"per quarto" informa | nov-dic 2012

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A un anno di distanza dalla prima uscita, “per quarto informa” torna con un numero che per pagine e ar- gomenti trattati rispecchia perfettamente l’impegno che il nostro gruppo si era preso già in campagna elettorale: essere presenti sia sul territorio che in consiglio comunale con costanza e determinazione, anche e so- prattutto dopo le elezioni, comunque fossero andate. Dall’impianto a biogas a Portegran- di all’”accanimento“ estetico della Giunta sul centro del paese, dal PAT scarsamente partecipato ai problemi di bilancio, dall’au- spicata chiusura del “carrozzone” altrimenti detto Parco del Sile alla Welcome Card, giù giù fino alle 40 deliberazioni del Cosiglio co- munale (con tanto di espressione di voto): a testimoniare l’impegno del nostro gruppo c’è questo ma c’è anche la partecipazione costante di buona parte dei nostri candida- ti ai consigli comunali. “Come prima, più di prima”, cantava Tony Dallara negli anni ‘50: e “come prima, più di prima”, purtrop- po, i consigli comunali continuano a venire disertati dalla cittadinanza. Grandi assenti, soprattutto, gli altri circa 70 candidati non eletti alle ultime elezioni: sulla carta tutti superimpegnati e attenti alle problematiche del paese, ma alla resa dei conti... Buona lettura! PORTEGRANDI: IL BIOGAS NON PASSA DOPO IL NO DI AMMINISTRAZIONE E CITTADINI, QUELLO DELLA CONFERENZA DI SERVIZI; MA... IN BREVE Sembrava bastasse il no della Confe- renza di servizi per bloccare definitiva- mente il progetto dell’impianto a bio- gas a Portegrandi. Ma grazie alla legge “Semplifica Italia” potrebbe non esser detta l’ultima parola. Nel frattempo i cittadini di Portegrandi han dato vita ad un comitato di tutela e valorizzazio- ne della frazione che speriamo abbia sèguito. I l 30 settembre si è riunita la Conferenza di servizi per esprimersi sull’ammissibilità o meno del progetto per la realizzazione di un impianto a biogas a Portegrandi. Alla presenza – oltre che dei rappresentanti degli enti interessati – di una decina di cittadini del comitato spontaneo nato per approfondire l’impatto del progetto sul territorio, la Conferen- za ha dato parere contrario all’Autorizzazione unica ambientale (AUA), indispensabile per pro- cedere con la realizzazione dell’impianto. Ottimo, direte. Lo diremmo anche noi se non fosse che l’Autorizzazione unica (che, ricordia- mo, è uno degli strumenti di semplificazione per le imprese introdotti dalla legge n° 35 del 2012 “Semplifica Italia”) prevede comunque che venga data una seconda possibilità al soggetto proponente. La storia quindi potrebbe non finire qui, soprat- tutto per Portegrandi. Avendo approfondito il tema in sede di Com- missione consiliare, ed essendo stati presenti alla Conferenza di servizi, riportiamo qui di seguito un riassunto della vicenda con alcune considerazioni sul progetto e, in linea generale, sul tema del biogas. per quarto informa FOGLIO DI INFORMAZIONE DEL GRUPPO CONSILIARE “PER QUARTO” NOVEMBRE/DICEMBRE 2012 IN QUESTO NUMERO... Editoriale ............................................... 1 Portegrandi: il biogas non passa ...1-2 Chiudiamo il Parco del Sile!............... 3 Piazza pulita... di alberi .................... 4-5 (S)bilancio ............................................. 6 Welcome che!? .................................... 7 Sarebbe questa la partecipazione?.. 8 Un paese che fa acqua....................... 9 Grandi opere al centro ................ 10-11 Quel perfido porfido ..................... 12-13 Un anno in Consiglio .................... 14-15 Flash news .......................................... 16 Esempio di impianto a biogas da 1MWh (Limena – Padova) www.perquarto.it [email protected] www.facebook.com/perquarto

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foglio di informazione del gruppo consiliare “per quarto” - Novembre/Dicembre 2012

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A un anno di distanza dalla prima uscita, “per quarto informa” torna con un numero che per pagine e ar-

gomenti trattati rispecchia perfettamente l’impegno che il nostro gruppo si era preso già in campagna elettorale: essere presenti sia sul territorio che in consiglio comunale con costanza e determinazione, anche e so-prattutto dopo le elezioni, comunque fossero andate. Dall’impianto a biogas a Portegran-di all’”accanimento“ estetico della Giunta sul centro del paese, dal PAT scarsamente partecipato ai problemi di bilancio, dall’au-spicata chiusura del “carrozzone” altrimenti detto Parco del Sile alla Welcome Card, giù giù fino alle 40 deliberazioni del Cosiglio co-munale (con tanto di espressione di voto): a testimoniare l’impegno del nostro gruppo c’è questo ma c’è anche la partecipazione costante di buona parte dei nostri candida-ti ai consigli comunali. “Come prima, più di prima”, cantava Tony Dallara negli anni ‘50: e “come prima, più di prima”, purtrop-po, i consigli comunali continuano a venire disertati dalla cittadinanza. Grandi assenti, soprattutto, gli altri circa 70 candidati non eletti alle ultime elezioni: sulla carta tutti superimpegnati e attenti alle problematiche del paese, ma alla resa dei conti... Buona lettura! ■

PORTEGRANDI: Il bIOGAs NON PAssADopo il no Di amministrazione e cittaDini, quello Della conferenza Di servizi; ma...

IN bREvE

Sembrava bastasse il no della Confe-renza di servizi per bloccare definitiva-mente il progetto dell’impianto a bio-gas a Portegrandi. Ma grazie alla legge “Semplifica Italia” potrebbe non esser detta l’ultima parola. Nel frattempo i cittadini di Portegrandi han dato vita ad un comitato di tutela e valorizzazio-ne della frazione che speriamo abbia sèguito.

Il 30 settembre si è riunita la conferenza di servizi per esprimersi sull’ammissibilità o meno del progetto per la realizzazione di un

impianto a biogas a portegrandi. alla presenza – oltre che dei rappresentanti

degli enti interessati – di una decina di cittadini del comitato spontaneo nato per approfondire

l’impatto del progetto sul territorio, la conferen-za ha dato parere contrario all’autorizzazione unica ambientale (aua), indispensabile per pro-cedere con la realizzazione dell’impianto.

ottimo, direte. lo diremmo anche noi se non fosse che l’autorizzazione unica (che, ricordia-mo, è uno degli strumenti di semplificazione per le imprese introdotti dalla legge n° 35 del 2012 “semplifica italia”) prevede comunque che venga data una seconda possibilità al soggetto proponente.

la storia quindi potrebbe non finire qui, soprat-tutto per portegrandi.

avendo approfondito il tema in sede di com-missione consiliare, ed essendo stati presenti alla conferenza di servizi, riportiamo qui di seguito un riassunto della vicenda con alcune considerazioni sul progetto e, in linea generale, sul tema del biogas.

per quarto informafoglio di informazione del gruppo consiliare “per quarto” ◼ novembre/dicembre 2012

IN quEsTO NumERO...

Editoriale ............................................... 1

Portegrandi: il biogas non passa ...1-2

Chiudiamo il Parco del Sile! ............... 3

Piazza pulita... di alberi ....................4-5

(S)bilancio ............................................. 6

Welcome che!? .................................... 7

Sarebbe questa la partecipazione? .. 8

Un paese che fa acqua ....................... 9

Grandi opere al centro ................ 10-11

Quel perfido porfido ..................... 12-13

Un anno in Consiglio .................... 14-15

Flash news ..........................................16

esempio di impianto a biogas da 1mWh (limena – padova)

www.perquarto.it [email protected] www.facebook.com/perquarto

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ANtefAttol’amministrazione ha ricevuto un progetto per la costruzione di un impianto per la produzione di energia da fonti rinnovabili (biogas) nella fra-zione di portegrandi, dove l’azienda proponente possiede del terreno agricolo.

fatte le proprie valutazioni, l’amministrazione ha redatto un parere negativo – ottenendo il voto concorde sia della maggioranza che delle minoranze, “per quarto” compresa – in vista della conferenza di servizi, ovvero il "luogo" in cui tutti gli enti interessati – in questo caso una decina in tutto, dal comune alla regione, passando per la soprintendenza per i beni ar-chitettonici e paesaggistici di venezia e laguna – avrebbero valutato se concedere o meno l’au-torizzazione alla costruzione, tramite il rilascio della cosiddetta “autorizzazione unica”.

IL BIoGASil biogas è una miscela, prodotta dalla fermen-tazione di materiale organico, composta prin-cipalmente da metano in percentuale variabile dal 50% all’80%.

raccogliendo il biogas e bruciandolo in un opportuno impianto si genera energia elettrica.

l’idea che sta alla base di questa tipologia di impianti è semplice: ho un’azienda agricola, meglio se con animali, recupero tutti gli scarti (liquami, residui agro-alimentari, stoppie: la co-siddetta “biomassa”) e con il gas ottenuto dalla fermentazione genero energia elettrica, che poi consumo per la mia attività. e magari, se ne pro-duco in più, la vendo e ci guadagno qualcosina, integrando così il mio reddito.

IL ProGetto PreSeNtAtoil progetto presentato – e bocciato in prima bat-tuta dalla conferenza di servizi – prevedeva una centrale da 999 KWh, in grado di generare 8191 mWh all’anno (stime), di cui il 91% sarebbe sta-to destinato alla vendita.

un impianto, quindi, del tutto sovradimensio-nato rispetto alle reali esigenze dell’azienda.

la biomassa, da far fermentare per ottenere biogas, sarebbe stata costituita al 92% da in-silato (mais e triticale macinati, destinati al-trimenti a produrre cibo) e solo per il restante 8% da liquami suini (acquistati da un’azienda esterna).

c’è di più. il terreno in cui doveva sorgere l’im-pianto (nei pressi della conca di portegrandi) si affaccia sulla laguna di venezia, ed è fortemen-te vincolato (il prG lo indica come “area carat-terizzata da una produzione tipica o specializza-ta dichiarata di interesse paesistico-ambientale e archeologico”) nonché soggetto a forte subsi-denza (il terreno tende a sprofondare).

la stessa regione veneto ha posto di recente dei limiti all’indiscriminata installazione di que-ste centrali, con lo scopo di preservare il territo-rio e le produzioni agricole destinate all’alimen-tazione (umana ed animale).

