Pellinews N°9 - Anno VI

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Scuola e famiglia, la bellezza di Educare Riportiamo alcuni tratti dell’intervista di Marco Lepore a Luisa Bassani Leoni, responsabile educativa delle scuole del Pellicano, pubblicata su Avvenire giovedì 23 maggio 2013 Il giornalino che informa i genitori N°9 Anno VI Giugno 2013 Ha scelto di coniugare scuola e neuropsichia- tria infantile. «È essenziale che il bambino vada verso le realtà, verso la vita, e non si ac- contenti di ciò che appare, ma vada a cercare fino in fondo di cosa è segno», racconta Lui- sa Bassani Leoni che ha fondato nel 1989 a Bologna la Cooperativa Sociale “Il Pellicano”. Nata a Reggio Emilia e madre di sette figli, si è laureata in Medicina con un specializzazione in Neuropsichiatria infantile all’università di Modena. Oggi è responsabile educativa delle scuole dell’infanzia e primaria della Cooperati- va Sociale “Il Pellicano” e libera professionista in uno studio privato come neuropsichiatra e psicoterapeuta infantile. Come è nata l’idea di fondare una scuola? Con mio marito e gli allora sei figli siamo arri- vati a Bologna nell’86; eravamo stati a Milano cinque anni per questioni di lavoro e lì i nostri figli – e noi con loro – avevano fatto una bella esperienza di scuola alla «Zolla». Quindi, una volti giunti a Bologna, abbiamo cominciato a cercare una scuola così. Abbia- mo contattato alcune famiglie che come noi desideravano che i propri figli potessero spe- rimentare la bellezza, il gusto della vita anche dentro la scuola. Inoltre avevamo l’esigenza di un luogo nel quale riconoscersi e che ci aiutas- se e condividesse la responsabilità educativa verso i nostri figli. I nostri figli più grandi erano in età di scuola media: perciò abbiamo comin- ciato pensando a un progetto di scuola media. Alla fine abbiamo deciso di partire dalla scuola materna, un passo più alla nostra portata. Sapevate a cosa andavate incontro? Gestire una scuola libera in Italia non è cosa facile. Avevamo in mente una cosa grande nel signi- ficato e nell’esperienza, ma non la consapevo- lezza della portata storica di quello che stava accadendo e di cui eravamo come un piccolo pezzo di puzzle. Ci siamo trovati davanti ad una strada che si è spalancata: abbiamo tro- vato i locali, quando abbiamo cominciato a chiedere ai genitori se ci stavano ad iscrivere i figli, alla maestra se veniva a lavorare con noi. Pensavamo di essere un rivolo e abbiamo incontrato un fiume di domanda. Una grazia grande. Sono certa che dal «sì» che tu dici, a partire anche dal limite di consapevolezza e dalla miseria che ogni essere umano è,se av- verti una spina e ti chiedi perché continui a pungere, viene fuori una cosa grande, perché non sei tu che costruisci. Che idea di educazione vi ha guidati in questa intrapresa? Spesso abbiamo un’idea sbagliata dell’edu- cazione: pensiamo che essa sia il prodotto di quello che riusciamo a fare noi. Se pen- siamo che tutto stia nel vedere quali sono i valori a cui vanno educati i ra- gazzi e pensare alle strategie per farli arrivare dove vogliamo che arrivino è un disastro. «Educare il cuore dell’uo- mo così come Dio l’ha fatto» ed «edu- care è introdurre alla realtà secondo la totalità dei suoi fattori»: questi sono stati e sono i punti chiave del nostro muoverci. Il bambino che ab- biamo davanti non lo abbiamo fatto noi, è fatto da un Altro e noi non lo possiamo far diventare altro da quello che è. E la famiglia quale ruolo ha in tut- to questo? Siamo partiti a fare la cooperati- va in un gruppetto di famiglie e alcu- ni di questi genitori erano anche insegnanti. Partendo da una verità che riteniamo vera tutt’oggi e cioè che la responsabilità educati- va è in primis della famiglia. Non è possibile nessun lavoro coi ragazzi, ma soprattutto coi bambini, se la famiglia è fuori. Partivamo con una scuola dell’infanzia e una scuola primaria e la presenza della famiglia è sempre stata per noi fondamentale. La famiglia è l’unica che co- nosce il bambino a 360°, per quanto sia possi- bile conoscere un essere umano a 360°. E se 360° è quello che si può conoscere, la scuola conosce 180°, non di più. La consape- volezza di questo dice che non puoi prendere sul serio quel bambino lì se non accogli la sua famiglia: se non accogli la storia di una perso- na non accogli la persona. Si parla molto di emergenza educativa: qual è il senso, perla sua esperienza, di questa emer- genza? Credo che la prima grande emergenza sia le- gata al fatto che l’educazione oggi coincide con la parola fatica. E invece no! L’esperienza che abbiamo fatto è che la parola più grande è gioia, è gusto, è bellezza. Il figlio è una grande bellez- za; una cosa che non possiedi, che si dispiega e cresce davanti a te, che porta dentro una cosa che non è tua e che è totalmente altro da te, eppure ha dentro una bellezza, una grandez- za che purtroppo oggi biso- gna spiegare. Alla ragione e al cuore dell’uomo non è più evidente quello che invece è eviden- te. Il rapporto coi più giovani, la trasmissione a un altro di ciò che hai trovato come risposta buona per te,non è un problema nel senso di una difficoltà: è una meravigliosa avventura, è una cosa che il cuore dell’uomo desidera più di tutto. L’emergenza più grande credo che sia proprio questo desiderio e il riconoscerne la bellezza aldilà di tutte le incrostazioni di paura e di difficoltà che ci sono, ma che a vol- te rischiano veramente di obnubilare la fiam- ma che c’è dentro, che è la fiamma del cuore dell’uomo che desidera trasmettere la vita, non solo la parte biologica, ma anche il perché vale la pena.

