PEA Lezione 8 0910 - Unibg 8_0910.pdf · A.A 2009-10 Breve ripresa del concetto e della misura...

22
A.A 2009-10 Lezione 8 Politica Economica Avanzata

Transcript of PEA Lezione 8 0910 - Unibg 8_0910.pdf · A.A 2009-10 Breve ripresa del concetto e della misura...

Page 1: PEA Lezione 8 0910 - Unibg 8_0910.pdf · A.A 2009-10 Breve ripresa del concetto e della misura della rendita • Rendita: è un concetto legato al lungo periodo, cioè all’equilibrio.

A.A 2009-10

Lezione 8

Politica Economica Avanzata

Page 2: PEA Lezione 8 0910 - Unibg 8_0910.pdf · A.A 2009-10 Breve ripresa del concetto e della misura della rendita • Rendita: è un concetto legato al lungo periodo, cioè all’equilibrio.

A.A 2009-10

Alcuni approfondimenti sul concettodi complementarietà/sostituibilità

Abbiamo visto che il grado di concorrenza sembrafavorire la crescita della produttività dell’impresain modo diverso a seconda di come l’impresa ègestita

• Astrarre dalle condizioni finanziarie e/o digovernance ci dà una visione incompleta da cui non è possibile conclusioni precise.

• Più in generale, indagare la presenza dicomplementarietà/sostituibilità significaconsiderare le interrelazioni tra fattori checontribuiscono ad uno stesso risultato.

• Ampie applicazioni negli ultimi anni

Page 3: PEA Lezione 8 0910 - Unibg 8_0910.pdf · A.A 2009-10 Breve ripresa del concetto e della misura della rendita • Rendita: è un concetto legato al lungo periodo, cioè all’equilibrio.

A.A 2009-10

• Il concetto di complementarietà economica fu introdotto da Edgeworth.

• Lo ricordiamo in microeconomia quandostudiamo la funzione di domanda di un bene y al variare del prezzo di un bene x

• Esempio Profitto (x,y,…)� x=computer, y=collegamento internet

Page 4: PEA Lezione 8 0910 - Unibg 8_0910.pdf · A.A 2009-10 Breve ripresa del concetto e della misura della rendita • Rendita: è un concetto legato al lungo periodo, cioè all’equilibrio.

A.A 2009-10

0=

∂Π∂

∂∂

=∂Π∂

+=Π

xy

ax

byax

Si vuole trovare: l’effetto parziale di x su Π e il possibile effetto di y su tale effettoparziale. Si calcola quindi la derivata parizale rispetto ad x e la derivata secondaincrociata

cxy

cyax

ycxbyax

=

∂Π∂

∂∂

+=∂Π∂

⋅++=Π

...e... =

∂Π∂

∂∂=

∂Π∂

xyxIpotizziamo due possibili funzioni di profitto

Page 5: PEA Lezione 8 0910 - Unibg 8_0910.pdf · A.A 2009-10 Breve ripresa del concetto e della misura della rendita • Rendita: è un concetto legato al lungo periodo, cioè all’equilibrio.

A.A 2009-10

• Nel secondo caso l’utilità di avere un computer aumenta se ho anche il collegamento internet

• Nota: in questo esempio se ho il collegamentointernet SENZA computer, il profitto marginale èb � ci aspettiamo b<0 ma b+c>0, cioè profittopositivo solo se ho anche il computer

cyx

cxby

ycxbyax

=

∂Π∂

∂∂

+=∂Π∂

⋅++=Π Nota:

c>0 indica complementarietà

c<0 indica sostituibilità

Page 6: PEA Lezione 8 0910 - Unibg 8_0910.pdf · A.A 2009-10 Breve ripresa del concetto e della misura della rendita • Rendita: è un concetto legato al lungo periodo, cioè all’equilibrio.

A.A 2009-10

• Risultato da noi visto: il grado diconcorrenza è sostituibile con FP e SC nelruolo che svolge sulla crescita dellaproduttività del lavoro

• Per approfondire il concetto di complementarietànell’impresa si veda: Milgrom and Roberts : “The economics of modern manufacturing”, American Economic Review, 1990

Page 7: PEA Lezione 8 0910 - Unibg 8_0910.pdf · A.A 2009-10 Breve ripresa del concetto e della misura della rendita • Rendita: è un concetto legato al lungo periodo, cioè all’equilibrio.

A.A 2009-10

Breve ripresa del concetto e dellamisura della rendita

• Rendita: è un concetto legato al lungo periodo, cioèall’equilibrio.

