PER LA MANUTENZIONE DELLA VITA SPIRITUALE Scuola di ... · RITORNELLO CANTATO Se il chicco di grano...

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8 PER LA MANUTENZIONE DELLA VITA SPIRITUALE Primo passo: Riconoscere cosa c’è nel cuore Secondo passo: Preparare l’ascolto Terzo passo: Leggere con attenzione Quarto passo Ascoltare le domande Dopo aver sostato con calma sul testo che hai scelto per la tua preghiera, dopo averlo conosciuto e reso famigliare, dopo averlo in qualche modo “abitato” e custodito nella tua memoria e nel tuo cuore, giunge il momento di lasciare che susciti in te delle domande. Le provocazioni potranno essere semplici o più impegnative, non giudicare la loro qualità, l’importante è ascoltarle senza la fretta di rispondere. Gli interrogativi che la Parola di Dio suscita in noi non sono mai domande a quiz ma richiedono il coinvolgimento di tutto noi stessi: mente, cuore, mani… Sono domande che aprono e danno il via ad un dialogo con Lui che potrà continuare anche lungo tutta la giornata. Il cuore quando è cercato e amato cerca sempre colui che lo cerca e s’intrattiene volentieri. E continuando questo dialogo, a tempo opportuno, le domande troveranno le loro risposte. Prendiamo ancora, come esempio, il brano della vocazione di Matteo (Mt 9, 9-13). Andando via di là, Gesù vide un uomo, seduto al banco delle imposte, chiamato Matteo, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì. Mentre Gesù sedeva a mensa in casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e si misero a tavola con lui e con i discepoli. Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: «Perché il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?». Gesù li udì e disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Andate dunque e imparate che cosa significhi: Misericordia io voglio e non sacrificio. Infatti non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori». Provo a formulare qualche domanda: Tu Signore, come quel giorno con Matteo, mi guardi e mi passi accanto… Forse inviti anche me a seguirti? Ma cosa vuol dire seguirti? Mi aiuti a “capirlo”? Io avrò il coraggio e la forza di “alzarmi” dalle cose a cui ci tengo tanto? Signore io non mi sento degno della tua attenzione: ma perché tu voi stare proprio con me? Perché tu Signore cerchi anche quelli che sono lontani? Concludi con questa preghiera: Signore, quante domande suscita in me la tua Parola, non credevo fosse così ricca e profonda, insegnami a custodirle e donami la pazienza di meditarle nel mio cuore. Amen. Questo momento può distendersi per un tempo di 7/10 minuti. Se le domande non ti venissero subito non scoraggiarti, non preoccuparti, ripeti nel tuo cuore questa semplice invocazione: Signore voglio ascoltarti, aiutami a sintonizzarmi su di te. Buona preghiera. Rubrica a cura di don Gianni Gualini Scuola di preghiera 2017-2018 Che cosa cercate?16 Febbraio 2018 CANTO DINIZIO: tu sei la perla preziosa Tu sei la perla preziosa che alla mia vita da valore. Per te lascio ogni cosa e seguo te o mio Signore. Voglio seguirti Signore perché hai sedotto il mio cuore. Voglio obbedirti Maestro il tuo volere con gioia farò. Voglio seguirti Signore perché hai sedotto il mio cuore. Voglio obbedirti Maestro il tuo volere con gioia farò. Tu sei il tesoro più grande la vera fonte dell’amore. Per te vendo ogni bene e ti proclamo o mio Signore. Voglio seguirti Signore... Finale: Tu sei la perla preziosa. SALUTO DEL VESCOVO 1 O Padre, concedici di incontrarti tra le pieghe della nostra esistenza, perché il nostro sguardo a Te sia testimonianza per chi incontriamo e indirizzi chi abbiamo vicino alla Tua gioia. Per Cristo nostro Signore.

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PER LA MANUTENZIONE DELLA VITA SPIRITUALE Primo passo: Riconoscere cosa c’è nel cuore

