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    Direttore Luca Beltrami Gadola

    numero 15

    26 maggio 2009

    edizionestampabile

    SommarioIn questo numero

    Editoriale - LBG - EXP: A PIEDI, IN PIEDI, IN CODAMobilit - Emilio Vimercati - UNA NUOVA STAZIONE CENTRALE A BOVISA

    Ambiente - Riccardo Lo Schiavo - IL REDEFOSSI, LA NUTRIA E IL CAIMANODal Palazzo - ***** - UN PIANO B PER L'EXP. DALLA DARSENA A RICCIONE

    Economia - Giorgio Ragazzi - IL CASO DELLA TARSU A MILANO: STROZZATI DALLA BUROCRAZIAUrbanistica e Arch. - Michele Calzavara - SIERI E VACCINI URBANI "CONTEMPORANEI"

    Sanit - Maria Grazia Fabizio - LE TRA ASIMMETRIE DEL SISTEMA SANITARIO LOMBARDOCitt - Filippo Beltrami Gadola - LE ALTERNATIVE DELL'EXP: COSA FARO DA PICCOLO

    Metropoli - Maurizio Mottini - INFRASTRUTTURE EXPO: UN FUTURO MOLTO INCERTOApprofondimenti - Mario De Gaspari - RITORNO ALLA CITT

    YouTubeFERROVIE MILANESI: LA FELICITA'

    Il magazine offre come sempre le sue rubriche di attualit inARTE & SPETTACOLIMUSICA a cura di Paolo ViolaARTE - a cura di Silvia DellOrso

    TEATRO a cura di Maria Luisa BianchiCINEMA E TV a cura di Simone Mancuso

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    EditorialeEXP: A PIEDI, IN PIEDI, IN CODA

    Luca Beltrami Gadola

    Come arriveranno allExpo i 21milioni di visitatori di cui si parla?Forse non saranno 21 milioni, ci-fra gi ridotta da quella iniziale diquasi 30, ma molti meno: salte-ranno le previsioni economiche diricaduta sul turismo e sulle attivi-

    t commerciali. Malgrado tutto evolendo ridimensionare ancora iflusssi dei visitatori possiamopensare a 15 milioni dallItalia odai Paesi immediatamente confi-nanti. Quanto dureranno le visite?Un dato incerto ma per almeno lamet si pu prevedere un pernot-tamento fuori casa.

    Questa circostanza porta il Dos-sier di presentazione a considera-re come bacino di ospitalit per

    lExpo un area molto vasta e chepotrebbe comprendere gran partedel nord e del centro Italia ma ilbacino di maggior interesse edaffollamento sar quello compre-so nei 150 chilometri di distanzada Milano. Le infrastrutture di co-municazione quelle attorno allequali maggiormente si dibatte eper le quali mancano denari prevedono s strade ma non lineesu gomma di trasporto pubblico;

    quelle su ferro prevedono metro-politane con i relativi convogli manon potenziamento delle rete fer-roviaria esistente e soprattuttonessun investimento in materialerotabile. Insomma la rete ferrovia-

    ria locale non pensata assolu-tamente come un investimentoindispensabile. Le cronache quo-tidiane ci parlano di viaggiato im-bestialiti per i ritardi e per la quali-t dei vagoni, sporchi e simili atradotte della guerra 15-18. Se

    vogliamo parlare poi delle linee diautobus che da Milano colleganoparte dellinterland non andiamomolto meglio soprattutto per lefermate lungo il percorso, nor-malmente prive di pensiline o disedili per lattesa. Ma su questeconsiderazioni ne domina una:tutte queste infrastrutture di tra-sporto pubblico sono vicine al100% della loro capacit e del tut-to inadatte ad accogliere un cari-co superiore, 100 mila visitatori algiorno pur nella ipotesi pi ridutti-va. Se poi si realizzasse lauspi-cata diffusione dellospitalit an-che in Bad&Bre-akfast, in cam-peggi e in strutture da agriturismoil problema dei trasporti potrebbesuccede, anzi succeder senzal-tro, che e la viabilit minore vadain crisi in punti del tutto inaspetta-ti. A manovrare grandi numeri sonbuoni tutti, a cominciare dagli uffi-ci studi e dalle universit ma a

    calarli nella realt puntuale delterritorio non si cimenta ancoranessuno.

    Questo bisogna fare e nessunolo far: sentiremo parlare di 800

    eventi culturali che mobiliterannotutte le risorse intellettuali del Pa-ese, ogni piccolo Comunedellnterland aprir la sua piccolagalleria darte, il piccolo museodella sua storia. I comuni maggiorifaranno ben di pi con una offerta

    di cultura e spettacolo che si ag-giunger alle storiche bellezze edalle istituzioni tradizionali. Di que-sto si sta occupando principal-mente Letizia Moratti nel suo vi-aggio da Madonna PellegrinadellExpo in Italia ed allestero e locomunica festante sul sito delComune e nei comunicati stampa.Cosa succeder realmente non lainteressa o forse nemmeno lapreoccupa perch non lo capisce.Chi la circonda continua a raccon-tarle che anche per il Salone delMobile sono arrivate a Milano 300mila visitatori, ma si diluito insette giorni e comunque ogni pa-ragone fuorviante. Ogni citt,ogni area in grado di sopportarelimpatto di aumenti di popolazio-ne di breve durata, perch tutto infrastrutture, sottoservizi, reti hanno una sorta di polmone checonsente di diluire il fenomeno neitempi successivi. Le fognature di

    Milano sono al limite, 150 milaresidenti in pi per un paio digiorni li regge ma poi . Ecco laMilano dellExpo: a piedi, in piedie in coda. Forse anche coi panta-loni in mano.

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    MobilitUNA NUOVA STAZIONE CENTRALE A BOVISA

    Emilio Vimercati

    Lamministrazione comunale mi-lanese sta predisponendo il pianodi riuso delle aree ferroviarie sot-toutilizzate cui seguiranno i singoliprogetti attuativi presentati daisoggetti vincitori delle gare chesaranno indette per la vendita del-le aree.

    Una grande occasione per riorga-

    nizzare il territorio nelle sue com-ponenti socio-economiche, urba-nistiche ed ambientali soprattuttoper gli aspetti viabilistici e del tra-sporto pubblico.La speranza che non si segua ilprecedente esempio di Porta Vit-toria e della Beic.Ne deriver un beneficio per il si-stema ferroviario?Di questo si discute poco o nulla.E sicuro per che si perderanno

    aree logistiche di straordinariaimportanza per la mobilit dellepersone e delle merci che avvienesu ferro e quindi con tutte le carat-teristiche ecologiche che comenoto ne conseguono.

    Forse non necessario rivitalizza-re la citt puntando solo sui gran-di eventi ma anche pensando aprofonde modificazioni intese amigliorare la qualit urbana in unaprospettiva lungimirante e duratu-

    ra, perch no, secolare.

    Infatti, mentre assistiamo alla cor-sa per la realizzazione di percorsi

    ferroviari ad alta velocit e capaci-t, competendo con gli aerei sulfilo dei minuti, a Milano conti-nuiamo a lasciare immutate le at-tuali stazioni di testa anzichquelle passanti sprecando territo-rio e tempo prezioso per far entra-re e uscire i treni.Si ricorda che questa citt nel suoespandersi ha mantenuto intatta

    la sua struttura novecentesca trat-tenendo dentro di s carcere, sta-zioni, caserme, depositi ATM epersino le rimesse della metropo-litana, con lunica eccezione dellaFiera.Queste grandi funzioni urbanesono diventate incongruenti con losviluppo del territorio e la vivibilitdella citt ed ora se ne prendeatto con grave ritardo rispetto allealtre realt europee che si sono

    confrontate per tempo con la pia-nificazione metropolitana di areavasta.In questo contesto di modernizza-zione della citt, anzich spende-re soldi per la manutenzione dellaStazione Centrale o di Garibal-di/Repubblica, appare appropriatopensare ad un nuovo polo ferro-viario con una grande nuova sta-zione sullarea di Bovisa Gasome-tri sul cui anello ferroviario corro-no le linee passanti e sul cui trac-

    ciato pu trovare spazio ancheunaltra stazione intermediasullarea dismessa del depositoFS Martesana.

    Una soluzione decentrata che ri-solve innanzitutto il problema del-la bonifica di Bovisa, va a riquali-ficare importanti zone periferiche,permette di decongestionare ilcentro dalle attuali barriere ferro-viarie ricucendo parti di citt cheoggi non comunicano fra loro,mette in moto un processo di ridi-stribuzione del mercato immobilia-

    re sia residenziale sia delle picco-le e medie attivit, razionalizza eriduce i percorsi ferroviari.Se si osserva una pianta di Mila-no risulta evidente che eliminandoquelle aste che penetrano in cittda Bovisa a Garibaldi e dalla Mar-tesana a Piazza Duca dAostacambia il volto di tutto il quadrantenord. Le attuali stazioni possonodiventare rilevanti centri di inte-resse socio-economico e culturale

    mentre leliminazione dei rilevati,dei fornici, delle barriere e delleinfrastrutture a queste connessecostituisce un decisivo recuperodi spazi liberi, un miglioramentodellimpatto acustico e visivo, unamigliore qualit del disegno urba-no e del suo reticolo connettivo.Una citt proiettata verso il futuronon pu impedirsi di immaginare ilproprio sviluppo innanzitutto par-tendo da una pi razionale distri-buzione della rete di trasporto su

    ferro e che porta con s innova-zione, riqualificazione, opportunitstrategica, in una dimensionespaziale efficace ed ordinata.

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    AMBI ENTE E SCIENZA

    IL REDEFOSSI, LA NUTRIA E IL CAIMANORiccardo Lo Schiavo

    Molti di voi si chiederanno cosamai hanno in comune un canalescolmatore vecchio 300 anni cheraccoglie le acque reflue dei fiumimilanesi, un castorino importatodal Sudamerica, e il caimano.

    Andiamo dunque con ordine: ilCavo Redefossi un canale artifi-ciale che attraversa Milano. Siforma nelle vicinanze di PortaNuova, presso il Ponte delle Ga-belle raccogliendo le acque delSeveso e del Naviglio della Mar-

    tesana. Attraversa poi Milano inte-ramente sotto il manto stradale.Sbuca all'aria aperta a San Dona-to Milanese, bagna San GiulianoMilanese e confluisce nel CavoVettabbia, tributario del Lambro, anord di Melegnano.

    Venne scavato tra il 1783 ed il1786, per evitare le esondazioniche interessavano Porta Romana,Porta Vittoria e Porta Ludovica.Nel 1931, con la copertura deinavigli, ricevette l'intera portata

    della Martesana, che poco prima,presso la Cascina dei Pomi, rac-cogliendo la maggior parte delleacque del fiume Seveso. (Wikipe-dia)Oggi, il canale Redefossi statointeramente ricoperto e intorno esopra il canale, stata ridisegnatala citt di San Donato, con il nuo-vo quartiere Torri Lombarde ePiazza della Pieve.

    Nel Lambro meridionale ci sono lenutrie: Myocastor coypus, trattasi

    di un mammifero roditore erbivorooriginario del Sud America dettaanche comunemente castorino,un grosso topastro per intender-ci. Cosa centra tuttavia questoroditore con la pianura padana ?L'areale originario della specie vada Brasile, Bolivia e Paraguay fi-no ad Argentina e Cile. A seguitodella introduzione per lo sfrutta-mento commerciale della sua pel-liccia (detta appunto pelliccia dicastorino) la nutria si naturaliz-zata in diversi paesi del NordAmerica, Asia, Africa ed Europa.

    A causa del fallimento degli alle-vamenti per la produzione dellapelliccia di castorino, di questi so-no stati liberati intenzionalmenteper evitare i costi di smaltimentodelle carcasse. Da queste immis-sioni volontarie, unite alle fugheaccidentali, si originata una nu-merosa popolazione di nutrie cheben si adattata agli ambienti u-midi europei, compresi quelli piinquinati(wikipedia).

