PATH - Cultura · 343-355 La conversión misionera, fuente de la reforma de la Iglesia en...

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259-262 Editorialis Manlio SODI STUDIA 263-274 «Oculata fides». Leggere la realtà con gli occhi di Cristo Piero CODA 275-286 Quale esperienza di Dio oggi? Sfide e motivi per rigenerare la vita spirituale della comunità nell’Evangelii gaudium Francesco ASTI 287-316 La dipendenza dell’idea dalla realtà nell’Evangelii gaudium di papa Francesco Giovanni CAVALCOLI 317-329 Evangelii gaudium: come distinguere, senza separare, il fine e la mis- sione della Chiesa Miguel DE SALIS 331-341 The Monastic Face of the New Evangelization: A Monk in Dialogue with Archbishop Rowan Williams Jeremy DRISCOLL 343-355 La conversión misionera, fuente de la reforma de la Iglesia en Evan- gelii gaudium Carlos María GALLI 357-366 La vita consacrata nella nuova evangelizzazione Santiago M a GONZáLEZ SILVA 367-376 «Christ Brings All Newness» (EG 11): the Irenaean Vision of Evan- gelii gaudium Robert P. IMBELLI 377-390 Gospel, Church and the Signs of the Times George KARAKUNNEL 391-401 Die Kirche wird zum zeitwort. Was man von der Sprache des Pap- stes lernen kann Bernhard KöRNER VOL. 13 - PONTIFICIA ACADEMIA THEOLOGICA - 2014/2 PATH «Evangelii gaudium» Sfida profetica anche per la teologia? RIVISTA PATH 2-2014.indd 257 04/11/14 10.39

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  • 259-262 Editorialis Manlio Sodi

    Studia

    263-274 «Oculatafides».LeggerelarealtàcongliocchidiCristo PieroCoda275-286 QualeesperienzadiDiooggi?Sfideemotiviperrigenerarelavita

    spiritualedellacomunitànell’Evangeliigaudium FrancescoaSti287-316 Ladipendenzadell’ideadallarealtànell’Evangeliigaudiumdipapa

    Francesco GiovanniCavalColi317-329 Evangeliigaudium:comedistinguere,senzaseparare,ilfineelamis-

    sionedellaChiesa Miguelde SaliS331-341 TheMonasticFaceoftheNewEvangelization:AMonkinDialogue

    withArchbishopRowanWilliams JeremydriSColl343-355 Laconversiónmisionera,fuentedelareformadelaIglesiaenEvan-

    geliigaudium CarlosMaríaGalli357-366 Lavitaconsacratanellanuovaevangelizzazione SantiagoMaGonzález Silva367-376 «ChristBringsAllNewness»(EG11):theIrenaeanVisionofEvan-

    geliigaudium RobertP.imbelli377-390 Gospel,ChurchandtheSignsoftheTimes GeorgeKaraKunnel391-401 DieKirchewirdzumzeitwort.WasmanvonderSprachedesPap-

    steslernenkann BernhardKörner

    VOL. 13 - PONTIFICIA ACADEMIA THEOLOGICA - 2014/2

    PATH

    «Evangelii gaudium» Sfida profetica anche per la teologia?

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  • 403-412 Iltemposuperioreallospazio(EG222):unprincipioteologicofon-damentaleperl’agirecristiano

    GiuliomaSpero413-427 Lostiledellatestimonianzacristiananeldialogosociale:sensodella

    fedeecoscienzamoralesecondopapaFrancesco(Evangeliigau-dium,255-257)

    Liviomelina429-438 Evangelizzazione,attrazioneeproselitismo FernandooCáriz439-454 VangeloedeticasecondosanPaolo.Inmargineall’Evangeliigau-

    diumdipapaFrancesco Romanopenna455-468 Redenzione,storiaesocietà:alcuneprovocazionidalquartocapitolo

    dell’Evangeliigaudium IgnaziopetriGlieri469-484 «LabellezzadiCristotocca…eavvolge».Laviapulchritudinisnella

    catechesitrakerigmaemistagogia(EG163-168) FlavioplaCida485-494 Dall’Evangeliigaudiumall’omiliaelaetitia.Ifedelidifronteall’ome-

    lia:atteseeimplicanze ManlioSodi495-506 LaChiesadiRomaallascopertadelruolodellapentarchia †IoannisSpiteriS507-514 Unosguardoliturgicoall’Evangeliigaudium Alessandrotoniolo515-522 Lafamigliacristiananeiprocessidinuovaevangelizzazione:trama-

    trimoniocristianoenuoveformedivitafamiliare Valeriatrapani

    Vita academiae

    523-532 Nominadelprof.RéalTremblayaPresidentedellaPontificiaAca-deniaTheologica–Letteradelcard.GianfrancoRavasialPraesesemeritusprof.ManlioSodi–LetteraagliAccademicidelnuovoPre-sidenteprof.RéalTremblay–Cronacadell’annoaccademico2013-2014(RiccardoFerri)

    533-535 «Path».AutorichehannoscrittonellaRivista(2002-2013)536-538 AcademicorumOperaannoMMXIIIedita

    539-541 index totiuS VoluminiS 13 (2014)

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  • EDITORIALIS

    PATH 13 (2014) 259-262

    Per chiunque guardi, credente o non credente, i documenti ufficialicheditantointantosonoemanatidalmagisterodellaChiesacattolica, lapubblicazione di un documento pontificio costituisce sempre motivo perun’attenzione specifica circa l’attualità del tema e il modo con cui vienedeclinatoperinterpellarelecoscienzeeleistituzioni.

    Quandopoiildocumentoèfruttodiunlavorosinodaleallorailruoloche esso è chiamatoa svolgere risulta essere ancorapiùdeterminanteneltessutodellavitadellaChiesae,diriflesso,dellasocietàedelmondo.

    In questa linea era attesa l’esortazione apostolica Evangelii gaudiumquale frutto peculiare della XIII Assemblea Ordinaria del Sinodo deiVescovi (7-28 ottobre 2012) circa «la nuova evangelizzazione per la tra-smissionedellafedecristiana».Ildocumentoportaladatasignificativaedemblematicadel24novembre2013,solennitàdiCristoRedell’universo.

    1. Evangelizzare per trasmettere la fede

    Daalcunidecenni l’espressione«nuovaevangelizzazione»èapparsaesi è fatta semprepiù insistente almenoa livello terminologico e tematico;menodeclinatoèstatoilrelativocontenutoamotivodeinumerosirisvoltie riflessi che l’evangelizzazionecomporta soprattutto inuna società comel’odiernaincuiiproblemisipongonoalivelloplanetario.

    Maèproprioquestadimensione“planetaria”cheinterpellailcompitoelemetodologiedell’evangelizzazione.Contenutiemetodichetalorahannobi-sognodiessereriposizionatiperintercettareilsensoeleincidenzediproble-matichenuoveche,conmodalitàdiverse,interpellanoicontenutidellafede.

    L’annunciodelvangeloe la trasmissionedella fede–daattuarsi sem-pre,secondoilcomandodivino–sitrovanoadoversiconfrontareconun

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    tessutoculturale,anzimulticulturale;inessoildialogotaloraincontradif-ficoltà inaspettateproprioinragionedellaconsistenzadelproblemainsé,delsuoradicamentoculturale,deirisvoltispecificichetoccanolacoscienzadellasingolapersonaoilsuoagirenelsociale.

    Una«nuovaevangelizzazione»–inquesta linea–vienea interpellaretuttiquegliambitiformativiequelledisciplineteologicheche,direttamenteomeno,possonoesserecoinvolte inquestoservizio.Edè inquestaotticachelapubblicazionedell’Evangeliigaudiuminterpellaancheilteologo.

    2. Valori e limiti di un’articolazione tematica

    Laletturadeldocumentoèsenzadubbiocoinvolgentesiaperletema-ticheaffrontatecheperlostilesempliceeimmediatoincuièredatto.Unavoltapercorsol’indicebisognaperòandaresubitoalcontenutodeinn.16e17dovepapaFrancescodelinealapropostaeilimitidell’esortazione.

    Nelraccoglierelaricchezzadeilavorisinodaliemergono,inparallelo,le preoccupazioni che urgono «in questo momento concreto dell’operaevangelizzatricedellaChiesa».EnelcontestoilPapaafferma:

    Sono innumerevoli i temi connessi all’evangelizzazionenelmondoattualeche qui si potrebbero sviluppare. Ma ho rinunciato a trattare in modoparticolareggiato queste molteplici questioni che devono essere oggettodi studio edi attento approfondimento.Noncredoneppureche sidebbaattendere dal magistero papale una parola definitiva o completa su tuttelequestionicheriguardanolaChiesaeilmondo.NonèopportunocheilPapa sostituisca gli episcopati locali nel discernimento di tutte le proble-matiche che si prospettano nei loro territori. In questo senso, avverto lanecessitàdiprocedereinunasalutare«decentralizzazione»(n.16).

    Studioeattentoapprofondimento:parolechecostituisconounprogram-maancheperilteologo,dalmomentochenonpuòesserediversamente,vistelemodalità,idestinatarieicontenutichel’evangelizzazionechiamaincausa.

    Esicomprendealloraanchelasceltaoperatanell’organizzareildocu-mento; scelta chevienebenpresentataneln.17quando ilPapa scrivedisoffermarsiampiamentesuquestitemi:

    a)lariformadellaChiesainuscitamissionaria;b)letentazionideglioperatoripastorali;c)laChiesaintesacomelatotalitàdelpopolodiDiocheevangelizza;

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  • Editorialis 261

    d)l’omeliaelasuapreparazione;e)l’inclusionesocialedeipoveri;f)lapaceeildialogosociale;g)lemotivazionispiritualiperl’impegnomissionario.

    Eaconclusionedell’elencoilPapadàanchelamotivazione:sitrattadi«delineareundeterminato stile evangelizzatoreche invito adassumere inogniattivitàchesirealizzi»(n.18).Abbiamodunqueilrichiamosuconte-nutiemetodoperstudiare,perapprofondire,peragireindicando«vieperilcamminodellaChiesa»(n.1).

    3. Sfida profetica anche per la teologia?

    I contenuti dei cinque capitoli dell’esortazione offrono una griglia ditematiche che, a loro volta, hanno bisogno di essere considerate. Ed è inquestalogicachecicomprendonoinumerosisaggigiàapparsi;esipossonoprevederebenaltriinterventiacommentoeasostegnodiquantorilanciatodall’Evangelii gaudium. Un esempio eloquente è offerto dalle pagine cheseguono.

    LatrasformazionemissionariadellaChiesa(cap.I),diunaChiesa«inuscita»,porta lariflessionemagisterialeasituarequesta«uscita»all’inter-nodellacrisidell’impegnocomunitario(cap.II)interpellatodasfideedatentazioni. Ed è in questa complessa dialettica che si deve riposizionarel’annunciodelvangelo(cap.III):unannunciosuvarifronti,acominciaredaquellopiùordinariocostituitodallapredicazioneedall’omelia,sempreinvistadell’approfondimentodelkerygma.Inquestoorizzontesimuovonole interpellanzerelativealladimensionesocialedell’evangelizzazione(cap.IV):quigliapprofondimentichiamanoincausal’inclusionesocialedeipo-veri,ilbenecomuneelapacesociale,eildialogosocialequalecontributoallapacetrapopolieistituzioni.Maperraggiungereerealizzaretuttoque-stononpuòmancare ladimensionespirituale:daqui il richiamoaessereevangelizzatoriconspirito(cap.V).