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Rivista Ufficiale delle scuole e delle attività della Cooperativa Sociale "Il Pellicano"

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Page 1: Pellinews N°9 - Anno VI

Scuola e famiglia, la bellezza di EducareRiportiamo alcuni tratti dell’intervista di Marco Lepore a Luisa Bassani Leoni,

responsabile educativa delle scuole del Pellicano, pubblicata su Avvenire giovedì 23 maggio 2013

Proponiamo la lettera di Danila, mamma del Pellicano,pubblicata sul sito della rivista mensile “Vita”.

Il giornalino che informa i genitori

N°9 Anno VI Giugno 2013

Ha scelto di coniugare scuola e neuropsichia-tria infantile. «È essenziale che il bambino vada verso le realtà, verso la vita, e non si ac-contenti di ciò che appare, ma vada a cercare fino in fondo di cosa è segno», racconta Lui-sa Bassani Leoni che ha fondato nel 1989 a Bologna la Cooperativa Sociale “Il Pellicano”. Nata a Reggio Emilia e madre di sette figli, si è laureata in Medicina con un specializzazione in Neuropsichiatria infantile all’università di Modena. Oggi è responsabile educativa delle scuole dell’infanzia e primaria della Cooperati-va Sociale “Il Pellicano” e libera professionista in uno studio privato come neuropsichiatra e psicoterapeuta infantile.Come è nata l’idea di fondare una scuola?Con mio marito e gli allora sei figli siamo arri-vati a Bologna nell’86; eravamo stati a Milano cinque anni per questioni di lavoro e lì i nostri figli – e noi con loro – avevano fatto una bella esperienza di scuola alla «Zolla».Quindi, una volti giunti a Bologna, abbiamo cominciato a cercare una scuola così. Abbia-mo contattato alcune famiglie che come noi desideravano che i propri figli potessero spe-rimentare la bellezza, il gusto della vita anche dentro la scuola. Inoltre avevamo l’esigenza di un luogo nel quale riconoscersi e che ci aiutas-se e condividesse la responsabilità educativa verso i nostri figli. I nostri figli più grandi erano in età di scuola media: perciò abbiamo comin-ciato pensando a un progetto di scuola media. Alla fine abbiamo deciso di partire dalla scuola materna, un passo più alla nostra portata.Sapevate a cosa andavate incontro? Gestire una scuola libera in Italia non è cosa facile.Avevamo in mente una cosa grande nel signi-ficato e nell’esperienza, ma non la consapevo-lezza della portata storica di quello che stava accadendo e di cui eravamo come un piccolo pezzo di puzzle. Ci siamo trovati davanti ad una strada che si è spalancata: abbiamo tro-vato i locali, quando abbiamo cominciato a chiedere ai genitori se ci stavano ad iscrivere i figli, alla maestra se veniva a lavorare con noi. Pensavamo di essere un rivolo e abbiamo incontrato un fiume di domanda. Una grazia

grande. Sono certa che dal «sì» che tu dici, a partire anche dal limite di consapevolezza e dalla miseria che ogni essere umano è,se av-verti una spina e ti chiedi perché continui a pungere, viene fuori una cosa grande, perché non sei tu che costruisci.Che idea di educazione vi ha guidati in questa intrapresa?Spesso abbiamo un’idea sbagliata dell’edu-cazione: pensiamo che essa sia il prodotto di quello che riusciamo a fare noi. Se pen-siamo che tutto stia nel vedere quali sono i valori a cui vanno educati i ra-gazzi e pensare alle strategie per farli arrivare dove vogliamo che arrivino è un disastro. «Educare il cuore dell’uo-mo così come Dio l’ha fatto» ed «edu-care è introdurre alla realtà secondo la totalità dei suoi fattori»: questi sono stati e sono i punti chiave del nostro muoverci. Il bambino che ab-biamo davanti non lo abbiamo fatto noi, è fatto da un Altro e noi non lo possiamo far diventare altro da quello che è.E la famiglia quale ruolo ha in tut-to questo?Siamo partiti a fare la cooperati-va in un gruppetto di famiglie e alcu-ni di questi genitori erano anche insegnanti. Partendo da una verità che riteniamo vera tutt’oggi e cioè che la responsabilità educati-va è in primis della famiglia. Non è possibile nessun lavoro coi ragazzi, ma soprattutto coi bambini, se la famiglia è fuori. Partivamo con una scuola dell’infanzia e una scuola primaria e la presenza della famiglia è sempre stata per noi fondamentale. La famiglia è l’unica che co-nosce il bambino a 360°, per quanto sia possi-bile conoscere un essere umano a 360°. E se 360° è quello che si può conoscere, la scuola conosce 180°, non di più. La consape-volezza di questo dice che non puoi prendere sul serio quel bambino lì se non accogli la sua famiglia: se non accogli la storia di una perso-na non accogli la persona.Si parla molto di emergenza educativa: qual è

