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Per operatori di strutture sanitarie e socio-assistenziali manuale “626”

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Per operatoridi strutturesanitarie esocio-assistenziali

manuale “626”

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per operatori di StruttureSanitarie e Socio-Assistenziali

manuale “626”

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SI RINGRAZIA

Per chi è assistitoPer chi assistePer chi gestisceFornendo soluzioni per il bagno assistito, lamovimentazione paziente, l’idroterapia, la disinfezione dipadelle e pitali e sistemi per la prevenzione del decubito.La divisione ARJO EIDOS e ARJO PROXIMA sono alVostro servizio per la formazione del personale el’assistenza tecnica manutentiva delle attrezzature.Il nostro personale è a disposizione al Tel. 06-6566356 – 57o E-mail: [email protected] nostre soluzioni, le informazioni, gli schemi diinstallazione ed una libreria CAD sono disponibili sulSito www.arjo.com

Pensando all’Uomo

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SI RINGRAZIA

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© 2001 Nettuno Editore S.n.c. Bologna

Tutti i diritti sono riservati a norma di leggee a norma delle convenzioni internazionali.Ogni riproduzione anche parziale di testi oimmagini sono vietate salvo autorizzazionedell’Editore.

Coordinamento Editoriale a cura di Barbara OrsiRealizzazione Grafica Artemisia di Barbara OrsiDisegni a cura di Vito TurilliStampato da Nettuno Arti Grafiche S.n.c. - Bologna

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SOMMARIO

626 cosa prevede

DPIdispositivi diprotezione individuale

rischio biologico

rischio chimico

rischio elettrico

rischio ergonomico

rischio incendio

gas medicali

scale portatili

depositi materiali

cartelli di avvertimento

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PREFAZIONEAlla chiusura del 2001, vede la luce una nuova iniziativa editoriale A.I.O.P. che

intende essere, come le precedenti, ben più che un ‘semplice’ manuale, bensì unostrumento di aggiornamento, di formazione e di crescita, individuale, di gruppo, dilavoro e per l’associazione stessa.

La sicurezza nei luoghi di lavoro è l’argomento scelto ed individuato comeprioritario fra i molti altri possibili, sulla base di diverse considerazioni.

In primo luogo, la sicurezza è una priorità per tutti noi, nella vita e nel lavoroquotidiano. È un obiettivo comune, una meta a cui tendere, che ci consenta di vive-re e lavorare con la giusta serenità per esprimere al meglio le nostre potenzialità.

Per quanto riguarda, inoltre, i dipendenti e gli operatori delle strutture ospe-daliere e socio-assistenziali la questione assume un’ulteriore prospettiva, del tuttoparticolare e quanto mai delicata.

Ci occupiamo, infatti di salute, ci prendiamo cura delle persone e delle loro esi-genze di prevenzione, terapia, guarigione ed assistenza. Tutti i giorni siamo al fian-co di pazienti e dei loro famigliari e affrontiamo insieme a loro le situazioni più diffi-cili, avendo ben chiari sempre il nostro senso di responsabilità ed il significato delnostro lavoro.

Salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, quindi, se priorità irrinunciabili per tuttied in ogni luogo di lavoro, grazie anche al più recente quadro normativo in materia,sono tanto più indifferibili per le strutture ospedaliere e socio-assistenziali.

Questi, in estrema sintesi, le premesse e gli obiettivi del Manuale “626”.Strumento con il quale si è inteso, fra l’altro, segnare una nuova tappa nel percorsocomune e mai concluso fatto di apprendimento e di qualità, in un mondo che cam-bia velocemente, nelle difficoltà e nelle sfide del lavoro di ogni giorno. Difficoltà esfide che, se vissute come opportunità di apprendimento, ci aiutano a crescere.

Gli esperti che, in un attento e condiviso lavoro di équipe hanno ideato e rea-lizzato il manuale, e che desideriamo ringraziare per l’impegno prestato, hanno dedi-cato la massima attenzione sia alla ‘scientificità’ degli argomenti, sia alla chiarezza eall’immediatezza dell’esposizione. Chiarezza ed immediatezza che abbiamo ricerca-to anche nell’apparato illustrativo.

Crediamo quindi di mettere a disposizione di dipendenti ed operatori di strut-ture ospedaliere e socio-assistenziali uno strumento utile per contribuire a lavorarein sicurezza e serenità.

Con questo auspicio ringraziamo gli sponsor che hanno aderito all’iniziativa,partecipando alla sua realizzazione, e tutti coloro che si impegneranno nel farne pro-pri obiettivi e contenuti.

Rag. Lorenzo OrtaPresidente AIOP Emilia Romagna

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INTRODUZIONEIl manuale “626” per operatori di Strutture Socio-Assistenziali e Sanitarie, edito daAIOP, è un importante sorgente di informazione per la sicurezza di tutti gli operato-ri e, nello stesso tempo, uno strumento capace di migliorare la qualità del lavoroassistenziale.

Le strutture assistenziali e sanitarie impiegano oggi molta più tecnologia che in pas-sato, anche se il rapporto tra operatore e ospite o paziente rimane l’elemento cen-trale di queste attività.

Il volume passa in rassegna sia i rischi per la sicurezza (incendio, gas compressi,impianti elettrici, scale portatili, attrezzature) che quelli per la salute (rischio biologi-co, rischio chimico, movimentazione manuale di carichi) e contiene una chiara edefficace illustrazione dei dispositivi di protezione individuale da utilizzare durante illavoro.

La chiarezza e la sintesi con cui sono trattati i diversi argomenti e l’abbondanza delleimmagini di esempio ne fanno uno strumento di informazione indispensabile pertutti gli operatori delle strutture socio-assistenziali e sanitarie.

In questo volume è riassunta la competenza e la lunga esperienza di professionistiper la sicurezza noti per il loro impegno specialistico nelle strutture socio-assisten-ziali e sanitarie: Dott. Francesco Davolio Marani Specialista in Igiene Industriale; Ing.Ruggero Davolio Marani Responsabile Servizio Prevenzione e Protezione,Professionista Autorizzato per certificazioni di Prevenzione Incendi; Dott. GabrieleGherardi Specialista in Medicina del Lavoro; Prof. Pier Paolo Legnani ProfessoreOrdinario di Igiene presso il Dipartimento di Medicina e Sanità Pubblicadell’Università di Bologna; Dott.ssa Maria Concetta Nucci Specialista in Medicina delLavoro; Dott.ssa Sandra Olanda specialista in Medicina del Lavoro e MedicoAutorizzato alla Radioprotezione.Siamo certi che tutti i lettori apprezzeranno l’utilità di questo strumento.

Sempre più oggi è evidente il legame che unisce la sicurezza del lavoro alla qualitàdel servizio, aspetto che è particolarmente critico nelle strutture socio-assistenziali esanitarie dove è la persona ad essere al centro del “ciclo produttivo”: è quindi moltoimportante che vengano resi disponibili strumenti come questo volume, la cui stam-pa è stata meritoriamente promossa dal Presidente di AIOP, Rag. Lorenzo Orta.

Dott. Francesco Saverio Violante.Responsabile dell’Unità Operativa di Medicina

del Lavoro Policlinico S.Orsola Malpighi Bologna

626 cosa prevede

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DECRETO LEGISLATIVO19 SETTEMBRE 1994, n. 626:

1. Recepisce Direttive Europee riguardanti il miglioramento dellaSicurezza e della Salute dei Lavoratori.

2. Contiene e prescrive disposizioni su:• Luoghi di lavoro• Uso delle attrezzature di lavoro• Uso dei dispositivi di protezione individuale• Movimentazione manuale dei carichi• Uso di attrezzature munite di videoterminale• Protezione da agenti cancerogeni e mutageni• Protezione da agenti biologici

3. Per conseguire il miglioramento della Sicurezza e della Salute deiLavoratori prevede che l’azienda sviluppi:• Valutazione dei rischi• Piano di emergenza• Sorveglianza sanitaria dei lavoratori• Informazione e formazione dei lavoratori

4. Per realizzare quanto richiesto prevede nuovi strumenti organizzativi:• Tecnici del Servizio di Prevenzione e Protezione• Medico Competente• Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza

DEFINIZIONI:

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LA PREVENZIONEl’azione per cautelarsi nei confronti dell’infortunio e/o della malattia profes-sionale prima che accada.

LA PROTEZIONEl’iniziativa volta a ridurre o annullare il rischio.

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IL PERICOLOProprietà o qualità di una determinata sostanza, attrezzo, metodo di lavoroche può causare possibili lesioni o danno alla salute.

IL RISCHIOProbabilità di possibili lesioni o danni alla salute nelle situazioni di pericoloche si possono verificare per impiego e/o esposizione a sostanze, attrezzi,condizioni di lavoro.

L’emergenza è:una improvvisa situazione di pericolo in atto o molto prossimo per le per-sone e/o per il luogo di lavoro, per l’edificio;una circostanza critica diversa da tutte le situazioni che normalmente sipresentano durante la giornata.

Questo caso può accadere per un incendio, una esplosione, una fuoriu-scita di gas, un terremoto, una alluvione, una rapina, una tossinfezionealimentare, ecc.

