Per Le Vie Di Filo - Guida

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 PER LE VIE DI FILO .... Guida alla conversazione cittadina del 18-8-2011 di Agide Vandini 1  Le Dieci Borgate di Filo : 1. Rossetta ; 2. Case Selvatiche; 3. Vallone; 4. Borgo Maggiore; 5. Borgo Ravegnano; 6. Molino; 7.Garusola; 8. Chiavica di Legn o; 9. Sant¶Anna; 10. Mantello  Filo. Il termine  P hilus pare risalire all¶epoca bizantina, allorché, fra il secolo VI ed VIII Ravenna dovette fronteggiare la calata dei Longobardi. In queste terre emerse (o dossi) sorsero in quegli anni i villaggi di  Bandon e  P hylai (Bando e Filo), toponimi che indicano, entrambi, unità e reparti militari dell¶esercito  bizantino stanziati nel territorio. Va considerato che l¶accezione greca  P hylai , che in origine indicava gruppi o tribù delle città-stato, aveva assunto (fin dalla r iforma ateniese di Clistene del VI sec aC), il signif icato di ³reggimento guidato da un filarca´. (A tale proposito va ricordato che il  Filò, ovvero il trèb ferrare se e d¶alta Italia, conserva ancora il significato di ³raggruppamento´ e come tale può considerarsi una traccia della  passata influenza culturale greco-bizantina). Ipotesi minori o fantastiche sull¶origine di  P hilus ne sono state fatte, e altre ancora se ne possono fare. Nel Medio Evo, piacque l¶idea di farlo derivare dal termine latino  filum, recta linea con ovvio riferimento all¶andamento del fiume in corrispondenza del nostro territorio, un lungo rettifilo che ispirò anche Ludovico Ariosto nell¶ Orlando furioso (  E indi a Filo alla dritta riviera «, canto 43,146). 1  Le denominazioni delle strade e Piazze sono classificate per borgata di riferimento, ove si trovano in ordine alfabetico. Per approfondimenti, o per le fonti non espressamente citate, si veda in A.VANDINI,  Filo la nostra terra, Faenza, Edit, 2004, parte II. Gli asterischi a fianco delle denominazioni indicano il trattarsi di nomi distorti, errati o i nappropriati.  

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Cosa ricordano le denominazioni delle vie di Filo

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PER LE VIE DI FILO ....

Guida alla conversazione cittadina del 18-8-2011

di Agide Vandini1 

Le Dieci Borgate di Filo :

1. Rossetta ; 2. Case Selvatiche; 3. Vallone; 4. Borgo Maggiore; 5. Borgo Ravegnano; 6. Molino;

7.Garusola; 8. Chiavica di Legno; 9. Sant¶Anna; 10. Mantello

 Filo. Il termine  P hilus pare risalire all¶epoca bizantina, allorché, fra il secolo VI ed VIII Ravenna dovette

fronteggiare la calata dei Longobardi. In queste terre emerse (o dossi) sorsero in quegli anni i villaggi di

 Bandon e  P hylai (Bando e Filo), toponimi che indicano, entrambi, unità e reparti militari dell¶esercito

 bizantino stanziati nel territorio. Va considerato che l¶accezione greca  P hylai, che in origine indicava gruppi

o tribù delle città-stato, aveva assunto (fin dalla riforma ateniese di Clistene del VI sec aC), il significato di

³reggimento guidato da un filarca´. (A tale proposito va ricordato che il  Filò, ovvero il trèb ferrarese e d¶alta

Italia, conserva ancora il significato di ³raggruppamento´ e come tale può considerarsi una traccia della

 passata influenza culturale greco-bizantina). Ipotesi minori o fantastiche sull¶origine di  P hilus ne sono statefatte, e altre ancora se ne possono fare. Nel Medio Evo, piacque l¶idea di farlo derivare dal termine latino

 filum, recta linea con ovvio riferimento all¶andamento del fiume in corrispondenza del nostro territorio, un

lungo rettifilo che ispirò anche Ludovico Ariosto nell¶Orlando furioso ( E indi a Filo alla dritta riviera«,

canto 43,146).

1  Le denominazioni delle strade e Piazze sono classificate per borgata di riferimento, ove si trovano in ordine alfabetico. Per 

approfondimenti, o per le fonti non espressamente citate, si veda in A.VANDINI,  Filo la nostra terra, Faenza, Edit, 2004, parte II.

Gli asterischi a fianco delle denominazioni indicano il trattarsi di nomi distorti, errati o inappropriati.  

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1. Rossetta 

ROSSETTA (VIA).

E¶ la denominazione del borgo situato a

 poche centinaia di metri dal Ponte della Bastia.

La strada oggi conduce al fiume nuovo, parallela alla sopraelevazione ferroviaria poco

distante. E¶ un luogo in cui, in pochi palmi diterra, si fronteggiano ancora i confini di Filo,

Lavezzola e San Biagio e quindi dei comuni di

Alfonsine, Argenta e Conselice.  Nei secoli passati e fino al XVIII secolo,

epoca del riassetto fluviale,  Rossetta fu un

abitato (di giurisdizione ravennate) di

importanza assai maggiore di oggi, con una bella chiesetta di epoca medievale.

Di lì aveva decorso la ³Via di Ravenna´ che, circoscrivendo le antiche Valli di San Bernardino (poi Valli di

Filo e Longastrino) raggiungeva il capoluogo toccando Fusignano e Bagnacavallo, dopo aver fiancheggiato,

nel primo tratto, il Santerno allorché fu fatto confluire in Po nel XV secolo. Rossetta fu per questo un

importante punto di smistamento e di passaggio a sud del Primaro. Del luogo si conoscono denominazioni

 più antiche quali Cursiulo e Li Mazapedi.

Il toponimo corrente deriva dai nobili De Rossetis antichi possidenti del territorio.

CIVETTARA (VIA)

Dal territorio ferrarese, fra Case Selvatiche e il Ponte della Bastia, la strada conduce fino all¶argine del

fiume. Il toponimo ricorda Giovanni Battista Civettari, antico proprietario del XVII secolo. Per questo, ancor 

 prima della diversione fluviale del XVIII secolo, in quello stesso luogo vi si indicava una   valle con poco

 prato detta la Civettara».