il senso, perla sua esperienza, di questa emer-genza?Credo che la prima grande emergenza sia le-gata al fatto che l’educazione oggi coincide con la parola fatica. E invece no! L’esperienza che abbiamo fatto è che la parola più grande è gioia, è gusto, è bellezza. Il figlio è una grande bellez-za; una cosa che non possiedi, che si dispiega e cresce davanti a te, che porta dentro una cosa che non è tua e che è totalmente altro da te,

eppure ha dentro una bellezza, una grandez-

za che purtroppo oggi biso-gna spiegare. Alla ragione e al cuore dell’uomo non è più evidente quello che invece è eviden-te. Il rapporto coi più giovani, la trasmissione a un altro di ciò che hai trovato come risposta buona per te,non è un problema nel senso di una difficoltà: è una meravigliosa avventura, è una cosa che il cuore dell’uomo desidera più di tutto. L’emergenza più grande credo che sia proprio questo desiderio e il riconoscerne la bellezza aldilà di tutte le incrostazioni di paura e di difficoltà che ci sono, ma che a vol-te rischiano veramente di obnubilare la fiam-ma che c’è dentro, che è la fiamma del cuore dell’uomo che desidera trasmettere la vita, non solo la parte biologica, ma anche il perché vale la pena.

La buona causa più difficile:Fund Raising per una scuola libera

Ho iscritto la mia prima figlia al Pellicano perché lì insegnava una mia ami-ca; era una scuola costosa, ma avendo un reddito basso abbiamo benefi-ciato di un’importante borsa di studio. Poi abbiamo iscritto il secondo e tra un po’ parteciperà a questa avventura anche la terza.Tutti, anche i nostri genitori, ci chiedono il perché. Perché, se esiste la scuola “pubblica”, spendere tutto per mandare i propri figli in una scuola costosa? Per far poi fatica a far tornare i conti?La risposta è ovvia: ai nostri figli vogliamo dare il meglio che c’è!E non si tratta solo della qualità della didattica proposta ai bambini, Il Pel-licano è una scuola anche per i genitori: mi sono accorta con stupore di imparare dal modo in cui le maestre guardano la mia prima figlia, fino a valorizzare quel tratto del carattere che io penserei problematico. Poi la stessa esperienza con il secondo figlio, al Minelli. Allora ho capito che si tratta di un metodo, un’attenzione a chi è quel bambino, speciale e unico, a trovare il suo talento, che lui scopre nell’esperienza diretta con la realtà: quest’anno nella classe di mia figlia i bambini hanno imparato la geografia e la geometria costruendo la loro camera in una scatola di scarpe. Hanno imparato la lettera N man-giando pane e Nutella. La lezione di scienze si sviluppa preparando la marmellata. Le stagioni si scoprono andando a vedere la natura dal vivo. Imparare così diventa facile, bello, fa-miliare così come giocare. Scoprire il mondo, tutto il mondo, in ogni partico-lare, è diventata un’esperienza entusia-smante, affascinante.I miei amici sostenitori della scuola pub-blica mi dicono sempre: “perché volete dei finanziamenti? siete liberi di frequentare la scuola che volete”. E’ vero, siamo liberi, ma i finanziamenti sono fondamentali per darci veramente la possibilità di scegliere! Il finanziamento pubblico copre il 30% dei co-sti della scuola paritaria (il resto lo coprono le rette), non tutti possono permetterselo e questo non è giusto. Se una cosa è bella deve essere per tutti, altrimenti non c’è vera libertà di scelta!Nel sistema paritario i costi di gestione sono ottimizzati: i bilanci sono pubblici e trasparenti, non si producono utili. C’è solo un obiettivo di bene, di educazione dei bambini, dietro chi le gestisce.Il sistema integrato consente all’ente pubblico di risparmiare enorme-mente: togliendo i finanziamenti il pubblico dovrebbe gestire direttamente le scuole, con costi più alti e meno posti.Mossa da questa certezza e dalla gratitudine come mamma e beneficiaria di borse di studio, ho offerto gratuitamente alla scuola la mia professiona-lità (mi occupo di fund raising da una decina d’anni) e mi sono così inserita in un gruppetto di genitori - Mirko, Alberto, Monica, Elisabetta - che ave-vano già iniziato questo percorso.Il fund raising per una scuola privata è una delle cause più difficili, perché l’educazione non è considerata un’emergenza e perché, per la mentalità

comune, si raccolgono soldi per “bambini ricchi”! La prima attenzione è stata quella di dare stabilità ad alcune iniziative: la campagna 5x1000, la vendita delle uova a Pasqua, dei calendari dell’Avvento a Natale, l’orga-nizzazione di uno spettacolo del comico Paolo Cevoli che ogni anno offre gratuitamente una data per la scuola, il merchandising personalizzato di felpe e tute, la stampa delle foto di classe per la fine dell’anno scolastico, fino alle spontanee iniziative proposte dai genitori come la Fiera dell’ar-tigianato “La Bellezza salverà il mondo”, nata con lo scopo di raccogliere fondi ma anche di promuovere le arti e i talenti dei genitori in questo pe-riodo così critico in cui allearsi è più produttivo.Un giorno una mamma ha detto: “Quando ho iscritto i miei figli qui speravo che stessero bene come a casa. Ora spero che a casa stiano bene come a scuola”: questo accade perché al Pellicano tutti (direzione, maestre, genitori, segreteria, portinaie…) sono al servizio di un bene comune, con motivazione ed entusiasmo: l’educazione! Così può capitare che

