009

Dati economici: le migliaia corrispondono a miglioni di euro

TOTALE

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917 425Progetti E-CARE e GARSIA

SOLLIEVO/DIMISSIONI PROTETTE

SEMIRESIDENZIALI

FRNA - ANZIANI

PRECONSUNTIVO 31.12.2010

1.150

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6.897

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ATTIVITA' COSTI ATTIVITA' COSTI ATTIVITA' COSTI

Pl. Convenzionati (CP+RSA) 411 411 411Anziani in lista di attesa a fine

periodo 681 1.023 708Anziani inseriti stabilmente in

struttura nell' anno 106 68 105

Numero posti 17 17 17Anziani inseriti su posto temporaneo nell' anno 199 100 217

2,71% 2,64% 2,64%

Numero posti in Centro Diurno 56 56 56% posti convenzionati su pop. >

75 anni 0,35% 0,35% 0,35%

percentuale utilizzo CD 87% 80% 87%Giornate di presenza in CD

nell'anno/semestre 12.203 5.610 12.154stima giornate di funzionamento

annue 14.000 7.000 14.000

Anziani con assegno di cura 1.140 976 1.019

Numero anziani in lista di attesa 0 89Nuovi utenti assegno di cura

dell'anno 442 128 112% assegni di cura su popolazione

> 75 anni 7,22% 6,03% 6,30%

CONTRIBUTO AGGIUNTIVO BADANTI Numero utenti titolari di contributo aggiuntivo (€ 160) 103 140 146 123 159 170

ASSISTENZA DOMICILIARESOCIO ASSISTENZIALE

N. Ore di ASSDI rimborsate nell'anno - comprese dimisioni protette a domicilio

71.454 713 33.447 356 60.665 713

ASSISTENZA DOMICILIARESOCIO EDUCATIVA

N. Ore rimborsate nell'anno

PROGETTI INDIVIDUALIZZATIProgetti e Rimborsi

Assist. Indiv. in Strutt. Non Conv.

46 575 5 29 5 59

10.060 5.059 10.274

Dati economici: le migliaia corrispondono a miglioni di euro

POSTI RESIDENZIALI

FRNA - ANZIANI

2.692

PRECONSUNTIVO 31.12.2010

5.405

SOLLIEVO/DIMISSIONI PROTETTE

SEMIRESIDENZIALI

FRNA - ANZIANI

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SITUAZIONE 30.06.2010

105

Indice di convenzionamento (posti residenziali + sollievo/dimissioni protette)

CONSUNTIVO 2009

Distretto di Pianura Est

5.200

ASSEGNO DI CURA

PROGETTAZIONE SOVRADISTRETTUALE

Interventi Contrasto isolamento, rimborso comuni badanti, altri

rimborsi progetti comunali

Progetti E-CARE e GARSIA

ALTRI INTERVENTI ANZIANI 91

TOTALE

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1.381 2.5002.519

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popolazione >75 anni al 01/01/2007 14.984popolazione >75 anni al 01/01/2008 15.393popolazione >75 anni al 01/01/2009 15.787popolazione >75 anni al 01/01/2010 16.187

ATTIVITA' COSTI ATTIVITA' COSTI ATTIVITA' COSTI

Pl. Convenzionati (CP+RSA) 411 411 411Anziani in lista di attesa a fine

periodo 681 1.023 708Anziani inseriti stabilmente in

struttura nell' anno 106 68 105

Numero posti 17 17 17Anziani inseriti su posto temporaneo nell' anno 199 100 217

2,71% 2,64% 2,64%

Numero posti in Centro Diurno 56 56 56% posti convenzionati su pop. >

75 anni 0,35% 0,35% 0,35%

percentuale utilizzo CD 87% 80% 87%Giornate di presenza in CD

nell'anno/semestre 12.203 5.610 12.154stima giornate di funzionamento

annue 14.000 7.000 14.000

Anziani con assegno di cura 1.140 976 1.019

Numero anziani in lista di attesa 0 89Nuovi utenti assegno di cura

dell'anno 442 128 112% assegni di cura su popolazione

> 75 anni 7,22% 6,03% 6,30%

CONTRIBUTO AGGIUNTIVO BADANTI Numero utenti titolari di contributo aggiuntivo (€ 160) 103 140 146 123 159 170

ASSISTENZA DOMICILIARESOCIO ASSISTENZIALE

N. Ore di ASSDI rimborsate nell'anno - comprese dimisioni protette a domicilio

71.454 713 33.447 356 60.665 713

ASSISTENZA DOMICILIARESOCIO EDUCATIVA

N. Ore rimborsate nell'anno

PROGETTI INDIVIDUALIZZATIProgetti e Rimborsi

Assist. Indiv. in Strutt. Non Conv.

46 575 5 29 5 59

10.060 5.059 10.274

Dati economici: le migliaia corrispondono a miglioni di euro

POSTI RESIDENZIALI

FRNA - ANZIANI

2.692

PRECONSUNTIVO 31.12.2010

5.405

SOLLIEVO/DIMISSIONI PROTETTE

SEMIRESIDENZIALI

FRNA - ANZIANI

348

SITUAZIONE 30.06.2010

105

Indice di convenzionamento (posti residenziali + sollievo/dimissioni protette)

CONSUNTIVO 2009

Distretto di Pianura Est

5.200

ASSEGNO DI CURA

PROGETTAZIONE SOVRADISTRETTUALE

Interventi Contrasto isolamento, rimborso comuni badanti, altri

rimborsi progetti comunali

Progetti E-CARE e GARSIA

ALTRI INTERVENTI ANZIANI 91

TOTALE

64 25

1.381 2.5002.519

400

695

241

630

218

popolazione >75 anni al 01/01/2007 14.984popolazione >75 anni al 01/01/2008 15.393popolazione >75 anni al 01/01/2009 15.787popolazione >75 anni al 01/01/2010 16.187

ATTIVITA' COSTI ATTIVITA' COSTI ATTIVITA' COSTI

Pl. Convenzionati (CP+RSA) 411 411 411Anziani in lista di attesa a fine

periodo 681 1.023 708Anziani inseriti stabilmente in

struttura nell' anno 106 68 105

Numero posti 17 17 17Anziani inseriti su posto temporaneo nell' anno 199 100 217

2,71% 2,64% 2,64%

Numero posti in Centro Diurno 56 56 56% posti convenzionati su pop. >

75 anni 0,35% 0,35% 0,35%

percentuale utilizzo CD 87% 80% 87%Giornate di presenza in CD

nell'anno/semestre 12.203 5.610 12.154stima giornate di funzionamento

annue 14.000 7.000 14.000

Anziani con assegno di cura 1.140 976 1.019

Numero anziani in lista di attesa 0 89Nuovi utenti assegno di cura

dell'anno 442 128 112% assegni di cura su popolazione

> 75 anni 7,22% 6,03% 6,30%

CONTRIBUTO AGGIUNTIVO BADANTI Numero utenti titolari di contributo aggiuntivo (€ 160) 103 140 146 123 159 170

ASSISTENZA DOMICILIARESOCIO ASSISTENZIALE

N. Ore di ASSDI rimborsate nell'anno - comprese dimisioni protette a domicilio

71.454 713 33.447 356 60.665 713

ASSISTENZA DOMICILIARESOCIO EDUCATIVA

N. Ore rimborsate nell'anno

PROGETTI INDIVIDUALIZZATIProgetti e Rimborsi

Assist. Indiv. in Strutt. Non Conv.