Quando inaspettato si presenta uno di questi casi non c’è il tempo per pen-sare a cosa fare. Bisogna avere già pensato.Il piano di emergenza:esamina i vari casi che potrebbero accadere, anche se con probabilitàabbastanza remote, i pericoli conseguenti, gli interventi per neutralizzarli;indica cosa debbono fare i lavoratori per fronteggiare la situazione con ilminimo danno per sé, per gli ospiti, per le strutture.

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PIANO DI EMERGENZA

Il Medico competente controlla i lavoratori perché siano e si mantenganoidonei all’attività lavorativa che compiono.Il Medico competente definisce visite, esami clinici e biologici, indagini dia-gnostiche, controllo dell’esposizione.Il Medico competente estende in particolare il controllo ai lavoratori che:• movimentano carichi e, nel caso delle case di riposo e strutture sanitarie,

i lavoratori che debbono assistere pazienti non autosufficienti;• risultano esposti ad agenti biologici;• risultano esposti ad agenti cancerogeni;• sono addetti all’uso dei videoterminali per un tempo maggiore di 20 ore

settimanali.

SORVEGLIANZA SANITARIA

È eseguita dal Datore di Lavoro con il Responsabile e i Tecnici del Serviziodi Prevenzione e Protezione, con il Medico Competente e con la consulen-za del Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza.La Valutazione dei Rischi richiede di:• Individuare i pericoli. Per esempio: pavimento scivoloso, impianto elettri-

co non a norma, siringhe con aghi sporchi non collocati negli appositi con-tenitori rigidi ecc.

• Identificare o conoscere quali persone sono esposte a quei pericoli. Peresempio: gli addetti alle pulizie e le persone che debbono transitare sulpavimento scivoloso sono esposti al pericolo di scivolare ecc.

• Valutare, stimare o esaminare quale possibilità o probabilità di infortuniohanno i lavoratori esposti al pericolo identificato. Cioè che rischi ci sono.

• Studiare il modo di ridurre la gravità del pericolo e/o la probabilità che illavoratore possa esservi esposto. In altre parole intervenire perché ilrischio venga ridotto.

• Determinare se e quali protezioni il lavoratore deve disporre per rendereancora più difficile la possibilità di infortunio. In altre parole indicare qualieventuali Dispositivi di Protezione Individuale devono essere utiliz-zati dal lavoratore nello svolgimento delle diverse attività.

LA VALUTAZIONE DEI RISCHI

Il lavoratore è informato:• sui rischi per la sicurezza e la salute che possono essere presenti nei luo-

ghi di lavoro in generale;• sui rischi per la sicurezza e la salute che sono presenti nel suo luogo di

lavoro;• sulle misure e le attività di prevenzione e protezione presenti;• sui pericoli che ci sono nell’uso di attrezzature e apparecchiature, sostan-

ze e preparati pericolosi, indicati nelle schede di sicurezza;• sul piano di emergenza, ovvero sulle procedure che riguardano il pronto

soccorso, la lotta antincendio, l’evacuazione delle persone;• del nominativo del Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione,

del Medico Competente e dei lavoratori incaricati delle misure di preven-zione incendi, evacuazione e pronto soccorso.

I lavoratori sono formati per operare e migliorare la qualità del loro lavoro.La formazione è fatta al momento dell’assunzione e quando si cambia tipodi attività.Periodicamente occorre ripetere la formazione.

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626 cosa prevede

INFORMAZIONE E FORMAZIONE

Durante la giornata lavorativa esistono momenti e particolari attività(punti critici) durante i quali sono presenti particolari pericoli di infortunio.

Per esempio pericoli di:

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626 cosa prevede

• scivolamento supavimenti bagnati

• cadute da scale portatili

• ustione da contatto con fiammeoppure con liquidi bollenti

• folgorazione da scossa elettrica.

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Nelle strutture sanitarie possono inoltre essere presenti rischi:

• per incendio

• fisici per radiazioni ionizzanti, per radiazioni non ionizzanti, per campimagnetici

• biomeccanici per posizioni delcorpo (posture) sbagliate duran-te l’esecuzione del lavoro acausa di abitudine o perchécostretti.Rischio biomeccanico si haanche durante la movimentazio-ne di pazienti.

RISCHI

Radiazioni laser

I rischi che con maggiore frequenza si presentano nelle strutture diricovero e cura e che possono essere neutralizzati con specificiDispositivi di Protezione Individuale, sono:

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• Rischio biologico dovuto aduna possibile contaminazione dabatteri, agenti patogeni, virus ealtri microrganismi.

• Rischio chimico per un possi-bile contatto con acidi, basi, sol-venti, disinfettanti, detergenti, far-maci.

• Rischio meccanico per espo-sizione ad aghi, bisturi, frammen-ti di vetro, attrezzi per cucina egiardinaggio.

• Rischio fisico per esposizioneal caldo per autoclavi o in cucinao per esposizione al freddo perossigeno od azoto liquidi.

1. Si intende per dispositivo di protezione individuale (DPI) qualsiasiattrezzatura destinata ad essere indossata e tenuta dal lavoratore alloscopo di proteggerlo contro uno o più rischi suscettibili di minacciarne lasicurezza o la salute durante il lavoro, nonchè ogni complemento o acces-sorio destinato a tale scopo.

2. Non sono dispositivi di protezione individuale:

gli indumenti di lavoro ordinari e le uniformi non specificamente destinati aproteggere la sicurezza e la salute del lavoratore.

I DPI devono essere impiegati quando i rischi non possono essere evitati osufficientemente ridotti da misure tecniche di prevenzione, da mezzi di pro-tezione collettiva, da misure, metodi o procedimenti di riorganizzazione dellavoro.

• I lavoratori:utilizzano i DPI messi a loro disposizione dal datore di lavoro conforme-mente all'informazione e alla formazione ricevute;

seguono le procedure aziendali anche in materia di riconsegna dei DPI,quando sono logori o danneggiati;

DPI

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DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE

dpi dispositivi di protezione individuale

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non vi apportano modifiche dipropria iniziativa;

hanno cura dei DPI messi a lorodisposizione;

segnalano immediatamente al dato-re di lavoro o al dirigente o al prepo-sto qualsiasi difetto o inconvenienteda essi rilevato nei DPI messi a lorodisposizione.

No

in particolare si indicano

I requisiti sono quelli specificati nelle norme Europee UNI EN 347 o 346 o345, tenendo presente che il puntale può essere di ABS.

Personale dei reparti di DegenzaRischio infortunistico per scivolamenti e per urto della punta del piede con-tro le strutture basse di carrelli, letti e arredi.

Le calzature devono essere dotate di suola antiscivolo, plantare anatomico,puntale di protezione contro urti.Le scarpe di colore bianco, debbono essere chiuse oppure con cinturinoregolabile sopra il tallone.

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dpi dispositivi di protezione individuale

PROTEZIONE DEI PIEDI

dpi dispositivi di protezione individualePersonale per lavori di GiardinaggioRischio infortunistico per punture, tagli,abrasioni al piede e alla gamba.

Scarpe alte di sicurezza con protezione dellapunta del piede. Ghette per le gambe.

Personale per lavori di Magazzino, sposta-mento pacchi, bombole ecc. Rischio infortunisti-co per urti e schiacciamenti ai piedi.

Scarpe alte di sicurezza con protezione nellapunta del piede.

Personale per lavori di LavanderiaRischio infortunistico per scivolamenti e cadute.

Le calzature devono essere dotate di suola anti-scivolo, plantare anatomico. Scarpe chiuse oppu-re con cinturino regolabile sopra il tallone. Colorebianco.

Personale per attività in CucinaRischio infortunistico per scivolamenti e per urtodella punta del piede contro le strutture basse dicarrelli e degli arredi.

Le calzature devono essere dotate di suola anti-scivolo, plantare anatomico, puntale di protezio-ne contro urti. Scarpe chiuse oppure con cinturi-no regolabile sopra il tallone. Colore bianco.

Personale per Sala OperatoriaPer le attività nel blocco operatorio è previstol’uso di calzature sterilizzabili (zoccoli).

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Personale addetto a pulizia e smaltimento rifiuti.Rischio Biologico per contatto con il sangue ed altri materiali biologici (urine,feci, vomito, espettorato, ecc.);Rischio chimico per contatto con sostanze irritanti, allergizzanti, caustiche(detergenti, disinfettanti come varecchina o candeggina, alcool, glutaraldei-de, ammonici quaternari).

Guanti resistenti all’usura, leggeri in lat-tice monouso.

Oppure

Guanti in lattice di gomma, rinforzati coninterno di cotone, tipo “cucina” che dopol’uso vengono risciacquati in acqua cor-rente e lasciati asciugare lontano da fontidi calore.

Personale per attività in cucina.Rischio di taglio Rischio di ustione

Guanti resistenti al taglio. Guanti resistenti al calore.

dpi dispositivi di protezione individuale

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PROTEZIONE DELLE MANI

Personale per lavori di giardinaggio e per servizi tecnici vari.Rischio fisico di punture, tagli e abrasioni.

Guanti in tessuto resistente alle aggressionimeccaniche.

OcchialiIn caso di intervento di pulizia di superficisporche di sangue, utilizzare occhiali conprotezione laterale.

In presenza di radiazioni laser occorronoocchiali protettivi specifici.

In caso di attività di giardinaggio emanutenzione con attrezzi cheprovocano proiezione di frammen-ti o schegge, indossare occhialicon protezione laterale, o visieraprotettiva.