• Profitto: è un concetto legato al breve periodo.• Nel bp i costi medi sono crescenti se esiste un fattore

fisso (usuale come ipotesi nel bp)• Nel modello di concorrenza perfetta standard nel lp tutti i

fattori della produzione sono variabili� I costi medi dilungo periodo sono tipicamente rappresentati da unaretta orizzontale.

• Nel lp I costi medi sono crescenti solo se esiste anchenel lp un fattore fisso (naturalmente o per legge).

• Per questo motivo la misura delle rendita si ottiene come media dei profitti (conteggiati assumendo che i fattorisiano remunerati al prezzo di mecato) su un periodo ditempo abbsatanza lungo

Page 8: PEA Lezione 8 0910 - Unibg 8_0910.pdf · A.A 2009-10 Breve ripresa del concetto e della misura della rendita • Rendita: è un concetto legato al lungo periodo, cioè all’equilibrio.

A.A 2009-10

La concorrenza influisce sulla crescita dell’impresa. In che modo?

La concorrenza influisce sul modo di operare/lavorare dell’impresa, tramite diversi canali, non necessariamente tra loro indipendenti:

• le decisioni di innovare (R&S)• le decisioni di riorganizzare

• l’effort dei lavoratori�prossimo sottoperiodo• l’effort dei manager

Page 9: PEA Lezione 8 0910 - Unibg 8_0910.pdf · A.A 2009-10 Breve ripresa del concetto e della misura della rendita • Rendita: è un concetto legato al lungo periodo, cioè all’equilibrio.

A.A 2009-10

• L’idea è che in presenza di rendite, i manager possono, “catturarle”sottoforma di minore impegno/attività/sforzo (slack ).

• Tuttavia, il proprietario dell’impresa monopolistica avrà interesse ad impedire che ciò accada proprio come il proprietario dell’impresa concorrenziale, quindi sarà interessato ad attivare degli incentivi per evitare che questo accada.

• L’idea è che la concorrenza di per sé sia in grado di mitigare o prevenire lo slacking e quindi, a parità di incentivi, il risultato in termini di effort sia maggiore; oppure, lo stesso risultato in termini di effort può essere raggiunto con minore spesa in incentivi monetari.

• E’ la concorrenza stessa che funziona da ‘incentivo’.• Questa idea/intuizione, non è però semplice da dimostrare

teoricamente!!

Perché la concorrenza dovrebbe stimolarel’effort manageriale?

Page 10: PEA Lezione 8 0910 - Unibg 8_0910.pdf · A.A 2009-10 Breve ripresa del concetto e della misura della rendita • Rendita: è un concetto legato al lungo periodo, cioè all’equilibrio.

A.A 2009-10

Compito principale del manager è migliorare l’efficienza della impresa riducendo i costi di produzione e ampliando le prospettive di crescita. Per esempio: può riorganizzare l’impresa, chiudere delle divisioni in perdita, licenziare lavoratori in esubero, cambiare i fornitori, sviluppare nuovi prodotti, ecc. La probabilità che queste attività abbiano successo dipende dallo sforzo/impegno (effort) del manager. MA… lo sforzo del manager non èfacilmente osservabile e verificabile!

Le peculiarità del ruolo del manager

Page 11: PEA Lezione 8 0910 - Unibg 8_0910.pdf · A.A 2009-10 Breve ripresa del concetto e della misura della rendita • Rendita: è un concetto legato al lungo periodo, cioè all’equilibrio.

A.A 2009-10

Asimmetrie informative

• L’effort del manager per migliorare l’efficienza non è osservabile dal proprietario/proprietari.

• Nel funzionamento dell’impresa viene meno uno dei presupposti della cp e si individua un problema di informazione

• Tipicamente questi problemi si rappresentano tra un ‘agente’ e un ‘principale’ ed sono quindi anche denominati problemi di agenzia (Teorie dell’agenzia).

Page 12: PEA Lezione 8 0910 - Unibg 8_0910.pdf · A.A 2009-10 Breve ripresa del concetto e della misura della rendita • Rendita: è un concetto legato al lungo periodo, cioè all’equilibrio.

A.A 2009-10

Impresa intesa come organizzazione.Esistono delle relazioni e si attivano deicontratti a cui si associano dei costi ditransazione.Oliver Williamson, Nobel 2009

• Nell’impresa non-neoclassica si evidenzianoproblemi di informazione asimmtrica tra:– Proprietario e management � Teorie dei contratti

incentivanti– Management e dipendenti� Teorie dei salari di

efficienza– Creditori e insider� Finanza d’impresa

Page 13: PEA Lezione 8 0910 - Unibg 8_0910.pdf · A.A 2009-10 Breve ripresa del concetto e della misura della rendita • Rendita: è un concetto legato al lungo periodo, cioè all’equilibrio.

