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Firenze per le bambine e per i bambini DICEMBRE 2008 Comune di Firenze Assessorato alla Pubblica Istruzione Servizio Asili nido e Servizi complementari alla prima infanzia Supplemento n. 1 al numero 11 di “bambini” dicembre 2008 / Anno XXIV / Mensile / Poste Italiane s.p.a. / Spedizione in abbonamento postale / D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) / art. 1, comma 1, DCB Bergamo / Edizioni Junior, Azzano S. Paolo (BG) / ISSN 0393-4209 / Registrazione del Tribunale di Bergamo n. 26 del 17 ottobre 1984. Ba M bin i edizioni j unior

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Firenzeper le bambine e per i bambiniDICEMBRE 2008

Comune di FirenzeAssessorato alla Pubblica IstruzioneServizio Asili nido e Servizi complementarialla prima infanzia

Supplemento n. 1 al numero 11 di “bambini” dicembre 2008 / Anno XXIV/ Mensile / Poste Italiane s.p.a. / Spedizione in abbonamento postale /D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) / art. 1, comma 1, DCBBergamo / Edizioni Junior, Azzano S. Paolo (BG) / ISSN 0393-4209 /Registrazione del Tribunale di Bergamo n. 26 del 17 ottobre 1984.

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Comune di FirenzeAssessorato alla Pubblica IstruzioneServizio Asili nido e Servizi complementarialla prima infanzia

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Assessore alla Pubblica IstruzioneDaniela Lastri

Dirigente del ServizioMariangela Molinari

P.O. Attività AmministrativaAngela Carlisi

P.O. Coordinamento PedagogicoPatrizia Butelli

U.O.C. Attività Contabile Patrizia Perfetto

• Pinocchio

• Fantaghirò

• Madama Dorè

• C.I. La Nave

• Piccolo Naviglio

• Nuvola Maga

• Colombo• Chicco di Grano

• C.G. La Giostra

• Tassobarbasso

• Grillo Parlante

• C.G. Ugnano

• C.G. Bianconiglio• Brucaliffo

• Cielo Stellato

• Innocenti

• C.G. Palazzuolo

• Pollicino• G. Incantato

• Leone di Oz• Baloo

• Il Nido del Merlo

• Gallo Cristallo• Scoiattolo

• Stregatto • PesciolinoRosso

• Koala• Aquilone

• Farfalla

• Coccinella

• Arca di Noè

• Aquilone Rosso

• Giallo Pulcino

• C.G. Primi Passi

• Palla Pillotta

• Cucù

• C.G. Fortini

• Catia Franci

• Staccia Buratta

• Il Melograno

• Rapapatata

• C.G. S. Cristiani• C.G. Cometa

• Gelsomino

• Dragoncello e Strigonella

• Il Pinolo

• Erbastella

• Girasole

• Palloncino

• L. il Magnifico

Supplemento n. 1 al numero 11 di “bambini” dicem-bre 2008 / Anno XXII / Mensile Poste Italiane s.p.a. / Spedizione in abbonamentopostale / D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) / art. 1, comma 1, DCB / Filiale di Bergamo /Edizioni Junior, Azzano S. Paolo (BG) / ISSN0393-4209 / Registrazione del Tribunale di Berga-mo n. 26 del 17 ottobre 1984. Un fascicolo € 1,00.

Direttore responsabileFerruccio Cremaschi

Coordinamento redazionaleAnna Tomaselli

RedazionePatrizia Butelli, Liliana Dainelli, Elena Pacini, Maria Galassini, Laura Minunno, Mariangela Molinari, Anna Tomaselli

Hanno collaborato a questo numeroAngela Balli, Valeria Cherubini, CristinaCoragli, Alba Cortecci, Giovanna Malavolti,Mariella Manetti, Gabriella Mazzoni,Alessandra Zocchi

Progetto graficoMatteo Bianchini, Anna Tomaselli

Impaginazione e copertinaMaria Grazia Brumana

StampaSograte S.r.l., Città di Castello (PG)Finito di stampare nel mese di dicembre 2008

Tutte le immagini appartengonoall’archivio dei Servizi Educativi delComune di Firenze

Informativa per gli abbonatiI dati personali sono trattati elettronicamente eutilizzati esclusivamente da Edizioni Junior S.r.l.per l’invio di informazioni sulle proprie iniziative.Ai sensi dell’art. 7, D.L. 196/03 sarà possibileesercitare i relativi diritti, fra cui consultare,modificare e far cancellare i dati personali.

© edizioni junior srlviale dell’Industria24052 Azzano S. Paolo (BG)Tel. 035 534123Fax 035 534143e-mail: [email protected]/bambini.htm

• M. Fasolo

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I Servizi alla prima infanzia rappresentano un luogo privilegiato perrispondere ai bisogni di crescita dei bambini e delle bambine. Offronoopportunità di socialità, gioco, apprendimento, ma anche attenzione alla curaper garantire il benessere di ciascun/a bambino/a dal punto di vista fisicopsicologico e relazionale.L’attenzione all’infanzia è stata al centro delle scelte dell’AmministrazioneComunale in questi anni: dagli aspetti normativi alla pianificazione territoriale,dalla progettazione all’organizzazione dell’intero sistema dei Servizi.Tanti i risultati raggiunti sia sul piano quantitativo che su quello qualitativo. Abbiamo raddoppiato le strutture, arricchito le tipologie di Servizi perrispondere in maniera più mirata e flessibile alle esigenze di bambini/e egenitori.Abbiamo creato rete con tutte le realtà educative della città. Abbiamo esplicitato attraverso le Linee guida i principi pedagogici, cherappresentano la cornice di riferimento per tutti i Servizi alla prima infanzia,pubblici e privati, presenti nel territorio cittadino. Abbiamo elaborato strumenti di garanzia della qualità dell’intero sistema deiServizi, attraverso il Regolamento per l’autorizzazione e l’accreditamento.Abbiamo fatto sì che il diritto all’educazione dei bambini e delle bambine, che ha rappresentato l’obiettivo delle politiche per l’infanzia della nostra città,diventasse concreto.Servizi di qualità quindi!Questo numero della Rivista Firenze per le bambine e per i bambini centra lasua attenzione su una delle routine più delicate: il momento del pranzo.Sono proprio le routine come il cambio, il pranzo, il sonno, i momentistrutturati che costituiscono il quotidiano dei Servizi e scandiscono il tempodella cura.Un Servizio all’infanzia come il nido ha il compito di garantire ai propri piccolicittadini una risposta di qualità anche per quanto riguarda l’aspettonutrizionale della proposta educativa.Ma cosa significa cibo di qualità?Significa che l’80% degli alimenti che vengono utilizzati al nido sonobiologici, stagionali e provengono da fornitori controllati. Le cucine sono tutteinterne ai Servizi e viene realizzata una costante manutenzione ordinaria estraordinaria. Sono scrupolosamente organizzate secondo le normative invigore per offrire un cibo qualitativamente sano e assicurare il monitoraggiodell’igienicità della struttura, degli ambienti, degli arredi e delle attrezzature.Anche laddove i pasti sono prodotti da ditte esterne vengono richieste lemedesime garanzie di qualità.Attraverso il cibo passa anche un’educazione multiculturale; da quil’attenzione ai continui cambiamenti – anche alimentari – che coinvolgono ilnostro Paese, legati al fenomeno dell’immigrazione. Sono state introdottediete vegetariane e proposti piatti etnici, per rispondere a nuove esigenze erichieste. Massima attenzione viene data al/alla bambino/a che presentaparticolari esigenze alimentari, a causa di allergie e/o intolleranze.L’alimentazione e la riflessione intorno a questo tema sono al centro di tantiprogetti educativi e sono oggetto di formazione specifica, di incontri e mostreche vedono la partecipazione attiva delle famiglie, dell’équipe di lavoro,composta dalle diverse figure professionali – operatore cuciniere, educatore,esecutore – e di esperti, quali dietisti e medici pediatri.Dei tanti progetti realizzati nei nostri Servizi alcuni sono rappresentati inquesto numero.Da tutti emerge il grande impegno del personale, il coinvolgimento dellefamiglie e i percorsi di crescita dei bambini e delle bambine versol’autonomia.Un sincero ringraziamento a tutti

Daniela LastriAssesore alla Pubblica Istruzione del Comune di Firenze

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Sommario

Un cibo di qualità

Editoriale

EDITORIALEUn cibo di qualità (Daniela Lastri) 1

ESPERIENZE A CONFRONTO

Il pranzo: un progetto educativo- Professionalità a confronto

(Alessandra Berti) 2- Verso l’autonomia (Elena Pacini) 3

Il coinvolgimento delle famiglie - L’ospite eccezionale (Elena Durin) 5- Aggiungi un posto al tavolo (Valentina Papi) 6

La natura a tavola- Dal fiore alla tisana

(Gruppo di lavoro Centro gioco UGNANO) 8- Dal seme al minestrone (Gruppo di lavoro

Asilo nido GRILLO PARLANTE) 9

I bambini protagonisti- Senza naso... non c’è gusto

(Gruppo di lavoro Asilo nido POLLICINO) 10- Un pranzo multiculturale (Letizia La Carbona) 12- Allergie alimentari, ma pranzo sereno

(Paola Ricci) 14

DOSSIER

Il pranzo educativo- Mangiare al nido (Enzo Catarsi) 15- Sono andata in brodo di giuggiole

(Cristina Pratesi) 17- Gli odori del paese tra nostalgia, rifiuto

e curiosità (Pia Maria Koller e Maria Cristina Manca) 18

- La cultura del cibo al nido(Antonella Ortolani) 20

Un menu per tuttiRisponde Carlotta Benvenuti 22

INNOVAZIONE FORMAZIONE E PROGETTI

L’argomento- Formare su obiettivi specifici

(Tatiana Lucarelli) 24

L’esperienza- Un esempio: il corso di formazione

per gli operatori cucinieri e i terzetti(Caterina Borrello, Simona Guerrini, Elena Martini) 25

- Un progetto di miglioramento (Sara Grandi, Elena Poloni, Erica Venturini) 27

- Le buone pratiche (Gruppo di lavoro Asilo nido GALLO CRISTALLO) 28

L’ANGOLOMULTIMEDIALE(a cura di Laura Minunno e Elena Pacini) 29

APPUNTI APPUNTAMENTI (a cura di Anna Tomaselli e Alba Cortecci) 31

LETTERA ALLA REDAZIONEUn pranzo laboratorio (Penny Ritscher) 32

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Il pranzo: un pro

Siamo partiti dall’individuazione deipunti di forza e di debolezza dellanostra organizzazione per valutarecosa mantenere e cosa modificare. Le diverse competenze hannoevidenziato gli elementi portanti diciascuna professionalità: il cuoco,oltre a preparare i cibi, conosce ladisponibilità delle stoviglie e deimateriali; gli esecutori collaboranocon il cuoco e con l’educatore almomento del pranzo, le educatricidevono pensare a un’adeguata regiaeducativa per offrire al bambinoopportunità di esperienze in unambiente che, come sottolineato dalleLinee guida, favorisca e promuova ilsuo benessere fisico, psicologico erelazionale, secondo i bisogni di ognifascia di età. Il passo successivo è stato quellodella sperimentazione: ognigruppo/sezione ha messo in atto nellaquotidianità le modalità condivise nelprogetto: potenziare gli aspetti positivie correggere le criticità. Parti integranti del percorso la verificae la documentazione.Questi gli aspetti sui quali l’accordo èstato unanime:– il momento del pranzo deve essere

vissuto con tranquillità, nel rispettodei tempi individuali e collettivi,merito di un’attenta regia;

– l’organizzazione dello spazioall’interno di ogni sezione devefavorire un clima di familiarità,facilitare le relazioni e rassicurareogni bambino, garantendogli unproprio spazio di riferimento.

Organizzare lo spazio significa ancheindividuare punti di appoggio e averetutto l’occorrente a disposizione perevitare che l’adulto si alzi da tavolatroppo spesso. La preparazione del carrello deve

L’esigenza di elaborare unaprogettazione educativa sul momentodel pranzo nasce all’interno di unpercorso articolato compiuto dalnostro gruppo di lavoro. L’indagine sulla qualità erogata,condotta dal Coordinamentopedagogico nel 2005, aveva rilevatonel nostro nido stili educatividiversificati fra le varie sezioni chefinivano per investire aspettisostanziali del nostro lavoro sui qualiera importante riflettere. In collaborazione con AlessandraZocchi, coordinatrice del nido,abbiamo deciso di elaborare unprogetto educativo che, partendodalle Linee guida del Servizio, fosse ingrado di individuare principi, modalitàe strategie condivise. Una serie diincontri di programmazione hannopermesso di affrontare e superaredifferenze e criticità.Una parte importante del progetto èstata dedicata a quegli aspetti legatialla quotidianità del bambino al nido,comunemente chiamati di routine: ilpranzo, il cambio, il sonno,l’accoglienza e il ricongiungimento.Questi momenti, legati alla cura e allarelazione adulto/bambino, avevanobisogno di essere ripensati perpromuovere l’autonomia e lasocializzazione tra i bambini. Riflettere sul momento del pranzo,partendo dai bisogni/diritti delbambino ha evidenziato l’importanzadi un’efficace collaborazione eintegrazione fra le diverse figureprofessionali: il cuoco, gli esecutori,gli educatori del Comune e ilpersonale della Cooperativa sociale,che nel nostro servizio gestisce partedel pomeriggio, per dare coerenzaeducativa anche al momento dellamerenda.

rispondere alle diverse necessità: unalista in cucina evidenzia le esigenze diogni sezione. Le posate e i bicchieri devono essereadeguati all’età dei bambini: icucchiai, quelli comunemente usatidagli adulti per il dolce, i bicchieri, dipiccola dimensione, in plasticatrasparente per i piccoli inambientamento, in vetro per le sezionidei medi e dei grandi. La trasparenzaè importante perché permette aibambini di vedere l’acqua all’internodel bicchiere. Anche i bavagli devono esserepensati in relazione all’età: per i medie i grandi devono essere conl’elastico, perché i bambini possanoindossarli e toglierli da soli.

PROFESSIONALITÀ A CONFRONTO

Alessandra Berti

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Esperienze a confronto Il pranzo: un progetto educativo 3

ogetto educativo

Nell’Asilo nido GIRASOLE l’indaginedi rilevazione della qualità erogata haidentificato come ambito di interventoquello relativo all’autonomia delbambino e della bambina. È iniziatoun confronto su questo tema.

La riflessione ha evidenziato chel’autonomia nasce all’interno dellarelazione con una figura diaccudimento che svolge la funzione dibase sicura, ovvvero cheaccompagna il bambino e lo sostiene

VERSO L’AUTONOMIA

Elena Pacini

nelle sue esperieze favorendogradualmente l’esplorazione e lapossibilità di essere protagonista. Ha preso vita il progetto Si cresceanche a tavola, con lo scopo dipromuovere l’autonomia nel momentodel pranzo. I principali obiettivi del progetto sonostati: • organizzare in maniera più

funzionale il momento del pranzo,

Verso le 11 e un quarto ognieducatore accompagna in bagno ibambini, in piccoli gruppi, per lavarsile mani. Le ritualità precedenti ilmomento del pranzo variano a

seconda del grado di autonomiaraggiunta e si consolidano durantel’anno in specifiche abitudini cheprecedono l’arrivo del carrello, comemettere la tovaglia, mettersi il

bavaglio, cantare insieme unacanzone o ascoltare la lettura di storieassociate al momento del pranzo.Quando arriva il carrello, l’esecutorepredispone tutto il necessario per lasporzionatura sul piano d’appoggioaccanto al tavolo (bottiglie, bicchieri,piatti, contenitore con le posate,formaggiera, zuppiere, scottex ecc.).Il mangiare insieme con tranquillitàrafforza la convivialità del momento epermette di valorizzare i contenutieducativi del pranzo.Il bambino, anche di pochi mesi, deveessere protagonista del proprio pasto.Il ruolo dell’adulto è quello disostenere i bambini, senza sostituirsia loro o anticipare le loro richieste e di intervenire per aiutarliincoraggiandoli nelle loro piccole egrandi autonomie.

Alessandra Berti, educatrice Asilo nido PINOLO

Asilo nido PINOLOComune di Firenze - Anno educativo 2007-2008L’esperienza è stata realizzata da Tiziana Berlincioni,Alessandra Berti, Serena Bruno, Maria Cantori,Alessandra Cennini, Elisabetta Coco, FrancescaFocardi, Rosy Lo Bocchiaro, Fiorenza Santoni, LorellaBalzani, Elena Papini, Rita Donati, Debora Santini,Giovanni Aloi, Loretta Bini, Isabella Lucignano,Francesca Sotgia, Paolo Viliani. Coordinatrice pedagogica del Comune di Firenze:Alessandra Zocchi Coordinatrice pedagogica Cooperativa Arca: SilvinaMateo

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anche per quanto riguarda l’uso dispazi e strumenti;

• creare un contesto nel quale ilbambino possa essere protagonistaattivo, nel rispetto dei suoi tempi,delle sue competenze e volontà;

• costruire un contesto relazionale diconvivialità;

• coinvolgere le famiglie; • realizzare una documentazione

rivolta al gruppo di lavoro, allefamiglie e ai bambini.