Secondo passo: Preparare l’ascolto

Terzo passo: Leggere con attenzione

Quarto passo Ascoltare le domande

Dopo aver sostato con calma sul testo che hai scelto per la tua preghiera, dopo averlo conosciuto e reso famigliare, dopo averlo in qualche modo “abitato” e custodito nella tua memoria e nel tuo cuore, giunge il momento di lasciare che susciti in te delle domande. Le provocazioni potranno essere semplici o più impegnative, non giudicare la loro qualità, l’importante è ascoltarle senza la fretta di rispondere. Gli interrogativi che la Parola di Dio suscita in noi non sono mai domande a quiz ma richiedono il coinvolgimento di tutto noi stessi: mente, cuore, mani… Sono domande che aprono e danno il via ad un dialogo con Lui che potrà continuare anche lungo tutta la giornata. Il cuore quando è cercato e amato cerca sempre colui che lo cerca e s’intrattiene volentieri. E continuando questo dialogo, a tempo opportuno, le domande troveranno le loro risposte. Prendiamo ancora, come esempio, il brano della vocazione di Matteo (Mt 9, 9-13). Andando via di là, Gesù vide un uomo, seduto al banco delle imposte, chiamato Matteo, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì. Mentre Gesù sedeva a mensa in casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e si misero a tavola con lui e con i discepoli. Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: «Perché il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?». Gesù li udì e disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Andate dunque e imparate che cosa significhi: Misericordia io voglio e non sacrificio. Infatti non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori». Provo a formulare qualche domanda: Tu Signore, come quel giorno con Matteo, mi guardi e mi passi accanto… Forse inviti anche me a seguirti? Ma cosa vuol dire seguirti? Mi aiuti a “capirlo”? Io avrò il coraggio e la forza di “alzarmi” dalle cose a cui ci tengo tanto? Signore io non mi sento degno della tua attenzione: ma perché tu voi stare proprio con me? Perché tu Signore cerchi anche quelli che sono lontani?

Concludi con questa preghiera: Signore, quante domande suscita in me la tua Parola, non credevo fosse così ricca e profonda, insegnami a custodirle e donami la pazienza di meditarle nel mio cuore. Amen.

Questo momento può distendersi per un tempo di 7/10 minuti. Se le domande non ti venissero subito non scoraggiarti, non preoccuparti, ripeti nel tuo cuore questa semplice invocazione: Signore voglio ascoltarti, aiutami a sintonizzarmi su di te. Buona preghiera. Rubrica a cura di don Gianni Gualini

Scuola di preghiera 2017-2018 “Che cosa cercate?”

16 Febbraio 2018

CANTO D’INIZIO: tu sei la perla preziosa

Tu sei la perla preziosa che alla mia vita da valore. Per te lascio ogni cosa e seguo te o mio Signore.

Voglio seguirti Signore perché hai sedotto il mio cuore. Voglio obbedirti Maestro il tuo volere con gioia farò. Voglio seguirti Signore perché hai sedotto il mio cuore. Voglio obbedirti Maestro il tuo volere con gioia farò.

Tu sei il tesoro più grande la vera fonte dell’amore. Per te vendo ogni bene e ti proclamo o mio Signore.

Voglio seguirti Signore... Finale: Tu sei la perla preziosa.

SALUTO DEL VESCOVO

1

O Padre, concedici di incontrarti tra le pieghe della nostra esistenza, perché il nostro sguardo a Te sia testimonianza per chi incontriamo e indirizzi chi abbiamo vicino alla Tua gioia. Per Cristo nostro Signore.

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“Vogliamo vedere Gesù”. Una domanda grande dietro la quale si cela, in modo non troppo velato, l’aver colto la Verità e la Speranza che quell’incontro può generare. E’ l’atteggiamento del discepolo che coglie in Gesù la sua guida, anche quando sembra non esserci spazio per Lui.

Lasci che nella tua quotidianità risuonino queste Parole? Desideri di desiderare questo incontro?

RITORNELLO CANTATO

Vieni Spirito, vieni Spirito, scendi su di noi! vieni Spirito, vieni Spirito, scendi su di noi! Vieni su noi Maranathà, vieni su noi Spirito! Vieni Spirito, vieni Spirito, scendi su di noi!

Vieni Spirito, vieni Spirito, scendi su di noi, scendi su di noi.

“Abbiamo trovato il messia”. L’incontro con il Signore è così radicale da spingere i suoi discepoli a testimoniarlo agli altri: fratelli, amici, persone incontrate sul cammino. Una testimonianza fatta non solo di Parole, ma piuttosto di sguardi che indirizzano sguardi, di “vieni e vedi” che conducono e aprono la strada all’incontro.

Penso a tutti i testimoni presenti che mi hanno indirizzato al Signore e ne rendo grazie.

RITORNELLO CANTATO

“Se il chicco di grano caduto in terra non muore rimane solo”. Prendere la forma di Gesù, di chi accetta di perdere la propria vita per ritrovarla può sembrare impegnativo. Il contesto in cui viviamo ci fa credere di valere solo se possediamo beni, persone, relazioni… Il Signore invece relativizza e al tempo stesso rende vero ciascuno di noi mostrandoci, in prima persona, la strada che conduce alla felicità. Quella in cui l’Amore riempie così tanto da lasciare tutto proprio per quell’Amore.

Cosa significa per te qui e ora prendere la forma del chicco che muore? Quali aspetti della tua vita coinvolge?