    Il confronto con la struttura dell’esortazione lascia intravedere la di-mensioneprofeticadeldocumento,equindilasfidaconcuiessointerpellail lavoro del teologo; una sfida in parte raccolta e rilanciata nelle paginecheseguono.

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  • Editorialis262

    4. Confronto tra Accademici per un gaudium Evangelii sempre più con-diviso

    Di fronte alla complessa problematica dell’esortazione apostolica, laPontificia Academia Theologica non poteva rimanere inerte. Al contrario,sentendosiinterpellataproprioperlasuamissionediricerca,diconfrontoediapprofondimento,haritenutoopportunooffrireatuttigliAccademiciche lo hanno desiderato uno spazio per un commento o un approfondi-mento.Daquiilpresentevolume,chementrechiudeil13oannodipubbli-cazionidellarivista,siaprecostantementealconfrontoinquestocasoconundocumentomagisteriale,comedelrestogiàavvenutoancheinpassato.

    GliAccademicisisonosentitiliberidisceglierel’argomentodatrattaresullalineadell’Evangeliigaudium.Neèscaturitounmaterialecheillettoretroverà“miscellaneo”neicontenuti,eordinatoalfabeticamentesecondogliautori(néerapossibileorganizzarediversamente).

    Soloinaperturadellaseriedeglistudisicollocalarelazionecheilprof.PieroCoda,accademico,hatenutoinoccasionedellaXVIIIsedutapubbli-cadellePontificieAccademie(28gennaio2014).

    Ogni confrontoha senzadubbiodei limiti.Eanche ilpresente fasci-colopuòannoverarevaridiquestilimiti,acominciaredall’assenzadicom-mentoditemichepotevanoessereconsiderati.Se,daunaparte,ilnumerodellepagine imponeunospazio ristretto,dall’altrapermane l’opportunitàdicontinuareadeclinareitemisollevaticonquellacapacitàcheilteologopossiededifarintravedereirisvoltietaloraleconseguenzecheunadeter-minataposizionepuòsollecitare.

    Lanotadominantecheattraversal’interodocumentoèstilizzatanellasecondaparoladeltitolo:«gaudium»,chesiponecomerichiamocostanteeforteperchél’intimagioiapropriadelvangelopossacostituirel’amalgamadituttouncomplessoimpegno,checoinvolgepersoneeistituzionidovun-que,nellasocietàdioggiedidomani.

    manlio Sodi

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  • «OCULATA FIDES» LEGGERE LA REALTÀ CON GLI OCCHI DI CRISTO

    piero Coda

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    1.«Checosadice,oggi,loSpiritoallaChiesa?».Questadomandacheritmailprimomovimentodell’ultimolibrodelNuovoTestamento,l’Apoca-lisse–illibrodellarivelazionedeldisegnodiDiosullastoriachesidispiegainCristoGesù–èdomandache,daallora inpoi,ha interrogato ilcuoredeicristiani:soprattuttoneimomentidicrisi,ecioèditransitodaun’epocaall’altradellastoriadell’uomo,cheèanchesempre,misteriosamente,storiadellasalvezza.

    Questadomandarisuonaoggi,conparticolarevigoreedecisivaurgen-za, nei nostri cuori. Cinquant’anni son trascorsi dal Concilio Vaticano II,quandolaChiesacattolica,muovendodallacoralee lucidacostatazionedelprofilarsidiun’ineditaepocadell’umanaciviltà,s’èimpegnataconsinceraearditaaperturadelcuoreedellamenteadiscernerelavocedelloSpiritoperrinnovare,nelsolcodellatradizione,lasuagioiosafedeltàalvangelodiDioinGesùe,così,lasuaconvintaecoraggiosafedeltànelservizioappassionatoeresponsabiledegliuomini:nellelorogioieenellelorosperanze,nellelorosofferenzeenelleloropiùintimeangosce(cf.Gaudiumetspes,n.1)

    Acinquant’annidaquelprovvidenzialeevento–scrivepapaFrancesco–, «anche se proviamo dolore per le miserie della nostra epoca e siamolontani da ingenui ottimismi, il maggiore realismo non deve significareminore fiducia nello Spirito né minore generosità» (Evangelii gaudium,n.84).Einverità, iduestupenditestimagisterialidicuieglicihafattodono in questo primo intenso anno del suo ministero sulla cattedra di

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  • PieroCoda264

    Pietro – l’enciclica Lumen fidei (LF) e l’esortazione apostolica Evangeliigaudium (EG) –, suonano per noi come un caldo e vigoroso invito adaderiregioiosamentealvangelopertestimoniarloeannunciarloatutti,einognisituazioneecircostanza,perciòcheessoveramenteè:luceevitapergliuomini(cf.Gv1,4).

    Il Papa sollecita così la Chiesa «a una nuova tappa evangelizzatrice»segnata dalla gioia che scaturisce dall’esperienza vissuta e condivisa delvangelo e, in concreto, traccia alcune «vie per il cammino nei prossimianni» (EG 1). La Lumen fidei e l’Evangelii gaudium sembrano con ciòidealmentesegnare ilpassaggiodalcammino–riccodi luciediombre,comesempreaccade–apartiredalConciliosinquicompiutodalpopolodi Dio, e su cui la celebrazione dell’anno della fede, voluto con ispiratadecisione da papa Benedetto XVI, e la pubblicazione della Lumen fideiin sua chiusura hanno posto il sigillo, e questa nuova tappa evangeliz-zatrice della missione della Chiesa, di cui l’Evangelii gaudium, a seguitodelSinododeiVescovidel2012,rappresentaachiarelettereunasortadimanifestoprogrammatico.

    Undocumento,inognicaso,nonsoltantodaleggereconintensointe-resseedeferenteossequio,madaarchiviarepoitroppoprestonegliscaffalidellanostrabiblioteca,bensìdariprenderespessotralemaniinquelpro-lungato,gratificanteedesigenteprocessodi«discernimento,purificazionee riforma» (cf.EG30),personale e comunitario, che ilPapavi auspica echetuttiattivamentehadacoinvolgerci.

    Sull’Evangelii gaudium – lettanell’ampiae luminosacornice teologicadisegnata dalla Lumen fidei –, intendo soffermarmi, in questa propiziaoccasione,percercaredicoglierne,congliocchidellafede,qualcosadellospirito che la anima e che intende infondere con slancio e parresia nellamissionedellaChiesaoggi.

    PapaFrancesco stesso,nell’ultimocapitolodell’esortazione, introduceil suo dire circa gli «evangelizzatori che si aprono senza paura all’azionedelloSpiritoSanto»,conquestariflessione:«Quandosiaffermachequal-cosaha“spirito”,questo indicadisolitoqualchemovente interiorechedàimpulso,motiva,incoraggiaedàsensoall’azionepersonaleecomunitaria».Enetraelaconseguenzache,«indefinitiva,un’evangelizzazioneconspiritoè un’evangelizzazione con Spirito Santo, dal momento che egli è l’animadellaChiesaevangelizzatrice».Perquesto–soggiunge–,primadiproporre

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  • «OculataFides».LeggerelarealtàcongliocchidiCristo 265

    motivazioniesuggerimenti,«invocoancoraunavoltaloSpiritoSanto[…]che venga a rinnovare, a scuotere, a dare impulso alla Chiesa in un’audaceuscitafuoridaséperevangelizzaretuttiipopoli»(EG261).

    CostatiamotuttiquantoleparoleeigestidelPapa«abbianospirito»:toccano, coinvolgono, scuotono, non lasciano le cose come prima. Sonol’eco – per l’ascolto interiore profondo e disarmato da cui zampillano: loavvertiamoapelle–dellavocedelloSpiritocheparlaoggiallaChiesaecheilPapac’invitaconforzaeconvinzioneadascoltareeseguire.

    Mi è spontaneo racchiudere e gustare con voi qualcosa dello spiritochepulsanellepaginedell’EvangeliigaudiumrichiamandoappenaquattroformulecheripropongonelfeliceeincisivolinguaggiodipapaFrancesco:unatappanuova,unnuovosguardo,contemplatividellaParolaedelpopolodiDio,iniziareprocessipiùcheoccuparespazi.

    2. La prima formula rimanda allo start, al «colpo di partenza», perdir così, della lunga, tonificante, e a tratti anche graffiante, meditazionespiritualeepropostapastoralecheilPapacioffre:l’invito,appunto,aunanuovatappadell’evangelizzazione.Uninvitochesipuòdarequasiperscon-tatoesucuisipuòpassarsopratroppoinfretta.No.Bisognasoffermarvibenel’attenzione.Perchélacosaègrossa.Unanuovatappadell’evangelizza-zione.Checosasignifica?Edovestalanovità?

    Lanovità,certo,sembrastareinprimabattutaneltempocheviviamoenelleistanzeantropologicheesocialicheessoavanza.Ma,piùinprofon-dità,essanonstatuttadallapartedell’uomoedellastoria–anchesesenzadiciò,siabenchiaro,nonlasipotrebbecogliere–:sta,primaesopraognialtracosa,dallapartediDioedelsuovangelo.L’iniziativaèsempresua,diDio.IlPapanonsistancadiribadirlo.

    La vera novità è quella che Dio stesso misteriosamente vuole produrre,quella che egli ispira, quella che egli provoca, quella che egli orienta eaccompagna inmillemodi […]«è lui chehaamatonoi»perprimo (1Gv4,10), «è lui solo che fa crescere» (1Cor 3,7). Questa convinzione – sot-tolinea – ci permette di conservare la gioia in mezzo a un compito tantoesigenteesfidantecheprendelanostravitaperintero.Cichiedetutto,manellostessotempocioffretutto(EG12).

    Lanuovatappadell’evangelizzazionecheoggicièchiesta,esenzapossi-bilitàdiappello,daisegnideitempiedallavocedelloSpirito,èesigenteesfi-dante;certo,«cichiedetutto»,mainessaDioègiàall’azionee«vuoleoffrirci

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    tutto».Èlui,conlasuapresenzaeilsuoagire,chedobbiamoallorascoprire.Ilnostrocompito,dunque,è:a)levarsiinpiediconprontezzaedisponibilitàper iniziare il cammino che egli vuol compiere con noi; b) seguire passopassoledirettivedimarciacheilsuoSpiritocisuggerisceconcuoresincero,menteaperta,decisionelucida,prudenteelungimirantemessainopera.