Il percorso ha coinvolto tutte le figureprofessionali, sia del Comune, dove èstata fondamentale la collaborazionedegli operatori e nello specificodell’operatore cuciniere, sia dellaCooperativa Arca. La riflessione chene è seguita ha portato all’attuazionedi alcuni cambiamenti sostanziali alpranzo e alla merenda pomeridiana inrelazione agli obiettiviprecedentemente individuati.Ogni sezione ha avviato unariorganizzazione, a partire dai piccolidettagli. Nella sezione piccoli l’attenzione si èfocalizzata sul tema dalle mani alcucchiaio. Si è riflettuto sul significatodella manipolazione del cibo e si è

introdotto l’uso di due cucchiai perogni bambino, uno lasciato adisposizione, l’altro usato dall’adultoper imboccare chi ne ha bisogno. Le educatrici della sezione medihanno lavorato sul tema assaggiareun po’ di autonomia. A partire dallecompetenze dei bambini di questaetà, ne hanno favorito lapartecipazione attiva: ai bambini èstata data la possibilità di fare dellescelte su cosa mangiare, ad esempiolasciando a loro disposizione sultavolo sia il contenitore del formaggiograttugiato che il cestino del pane. I bambini vengono anche incoraggiatia pulirsi le mani e la bocca con ilbavaglio e a riporlo sul carrello. La Sezione Grandi, riflettendo sultema piccole mani... grandi abilità hapromosso la partecipazione attiva deibambini al momentodell’apparecchiatura e dellasparecchiatura, oltre a dare loro lapossibilità di sporzionare i cibi e diagire autonomamente nelle azionicome quella di versarsi l’acqua da soli.Le famiglie sono state coinvolte nelprogetto sia durante le riunioni disezione, sia con l’iniziativa a pranzo

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da noi, nella quale i genitori sono statiinvitati a mangiare al nido. L’intero progetto è stato documentatoin più modi per renderlo fruibile algruppo di lavoro, alle famiglie e aglistessi bambini; per questi ultimi, adesempio, sono stati creati degli appositipannelli fotografici in prossimità deitavoli, posti alla loro altezza.

Elena Pacini, educatrice Asilo nido GIRASOLE

Asilo nido GIRASOLEComune di Firenze - Anni educativi 2006-2007 e2007-2008L’esperienza è stata realizzata da Pina Auletta,Stefania Bartolini, Irene Benedetti, Tiziana Berlincioni,Katia Berti, Cinzia Castrogiovanni, Laura Chiarantini,Evelin Credi, Paola Fabbri, Jenny Franchini, SimonaFrassineti, Daniela Galluzzo, Laura Giovannoni, AnnaGoli, Antonella Larosa, Giulia Liotta, Elena Pacini,Serena Parri, Giuseppina Pesacane, SandraPieraccioni, Sabina Pusceddu, Carmela Raffa,Fiorenza Ragazzini, Arianna Rogai, Elisa Rustici, PaolaSignorini, Silvia Spadaro, Cristina TaddeiniCoordinatrice pedagogica del Comune di Firenze:Alessandra ZocchiCoordinatrice pedagogica Cooperativa Arca: SilvinaMateo

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L’ospite eccezionaleElena Durin

Uffa! devo andare a lavorare, vorrei tanto fermarmi con voi a giocare ed ecco che una nuvola un po’ fatatache aspetta lì ogni giornata,ha sentito il forte desiderio di un genitoree ha voluto fare una magica pozione: giochi, storie, cibo, canzoni e tanto ancora di specialeecco a voi l’ospite eccezionale!

nella maggiorparte dei casi, adiventare semprepiù autonomi, astare seduti atavola con i loroamici, a mangiareda soli concucchiaio eforchetta, aservirsi il cibo.Non sempre lastessa cosa accade nel contestofamiliare. È proprio in questoparticolare momento di routine che ilbambino esige maggiore attenzionedal proprio genitore: può chiedere diessere imboccato, cercare di alzarsicontinuamente da tavola o di poterstare in braccio. Può non riuscire atrovare una sintesi tra le esperienzedel contesto familiare e quelle delnido, soprattutto se sono moltodiverse tra di loro. Il bambino comespesso avviene a casa mette in attocomportamenti che attiranol’attenzione del genitore e chepossono mostrarsi come una parziale,momentanea regressione. Questaesperienza fa capire come siafondante la relazione genitore-figliodurante le routine e quanto icomportamenti interiorizzati dalbambino nel contesto familiaretendano a prevalere su quelli acquisitial nido. Per questo crediamo siafondamentale condividere con igenitori il progetto educativo delservizio e offrire loro l’opportunità diriflettere sull’educazione alimentare,

L’idea dell’ospite eccezionale nasceda esplicite richieste da parte deigenitori di vedere, provare econdividere le esperienze fatte al nidoda e con i bambini. Tante volte noieducatrici ci siamo sentite dire daigenitori: mi piacerebbe essere unamosca per vedere cosa fa il miobambino. Frase spesso detta con ilucciconi agli occhi! Abbiamo cosìpensato di organizzare dei momenti incui è prevista la presenza al nido di ungenitore per volta, nella sezione medie grandi, per permettere loro ditrascorrere insieme al proprio figlio unpezzetto di vita al nido. L’esperienza,denominata l’ospite eccezionale,permette al genitore di vivere leroutine e le attività proposte. Queste esperienze vengono vissutedai genitori come momenti unici eirripetibili. Quando arrivano al mattinocon i loro bambini sono emozionati eincreduli di poter vivere alcune oreall’interno di un mondo chenormalmente appartiene solo ai loro figli. Per renderli partecipi della vita al nidosi richiede loro di preparare unastoria, un gioco, una filastrocca, oqualsiasi cosa possa suggerire la lorocreatività. L’emozione di raccontarsi ailoro figli è davvero grande!Il momento del pranzo è daconsiderare particolarmente delicato,perché con la presenza del genitore ilbambino difficilmente si comportacome quando è da solo. I bambini di questa età che mangianoquotidianamente al nido tendono,

sul significato di cura e sulraggiungimento dell’autonomia deiloro bambini.Dopo pranzo il genitore porta a casacon sé il bambino e, se vuole, cilascia in dono un suo commentosull’esperienza appena vissuta. Noi educatrici viviamo questi momentiforse con un po’ di tensione, ma allafine prevale l’eccezionalità...dell’ospite!Questa esperienza ci aiuta aosservare con più attenzione ibambini, a riflettere sul rapportogenitori-figli, ad arricchire la nostraprofessionalità.

Elena Durin, educatrice Asilo nido NUVOLA MAGA

Asilo nido NUVOLAMAGAComune di Firenze – Anni educativi dal 2004-2005 al2007-2008L’esperienza è stata realizzata da Nadia Bartolomei,Simona Bellandi, Serena Buci, Sacha Cocchi,Barbara Collini, Palmira Corsano, Elena Durin,Carmelina Fappietro, Loriana Fattoi, SilvanaGuidalotti, Serena Latini, Mariella Manetti, FrancescaMarliani, Pasquale Palleggiante, Donata Panuccio,Anna Picone, Patrizia Picone, Cristina Poli, AriannaRossi, Katerina Tondini, Luisa Tucci, Enrica Venturini.Coordinatrice pedagogica del Comune di Firenze:Gabriella Mazzoni

Esperienze a confronto Il coinvolgimento delle famiglie 5

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genitore per farlo mangiare e larelazione tra i due.

Questa esperienza si inserisce in unprogetto più ampio, avviato già neglianni precedenti, volto a dare allefamiglie risposte rassicuranti a partiredalla presenza della cuoca durante laprima riunione con i genitori delgruppo piccoli e i primi colloquiindividuali. Nel corso dell’annoscolastico, i genitori sono invitati auna cena per degustare un menu amisura di bambino.

Come è stata proposta l’esperienzaIl primo pranzo si è svolto, come dacalendario, nella seconda settimana diambientamento. Le mamme ci hannoraggiunto in sezione alle 11 e 30. Erastato preventivamente spiegato lorocome si sarebbe svolto il pranzo, cosaavrebbero dovuto fare una volta entratein stanza, nonché il significato dellaloro partecipazione. Ai genitori è statochiesto di riproporre le stessemodalità usate nel contesto familiare,quindi sono stati invitati adaccomodare il proprio bambino nelseggiolone, a mettergli il bavaglio e asedersi di fronte. L’operatrice colcarrello del pranzo ha chiesto allemamme come preparare il piatto,mentre l’educatrice di riferimento delgruppo si è seduta vicino al tavolo e,in silenzio, ha osservato e fotografatol’esperienza. Finito il pranzo è statoproposto alle mamme di lavare ilbambino ed eventualmente cambiarloprima di uscire.

Alcune osservazioniMaria* 12 mesiAll’arrivo della mamma sorride e leporge le braccia, va volentieri sulseggiolone e si fa mettere il bavaglio.Mangia tranquillamente, qualche voltaguarda incuriosita gli altri bambini, lasua mamma la chiama, ella si gira efa una smorfia di disappunto, allora lamamma le dà un cucchiaio con cuigiocare e lei lo butta ripetutamente aterra. Mamma e bambina hanno datol’impressione di riproporre il momentodel pasto così come avviene a casa,con tutta calma, immerse in unarelazione fatta di sguardi, versini esorrisi.

Elisa* 8 mesi Ha iniziato da poco lo svezzamentoed ha ancora difficoltà con l’ingestionedi cibi più consistenti, li rifiuta e, avolte, rigurgita ciò che ha appenamangiato; al riguardo la mamma haespresso la propria preoccupazioneall’educatrice anche durante ilcolloquio.Piange quando la mamma la mettenel seggiolone ma, una voltatranquillizzatasi, mangia tutta lapappa. Sul finale, trovando qualcosadi più consistente, rigurgita tutto ciòche ha mangiato. L’entusiasmo della mamma viene meno, riemerge lapreoccupazione, nonché la necessitàdi trovare nell’educatrice unamotivazione plausibile che la possarassicurare.

La presenza del genitore in sezionedurante i primi giorni è un’occasionedi conoscenza e confronto reciprocotra il contesto educativo e quellofamiliare. Ambientare non significasolo abituare il bambino a situazioni epersone nuove, è anche un’occasioneper aiutare la famiglia ad avere fiducianel personale che opera nel servizio.L’iniziativa aggiungi un posto al tavolosi pone l’obiettivo di coinvolgere igenitori durante il primo pranzo alnido: l’alimentazione costituisce per lefamiglie una delle principali fonti dipreoccupazione in quanto significacondividere un importante momentodi cura e di relazione con personeestranee. Non avere più il totalecontrollo di ciò che mangia il figlio,soprattutto quando è molto piccolo,porta la madre a sviluppare unanotevole ansia. Nello specifico sonotre le motivazioni del progetto, tantequanti i soggetti direttamentecoinvolti:– il bambino, grazie alla mediazione

della figura familiare, ha unapproccio più soft al momento delpranzo nel nuovo contesto;

– il genitore entra nella vita dellasezione, vede con i propri occhicosa succede, attenua l’ansia e faun passo avanti nella costruzionedel rapporto di stima con leeducatrici;

– l’educatrice ha un’ottimaopportunità per osservare lemodalità messe in atto dalbambino, le strategie adottate dal

Aggiungi un pos

Valentina Papi

Il primo pranzo con i genitori dei piccoli

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sto al tavolo

Esperienze a confronto Il coinvolgimento delle famiglie 7

Marta* 11 mesi La mamma prova a metterla sulseggiolone. Con un po’ di fatica e tra i pianti la bambina si siede anche se è moltoagitata, tende le mani alla mammaaggrappandosi alla sua maglia, nonvuole il bavaglio.Non vuole assaggiare la pappa, lamamma la prende in braccio, pianopiano si rilassa, le dà un pezzetto dipane che gradisce.La mamma ritenta con la pappa, maMarta continua a voltare la testa dallaparte opposta.Il primo pranzo al nido termina così. La mamma, visibilmentedispiaciuta, attribuisce ilcomportamento al fatto che labambina, oltre a non essere abituataa seggiolone e bavaglio, haun’alimentazione diversa da quellaproposta al nido.

Le riflessioni del gruppo di lavoroL’esperienza è stata accolta dallemamme con entusiasmo e più volteabbiamo pensato di inserirla nelprogetto ambientamento,ma non mancano le perplessitàderivanti dall’inadeguatezza deglispazi all’interno della sezione. Lo spazio pranzo, già troppo piccolorispetto all’attuale concezione dipranzo educativo, con la presenza deigenitori può diventare troppo angustoe arrecare disturbo al gruppo giàambientato. Per migliorare l’esperienza potrebbeessere ampliato lo spazio-pranzo ediviso il gruppo genitori-bambini in ambientamento inmodo da farli restare al primo pranzoin due giorni diversi.

Le riflessioni dei genitoriPer monitorare il progetto abbiamochiesto ai genitori di rispondere allaseguente domanda: come ho vissutol’esperienza del primo pranzo al nidoinsieme al mio bambino?

Riportiamo di seguito alcunetestimonianze:

Appena mi ha visto non ha voluto farealtro che stare in braccio. Quindi, èstato un piccolo assaggio che però èsempre emozionante.

Mi è piaciuta tanto l’atmosfera: tutti igenitori che davano da mangiare alleloro creature, e i piccolini avevano gliocchi grandi, perché non capivanocome mai eravamo così in tanti.

Emozionata e avendo paura che sicomportasse chissà come!(Dialogando però con le altre mammemi sono resa conto che le ansie sonocomuni!).

Mio figlio non ha voluto mangiareniente… Mi ha stretto le braccia alcollo e non mi lasciava… Nonostante

ciò ero sicura che col tempo avrebbemangiato… e il tempo mi ha datoragione! Al nido mangia volentieri efinalmente anche a casa!

È stato un bel momento, Marco* hamangiato e anche allegramente. Sono rimasta soddisfatta ancheperché tutto viene cucinato all’internocon molta cura e igiene. Quando l’homesso sul seggiolone si è messo apiangere e mi sono preoccupata, mapoi ha smesso e ha mangiato tutto.

Valentina Papi, educatrice Asilo nido CHICCO DIGRANO

Asilo nido CHICCO DI GRANOComune di Firenze anni educativi 2005-2006, 2006-2007 e 2007-2008L’esperienza è stata realizzata da Serena Ciavattone,Valentina Papi, Fabiola Spinelli, Orsola D’AleoCoordinatrice pedagogica del Comune di Firenze:Mariella Manetti

* I nomi propri dei bambini non corrispondono a quellireali.

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raccolti con fiori acquistati provenientida agricoltura biologica. I bambini hanno messo i fiori dicamomilla in una ciotola di vetrotrasparente in cui abbiamo versatouna brocca di acqua tiepida e un po’di miele. Sotto i loro occhi sbalorditil’acqua ha cambiato colore.L’eccitazione e lo stupore eranoevidenti e non ci restava cheassaggiare la tisana appenapreparata. Le reazioni dei bambini sono statediverse: alcuni hanno vissuto questomomento con ilarità, altri hannopartecipato con curiosità e attenzione,altri ancora hanno vissuto una sorta diritorno alla calma, come quando lasera bevono la camomilla nel contestofamiliare.Abbiamo realizzato un pannello didocumentazione con foto che

L’esperienza dal fiore alla tisananasce all’interno di un progetto piùampio che prevede la conoscenzadelle varie fasi di trasformazione diprodotti naturali come la camomilla, ilmais e la farina di grano. Il progetto èrivolto a bambini di età compresa fra i16 e i 36 mesi che frequentano ilCentro gioco di Ugnano. Partendodalle loro competenze, abbiamo fattoleva sulla curiosità e sulla loro vogliadi sperimentare.Il percorso dal fiore alla tisanaprevede tutte le tappe che conduconoalla preparazione - per dirla con leloro parole - dell’acqua colorata.L’esperienza è stata proposta apiccoli gruppi, omogenei o eterogeneiper età, in modo da facilitarel’interazione tra i bambini el’osservazione e l’ascolto da parte dinoi educatori. Questa modalitàorganizzativa ci ha permesso diapportare di volta in volta piccolemodifiche alla proposta, peradeguarla alle diverse capacità deisingoli bambini. Il percorso ci è statosuggerito sia dal comportamento deibambini che hanno dedicato moltotempo alla raccolta dei fiori natispontaneamente nel giardino che dairacconti dei genitori sullapreparazione della camomilla seraleprima della nanna.Ogni bambino ha raccolto i fiori con lemani o con le forbici e i coltellini diplastica. I fiori sono stati posti incestini e i bambini ne hanno osservatola trasformazione, conseguente alprocesso di essiccazione,sperimentando la metamorfosi con iltatto e l’olfatto. A essiccazioneavvenuta abbiamo allestito uno spazioper preparare la tisana con i bambini.Per realizzare l’esperienza,naturalmente abbiamo sostituito i fiori

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La natura a tavolaDAL FIORE ALLA TISANA

Gruppo di lavoro Centro gioco UGNANO

rappresentano le diverse fasi delpercorso: la raccolta, l’essiccazione,la preparazione della tisana. Sulpannello sono stati inseriti anche glistrumenti utilizzati in modo dapermettere ai bambini di rivivere letappe dell’esperienza, rievocare ilricordo e imprimerlo nella memoria. I genitori hanno potuto conoscerel’esperienza attraverso ladocumentazione pannellistica, unfilmato e i racconti dei loro figli,contenti di portare a casa i fiori dicamomilla. Il nostro percorso ha avutouna positiva ricaduta anche nelcontesto familiare dove i genitorihanno riproposto analoghi processi ditrasformazione come la preparazionedei biscotti, del tè, della macedonia odel minestrone.