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dpi dispositivi di protezione individuale

PROTEZIONE VOLTO E OCCHI

Grembiuli e camici

Quando si eseguono operazioni di puliziadurante le quali si producono schizzi di liquidioccorre indossare camici di protezione o grem-biuli impermeabili.

Oppure

Camici monouso

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PROTEZIONE CORPO

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dpi dispositivi di protezione individuale

Addetti Parte del corpo DPI adottatoda proteggere

Complesso operatorio bocca, mani, occhi,corpo e piede

mascherine, guanti,occhiali, sovrascarpee camici monouso

Manipolazione oggetticontaminati con materia-le biologico

mani guanti monouso

Nursing dei pazienti mani e corpo guanti e camicimonouso o grembiu-le

dpi dispositivi di protezione individuale

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Addetti Parte del corpo DPI adottatoda proteggere

recupero strumenta-rio chirurgico (decon-taminazione e lavag-gio)

utilizzo di scale, lavo-ri su pavimentibagnati o con pre-senza di oli

piede calzature con suolaantiscivolo, chiuseoppure con cinturinoregolabile sopra il tal-lone

mani, occhi, bocca,naso e corpo

guanti monouso,grembiule impermea-bile e occhiali conprotezione laterale,mascherina o visiera

giardinaggio con uti-lizzo di decespuglia-tore, frese e seghe

mani, occhi, orec-chie, corpo e piede

visiera protettiva del volto,cuffia antirumore, scarpeantinfortunistiche da lavo-ro, guanti da lavoro e pro-tezione delle gambe

dpi dispositivi di protezione individuale

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movimentazione cari-chi o bombole

piede, mani scarpe con protezio-ne della punta delpiede, guanti

Addetti Parte del corpo DPI adottatoda proteggere

Durante lo svolgimento del lavoro all’interno delle Strutture Socio-Assistenziali e Sanitarie possono presentarsi delle situazioni di rischio bio-logico, in particolare per la nursing dei pazienti e durante la pulizia di:• camere di degenza con lavandini, tazza del WC, bidet, vasche• ambulatori• lavaggio telerie, indumenti, stracci• la raccolta e il trasporto nei locali di deposito e nei cassonetti dei rifiuti pro-venienti da sale operatorie, camere di degenza, ambulatori ecc.

Si definisce rischio biologico il rischio connesso con l’esposizione (cioè conl’ingestione, con il contatto cutaneo, con l’inalazione) a microrganismi pato-geni durante la manipolazione di materiali infetti, in particolare sporchi disangue.

A tale proposito e al fine di evitare il contagio, l’operatore deve avere a dis-posizione i DPI più idonei per l’attività che deve svolgere. Inoltre durante taleattività non deve mangiare, fumare, bere perché potrebbe portare alla boccamicrorganismi patogeni presenti nelle mani a seguito del lavoro effettuato.

rischio biologico

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• Non Bere • Non Mangiare • Non Fumare

1 . Pulizia - SanificazioneConsiste nella rimozione mec-canica dello sporco mediantel’impiego di detergenti.I detergenti sono sostanze chi-miche che favoriscono l’aspor-tazione dello sporco.La pulizia è da farsi prima diqualsiasi procedura di disinfe-zione e di sterilizzazione.

2 . DisinfezioneProcesso chimico o fisico che si propo-ne di distruggere i microrganismi pato-geni e non, presenti sulle superfici eattrezzature.

3 . DisinfettanteProdotto chimico impie-gato per la uccisione deimicrorganismi patogenie non presenti su ogget-ti e superfici come ferri,tavoli, pavimenti.

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rischio biologico

DEFINIZIONI

5 . AntisetticoProdotto chimico impiegato perdistruggere i microrganismi su cutee mucose.

6 . AntisepsiUtilizzazione di antisettici, cioèdi particolari sostanze chimi-che per la uccisione dei micror-ganismi presenti sulla pelle esulle mucose.

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rischio biologico

4 . SterilizzazioneE’ la distruzione di qualsiasi microrga-nismo presente, comprese le forme dimaggiore resistenza (spore batteriche).

Oltre 121 c°

rischio biologico

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Il lavaggio delle mani deve essere praticatoprima di:• mangiare• distribuire il vitto alle persone ricoverate• fare manovre che prevedono il contatto con il paziente.

dopo:• l’uso dei servizi igienici• il contatto con il paziente• il contatto con padelle, pappagalli, con recipienti che contengono liquidibiologici, attrezzature medicali• il rifacimento dei letti• essersi tolti i guanti

Come lavarsi le mani

Il lavaggio delle mani deve essere sempre accurato e va in ogni caso usatoun detergente per le mani. All’occorrenza, per esempio dopo contatto cuta-neo con sangue, si usa anche un antisettico.Quando non si usano contenitori usa e getta, l’erogatore che contiene ilsapone liquido dovrà essere lavato quando è esaurito il sapone liquido esuccessivamente va disinfettato, per esempio con acqua bollente. Questicontenitori vanno riempiti solo quando sono vuoti, senza effettuare continuepiccole aggiunte.

IL LAVAGGIO DELLE MANI

rischio biologico

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1. Per permettere un buonlavaggio delle mani bisognatogliere anelli, bracciali ed oro-logi.

3. Frizionare accuratamente le dita, ilpalmo e il dorso delle mani, i polsi, gliavambracci; pulire accuratamentesotto le unghie usando il nettaunghiepersonale.

2. Effettuare un vigoroso lavaggiosotto getto d’acqua per almeno 10secondi, meglio se più a lungo.Lavare le mani e le braccia fino algomito e se necessario anche conantisettico.

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rischio biologico

4. Sciacquare sotto acqua corrente.

Come asciugarsi le mani

Getto d’aria calda.

Salviette di carta monouso.

Alla fine del servizio si possono utilizzare creme emollienti per evitaresecchezza della cute e screpolature. E’ necessario l’uso di creme per-sonali confezionate in tubetto e non in scatola.

rischio biologico

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Per gli arredi (comodini, porte, maniglie, ecc) la pulizia quotidiana con acquae detergente può essere seguita dal passaggio con una soluzione disinfet-tante a base di clorexidina o ammonio quaternario o miscele di entrambi.Questi disinfettanti non evaporando rimangono a contatto per un certotempo con le superfici, prolungandone l’efficacia disinfettante. Inoltre questidisinfettanti non attaccano le superfici metalliche, a differenza dei disinfet-tanti a base di cloro attivo che sono invece corrosivi sulle superfici metalli-che ed inoltre emanano odori sgradevoli.I composti con cloro attivo debbono essere usati su superfici sporche di san-gue, urina, feci.

PULIZIA DEGLI AMBIENTI SANITARIPer la spolveratura giornaliera degli arredi, degli oggetti appoggiati sui tavo-li e comodini, dei piani di lavoro, ecc, bisogna impiegare panni monousobagnati con acqua e detergente.

rischio biologico

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L’asportazione almeno due volte al giorno della polvere e dello sporco dalpavimento deve seguire il metodo a umido, cioè una scopatura che utilizzale diverse scope reperibili sul mercato, ricoperte con garze monouso inumi-dite con acqua.

PULIZIA DI PAVIMENTI DI UFFICI, CORRIDOI, CAMERE

rischio biologico

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I pavimenti di questi ambienti, dopo le diverse pulizie quotidiane, possonoessere disinfettati giornalmente con prodotti a base di cloro attivo o di unamiscela di clorexidina e ammonio quaternario.

Tutti i pavimenti, di qualsiasi ambiente si tratti, sono disinfettati semprequando vi è presenza di sangue od altro materiale organico, preferibilmen-te con prodotti a base di cloro attivo.

PULIZIA DEI PAVIMENTI DELLE SALE DI MEDICAZIONE

Successivamente, mediante il sistema MOP a due secchi, uno di raccoltadell’acqua strizzata dalla scopa e uno con acqua pulita e detergente, si pro-cede al lavaggio del pavimento, ricordandosi di cambiare l’acqua e la solu-zione detergente dei contenitori e la frangia della scopa ogni due – treambienti, a seconda delle loro dimensioni.Le frange devono essere sottoposte ad un trattamento termico di bonificanella lavatrice oppure ad un lavaggio a freddo seguito da un trattamento chi-mico con una soluzione a base di cloro attivo.Anche quando si effettua quest’ultima operazione bisogna indossare i guan-ti, tipo “cucina”.

rischio biologico

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Negli ambienti adibiti a servizi igienici i pavimenti e gli accessori (WC, bidet,lavandini, vasche, piatto delle docce, ecc.) dopo la loro pulizia (una o duevolte al giorno) con acqua e detergente specifico per lavandini, vasche, WCecc, devono sempre essere trattati con un composto a base di cloro attivo,utilizzando un panno monouso. Per le rubinetterie, visto l’effetto corrosi-vo del cloro sui metalli, è necessario impiegare disinfettanti contenen-ti clorexidina e ammonio quaternario.