    «Inrealtà–scrivepapaFrancesco–ogniautenticaazioneevangelizzatriceèsempre“nuova”»(EG11).Propriocosì!Lanovitànonèqualcosachedafuoridiaqualitàelustroalvangelo:lanovitàèilvangelostesso.EilPapasottolinea:

    Ogni volta che cerchiamodi tornare alla fonte e recuperare la freschezzaoriginaledelvangelospuntanonuovestrade,metodicreativi,altreformediespressione,segnipiùeloquenti,parolecarichedirinnovatosignificatoperilmondoattuale(EG11).

    La nuova tappa evangelizzatrice che ci incalza deve essere, dunque,segnata,dacimaafondo,dallanovitàdelvangelo:ilvangeloaccoltooggi,qui,daciascuno.IlPapasi lasciaquasisfuggiredallapenna laparoladelsantodiAssisidicuihavolutoassumereilnome:ilvangeloaccolto,testi-moniatoeannunciato...«sineglossa»!Eprecisa:

    Le indicazioni della parola di Dio [sono] così chiare, dirette ed evidentiche non hanno bisogno d’interpretazioni che toglierebbero ad esse forzainterpellante.Viviamole«sineglossa»,senzacommenti. Intalmodosperi-menteremolagioiamissionariadicondividerelavitaconilpopolofedeleaDio,cercandodiaccendereilfuoconelcuoredelmondo(EG271).

    Quanto è preziosa, indispensabile anzi, questa sollecitazione per noicristiani!

    IlvangeloèvivooggiperchéGesùrisortoè semprevivonelloSpirito,edècapacediraggiungereetrasformaredadentrolanostravita.Checos’èilvangelo,checos’èlafedecheloaccoglieevivesineglossa,checos’èlagioiaesuberantechenescaturisce,checos’èlaspintairrefrenabiledicomunicareatuttilaragionediquestagioia?PapaFrancesco,inunadensaecristallinasin-tesi,cheèlachiavedivoltadelsuoprogramma,scrive:tuttonasceesempredinuovorinascedall’incontro,inGesù,«conl’amorediDio,chesitramutainfeliceamicizia»echeciriscatta«dallanostracoscienzaisolataedall’autoreferen-zialità»(EG8).Grazieallafedenelvangelo,infatti,spiegaancora:

    Giungiamoaesserepienamenteumaniquandosiamopiùcheumani,quan-dopermettiamoaDiodicondurcialdilàdinoistessiperchéraggiungia-

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  • «OculataFides».LeggerelarealtàcongliocchidiCristo 267

    moilnostroesserepiùvero.Lìstalasorgentedell’azioneevangelizzatrice.Perché, sequalcunohaaccoltoquestoamorechegli ridona il sensodellavita,comepuòcontenereildesideriodicomunicarloaglialtri?(EG8).

    Il vangelo di Gesù ci attrae fuori di noi, nell’orbita affascinante eimprevedibile dell’amore di Dio che si riversa sovrabbondante, miseri-cordioso e gratuito su tutte e ciascuna personalmente delle sue creature.Sperimentiamo così la gioia che scaturisce dall’aver attinto, in Gesù, ilsensodellavitacheè:incontrareeconoscereDio,dimorareinluicome

    centro luminoso di festa e di gioia che vuole comunicare al suo popoloquestogridosalvifico[…]«ilSignore,tuoDio,inmezzoateèunsalvatorepotente. Gioirà per te, ti rinnoverà con il suo amore, esulterà per te congridadigioia»(Sof3,17)(EG4).

    L’evangelizzazioneèlacondivisionegratuitadiquestagioia!NonèundipiùdellavitadellaChiesa: coincidecol suoessere.È–dice ilPapa–«ilparadigmadiognioperadellaChiesa»(EG15).Èdareciòchesièricevutoperlagratitudineelagioiaincontenibilechequestodonoportaconsé.Èdareperché solo così sipossiede veramentequello che si è ricevuto, anzisolo così lo si riceve inmisura ancorapiùgrande: «Date e vi saràdato–prometteGesù–:unamisurabuona,pigiata, colmae traboccante vi saràversatanelgrembo,perchéconlamisuraconlaqualemisurate,saràmisu-ratoavoiincambio»(Lc6,38).

    3.Tutto–eccociallasecondadelleformulepropostedapapaFrancesco– èquestionedi sguardo.Cogliere ilkairós, ilmomentopropizio,cheoggiinterpellalaChiesa,eciascunodinoi,significaconvertireilnostrosguardo:guardareinaltromodoeinaltradirezione.

    Guardareconaltriocchiedaun’altraprospettiva,dunque:allamissio-nedellaChiesa,aciòchenoisiamo,almondo,inconcreto,aciascunodeinostri fratelli e delle nostre sorelle. Con libera e grata decisione, occorrelasciareche loSpiritoSanto risvegli innoi l’esperienzacheci faaccoglie-re ed esercitare, per la fede, uno sguardo nuovo, illuminato dalla luce edall’amorediGesù.Nonlosguardotriste,spento,annoiato,scetticodichi,indefinitiva,èprigionierodisestesso.

    PapaFrancescononhatimorediaffondareilbisturidellosperimentatomaestrospiritualeedellaprudenteguidapastoralenellapiagache infettalavitadellanostrasocietàma,spesso,anchedellaChiesa:l’individualismo

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  • PieroCoda268

    sfrenato, ma intimamente vuoto e persino disperato, che tra i cristiani sitravesteanchesottoipannidiquella«mondanitàspirituale»chespingeavivereanchelecosepiùsantesecondolospiritodelmondo.Tutto,allora–scrivelaLumenfidei–,diventaidolatria,«unpretestoperporresestessialcentrodellarealtà,nell’adorazionedell’operadellepropriemani»(LF13).

    Lafedeelagioiadelvangelonascono,invece,sempredinuovoeognigiornoinmodonuovo,dall’esperienzastupitadiessereliberatidallaschia-vitùdiquestosguardochiuso,narcisistaoavido,cheèlosguardoincurvatosudisé,peracquistareunosguardotrasparenteeslanciatofuorieoltre:losguardodella fede,dell’amore,della speranza di cuiGesù ci fadononelsoffiorigeneranteevivificantedelsuoSpirito.Quellosguardocheguardafuoridisé,appunto,aDio,alprossimo,almondocreato,constupore,congratitudine,contenerezza,semprealdilà,attrattodalbenechecièdonatoedalbenecheciattende.

    Maanchequioccorreattenzione.Perchéquestosguardogermoglia,innoi,dalloscoprirelosguardod’amoreconcuinoiperprimisiamoguardatidaDio.«Gesù–cosìilVangelodiMarcociconsegnal’istantaneadiunodiquestisguardiindescrivibili,efissatiperl’eternità,delMaestroeSignore–fissòlosguardosudilui,eloamò»(Mc10,21)(cf.EG269).Riconoscerediessereguardatidaquestosguardo(cf.EG164),riconoscereecrederecheDio,inGesù,miguardaemiamacosì:èlafede,lascopertadelsensodellavita,laliberazionedallaschiavitùdell’immanenzachiusainsé,lasorgentedellagioiaveraesaporosachenoningannaenondelude.Cosìlocompen-diaindensasintesilaprimaletteradiGiovanni,inunaconfessionedilodeedifedecheèilfilod’orodellaLumenfidei:«Noiabbiamoriconosciutoecredutoall’amorecheDiohapernoi.Dioèamore;chistanell’amoredimorainDioeDiodimorainlui»(1Gv4,16).

    È questo il cuore vivo, pulsante, inesausto dell’annuncio cristiano.Esso,enonaltro–scriveilPapa–«deveoccupareilcentrodell’attivitàevan-gelizzatriceediogniintentodirinnovamentoecclesiale»(EG164).Uncentrovivo,divino,«trinitario»:«IlfuocodelloSpiritochesidonasottoformadilinguedifuocoecifacredereinGesùCristo,checonlasuamorteerisur-rezionecirivelaecicomunical’infintamisericordiadelPadre»(EG164).Èquesto«l’annunciocherispondeall’anelitod’infinitochec’èinognicuoreumano». Di qui le caratteristiche che oggi, sempre e ovunque, esso deveesibire,penalasuasterilitàeilsuorifiutoaddiritturaapriori:

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  • «OculataFides».LeggerelarealtàcongliocchidiCristo 269

    Cheesprimal’amoresalvificodiDioprevioall’obbligazionemoraleereli-giosa,chenonimpongalaveritàechefacciaappelloalla libertà,chepos-sieda qualche nota di gioia, stimolo, vitalità, e un’armoniosa completezzachenonriducalapredicazioneapochedottrineavoltepiùfilosofichecheevangeliche»(EG165).

    Si tratta, inunaparola,di lasciarci trasformaredallo sguardodiCristoperfarlonostro(cf.EG162):pervedere,amare,discernere,parlareeagirecoisuoiocchi,colsuocuore,conlasuamente,colsuo«stile».Ètuttoquil’inesauribilemisterod’amore in cui l’esistenza cristiana inultima istanzasorprendentementeconsiste!

    Nonsi tratta,dunque, soltantod’imparare–daGesù– le sueparoleeisuoigesti.Sitratta,d’impararelui.IlbeatoAntonioRosminiladefiniva«inoggettivazionemoraleinGesùCristo»,cheè,scriveva:

    Laformulapiùbrevedellacristianaperfezione,ediquivienel’espressionesolenne:inCristo.L’uomocristianodee(sic!)sentire,pensare,fare,epatire,avere, essere ogni cosa, in Cristo. Qui ritorna ancora il precetto dell’apo-stolo:Hocsentiteinvobis,quodetinChristoJesu(Fil2,5)(Teosofia,n.898;Opere,vol.13,p.209).

    SanGiovannidellaCroce,ilmisticoDottore,dalcantosuo,cosìpene-travanelloSpiritoilsegretopiùfondoecoinvolgentediquest’identificazio-nepersonaleconGesù,quelladicuil’apostoloPaoloscrive:«Nonvivopiùio,maCristoviveinme»(Gal2,20):

    Quando c’èunione d’amore, la persona dell’Amato è tratteggiata e ripro-dottacosìalvivo,chel’Amatos’identificaconl’Amante,cosìchecontuttaverità si può dire che l’Amato viva nell’amante e l’amante nell’Amato. Enellatrasformazionedegliamantilasomiglianzaprodottadall’amoreètale,chesipuòaffermarecheciascunoèl’altroetuttieduesonouno.Laragio-neèche,nell’unioneetrasformazioned’amore,ognunocedeilpossessodiséall’altro,eciascuno lasciasestessoesidonaesiscambiacon l’altro.Ecosìognunovivenell’altro, e l’unoè l’altro, eper trasformazioned’amoretuttieduesonounosolo(Canticospirituale,Str.12,7).

    «La fede– leggiamonellaLumen fidei–nonsologuardaaGesù,maguardadalpuntodivistadiGesù,conisuoiocchi:èunapartecipazionealsuomododivedere»(LF18).

    4. Ma in concreto – ci possiamo chiedere –, che cosa significa tuttociòper lanuovatappaevangelizzatricechelaChiesaèchiamataavivere?

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    EccolaterzaformulachepapaFrancescocipropone:questanuovatappacichiedediesserecontemplatividellaParolaeinsiemecontemplatividelpopolodiDio(cf.EG154).