    E qui mi viene da ridere, perch

    chi ha scritto la scheda su wikipe-dia considera inquinamento il solosversamento nei fiumi di solventichimici, liquami dalla lavorazionedi pellami, feci animali allevati inmodo intensivo e via discorrendo.Tuttavia, prendere delle simpati-che bestiole, metterle in aereo onave, spostarle di circa 8000 kmsulla superficie terrestre e allafine liberarle in un ambiente a lorodel tutto estraneo, che cosa rap-presenta secondo voi ? Che cosasignifica poi si naturalizzata?

    Nel 2000 si stimato che, viste lariproduzione continua e l'assenzadi predatori, 250 milioni di nutriepopolino l'Europa.Tuttavia, in alcuni ambienti la nu-tria costretta a confrontarsi condiverse altre specie, come linci eaquile, che cacciandola, ne per-mettono la limitazione della popo-lazione che si rivela a volte dan-nosa per l'equilibrio degli ecosi-stemi. (Wikipedia).

    A quanti milioni di nutrie saremoarrivati oggi nel 2009? Chi lo sa ?In media le femmine di nutria par-toriscono due volte lanno e perogni parto nascono da 2 a 6 pic-coli con un massimo di 10. Imma-ginate dunque senza un naturalecompetitore quante nutrie in piabbiamo ogni anno, unenormit,troppe.

    Volendo affrontare il problema lesoluzioni appaiono alquanto limi-tate:

    Soluzione (A): in un ambiente for-temente antropizzato quale quellodel basso Lambro introdurre lincie aquile in quantit in modo che siriduca la popolazione delle nutrie.Rischiando poi di veder esploderein modo esponenziale la popola-zione di linci ed aquile.

    Soluzione (B) : visto che la nutria effettivamente un roditore digrossa taglia molto simile al ca-storo, organizzare delle colossalibattute di caccia in co-marketing

    con qualche produttore di armidelle valli bresciane, stimolando alcontempo pure la produzione didoppiette.

    Soluzione (C): immettere nel bas-so Lambro dei caimani visto chenel suo habitat naturale, della nu-tria, il caimano, il principale pre-datore. Provate a immaginare ilbasso Lambro pieno di sapone emetalli pesanti popolato di caima-ni nei pressi di S. Zenone, Cerroal Lambro, Salerano, Lodivecchio.

    E se poi i caimani risalgono il Re-defossi a caccia di nutrie? E se,per assurdo, ce li ritrovassimo inun tombino in Piazza San Marco? Magari di fianco alla sala confe-renze del Corriere. Questa si chesarebbe una notizia.

    Comunque la si metta e si cerchidi risolvere la questione, esistesempre un gradino superiore oc-cupato nella catena alimentare,per cui ci si troverebbe a dovergestire una specie o pi specie

    non autoctone. Il problema cheil competitore del caimano lanaconda. Magari qualche interi-sta sovraeccitato dai successi del-la propria squadra, e ce ne sonotanti, potrebbe dire che un biscio-ne gigante non potr mai rappre-sentare un rischio reale, anzi. Tut-tavia la comunit o biocenosi delRio delle Amazzoni non quelladel Lambro ed affluenti.

    Per avere un equilibrio naturale civuole del tempo e condizioni co-stanti. Se luomo altera questi e-

    quilibri, se sposta specie sul pia-

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    neta, quando cerca di sistemarenon fa altro che peggiorare.Il mio veterinario, che abita dalleparti di Lodi, mi racconta spessodi questi buffi e goffi animali,tuttaltro che ingenui, che vengo-no tuttavia travolti dalle auto, presi

    a fucilate, e che sono costretti acombattere con il cane di turno inlibera uscita di sabato, spessovincendo, e che hanno la sola ve-ra colpa di avere una pelliccia cheper un certo periodo andata dimoda.Corrado Teofili del Wwf Italia sezione Conservazione Ecoregio-

    ne Mediterraneo Centrale. Sonodegli animali esotici che andreb-bero eliminati fisicamenteIn un documento rilasciato dal Mi-nistero dellAmbiente in associa-zione con lIstituto nazionale perla fauna selvatica Alessandro

    Ghigisi legge: Limpatto che lanutria pu esercitare sulle bioce-nosi vegetali ed animali dei Paesidintroduzione ancora poco stu-diato e pertanto sarebbe azzarda-to trarre conclusioni definitive. Cinonostante, diversi studi hannoevidenziato interazioni conflittualicon vari elementi delle biocenosi

    locali, anche se nessuna di que-ste sembra aver avuto effetti irre-versibili.(http://www.agrimodena.it/cacciapescauidanutria.pdf)http://subarralliccu.wordpress.com/2007/06/07/nuraminis-nutria-

    animale-da-sterminare/Come triste dove raccontarequesta storia, il nostro castorinoemigrante causa di tanti probleminon ha fatto nulla ma proprio nulladi male se non avere una discretapelliccia.

    Dal Palazzo

    UN PIANO B PER LEXPO. DALLA DARSENA A RICCIONEAdmin

    Parola dordine: minimizzare. Acominciare dallExpo. Si sa chenon ci sono pi i soldi che eranostati promessi. E che il program-ma del Grandissimo Evento del2015 non sar come si era favo-leggiato. Simpone un piano B euna rapida marcia indietro. Manon dovr fare troppo rumore: neva del decoro del sindaco LetiziaMoratti, che per prima si spesa

    per lappuntamento irrinunciabile.E proprio lei a dettare la linea,forse ammaestrata dal fido RedRonnie. E la linea : guai parlaredi tagli o di ridimensionamenti,tuttal pi ci sar una razionaliz-zazione. Del resto, non si razio-nalizzata anche Malpensa?La prima a saltare la famigeratavia dacqua che avrebbe dovutounire la Darsena con lareadellExpo. La cosa buffa che laGrande Rinuncia stata confer-mata proprio nel giorno in cui Le-

    tizia Moratti andata a firmarelennesimo protocollo dintesa:con il sindaco di Riccione. Saltatoil suo Canal grande, lExpo cercanuove sponde.

    * * *Alla ricerca di nuova credibilit, ilsindaco ha deciso di non passaresotto silenzio lintervista con cuilarcivescovo Dionigi Tettamanziha lanciato un monito per Milano:La citt ritrovi lanima. E cosa hadetto Letizia Moratti? Che vorreb-be tanto essere ricordata per a-

    vere lasciato una citt sicura di

    s, orgogliosa e bella da vivere.Ne avr da fare il povero RedRonnie, per risollevare limmaginedi Milano.

    * * *Nel frattempo, ecco come i comu-nicati ufficiali raccontano la setti-mana di Palazzo Marino.MA? - Milano, 15 maggio 2009 La nostra Milano. Una grandemetropoli fiera delle proprie tradi-

    zioni ma proiettata nel futuro hadetto il Sindaco di Milano LetiziaMoratti.

    RIVELAZIONI 1 - Milano, 19maggio 2009 Lo stato di salutedi una citt spiega GiampaoloLandi di Chiavenna, Assessorealla Salute del Comune di Milano- si misura sul benessere dei suoicittadini.RIVELAZIONI 2 - Milano, 19maggio 2009 Mozart - ha con-cluso lassessore alla Cultura

    Massimiliano Finazzer Flory non solamente un compositore, maun modo di vivere.RIVELAZIONI 3 - Milano, 20maggio 2009 - Milano forte-mente impegnata nel migliora-mento dellambiente e della quali-t dellaria ha spiegatolassessore alla Mobilit, Trasportie Ambiente Edoardo Croci.AVANGUARDIE - Milano, 19maggio 2009 Grazie a questoprogetto potremmo definire Mila-no una citt allavanguardia nel

    Metateatro, ha dichiarato il Sin-daco Letizia Moratti.RESOLDOR - Milano, 19 maggio2009 La giuria del premio avrun respiro internazionale ha an-nunciato lassessore alla CulturaFinazzer Flory.FAI DA TE - Milano, 19 maggio2009 Siamo qui a inaugurare lafontanella che voi avevate chiestoe ad ammirare gli alberi da frutto

    che avete piantato e di cui viprendete cura quotidianamenteha detto il Sindaco Letizia Moratti.RIVOLUZIONARI SI NASCE - Mi-lano, 19 maggio 2009 Un altrotassello della rivoluzione urbani-stica di Milano stato sistemato.Lo ha dichiarato questa mattinalassessore allo Sviluppo del terri-torio Carlo Masseroli.STELLA DI LATTA 1 - Milano, 14maggio 2009 - Nel 2008 sonostati 226 i camper di nomadi al-lontanati per aver violato il prov-

    vedimento comunale. Lo comu-nica il vice Sindaco e assessorealla Sicurezza Riccardo MarshalDe Corato.

    STELLA DI LATTA 2 - Milano, 15maggio 2009 - Un italiano di 42anni, tossicodipendente, avevacompiuto due rapine per strada ene aveva tentata una terza. In unepisodio aveva puntato anche uncoltello a serramanico alladdomedi un passante per prelevargli so-lo pochi euro. Lo ha detto il vice

    Sindaco e assessore alla Sicu-

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    rezza Riccardo Marshal De Cora-to.STELLA DI LATTA 3 - Milano, 18maggio 2009 In tutta Italia sistima siano 14 milioni le donnepreoccupate per la propria sicu-rezza e 12 milioni quelle che te-

    mono scippi e furti quando sonofuori casa. Lo ha detto il viceSindaco e assessore alla Sicu-rezza Riccardo Marshal De Cora-to

    STELLA DI LATTA 4 - Milano, 21maggio 2009 - Da inizio anno laPolizia Locale ha effettuato ben

    708 sequestri penali, che hannodeterminato 160 denunceallautorit giudiziaria. Lo comu-nica il vice Sindaco e assessorealla Sicurezza Riccardo MarshalDe Corato.STELLA DI LATTA 5 - Milano, 21

    maggio 2009 - Su 4044 ordini diallontanamento emessi nel 2008,gli irregolari che hanno effettiva-mente lasciato il territorio sonostati solo 736. Lo dichiara il viceSindaco e assessore alla Sicu-rezza Riccardo Marshal De Cora-to.

    STELLA DI LATTA 6 - Milano, 22maggio 2009 - In meno di 24 ore stata sventata unoccupazioneabusiva. Lo comunica il vice Sin-daco e assessore alla SicurezzaRiccardo Marshal De Corato.STELLA DI LATTA 7 - Milano, 22

    maggio 2009 - Ieri un altro agen-te stato ferito da un clandestinosenegalese che lo ha preso a cal-ci e colpito per sottrarsiallarresto. Lo comunica il viceSindaco e assessore alla Sicu-rezza Riccardo Marshal De Cora-to.

    EconomiaIL CASO DELLA TARSU A MILANO: LA BUROCRAZIA CHE TI STROZZA

    Giorgio Ragazzi

    La Banca Mondiale elabora, nelsuo rapporto Doing Business,una classifica dei paesi pi o me-no favorevoli allattivit dimpresa(business friendly). Mentre altridivengono pi competitivi, lItaliacontinua a scendere nella classifi-

    ca, dal 59esimo al 65esimo posto(su 181). Pesano la rigidit deirapporti di lavoro e la pressionefiscale elevata, ma il singolo a-spetto che ci penalizza di pi iltempo richiesto per pagare le im-poste. Il nostro legislatore evi-dentemente ignora i dead weightcosts: spesso i costi amministra-tivi e di tempo superano addirittu-ra il gettito di singole imposte.Siamo un paese autolesionista.

    Un buon esempio della farragino-sit del nostro sistema, anche senon riguarda le imprese, la ge-stione della tassa per la raccoltadei rifiuti (TARSU).