nasca di qualcosa di unico come la Pellicanto Band: una band di genitori musicisti per passio-ne (c’è un assicuratore, un cardiochirurgo, due prof, una pediatra, un ingegnere…) che riarran-giano brani tradizionali per bambini in chiave rock. Il loro primo album ha venduto oltre 2.000 copie e tra 10 giorni uscirà il 2° volume dal titolo “…per diventare un grande artista come Te”. Tutto il ricavato di questa e delle altre iniziative è destinato ad incrementare il Fondo di Solidarietà che ogni anno offre borse di studio agli iscritti, secondo le fasce di reddito: quest’anno abbiamo raccolto circa € 80.000, che vuol dire aiutare più di novanta famiglie, su un totale di 320 cir-ca, permettendo loro di mandare i figli in queste scuole.Fabio (Direttore della Cooperativa) e Si-

monetta (Direttrice della Scuola) ci dicono sempre che la mossa dei genitori è decisiva per la scuola.

È stato così all’inizio, lo è oggi.

Cooperativa Sociale Il Pellicano Via Sante Vincenzi 36/4 - 40138 Bolognatel. e fax 051 344180www.coopilpellicano.org [email protected]

Scuola Primaria Paritaria Il PellicanoVia Sante Vincenzi 36/4 - 40138 Bolognatel. e fax 051 [email protected]

Scuola dell’infanzia paritariaLUIGI PAGANIVia Piero della Francesca 3 - 40133 Bolognatel. e fax 051 [email protected] Servizi ExtrascolasticiVia Sante Vincenzi 36/4 - 40138 Bolognatel. e fax 051 [email protected]

Scuola dell’infanzia paritariaMINELLI - GIOVANNINIVia Maurizio Padoa, 5 - 40139 Bolognatel. e fax 051 [email protected]

DOPOSCUOLA PELIC ISLAND: è stato presentato a scuola martedì 28 maggio, scopri tutte le novità presso la segreteria dei servizi ([email protected] – 051 344180 Davide Briccolani) e scarica il modulo di iscrizione dal sito!

SUMMER CAMP: da domenica 10 giugno partono le due settimane di summer camp, già sold out poco dopo l’apertura delle iscrizioni. Aggiornamenti live dal sito e dai social network della Cooperativa Doposcuola Pelic Island: è stato presentato a scuola martedì 28 maggio, scopri tutte le novità presso la segreteria dei servizi ([email protected] – 051 344180 Davide Briccolani) e scarica il modulo di iscrizione dal sito!

Page 2: Pellinews N°9 - Anno VI

“Imparare è un’esperienza; tutto il resto è solo informazione”

Albert Einstein

“Chissà quanta gente sarà ad assistere allo spettacolo? Chissà come sarà il palcoscenico? Chissà se mi ricorderò le mie parti?” Tutte queste domande mi ronzano in testa come mosche fastidiose. Sono impaziente, ma allo stesso tempo vorrei stare lì, rintanato dietro il telo nero per tutto il tempo. AlessandroOgni volta che mi muovevo tutto sembrava così spontaneo! Era tutto così semplice … almeno lo avessi saputo prima! Veronica… Abbiamo imparato cose nuove, ad esempio ascoltarci a vicenda, mimare, improvvisare. Giacomo

La scuola è il luogo che sostiene il compito della famiglia, divenendo occasione, anche tra gli adulti, di amicizia, paragone e promozione di iniziative a sostegno dell’educazione.

Il diventar grandi avviene nella convivenza tra bimbi e adulti che comunicano loro il significato di ciò che li circonda, offrendo occasioni di conoscenza sia dentro che fuori dall’ambiente scolastico.

Venerdì 28 settembre 2012 Mons. Gianluigi Nuvoli, Presidente dell’Opera di Assistenza Diocesana di Bologna, davanti ad una folta platea di bimbi e genitori, ha inaugurato e benedetto ingresso e giardino della Scuola “Minelli Giovannini”, entrambi rinnovati per l’inizio dell’anno scolastico.

Sostenere la curiosità e lo stupore nei confronti della realtà che comincia ad aprirsi ai loro occhi.