46 575 5 29 5 59

10.060 5.059 10.274

Dati economici: le migliaia corrispondono a miglioni di euro

POSTI RESIDENZIALI

FRNA - ANZIANI

2.692

PRECONSUNTIVO 31.12.2010

5.405

SOLLIEVO/DIMISSIONI PROTETTE

SEMIRESIDENZIALI

FRNA - ANZIANI

348

SITUAZIONE 30.06.2010

105

Indice di convenzionamento (posti residenziali + sollievo/dimissioni protette)

CONSUNTIVO 2009

Distretto di Pianura Est

5.200

ASSEGNO DI CURA

PROGETTAZIONE SOVRADISTRETTUALE

Interventi Contrasto isolamento, rimborso comuni badanti, altri

rimborsi progetti comunali

Progetti E-CARE e GARSIA

ALTRI INTERVENTI ANZIANI 91

TOTALE

64 25

1.381 2.5002.519

400

695

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ATTIVITA' COSTI ATTIVITA' COSTI ATTIVITA' COSTI

Pl. Convenzionati (CP+RSA) 204 200 200Anziani in lista di attesa a fine

periodo 119 152 234Anziani inseriti stabilmente in

struttura nell' anno 142 31 75

Numero posti 20 24 24Anziani inseriti su posto temporaneo nell' anno 322 187 355

2,78% 2,70% 2,70%

Numero posti in Centro Diurno 39 39 39% posti convenzionati su pop. >

75 anni 0,48% 0,47% 0,47%

percentuale utilizzo CD 98% 99% 99%Giornate di presenza in CD

nell'anno 9.564 4.810 9.620stima giornate di funzionamento

annue 9.750 4.875 9.750

Anziani con assegno di cura 628 489 530Numero anziani in lista di attesa

al 31/12 0 0 0Nuovi utenti assegno di cura

dell'anno 162 78 135% assegni di cura su popolazione

> 75 anni 7,79% 5,90% 6,39%

CONTRIBUTO AGGIUNTIVO BADANTI Numero utenti titolari di contributo aggiuntivo (€ 160) 75 88 78 61 93 140

ASSISTENZA DOMICILIARESOCIO ASSISTENZIALE

N. Ore di ASSDI rimborsate nell'anno - comprese dimisioni protette a domicilio

26.202 288 11.695 146 26.294 323

ASSISTENZA DOMICILIARESOCIO EDUCATIVA

N. Ore rimborsate nell'anno

PROGETTI INDIVIDUALIZZATIProgetti e Rimborsi

Assist. Indiv. in Strutt. Non Conv.

1 6

4.834 2.562 5.216

SITUAZIONE 30.06.2010

POSTI RESIDENZIALI

FRNA - ANZIANI

1.320

PRECONSUNTIVO 31.12.2010

1.100

2.641

SOLLIEVO/DIMISSIONI PROTETTE

Indice di convenzionamento (posti residenziali + sollievo/dimissioni protette)

16319

327

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600

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TOTALE

ASSEGNO DI CURA

PROGETTAZIONE SOVRADISTRETTUALE

Interventi Contrasto isolamento, rimborso comuni badanti, altri

rimborsi progetti comunali

Progetti E-CARE e GARSIA

Distretto di Pianura Ovest

2.479

550

FRNA - ANZIANI

1.090

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CONSUNTIVO 2009

ALTRI INTERVENTI ANZIANI

170SEMIRESIDENZIALI

Dati economici: le migliaia corrispondono a miglioni di euro

popolazione >75 anni al 01/01/2007 7.707popolazione >75 anni al 01/01/2008 7.892popolazione >75 anni al 01/01/2009 8.061popolazione >75 anni al 01/01/2010 8.289

ATTIVITA' COSTI ATTIVITA' COSTI ATTIVITA' COSTI

Pl. Convenzionati (CP+RSA) 204 200 200Anziani in lista di attesa a fine

periodo 119 152 234Anziani inseriti stabilmente in

struttura nell' anno 142 31 75

Numero posti 20 24 24Anziani inseriti su posto temporaneo nell' anno 322 187 355

2,78% 2,70% 2,70%

Numero posti in Centro Diurno 39 39 39% posti convenzionati su pop. >

75 anni 0,48% 0,47% 0,47%

percentuale utilizzo CD 98% 99% 99%Giornate di presenza in CD

nell'anno 9.564 4.810 9.620stima giornate di funzionamento

annue 9.750 4.875 9.750

Anziani con assegno di cura 628 489 530Numero anziani in lista di attesa

al 31/12 0 0 0Nuovi utenti assegno di cura

dell'anno 162 78 135% assegni di cura su popolazione

> 75 anni 7,79% 5,90% 6,39%

CONTRIBUTO AGGIUNTIVO BADANTI Numero utenti titolari di contributo aggiuntivo (€ 160) 75 88 78 61 93 140

ASSISTENZA DOMICILIARESOCIO ASSISTENZIALE

N. Ore di ASSDI rimborsate nell'anno - comprese dimisioni protette a domicilio

26.202 288 11.695 146 26.294 323

ASSISTENZA DOMICILIARESOCIO EDUCATIVA

N. Ore rimborsate nell'anno

PROGETTI INDIVIDUALIZZATIProgetti e Rimborsi

Assist. Indiv. in Strutt. Non Conv.

1 6

4.834 2.562 5.216

SITUAZIONE 30.06.2010

POSTI RESIDENZIALI

FRNA - ANZIANI

1.320

PRECONSUNTIVO 31.12.2010

1.100

2.641

SOLLIEVO/DIMISSIONI PROTETTE

Indice di convenzionamento (posti residenziali + sollievo/dimissioni protette)

16319

327

89

668

600

175

TOTALE

ASSEGNO DI CURA

PROGETTAZIONE SOVRADISTRETTUALE

Interventi Contrasto isolamento, rimborso comuni badanti, altri

rimborsi progetti comunali

Progetti E-CARE e GARSIA

Distretto di Pianura Ovest

2.479

550

FRNA - ANZIANI

1.090

169

CONSUNTIVO 2009

ALTRI INTERVENTI ANZIANI

170SEMIRESIDENZIALI

Dati economici: le migliaia corrispondono a miglioni di euro

popolazione >75 anni al 01/01/2007 7.707popolazione >75 anni al 01/01/2008 7.892popolazione >75 anni al 01/01/2009 8.061popolazione >75 anni al 01/01/2010 8.289

ATTIVITA' COSTI ATTIVITA' COSTI ATTIVITA' COSTI

Pl. Convenzionati (CP+RSA) 204 200 200Anziani in lista di attesa a fine

periodo 119 152 234Anziani inseriti stabilmente in

struttura nell' anno 142 31 75

Numero posti 20 24 24Anziani inseriti su posto temporaneo nell' anno 322 187 355

2,78% 2,70% 2,70%

Numero posti in Centro Diurno 39 39 39% posti convenzionati su pop. >

75 anni 0,48% 0,47% 0,47%

percentuale utilizzo CD 98% 99% 99%Giornate di presenza in CD

nell'anno 9.564 4.810 9.620stima giornate di funzionamento

annue 9.750 4.875 9.750

Anziani con assegno di cura 628 489 530Numero anziani in lista di attesa

al 31/12 0 0 0Nuovi utenti assegno di cura

dell'anno 162 78 135% assegni di cura su popolazione

> 75 anni 7,79% 5,90% 6,39%

CONTRIBUTO AGGIUNTIVO BADANTI Numero utenti titolari di contributo aggiuntivo (€ 160) 75 88 78 61 93 140

ASSISTENZA DOMICILIARESOCIO ASSISTENZIALE

N. Ore di ASSDI rimborsate nell'anno - comprese dimisioni protette a domicilio

26.202 288 11.695 146 26.294 323

ASSISTENZA DOMICILIARESOCIO EDUCATIVA

N. Ore rimborsate nell'anno

PROGETTI INDIVIDUALIZZATIProgetti e Rimborsi

Assist. Indiv. in Strutt. Non Conv.