Centro Gioco UGNANOServizio in convenzione con il Comune di Firenze –Anno educativio 2007-2008L’esperienza è stata realizzata da Silvia Buttacavoli,Valentina Cicali, Marianna MauroCoordinatrice pedagogica del Comune di Firenze:Liliana Dainelli Coordinatrice pedagogica Cooperativa Arca: AnnaMaggi

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della quale è stato ricavato lo spazioper un orticello e una zona riservataalle erbe aromatiche: lavanda,rosmarino e salvia. Le educatrici hanno preparato ilterreno, delimitato i confini e costruitouno spaventapasseri artigianale,realizzato con le carte luccicanti delleuova di Pasqua. Un genitore che lavora presso unacooperativa agricola ha portato alcunisemi. I bambini hanno partecipato alla semina di rucola, bietola, insalata, porri e pomodori. Hanno annaffiato giornalmente lepiantine e ne hanno osservato lacrescita. Dopo circa un mese larucola era già pronta per la tavola!I bambini l’hanno raccolta, lavata emangiata durante il gioco simbolico,non potendola degustare realmente acausa delle normative vigenti.L’esperienza ha coinvolto tutte lesezioni sia nella coltivazione dell’ortoche in alcune attività sensoriali.Quando nel menu era previsto ilminestrone, i bambini della sezionegrandi hanno raccolto le verduredell’orto… le hanno lavate e tagliate,comprese zucchine, carote e patate…poi hanno portato in cucina unaciotola di minestrone pronto peressere cotto… e la cuoca Natalia haprovveduto a sostituirlo con quello

Il momento del pranzo ha una fortevalenza educativa. Quando alcunibambini ci hanno chiesto: Cosa sonoquesti? indicando i piselli che avevanonel piatto, ci siamo poste una serie didomande. Ma è proprio così scontatoche bambini di tre anni siano aconoscenza della provenienza dellafrutta e della verdura? Le risposte deipiccoli ci dicono di no: nel loroimmaginario arrivano nel piattodirettamente dal banco delsupermercato! Così è nato questo progetto i cuiobiettivi sono: • stimolare curiosità per il mondo

vegetale attraverso l’osservazionediretta;

• far conoscere il mondo vegetaleattraverso esperienze concrete checoinvolgono i cinque sensi;

• far capire che la verdura nasce daun piccolo seme piantato nella terrae curato con attenzione;

• sviluppare un senso diresponsabilità attraverso la curacontinuativa di piccole piante.

Il giardino dell’Asilo comprendeun’area piuttosto ampia all’interno

previsto nel menu. I bambini hannoparticolarmente gradito il minestroneche hanno preparato loro. I grandi hanno preparato anche lamacedonia e la spremuta di arancia,realizzato la pittura a stampo conpatate, sedano, carote, cipolle ezucchine, manipolato la pasta di salearomatizzata al rosmarino e allamenta. I medi hanno manipolato la pasta disale aromatizzata, realizzato pitture astampo con patate e cipolle, piantatoil crescione in vasi di terracotta chehanno portato a casa alla finedell’anno.I piccoli hanno dipinto utilizzando icolori naturali: rape rosse, spinaci,orzo, hanno manipolato sacchettinicon granaglie e legumi secchi, hannoannusato bustine di stoffa piene dierbe aromatiche e profumate. In tutte le sezioni sono state lette lestorie di Spotty nell’orto e L’orto diPeter Coniglio.La programmazione educativa è statacondivisa con le famiglie che hannoparticolarmente apprezzato l’iniziativa.

Asilo nido GRILLO PARLANTEComune di Firenze - Anno educativo 2007-2008L’esperienza è stata realizzata da Alessia Ciaramelli,Gianna Conti, Natalia Draghici, Moira Galardi, MartinaGiubbilini, Sara Larghi, Francesca Masserelli,Giovanna Micalizzi, Maria Grazia Nuti, Samantha Nuti,Rossana Orbetelli, Ilaria Papucci, Rossella Palazzoni,Monica RomoliCoordinatrice pedagogica del Comune di Firenze:Liliana Dainelli

Esperienze a confronto La natura a tavola 9

DAL SEME AL MINESTRONE

Gruppo di lavoro Asilo nido GRILLO PARLANTE

La terra ha musica per coloro che ascoltano.

W. Shakespeare

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• educare alla curiosità e al piaceredella scoperta;

• stimolare capacità creative ecostruttive;

• aiutare i bambini ad apprezzare e quindi mangiare frutta e verdura;

• favorire l’autonomia, lasocializzazione e la collaborazione;

• accrescere nei genitori laconoscenza delle esperienzesull’alimentazione vissute daibambini al nido;

• coinvolgere le famiglie nel progettoeducativo sul cibo.

Attraverso giochi di manipolazione edesperimenti i bambini sono statiinvitati a toccare il cibo, a scoprirne isapori, ad annusarne i profumi, acontemplarne i colori. Sulla base diquesta esperienza sono nate alcunestorie: ecco che improvvisamentezucchero, sale, pomodori, carote,banane sono diventati personaggireali dando spazio e forma adavventure senza tempo dove lameraviglia e lo stupore hannodominato la scena.Il progetto è coinvolgente anche per i genitori che per la festa di fineanno si sono trasformati in attoriprotagonisti del recital A Marco nonpiace la verdura.All’interno di una colorata scenografiamamma Carota e babbo Pomodorohanno rappresentato la divertentestoria attraverso il mimo dei sapori. I genitori hanno avuto l’occasione di conoscersi meglio e i bambinihanno vissuto il magico momentodella recita partecipando attivamentealla colonna sonora, realizzata con alcune canzoni che cantiamo con loro al nido. Nei giorni successivi tutti hanno avuto

Il progetto educativo realizzato dal gruppo di lavoro dell’Asilo nidoPOLLICINO in questi ultimi anni ha avuto come obiettivo principalequello di accompagnare i bambini ad avere un rapporto positivo con il cibo stimolando la curiosità, le potenzialità e lapartecipazione.

Gli obiettivi del progetto sono stati:• conoscere il cibo con i cinque

sensi;

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Senza naso... Gruppo di lavoro Asilo nido POLLICINO

Il suono è il cibo dell’orecchioIl tocco è il cibo della pelleLa forma è il cibo dell’occhioL’odore è il cibo del nasoIl gusto è il cibo della bocca

Say Baba

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l’opportunità di ripercorrerel’esperienza attraverso la visione delle foto che rievocavano il raccontodel vissuto. Il gruppo di lavoro si è sentitogratificato dalla partecipazione deigenitori, commossi di essere staticoinvolti nell’iniziativa e felici dicondividere la gioia e le emozioni diquella giornata con i loro bambini.Riteniamo che l’intera esperienzavissuta dai bambini sia stata moltoimportante e permetterà alle famigliedi riflettere sulle proprie abitudini

alimentari e potenziare atteggiamentipositivi verso una correttaalimentazione.

Asilo nido POLLICINO Comune di Firenze - Anni educativi 2004-2005 e2005-2006L’esperienza è stata realizzata da Caterina Artoni,Alessandra Cappelli, Ornella Carboni, Laura Carpi,Pia Cesarini, Luisella De Gregorio, Sonia Fissi,Antonietta Lenti, Giovanna Malavolti, Licia Mazzini,Marzia Mazzuoli, Livia Merenda, Anna Parrulli, VilmaPetrarchi,Sandra Petzeu, Monica Romagnoli, CristinaTarchiani,Concetta Monica Trappa, Maria Weiss,Donatella Zacchini, Patrizia ZagniCoordinatrice pedagogica del Comune di Firenze:Giovanna Malavolti

Esperienze a confronto I bambini protagonisti 11

non c’è gusto

LE ESPERIENZE REALIZZATE CON I BAMBINI

L’OLFATTO

Annusare caffè, buccia di limone, aglio,cipolla, pesce, aceto per ri-conoscereodori diversiGiochi realizzati: mi piace- non mipiace e senza naso… non c’è gusto

IL GUSTO

Assaggiare zucchero, miele emarmellata per ri-conoscere sapori dolciAssaggiare caffè e orzo perriconoscere i sapori amari Assaggiare il limone per riconoscere lisapore aspro Assaggiare il sale per riconoscere ilsapore salatoGiochi realizzati: riconoscere cibi aocchi bendati e “quadri da assaggiare”

IL TATTO E IL GUSTO

Toccare e assaggiare lo stesso cibocaldo e freddo: latte, tè.Toccare e assaggiare lo stesso cibocotto e crudo: carota, finocchio.Toccare e assaggiare lo stesso ciboasciutto e bagnato: pane, biscotto.Giochi realizzati: oggi cucino io. Sonostate offerte ai bambini diverseopportunità per sperimentare le diverseconsistenze degli alimenti e alcunetrasformazioni come schiacciare, tritaree preparare salse.

L’UDITO

Ascoltare, con orecchie attente, ilrumore prodotto dal masticare il panetostato, il finocchio e la carota cruda edall’acqua mentre si versa nel bicchiere.Giochi realizzati: far ascoltare aibambini le registrazioni di suoni prodottida alcuni cibi durante la masticazione,invitandoli a riconoscerli e a riprodurli.

LA VISTA

Far vedere e assaggiare alimenti dicolori, forme e dimensioni diverse Giochi realizzati: mi piace- non mipiace, riconoscere sagome di diversialimenti.

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Il pranzo a LA GIOSTRA è unmomento importante, anche perl’aspetto interculturale ad essoconnesso. Alla nostra tavola si siedono bambinidi tanti Paesi in gran parte di originecinese, ma anche albanese,peruviana, araba, filippina... Anche nell’alimentazione è necessarioil rispetto delle loro diversità culturali e religiose.

Comunicare attraverso il cibo è unfattore di notevole importanza. Il Centro multiculturale educativo LAGIOSTRA è un luogo di incontro per ibambini e le famiglie di culturediverse, organizzato nel rispetto deibisogni e delle differenze. Sottoquesta ottica è stata posta l’attenzioneverso il cibo e i momenti ad essocollegati, come quello del pranzo edelle feste.

Le sperimentazioni sono state tante.Abbiamo cercato di privilegiare in unprimo momento un menu con usolimitato di carne di maiale e cheproponesse in ugual misura sia il risoche la pasta. In un secondo momentoabbiamo aggiunto alcuni piatti unicimescolando diversi alimenti, come ilcous-cous, il manzo in agro dolceecc. Tutto ciò in stretta collaborazionecon la dietista e nel rispetto delbenessere e del fabbisognonutrizionale giornaliero del bambino.Ma al di là del menu è importantelavorare soprattutto sul valoreconoscitivo e affettivo del cibo. Cibocome scoperta di colori, sapori,odori… come gioco e curiosità, inmodo da aiutare i bambini a superarequel concetto di cibo inteso cometimore di un sapore nuovo o di unpiatto presentato in maniera diversa,in sintesi come paura di ciò che non siconosce.Il mediatore linguistico culturale giocaun ruolo fondamentale, in particolarecome tramite con le famiglie. Il suocompito è quello di presentare ilmenu, di rassicurare i genitori se i lorobambini in un primo momento nonmangiano molto. Tutti i bambini cheiniziano a mangiare al nidonecessitano di un periodo diambientamento, in particolare quelliche si devono abituare a un cibo fattodi colori, sapori, odori diversi daipropri. La presenza del mediatore,che presenta il cibo in lingua madre, èrassicurante anche per i bambini.Ricordiamo ancora con affetto unepisodio emblematico per sottolinearela valenza comunicativa del cibo el’importanza del pranzo all’interno diun percorso interculturale. Qualche anno fa è arrivato da noi unbambino di origine cinese che per un

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Letizia La Carbona

L’alimentazione è un momento centrale e ineludibile della vita degli uomini, è inse stessa un fatto di cultura, un’espressione diretta di ciò che gli uomini fanno,sanno, pensano… di ciò che in sostanza sono. Il cibo è comunicazione sociale e individuale: una forma di linguaggio, nonscritta e non verbale… che tutti capiscono. Il cibo parla e ha un caratterestrutturalmente “culturale”.

Montanari Massimo*

Un pranzo multi

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Esperienze a confronto I bambini protagonisti 13

periodo di tempo ha mangiato solomele e durante il pranzo pronunciavaspesso la parola pinguo, mela incinese. Dopo qualche tempo tutti ibimbi per chiedere una mela dicevanopinguo sia al nido che a casa.

Un altro momento importante per ilnostro percorso sono le feste, intesecome momenti eccezionali dacondividere coi bambini e in alcunicasi anche con i genitori. Condividere una festa significastimolare la socialità e lapartecipazione, rendere i genitoriprotagonisti della vita dei loro bambiniall’Asilo… e in tutte le feste il ciborappresenta il simbolo del nostrostare insieme. A LA GIOSTRA, oltrealle ricorrenze tipiche della nostracultura festeggiamo anche altri eventiappartenenti ad altre culture come ilCapodanno cinese, la Festa delleLanterne e la Festa della Luna (Cina),il Capodanno Iraniano ecc.

Festa di fine annoLa festa di fine anno ha avuto comefilo conduttore un viaggio tra i Paesiche i bambini hanno compiuto abordo di un treno di stoffa costruitoda loro, alla scoperta di sapori, odori,musiche e suoni di mondi lontani: ibambini attraverso un viaggiofantastico, che dal Messico attraversol’Iran arrivava alla Cina, hanno fattonuove significative scopertesensoriali. È stato importanteassaggiare i dolci della Cina, letortillas messicane, i pistacchidell’Iran. Questi prodotti per i genitoriprovenienti da quei Paesi sonosimbolo di orgoglio, segno di identitàe appartenenza e per i genitoriautoctoni un mondo, tante storie dascoprire.

Festa del capodanno cinesefebbraioNell’occasione è stata presentata aibambini la Leggenda dei dodicianimali del Calendario Cinese sottoforma di rappresentazione narrata conle sagome dei personaggi. Nellastanza predisposta all’accoglienzadegli adulti abbiamo preparato unpiccolo buffet con cibi tipici delCapodanno cinese; tutti insiemeabbiamo guardato la storia, ammiratole maschere, gustato il cibo e conl’aiuto del mediatore abbiamoconosciuto aspetti caratteristici dellacultura e cucina cinese. Come il Niangao, torta tradizionale di riso tipica delCapodanno, il cui nome significa unanno più prosperoso del precedente.

In base alle nostre esperienzepossiamo rilevare l’importanza delpranzo e degli eventi straordinari

all’interno di un’ottica e di unapedagogia interculturale. È infattievidente il nesso tra cibo, abitudinialimentari, sapori familiari e identità,attaccamento ai luoghi, allesensazioni, ai ricordi che formanol’insieme del proprio retroscenaculturale.

Letizia La Carbona, educatrice Centro giocomulticulturale LA GIOSTRA

Centro gioco multiculturale LA GIOSTRA Servizio in convenzione con il Comune di Firenze -Anni educativi dal 2002-2003 al 2007-2008L’esperienza è stata realizzata da Letizia La Carbona,Maria Luisa Cutore, Beatrice Falcini, Magda Duarte,Barbara Innocenti, Elisa Ranfagni, Maria Derci DosSantosCoordinatrice pedagogica cooperativa socialeTangram: Beatrice Falcini Coordinatrice pedagogica del Comune di Firenze:Mariella Manetti

Mediatore linguistico: Lin Yexiang

* Montanari Massimo, Alimentazione e cultura,edizioni La Terza, 1992

culturale

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giornata, la collocazione e lamodalità disomministrazione deimedicinali salvavita. Igenitori del bambino hannospiegato che può essere unrischio il solo entrare incontatto con residui dialimenti preparati per gli altribambini, così abbiamopensato di organizzare un carrello tuttoper lui con il suo pranzo e le suestoviglie, di colore diverso da quelledegli altri bambini, per consentirne ilfacile riconoscimento sia da partedegli adulti che del bambino. Sonostate individuate una serie di attenzioniche se da una parte riducono almassimo la possibilità di rischiodall’altra non incidono negativamentesulla capacità relazionale del bambino:la sua diversità non solo viene accoltama partecipata. Per esempio perevitare ogni possibile contaminazioneabbiamo stabilito di farlo sedere atavola con gli altri bambini, maaccanto all’adulto. Alla fine delpranzo, mentre il bambino si reca inun altro spazio con l’educatrice e ipiccoli amici, la zona pranzo vieneaccuratamente igienizzata da eventualiresidui di cibo. I cuochi si sono adoperati per cercarericette appropriate per il menuquotidiano in modo da preparare cibi ilpiù possibile non differenziati,soprattutto da un punto di vistaestetico. Per festeggiare i compleanniabbiamo deciso, poi, di non farportare i dolci ai genitori, ma di farlipreparare all’interno del servizio ondegarantire l’uso di alimenti non a rischio.Non è stato facile all’interno del gruppodi lavoro raggiungere decisionicondivise e in un primo momento nonsono mancate le tensioni. Il clima si è rasserenato solo dopo

Quest’anno nella sezione primaveradell’Asilo nido BAGHEERA abbiamoaccolto un bambino con graviproblemi di allergia alimentare.Durante l’incontro iniziale con lefamiglie nuove utenti la mamma ci hainformato del tipo di allergiaalimentare del figlio, allergia al latte,all’uovo, alla mela e ai derivati. Seingeriti tali alimenti provocano chocanafilattico e l’unico rimedio consistenella somministrazione di medicinalisalva vita. La peculiarità dellasituazione nella fase pre-ambientamento ha motivato lapresenza durante gli incontri con lafamiglia, oltre all’educatrice diriferimento, della coordinatricepedagogica e della cuoca. Il primocolloquio ha evidenziatol’organizzazione dei genitori a casa,esperienza da condividere perindividuare comportamenti e strategiein grado di ridurre il rischio.Preoccupati dalle possibiliconseguenze abbiamo chiesto tempo;l’ambientamento comunque harispettato i ritmi programmati. Il gruppodi lavoro del Comune di Firenze edella Cooperativa sociale haindividuato con le coordinatricipedagogiche le modalità organizzativedel pranzo e della merenda in mododa garantire la salute del bambino, maanche un atteggiamento sereno di tuttigli operatori del nido e della famiglia.Il problema coinvolge tutto ilpersonale, ne sono informatedettagliatamente anche le supplenti: icriteri a cui attenersi sonocostantemente messi in atto everificati scrupolosamente.Nella bacheca degli adulti sonopresenti tutte le informazioni del caso:il nome del bambino, le tipologie diallergia alimentare, il complesso diregole da seguire nel corso della

una pianificazione strutturata che dauna parte garantisse la salvaguardiadel bambino e dall’altra tutelasse laresponsabilità di tutto il personale,educatrici, esecutori e cuoca.Con questi semplici accorgimenti ilnostro piccolo, malgrado lacomplessità della situazione, vivel’esperienza nido in maniera serena ediventa un gioco per tutti riconoscerei colori delle stoviglie!L’Amministrazione comunale pertutelare i bambini con difficoltàalimentari in caso di ingestione dialimenti allergizzanti ha previsto unaspecifica modalità di intervento:– chiamare immediatamente il pronto

soccorso, 118 con medico a bordo;– informare la famiglia;– somministrare i farmaci salvavita,

previsti dalla prescrizione medica,esclusivamente per via orale.