A.A 2009-10

Economia dell’informazione studia i problemigenerati dall’informazione asimmetrica

• Casi in cui l’informazione è asimmetrica.– Contratti di lavoro (il lavoratore conosce le proprie capacità e la

propria produttività meglio di chi lo assume) – Contratti di assicurazione (l’assicurato è meglio informato sulle

sue condizioni)– Contratti di prestito bancario (ad esempio ad un’impresa per un

investimento o un progetto)– Contratti di vendita in cui la qualità non è standard (ad esempio

contratti di seconda mano)

• Akerlof (1970) ha pubblicato uno studio pionieristico sull’informazione asimmetrica e sui suoi effetti nel funzionamento del mercato concorrenziale.

Page 14: PEA Lezione 8 0910 - Unibg 8_0910.pdf · A.A 2009-10 Breve ripresa del concetto e della misura della rendita • Rendita: è un concetto legato al lungo periodo, cioè all’equilibrio.

A.A 2009-10

SELEZIONE AVVERSA

Akerlof (1970) The Market for “Lemons”: Quality Uncertainty and the Market Mechanism

Mercato di auto usate: auto di buona qualità e auto di cattiva qualità ("bidoni“). L’acquirente non è capace di distinguere tra auto buone e bidoniIl venditore conosce la qualità dell’auto che offre. �L’informazione è asimmetrica.Esempio:

Sono offerte due auto: Buona e Cattiva. B vale 100, C vale 50.

Venditore di B è disposto a venderla per un prezzo minimo PB=100.

Venditore di C è disposto a venderla per un prezzo minimo Pc=50.

L’acquirente, non sapendo se l’auto è B o C, sarà disposto a pagare: P=pr(B)*PB+pr(C)*PC=1/2*100+1/2*50=75.

Il venditore dell’auto B non troverà acquirenti per il prezzo richiesto� le auto B scompaiono dal mercato e solo quelle di cattiva qualità saranno offerte

(SELEZIONE AVVERSA )

La presenza di bidoni, in presenza di informazione asimmetrica, produce un’esternalitànegativa che colpisce sia i potenziali acquirenti sia i venditori di auto buone.

Page 15: PEA Lezione 8 0910 - Unibg 8_0910.pdf · A.A 2009-10 Breve ripresa del concetto e della misura della rendita • Rendita: è un concetto legato al lungo periodo, cioè all’equilibrio.

A.A 2009-10

MORAL HAZARD

La Selezione Avversa nasce laddove gli oggetti del contratto hanno CARATTERISTICHE diverse sulle quali i contraenti hanno informazione asimmetrica.

Il Moral Hazard nasce laddove il COMPORTAMENTO, le AZIONI degli agenti possono influenzare il risultato dell’accordo e tali azioni non sono perfettamente monitorabili dal principale.

Esempio: Nel mercato assicurativo la probabilità che l’evento assicurato accada è in parte influenzabile dalle azioni che intraprende ’assicurato. Una polizza che risarcisce completamente la perdita riduce l’incentivo ad adottare misure di autotutela.

Se le azioni di autotutela sono insufficienti, aumenta la probabilitàdell’evento negativo, quindi aumenta il premio assicurativo richiesto.

Ciò comporta un fallimento di mercato, o perché i contratti assicurativi non sono accettabili da tutte le parti (il soggetto non accetta di pagare un premio troppo elevato) o perché la copertura dei contratti offerta è incompleta.

Page 16: PEA Lezione 8 0910 - Unibg 8_0910.pdf · A.A 2009-10 Breve ripresa del concetto e della misura della rendita • Rendita: è un concetto legato al lungo periodo, cioè all’equilibrio.

A.A 2009-10

moral hazard� il proprietario (principale) ignora le azioni intraprese dai soggetti dopo la stipula del contratto� “azione nascosta”, “opportunismo post-contrattuale”

Tra proprietari e manager si genera un classico problema di “moral hazard”

selezione avversa � il proprietario (principale) ignora le caratteristiche possedute dai soggetti alla stipula del contratto� “informazione nascosta”, “opportunismo pre-contrattuale”

Una conseguenza è l’assottigliamento e la scomparsa del mercato

Page 17: PEA Lezione 8 0910 - Unibg 8_0910.pdf · A.A 2009-10 Breve ripresa del concetto e della misura della rendita • Rendita: è un concetto legato al lungo periodo, cioè all’equilibrio.