PULIZIA DEI SERVIZI IGIENICI

gettare le siringhe nell’appositocontenitore

non mettere il cappuccio agli aghidelle siringhe

rischio biologico

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Alcuni rifiuti prodotti dalle attività sanitarie sono considerati dei potenzialiveicoli di malattie infettive.E’ l’impropria manipolazione dei rifiuti che può favorire il contatto e la pene-trazione nell’uomo dei microrganismi che contengono.Questo avviene in particolare attraverso piccoli tagli e punture procurate daoggetti di rifiuto taglienti o pungenti durante la loro raccolta e trasporto versoil locale di deposito.

Raccomandazioni da osservare per prevenire il rischio infettivo durante l’at-tività lavorativa:

• Eliminazione di aghi ed oggetti taglienti.Per prevenire punture accidentali con aghi, questi non devono esserereincapucciati o volontariamente piegati o rotti ma riposti per l’eliminazio-ne in appositi contenitori resistenti alla puntura che devono essere siste-mati in vicinanza ed in posizione comoda.

RIFIUTI SPECIALI PERICOLOSI

No

rischio biologico

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• Secondo la vigente normativa italiana i suddetti rifiuti prima del loro allon-tanamento dalla casa di cura o di riposo devono essere disinfettati consostanze a base di cloro attivo.

Richiudere il contenitore e pro-cedere allo smaltimento.

Disinfettare con sostanza a base dicloro attivo

Riporre i rifiuti negli appositi contenitori

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rischio biologico

Tipologia Oggetto Rischio

Taglienti

Pungenti

Sangue e materialipatologici eautoptici

Microbiologici colture batterichee cellullari

RIFIUTI SPECIALI PERICOLOSI

Nelle pratiche di pulizia e disinfezione si impiegano o si possono toccaresostanze chimiche pericolose (pulizia di sale operatorie, laboratori e depo-siti).

rischio chimico

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Non ingerire Non inalare

Non scuotere Non toccare senza guanti

Non mescolare

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rischio chimico

IPOCLORITO DI SODIOMescolato con acidi sviluppa gas tossici fortemente irritanti che possonocausare edemi polmonari se respirati.

L’ipoclorito di sodio se ingerito provoca gravi danni alle mucose delle viedigerenti e della laringe. Si rende rapidamente necessaria la somministra-zione di acqua o latte.

Alle normali concentrazioni d’uso, per la disinfezione ambientale, l’ipoclori-to di sodio non é tossico.

E’ irritante per la pelle dopo un contatto prolungato.

Si elencano alcune sostanze con le caratteristiche della loro pericolosità.

CLORAMINE INORGANICHE (es. mono-bi-tricloramine) e CLORAMINEORGANICHE (es. cloramina T, composti clorati dell’acido isocianurico): nel-l’uso presentano le stesse problematiche degli ipocloriti.Durante la manipolazione dei derivati dell’acido isocianurico occorre indos-sare guanti monouso e mascherina di protezione. Durante la preparazionedella soluzione disinfettante il contenitore non deve essere sigillato in quan-to le compresse durante la solubilizzazione generano gas. La preparazioneva svolta in ambiente areato.

CLORAMINE

E’ fortemente aggressivo. Attacca i metalli.Provoca ustioni cutanee.

NON VA MAI MESCOLATO AGLI IPOCLORITI (VARECCHINE) PERCHE’DA’ ORIGINE A CLORO GASSOSO CHE CAUSA DANNI GRAVISSIMI ALL’APPARATO RESPIRATORIO.

In caso di ustioni della pelle si raccomanda il lavaggio con soluzioni di bicar-bonato di sodio.

ACIDO CLORIDRICO (ACIDO MURIATICO)

IODIO

IODOFORI

La soluzione alcoolica al 7% (tintura di iodio) é irritante (eruzioni cutanee),istiolesiva e corrosiva per i metalli.

La soluzione acquosa di Lugol é meno irritante della tintura di iodio.

L’ingestione di 2-4 g di iodio può essere mortale.

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rischio chimico

Gli iodofori non sono irritanti ma per ripetuti contatti possono indurre der-matiti allergiche da contatto.

Ad alte concentrazioni (30-36 %) le soluzioni sono caustiche per la cute(ulcerazioni) e per le mucose.

PEROSSIDO DI IDROGENO(ACQUA OSSIGENATA)

Possono essere considerati derivati dell’acqua ossigenata.

Sono corrosivi, incolori e dotati di odore pungente.

PERACIDI(ACIDO PERACETICO)

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rischio chimico

DERIVATI DEL MERCURIO

SONO COMPOSTI ALTAMENTE BATTERIOSTATICI che possono causaredermatiti da contatto.

MERCUROCROMO

Non é irritante alle concentrazioni d’uso.

Macchia di rosso.

MERTIOLATO

Possiede una lieve azione istiolesiva.

Più attivi dell’acqua ossigenata, risultano essere fortemente irritanti per lapelle (provocano ustioni) e per gli occhi.

Quando vengono utilizzati é necessario proteggersi la faccia e gli occhi edinoltre bisogna indossare dei guanti.

In caso di contatto degli occhi e della pelle bisogna lavarsi immediatamen-te ed abbondantemente con acqua.

Non mescolare l’acido peracetico con detergenti o con composti a base dicloro.

Alle concentrazioni usate l’acido peracetico probabilmente non é nocivo, tut-tavia gli studiosi ritengono che possa essere un composto potenzialmenteco-cancerogeno.

COMPOSTI FENOLICI

43

rischio chimico

Sono composti irritanti per la cute e le mucose.

FENOLO

E’ il più tossico dei composti fenolici. E’ caustico e necrotico per i tessuti edessendo liposolubile può penetrare la cute ed agire in profondità.Le soluzioni alcooliche o in glicerina (glicerina fenolata) sono meno tossiche.

CRESOLO

Velenoso ma meno tossico del fenolo. Tuttavia é bene non applicarlo sullacute.

FENOLI CLORURATI

La loro tossicità aumenta con il grado di alogenazione.

L’ESACLOROFENE risulta essere il più tossico del gruppo. Per assorbi-mento attraverso la pelle l’esaclorofene può provocare gravi sintomi neuro-logici per cui in molti paesi ne é vietato l’uso nella preparazione dei saponideodoranti o cosmetici. Alle dosi inferiori allo 0,1% risulta tollerato.

CLOREXIDINAPresenta un basso indice di tossicità. Sono rari i casi di irritazioni cutanee edi ipersensibilità.E’ irritante per gli occhi ed é tossica se instillata nell’orecchio (causa sordità).

SALI DELL’AMMONIO QUATERNARIO(DETERGENTI CATIONICI)

Alle concentrazioni d’uso non sono irritanti od istiolesivi. Non sono corrosi-vi. A volte possono indurre fenomeni allergici.Non esistono problemi di accumulo né di tossicità cronica.Ad elevate concentrazioni i detergenti cationici (> 10 %) sono irritanti per lacute, le congiuntive e le prime vie aeree; a queste dosi, se ingeriti, sonomortali, tuttavia l’intenso bruciore che provocano in bocca e in gola limitanole assunzioni accidentali.

44

rischio chimico

DETERGENTI ANFOTERI(ALCHILAMINOETILGLICINACLORIDRATO)

Molto più attivi dei detergenti cationici, sono scarsamente tossici.

L’impiego attuale é limitato per la disinfezione terminale, quando se ne rav-vede la necessità.I vapori di aldeide formica sono irritanti per la congiuntiva e per le vie aereecausando tosse, spasmi ed edemi della laringe, bronchite.

Frequenti sono le dermatiti da contatto. In caso di contatto é necessariolavare la cute con acqua e sapone.

E’ ORMAI APPURATO IL SUO EFFETTO CANCEROGENO per cui ilMinistero della Sanità (circolare n.57 del 1983 “Uso della formaldeide”) sta-bilisce che venga abbandonato l’uso della formaldeide per le operazioni rou-tinarie di disinfezione e di pulizia, sia in ambienti comunitari che domestici,mentre NE AUTORIZZA l’impiego a personale esperto per disinfezioni ter-minali a seguito di malattie infettive (TBC).

Per la sua eliminazione dagli ambienti trattati si può ricorrerre alla immis-sione di ammoniaca (8 ml di ammoniaca al 25% per m3) in quanto dà origi-ne ad un composto chimico (urotropina) non tossico.

ALDEIDE FORMICA - FORMALDEIDE

45

rischio chimico

GLUTARALDEIDENon é corrosiva per metalli e non danneggia la gomma e le lenti.

La glutaraldeide é tossica, allergizzante, irritante per la pelle (dermatiti, pig-mentazioni) e molto irritante per gli occhi (congiuntiviti e causticazione dellacornea): durante la sua manipolazione é necessario indossare sempreguanti resistenti, protezioni per gli occhi, maschere con filtri a carbone atti-vo e grembiuli impermeabili.

L’ambiente d’impiego deve essere ventilato oppure bisogna manipolaresotto cappa aspirante (senza ricircolo d’aria) per evitare l’inalazione deivapori (irritazione della mucosa respiratoria, sinusiti, asma, nausea, cefalea,segni di depressione).

I contenitori usati per la disinfezione devono essere di plastica e devonoessere ben chiusi e tenuti lontani da fonti di calore.

Le soluzioni ed i vapori di glutaraldeide sono irritanti per gli occhi e le muco-se. In caso di contatto occorre lavare abbondantemente con acqua.

Pur non essendo classificata come rifiuto tossico-nocivo, lo smaltimento nondeve provocare inquinamento ambientale, per cui occorre adottare adegua-te precauzioni.