    Sino al 2006 a Milano la tassaveniva pagata dal condominio: ununico accertamento e pagamentoche gli amministratori di condomi-nio non avevano alcun interessead evadere. Dal 2007, adeguan-dosi (forse troppo rapidamente)

    alla normativa nazionale, il Co-

    mune ha deciso che la tassa ven-ga invece accertata in capo aisingoli occupanti di unit immobi-liari. Una prima conseguenza che il lavoro amministrativo degliuffici comunali (ed il relativo co-sto) si moltiplicato per 20-40-80

    volte, a seconda della dimensionedel condominio. Controllarelevasione divenuto assai pidifficile e costoso. Gli inquilini, cheprima pagavano senza alcun fa-stidio, hanno dovuto procurarsi,interpretare, compilare e spedireuna dichiarazione che gli ufficicomunali devono poi registrare.Chi poi si sposti da un condominioad un altro deve ora inviare unadichiarazione di cessazione ed

    unaltra dinizio di occupazione,con nuovo lavoro per gli uffici,conteggio del pro rata tempo, ri-chieste di rimborso allesattoriaetc. Pura follia, visto che la TAR-SU commisurata ai mqdellappartamento, ed del tuttoindifferente per il Comune chi looccupi.

    Fatta la dichiarazione, per il pa-gamento ora si aspetta di riceverela cartella dallesattoria. Per ogni

    pratica gli uffici comunali devono

    avere prima il nulla osta del Con-siglio Nazionale dei Concessiona-ri, e poi passare le carte alla con-cessionaria per la riscossione. Illegislatore si mai chiesto qualesia il costo amministrativo di tuttiquesti passaggi? Possono passa-

    re anche anni, e si accumulaquindi un arretrato che grava sullafinanza del Comune: su un resi-duo accertato a fine 2006 di 197milioni, solo il 38% stato incas-sato nel 2007. Il gettito sceso da242 milioni nel 2004 a 229 nel2007. Siamo al paradosso: unariforma che addossa nuovi onerisui contribuenti, accresce di moltoi costi amministrativi e riduce an-che il gettito!

    E poi inevitabile che questa granmassa di dichiarazioni generi er-rori di classificazione e quindi ri-chieste di revisioni da parte deicontribuenti. Arrivano spesso car-telle esattoriali illeggibili, senzaindicazione dellunit immobiliaredi riferimento. Forse perch tra-volto da queste richieste il Comu-ne ha deciso di chiudere lunicosportello (in Via San Tommaso)dove i singoli potevano recarsi per

    chiedere revisioni. Non pi pos-

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    sibile parlare con alcuno negli uf-fici. Si pu solo inviare comunica-zioni per posta o per fax, o chie-dere di essere richiamati al tele-fono, sperando di non incorrere inpenali per ritardo di versamento.

    Ogni revisione richiede un enor-me dispendio di tempo.

    Lente pubblico diventa cos unnemico, non tanto per i soldi chechiede quanto per il modo con cuili chiede. Cos si stimola anche

    levasione: puro autolesioni-smo.Questo della TARSU soloun piccolo esempio di una gene-rale malattia del paese: norme eleggi vengono fatte senza tener inalcun conto i costi amministrativi e

    di tempo imposti ai contribuenti (enemmeno quelli per lamminis-trazione). Ovviamente Milano nonpu che adeguarsi alla legge na-zionale, tuttavia molto potrebbeessere fatto per rendere il sistemapi consumer friendly. Ad e-

    sempio, altri comuni stanno adot-tando un software che consentela riscossione diretta di tutte leimposte, evitando il passaggio perlesattoria che accresce solo costie difficolt amministrative, visto

    che la concessionaria non gra-do di effettuare revisioni e rinviacomunque agli uffici del Comune.Il rapporto diretto col comunerenderebbe le procedure certa-mente pi snelle ed efficienti.

    Urbanistica e architetturaSIERI E VACCINI URBANI CONTEMPORANEI

    Michele Calzavara

    In una bellissima lezione di ormaimolti anni fa, Paolo Fabbri, da lin-guista che si applica allo spazio,raccontava come la gente chestudia lo spazio senza studiare le

    propriet degli attori e la proprietdel tempo non capisce lo spazio.Isola semplicemente una proprie-t, la mette in terza persona epretende di studiarla. I logiciprendono il discorso e lo denuda-no della enunciazione, gli tolgonole modalit e cos via. Una voltache hanno ottenuto questa seriedi proposizioni logiche lo rimetto-no sopra la lingua e scoprono chela lingua tanto disobbediente,

    scoprono che non funziona, chela lingua piena di paradossi, cheparla male Credo chelarchitettura per certi versi faquesto tipo di pratica, cio impo-verisce la complessit della spa-zialit, denudandola dei suoi a-spetti enunciativi, tentando di fis-sarla o prefissarla a dei ruoli infini-ti che potrebbero abitarla, svuo-tandola della struttura di tempora-lit, poi la riapplica sul reale escopre che il reale tanto disob-

    bediente..

    Era linizio degli anni Ottanta. Daallora, il reale ha talmente disob-bedito che qualsiasi costruzionelogica dellarchitettura ha segna-to il passo. Oggi fioriscono le e-

    nunciazioni, le modalit infinite,non c pi struttura (formale) chetenga. Non n un male, se perstruttura formale abbiamo in men-te una Bicocca, o una citt italia-na a Shanghai (che pi o menola stessa cosa, ma pi bassa epi larga), n necessariamente unbene, di per s, se in questa liqui-dit generalizzata ci che prolifera un catalogo di eccezioni daCampo Marzio piranesiano (City

    Life?), guardato con il filtro delleparole di Tafuri, sperimentazionebasata su deformazioni geometri-che prive di limiti esaltazionedel frammento (che) permette an-che di dimostrare quanto sia inuti-le tale affannoso rincorrersi distrutture eccezionali. Appunto,per quanto eccezionali, pur sem-pre strutture sono. Larchitettura(certa architettura) vive da tempoin questo equivoco, che un poun paradosso: destrutturarsi pro-

    ducendo strutture.

    Destrutturarsi perch cos vuole ilmercato dei segni, sembrerebbe,se no non ci sarebbe motivo. Eprodurre strutture perch cosvuole il mercato immobiliare, ov-

    viamente, e non gli si pu dar tor-to. Insomma, il progetto architet-tonico non ha mai finito di cristal-lizzare il tempo, anche se lo fermanellistante dello sconquasso dellaforma. Intanto, quel reale cheproduce disobbedienti enuncia-zioni viene riassorbito nella suamacchietta parodistica, una meta-fora del brusio della lingua impo-verita (di nuovo) di tutte le suemobili strutture temporali, legate

    ai modi, alle situazioni e alle sfu-mature dei contesti.

    E veniamo al contesto, allora, chenel nostro caso lex Istituto Sie-roterapico Milanese, dove i can-tieri sono aperti per saturare il po-tenziale edificatorio complessivodellarea, di circa 35.000 mq., contre nuovi edifici ad uso terzia-rio/industriale (progetto DanteBenini per Brioschi Sviluppo Im-mobiliare): Come sempre avvie-

    ne in questi casi il grande dilem-

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    ma di stabilire se percorrere lastrada del falso storico, non ne-cessariamente volgare, o quella diun intervento contemporaneo chepossa convivere con un contestocosi storicamente pregevole.

    Nellacquisire questo incarico ab-biamo somatizzato in modo pro-fondo le poche note sopra descrit-te e per attitudine, ma anche per-ch ritenuta pi idonea, abbiamoscelto di portare il tema sul pianodella contemporaneit futuribile(parole del progettista).

    Ed ecco quindi: tre nuovi edificiprogettati come bolle asimmetri-che in vetro trasparente, per crea-re unarmo-niosa integrazione deinuovi volumi con lesistente; le trebianche e profonde coperture di-venteranno grandi riflettori nottur-ni di riferimento per la citt (paro-le dellimpresa appaltatrice).

    Mica per fare le pulci, non sia mai,ma qui qualcosa non torna. Dauna parte, non si capisce a bene-ficio di chi siano i tre grandi riflet-tori notturni di riferimento, vistoche il tessuto urbano in cui sono

    inseriti mi sembra piuttosto densoper consentire loro di diventare unvero e proprio Landmark, se que-sto vogliono essere (e lo vogliono,ma da un elicottero, forse), ecomunque, queste sono ciarle dalinguaggio commerciale.Dallaltra, si parla di falso storicocome unica alternativa al contem-poraneo, e si fa del contempora-neo una categoria un po troppotrasparente e coincidente con

    lattualit, per non essere una ba-nalizzazione eunautogiustificazione. Ma il con-temporaneo, di per s, una sca-tola vuota, e forse qualche moti-vazione in pi sarebbe stata ne-

    cessaria. Anzi, per dirla con A-gamben, la contemporaneit una singolare relazione col pro-prio tempo, che aderisce a essoe, insieme, ne prende le distanze Il contemporaneo colui che,

    dividendo e interpolando il tempo, in grado di trasformarlo e dimetterlo in relazione con altritempi, di leggerne in modo ineditola storia, di citarla secondo unanecessit che non proviene in al-cun modo dal suo arbitrio. E an-cora: Contemporaneo colui chetiene fisso lo sguardo nel suotempo, per percepirne non le luci,ma il buio. Insomma, mi sembrache ci siano troppe luci (leggi si-

    cumera) in queste bolle di con-temporaneit, al di l del giudizioche si voglia darne in termini diarchitettura e citt. La quale, in-tanto, sopporta, assorbe, metabo-lizza (ma ci riesce davvero?).

    SanitLE TRE ASIMMETRIE DEL SISTEMA SANITARIO LOMBARDOMaria Grazia Fabrizio

    Nel mio precedente contributo re-lativo ai controlli nel sistema sani-tario lombardo (pubblicato erro-neamente a firma della mia amicae collega Sara Valmaggi) facevoriferimento allo scarso ruolo datoai cittadini su quellargomento.

    Vorrei partire da quella riflessioneper affondare ancora di pi il col-tello in quelle che io definisco letre piaghe sottovalutate della sa-nit lombarda e che rappresenta-no le asimmetrie colpevoli di undegrado valoriale, sociale e cultu-rale non visibile quanto il degradodi un palazzo, di una strada, di unquartiere, di una citt, ma altret-tanto pesante e frutto di ingiusti-zia.

    La prima asimmetria quella fi-nanziaria.

    Il bilancio regionale assegna allasanit risorse ben superiori aquelle per il sociale, facendounulteriore scelta di campoallinterno dello stesso finanzia-mento per la sanit in favore diquella ospedaliera. Ci ha resomolto forti, grazie agli accredita-menti, le grandi strutture private equelle pubbliche pi competitivesul piano delle prestazioni ma hamortificato molte strutture pubbli-che e smantellato la sanit extra-ospedaliera e il sistema socio-sanitario, mettendo sulle spalledelle famiglie tutto il peso degliinterventi necessari prima e do-po la prestazione in ospedale.Pensiamo alla non autosufficien-za. Oggi le famiglie sono caricatedei costi di un ricovero in R.S.A.per cifre notevoli, ma volendo farpermanere la persona in famiglia

    sono costrette a ricorrere alle

    badanti con costi comunque to-talmente a loro carico.La domanda da porsi quindiquanto la scelta a monte pagataa valle dalle famiglie e, soprattut-to, libera scelta o scelta di altriche per pagata da chi si trovanel bisogno?

    La seconda asimmetria quellainformativa.

    Per quanto oggi i cittadini siano ingrado di arrivare a notizie, indica-zioni, suggerimenti, evidenteche di fronte al professionista, almedico, sia in uno studio che inospedale, le nostre informazioninon possono che risultare sempreminime. E la stessa asimmetriaesistente, per motivi diversi, tradatore di lavoro e lavoratore. Nona caso i saggi sindacalisti e i bravi

    politici approvarono lo Statuto dei

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    Lavoratori, la legge che dava glistrumenti per riequilibrare il rap-porto di forza, purtroppo a volte diricatto, del datore di lavoro neiconfronti del lavoratore.

    Nella sanit questo manca e a

    volte questo squilibrio rende vul-nerabili pazienti e familiari perchcolti nel momento del bisogno.Non si spiegherebbe altrimenti ilmotivo delle prescrizioni, dei rico-veri e degli interventi inappropria-ti, frutto della logica mercantiledella sanit lombarda in cui pur-troppo la merce il nostro corpo.Questa riflessione mi porta allaterza asimmetria, la pi odiosapersino da descrivere, che quel-la delle opportunit.I dati ci dimostrano che muore di

    tumore in percentuale maggiore

    chi ha meno disponibilit econo-miche e informative. Cio chi pisa e pi pu spendere riesce acurarsi meglio e, spesso, a so-pravvivere.Ma la famosa libera scelta rendedavvero tutti liberi o qualcuno

    reso pi libero di altri?