Se da una parte la procedura è ingrado di rassicurare la famiglia perquanto riguarda eventuali emergenze,dall’altra fondamentale è attivarsi nelservizio per evitare che ciò accada.Paola Ricci, educatrice Asilo nido BAGHEERA

Asilo nido BAGHEERAComune di Firenze - Anno educativo 2007-2008L’esperienza è stata realizzata da Daniela Alba,Veronica Bevilacqua, Anna Brandi, Patrizia Ciuffenni,Annalisa Franzoso, Ilaria Incatasciato, Adriana Molina,Franco Noferi, Serena Parri, Annalisa Pontiroli, PaolaRicci, Cristina Sarti, Paolo Serni, Ernesto Serrani,Paola Tani, Gianluca UgoliniCoordinatrice pedagogica del Comune di Firenze:Cristina CoragliCoordinatrice pedagogica Cooperativa ARCA: MariaArmentano

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Allergie alimentari, ma pranzo serenoPaola Ricci

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Dossier Il pranzo educativo 15

ritualizzare la propria esperienza edunque di promuovere la definizionedella propria identità nel tempo e nellospazio. Le routine sono un elementoessenziale della quotidianità delbambino e devono essere acquisitenella progettualità educativa delgruppo di lavoro, in quantocostituiscono esperienze dal caratteredecisamente pedagogico. Esse sonoimportanti, poiché il bambino, inparticolare nei primi anni di vita,costruisce la propria identità mediantele esperienze che vive nel contesto ele relazioni che caratterizzano il suospazio comunicativo. In questaprospettiva risulta evidentel’importanza pedagogica epsicologica del momento del pranzo

Nello sviluppo pur assai qualificatodella pedagogia del nido avvenutonell’ultimo trentennio, le attività di curahanno goduto di scarsa attenzione,essendo ritenute retaggio di un’altrastagione, quella assistenziale, in cuinelle istituzioni per i più piccoli siguardava solo alle esigenze igienichee sanitarie.

Ritualità e sviluppoOggi, dopo che il carattere educativodel nido è pienamente riconosciuto,occorre avere più coraggio nelrivendicare l’educatività diffusa diquesta istituzione, senza limitarsi ascorciatoie concettuali fuorvianti, qualiquelle che – nell’ambito dell’impegnoprogettuale dei collettivi – portavano ainsistere solo sulle attività strutturateper legittimare la prospettivaeducativa del Servizio. Ritengo cheoggi queste posizioni – frutto di unatteggiamento difensivo – sianosuperate e che proprio i professionistiche lavorano nel mondo dei nidi, acominciare dalle educatrici, debbanorivendicare con forza l’importanza e ilsignificato educativo di tutte leesperienze che i bambini vivono neiServizi per l’infanzia, comprese – enon certo per ultime – quelle relativealla cura quotidiana.Le cosiddette routine non solo nonsono da sottovalutare, al contrariodebbono essere valorizzate in tutta laloro importanza, in primo luogoperché consentono al bambino di

che implica non solo ilsoddisfacimento di un bisognoprimario, ma relazioni dirette con lasfera emotiva e affettiva.

Relazioni sociali e pranzo al nidoIl comportamento alimentare delbambino ha un’evidente dimensionesociale, che riguarda sia il suorapporto con gli adulti sia quello con icoetanei. In particolare assumonospecifico rilievo sia il rapporto con lamadre che quello con le educatrici. Alcontempo pare giusto rilevare comel’occasione del mangiare costituiscaun’esperienza che motiva fortementeall’autonomia personale. Anche illattante mostra condotte tendentiall’autonomia che vanno dal guardare

Il pranzo educativoIL RAPPORTO CON IL CIBO RAPPRESENTA UN ASPETTO FONDAMENTALE DELLA CRESCITA

DEL BAMBINO E DELLA BAMBINA ED È FONDANTE PER LA VITA DI OGNI INDIVIDUO.

GLI INTERVENTI RIPORTANO IL PUNTO DI VISTA DI ESPERTI DEL SETTORE E CI OFFRONO

SPUNTI DI RIFLESSIONE SULL’EDUCAZIONE ALIMENTARE.

MANGIARE AL NIDO

Enzo Catarsi

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16 Dossier

il biberon, ai tentativi di afferrare ilcucchiaio, alla capacità di mangiareda solo. Il momento del pranzo si configurainoltre come importante occasione diapprendimento, visto che nelle primeesperienze di alimentazione il bambinoimpara che esiste un mondo esternoche è altro da sé. Allo stesso modoapprende che l’adulto che gli mette adisposizione il cibo è altri da sé equesti costituisce un oggetto diesperienza con cui deve fare i conti. Èun’occasione significativa di relazioneche deve essere concepita comecostitutiva del carattere educativo delnido.

L’autonomia del bambinoL’obiettivo è quello di fare del pranzoun momento piacevole sia per ilbambino che per l’adulto che è conlui. La piacevolezza per il bambino èlegata in particolare alla suapossibilità di autonomia e allaprogressiva capacità di soddisfare isuoi bisogni. Questo vale anche per ibambini più piccoli, verso cui deveessere prestata un’attenzione

individualizzata, caratterizzata dacomportamenti empatici edisponibilità. È ad esempioinammissibile che un lattantino nonvenga preso in braccio nel momentodel pasto o che non gli si parli o nongli si sorrida quando ricerca ilcontatto. Le attività del bambinodebbono essere sostenute eincoraggiate verso l’autonomia anchenel comportamento alimentare. Ilbambino a cui si lascia libertà dimovimento può sperimentare unaquantità di sensazioni di diverso tipo(olfattive, gustative, cinestesiche).L’alimento preso con una mano puòessere annusato, battuto contro unaparte del corpo o strofinato sul viso.Lo spuntare dei denti offre al bambinoulteriori opportunità in quanto gliconsente di spezzettare il boccone edi modificarlo. Educare all’autonomia significa ancherispettare i tempi del bambino duranteil pasto e aspettare che abbiaterminato il boccone prima didargliene un altro. Ogni tipo dicostrizione può provocare unatteggiamento negativo. Il bambino

deve essere messo in condizione divivere piacevolmente e attivamentequesto importante momento della suavita quotidiana. Nello specifico delnido questo significa che il bambinodeve stare comodo al tavolino conuna sedia adeguata; al contempodovrebbe poter scegliere la quantitàdi cibo da mangiare o di acqua dabere, così come, almeno in alcunicasi, dovrebbe poter esprimere le suepreferenze alimentari. Questo nonsignifica che il bambino non debbasottostare alle regole, di cui, anzi habisogno. Il bambino deve avere chiaroche l’occasione del pranzo non èeguale a quella del gioco e anche perquesto deve essere aiutato aconcentrare la propria attenzione sulcibo e sulla relazione con i compagnie con l’adulto. Per tale ragione i tavoli,che ospitano un piccolo gruppo dibambini, possono facilitare le relazionie la comunicazione. Allo stesso modoè opportuno che il gruppo sia stabile,almeno per periodi di tempo piuttostolunghi, così che i bambini possanoconoscersi meglio ed essere favoritinella costruzione di un clima diintimità. L’ambiente ha una grande importanzaanche in occasione del pranzo perquesto, anche se si mangia insezione, i tavoli devono essereapparecchiati e dare il senso di unasituazione diversa da quella dellosvolgimento delle attività. È importanteche sul tavolo ci sia la tovaglia checonsente un sicuro risultato di tipoestetico. Al contempo occorreprestare attenzione al problemadell’inquinamento acustico prodottodalla eccessiva sonorità. Il piccologruppo e la promozione dellaconversazione sono risultati chepossono essere raggiunti in situazioniprogrammate, dove anche il momentodel pranzo è organizzatoconformemente al complessivoprogetto educativo dell’Asilo nido. Atale riguardo è opportuno evitare leattese a tavola e fare in modo che ibambini possano cominciare amangiare non appena si mettono asedere.

Enzo Catarsi Professore ordinario di Pedagogiagenerale e Direttore del Dipartimento di Scienzedell’Educazione dell’Università di Firenze

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Dossier Il pranzo educativo 17

Federico ha 11 mesi e 18 giorni. È seduto davanti a un’educatrice delnido, che lo sta imboccando… Laguarda, segue con gli occhi il cucchiaiopieno di carne tritata e puré di patateche dalla scodella sta arrivando versodi lui, protende leggermente la testa inavanti e spalanca la bocca per ricevereil cibo. Nei brevi intervalli gorgheggia elancia gridolini soddisfatti a cuil’educatrice risponde con la stessamodalità. Ogni tanto si gira verso glialtri bambini, li guarda: nella stanzaregna un’animazione vivace, ilmomento del pranzo è condiviso.Continuando a mangiare, mette lamano destra dentro la scodella dellafrutta grattugiata, butta in terra ilcucchiaino e si porta alla bocca un po’di frutta. Mette di nuovo la mano nellascodellina e manipola la frutta,facendone cadere un po’ sul tavolino,un po’ sui pantaloncini, un po’ a terra,un po’ sulla mano dell’educatrice chese la pulisce sul bordo del piatto.Adesso Federico afferra con decisioneil manico del cucchiaio che l’educatricegli avvicina e se lo accompagna allabocca. Ripete questo gestocontinuando, tra un boccone e l’altro, aimmergere la mano nella scodella dellafrutta. Ogni tanto si distrae dal pasto esi guarda intorno… L’educatrice gli dàun cucchiaio di frutta che accetta conentusiasmo, continuando a“chiacchierare”. Prende la frutta dalcucchiaio con la mano destra e se laporta alla bocca… prende il manico delcucchiaio, lo accompagna alla bocca,cercando di toglierlo dalla manodell’educatrice. Lei glielo lascia eFederico, guardandola, se lo porta allabocca vuoto, come se facesse finta dimangiare. Se lo nasconde dietro laschiena, lo riporta davanti a sé, piùvolte, finché l’educatrice non loriprende e gli dà un po’ di frutta. Metteancora la mano destra dentro lascodella e sparge il contenuto sultavolo, poi con la mano sinistra afferracon decisione il biberon, rovescia latesta all’indietro, con molta sicurezzase lo porta alla bocca e beve…

L’educatrice prova a proporgli ancoraun po’ di frutta, ma Federico gira latesta dall’altra parte, afferra la scodella,la rovescia sul tavolo senza stizza macon decisione, batte il cucchiaio sulfondo, prende i resti della pappa e lischiaccia sul tavolo, poi li rimettedentro la scodella e ripete l’operazioneun paio di volte.Questa tranche, tratta daun’osservazione partecipe effettuatadurante un progetto di formazione inun Asilo nido, si commenta da sola: ilcibo, il momento della pappa, nonapportano solo nutrimento fisico, masi connotano come un nutrimentopsichico che permette al bambino disperimentare, di apprendere, dirapportarsi con gli altri, con il mondo;in una parola, di crescere.Sappiamo quanto la prima relazionedel neonato con la madre siastrettamente intrecciata con le vicendedella nutrizione: già dagli inizi il cibodiventa veicolo di emozioni e fonte digratificazione e tale può rimanere pertutta la vita. Pensiamo a quelle frasiche fan parte del nostroquotidiano e che ce losottolineano continuamente(Questo comportamentonon l’ho proprio digerito,Sono andata in brodo digiuggiole) e a quanto, pernoi adulti, dare cibo ad altririvesta il profondosignificato di dare loro ilnostro affetto, di prendersicura del loro benessere.Questa densità diimplicazioni affettive che ilcibo veicola può esserequindi alla base di queicomportamenti e quegliatteggiamenti dei genitori edei loro bambini chepossono segnalare, ad uneducatore attento,rispettoso e formatoall’ascolto delle emozioni,criticità o addirittura vere eproprie problematiche piùstrutturate.

Difficoltà alimentari possono esserefrequenti in certi periodi e, pur essendospesso soggette a scomparire in brevetempo, costituiscono segnali di disagioe di sofferenza: ad esempio, nel primoperiodo di ingresso al nido, quando sisperimenta il distacco che èun’esperienza significativa per tutti gliattori in gioco, genitori, bambini ededucatori. Soprattutto per le mamme affrontarela separazione e affidare ad altri lagestione affettiva del proprio figlio,specialmente quando è molto piccolo,è un passaggio difficile. Per uneducatore saper accogliere,comprendere e metabolizzare questimalesseri, saperli ricondurre da unpiano somatico o concreto (come puòsembrare ad esempio il rifiuto di uncibo o un rigurgito ripetuto) alla sferapsichica, permette di avviare unacomunicazione più raffinata, che sifonda sull’esperienza affettiva e che,ristrutturata su un piano concettuale-cognitivo, può aiutare genitori ebambino ad affrontare le areerelazionali critiche. Abbiamo ben presente quanto attornoal cibo e al mangiare si giochinopartite importanti. Poiché il cibo èintimamente connesso alla figuramaterna, può succedere che lamamma viva (a livello inconsapevole!)

SONO ANDATA IN BRODO DI GIUGGIOLEGli aspetti psicologici dell’alimentazione

Cristina Pratesi

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il manipolare e il giocare con glialimenti come un attacco o un rifiutodel bambino verso di lei e non riescaa tollerarlo. Altre mamme possonoaver bisogno di sentirsi rassicuraterispetto all’importanza e alla centralitàdel proprio ruolo e, una volta usciti dalnido, rimpinzano i figli perché ilmangiare della mamma è sempre ilmigliore.Il bambino diventa così ricettacolodelle proiezioni inconsce materne epaterne e il suo rapporto con il ciboun vero e proprio campo di battaglia!Invece un corretto rapporto con glialimenti può esser consideratofondamentale nel percorso per laconquista dell’autonomia e nel lungo

processo di costruzione dell’identità,del senso di sé, del percepirsi,individuarsi e differenziarsi. Per ilbambino al nido, la rinuncia al seno, albiberon, alla presenza della madre ècompensata dal senso di una maggiorindipendenza, dal piacere dellascoperta, dell’apertura verso il nuovo,dal godimento dei sapori, odori ecolori del cibo, dall’esperienza dellasocializzazione, dello scambioreciproco. Tutto a vantaggio di una crescitapsicologica armoniosa.

Cristina Pratesi Psicologa-psicoterapeuta AziendaSanitaria 10 Firenze, Associazione Fiorentina diPsicoterapia Psicoanalitica

BibliografiaAmmaniti M.,Crescere con i figli, Mondadori, Milano, 1997Bonaminio V., Iaccarino B. (a cura di) L’osservazionediretta del bambin, Boringhieri, Torino, 1984Di Santo A.M., Fusacchia M.G, Il bambino al nido.Esperienze affettive nell’incontro con l’adulto, Borla,Roma, 2004Daws D., Mio figlio ha un anno, Centro Tavistock diPsicologia infantile, Armando editore, Roma, 1972Harris M., Capire i bambini, Centro Tavistock diPsicologia infantile, Armando editore, Roma, 1972Lebovici S., Diatkine R., Soulé M., Trattato dipsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza, Vol. 2, Borla,Roma, 1990Mantovani S., Musatti T. (a cura di) La ricerca in asilonido, Voll. 1, 2, 3, Juvenilia editore, Bergamo, 1983Mantovani S., Restuccia Saitta L., Bove C.,Attaccamento e inserimento. Stili e storie delle relazionial nido. Milano, Franco Angeli, 2000.Rosenbluth D. Mio figlio ha due anni, Centro Tavistockdi Psicologia infantile, Armando editore, Roma, 1972Rosenbluth D., Mio figlio ha tre anni, Centro Tavistockdi Psicologia infantile, Armando editore, Roma, 1972Speziale Bagliacca R. (a cura di) Formazione epercezione psicoanalitica, Feltrinelli, Milano, 1980

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GLI ODORI DEL PAESE TRA NOSTALGIA, RIFIUTO E CURIOSITÀ

Pia Maria Koller e Maria Cristina Manca

Sul piano antropologico non èsemplice equilibrare conoscenzeteoriche e strumenti metodologici, masoprattutto riflessioni e propostecollettive sul tema dell’alimentazione,specialmente per quel che riguarda ibambini stranieri. Perché il ciboriveste tanta importanza nella vitaumana ed è quindi parte dellaformazione stessa dell’identità?Tentare di rispondere a questadomanda significa riflettere sullamigrazione, sul ruolo delle madrimigranti nell’aiutare i loro figli a viverein un mondo nuovo, pieno di fascinoma anche di angosce, vuol direanalizzare il ruolo del cibo in questoprocesso migratorio e implica unariflessione sulla nostra identità e sullanostra attrazione verso il diverso,l’esotico.

Pasta e pizza fattori di identitàOgni qual volta si verificanotrasformazioni in una società, oppureanche in una vita, la tradizione e conessa l’identità va rimodellata, ovveroinventata, secondo l’espressionedello studioso americano, Eric J.Hobsbawm. La storia italiana ècostellata di momenti decisivi nelladefinizione dell’italianità attraverso varifattori e tra questi il cibo ha assuntoun ruolo fondamentale.

Com’è stato possibile che la pasta ela pizza siano diventati sinonimi di unanazione?Secondo Franco La Cecla tra i fattoriprincipali, che hanno contribuito aomogeneizzare il nostro Paese, cisono la scuola, il servizio militare, lareligione e... la cucina! Artusi con LaScienza in cucina e l’arte di mangiarebene nel 1891 compie l’operazione dicostruzione di una cucina italiana apartire dai tanti pezzi di variaprovenienza locale. Questaoperazione va di pari passo con illancio industriale della pasta seccache così potrà viaggiare e saranno imilioni di italiani migranti a introdurreattraverso il cibo l’italianità oltremare.L’identità italiana, fragile e stretta,nelle condizioni dell’emigrazione, dallamorsa di altre identità, si cristallizzanel cibo, simbolo in cui le differenzeregionali e le opposizioni nord-sudd’Italia svaniscono. Pasta e pizzadiventano, come la Coca-Cola per gliamericani, la bandiera sotto cuiun’intera nazione si ripara e nel cuisegno si fa avanti nel mondo.