1 6

4.834 2.562 5.216

SITUAZIONE 30.06.2010

POSTI RESIDENZIALI

FRNA - ANZIANI

1.320

PRECONSUNTIVO 31.12.2010

1.100

2.641

SOLLIEVO/DIMISSIONI PROTETTE

Indice di convenzionamento (posti residenziali + sollievo/dimissioni protette)

16319

327

89

668

600

175

TOTALE

ASSEGNO DI CURA

PROGETTAZIONE SOVRADISTRETTUALE

Interventi Contrasto isolamento, rimborso comuni badanti, altri

rimborsi progetti comunali

Progetti E-CARE e GARSIA

Distretto di Pianura Ovest

2.479

550

FRNA - ANZIANI

1.090

169

CONSUNTIVO 2009

ALTRI INTERVENTI ANZIANI

170SEMIRESIDENZIALI

Dati economici: le migliaia corrispondono a miglioni di euro

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popolazione >75 anni al 01/01/2010 12.063

ATTIVITA' COSTI ATTIVITA' COSTI ATTIVITA' COSTI

Pl. Convenzionati al 31/12 (CP+RSA) 298 300 300

Anziani in lista di attesa a fine periodo 298 315 350

Anziani inseriti stabilmente in struttura nell' anno 183 55 114

Numero posti 17 17 17Anziani inseriti su posto temporaneo nell' anno 149 53 112

2,69% 2,63% 2,63%

Numero posti in Centro Diurno 106 106 106% posti convenzionati su pop. >

75 anni 0,91% 0,88% 0,88%

percentuale utilizzo CD 88% 90% 98%Giornate di presenza in CD

nell'anno 23.240 11.944 24.889stima giornate di funzionamento

annue 26.500 13.250 25.440

Anziani con assegno di cura 844 751 768Numero anziani in lista di attesa

al 31/12 0 362Nuovi utenti assegno di cura

dell'anno 286 119 179% assegni di cura su popolazione

> 75 anni 7,21% 6,23% 6,37%

CONTRIBUTO AGGIUNTIVO BADANTI Numero utenti titolari di contributo aggiuntivo (€ 160) 100 132 130 78 136 160

ASSISTENZA DOMICILIARESOCIO ASSISTENZIALE

N. Ore di ASSDI rimborsate nell'anno - comprese dimisioni protette a domicilio

50.000 475 22.408 329 44.816 627

ASSISTENZA DOMICILIARESOCIO EDUCATIVA

N. Ore rimborsate nell'anno

PROGETTI INDIVIDUALIZZATIProgetti e Rimborsi

Assist. Indiv. in Strutt. Non Conv.

65 640 26 251 5 365

7.650 3.414 6.515

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376 119

PROGETTAZIONE SOVRADISTRETTUALE

Interventi Contrasto isolamento, rimborso comuni badanti, altri

rimborsi progetti comunali

0

Progetti E-CARE e GARSIA

FRNA - ANZIANI

111

Dati economici: le migliaia corrispondono a miglioni di euro

SEMIRESIDENZIALI

Indice di convenzionamento (posti residenziali + sollievo/dimissioni protette)

CONSUNTIVO 2009

SOLLIEVO/DIMISSIONI PROTETTE

SITUAZIONE 30.06.2010 PRECONSUNTIVO 31.12.2010

POSTI RESIDENZIALI

FRNA - ANZIANI

1.577 3.231

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ALTRI INTERVENTI ANZIANI

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Distretto di Casalecchio di Reno

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popolazione >75 anni al 01/01/2009 11.709

popolazione >75 anni al 01/01/2010 12.063

ATTIVITA' COSTI ATTIVITA' COSTI ATTIVITA' COSTI

Pl. Convenzionati al 31/12 (CP+RSA) 298 300 300

Anziani in lista di attesa a fine periodo 298 315 350

Anziani inseriti stabilmente in struttura nell' anno 183 55 114

Numero posti 17 17 17Anziani inseriti su posto temporaneo nell' anno 149 53 112

2,69% 2,63% 2,63%

Numero posti in Centro Diurno 106 106 106% posti convenzionati su pop. >

75 anni 0,91% 0,88% 0,88%

percentuale utilizzo CD 88% 90% 98%Giornate di presenza in CD

nell'anno 23.240 11.944 24.889stima giornate di funzionamento

annue 26.500 13.250 25.440

Anziani con assegno di cura 844 751 768Numero anziani in lista di attesa

al 31/12 0 362Nuovi utenti assegno di cura

dell'anno 286 119 179% assegni di cura su popolazione

> 75 anni 7,21% 6,23% 6,37%

CONTRIBUTO AGGIUNTIVO BADANTI Numero utenti titolari di contributo aggiuntivo (€ 160) 100 132 130 78 136 160

ASSISTENZA DOMICILIARESOCIO ASSISTENZIALE

N. Ore di ASSDI rimborsate nell'anno - comprese dimisioni protette a domicilio

50.000 475 22.408 329 44.816 627

ASSISTENZA DOMICILIARESOCIO EDUCATIVA

N. Ore rimborsate nell'anno

PROGETTI INDIVIDUALIZZATIProgetti e Rimborsi

Assist. Indiv. in Strutt. Non Conv.

