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LA PROVINCIA 27 MARTEDÌ 10 FEBBRAIO 2015 Non si può spiegare il Carnevale. Chi ci riesce è bravo. Ogni pretesto è infatti buono per fare festa, mangiare e travestirsi, in modo da non essere riconosciu- ti. Questa settimana, e per molti anche la prossima, è dedicata ai costumi colorati, alle stelle filanti e ai coriandoli. Ma sul perché bisogna fare fe- sta ci sono tante idee. Se si studia la storia del Carnevale, si scopre che lo festeggiavano in Egitto, gli antichiRomaniprendendoinpre- stito la festa della dea Iside, ma anche in Sud America, in Brasile soprattutto, tanti popoli hanno da sempre sentito il bisogno di fare festa in un momento dell’anno in cui l’inverno sta per finire. I motivi della festa Romani, egizi, brasiliani, ma an- che africani e finlandesi: tutto il mondo trova la “scusa” per fare festa e concedersi la possibilità di fare, per pochi giorni, quello che si vuole - senza fare male agli altri, ovviamente - senza sentirsi in di- fetto. In Africa per esempio, anche se non in tutti gli Stati, il carnevale si festeggia con balli sfrenati, in- dossando maschere di legno che ricordano il Carnevale di Schigna- no, in provincia di Como, e indos- sando... pelli di coccodrillo. Sì, gli animali sono sempre i protagonisti per eccellenza del Carnevale in ogni luogo. In Africa ci sono i coccodrilli? E allora si indossa la loro pelle. I romani in- dossavano pelli di capra, e anche alcuni costumi del carnevale di Schignano sono pelosi. Ma non è tutto, al nord, a casa di Babbo Na- tale in Finlandia, non si usa ma- scherarsi, ma si fa festa con ciò che si ha in gran quantità: la neve. La tradizione vuole infatti che si inforchi lo slittino e si trascorra un’intera giornata, il martedì grasso, lanciandosi dalle discese innevate più ripide, divertimento e coraggio si uniscono e i bambini si scatenano. Ora i bambini si travestono spesso da personaggi dei cartoni animati o dei videogiochi, ma il Pelli di coccodrilli e neve Il Carnevale nel mondo Dalla Finlandia, all’Africa il fare festa cambia da Paese a Paese Importante salutare l’inverno e divertirsi, lo facevano anche gli egizi LA PROVINCIA GIOVANI A CURA DI CARLA COLMEGNA [email protected] Festa in cielo A Venezia si vola giù dal campanile Le città più famose in Italia per il Car- nevale sono Viareggio e Venezia. A Venezia il Carnevale invade tutta la cittàeperunasettimanalemaschere sonolepadrone.L’iniziodelCarneva- le è mozzafiato, a mezzogiorno della domenica che dà il via alla festa, do- menica scorsa, una ragazza si butta dal campanile di San Marco La donna volante quest’anno è stata MariannaSerenaèvolatadalcampa- nilecomeunangeloehadatoilviaalla festa. Addosso aveva un vestito me- raviglioso che rappresentava gli ele- menti della natura: aria, acqua, terra esoprattuttofuoco.AdaspettareMa- rianna in piazza c’erano centomila persone. Carnevale nasce come travesti- mento e imitazione: di persone che non siamo nella realtà, o di animali. In Valle Intelvi In Valle Intelvi ci si maschera con mascheroni di legno pregiatissi- mo e pizzi, da belli e brutti, che si combattono e c’è perfino un per- sonaggio che finirà bruciato, come la Giubiana: il Carlisepp che rap- presenta il Carnevale), che cer- cherà di scappare al fuoco corren- do per le strade del paese. Il Carnevale a Schignano avrà la sua festa principale il 14 febbraio e il 17 febbraio, dalle 14.30. C’è poi un posto, a Ivrea, dove il Carnevale si festeggia lancian- dosi le arance dai carri. Ma sapete cosa significa Carnevale? Per chi è cattolico, signfica “car- nem levare”, cioè eliminare la car- ne, cioè mangiare a volontà fino al martedì grasso perché poi comin- cia il digiuno della Quaresima, i 40 giorni prima della Pasqua, che quest’anno è il 5 aprile. n C. Col. PAROLA DI GATTO «Noi gatti siamo egoisti e mai amici dei cani» N on basta che già ci sia la bipede a starmi a mezzo centimetro dalla coda, ad assillarmi con le sue pretese quotidiane «Attilino di qua» e «Attili- no là», adesso ricevo anche telefonate da un cane che conosco solo di nome, che mi chiede se mi piace gio- care a palla, mi abbaia del- la sua bipede ( a me che sono già stressato dalla mia!) e che dice di voler essere mio amico perché tutte e due siamo maschi. I cani talvolta sono esseri talmente semplici e credu- loni! Bastasse essere ma- schi per capirsi non ci sa- rebbero più le guerre! Comunque voglio chiarire le idee al quadrupede mia- golando chiaro: caro mio, un cane e un gatto non si capiranno mai perché al gatto non importa nulla né di capire né di farsi capire. Io sono un gatto egoista e solitario, sono unico, sono IL GATTO del mio appar- tamento, ma anche se fos- simo in cento a vivere coda contro coda