La Giornata dell’ Atletica – classi IV e V

I biscotti a forma di vocale – classe I

Le raviole di San Giuseppe – classi III

I bambini grandi conoscono i bimbi di 5 anni – classi V

Laboratorio di rotelle – classi I e II

“…Ho sentito delle voci e, all’improvviso, ho visto della gente muoversi e quindi mi sono incamminato con loro verso una capanna. Maria abbracciava il piccolo Gesù e il mio cuore era splendente.” Giulia

Accade così, improvviso. Non inaspettato, perché tu lo attendi da chissà quanto, ma Lui ti si rivela nitido davanti agli occhi quando non lo avevi previsto. Andiamo con ordine.L’anno scorso per il percorso di Pasqua da fare con i miei alunni, allora in terza elementare, mi innamoro delle opere del mosaicista sloveno Rupnik , per aiutare l’immedesimazione, con le mie colleghe-amiche Manu e Anna affianco alcuni particolari dei suoi mosaici. Un mosaico piccolo nell’altare della chiesa del Corpus Domini è di Rupnik e portiamo i bambini a vederlo.In seguito veniamo a sapere che dietro l’altare andrà un grande mosaico dell’artista.Passano i mesi e dopo Natale arriva la notizia che Rupnik è a Bologna e sta montando il mosaico. Otteniamo un incontro con l’assistente di Rupnik, Stella, che è disponibile a chiacchierare un po’ con noi un venerdì; probabilmente Rupnik ci verrà a salutare, comunque vedremo gli artisti all’opera: che occasione straordinaria. Raccolgo con i bambini qualche domanda da porre e siamo pronti. Inizia a nevicare. Chi mi conosce sa che non sono amante della neve, ma quel venerdì non mi ferma niente. In 6 maestre e 54 bambini affrontiamo la neve e arriviamo in chiesa. Appena entrati siamo davanti a qualcosa d’altro, totalmente Altro da noi. Più grande e più bello di qualsiasi nostra immaginazione o pianificazione.Ci accoglie la dolcissima Stella che, con un modo sapiente, raccoglie a sé i bambini ed inizia a parlare e ad ascoltare le loro domande. Sta rispondendo alle prime domande quando le si avvicina un uomo con una tuta da lavoro rossa e una giacca verde: è Marko Ivan Rupnik.Inizia un dialogo serrato tra lui e i bambini, dove loro gli pongono domande serie, profonde, vere, le stesse che ho io, forse anche qualcuna di più. Lui risponde senza banalizzare, li prende sul serio, li tratta nella loro grandezza di creature, non risparmia parole, esempi o tempo. Ci insegna a guardare le cose, l’obbedienza, a trattare gli amici, a scoprire il fine dello studio e della vita. Tutto lì, sotto il suono persistente dei martelli, del trapano degli artisti sull’impalcatura che proseguono il lavoro. E noi in silenzio, raccolti ad ascoltare, sentinelle pronte a non lasciare cadere nessuna parola.Le maestre, gli adulti, gli artisti e i bambini.Siamo tutt’uno. Tutti in Uno.Tornando a scuola guardo Pietro, un mio alunno, e gli chiedo: “Allora che ne dici?”. Lui in un soffio: “Sono senza parole”.In classe prende la parola Francesco: “Mara, quando siamo entrati e ci siamo trovati davanti quella cosa gigante…siamo stati catturati tutti.”.E io sono totalmente presa dalla Sua Bellezza. Maestra Mara

Davanti al nuovo mosaico del Corpus Domini.

Scuole dell’Infanzia Desideriamo accompagnare la crescita dei bambini in un ambiente più accogliente rispetto alle esigenze dei più piccoli e ricco di esperienza di vita.

Scuola PrimariaAmbiente accogliente

Sostiene il compito della famiglia

Il significato di ciò che li circonda

Curiosità e stupore

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“Imparare è un’esperienza; tutto il resto è solo informazione”

Albert Einstein

“Chissà quanta gente sarà ad assistere allo spettacolo? Chissà come sarà il palcoscenico? Chissà se mi ricorderò le mie parti?” Tutte queste domande mi ronzano in testa come mosche fastidiose. Sono impaziente, ma allo stesso tempo vorrei stare lì, rintanato dietro il telo nero per tutto il tempo. AlessandroOgni volta che mi muovevo tutto sembrava così spontaneo! Era tutto così semplice … almeno lo avessi saputo prima! Veronica… Abbiamo imparato cose nuove, ad esempio ascoltarci a vicenda, mimare, improvvisare. Giacomo

La scuola è il luogo che sostiene il compito della famiglia, divenendo occasione, anche tra gli adulti, di amicizia, paragone e promozione di iniziative a sostegno dell’educazione.

Il diventar grandi avviene nella convivenza tra bimbi e adulti che comunicano loro il significato di ciò che li circonda, offrendo occasioni di conoscenza sia dentro che fuori dall’ambiente scolastico.

Venerdì 28 settembre 2012 Mons. Gianluigi Nuvoli, Presidente dell’Opera di Assistenza Diocesana di Bologna, davanti ad una folta platea di bimbi e genitori, ha inaugurato e benedetto ingresso e giardino della Scuola “Minelli Giovannini”, entrambi rinnovati per l’inizio dell’anno scolastico.

Sostenere la curiosità e lo stupore nei confronti della realtà che comincia ad aprirsi ai loro occhi.

