Pedagogia Clinica

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PEDAGOGIA CLINICA

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La pedagogia clinica nasce a

Firenze nel 1974 ad opera di un

gruppo di ortopedagogisti

contrari alla politica di

sanitarizzazione della loro

categoria professionale.

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Questa nuova scienza

segna

l’incipit

di un’azione pedagogica

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in alternativa al codice terapeutico inteso come cura della

malattia e cometrattamento necessario per guarirla

in opposizione alla suggestione dell'uomomalato curato

con interventi legati alla concezione patologico-terapeutica

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L’accezione di clinico (aver cura della persona) viene considerato il focus della pedagogia clinica chiamata a rispondere alle esigenze delle persone di ogni età e dei gruppi con interventi di aiuto per mezzo di attenzioni educative.

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Dal 1974 la componente associazionistica dei pedagogisti clinici si è andata rafforzando grazie alla capacità di aggregazione e all’intesa sulla definizione dell’identità scientifica e sui comuni orientamenti nell’esercizio della professione, uniti dai principi ispiratori.

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La pratica associativa è vissuta come un’esperienza esistenziale e gli aderenti sono aggregati da un progetto condiviso, sostenuto dallo sviluppo culturale e scientifico di questa categoria professionale, dalla ricerca e la verifica su nuovi metodi, nuove tecniche e nuove tecnologie.

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Grazie all’instancabile attività di ricerca in sei anni (1974-1980)

la pedagogia clinica si è arricchita di tanti contributi scientifici, di nuove teorie, di numerosi metodi, tecniche e tecnologie

aggiornati che hanno risposto positivamente alla

verifica, incontrando importanti successi; un tessuto teorico e modalità pratiche che sostanziano l’operato del Movimento dei

Pedagogisti Clinici.

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Gli entusiasmi, l’impegno e il sacrificio dei colleghi del Movimento dei Pedagogisti

Clinici,

hanno contribuito

• a consolidare le basi della pedagogia clinica• a conseguire rilevanti successi• a raggiungere importanti obiettivi professionali

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Tutto ciò ha prodotto ulteriori slanci e stimoli a continuare

sentendo vivo

l’obbligo morale di andare oltre

l’esigenza di potenziare ancora di più la ricerca

per rispondere con maggiori attenzioni e condotte

sempre più efficaci alle necessità dell’uomo e della

società.

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La formazione del pedagogista clinico fino agli anni ’90 avviene presso il nuovo Centro Studi di Pedagogia Clinica di Firenze sotto la direzione scientifica di Guido Pesci basandosi sul sistema del tirocinio-apprendistato

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Un tirocinio-apprendistato che permetteva di sostare all’interno del Centro, collaborare e abilitarsi facendo esperienze dirette, da ciò è nata la formazione di tanti specialisti che hanno avuto un notevole rilievo e credibilità sociale.

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La pedagogia clinica viene definita dagli aderenti al Movimento

una scienza d'indole sociale, razionalmente teleologica, illuminata,

evoluta, ed essenzialmente sperimentale,

che indaga i mezzi e propone le modalitànecessarie per accompagnare l'uomo

verso la libertà personale, considerata la sua parte più intima e più nobile.

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“Fautori di nuove idee, con la pedagogia

clinica proponiamo un'educazione

dell'uomo che attinge alla sorgente

operativa del bene e il cui sguardo è rivolto

all'ideale della vita con l'intento di favorire

l'armonia tra il pensiero e l'azione…

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Un individuo proteso nella sua nuda

essenza,

nelle sue vive individualità

fra le contingenze della vita,

che trova risposte idonee ai suoi peculiari

bisogni dalle abilità del pedagogista

clinico” (Pesci, 2004, p. 14).

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Dal 1997, per far fronte alle tante richieste di formazione per la professione di pedagogista clinico, e raggiungere un più vasto impegno e una crescita scientifica e culturaleil Movimento individua nell’ISFAR®Istituto Superiore Formazione Aggiornamento Ricerca, che ha sede a Firenze, l’ente utile per soddisfare le esigenze.

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Nel 1997 il movimento dei pedagogisti clinici fonda l’ANPEC

(Associazione Nazionale Pedagogisti Clinici) costituita a Firenze il 16 aprile 1997 con atto

pubblico registrata al n. 2423, L’Associazione si convenziona con l’ISFAR® e lo riconosce come unico Istituto formativo per la professione dei pedagogisti clinici a cui richiede di investire solide sostanze economiche. Il titolo professionale di Pedagogista Clinico da questa data viene ad essere protetto da marchio registrato.

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L’ISFAR® attiva per questo nuovo impegno un apposito Istituto di Ricerca, l’Istituto Internazionale di Pedagogia Clinica® in cui impiega e coinvolge un nutrito gruppo di ricercatori che garantiscono metodi, tecniche e strumentari pedagogico clinici.