2. Case Selvatiche

Il nome della località è assai antico. Il

Sacchetti, celebre scrittore Trecentesco,

ambientò alla Cà Salvadega la novella  Lapaccio e il morto» durante la peste del1350. Ca Salvèdig (Ortografia romagnola di

D.Vitali), è oggi la fonetica dialettale piùcomune del toponimo filese, seppure venga

  pronunciata talvolta come Ca Salvèdag  

oppure Ca Salvêdi. Si è creduto in passato,che quest¶ultimo termine indicasse l¶italiano

  Case Salvate», ma si tratta palesemente del

troncamento del medievale Ca Salvadega 

citato dal Sacchetti. Alla stessa epoca lalocalità fu annotata (in latino) come

  Domorum Selvaticorum nella  Descriptio

 Romandiolae del Card. Anglic del 1371. Nelle mappe di Età Moderna la si trova spesso nell¶italiano arcaico Ca Salvatiche.

L¶origine del toponimo potrebbe essere ancor più antica e provenire dalla deformazione di Silicata, antico

villaggio rivierasco del IX-X secolo. Il termine potrebbe essersi trasformato, complice la parlata dialettale,

secondo la progressione: Silicata-Ca¶Salghêdi-Salvèdigh-Salvadega-Salvatiche-Selvatiche 

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La parte iniziale di Case Selvatiche, sviluppatasi nel secondo dopoguerra, è detta Borgo delle Aringhe, il

cibo più frugale all¶epoca più frugale elevato a simbolo dei sacrifici compiuti da quelle famiglie per la

costruzione della loro casa.

Proseguendo verso Filo si incontrano le Case Selvatiche vere e proprie nei pressi della strada che porta al

Vallone. La parte terminale dell¶abitato è invece detta  Borgo Gallina, o anche San Giovanni, piccolo

insediamento residuo dell¶antico villaggio medievale di Villa Lombardia e del suo   Hospitale di San

Giovanni soppresso in epoca napoleonica.

CHIAVICHE PAOLINE (VIA)

Di fronte all¶imbocco della strada (che, in territorio ravennate assume la denominazione ³Fiume vecchio´),

furono fatte costruire da Papa Paolo V (al secolo Camillo Borghese 1552-1621) enormi Chiaviche a cinque

occhi che portarono per secoli il suo nome. Le Chiaviche davano su un grande condotto (Cavo Paolino) per 

lo scarico dell¶acqua di piena nelle ¡  Valli Brancole». Furono abbattute ed interrate nel corso dell¶Ottocento

dopo la diversione fluviale di fine µ700.

DEL GELSO (VIA)

La strada è stata chiamata così in onore del Gelso (morus nigra) plurisecolare, che ancora oggi svetta

maestosamente quasi all¶imbocco della strada, una testimonianza dell¶antica coltura dei bachi da seta che prosperò nelle nostre campagne fino ai primi decenni del Novecento.

PAIAZZA (VIA)

Si tratta della denominazione di una ex casa contadina, la Cà Paiazza, ove è sorto di recente il centro di

rappresentanza CMR con laghetti antistanti, il cui fondo era prossimo al percorso della strada.

PORTO VALLONE (VIA)

E¶ la strada che porta al ³Vallone´. Circa l¶origine del toponimo si veda alla relativa borgata.

S.AGATA (VIA)

E¶ dedicata alla Santa Patrona del paese di Filo.

TELANE (VIA) *.

Telana deriva dal nome dei proprietari settecenteschi ed ottocenteschi di un appezzamento di terreno in

quel punto, ma a nord del Primaro (1747 - Telani Giovanni e Pietro; 1852 -Telani Giovanni, Telani

Domenico e Telani Matteo). Si sarebbe dovuta chiamare, più correttamente, ¡  Via Telana» o ¡  Via Telani».

3. Vallone

Deve il nome alle grandi Valli Brancole

(e¶ Valòñ), bonificate nella seconda metà

dell¶Ottocento, ai margini delle quali sitrovava la borgata.

Il piccolo abitato ha avuto in passato la

funzione di porticciolo per i barcaioli che,tramite il Cavo Paolino si immettevano

nel grande bacino vallivo per le attività di

caccia e di pesca.

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ALBA NUOVA (VIA)

Il nome che fu assegnato ³d¶ufficio´ dal comune intendeva forse riferirsi alle aspettative di benessere

generate dalle bonificazioni ottocentesche di questa parte del territorio. La via attraversa una zona chiamata

volgarmente ¢  La Malesia», eco dei romanzi salgariani, con allusione alle passate attività non sempre limpide

svolte dai barcaioli che lì risiedevano prima della trasformazione del territorio.

DELLA PARATA

La ¢   parata» era termine tecnico degli archélz - i rincalzi. La barriera di terra che costituiva la ¢   parata» si

osserva chiaramente nella pianta napoleonica (1814), ed era parallela e poco discosta dal più tardo ¢  scolo

Parata» scavato nel quadro delle bonifiche ottocentesche delle Valli Brancole». Lungo questo scolo oggi

scorre la strada omonima.

RECALCI (VIA) *¢  Recalci», forse mutuato dal nome popolare dato ad una casa contadina, è comunque il frutto di una mala

traduzione del termine dialettale i archélz, i rincalzi, ossia la robusta barriera anticamente sulla sinistra della

strada, realizzata a protezione del cavo Paolino nel primo Seicento. La denominazione corretta della strada,

volendo rispettare la tradizione, doveva essere un più appropriato¢ 

Via dei Rincalzi».

TAMERISCHI (VIA) *

Tamerischi è l¶evidente deformazione di Tamarischi, ossia del nome volgare della Tamarix gallica.

Tamarisco deriva infatti dal latino tardo tamariscus, a sua volta derivato dall¶incrocio fra tamarix, tamarice,

e lentiscus, lentisco. La denominazione corretta della strada poteva essere ³Via Tamerici´ (o Tamarici),

stando al termine italiano della stessa tamarix. Nel rispetto alla tradizione, tuttavia, si sarebbe potuta

denominare ancor più felicemente ¢  Via dei Tamarisi», riprendendo cioè il termine arcaico del ¢  Bosco del

Tamariso» che alcuni secoli fa si trovava nei pressi della confluenza nell¶Oca-Pisana.

4. Borgo Maggiore

14 APRILE (VIA).

Ricorda la data della Liberazione di Filo nella seconda guerra mondiale ad opera delle truppe anglo-

americane avvenuta il 14 aprile del 1945.

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8 SETTEMBRE 1944 (VIA).

Ricorda la data in cui furono trucidati dai tedeschi dieci filesi innocenti (cinque alla Bastia e cinque

nell¶incrocio principale di Filo) per rappresaglia. Durante un¶azione partigiana avvenuta la sera precedente

nel centro del paese, un soldato tedesco era rimasto ucciso. Per pretesa quanto crudele rappresaglia di guerra,

gli occupatori tedeschi e i loro Collaborazionisti della Repubblica di Salò scelsero i cittadini da eliminare fra

i presenti all¶osteria nelle ore precedenti la sparatoria. Una trentina di cittadini furono portati in camion alla

Casa del Fascio di Argenta e lì fu stilata la lista delle persone da sopprimere. Cinque di loro furono fucilati

alla Bastia in prossimità del Ponte ed altri cinque nel quadrivio del centro di Filo.