    E in questo caso possiamo defini-re il nostro un sistema giusto, e-quilibrato e garantista?

    La risposta un convinto no, per-ch la governance pubblica haabbandonato il suo ruolo di garan-te dei diritti di tutti in favore di unsistema selettivo, fintamente liber-tario ma realmente liberticida se,ancora nel 2009 articola la nostrasociet in caste, con diverse pos-

    sibilit di accesso ai diritti. A che

    cosa servono le eccellenze cheabbiamo, che abbiamo sempreavuto in campo sanitario in Lom-bardia, se si creano sistemi di ac-cesso asimmetrici?Nella mia concezione di Repub-blica fondata sulla coesione so-

    ciale e sulluguaglianza delle op-portunit e dei diritti non dovrebbetrovar posto nessuna delle asim-metrie indicate, quanto meno perquanto riguarda i diritti costituzio-nalmente garantiti alla salute,allassistenza, al lavoro, allistru-zione e alla casa.Un solco profondo separa le dueconcezioni, anche se questomondo di luci, di lustrini, di spet-tacolo in cui viviamo mette in om-bra la realt del degrado sociale,culturale e valoriale.

    CittLE ALTERNATIVE ALLEXPO: COSA FARO DA PICCOLO

    Filippo Beltrami Gadola

    Iniziamo da alcuni dati incontro-

    vertibili, dando per scontato tuttoquello che, quasi fino alla nauseasi detto, nel bene, di Milano:storicamente fucina di idee, pro-getti, capitale economica e moraledel paese e via discorrendo. Di-ciamo anche, e non un segreto,che sebbene nel suo declino Mi-lano fatta anche da cittadini atti-vi, onesti, professionalmente ca-paci ed intelligenti, indipendente-mente dal loro credo politico e re-

    ligioso. Aggiungiamo in fine che lacitt in questo momento della suastoria governata da personagginon in grado di capire quanto im-portante sia questo patrimonioculturale, scientifico e morale chela citt da secoli rappresenta. Laquestione ha ovviamente dellericadute in mille direzioni: dal nonsaper ascoltare il cuore di Milano,dallaverne una visione dannosa,miope, distorta e indifferente, finoa sfociare a volte nel ridicolo.

    Ogni giorno siamo bombardati da

    nuove mirabolanti proposte: da untunnel sotterraneo che in diagona-le attraversa la citt (copia vec-chia e stanca delle propostedellantico Piano ARdellimmediato secondo dopo-guerra), a un ristorante di lussonel Castello Sforzesco che si af-faccerebbe sul parco Sempione evia discorrendo sino ad una fan-tomatica cittadella della giustiziache non si sa bene dove colloca-

    re. Sembra, per certi versi di es-sere tornati ai tempi di Craxi,quando venne pubblicato il testoMilano, le decisioni prese: piani e

    progetti dal 1988 al 1990. Se neconsiglia una rilettura per scoprirecosa abbia veramente visto la lu-ce di quanto sia stato allora an-nunciato ai quatto venti.

    Non questo il punto: ci troviamodi fronte al baratro dellExpo e lanostra classe dirigente ha gi da-

    to il meglio di s. Il progetto, per

    quel poco che si visto, inge-

    nuo, nato male, da qualcuno cul-turalmente e tecnicamente inca-pace di possedere una visioneequilibrata e condivisibile di Mila-no e del suo arcipelago. Questa,forse, anche la causa degli enor-mi ritardi sino ad oggi accumulati,mentre ancora da Roma non chiaro quanti soldini Milano lasgobbona abbia diritto ad avereper realizzare questo incubo col-lettivo.

    La societ civile digrigna i denti,cos fanno gli ambientalisti, seguitia ruota dalla sinistra locale e na-zionale. Serpeggia tuttavia lideadi proporre a Stanca e ai suoi del-le ipotesi expo alternativa, per-ch ormai anche la Lega e il suoministro prendono le distanze.Idea ottima: evitare la creazionedi un ecomostro che si mangi quelpoco di terra coltivabile che so-pravvive a nord della metropoli e

    inventare unesposizione diffusa

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    nel territorio, utilizzando parti dicitt gi disponibili completamen-te o in parte, anche per riempire ilvuoto economico e finanziario cheRoma sembra voler imporre.Questa idea del recupero, che si

    oppone a quella dellusa e getta,rientrerebbe poi anche in uno deitemi che lExp stessa propone.

    Rimane poi sempre un vincolo ditipo legale: sar la BIE dispostaad accettare un progetto comple-tamente stravolto da quello pre-sentato in pompa magna ormaiben pi di un anno fa che fecevincere la candidatura di Milanosu Izmir? Lo vedremo nei prossi-mi giorni.

    E qui veniamo al dunque: di frontead una classe dirigente che, tra lealtre cose, ha lincredibile incapa-cit di comprendere o persino a-scoltare le ragioni equilibrate ecivili dei propri cittadini, per unavolta sarebbe il caso di far vede-re i muscoli. Tre dovrebbero,credo, essere le linee guida: visi-bilit, identit e unit.

    Gi gli oppositori allExp imma-ginata dallestablishment si stan-no muovendo ed un bene ma,secondo una prassi consolidata,ciascuno per conto proprio, conidee e proposte differenti, alcuneinvece simili se non a volte con-trastanti. E questo il momento incui le forze vitali e civili di Milanosi debbono aggregare in manieraseria, compatta e coerente, indi-viduando allo stesso tempo per-sone note, quotate, capaci ma

    soprattutto autorevoli, che abbia-no la voglia di opporsi in modoattivo a questa Exp tradiziona-le, fondando alleanze trasversalimirate tutte allelaborazione di unprogetto alternativo.

    E indispensabile creare un con-tenitore che riunisca, armoniz-zandole, tutte le forme di opposi-zione a questo progetto insensa-to. Solo in questa maniera si di-viene interlocutori, rispetto a chici governa. Ci si dovrebbe stringe-re attorno ad alcune idee di basecondivisibili e condivise, farsi rap-presentare da chi ne ha la statura:aprire un reale ed effettivo dialo-go. E arrivato il momento di smet-tere di cullarsi nellidea che il sin-daco, noto tra laltro pi per le sueassenze che per le sue presenze,ascolti quattro sparuti gruppi dionesti ma ingenui cittadini, cheportano s proposte belle e intelli-genti ma che poggiano su piedi diargilla.

    Nella societ dellimmagine, e noisu questo tema abbiamo degli ot-timi maestri, fondamentale an-

    che la visibilit: farsi conoscere,far conoscere le idee e i progettial grande pubblico, creare unconsenso diffuso fuori dagli studiprofessionali o dalle universit,condividere gli obiettivi, saper par-lare ai cittadini con chiarezza suirischi che lExp tradizionale ap-porterebbe al territorio e, per con-verso, quali risparmi economici eambientali offrirebbeunalternativa diffusa della mani-festazione. Si tratta di un lavoro

    enorme, che prevede studi appro-fonditi e per i quali sono necessa-ri, ovviamente risorse: studi viabi-listici, ricettivi, e via discorrendo.

    E di vitale importanza creare una

    sorta di bandiera giuridica sottola quale possano essere tutti rap-presentati e divenire massa criti-ca. E necessario che emergano,come detto, persone capaci di in-terloquire con la classe politicapi arrogante dal dopoguerra adoggi.

    I signori dellExp, non dimenti-chiamocelo, non sono bambini,

    sono individui scaltri, abituati amaneggiare milioni di Euro, cam-biare la vita con un tratto di pennaa migliaia di persone, a chiacchie-rare confidenzialmente con i capidi stato credono per questo dipossedere le capacit di organiz-zare un evento di poco inferiorealle Olimpiadi.

    E noi? Noi cittadini che questaexpo cos come si presenta pro-prio non la vogliamo, ci acconten-tiamo di stare a guardare? Illusidalla promessa di alcune migliaiadi posti di lavoro, quando nem-meno sappiamo con chiarezzaquali sono le forse economiche efinanziarie reali messe in campo? il momento di creare un asso-ciazione di scopo con un propriostatuto, capace di contrastare gliinteressi in gioco, contrastare condeterminazione, compattezza, estruttura questambiziosa follia.

    MetropoliINFRASTRUTTURE EXPO: FUTURO INCERTO

    Maurizio Mottini

    Al Tavolo regionale del 23 febbra-io scorso stato fatto laggio-rnamento dei costi e dei tempi

    delle opere per la mobilit, artico-late per voci definite essenziali,connesse e necessarie

    (questultime non incluse nel dos-sier di candidatura per lExp2015),

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    Il totale di 25 miliardi di Euro.Per met circa si tratta di opereper il trasporto su ferro e la re-stante parte riguarda la viabilit.Circa 500 milioni riguardano pro-blemi di tipo urbanistico (la via

    dacqua e la via di terra).

    Quanto alle possibilit di realizza-zione si deve dire che 12.066 mi-lioni di Euro sono finanziati.

    Ma di questi, ben 7.277 milioni(pari al 60,2%), riguardano le trestrade storiche finalmente al de-collo: BreBeMi, Pedemontana eTangenziale Est Milano. Certoutilissime ma in realt scarsamen-te connesse al sito dellExp).

    Le opere stradali, tolte le tre ope-re citate, hanno un costo previstodi 4.675 milioni ed allinterno diquesta cifra troviamo il tunnel diMilano per 1.493 milioni che inci-de per il 32%. E ben vero che latabella reca una annotazione illu-minante opera, non in ordine dipriorit, con studi di fattibilit incorso per i quali si stanno verifi-cando alternative di tracciato.

    Tuttavia lopera indicata nellatabella tra quelle definite neces-sarie, anche se non incluse neldossier di candidatura per lExp.

    Nella tabella si precisa altres chei privati (vale a dire i proponenti)si assumerebbero lonere di 693milioni, mentre i restanti 800 mi-lioni dovrebbero essere reperiti daparte del Comune di Milano. Poi-ch questo tunnel in realt inu-tile, non necessario ed inopportu-

    no, gli 800 milioni che il Comunedovrebbe reperire sarebbero mol-to meglio spesi sulle opere deltrasporto su ferro.

    Per queste opere, cio linee fer-roviarie (anche con materiale ro-tabile) e linee di metropolitana edi metrotranvie, infatti la situazio-ne la seguente: opere essen-ziali, (la linea 6 MM per 870,7 dicui finanziati 480.8), opere con-nesse, (8 interventi per 3.887 mi-

    lioni di Euro di cui solo 1.379 mi-

    lioni sono finanziati e comprendo-no i 557 milioni della linea 5 - trat-ta Garibaldi-Bignami - in corso dicostruzione), opere necessariema non comprese nel dossiercandidatura (ben 22 interventi per

    un totale di 7.753 milioni di Eurodi cui solo 979 milioni sono finan-ziati).

    Quindi complessivamente per ilferro ci sono finanziamenti per2.838 milioni, su costi preventivatidi 12.510,7 milioni di Euro. Diconseguenza la copertura ad oggi del 22,7%. Si tratta del buco pivistoso nei finanziamenti, eviden-ziato dallaggiornamento del 23febbraio.

    Laggiornamento riguarda proprioquesto tipo di opere che invecedovrebbero essere tutte conside-rate essenziali, necessarie ed ur-genti per servire il sito dellExp,sito che densamente urbanizza-to e quindi ben poco adatto aduna accessibilit di grandi masse,principalmente con il trasporto sugomma.

    Gi il fatto che si sia dovuto pen-sare a parcheggi remoti (che nefaremo dopo lExp?) indicativodi quali siano le vere necessitper laccessibilit del sito.

    Tre sono i punti veramente criticiper un servizio adeguato col tra-sporto su ferro del sito Exp:manca il collegamento con Mal-pensa, la linea 1 MM non ingrado di rifornire treni a sufficien-za a causa della strozzatura di

    Pagano e lincertezza del finan-ziamento delle linee di metropoli-tana.