A.A 2009-10

Modelli che legano effort manageriale e concorrenza

Vi sono due idee di fondo che si ritrovano nei modelli:1. La concorrenza aumenta l’informazione e il numero di

concorrenti e quindi gli incentivi ai manager possono essere più precisi e quindi più efficaci.– Maggiore è il numero dei concorrenti , maggiori le opportunità

di confronto della performance e dei risultati ottenuti– In un mkt concorrenziale gli shock che influiscono sui costi

dell’impresa sono comuni alle imprese; allora il contributo alla performance aziendale dovuto dell’operato dei manager è piùfacile da individuare � La concorrenza aumenta l’informazione .e diminuisce l’asimmetria informativa

2. La concorrenza aumenta l’efficacia dell’operato deimanager sui profitti, cioè l’impatto sui profitti di unostesso sforzo manageriale è maggiore in concorrenza

Page 18: PEA Lezione 8 0910 - Unibg 8_0910.pdf · A.A 2009-10 Breve ripresa del concetto e della misura della rendita • Rendita: è un concetto legato al lungo periodo, cioè all’equilibrio.

A.A 2009-10

Hart (1983)• Sviluppa un modello con due tipi di imprese: M (manageriale con informazione

asimmetrica) e E (imprenditoriale, cioè proprietà e gestione coincidono)• E e M sono sottoposte ad uno stesso shock• Se lo shock è positivo per le imprese riduce i costi � E aumenta l’output mentre M

cattura questo minore costo sottoforma di rendite distribuite ai manager, ovvero aumenta lo slack

• Se la quota di E aumenta rispetto a M (inteso come un aumento di concorrenza)� lo shock positivo diminuisce i costi, aumenta l’output, e infine diminuiscono i prezzi.

• Quindi lo shock alla fine si trasmette ai prezzi di mercato;• Se il salario del manager dipende dal profitto dell’impresa in cui lavora, allora la

concorrenza diminuisce il profitto e quindi diminuisce lo slack manageriale.• Questo risultato è però dipende dalla funzione di utilità del manager. Hart ipotizza che il

manager sia infinitamente avverso al rischio e che il reddito al di sopra di una soglia non abbia nessun valore per l’utilità mentre sia catastrofico se scende al sotto di tale soglia. Quindi al di sopra della soglia la rispondenza dei manager all’incentivo monetario èbassa.

Scharfstein (1988) mostra che il risultato di Hart può essere ribaltato se l’utilità marginale del manager è invece strettamente positiva e il comportamento dei manager è altamente dipendente dall’incentivo monetario. In questo caso la concorrenza può aumentare lo slack del manager!

• � il risultato di Hart dipende dalla funzione di Utilità dei manager che viene ipotizzata

MODELLI CHE SVILUPPANO LA PRIMA IDEA

Page 19: PEA Lezione 8 0910 - Unibg 8_0910.pdf · A.A 2009-10 Breve ripresa del concetto e della misura della rendita • Rendita: è un concetto legato al lungo periodo, cioè all’equilibrio.

A.A 2009-10

Meyer e Vickers (1995) • Il modello si basa sull’idea che l’effort dei manger non influenzi il guadagno corrente

ma quello futuro tramite l’impatto che l’effort oggi avrà sulla valutazione (futura) che il mercato farà dell’abilità e bravura del manager stesso.

• Complessivamente il risultato dell’impresa dipende: 1. dallo sforzo del manager2. dalla sua capacità/abilità3. dallo shock di produttività

dove 1,2,3 non osservabili direttamente• La presenza di altre imprese nell’industria porta ad una maggiore efficacia

degli incentivi perché gli shock non osservabili di produttività sono correlati tra le imprese che operano in concorrenza nella stessa industria.

• Meyer e Vickers dimostrano che, date due imprese a, b, se la correlazione tra la produttività delle due imprese (corr produttività) è positiva, se la correlazione tra le abilità dei manager delle due imprese (corr abilità) è pure positiva, e se: corr produttività> corr abilità, allora:

1. l’effort manageriale è maggiore nel primo periodo2. all’aumentare del numero di imprese (cioè all’aumentare della

concorrenza) aumenta l’effort manageriale e quindi migliora la performance d’impresa

Page 20: PEA Lezione 8 0910 - Unibg 8_0910.pdf · A.A 2009-10 Breve ripresa del concetto e della misura della rendita • Rendita: è un concetto legato al lungo periodo, cioè all’equilibrio.

A.A 2009-10

• Supponiamo che lo sforzo del manager riduca il costo di produzione e quindi induca una riduzione del prezzo di vendita.