I dieci filesi trucidati per rappresaglia dai nazifascisti l¶8 settembre1944 dopo un¶azione partigiana. Da sinistra, in alto: AmerigoQuattrini,   Enrico Nuvoli, Giorgio Marconi, Arturo Soatti, LuigiMatulli; in basso, da sinistra:   Felice Diani, Alfredo Bolognesi,

  Alfonso Bellettini, Casimiro Beppino Andalò, Antonio Coatti. Iquattro nominativi riportati in corsivo (vedi più oltre) hanno vie lorodedicate in Filo di Alfonsine.

Agida Cavalli

Maria Margotti 

Giulio Bellini

AGIDA CAVALLI (PIAZZA)

Filese (1891-1944), martire della Libertà. Uccisa dalle brigate nere mentre cercava di far fuggire dalla casa

circondata il figlio Guerriero Vandini perseguitato dal regime fascista. Nella piazza a lei dedicata si erge il

 pregevole Monumento ai Caduti, inaugurato nel 1955 e restaurato nel 2008, impreziosito dalle sculture di

Angelo Biancini.

BINDELLA (VIA)

Costituisce il tratto iniziale dell¶antica £  Via dei Dossi» che un tempo proseguiva per le attuali Via

Tamerischi ed Oca-Campazzo fino a Bando. Dopo la bonificazione Ottocentesca della Valle Risara,

tracciata l¶Oca-Pisana (vedi) e persa la funzione di collegamento con Bando, essa prese la denominazionedella casa contadina verso cui si dirigeva, oltre la  strê di Tamarì , ossia la Cà Bindella, oggi demolita e un

tempo posta ai margini delle Valli Brancole.

Il termine £   bindella» proviene dal £   bindolo» antica macchina da sollevamento dell¶acqua, utilizzata nelle

 prime bonifiche di epoca moderna nelle ex valli Brancole.

I£ 

dossi», invece, erano prominenze del terreno sugli specchi d¶acqua di questa antica area di valle. In

località  Dossi ci fu, in epoca medievale e fino al µ600, un piccolo convento di Monache secondo quanto

tramanda la tradizione, suffragata da uno schizzo del Mappario Estense (Archivio di Stato di Modena) e da

altre tracce documentali. Questi Dossi, si formarono lungo un corso d¶acqua medievale chiamato Morticium.

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CA¶ BOVI (VIA)

Prende il nome da un¶antica casa colonica oggi demolita. Ricorda nel nome le razze pregiate di buoi

 possedute dalle aziende agricola che ne furono proprietarie, Masi - Massari - Lodigiana, bestiame che poi

conseguì, nel primo Novecento, ambiti premi nelle manifestazioni specializzate.

CESARE PAVESE (VIA)

 Noto scrittore italiano (1908-1950).

DEI MARTIRI (VIA)

La breve via che dà accesso in questo punto al Borgo Ravegnano di Filo d¶Alfonsine è dedicata ai dieci

filesi trucidati dai tedeschi l¶8 settembre 1944 (vedi ³Via 8 Settembre 1944´), cinque dei quali furono fucilati

 proprio di fronte all¶imbocco della strada, all¶angolo fra odierne Vie ¤  Oca-Pisana» e ¤  M.Margotti».

DELLA COOPERAZIONE (VIA)

E¶ una breve via all¶interno della zona artigianale, che ricorda l¶intensa e storica presenza della

cooperazione nel paese di Filo.

DOSSO BINDELLA (VIA) *La strada, a fondo chiuso, un tempo giungeva fino alla Via dei Dossi in prossimità di una casa colonica

oggi demolita e chiamata in catasto ¤  Dossi -Bindella». Di qui la denominazione stradale, recentemente

distorta in ¤  Dosso Bindella». Per questo tratto era forse più opportuno riprendere la denominazione¤  Stradella delle due decime» presente nell¶antico catasto, presumibilmente perché il tributo competeva, da

un lato della strada, alla chiesa di S.Agata, dall¶altro all¶adiacente Ospedale-Oratorio di San Giovanni.

EDMONDO DE AMICIS (VIA)

 Noto scrittore italiano (1846-1908).

GIOVANNI MEZZOLI (VIA)

Filese (1871-1896) Fondatore della prima sezione del Partito Socialista fu vittima della violenza politicaall¶epoca delle prime Lotte Agrarie. Fu ucciso il 23 luglio 1896 a Filo, sul ponte di Po vecchio. Si opponeva

con troppo vigore ai modelli della borghesia ed aveva ideato nuove formule d¶impiego per i braccianti. Ciò

che non gli veniva perdonato - come riporta ¤  Lotta di classe» del 2 agosto 1896, - era l¶aver ¤  con la costanza

e con la fermezza che l¶ideale ispira» ¤  formato nella natia borgata una sezione socialista ...»

GIULIO BELLINI (PIAZZA)

Cooperatore e deputato (1926-1988). Operò in particolare a Filo ove è ricordato con affetto e stima dalla

  popolazione. Fu sempre particolarmente legato ai braccianti ed alle braccianti che lo ebbero come

instancabile dirigente della cooperativa agricola che oggi porta il suo nome.

GRAZIA DELEDDA (VIA) Nota scrittrice italiana (1871-1936).

II° RISORGIMENTO (VIA)

Questa strada, ove furono riedificate le scuole, e che fu tracciata con la ricostruzione del paese dopo i

 bombardamenti subiti, ricorda la Resistenza (1943-1945), il movimento partigiano che portò anche il nome

di ¤  secondo Risorgimento». Fu attraverso quel movimento che il popolo italiano, trascinato dal fascismo in

una guerra rovinosa al fianco dei nazisti e lasciato solo dal governo Badoglio, dimostrò capacità di ribellarsi

e di combattere per la propria libertà e per la conquista della Democrazia.

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LODIGIANA (VIA)

La strada, che porta alla Via Argine Circondario, prese il nome dal suo tratto iniziale (Via M.Margotti- Ca¶

Risarola) - originariamente privato - che andava a raccordarsi alla parallela e oggi soppressa ³Via Viola´

molto più antica . L¶azienda agraria Lodigiana, aveva rilevato nel primo Novecento i terreni circostanti già di

 proprietà Masi e Duca Massari.