ANALISIa questo punto l’esito della conferenza di ser-vizi sembrava scontato: il progetto era contrario alle linee guida dettate dalla regione veneto, non convinceva l’amministrazione (maggioranza e minoranze), la soprintendenza aveva già dato il suo parere negativo.

nonostante questo i cittadini di portegrandi non si sentivano tranquilli. e la storia della frazione dà loro ragione: una riqualificazione del vecchio bor-go (la conca) mai partita e che ha fatto più danni che altro, l’ex-consorzio agrario diventato depo-sito di rifiuti speciali, zone che meriterebbero di essere riqualificate, ma in modo serio, oculato e partecipato (per citare alcuni esempi: l’ex-alleva-mento “le tresse” e il condominio sorto al posto dell’ex-pizzeria in zona carafia).

non si sentivano tranquilli anche perché – come ricordato dai consiglieri di maggioranza durante l’incontro pubblico del 28 agosto – non

sarebbe stato il comune a decidere, ma la conferenza di servizi, dove ciascun ente avreb-be avuto un peso differente. non si sentivano tranquilli perché la maggioranza aveva sot-tolineato di essere contraria alla collocazione dell’impianto (non all’impianto stesso), cercan-do, inoltre, di sminuire l’effetto delle emissioni e dell’inquinamento da nitrati (nitrati contenuti nel digestato prodotto dalla fermentazione, uti-lizzato sui campi come fertilizzante e veicolato in laguna dall’acqua piovana).

a fronte di tutto questo, i cittadini di porte-grandi hanno quindi sentito il bisogno di dar vita ad un comitato e avviare una raccolta firme per sostenere la posizione dell’amministrazione in fase di conferenza di servizi.

CoNCLuSIoNecome abbiamo visto, per ora il progetto è stato fermato, ma con "riserva". non bisogna quin-di abbassare la guardia perché progetti come quello in questione non sono sostenibili a por-tegrandi e in nessuna parte del nostro comune. quarto d’altino ha già dato in termini di urba-nizzazione e le sue frazioni sono dei gioielli, da proteggere e valorizzare: le case della bonifica lungo il taglio del sile, la gronda lagunare e la sua area archeologica paleoveneta e romana, la zona archeologica di altino (che raggiunge i confini di portegrandi), il borgo vecchio della conca di portegrandi, il corso del fiume sile con l’oasi di trepalade e la zona umida di san mi-chele vecchio.

non è accettabile svendere l’agricoltura ed il territorio per inseguire profitti che sono tali solo grazie agli incentivi pagati dai contribuenti.

l’amministrazione ha un’opportunità da co-gliere, evitando di allinearsi al fatto che “ormai il biogas ce l’hanno tutti”: valorizzare il territorio attraverso scelte economicamente ed ecologi-camente sostenibili. ■

il prezioso panorama della campagna di gronda lagunare nei pressi della quale era previsto il progetto della centrale a biogas.

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ChIuDIAmO Il PARCO DEl sIlE!ente utile o inutile? seconDo noi, Dopo 20 anni Di Gestione “politica”, Distante Dai principi statutari, la risposta è una sola...

IN bREvE

Il Parco del fiume Sile è entrato di re-cente in un tunnel da cui probabilmen-te ne uscirà cancellato. A meno che la “politica”, come sempre, non ci metta una pezza. Abbiamo avuto modo di os-servare da vicino questa crisi grazie ad un nostro candidato eletto a consiglie-re dal 2011 tra le file della minoranza, e l’idea che ci siam fatti è che un ente che in 20 anni si è dimostrato incapace di tener fede ai propri principi statuta-ri, divorando in compenso montagne di soldi pubblici, deve essere chiuso.

Il parco naturale regionale del fiume sile viene istituito con legge regionale n° 8 del 28 gennaio 1991 al fine di «tutelare i

caratteri naturalistici, storici e ambientali del territorio del fiume sile». comprende in tutto o in parte il territorio dei seguenti comuni: piom-bino Dese, vedelago, istrana, morgano, quinto di treviso, treviso, silea, casier, casale sul sile, roncade e quarto d’altino (11 comuni). le pro-vincie interessate sono quella di padova, trevi-so e venezia.

Gli organi decisionali del parco sono: il con-siglio (composto da 40 consiglieri, compreso il presidente), il comitato esecutivo (composto da 7 persone), 5 commissioni consiliari (composte dai consiglieri stessi), il comitato scientifico (composto da 9 membri, di cui alcuni esterni), i revisori dei conti (3 persone). il presidente del parco viene nominato dal consiglio, il Direttore dalla regione veneto. i consiglieri componenti il consiglio vengono nominati dai rispettivi consi-gli comunali di appartenenza (3 consiglieri per comune di cui di norma 2 eletti dalla maggioran-za, 1 dalle minoranze); poi ci sono 5 consiglieri per la provincia di treviso, 1 per la provincia di padova e 1 per la provincia di venezia. in tutto 40 consiglieri.

le decisioni importanti vengono prese dal co-mitato esecutivo, e il consiglio in pratica ratifica le decisioni prese dalla maggioranza politica del parco (a volte anche a posteriori – “ora per allo-ra” –, come è successo in uno delle ultimissime sedute del consiglio...).

il bilancio consuntivo 2011 dell’ente è con-sistito nella bellezza di circa 9 milioni di euro (poco più del bilancio del nostro comune).

Dalla emanazione del Decreto legge n° 95/2012 sulla revisione della spesa pubblica (spending review) l’ente parco è in piena bu-fera politica per tentare di sopravvivere al suo ridimensionamento se non addirittura alla sua soppressione. ma serve questo “carrozzone” oppure è giunto il momento di fare veramente pulizia di tutti questi piccoli enti che non gesti-scono le risorse e il territorio come dovrebbero?

i cittadini degli undici comuni interessati dal parco conoscono solo le difficoltà, le negazioni e le spese continue richieste da procedure spesso lunghe e assurde per poter modificare una fine-stra, un cancello, un abbaino o una recinzione di una abitazione che esiste da sempre in quel territorio. contestualmente vedono realizzarsi opere ciclopiche lungo il fiume, che sono eviden-temente fuori contesto ma che stranamente ven-gono concesse dal parco senza grandi difficoltà.

tutto questo non può continuare, e pensiamo che sia giunto il tempo di fare delle serie veri-fiche sulla funzionalità e sulla efficienza reale di questo ente, perché è stata persa comple-tamente di vista la sua missione principale e il risultato lo possiamo vedere soprattutto nel territorio di quarto d’altino.

tutto questo non è più accettabile! un ente si-

mile non solo non serve, ma così come è struttu-rato può solo fare ulteriori danni irreversibili al territorio. abbiamo bisogno di contenere i costi inutili, dare risposte veloci ai cittadini e soprat-tutto tutelare veramente i caratteri naturalistici e storici del fiume.

per raggiungere questi obiettivi probabil-mente non serve la presenza di un altro ente, basta semplicemente che i comuni interessati dal fiume (ma soprattutto quelli che intendo-no veramente rispettare la sua storia e la sua naturalità) firmino un protocollo di intesa sugli interventi possibili e quelli non possibili all’in-terno della fascia di rispetto del fiume, con una particolare attenzione all’aspetto ambientale, naturalistico e idrologico del corso d’acqua.

il comune di quarto è e si è sviluppato lungo il sile, e diventa quindi indispensabile progettare un futuro del paese strettamente collegato al futuro del fiume.

qualsiasi sia la soluzione futura, l’amministra-zione altinate dovrà impegnarsi fortemente per la salvaguardia ambientale e la tutela urbanisti-ca lungo il fiume: cosa che in questi ultimi anni, anche se presente nel comitato esecutivo oltre che nel consiglio del parco, non ha certamente fatto, anzi. ■

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PIAzzA PulITA... DI AlbERIper la Giunta e i suoi tecnici piazza san michele è più bella senza alberi. per moltissimi cittaDini, noi compresi, no

IN bREvE

Secondo la Giunta Comunale la valo-rizzazione estetica, architettonica e sociale di Piazza San Michele doveva passare per l’abbattimento di 4 dei cir-ca 30 tigli che dal 1950 caratterizzano il paesaggio urbano del centro di Quarto d’Altino. A nostro avviso, invece, la va-lorizzazione della piazza doveva pas-sare per la tutela di quegli alberi, come previsto dalla Legge regionale n° 20 del 2002 [☞ http://goo.gl/VeD9t], e per l’installazione, con i 3.850 euro delibe-rati per abbatterli, di alcune panchine e di una fontanella. Ma al verde pluri-decennale e ombroso dei tigli la Giunta pare aver preferito quello innaturale e puramente estetico del tappeto erboso “posato” appena in tempo per l’inaugu-razione del nuovo Municipio.

v enerdì 1 giugno 2012, alle ore 8.30, senza alcun preavviso o precedente coinvolgimento della cittadinanza, la

Giunta comunale ha proceduto all’abbattimento di 4 dei tigli pluridecennali presenti lungo il pe-rimetro di piazza san michele. un’azione osteg-giata lì per lì da alcuni cittadini, i quali si son visti pure trattare in malo modo dagli operatori della ditta incaricata.