• L’effetto sul profitto di tale riduzione del prezzo cresce al crescere della concorrenza?

• E’ facile dimostrare che, al crescere della concorrenza, la riduzione del prezzo produce due effetti contrastanti sul profitto. Al crescere della concorrenza: 1. aumenta l’elasticità della domanda. Quindi le attività volte alla riduzione dei costi

e quindi del prezzo di mercato aumentano la quota di mercato (business stealing effect). Questo indurrà il proprietario ad incentivare lo sforzo manageriale.

2. Aumenta il numero di imprese nel mercato, quindi la quantità che ogni impresa offrirà diminuisce (effetto scala). Ciò induce, contrariamente al primo caso, un minor interesse da parte del proprietario ad incentivare il manager.

• L’effetto netto è quindi ambiguo e pertanto non possiamo concludere che in concorrenza vi sarà una maggiore propensione a incentivare il manager da parte del proprietario, a meno che si consideri dominante l’effetto di elasticità su quello di domanda (Willig 1987). Questo potrebbe effettivamente essere il caso se il mercato del prodotto si estende (es: domanda estera)

MODELLI CHE SVILUPPANO LA SECONDA IDEA

Page 21: PEA Lezione 8 0910 - Unibg 8_0910.pdf · A.A 2009-10 Breve ripresa del concetto e della misura della rendita • Rendita: è un concetto legato al lungo periodo, cioè all’equilibrio.

A.A 2009-10

Schmidt (1996)• Questo modello non considera il ruolo informativo della concorrenza ma il

fatto che la concorrenza aumenti la probabilità di fallimento dell’impresa. Come può influire questo fatto sui problemi di agenzia?– Supponiamo che un aumento della concorrenza riduca i profitti e quindi

aumenti la probabilità di fallimento di quelle imprese che hanno costi troppo alti.

– Supponiamo inoltre che in caso di liquidazione il manager soffra una disutilità perché perde il suo lavoro e la quasi-rendita ad esso associata.

• In tale contensto ci sono due effetti riguardanti gli incentivi manageriali:1. La “minaccia del fallimento”. Il manager direttamente aumenta il proprio

sforzo per evitare il la disutlità della liquidazione (perdita del posto e della rendita). Quindi per il proprietario il costo di incentivare il manager diminuisce se la concorrenza aumenta. Questo effetto riflette il comune sentire secondo cui un aumento della concorrenza riduce lo slack.

2. Se il manager è pagato in eccesso alla propria utilità di riserva e parte della ricompensa del manager dipende dai profitti dell’impresa, la riduzione dei costi ad opera dello sforzo del manager potrebbe, in concorrenza, ridurre i profitti (se domina l’effetto domanda- vedi slide precedente). Ciò potrebbe indurre direttamente il manager a ridurre il proprio sforzo. Lo stesso proprietario sarà meno interessato a pagare un elevato incentivo al manager volto alla ricerca della riduzione dei costi. Quindi, se l’effetto domanda domina, l’aumento della concorrenza indurrebbe una riduzione dello sforzo manageriale

Page 22: PEA Lezione 8 0910 - Unibg 8_0910.pdf · A.A 2009-10 Breve ripresa del concetto e della misura della rendita • Rendita: è un concetto legato al lungo periodo, cioè all’equilibrio.

A.A 2009-10

Due estensioni del modello di Schmidt.1. Una sostanziale riorganizzazione dell’impresa necessita il

consenso di chi ne sarà coinvolto, primo fra tutti a forza lavoro. Al crescere della concorrenza la resistenza ai cambiamenti si riduce e quindi si riduce anche il pagamento (tratto dalle rendite) chesarebbe stato necessario per fare accettare i cambiamenti. Questo aumenta il valore della riduzione dei costi (i profitti netti) e quindi aumenta direttamente lo sforzo dei manager

2. In recessione i profitti diminuiscono e la liquidazione è piùprobabile; aumenta la disoccupazione e si riducono le prospettive di lavoro per lavoratori e manager nel caso di fallimento dell’impresa. A parità di altre condizioni questi effetti aumentano l’effort e spiegano perché i grandi programmi di ristrutturazione si avviano durante le recessioni. Es: Dupont, Procter&Gample..Leggi la storia su l’Economist.comhttp://www.economist.com/businessfinance/displaystory.cfm?story_id=14540023

Per questa lezione I riferimenti sono:• Nickell S. (1996) Competition and Corporate Performance, JPE; par. II• Schmidt K. (1997) Managerial Incentives and Product Market Competition,The Review of Economic Studies, Vol. 64, No. 2, solo Introduzione