65 640 26 251 5 365

7.650 3.414 6.515

858

376 119

PROGETTAZIONE SOVRADISTRETTUALE

Interventi Contrasto isolamento, rimborso comuni badanti, altri

rimborsi progetti comunali

0

Progetti E-CARE e GARSIA

FRNA - ANZIANI

111

Dati economici: le migliaia corrispondono a miglioni di euro

SEMIRESIDENZIALI

Indice di convenzionamento (posti residenziali + sollievo/dimissioni protette)

CONSUNTIVO 2009

SOLLIEVO/DIMISSIONI PROTETTE

SITUAZIONE 30.06.2010 PRECONSUNTIVO 31.12.2010

POSTI RESIDENZIALI

FRNA - ANZIANI

1.577 3.231

TOTALE

1.424

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ALTRI INTERVENTI ANZIANI

ASSEGNO DI CURA

Distretto di Casalecchio di Reno

3.090

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popolazione >75 anni al 01/01/2007 11.052

popolazione >75 anni al 01/01/2008 11.387

popolazione >75 anni al 01/01/2009 11.709

popolazione >75 anni al 01/01/2010 12.063

ATTIVITA' COSTI ATTIVITA' COSTI ATTIVITA' COSTI

Pl. Convenzionati al 31/12 (CP+RSA) 298 300 300

Anziani in lista di attesa a fine periodo 298 315 350

Anziani inseriti stabilmente in struttura nell' anno 183 55 114

Numero posti 17 17 17Anziani inseriti su posto temporaneo nell' anno 149 53 112

2,69% 2,63% 2,63%

Numero posti in Centro Diurno 106 106 106% posti convenzionati su pop. >

75 anni 0,91% 0,88% 0,88%

percentuale utilizzo CD 88% 90% 98%Giornate di presenza in CD

nell'anno 23.240 11.944 24.889stima giornate di funzionamento

annue 26.500 13.250 25.440

Anziani con assegno di cura 844 751 768Numero anziani in lista di attesa

al 31/12 0 362Nuovi utenti assegno di cura

dell'anno 286 119 179% assegni di cura su popolazione

> 75 anni 7,21% 6,23% 6,37%

CONTRIBUTO AGGIUNTIVO BADANTI Numero utenti titolari di contributo aggiuntivo (€ 160) 100 132 130 78 136 160

ASSISTENZA DOMICILIARESOCIO ASSISTENZIALE

N. Ore di ASSDI rimborsate nell'anno - comprese dimisioni protette a domicilio

50.000 475 22.408 329 44.816 627

ASSISTENZA DOMICILIARESOCIO EDUCATIVA

N. Ore rimborsate nell'anno

PROGETTI INDIVIDUALIZZATIProgetti e Rimborsi

Assist. Indiv. in Strutt. Non Conv.

65 640 26 251 5 365

7.650 3.414 6.515

858

376 119

PROGETTAZIONE SOVRADISTRETTUALE

Interventi Contrasto isolamento, rimborso comuni badanti, altri

rimborsi progetti comunali

0

Progetti E-CARE e GARSIA

FRNA - ANZIANI

111

Dati economici: le migliaia corrispondono a miglioni di euro

SEMIRESIDENZIALI

Indice di convenzionamento (posti residenziali + sollievo/dimissioni protette)

CONSUNTIVO 2009

SOLLIEVO/DIMISSIONI PROTETTE

SITUAZIONE 30.06.2010 PRECONSUNTIVO 31.12.2010

POSTI RESIDENZIALI

FRNA - ANZIANI

1.577 3.231

TOTALE

1.424

210 410

179

ALTRI INTERVENTI ANZIANI

ASSEGNO DI CURA

Distretto di Casalecchio di Reno

3.090

277

404

1.905

727

Page 42: Per un nuovo welfare locale: il caso dei servizi per …...welfare locale: il caso dei servizi per gli anziani na o 2011 4 Bologna - marzo 2011 1 54 righe per aprire Questo progetto

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popolazione >75 anni al 01/01/2009 7.529

popolazione >75 anni al 01/01/2010 7.829

ATTIVITA' COSTI ATTIVITA' COSTI ATTIVITA' COSTI

Pl. Convenzionati(CP+RSA) 197 197 197Anziani in lista di attesa a fine

periodo 107 118 110Anziani inseriti stabilmente in

struttura nell' anno 79 31 60

Numero posti 4 4 4Anziani inseriti su posto temporaneo nell' anno 48 21 42

2,67% 2,57% 2,57%

Numero posti in Centro Diurno 43 43 43% posti convenzionati su pop. >

75 anni 0,57% 0,55% 0,55%

percentuale utilizzo CD 80% 82% 80%Giornate di presenza in CD

nell'anno 8.610 4.395 8.790stima giornate di funzionamento

annue 10.750 5.375 10.965

Anziani con assegno di cura 371 308 365

Numero anziani in lista di attesa 0 0 20Nuovi utenti assegno di cura

dell'anno 101 38 90% assegni di cura su popolazione

> 75 anni 4,93% 3,93% 4,66%

CONTRIBUTO AGGIUNTIVO BADANTI Numero utenti titolari di contributo aggiuntivo (€ 160) 61 73 75 48 90 100

ASSISTENZA DOMICILIARESOCIO ASSISTENZIALE

N. Ore di ASSDI rimborsate nell'anno - comprese dimisioni protette a domicilio

29.717 327 14.869 165 30.625 337

ASSISTENZA DOMICILIARESOCIO EDUCATIVA

N. Ore rimborsate nell'anno

PROGETTI INDIVIDUALIZZATIProgetti e Rimborsi

Assist. Indiv. in Strutt. Non Conv.

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4.254 2.062 4.494

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375Interventi Contrasto isolamento, rimborso comuni badanti, altri

rimborsi progetti comunali30

Progetti E-CARE e GARSIA

366ALTRI INTERVENTI ANZIANI

ASSEGNO DI CURA

PROGETTAZIONE SOVRADISTRETTUALE

SOLLIEVO/DIMISSIONI PROTETTE

TOTALE

Distretto di San Lazzaro di Savena

2.355

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149

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Dati economici: le migliaia corrispondono a miglioni di euro

SEMIRESIDENZIALI

Indice di convenzionamento (posti residenziali + sollievo/dimissioni protette)

FRNA - ANZIANI

1.282 2.581

CONSUNTIVO 2009 PRECONSUNTIVO 31.12.2010SITUAZIONE 30.06.2010

POSTI RESIDENZIALI

FRNA - ANZIANI

popolazione >75 anni al 01/01/2007 6.991

popolazione >75 anni al 01/01/2008 7.254

popolazione >75 anni al 01/01/2009 7.529

popolazione >75 anni al 01/01/2010 7.829

ATTIVITA' COSTI ATTIVITA' COSTI ATTIVITA' COSTI

Pl. Convenzionati(CP+RSA) 197 197 197Anziani in lista di attesa a fine

periodo 107 118 110Anziani inseriti stabilmente in

struttura nell' anno 79 31 60

Numero posti 4 4 4Anziani inseriti su posto temporaneo nell' anno 48 21 42

2,67% 2,57% 2,57%

Numero posti in Centro Diurno 43 43 43% posti convenzionati su pop. >

75 anni 0,57% 0,55% 0,55%

percentuale utilizzo CD 80% 82% 80%Giornate di presenza in CD

nell'anno 8.610 4.395 8.790stima giornate di funzionamento

annue 10.750 5.375 10.965

Anziani con assegno di cura 371 308 365

Numero anziani in lista di attesa 0 0 20Nuovi utenti assegno di cura

dell'anno 101 38 90% assegni di cura su popolazione

> 75 anni 4,93% 3,93% 4,66%

CONTRIBUTO AGGIUNTIVO BADANTI Numero utenti titolari di contributo aggiuntivo (€ 160) 61 73 75 48 90 100

ASSISTENZA DOMICILIARESOCIO ASSISTENZIALE

N. Ore di ASSDI rimborsate nell'anno - comprese dimisioni protette a domicilio

29.717 327 14.869 165 30.625 337

ASSISTENZA DOMICILIARESOCIO EDUCATIVA

N. Ore rimborsate nell'anno

PROGETTI INDIVIDUALIZZATIProgetti e Rimborsi

Assist. Indiv. in Strutt. Non Conv.