RITORNELLO CANTATO

PER INIZIARE

BENEDIZIONE

CANTO FINALE: in eterno canterò

PADRE NOSTRO

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In eterno canterò la tua lode mio Signor Le mie labbra esalteranno la tua fedeltà Io per sempre ti benedirò e annuncerò il tuo nome In eterno io ti canterò…

Anche se la tempesta mi colpirà La mia lode a te Signore si eleverà Sei tu la mia fiducia io spero in te Tu sei il mio Signore il mio re

In eterno canterò…

Anche se nel deserto mi perderò la tua strada mio Signore io cercherò la luce del tuo amore mi guiderà riparo nella notte tu sarai

In eterno canterò…

Anche se dal dolore io passerò La tua croce mio Signore contemplerò Le mani verso il cielo innalzerò La voce del tuo figlio ascolterai

In eterno canterò … In eterno io ti canterò, Signor In eterno io ti canterò.

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CANTO DI RINGRAZIAMENTO:

VOCE DEL MIO CANTO

COLLOQUIO CON IL SIGNORE

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PREGHIAMO INSIEME

Vieni Santo Spirito e crea in noi le condizioni perché rispondiamo con fiducia all’Amore di Gesù.

L’incontro personale con Lui è la meta della ricerca che Egli stesso ha suscitato in noi.

Vieni Santo Spirito e ravviva la nostra fede che nel corso del tempo si è affievolita e ha perso calore.

Donaci l’entusiasmo di abbandonarci a Gesù, di lasciar fare a Lui, di confidare in Lui.

Donaci la consapevolezza che lo possiamo incontrare oggi dentro la nostra realtà.

Vieni Santo Spirito sulla Tua Chiesa: rendila libera, gioiosa e povera,

in continua ricerca della Volontà del Padre, capace di accogliere ogni uomo

e di essere segno dell’Amore di Dio per tutti. Vieni Santo Spirito sulla Tua Chiesa

e purificala perché possa ogni giorno mostrarci Gesù.

Una luce che rischiara la mia via, la mia casa sei, il coraggio del mio andare, la mia forza nel restare sei. La speranza nel timore la carezza nel dolore il rifugio del mio cuore. Sei tu la voce del mio canto, sei. Il pane quotidiano, sei. Tu l'unico mio bene, sei.

La pienezza della gioia il Signore della storia, sei. Dentro il cuore sei la voce

Cireneo della mia croce, sei. La risposta al mio cercare, sei il premio al mio donare e la gioia nell'amare. RIT.

Sei tu, sorgente dell'amore, sei.

Respiro del mio cuore, sei. Il faro nella notte sei.

Sei tu, sorgente dell'amore, sei. Respiro del mio cuore, sei.

Il faro nella notte sei. Tu sei.

PROVOCAZIONE DEL VESCOVO

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CANTO D’INIZIO: l’hai scritta in me

Io sono una parola dalla bocca tua pronunciata con i frutti miei io ritornerò a te. Io sono il tuo respiro dalla bocca tua fatto vivo come fuoco io, io mi brucerò per te.

Rit. La tua volontà l’hai scritta in me, parola di fuoco da vivere.

La tua volontà l’hai scritta in me, parola d’amore da essere.

La tua volontà, l’hai scritta in me…

Io sono un tuo riflesso la tua immagine sulla terra

la mia anima non rifletterà che Te. Io sono le tue mani,

la tua musica, le tue lodi e finchè vivrò, io canterò per Te.

Rit. La tua volontà l’hai scritta in me, parola di fuoco da vivere. La tua volontà l’hai scritta in me, parola d’amore da essere. La tua volontà, l’hai scritta in me, parola di fuoco da vivere. La tua volontà l’hai scritta in me, parola d’amore da essere.

La tua volontà l’hai scritta in me… l’hai scritta in me.

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Poter sperimentare la gioia trasformante che viene dall’incontro con Te.

PAROLA DI DIO

LA GRAZIA

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Gv 1,40-51 - 6,5-9 - 12,20-26

Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito, era Andrea, fratello di Simon Pietro. Egli incontrò per primo suo fratello Simone e gli disse: "Abbiamo trovato il Messia" - che si traduce Cristo - e lo condusse da Gesù. Fissando lo sguardo su di lui, Gesù disse: "Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; sarai chiamato Cefa" - che significa Pietro. Il giorno dopo Gesù volle partire per la Galilea; trovò Filippo e gli disse: "Seguimi!".Filippo era di Betsàida, la città di Andrea e di Pietro. Filippo trovò Natanaele e gli disse: "Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè, nella Legge, e i Profeti: Gesù, il figlio di Giuseppe, di Nàzaret". Natanaele gli disse: "Da Nàzaret può venire qualcosa di buono?". Filippo gli rispose: "Vieni e vedi". Gesù intanto, visto Natanaele che gli veniva incontro, disse di lui: "Ecco davvero un Israelita in cui non c'è falsità". Natanaele gli domandò: "Come mi conosci?". Gli rispose Gesù: "Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto l'albero di fichi". Gli replicò Natanaele: "Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d'Israele!". Gli rispose Gesù: "Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto l'albero di fichi, tu credi? Vedrai cose più grandi di queste!". Poi gli disse: "In verità, in verità io vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell'uomo".