    L’espressioneèforte,quasiparadossale,evuolesseresenz’altroprovo-catoria:maperrendercipiùconsapevolidiuntrattofondamentaleequali-ficantedell’evangelizzazione,soprattuttooggi.È,questa,infatti,un’esigen-zadelvangelo:«Lacontemplazionechelasciafuoriglialtri–scriveilPapa–èuninganno»(EG281).Qualè,inrealtà,ilfinedellacontemplazionediDioTrinitàd’amore,inGesù,suaParolafattacarne,nelsoffiodelloSpiritoSanto, senon servire lui, laParola fatta carne,nella carnedei fratelliperdargloriaalPadrecheèneicieli?SanTommasod’Aquinononcompendia-valamissionedelpredicatoreedelmaestroditeologia(loricordailPapa,chepiùvoltecitaconvenerazione ilDottoreAngelico)nelmottocheegliharesocelebre:«Contemplarietcontemplataaliistradere»(cf.EG150)?

    Se la contemplazione rimanda, certo, all’interiorità del discepolo checontempla ilvoltodiDionellosguardodiCristo,che,anzi,semprepiùsilasciaintimamentetrasformaredallosguardodelCristocrocifissoerisortoche lopenetracon tenerezzae forzanella lucedelloSpirito; essa,perciòstesso,èspintaaguardare–conquestalucenegliocchi–aquegli«altri»cuiildiscepoloèinviatopercomunicarloroquantohagratuitamentecon-templato,udito,toccato,gustato.Occorre,dunque,

    accettare di essere ferito per primo da quella Parola che ferirà gli altri,perché è una Parola viva ed efficace, che come una spada «penetra finoal punto di divisione dell’anima e dello spirito, fino alle giunture e allemidolla,ediscerneisentimentieipensieridelcuore»(Eb4,12)(EG150).

    Ciò che più colpisce, nella formula di papa Francesco: contemplatividellaParolaecontemplatividelpopolodiDio,èilriferimentoalpopolodiDio.Checosasignificaessere«contemplatividelpopolodiDio»?Significa–elaspiritualitàdisant’IgnaziodiLoyola,dicuiilPapaèfiglio,loincar-na–cogliereepromuovereovunqueletraccedellapresenzadiDiotragliuominienellecoseumaneinquantotuttoècreatoericreatoinCristoadmaioremDeigloriam.

    L’esercizio stesso del ministero petrino come lo concepisce e lo vivepapaFrancesco–dalmomentoincui,affacciandosidopoilconclavechelohaelettoallaloggiadellabasilicavaticana,hainvocatol’intercessionedellaChiesa di Roma per ricevere la benedizione propiziatrice del Padre – è

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    postosotto il segnodell’umiltà,dell’ascolto,dellaprossimità,del servizio,dell’amore vibrante e concreto al popolo di Dio. Non è difficile ricono-scere,intuttociò,un’ecodell’insegnamentodelConcilioVaticanoIIsullaChiesa popolo di Dio in cammino che campeggia nel secondo capitolodellaLumengentium(LG)eche,abenvedere,illuminailmagisteroconci-liareintuttelesueespressioni.

    Così come ci è grato, in questo accento peculiare e appassionatodell’insegnamentodipapaFrancesco,vederrifluirenellacomunionedellaChiesaunaecattolica,abeneficioededificazioneditutti,ilfruttospiritua-leeapostolicodelcamminosoffertoedellariccaesperienzadifedeecon-divisionevissuti,inquestiultimidecenni,dallaChiesainAmericaLatina.

    Basti accennare ad alcuni aspetti in cui il Papa declina questo atteg-giamento che c’invita a far nostro secondo le nostre sensibilità, i nostricompiti,inostritalenti.

    Innanzi tutto, egli èconvintoche«laChiesahabisognodivicinanzaper contemplare, commuoversi e fermarsi davanti all’altro», così da «ren-derepresente la fragranzadellapresenza vicinadiGesù e il suo sguardopersonale».Èperquesto–sottolinea–che«laChiesadovràiniziareisuoimembri–sacerdoti, religiosie laici–aquesta“artedell’accompagnamen-to”,perchétuttiimparinosempreatogliersiisandalidavantiallaterrasacradell’altro(cf.Es3,5)»(EG169).

    In secondo luogo – e il Papa cita in proposito, ancora una volta, sanTommaso d’Aquino – occorre promuovere in noi la consapevolezza checiascunaltro,inCristo,èinqualchemodoun’unicacosaconciascunodinoi(cf.S.Th.,II-II,q.27,a.2;cf.EG199).«ComeCristoabbracciainsétuttii credenti, che formano il suo corpo, il cristiano comprende se stesso inquestocorpo,inrelazioneoriginariaaCristoeaifratelli»(LF22).

    La fede, infatti, celebratanelBattesimoenell’Eucaristia, ci fa tutti –perdirlaconsanTommaso–«quasiunapersonamystica»inCristoGesù(cf.S.Th.,III,q.48,a.2,ad1um;Gal3,28).Peressailcredentesperimentaeconfessa«cheilcentrodell’essere,ilsegretopiùprofondodituttelecose–scriveilPapa–èlacomunionedivina»,laSS.maTrinità,Padre,FiglioeSpiritoSanto,dellacuivitad’inesauribileesorprendenteamoresiamoresipartecipiinCristoGesù,affinchétuttisianounacosasolacomeilPadreeilFigliosonounacosasola(cf.Gv17,21-23)(cf.LF45).

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    Da ciò deriva – e il Papa ne accentua l’urgente pertinenza per lo stiledell’esistenza cristiana e per la cultura in cui esso ha da incarnarsi – «unalogicanuova»(cf.LF20e27).«Sitratta–spiega–diunmodorelazionalediguardare il mondo, che diventa conoscenza condivisa, visione nella visionedell’altroevisionecomunesututtelecose»(LF27).ÈilmisterodellaChiesain atto: sacramento– insegna ilVaticano II– e cioè segnoe strumento, inCristo,dell’unioneconDioedell’unitàdituttoilgenereumano(cf.LG1).

    Ciòsiintensificaeciferiscealcuoreognivoltadinuovo,crudamente,quando anche a noi, oggi, Dio rivolge la pressante e accorata domanda:«Dov’èAbele, tuo fratello?» (cf.Gen4,9). In lui, «nel fratello, si trova ilpermanente prolungamento dell’incarnazione per ognuno di noi: “Tuttoquello cheavete fatto auno solodiquestimiei fratellipiùpiccoli, l’avetefattoame” (Mt25,40)» (EG179).Proprioperquesto,«nel cuorediDioc’èunpostopreferenzialeperipoveri»(EG197),cosìche,«perlaChiesa,l’opzioneperipoveri–scandisceilPapa–èunacategoriateologicaprimacheculturale,sociologica,politicaofilosofica»(EG198).

    Non si tratta solo di lavorare alacremente, con intelligenza, perseve-ranzaecomunioned’intentiperl’integrazionenellasocietà,atuttiilivelli,dichi inqualunquemodoèpovero,emarginato,escluso,scartato(cf.EG187), ma di disporsi con umiltà a imparare da essi: perché, «con le lorosofferenze, conoscono ilCristo sofferente.Ènecessario–esorta ilPapa–chetutticilasciamoevangelizzaredaloro.LanuovaevangelizzazioneèuninvitoariconoscerelaforzasalvificadelleloroesistenzeeaporlealcentrodelcamminodellaChiesa»(EG198).

    La dottrina sociale della Chiesa, in verità, ci insegna che «Dio, inCristo, non redime solamente la singola persona, ma anche le relazionisocialitragliuomini»(CompendiodelladottrinasocialedellaChiesa,n.52;cf. EG 178). Nella misura in cui il Dio annunciato dal vangelo di Gesù«riusciràaregnaretradinoi,lavitasocialesaràunospaziodifraternità,digiustizia,dipace,didignitàpertutti»(EG180).ÈquestoillievitobuonodelvangelochelaChiesaèchiamataaspargereapienemani,conpazienza,fiducia, coraggio e fantasia, nella pasta della società e del mondo di oggiintumultuosaevorticosatrasformazione,mostrandosiafatticiòcheèperdono:«GermeeiniziointerradelregnodiDio»(cf.LG5).

    Di qui, infine, labellezza e ricchezzadi quel dialogo, con tutti e conciascuno, in cui Paolo VI, interpretando lo spirito del Concilio, indicava

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    nell’Ecclesiamsuamil«nomenuovo»,adattoaitempi,dell’evangelizzazione.Ildialogo,commentapapaFrancesco:

    Èmoltodipiùchelacomunicazionediunaverità.Sirealizzaperilpiacerediparlareeperilbeneconcretochesicomunicatracolorochesivoglionobenepermezzodelleparole.Èunbenechenonconsisteincose,manellestessepersonechescambievolmentesidonanoneldialogo(EG142).

    Inunaparola–anch’essaineditaesuggestiva–neldialogovissutoinCristo noi «allarghiamo la nostra interiorità»: non solo per comunicare labellezzae lagioiadiquantoabbiamocontemplatodell’amorediDio,ma,spiegapapaFrancesco:

    Per ricevere i più bei regali del Signore. Ogni volta che ci incontriamoconunessereumanonell’amore,cimettiamonellacondizionediscoprirequalcosa di nuovo riguardo a Dio. Ogni volta che apriamo gli occhi perriconoscere l’altro, viene maggiormente illuminata la fede per riconoscereDio(EG272).

    5.DaognunadelletreformulechepapaFrancescocipropone,eche,tra le altre,hovolutoqui ricordare–una tappanuova,unnuovo sguardo,contemplatividellaParolaedelpopolodiDio–scaturisconounaseriericcaedesigentedivieeimpegniconcretiperlanostravitapersonaleecomuni-taria.Usciredanoistessi,lasciarciattrarredaCristonell’orbitadell’amoredi Dio, e con e in lui andare verso i fratelli, i più poveri, gli esclusi, gliscartati, abitando con loro le periferie esistenziali e sociali del nostromondoperaccendervilaluce,lamisericordia,lagiustizia,lafraternitàchetestimonianoalmondoilcuoredelPadre.È«ladinamicadell’esodoedeldono – sottolinea il Papa –, dell’uscire da sé, del camminare e del semi-naresempredinuovo,sempreoltre»(EG21).È l’«orizzontepiùgrande»,l’utopiaevangelica«checiaprealfuturocomecausafinalecheattrae»(EG222),accendendoilnostrocuore,inostriocchi,ilnostroprogettarelavita,l’educazione,lacultura,l’azionesociale.

    Per dare concretezza e realismo a questo affascinante e sfidanteprogramma, ecco infine un salutare principio che ci aiuta e ci sostienenell’intraprendere,promuovere, ritmareconperseveranzae fiducia ipassicondivisieaudaciche–comeChiesa,maapartiredall’esperienzadicia-scuno–tuttisiamochiamatioggiafare.Èlaquartaformulachel’Evangelii

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    gaudiumcipropone:«Dareprioritàaltempo».AscoltiamoancoraunavoltaciòchepapaFrancescocidice:

    [Occorre] occuparsi di iniziare processi più che di possedere spazi. Iltempoordinaglispazi, li illuminaelitrasformainanellidiunacatenaincostantecrescita,senzaretromarce.Sitrattadiprivilegiareleazionichege-neranonuovidinamisminellasocietàecoinvolgonoaltrepersoneegruppiche le porteranno avanti, finché fruttifichino in importanti avvenimentistorici.Senzaansietà,peròconconvinzionichiareetenaci(EG223).