saremmo tutti e cento egoisti e solitari. Noi gatti siamo fatti così:, per nostra fortuna non sia- mo come i cani, non ci toc- ca per forza essere i mi- gliori amici degli uomini e delle donne, non abbiamo l’obbligo di essere socievo- li in ogni occasione, gentili con i bipedi, delicati con i bambini, tranquilli con gli anziani, linguosi con chi ci gratta la testa. Io sono un gatto, quindi posso permettermi il lusso di essere imprevedibile: cortese se ne ho voglia, quando ne ho voglia e con chi ne ho voglia. In conclusione, quadrupe- de caro, prova a telefonar- mi per invitarmi a cena, sono certo che se hai qual- cosa da dividere con me potremmo diventare otti- mi amici. n Attila, l’egoista Colori, maschere e rime Nei libri dedicati alla festa Ci sono tanti libri che raccontano il Carnevale. Cominciarono a scriverne an- che gli antichi e lo sappiamo per- ché del Carnevale ne parla un au- tore antico che si chiama Lucio Apuleio. Ma facendo un salto enorme dagli antichi romani ad oggi, in libreria potrete trovare li- bri molto divertenti. Tra gli altri, c’è quello di Rober- to Piumini che con Hubert Garni- ch, che ha fatto i disegni, ha scritto qualche anno fa il libro “Il Gran Carnevale” (editore Creativa- Mente, 32 pag., 14 euro). Piumini, che è un bravissimo scrittore per bambini, racconta la favola di una festa di Carnevale che inizia a Rio e finisce... ovun- que. Il Carnevale si svolge in ogni angolo della terra e del mare Poi c’è un altro libro che si inti- tola “Il carnevale degli animali” di ChiaraCarminatieRobertaAnga- ramo (Fabbri, 28 pag., 9,90 euro). In questo libro ci sono bellissimi disegni e filastrocche. Altro ancora che si può leggere è “Arlecchino a Venezia”. Lo ha scritto Lucia Salemi (EmmeEdi- zioni, 6,50 euro) . È bello anche guardare il libro “Il topo dalla coda verde” di Leo Lionni (Babalibri, 40 pag., 12 euro) che racconta dei topi di campagna decidono di co- piare la festa di Carnevale dei topi di città, ma... faranno un po’ di con- fusione fino a non capire più dav- vero chi sono. n C. Col. LAURA GAZZOLA Quantevolteviècapitato di sentirvi dire: «Come sei genti- le!» o «Sei davvero coraggioso!»o «Sei davvero sincero e leale!»? E, ascoltando quei complimen- ti, quante volte avete pensato: «Mah!Amenonsembra.Iononmi vedo proprio così»? Il fatto è che avete delle qualità straordinarie, PAROLA DI COACH Tutti abbiamo i nostri punti di forza Per essere felici bisogna scoprirli essere dei fifoni e scoprire che non lo siete, senza aver compiuto chis- sà quali gesti eroici. Non sarebbe bello? Non vi stimereste di più? Sappiate che esistono 24 carat- teristiche (le “potenzialità”) e cia- scuno di noi ne ha una certa quan- tità, che usa nella sua vita. Ci sono persone che spiccano per curiosità, ottimismo, vivacità. Altre che manifestano generosità. Ci sono ragazzi umili e modesti. Altri pieni di allegria. Insomma, ciascuno ha alcune caratteristiche particolari che lo rendono specia- le: basta scoprirle, “allenarle” e lasciare che guidino la nostra vi- ta. n [email protected] Oggi è “Il Giorno del ri- cordo” voluto con una legge del 2004 che chiede a tutti di ricorda- re e rendere onore alle persone che furono uccise dentro le foibe e mentre cercavano di fuggire dal- la Dalmazia e dall’Istria. Queste persone, 10mila italia- ni, vennero massacrate dal 1943 al 1947, molte buttate ancora vive in buchi profondi che si trovano sulle montagne di quelle zone dai partigiani slavi. Il ministro Stefania Giannini, ha detto che oggi le scuole devono spiegare ai ragazzi cosa accadde e perché centinaia di migliaia di ita- liani, abitanti dell’Istria, di Fiume e della Dalmazia, dovettero ab- bandonare le proprie case. n PER RIFLETTERE Oggi è il “Il Giorno del ricordo” di chi è morto dentro le foibe ma non le riconoscete, perché sie- te concentrati sugli aspetti negati- vi del vostro carattere. Guardate, cioè, tutti i vostri punti deboli, quelli che non vi piacciono, e perdete di vista le vo- stre caratteristiche positive. Quando qualcuno vi chiede di elencare i vostri “punti di forza”, voi non sapete cosa rispondere. Pensate che esistono dei partico- lari test, che vi permettono di prendere coscienza di questi vo- stri punti di forza. Scoprirli, po- trebbe rendere la vostra vita più felice. Essere consapevoli, e non avere dubbi, sul fatto di essere, ad esempio, persone gentili, oneste, creative, piene di amore per il sa- pere, può farci sentire “soddisfat- ti” di noi stessi. Un po’ come dire che spec- chiarsi e vedere tutti i nostri lati migliori, ci fa sentire fieri di ciò che siamo. Fa crescere la nostra auto- stima. Ecco, allora, perché è im- portante scoprire questi tratti po- sitivi del nostro carattere. Imma- ginate di aver sempre pensato di