    Sul primo punto occorre dire che iltriplicamento della linea FS Rho-Gallarate (con quadruplicamentofino a Parabiago) stimato in 500milioni Euro e il raccordo a Y aBusto Arsizio per la connessionea Malpensa, stimato in 127,7 mi-lioni di Euro non sono finanziati senon per 10 milioni. Chi fornir

    queste risorse, 617,7 milioni di

    Euro, a RFI e FNM? Nessuno sadire nulla.

    Per quanto concerne il secondopunto (la strozzatura di Pagano)la soluzione radicale quella del-

    la realizzazione di almeno unaparte della linea 6, considerataopera essenziale e in parte finan-ziata, ma il cui progetto ancoraal livello di fattibilit e la MM nonha ancora avuto lincarico di pas-sare al progetto. Che si far? Idubbi sono legittimi soprattuttodopo le recentissime notizie distampa secondo cui sarebbe av-venuta la cancellazione della linea6.

    Infine c il terzo punto, la intricatavicenda del finanziamento dellelinee del metro: il decollo dellalinea 4 da Lorenteggio a S. Ago-stino e poi al Policlinico. Un finan-ziamento statale di 240 milioni diEuro a disposizione da quasi treanni. Il Comune non ha ancorasciolto il nodo della procedura:fare un normale project financinglasciando tutto nelle manidellaggiudicatario? Fare una so-

    ciet mista per controllare tuttaloperazione? In questo caso lostatuto della societ deve esserevotato dal Consiglio, ma quando?Si far a tempo ad esperire la se-conda parte della gara, prima chelo Stato determini la perienzadei fondi stanziati perch non uti-lizzati? Ma nel frattempo se le al-tre risorse necessarie sono statedirottate per la A2A, come fare? Ilnuovo assessore dice che si fa unmutuo. E il patto di stabilit? In-

    somma gli interrogativi sono tantie non sembra che il Sindaco pa-droneggi la situazione, che vieneinvece irresponsabilmente lascia-ta alle polemiche tra Dirigenti delComune e Assessori senza che siconcluda granch.

    Primo caso, sempre per la linea 4la tratta Policlinico Linate, stima-ta per 910 milioni di Euro, finan-ziata per 10 milioni. E il progetto

    allo stadio preliminare!

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    Secondo caso, La linea 5 trattada Garibaldi a S. Siro stimataper 657 milioni di Euro ma finan-ziata solo per 6 milioni. E il pro-getto solo allo stadio prelimina-re!Terzo caso, per i prolungamen-

    ti la situazione questa: per As-sago mancano 15 milioni, perPaullo mancano 789 milioni, perVimercate mancano 527 milioni e

    per Monza mancano 80 milioni. Intotale 1.411 milioni.Quarto caso,per le metrotranvie c il finanzia-mento per 214 milioni per la Mila-no-Seregno ma per quella di Lim-biate non c un Euro dei 106 mi-

    lioni necessari.

    Specie se consideriamo che leFerrovie dello Stato e Ferrovie

    Nord Milano sono praticamenteallasciutto, il quadro non certoconfortante. E il tempo pas-sa. Per questioni cos com-plesse il 2015 domani! Ma chiha perso un anno di tempo per

    fare la SOGE e per nominare unamministratore a mezzo servizio,non da grandi garanzie di credibi-lit. Purtroppo!

    ApprofondimentiRITORNO ALLA CITTA

    Mario De Gaspari

    La citt contemporanea, la cittitaliana in particolare, sottopostaa una duplice tensione che, ineso-rabilmente, giorno dopo giorno ri-schia di impoverirne le virt: da unlato il senso di appartenenza dellacomunit insediata, quella storica,dallaltro lutilizzo funzionale e im-personale che ne fanno i gruppiche occasionalmente si insediano

    nel suo spazio. Vi sono poi le ri-chieste degli utilizzatori del territo-rio urbano, i cosiddetti users, i cuidiritti sono altrettanto legittimi e ir-rinunciabili.

    A dichiarazioni damore smodatoverso la citt corrispondono altret-tante confessioni di disincantoquando non di dichiarato rancore.

    Forse la citt moderna una for-mazione sociale sostanzialmente

    antidemocratica, priva di governoreale, essendo ormai la forma a-stratta, pienamente raggiunta, delprocesso storico di individualizza-zione del bene pubblico. Il vero go-verno della polisnon abita pi nellacasa comunale, ma il prodottodellintreccio di una pluralit di inte-ressi finanziari. Il suolo non piindivisibile patrimonio collettivo del-la comunit insediata ma un assetfinanziario di prima grandezza.

    La stessa pianificazione urbanisti-ca pare destinata a divenire unapratica sempre pi debole, residua-le e sancitoria, per lo pi incapacedi ridare senso e prospettiva aduno spazio urbano tendenzialmen-te ridotto a merce astratta.

    Infatti la complessit raggiunta dal-le obbligazioni, di natura giuridica,economica e finanziaria, che adat-tano alle dinamiche della societcapitalistica lo spazio urbano1 fonte di un inesorabile processo dialienazione che condiziona in pro-fondit i rapporti sociali e le esi-stenze individuali. E, naturalmente,condiziona in maniera sempre pidecisiva il governo della citt stes-sa.

    Questo processo di alienazionecondiziona esistenze e relazioni inmaniera duplice: da una parte ri-chiede allindividuo il possesso diquote del bene comune astratto,cio del suolo, dallaltra interferiscepesantemente e, per cos dire, de-terministicamente, sulla morfologiadel manufatto urbano stesso. Inaltri termini, siamo tutti un po azio-1 L.Gaeta, Il seme di Locke,interpretazioni del mercatoimmobiliare, Franco Angeli

    nisti della citt, se possediamo al-meno un alloggio, ma il nostro con-tributo alla costruzione della cittstessa rischia di essere simile aquello che un piccolo risparmiatorepu avere sulle scelte di una gran-de compagnia.

    Una volta che il legame organicotra il territorio e la comunit dei vi-venti perduto, la citt smarriscela sua anima, i luoghi diventanositi, cio perdono il proprio signifi-cato storico/affettivo e ne acquisi-scono uno puramente monetario. Ecos la responsabilit di ci cheaccade non pi di nessuno, per-ch nessuno ha individualmente lacapacit di condizionare il destinodella citt.

    La pianificazione urbanistica rap-presenta in qualche modo il biso-

    gno e insieme il tentativo di rein-trodurre nel territorio antropizzatolelemento comunitario che altri-menti non troverebbe spazio in unastruttura spaziale ormai del tuttoirretita nelle dinamichedelleconomia.

    James Hillman definisce lanimadella citt attraverso quattro ideerappresentative: la riflessione, laprofondit, la memoria emozionale,le immagini e i simboli. Che spazio

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    hanno oggi queste idee nella rea-lizzazione del disegno urbano?

    In un certo senso la citt contem-poranea tradisce il suo scopo ori-ginario, rendendo difficile, proble-

    matico e non spontaneo proprio ciper cui era stata inventata. Prodot-to di qualcosa di istintuale negliesseri umani, cio dellesigenza distare insieme, di immaginare, par-lare, fare, scambiare, la citt con-temporanea rende tutto ci moltocomplicato. Ci che necessarioalluomo per la propria realizzazio-ne e lautostima, richiede un sur-plus di competenza sociale che tuttuno con lansia, il disagio, lanevrosi.

    E a nulla giova pensare ad unnuovo rinascimento urbano fondatosulla ripresa del ciclo economico esu una rinnovata disponibilit dirisorse pubbliche. Anzi, la storiadella citt europea ci dice esatta-mente il contrario. Il ciclo virtuosodella citt, come dimostra Mum-ford, corrisponde spesso, e conmaggiori probabilit di successo, alciclo negativo delleconomia. La

    grande mobilitazione del dopoguer-ra dimostra che unopera di rico-struzione su vasta scala possibilesolo se le risorse economiche ven-gono orientate ai bisogni umani.

    E con la ripresa economica che,pi facilmente, ricompaiono le ca-ratteristiche irrazionali di uno svi-luppo distorto della citt.

    Oggi la citt inevitabilmente illuogo in cui interagiscono due pro-cessi contraddittori che ne tormen-tano lesistenza: da una parte laricerca di una dimensione comuni-taria, il cui desiderio da parte dei

    cittadini non si mai affievolito,dallaltra la continua immissionenel tessuto civico di corpi estraneiche rendono difficile la metaboliz-zazione di un disagio gi comun-que presente.

    La citt diviene realmente il luogoin cui si incontrano i rappresentan-ti dellumanit e in cui tutto il mon-do si riverbera, secondo la splen-dida visione di Mumford. Il proble-ma che il mondo non il regnodella felicit e della pace perpetua,ma il teatro di mille conflitti e chelumanit non si presenta comeuna specie di viventi

    orientata al benessere e alla pace.Ed questa limmagine del mondoche si rispecchia sulla citt. Siamodunque entrati in una fase nuovadella storia della citt, in cuilirrompere della dimensione globa-le dilata a dismisura e nello stesso

    tempo censura, rendendolo ingo-vernabile, lenorme disagio che lacitt moderna porta da tempo den-tro di s.

    Il tema della sicurezza urbana ap-partiene interamente al tema dellatrasformazione della citt modernacos come si sta oggi configurando.

    Lasciare levoluzione della citt inbalia del libero intrecciarsi delleforze economiche non risolve iproblemi.

    Siamo noi responsabili di ci cheavviene dentro le citt: occorrequindi una nuova consapevolezzabasata sullesperienza esullimpegno verso il presente everso il futuro.

    Edificare quartieri urbani chesembrano fatti su misura per favo-rire la criminalit idiota: eppure proprio ci che andiamo facendo.Cos scriveva quasi cinquantanni

    fa lantropologa americana JaneJacobs in un libro ormai diventatoun classico della sociologia urba-na. E, per contro suggeriva: ilpunto di partenza dovr essere inogni caso il potenziamento di tuttele forze gi esistenti atte a difende-re la sicurezza e la convivenza civi-le nelle citt quali esse sono2.

    Ecco, una politica per la sicurezzaurbana si fonda prima di tutto suuna nuova cultura della citt, unacultura capace di valorizzarne earmonizzarne tutte le componenti.Non basta affermare genericamen-te ladesione ad un approccio o-rientato alla prevenzione, bisognaesplicitare con chiarezza su checosa incardinare la prevenzionestessa.

    2 J.Jacobs, Vita e morte dellegrandi citt, Edizioni di Comu-nit

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    LE RUBRICHE

    MUSICAQuesta rubrica a cura di Paolo Viola

    I programmi della prossima stagione

    In questi ultimi giorni sono statiresi pubblici i principali programmidella stagione di concerti 2009-

    2010, e conseguentemente messiin vendita i primi abbonamenti; inpi casi nelle prime settimane siraccolgono solo le conferme degliabbonamenti della stagione passa-ta, i nuovi abbonamenti possonoessere sottoscritti pi avanti.

    Abbiamo sottomano, e vogliamoconfrontarle, le tre stagioni che sisvolgono al Conservatorio le Se-rate Musicali del luned, la Societdel Quartetto del marted, la Socie-t dei Concerti del Mercoled

    quella dei Pomeriggi Musicali alTeatro Dal Verme (gioved sera esabato pomeriggio) e quelladellOrchestra Verdi - la Verdi che si svolge allAuditorium di lar-go Mahler il gioved e venerd serae la domenica pomeriggio.

    Le prime tre presentano un pro-gramma-base rispettivamente di40, 22 e 27 concerti; ogni Societpoi aggiunge altri concerti fuoriabbonamento, o in serie minori, oin altre sedi: le Serate musicali,oltre ai 40 concerti in abbonamen-

    to, ne ha altri 10 fuori abbonamen-to spesso al teatro Dal Verme che offre gratuitamente ai propriabbonati; il Quartetto propone Mu-sica e poesia a San Maurizio, iconcerti pomeridiani alla Pinacote-ca di Brera e quelli straordinari delFAI; la Societ dei Concerti offreuna trentina di Incontri Musicaligratuiti alla sala Puccini dello stes-so Conservatorio ed organizza al-cuni altri concerti delle serie peramore e di solidariet.