    Iniziare processi, in ascolto e discernimento della voce dello Spirito,significafarspazioaDioeaglialtrinellanostravita,nellavitadellaChiesa,nellavitadellasocietà,intraprendendouncamminocomuneinobbedien-zaallavocediDioeaserviziodelbenedeifratelli,sopportandoancheilconflitto,quandosidia,pertrasformarlocontenaciainunanellodicolle-gamentoaunnuovoprocesso(cf.EG227);accogliendoconsguardoapertoericonciliandoconmisericordia,pazienzaediscernimentoledifferenzeincuisiesprime,comeinunarcobalenodipace,l’inesauribilelucedell’amorediDionelleopereeneigiornidell’uomoedelmondocreatoincuiegliviveecammina(cf.EG228).

    Questo saggio e prudente principio – dare priorità al tempo, iniziareprocessipiùcheoccuparespazi–ciispiraeciincalza,mainsiemecidàspe-ranza, serenità e forza nell’intraprendere con coraggio e determinazioneleviepercorrendoinsiemelequaliciòcheoggiloSpiritodiceallaChiesapossadavverosegnareunatappanuovadell’evangelizzazionee,proprioperquesto,della storiadell’umanaciviltà.LaparoladiDio, conclude ilPapaconaccentoprofetico:

    Hainséunapotenzialitàchenonpossiamoprevedere.Ilvangeloparladiun seme che, una volta seminato, cresce da sé anche quando l’agricoltoredorme (cf.Mc4,26-29).LaChiesadeveaccettarequesta libertà inafferra-biledellaParola,cheèefficaceasuomodo,e informemoltodiverse,talidasfuggirespessolenostreprevisionierompereinostrischemi(EG22).

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  • QUALE ESPERIENZA DI DIO OGGI? SFIDE E MOTIVI PER RIGENERARE

    LA VITA SPIRITUALE DELLA COMUNITÀ NELL’EVANGELII GAUDIUM

    FranCeSCo aSti

    PATH 13 (2014) 275-286

    Il fondamento della vita interiore è proprio l’incontro con Gesù chespinge a un rinnovamento della propria vita. Le difficoltà della vita inte-rioresimanifestanosoprattuttonellerelazioniumaneenell’apostolato,percui sembra rendere vano l’annuncio del vangelo. Il presente lavoro indi-vidua a partire dall’Evangelii gaudium1 alcune problematiche su cui poterlavorareperdarenuovoslancioallavitaspirituale.

    1. L’esperienza di Dio oggi, problematiche e sfide

    In un mondo condizionato dall’alta tecnologia globalizzante, dai rap-portiumanivelocieinstabiliparlarediesperienzadiDiosembrerebbepocopopolare(cf.EG2).EppurefareesperienzadiDionelledifficoltàdioggièpossibileedèauspicabileper lasalvaguardiadellastessavitadell’uomo.LapresenzadiDionelsuocuorenonèunprodottosecondariodellacoscienza,fattore ancestrale che lo determina nella comprensione della morte o dellavita,maèesperienzadi relazione intimaepersonalecheesplicitamaggior-mentelasuanaturaelasuafinalità:«Voisietelucedelmondo»(Mt5,14).

    1 Cf.FranCeSCo, EsortazioneapostolicaEvangeliigaudium(24novembre2013),FigliediSanPaolo,Milano2013(EG).

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  • FrancescoAsti276

    La relazione con l’Altissimo nella rivelazione ebraico-cristiana non solosvela larealtàdiDio,mamanifestanelcontempol’essenzadell’uomo(cf.Es3,14). In un legame proficuo per la creatura ogni aspetto dell’essere umanovieneaessere illuminatoeognisuo latobuiovienecompresoper favorire lacrescita dell’intero genere umano.2 Per la filosofa e teologa Edith Stein fareesperienzadiDiosignificaincontrarlonellaquotidianità,làdoveparoleeim-magini tendonoa esprimere,perquanto siapossibile, labellezza travolgentedell’incontro,finoaraggiungereilsilenzioadorantedichiamasenzamisura.3

    Lacondizionenecessaria,perchésipossafareunaveraepropriaespe-rienzadiDioèessenzialmentelaresadituttalapersonaumananellemanidel Creatore (cf. Gen 32,24-34).4 L’arrendersi a Dio comporta una lotta, làdove la battaglia ha esisti incerti; non è dato nulla per scontato o per giàprevisto.5LottareconDioèsperimentarelasconfitta,saggiarel’amarocalicedella debolezza umana e dell’impossibilità ad agire. L’arrendersi nelle suemani comporta un partecipare intimamente al suo progetto di vita, al suodesideriodicondiscendenzachesiesprimenell’incarnazionedelsuoVerbo.Diocheabitailcuoredell’uomomanifestailsuodesideriodiessereincomu-nionecontuttiecontuttalacreazione.Èpropriol’annunciogioiosodivolereessereincomunionefamiliareconlasuacreaturachel’impegnoperglialtridiventaesperienzadicondivisioneedioblazione.ArrendersiaDiosignificariconoscerloinognipiccolodellastoria(cf.Mt25,40).

    L’esperienza di Dio non è, di conseguenza, un affare intimistico che siconcludeinun’esaltazionedelproprioio,maèpartecipazioneallarealizzazionedelprogettodiDio,faredi«Cristoilcuoredelmondo».6L’incontroconGesùèesperienzadiprofondarelazioneconlarealtàumana,percuiogniformadievangelizzazionetrovalasuafonteispiratriceinquellegameoriginarioeorigi-naleconDio,annunciatoetestimoniatodalsuoVerboincarnato.

    Ogni formadi apostolato trova la sua animanella vita interiore, cioèinquella comunionecon laSantissimaTrinitàche si esplicita in relazioni

    2 Cf.veroniCa Giuliani, Untesoronascosto,vol.II,EdizioniS.T.E,CittàdiCastello1969-1987,413.

    3 E.Stein, LeviedellaconoscenzadiDio,inid.,Suisentieridellaverità,SanPaolo,Cini-selloBalsamo(MI)1991,213.

    4 Ivi.5 Giovanni ClimaCo,Lascala,EdizioniQiqajon,Magnano(BI)2005,92.6 LiturgiadelleOre,Lunedìdellasecondasettimana,Vespri,antifona3.

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  • QualeesperienzadiDiooggi? 277

    positiveepropositiveeinscelteperlasalvaguardiadellavitaumana.7TaleesperienzadiCristocheciascuncredentesperimentaèilfondocomunesu-scitatodalloSpiritoSantochedeterminaarmonicamentelacrescitadell’in-teracomunità.Lavitadicomunitànonèfruttodellasommadellesingoleesperienze, quasi fosse un’operazione matematica, bensì è esperienza delgruppochevive ilmessaggiodelRisortonellapienaegioiosaaccoglienzadeidonidelloSpiritoSanto(cf.At2,42-48).Sipotrebbeaffermarechevièun’oggettivitàdellavitaspiritualechesimanifestanelcostruirerelazioniaf-fettivematureeimpegnatecristianamente.PerilsantovescovodiGinevraFrancescodeSales,chesieradedicatoall’evangelizzazioneapartiredallaformazionedelle coscienze con la direzione spirituale, la vita interiore hacomefinalitàlasantificazionecheavvienenelriconoscimentodiruoliedidoveriall’internodellaChiesa.Nonvipuòessereunacomunitàformataesanta,senonvièuncredentechesiapplicacongenerositàarealizzarenelproprio stato la chiamata del Signore.8 I Padri conciliari hanno recepitoil grande insegnamentodegli autori spirituali,proponendo il camminodisantitàcomeesperienzaentusiasmantedituttaquantalacomunitàcredentesenzanascondereledifficoltàchesipossonoincontrarequandosifaespe-rienzadellasalitaversolavettaceleste.9

    Le difficoltà non possono essere considerate solo ed esclusivamentecomemacignichesiergonoasbarramentodelcammino,mamomentialta-menteformativi,sfidedacogliereperchéilmessaggiodisalvezzadiCristosi realizzi effettivamentenella vitaquotidianadel credente.Nell’Evangeliigaudium papa Francesco sottolinea come la vita spirituale non può nonalimentare«l’incontroconglialtri, l’impegnonelmondo, lapassioneperl’evangelizzazione»(EG78).Quandociònonaccade,vièun’accentuazionedell’individualismo,unacrisidiidentità,uncalodelfervore.Ciònonèri-scontrabilesolonelsingolocredente,maavolteanchedellestessecomunitàstancheepocoapertealsoffiodelloSpiritoSanto.

    Perchésipossafarbrillarel’esperienzadiCristonelcuoredelcredentecome di tutta quanta la comunità bisogna considerare tre mali della vitaspiritualechebloccanolacrescitadellasantità.

    7 Cf.J.-b. Chautard, L’animadiogniapostolato,SanPaolo,CiniselloBalsamo(MI)20076.8 Cf.FranCeSCo de SaleS,Filotea.Introduzioneallavitadevota,Paoline,Milano1984,27.9 ConCilio vatiCano ii,CostituzionedogmaticaLumengentium(21novembre1964)

    (LG),nn.39-42.

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  • FrancescoAsti278

    –Innanzituttol’accidiaegoisticacheiPadridellaChiesadesignavanocomeildiavolettodelmeridiano.10PerGiovanniClimaco,

    l’accidia è paralisi dell’anima, infiacchimento della mente, trascuratezzadell’ascesi, odio della professione; dichiara beato chi vive nel mondo, eaccusa Dio di essere senza misericordia e senza amore per gli uomini; èatonianellasalmodia,astenianellapreghiera,ferreadedizionenelservizio,solerziaallavoromanualeedisponibilitàall’obbedienza.11

    La commiserazione è la fonte che nutre l’accidia, per cui si ha pocastimadisestessiodellacomunità.L’accidiaèunmalessere,cioèunostatoditurbamentochenonpermettediprocederecongioiaaipropricompitiedoveri.Gliaccidiosisonodinaturaindolenti;scelgonodinonscegliere,distareallafinestrasenzacompromettersinellevicendedelmondoanchesedoloroseefrustranti.IlPapaproponeunodeipensierimalvagicheiPadridellaChiesacombattevanoperfarcrescere lagioiadellavitareligiosa.Laletturadataseguelasciadellagrandetradizionespiritualesiadell’Orientechedell’Occidente.Vièancoraoggiquestomalechefrenaogni iniziativafruttodelloSpiritoSanto.L’accidiadiventaegoistica,inquantoproduceef-fettideleterisullacomunità,percuisiavverteunacontinuainsoddisfazioneperogniattivitàpastoralechesisvolgono(cf.EG82).L’accidiacomunitariapuòessere combattuta,quando tutti si confrontanocon laparoladiDio,quandosiascoltanuovamentelaParolacherigeneralospirito:

    Nonamate l’accidiache,comesapete,èodiatadalSignore.Sonoavostradisposizione i documenti dogmatici delle Sacre Scritture assieme ai lorocommentatorichesonodavverocampi fioriti,dolci fruttidelparadisoce-lesteconiqualileanimedeifedelivengonoistruiteperlalorosalvezza.12

    Soloconilgustareilvangeloilsingolocomelacomunitàpuòritrovarelaforzadimotivareogniazionepersonaleepastorale.