ALCOOL ETILICOVOLATILE ED INFIAMMABILE.

Sulla cute lesa é irritante.

L’alcool denaturato, per gli additivi aggiunti, può determinare fenomeni aller-gici e pertanto é proibito l’uso come antisettico.

L’uso prolungato induce fenomeni di secchezza della cute per l’effetto deter-gente e disidratante.

L’inalazione dei vapori ad alte concentrazioni induce irritazione delle muco-se delle vie respiratorie superiori e degli occhi, provoca inoltre cefalea esonnolenza.

rischio chimico

46

ACIDO CLORIDRICO (MURIATICO)SIMBOLI COME DA DM. 312/1985 ALLEGATO L

IPOCLORITO DI SODIO - CLORAMINE

IODIO - IODOFORI

ACQUA OSSIGENATA-PERACIDI-ACIDO PERACETICO

DERIVATI DEL MERCURIO

• Disincrostanteper WC,piatti doccia,lavandini.

• Candeggina,varecchina,disinfettantesbiancante, disinfezionesuperfici nonmetalliche.

• Disinfettante perla cute.

• Acqua ossigenata, disinfettante cute lesaAcido peraceticoper attrezzature.

• Disinfettante.

47

rischio chimicoCOMPOSTI FENOLICI

CLOREXIDINA - DETERGENTI CATIONICI - DETERGENTI ANFOTERI

FORMALDEIDE

GLUTARALDEIDE

ALCOOL ETILICO

• Disinfettante per ferrri chirurgici.

• Disinfettante percute e superfici.

• Disinfezione area ambientale.

• Disinfezione ferrichirurgici.

• Pulizia superfici.

La movimentazione Manuale dei Carichi, secondo il titolo V e l’allegato VIdel Decreto Legislativo 626/1994, può comportare “rischi di lesioni dorso-lombari”.Si ha movimentazione manuale dei carichi nelle azioni di sollevare, traspor-tare, spostare, sostenere, spingere, deporre, tirare dei pesi (persone nonautosufficienti e oggetti quali ad esempio carrelli a mano, barelle o carroz-zelle, pentole ecc.).L’utilizzo di attrezzature meccaniche e altri provvedimenti organizzativi ridu-cono il rischio.

Le calzature e la posizione dei piediÈ importante garantire una buona adesione dei piedi al suolo. Perciò sonosconsigliabili:i tacchi alti, gli zoccoli, le ciabattine.

Sempre per garantire una buona stabilità nella movimentazione manuale dicarichi per azioni di sollevamento è importante allargare i piedi per aumen-tare la base di appoggio.

movimentazione dei carichi

48

COME RIDURRE IL DANNO DORSO-LOMBARE

No

No

49

movimentazioni dei carichi

COME SOLLEVARE UN CARICO DA TERRA

• Non fare perno sulle vertebre lombari

• Tenere il carico più vicino possibile al corpo, afferrandolo con entrambele mani; piegare le ginocchia e non la schiena.

Per evitare di danneggiare la schiena è necessario:

Nel caso si sollevi un carico da terra occorre:

No

Si

Bisogna evitare:

50

movimentazioni dei carichi

COME COLLOCARE UN OGGETTO IN ALTO

• Usare una scaletta, con gradini a peda-ta larga.

• Di sollevarsi sulla punta dei piedi: ciòpuò causare perdita dell’equilibrio• Di inarcare la schiena all’indietro pernon danneggiare le vertebre lombari• Di reggere il peso sulla punta delle ditaper il rischio di far cadere l’oggeto per unapresa non sicura.

No

Si

• Prendere il peso vicino al corpo• Voltarsi lateralmente con tutto il corpo• E….fare due passi in più, se necessario

• Di ruotare la schiena facendo perno sulle vertebre lombari• Di tenere il peso distante dal corpo

51

movimentazioni dei carichi

COME SPOSTARE UN PESO LATERALMENTE

Bisogna evitare:

No

• Se è possibile ripartire il peso sulle due braccia

• Afferrare l’oggetto con entrambe le mani• Tenere il peso vicino al corpo durante il tra-sporto

• Evitare di sbilanciarsi da un lato.

52

movimentazioni dei carichi

COME PORTARE UN PESO SOSTENENDOLOCON LE BRACCIA

No

Si

Si

Per postura si intende la posizione assunta dal nostro corpo o da partidi esso.

Non sempre è possibile assumere con il corpo posizioni corrette in quantospesso il tipo di lavoro o l’impostazione dell’area di lavoro condizionanoposizioni non corrette (non ergonomiche).Queste posizioni possono agire negativamente sulla salute, se ripetute fre-quentemente o mantenute a lungo nel turno di lavoro.

Nello schema che segue, l’entità di rischio, corrispondente ad ogniposizione assunta dal corpo, viene indicata con un numero.

53

movimentazioni dei carichi

Posizione seduta neutra, o alterna-ta, o in piedi con adeguato sostegnolombare. La spalla, il gomito e ilpolso devono essere tenuti in posi-zione fisiologica (come mostratonella figura).

Posizione della spalla, del gomito edel polso, libera e fisiologica.

LA POSTURA

0

0

movimentazioni dei carichi

54

Posizione in piedi continuativa, semantenuta senza un adeguatosostegno (nel disegno è indicatauna possibile soluzione per garanti-re il sostegno del corpo).

Posizione della spalla, del gomito edel polso obbligata.

Movimenti veloci e/o ripetitivi degliarti superiori

Posizione della spalla, del gomito edel polso obbligata e tesa per eser-citare una forza muscolare.

Arti superiori elevati al di sopra dellespalle

Iperestensione contemporanea delcollo e degli arti superiori

1

13

234

Non si deve mai assumere questaposizione!BISOGNA FLETTERE LE GINOC-CHIA!

movimentazioni dei carichi

55

Posizione del tronco e/o del colloflessa e ruotata

Arti in contrazione statica mantenu-ta (ad esempio per mantenere solle-vato un oggetto pesante)

!

3

3

No

Un caso particolare di postura è quello al videoterminale o personal com-puter.La figura seguente esemplifica e descrive la posizione ottimale; sotto moltiaspetti è valida anche per il lavoro a un tavolo senza computer.

56

movimentazioni dei carichi

AL COMPUTER O A UN TAVOLO DI LAVORO

No

Si

Nella movimentazione di pazienti non autosufficienti per ridurre ilrischio è importante ricordare alcune regole generali:

1. utilizzare gli ausili meccanici in dotazione (es. sollevatori, bagni assistiti,carrozzine, ecc.) come mostrato nelle figure.2. movimentare i pazienti con l’aiuto di un collega in modo che lo sforzovenga ripartito in eguale misura3. eseguire correttamente la mobilizzazione/movimentazione.

57

movimentazioni dei pazienti

MOVIMENTAZIONE DI PAZIENTI NON AUTOSUFFICIENTI

• Sollevatore.

• Bagno Assistito.

• Carrozzina.

- posizionamento nel letto di un paziente non autosufficiente:Dopo aver piegato le ginocchia del paziente, ogni operatore mette:• un braccio sotto le spalle delpaziente afferrando il bracciodel collega• un braccio alla radice dellecoscie sempre afferrando ilbraccio del collega.Durante lo spostamento delpaziente verso il cuscino ilpeso del corpo degli operatorideve essere trasferito allagamba che è verso la testatadel letto.

58

movimentazioni dei pazienti

MOVIMENTAZIONE DI PAZIENTI NON AUTOSUFFICIENTI

- rotazione nel letto di un paziente non autosufficienteDopo aver incrociato legambe e le braccia delpaziente l’operatore deve:• tenere una gamba indietrorispetto all’altra• flettere le ginocchia• afferrare il paziente con unbraccio a livello delle spalle econ l’altro a livello del bacino.A questo punto con movimen-to contemporaneo delle brac-cia fa ruotare il paziente versodi se.

59

movimentazioni dei pazienti

- sollevamento per lo spostamento di un paziente seduto sul letto.Dopo aver messo il paziente con le braccia conserte ogni operatore:• appoggia una gamba piegata sul letto del paziente e l’altra gamba sul pavi-mento per supportare lo sforzodurante il sollevamento• passa il braccio rivolto versoil paziente sotto l’ascella delpaziente stesso afferrandonel’avambraccio• colloca l’altro braccio inmodo da afferrare la radicedella coscia del paziente o uneventuale supporto (telo) col-locato sotto il bacino delpaziente• per lo spostamento delpaziente sul letto i due opera-tori devono agire contempora-neamente.

- sistemazione nel letto un paziente non autosufficiente.Nel sistemare un paziente adagiatosul fianco utilizzare due mani, unasulla spalla e una sul bacino muo-vendole contemporaneamente.

60

movimentazioni dei pazienti

- sollevamento di un paziente per il suo spostamento con due opera-tori.I due operatori devono:• mettersi a lato del paziente• flettere le ginocchia e non la schiena per avvicinarsi al paziente• passare il braccio davanti al paziente sotto l’ascella• afferrare con la mano dell’altro braccio, il supporto (telo) collocato sotto ilbacino del paziente• sollevare contemporaneamente il paziente spostando il carico del corposulla gamba posteriore.

