Patrologia e Patristica

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PATROLOGIA e PATRISTICA Vocaboli di origine protestante. Nella teologia luterana del sec. XVII si cominciò a parlare di una "theologia patristica" nel senso di una collezione di testimoni dei Padri per i singoli dogmi. Questo concetto teologico del termine "patristica" si confuse con il concetto letterario di "patrologia", che come termine fu usato per la prima volta dal teologo luterano Johs Gerhardus (m. nel 1637) nella sua opera Patrologia, sive de primitivae Ecclesiae christianae Doctorum vita ac lucubrationibus opuspostumum (lena 1653). Ma se i due termini "patrologia" e "patristica" sono di origine protestante, i due concetti, quello teologico e l'altro letterario, per valutare gli scrittori ecclesiastici della Chiesa antica, si trovano già nella letteratura cattolica. Il concetto di "Padre" è di carattere dogmatico, avendo la sua base nella prova dogmatica della tradizione, mentre l'esigenza di considerare gli scrittori antichi sotto un aspetto letterario si manifesta già nel De viris illustribus di s. Girolamo. Partendo dal concetto dogmatico di "padre" la patristica (o patrologia) si avvicina, come disciplina teologica, alla dogmatica o alla storia dei dogmi; seguendo la strada iniziata da s. Girolamo si arriva alla "storia della letteratura cristiana antica", cioè a una disciplina particolare della storia della Chiesa. La scienza cattolica ha scelto e l'una e l'altra via. L'opera, già citata di s. Girolamo (ed. di C. A. Bernoulli; Friburgo in Br. 1895, di E. C. Richardson, Lipsia 1896; v.: H. Edmonds, 2a ed., in Altertum, Lipsia 1941, P. 348 sg.) resa pubblica nell'anno 392, è in fondo nient'altro che un catalogo, il quale non esclude né scrittori giudaici (Filone, Flavio Giuseppe e Giusto di Tiberiade), né autori scismatici ed eretici e annovera nel suo

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PATROLOGIA e PATRISTICAVocaboli di origine protestante. Nella teologia luterana del sec. XVII si cominciò a parlare

di una "theologia patristica" nel senso di una collezione di testimoni dei Padri per i singoli

dogmi. Questo concetto teologico del termine "patristica" si confuse con il concetto

letterario di "patrologia", che come termine fu usato per la prima volta dal teologo luterano

Johs Gerhardus (m. nel 1637) nella sua opera Patrologia, sive de primitivae Ecclesiae

christianae Doctorum vita ac lucubrationibus opuspostumum (lena 1653).

Ma se i due termini "patrologia" e "patristica" sono di origine protestante, i due concetti,

quello teologico e l'altro letterario, per valutare gli scrittori ecclesiastici della Chiesa antica,

si trovano già nella letteratura cattolica. Il concetto di "Padre" è di carattere dogmatico,

avendo la sua base nella prova dogmatica della tradizione, mentre l'esigenza di

considerare gli scrittori antichi sotto un aspetto letterario si manifesta già nel De viris

illustribus di s. Girolamo.

Partendo dal concetto dogmatico di "padre" la patristica (o patrologia) si avvicina, come

disciplina teologica, alla dogmatica o alla storia dei dogmi; seguendo la strada iniziata da s.

Girolamo si arriva alla "storia della letteratura cristiana antica", cioè a una disciplina

particolare della storia della Chiesa. La scienza cattolica ha scelto e l'una e l'altra via.

L'opera, già citata di s. Girolamo (ed. di C. A. Bernoulli; Friburgo in Br. 1895, di E. C.