    –Altromaleparalizzanteèilpessimismospirituale.Ilsensodisconfit-taperenneproduceundiffusopessimismochedistruggeilsensoprofondodelvangelo,riducendoloaun’utopiaperpochi.Nellavitaspiritualequestoatteggiamentodisfattistasegnanegativamenteilcamminodellasantitàche

    10 evaGrio pontiCo,Perconoscerelui,EdizioniQiqajon,Magnano(BI)1996,195.11 Giovanni ClimaCo,Lascala,237.12 CaSSiodoro, Leistituzioni,CittàNuova,Roma2001,122.

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    simanifesta,alcontrario,comesceltagioiosaecoraggiosanell’affrontareledifficoltàdellavita.IlpessimistanonaccoglieenédesideracheloSpiritooperi la sua azione trasformatrice e rigeneratrice, perché è chiuso in unsolitariosplendoreenondesideraesseremessoingioco:

    Nessuno può intraprendere una battaglia se in anticipo non confida pie-namenteneltrionfo.Chicominciasenzafiduciahapersoinanticipometàdellabattagliaesotterraipropritalenti(EG85).

    La conseguenza del pessimismo spirituale è la tristezza che i PadridellaChiesastigmatizzavanocomeesperienzadimalinconiafinoadiventa-redepressione.CassianosottolineaalvescovoCastorechelatristezza

    confondendotuttelesalutaridecisionidell’anima,rilassandoneilvigoreelacostanza, la rende come instupidita e paralizzata, tenuta dal pensiero delladisperazione.Perciò,secisiamopropostidicombatterelabattagliaspiritualee,conDio,divinceregli spiritidellamalizia,dobbiamoconognipossibilevigilanzacustodireilnostrocuoredallatristezza.Comelatarmarodel’abitoe il verme il legno, così la tristezza rode l’anima. Essa induce a sottrarsi aognibuonaconversazioneenonpermettediaccettareunaparoladiconsiglioneppureda amici sinceri, nédidare lorouna rispostabuonaopacifica: alcontrarioavviluppatuttal’animacolmandoladiamarezzaediaccidia.13

    La tristezza rode l’animaemostra il latonegativodellapersona,cioèquellasottileinsoddisfazionefruttodell’invidiachenonsagioiredeirisul-tatiottenuti.14Lacomunità,segnatadalpessimismoindividuale,sicompor-tacomerassegnatadinanzialledifficoltàdiunasocietàchenonaspettailSignoreochelonegaradicalmente.Sichiudeinsestessainatteggiamentidifensivi.Maisoddisfattadiciòchesipuòproporresenzapiùannunciareilvangeloincontinualottainsestessa(cf.1Cor3,1-9).

    –Nonultimadifficoltàchel’uomoeladonnaspiritualedevonoaffronta-reperannunciareilvangelodellagioiaèpropriolalottacontrolamondanitàspirituale.PapaFrancescodescrivequestoulteriorepensieronegativoche

    consistenelcercare,alpostodellagloriadelSignore, lagloriaumanae ilbenessere personale. È quello che il Signore rimproverava ai Farisei: «E

    13 CaSSiano il romano,AlvescovoCastore.Gliottopensieriviziosi, inniCodimo aGhio-rita - maCario di Corinto(edd.),Filocalia,vol.1,GribaudiEditore,Milano1982,146.

    14 maSSimo il ConFeSSore,Sullacarità,IIICenturia,91,inniCodimo aGhiorita - ma-Cario di Corinto(edd.),Filocalia,vol.2,GribaudiEditore,Milano1983,95-96.

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    comepotetecredere,voiricevetegloriagliunidaglialtri,enoncercatelagloriachevienedall’unicoDio?»(Gv5,44).Sitrattadiunmodosottiledicercare«ipropriinteressi,nonquellidiGesùCristo»(Fil2,21)(EG93).

    La vanagloria dissemina i «Bravo, Bravo», lodando le sole capacitàdell’uomosenzariconoscere lapotenzadelCreatorechenella suaprovvi-denzatuttoreggeetrasforma.15PerGiovanniClimaco

    ilvanagloriosoèuncredenteidolatra,cheinapparenzaonoraDio,mainrealtàcercadipiacereagliuominienonaDio.Vanagloriosoèchiunqueamamettersiinmostra:ilsuodigiunorimanesenzaricompensa,elasuapreghieraèinutileeinopportuna,perchésial’unochel’atrasonofattiperlalodedegliuomini.16

    L’interesse si concentra o sulle proprie idee o sulla propria forza, percui sipotrebbedireche lavanagloriaè fruttodellognosticismoeneopela-gianesimospirituale(cf.EG94).InentrambiicasiilcredentesiponecomecentrodellarelazioneconDio,nonaprendosiall’azionedelloSpiritoSanto.Lospostamentomanifestacomel’intelligenzaelavolontàdell’individuononsonoorientarealpossessodelSommoBene,maallasolaacquisizionedibenimomentanei.Lostessocredentesitrovainunasituazionedisquilibrio,percuinonmostralapresenzadiDio,malasuaeffimerapotenza.Ineffetti,lognosticismosimanifestaconatteggiamentitrionfalisticichenonguardanolarealtàeffettivaincuiilsoggettovive.IlPapafariferimentiespliciti:

    Questaoscuramondanitàsimanifestainmoltiatteggiamentiapparentementeopposti ma con la stessa pretesa di «dominare lo spazio della Chiesa». Inalcunisinotaunacuraostentatadellaliturgia,delladottrinaedelprestigiodellaChiesa,masenzache lipreoccupi il reale inserimentodelvangelonelpopolo di Dio e nei bisogni concreti della storia. In tal modo la vita dellaChiesasitrasformainunpezzodamuseooinunpossessodipochi(EG95).

    Nonsi trattadiminimalismo liturgicoquantopiuttosto ritornareallafontedellapreghieracomunitariachenellasuasemplicitàèpresenzaperen-nediDio.LostessoGiovannidellaCroceconincisivitàaffermachecerteliturgienonaiutanol’interiorizzazioneediconseguenzanonfacrescerelacomunitàneltimorediDio:

    Vogliosoloparlaredellecerimonieche,peressereesentidaquellemanieresospette,vengonopraticateoggicondevozioneindiscretadamoltepersone

    15 aGoStino,Leconfessioni,EdizioniPiemme,CasaleMonferrato19973,10,36.16 Giovanni ClimaCo,Lascala,304-305.

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  • QualeesperienzadiDiooggi? 281

    lequalirispondonotantaefficaciaehannotantafiducianelmodoconcuisonosolitecompiereleloroorazioniedevozionidacredereche,mancandooallontanandosidiunsolpuntodaqueilimiti,essenonotterrannofruttonésarannoascoltatedalSignore,confidandodipiùinquellaesterioritàchenelvivodell’orazione,nonsenzagrandeirriverenzaeoffesadiDio.17

    Ilsegnoliturgicononpuòesseresvuotatodelsuosignificato,quandodiventaridondante.Alcontrario, ilneopelagianesimospiritualesimanife-staconposizioniautoreferenzialieprometeici(cf.EG94).NelcampodellaChiesataleespressionesiconsolidaconatteggiamentifortementemanage-riali,percuifasembrare lacomunitàun’aziendadadirigere.Adesempio,sanBernardodisapprovailcomportamentodicertiprelatichesonopiùle-gatialdenaroealpotereanzichéalpascereilgreggeconsentimentimater-ni.LoscopodellaloromissioneèilgovernodelpopolodiDio,seguendolacrocediCristo.Affermacheleloromammellesonosterili,perchévivonodissimulando.18Nonpossonoesortare,perchéogni loroparolaèvanaperilcattivoesempiochedanno,néprovanocompassione,inquantoildenarononspingeversosentimentiempatici.

    AttualmentefareesperienzadiDiononsignificaprodurreecommer-cializzareilsacro,bensìtestimoniareconlavitacheDioinGesùCristohasalvato il mondo, trasformando l’umanità e l’universo intero segnato dalpeccato e dalla morte. La grande tradizione spirituale della Chiesa vienecondensatanelleproposizionidelConciliodiTrento,làdovelaremissionedeipeccatinonèdisgiuntadalcamminodisantitàacuièchiamata tuttaquantalaChiesa:

    La giustificazione non è soltanto la remissione dei peccati, ma anche lasantificazione e il rinnovamento dell’uomo interiore per mezzo dell’acco-glimentoliberodellagraziaedeidoni,percuil’uomodaingiustocheeradiventagiusto,danemicodiDiodiventaamico.19

    Ilrinnovamentointerioredelcredenteèfondamentale,perchésipossa-nosuperareledifficoltàchepapaFrancescohaevidenziato.Lasantitàèaf-

    17 Giovanni della CroCe,SalitadelmonteCarmelo,inid., Opere,Postulazionegenera-ledeiCarmelitaniScalzi,Roma1985,III,43,2.

    18 bernardo di Chiaravalle, SermonisulCanticodeiCantici,2voll.,Viverein,Roma1986:SermoneX,II,3;SermoneXXIII,I,2;SermoneXXIX,III,6;SermoneXLI,IV,6.

    19 h. denzinGer - a. SChönmetzer,EnchiridionSymbolorum,definitionumedeclaratio-numderebusfideietmorum,Herder,Romae197636,1528.

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  • FrancescoAsti282

    fareditutti,perchélaChiesaricevedalloSpiritodonieministerisecondoladisposizionee lacooperazionedel singolocredente. Inquestomodo loSpiritocorrispondealleesigenzeeallenecessitàchelaChiesaognigiornoelevaaDioperfavorirelacrescitacomune.20

    2. La mistica del quotidiano, ovvero la vita santa

    ImalipresentatidiventanosfidechespingonoicredentiariprendereillargopergettareleretifidandosidellaparoladelSalvatore.C’èbisognooggidiriscoprire lamisticadelquotidiano,quella indicatacomeviamae-stradaiPadridellaChiesa:l’unitàfrailcredere,losperareeilvivere.Fareesperienzadelmisteroadoratocomporta

    scoprire e trasmettere la«mistica»di vivere insieme,dimescolarci,di in-contrarci, di prenderci in braccio, di appoggiarci, di partecipare a questamareaunpo’caoticachepuòtrasformarsiinunaveraesperienzadifrater-nità,inunacarovanasolidale,inunsantopellegrinaggio(EG87).