L’INterPeLLANzADopo aver denunciato lo scempio sul nostro sito [☞ http://goo.gl/o2fQi] e sulla stampa loca-le, ottenendo come risposta dalla sindaca conte e dall’assessore all’ambiente favaro che due dei quattro alberi risultavano essere ammalati, men-tre i restanti due impedivano la continuità este-tica e la piena fruibilità della piazza, il 12 giu-gno abbiamo presentato al consiglio comunale un’interpellanza [☞ http://goo.gl/oJeh5] con la quale, oltre a ribadire la nostra totale condan-na per tale gesto, chiedevamo:

1. chi avesse deciso l’abbattimento dei 4 tigli e in base a quali motivazioni e permessi;

2. quali fossero stati i costi affrontati dall’am-ministrazione per effettuare tale intervento;

3. in quale giorno era stata effettuata la pian-tumazione dei nuovi alberi di cui si parlava nell’articolo de «il Gazzettino» del 5 giugno [☞ http://goo.gl/crMWh], il luogo pre-ciso in cui erano stati piantati e la tipologia degli stessi.

LA DeLIBerAprima che dall’amministrazione, la risposta è arrivata il 28 giugno dalla pubblicazione sul sito del comune della Delibera di Giunta n° 61 del 29 maggio 2012 [☞ http://goo.gl/a86jk] “la-vori di completamento della nuova piazza san

michele”, dalla quale abbiamo potuto trarre "in anteprima" le motivazioni tecniche e politiche che avevano portato ad un tale scempio.

la prima cosa che salta all’occhio nella delibe-ra è che gli alberi non sono stati abbattuti per-ché ammalati – come affermato dalla sindaca sul «Gazzettino» del 5 giugno – ma semplice-mente per una questione estetica, perché cioè «impedendo che lo sguardo dei cittadini arrivi fino all’edificio posto in fondo alla piazza, non permettono una visione complessiva dello spa-zio, privando tra l’altro il cittadino della sensa-zione di essere abbracciato dall’edificato».

a questa conclusione la Giunta arriva dopo aver constatato che sul lato lungo via stazione «nel 2010 sono stati rimossi due tigli in quan-to deceduti» e che tale rimozione «ha oggetti-vamente tolto il valore paesaggistico al filare alberato lungo via stazione». quindi, l’abbatti-mento degli altri 4 tigli era diventato necessario «al fine di valorizzare sia da un punto di vista estetico architettonico sia da un punto di vista sociale piazza san michele».

ma tra le motivazioni che troviamo in pre-messa alla delibera non è difficile intravedere il progetto di proseguire nello scempio anche lungo via manzoni. infatti, mentre i tigli lungo via marconi (quella che dalla rotonda porta al sottopasso ferroviario) «hanno sicuramente va-lore ambientale e paesaggistico [...] in quanto si

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presentano in forma di filare molto fitto e risul-tano perfettamente inseriti nell’ambiente urba-no circostante in quanto ubicati su marciapiedi di ampia larghezza in spazi opportunamente realizzati» quelli in via manzoni non lo hanno perché «si presentano in forma più rada e risul-tano piantumati o direttamente sulla sede stra-dale oppure nelle aree destinate a parcheggio», come se gli alberi fossero stati piantumati l’altro ieri e non 60 anni fa (lo dimostrano inconfutabil-mente le fotografie che qui pubblichiamo). i tigli lungo via manzoni, inoltre, «essendo adiacenti alle abitazioni causano notevoli problematiche agli inquilini (caduta foglie e presenza rami negli spazi privati) e richiederebbero continui interventi di potatura (che oltre ad essere mol-to costosi, risultano addirittura dannosi per le piante stesse)».

C’è VerDe e VerDericapitolando, la valorizzazione architettonica e sociale della piazza ha giustificato l’abbatti-mento di quattro alberi sani, di più di 60 anni, parte integrante del patrimonio identitario oltre che ecologico del paese, fermo restando però – come si trova scritto subito dopo – che: «il verde pubblico costituito dai parchi urbani, dai giardini pubblici, dal verde delle scuole e degli altri edifici di proprietà comunale, dal verde sportivo, dal verde cimiteriale, dalle alberature stradali e dalla vegetazione piantumata nelle aiuole stradali o spartitraffico, svolge funzioni ecologiche, urbanistiche e sociali, migliora la qualità della vita urbana ed è pertanto un bene da tutelare e valorizzare».

insomma, per la Giunta il verde è bello e rende l’uomo più socievole, però piuttosto che in forma di alberi ombrosi e longevi (ma este-ticamente non in linea con gli ambiziosi pro-

getti urbanistici e architettonici delle ultime amministrazioni, compresa l’attuale) meglio se somministrato in forma di quadratoni di tappeto erboso come quelli messi giù in fretta e furia assieme a una profusione di piante di roselline due giorni prima dell’inaugurazione del nuovo municipio (avvenuta il 23 giugno): erba e rose che a fatica han resistito alle insidie del torrido fine giugno, vedendo una persona impegnata mattina e pomeriggio ad annaffiarle con quan-tità spropositate di acqua (che costa anch’essa, come la potatura degli alberi in via marconi).

IL Prezzo DA PAGAre (IN euro)ultimo dettaglio, il costo dell’operazione. se-condo le affermazioni della sindaca riportate da «il Gazzettino» del 5 giugno, «i soldi dell’ab-battimento sono inclusi nell’opera complessiva per la piazza che comprenderà anche la siste-mazione del porfido». messa così sembrava che tutto rientrasse nei lavori di collegamento tra il sagrato della chiesa e la piazza, ad opera (e a carico) dell’ater. e invece – magie della lingua italiana – era già previsto che la spesa fosse a totale carico della collettività, con un costo pre-ventivato di 3.850,00 euro.

LA GIoStrA DeLLe reSPoNSABILItàl’atto di deliberazione, infine, contiene un’e-spressione che fa riflettere su quel concetto purtroppo ancora così sfuggente di responsa-bilità politica. la Giunta, infatti, «delibera di approvare, da un punto di vista tecnico» l’ope-razione, come se ”da un punto di vista politico” la stessa non fosse stata da approvare. sembra quindi che si voglia scaricare la responsabilità politica di metodi o scelte impopolari sui tecnici, quando un’amministrazione viene votata perché faccia delle scelte politiche prendendosene tut-

te le responsabilità. e quella di sacrificare 4 al-beri inseriti in un “anello” verde che da 60 anni caratterizza la piazza del nostro paese nel solo «interesse dell’estetica» (parole dell’assessore favaro su «la nuova venezia » del 5 giugno) di una piazza fino ad ora mai esistita è una scelta politica, non tecnica.

LA rISPoStA ALL’INterPeLLANzAe “politica” sarà infatti la risposta all’interpel-lanza (datata 17 luglio, fatalità pochi giorni dopo la pubblicazione sul nostro sito dell’articolo “ecco la «delibera dei tigli»” [☞ http://goo.gl/ial52]), nella quale non si parla più di alberi malati o di prospettive architettoniche ma del fatto che «alcuni elementi della città hanno su-bito delle trasformazioni anche importanti: dove c’era la scuola elementare oggi c’è la piazza principale del capoluogo, luogo destinato ad es-sere punto di aggregazione, di vitalità sociale ed economica per eccellenza, e inoltre, data la nuo-va collazione delle sede del municipio, punto di riferimento per la promozione del senso civico e di appartenenza alla comunità». e purtroppo in tutto questo quei quattro tigli erano di troppo.

la risposta corregge inoltre il tiro sulla stima dei costi, che passa dai € 3.850 + iva della de-libera a € 1.500 + iva (forse solo perché la ci-fra riportata in delibera comprendeva anche la tombatura col porfido dei “vuoti” lasciati dagli alberi).

per quanto riguarda gli alberi piantumati “a compensazione”, e che la sindaca sul «Gazzet-tino» dava per cosa fatta, viene richiamata la delibera, nella quale è prevista la piantumazio-ne di 4 piante autoctone nel parco di via aldo moro, da effettuarsi nei mesi più adatti a garan-tirne l’attecchimento, ovvero ottobre-novembre 2012. ■

aprile 1950: il sindaco armando Dall’abaco (in carica dal 1947 al 1951) durante un matrimonio. sullo sfondo il monumento ai caduti della Grande Guerra e il campanile. lungo la strada (via marconi) i tigli da poco piantumati. (foto tratta dall’opuscolo “26a festa di san michele”) pagina 4: piazza san michele come doveva apparire in origine, e come appariva subito dopo. a fianco, i tigli in una cartolina degli anni ‘60 (foto tratta dall’opuscolo “26a festa di san michele”).

I vostri commenti su www.perquarto.it

«è l’apoteosi del cemento! tigli sacrificati nel pieno della fioritura per una piazza fantasma dove a pochi metri, in via manzoni, ci sono i cassonetti delle case ater traboccanti di pattume. bella visuale per noi cittadini! vergogna!» – elisabetta (6-6-2012)

«Due alberi impediscono la continuità di una piazza? ma mi faccia il piacere! ok che deve lasciare la sua impronta nel paese per essere ricordata nei secoli, ma almeno faccia qualcosa di utile per tutti e non solo per la sua carriera politica.» – alessandra (9-6-2012)

«non riesco a capire come la sindaca abbia autorizzato il taglio dei tigli se in campagna elettorale regalava bulbi. Gesto che personal-mente avevo apprezzato tantissimo!» – sabrina (14-6-2012)

«vi ricordate il personaggio di hendel, carcarlo pravettoni, ed il suo partito della betoniera che ride? personaggio di fantasia?» – car-melo (3-6-2012)

«con gli alberi la piazza è molto più bella! ma agli amministratori dà tanto fastidio un po’ di verde?» – maria rosa (3-6-2012)

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(s)bIlANCIOcontinuano a mancare proposte Di intervento strutturale Di risparmio e Di entrate extra-tributarie per i resiDen-ti. imposta Di soGGiorno e parcheGGi a paGamento per non resiDenti sono state le nostre iDee, purtroppo inascoltate.