Richardson, Lipsia 1896; v.: H. Edmonds, 2a ed., in Altertum, Lipsia 1941, P. 348 sg.) resa

pubblica nell'anno 392, è in fondo nient'altro che un catalogo, il quale non esclude né

scrittori giudaici (Filone, Flavio Giuseppe e Giusto di Tiberiade), né autori scismatici ed

eretici e annovera nel suo elenco letterario anche gli Evangelisti. L'operetta aveva scopo

apologetico, perché voleva dimostrare contro Celso, Porfirio e l'imperatore Giuliano che

nella Chiesa non erano mai mancati filosofi eloquenti e dottori. Nella forma Girolamo ha

copiato Svetonio, nel contenuto dipende da Eusebio (Historia ecclesiastica e Chronicon),

ma non mancano notizie che si basino su letture proprie. La critica di testi biblici è assai

libera, il profilo dello stile caratteristico di singoli autori è superficiale (non paragonabile con

la critica letteraria di Fozio; sull'opera di Girolamo, cf. C. A. Bernoulli, Der

Schriftstellerkatalog des Hieronymus, Friburgo in Br. 1895; St. von Sychowski, Hieronymus

als Literaturhistoriker, Munster 1894; A. Feder, Studien zum Schriftstellerkatalog des hl.

Hieronymus, Friburgo 927; P. Courcelle, Les lettres grecques en Occident, Parigi 1943, P.

78 sg.).

Verso il 480 il sacerdote semipelagiano Gennadio di Marsiglia scrisse una continuazione

dell'opera di s. Girolamo; perciò la maggior parte dei manoscritti di Girolamo contiene

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anche la continuazione di Gennadio. L'opera di Gennadio è più accurata, più teologica di

quella di Girolamo, ma rivela anche la sua posizione semipelagiana (13. Czapla,

Gennadius als Literaturhistoriker, Munster 1898; F. Diekamp, Wann hat Gennadius seinen

Schriftstellerkatalog verfasst, in Romische Quartalschr., 12 [1898], P. 411 sg.; A. Feder,

Der Semipelagianismus im Schriftstellerkatalog des G., in Scholastik, 2 [1927], P. 481 sg.;

id., Die Entstehung und Veróffentlichung des gennadianischen Schriftstellerkatalogs, ibid.,

8 [1933], p. 27 sg.; id., Zusatze des Gennadian. Schriftstellerkatalogs, ibid., P. 380 sg.; P.

Courcelle, Les lettres grecques en Occident, Parigi 1943, P. 221 sg.).

Continuatori di s. Girolamo e Gennadio con particolari interessi per gli scrittori spagnoli

furono Isidoro di Siviglia (tra il 615 e il 618: PL 83, 1081-1106) e il suo discepolo Ildefonso

di Toledo (m. nel 667: PL 96, 195 sg.; cf. G. V. Dzialowski, Isidor und Ildefons als

Literaturhistoriker, Munster 1898; F. Schutte, Studien úber den Schriftstellerkatalog des hl.

Isidor, in M. Sdralek, Kirchengeschichtliche Abhandlungen, Breslavia 902, P. 75 sg.; M.

Ihm, Beitráge zur alten Geschichte und griech.-rómischen Altertumskunde [Festschrift fur

0. Hirschfeld], Berlino 1903, P. 341 sg.; H. Koeppler, in Journal of theolog. studies, 38

[1936], p. 16 sg.).

Mentre in Bisanzio Fozio riprese lo studio dei Padri insieme con quello degli autori antichi

(il suo Myriobiblon = Biblioteca : PG 103-104), nell'Occidente la letteratura dei De viris

illustribus fu di nuovo iniziata nel sec. XI da Sigeberto di Gembloux (m. nel 1112: PL 16o,

547 sg.), in Belgio da Onorio di Autun (ca. il 1122) nel suo De luminaribus Ecclesiae (PL

172, 197 sg.) e dal cosiddetto Anonymus Mellicensis (De scriptoribus ecclesiasticis: PL

213, 959 sg.) e nel sec. XV da Giovanni Tritemio.

Tutti questi autori si basano per l'epoca patristica su s. Girolamo e Gennadio. Le loro opere

sono importanti per la conoscenza degli scrittori della loro epoca; per la ricostruzione del

testo di Girolamo e Gennadio questa tradizione indiretta è di scarso valore (v. A. Feder,

Studien Zum Schriftstellerkatalog des hl. Hieronymus, Friburgo in Br. 1927, P. 90).