Quando la tradizione sconfinaLo scrittore camerunense, GastonKelman nel suo romanzo Sono nero enon mi piace la manioca descrive ilnostro immaginario rispetto alle

popolazioni altre ed il nostro bisognodi classificare per comprendere. Fasorridere l’insistenza con cui lasocietà francese gli attribuisce unagenerica cultura africana. In realtàl’autore è nato in Borgogna e ne èfiero, non parla nessuna linguaafricana e i griot (cantautoritradizionali di un’area ben precisadell’Africa e che non esistono inCamerun) li conosce solo attraversola scuola dei suoi figli dove vengonoinvece presentati come l’essenzadella cultura africana. Così lamanioca, considerato l’alimentoafricano per eccellenza, in realtà vieneutilizzato solo in alcuni paesidell’Africa Occidentale, accanto amolti altri prodotti come la semola, ilriso, il mais. Siamo di fronteall’etnicizzazione di un cibo e inconseguenza di un gruppo dalla pellescura, genericamente africano.Secondo Kelman non esiste unacultura africana, bensì unamolteplicità. Pensando al cibo italiano potremmochiederci, qual’è la relazione che con imaccheroni ha un italiano emigrato eun italiano rimasto nel proprio Paese.In Francia tutti i lavoratori italianiimmigrati vengono rappresentati con ilsoprannome macaroni. In Italia,invece, il mangia macaroni è

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napoletano, meridionale. Come cispiega Clara Gallini, ogni etnicità sicostruisce di fatto nella relazione, chefa sì che gli stessi maccheroni sianoora napoletani ora italiani secondo illivello e il luogo in cui si trovano coluiche mangia e colui che osserva.Quindi come si può parlare ditradizione quando è così facile chepossa essere manipolata da altri?Siamo continuamente di fronte ad unamessa in scena: la cucina, la pizzeriao il ristorante italiano dove spesso nonimporta se il cuoco sia davveroitaliano, la trattoria italo-giapponesedove lo chef è probabilmente rumeno.

Il gioco dell’autenticoNonostante tutto andiamo in unristorante etnico per mangiare ciboautentico e, da turisti, cerchiamo dientrare in contatto con le popolazionie le tradizioni vere, dove l’autentico èspesso sinonimo di costruitoappositamente per essere ciò che noiimmaginiamo tale.Nel ristorante etnico non èl’autenticità a essere richiesta daiclienti, anzi, dice Franco La Cecla, èproprio la curiosità superficiale che èla base di una buona fruizione. Sicomunica allo straniero che viene amangiare solo quello che lui può evuole capire. Il ristorante etnico èdunque luogo di simulazione di unacultura. Ciononostante la cucina è la

soglia più accessibile di una culturache più si presta alla simulazioneconcertata che giova al mantenimentodella convivenza tra culture diverse eal sogno d’intesa reciproca. In questosenso l’illusione di una identità etnica,come verità storica, è un imbroglio,ma ciò non toglie che nell’immaginariole culture possano giocare einteragire tra sé con messe in scenadi identità. In questo gioco ognuno dispone disvariate identità che possiamo rifiutareo re-inventare a seconda del luogo incui ci troviamo, della funzione edell’interlocutore. Ognuno dispone diuna valigia di odori che suscitanoemozioni contrastanti in momenti eluoghi diversi. Così l’odore di unostesso cibo può risvegliare nostalgiadi casa, dell’infanzia, oppure rifiutodel campanilismo, delle costrizionidella famiglia... Gli odori sconosciuti,invece, risvegliano la curiosità, ciattraggono.

L’attrazione fatale del cibo deglialtriCon la scoperta del Nuovo Mondo èiniziato un processo che oggipossiamo chiamare di de-localizzazione e che include una seriedi processi interrelati: movimento dialimenti, idee e persone. Nuovialimenti vengono introdotti, altri,prodotti localmente, vengono

esportati e vengono diffusi nuovisapori e preferenze alimentari. Questo processo va di pari passo conun valore simbolico crescenteattribuito al cibo non locale, una veraattrazione fatale. Nelle comunitàandine ad esempio, il valore simbolicodel pane bianco e della pasta èassociato alla cultura bianca,dominante, di conseguenza la propriacultura indigena viene percepita comeantiquata e sbagliata. Sono le donne agestire l’alimentazione della famiglia ela scarsa educazione e il mito dellamodernità fanno sì che esse a voltepreferiscano spendere i pochi soldiper prodotti pubblicizzati, emblematicisono la Coca Cola e le merendine,piuttosto che per i prodotti locali piùeconomici e con un valore nutritivoqualitativamente migliore.

Queste osservazioni sottolineano ildilemma che vivono molte donneimmigrate. Di fatto le scelte d’identitànon sono frutto di grandi discorsi, madi gesti quotidiani come la scelta deglialimenti. In un’inchiesta realizzata in GranBretagna è emerso come i figli diimmigrati siano fortemente a rischio dimalnutrizione e obesità. Comepossiamo sostenere le donneimmigrate per impedire loro di caderenella trappola dell’attrazione fatale, peraiutarle a dare il giusto valore alle

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diverse culture, la loro e la nostra, perevitare sia il rifiuto categorico chel’idealizzazione dell’una o dell’altra?Dobbiamo aiutarle a fare una sintesidegli aspetti migliori di ambedue leculture, ovvero, come dice la psicologaRosemarie Moro, è necessariopromuovere una nuova nascita. Per glioperatori sociali ciò implica porremaggiore attenzione alle condizioni divita (economiche, abitative, di lavoro)di queste donne, perché sono questifattori, e non una generica culturad’origine, a condizionare o limitarecerte scelte quotidiane.

I Nidi e i Centri gioco sono luoghi realidove i bambini e le famiglie trovano glistrumenti per costruire questarinascita, questa terza identità,attraverso l’esperienza dicaratteristiche alimentari di altri Paesi:uno scambio di saperi checontribuisce alla maturazionepersonale e al consolidamentoculturale del nostro Paese.

Pia Maria Koller e Maria Cristina MancaAssociazione Mondincontro

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Il capitolo cibo, e tutto quello cheintorno ad esso ruota, è sempre statoal centro della riflessione critica chedefinisce e sostiene i principipedagogici che sono alla basedell’agire educativo nei Servizi allaprima infanzia. La cultura del cibo nei Servizi è unacombinatoria di scelte che riguardanotutti gli aspetti dell’alimentazione, daquello più propriamente nutrizionale aquelli relazionali e sociali. Le scelteoperate dal Comune di Firenze sonosempre più indirizzate verso unostandard qualitativo assai altogarantito in primo luogo dallapresenza nei Servizi della cucinainterna e di personale specializzato,l’operatore cuciniere, concompetenze specifiche, qualificate dapercorsi formativi continui. Il menu è preparato con alimentifreschi, esclusivamente biologici estagionali che provengono da fornitoricontrollati sulla base di tabelle(elaborate da pediatri, alimentaristi edietisti) che prevedono unasuddivisione stagionale (estiva einvernale) e una rotazione su quattrosettimane. Sono previsti menu diversificatisecondo le diverse età, daldivezzamento fino ai tre anni. Lapreparazione dei piatti avviene conmodalità di cottura che escludono

metodi insalubri che perpetrinoabitudini alimentari scorrette (es. olicotti, soffritti, intingoli) e privilegianopreparazioni semplici e sane, maanche varie e accattivanti.Cultura del cibo al nido, abbiamodetto, come combinatoria di elementidiversi (nutrizionale, relazionale,sociale) tutti ugualmente importantinella condivisione di un’esperienzache riveste tanta importanzanell’esistenza umana eparticolarmente in quella dei bambinipiccoli. Fin dall’inizio del percorso delbambino e della sua famiglia nelServizio alla prima infanzia è basilarela creazione di un rapporto di fiducia edi accoglienza nell’ambientamentointeso come processo nel quale ilsistema bambino e il contestoeducativo si adattano l’un l’altro conmodalità e strategie progettate1. Il

nido diventa luogo privilegiato dieducazione alimentare per il bambinoe per la sua famiglia: privilegiatoperché è il primo luogo istituzionaleche il bambino e i suoi genitoriincontrano insieme. È, in molti casi, la prima volta che ilbambino è affidato fuori da casa apersone che non sono della suafamiglia; è, insomma, il suo primoincontro con il sociale, conun’Istituzione. È importante prima ditutto per il benessere del bambinoche si instauri tra questa istituzione(dunque le persone che in questaistituzione operano) e la famiglia unrapporto di fiducia, di dialogo, dicollaborazione. Rapporto che sicostruisce con la quotidianità, con ilcontatto che ogni giorno si stabiliscetra il nido e la famiglia. E a un’ottica diaccoglienza, dialogo e collaborazione

LA CULTURA DEL CIBOAL NIDO

Antonella Ortolani

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BibliografiaAime Marco, L’incontro mancato, Turisti, nativi,immagini, Bollati Boringhieri, Torino, 2003Aime Marco, Eccessi di cultura, Einaudi, Torino, 2004Galllini Chiara, Giochi pericolosi. Frammenti di unimmaginario alquanto razzista, Manifestolibri, Roma,1996Hobsbawm Eric J. ,T. Ranger (a cura di), L’invenzionedella Tradizione, Einaudi, Torino, 2004Kelman, Gaston. Je suis noir et je n’aime pas lemanioc. Max Milo, Parigi, 2003La Cecla Franco, La pasta e la pizza, Il Mulino,Bologna, 1998La Cecla Franco, Il malinteso, Laterza, Bari, 1997Moro Marie Rose, Bambini immigrati in cerca di aiuto,UTET Librería, Torino, 2001Moro Marie Rose, Genitori in esilio, Psicopatologia emigrazioni, Raffaello Cortina Editore, 2002

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è improntato anche il capitolo cibo.Nel momento della vita (i primi treanni) in cui il cibo assume il ruolo distrumento di relazione con la realtà econ gli altri, mangiare non è solonutrimento, ma occasione di incontro,di rapporto con il mondo. Il bambino piccolo conoscesoprattutto con la bocca e attraversol’assunzione del cibo, o il suo rifiuto,comunica agli adulti le sue proteste, imomenti di crisi, i piccoli disagi.Conseguentemente anche per igenitori tutto quello che riguardal’argomento cibo viene ad assumeregrande importanza. Sappiamo quantee quali ansie passino attraverso frasicome: il mio bambino a casa nonmangia niente, speriamo bene qui alnido! e conosciamo quanto siaimportante, nella delicata fase in cui siporta un bambino piccolo al nido (contutto il carico di ansie e spesso disensi di colpa che questo comportaper molti genitori), trovare qualcuno,l’operatore cuciniere del nido, che è lìper parlare di quell’aspetto specifico,con la competenza e la professionalitànecessarie per aiutare a chiariredubbi, a sedare inquietudini.Instaurare un rapporto di fiducia conl’istituzione-nido spesso passa anchedi qui. Accoglienza dunque come ascolto ecome risposta a esigenze diverse: neiservizi è prevista – nell’auspicabile enecessaria ottica di fornire risposte auna realtà in continuo mutamento –l’adozione di menu appositamentestudiati sia per famiglie che compionoscelte alimentari diverse per i lorobambini (menu vegetariano, menu chenon include alimenti non ammessinelle diverse religioni) nonché perproblematiche legate a patologiealimentari (allergie, celiachia). È anchepossibile, per le madri che lodesiderano, alimentare il bambino conlatte materno, attraverso unaprocedura sicura di raccolta,conservazione e somministrazioneappositamente predisposta.Nella direzione di risposte diversificatee dell’integrazione intesa come risorsae arricchimento il percorso prevedesempre più l’allargarsi di questoventaglio di offerte. Recentemente èstato introdotto il menu vegetariano esono stati inseriti nella dietagiornaliera piatti preparati con alimenti

che appartengono a culture alimentaridiverse.

Nel documento Linee guida per iServizi educativi alla prima infanziadel Comune di Firenze si definisce ilconcetto di qualità come un precisopercorso che prevede varie fasi:analisi dei bisogni (qualità attesa)progettazione dell’intervento (qualitàprogettata) e infine soddisfazionedell’utente (qualità percepita)2. Si puòdisegnare su queste stessecoordinate di riferimento anche laprassi operativa del cuoco nel nido,laddove l’analisi della situazione e deibisogni si traduce nel contatto con lafamiglia per acquisire informazionisulle abitudini alimentari del bambino,sulle eventuali problematiche e sulleaspettative che da parte del genitorevengono depositate nel servizio(qualità attesa). La progettazionedell’intervento (qualità progettata)vuole attenzione nel proporre albambino nel periododell’ambientamento – nel necessarioequilibrio tra il rispetto del singolo e leesigenze dell’istituzione – unamodalità che sia la più vicina possibilea quella conosciuta, persalvaguardare e facilitare la gradualitàdel passaggio dall’ambiente familiarea quello sociale. Infine, per quantoriguarda la qualità percepita, ovvero lasoddisfazione del cliente, non ci sonodubbi nel riconoscere il successo ol’insuccesso del nostro lavoro,laddove si potrà osservare il percorsodel bambino che nel tempo mostreràverso il momento del pranzo attesa,curiosità, piacere.Cultura del cibo, cultura del nido: laspecificità della cultura del cibo alnido è la risultante della complessainterazione tra queste duecomponenti. È importante l’attenzionee l’accoglienza di bisogni differenti, ladiversificazione delle risposte nelrispetto delle diverse culture e delledifferenti fasi evolutive del bambino,anche relativamente al suo rapportocol cibo. Sperimentare, toccare,mangiare con le mani, sporcare,sprecare, poi, progressivamente, lapossibilità per il piccolo di sentirsisempre più soggetto attivo eautonomo. Ecco, l’attenzione nelproporre strumenti che favoriscanoquesta possibilità: gestire con

autonomia sempre maggiore ilmomento del pranzo, versarsi l’acquada soli dalle piccole brocche di vetroe vederla dentro i bicchieritrasparenti, aggiungere il parmigianosulla pietanza, prendere il pane dalcestino. Tutto questo è pensatoavendo cura anche dell’ambiente incui si svolge il pranzo: bambini divisiin piccoli gruppi, atmosfera il piùpossibile tranquilla. Tutti gli adulti cheoperano nel servizio vivono coibambini questo momento nellaconsapevolezza che la condivisionedel cibo è condivisione di esperienzee che il momento del pranzo è uncontesto di relazioni. Le emozioniindividuali trovano risonanza nelgruppo, vengono accolte e condivise,si appaga non solo il desiderio di ciboma anche quello di relazioni affettive(mangiare insieme vuol dire: stareinsieme, dialogare, aspettare insiemee poi gioire quando il cibo arriva). Sappiamo che la qualitàdell’esperienza della nutrizione puòinfluire sullo sviluppo della curiositànei confronti del mondo e più ingenerale sullo sviluppo delladisponibilità ad apprendere. Ilprevalere dell’esperienza buonapermette il consolidarsi nel bambinodella fiducia che ciò che si mettedentro – fisicamente e mentalmente –è buono e quindi di un atteggiamentoesplorativo e curioso verso la realtàche lo circonda. Il momento del pranzo al nido non è lasemplice soddisfazione di un bisogno,ma un momento educativo significativoche può favorire o ostacolare losviluppo affettivo, cognitivo e socialedei bambini. Questa consapevolezza èbase fondante della cultura del cibonel nido e permea l’agire di tutti gliattori che ogni giorno partecipano aquesta importante esperienza,nessuno escluso.

Antonella Ortolani Operatrice cuciniera Asilo nido L.il MAGNIFICO del Comune di Firenze

Note1 Comune di Firenze, Assessorato alla PubblicaIstruzione, Servizio Asili nido e Servizi complementarialla prima infanzia Linee guida per i Servizi educativialla prima infanzia, Edizioni Junior, Azzano S. Paolo(BG), 2008, p.152 Cfr. Comune di Firenze, Assessorato alla PubblicaIstruzione, Servizio Asili nido e Servizi complementarialla prima infanzia Linee guida per i Servizi educativialla prima infanzia, Edizioni Junior, Azzano S. Paolo(BG), 2008, p.27

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salute dei soggetti che usufruirannoper la loro alimentazione del menurealizzato dallo stesso servizio diristorazione. Il documento cheutilizziamo per il calcolo della tabelladietetica è rappresentato dai L.A.R.N.(Livelli di Assunzione Raccomandati dienergia e Nutrienti) editi dalla S.I.N.U.(Società Italiana di Nutrizione Umana)del 1996. Un altro importantestrumento di orientamento per laristorazione collettiva è costituito dalleLinee Guida per una sanaalimentazione italiana editedall’I.N.R.A.N. (Istituto Nazionale perla Ricerca sugli alimenti e lanutrizione) del 2003. Le tabelledietetiche per l’Asilo nido sonoquattro in base alla fascia di età: 6-9mesi, 9-12 mesi, 1-3 anni e adulti.

In che misura la grammatura delcibo incide sull’elaborazione di unadieta?La grammatura per ciascun alimentodella dieta del bambino e dell’adulto sievince dalla tabella dietetica. Taleunità di misura è indispensabile perdefinire la porzione dei diversisoggetti fruitori del servizio erappresenta l’unità pratica di misuradella quantità di alimento daconsumare. È indispensabile per ilcuoco sapere la grammatura deglialimenti per ciascun soggetto emetterla in relazione con la ricettaprevista per la realizzazione del piattodel giorno; è inoltre la quantità diriferimento per chi provvedeall’approvvigionamento delle derratealimentari e per chi deve servire lediverse pietanze in tavola.