MARIA MARGOTTI (VIA)

Filese (1915-1949), martire del Lavoro. Fu uccisa al Ponte Stoppino, fra Argenta e Molinella, durante uno

sciopero bracciantile del dopoguerra. Madre di due bambine e vedova di guerra, era andata, in bicicletta con

molti altri filesi, a manifestare, a circa venti chilometri da casa, contro il crumiraggio. Fu abbattuta da una

raffica di mitra sparata da un poliziotto. La sua tragica morte ebbe risonanza nazionale e il fatto ispirò anche

un toccante dipinto di Renato Guttuso (1912-1987). Le è stata dedicata anche la Piazza-Parco di Filo di

Ravenna.

OCA-PISANA (VIA)

L¶Oca-Pisana fu tracciata a fine Ottocento dopo la bonifica della ¥  Valle Risara» abbreviando il percorso

verso Bando fino ad allora assicurato dalla Via dei Dossi (ossia dal percorso ¥  Bindella», poi ¥  Tamerischi»,

 poi¥ 

Oca-Campazzo» in territorio bandese). La scorciatoia unì da nord la Cà Oca (situata ove ha oggi inizio³Via del Cippo´) con la Cà  P isana, così chiamata perché in origine di proprietà di certo Vittorio Pisani2.

La Cà  P isana fu distrutta dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale e si trovava pressoché di

fronte al fungo dell¶Acquedotto, ove poi furono edificate le ³Case Operaie´. La denominazione perciò è di

stranezza soltanto apparente. ³Oca-Pisana´ va scritto perciò col trattino per rappresentarne fedelmente il

significato. Le oche di Pisa non c¶entrano... Quanto all¶etimo ¥  Oca» che indica la zona intorno alla Cà Oca,

(e una valle, un  P ra¶ e un Dosso «dell¶Ocha» sono più volte citati nei documenti seicenteschi in questo punto

geografico) potrebbe riferirsi alla famiglia nobile ferrarese Dell¶Oca.

PABLO NERUDA (VIA)

Pseudonimo di Ricardo Neftali Reyes Basoalto, poeta cileno (1904-1973), premio Nobel 1971.

PABLO PICASSO (VIA)

 Noto pittore e scultore spagnolo (1881-1973).

PIER PAOLO PASOLINI (VIA)

 Noto scrittore e regista cinematografico italiano (1922-1975).

PRADINA (VIA)

La piccola via a fondo chiuso prende il nome dal praticello che stava un tempo in quella zona poi

urbanizzata, un prato che fra le due guerre funzionò anche da campo di calcio. La località è chiamata

volgarmente S-ciapeta poiché in questa posizione aveva luogo, fino ad inizio Ottocento, una bipartizione

stradale, detta appunto la S-ciapeta, fra la¥ 

Via Di Sotto» (oggi¥ 

Via 8 settembre 1944») e la¥ 

Via DiSopra», parallela alla precedente, che percorreva l¶arginatura sinistra di Po vecchio per tutto il territorio

filese con la sola eccezione del tratto S-ciapeta - ¥  Via Rondelli». Di questa stradella lungo la cresta,

sopravvivono oggi soltanto alcuni tratti. Fu spianata quasi ovunque e il terreno della spalla superiore

dell¶arginatura fu utilizzato nel corso degli anni a riempimento del vecchio alveo.

2 Si consideri che, fino agli anni ¶70 del Novecento (epoca della riorganizzazione toponomastica argentana) , il tratto di strada fra leattuali ¦  8 settembre 1944» e ¦  Bindella» era denominato ¦  Via Chiesa», un nome non poté mantenersi poiché già attribuito nella

frazione di San Biagio.

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RISAROLA (VIA)

La strada prende il nome dalla vicina Cà Risarola già presente nella mappa napoleonica del 1814. Il nome è

un derivato della §  Risara», nome attribuito fin dalla seconda metà del µ500 alla valle bonificata negli anni

¶70 dell¶Ottocento, posta fra le attuali Vie Bindella, Argine circondario e Terranova e che contrassegnava

anche una grande costruzione (da tempo demolita) adibita alla conservazione e l¶essiccazione del riso e

situata in località Möta. Le fondamenta della Risara furono rinvenute nell¶Ottocento e le sue pietre utilizzate

in varie costruzioni dai filesi. Luigi Magrini, già medico in Filo, nelle sue memorie riporta la pianta di queste

fondamenta, che all¶epoca apparvero alquanto ³misteriose´.

XX SETTEMBRE (VIA)

Ricorda la §   breccia di Porta Pia» e la liberazione di Roma avvenuta il 20 settembre del 1870.

 Borgo Maggiore: Altri toponimi di rilievo  

Corea. E¶ una borgata o zona residenziale sorta nei primi anni µ50. Fu così chiamata dal nome della guerra che stava inf iammando

il mondo negli anni dell'edificazione, pietra su pietra, di queste case apparentemente modeste, eppure costate anni di sacrifici e

 privazioni oggi non immaginabili.

 Fondo Masi. E¶ comunemente chiamato in dialetto e¶ Stalòñ. Fin dall¶Età Moderna è sempre stato un importante centro agricolo econtadino di rilievo in ambito locale. Deve il suo nome alla famiglia Masi, antichi proprietari anche dei terreni dell¶ex  Hospitale di

S.Giovanni nelle adiacenze dei  Dossi. Il   Fondo Masi, o Stallone, come del resto la  Risarola e Cà Bovi, passarono poi sotto la

 proprietà del Duca Massari, indi della Società Lodigiana, fino alle assegnazioni della riforma agraria de gli anni ¶50 del µ900.

Ca¶ Bargunzona (talvolta storpiato in Bergonzona o Bergunzona). Questa casa contadina costituisce una memoria importantissima

del territorio, conservando il nome di certo Vitale detto Bargunzo, capofila dei tredici coloni che, quasi un millennio or sono, nel

lontanissimo anno 1022, ottennero dalla chiesa ravennate  ̈ a livello» una lunga striscia di terreni coltivabili a ridosso di Po vecchio,

striscia che andava da Caput de Arre (San Biagio) fino ad un miglio dalla chiesa di Santa Maria in Filo (Molino di Filo), ed in

cambio questi coloni si impegnarono ad estirparli, coltivarli e bonificarli. Nell¶arco di un millennio il nome di  Bargunzo passò prima

al fondo, indi dalla casa contadina, che lo ha mantenuto ad ogni ricostruzione fino ad oggi. 

5. Borgo Ravegnano

ALFONSO BELLETTINI (VIA)

E¶ la via più a sud della zona residenziale. Fu uno dei dieci filesi trucidati dai tedeschi l¶8 settembre 1944,

data tragica cui è stata dedicata la strada di accesso a Filo, in territorio ferrarese, provenendo dalla Bastia.

ENRICO NUVOLI (VIA)

Via della zona residenziale che collega la Via V.Antonellini con la Via A. Bellettini. Fu uno dei dieci filesi

trucidati dai tedeschi l¶8 settembre 1944. Era titolare dell¶osteria ove furono presi i candidati alla fucilazione.