La Giornata dell’ Atletica – classi IV e V

I biscotti a forma di vocale – classe I

Le raviole di San Giuseppe – classi III

I bambini grandi conoscono i bimbi di 5 anni – classi V

Laboratorio di rotelle – classi I e II

“…Ho sentito delle voci e, all’improvviso, ho visto della gente muoversi e quindi mi sono incamminato con loro verso una capanna. Maria abbracciava il piccolo Gesù e il mio cuore era splendente.” Giulia

Accade così, improvviso. Non inaspettato, perché tu lo attendi da chissà quanto, ma Lui ti si rivela nitido davanti agli occhi quando non lo avevi previsto. Andiamo con ordine.L’anno scorso per il percorso di Pasqua da fare con i miei alunni, allora in terza elementare, mi innamoro delle opere del mosaicista sloveno Rupnik , per aiutare l’immedesimazione, con le mie colleghe-amiche Manu e Anna affianco alcuni particolari dei suoi mosaici. Un mosaico piccolo nell’altare della chiesa del Corpus Domini è di Rupnik e portiamo i bambini a vederlo.In seguito veniamo a sapere che dietro l’altare andrà un grande mosaico dell’artista.Passano i mesi e dopo Natale arriva la notizia che Rupnik è a Bologna e sta montando il mosaico. Otteniamo un incontro con l’assistente di Rupnik, Stella, che è disponibile a chiacchierare un po’ con noi un venerdì; probabilmente Rupnik ci verrà a salutare, comunque vedremo gli artisti all’opera: che occasione straordinaria. Raccolgo con i bambini qualche domanda da porre e siamo pronti. Inizia a nevicare. Chi mi conosce sa che non sono amante della neve, ma quel venerdì non mi ferma niente. In 6 maestre e 54 bambini affrontiamo la neve e arriviamo in chiesa. Appena entrati siamo davanti a qualcosa d’altro, totalmente Altro da noi. Più grande e più bello di qualsiasi nostra immaginazione o pianificazione.Ci accoglie la dolcissima Stella che, con un modo sapiente, raccoglie a sé i bambini ed inizia a parlare e ad ascoltare le loro domande. Sta rispondendo alle prime domande quando le si avvicina un uomo con una tuta da lavoro rossa e una giacca verde: è Marko Ivan Rupnik.Inizia un dialogo serrato tra lui e i bambini, dove loro gli pongono domande serie, profonde, vere, le stesse che ho io, forse anche qualcuna di più. Lui risponde senza banalizzare, li prende sul serio, li tratta nella loro grandezza di creature, non risparmia parole, esempi o tempo. Ci insegna a guardare le cose, l’obbedienza, a trattare gli amici, a scoprire il fine dello studio e della vita. Tutto lì, sotto il suono persistente dei martelli, del trapano degli artisti sull’impalcatura che proseguono il lavoro. E noi in silenzio, raccolti ad ascoltare, sentinelle pronte a non lasciare cadere nessuna parola.Le maestre, gli adulti, gli artisti e i bambini.Siamo tutt’uno. Tutti in Uno.Tornando a scuola guardo Pietro, un mio alunno, e gli chiedo: “Allora che ne dici?”. Lui in un soffio: “Sono senza parole”.In classe prende la parola Francesco: “Mara, quando siamo entrati e ci siamo trovati davanti quella cosa gigante…siamo stati catturati tutti.”.E io sono totalmente presa dalla Sua Bellezza. Maestra Mara

Davanti al nuovo mosaico del Corpus Domini.

Scuole dell’Infanzia Desideriamo accompagnare la crescita dei bambini in un ambiente più accogliente rispetto alle esigenze dei più piccoli e ricco di esperienza di vita.

Scuola PrimariaAmbiente accogliente

Sostiene il compito della famiglia

Il significato di ciò che li circonda

Curiosità e stupore

Page 4: Pellinews N°9 - Anno VI

Scuola e famiglia, la bellezza di EducareRiportiamo alcuni tratti dell’intervista di Marco Lepore a Luisa Bassani Leoni,

responsabile educativa delle scuole del Pellicano, pubblicata su Avvenire giovedì 23 maggio 2013

Proponiamo la lettera di Danila, mamma del Pellicano,pubblicata sul sito della rivista mensile “Vita”.

Il giornalino che informa i genitori

N°9 Anno VI Giugno 2013

Ha scelto di coniugare scuola e neuropsichia-tria infantile. «È essenziale che il bambino vada verso le realtà, verso la vita, e non si ac-contenti di ciò che appare, ma vada a cercare fino in fondo di cosa è segno», racconta Lui-sa Bassani Leoni che ha fondato nel 1989 a Bologna la Cooperativa Sociale “Il Pellicano”. Nata a Reggio Emilia e madre di sette figli, si è laureata in Medicina con un specializzazione in Neuropsichiatria infantile all’università di Modena. Oggi è responsabile educativa delle scuole dell’infanzia e primaria della Cooperati-va Sociale “Il Pellicano” e libera professionista in uno studio privato come neuropsichiatra e psicoterapeuta infantile.Come è nata l’idea di fondare una scuola?Con mio marito e gli allora sei figli siamo arri-vati a Bologna nell’86; eravamo stati a Milano cinque anni per questioni di lavoro e lì i nostri figli – e noi con loro – avevano fatto una bella esperienza di scuola alla «Zolla».Quindi, una volti giunti a Bologna, abbiamo cominciato a cercare una scuola così. Abbia-mo contattato alcune famiglie che come noi desideravano che i propri figli potessero spe-rimentare la bellezza, il gusto della vita anche dentro la scuola. Inoltre avevamo l’esigenza di un luogo nel quale riconoscersi e che ci aiutas-se e condividesse la responsabilità educativa verso i nostri figli. I nostri figli più grandi erano in età di scuola media: perciò abbiamo comin-ciato pensando a un progetto di scuola media. Alla fine abbiamo deciso di partire dalla scuola materna, un passo più alla nostra portata.Sapevate a cosa andavate incontro? Gestire una scuola libera in Italia non è cosa facile.Avevamo in mente una cosa grande nel signi-ficato e nell’esperienza, ma non la consapevo-lezza della portata storica di quello che stava accadendo e di cui eravamo come un piccolo pezzo di puzzle. Ci siamo trovati davanti ad una strada che si è spalancata: abbiamo tro-vato i locali, quando abbiamo cominciato a chiedere ai genitori se ci stavano ad iscrivere i figli, alla maestra se veniva a lavorare con noi. Pensavamo di essere un rivolo e abbiamo incontrato un fiume di domanda. Una grazia