IN bREvE

Il 2012 ha messo a dura prova i bilanci degli enti locali, quelli dei comuni in particolare, stanti i tagli dei trasferi-menti dal governo centrale e la conte-stuale incertezza delle entrate a fron-te di una spesa corrente in continuo aumento. Pur comprendendo i ristretti margini di manovra a disposizione dell’Amministrazione per far quadrare i conti, riteniamo che scelte diverse dall’aumento delle imposte sul fronte delle entrate (come la tassa di soggior-no, parcheggi a pagamento per non residenti,…) e interventi strutturali sul fronte della spesa avrebbero permes-so, già nel 2012, un recupero di risorse per il mantenimento ed il miglioramen-to dei servizi erogati ai cittadini.

Nel mese di maggio la maggioranza ha convocato i gruppi di opposizione per discutere del bilancio di previsione

2012 di successiva approvazione.oggetto di discussione era in particolare la

necessità di recuperare margini in tema di en-trate ordinarie, stante uno sbilancio negativo di €630.000, generato da un eccesso di spese or-dinarie, a dire della maggioranza praticamente incomprimibili, rispetto alle entrate ordinarie.

la proposta della maggioranza, considerata l’allora ancora incerto gettito complessivo da imu (imposta municipale unica), si è orientata, all’epoca, sull’incremento dell’imu (da 0,4% a 0,5% sulle prime case, da 0,76% a 0,9% su se-conde case e terreni edificabili) e dell’addiziona-le irpef per un ulteriore 0,1% (da 0,6% a 0,7%).

stante l’ingente aumento della pressione fiscale e del costo dei servizi che tutti stiamo subendo, la posizione di per quarto ha teso fin da subito:

1. a verificare la possibilità di comprimere le uscite ordinarie, cercando di far emergere l’eventuale presenza di margini di riduzione, soprattutto in capitoli di spesa che non toc-cassero i servizi alla persona;

2. a verificare la presenza di possibilità alterna-tive di entrata, che non si scaricassero ulte-riormente sulla comunità altinate.

le soluzioni che a suo tempo abbiamo indivi-duato e che ritenevamo la maggioranza do-vesse considerare ed analizzare in termini di fattibilità – in quanto proposte, prima che di un gruppo di opposizione, di un gruppo di cittadini partecipi della vita politica del paese – erano le seguenti.

tASSA DI SoGGIorNol’allegato b al disegno di legge regionale in materia di sviluppo e sostenibilità del turismo del veneto inserisce quarto d’altino tra le città d’arte e paesaggio culturale ed il decreto sul federalismo municipale istituisce «l’imposta di soggiorno, affidando ai comuni capoluogo di provincia ed alle città turistiche e d’arte la possibilità di istituire un’imposta fino a 5 euro per notte a carico di coloro che alloggiano nelle strutture ricettive, con destinazione del relativo gettito ad alcune specifiche finalità, tra cui quel-le a favore del turismo».

abbiamo chiesto dunque all’amministrazio-ne di verificare, con gli uffici competenti, la concreta possibilità di istituire l’imposta di soggiorno che, considerate le presenze a quar-to d’altino degli ultimi 4 anni (circa 130.000 presenze in media, con una punta nel 2007 di 163.388 – fonte: regione del veneto) potrebbe portare ad una stabile fonte di entrata, della quale una parte da reinvestire nel medesimo settore turistico.

PArCheGGI A PAGAMeNtoconsiderata la forte presenza di veicoli di citta-dini non residenti che in parte sostano nel co-mune di quarto d’altino per l’accesso al servizio ferroviario, abbiamo chiesto all’amministrazio-ne di valutare la possibilità di trasformare i par-cheggi adiacenti alla stazione ferroviaria in par-cheggi a pagamento, istituendo una tariffa che compensi in parte l’utilizzo di strade e parcheggi comunali ed in parte il danno da inquinamento arrecato alla salute dei cittadini.

lo stesso dicasi per l’attracco sul sile, oggi ad accesso libero, per il quale è possibile e auspicabile richiedere ai non residenti un pe-daggio.

Gli interventi sopra citati hanno il vantaggio di essere velocemente realizzabili e a basso costo ma con un effetto diretto sulle entrate correnti a bilancio.

nel corso dell’incontro abbiamo inoltre evi-denziato con forza che il circolo vizioso del continuo aumento della spesa può essere inter-rotto solo con interventi strutturali di risparmio: riteniamo insensato, ad esempio, ristrutturare immobili di proprietà comunale senza prevede-re adeguati interventi di risparmio energetico così come insensato, a nostro avviso, è non imporre, come vincolo alle nuove lottizzazioni, la realizzazione di linee elettriche che si auto-sostengano.

fino ad oggi le opere di urbanizzazione prima-ria a fronte di nuove lottizzazioni si sono tra-sformate solo in maggiori oneri di gestione per l’amministrazione.

ad oggi, nessuna delle proposte di per quarto è stata accolta. risultato: nel mese di settem-bre si è reso necessario un nuovo assestamento al bilancio di previsione. con delibera n. 37 del 20 settembre l’amministrazione, confermando un incremento del disavanzo di parte corrente per € 220.000 (di cui € 26.000 per illuminazione pubblica ed € 25.000 per utenze varie), ha comu-nicato di dover ricorrere all’utilizzo dell’avanzo di amministrazione 2011, originariamente desti-nato alla riduzione dell’indebitamento.

abbiamo appreso di recente che nel mese cor-rente inizierà l’installazione dei pannelli foto-voltaici sul tetto della nuova sede comunale. ci auguriamo che questo intervento non rimanga isolato e che l’amministrazione dia avvio ad un ciclo virtuoso di risparmio attraverso interventi strutturali sulla spesa e che dimostri maggiore apertura rispetto alle proposte delle minoranze, spesso rispondenti a logiche di buon senso piut-tosto che di mera contrapposizione. ■

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wElCOmE ChE!?ecco la “Welcome carD”, la risposta Della sinDaca alla nostra proposta Di applicare la tassa Di soGGiorno.

IN bREvE

Che senso ha una “Carta di benvenuto” che non comprenda almeno l’entrata gratuita al Museo di Altino? eppure è questa l’alternativa della Sindaca Con-te alla tassa di soggiorno proposta da “per quarto”. un’iniziativa che potreb-be portare almeno 100-150mila euro l’anno nelle casse del Comune, da in-vestire anche nella promozione turisti-ca del nostro territorio (e in una “Wel-come card” degna di questo nome...)

Durante il consiglio comunale del 23 mag-gio 2012 la sindaca ha ribattuto alla nostra proposta di introdurre la tassa di

soggiorno prevista per le città d’arte (status che proprio in quei giorni veniva riconosciuto dalla regione veneto ad altino, come conferma il tra-filetto pubblicato su «il Gazzettino» del 5 settem-bre) con la Welcome card, ovvero una «tessera nominativa che dà accesso a sconti e promozioni e che verrà distribuita ai turisti che pernottano nel comune. [...] verrà venduta negli hotel piut-tosto che nelle strutture ricettive del comune, al prezzo di € 2,50, sarà valida per tutto l’arco di tempo in cui il turista soggiorna e darà accesso a sconti, promozioni, occasioni particolari nei negozi del paese. assieme sarà distribuito un opuscolo suddiviso in diverse parti, che contiene la mappa geografica e le informazioni sui servizi di cui è dotato il comune, attività, strutture ri-cettive, ma anche i percorsi naturalistici e i siti di interesse». i titolari di attività ricettive o com-merciali possono «partecipare al costo di € 100 più iva e garantire una promozione, oppure come sponsor al costo di € 350 più iva o € 500 più iva a seconda della grandezza dell’inserzione (fonte: «la nuova venezia» del 22/7/2012).

insomma: il turista paga 2,50 euro per avere un opuscolo che più che una guida turistica del paese è una brochure pubblicitaria delle attività commerciali e ricettive che avranno voluto scom-mettere sul progetto investendo da un minimo di 100 a un massimo di 500 euro, impegnandosi di conseguenza ad applicare ai turisti in possesso della tessera sconti e promozioni.insomma, un circolo vizioso in cui un commerciante paga per attrarre presso il proprio esercizio una persona alla quale dovrà anche fare lo sconto.

se qualcuno riesce a vedereci una qualche forma di vantaggio – intendiamo non solo per il commerciante, ma anche per il turista – ce lo

dica. infatti, lo scopo delle “carte di benvenu-to” è prima di tutto quello di proporre al turista uno o più servizi che da soli valgono il prezzo di acquisto. per es., la Welcome card di bologna costa 10 euro ma garantisce – oltre agli scon-ti presso gli esercizi convenzionati – l’accesso gratuito per 48 ore ai palazzi storici, alle colle-zioni d’arte e ai musei della città, il trasporto urbano gratuito per 24 ore e l’accesso gratuito e illimitato a internet via wi-fi!

quarto d’altino non è bologna né berlino (tanto per citare un’altra città in cui conviene acquistare una Welcome card), non ha palazzi storici e collezioni d’arte né una rete di trasporto urbana, ma almeno una cosa da spendere sul mercato del turismo internazionale ce l’ha, ed è il museo di altino. secondo noi, quindi, una Welcome card in salsa altinate che non com-prenda almeno l’ingresso gratutio al museo di altino (il cui costo di ingresso è, fatalità, di 2,50 euro) non ha senso.

con questo non vogliamo dire che la Welcome card non sia una buona idea, ma che, impostata in questo modo, rischia di morire prima di nasce-re, e di costituire non un serio tentativo di pro-mozione del nostro territorio rivolta alle decine di migliai di turisti che alloggiano nel nostro co-mune solo perché costa meno che dormire a ve-nezia (con l’impatto in termini di treni sempre più pieni, aumento dei rifiuti non riciclabili etc.), ma soltanto un’operazione di marketing... politico.

per farlo ci vogliono risorse? che si applichi – come previsto dall’art. 4 del Dl n° 23 del 14/3/2011 – un’imposta di soggiorno, anche mi-nima (1 euro per persona al giorno) o “flessibi-le” (per es. in base al periodo dell’anno). con la media di presenze degli ultimi anni (140mila nel solo 2011) salterebbe fuori anche un bus navet-ta da e per altino, ad uso di residenti e turisti. e la “Welcome card” potrebbe essere distribuita gratuitamente, come succede attualmente in provincia di verona. ■

Associazione Realtà Veneta - Rassegna stampa di mercoledì 05 settembre 2012

Riproduzione a esclusivo uso interno degli iscritti Pagina 44 di 53

in alto: la lista delle città d’arte venete, pubblicata su «il Gazzettino» del 5 settembre 2012. a sinistra: dettaglio dei murales realizzati a fine ottobre nel sottopasso della stazione, nell’ambito dell’iniziativa “72 ore con le maniche in su”. senza nulla togliere alla bravura dei writers coinvolti, non sarebbe stato preferibile che l’amministrazione (promotrice del progetto) suggerisse come tema per questo “muro di benventuo” il patrimonio archeologico e naturalistico del nostro territorio (altino, il sile, la laguna) invece della skyline e della metropolitana di new York?