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FELICE DIANI (VIA)

Via della zona residenziale che collega Via A. Bellettini a Via P. Liverani. Fu uno dei Dieci Filesi trucidati

dai tedeschi l¶8 settembre 1944.

FIUME VECCHIO (VIA)

In passato ©  Via Po vecchio»; la denominazione odierna ne riprende il significato. La strada percorre da

Case Selvatiche (Via Chiaviche Paoline) a Filo (località Campeggia) l¶argine destro, ravennate, dell¶antico

Primaro. Il vecchio alveo fu abbandonato nel 1782 per la diversificazione fluviale realizzata nel tratto Bastia-

Passetto.

GEMIGNANA (VIA)

Collega la Via V. Antonellini con la Via Tre Pertiche a metà strada fra il Borgo Ravegnano ed il Molino.

Deve il suo nome agli antichi proprietari del fondo che attraversa (Geminiani o Gemignani). Per effetto

dell¶appellativo dialettale (  amgnana), la si trova indicata talvolta nelle carte ottocentesche col nome di©  Zamignana».

GIORGIO MARCONI (VIA)

Via della zona residenziale che collega Via F. Diani con Via E. Nuvoli. Fu uno dei dieci filesi trucidati daitedeschi l¶8 settembre 1944. Renitente alla leva, Giorgio, che riuscì ad evitare i colpi del carnefice per ben

due volte, aveva appena 20 anni.

MARIA MARGOTTI (PIAZZA-PARCO)

Luogo in cui si tiene, da diversi anni, il mercato nel giorno di mercoledì. Ricorda la martire del lavoro

filese alla quale è stata dedicata, in territorio ferrarese, anche la via di accesso al paese per chi proviene da

Longastrino (vedi cenni biografici nel paragrafo dedicato al Borgo Maggiore).

PIETRO LIVERANI (VIA)

Pietro Liverani ( P irì)

Via della zona residenziale nel centro di Filo, parallela alla Via V. Antonellini.

Liverani Pietro fu partigiano filese e martire della Libertà. Combatté volontario suimonti della Romagna col nome di battaglia di  P irì. Cadde il 25 maggio 1944 sul

monte Carzolano (FI), sopra Palazzolo sul Senio, nelle fila della 36° BrigataGaribaldi A. Bianconcini. La strada ebbe la primitiva denominazione di ³ViaTraversa´, definizione che compare ancora in qualche refuso anagrafico o

telefonico.

RONDELLI (VIA)

La strada collega, in corrispondenza del centro abitato di Filo, la Via 8 settembre 1944 del territorio

ferrarese con la Via Tre Pertiche sottofiume.

Deve il nome all¶antica Cà Rondelli, ovvero alla casa del Genio Civile posta al termine dello stradone e

oggi abbandonata.   Luigi Rondelli fu guardiano d¶argini, forse il primo che si insediò in quel punto di

 presidio, allorché fu completato l¶assetto del Po Nuovo. Compare nello Stato delle Anime a Filo di Alfonsinenel 1834, come residente fra Po Vecchio e Po Nuovo. Dopo la sua morte (1840) si sono perse le tracce della

famiglia, forse trasferitasi altrove. In passato lo stradone portò il nome di Via Rondella, secondo la classica

femminilizzazione del cognome di riferimento. Persosi memoria di Luigi Rondelli, la vecchia accezione

  portò ad equivocarne il significato ritenendolo ispirato al comune articolo di ferramenta. Per questo si è

 pensato di ripristinarne la denominazione nella forma ©  Via Rondelli».

TRE PERTICHE (VIA)

E¶ il lungofiume che collega Via Rondelli con la Via Trotta e prosegue, con la stessa denominazione, in

territorio di Longastrino. Nel corso dell¶Ottocento questa strada sottofiume fu chiamata, negli Stati delle

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Anime della Parrocchia, ³Via Po Nuovo´ in contrapposizione alla ³Via Po Vecchio´ (ora   Via Fiume

Vecchio»). Verso fine Ottocento la denominazione divenne tuttavia ³Tre pertiche´, con riferimento alla

larghezza della carreggiata (poco meno di 9 metri ), secondo le misure in uso al tempo della diversificazione

fluviale (anno 1782).

VINCENZO ANTONELLINI (VIA)

Già Via Bassa o  P o vecchio, questotratto dell¶argine destro di Primaro, frala Via Rondelli e Borgo Molino è stato

dedicato al martire filese Vincenzo

Antonellini (1864-1922) bastonato a

morte agli albori del fascismo.Aveva 58 anni, il 10 aprile 1922

quando fu assalito da una squadra di

  picchiatori venuti dall¶argentano,mentre si trovava, nel circolo

ricreativo di Case Selvatiche gestito

dal genero, un luogo ritenuto daglisquadristi covo di oppositori del

regime. Fu picchiato a sangue mentreaveva per mano i suoi nipotini.

 Borgo Ravegnano: Altri toponimi di rilievo

Ca¶ Campeggia I . E¶ la più importante di tre case contadine sorte nel grande appezzamento di terra e di valle che appartenne alla

famiglia bolognese dei Campeggi. Girolamo Campeggi ne fu infatti investito fin dall¶anno 1647. Vicino alla Campeggia, è sorto un

 piccolo borgo in area ravennate sul vecchio alveo di Po vecchio che porta il medesimo nome, proprio di fronte alla località detta, in

area ferrarese, la S-ciapeta.

Ca¶ Ghedinia. E¶ una grande casa colonica, ancora oggi centro agricolo rilevante, che porta il nome di Cipriano Andrea Ghedini,

 bonificatore di tutta la zona circostante e costruttore della grande villa con chiesetta affiancata dedicata a S.Anna in loca lità Chiavica

di legno.

6. Molino

 Molino. Il borgo fu, fino al XIV secolo, centro principale del loco qui vocatur Filus e sede dell¶antica

chiesa di S.Maria. Dopo lo spostamento del centro fu chiamato Villa Fili veteris ovvero Filvecchio, o borgo

vecchio di Filo, nome che mantenne fino al XVI sec. Quando vi fu costruito il Molino Bentivoglio. Molino

di grande importanza per il territorio, fra alterne e turbinose vicende dovute agli interminabili contrasti con la

comunità comacchiese, operò fino al primo Novecento, quando si spostò nel Borgo Maggiore. Da metà

Cinquecento, la borgata ha preso il nome di Molino di Filo, nome che mantiene tuttora.