    L’esperienza viva dellapresenza di Cristo nel cuoredel credente nonpuònondiventaresolidarietà,fraternità,condivisioneconchièaimarginidella società. Inunabella riflessione, chedonLuigiSturzoconsegnònelpieno della sua maturità a un giornale americano, possiamo scorgere ilfruttodelvangelovissutonellacontinuacomprensionedelprogettodiDio.Lostatistaaffermachel’ottimismo,latolleranzael’esperienzadiDiosonolefondamentadelsuopensarepolitico,cioèdelsuoimpegnoperrinnovareconlagraziadiDiolerelazionifralepersone:

    Ottimismo,cioèfiducianell’umanità;tolleranza,cioèrispettodellepersonalitàdeglialtriuomini;misticismo,cioèunionedisentimentispiritualiconilVerboeterno – Dio – mi sono stati confermati, sembra strano, da un avita fatta difervoredilottenelcampopiùasproepiùagitato,quellodellapolitica.21

    Proprioneicampipiùdifficilidelpensareedell’agireumanol’azionedello Spirito muove il credente a testimoniare con la vita la presenza di

    20 Ibid.,1529.21 L.Sturzo, Quelchemihainsegnatolavita,in«TheWeeklyMail»del25settembre

    1926.Iltestosipuòtrovareancheinl. Sturzo,Laveravita.Sociologiadelsoprannaturale,Viverein,Roma20062,206-207.

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  • QualeesperienzadiDiooggi? 283

    Cristo.L’esserecristianooffreunosguardonuovosullevicendedelmondo;èunangolovisualecheconsentedivivereinprofonditàlapropriaumanità.

    La quotidianità è il vero banco di prova, dove si sperimenta la gioia divivere nella comunione trinitaria. Karl Rahner indicava tale gioia come vitamistica, perché il credente si apre al mistero di Dio nella concretezza dellasua esperienza individuale e comunitaria.22 Nella mischia brilla la presenzaconsolantedelloSpiritocheconduceognicredenteall’incontroconDio.SanPaolo utilizza due espressioni centrali, perché si possa parlare di unione fraciòchesicrede,sisperaesiamaelevicendedelmondo:vivereinforzadelloSpiritoecamminareseguendoloSpirito(cf.Gal5,25).Entrambeindicanodi-namismointerioreedesteriore,personaleecomunitario.Lalottasiconcretizzagrazieall’azionedel fruttodelloSpiritochesiopponealleoperedellacarne.Quest’ultime allontanano il credente dalla sua vera realizzazione. Sempresan Paolo indica che l’effervescenza dello Spirito produce un rinnovamentodell’umanità;latrasforma,perchépossaritrovarelasuaveraessenza.Larealiz-zazionedelcredentenonstanelprendersispaziindividualiascapitodeglialtri,bensìnell’armonizzaretutte leforzeincampopercrescereinvistadelregnoeterno.SipotrebbeaffermarechelarealizzazionepersonaleèveraquandoglialtrisisonorealizzatinelportareacompimentoilprogettodiDioperlalorovita. Inquestomodo la vita spirituale èprofondamente generosità,perché ilcredentesilasciaguidaredalloSpiritoaesseretotalmentedeglialtri.Sidiventacosì responsabili del genere umano, perché collaboratori della grazia di Dioche opera nel cuore del credente. La collaborazione è coscienza piena dellaresponsabilitàacuituttiicredentisonochiamatinelcorrispondereall’azionediDionellastoria.InquestomodopercepiràchiaramentecheilsuolavoroèunseguireciòcheDiodesideraperilbenedellacomunità.

    Nell’otticadellacollaborazionerisultachiara lachiamataallasantitàdivita.IlmodelloditalesantitàèCristo,cheinsegnaconlasuavitacomeritor-nareadabbracciare ilPadreceleste(cf.LG40).Ilsuosacrificiovespertinoha aperto nuovamente le porte del regno all’umanità decaduta dal peccatograzie al dono dello Spirito che guida l’umanità alla verità tutta intera (cf.Gv 16,13). In Gesù il maestro e il modello coincidono; anzi egli stesso hacoscienzache la suavitae il suo insegnamentosonoun’unicarealtàacui i

    22 Cf.K. rahner,TheMysticalWayinEverydayLife:Sermons,PrayersandEssays,OrbisBooks,Maryknoll2010;H.D.eGan,KarlRahner:MysticofEverydayLife,CrossroadPub-lishing,NewYork1998.

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  • FrancescoAsti284

    discepolidevono far riferimentocostante:«Portate sudivoi ilmiogiogoeimparatedamechesonomiteeumiledicuore»(Mt11,29).Ilristorodelleloroanimeconsisterànelaver realizzato il suo insegnamentovitale.Nonè,quindi,unadottrinadaimparareamemoriaquantopiuttostounostiledivitaincuiDioguidaeproteggeipassidicolorochesiaffidanoalui.Certononèriducibileapuraprassi,inquantoilsuoinsegnamentoriportaildiscepoloaconsideraretuttalastoriadellasalvezzarealizzandocosìlaleggedell’amoreperDioeperilprossimo.NelbranodiMatteoGesùproponel’ideadell’imi-tazionechenonassumei trattidiunrinnegamentodellapersonalitàdichiimitaquantopiuttostol’assimilazionenell’amoredellepersoneinquestione.

    L’imitazioneè ilgiocodell’amatoedell’amantechereciprocamentesicomprendonoesiaprononell’accogliersiavicenda.Ilfulcrodellavitami-sticanonsaràaltrochelaperfettaconfigurazioneaCristochesant’Alfonsode’ Liguori traduceva con l’espressione forte di «uniformità alla volontàdiCristo».23L’assimilazionealla volontàdiCristoavviene,perchéGesùèl’origine dell’amore, di ogni perfezione che conduce la creatura a ricono-scersi sua parte integrante di Gesù. L’imitazione dei sentimenti è l’esserein unione santa; sperimentare così che la santità di Gesù è propria delcredentechesitrovaimmersoneisuoisentimentipiùreconditidoveGesùpercepiscelasuafigliolanzaneiriguardidelPadre(Fil2,1-11).

    Qualisonoquestisentimentichecostituisconol’oggettodaimitare?SelaperfezionedeidiscepolideveesserequelladelPadreceleste,larealizza-zioneèquelladelcuoremisericordiosodiCristo,amoreoffertodelPadreper ciascuno di noi. Il volto del Padre è Gesù stesso; il cuore del PadrepulsanelsangueoffertodelFigliocheamadellostessoamoreoblativodisuo Padre. L’imitazione, dunque, è una via per giungere nelle profonditàdelladivinitàdiGesù;permezzodiessasitoccaconmanol’amoreinfinitodelPadrecheriunisce tutta lacreazionenellapersonadelFiglio,chesièdonato per rigenerare l’universo in vista della ricapitolazione finale. NeisecolilasequeladiGesùèstatavissutacomeunapprofondiresemprepiùillegamedeldiscepoloconilsuoMaestro.L’imitazionevienerecepitacomepianoeducativoperentrare incomunionecontutta laSantissimaTrinità.Taleesperienzasiesprimeconunatteggiamentodiuniformitàallasuadi-vinavolontà,pertuttoilvissutodell’uomoèorientatoincondizionatamente

    23 alFonSo m. de liGuori,MododiconversarecontinuamenteedallafamiliareconDio,BettinelliEditore,Verona19923.

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    apiacereaDio.Questeespressionihannosegnato lavitadi tantissimidi-scepolichehannosperimentatol’unioneaDiopermezzodellasantissimaumanità di Gesù. L’uniformità si esprime particolarmente nel far propriola ricchezza di sentimenti che mossero la vita di Cristo. Ad esempio, lamitezza, la generosità, il dominio di sé sono il frutto dello Spirito (Gal5,22). I sentimentidiGesùmaturano tutta lapersonadelcredente finoacondurloascoprirechelasuaimmaginesomiglianteèquelladelFigliodiDioimpressanelsuocuoreeindebolitadall’attrazionedellacarne.Lalottafra la carne e lo spirito spinge il credente a migliorare nella sua umanitàtendendo sempre più all’incontro trasformante con Cristo. Il frutto delloSpiritoinluisaràilritrovareunsanoequilibriotipicodell’alunnochesegueilsuomaestro.

    L’unitàprofondachevièfra leparolediGesùe ilsuomododiviverelorendespecialeagliocchiditutti:insegnacomeunrabbino,mavivecomeunprofeta.Ilcamminodelsuodiscepolatoèesigentenonsoloperl’ideadiimitazione,masoprattuttoperlaradicalitàdellesuescelte.Gesùèunmae-stroesigentenellesuescelte.Proponeaisuoiunavitasenzacompromessiconilpeccatoeconlapigriziaspirituale.Ilsuocamminoèpericoraggiosichesilascianointerrogaredalsensoprofondodellavita.Laradicalitàcostituiscecosì lanotacaratteristicadellasuasequela incui ildiscepoloèpostoinuncontinuoatteggiamentodiscelta.Infattineivangeliognipersonaggiohasem-preun rapporto forteeavoltecontrastanteconGesùdiNazaret.Quandotale rapporto è autentico, lo stesso Messia invita l’ascoltatore a diventarediscepoloaprendoilcuoreelamenteallavocedelPadreeadaccoglierelaforza trasformante dello Spirito di Dio. Il Maestro chiede, quindi, ai suoidiscepoliuna radicalitàdi vita che è fruttodell’azione libera e liberantediDio.MettereilPadrealprimopostosignificaorientarediversamentelescel-tevitali,gliinteressieleproprieaspirazioni.IlprimatodiDionellavitadelcredenteèessenziale,perchépossacompiersiunaveraconversionedelcuore.Diovieneprimadiognisceltadeldiscepolo,perchésipossarealizzarelaper-fetta comunionecon lui. Ilprogrammadiquesta radicalità è rappresentatodallebeatitudini (cf.Mt5).La felicità consistenell’andarecontrocorrente,nel sovvertire il ragionamento umano per far emergere le esigenze di Dio.IldiscorsodiGesùracchiudeilvaloredellapovertàdell’AnticoTestamentocon un’apertura universale sulla perfetta sequela che ogni uomo e ognidonnapuòcompierequandoincontraDionellasuavita.Chivuolerealizzare

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    laperfezionedevepercorrerelaviadiDio;unapiccolaviacheaipiùsembrastretta,quandononsilasciaaDiol’operadisalvezza.Colorochesonomiti,giusti,misericordiosihannocomepadreDio,perchécomebambinisi sonoaffidatiallasuaoperaeducativachelihaguidatipersentireiimperscrutabilialragionareumano.Laqualitàdellavitastanell’amareDioeilprossimocontuttalaforzadellamente,delcuoreedellavolontà(cf.Mc12,30).L’originedituttoilprogrammaeducativorisiedenell’amorechetrasforma,converteicuoripiùinduritielesocietàpiùchiuse.

    Tutti sono chiamati a essere discepoli di Gesù ognuno a secondo delgrado dell’amore che lo muove a vivere gli insegnamenti del Maestro. Lasantitàsirealizzagrazieall’amoreealdesideriodipiaceresemprepiùaDio(cfLG41).