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sAREbbE quEsTA lA PARTECIPAzIONE?il piano Di assetto Del territorio Di quarto D’altino ha esorDito con GranDi paroloni, ma non ha mantenuto le promesse.

IN bREvE

«tavoli di lavoro», «partecipazione», «concertazione». Il PAt (Piano di As-setto del territorio) di Quarto d’Alti-no ha esordito con grandi paroloni e chiasso mediatico, ma già dai primi incontri non ha mentenuto le promes-se, rivelandosi non all’altezza delle aspettative. risultato: scarsissima la partecipazione dei cittadini, sia agli incontri pubblici che sul web. e i risul-tati tardano ad arrivare...

mercoledì 13 giugno, si è tenuto il primo dei 3 «tavoli di lavoro partecipati per la raccolta di proposte della cittadi-

nanza» previsti nell’ambito del «percorso della fase di concertazione e partecipazione» del pat (piano di assetto del territorio). tema: capoluo-go e san michele vecchio.

la delusione da parte di chi, come noi, ha fatto della partecipazione l’elemento fondante della propria azione politica è stata totale. infatti, l’u-nico «tavolo» presente in sala era quello dietro il quale sedevano la sindaca e l’arch. saccon (progettista incaricato della redazione del pat). tutti gli altri (i cittadini, ovvero la parte “attiva” di un processo che voglia dirsi realmente parte-cipato) seduti in platea.

chiunque abbia un minimo di pratica di pro-cessi partecipativi sa che la divisione tra palco e platea è la prima barriera da abbattere per met-tere i partecipanti nella condizione di poter in-tervenire liberamente nella discussione. il fatto poi che sul palco, a gestire il «tavolo di lavoro», ci fosse da un lato il professionista incaricato di redigere il pat, dall’altro il primo cittadino, cre-ava nel partecipante non avvezzo ad intervenire in dibattiti pubblici quel tanto di soggezione da inibirgli qualsiasi tipo di intervento, un po’ per paura di non saperne tanto quanto il professio-nista, un po’ per paura di dire qualcosa di politi-camente compromettente.

questa, più o meno, è l’osservazione che qualcuno ha sollevato alla fine dell’introduzione (durata più di un’ora) dell’arch. saccon e della sindaca (la quale non ha mancato di correggere platealmente il povero architetto, reo di averla chiamata “sindaco”…).

CoSì PArLo L’ArChItettola risposta dell’arch. saccon è stata più o meno

questa: “cari miei, non siete stati chiamati in questa sede a prendere parte ad un processo partecipativo come lo intendete voi [gruppi di la-voro coadiuvati da un facilitatore il più possibile neutrale N.d.R]. se cercavate questo dovevate partecipare al laboratorio di archeologia del pa-esaggio che si sta tenendo il sabato. la legge infatti non obbliga l’amministrazione a redigere il pat assieme ai cittadini, ma a sottoporre loro un documento preliminare sul quale i cittadini possono fare delle osservazioni, meglio se per iscritto o tramite il sito web dedicato; poi però è l’amministrazione che decide”.

C’è PArteCIPAzIoNe e PArteCIPAzIoNein altre parole, la «partecipazione» tanto sban-dierata dalla sindaca durante e dopo la campa-gna elettorale si limiterà a questo laboratorio di archeologia del paesaggio: un progetto assolu-tamente lodevole e – a detta di chi del nostro gruppo ha avuto modo di partecipare – ben strutturato, ma che:

1. si limita al tema dell’archeologia, sfociando al massimo nell’ambito della valorizzazione turistica, lasciando quindi fuori tutte le altre questioni di pianificazione urbanistica che hanno un’incidenza sulla vita quotidiana dei cittadini, e sulle quali quindi i cittadini do-vrebbero essere chiamati ad esprimersi in modo fortemente propositivo, e non soltanto in forma consultiva finale;

2. non è assolutamente farina del sacco dell’am-ministrazione di quarto d’altino, in quanto rientra nel progetto strategico “parco arche-ologico dell’alto adriatico – parsJad”, che la regione del veneto ha commissionato (e pagato) all’università iuav di venezia, all’u-niversità ca’ foscari venezia e all’università degli studi di padova al fine di redigere uno strumento di pianificazione culturale di valo-rizzazione archeologica.

come questo progetto sia finito dentro al pat di quarto d’altino solo un esperto di strategia e comunicazione politica può spiegarlo…

IL PAt DI MArCoNalcuni di noi ricordano come durante uno degli incontri del laboratorio di progettazione parteci-pata quartiere sociale (correva il mese di giu-gno del 2010) la futura sindaca ci informasse

entusiasta dell’imminente avvio, a marcon, del “partecipat – percorso partecipativo e concer-tativo per la formazione del pat del comune di marcon”.

ebbene, chi avesse tempo e voglia di vedere com’era strutturato quel progetto, scorrendo le pagine del sito del professionista incaricato a coordinarlo, si renderà conto che benché i ter-mini utilizzati per definire i due progetti (quello di marcon e quello di quarto d’altino) siano pra-ticamente identici («partecipazione», «concer-tazione», «tavoli di lavoro», «approfondimenti», perfino la grafica del volantino è la stessa…), nella sostanza (e nel metodo) si differenziano in modo abissale. a partire dal fatto che i «tavoli di lavoro», a marcon, erano preclusi a chiunque (maggioranza o minoranza) facesse parte del consiglio comunale, sindaco in primis.

tANto ruMore Per NuLLAil risultato di questo strano modo di intendere la partecipazione è stato che... la partecipazio-ne della cittadinanza non c’è stata! tolti infat-ti “soliti noti” (o “addetti ai lavori”), le diverse assemblee sono risultate tristemente deserte, compresa quella dedicata alle associazioni “portatrici di interessi diffusi” [informarsi su quella per gli esercenti]. per non parlare del-le segnalazioni inserite tramite la piattaforma on-line: 16 in tutto, ad opera di 10 cittadini [☞ http://goo.gl/CtpB8].

inoltre, dopo il gran chiasso mediatico del mese di giugno, tutto si è spento, tant’è che l’incontro conclusivo di concertazione sui risul-tati del processo partecipativo (!), previsto per il 19 settembre, è stato rinviato; e nonostante il comunicato sul sito del comune dicesse che la data sarebbe stata ridefinita «nei prossimi gior-ni», ad oggi (primi di novembre) non è ancora stata comunicata.

CoNfuNDI et IMPerAnel frattempo il laboratorio di archeologia del paesaggio è approdato in pompa magna alla 13a mostra internazionale di architettura della biennale di venezia come esempio di esperien-ze di successo in tema di progettazione parte-cipata. ci auguriamo che alla cittadinanza non arrivi il messaggio che ad essere “premiato” è stato il pat di quarto d’altino, perché se così fosse il tentativo di confondere le acque avreb-be dato i suoi frutti peggiori... ■

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uN PAEsE ChE fA ACquAil piano Di assetto Del territorio Di quarto D’altino ha esorDito con GranDi paroloni, ma non ha mentenuto le promesse.

IN bREvE

Due incontri di vera partecipazione per discutere di un problema reale e total-mente assente dal Documento prelimi-nare al PAt: l’allagamento sempre più frequente delle zone del capoluogo e di San Michele Vecchio più prossime al fiume Sile. tra le soluzioni proposte, un bacino di laminazione lungo il Car-mason che possa fungere, nei periodi di piogge non abbondanti, da parco pubblico.

Durante l’estate, su invito di alcuni resi-denti, abbiamo organizzato due incontri per approfondire il problema degli al-

lagamenti che si verificano in alcune zone del paese (nello specifico nelle aree più prossime al sile di san michele vecchio, di via piave e di via san pio x) in occasione dei sempre più frequenti fenomeni di pioggia abbondante.

i due incontri ci hanno dato l’occasione per analizzare il piano delle acque, approvato dal-la precedente amministrazione durante il con-siglio comunale del 23 marzo 2011. un docu-mento – redatto dal consorzio di bonifica acque risorgive – che è risultato poco aderente, sotto il profilo dell’accertamento del rischio idraulico,

rispetto all’esperienza diretta (e storica) degli abitanti di quelle zone, e che comunque non ha ancora dato risultati in termini di interventi pun-tuali per la salvaguardia del territorio.

Da questi due incontri di analisi e confronto è nata l’esigenza da parte dei cittadini di sottopor-re all’amministrazione due lettere con le quali si chiede che venga tenuto conto – nell’ambito della redazione del pat –  di alcuni interventi specifici, da attuarsi sul breve e medio periodo.

in particolare, si è evidenziata la necessità:

1. della realizzazione di un bacino di laminazio-ne unico lungo il carmason, che serva a farne defluire l’acqua più rapidamente in caso di emergenza. questo bacino potrebbe essere realizzato a cavallo del carmason, nella zona tra via primo maggio e viale della repubbli-ca, e a mo’ di “parco umido”, ovvero un’area verde non attrezzata che nella maggior parte dell’anno può essere utilizzata come parco pubblico (com’era in origine per i “giardinetti” del palazzetto).