- sollevamento di un paziente non autosufficiente per il trasferimentoin carrozzina.• un operatore con un ginocchio appoggiato sul letto si pone alle spalle delpaziente e lo afferra abbracciandolo cioé infilando le proprie braccia sotto leascelle del paziente, in modo da afferrarne gli avambracci conserti.Il secondo operatore posiziona la carrozzina vicino al letto.• il secondo operatore afferra gli arti inferiori del paziente sotto le ginocchia,a questo punto i due operatori possono sollevare contemporaneamente ilpaziente.Per una protezione degli operatori durante l’operazione è necessario che ilprimo operatore faccia leva sul ginocchio appoggiato per scaricare il caricodel peso sollevato e il secondo operatore fletta le ginocchia e non la schie-na nel movimento di afferrare le gambe del paziente.Nel caso che il trasferimento sia dalla carrozzina al letto la movimentazionedel paziente deve essere eseguita con analoga successione di movimentiavendo l’accortezza di appoggiare sul letto prima i piedi e poi il resto delcorpo del paziente.

61

movimentazioni dei pazienti

62

movimentazioni dei pazienti

• posizionare l’imbracatura sull’asta di sollevamento.

Uso del sollevatore per il trasferimento del paziente dal letto alla car-rozzina• avvicinare il sollevatore al letto del paziente.

IL SOLLEVATORE

Uso del sollevatore per il sollevamento del paziente caduto a terra.• Posizionare l’imbragatura (telo) sotto il corpo del paziente.• Piegare le gambe del paziente.• Avvicinare il sollevatore a lato del paziente infilando uno dei piedi dell’at-trezzo sotto le gambe del paziente e posizionare l’altro piede dell’attrezzolungo il fianco del paziente.• Aggangiare l’imbragatura e procedere al sollevamento del paziente.

• sostenere con le mani le gambe del paziente durante lo spostamento dalletto alla carrozzina.

63

movimentazioni dei pazienti

L’operatore deve sedersi vicino al paziente per tutto il tempo in cui gli som-ministra i cibi. Questo è importante per evitare di flettere la schiena e dimantenere a lungo una postura fissa sfavorevole.

64

movimentazioni dei pazienti

ALIMENTAZIONE ASSISTITA DEI PAZIENTI

No

Si

Gli impianti, le macchine, le apparecchiature elettriche presenti nelle strut-ture sanitarie ed assistenziali sono progettati, realizzati e periodicamenteposti in manutenzione in conformità alle normative tecniche europee.Tuttavia nessuna norma, per quanto ben studiata, può garantire in modoassoluto l’immunità delle persone dai rischi dell’energia elettrica.Occorre quindi che gli operatori che utilizzano impianti e macchine elettri-che osservino alcune norme di buon senso.Prima di tutto occorre prestare attenzione allo stato del cavo di alimentazio-ne. Una persona che inavvertitamente toccasse un cavo deteriorato o la car-cassa metallica di una apparecchiatura elettrica alimentata da un cavo dete-riorato, potrebbe subire una scossa elettrica con gravi conseguenze.Il corpo umano ha una scarsa resistenza nei confronti della corrente elettri-ca: una persona può morire se, per una frazione di secondo viene attraver-sata da una corrente elettrica anche di lieve intensità.

Normalmente si usano apparecchiature che utilizzano quantitativi di corren-te letali se attraversano una persona. Ad esempio una lampadina da tavoloda 50 Watt e 220 Volt utilizza un quantitativo di corrente certamente bassoma che può provocare la morte di una persona.

rischio elettrico

65

L’USO DI ENERGIA

No

rischio elettrico

Il pericolo non è immediatamente avvertibile perché senza idonei strumen-ti non si riesce a conoscere la quantità di energia che trasporta un cavo elet-trico o il potenziale presente sulla superficie di un apparecchiatura elettricacon isolamento e messa a terra difettosi.

La resistenza al passaggio della corrente elettrica nel corpo umano dimi-nuisce se la persona tocca la parte in tensione con mani bagnate e a piediscalzi. La persona facilmente prende la scossa.

La resistenza aumenta nettamente se la persona ha il contatto con la partein tensione indossando guanti dielettrici isolanti, calzature di gomma e sitrova su una pedana isolante. Essa è molto più protetta da elettrocuzione.

66

Occorre tenere presente che:

1. Le riparazioni elettriche devono essereeffettuate dal personale competente;

2. le spine devono essere estratte dalleprese tirando la spina stessa e non il cavo;

3. i cavi devono essere utilizzati e ripostidopo l’uso in modo da evitare deteriora-menti ad esempio per schiacciamento,taglio o bruciature vicino a sorgenti di calo-re;

4. i cavi non devono essere attorcigliati;

67

rischio elettrico

Si

5. i cavi non devono passare sotto tap-peti o moquette poiché non è controlla-bile il loro isolamento;

6. i cavi non devono passare sotto i bat-tenti di porte e finestre;

7. la presa a muro deve ricevere unasola spina;

8. al termine dell’uso le apparecchiatureelettriche vanno spente;

68

rischio elettrico

È una reazione chimica:

• di una sostanza combustibile solida comelegna, carta, o liquida come alcool, ben-zina o gassosa come metano, GPL

• con un comburente e cioè l’ossigeno pre-sente nell’aria o compresso nelle bombole oliquido in serbatoi presenti in giardini o corti-li di alcune Case di cura, o il protossido diazoto compresso nelle bombole ed utilizzatoin campo medicale per mantenere l’aneste-sia

69

COMBUSTIONE

rischio incendio

• accompagnata dallo sviluppo di:1) gas. La combustione dei materiali presenti nei locali di lavoro come mate-rie plastiche, resine sintetiche, gomme, sviluppa oltre a vapore d’acqua eanidride carbonica, gas altamente tossici (ossido di carbonio, anidride sol-forosa, idrogeno solforato, acido cloridrico, ecc.). La mortalità per incendio èquasi totalmente dovuta alla respirazione di questi gas;2) fumo formato da particelle di ceneri e di acqua;3) fiamme che emettono luce e calore che propaga il fuoco.

70

rischio incendio

Un fuoco si origina e si sviluppa se vi è la contemporanea presenza di com-bustibile, di comburente e di calore.

Per spegnere un fuoco occorre togliere almeno uno dei tre attori.Togliere la presenza del combustibile.Togliere il comburente. E’ l’azione che si compie ponendo sopra una cande-la accesa un bicchiere capovolto. L’ossigeno dell’aria viene a mancare.Manca il comburente e la candela si spegne.Togliere il calore. E’ l’operazione che si fa buttando un secchio d’acquasopra legna che brucia.

71

rischio incendio

L’incendio è un fuoco di cui si è perso il controllo.Raramente l’incendio si verifica per cause naturali o difficilmente spiegabili.Normalmente l’incendio è dovuto a:• non osservanza di norme• comportamenti errati e imprudenti dell’uomo• volontà di compiere un azione criminale

E’ necessario che edificio, impianti, arredi, sistemazione degli oggetti, com-portamento delle persone non consenta la possibilità di innesco di unincendio.Per questo nelle Strutture Socio-Assistenziali e Sanitarie sono stati resi

obbligatori:• impianti elettrici a norma• messa a terra di impianti e apparecchiature• protezioni dai fulmini dove necessario• dispositivi di sicurezza degli impianti di distribuzione di gas metano e di

ossigeno• ricambi controllati di aria nei locali particolarmente critici come sale ope-

ratorie e cucine a gas• mobili e tessuti difficilmente combustibili• segnali di sicurezza e osservanze delle indicazioni in esse contenute.

Per fare prevenzione occorre:• conoscere il luogo dove si lavora • usare correttamente attrezzi e materiali che si devono impiegare• avvertire il superiore di situazioni giudicate pericolose• tenere presente che l’ordine e la pulizia degli ambienti di lavoro sono indi-

spensabili per l’igiene, per evitare infortuni e per la prevenzione degliincendi.

72

rischio incendio

INCENDIO

PREVENZIONE

• I materiali infiammabili che hanno sull’etichettadel contenitore l’apposito segnale triangolaregiallo con il disegno della fiamma, devono esse-re tenuti nel locale destinato al loro deposito.

• I materiali infiammabili debbonoessere tenuti lontano da fiammelibere, sigarette accese, fonti dicalore.

• Nei luoghi non presidiati, sottotetti, seminterrati,dove sono presenti materiali combustibili, non èpermesso fumare.

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rischio incendio

• I portacenere non devono esse-re svuotati nei sacchi di rifiutidove vi è carta e materiali plasticie combustibili.• I mozziconi di sigaretta nonvanno buttati nei cestini dellacarta.

Il personale deve avere cura che:• le uscite di emergenza siano sempre sgombre allo scopo di consentirne

l’utilizzazione in ogni evenienza. Carrelli, rifiuti, scope, attrezzi per le puli-zie ecc... non vanno appoggiati nei pianerottoli e atri e luoghi di transito.

• le porte delle uscite di emergenza devono essere aperte facilmente eimmediatamente

74

rischio incendio

No!

No!

• gli estintori devono essere in posizioniidonee, eventualmente su appositi soste-gni; non devono servire per tenere aper-te le porte o per altri usi analoghi

• nelle camere degli ospiti non devono essere presenti: fornelli, stufe edapparecchi di riscaldamento con resistenze elettriche in vista o alimentaticon combustibili solidi, liquidi o gassosi, sostanze infiammabili.