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La testimonianza della professione di pedagogista clinico trova riconoscimento istituzionale:

� in Italia presso il CNEL (Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro)

� in Belgio dove viene costituita nel 2002 l’Association Nationale Pédagogues Cliniciens (ANPC), atto pubblicato sul “Moniteur Belge-Belgisch Staadsblad”, ovvero la “Gazzetta Ufficiale” del Governo Belga. (Statuto allegato in atti n. 10)

� in Europa con la costituzione della Federazione Europea dei Pedagogisti Clinici (Reg.Unione Europea al n°198364-2004).

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La pedagogia clinica dall’Italia si sta ormai diffondendo in tutto il mondo

Il carattere assunto costituisce la risposta al labirinto dei fondamenti epistemologici, la base su cui poggiano nuove solide radici per

una educazione efficace

Non più irrequieta e incerta di sé bensì con un nuovo abito e forma di un’episteme, la pedagogia clinica ha principi e metodi

efficaci, sicuri e universalmente riconosciuti.

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Essa propone un'educazione dell'essere umano che attinge alla sorgente operativa del bene e il cui sguardo è rivolto

alla vita con l'intento di favorire l'armonia tra il pensiero e l'azione.

Una disciplina orientata all’uomo e alla società

Un individuo proteso nella sua nuda essenza, nella sua individualità, fra le contingenze dell’esistenza, che trova risposte idonee ai suoi peculiari bisogni grazie alle abilità

del pedagogista clinico,lo specialista che si avvale di tecniche e metodologie

esclusive.

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Gli esempi di aiuto analizzati e documentati, sono testimonianza del progresso

scientifico compiuto e della efficacia della pedagogia clinica

Alla luce di questo si potrebbe incontrare qualche difficoltà nel ricondurre entro l’ambito delle scienze ormai acquisite e

riconosciute, la pedagogia clinica.

È psicologia? È sociologia? È antropologia?

È neurologia? È fisiologia? O che altro?

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L’unica risposta concreta a queste domande èche lo studio della pedagogia clinica implica

la conoscenza di tutte queste scienze e di altre poiché è incentrata su un problema piùvasto dal quale dipendono gli equilibri del

singolo e del tessuto sociale.

La pedagogia clinica consta di una concentrazione di orientamenti che si

focalizzano su una tematica sola, pur ampia e varia ma perfettamente denotata.

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Questa scienza si distingue dalle altre per:

• la quantità dei metodi adottati

• la qualità dell’approccio

poiché ha un modo diverso di rapportarsi all’individuo.

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L’idea-chiave per una politica nuova è

la prevenzione La pedagogia clinica legata a un progetto

di valorizzazione del singolo uomo

è tendente perciò ad agevolare

il recupero di energie e di capacità vitali

di conseguenza ridurre i bisogni sanitari.

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Una prevenzione che interessi ogni età e qualsiasi tipo di

bisogno e solleciti uno svecchiamento globale e

necessario all’autorealizzazione dell’individuo.

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Muovendosi su questa linea si comprende quanto sia stato

necessario battersi per ridurre gli orientamenti cristallizzati

nell’ambito degli interventi sanitari per riassorbire dai canali naturali tutte

quelle necessità che generano dépistage nei quali molti soggetti possono invece

trovare soluzioni ai loro problemi.

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I pedagogisti clinici nella loro battaglia

sono affiancati dalle componenti attive e progressive del nostro paese dalle quali,in seguito a un paziente e

coraggioso lavoro che ne ha sviluppato la sensibilità,

giunge un riconoscimento sempre piùampio al compito dell’educazione.

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Si tratta del primo passo di un’esperienza viva per una nuova

pedagogia umana

non formale, non irrigidita in forme fisse e immobili

ma adeguata allo sviluppo e al progresso, e sempre protratta verso

un reale rinnovamento sociale.

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Una pedagogia che si propone la comprensione dei processi individuali nella loro globalitàspecifica e delle possibilità di

aiuto educativo.

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La pedagogia clinica

non più relegata alle manifestazioni morbose della malattia,

all’area scolastica e dell’infanzia,

ha il compito specifico

di rispondere al vasto panorama dei bisogni educativi della persona

durante tutta la sua vita.

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Educare, per il pedagogista clinico, significa rendere operativi il corollario scientifico di cui dispone, ossia offrire ad ogni persona l’opportunità di una crescita e garantirle

l’integrazione in questa complessa società.

L’educazione deve rendere l’uomo abile nel governare i propri sentimenti, dare seguito

ai propri propositi, utilizzare la propria volontà fino a volere davvero, e passare

così, liberamente e facilmente, all’azione.

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La pedagogia clinica

si propone

di mantenere vive nell’individuo

la facoltà di ricezione di sensazioni

la capacità di diffondere piacere,

di stimolare immagini, idee e ragionamenti,

che possono permettergli di contemplare il mondo

che lo circonda e di realizzare l’”age quod agis”…

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…ovvero quel prestare attenzione a ciò che egli sta facendo affinchè possa conseguire il dominio dei pensieri,

rischiarare l’intelligenza,

irrobustire la volontà,

mantenersi padrone di se stesso e superare tutto ciò che lo infastidisce o

lo pregiudica.