2. della realizzazione di un collegamento tra san michele vecchio e il sistema di scolo che cor-re sotto alla zona artigianale, approfittando dei lavori di realizzazione della rotonda sulla sp41.

3. dell’installazione (già accordata ma mai rea-lizzata) di un sistema di pompe alla fine di via piave e via san pio x.

4. di un’adeguata manutenzione ordinaria e straordinaria sia della rete fognaria (pulizia dei fossi, dei tratti tombati del carmason, etc.) che dei manufatti preposti alla regola-mentazione idrica (ad es. la “porta a libro” sull’argine del sile a san michele vecchio), nonché del ripristino e potenziamento della rete di fossi di laminazione lungo il sile, spe-cialmente in prossimità dell’area verde che corre lungo le vie isonzo, tagliamento e piave.

purtroppo nessuno dei tavoli di lavoro pseudo-partecipati descritti nel precedente articolo hanno dato modo ai cittadini di esprimersi con competenza e passione così come hanno potuto fare i partecipanti a questi due incontri sul piano delle acque. eppure l’argomento si trova citato – anche se nella penultima pagina – nel Docu-mento preliminare utilizzato come base per gli incontri sul pat [☞ http://goo.gl/rPwBY]. il nostro auspicio è che le richieste fatte pervenire dai cittadini all’amministrazione e all’ufficio di piano (preposto alla redazione del pat) vengano tenute in debito conto, come frutto di un tavolo partecipato, seppure... fuori programma. ■

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GRANDI OPERE Al CENTRO1 milione Di euro per l’ennesima GranDe opera in centro, Deliberato in fretta e senza uno straccio Di proGetto preliminare.

IN bREvE

1.130.000 euro deliberati senza un pro-getto preliminare e con l’85% dell’inve-stimento coperto dalla vendita (auspi-cata, ma non sicura) degli ultimi beni del comune ancora alienabili. Questi i presupposti su cui si basa il progetto del Centro Culturale (biblioteca e spazi per le associazioni) che dovrà sorge-re nella sede ristrutturata del vecchio municipio. e il totale dei soldi spesi negli ultimi anni per il solo centro sale a oltre 5milioni di euro...

Al consiglio comunale dell’8 maggio “per quarto” si è astenuto dall’approvare il piano triennale delle opere pubbliche

2012-2013-2014. la proposta di delibera preve-deva la realizzazione, nei prossimi tre anni, di due opere:

1. punto informativo ad altino (spesa prevista € 100mila)

2. ristrutturazione della sede storica del munici-pio per ricavare la nuova biblioteca e spazi per la associazioni (spesa prevista € 1.130mila).

la nostra attenzione si è concentrata sulla ri-strutturazione del municipio, per la quale già in commissione avevamo evidenziato l’impossibili-tà di votare un impegno economico così elevato in mancanza di uno progetto preliminare, visto e considerato che l’unica risorsa a disposizione per l’opera è un contributo del fondo opere pub-bliche (fas) per l’anno 2012 di € 200mila (repe-rito dalla precedente amministrazione) mentre la restante parte è previsto arrivi da alienazione di immobili di proprietà del comune.

uN ProGetto VeCChIo 20 ANNIper quanto riguarda la mancanza di progetto preliminare, ricordiamo che l’inclusione di un’o-pera pubblica nell’elenco annuale è subordinata all’approvazione di uno studio di fattibilità per i lavori di importo inferiore a 1.000.000 di euro, e all’approvazione del progetto preliminare per i lavori di importo superiore a 1.000.000 di euro.

la “presentazione sintetica” consegnata ai consiglieri prima della commissione del 4 mag-gio (4 giorni prima del consiglio…) tutto si può dire che fosse fuorché un progetto preliminare: un’esposizione delle caratteristiche funzionali e tecniche composta di 7 miseri punti, tre dei

quali presentavano ripetizioni dovute a un mal-destro copia-incolla. leggere per credere:

L’intervento ha come obiettivo quello di riqua-lificare il palazzo storico ubicato in piazza San Michele e di recuperare lo spazio urbano circo-stante. L’intervento prevede di:1. adibire il piano terra a biblioteca comunale;2. adibire il piano primo e secondo a centro cul-

turale/sede di associazioni mediante un inter-vento di recupero della struttura (rifacimento impianti tecnologici, bagni);

3. demolire l’edificio fatiscente ubicato dietro il municipio e sistemare l’area a parcheggi

4. trasformare lo skyline di piazza San Michele mediante: demolire l’edificio fatiscente ubi-cato dietro il municipio e sistemare l’area a parcheggi

5. trasformare lo skyline di piazza San Michele mediante:

6. la demolizione dello spazio a verde e la realiz-zazione di pavimentazione in porfido che rap-presenti un continuum con la Piazza realizzata dall’ATER e il sagrato della Chiesa

7. la ridipintura della facciata della sede muni-cipale.

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e sì che non si tratta di un progetto recente, in quanto della ristrutturazione del palazzo del mu-nicipio e del «recupero dello spazio urbano cir-costante» se ne parla da quasi venti anni, ovvero da quando il sindaco borga iniziò a immaginarsi il nuovo centro del paese. l’idea si arenò tem-poraneamente con badalin (che aveva “rotto” con borga) e rirpese vigore con marcassa sotto forma di contropartita del progetto faraonico (e poco convincente, a tal punto che a neanche due anni dalle elezioni del 2001 tre consiglieri di maggioranza diedero le dimissioni e passaro-no all’opposizione) della planet sull’area dell’ex consorzio agrario; progetto successivamente trasformato in piano di recupero (2005), con-cesso in cambio non più della ristrutturazione del municipio storico ma della realizzazione del nuovo padiglione del municipio, essendo inter-venuto nel frattempo lo sfratto del comune da-gli spazi di proprietà della cassa di risparmio.

LA fAVoLA DeLLe ALIeNAzIoNIper quanto riguarda invece il reperimento dei fondi per la realizzazione dell’opera, ricordia-mo che anche la palazzina ex-ater acquistata dall’amministrazione marcassa per ricavarci bi-blioteca e centro culturale (e di recente trasfor-mata in nuova sede municipale) doveva essere finanziata da alienazioni (per un totale di 1,8 mi-lioni di euro), nello specifico del terreno di pro-prietà comunale all’angolo tra via 25 aprile e via 1° maggio, ma l’asta andò deserta e nonostante i problemi di bilancio fossero già più che eviden-ti, fu comunque deciso di procedere all’acquisto mediante un leasing finanziario che peserà sulla spesa corrente del comune (già fuori controllo) dei prossimi 20 anni per circa 100mila euro l’an-no (tra rata del leasing e interessi).

va da sé che la nostra preoccupazione, ora, è che si dia inizio alla ristrutturazione del munici-pio storico grazie ai 200mila euro finanziati, per poi trasformarsi nell’ennesima opera “incom-piuta” del paese (si vedano i vari piani di recu-pero mai partiti, e sui quali per anni si sono fatti voli pindarici in fatto di opere pubbliche, com-presa la stessa ristrutturazione del municipio...).

tra l’altro durante lo stesso consiglio comuna-le dell’8 maggio 2012 si è approvato il program-ma delle alienazioni immobiliari per l’anno 2012 il quale comprende praticamente tutti gli alloggi popolari ancora in carico al comune, per un va-lore complessivo di 600mila euro.

a patto che tali alloggi si riescano a vende-re velocemente, con questi soldi non arriviamo nemmeno al tetto del centro culturale, anzi: se dividiamo i 1.130.000 euro previsti per i circa

1000 mq da ristrutturare, risultano 1.130 euro/mq (iva inclusa), che comprendono anche il re-cupero della piazza fronte-municipio («demoli-zione [!] dello spazio a verde e la realizzazione di pavimentazione in porfido») e del piazzale retrostante.

ovviamente arredi e allestimenti di biblioteca e centro culturale non sono compresi in quel prezzo. ma se teniamo conto che nel progetto commissionato nel 2002-2003 dalla prima am-ministrazione marcassa per la realizzazione della “casa della cultura” (biblioteca + centro culturale) nell’edificio ex-ater in piazza san mi-chele erano stati previsti, per l’avvio della nuova biblioteca, 800mila euro spalmati su due anni (comprensivi di arredi, strumenti, personale, formazione etc.), risulta chiaro che anche se si riuscisse a vederlo finito entro il 2014, questo “centro culturale”, passeranno anni prima di poterlo vedere opportunamente allestito e fun-zionante.

IL reSto PuÒ ASPettAreriassumendo: nessun progetto preliminare no-nostante si stia parlando di un’opera nota ai più da quasi venti anni, nessuna sicurezza di copertura finanziaria, o comunque concentra-zione di tutte le risorse più facilmente ricavabili dalle alienazioni dei beni del comune investite su un’unica grande opera, anzi: sull’ennesima grande opera di piazza san michele. che porta a 5 milioni di euro i soldi spersi per il solo centro del capoluogo! (vedi specchietto in basso).

e le frazioni? evidentemente possono aspetta-re, nonostante lo stato di estrema sofferenza in cui versano, così come può aspettare chi ogni giorno vorrebbe poter muoversi attraverso il no-stro territorio (perché ci abita, o perché lo vuole visitare) in modo semplice e sicuro. e per quanto si possa ritenere importante per il nostro paese (e noi lo riteniamo) il ruolo della biblioteca, degli spazi per la cultura e per le associazioni di pro-mozione sociale e culturale, si sarebbe potuto pensare a qualcosa di meno impegnativo e quin-di di più realistico, magari coinvolgendo con più ampio anticipo sia le minoranze che gli stessi cittadini (eh sì, la “partecipazione”...).