grande. Sono certa che dal «sì» che tu dici, a partire anche dal limite di consapevolezza e dalla miseria che ogni essere umano è,se av-verti una spina e ti chiedi perché continui a pungere, viene fuori una cosa grande, perché non sei tu che costruisci.Che idea di educazione vi ha guidati in questa intrapresa?Spesso abbiamo un’idea sbagliata dell’edu-cazione: pensiamo che essa sia il prodotto di quello che riusciamo a fare noi. Se pen-siamo che tutto stia nel vedere quali sono i valori a cui vanno educati i ra-gazzi e pensare alle strategie per farli arrivare dove vogliamo che arrivino è un disastro. «Educare il cuore dell’uo-mo così come Dio l’ha fatto» ed «edu-care è introdurre alla realtà secondo la totalità dei suoi fattori»: questi sono stati e sono i punti chiave del nostro muoverci. Il bambino che ab-biamo davanti non lo abbiamo fatto noi, è fatto da un Altro e noi non lo possiamo far diventare altro da quello che è.E la famiglia quale ruolo ha in tut-to questo?Siamo partiti a fare la cooperati-va in un gruppetto di famiglie e alcu-ni di questi genitori erano anche insegnanti. Partendo da una verità che riteniamo vera tutt’oggi e cioè che la responsabilità educati-va è in primis della famiglia. Non è possibile nessun lavoro coi ragazzi, ma soprattutto coi bambini, se la famiglia è fuori. Partivamo con una scuola dell’infanzia e una scuola primaria e la presenza della famiglia è sempre stata per noi fondamentale. La famiglia è l’unica che co-nosce il bambino a 360°, per quanto sia possi-bile conoscere un essere umano a 360°. E se 360° è quello che si può conoscere, la scuola conosce 180°, non di più. La consape-volezza di questo dice che non puoi prendere sul serio quel bambino lì se non accogli la sua famiglia: se non accogli la storia di una perso-na non accogli la persona.Si parla molto di emergenza educativa: qual è

il senso, perla sua esperienza, di questa emer-genza?Credo che la prima grande emergenza sia le-gata al fatto che l’educazione oggi coincide con la parola fatica. E invece no! L’esperienza che abbiamo fatto è che la parola più grande è gioia, è gusto, è bellezza. Il figlio è una grande bellez-za; una cosa che non possiedi, che si dispiega e cresce davanti a te, che porta dentro una cosa che non è tua e che è totalmente altro da te,

eppure ha dentro una bellezza, una grandez-

za che purtroppo oggi biso-gna spiegare. Alla ragione e al cuore dell’uomo non è più evidente quello che invece è eviden-te. Il rapporto coi più giovani, la trasmissione a un altro di ciò che hai trovato come risposta buona per te,non è un problema nel senso di una difficoltà: è una meravigliosa avventura, è una cosa che il cuore dell’uomo desidera più di tutto. L’emergenza più grande credo che sia proprio questo desiderio e il riconoscerne la bellezza aldilà di tutte le incrostazioni di paura e di difficoltà che ci sono, ma che a vol-te rischiano veramente di obnubilare la fiam-ma che c’è dentro, che è la fiamma del cuore dell’uomo che desidera trasmettere la vita, non solo la parte biologica, ma anche il perché vale la pena.

