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PEDAGOGIA ED EDUCAZIONE: dalla terminologia ad un exursus storico

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PEDAGOGIA ED EDUCAZIONE:

dalla terminologia ad un exursusstorico

INTRODUZIONE TERMINOLOGICA

Cos’è la pedagogia?

E‟ definita scienza dell’educazione, chesignifica affermare la sua indipendenzarispetto alla filosofia e alle altre scienzeumane e nello stesso tempo identificarla comedisciplina scientifica, con un proprio campod’indagine, dei metodi e delle attività i cuirisultati possono essere verificati.

Etimologicamente il termine pedagogia deriva dal grecopaís che significa “fanciullo” e agàghé che indica l‟azionedel “condurre, guidare”, perciò vuol dire “arte di guidare ifanciulli”.Il pedagogo, nella polis greca, era colui che guidava ilfanciullo nello studio. In età moderna il termine indica lariflessione sull‟educazione, che non riguarda solo l‟infanziae la fanciullezza ma che, al contrario, accompagna l‟interaesistenza umana, in quella che viene definita educazionepermanente.

CHIARIMENTI TERMINOLOGICI• EDUCAZIONE: processo di formazione dell‟uomo inteso

come individuo e come gruppo.

E‟ l‟insieme dei processi e degli strumenti attraverso cuiuna società trasmette da una generazione all'altra ilpatrimonio di conoscenze, valori, tradizioni, comportamentiche la caratterizzano. Il termine educazione deriva dallatino educare, del quale vengono indicate due origini e duesignificati diversi: édere, che significa "alimentarsi"; ex-dúcere, che significa "trarre fuori". Il primo significatopone l'accento su un processo biologico che consente lacrescita dell'individuo, l'altro sulla possibilità più generaledi promuovere lo sviluppo di qualcuno, di "tirarlo fuori" dauna situazione di immaturità e che presuppone duesoggetti: chi “trae fuori” e chi “viene tratto fuori.

•L‟ educazione può essere…

INTENZIONALE NON INTENZIONALEOrganizzata, una o più Involontaria, tutto ciòpersone si impegnano che si apprende neiper perseguire un fine. diversi contesti ( fami-

glia, scuola, gruppo deipari, mass-media…

EDUCAZIONE: PROCESSO ESPLICITO O IMPLICITO

• Educazione esplicita: in ogni società esistono delle agenzie deputate all'azione educativa. Tra di esse, le principali sono la scuola e la famiglia. Pertanto sia i genitori sia gli insegnanti sanno di avere il dovere di promuovere lo sviluppo dei figli e degli studenti, riconoscono come obiettivo del loro ruolo educativo quello di indirizzare tale sviluppo verso la formazione di soggetti adulti integrati e attivi nel contesto sociale di riferimento, e scelgono in maniera consapevole i metodi con cui realizzare tale obiettivo.

• EDUCAZIONE IMPLICITA: è la trasmissione del sistema culturale inconsapevolmente. Ad esempio, tutte le relazioni che il bambino intrattiene con adulti, coetanei più competenti o mezzi di comunicazione di massa – la televisione, il libro, internet ecc. – sono educative nel momento in cui producono la trasmissione e quindi l'apprendimento di credenze, valori, comportamenti o modalità di ragionamento tipiche della società cui il bambino appartiene. Anche la famiglia e la scuola possono essere sede di educazione implicita oltre che esplicita: infatti, al di là degli obiettivi educativi che insegnanti e genitori si pongono consapevolmente la loro relazione comporta una trasmissione inconsapevole di contenuti e valori.

DIDATTICA: settore della pedagogia che si occupa deimetodi e delle tecniche di insegnamento.

ISTRUZIONE: termine strettamente legato alprecedente, indica la trasmissione del sapere. E‟ l‟azionesvolta da un adulto allo scopo di trasmettere un certonumero di nozioni. E‟ un aspetto dell‟educazione checontribuisce alla formazione intellettuale dell‟individuo.

FORMAZIONE: processo che permette la maturazionedelle potenzialità naturali del soggetto

EXCURSUS STORICO

GRECIA ARCAICA

L‟educazione era affidata ai genitori: il padretrasmetteva le conoscenze legate alla produzione deibeni ai figli maschi mentre la madre si occupavadell‟educazione delle figlie, legata alla gestionedomestica e all‟allevamento della prole.