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ALEOTTA (VIA)

Già Via Bassa, percorre un tratto dell¶argine destro di Po Vecchio fra il Borgo Molino e la Via Trotta che

segna il confine con Longastrino. Il nome della strada, come molte altre che ricordano case o fondi rurali,

deriva dalla femminilizzazione del cognome dell¶antico proprietario. In questo caso il riferimento è alla

locale Cà Aleotta, casa contadina un tempo di proprietà degli Aleotti, famiglia che visse a Filo per molti

secoli esprimendo personaggi di un certo rilievo come Bernardino Aleotti, Giudice della Riviera (sec. XVII).

L¶ Agliöta, nell¶accezione filese, indica in quel punto il territorio fino al fiume, tanto che la terra di Chiavica

di legno (ove fu costruito il Palazzo signorile), veniva chiamata nel primo Ottocento Aleotta Nuova.

BECCARIA (VIA) *

E¶ un¶altra via filese cui è stata attribuita denominazione impropria, complice una cattiva traduzione in

lingua italiana. Il grande giurista e letterato italiano Cesare Beccaria (1738-1794) perciò non c¶entra nulla. Il

nome le deriva dal termine dialettale  

 P caria -  P careia», in italiano    beccheria» ossia   macelleria», attività

che pare fosse praticata in una casa della zona. Il tratto iniziale di questa strada aveva una denominazione più

antica, ovvero   strada pubblica detta Lattona, che conduce nella Valle Bruciata» (1827).

CASTELLETTO (VIA)

La strada prende il nome dalla vicina località posta fra il 

Livello» ed il 

Molino» e che deve il suo nomealla   Palata a castello», ossia ad uno dei   lavorieri» atti a chiudere la rotta di un fiume quando il livello

dell¶acqua è superiore al piano di campagna. La palata, o   castelletto», vi fu eretta, come risulta da una

 pianta di metà Cinquecento, a rinforzo dell¶   argine del Po ruinato».

CHIAVICA di LEGNO (VIA)

Inizia in territorio ferrarese e conduce alla Chiavica di legno. Per l¶origine del toponimo si veda alla

relativa borgata.

FOSSETTA (VIA)

Prende il nome dalla Fossa di scolo (Fossa della Signora, al secolo: contessa Susanna Pacchieni) che parte

 proprio il quel punto. In origine era una delle due stradelle (l¶altra è il tratto iniziale di Via Terranova) ai latidi un ponte ad archi (e¶ Capitèl ) sotto il quale passava l¶acqua proveniente dal vecchio Po di Primaro, acqua

che formava una conca (e¶ buòñ) davanti al mulino. Gli stradelli a fianco della conca davano accesso allo

stabilimento. Su quella conca oggi sorgono alcuni fabbricati. Il riempimento fu eseguito dopo l¶abbandono

del mulino, nel primo Novecento, con materiali di scarto della fornace.

MAESTRI DEL LAVORO (VIA)

La strada fu aperta nel 1994 per collegare la ferrarese Via M. Margotti» e la ravennate   Via V.Antonellini»,

allorché la stessa funzione non poteva più essere svolta, in località   Molino», dalla   Via Laterizi». Questa

era divenuta a fondo cieco per la chiusura del tratto finale della strada ravennate oggi   Via V.Antonellini».

La denominazione ricorda la figura di   Maestro del Lavoro», titolo col quale si assegnano, ogni Primo

maggio, specifiche decorazioni della Repubblica Italiana destinate ai lavoratori ed operai che si sono particolarmente distinti per perizia, laboriosità e buona condotta morale.

LATERIZI (VIA)

Denominazione recentemente soppressa. Porta alla fornace di mattoni e ricalca l¶antica derivazione fluviale

che riforniva, alla sinistra di Po vecchio, l¶importantissimo mulino ad acqua.

LIVELLO (VIA)

La strada prende il nome dalla vicina Cà Livello che a sua volta richiama l¶antico   contratto di Livello»,

ossia gli antichi e comuni patti colonici che, come sappiamo, furono in particolare alla base degli accordi fra

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l¶arcivescovo di Ravenna e i filesi Bargunzo, Scannavite, Troncamorso e loro soci, nel lontano anno 1022. I

contenuti del contratto di   livello» variavano da zona a zona. Prevedevano la spartizione del prodotto fra

coltivatore e proprietario, la consegna di donativi (exenia e ammisseres) in determinate festività (Natale,

Pasqua e Santo Patrono), l¶uso del casale e talvolta la corresponsione di prestazioni di lavoro o di trasporto.

MARIO BABINI (VIA)

Mario Babini 

Martire della Libertà (1907-1944) originario di Giovecca, maritato alla filese Rosina Natali. Fu perseguitato, incarcerato e mandato al confino dal regime fascista per la suaattività di opposizione clandestina. Fu l¶uomo di collegamento col lughese ed il

faentino. Ardente animatore e comandante dei primi nuclei armati di Resistenza. Venne

ucciso a tradimento, a Giovecca, davanti alla casa dei genitori, ove si stava recando in  bicicletta. La 35° bis Brigata Garibaldi, che operò nel nostro territorio, ne portò

orgogliosamente il nome. Gli fu concessa, alla memoria, una medaglia d¶argento alvalor militare.

SUSINE (VIA) *

Si tratta di denominazione distorta come molte altre della nostra toponomastica. L¶intenzione era quella di

conservare il nome della località, definita in catasto: Susena. Il termine tramandato da molti secoli, tuttavia,

non ha nulla a che vedere col dolce frutto che oggi dà il nome alla via. Risale alla cinquecentesca contessa proprietaria del fondo, ovvero a Susanna Pacchieni, la   Signora Suëna» citata anche da G.B.Aleotti in una

delle sue opere più note. La denominazione più appropriata sarebbe stata   Via della Signora Susanna».

TERRANOVA (VIA)

 Nome assegnato ³d¶ufficio´ dal comune. Nessun riferimento all¶isola canadese omonima di cui ha tuttavia il

recondito significato di ³Terra - nuova´ ovvero ³Terra ± conquistata´. E¶ una strada lunga diversi chilometri

che percorre gran parte della campagna bonificata negli anni ¶70 dell¶Ottocento. Ha inizio al   Molino»,

attraversa luoghi come    La  P iguréra»,     La Murarina»,   Sant¶Anna» e va a confluire a nord dell¶  Oca»,

nell¶  Oca-Campazzo», strada bandese che collega Filo a Bando.