La linea di questi "nomenclatores" (v. I. A. Fabricius, Bibliotheca ecclesiastica, Amburgo

1718) fu continuata con Giovanni Gerhardus, Giuseppe Húlsemann ecc. da parte dei

luterani, e con s. Roberto Bellarmino nel suo Liber de scriptoribus ecclesiasticis (Roma

1613), edizione aumentata da F. Labbé (Parigi 1670) e da Casimiro Oudin (ivi 1682), da

parte cattolica.

Il primo grande tentativo di una trattazione critica dell'antica letteratura cristiana fu dato da

Louis Ellies Du Pin (m. nel 1719) con la sua Nouvelle bibliothèque des auteurs

ecclésiastiques, ecc. (Parigi 1686-1711) in 47 voll. (v. Reusch, Index der verbotenen

Búcher, Il, i, p. 586). Il libro, che fu messo all'Indice, suscitò molte polemiche letterarie (M.

Petit-Didier, R. Simon, R. Ceillier ed altri). La mancanza di rispetto nel linguaggio ed il

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gallicanismo furono le cause principali della condanna di questa opera.

Un lavoro di pregio è l'Apparatus ad Bibliothecam maximam Patrum veterum (Parigi 1604),

di Le Nourry, ma il capolavoro critico-storico sono i famosi Mémoires pour servir à l'histoire

ecclésiastique des six premiers siècles di L. S. Le Nain de Tillemont ([n. nel 1698], Parigi

1693-1712) in 16 voll., opera che ancora oggi viene consultata con profitto dagli studiosi.

Nel campo protestante sono da menzionare in quest'epoca i lavori di William Cave, James

Usher, John E. Grabe (v.), John Pearson, H. Dodwell, anglicani che per difendere la loro

posizione dogmatica erano costretti ad occuparsi dei Padri.

Accanto ad essi si possono ancora menzionare gli studi di Le Clere, Dallaeus e Oudin.

Dei lavori riguardanti la storia della letteratura antica cristiana nell'epoca moderna si

ricordano: J. A. Móhler, Patrologie (vol. 1 [unico], Ratisbona 1840); J. Nirschl, Lehrbuch der

Patrologie und Patristik (3 voli., Magonza 1881-85), I. Fessler, Institutiones Patrologiae

(2.a ed. di Jungmann, Innsbruck 1890-96); Ad. Harnack, Geschichte der altkirchlichen

Literatur bis auf Eusebius (3 voll., Lipsia 1893-1904); H. Kihn, Patrologie (Paderborn 1904-

1908); O. Bardenhewer, Patrologie (3 II ed. Friburgo 19 io); id., Geschichte der

altchristlichen Literatur (5 voli., ivi 1913-32); H. Jordan, Geschichte der altchristlichen

Lìteratur (Lipsia 1911); I. Tixeront, Mélanges de patrologie et d'histoìre des dogmes (Parigi

1921); H. Lietzmann, Christliche Literatur (Lipsia 1923); F. Cayré, Précis de Patrologie (2

voll., Parigi 1927-1930); B. Steidle, Patrologia (Friburgo 1937); U. Mannucci, Istituzioni di

patrologia (ed. di A. Casamassa, Roma 1948-5o); E. I. Goodspeed, A History of early

christian literature (Chicago 1942); B. Altaner, Patrologie (2a ed., Friburgo 1950; anche in

trad. it. riveduta da A. Ferrua, Torino 1944); J. Quasten, Patrology, I. The Beginnings of

Patristic Literature (Utrecht-Bruxelles 1950).

Opere speciali che riguardano la patristica greca : K. Krumbacher-A. Ehrhard, Geschichte

der byzantinischen Literatur (2a ed., Monaco 1897); O. Stahlin, Die altchristliche

griechische Literatur, in W. v. Christ, Geschichte der griechischen Literatur (2 voli., 6a ed.,

ivi 1924); A. Puech, Littérature grecque chrétienne (Parigi 1928); I. M. Campbell, The

Greek Fathers (Londra 1929).