10 31 5 12 5 12

4.254 2.062 4.494

817

100

79 172

397

49

375Interventi Contrasto isolamento, rimborso comuni badanti, altri

rimborsi progetti comunali30

Progetti E-CARE e GARSIA

366ALTRI INTERVENTI ANZIANI

ASSEGNO DI CURA

PROGETTAZIONE SOVRADISTRETTUALE

SOLLIEVO/DIMISSIONI PROTETTE

TOTALE

Distretto di San Lazzaro di Savena

2.355

108

149

844

Dati economici: le migliaia corrispondono a miglioni di euro

SEMIRESIDENZIALI

Indice di convenzionamento (posti residenziali + sollievo/dimissioni protette)

FRNA - ANZIANI

1.282 2.581

CONSUNTIVO 2009 PRECONSUNTIVO 31.12.2010SITUAZIONE 30.06.2010

POSTI RESIDENZIALI

FRNA - ANZIANI

popolazione >75 anni al 01/01/2007 6.991

popolazione >75 anni al 01/01/2008 7.254

popolazione >75 anni al 01/01/2009 7.529

popolazione >75 anni al 01/01/2010 7.829

ATTIVITA' COSTI ATTIVITA' COSTI ATTIVITA' COSTI

Pl. Convenzionati(CP+RSA) 197 197 197Anziani in lista di attesa a fine

periodo 107 118 110Anziani inseriti stabilmente in

struttura nell' anno 79 31 60

Numero posti 4 4 4Anziani inseriti su posto temporaneo nell' anno 48 21 42

2,67% 2,57% 2,57%

Numero posti in Centro Diurno 43 43 43% posti convenzionati su pop. >

75 anni 0,57% 0,55% 0,55%

percentuale utilizzo CD 80% 82% 80%Giornate di presenza in CD

nell'anno 8.610 4.395 8.790stima giornate di funzionamento

annue 10.750 5.375 10.965

Anziani con assegno di cura 371 308 365

Numero anziani in lista di attesa 0 0 20Nuovi utenti assegno di cura

dell'anno 101 38 90% assegni di cura su popolazione

> 75 anni 4,93% 3,93% 4,66%

CONTRIBUTO AGGIUNTIVO BADANTI Numero utenti titolari di contributo aggiuntivo (€ 160) 61 73 75 48 90 100

ASSISTENZA DOMICILIARESOCIO ASSISTENZIALE

N. Ore di ASSDI rimborsate nell'anno - comprese dimisioni protette a domicilio

29.717 327 14.869 165 30.625 337

ASSISTENZA DOMICILIARESOCIO EDUCATIVA

N. Ore rimborsate nell'anno

PROGETTI INDIVIDUALIZZATIProgetti e Rimborsi

Assist. Indiv. in Strutt. Non Conv.

10 31 5 12 5 12

4.254 2.062 4.494

817

100

79 172

397

49

375Interventi Contrasto isolamento, rimborso comuni badanti, altri

rimborsi progetti comunali30

Progetti E-CARE e GARSIA

366ALTRI INTERVENTI ANZIANI

ASSEGNO DI CURA

PROGETTAZIONE SOVRADISTRETTUALE

SOLLIEVO/DIMISSIONI PROTETTE

TOTALE

Distretto di San Lazzaro di Savena

2.355

108

149

844

Dati economici: le migliaia corrispondono a miglioni di euro

SEMIRESIDENZIALI

Indice di convenzionamento (posti residenziali + sollievo/dimissioni protette)

FRNA - ANZIANI

1.282 2.581

CONSUNTIVO 2009 PRECONSUNTIVO 31.12.2010SITUAZIONE 30.06.2010

POSTI RESIDENZIALI

FRNA - ANZIANI

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41

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ATTIVITA' COSTI ATTIVITA' COSTI ATTIVITA' COSTI

Pl. Convenzionati (CP+RSA) 162 162 162

Anziani in lista di attesa a fine periodo 232 151 147

Anziani inseriti stabilmente in struttura nell' anno 49 34 64

Numero posti 15 15 15Anziani inseriti su posto temporaneo nell' anno 121 69 45

2,58% 2,57% 2,57%

Numero posti in Centro Diurno 13 13 13% posti convenzionati su pop. >

75 anni 0,19% 0,19% 0,19%

percentuale utilizzo CD 82% 90% 85%Giornate di presenza in CD

nell'anno 2.654 1.462 2.827stima giornate di funzionamento

annue 3.250 1.625 3.315

Anziani con assegno di cura 710 607 613Numero anziani in lista di attesa

al 31/12 0 0 247Nuovi utenti assegno di cura

dell'anno 192 78 84% assegni di cura su popolazione

> 75 anni 10,37% 8,82% 8,90%

CONTRIBUTO AGGIUNTIVO BADANTI Numero utenti titolari di contributo aggiuntivo (€ 160) 35 34 45 28 51 61

ASSISTENZA DOMICILIARESOCIO ASSISTENZIALE

N. Ore di ASSDI rimborsate nell'anno - comprese dimisioni protette a domicilio

7.256 84 3.208 35 6.416 70

ASSISTENZA DOMICILIARESOCIO EDUCATIVA

N. Ore rimborsate nell'anno

PROGETTI INDIVIDUALIZZATIProgetti e Rimborsi

Assist. Indiv. in Strutt. Non Conv.

1 6 1 16

4.075 2.042 4.042

1.200

PRECONSUNTIVO 31.12.2010SITUAZIONE 30.06.2010

108

24

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50

FRNA - ANZIANI

PROGETTAZIONE SOVRADISTRETTUALE

Indice di convenzionamento (posti residenziali + sollievo/dimissioni protette)

ALTRI INTERVENTI ANZIANI

Progetti E-CARE e GARSIA

POSTI RESIDENZIALI

TOTALE

Interventi Contrasto isolamento, rimborso comuni badanti, altri

rimborsi progetti comunali

2.108

279168

1.014

30

SOLLIEVO/DIMISSIONI PROTETTE

SEMIRESIDENZIALI

ASSEGNO DI CURA

1.959

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Dati economici: le migliaia corrispondono a miglioni di euro

CONSUNTIVO 2009

FRNA - ANZIANI Distretto di Porretta Terme

popolazione >75 anni al 01/01/2007 6.655popolazione >75 anni al 01/01/2008 6.748popolazione >75 anni al 01/01/2009 6.848popolazione >75 anni al 01/01/2010 6.884

ATTIVITA' COSTI ATTIVITA' COSTI ATTIVITA' COSTI

Pl. Convenzionati (CP+RSA) 162 162 162

Anziani in lista di attesa a fine periodo 232 151 147

Anziani inseriti stabilmente in struttura nell' anno 49 34 64

Numero posti 15 15 15Anziani inseriti su posto temporaneo nell' anno 121 69 45

2,58% 2,57% 2,57%

Numero posti in Centro Diurno 13 13 13% posti convenzionati su pop. >

75 anni 0,19% 0,19% 0,19%

percentuale utilizzo CD 82% 90% 85%Giornate di presenza in CD

nell'anno 2.654 1.462 2.827stima giornate di funzionamento

annue 3.250 1.625 3.315

Anziani con assegno di cura 710 607 613Numero anziani in lista di attesa

al 31/12 0 0 247Nuovi utenti assegno di cura

dell'anno 192 78 84% assegni di cura su popolazione

> 75 anni 10,37% 8,82% 8,90%

CONTRIBUTO AGGIUNTIVO BADANTI Numero utenti titolari di contributo aggiuntivo (€ 160) 35 34 45 28 51 61

ASSISTENZA DOMICILIARESOCIO ASSISTENZIALE

N. Ore di ASSDI rimborsate nell'anno - comprese dimisioni protette a domicilio

7.256 84 3.208 35 6.416 70

ASSISTENZA DOMICILIARESOCIO EDUCATIVA

N. Ore rimborsate nell'anno

PROGETTI INDIVIDUALIZZATIProgetti e Rimborsi

Assist. Indiv. in Strutt. Non Conv.