Allora Gesù, alzàti gli occhi, vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: "Dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?". Diceva così per metterlo alla prova; egli infatti sapeva quello che stava per compiere. Gli rispose Filippo: "Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo". Gli disse allora uno dei suoi discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: "C'è qui un ragazzo che ha cinque pani d'orzo e due pesci; ma che cos'è questo per tanta gente?".

Tra quelli che erano saliti per il culto durante la festa c'erano anche alcuni Greci. Questi si avvicinarono a Filippo, che era di Betsàida di Galilea, e gli domandarono: "Signore, vogliamo vedere Gesù". Filippo andò a dirlo ad Andrea, e poi Andrea e Filippo andarono a dirlo a Gesù. Gesù rispose loro: "È venuta l'ora che il Figlio dell'uomo sia glorificato. In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna. Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore. Se uno serve me, il Padre lo onorerà.”

VIENI E VEDI Un fenomeno vistoso nel vangelo di Giovanni è

che chi ha incontrato Gesù ha una grande voglia di farlo incontrare ad altri, creando così come una grande catena che ha il perno in Gesù, il suo primo anello in Giovanni Battista e poi molti altri. Come anelli di questa catena stanno grandi nomi (ad esempio: il Battista appunto o Pietro o quella grande figura di discepolo senza nome che si chiama “il discepolo amato”); ma ce ne sono anche altri, meno “centrali” e tuttavia non meno significativi. Ne possiamo prendere due in particolare che, quando appaiono nel vangelo, sono sempre in coppia: Andrea e Filippo. Oltretutto si sa che erano anche compaesani (di Betsaida, villaggio sul lago: Gv 1,44) e quindi dovevano conoscersi già da tempo. Essi compaiono in tre momenti e sempre come uomini-ponte per altri. Gv 1,40-51: qui è Andrea che prende l’iniziativa e porta a Gesù il primo che incontra, cioè il fratello Pietro, suo compagno di “ricerca”: “abbiamo trovato il Messia”. Filippo fa da ponte per Natanaele, con parole simili a quelle di Andrea: “abbiamo trovato colui del quale hanno scritto…”. Gente quindi accomunata dalla ricerca del Messia, che non sta più nella pelle quando può dire che questa ricerca ha portato alla scoperta: Gesù è qui! Gv 6,5-9: qui è Gesù che si rivolge a Filippo e poco dopo interviene ancora Andrea. I due stavolta intervengono come persone sinceramente interessate a dare una mano alla richiesta di Gesù di dare da mangiare alla gente. In Filippo si vede bene che i suoi discepoli non sono proprio sempre all’altezza della richiesta di Gesù, ma con quale entusiasmo fanno proprie le sue richieste! E Andrea è addirittura capace di andare “a caccia di risorse”, individuando quel ragazzetto (un giovane!) che fornirà la chiave per far fronte al problema, con i suoi cinque pani e due pesci messi a disposizione di Gesù. Immagine straordinaria di ciò che può avvenire nel gruppo dei discepoli di Gesù, la Chiesa. Gv 12,20-26: qui sono alcuni estranei al gruppo, “alcuni Greci”, a coinvolgere Filippo con la richiesta: “vogliamo vedere Gesù”. E Filippo a sua volta coinvolge di nuovo Andrea e insieme vanno a dirlo a Gesù. Non potrebbe esserci scena più chiara: ormai persone “lontane” sanno bene che per “vedere Gesù” occorre rivolgersi ai suoi! A quel punto essi quasi scompaiono, mentre resta al centro la parola di Gesù che spiega in che cosa propriamente consiste – per tutti! – l’esperienza della fede: “vedere Gesù” è possibile solo nella modalità del “prendere la sua forma”, cioè la forma del chicco di grano che accetta di morire per dare frutto, la forma di chi accetta di perdere la vita per ritrovarla, di chi, in altre parole, desidera essere “servo” come Gesù (sono i vv. 24-26: “se il chicco di grano caduto in terra non muore, ri­mane solo; se invece muore, produce molto frutto. Chi ama la sua vita la perde e chi odia la sua vita in que­sto mondo la conserverà per la vita eterna. Se uno mi vuol servire mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servo”). Funzione importante dunque, quella dei discepoli (i credenti, la Chiesa): non

sostituiscono Gesù, ma portano a lui; fanno da “ponte” perché Gesù sia

accessibile, ma poi ciascuno lo incontra davvero personalmente, nell’esperienza di

una vita che si lascia profondamente cambiare, nella misura in cui assume la

“forma” di Gesù, quella del servizio.

Commento a cura di don Pasquale Pezzoli

MEDITIAMO LA PAROLA

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