DUE POLEIS PRINCIPALI

SPARTA:Educazione di tipomilitare. Dopo unaprima educazione infamiglia fino a 7 anni,ragazzi e ragazzeerano addestratimilitarmente.

ATENE:Nascita del primo governo democratico; prevale l‟aspetto civile su quello militare quindi l‟educazione comprende l‟alfabetizzazione culturale che consente la partecipazione alle attività dell‟ agorà, la conoscenza dei poemi, l‟insegnamento della musica e della ginnastica.

EDUCAZIONE NELLA CULTURA ROMANA

L‟economia romana è prettamente agricola per cui l‟educazione ruota intorno a due elementi:

• la tradizione, poiché usi e costumi, abitudini, attività si tramandano da una generazione all‟altra e si consolidano nel tempo;

• la famiglia, centrata sulla figura del pater familias, il cui potere non ha limiti.

L‟educazione mira a trasmettere valori concreti: tradizione, famiglia, dignità personale ed impegno civile.

PRINCIPI EDUCATIVI DEL CRISTIANESIMO

Nel periodo di massimo splendore dell‟impero romano si verificò un evento importante: la nascita e la predicazione di Gesù.

Il messaggio evangelico si colloca, all‟interno della cultura romana, come un messaggio rivoluzionario.

I principi educativi che si vogliono trasmettere sono l‟amore universale, il rispetto, la tolleranza, l‟umiltà e la povertà.

LA PEDAGOGIA NEL MEDIOEVO

Periodo compreso tra il 476 d.C., data della caduta dell‟Impero romano d‟Occidente, e il 1492, data della scoperta dell‟America.

La cultura medievale ha il suo punto di riferimento nella Chiesa e la cultura veniva trasmessa dai monaci e dai figli dei nobili; il resto della popolazione si dedicava al lavoro nei campi. Le arti erano subordinate alla teologia.

Carlo Magno volle migliorare la situazione culturale. La scuole carolingie prevedevano l‟insegnamento delle arti del:

• trivio ( grammatica, retorica, dialettica);

• quadrivio ( aritmetica, geometria, astronomia, musica).

UMANESIMO E RINASCIMENTO

Il termine “Umanesimo” indica attenzione ala vita e alle attività dell‟uomo rispetto al Medioevo in cui erano state svalutate, come la letteratura, l‟arte, la politica, l‟etica e la morale. La vita intellettuale si svolgeva presso le corti dove il signore, detto mecenate, mantiene a proprie spese i più importanti artisti e letterati. Da qui la nascita di una nuova idea pedagogica basata sulla volontà umana e sulla fiducia nei poteri della ragione. Viene esaltato il passato perché creduto modello di perfezione morale, civile e sociale.

PEDAGOGIA NEL „700

JEAN-JACQUES ROUSSEAU

Concetto fondamentale è quello di “sviluppo spontaneo”.L‟educatore non si deve imporre, né deve imporre leggie regole, deve solo permettere che il corso dellanatura dell‟educando si possa compiere secondo ilnaturale cammino. Anche l‟ambiente educativo sarànuovo, lontano e isolato dalla vita sociale, posto incampagna. Il bimbo crescerà come una pianta,l‟educatore baderà solo affinché nulla possa deviare ilcorso normale. L‟educazione naturale di Rousseaupromuove l‟attività spontanea dell’alunno.

Il bambino deve essere abituato a conoscere il mondo stimolando la curiosità e l‟interesse, in modo attivo, scoprendo le cose attraverso l‟esperienza.Rousseau divide lo sviluppo dell‟individuo in 5 periodi:•prima infanzia (0-2 anni) in cui il bambino è messo in diretto contatto con la natura e gli oggetti e prova sensazioni attraverso la manipolazione delle cose;•seconda infanzia (3-12 anni) inizia a usare la ragione e procede alla conquista della libertà;•fanciullezza (fino ai 15 anni) in cui si rafforza la ragione e l‟educazione come ricerca e scoperta;•adolescenza in cui scoppiano le passioni;•età adulta.

PESTALOZZI

L‟educazione è processo autonomo , ma il suo punto dipartenza non è l‟"uomo astratto", ma l‟individuo nellapienezza dei suoi rapporti familiari e sociali: la veraformazione avviene in comunità e non in solitudine. Ilcentro dell’educazione naturale è la famiglia cui la scuoladeve conformarsi. Pestalozzi sottolinea l‟importanza dellamadre come prima naturale educatrice del bambino.