1 6 1 16

4.075 2.042 4.042

1.200

PRECONSUNTIVO 31.12.2010SITUAZIONE 30.06.2010

108

24

797

258

50

FRNA - ANZIANI

PROGETTAZIONE SOVRADISTRETTUALE

Indice di convenzionamento (posti residenziali + sollievo/dimissioni protette)

ALTRI INTERVENTI ANZIANI

Progetti E-CARE e GARSIA

POSTI RESIDENZIALI

TOTALE

Interventi Contrasto isolamento, rimborso comuni badanti, altri

rimborsi progetti comunali

2.108

279168

1.014

30

SOLLIEVO/DIMISSIONI PROTETTE

SEMIRESIDENZIALI

ASSEGNO DI CURA

1.959

46

1.584

200

Dati economici: le migliaia corrispondono a miglioni di euro

CONSUNTIVO 2009

FRNA - ANZIANI Distretto di Porretta Terme

popolazione >75 anni al 01/01/2007 6.655popolazione >75 anni al 01/01/2008 6.748popolazione >75 anni al 01/01/2009 6.848popolazione >75 anni al 01/01/2010 6.884

ATTIVITA' COSTI ATTIVITA' COSTI ATTIVITA' COSTI

Pl. Convenzionati (CP+RSA) 162 162 162

Anziani in lista di attesa a fine periodo 232 151 147

Anziani inseriti stabilmente in struttura nell' anno 49 34 64

Numero posti 15 15 15Anziani inseriti su posto temporaneo nell' anno 121 69 45

2,58% 2,57% 2,57%

Numero posti in Centro Diurno 13 13 13% posti convenzionati su pop. >

75 anni 0,19% 0,19% 0,19%

percentuale utilizzo CD 82% 90% 85%Giornate di presenza in CD

nell'anno 2.654 1.462 2.827stima giornate di funzionamento

annue 3.250 1.625 3.315

Anziani con assegno di cura 710 607 613Numero anziani in lista di attesa

al 31/12 0 0 247Nuovi utenti assegno di cura

dell'anno 192 78 84% assegni di cura su popolazione

> 75 anni 10,37% 8,82% 8,90%

CONTRIBUTO AGGIUNTIVO BADANTI Numero utenti titolari di contributo aggiuntivo (€ 160) 35 34 45 28 51 61

ASSISTENZA DOMICILIARESOCIO ASSISTENZIALE

N. Ore di ASSDI rimborsate nell'anno - comprese dimisioni protette a domicilio

7.256 84 3.208 35 6.416 70

ASSISTENZA DOMICILIARESOCIO EDUCATIVA

N. Ore rimborsate nell'anno

PROGETTI INDIVIDUALIZZATIProgetti e Rimborsi

Assist. Indiv. in Strutt. Non Conv.

1 6 1 16

4.075 2.042 4.042

1.200

PRECONSUNTIVO 31.12.2010SITUAZIONE 30.06.2010

108

24

797

258

50

FRNA - ANZIANI

PROGETTAZIONE SOVRADISTRETTUALE

Indice di convenzionamento (posti residenziali + sollievo/dimissioni protette)

ALTRI INTERVENTI ANZIANI

Progetti E-CARE e GARSIA

POSTI RESIDENZIALI

TOTALE

Interventi Contrasto isolamento, rimborso comuni badanti, altri

rimborsi progetti comunali

2.108

279168

1.014

30

SOLLIEVO/DIMISSIONI PROTETTE

SEMIRESIDENZIALI

ASSEGNO DI CURA

1.959

46

1.584

200

Dati economici: le migliaia corrispondono a miglioni di euro

CONSUNTIVO 2009

FRNA - ANZIANI Distretto di Porretta Terme

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42

Statuto delle

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di ciò che abbiamo, di questo è lecito far uso,

e qualunque cosa fai, falla secondo le tue forze

(Cicerone, De senectute)

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434

Articolo 1: La persona anziana fragile (in seguito: anziano fragile), ha diritto ad es-sere riconosciuta come membro della comunità di appartenenza a tutti gli ef-fetti e senza limitazioni che derivino dal suo stato; la comunità e le Istituzioni locali garantiscono l’impegno ad assumere tutte le iniziative e i provvedimenti necessari a rimuovere gli ostacoli che ne impediscono la vita normale.

Articolo 2: L’anziano fragile ha diritto a ve-dere riconosciuta la propria condizione e alla definizione di un progetto personalizzato di attenzione; le Istituzioni locali, con la collabo-razione diretta e operativa delle Associazioni che si occupano di anziani, dei Centri Sociali, dei Sindacati Pensionati, delle organizzazioni di volontariato, promuovono il monitoraggio delle persone anziane per definirne le condi-zioni nel modo più preciso possibile, ricono-scere gli elementi di fragilità e gli interventi di contrasto, in una ottica di prevenzione mira-ta a ritardare l’insorgenza di problemi di non autosufficienza. (Ambiti, tempi, modalità, ge-stione del monitoraggio saranno definiti di vol-ta in volta d’intesa tra Comuni, Distretti socio-sanitari, oo.SS. dei pensionati).

Articolo 3: L’anziano fragile ha diritto ad avere normali relazioni sociali e ad essere messo in condizione di esercitarle pienamen-te. La solitudine è una delle principali e più diffuse cause di fragilità e come tale va con-trastata con forza, assicurando compagnia a domicilio, favorendo le amicizie, incentivan-do la partecipazione a iniziative esterne (fe-ste, gite, incontri…), assicurando aiuto nello svolgimento di pratiche burocratiche o nel normale espletamento di funzioni quotidia-ne (la spesa, una passeggiata, la posta…). L’attenzione contro la solitudine deve essere particolarmente intensa in periodi nei quali la percezione dell’esser soli cresce: l’estate, Natale, Pasqua, il giorno del compleanno o di anniversari importanti…

Articolo 4: L’anziano fragile ha diritto ad una vita dignitosa anche sotto il profilo delle possibilità finanziarie, avendo assicu-rate solidarietà e aiuto quando ne ricorrano necessità contingenti; le istituzioni locali sono impegnate a valutare le condizioni re-ali di reddito in particolare per applicare le imposizioni fiscali e tariffarie nella maniera più equa possibile e non escludendo nes-suno da opportunità di servizi per ragioni finanziarie. La costituzione di un fondo per il contrasto alla fragilità di reddito, realiz-zata attraverso uno specifico progetto al cui finanziamento concorrano soggetti im-prenditoriali, del credito, della società civi-le, è uno degli obiettivi ai quali lavorare.