TROTTA (VIA)Congiunge il territorio ferrarese (Via M. Margotti) col lungofiume (Via Tre Pertiche) in prossimità della

Garusola fra Borgo Molino e Menate di Longastrino. Segna il confine fra Filo di Alfonsine e Longastrino di

Alfonsine, cosicché le case alla sua destra sono di Filo e quelle di sinistra, di Longastrino. La denominazione

deriva dall¶antica e vicina casa contadina Cà Trotta (ora in catasto Ca¶ Bianca). A sua volta   Trotta»

 proviene in tutta evidenza (e come la via Trotti di San Bernardino), dal nome degli antichi proprietari del

fondo rurale, della casa colonica, nonché del Capanno omonimo oggi sito in territorio longastrinese -

ravennate. Le denominazioni citate risultano già presenti ad inizio Ottocento nel catasto napoleonico.

 Molino : Altri toponimi di rilievo  

Cà Borioni. Borgo Molino. Casa contadina che fu dei possidenti Boroni (o Borioni), famiglia signorile proprietaria di diversi fondi

in loco ed anche di un Palazzo o Casino di campagna ivi fatto edificare.

Castellaccio. Ricorda nella denominazione i resti ormai cadenti del Palazzo (o Casino di campagna) dei Signori Boroni o Borioni,

che sorgeva in questo luogo.

Casazza e  P lena. Borgo Molino. Sono denominazioni di fondi già presenti nel catasto napoleonico nel primo Ottocento. Casazza

 pare accennare alla vetustà del casale, mentre  P lena è la forma dialettale di Pelina (o Pellina), a sua volta certamente derivante dal

cognome di antichi proprietari.

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7. Garusola

GARUSOLA (VIA)

Si tratta di toponimo antichissimo, citato anche da

G.B.Aleotti nella sua   Difesa» dell¶anno 1600,

sulla cui origine e significato possono farsi

molteplici ipotesi. La prima lo farebbe risalire a  garrulum solum, ossia terreno garrulo e canterino

con riferimento alla sua avifauna.Una seconda teoria può basarsi sul garum, ossia

all¶antica e preziosa salsa di pesci marinati dei

tempi di Seneca, il cui occorrente (anguille, erbearomatiche e sale) abbondava nel luogo e sue

adiacenze.

Una terza, e forse più convincente ipotesi è un etimo derivante dal mediterraneo gaura, declinato forse in

 gaurum, ossia gora, stagno, palude, termine ripreso anche altrove (Goro).

Il termine, qui associato a  solum (suolo), potrebbe allora indicare un   gaurum solum, ossia un terreno

  particolarmente paludoso antistante le valli. L¶ultima e più verosimile ipotesi ci riporta al   Campo de¶

Gauruni» ossia alla citazione scritta più antica riferita al territorio, ossia al diploma di Ottone I dell¶anno 962

d.c., luogo a poca distanza da   Silicata», villaggio che è stato posizionato dallo storico Uggeri nei dintorni di

Filo e che potrebbe essere alla radice del termine Case Selvatiche.

RAMPI (VIA)

Si tratta di denominazione derivata da quella degli antichi proprietari del fondo omonimo, fondo molto

esteso e che giungeva fino all¶argine di Po vecchio, ancora oggi chiamato in dialetto: la Rempia.

8. Chiavica di Legno

Prima della diversificazione fluviale del 1782,

nel luogo, interno alle antiche Valli ravegnane di

Filo e Longastrino, affioravano alcuni dossi oisolotti, caratterizzati da terreno di scarsaconsistenza all¶epoca chiamato   cuora» (cura in

dialetto). I dossi maggiori erano chiamati:   CasaAmata Cavalli» e   Cuor delle Vacche».

La denominazione moderna del borgo, ove ancora

si vedono le rovine del Palazzo signorile(inizialmente Ghedini, poi Tamba e infineSant¶Anna), deriva curiosamente da un¶antica

chiavica situata presso la parte opposta del fiume,

ossia a destra di Reno, proprio di fronte alla villa.Quella chiavica, eretta fra il Canale Bonacquisto ed il Po Nuovo (poi Reno), fu chiamata   di Legno»,

 poiché, di tale materiale era inizialmente costruita, prima di essere rifatta, in un secondo tempo, in laterizio. 

Oggi il canale Bonacquisto non sbocca più direttamente in Reno; dopo la risistemazione idraulica del primo

 Novecento compie una deviazione ad est, verso il Santerno, qualche centinaio di metri prima dello sbocco

originario.

In direzione della Chiavica operò fra le due sponde, a partire da fine Settecento, il traghetto fluviale che

 prese il nome di   Passo della Chiavica di Legno», nome che, nel primo Ottocento, si trasferì sulla nascente

 borgata a sinistra del Po Nuovo nel luogo di approdo del traghetto.

Il passo della   Chiavica di legno» (funzionante ancora nel 1865) consentiva il trasporto di merci e

  passeggeri a sinistra Santerno in direzione del lughese. Perse funzionalità e convenienza economica verso

fine Ottocento allorché si costruì il Ponte in pietra alla Bastia. Per questo fu soppresso.

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Rimase in funzione, invece, fino agli anni Sessanta del Novecento, il vicino Passo dell¶Anerina, a destra

Santerno e poco distante da quello della   Chiavica di Legno», poiché il suo traffico, diretto verso Alfonsine

ed il Ravennate, poté mantenere ancora per qualche decennio una discreta vitalità.

Chiavica di Legno : Altri toponimi di rilievo  

 P asso dell¶Anerina (  P às dl¶Anarina). Questo traghetto, posto al termine della Via Trotta, operò dal 1803 e consentì il passaggio di

merci e persone ad est del Santerno in direzione di Alfonsine e Ravenna. Fu per molto tempo fondamentale per i territori di F ilo e

Longastrino e funzionò fino a metà degli anni Settanta del Novecento. Ebbe sempre discreto transito, fu teatro di alcune spettacolari

rapine brigantesche e lì si compì l¶immane tragedia del 27 marzo 1872, quando vi persero la vita tredici persone, lavoratori

 purtroppo travolti dalle acque di piena. Portano lo stesso nome due case coloniche nelle opposte sponde, oggi abbandonate. Anerina

 pare provenire dalla distorsione di  Anarina, termine con cui si intende la  Lemna minor , pianta acquatica nota come lente di palude,

le cui foglioline si utilizzavano un tempo nel pastone per gli anatroccoli.

9. Sant¶Anna

Il piccolo abitato è sorto a fine Ottocento, al tempo

del prosciugamento della   Valle Risara». Il luogoancora oggi definito    La Vàl » ha preso poco a poco

il nome di Santëna, ossia Sant¶Anna, la casa con

fienile oggi demolita e che fu di proprietà prima delDuca Massari, poi dell¶Azienda Lodigiana.

Era situata nei pressi del Bar-Ristorante   Il

Cavallino Bianco».