Sulla conoscenza dei Padri greci nella Chiesa latina v. : P. Courcelle, Les lettres grecques

en Occident (Parigi 1943); A. Siegmund, Die Uberlieferung der griechischen Literatur in der

lateinischen Kirche bis zum 12. Jahrhundert (Monaco 1949).

Opere speciali sulla patristica latina : P. Monceaux, Histoire littéraire de l'Afrique chrétienne

(7 voll., Parigi 1901-23); R. Pichon, Etudes sur l'histoire de la littérature latine dans les

Gaules (ivi 1906); W. S. Teuffel, Geschichte der romischen Literatur (III, 6a ed., Lipsia

1913; gli autori cristiani sono trattati da E. Klostermann); M. Schanz, G. Hosius, G. Kruger,

Geschichte der rom. Literatur (III, 3a ed., ivi 1922; IV, I, ivi 1914; IV, II, ivi 1920); la

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letteratura cristiana è trattata da G. Kruger); U. Moricca, Storia della letteratura latina

cristiana, 3 voli., in 5 tomi (Torino 1915-1934); P. Monceaux, Histoire de la littérature latine

chrétienne (Parigi 1924); C. Weymann, Beitráge zur Geschichte der christlich-lateinischen

Poesie (Monaco 1926); N. Terzaghi, Storia della letteratura latina da Tiberio a Giustiniano

(Milano 1934); L. Salvatorelli, Storia della letteratura latina cristiana (ivi 1936); E. Bickel,

Lehrbuch der Geschichte der rómischen Literatur (Heidelberg 1938); P. de Labriolle,

Histoire de la littérature latine chrétienne, 3a ed. di G. Barzy (2 Voll., Parigi 1947); P.

Courcelle, Histoire littéraire des grandes invasions germaniques (ivi 1948); E. Dellers,

Clavis Patrum latinorum (Steenbrugge 1951, in Sacris erudiri, III).

La trasmissione dei Padri nella vita della Chiesa durante il medioevo e ì tempi moderni è

stata trattata negli ottimi studi di J. de Ghellinck, Patrìstique et moyen-áge (3 voll.,

Bruxelles 1946-48).

I riflessi della letteratura cristiana sulla letteratura europea sono studiati da E. R. Curtius,

Europáische Literatur und lateinisches Mittelalters (Berna 1948).

LA PUBBLICAZIONE DEI TESTI PATRISTICI. 

È stato l'umanesimo che ha dato l'impulso alla prima stampa dei testi patristici. Alcune di

queste pubblicazioni hanno il valore di un manoscritto perché molti codici di allora sono

andati perduti. Le prime edizioni critiche uscirono nei sec. XVII e XVIII. Come editori sono

da menzionare Fronton le Due ("Ducaeus", m. nel 1624), l'editore di Crisostomo e

Giovanni Damasceno, Jacques Sirmond (m. nel 1651), Jean Garnier (m. nel 1681), Fr.

Combefis (m. nel 1679), I. B. Cotelier (m. nel 1686) e i grandi rappresentanti della

Congregazione benedettina di S. Mauro (V. MAURINI): I. L. D'Achéry (m. nel 1685), Jean

Mabillon (v.), R. Massuet (m. nel 1716, editore di s. Ireneo), P. Constant (m. nel 1721), Le

Nourry (m. nel 1724), Julien Garnier (m. nel 1725, editore di Basilio), Ch. de la Rue (m. nel

1739, editore di Origene), B. de Montfaucon (v.), P. Maran (m. nel 1762). Le prime grandi

collezioni sono la Sacra bibliotheca veterum Patrum (Colonia 1618-22) o Maxima

bibliotheca veterum Patrum (27 voll., Lione 1677).

Ancora di valore oggi è la Bibliotheca veterum Patrum di Andrea Gallandi (14 Voll.,

Venezia 1764-81; 2.a ed. ivi 1788).