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LA PROVINCIA 27MARTEDÌ 10 FEBBRAIO 2015

Non si può spiegare il Carnevale. Chi ci riesce è bravo. Ogni pretesto è infatti buono perfare festa, mangiare e travestirsi,in modo da non essere riconosciu­ti. Questa settimana, e per molti anche la prossima, è dedicata ai costumi colorati, alle stelle filantie ai coriandoli.

Ma sul perché bisogna fare fe­sta ci sono tante idee. Se si studiala storia del Carnevale, si scopre che lo festeggiavano in Egitto, gliantichi Romani prendendo in pre­stito la festa della dea Iside, ma anche in Sud America, in Brasilesoprattutto, tanti popoli hanno dasempre sentito il bisogno di farefesta in un momento dell’anno incui l’inverno sta per finire.

I motivi della festaRomani, egizi, brasiliani, ma an­che africani e finlandesi: tutto il mondo trova la “scusa” per fare festa e concedersi la possibilità difare, per pochi giorni, quello chesi vuole ­ senza fare male agli altri,ovviamente ­ senza sentirsi in di­

fetto. In Africa per esempio, anchese non in tutti gli Stati, il carnevalesi festeggia con balli sfrenati, in­dossando maschere di legno chericordano il Carnevale di Schigna­no, in provincia di Como, e indos­sando... pelli di coccodrillo.

Sì, gli animali sono sempre iprotagonisti per eccellenza del Carnevale in ogni luogo. In Africaci sono i coccodrilli? E allora si indossa la loro pelle. I romani in­dossavano pelli di capra, e anchealcuni costumi del carnevale di Schignano sono pelosi. Ma non ètutto, al nord, a casa di Babbo Na­tale in Finlandia, non si usa ma­scherarsi, ma si fa festa con ciò chesi ha in gran quantità: la neve.

La tradizione vuole infatti chesi inforchi lo slittino e si trascorraun’intera giornata, il martedì grasso, lanciandosi dalle disceseinnevate più ripide, divertimentoe coraggio si uniscono e i bambinisi scatenano.