Là DoVe C’erA L’erBA...come se tutto ciò non bastasse, tra le poche cose che la “presentazione sintetica” dell’inter-vento prevede c’è la «demolizione dello spazio a verde e la realizzazione di pavimentazione in porfido che rappresenti un continuum con la piazza realizzata dall’ater e il sagrato della chiesa». questo significa togliere quel poco di

verde e di ombra che è rimasto in centro dopo la realizzazione della nuova piazza san michele (nata in parte sopra il giardinetto pubblico ritrat-to nella foto di p. 4), quando al contrario il cen-tro necessita proprio di una zona di “respiro” e di “riparo” dal sole, ai fini della socializzazione.

per chi, come noi, è abituato a seguire le vi-cende del paese e a tenerne memoria, sembra di stare a vedere un film visto fin troppe volte. altro che “voltare pagina”, come ci eravamo sforzati di illuderci che questa maggioranza volesse fare quando, a settembre del 2011, votavamo a favore della proposta di modifica del piano triennale 2011-2012-2013: un piano – ereditato dalla precedente amministrazione – che in quanto “gonfiato” sulle altrettanto gon-fiate voci di bilancio relative alle previsioni di entrata da alienazioni e oneri di urbanizzazione (vedi l’articolo “l’eredità” pubblicato sul nostro sito) necessitava di essere ridimensionato im-mediatamente, quanto meno in relazione all’an-no in corso (il 2011).

a distanza di 8 mesi da quel consiglio, e in pieno regime di austerity, ci saremmo aspettati un segnale diverso, di maggior buon senso e di maggiore equità, oltre che di maggior coinvolgi-mento e apertura al confronto. ■

soldi spesi o impegnati in “grandi” opere pubbliche in meno di 10 anni per il solo centro del capluogo.

nuovo padiglione comunale(progettato nel 2005, inaugurato nel 2010)

1.750.000

edificio ex-ater in piazza san michele (progettato nel 2002, acquistato nel 2010)

1.800.000

allestimento nuovo municipio(inaugurato il 23/6/12)

328.000

ristrutturazione “vecchio” municipio per centro culturale(fine prevista: 2014)

1.130.000

totALe 5.008.000

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per quarto informa

quEl PERfIDO PORfIDO...in nome Del “bello” la mobilitÀ ciclopeDonale Del centro è meno sicura Di un tempo. colpa Del porfiDo o Di chi l’ha voluto?

IN bREvE

Per l’abbellimento della rotonda in centro al paese la Giunta chiede alla Provincia gli attraversamenti pedonali in porfido, deliberando inoltre una spe-sa di 14mila euro per allestire la roton-da con altro porfido, faretti led e due anfore in metallo. A lavori fatti, però, gli attraversamenti pedonali risultano non visibili né dai pedoni né dalle auto, e il sistema di illuminazione a led è inutile. Soldi spesi bene?

finalmente, qualche settimana fa, qual-cuno si è deciso a dipingere di bianco le strisce degli attraversamenti pedonali in

prossimità della rotonda in centro al capoluo-go. così da adesso attraversare via roma o via marconi in quel punto non sarà più così perico-loso come quest’estate, quando le strisce rica-vate sugli attraversamenti in porfido non erano percepibili né dai pedoni né tanto meno dagli automobilisti.

il problema è stato sollevato da “per quarto” in un’interpellanza presentata durante il consi-glio comunale del 12 giugno 2012, alla quale la sindaca ha risposto il 12 luglio con le seguenti parole: «per quanto riguarda la scarsa visibilità degli attraversamenti pedonali che rischiano di

pregiudicarne la sicurezza, sottolineato che è una problematica che riguarda la viabilità pro-vinciale, essa è stata fatta rilevare dai nostri uffici alla provincia e sono in corso le verifiche da parte dei funzionari degli interventi opportuni a garantire i pedoni».

colpa (o affari) della provincia, quindi. non proprio, perché quegli attraversamenti in profi-do li ha chiesti la Giunta altinate, come trovia-mo scritto nella Delibera di Giunta n° 52 del 15 maggio 2012, dove si spiega che «al fine di valo-rizzare la sistemazione dell’intersezione l’ammi-nistrazione comunale ha [...] chiesto alla provin-cia di utilizzare delle finiture e degli elementi di arredo di pregio (finitura in porfido del trentino per l’aiuola centrale, realizzazione impianto led, attraversamenti pedonali in porfido)».

insomma: nell’ottica di perseguimento della più volte sbandierata «politica di riqualifica-zione e valorizzazione del centro del paese» la Giunta ha chiesto alla provincia – ottenendolo – di realizzare lungo una strada provinciale, e per di più in stretta prossimità di una rotonda, degli attraversamenti pedonali “belli”, senza che nes-suno (amministratori e tecnici comuali in primis) si sia posto il problema che fossero anche – e prima di tutto – “sicuri”.

la soluzione, come abbiamo detto, è arrivata qualche settimana fa, e non poteva essere che

una: dipingere il porfido più chiaro (divenuto gri-gio già pochi giorni dopo la posa) con vernice bianca, pregiudicando di fatto l’effetto estetico che si era voluto ottenere. in altre parole: soldi buttati via.

ma non è tutto. nella delibera sopra citata si trova anche scritto che a seguito della richie-sta del comune alla provincia, quest’ultima ha risposto che «non tutte le opere di finitura dell’intervento con elementi di pregio possono trovare copertura finanziaria nel quadro eco-nomico dell’intervento» e quindi «sarebbero necessari ulteriori 10mila euro che dovrebbero essere finanziati dall’amministrazione comuna-le», mentre «la realizzazione e collocazione di un elemento di arredo urbano (in particolare delle anfore che evochino la storia di altino) potrebbe comportare una ulteriore spesa a carico del co-mune di quarto d’altino di 4mila euro».

“sarebbero... dovrebbero... portrebbe...”: tra un condizionale e l’altro la Giunta delibera uno stanziamento preventivo di 14mila euro per ab-bellire la rotonda con dell’altro porfido, con due anfore in ferro (de gustibus non est disputan-dum, dicevano i latini...) e con un sistema di il-luminazione a led attorno al basamento che non illumina assolutamente nulla.

ma i problemi di sicurezza e funzionalità ciclo-pedonale del centro a seguito degli ultimi inter-

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venti di restyling non finiscono qui. forse qual-cuno di voi ha infatti notato che gli spigoli delle cordonate poste alla base delle rampe di invito al marciapiede sono state di recente smussate, e questo grazie alle segnalazioni di alcuni cit-tadini che, spingendo un passeggino o una se-dia a rotelle, si erano trovati di fronte un vero e proprio gradino. il problema purtroppo rimane, e la soluzione non era certo quella di smussare a 45° lo spigolo ma di sostituire quelle cordonate con altre oportunamente calibrate.

altro problema quello dell’”alzatina” (sempre in porfido...) realizzata dall’ater per collegare la

nuova piazza al sagrato della chiesa. sebbene infatti qui l’attraversamento pedonale sia stato realizzato con materiali diversi, e di maggior contrasto (a riprova che dalle altre parti il lavoro si poteva fare meglio fin da subito...), molte per-sone, nonostante il passaggio si trovi al centro dell’”alzatina”, continuano ad attraversare la strada a ridosso della rotonda, quindi nel punto più pericoloso, e questo non perché siano poco rispettose del codice della strada, ma primo per-ché fino a prima della realizzazione della roton-da e dell’”alzatina” in porfido l’attraversamento pedonale era lì, secondo perché l’aver collegato

le due “sponde” di via stazione ha creato nei pe-doni (e figuriamoci nei bambini…) la percezione che l’intera area in porfido è una zona pedonale e non l’uscita di una rotonda di una provinciale.

considerato tutto questo, e considerate le difficoltà economiche in cui versano le casse comunali, vien da chiedersi dov’è finito il buon senso e la lungimiranza degli amministratori e dei progettisti. perché non si possono sacrifica-re concetti quali la sicurezza e la parsimonia in nome della stessa grandeur che ha caratteriz-zato le scelte delle amministrazioni che si sono succedute negli ultimi 20 anni... ■

sopra (da sinistra): gli “elementi di pregio” voluti dalla Giunta per abbellire la rotonda in centro al paese, per un totale di 14mila euro; dettaglio dello “smusso” realizzato al posto di un’adeguata rampa di accesso al marciapiede dagli attraversamenti in porfido; ciclista che attraversa via stazione in prossimità della rotonda invece che sul passaggio pedonale. nella pagina a fianco: gli attraversamenti in prossimità della rotonda prima (giugno 2012) e dopo (novembre 2012) la dipintura del porfido.

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26 NoVeMBre 2011adesione al polo regionale del veneto del servizio bibliotecario nazionale. approvazione schema di convenzione tra la regione veneto e il comune di quarto d’altinovariazione al bilancio di previsione anno 2011piano casa. modalità applicative della lr veneto n° 14/2009 come modificata e integrata dalla lr veneto n° 13/2011

20 DICeMBre 2011convenzione per la gestione associata del servizio di polizia locale. rinnovo

regolamento di organizzazione e funzionamento dello sportello unico per le attività produttive (s.u.a.p.). approvazioneservizio di tesoreria comunale. approvazione schema della convenzionemodifica al regolamento per la gestione della tariffa per la copertura dei costi per la gestione dei rifiuti solidi urbani ed assimilati

4 feBBrAIo 2012ordine del giorno sulla situazione dello stabilimento della Ditec s.p.a. di quarto d’altino [Consiglio comunale aperto]

11 APrILe 2012approvazione del rendiconto della gestione esercizio finanziario 2011 (art. 227, comma 2, Dlgs 267 del 2000)regolamento di polizia urbana. approvazioneregolamento per l’erogazione degli interventi economici a fini socio-assistenziali. integrazioneregolamento per la tutela e il benessere degli animali. approvazionep.r.G. – variante parziale scheda urbanistica c4.25. approvazione (art. 50, comma 4, lett. l), lr 61/1985 e ss.mm.ii.ordine del giorno della federazione provincia le coldiretti venezia a tutela degli interessi delle imprese della filiera agroalimentare nel nostro comune. approvazione

8 MAGGIo 2012programma triennale opere pubbliche 2012-2013-2014 ed elenco annuale 2012. approvazione

uN ANNO IN CONsIGlIO12 mesi, 9 consiGli comunali, 40 Deliberazioni: ecco come ha votato il Gruppo consiliare “per quarto”

IN bREvE

L’operato di un’amministrazione co-munale si basa sulle deliberazioni, di Giunta e di Consiglio, e non sulle di-chiarazioni alla stampa o sulle ester-nazioni sui social network. ecco quindi come “per quarto” ha votato ai consi-gli comunali convocati negli ultimi 12 mesi.