In fondo, la grande Patrologia di J.-P. Migne (v.) è la continuazione di queste vecchie

Bibliothecae Patrum . Il Migne poteva aumentare la sua edizione in seguito alle numerose

pubblicazioni dei card. A. Mai (v.) e Jean Baptiste Pitra (v.); per l'edizione del Migne v.

ancora F. Cavallera, Patrologiae cursus completus. Series graeca. Indices (Parigi 1912);

Th. Hopfner, Index locupletissimus (ivi 1928 sg.). Edizioni critiche di tutti gli scrittori

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ecclesiastici latini dal I al VII sec. sono state progettate dall'Accademia di Vienna (dal

1866). Finora sono stati pubblicati di questo Corpus scriptorum ecclesiasticorum latinorum

(CSEL o CV) 70 voll. Una collezione corrispondente per i Padri greci è Die griechischen

christlichen Schriftsteller der ersten drei Jahrhunderte (GCS o CB, pubblicati

dall'Accademia di Berlino (dal 1897), finora 4, voll. Alla preparazione dei testi greci serve la

collezione : Texte und Untersuchungen zur Geschichte der altchristlichen Literatur, ed. O.

V. Gebhardt e A. Harnack (Lipsia 1882 sg.). Questa collezione ha la sua corrispondente

nella collezione: Texts and Studies. Contributions to Biblical and Patristic Literature, ed. I.

A. Robinson (Cambridge 1891) ed in un senso più largo in Studi e testi (pubblicazioni della

Biblioteca Vaticana, Roma 1900 sgg.; v. A. M. Albareda, Nel cinquantesimo di "Studi e

testi", Città del Vaticano 1950). Delle collezioni per usi scolastici vanno nominati

Florilegium Patristicum, ed. B. Geyer e I. Zellinger (44 fase., Bonn 1904 sg.); Cambridge

Patristic Texts, ed. A. I. Mason (Cambridge 1899 sg.); Textes et documents pour l'étude

historique du christianisme ed. H. Hemmer P. Lejay (20 Voli., Parigi 1904-12), Testi

cristiani, con versione italiana di G. Manacorda (Firenze 1930 sg.); Corona Patrum

Salesiana (Sanctorum Patrum graecorum et latinorum opera selecta, addita interpretatione

vulgari), ed. P. Ricaldone (Torino 1937 sg.); Sources chrétiennes, ed. H. de Lubac e i.

Daniélou (Parigi 1941 sg.).

BIBLIOGRAFIA:

Letteratura patristica: A. Ehrhard, Die altchristl. Liter. und ihre Erforschung seit 1880,

Friburgo i, Br. 1894, continuazione, 1900; F. DrexI, io Jahre griechischer Patristik, in

Bursians Jahresberichte uber die Fortschritte der klassisch. Altertumswiss., 220 (1929), pp.

131-263; ibid., 230 (1931), PI. 163-273; I. Martin, Christ-latein. Dichter, ibid., (1929), pp.

65-140; W. Wilbrand, Die altchrist.-Latein. Liter., ibid., 256 (1930), pp. 157-206; G. Kruger,

A Decade of Research in early christ. Liter. (1921-30), in Harvard Theolog. Review, 26

(1933), p. 173 sg.; G. Madoz, Un decenio de estudios patrísticos en Espana (1931-40), in

Rev. espanola de teol., 1 (1940, PI). 919-62; id., Segundo decenio de estudios sobre

patrística espanola 1941-50 (Estudios Onienses, sez. I, Vol. 5), Madrid 1951; B. Altaner,

DerStand der Patrologisch. Wissensch. und das Problem einer neuen altchristl.

Literaturgesch., in Misc. Giov. Mercati, 1, Città del Vaticano 1946, p. 483 sg.; I. De

Ghellinck, Les recherches batristiques, progrès et problèmes, in Mélanges F. Cavallera,

Tolosa 1948, p. 65 sg.; Dix années d'études byzantines, Bibliogr. internat. 1939-48, Parigi

1949.

Erik Peterson

(Tratto dall'Enciclopedia Cattolica)