Perché è percezione diffusa al nidoche la grammatura sia troppo bassarispetto alle esigenze alimentari deibambini?In genere gli adulti che ruotanointorno al bambino hanno paura che ilpiccolo mangi poco; non dobbiamo

Cosa significa dare un’educazionealimentare dai sei mesi di vita a treanni?L’educazione alimentare si inseriscenel quadro più ampio dell’educazionealla salute del soggetto; quest’ultimainizia dalla nascita, o meglio ancoraprima, nella vita intrauterina grazie alcomportamento alimentare dellamamma durante la gravidanza.La mamma continua il suo compitoeducativo (al gusto) con l’allattamento:è grazie alla sua alimentazioneequilibrata e variata che offrirà alproprio figlio un latte ricco di sostanzee sapori diversi nelle diverse poppate.Successivamente entra in gioco lacoppia dei genitori e tutti coloro chemangeranno con il bambino nelladelicata fase dello svezzamento (nonni,zii, baby-sitter, personale del nido…): ilcomportamento alimentare el’atteggiamento nei confronti del cibodi questi soggetti sarà determinantenella costruzione dell’educazionealimentare del bambino. È importanteche al piccolo vengano proposti congradualità tutti gli alimenti checostituiranno la base perun’alimentazione equilibrata. Nelmomento in cui il bambino avràcompiuto l’anno di vita, gli adultidovranno essere l’esempio diriferimento mangiando gli stessi alimentiinsieme a lui. Condividere e gustare glistessi piatti in famiglia è essenzialeper una buona educazione alimentare.

Quali sono i criteri di riferimento cheinsieme agli standard istituzionalisono necessari per elaborare eredigere una dieta rivolta a bambinida sei mesi a tre anni nel contestoeducativo del nido?Uno dei documenti fondamentali di unbuon servizio di ristorazione collettiva,è la tabella dietetica. Quest’ultimadefinisce l’apporto di energia enutrienti necessari per ilmantenimento di un buon stato di

dimenticare invece che ogni bambinodeve soddisfare le proprie sensazionidi fame e sazietà senza esserecostretto a quantità vincolanti. Lequantità previste nel menu del nidovanno a coprire ampiamente ifabbisogni dei soggetti fruitori delservizio anche perché solitamenteviene aggiunta alle singolegrammature una quantità pari al 20%per il cosiddetto scarto pedagogicocioè per quella quantità di cibo chepuò essere necessaria per variesituazioni (cibo caduto a terra,manipolazione dei cibi…).

È un dato di fatto che la salutepassi attraverso il cibo: perchétroppo spesso ci troviamo di fronte,anche nel caso di bambini moltopiccoli, a patologie e disfunzioni?Il nostro stato di salute è influenzatoda molteplici fattori e uno di questi è ilcomportamento alimentare che va ainfluire in senso positivo o negativo sulnostro benessere. Nei bambini alcunialimenti possono rappresentare unrischio, tipo nelle allergie e/o nelleintolleranze e pertanto applichiamo ilcriterio dell’esclusione di queldeterminato alimento/i; nel caso disoggetti piccoli con diabete,un’alimentazione equilibrata e variataè necessaria per il mantenimento diun buon metabolismo glucidico; èconvinzione comune che conun’adeguata alimentazione si possaprevenire il sovrappeso e l’obesitànell’infanzia.

Di fronte a casi di intolleranza e/oallergia alimentare in bambini daisei mesi ai tre anni di vita quali icriteri alla base della stesura di unmenu personalizzato che non siapenalizzante e/o ghettizzante?Nel 2002 insieme agli altri membri delgruppo di lavoro multidisciplinare perl’alimentazione al nido, ho contribuitoalla realizzazione del testo informativo

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Risponde Carlotta Benvenuti

Un menu per tutti

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diete particolari, dall’altro ci allontanadalla filosofia di base che da moltianni ci ha visti coinvolti e convinti: unmenu per tutti! che potesse andarbene per tutti i bambini, con o senzaproblemi di salute. Un altro aspetto èquello relativo all’organizzazione nellapreparazione del pasto: più sceltealimentari ci sono in una giornata emaggiori dovrebbero essere leattrezzature e gli addetti allapreparazione del pasto in cucina!...come in tutte le scelte… ci sono i pro e i contro!

Può darci dei parametri diriferimento per la realizzazione diun menu vegetariano equilibratoper bambini da sei mesi a tre anni?Nella scelta vegetariana,semivegetariana o lacto-ovovegetariana, si escludono le carnisuine e bovine o tutti i tipi di carne edi pesce. La differenza con il menu dibase è quindi sostanzialmente per il2° piatto o per certe ricette in cuisono presenti questi alimenti: nellascelta semivegetariana la carne saràrappresentata dal pollo e dal tacchino,

Un menu per tutti: problematicherelative al bambino con intolleranzealimentari. Con questo lavoroabbiamo voluto mettere in evidenzacome l’alimentazione del bambinoallergico o intollerante non deveessere monotona e diversa dagli altricoetanei: è grazie alla fantasia eall’abilità culinaria del cuoco che sipossono realizzare piatti gustosi, similia quelli degli altri bambini erappresentativi dei fabbisogni delsoggetto. Un esempio, di fronte aun’allergia o un’intolleranza siprendono in considerazione il menudel nido, il ricettario e le etichettedelle derrate alimentari utilizzate per lapreparazione del pasto del giorno;una volta individuati gli ingredienti arischio (uovo, pesce, latte e latticini,pomodoro, glutine…) si escluderannoe si farà una sostituzione che renderàil pasto più simile a quello deicoetanei: nel caso di un bambinoallergico al latte il pasto costituito dapassato di verdura, petto di pollo allatte e verdura cruda verrà modificatosolo per la preparazione del 2°piatto eil petto di pollo sarà preparato allimone anziché al latte.

Quali sono i criteri che motivano lascelta di prodotti biologici el’introduzione di una dietavegetariana e multietnica nei Servizialla prima infanzia del Comune diFirenze?L’inserimento nel menu di piattimultietnici e di scelte vegetariane(semivegetariane o lacto-ovovegetariane) va inquadrata nell’otticadell’accoglienza e dell’integrazione nelservizio di quei bambini appartenentiad altre culture, religioni ed etnie.Inserendo una volta al mese un piattomultietnico si insegna al bambino adassaggiare e a gustare cibi, sapori,odori diversi dalla nostra cucinatradizionale; con la sceltasemivegetariana si soddisfano ad es.le necessità degli islamici escludendola carne suina e con quella lacto-ovovegetariana, le richieste più radicali diquei genitori che vogliono esclusidall’alimentazione del proprio figliotutti i tipi di carne e di pesce permotivi etici, religiosi o quant’altro.Queste possibilità di scelta se da unlato rispondono alla sempre piùcrescente domanda delle famiglie di

invariato l’uso del pesce, delle uova,dei formaggi, dei legumi emancheranno gli affettati; anche laloro frequenza di assunzione rimarràinvariata nella settimana rispetto almenu tradizionale. Nella scelta lacto-ovo vegetariana invece escludendotutti i tipi di carne e il pesce, la sceltadel 2° piatto sarà orientata su trealimenti nei 5 pasti della settimana:legumi, formaggi e uova. Per coprire ifabbisogni del bambino nella tabelladietetica sono stati inseriti anche glialimenti sostitutivi della carne e delpesce (tofu, seitan…) ma nonpossono essere inseriti nel menu delnido e quindi utilizzabili a casa.

Carlotta Benvenuti, Dietista U.O. Dietetica Prof.leA.S.L. 10 di Firenze

BibliografiaL.A.R.N. Livelli di assunzione di energia e nutrienti perla popolazione italiana - S.I.N.U. (Società Italiana diNutrizione Umana), 1996Linee guida per una sana alimentazione ItalianaI.N.R.A.N. (Istituto Nazionale di Ricerca per gliAlimenti e la Nutizione), 2003B.D.A. Banca Dati di Composizione degli Alimenti perStudi Epidemiologici in Italia. I.E.O. Istituto Europeo diOncologiaA.D.A. Reports-Posizione dell’American DieteticAssociation e dei Dietitians of Canada: Dietevegetariane 2003

Menu di base

Menu per allergiciall’uovo

Menu perintolleranze al glutine

Menu multietnico

Pasta con verdura

Pasta con verdura

Pasta senza glutine converdura

Riso alla cantonese (uovo, piselli e prosciutto cotto)*

Frittata Formaggio Frittata /

Insalatina mista Insalatina mista Insalatina mista Insalatina mista

Esempi di menu equivalenti dal punto di vista nutrizionale

* Nel caso di allergia all’uovo il riso alla Cantonese deve essere senza uovo e deve essere aumentata lagrammatura di piselli e prosciutto; nel caso di celiachia occorre consultare il prontuario del prosciutto cotto.

Alimenti da alternare durante la settimanaper il secondo piatto

Frequenza di consumosuggerita (su 14pasti settimanali)

Media delsecondo piattoper la sceltasemivegetariana

Media del secondo piattoper la scelta lacto-ovo-vegetariana

Carne 4-5 volte (g 30) 4-5 volte (g 30) -

Pesce 2-3 volte (g 50) 3-4 volte (g 50) -

Prosciutto crudo/cotto 1 volta (g 20) - -

Uovo 1 volta (n.1) 1 volta (n.1) 2 volte (n.1)

Formaggio 3-4 volte (g 30) 4 volte (g 30) 6 volte (g 30)

Legumi 1-2 volte (g 20) 1-2 volte (g 20) 4 volte (g 20)

Alimenti sostitutivi * - - 2 volte (g 30)

Esempio della frequenza del 2° piatto (1-3 anni):

* Tofu, bistecca di soia, tempeh, saranno utilizzati nell’alimentazione del bambino a casa.

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Nell’ambito delle proposte formative,che ogni anno vengono offerte alpersonale che opera nei Servizi allaprima infanzia della nostra città, ce nesono alcune riservate a specifichefigure professionali. Esse sonoorganizzate principalmente perrispondere a bisogni peculiari di unacategoria di lavoratori per promuovereconoscenze e competenze finalizzateallo sviluppo e alla crescita dellaprofessionalità richiesta dal ruolo.Riteniamo, tuttavia, che taleformazione svolga un’ulteriorefunzione in quanto, promuovendo ilsingolo, favorisce l’intero gruppo dilavoro: la soddisfazione che nascedalla consapevolezza (personale) edal riconoscimento (altrui) dell’aversvolto al meglio il compito assegnato,produce sicuramente un clima dibenessere.In un contesto di relazioni serene edialettiche pensieri ed azioni siconfrontano per dar vita a sinergienuove e produttive, in grado dirispondere quantitativamente equalitativamente alle richiesteprovenienti dall’esterno, e al tempostesso innalzano il livello di qualità ditutto il sistema.In questo quadro si inserisce l’offertaformativa rivolta ai cuochi realizzata daaprile a settembre 2008 con lapartecipazione, nell’ultima fase, deirappresentanti degli educatori e degliesecutori di ciascun servizio (i terzetti).La necessità di programmare unaformazione da rivolgereessenzialmente ai cuochi, è scaturitadalla valutazione dei risultati dell’ultimaindagine conoscitiva che il Servizio hasvolto nell’ambito del percorsoqualità, per rilevare la soddisfazionedel personale dei servizi relativamentealle diverse aree che costituisconol’attività lavorativa frontale e non diognuno, compresa l’area dellaformazione in servizio. Riguardo aquest’ultima, gli operatori cucinierihanno manifestato il desiderio di

intraprendere percorsi formativi sucontenuti specifici propri del ruoloprofessionale.Ci riferiamo alla richiesta espressa dirivedere con gli esperti dell’ASF1 ilmenu del nido prevedendol’introduzione di piatti multietnici peraccogliere ulteriormente le famiglie dicultura altra, a partiredall’alimentazione dei figli inseriti nellestrutture educative. Crediamo tuttaviache questo loro fabbisogno formativosia stato motivato da un altro bisognopiù profondo, non da tutti espressoverbalmente (almeno nella fase inizialedel percorso): quello di esseresostenuti nella propria professionalità,con il riconoscimento della specificitàdel ruolo, attraverso l’individuazione distrumenti per la condivisione con ilgruppo di lavoro dell’approccioall’alimentazione e delle modalità dicomunicazione delle scelte alimentarialle famiglie utenti, in una logica diintegrazione ed omogeneità.Sono stati previsti, pertanto, alcuniincontri tecnici, da realizzarsi sotto laguida di esperti del settore ASF eCFP2 per condividere e individuare,all’interno del gruppo cuochi, piatti ealimenti da integrare all’attuale menudel nido. Successivamente, è statorichiesto all’associazione ANaPP3 unprogetto di formazione volto apromuovere nei destinatari (in questocaso i cuochi) una riflessione sul ruoloe sulle prassi educative adottate inogni servizio, relativamenteall’alimentazione, per giungereall’individuazione di buone pratichecondivisibili da tutti gli interlocutori:cuochi, esecutori, educatori egenitori.

Tatiana Lucarelli, Coordinatrice pedagogica Servizieducativi alla prima infanzia del Comune di FirenzeArea Formazione/Comunicazione

Note1 ASF - Azienda Sanitaria Fiorentina2 CFP - Centro di Formazione Professionale3 ANaPP – Associazione Nazionale PsicologiPsicoterapeuti.

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L’articolazione e le finalitàdell’interventoIn co-progettazione tra l’areaformazione del coordinamentopedagogico e le docenti ANaPP1

è stato inizialmente delineato unintervento formativo snello, dueincontri di 3 ore ciascuno, con lafinalità di consentire agli operatoricucinieri di riflettere sulla propriacollocazione all’interno del gruppo dilavoro del nido, sulle competenzetrasversali e quindi sul modo percondividere con i colleghi/le colleghedel Servizio l’approccioall’alimentazione e alle sceltealimentari al fine di rendere omogeneala gestione delle relazioni con lefamiglie.

Il primo incontroNel mese di maggio 2008 è statorealizzato il primo incontro delpercorso con tutti gli operatoricucinieri, suddivisi in due gruppi dicirca 18 persone ciascuno, conl’obiettivo di fornire loro un’occasionedi confronto sul proprio ruoloprofessionale. Si intendeva cioè dareai partecipanti, innanzitutto,l’opportunità di dialogare con i propricolleghi in merito al ruolo svolto nellestrutture di appartenenza e alleesperienze in queste realizzate (aspetti positivi, soddisfacenti e critici,insoddisfacenti). Questo primo incontro, dal punto divista delle scelte metodologico-didattiche e delpossibile impatto della propostaformativa, non si presentava certosemplice. È stato così deciso didedicare il primo incontro all’ascolto,alla raccolta e all’analisi diconsiderazioni, ai vissuti personali,per ottenere una fotografia dellasituazione lavorativa dei cuochianziché trasmettere loro frontalmentedei contenuti. Le indicazioni fornite si sono rivelateconsistenti dal punto di vistaquantitativo e qualitativamente

significative, ovvero sostenute dapropositività e concretezza. Sonoemerse esigenze condivise legate allaconoscenza e al riconoscimento delruolo degli operatori cucinieri, inparticolare rispetto alle normative(Legge 155, HaCCP), alleopportunità e alle modalità dicomunicazione all’interno del gruppodi lavoro del nido e con gliinterlocutori esterni, alla necessitàdi norme e regole chiare, condivise e rispettate da tutti (ad es. nel rapporto con gli Uffici diSede).

La riprogettazione in itinere e il secondo incontroNel programma iniziale il secondoincontro prevedeva la partecipazionedi un rappresentante degli educatori edegli esecutori per ogni Asilo nido,così da consentire la condivisione inpiccoli gruppi, terzetti, delle riflessionie delle considerazioni effettuate inprecedenza dai soli operatoricucinieri.Si è reso però necessarioprogrammare – prima di quello – unulteriore incontro in plenaria, ovveroalla presenza dell’intero gruppo deglioperatori cucinieri (36 persone) conl’obiettivo, dichiarato, di individuare icontenuti di ciascun ruolo e produrreindicazioni migliorative. Questoincontro voleva, di fatto,rappresentare un’ulteriore opportunitàper consolidare la dimensione gruppodegli operatori (favorendo ilsuperamento dei vissuti di isolamento)e, allo stesso tempo, essere il puntonodale per elaborare una traccia piùpuntuale, omogenea e condivisa deitemi da discutere con i due colleghidel proprio nido nel successivoincontro.La prima parte della plenaria è statadedicata alla riflessione guidata sulpercorso effettuato, sono statirestituiti i materiali prodotti,trascrizioni, sintesi, slide.È stata quindi avviata un’attività in

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sottogruppi nella quale sono statiapprofonditi i seguenti quattro macro-temi:– norme e regole che disciplinano il

ruolo dell’operatore cuciniere alnido;

– influenza di norme e regole suicarichi di lavoro degli operatoricucinieri e sull’organizzazionequotidiana del loro lavoro;

– aspetti migliorabili nel rapporto con icolleghi del nido;

– aspetti migliorabili nel rapporto conle famiglie in relazione alle sceltealimentari e, in particolare, nelperiodo di ambientamento delbambino al nido.

L’attività dei sottogruppi è risultataparticolarmente intensa, tale darestituire un quadro completo delleesigenze (di mestiere, di ruolo e direlazione) di cui gli operatori cucinieriavrebbero voluto parlare con i duecolleghi del proprio nido durante ilsuccessivo incontro. Il lavoro di analisi e diapprofondimento prodotto daisottogruppi è stato successivamenteriorganizzato in una traccia strutturatae inviato a tutti gli operatori prima delterzo incontro, così da consentire lorodi prepararsi e di scegliere i temi suiquali concentrare il confronto in basealla storia e al presente della propriastruttura.