Negli ultimi 12 mesi il consiglio comuna-le si è riunito 9 volte per esprimersi su 40 proposte di delibera.

ogni consiglio comunale è preceduto da uno o più sedute della commissione consiliare perma-

nente, nell’ambito della quale vengono presen-tate, discusse ed eventualmente modificate le proposte di delibera che la maggioranza intende portare all’attenzione del consiglio.

ricordiamo che il consiglio comunale è l’orga-no di indirizzo e di controllo politico e ammini-strativo del comune, e che il consigliere – pur essendo responsabile, personalmente, dei voti espressi in favore o contro i provvedimenti in esso deliberati, in quanto tenuto a esercitare le sue funzioni senza vincolo di mandato – è giusto che renda conto a tutti i cittadini (anche quelli che non l’hanno votato) del proprio operato.

è per questo motivo che pubblichiamo qui di seguito la lista delle delibere discusse e votate

in consiglio nell’ultimo anno, indicando a fian-co al titolo di ogni proposta di delibera iscritta all’ordine del giorno la nostra espressione di voto ( favorevole, astenuto, contrario).

consci dei limiti che questa lista “nuda e cru-da” può avere per la maggior parte dei cittadini, ricordiamo a chi volesse approfondire gli argo-menti citati che le delibere (sia di Giunta che di consiglio) e i verbali dei consigli sono atti pub-blici, e possono essere consultati sia sul sito del comune che presso il municipio.

cogliamo infine l’occasione per invitare tutti quanti a seguire i consigli comunali, sia di perso-na, sia in streaming video, collegandosi alla pa-gina web www.livestream.com/comuneqda. ■

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piano delle alienazioni e valorizzazioni immobiliari. programma alienazioni per l’esercizio 2012 (art. 58, D.lgs. 11/2008, convertito con legge 133/2008)verifica qualità e quantità di aree destinate alla residenza ed alle attività produttive e terziarie che potranno essere cedute in proprietà o in diritto di superficie [Presa d’atto]

– sentenza della corte d’appello di venezia, sezione iv civile, n° 68. Discussione e indirizzi [Abbandonata la seduta per contrarietà sul metodo adottato]

23 MAGGIo 2012lr n° 44/1997 – approvazione programma interventi presentati dalle parrocchie san eliodoro vescovo, san michele arcangelo e san magno vescovo. assegnazione contributiapprovazione regolamento imposta municipale unica – i.m.u.Determinazione aliquote per l’applicazione dell’imposta municipale unica – anno 2012addizionale comunale irpef. Determinazione aliquotaapprovazione del bilancio annuale di previsione per l’esercizio finanziario 2012, del bilancio pluriennale 2012/2014 e della relazione previsionale e programmaticanomina revisore dei conti per il triennio 2012-2015

12 GIuGNo 2012legge 148/2011 – soppressione sede distaccata del tribunale di venezia a san Donà di piave. ordine del giorno [si votava la richiesta di mantenere tale sede, contro la decisione di soppressione]

parziale modifica art. 1o e art. 17 “accesso al servizio” del regolamento comunale del servizio di refezione scolastica e trasporto scolasticoGestione dei rifiuti. approvazione piano economico finanziario 2012 presentato dall’ente gestore veritas s.p.a.individuazione organi collegiali ritenuti indispensabili – art. 96, D.lgs. n° 267 del 18/08/2000regolamento per la gestione e l’uso degli immobili comunali. approvazioneregolamento per la gestione e l’uso degli impianti sportivi comunali. approvazione

7 AGoSto 2012procedura di valutazione di impatto ambientale (v.i.a.) ex art. 165, D.lgs. 163/2006 e s.m.i. sul progetto preliminare “nuova linea av/ac venezia-trieste: tratta aeroporto marco polo-portogruaro”. ripubblicazione a seguito deposito del “sistema conoscitivo unico dei quattro tracciati di progetto”. osservazioni (art. 183, D.lgs. 163/2006 e s.m.i.) [Si votava a favore del parere negativo espresso dall’Amministrazione]nuova linea av/ac venezia-trieste, tratta mestre-portogruaro. studio di fattibilità. fase di prefattibilità intervento di “quadruplicamento tratta mestre-portogruaro in affiancamento alla linea storica”. Determinazioni [Si votava a favore del parere negativo espresso dall’Amministrazione]

25 SetteMBre 2012modifiche aliquote imu anno 2012schema di convenzione per la cooperazione degli enti locali partecipanti all’ambito territoriale ottimale del servizio idrico integrato “veneto orientale” ai sensi dell’art. 3, comma 3, e dell’art. 12, comma 1 della lr 27/04/2012, n° 17. presa d’attoriordino delle province e istituzione della città metropolitana di venezia, Dl 95/2012. Determinazioni

1 ottoBre 2012assestamento generale al bilancio di previsione per l’anno 2012ricognizione sullo stato di attuazione dei programmi e salvaguardia degli equilibri finanziari del bilancio 2012p.i.r.u.e.a. aree della conca in località portegrandi – convenzione urbanistica di attuazione ambiti “a” e “b”. ricognizione stato di attuazione indirizzi consiliariliberalizzazione delle attività economiche, semplificazione amministrativa e adeguamenti procedurali. indirizzi di prima applicazione [Presa d’atto]

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l’ANGOlO DEllA sATIRA

quEI “GIORNAlINI”...

l a Giunta, con delibera n° 25 dell’8/3/12, ha deciso di proseguire nella pubblicazione del notiziario comunale “quarto d’altino infor-

ma” (iniziativa già avviata dalla precedente ammini-strazione), dopo aver constatato che la realizzazione dell’attività editoriale non avrebbe comportato alcu-na spesa a carico dell’amministrazione, in quanto sostenuta attraverso inserzioni pubblicitarie raccol-te direttamente dall’editrore. lasciando per ora da parte il pessimo servizio reso alle minoranze con questo notiziario (il nostro contributo presentato per il numero di dicembre 2011 non è mai stato pubbli-cato, mentre quello richiesto “entro e non oltre” il 22 maggio è sato pubblicato a settembre...) quello che ci preme precisare è che con Determinazione di set-tore n° 100 de 10/10/12 è stata alla fine identificata una figura professionale esterna (una giornalista) per la redazione dei due numeri previsti per il 2012. impegno di spesa: € 1.660,05. altro che «non com-porta alcuna spesa»! trattandosi di una vetrina per l’amministrazione (e specialmente per la sindaca, la cui presenza fotografica non manca una pagina) e te-nuto conto che sindaca e assessori ci costano circa 80mila euro l’anno, riteniamo che questa ulteriore spesa per il notiziario comunale, per quanto relati-vamente modesta, si poteva evitare. ■

lE CRETE: sOTTOPAssO

Durante il consiglio comunale dell’1 ottobre 2012 l’asessore ai lavori pubblici albertin ha dichiarato che provincia e regione hanno tro-

vato i soldi per realizzare il sottopasso che ricongiun-gerebbe finalmente le crete. Date certe però non ce ne sono. la nostra preoccupazione è che, essendo il progetto affidato alla provincia di venezia, la quale – con l’avvento della città medtropolitana – è destina-ta a scomparire a breve, la soluzione rischia di slittare a data da destinarsi. ■

PORTEGRANDI: CONCA

C ol recente fallimento della società promotrice del piano di recupero “la conca” sfuma la possibilità di vedere recuperato a breve il bor-

go secentesco, come auspicato da tutti, e in particolar modo dagli abitanti di portegrandi. per evitare di ar-rivare a questa situazione avevamo suggerito, senza esito (consiglio dell’8/9/2011), di impegnare la pro-prietà quanto meno al completamento del recupero del borgo antico, anziché richiedere garanzie rivela-tesi alla fine non escutibili. infatti, col fallimento della società, si allontana anche la reale possibilità di recu-perare i crediti che il comune vanta nei suoi confronti (oltre 1 milione di euro tra ici, imu e fideiussione). ■

Visto l’approssimarsidelle festività, rivolgiamo i nostri

migliori auguri specialmente a quelle famiglie che in questi ultimi

mesi più di altre hanno sofferto gli effetti della recessione, tra

chiusure di imprese storiche del nostro paese e delocalizzazioni.

Come movimento civicoe gruppo consiliare ci auguriamo di poter assistere a breve a un cambiamento di prospettiva

nella pianificazione economicae produttiva locale, impegnandoci

a dare il nostro contributo.

Luigino “Gigi” VarinFabiana Bergamin

Mirko VisentinGiancarlo Gazzola

Giorgia TesserLuca Barbiero

Alessandra De PiccoliMassimo BarbonGiancarlo Pavan

Luciano MiniMarco BrentelLuca Giacomini

per quarto informachiuso il 16 novembre 2012

tiratura: 500 copiecosto: € 170 autofinanziati

versione digitale

GR

UPPO CONSIGLIARE

MOVIMENTO CIVICO