    I Pomeriggi Musicali hanno in pro-gramma 22 concerti basedellorchestra oltre a 7 di pianofor-te (domenica pomeriggio) e 6 de-

    dicati alla musica contemporanea(venerd sera).

    La Verdi, infine, propone 36 con-certi della stagione principale oltrea 10 sul Novecento e 10 di Rasse-gna Haydn (le domeniche matti-na), 7 sulla musica Barocca (mar-ted o mercoled sera) e 7 tuttoChopin, in orari vari, per celebrareil secondo centenario della suanascita (22 febbraio 1810).

    Sar prosaico, e per certi versi in-giusto (non sono tutte offerte per-fettamente comparabili, sopratuttonon lo sono affatto quelle di musi-

    ca da camera con quelle di musicasinfonica)ma in tempi di crisi come questivale forse anche la pena di mette-re a confronto i costi dei singoliconcerti.

    E cos vediamo che i prezzi-basedegli abbonamenti sono

    Serate Musicali 400 euro pari a10 euro/concerto

    Societ del Quartetto 440 eu-ro pari a 20 euro/concerto

    (che diventano 25 con posto fisso)

    Societ dei Concerti 350 europari a 13 euro/concerto

    (che diventano 16 con posto fisso)

    440 euro pari a 20 euro/concSociet dei Conc

    Per i concerti dei Pomeriggi Musi-cali e della Verdi le cose sono ov-viamente pi complicate perch iprezzi dipendono dal posto e dalturno; per i primi gli abbonamentialla stagione principale vanno da154 a 242 euro e cio da 7 a 11

    euro/concerto e dunque sono,insieme a quelli delle Serate Musi-cali, i meno costosi per i secondi

    da 423 a 684 euro pari, dunque a11,75 e 19 euro/concerto.

    Tutte le Societ, inoltre, offronosconti ai giovani, agli anziani e aigruppi, e propongono abbonamen-ti a mezza stagione o abbinamentimolto convenienti.

    Come si vede non si pu dire chela musica non sia a buon mercato,specialmente se si tiene conto chein questa miriade di eventi (soloquelli cui abbiamo accennato sonooltre 200 e manca ancora la Sca-la!) si trovano esecuzioni del pialto livello, del tutto degne delle

    grandi capitali europee e del mon-do intero.

    26 maggio

    Le scuole di musica a Milano

    Tutti sanno che a Milano esiste unConservatorio, intitolato a Giu-seppe Verdi, non solo perch inluogo centrale, d il nome a unabella via e si trova nel chiostro di

    quel grande capolavoro che laChiesa della Passione, ma ancheper le sue sale la grande salaVerdi e la pi piccola sala Puccini -dove si svolgono concerti pubblicipraticamente tutti i giorni.

    Ma non molti sanno che a Milanoesistono altre scuole di musica, digrandissima importanza e rino-manza, alle quali accedono stu-denti da tutti le parti del mondo efra queste due in particolare che sichiamano rispettivamente Acca-

    demia Internazionale della Mu-sica e Accademia del Teatro allaScala.

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    Proviamo a districarci fra questetre scuole, che possiamo conside-rare le principali, per capirne simili-tudini e differenze.

    Il Conservatorio un liceo (musi-cale) ed una Universit, con il suo

    triennio di primo livello, il biennio disecondo livello (la cosiddetta lau-rea magistrale) e i successivimaster. Ha una magnifica bibliote-ca in cui conserva oltre 500.000unit bibliografiche - di cui 50.000manoscritti e 30.000 volumi ri-guardanti la musica - consultabileanche on-line. Sopratutto, a bene-ficio degli allievi degli ultimi anni,ha una propria Orchestra Sinfonicae una importante collezione distrumenti antichi. Chiunque fre-quenti la musica classica a Milano

    non pu prescindere dalla presen-za di questa grande e magnificaistituzione.

    LAccademia Internazionale del-la Musica, inserita nella Fonda-zione Scuole Civiche di Milano, haalle spalle una storia lunga 150anni (nasce nel 1862 come CivicaScuola di Musica per formare so-pratutto strumentisti e coristi), e haora la sua sede nella storica VillaSimonetta di via Stilicone; artico-

    lata in cinque Istituti, rispettiva-mente specializzati in Musica an-tica, Musica classica, Ricercamusicale, Jazz e Cori. A disposi-zione dei suoi allievi vi sono ben160 docenti, in massima parte in-segnanti di strumenti musicali anti-

    chi e moderni, ma anche di musicadinsieme e di cori.

    L Accademia del Teatro allaScala una Fondazione di dirittoprivato, nata nel 2001 da una co-stola - ricca di tradizione - delgrande Teatro per il quale formauna inverosimile quantit di artistie specialisti, ed ha sede in viaSanta Marta con una sezione di-staccata dedicata al ballo - unascuola che nasce nel 1813! - in viaCampo Lodigiano. Ai corsi

    dellAccademia ci si iscrive per se-lezioni ed oggi si contano quasi600 allievi con circa 200 docenti.

    E articolata in quattro sezioni, ri-spettivamente Musica, Danza,Palcoscenico-Laboratori eManagement; questultima sezio-ne, di recente costituzione, ha av-viato un corso in Autoimprendito-rialit musicale per diffondere lapromozione autonoma dei musici-sti, e sopratutto un Master in

    Management per lo Spettacolo incollaborazione con lo SDA scuo-la di direzione aziendale dellUniversit Bocconi e con laScuola di Teatro del Piccolo Tea-tro.

    Particolarmente interessante lasezione Palcoscenico-Laboratoridedicata alla preparazione profes-sionale di scenografi, costumisti,sarti, macchinisti, meccanici, truc-catori, parrucchieri, fotografi discena, tecnici audio, digital setdesigner, ecc. che trovano poi la-voro in tutti i teatri del mondo.

    A Milano dunque non solo concertied opere, per un pubblico per for-tuna sempre pi vasto, ma ancheun sistema scolastico articolato e

    complesso che, partendo da tradi-zioni profondamente radicate nellacitt (non dimentichiamo che persecoli Milano stata una delle im-portanti capitali europee e in cer-ti momenti addirittura la pi impor-tante per la grande musica) oggiprepara artisti, tecnici, manager,specialisti in ogni ramo dello spet-tacolo musicale, proiettandoli nellamodernit e nellavanguardia.

    19 maggio

    ARTEQuesta rubrica curata da Silvia DellOrso

    A cura di Philippe Daverio conElena Agudio e Jean Blanchaert,la rassegna propone tuttaltro che

    una lettura univoca e compiutadellarte sudamericana; semmaiun ritratto dautore che ricorda ar-tisti di ieri e protagonisti delle ul-time generazioni, insistendo sualcuni temi condivisi: sangue,morte, anima, natura, citt. Esempre e comunque passionesociale e attenzione per la storia.Non ununica America Latina, matante Americhe Latine, cos come molto diversificato e variegato ilpanorama artistico del continentesudamericano. Arrivano dal Brasi-le, da Cuba, dalla Colombia, dalCile, dal Venezuela e dal Messico

    le oltre cento opere esposte. Unacinquantina gli artisti rappresenta-ti, concettuali, astratti, figurativi

    nel senso pi tradizionale del ter-mine, pittori, scultori, fotografi oamanti delle sperimentazioni lin-guistiche. Ecco, dunque, la cuba-na Tania Bruguera, largentinaNicola Costantino, la brasilianaAdriana Varejo fino a BeatrizMilhares, Vik Muniz, al fotografoguatemalteco Louis GonzalesPalma, al cileno Demian Schopf.C anche Alessandro Koko-cinsky, cresciuto in Argentina, manato in Italia dove tuttora vive elavora, che trasferisce nelle sueopere dolenti i tormenti vissuti inprima persona. Nella sala cinema-

    tografica dello Spazio Oberdan lasezione video curata da Paz A.Guevara e Elena Agudio.

    Americas Latinas. Las fatigasdel querce.Spazio Oberdan, via Vittorio Ve-neto 2 - orario: 10/19.30, martede gioved fino alle 22, chiuso lu-ned.Fino al 4 ottobre.

    A sei anni dalla morte di EnricoBaj, la sua produzione artisticanon cessa di riservare sorprese enuovi filoni dindagine. Non solo ledonne fiume, i monumenti idrauli-ci, le dame, i generali, a molti gifamiliari, ma anche i mobili anima-ti, in linea con lineludibile tenden-

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    za allantropomorfizzazionedellartista milanese. Un libro, acura di Germano Celant, edito daSkira, e una mostra alla Fonda-zione Marconi propongono questoversante della feconda produzio-ne artistica del padre del Movi-

    mento Nucleare e della PatafisicaMediolanense. Sono una cinquan-tina le opere eseguite agli inizidegli anni 60, presentate in colla-borazione con lArchivio Baj. Allabase, lidea tipicamente surreali-sta e venata dironia che qualsiasicosa possa trasformarsi in altro.Ecco, dunque, come gi statoper i personaggi, una serie di mo-bili bizzarri ma anche eleganti,confezionati con ovatta pressata eapplicata a collage sul fondo distoffa da tappezzeria, su cui Baj

    sistemava cornici, pomelli, pas-samanerie e fregi di serrature aevocarne i tratti somatici; via via ilmobile si precisa, si fa di legnograzie a fogli dimpiallacciatureopportunamente impreziositi e siavvia a esibire la sua naturaKitsch.Enrico Baj. Mobili animati.Fondazione Marconi, via Tadino15 - orario: marted-sabato10.30/12.30 e 15.30/19. Fino al24 luglio.

    I suoi celebri Bleu hanno addirittu-ra richiesto una tonalit di blucreata ad hoc, che porta atuttoggi il suo nome (InternationalKlein Blue). Laspirazione alla pu-rezza e allassoluto hanno con-traddistinto lintera e brevissimavicenda creativa di Yves Klein,suggerendo pi di unaffinit conPiero Manzoni, e non soltantoperch sono morti, quasi coeta-nei, a un anno di distanza lunodallaltro: nel 62, a Parigi, iltrentaquattrenne Klein; nel 63, a

    Milano, Manzoni appena ventino-venne. A Yves Klein, capofila delNouveau Ralisme, sebbene nesia uscito un anno dopo la fonda-zione e antesignano della pitturamonocroma, dedicata unampiaretrospettiva che oltre a presenta-re un centinaio di opere del mae-stro francese, provenientidallArchivio Yves Klein di Parigi eda collezioni internazionali, affian-ca loro, nelle piazze e nei giardinidella citt, una selezione di scul-ture metalliche della moglie Ro-

    traut Uecker che con Klein condi-

    vise anche la vocazione artistica eimmaginifica. Sui tre piani del mu-seo, le opere di Klein sono pre-sentate per nuclei tematici: i Mo-nochrome realizzati con pigmentipuri fino ad arrivare al solo blu,alternato con loro in foglia; i qua-

    dri realizzati con il fuoco a contat-to diretto con la tela; le Anthro-pomtrie, tele su cui sono impres-si i corpi delle modelle cosparsedi colore dallartista durante veri epropri happening; e ancora i Re-lief plantaire, le Sculpture pon-ge, insieme a filmati e fotografie adocumentarne le azioni, mentreun ricco apparato documentariopermetter di seguire le tappe delpercorso artistico e personale diKlein.Yves Klein & Rotraut

    Lugano, Museo dArte, Riva Cac-cia 5 orario: marted-domenica10/18, luned chiuso (tranne il 1 e29 giugno).Fino al 13 settembre.