Il terzo incontro: il coinvolgimentodei rappresentanti delle altre figureprofessionali In base all’andamento del lavoro, allecaratteristiche espresse dai gruppi,alla durata complessiva dell’interventoe ai suoi obiettivi, si è quindiimpostato l’ultimo incontrosull’obiettivo di condividere con duerappresentanti del nido diappartenenza le riflessioni svolte perindividuare spazi di azione e dimiglioramento comuni. I terzetti, dopoun primo momento di definizione dellacornice dell’intervento da parte delleformatrici, si sono impegnati inun’attività di analisi condivisa deiquattro macro temi.Questa attività ha prodotto uninteressante elenco di buone pratichee di proposte di miglioramento. Lebuone pratiche sono state descrittedai terzetti appartenenti a Nidi nei

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quali i rapporti fra educatori-esecutori-cuochi e famiglie risultavano giàpositivamente articolati in una serie diattività comuni progettate eregolarmente applicate (ad es. lapartecipazione del cuoco al momentodel pranzo con i bambini, lapartecipazione del cuoco – con spaziodedicato – alla riunione con i genitoridei nuovi iscritti o alle riunioni diprogrammazione degli educatori). Le proposte di miglioramento sonoinvece emerse dai terzetti cheritenevano di dover agire su alcuniaspetti del rapporto tra le varie figureprofessionali e tra queste e le famiglieal fine di rendere più efficace losvolgimento del lavoro di tutti e piùchiaro e riconosciuto il ruolo di ognisingola professionalità.Nella parte finale dell’incontro ciascunterzetto ha poi descritto in plenaria irisultati del proprio lavoro,consentendo così un’ulteriorecondivisione di prassi diverse. Tutti imateriali prodotti dai terzetti sono statitrascritti e quindi restituiti aipartecipanti dalle coordinatrici chehanno così potuto condividere nonsolo il percorso fatto, ma anchestabilire con quali modalità riferirlo eriportarlo in ogni singolo gruppo dilavoro.

I risultati dell’intervento formativoLa partecipazione e il gradimento deipartecipanti: per l’intera duratadell’intervento la partecipazione deglioperatori cucinieri è stata attiva eproficua; nelle valutazioni finalisull’efficacia del corso i partecipantihanno espresso gradimento per unaproposta formativa effettivamentelegata alle loro esigenze di lavoro, sianello specifico professionale che nelrapporto con i colleghi.

La riprogettazione in itinere: l’averpotuto, con il pieno supporto da partedell’Area formazione delcoordinamento, inserire nel percorsoun ulteriore incontro ha consentito diavere tempi più distesi e funzionalirispetto al portato dell’aula, diconsolidare la dimensione di gruppodegli operatori cucinieri, di favorire loscambio finalizzato con i colleghi delnido, evitare le improvvisazioni pococostruttive.La costituzione dei terzetti: i terzetti,

individuati come unità minima di lavorodurante l’intervento in aula, una voltaterminati gli incontri sono stati attivatidalle coordinatrici per condividere conl’intero gruppo di lavoro del nidoquanto emerso. Questo passaggio,oltre a dare una visibilità altra al ruolodell’operatore cuciniere, ha promossouna reale circolarità comunicativa e larielaborazione di spunti operativiaderenti alla realtà di ciascun nido.

La trasmissione delle informazioni alivello di sistema: al fine di ampliare lospazio dell’intervento e ottenere unamaggiore efficacia complessiva, si ècercato di promuovere la circolazionee la trasmissione di informazioni fratutti gli attori coinvolti nel percorsoformativo. Così ai partecipanti sonostati consegnati a ogni incontro imateriali prodotti con i loro contributi;ai componenti dei terzetti è stata fattapervenire la traccia di lavoro perl’incontro a loro dedicato, l’interopercorso e i suoi esiti sono statipresentati alle coordinatrici e allereferenti del Servizio mensa in unapposito incontro; le indicazioniemerse dai terzetti (buone pratiche eproposte di miglioramento) sono stateriportate in un unico documentoconsegnato alle coordinatricipedagogiche, affinché tutti i Servizipotessero avere testimonianza dellediverse prassi presenti a livello disistema.

Elena Martini, formatrice e consulente di sviluppoorganizzativoSimona Guerrini, psicologa e psicoterapeutaCaterina Borrello, psicologa e psicoterapeuta

Nota1 ANaPP – Associazione Nazionale PsicologiPsicoterapeuti. Le docenti coinvolte nel Progettoformativo per gli Operatori Cucinieri sono state ElenaMartini, Simona Guerrini e Caterina Borrello.

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Il corso di formazione, rivolto aglioperatori cucinieri e in una secondafase anche ai rappresentanti deglieducatori ed esecutori di ciascunservizio, ci è sembrato fin da subitomolto utile poiché ci ha aiutato avalorizzare, nel rispetto delle variecompetenze, tutte le figureprofessionali in un’attivitàfondamentale della giornata al nido: ilpranzo. Talvolta il gruppo di lavorotende a isolare il cuoco e a nonattribuirgli una funzione educativa.Grazie a questo corso abbiamocompreso l’importanza di ascoltare econdividere anche i bisogni del cuoco,nel rispetto delle sue competenze edei suoi molteplici vincoli conseguentialle normative vigenti sulla sicurezzadei cibi. Con la collaborazione di tuttiabbiamo progettato e realizzato unpercorso di miglioramento. Del resto,insieme ai genitori dobbiamocoinvolgere il cuoco per concordare losvezzamento dei bambini e persuperare le problematiche alimentari dinatura patologica o legateall’eccessiva ansia dei genitori. Glieducatori hanno il compito di farapprezzare ai genitori l’altaprofessionalità del cuoco che sioccupa non solo di cucinare, maanche di nutrire, nel senso piùcompleto del termine.Il pranzo al nido è un’attività e il cuocone è il regista. Egli studiacontinuamente quali cibi preparare ecome presentarli ai bambini, in mododa stimolarli ad assaggiare anchequelli che di solito non sono i loropreferiti. All’Asilo nido FANTAGHIRÒ, dopoaver condiviso tutto il progetto con ilgruppo di lavoro, abbiamo elaboratouna scaletta temporale necessaria allacuoca per organizzare il propriolavoro e servire a tavola rispettando ilprotocollo previsto dalla normativa:– alle 11,20 conclusione di tutte le

attività della mattina. I bambini chehanno fatto attività in altre stanze siriuniscono con il gruppo-sezione;l’educatrice di riferimento li seguementre si lavano le mani e li faaccomodare a sedere; i tavolivengono sistemati per il pranzo;

– alle 11,30 ingresso dei carrelli insezione e inizio del pranzo.

Gli educatori e gli esecutori mangianoseduti al tavolo con i bambini,spiegano loro il menu del giorno epresentano i cibi in modo da invogliarliad assaggiare. È importante chel’adulto si muova il meno possibile econceda ai bambini il temponecessario per mangiare. Il pranzodeve svolgersi con la giustatranquillità e attenzione da parte ditutte le figure professionali presentinella stanza ed è occasione diosservazione dei bambini da partedegli educatori.Per rendere anche i genitoriconsapevoli e partecipi del significatodel pranzo al nido abbiamo pensato direalizzare un’iniziativa specifica. Nelmese di febbraio i genitori dei bambininuovi iscritti saranno invitati a unincontro nel quale verrà presentato,con la collaborazione della cuoca,della coordinatrice, di un educatoreper sezione e di un esecutore, ilpranzo come attività educativa eformativa e verranno spiegate lecaratteristiche nutrizionali dei diversialimenti. Con l’ausilio di foto saràillustrato come si svolge il pranzo alnido e sarà spiegata la funzioneeducativa di tutte le figureprofessionali. È previsto anche unmomento di confronto per evidenziarele eventuali problematiche relativeall’alimentazione e per dare modo aigenitori di dialogare sulle esperienzealimentari dei propri figli. Tutto questo per far capire come ibambini vivono l’esperienza delpranzo all’interno della comunità-nidoe per evidenziare le strategie positive,utili a farlo diventare un momentopiacevole per tutti anche a casa,laddove ci fossero delle difficoltà.

Sara Grandi operatrice cuciniera Asilo nidoFANTAGHIRÒElena Poloni educatrice Asilo nido FANTAGHIRÒErica Venturini esecutrice Asilo nido FANTAGHIRÒ

Asilo nido FANTAGHIRÒComune di Firenze - Anno educativo 2007-2008Coordinatrice pedagogica del Comune di Firenze:Mariella Manetti

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Il pranzo al nido è un’esperienzaparticolarmente ricca e complessa.È caratterizzato da una molteplicità diaspetti: il nutrimento, le scopertesensoriali, l’aspetto affettivo erelazionale, il rapporto individuale conil cibo, la convivialità, ma richiedeanche una grande attenzioneall’aspetto organizzativo e necessitadella partecipazione attiva di tutte lefigure professionali che operano nellastruttura.Progettare il pranzo presuppone lacondivisione del progetto educativoda parte di tutto il gruppo di lavoroanche attraverso continue verificheche permettano di migliorare ilprogetto stesso.Fin dal 2003, quando il nostro gruppodi lavoro si è costituito, il momento delpranzo ha avuto una parte rilevantenella progettazione educativa.Abbiamo pensato agli spaziprivilegiando la suddivisione in piccoligruppi affidati alla figura di riferimento,per favorire il rispetto dell’individualitàe un buon clima relazionale.Bambini e adulti hanno un posto fissoa tavola, compresi gli esecutori el’operatore cuciniere. Per rendereagevole e sereno il pranzo, in cucinavengono preparati i carrelli, uno perogni tavolo, con le sporzionature ditutte le pietanze. Ogni carrellocontiene anche gli strumenti necessariper servire il cibo: romaioli, pinze e

posate. I carrelli rimangono vicino aogni tavolo in modo che tutto sia adisposizione senza bisogno di alzarsi. Il ruolo degli adulti è quello di creareun’atmosfera tranquilla e serena, diaiutare i bambini ad essere semprepiù autonomi, di invitarli ad assaggiarepietanze nuove e di facilitare lerelazioni fra adulto e bambino e tracoetanei.L’autonomia dei bambini varia,naturalmente, a seconda dell’età,quindi in ogni gruppo si attuanostrategie diverse: nel gruppo piccolivengono utilizzati i cucchiaini e ibicchieri di plastica dei biberon, chesono piccoli e trasparenti, perconsentire di vedere la quantitàd’acqua contenuta e averel’opportunità di iniziare a beregradualmente da soli; nei gruppi medie grandi vengono usati i bicchieri divetro anche se con dimensionidiverse, per i primi si usa un bicchierepiccolo, per gli altri un bicchiereleggermente più grande. I medi,intorno alla metà dell’anno educativo,iniziano a servirsi il parmigiano da soli,mentre i grandi, con l’uso di piccolebrocche di vetro, iniziano a versarsil’acqua. Ciò stimola i bambini nelprocesso di autonomia, nel rispettodei tempi e degli spazi degli altri,nell’abituarsi a rispettare il proprioturno.Nel gruppo dei grandi, a partire dalmese di gennaio, tre bambini a turnoapparecchiano i tavoli. Questomomento è gestito dall’esecutore diriferimento alla sezione: intorno alle11.10 l’esecutore accompagna i trebambini a lavarsi le mani, fa loroindossare i grembiulini, li porta incucina a prendere i carrelli e li aiutaad apparecchiare. Finito il pranzo ibambini riportano i carrelli in cucina.1

Asilo nido GALLO CRISTALLOComune di Firenze - Anni educativi da 2003-2004 a2007-2008L’esperienza è stata realizzata da Ilaria Bigazzi, LuciaBiondi, Marta Bonanni, Marilena Boschi, CristinaErmini, Franca Ghiribelli, Mery Gomboli, PaoloGrasseschi, Claudia Lumini, Cinzia Messeri, GiuliettaNeri, Gabriella Scemi, Isabella TarquiniCoordinatrice pedagogica del Comune di Firenze:Giovanna Malavolti

Nota1 Esempio di buone pratiche riportato dal terzettodell’Asilo nido GALLO CRISTALLO nell’ambito delcorso di formazione per operatori cucinieri.

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Lucia ScuderiSE IO ASSAGGIO…Fatatrac, Firenze, 2004Pagine 16, Formato cm 12 x 17

“Se è dolce èun…” prima diarrivare allarisposta ibambinipossonoscatenare lafantasiagustativa e,aprendo la

pagina, scoprire che cosal’autrice-disegnatrice ha tenutoin serbo per loro. Un deliziosoe robusto libro-gioco con unamorbida copertina imbottita,nel quale le doppie pagine siaprono a sorpresa per svelaregli animali più amati intenti adassaggiare il mondo. Un modonuovo e originale per affrontarecon i bambini il tema del gustoche si aggiunge ad altri tre librisul tatto, sulla vista e sull’udito.

Alberto Anelli, Tony MartucciIL CAFFÈ DELLA PEPPINAGallucci, Roma, 2008Pagine 28, Formato cm 12,5 x 14, con cd allegato

Le canzoni possonotrasformarsi in libri?!? Ebbenesì, questa è la scommessa

della casaeditriceGalluzzi cheormai daqualche annosi è dedicataallapubblicazionedelle canzoniclassiche dabambini (del

Piccolo Coro dell’Antoniano enon solo). Le parole delle

L’angolo multimedialeA cura di Laura Minunno e Elena Pacini, educatrici asilo nido del Comune di Firenze

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Da leggere e… rileggere

Le bambine e i bambini amanoascoltare e ri-ascoltare lestorie…Ci sono favole, racconti, libriillustrati che volete farconoscere e far ri-ascoltare?Inviate la nota bibliograficacompleta di dimensioni dellibro, numeri di pagine ecommento a:[email protected] nell’oggetto rivista.

LO SCAFFALE… dellebambine e dei bambini

canzoni sono accompagnateda divertenti immagini di famosiillustratori e dal Cd musicale.Per rimanere in tema abbiamoscelto “Il caffè della Peppina”:cioccolata, ali di farfalle,cipolle, formaggini… ecco ilmiglior caffè della Peppina!Nessuno lo vuole… ma chissàperché?

Jeanne AshbéHAI LA PAPPADAPPERTUTTO!Babalibri, Milano, 2004Pagine 16, Formato cm 16,5 x 17,5

Michi e il suo gatto Meo sonoalle prese con una squisitamerenda di yogurt… Siorganizzano per mangiarla al

meglio e,nonostantecucchiainoebavaglino,imbrattanotutto,quindi nonresta che

ripulire. Un libro cheaccompagna i bambini consemplicità ed efficacia nellaroutine del pasto... mangiaresignifica immergersi nelpiacere del palato, ma ancheripulirsi dopo essersiliberamente imbrattati

Claude BoujonBUON APPETITO, SIGNOR CONIGLIO!Babalibri, Milano, 2001Pagine 32, Formato cm 21 x 21

Il Signor Coniglio è stufo dimangiare sempre carote. Cosamangeranno gli altri animali?Decide di andare a vederecosa c’è nel piatto dei vicini: laranocchia, l’uccellino, il pesce,il maialino, la balena, lascimmia rispondono alle suedomande... ma quando

scoprirà diessere ilpiattopreferitodellavolpe...

correrà a casa a gustarsi unbel piatto di carote!

Eric CarleIL PICCOLO BRUCOMAISAZIOMondadori, Milano, 1989Pagine 23, Formato cm 21 x 30

Un piccolo bruco appena natoè molto affamato e se ne va ingiro alla ricerca di cibo: tantabuona frutta per cominciare...ma, non sazio, si gusta anchetorte al cioccolato, gelati,cetrioli, fette di salame e cosìvia. Sarà sazio alla fine? E cosa uscirà dal bozzolo cheha costruito?Un bel libro molto amato daibambini che affronta consemplicità temi complessicome la sensazione della fame,gli aspetti della crescita, icambiamenti del corpo.

LO SCAFFALE… dei grandi

Patrizia PedrazziPICCOLO MANUALE DIEDUCAZIONE ALIMENTARE,da 0 a 3 anniCarocci, Roma, 2005Pagine 128

Se desiderateavereinformazioniscientifiche e allostesso tempopratichesull’alimentazionedel bambino dallanascita ai treanni, questo agilee semplicemanuale è quello che fa pervoi. Pensato e scritto pereducatori di Asilo nido, genitorie operatori sanitari, da un latooffre spunti e suggerimenti sucome nutrire in modo sano ilbambino e dall’altro forniscesemplici, ma efficaci lineeguida alle figure che sioccupano dell’educazione allasalute. Sono qui affrontati temidelicati come l’allattamento, ildivezzamento, il fabbisognonutrizionale, le prime abitudinialimentari, le preferenze e icapricci, il menu dell’asilo, ilcomportamento durante i pasti.Questo testo è il primo di unaserie in tre volumi sul temadell’alimentazione in etàevolutiva: asilo nido (0-3 anni),scuola dell’infanzia (3-6 anni) escuola primaria (6-11 anni).

EDUCARE A UN PIACEREPER LA VITA: BAMBINI, CIBO,ALIMENTAZIONEBambini in Europa, Edizioni Junior, Azzano S.Paolo (Bg), n. 1 febbraio 2006

Numero monografico dellarivista “Bambini in Europa” che

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Un nuovo spazio per... lo SPAZIO LIBROpubblico e del prestito, èaffidata alla CooperativaSociale Cepiss/Arca, con lasupervisione e il monitoraggiodel Coordinamentopedagogico del Comune diFirenze.

L’obiettivoLo SPAZIO LIBRO è unabiblioteca per piccoli,piccolissimi e famiglie che ilComune di Firenze,Assessorato alla pubblicaistruzione, Asili nido e servizicomplementari ha ri-apertonella nuova sede di ViaMonsignor Leto Casini, 9 -Firenze (Presso l’Ex Area Fila,Zona del Gignoro) tel. 055 679973.Lo SPAZIO LIBRO è un luogonel quale i protagonisti sono ilibri per bambini, anchepiccolissimi, con laconsapevolezza di quanto sianecessario, motivare,sostenere, stimolare eincoraggiare la curiosità allalettura fino dai primi anni: i libriaccompagnano i bambini e lebambine verso nuove scoperteche potranno arricchire il loropatrimonio di idee, di pensieri,di emozioni. L’obiettivo del servizio è quellodi promuovere e diffonderel’uso del libro come oggettoparticolarmente significativo,divertente e magico.