75

rischio incendio

Si riesce ad affrontare una situazione di emergenza incendio, solo se siconosce:• Il luogo di lavoro• Le zone di particolare rischio• Le vie di fuga e i luoghi sicuri, protetti, anche all’interno del fabbricato• L’ubicazione degli interruttori generali di elettricità, e delle valvole di acqua,

gas metano, ossigeno• Il numero delle persone presenti• Le possibilità di movimento autonomo delle persone presenti nelle varie

zone del luogo di lavoro• Il luogo dove trasferire, mediante le carrozzine o i letti con le ruote, le per-

sone non capaci di muoversi da sole, nel caso che le camere da lavoro uti-lizzate fossero minacciate da fuoco o fumi. Il luogo dove sono portate lepersone è allo stesso piano delle camere evacuate, ma separato da que-ste per mezzo di porte antincendio (REI).Il luogo protetto dall’incendio deve essere allo stesso piano della cameradella persona da spostare, in tal modo la persona sarà spostata median-te il letto con le ruote o la carrozzina al di là delle porte antincendio (REI).

• Quali sono le porte antincendio REI.• L’ubicazione delle attrezzature e degli impianti antincendio.

Nei locali e corridoi delle Strutture Socio-Assistenziali e Sanitarie sonoinstallati impianti di rivelazione incendio che consentono una segnalazionetempestiva del principio dell’incendio. Il segnale va ad un quadro posto nelcentralino e nella guardiola sempre presidiata.

76

rischio incendio

LOTTA ANTINCENDIO

In caso di incendio e più in generaledi emergenza di qualsiasi tipo ènecessario che il personale:

mantenga la calma.

eviti l’uso del telefono per lasciare le lineelibere alle comunicazioni di servizio;

non utilizzi gli ascensori, montacarichi,montalettighe per non rimanervi bloccati;

si attenga alle disposizionidei Responsabili e al Pianodi Emergenza della struttura.

77

rischio incendio

In presenza di forte calore occorre proteggersi ilcapo con indumenti possibilmente bagnati, evitandoassolutamente tessuti sintetici.

La combustione produce fumi e gas infiammabili etossici. Se ci si trova in un locale con presenza difumo, mantenersi più in basso possibile perché ilfumo tende a stratificarsi nella parte alta del locale.Proteggersi le vie respiratorie con un fazzoletto pre-feribilmente bagnato.

78

rischio incendio

Se gli indumenti di una personaprendono fuoco, bisogna:• impedire che la persona corra

per evitare che si alimentino lefiamme;

• soffocare l’incendio con un asciu-gamano o con una coperta;

• utilizzare acqua per raffreddaree spegnere i residui di abitoancora accesi.

In ogni caso, se il corridoio o la via di esodonon è agibile per il fumo o le fiamme, occorreche il personale o gli ospiti impediti ad usciresi trattengano nelle camere dove si trovano e,dopo avere chiuso la porta, pongano pannibagnati contro la porta stessa, perché possamantenere il più a lungo possibile una resi-stenza al fumo e alle fiamme.

Se la porta dovesse essere chiusaassicurarsi che la maniglia non siarovente avvicinando con cautela ildorso della mano.

Dalla finestra occorre segnalare ai Vigili delFuoco la propria presenza.

79

rischio incendio

Nelle varie Strutture, generalmente presso il centralino e nella guardiolapresidiata di notte sono:• custodite le chiavi per potere aprire ogni cancello e porta;• presenti le planimetrie dei vari piani dell’edificio per una corretta e rapidainformazione del punto in emergenza, del posizionamento dei quadri elettri-ci, delle valvole metano, acqua, gas medicali;• disponibili gli elenchi aggiornati con nomi, indirizzi, numeri telefonici deiservizi di emergenza, dei responsabili, dei manutentori da attivare in casodi emergenza.

80

rischio incendio

Le bombole di ossigeno presenti nella zona dove si sta sviluppando unincendio devono essere prontamente chiuse e portate in posizione ventila-ta e lontana. Nelle camere vicine alla zona dove si sta sviluppando l'incen-dio, un ospite che sta utilizzando l’ossigeno o un aria arricchita con ossige-no è in condizione di particolare pericolo per sé e per i vicini, quindi nei limi-ti del possibile, cioè purchè non ne abbia un danno certo, deve essere tra-sferito tempestivamente in zona più sicura e chiusa l’erogazione di ossige-no.

L’incendio ha inizio con una combustione molto limitata. Ad esempio uncestino di carta o un cuscino che bruciano. Al principio dell’incendio puòessere efficace il semplice utilizzo di una coperta bagnata buttata sopra ilcestino o il cuscino. In questo modo si impedisce che l’ossigeno dell’ariaraggiunga il materiale che sta bruciando. L’incendio si soffoca e si spegne.

Più efficace è l’uso di un estintore portatile a polvere o a anidride carboni-ca. Sono estintori presenti presso tutte le Strutture.

Gli estintori a polvere contengono bicarbonati in pic-cola granulometria e un gas inerte sotto pressione. Loschiacciare la leva della valvola sulla maniglia provocal’apertura della valvola e di conseguenza la fuoriuscitadella polvere. Sul materiale che sta bruciando la polve-re fa una complessa azione di soffocamento, separa-zione e raffreddamento.L’inconveniente è che la polvere si può spargere ancheall’intorno su apparecchiature elettriche e arredi con laconseguente necessità di una successiva pulizia moltoaccurata.

Gli estintori ad anidride carbonica contengono l’ani-dride carbonica in pressione allo stato liquido.Lo schiacciare la leva della valvola sulla maniglia del-l’estintore provoca l’apertura della valvola e la fuoriu-scita del liquido che in parte evapora immediatamentea spese di una notevole quantità di calore. Questo pro-voca un rapido abbassamento di temperatura fino a -75° Centigradi.L’estintore ad anidride carbonica è molto efficace per-ché allontana l’ossigeno dalla zona dove è diretto ilgetto e provoca un raffreddamento rapido e intenso.Il suo utilizzo non comporta nessuno sporcamento dicircuiti elettrici ed arredi.

81

rischio incendio

ESTINZIONE

E’ particolarmente efficace dove non c’è vento.In ambienti chiusi, tuttavia, occorre fare attenzione in quanto l’azione dell’e-stintore ad anidride carbonica allontana l’ossigeno, e può provocare il soffo-camento; occorre quindi allontanarsi tempestivamente.

come si usa l’estintore:

Nelle Strutture sono installatianche impianti fissi ad acquacon naspi o idranti.Non utilizzare mai acqua perestinguere fuochi nelle vici-nanze di impianti elettrici intensione.

82

rischio incendio

Togliere la sicura cioèil fermo o il chiodoprovvisto di anello perfacilitarne l’estrazione.

Prendere l’estintore

Impugnare con lamano sinistra la mani-glia dell’estintore econ la destra tenere iltubo per dirigere ilgetto alla base dellafiamma.

Con la sinistra schiac-ciare la leva dell’estin-tore.

1

2 3 4

L’anidride carbonica all’uscita ha – 75 °C eprovoca ustioni profonde a contatto dellapelle e delle mucose, quindi occorre fareattenzione a non dirigere il getto dell’e-stintore verso persone.

7. se si interviene in due, stare dalla stessa parte rispetto al fuoco

83

rischio incendio

Si!

Si!

5. il getto che esce dal tubo va diretto alla base della fiamma, muovendololeggermente a ventaglio quasi parallelamente al pavimento.

6. se si tratta di incendio di liquido operare in modo che il getto non provo-chi proiezione del liquido che brucia fuori del recipiente

L’aria contiene il 21% di ossigeno.L’impiego dell’ossigeno gassoso, compresso in bombole o liquido, contenu-to in appositi serbatoi, comporta rischi.L’ossigeno agisce attivamente nella combustione.

Particolare attenzione deve essereposta perché indumenti, e arredi eattrezzi non siano sporchi di oli ograssi, quando si movimentano, o siutilizzano bombole di ossigeno.

Se la concentrazione dell’ossigeno nell’aria aumenta, la combustione deimateriali è più facile. La presenza del 25% di ossigeno nell’aria modifical’andamento dei fenomeni di combustione. Materiali autoestinguenti conti-nuano a bruciare.L’ossigeno liquido con qualsiasi combustibile forma miscela esplosiva.Toccare superfici a contatto con ossigeno liquido può provocare gravi ustio-ni a causa della bassa temperatura.

gas medicali

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OSSIGENO

Respirare i vapori sviluppatidall’ossigeno liquido e nonancora riscaldati a temperatu-ra ambiente può provocaredanni all’apparato respirato-rio, mentre se i vapori freddi rag-giungono gli occhi possonoprovocare lesioni oculari.

gas medicali

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È utilizzato in campo medicale per mantenere l’anestesia; ha anche azioneesilarante.Il protossido di azoto è comburente come l’ossigeno e partecipa attivamen-te nei processi di combustione. Quindi occorrono le stesse precauzioni chesi usano per movimentare e utilizzare l’ossigeno. Però è un gas che contie-ne ossigeno non respirabile dall’uomo, quindi se è in certe concentrazioninell’aria di un ambiente, per esempio in una sala operatoria, può provocareproblemi di respirazione alle persone presenti che non avvertono il pericoloe possono avere gravi malesseri ed accusare sintomi di asfissia.È un gas più pesante dell’aria e si stratifica sul pavimento.