La buona causa più difficile:Fund Raising per una scuola libera

Ho iscritto la mia prima figlia al Pellicano perché lì insegnava una mia ami-ca; era una scuola costosa, ma avendo un reddito basso abbiamo benefi-ciato di un’importante borsa di studio. Poi abbiamo iscritto il secondo e tra un po’ parteciperà a questa avventura anche la terza.Tutti, anche i nostri genitori, ci chiedono il perché. Perché, se esiste la scuola “pubblica”, spendere tutto per mandare i propri figli in una scuola costosa? Per far poi fatica a far tornare i conti?La risposta è ovvia: ai nostri figli vogliamo dare il meglio che c’è!E non si tratta solo della qualità della didattica proposta ai bambini, Il Pel-licano è una scuola anche per i genitori: mi sono accorta con stupore di imparare dal modo in cui le maestre guardano la mia prima figlia, fino a valorizzare quel tratto del carattere che io penserei problematico. Poi la stessa esperienza con il secondo figlio, al Minelli. Allora ho capito che si tratta di un metodo, un’attenzione a chi è quel bambino, speciale e unico, a trovare il suo talento, che lui scopre nell’esperienza diretta con la realtà: quest’anno nella classe di mia figlia i bambini hanno imparato la geografia e la geometria costruendo la loro camera in una scatola di scarpe. Hanno imparato la lettera N man-giando pane e Nutella. La lezione di scienze si sviluppa preparando la marmellata. Le stagioni si scoprono andando a vedere la natura dal vivo. Imparare così diventa facile, bello, fa-miliare così come giocare. Scoprire il mondo, tutto il mondo, in ogni partico-lare, è diventata un’esperienza entusia-smante, affascinante.I miei amici sostenitori della scuola pub-blica mi dicono sempre: “perché volete dei finanziamenti? siete liberi di frequentare la scuola che volete”. E’ vero, siamo liberi, ma i finanziamenti sono fondamentali per darci veramente la possibilità di scegliere! Il finanziamento pubblico copre il 30% dei co-sti della scuola paritaria (il resto lo coprono le rette), non tutti possono permetterselo e questo non è giusto. Se una cosa è bella deve essere per tutti, altrimenti non c’è vera libertà di scelta!Nel sistema paritario i costi di gestione sono ottimizzati: i bilanci sono pubblici e trasparenti, non si producono utili. C’è solo un obiettivo di bene, di educazione dei bambini, dietro chi le gestisce.Il sistema integrato consente all’ente pubblico di risparmiare enorme-mente: togliendo i finanziamenti il pubblico dovrebbe gestire direttamente le scuole, con costi più alti e meno posti.Mossa da questa certezza e dalla gratitudine come mamma e beneficiaria di borse di studio, ho offerto gratuitamente alla scuola la mia professiona-lità (mi occupo di fund raising da una decina d’anni) e mi sono così inserita in un gruppetto di genitori - Mirko, Alberto, Monica, Elisabetta - che ave-vano già iniziato questo percorso.Il fund raising per una scuola privata è una delle cause più difficili, perché l’educazione non è considerata un’emergenza e perché, per la mentalità

comune, si raccolgono soldi per “bambini ricchi”! La prima attenzione è stata quella di dare stabilità ad alcune iniziative: la campagna 5x1000, la vendita delle uova a Pasqua, dei calendari dell’Avvento a Natale, l’orga-nizzazione di uno spettacolo del comico Paolo Cevoli che ogni anno offre gratuitamente una data per la scuola, il merchandising personalizzato di felpe e tute, la stampa delle foto di classe per la fine dell’anno scolastico, fino alle spontanee iniziative proposte dai genitori come la Fiera dell’ar-tigianato “La Bellezza salverà il mondo”, nata con lo scopo di raccogliere fondi ma anche di promuovere le arti e i talenti dei genitori in questo pe-riodo così critico in cui allearsi è più produttivo.Un giorno una mamma ha detto: “Quando ho iscritto i miei figli qui speravo che stessero bene come a casa. Ora spero che a casa stiano bene come a scuola”: questo accade perché al Pellicano tutti (direzione, maestre, genitori, segreteria, portinaie…) sono al servizio di un bene comune, con motivazione ed entusiasmo: l’educazione! Così può capitare che

nasca di qualcosa di unico come la Pellicanto Band: una band di genitori musicisti per passio-ne (c’è un assicuratore, un cardiochirurgo, due prof, una pediatra, un ingegnere…) che riarran-giano brani tradizionali per bambini in chiave rock. Il loro primo album ha venduto oltre 2.000 copie e tra 10 giorni uscirà il 2° volume dal titolo “…per diventare un grande artista come Te”. Tutto il ricavato di questa e delle altre iniziative è destinato ad incrementare il Fondo di Solidarietà che ogni anno offre borse di studio agli iscritti, secondo le fasce di reddito: quest’anno abbiamo raccolto circa € 80.000, che vuol dire aiutare più di novanta famiglie, su un totale di 320 cir-ca, permettendo loro di mandare i figli in queste scuole.Fabio (Direttore della Cooperativa) e Si-

monetta (Direttrice della Scuola) ci dicono sempre che la mossa dei genitori è decisiva per la scuola.

È stato così all’inizio, lo è oggi.

Cooperativa Sociale Il Pellicano Via Sante Vincenzi 36/4 - 40138 Bolognatel. e fax 051 344180www.coopilpellicano.org [email protected]

Scuola Primaria Paritaria Il PellicanoVia Sante Vincenzi 36/4 - 40138 Bolognatel. e fax 051 [email protected]

Scuola dell’infanzia paritariaLUIGI PAGANIVia Piero della Francesca 3 - 40133 Bolognatel. e fax 051 [email protected] Servizi ExtrascolasticiVia Sante Vincenzi 36/4 - 40138 Bolognatel. e fax 051 [email protected]

Scuola dell’infanzia paritariaMINELLI - GIOVANNINIVia Maurizio Padoa, 5 - 40139 Bolognatel. e fax 051 [email protected]

DOPOSCUOLA PELIC ISLAND: è stato presentato a scuola martedì 28 maggio, scopri tutte le novità presso la segreteria dei servizi ([email protected] – 051 344180 Davide Briccolani) e scarica il modulo di iscrizione dal sito!

SUMMER CAMP: da domenica 10 giugno partono le due settimane di summer camp, già sold out poco dopo l’apertura delle iscrizioni. Aggiornamenti live dal sito e dai social network della Cooperativa Doposcuola Pelic Island: è stato presentato a scuola martedì 28 maggio, scopri tutte le novità presso la segreteria dei servizi ([email protected] – 051 344180 Davide Briccolani) e scarica il modulo di iscrizione dal sito!