Il servizioLo SPAZIO LIBRO si rivolgea bambini dai 2 ai 6 anniaccompagnati da familiari,educatrici, insegnanti. Negli spazi appositamentepensati e predisposti di questa

affronta il tema del cibo neiServizi che accolgono ibambini nella prima infanzia:come si producono, cucinanoe consumano gli alimenti, masoprattutto il cibo comeesperienza culturale, sociale,

educativa,estetica, oltreche salutare.Leesperienzespazianodall’Italia(Pistoia,Torino eVenezia) alBelgio, allaFrancia, alla

Germania, alla Svezia, allaGran Bretagna passando anche per gli StatiUniti.

CHOCOLATUsa 2000, regia di LasseHallström, commedia.Un delicato e delizioso film,ambientato negli anniCinquanta, in cui una tematicaattuale come la tolleranza vieneaffrontata con una certamagia… il piacere del gusto edella golosità mediatore nelsuperamento delle diversità.

RATATOUILLEUSA, 2007 regia di Brad Bird,cartone animato.Il ratto Remy è dotato di unparticolare talento per l’arte

CIAK, SI MANGIA!Dalla cineteca diFirenze per le bambinee per i bambini

culinaria. L’occasione della suavita è l’incontro con losguattero Linguini, che lointroduce nella cucina di unodei più celebri ristoranti parigini.Un cartone animato brioso,adatto a grandi e piccini.

www.comune.firenze.it/asilinido/servizi/an_alimentazione.htm

www.comune.fi.it/asilinido/pubblicazioni– Un menu per tutti.

L’alimentazione al nido: unpranzo a misura di bambino.

– Un menu per tutti.Problematiche relative al bambino con

DEDICATO a chipreferisce navigare…

intolleranze alimentari.– Ricettario. Le ricette degli

Asili nido del Comune diFirenze.

www.ibclc.it/docs/EUpolicy06it.pdfAlimentazione dei lattanti e deibambini fino a tre anni:raccomandazioni standard perl’Unione Europea (2006)

www.inran.itIstituto Nazionale di Ricercaper gli Alimenti e la Nutrizione.Ente di ricerca di diritto pubblicosottoposto alla vigilanza delMinistero delle PoliticheAgricole, Alimentari e Forestali.

www.cedeas.asf.toscana.itCentro di documentazione perl’educazione alla salute.

particolare biblioteca bambini eadulti possono trascorrere del tempo insieme leggendo,raccontando e ascoltandostorie. Tra le proposte del servizio,grande rilevanza ha l’attività diprestito dei libri il cui obiettivoè di offrire alle famiglie lapossibilità di arricchire connuove letture e racconti,l’esperienza domestica deibambini. Questo spazio offre anche, alle educatrici e alle insegnantidei servizi all’infanzia, la possibilità di usufruire del prestito libri e l’opportunitàdi uno scambio di conoscenzee proposte di letture e libri per bambini. La frequenza allo SPAZIOLIBRO è gratuita come pure ilprestito dei libri. Attualmente la bibliotecacontiene circa 1600 volumi.

Orari e modalità di frequenzaIl rilascio di una tesseranominativa consente l’accessoal servizio ed offre la possibilitàdi usufruire del prestito di libri.Lo SPAZIO LIBRO è apertoall’utenza da ottobre amaggio il lunedì, mercoledì,venerdì pomeriggio dalle ore16,30 alle ore 19,00 e ilsabato mattina dalle 10,00alle 13,00. La gestione dell’apertura al

InformazioniAlessandra Zocchi,Coordinatrice pedagogica deiServizi educativi alla primainfanzia del Comune di FirenzeArea [email protected]

PROGRAMMA EVENTI E INIZIATIVE 2009

Storie nel baule tutto l’anno, il mercoledì Letture ad alta voce

Il sabato si racconta 31 gennaio 2009Asilo nido MADAMA DORÈ Ombre di tutti i colori

Cibiamici sabato 28 febbraio 2009Asilo nido ERBASTELLA La storia di Zurlino

Cibiamici dal 28 febbraio al 7 marzo 2009Mostra di documentazioni sul cibo

Cibiamici sabato 7 marzo 2009Asilo nido TASSOBARBASSO Una fame da lupo

per leggere libri lunedì 16 marzo 2009Libri e letture a confronto tra educatrici ed educatori deiservizi

Il sabato si racconta 28 marzo 2009Asilo nido DRAGONCELLO Otello un amico a sorpresa

Laboratorio sulla fiaba Sabato 4 aprile 2009Laboratorio per bambini e genitori

Il sabato si racconta 9 maggio 2009Asilo nido COCCINELLA La nuvola Olga

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Appunti...

Appuntamenti

SETTEMBRE PEDAGOGICO2008Apriti… nido – I Servizi allaprima infanzia aprono alla città.L’edizione 2008 ha visto larealizzazione di incontri, unoper quartiere, sul temadell’alimentazione incollaborazione con la dietistaCarlotta Benvenuti. L’iniziativaha consentito alle famiglie diapprezzare il progetto delpranzo educativo.

BIENNALINA1° Salone nazionaledell’infanzia 12 -15 novembre nell’ambito della rassegnaDire & fare 2008L’Assessorato alla PubblicaIstruzione del Comune diFirenze ha presentato:

Educazione alla cura e contrastodegli stereotipi inizio di unasperimentazione, progettofinalizzato alla formazione dieducatrici/insegnanti dei Servizieducativi e delle Scuoledell’infanzia sul tema delsuperamento degli stereotipiculturali. È stato realizzatograzie alla collaborazione traServizio Asili nido e Servizicomplementari, Ufficio Tempi eSpazi, Scuola dell’infanziaComunale e Progetto Donnanell’ambito del Progetto EqualFase 2 Tempo: Territorio eMainstreaming per le PariOpportunità.All’interno della rassegna ilprogetto ha vinto il premio Cittàideale che intende promuoveree mettere in rete gli elementipiù innovativi della PubblicaAmministrazione.

Condizioni meteorologiche ecomportamento dei bambini alnido, progetto innovativo,realizzato in collaborazione conil Dipartimento di Psicologia e ilCentro interdipartimentale diBioclimatologia dell’Universitàdegli studi di Firenze. L’ideaparte dalla constatazione che

parametri meteorologicidiversificati possonoinfluenzare il manifestarsi didisturbi emotivi ecomportamentali.

Fiabe in scatola, narrazioni perle famiglie a cura dell’Asilo nidoTASSOBARBASSO.

PREMIO Amico della famigliaIl Dipartimento delle politicheper la famiglia ha istituito con lalegge finanziaria 2007 unpremio rivolto alle Autonomielocali e alle imprese che hannorealizzato le migliori iniziative asostegno delle famiglie. IlServizio Asili nido e Servizicomplementari del Comune diFirenze ha presentato i Servizipiù innovativi e ha vinto unamenzione speciale del valore di30.000 euro.

Delle Edizioni Junior sonouscite nel 2008 duepubblicazioni a cura delServizio Asili nido e Servizicomplementari alla primainfanzia del Comune di Firenze.Le Linee guida sono nate conl’obiettivo di indirizzare l’azioneeducativa all’interno della retedei Servizi e costituiscono labase per garantire e mantenereun elevato standard di qualitàdel Servizio offerto nellestrutture del territorio:pubbliche, private, accreditate. Approfondimenti Linee guidaAMBIENTAMENTO in cui sonoesplicitati i principi pedagogiciche stanno alla base di questodelicato momento checoinvolge bambini, genitori etutte le figure professionali cheoperano all’interno dei Servizi.

Nel 2008 il coordinamentopedagogico in collaborazionecon la Mediateca RegionaleToscana ha prodotto un DVDdal titolo Esplorare e scoprire:materiali per giocare nelsecondo anno di vita.

percorsi di aggiornamentoproposti al personale deiServizi alla prima infanzia negliultimi dieci anni, con particolareriferimento al percorsoformativo sulle competenzerelazionali realizzato nel triennio2003-2006. Il volume parte daun’analisi del contesto e deibisogni formativi e mette inevidenza i cambiamentiavvenuti all’interno del sistemadei servizi grazie ai progetti dimiglioramento realizzati apartire dall’analisi della qualità.Il lavoro verrà presentato nelcorso di un seminario di studiosulla formazione che si terràsabato 28 marzo 2009 pressol’Auditorium F.L.O.G. a Firenzein via M. Mercati, 24.

Programma degli INCONTRI A TEMA rivolti allacittadinanza che si terrannopresso l’auditorium della Cassadi risparmio di Firenze, viaFolco Portinari, 5/r, Firenze: • Sabato 24 gennaio 2009:Attività motoria e crescita delbambino a cura delleassociazioni Animo/Anima • Sabato 14 febbraio 2009:Ninna nanna ninna NO il sonnodel bambino a cura di PaolaAllori e Michela Caselli,neuropsichiatre infantili eAlessandra Gualtieri,psicopedagista • Sabato 21 febbraio 2009:Neonati Maleducati… a cura diPaolo Sarti, pediatra• Sabato 14 marzo 2009:Voglio la caramella di ieri ilcapriccio del bambino a cura diPaola Allori e Michela Caselli,neuropsichiatre infantili eAlessandra Gualtieri,psicopedagista

Il 16 maggio 2009 ilcoordinamento pedagogico etutto il personale dei Servizi allaprima infanzia del Comune diFirenze è coinvolto in unagiornata dedicataall’approfondimento Lineeguida sul tema BAMBINI ENATURA.L’evento ha luogo pressol’Auditorium F.L.O.G. aFirenze, in via M. Mercati, 24.

Da gennaio a maggio 2009,presso lo SPAZIO LIBRO, iniziala quinta stagione di Il sabatosi racconta iniziativa rivolta abambini dai 2 ai 6 anni connarrazioni, rappresentazioni distorie, fiabe e filastrocchecantate, a cura del personaledei Servizi. Il programma aggiornato delloSPAZIO LIBRO è disponibile sulsito: www.comune.fi.it/asilinido

È in fase di pubblicazione,Edizioni Junior Approfondimenti Linee guidaDOCUMENTAZIONE. Il testonasce da una progettazionepartecipata che ha previsto ilcoinvolgimento del personale edelle coordinatrici pedagogichenell’individuazione di indicazionichiare e precise per larealizzazione di progetti didocumentazione. In allegato unCd con alcune esperienzedocumentate nei Servizi.

È in corso di stesura finaleanche il volume dedicato allaFORMAZIONE realizzato incollaborazione con leassociazioni ARPA Firenze eANaPP.La pubblicazione documenta i

Rubrica a cura di Anna Tomaselli e Alba Cortecci Coordinatrici pedagogiche dei Servizieducativi alla prima infanzia del Comune di Firenze, Area Innovazione/Progettazione

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Filo diretto Lettera alla redazione

con tutto il gruppo di lavoro: al nido (e non solo) che significatohanno i dettagli? I dettagli sono come la ciliegia sulla torta, unultimo tocco di perfezionamento da aggiungere quando il lavoro dibase è già stato consolidato? I dettagli sono piccoli o sonograndi? Io sono convinta che siano grandi, anzi, fondamentali. Se penso alla dimensione delle posate che i bambini useranno(non solo cucchiai ma anche forchette e coltelli stondati…),penso ai bambini. Supero un’idea astratta di bambini e del loromangiare, mi calo nella loro realtà fisica, nelle loro difficoltà, nella loro voglia di fare. I dettagli costituiscono un linguaggio non-verbale, un nostro strumento prezioso per parlare ai bambini,per dire che li vediamo e li accompagnamo con empatia e rispetto.

Vedendo le difficoltà dei bambini nel mangiare autonomamente, sirischia di rimediare la situazione sostituendoci a loro, compiendonoi stessi i gesti che loro non riescono a eseguire. Se Michelenon riesce a prendere le lenticchie, verrebbe da togliergli dimano la forchetta e riempirla per lui invece di insegnargli l’usodella scarpetta. Ma così facendo priviamo il pranzo di gran partedel suo fascino.

Vedo un carrello di piatti individuali già pronti per la tavola: stomale perché so che i bambini ne mangeranno solo una parte eche molto di questo buon cibo, preparato con cura e arte,tornerà in cucina e finirà nel bidone dei rifiuti. Non serve insistereperché i bambini mangino tutto, anzi, sarebbe controproducente.Serve, piuttosto, cambiare sistema. Invece di confezionare i piattiin cucina o sul carrello (una pratica istituzionale in eredità da altritempi), è meglio servire il cibo a tavola da vassoi piccoli,coinvolgendo i bambini direttamente. Così diventano protagonistiattivi dell’arrivo del cibo nel loro piatto. Servirsi (con posate didimensione maneggevole) fa parte dell’aspetto laboratoriale delmangiare.

Occorre problematizzare il pranzo, considerarne e valorizzarnetutti i dettagli operativi. Le competenze dei bambini a tavola sonolimitate in rapida evoluzione. Bisogna sforzarsi di vedere i lorotentativi e di facilitarli con tanti piccoli accorgimenti pratici. Posatea dimensione bambino, piccoli bicchieri trasparenti e stabili,vassoi piccoli sul tavolo dai quali servirsi da soli (o quasi)…Rendere la tavola interessante, ricca di operazioni da compiereautonomamente, è anche un modo efficace per invogliare ibambini a stare a tavola e a mangiare. Che cosa e quanto ibambini mangiano sono strettamente legati a come mangiano.

Un pranzo-laboratorio tende a prolungarsi. I bambini vi sitrattengono volentieri. Diminuisce la fatica di tenerli a tavola ediminuiscono le esortazioni ansiose del tipo “Se non mangi, noncresci”.

Se raccontiamo ai genitori che il pranzo al nido dura un’ora eanche di più, molti rimangono increduli. Sono abituati a situazionistressanti. C’è chi rincorre il figlio per la casa con il cucchiaio inmano. C’è chi accende i cartoni animati per tenere il bambinofermo mentre viene imboccato. Potremmo aiutare i genitoririflettendo insieme a loro su quanto incide l’aspetto laboratorialedel pasto sulla voglia dei bambini di mangiare.

Penny Ritscherpedagogista, scrittrice su temi d’infanzia

(Care colleghe, ho saputo che il prossimo numero di Firenze per le bambine e per i bambini viene dedicatoal pranzo al nido. Colgo l’occasione per condividere con voialcune riflessioni.

Per i bambini impadronirsi delle posate è una sfida affascinante:

Vedo Pietro che sta faticando a mangiare con il cucchiaio ilprosciutto tagliato a pezzetti. “Prendi il prosciutto con le dita”, gliconsiglia l’educatrice, “riesci meglio.” Ma Pietro insiste con ilcucchiaio. La sua determinazione sembra dire, “ora che hocominciato a mangiare con questo utensile, non mi tiro indietro.”

Vedo Marta che infila il cucchiaio nel suo bicchiere. Cerca diprendere una cucchiaiata d’acqua, ma per estrarre il cucchiaio lodeve tenere in verticale e l’acqua cade nuovamente dentro ilbicchiere. Allora lecca dal cucchiaio le poche gocce che vi sonorimaste attaccate. Ripete l’operazione tante volte. Avrebbe potutobere direttamente dal bicchiere, ma evidentemente le interessavadi più maneggiare il cucchiaio che non soddisfare la sete.

Il mangiare al nido (pranzo, ma anche merenda) ha più versanti:la qualità del cibo stesso, il contesto conviviale nel quale simangia, la ritualità di un appuntamento quotidiano e l’aspetto chesi potrebbe chiamare laboratoriale. È l’aspetto che emerge negliepisodi riportati e sul quale, mi sembra, non si rifletteabbastanza. Probabilmente il motivo è, almeno in parte, il fattoche, da adulti, le nostre abilità a tavola sono così consolidate dasembrarci scontate. Ci può sfuggire quanto è impegnativo per unbambino, per esempio, cercare di spandere una cucchiaiata diformaggio grattugiato sulla pasta in modo uniforme invece dirovesciarlo in un unico mucchietto. Oppure, cercare di prenderele lenticchie con la forchetta…

Michele sta cercando di mangiare le lenticchie con la forchetta,ma le lenticchie scivolano via. Più le rincorre sul piatto e più lelenticchie gli sembrano scappare. “Puoi fermarle con un pezzettodi pane”, gli suggerisce l’educatrice e gli fa vedere come funzionala scarpetta. Michele prova, ora riesce a riempire la forchetta dilenticchie. Soddisfatto, le mangia. Però, il pane bianco si èmacchiato di lenticchie e la macchia non gli piace. La mostraall’educatrice che gli toglie la parte macchiata, così il pane ritornabianco. Michele si rimette a mangiare. Di nuovo le lenticchiescappano. “Spingi con il pane”, gli ricorda l’educatrice, “ecco,così. Bravo!” Il pane si macchia di nuovo. Michele lo guarda, lolecca, il pane torna abbastanza pulito. Così, con determinazione,Michele ripete più volte la sequenza: spingere con la scarpetta,mangiare le lenticchie, leccare il pane, finché non ha mangiatotutte le lenticchie sul piatto. Ne vorrebbe ancora. Non si sa sesono le lenticchie che gli piacciono o l’attività di mangiarle,probabilmente l’uno e l’altro. Si serve più volte.

Una volta in un servizio ho notato che a tavola i bambini avevano adisposizione soltanto i cucchiai a dimensione adulta, per loropoco maneggevoli. Eppure, i cucchiai più piccoli (da dessert)erano stati acquistati appositamente. Quando ho chiesto dovefossero andati a finire i cucchiai a misura di bambino,un’educatrice mi ha risposto che in quel momento, durante ilperiodo degli ambientamenti, era già tanto riuscire a fare mangiarei bambini a tavola, non era ancora il momento per occuparsi deidettagli. Da questo commento è scaturita una riflessione feconda

LETTERA ALLA REDAZIONE

Un pranzo laboratorio

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LA VIGNETTA DI

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Prossimamente in uscita

il volume Approfondimenti

Linee guida DOCUMENTAZIONE

per i Servizi educativi alla

prima infanzia

del Comune di Firenze