ARGINE CIRCONDARIO PIOPPA (VIA)

E¶ la strada che, in territorio filese, percorre l¶argine destro del Canale Dominante (chiamato volgarmente

Canalñ). Il canale fu alla base della bonifica del territorio durante la cosidetta   Bonifica Argentana»

eseguita negli anni ¶70 dell¶Ottocento. Delimitò la Valle del Mezzano fino agli anni ¶30 del Novecento,

epoca in cui fu effettuato un secondo vasto prosciugamento attraverso la Bonifica del Mantello. La 

Pioppa»

è la denominazione ottocentesca data alla casa colonica oggi  P ioppa vecchia poi estesa alla prospicente

 P ioppa nuova eretta nel Novecento, dopo la bonifica del Mantello, ove nell¶ultimo dopoguerra ebbe sede

anche una sezione distaccata delle scuole elementari di Filo.

DEL CIPPO (VIA)

Percorre la zona un tempo detta   Bosco del Tamariso», ma ricorda nel nome il vecchio cippo dedicato al

sacrificio del carabiniere Albino Vanin, 21enne da Paese (Treviso) ucciso da malviventi senza scrupoli il

15.5.1924 proprio di fronte all¶imbocco di questa strada.

RINASCITA (VIA)

Come altre vie del territorio filese (Alba nuova, Terranova) ricorda la conversione relativamente recente di

questi terreni da paludosi ad agricoli e quindi in grado di dare un maggiore sostegno economico al territorio.

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Sant¶Anna - Altri toponimi di rilievo

 Möta. La zona era già definita Mota Massari nella seconda metà dell¶Ottocento ai tempi del Magrini, con evidente riferimento alla

melmosità del terreno.   Mota» infatti - dicono i dizionari etimologici - è voce antica usata anche dal Boccaccio e dal Sacchetti e vale:  terra quasi fatta liquida dall¶acqua e smossa dai passanti».

 P ratondo. Si tratta di denominazione dovuta alla forma arrotondata del fondo rurale che si trova a ridosso di un¶ansa del Canale

circondario Dominante (Canalen).

 Morarina. Il toponimo è l¶evidente tr accia di un morarium, ossia di un bacino saliniero di primo ingresso delle acque salse, una

testimonianza inequivocabile delle saline medievali filesi che rimasero attive a lungo in questa zona collocata ad est del co siddetto  Argine del Mantello».

 P ecorara. Del   Serraglio detto Pecoraro» c¶è traccia in una disegno secentesco del Giudice della Riviera di Filo B.Aleotti. In

corrispondenza della casa colonica oggi chiamata Piguréra, il disegno riporta:   Serraglio che il signor Rossetto fece fare pe r farvi

segare come sempre fece sino alla Rotta della Calata de¶ Boschi». La  P iguréra fu importantissimo nascondiglio e base partigiana

durante la Resistenza.

10. Mantello

E¶ la parte del territorio filese spesso

chiamata genericamente    Bunefica».

Si tratta di terreno oggi agricoloderivato dalle due grandi bonificazioni

  Novecentesche: la prima (Anni ¶20 e

¶30 del µ900) che andò sotto il nome di Bonifica del Mantello e la seconda (anni

¶60) che determinò il totale

  prosciugamento della   Valli delMezzano».

La vasta area di bonifica è attraversata

da una strada molto ampia (seppure

sterrata) che si dirige verso Comacchioe che porta il nome di Via del Mantello 

(vedi)

DEL MANTELLO (VIA)La via ricalca l¶antico   Argine del Mantello che aveva la funzione di dividere le acque salse della Valle

cosiddetta di Comacchio, da quelle salmastre della Valle del Mezzano a contatto con acque torbide e dolci,

 proteggendo quindi come un   mantello» il sale e le anguille.

L¶argine, di difficilissima manutenzione, rovinò nel tardo Medioevo, con la conseguente commistione delle

acque, circostanza imprevista che generò una sequela di liti anche giudiziarie fra la comunità di Comacchio e

quella della Riviera di Filo, ove si derivava acqua dal fiume per alimentare il Molino di Filo e le Risare. La

via conduce fino alla Valle ora prosciugata del Mezzano e di lì a Comacchio. E¶ chiamata volgarmente

Stradòñ dla Mafalda.

II ARGINE CIRCONDARIO (VIA) *

Proviene dal territorio di Bando (Via Val Gramigna) e termina in quello di Longastrino (Via Fossa

Menata). Da sempre detta volgarmente Strê de¶ Coletór , ossia strada del Collettore e fiancheggiante il

canale di scolo ove convergono le acque di tutti gli scoli della   Bonifica del Mantello, acque condotte

all¶Idrovora   Gramigne» in territorio di Longastrino. Traccia perciò una linea mediana fra due bonifiche,

quella ³argentana´ ottocentesca e quella del ³Mantello´ degli anni ¶20 e ¶30 delNovecento. Non fu mai

quindi un ³argine circondariale´. La denominazione, purtroppo, in territorio filese, è palesemente sbagliata.

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RIPALUNGA (VIA)

La denominazione della strada richiama il preesistente Dosso di Valle verso il quale si dirige.

 Mantello - Altri toponimi di rilievo

Gramigna. Denominazione della preesistente porzione di valle, oggi attribuita ad una casa colonica, ed anche al lungo canale

collettore che scorre per quella parte di territorio.

Ca¶ Mafalda. La povera casa di Mafalda Ricci, filese, ove si dava spesso rifugio ai viandanti, fu per anni punto di riferimento

importante in particolare per cacciatori e pescatori. Prima dell¶ultima bonifica era del resto, dopo alcuni Km di strada ster rata,

l¶ultimo posto abitato nei pressi della va lle.

 Alba. Così denominata forse perché punto estremo verso est del territorio filese. La casa colonica abbandonata, dopo un incendio

che ne bruciò la stalla negli anni ¶70, è detta Ca¶ Brueda.

Cavallino. La Corte Cavallino, bella tenuta di campagna ove convergono alcuni stradoni di accesso alla bonifica, ha sempre

costituito un punto di orientamento di notevole importanza per viaggiatori, cacciatori, pescatori e anche per le nostre inegu agliabili

dön de¶ Coletiv che lavorarono assiduamente le terre dei dintorni, spesso adibite a risaia.

 Böca di¶  P astur . Posta di fronte alla   Via Beccaria», laddove il canale Dominante ( Canalñ) completa una larga curvatura verso

sud, la   Bocca del Ponte» (così chiamata nelle carte topografiche) è cardine geografico bas ilare. Il nome deriva certo dall¶attività di

chi vi si insediò, ma anche dalla forma di ³baia´ che aveva anticamente, in quel punto, il cosiddetto   Dosso di Filo», una lu nga cresta

emersa di valle oggi percorsa dalla   Via Argine Circondario Pioppa».

Il territorio di Filo in una immagine satellitare