    Si fa sempre pi fitto il dialogo traarte antica e moderna, almenoquanto a iniziative che vedono aconfronto tradizione e modernit.Come la mostra allestita in questigiorni allAccademia Tadini di Lo-vere. Una rassegna nata dallacollaborazione tra il museo lom-bardo, aperto nel 1828 da un col-lezionista di allora, il conte LuigiTadini, e tre galleristi/collezionistidi oggi, Claudia Gian Ferrari,Massimo Minini e Luciano Bilinelli.Ecco dunque che le opere di An-tonio Canova, Francesco Hayez,Jacopo Bellini, Fra Galgario, ilPitocchetto, Francesco Benaglio eParis Bordon, conservate in per-manenza allAccademia Tadini, sitrovano per qualche mese facciaa faccia con quelle di Giulio Pao-lini, Carla Accardi, Lucio Fontana,Luigi Ontani, Arturo Martini, Sol

    LeWitt e molti altri maestri del XXe XXI secolo.Accademia Tadini. Quattrocollezionisti a confrontoLovere (Bergamo), Accademia diBelle Arti Tadini, Palazzo dell'Ac-cademia, via Tadini 40 (Lungola-go) - orario: marted-sabato15/19, domenica 10/12 e 15/19.Fino al 4 ottobre.

    stato dapprima nella casa vec-chia dei Medici a Firenze, quindi,dal 1495, in Palazzo Vecchio, per

    poi essere spostato, nel Seicento,

    in Palazzo Pitti, dove rimastofino al suo trasferimento, nel1778, agli Uffizi, nella nuova Saladei Bronzi Moderni, passando poial Bargello, all'indomani della fon-dazione del museo nel 1865. L ilDavid di Donatello occupa un po-

    sto di tutto rilievo all'interno delgrande Salone dedicato allo scul-tore fiorentino, da cui tuttaviamomentaneamente assente poi-ch stato chiamato a fare datestimonial della Campionaria del-le qualit italiane, manifestazionededicata alle eccellenze del no-stro Paese, promossa da Fonda-zione Symbola e Fiera Milano.Eccolo, dunque, fino al 31 maggioa Fieramilanocity, in occasionedella nuova Campionaria, dedica-ta in particolare ai temi

    delleconomia, del territorio, dellaricerca, dellinnovazione (orario:10/19). Diversamente dai bronzidi Riace che, nonostante svariatitentativi di trasloco, non si sonoancora mossi da Reggio Calabria,il celeberrimo e altrimenti inamo-vibile bronzo di Donatello 158centimetri di pastore biblico, ritrat-to attorno al 1440 come malinco-nico ed efebico eroe pagano approdato a Milano, reduce da unrecentissimo restauro che ne ha,fortunatamente, sottoscritto le ot-time condizioni conservative e for-te di unassicurazione di 100 mi-lioni di euro.

    la mostra simbolo delle cele-brazioni per il centenario della na-scita del Futurismo. Una rassegnaimpetuosa e forse un po bulimica,ma come di fatto fu il Futurismo ecome si conf alla passione dellostudioso che ama rendere pubbli-che le proprie scoperte. Il Futuri-smo a volo duccello, dunque,guardando al movimento in tutta

    la sua estensione cronologica esenza omettere nessuna dellesue molteplici declinazioni, esplo-rando anzi lintero campo dazionedi unavanguardia la cui piena va-lutazione stata a lungo condi-zionata dalle sue collusioni colfascismo. A cura di Giovanni Listae Ada Masoero, la rassegna riuni-sce circa 500 opere, spaziandodai dipinti, disegni e sculture, alparoliberismo, ai progetti e dise-gni d'architettura, alle scenografiee costumi teatrali, alle fotografie,

    ai libri-oggetto e ancora agli arre-

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    di, allarte decorativa, alla pubbli-cit, alla moda, offrendo in chiu-sura un assaggio di film futuristi. Il20 febbraio 1909 Filippo Tomma-so Marinetti pubblicava su Le Fi-garo il Manifesto del Futurismoed appunto a Marinetti che spet-

    ta un ruolo chiave nel percorsoespositivo, traghettando nelletdelle avanguardia larte italiana difine 800 alla quale dedicataunefficace panoramica in apertu-ra, tra Simbolismo e Divisionismo.Si prosegue quindi per decenni,individuando di volta in volta lefigure e i caratteri dominanti. Boc-cioni, Carr, Balla, Severini, Rus-solo, Soffici, Prampolini, Depero,Sironi, Dottori e molti altri. Lacompagine di maestri futuristi ampiamente rappresentata, an-

    che grazie a opere non scontate,e la rassegna segue lintera evo-luzione del movimento fino a tuttigli anni 30 e oltre, avventurandosinella met del secolo scorso perrintracciarne gli eredi: da Fontanaa Burri, Dorazio, Schifano ai poetivisivi.Futurismo 1909-2009. Velocit +Arte + Azione.Palazzo Reale, piazza Duomo 12 orario: 9.30/19.30, luned14.30/19.30, gioved 9.30/22.30.Fino al 12 luglio.

    I temi sono tutti indiscutibilmenteponderosi e decisamente univer-sali: Potere, Quotidiano, Vita,Morte, Mente, Corpo, Odio, Amo-re. Ognuno di questi rinvia a unadelle 8 sezioni in cui si articola lamostra bergamasca il cui titolo,Esposizione Universale, sembraironizzare su uno degli argomentipi frequentati e ineludibili delmomento. Qui per lExpo rigo-rosamente artistico, con una car-rellata di un centinaio di opere dal400 ai giorni nostri, forte innanzi-

    tutto del patrimoniodellAccademia Carrara di Ber-gamo, ma non solo. Si va da Gio-vanni Bellini, Bergognone, Botti-celli, Carpaccio, Foppa, Pisanello,Tiziano a Casorati, Duchamp, DeChirico, Christo, De Dominicis,Ontani, Clemente, Kabakov, Gil-bert & George, Maria Lai, Spallet-ti, Arienti, Cuoghi e molti altri, tracui Ben Vautier le cui opere-testoricorrono in tutte le sale. A cura diGiacinto Di Pietrantonio, non laprima volta che il direttore della

    Galleria dArte moderna e con-

    temporanea di Bergamo mette aconfronto larte antica con quellamoderna. Lo ha fatto ragionandosulle Dinamiche della vitadellarte, una rassegna di qualcheanno fa e continua a riproporreanche in questo caso la sua vi-

    sione unitaria dellarte, tutta con-temporanea, perch con gli oc-chi di oggi che si rilegge larte diieri.Esposizione Universale Lartealla prova del tempo.Bergamo, Galleria darte modernae contemporanea, via San Toma-so 53 orario: marted-domenica10/19, gioved 11/22.Fino al 26 luglio.

    la prima mostra in uno spaziopubblico milanese lantologica che

    il Museo di Arte Antica al CastelloSforzesco dedica a Cordelia vonden Steinen. A cura di Elena Pon-tiggia, la rassegna incentratasoprattutto sulla produzione pirecente dellartista, quella legataalla stagione iniziata nei tardi anni70, quando Cordelia, dopo gli e-sordi nel segno di un realismo diascendenza espressionista e unafase venata da vaghe suggestioniastratte, approdata a quella fi-gurazione a un tempo poetica enarrativa che la contraddistingue,fatta di estrema naturalezza, masenza indugiare nel verismo. Ori-ginaria di Basilea, ma formatasi aMilano, allAccademia di Brera,alla scuola di Marino Marini e AlikCavaliere, e poi a Roma e a Pari-gi, stata legata da un intensosodalizio darte e di vita allo scul-tore Pietro Cascella, morto loscorso anno. La mostra allineauna cinquantina di opere in terra-cotta, tra cui alcune grandi instal-lazioni, a documentare liter crea-tivo della scultrice svizzera daglianni 70 a oggi.

    Cordelia von den Steinen. Il so-gno e i segni.Castello Sforzesco, Museo darteantica, Sala degli Scarlioni ora-rio: marted-domenica 9/13 e14/17.30.Fino al 31 maggio.

    Un nuovo appuntamento a Breraper ricordare il bicentenario dellanascita della Pinacoteca milane-se. Dopo i Caravaggio e dopo lapresentazione del restauro delloSposalizio della Vergine di Raffa-

    ello, ora stabilmente reinserito nel

    percorso espositivo, la volta diuno sguardo al passato recentedella galleria per riproporne la sa-la dedicata ai paesaggi. Per tuttol800 Brera ha sfoggiato una salainteramente consacrata a questogenere pittorico, nella quale figu-

    ravano opere di Marco Gozzi,Bernardino e Gaspare Galliari,Luigi Basiletti, Rosa Mezzera emolti altri, tra cui anche AndreaAppiani, nume tutelaredellAccademia e della sua Pina-coteca, presente per con dueopere di soggetto mitologico, Gio-ve incoronato dalle Ore e Apollo.Dipinti che si possono rivedereora, in una rassegna a cura di I-sabella Marelli, allestita al centrodella sala XV. La mostra docu-menta le trasformazioni che han-

    no caratterizzato la pittura di pae-saggio nel corso del XIX secolo,un genere del quale fu protagoni-sta Marco Gozzi (1759-1839) ar-tefice di vedute che sancironolabbandono del paesaggio arca-dico a favore di un approcci pisensibile al vero. La collezionevenne ripartita tra Pinacoteca eAccademia al momento della se-parazione dei due istituti e nel1902, col riallestimento di Brera,le opere dell800 vennero date indeposito al Comune di Milano,dapprima per dare vita al Museodel Castello Sforzesco, quindi tra-sferite nella Villa Reale di via Pa-lestro, sede della Galleria dartemoderna e in parte poi collocatein uffici periferici. In mostra si ve-dono anche dipinti di proprietdellAccademia di Brera.La Sala dei Paesaggi. 1817 1822.Pinacoteca di Brera, via Brera 28,Sala XV orario: marted-domenica 8.30/19.15.Fino al 2 giugno.

    Lopera incisa di James Ensor al centro di una mostra, a cura diFlavio Arensi, allestita nelle saledi Palazzo Leone da Perego aLegnano. Sono esposte 188stampe del maestro belga vissutoa cavallo tra 800 e 900, prove-nienti dalla collezione Kreditbank;tra queste 134 acqueforti, a deli-neare un percorso influenzato ini-zialmente dallesperienza impres-sionista che lascia ben presto ilpasso a un deciso espressioni-smo, tramite per una dissacrante

    e spietata critica della societ del

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    tempo. Occupa una posizione ri-levante, la stampa, nella produ-zione di Ensor, un medium che siaddice alla sua vena di solitariofustigatore del compassato mon-do borghese, ma anche alle suesfrenate escursioni nei territori del

    fantastico e del grottesco. Nonmancano, peraltro, anche i pae-saggi, le marine, le nature morte, iritratti e gli autoritratti, conunattenzione particolare riservataalla figura di Cristo che ricorre inalmeno una dozzina di incisioni ea cui dedicato lalbum litograficodal titolo Scnes de la vie duChrist.Parallelamente, al Castello di Le-gnano si possono visitareunantologica di Tino Vaglieri anove anni dalla morte dellartista

    triestino, milanese dadozione, dicui si segue il percorso dapprimalegato al Realismo esistenziale eapprodato quindi allinformale euna personale della giovane arti-sta di Merate, Marta Sesana.James Ensor. Lopera incisa.Legnano, Palazzo Leone da Pe-rego - orario: marted-venerd16/19.30; sabato 15.30/19.30;domenica e festivi 10/13 e15.30/19.30; mercoled 21/23. Fi-no al 28 giugno.

    Gli spazi della Fondazione Pomo-doro sono letteralmente occupatidalle grandiose installazioni dellasettantanovenne artista polacca,protagonista della nuova mostra,a cura di Angela Vettese. dav-vero una rifondazione del lin-guaggio della scultura quella chesi avverte nellopera di MagdalenaAbakanowicz. Monumentale nonsolo per le dimensioni degli 11lavori esposti, ma anche per il re-spiro, per la vastit della conce-zione, per il modo in cui le suecreazioni interagiscono con lo

    spazio, occupandolo, appunto etrasformandolo. Lo si vede peresempio in Embriology, installa-zione acquistata nel 2008 dallaTade Modern di Londra e ora aMilano. Un lavoro imponente i-deato nel 78, fatto di centinaia disacchi di iuta imbottiti, di varie di-mensioni e a forma di patata, giintrinsecamente destinati a tra-sformarsi nelle sue folle di figureumane e animali, arricchendosi aun tempo con luso di altri mate-riali: ceramica, acciaio, alluminio,

    bronzo. Nata in una famiglia ari-

    stocratica, Magdalena Abakano-wicz ha sempre vissuto e lavoratoa Varsavia e si vista poco in Ita-lia a parte le Biennali di Venezia euna mostra al Mart di Rovereto.Magdalena Abakanowicz.Space to experience. Fonda-

    zione Arnaldo Pomodoro, viaAndrea Solari 35 orario: merco-led-domenica 11/18 (ultimo in-gresso alle17); gioved 11/22 (ul-timo ingresso alle 21).Fino al 26 giugno.