FRIEDRICH FRŐBEL

Lo sviluppo del bambino è un processo creativo che sidistingue in due periodi:•prima infanzia in cui dallo stato di poppante passaall‟infanzia attraverso la comparsa del linguaggio che gliconsente di esprimersi. L‟attività principale è il gioco cheprepara il bambino al disegno, al linguaggio, alle attivitàlogico-matematiche;•seconda infanzia, in cui il bambino dirige la suaattenzione al mondo esterno, guidato da curiosità edinteresse.

Egli realizza il primo Giardino d’Infanzia, che prevede degli spazi all‟esterno per il lavoro individuale e comune e all‟interno una didattica basata sull‟uso di materiale semistrutturato, i “doni”, che riproducono le strutture fondamentali presenti in natura.Si tratta di sfere e cubi di legno che il bambino utilizzerà in forma ludica spontanea e che gli consentirà di esprimere la sua creatività attraverso attività costruttive e fantastiche.

PEDAGOGIA NELL‟ 800

JOHANN FRIEDRICH HERBARTCon Herbart (1776-1841) la pedagogia si avvia ad acqui

sire lo statuto di scienza autonoma. Compitodell'educazione è la formazione di una personalitàsviluppata in tutti i suoi aspetti secondo i cinquevalori fondamentali indicati dall'esperienza: libertàinteriore, perfezione, benevolenza, diritto, equità.

Se cinque sono i valori che costituiscono i fini educativigenerali, altrettanti sono i criteri metodologicifondamentali per ogni tappa d'insegnamento:

a) la preparazione (richiamare quanto già appreso eindicare l'aggancio con le nuove nozioni);

b) presentazione (avvio di un nuovo apprendimentomediante la concatenazione tra più nozioni);c) associazione (sistemare le nuove nozioni all'interno deltessuto cognitivo già acquisito);d) generalizzazione (formazione di regole generali perastrazione dal materiale appreso);e) applicazione (esercizi di verifica e di consolidamentodel sapere).

PEDAGOGIA NEL „900

LA SCUOLA ATTIVA

Il termine scuola nuova o attiva, comincia ad essere usato dai primi anni del 1900 per indicare il superamento della scuola tradizionale e negandone il valore educativo. La scuola tradizionale è una scuola passiva, una scuola, cioè, che obbliga l'allievo a starsene immobile nel suo banco a subire la lezione del maestro che impartisce dall'alto i suoi insegnamenti. Tutto nella scuola è indice di questa passività: il banco scolastico dove il corpo è rigidamente costretto; gli orari e i programmi; i libri di testo; il modo di condurre la lezione da parte dell'insegnante; l'interrogazione basata sulla ripetizione di quanto ha detto l'insegnante o quanto è scritto sul libro.

Nella scuola tradizionale domina la figura dell'insegnante, mentre la scolaresca non deve far altro che ripetere quanto ascoltato: è una scuola dove prevale l'eteroeducazione.Inoltre, la scuola tradizionale è individualistica, perché si basa sul metodo della competizione e dell'emulazione, limitando così lo spirito di collaborazione e il lavoro in comune. La nuova scuola invece è puerocentrica, cioè si pone dal punto di vista del fanciullo e non dell' adulto; è il fanciullo che educa se stesso, mentre l'adulto gli porge l'aiuto necessario per quella che deve essere una autoeducazione.

MARIA MONTESSORILa Montessori (1870-1952) perviene ai problemi educativie scolastici sulla base dei suoi studi di medicina:assistente alla clinica psichiatrica dell'Università di Roma,i suoi primi interessi sono rivolti all'educazione e alrecupero dei bambini disadattati. La Montessori cercò didare alla pedagogia una veste scientifica, perché non sipuò educare nessuno se non lo si conosce.Per la Montessori i bambini hanno diritto a esserestudiati, nel senso che è necessario comprendereveramente quali sono i meccanismi di apprendimento esocializzazione che li caratterizzano, esplorandone iprocessi di maturazione della personalità fin dai primi annidi vita.