Articolo 5: L’anziano fragile ha diritto ad una particolare attenzione alle proprie condizioni di salute, innanzitutto da par-te del medico di medicina generale che deve tenerne monitorate le condizioni sot-to il profilo medico ma anche sotto quello sociale e relazionale, segnalandone even-tuali aspetti problematici ai soggetti pre-posti. La particolare attenzione va assicu-rata anche in caso di ricovero ospedaliero creando le condizioni perché la degenza non sia vissuta come un ulteriore elemen-to di solitudine, abbandono, frustrazio-ne. Quando del caso l’anziano fragile a rischio depressione, va seguito in chiave preventiva da professionisti pubblici spe-cializzati (psicologi, psichiatri), con tutta la attenzione e lo scrupolo e la sensibilità necessarie.

Articolo 6: L’anziano fragile deve essere messo in condizione di vivere in un am-biente che tenga conto delle sue condi-zioni e non ne acuisca la problematicità. Il comitato per l’edilizia sociale è il soggetto deputato a verificare l’esistenza di barriere architettoniche domestiche da rimuovere o sistemare, predisponendo di volta in vol-ta appositi progetti specifici che utilizzino

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445

criteri domotici. L’Istituzione locale si farà carico di favorire l’effettuazione dei lavori o la sistemazione dell’anziano in altra situa-zione, in particolare quando sia inquilino di edilizia pubblica.

Articolo 7: L’anziano fragile ha diritto a po-tersi spostare dalla sua abitazione nel quar-tiere di residenza, ma anche in centro o in al-tre zone della città. Se necessario andrà pre-disposto un piano di ausilio alla mobilità che preveda l’aiuto di un volontario e l’eventuale trasporto con mezzo nel caso di spostamen-ti più lunghi e impegnativi. Il monitoraggio di cui alla premessa del presente Statuto potrà aiutare a definire eventuali zone di sofferen-za nel servizio oggi garantito dal trasporto pubblico; l’Istituzione locale, insieme con le oo.ss. dei pensionati e dei trasporti potranno definire un eventuale coinvolgimento delle cooperative tassisti per la definizione di un servizio di taxi collettivo per anziani ovvero per una carta grigia che consenta sconti ta-riffari o per altre possibili soluzioni che con-sentano all’anziano fragile di raggiungere luoghi di visita, di cura, di socializzazione, di culto, di iniziativa sociale.

Articolo 8: Le Istituzioni locali si impegna-no a verificare periodicamente l’esistenza di condizioni problematiche legate alla orga-nizzazione della città che “intimoriscono” l’anziano: l’assenza o la lontananza di attra-versamenti pedonali in alcune zone, il po-sizionamento non adeguato dei cassonetti della nettezza urbana, la scarsità di parcheg-gi, l’assenza di riduttori di velocità, la pre-senza costante e ripetuta di deiezioni canine sui marciapiedi, l’abitudine al parcheggio sul marciapiedi…Questi interventi sono finaliz-zati a rendere esigibile il diritto alla sicurez-za e alla vivibilità urbana che passa anche attraverso una particolare attenzione ai pro-blemi più direttamente ascrivibili all’ordine pubblico. Nell’ambito dei compiti dei Vigili di quartiere viene espressamente prevista una attività di monitoraggio periodico delle con-dizioni delle persone anziane.

Articolo 9: L’anziano fragile ha diritto di poter fruire di opportunità formative e culturali che gli consentano di tenere viva la propria attenzione, di fare scelte consa-pevoli, di essere partecipi della vita della comunità. Progetti specifici potranno es-sere costruiti coinvolgendo l’Università della terza età “Primo Levi”, l’Ancescao, l’Anpi, la Caritas, i sindacati pensionati… Una attenzione specifica andrà destinata alla alfabetizzazione informatica che può consentire a tanti anziani nuove opportuni-tà di conoscenza, di svago, di impiego del tempo, di relazioni.

Articolo 10: L’anziano fragile ha diritto a fruire di tutte le prestazioni socio-assi-stenziali professionali delle quali dovesse avere necessità, anche in chiave di preven-zione rispetto all’insorgere di patologie in-validanti.

Articolo 11: L’anziano fragile ha diritto-do-vere ad avere cura della igiene personale quotidiana e periodica, anche attraverso uno specifico aiuto per le funzioni meno semplici o che richiedono una sufficiente autonomia.

Articolo 12: L’anziano fragile ha diritto ad essere reso consapevole delle conse-guenze di una alimentazione non equi-librata e non adeguata alle condizioni specifiche nelle quali si trova. Il progetto di attenzione che lo riguarderà prevederà l’informazione sulla corretta alimentazio-ne, se del caso la definizione di una dieta adatta, le modalità di eventuale aiuto per provvedere alla spesa, al suo trasporto a domicilio, la relativa preparazione, il rias-setto della cucina.

Articolo 13: L’anziano fragile è tenuto a ri-spettare tutti i doveri che spettano ai citta-dini, ricevendo l’aiuto e il sostegno neces-sario che lo mettano in condizione di farlo.

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di dargli del tu e di chiamarlo nonno? -

di chiamarlo con il nome della sua malattia? -

di non usare i titoli che gli spettano? -

di legarlo al letto? -

di non accompagnarlo al bagno quando ne ha bisogno? -

di decidere noi chi debba incontrare e chi no? -

di vestirlo come vogliamo noi? -

di mandarlo via di casa «per il suo bene?» -

di fare pressioni perché decida quello che vogliamo noi? -

di imporgli un nostro medico perché ci fa comodo? -

di non accompagnarlo in giardino, quando si potrebbe e ne avrebbe voglia? -

di trasferirlo in modo coatto dove «c’è posto», lontano dalla sua casa, dai suoi parenti, dai - suoi amici?

di tagliargli corti i capelli? -

di imporgli una divisa da malato? -

di farlo vivere solo tra vecchi? -

di farlo vivere come in una caserma, dove ci si perde perché tutte le stanze sono uguali? -

di farlo dormire in una camerata con altre dieci, venti, cinquanta persone che si - disturbano a vicenda?

di disprezzare qualsiasi cosa dica? -

di trattarlo come un imbecille quando ha la testa a posto? -

di non dargli ascolto quando esprime il suo parere sulle cose che lo riguardano direttamente? -

di dimenticarci che è una persona sempre, nonostante sia vecchio? -

di considerarlo meno perché malato e non produttivo? -

di negargli una vita affettiva piena, per quelle che sono le sue capacità? -

di spogliarlo nudo davanti agli altri? -

di non lasciarlo in pace neppure in bagno? -

di impedire, di fatto, ai suoi cari di andarlo a trovare? -

di non andarlo mai a trovare? -

di dargli ciò di cui ha bisogno solo se ci dà dei soldi, o solo se ci fa eredi? -

di non curarlo perché è inguaribile? -

di non aiutarlo a mantenere lo stato di salute che gli resta? -

di rompere rapporti, legami, canali che lo tenevano vivo dentro questo mondo? -

di farlo diventare un cronico, paralizzato, perché non è iniziata subito la riabilitazione? -

di considerarlo solo un «pesante carico di lavoro?» -

di cacciarlo via dall’ospedale, perché, anche se malato, si fa finta che sia «sano»? -

di progettare solo bagni per «sani autosufficienti»? -

di trascurarlo, in quanto non sarebbe un caso scientificamente interessante? -

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criteri domotici. L’Istituzione locale si farà carico di favorire l’effettuazione dei lavori o la sistemazione dell’anziano in altra situa-zione, in particolare quando sia inquilino di edilizia pubblica.