Ora i bambini si travestonospesso da personaggi dei cartonianimati o dei videogiochi, ma il

Pelli di coccodrilli e neveIl Carnevale nel mondoDalla Finlandia, all’Africa il fare festa cambia da Paese a PaeseImportante salutare l’inverno e divertirsi, lo facevano anche gli egizi

LA PROVINCIA GIOVANI A CURA DI CARLA COLMEGNA

[email protected]

Festa in cielo

A Veneziasi vola giù dal campanile

Le città più famose in Italia per il Car­

nevale sono Viareggio e Venezia. A

Venezia il Carnevale invade tutta la

città e per una settimana le maschere

sono le padrone. L’inizio del Carneva­

le è mozzafiato, a mezzogiorno della

domenica che dà il via alla festa, do­

menica scorsa, una ragazza si butta

dal campanile di San Marco

La donna volante quest’anno è stata

Marianna Serena è volata dal campa­

nile come un angelo e ha dato il via alla

festa. Addosso aveva un vestito me­

raviglioso che rappresentava gli ele­

menti della natura: aria, acqua, terra

e soprattutto fuoco. Ad aspettare Ma­

rianna in piazza c’erano centomila

persone.

Carnevale nasce come travesti­mento e imitazione: di persone che non siamo nella realtà, o di animali.

In Valle IntelviIn Valle Intelvi ci si maschera conmascheroni di legno pregiatissi­mo e pizzi, da belli e brutti, che sicombattono e c’è perfino un per­sonaggio che finirà bruciato, comela Giubiana: il Carlisepp che rap­presenta il Carnevale), che cer­cherà di scappare al fuoco corren­do per le strade del paese.

Il Carnevale a Schignano avràla sua festa principale il 14 febbraioe il 17 febbraio, dalle 14.30.

C’è poi un posto, a Ivrea, doveil Carnevale si festeggia lancian­dosi le arance dai carri. Ma sapetecosa significa Carnevale?

Per chi è cattolico, signfica “car­nem levare”, cioè eliminare la car­ne, cioè mangiare a volontà fino almartedì grasso perché poi comin­cia il digiuno della Quaresima, i 40giorni prima della Pasqua, che quest’anno è il 5 aprile.n C. Col.

PAROLA DI GATTO

«Noi gatti siamo egoistie mai amici dei cani»

Non basta che già cisia la bipede astarmi a mezzocentimetro dalla

coda, ad assillarmi con lesue pretese quotidiane«Attilino di qua» e «Attili­no là», adesso ricevo anchetelefonate da un cane checonosco solo di nome, chemi chiede se mi piace gio­care a palla, mi abbaia del­la sua bipede ( a me chesono già stressato dallamia!) e che dice di voleressere mio amico perchétutte e due siamo maschi.I cani talvolta sono esseritalmente semplici e credu­loni! Bastasse essere ma­schi per capirsi non ci sa­rebbero più le guerre! Comunque voglio chiarirele idee al quadrupede mia­golando chiaro: caro mio,un cane e un gatto non sicapiranno mai perché algatto non importa nulla nédi capire né di farsi capire.Io sono un gatto egoista esolitario, sono unico, sonoIL GATTO del mio appar­tamento, ma anche se fos­simo in cento a vivere codacontro coda saremmo tuttie cento egoisti e solitari.Noi gatti siamo fatti così:,per nostra fortuna non sia­

mo come i cani, non ci toc­ca per forza essere i mi­gliori amici degli uomini edelle donne, non abbiamol’obbligo di essere socievo­li in ogni occasione, gentilicon i bipedi, delicati con ibambini, tranquilli con glianziani, linguosi con chi cigratta la testa. Io sono un gatto, quindiposso permettermi il lussodi essere imprevedibile:cortese se ne ho voglia,quando ne ho voglia e conchi ne ho voglia. In conclusione, quadrupe­de caro, prova a telefonar­mi per invitarmi a cena,sono certo che se hai qual­cosa da dividere con mepotremmo diventare otti­mi amici.n Attila, l’egoista

Colori, maschere e rimeNei libri dedicati alla festa

Ci sono tanti libri che raccontano il Carnevale.

Cominciarono a scriverne an­che gli antichi e lo sappiamo per­ché del Carnevale ne parla un au­tore antico che si chiama Lucio Apuleio. Ma facendo un salto enorme dagli antichi romani ad oggi, in libreria potrete trovare li­bri molto divertenti.