    Il soggiorno di Leonardo da Vincia Vigevano, testimoniato dallostesso maestro nei suoi appunti, il pretesto per una serie di iniziati-ve in zona che ruotano attorno aquesto genio poliedrico, tra cuiuna mostra decisamente insolita.

    Anzi impossibile perch riuniscelintera opera pittorica di Leonar-do, operazione in s inimmagina-bile se non attraverso il ricorsoalle tecnologie di riproduzione di-gitale. cos che 17 opere leo-nardesche, ricostruite in dimen-sioni reali e retroillluminate (alpunto da essere apprezzabili ana-liticamente talvolta meglio deglioriginali), sono esposte tutte as-sieme negli spazi del castello vi-gevanese. Dalla Gioconda allaVergine delle Rocce, alla Damacon lermellino e persino lUltimaCena, questultima presentatanella vicina chiesa sconsacrata diSan Dionigi, da poco restauratacome anche limponente pala delCerano, qui custodita, raffiguranteil martirio del santo. Questa ras-segna non la prima del genere.Lideatore del progetto, RenatoParascandolo, ha cominciato apensarci nel 2000, quando, alloradirettore di Rai Educational, strin-se un accordo col Ministero per iBeni e le Attivit culturali per foto-grafare e riprendere in video i

    maggiori capolavori dei musei ita-liani. Cominci da l la sua avven-tura nei territori della riproduzionedelle opere darte e nacque coslidea di utilizzare quei materialiper realizzare una sorta di grandetrailer dei capolavori italiani daesportare nel mondo per richia-mare turisti a vedere gli originali.Ecco allora le mostre di Leonardo,Raffaello e Caravaggio, curate dastudiosi qualificati, cui seguirannoa breve, quelle non meno impos-sibili sulla Cappella degli Scrove-

    gni di Giotto e su Piero dellaFrancesca.Leonardo: una mostra impossibi-le. Lopera pittorica di Leonardoda Vinci nellepoca della sua ri-producibilit digitale.Castello di Vigevano - orario:

    marted-domenica 10/19.Fino al 30 giugno

    Nella sua lunga carriera ha avutomodo di frequentare la poesia,larte, il romanzo, il teatro, il ra-diodramma, il giornalismo, la mu-sica. Un artista poliedrico e multi-forme Emilio Isgr, ora al centrodi una mostra, curata da MarcoMeneguzzo, che verr ripropostanellestate anche in Sicilia, dovelartista nato nel 1937. Con nu-merosi riconoscimenti alle spalle,

    la partecipazione a quattro edi-zioni della Biennale di Venezia ea decine di rassegne in tutto ilmondo, Isgr un artista concet-tuale, ma anche un poeta visivoche ha fatto della cancellaturauna delle modalit espressive pri-vilegiate, ma certamente non lasola. Cardine di questa mostra ,tuttavia, proprio linstallazione i-nedita Fratelli dItalia, che oltre asuggerire il titolo della personale, anche stata concepita cancel-lando o in parte occultando linnonazionale che si snoda lungo unastriscia di carta, per fare emerge-re solo i passaggi pi significatividel testo. La mostra riunisce unasettantina di opere dagli esordi aoggi e altre due installazioni: Loraitaliana e Lavventurosa vita diEmilio Isgr, luna concepitanell83 per ricordare l'attentatoalla Stazione di Bologna, laltranel 1971, pensata come una seriedi dichiarazioni sulle caratteristi-che fisiche e morali dell'artista,che identificano il personaggio inmaniera "concettuale" attraverso

    la descrizione.Emilio Isgr. Fratelli d'Italia.Galleria Gruppo Credito Valtelli-nese. Corso Magenta 59 orario:marted-venerd 12/19, sabato edomenica 10/19, chiuso luned.Fino al 13 giugno.

    un prestito decisamente fuoridal comune quello che ha con-sentito di realizzare la mostrabergamasca. Cinquanta icone se-lezionate tra gli oltre 6mila esem-plari conservati nel museo Museo

    Tretyakov di Mosca che vanta in

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    materia di arte sacra russa la piimponente collezione al mondo.Visibili rappresentazioni di spet-tacoli misteriosi e soprannaturali":lo studioso russo Pavel Florenskijus queste parole per definire leicone, non semplici opere d'arte,

    ma immagini dotate di una lorovitalit, veri e propri momenti dicomunione con il divino. Le opereesposte sono datate dalla fine delXIV- inizio XV secolo, a partire dauna Nativit della Madre di Diocon santi, tipico esempio delle i-cone di Novgorod, fino al XVIIIsecolo. Una serie di immagini cheillustrano le tappe principali delcalendario liturgico - le feste, lavenerazione della Madre di Dio,la devozione ai santi locali - raffi-gurate di volta in volta secondo

    schemi iconografici che gli artistihanno ripetuto nei secoli senzasostanziali variazioni, al solo sco-po di suggerire un contatto direttocon l'archetipo. In mostra anchealcune icone di Pskov, caratteriz-zate da una maggiore concretez-za nellinterpretazione dell'imma-gine divina.Loro dellanima. Icone russedal XIV al XVIII secolo del Mu-seo Tretyakov di Mosca. Ber-gamo, Palazzo della Provincia diBergamo - Spazio Viterbi, viaTorquato Tasso 8 orario: luned-venerd 15/19; sabato, domenicae festivi 10/19; chiuso gioved.Fino al 14 giugno.

    Lhanno inaugurata il 14 febbraio,per approfittare della complicittematica offerta dalla ricorrenza diSan Valentino, ma in realt lamostra attualmente in corso alCastello Visconteo di Pavia puben vivere di vita propria, anchesenza la festa degli innamorati.Il tema quello del bacio, e nonsoltanto il bacio sensuale e carico

    di pathos immortalato da France-sco Hayez in uno dei suoi dipintimaggiormente celebrati, di cui laredazione pi nota si trova a Bre-ra, mentre a Pavia sono esposteuna prima idea del soggetto e unaversione del 1861, entrambe incollezione privata. La rassegna,infatti, che ripercorre liconografiadel bacio tra Romanticismo e900, molto pi variegata eprende in considerazione, comedichiarano le curatrici, SusannaZatti e Lorenza Tonani, le diverse

    valenze del bacio: materno o fi-

    liale, di circostanza, appassiona-to, atteso, negato, rubato, benaugurante, immateriale, nella mi-tologia, nella storia sacra, nellaletteratura e anche nel cinema. Ilpercorso si snoda attraverso unasessantina di opere di artisti cele-

    bri e di altri meno noti, in preva-lenza dipinti, ma anche qualchescultura, come lAbbraccio mater-no di Paolo Troubetzkoy o ilBambino al seno di MedardoRosso. Tra i baci dipinti spiccanoquello lussurioso di Cleopatra,come ce lo ha restituito GiuseppeAmisani, o il bacio voluttuoso diAlciati, smorzati dalle effusionicomposte e pudiche dei Fidanzatidi Lega, o ancora Aminta baciatoda Silva del Piccio, Paolo e Fran-cesca di Previati, per arrivare a

    De Chirico, Manz, Casorati, Ro-tella o Franco Angeli. E poi il ba-cio nel cinema, restituito in un vi-deo che, memore dei baci primatagliati e quindi ricomposti inununica lunga pellicola, nel film diTornatore Nuovo cinema Paradi-so, ripercorre la storia dei baci pifamosi della cinematografia italia-na.Il bacio. Tra Romanticismo eNovecento.Pavia, Scuderie del Castello Vi-sconteo, viale XI Febbraio 35 orario: marted-venerd 10/13 e15/19, sabato, domenica e festivi10/20.Fino al 2 giugno.

    Un vero e proprio affondo nellapersonalit del fondatore del Fu-turismo, Filippo Tommaso Mari-netti. A lui consacrata la rasse-gna allestita nella Sala del Colle-zionista alle Stelline che, in onoredi tanto ospite, raddoppia i suoispazi conquistando il seminterra-to, invaso per loccasione dalleparolibere marinettiane, Tra le

    tante novit di questa rassegna -a cura di Luigi Sansone, autenticosegugio degli archivi del Futuri-smo - spicca Il bombardamento diAdrianopoli, una grande china sucarta realizzata da Marinetti nel1913-14, esposta per la primavolta grazie al prestito concessodalla University of California diLos Angeles (Ucla) dove custo-dito larchivio del poeta ingleseHarold Monroe (1879-1932),grande ammiratore del Futurismo,da cui proviene questa tavola. Ma

    la mostra riserva molto altro, tra

    ritratti e caricature di Marinetti,opere di Boccioni, Balla, Cangiul-lo, Depero, e altri protagonisti, af-fiancate da fotografie, cataloghidepoca, cartoline, riviste e volumimarinettiani come Zang TumbTuuum - Adrianopoli ottobre

    1912- Parole in libert (Edizionifuturiste di Poesia, Milano1914), il primo libro parolibero diMarinetti ispirato dalla guerra, in-tesa come spettacolo simultaneodi situazioni, rumori, odori, polifo-nie: perch il Futurismo era anchequesto.F.T. Marinetti=Futurismo.Fondazione Stelline. Sala del Col-lezionista, corso Magenta 61 - o-rario: marted-domenica 10/20.Fino al 7 giugno.

    Ha impiegato meno di tre anni perdiventare uno dei maggiori colle-zionisti di armature giapponesifuori dal Giappone. Bisognachiamarsi Luigi Koelliker per riu-scire in una simile impresa cosrapidamente e anche voracemen-te ed bene avvalersi di un anti-quario specializzato in arte giap-ponese come Giuseppe Piva cheper il suo committente ha rastrel-lato il rastrellabile, e che adessocura, in collaborazione con laFondazione Mazzotta, la mostradi Palazzo Reale. Samurai, ap-punto, allestita nellappartamentodella reggia piermariniana conuna minima presenza di pezziprovenienti dalle Raccolte extra-europee del Castello Sforzesco tra i quali spicca una finissimascatola laccata per documentidellinizio del periodo Edo elunica armatura da cavallo pre-sente in mostra e un massimodalla raccolta milanese di Koelli-ker. Una novantina di pezzi in tut-to, tra armature complete, elmi,finiture per spada e altri accessori

    da samurai, realizzati tra il perio-do Azuchi Momoyama (1575 1603) e il periodo Edo (1603 1867). Le sale del palazzo si ani-mano di guerrieri severi e magni-fici, samurai di alto rango e daim-yo (signori feudali) che dalle guer-re sono stati ben lontani, cometestimonia il perfetto stato di con-servazione delle circa trenta ar-mature esposte; per lo pi di rap-presentanza, visto anche che ilperiodo esaminato fu allinsegnadella pace. Il percorso si chiude

    con i super robot Goldrake e

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    Gundam che tutto devono almondo dei samurai, da cui hannoattinto a piene mani anche fumettie disegni animati.

    Samurai.Palazzo Reale, piazza del Duomo12 orario: 9.30/19.30, luned14.30/19.30, gioved 9.30/22.30.

    Fino al 2 giugno.

    TEATRO

    Questa rubrica curata da Maria Laura Bianchi

    STRANIERIAncora una volta Marco Martinellie il suo Teatro delle Albe sarannoprotagonisti sul palco del CRTTeatro dellArte. Il successo diSalmagundi del 2005 ancora

    vivo nella memoria degli spettatorimilanesi che non mancherannoora di apprezzare Stranieri, ilnuovo lavoro della compagniaromagnola che