Articolo 7: L’anziano fragile ha diritto a po-tersi spostare dalla sua abitazione nel quar-tiere di residenza, ma anche in centro o in al-tre zone della città. Se necessario andrà pre-disposto un piano di ausilio alla mobilità che preveda l’aiuto di un volontario e l’eventuale trasporto con mezzo nel caso di spostamen-ti più lunghi e impegnativi. Il monitoraggio di cui alla premessa del presente Statuto potrà aiutare a definire eventuali zone di sofferen-za nel servizio oggi garantito dal trasporto pubblico; l’Istituzione locale, insieme con le oo.ss. dei pensionati e dei trasporti potranno definire un eventuale coinvolgimento delle cooperative tassisti per la definizione di un servizio di taxi collettivo per anziani ovvero per una carta grigia che consenta sconti ta-riffari o per altre possibili soluzioni che con-sentano all’anziano fragile di raggiungere luoghi di visita, di cura, di socializzazione, di culto, di iniziativa sociale.

Articolo 8: Le Istituzioni locali si impegna-no a verificare periodicamente l’esistenza di condizioni problematiche legate alla orga-nizzazione della città che “intimoriscono” l’anziano: l’assenza o la lontananza di attra-versamenti pedonali in alcune zone, il po-sizionamento non adeguato dei cassonetti della nettezza urbana, la scarsità di parcheg-gi, l’assenza di riduttori di velocità, la pre-senza costante e ripetuta di deiezioni canine sui marciapiedi, l’abitudine al parcheggio sul marciapiedi…Questi interventi sono finaliz-zati a rendere esigibile il diritto alla sicurez-za e alla vivibilità urbana che passa anche attraverso una particolare attenzione ai pro-blemi più direttamente ascrivibili all’ordine pubblico. Nell’ambito dei compiti dei Vigili di quartiere viene espressamente prevista una attività di monitoraggio periodico delle con-dizioni delle persone anziane.

Articolo 9: L’anziano fragile ha diritto di poter fruire di opportunità formative e culturali che gli consentano di tenere viva la propria attenzione, di fare scelte consa-pevoli, di essere partecipi della vita della comunità. Progetti specifici potranno es-sere costruiti coinvolgendo l’Università della terza età “Primo Levi”, l’Ancescao, l’Anpi, la Caritas, i sindacati pensionati… Una attenzione specifica andrà destinata alla alfabetizzazione informatica che può consentire a tanti anziani nuove opportuni-tà di conoscenza, di svago, di impiego del tempo, di relazioni.

Articolo 10: L’anziano fragile ha diritto a fruire di tutte le prestazioni socio-assi-stenziali professionali delle quali dovesse avere necessità, anche in chiave di preven-zione rispetto all’insorgere di patologie in-validanti.

Articolo 11: L’anziano fragile ha diritto-do-vere ad avere cura della igiene personale quotidiana e periodica, anche attraverso uno specifico aiuto per le funzioni meno semplici o che richiedono una sufficiente autonomia.

Articolo 12: L’anziano fragile ha diritto ad essere reso consapevole delle conse-guenze di una alimentazione non equi-librata e non adeguata alle condizioni specifiche nelle quali si trova. Il progetto di attenzione che lo riguarderà prevederà l’informazione sulla corretta alimentazio-ne, se del caso la definizione di una dieta adatta, le modalità di eventuale aiuto per provvedere alla spesa, al suo trasporto a domicilio, la relativa preparazione, il rias-setto della cucina.

Articolo 13: L’anziano fragile è tenuto a ri-spettare tutti i doveri che spettano ai citta-dini, ricevendo l’aiuto e il sostegno neces-sario che lo mettano in condizione di farlo.

Bologna, ottobre 2010

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di non rispettare le leggi che tutelano il diritto alla salute, alle cure senza limiti di durata, - per lui e per ogni cittadino?

di farlo vivere dove non dovrebbe, dove non ha le cure e l’assistenza necessaria, di cui ha diritto? -

di farlo anche pagare quando non dovrebbe? -

di rimandare a lungo la visita per l’assegno di accompagnamento? -

di far passare anni prima della concessione dell’assegno? -

di ritardare le pratiche burocratiche al punto che quando l’assegno arriverà, sarà già morto? -

di trascurare la sua preferenza a vivere a casa; -

di lasciarlo vivere in una casa non attrezzata per la sua sopravvivenza?-

di non considerare che abbandonare la casa, per molti, vuol dire morire prima? -

di non capire che tornare a casa ed essere curati è spesso un modo per vivere meglio e - più a lungo?

di negargli gli ausili, la carrozzella, la poltrona, che gli permetterebbero di vivere meglio? -

di non applicare le leggi sulle barriere architettoniche? -

di risparmiare togliendo a lui ciò di cui ha diritto? -

di non considerare tutti i contributi che ha pagato - a norma di legge -perché fosse - tutelato da vecchio, anche se non autosufficiente?

di curarlo come pensiamo noi senza nemmeno consultare medici e personale qualificato? -

di fargli perdere la continuità delle cure? -

di eliminare dalla rete sanitaria i posti letto per cronici e lungodegenti, pure previsti dalla legge? -

di andare a raccontare agli altri la sua malattia? -

di non dargli da mangiare o da bere quando non può farlo da solo? -

di non aiutarlo a muoversi nel letto? -

di non avere quelle piccole attenzioni che possono evitargli le piaghe da decubito? -

di impedire ai suoi cari di entrare e di stare con lui proprio quando sta per morire? -

di non farlo morire con dignità? -

di non trattare il suo dolore perché secondo noi non è un problema? -

di trascurare l’igiene necessaria ad evitare le infezioni ospedaliere? -

di non aiutarlo nell’igiene personale? -

di usare il catetere più per ridurre il carico di lavoro che per una reale necessità? -

di farlo stare a letto, anche quando potrebbe alzarsi con un po’ di aiuto? -

di accanirci con trattamenti eccezionali, contro il suo parere? -

di non mandare a casa sua lo specialista e l’attrezzatura di cui ha bisogno -costringendolo - all’ospedale - quando a domicilio avremmo risultati migliori, spendendo meno?

di non far nulla, o poco, o meno perché tanto «è vecchio»? -

di dargli sonniferi e tranquillanti più per nostro comodo che per sua necessità? -

(Tratto da “Carta dei diritti delle persone anziane”, Fondazione Zancan, Padova, 2008)

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...di dirgli di no quando potremmo e dovremmo dirgli di Si?

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Questo progetto è frutto di un lavoro collettivo promosso e coordinato dalla segreteria dello SPI territoriale di Bologna, approfondito nella assemblea generale dei segretari e delle

segretarie di lega del territorio, perfezionato da uno specifico gruppo e infine discusso e approvato dal direttivo dello SPI

bolognese nella seduta del mese di febbraio 2011.

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