Tra gli altri, c’è quello di Rober­to Piumini che con Hubert Garni­ch, che ha fatto i disegni, ha scrittoqualche anno fa il libro “Il Gran Carnevale” (editore Creativa­Mente, 32 pag., 14 euro).

Piumini, che è un bravissimoscrittore per bambini, racconta lafavola di una festa di Carnevale che inizia a Rio e finisce... ovun­

que. Il Carnevale si svolge in ogniangolo della terra e del mare

Poi c’è un altro libro che si inti­tola “Il carnevale degli animali” diChiara Carminati e Roberta Anga­ramo (Fabbri, 28 pag., 9,90 euro).In questo libro ci sono bellissimidisegni e filastrocche.

Altro ancora che si può leggereè “Arlecchino a Venezia”. Lo ha scritto Lucia Salemi (EmmeEdi­zioni, 6,50 euro) . È bello anche guardare il libro “Il topo dalla codaverde” di Leo Lionni (Babalibri, 40 pag., 12 euro) che racconta deitopi di campagna decidono di co­piare la festa di Carnevale dei topidi città, ma... faranno un po’ di con­fusione fino a non capire più dav­vero chi sono.n C. Col.

LAURA GAZZOLA

Quante volte vi è capitatodi sentirvi dire: «Come sei genti­le!» o «Sei davvero coraggioso!»o«Sei davvero sincero e leale!»?

E, ascoltando quei complimen­ti, quante volte avete pensato: «Mah! A me non sembra. Io non mivedo proprio così»? Il fatto è cheavete delle qualità straordinarie,

PAROLA DI COACH

Tutti abbiamo i nostri punti di forzaPer essere felici bisogna scoprirli

essere dei fifoni e scoprire che nonlo siete, senza aver compiuto chis­sà quali gesti eroici. Non sarebbebello? Non vi stimereste di più?

Sappiate che esistono 24 carat­teristiche (le “potenzialità”) e cia­scuno di noi ne ha una certa quan­tità, che usa nella sua vita.

Ci sono persone che spiccanoper curiosità, ottimismo, vivacità.Altre che manifestano generosità.Ci sono ragazzi umili e modesti. Altri pieni di allegria. Insomma, ciascuno ha alcune caratteristicheparticolari che lo rendono specia­le: basta scoprirle, “allenarle” e lasciare che guidino la nostra vi­ta.n [email protected]

Oggi è “Il Giorno del ri­cordo” voluto con una legge del 2004 che chiede a tutti di ricorda­re e rendere onore alle persone che furono uccise dentro le foibee mentre cercavano di fuggire dal­la Dalmazia e dall’Istria.

Queste persone, 10mila italia­ni, vennero massacrate dal 1943al 1947, molte buttate ancora vive

in buchi profondi che si trovanosulle montagne di quelle zone daipartigiani slavi.

Il ministro Stefania Giannini,ha detto che oggi le scuole devonospiegare ai ragazzi cosa accadde eperché centinaia di migliaia di ita­liani, abitanti dell’Istria, di Fiumee della Dalmazia, dovettero ab­bandonare le proprie case.n

PER RIFLETTERE

Oggi è il “Il Giorno del ricordo”di chi è morto dentro le foibe

ma non le riconoscete, perché sie­te concentrati sugli aspetti negati­vi del vostro carattere.

Guardate, cioè, tutti i vostripunti deboli, quelli che non vi piacciono, e perdete di vista le vo­stre caratteristiche positive. Quando qualcuno vi chiede di elencare i vostri “punti di forza”,voi non sapete cosa rispondere. Pensate che esistono dei partico­

lari test, che vi permettono di prendere coscienza di questi vo­stri punti di forza. Scoprirli, po­trebbe rendere la vostra vita più felice. Essere consapevoli, e nonavere dubbi, sul fatto di essere, adesempio, persone gentili, oneste,creative, piene di amore per il sa­pere, può farci sentire “soddisfat­ti” di noi stessi.

Un po’ come dire che spec­chiarsi e vedere tutti i nostri lati migliori, ci fa sentire fieri di ciò chesiamo. Fa crescere la nostra auto­stima. Ecco, allora, perché è im­portante scoprire questi tratti po­sitivi del nostro carattere. Imma­ginate di aver sempre pensato di