La vera educazione è autoeducazione: la pedagogia, ilmetodo, l'insegnante, l'istituzione scolastica sono tuttistrumenti che devono aiutare il bambino a servirsi dellesue risorse per esprimersi e svilupparsi. Sull'infanziaricadono gli errori degli adulti: pertanto è necessariocreare un altro mondo, quello del bambino, un ambiente chelo aiuti nel processo di una crescita libera e armonica.M. fonda la Casa dei bambini in cui gli spazi sono a misuradei piccoli: sedie, tavoli, scaffali, armadi sono a portata dimano dei bambini e facilmente utilizzabili da loro perpermettere loro di muoversi e agire senza il continuointervento degli adulti. Soprattutto viene abolito il bancoche tiene prigioniero l'alunno costringendolo ad eseguirelavori ed esercizi imposti.

In questo nuovo ambiente, costruito a misura di bambino, assume una funzione centrale il materiale didattico, detto anche di "sviluppo", costituito da materiale scientifico e strutturato, cioè appositamente costruito per sviluppare con gradualità le competenze specifiche negli ambiti delle diverse attività sensoriali. Esso comprende solidi da incastrare, blocchi, tavolette, figure e solidi geometrici da ordinare secondo criteri diversi (colore, dimensioni, altezza, peso, incastro), matasse colorate e campanellini da porre in scala secondo l'intensità del colore o del suono, superfici ruvide o lisce da graduare e così via. L‟obiettivo è l‟educazione sensoriale.

DEWEY Vero e proprio fondatore dell‟attivismo pedagogico èDewey. Egli è convinto che l'uomo sia essenzialmenteazione, che gli consente di adattarsi alle richiestedell'ambiente.Dewey propone la centralità dell'attività del fanciulloche, guidato dall'insegnante, apprende attraverso ilfare, un programma che tiene presenti gli interessi, ibisogni e lo sviluppo fisico e psicologico dell'alunno. . Conuna simile impostazione la scuola, non può che esserescuola attiva. Dewey introduce nella scuola il lavoro sottoforma di laboratori in cui svolgere quelle attivitàquotidiane, quali tessere, cucire, fare il pane, lavorare illegno o altri materiali ecc…

I principi del metodo sono cinque:1) partire dagli interessi infantili e da una reale attività d'esperienza; 2) porre l'alunno in una oggettiva situazione problematica, perché venga stimolato il pensiero;3) fornirgli il materiale informativo per consentirgli le opportune ricerche e indagini;4) stimolare nell'alunno lo sviluppo organico delle ipotesi che è in grado di formulare spontaneamente; 5) metterlo in grado di verificare le sue idee per mezzo dell'applicazione.

DECROLY

Decroly rifiuta l'insegnamento tradizionale per distintematerie di studio proponendo un insegnamento che faccialeva sugli interessi e sui bisogni. L'insegnamento avverràper "centri di interesse“, cioè attraverso attività edesercizi articolati nell'osservazione, nell‟esplorazionedell'ambiente, nell'associazione nello spazio e nel tempodei fenomeni e degli oggetti, nell'espressione attraversoil linguaggio, la composizione scritta, il disegno, il lavoromanuale.

VYGOTSKIJPer Vygotskij l'aspetto caratteristico dello sviluppo ècostituito dalla socialità: il bambino crescenell'interazione con gli altri e il linguaggio èimmediatamente uno strumento di comunicazione con ilmondo esterno. Al centro del suo studio vi è l'ambientesociale: tutte le relazioni intersoggettive con gli adultipossiedono una forte valenza educativa.Particolare attenzione viene dedicata al gioco. Infatti, nelgioco il bambino fa ciò che desidera di più, in quanto ilgioco è legato al piacere.

CLAPARÈDE

L‟educazione per C. deve partire dagli interessi e daibisogni del bambino.L'insegnante, quindi in quanto dotato di preparazionepsicologica, deve conoscere e analizzare i bisogni delfanciullo, suscitare i suoi interessi e rimuovere la suarepulsione per lo sforzo presentando il lavoro da eseguirein forma ludica e gioiosa. I bisogni e gli interessi sono peròindividuali, per cui la scuola deve essere "una scuola sumisura" in quanto deve rispettare e valorizzare lediversità di ciascuno. La didattica più che insegnarecontenuti specifici, deve stimolare attività in modo daeducare alla vita.

ATTIVITÀ LABORATORIALE

Dopo l‟analisi delle varie teorie pedagogiche illustra

un‟attività o un progetto in cui le hai viste applicare o che

pensi si possano effettuare in un contesto scolastico.

CONTESTO

DESTINATARI

OBIETTIVI

ATTIVITÀ E MODALITÀ DI LAVORO