PROTOSSIDO DI AZOTO

ANIDRIDE CARBONICA

L’anidride carbonica è presente nell’aria allo 0,03%.L’anidride carbonica è un gas più pesante dell’aria quindi si accumula inbasso nei locali chiusi.Concentrazioni maggiori nell’aria, per esempio allo 0,5%, provocano diffi-coltà di respirazione, malessere e anche asfissia.

Bombola è recipiente metallico costruito inun unico pezzo, senza saldature.Normalmente le bombole hanno capacitàda 0,5 a 150 litri. Servono per conteneregas o, gas liquefatti compressi.

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gas medicali

BOMBOLE

collare filettato

cappellotto

ogiva

fondo inferiore

corpo cilindrico

piede d’appoggio

Nelle Strutture Socio-Assistenziali e Sanitarie sono presenti bombole chepossono contenere diversi tipi di gas medicali, cioè ossigeno o anidride car-bonica o protossido di azoto o aria medicale o azoto medicale.Secondo il Decreto Ministeriale del 12 gennaio 1999 le bombole contenen-ti gas medicali devono avere il corpo cilindrico verniciato con colore bianco,mentre la ogiva (così chiamata la parte superiore) è colorata di colori diver-si secondo il gas che contiene la bombola.

Ogni bombola contenente gas medicali ha un disco in acciaio inossidabilecon la scritta “per uso medico”.

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gas medicali

BOMBOLA PUNZONATURA COLORE VERNICIATURA OGIVA CORPO

Anidride CO2 grigio bianco

carbonica

Ossigeno O2 bianca bianco

medicale

Azoto N2O blu bianco

protossido

Aria ARIA bianco nero biancomedicale

Azoto AZOTO nero biancomedicale

Le bombole di gas compresso devono essere tenute in posizione verticale,assicurate con catene o cinghie in modo da impedirne la caduta accidenta-le, tenendo separate quelle cariche, piene da quelle vuote.I locali di deposito delle bombole devono essere asciutti, freschi, ventilati eprivi di riscaldamento; le bombole di ossigeno e di gas comburenti non devo-no essere depositate ove si trovino materiali combustibili o infiammabili.Le bombole non devono essere esposte all’azione diretta dei raggi del sole.

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gas medicali

La movimentazione delle bombole e il carico delle bombole sui carrelli deveavvenire con i prescritti Dispositivi di Protezione Individuale: il personaleaddetto deve indossare guanti da lavoro e scarpe con puntale metallico.

Le bombole vengono maneggiate con cautela evitando gli urti violenti tra diloro o contro altre superfici; la loro movimentazione avviene mediante car-rello a mano. Un punto debole della bombola è la valvola e per questo è pro-tetta dal suo cappellotto durante la movimentazione.

La rottura o il danneggiamento della valvola può provocare il cedimentoimprovviso della valvola stessa con lancio violento di schegge di metalloall’intorno e, per reazione alla uscita del gas compresso dalla bombola privadi valvola, lo spostamento rapido e incontrollabile della bombola stessa.

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gas medicali

L’aumento di temperatura provoca un aumento di pressione del gas all’in-terno della bombola. La pressione può aumentare fino a raggiungere valoriche non riescono ad essere sopportati dall’involucro metallico della bombo-la con conseguente pericolo di scoppio.

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gas medicali

La scala è un attrezzo con pioli o gradini sui qualiuna persona può salire o scendere.Il gradino è il supporto per la salita o la discesa eha una superficie di appoggio per il piede, di lar-ghezza dal lato anteriore al lato posteriore ugualeo maggiore di 80 mm; se di larghezza minore di80 mm, ma maggiore di 20 mm il supporto per ilpiede si chiama piolo.

La scala portatile è una scala che può essere tra-sportata e installata a mano, senza mezzi mecca-nici.Nel trasporto di scale a spalla, occorre tenerleinclinate, mai orizzontali, specie quando la visua-le è limitata.

Una persona nel luogo di lavoro o a casa, per sali-re o scendere deve utilizzare un attrezzo sicuro,cioè una scala (conforme alla norma europea UNIEN 131 parte 1 e 2) e non seggiole, panche o ilprimo oggetto a portata di mano.

scale portatili

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DEFINIZIONI

Scala di appoggio è una scala che non ha unproprio sostegno.Scala doppia o a libro è scala che si sostiene dasé, è autostabile.Le scale doppie non devono superare l’altezzadi m 5 e devono essere provviste di catena diadeguata resistenza o di altro dispositivo cheimpedisca l’apertura della scala.

Quando l’uso delle scale, per la loro altezza oper altre cause, comporti pericolo di sbanda-mento, esse devono essere adeguatamenteassicurate o trattenute al piede da altra persona.

La persona che utilizza la scala indos-sa calzature che devono consentire unsicuro appoggio del piede, quindi nonvanno usate scarpe rotte, in cattivecondizioni, non chiuse sul tallone,come zoccoli e ciabatte.

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scale portatili

USO DELLE SCALE

Si!

No!

scale portatili

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Va fatta attenzione come e dove appog-giare la scala: non va collocata contro ovicino a porte che si aprano verso di essané su luoghi di passaggio di veicoli.

La scala di appoggio va sistemata sem-pre con entrambi i montanti superiori sullostesso piano evitando quindi l’appoggiodel piolo in uno spigolo od altre situazionisimili che favorirebbero sbandamenti late-rali della scala stessa.

La scala deve appoggiare con l’estremitàantiscivolo su una superficie piana e soli-da. Non appoggiare la scala su superficiinstabili (ghiaia, terreno irregolare, ecc.).

Sulle scale se vengono utilizzati utensili,questi vanno portati in borse a tracolla, ofissati alla cintura, o preventivamenteappoggiati all’eventuale piattaforma.

E’ importante verificare la perfetta aperturadella scala doppia o a libro perché, oltre alrischio di caduta della persona per l’improvvisoaumento dell’apertura stessa, lo strappo puòcausare la rottura delle catene o dei tiranti,oppure la rottura degli attacchi e la cadutadella scala.Sia nella salita che nella discesa bisognatenersi sempre con il corpo in posizione cen-trale rispetto ai gradini, con il viso rivolto versola scala, afferrando sempre con sicurezza ipioli o i gradini della scala.

Scala doppia a gradini munita di piattaforma.Nella scala occorre mantenere una posizionedi equilibrio stabile, quindi l’utilizzo della scalanon va effettuato fino agli ultimi gradini.

Non si può salire sulle traverse presenti nell’e-lemento posteriore di una scala doppia congradini solo sulla parte anteriore.Sulla scala deve trovarsi solo una persona pervolta, la quale non deve trasportare carichieccessivi e deve avere almeno una mano libe-ra per tenersi ai pioli. La maggior parte dellescale è calcolata per un carico massimo di kg100.

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scale portatili

Per lavori sulle scale, occorre tenersi con ilviso rivolto verso la scala, con i piedi sullostesso gradino senza spostarsi ai lati oall’indietro, né fare manovre brusche.

L’operatore non deve sporgersi troppo lateral-mente od eseguire delle operazioni che appli-cano carichi laterali. La scala va collocata inesatta corrispondenza del punto sul quale sideve intervenire.

Non si devono usare scale normaliper sostenere ponteggi nemmeno difortuna.Non devono mai essere utilizzatescale per congiungere piani orizzon-tali.

Non si deve saltare a terra dalle scale.

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scale portatili

No

depositi e materiali

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Il materiale depositato deve esse-re ordinato in modo che non spor-ga dai ripiani con conseguenticadute del materiale stesso.

La movimentazione del materialesugli scaffali deve essere effettua-ta in condizioni di sicurezza utiliz-zando scale omologate. E’ vietatoservirsi di seggiole, pacchi dimateriale o arrampicarsi sullascaffalatura.

Le scaffalature per depositi di pro-dotti alimentari, sanitari, bianche-ria, attrezzature, libri ecc. devonoessere saldamente fissate al pavi-mento e anche alla parete, seaddossate ad essa.

Non arrampicarsi suscaffali o mobilio.

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depositi e materiali

Materiali infiammabili o tossici vanno depositati in locali appositi.Nei depositi è vietato fumare e utilizzare fiamme libere.

No!

cartelli di avvertimento

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Cartelli di uso più frequente nelle strut-ture Socio Assistenziali e Sanitarie

cartelli di divieto

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cartelli di prescrizione

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cartelli di salvataggio

percorso di emergenza

101

cartelli di sicurezza

contrassegni di pericolo

102

per operatori di Strutture Sanitariee Socio-Assistenziali

RICEVUTA DI AVVENUTA CONSEGNA

ALL’OPERATORE ...........................................................................................

DA PARTE DELLA STRUTTURA .......................................................................

DATA ........................................

................................................TIMBRO E FIRMA

manuale “626”

RICEVUTA DI AVVENUTA CONSEGNADEL “MANUALE 626 PER OPERATORI DI STRUTTURE

SANITARIE E SOCIO-ASSISTENZIALI”

Io Sottoscritto/a . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Dipendente della struttura . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Dichiaro di aver ricevuto il seguente materiale e diaverne letto i contenuti.

Data .............................................................

......................................................................................firma

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