    La carità rende il credente santo: non vi è solo lo sforzo morale, malo slanciodell’amorecheattirae spingenelcamminodellavita.L’aspettoontologico dell’essere originati da Dio non è, però, separabile dall’aspet-to morale, da come un credente vive quotidianamente. La carità vissutanell’imitazionediCristohaunrisvoltoetico,ecclesialeesocialecheèbenvisibilenellastoriadeisanti.OgnicredenteèchiamatodaDioavivere lasua santitànel concretodell’esistenza sperimentando il limiteumanoe lasovrabbondanzaricchezzadellasuagrazia(cfLG41).

    La cooperazione avvienenell’accogliere la grazia e facendola lavorarenell’intimitàdelcredente.LasantitàèuncontinuolavoriodiDionell’inti-mitàdelcredenteincuiDiosifapresentecomeorigineefinediognisuaazioneediognisuopensiero.InquestomodoDiosaràpresenteinognicir-costanzadellavitadelcredente.InogniavversitàdelcredentelaSantissimaTrinitàèall’operaconfortando,sanandoedelevandolonelsuoamore.

    3. Conclusioni

    Lavitamisticaapreilnostrosguardoall’orizzonteultimo,lacomunio-neconlaSantissimaTrinitàcheèlafontedellanostravitaedelnostrogau-dio.Nell’esperienzastoricadelcredentesiincunealapresenzatrasformantedelloSpiritoSantocheconducetuttalacomunitàallasuapienarealizzazio-ne.Ledifficoltàdelmomentononbloccanoleaspirazionideicristiani,anzinelturbiniodelmondoèsvelatoilmisterodellacompassionediunDiochehasceltodiaccompagnareogniuomoallasuapienarealizzazione.Lagioiaèilsentimentochecontraddistingueisalvati.

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  • LA DIPENDENZA DELL’IDEA DALLA REALTÀ NELL’EVANGELII GAUDIUM DI PAPA FRANCESCO

    Giovanni CavalColi

    PATH 13 (2014) 287-316

    1. Realismo e idealismo

    Nei paragrafi 231-233 dell’Evangelii gaudium1 papa Francesco fa unbalzoimprovvisonellagnoseologiapermostrarequantoilrealismognoseo-logicosiaimportanteperunasanaedefficaceevangelizzazione.Percontro,condanna, secondo una tradizione ormai consolidata nel magistero dellaChiesadasecoli,lagnoseologiaidealisticainiziatadaCartesio2echegiun-ge,neisuoilogicisviluppi,sinoall’idealismotrascendentaletedescodelsec.XIX.Caratteristica,infatti,delrealismoèilprincipiosecondoilquale«larealtàèsuperioreall’idea»(EG231),superiore,s’intende,dalpuntodivistaontologico,inquantol’ideanell’attoconoscitivoumanohaunessediminu-tum, è una rappresentazione o una similitudine del reale elaborata dallamente(EG231),internaallamente,permezzodellaqualeilpensierocoglieoraggiungelarealtàesterna.ComediceilPapa(EG232):«L’idea–leela-borazioniconcettuali–,èinfunzionedelcogliere,comprendereedirigerelarealtà».Questarestaesternainsestessa,mavieneimmanentizzatanellamenteoresapresenteallamentegrazieall’idea.

    1 FranCeSCo,EsortazioneapostolicaEvangelii gaudium (24novembre2013) (EG), in(24novembre2013)(EG),in«IlRegno-Documenti»21(2013)641-693.

    2 LeoperediCartesiofuronomesseall’Indicenel1663.UnabuonacriticaaCartesiositrovanelleoperediJ. maritain,Treriformatori,Morcelliana,Brescia1964;id.,LesongedeDescartes,Buchet&Chastel,Paris1932.

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    Certo, il pensiero o l’idea hanno sede nel soggetto, e quando si diceche raggiunge la realtà esterna, non s’intende evidentemente che viagginellospaziocomefosseun’ondaelettromagnetica,macisiriferisceallapre-viaattivitàdeisensi, iquali lorosìcheagiscononellospazioe instauranoun contatto fisico del soggetto con l’oggetto. Ma è chiaro che per effettodell’esperienza sensibile e usando l’esperienza sensibile l’intelletto formal’idea di una data realtà entro se stesso raggiungendo, quindi, il reale im-materialmenteentrosestessoamododirappresentazioneintenzionale.Cosìl’essenzadellacosarestalastessapurmutandocondizionediesistenza:daessenzarealediventaessenzapensata,diventaidea.

    Larealtàè superioreall’ideaperchéquestaèunasempliceriproduzionementaleimperfetta,fallibileelimitatadellarealtà,laqualesolaèverasostanza,mentrel’ideaèunaccidentedell’intelletto.Larealtàesisteancheindipenden-tementedallenostreidee,mentrelenostreideenonesistonosenoninordineallarealtàeinfunzionedellarealtà,cheèilfondamentoelaregoladellaloroverità.Larealtàfadamodelloallenostreidee,mentrelenostreideepossonomodellaresoloaccidentalmenteemodalmenteunarealtà,eciòsolosullabasediunaloropreviaadeguazioneallarealtà.Molterealtàesistonosenzacheneabbiamoun’idea:esistonomoltecoseallequalinonpensiamo,némaipense-remo,mentreabbiamo laverace ideadiunacosa reale, sequestacosaesisterealmente,indipendentementedanoi.Larealtà,inquantoconosciuta,diventaidea,mainsestessa,fuoridinoi,restasemprerealtà.

    Le idee dipendono da noi, le produciamo noi. La realtà dipende daDioche l’hacreata.PerquestosigiungeasaperecheDioesistenonpar-tendodaunasupposta idea innataoaprioricadiDio,ma interrogando larealtà e comprendendo che se essa esiste nella sua contingenza, non puòesistere se non grazie a una causa prima che è Dio. Non è vero che perriconoscereilfinitosideveaverel’ideadell’infinito.Èveroilcontrario:ilfinito è evidenteper se stesso.È invecepartendodall’esperienzadel fini-to, chenondà sufficiente ragionedella suaesistenza,cheponiamo,comecausadellasuaesistenza,l’infinitodivino.L’ideadiDio,quindi,nonèunmodelloidealeapriori,graziealqualesappiamo,perunsempliceesamedelcontenutodiquestoideale,cheDioesistenellarealtà,maèun’ideasublime(idquonihilmaiuscogitaripotest),checi facciamonépossiamononfarci,unavoltacheabbiamodimostrato,partendodallarealtàsensibileeappli-candoilprincipiodicausalitàinmodoradicale,chenellarealtàesisteuna

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    causaprimadituttelecoseechechiamiamo«Dio».QuestoèilcamminodellaragioneversoDioindicatodallastessaSacraScrittura(Sap13,5eRm1,19-20), il cammino del realismo biblico, eminentemente rappresentato,perespressoriconoscimentodellaChiesa,dalrealismoaristotelico-tomista.DaquiilfattochelaChiesaraccomandailrealismo,control’idealismoeilmodoidealistadidimostrarel’esistenzadiDio.3

    Non ha senso chiedersi con Cartesio come da supposte idee innatee in particolare dal cogito o dall’autocoscienza considerati come primumcognitumpossiamodimostrarel’esistenzadellarealtà,comepossiamo«get-tare un ponte» sulla realtà. Non ha senso, dopo avere irragionevolmentedubitatodella testimonianzadei sensi ediognicosa,chiedersi sec’èuna

    3 Unabuonaapologiadelrealismoeun’efficacecriticaall’idealismositrova,oltrechenelleoperediCornelioFabro,diJacquesMaritainediJosephdeTonquédec,ancheine. toCCaFondi,Laricercacriticadellarealtà,EdizioniArnodo,Roma1941.Ilprincipiofonda-mentaledellaconfutazionedell’idealismositrovagiàinS.Tommaso,Sum.Theol.,I,q.85,a.2,laddovel’Aquinatedimostrachel’oggettodelsaperenonèl’ideaumana(species),mailreale.Nullaquiachevedereconlaconcezioneplatonico-agostinianadellafilosofiacomevisionedelleidee,perchéquisitrattadelleideedivineenondiquelleumaneedelrestoèevidentecheancheperilrealistalarealtàèattuazionediun’ideadivina.Lagnoseologiaagostinianaèrealistainquantoriconoscesenzadifficoltàl’esistenzadellarealtàesternaequindilaveritàdelsaperecomeadeguazionedell’ideaumanaalreale.L’ideadivinainAgostinononèvistadirettamente,masolodiriflessonellacoscienza.Talegnoseologiadifferiscedallagnoseologiatomistaperché inAgostino l’intelletto èmesso inun rapportopiù stretto conDio con ladottrinadell’illuminazione,mentreTommasosottolineal’autonomiadell’intellettoagenteepossibileconlaloroattivitàastrattiva.Ilrealismoagostinianosipuòriassumereinquestidueprincipi:«Corpusquo[anima]velutnuntioutituradformanduminseipsaquodextrinsecusannuntiatur», aGoStino, De Gen. ad litt., XII, 24, 51; t. 34, col. 475, cit. da e. GilSon,Introductionàl’étudedeSaintAugustin,Vrin,Paris1969,74;«omnisresquamcumqueco-gnoscimus,congeneratinnobisnotitiamsui.Abutroqueenimnotitiaparitur,acognoscenteetcognito»,aGoStino,DeTrin.,IX,12,18;ty.42,col.970,cit.daGilSon,Introduction,73.AgostinocontroCartesioammettelaveracitàdelsenso:«Ipsaquevisioquidaliud,quamsensusexearequaesentiturinformatus?[…]corpusquoformatursensusoculorum,cumidemcorpusvidetur, et ipsa formaquaeabeodem imprimitur sensui,quaevisiovocatur;[…]sensusergovelvisio,idestsensusformatusextrinsecus»,aGoStino,DeTrin.,XI,2,4;t.42,col.987,cit.daGilSon,Introduction,283.Perquestol’intellettoconosceservendosidelsenso:«Nemode illocorporeutrumsit intelligerepotestnisicuisensusquidquamdeillonuntiarit»,aGoStino,Epist.XIII,4;t.33,col.78,cit.daGilSon,Introduction.LanotadiffidenzadiAgostinoneiconfrontideisensinongliimpedisceinfindeicontidiriconoscerecheessisonocapacidiverità.Delresto,comepotremmosaperedierraresenonpotessimorifarciauncriteriodiverità?Cartesio,pertanto,sbagliaquandoaffermachenondobbiamofidarcideisensiperchéciaccorgiamocheincerticasiciingannano.Quandoilsensosbaglia,èlostessosensochecorreggesestesso.Nonc’èbisognodiricorrereanessuncogito.

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    realtàesterna raggiungibiledalle idee,una realtàallaquale lenostre ideesonoconformi,oppureseessesenestannopercontoloro,selarealtàesistee come possiamo dimostrare la sua esistenza. Infatti, ogni dimostrazionesuppone l’evidenza primaria e incontrovertibile dell’esistenza delle cose.Se dubitiamo di questa esistenza indubitabile, nessun cogito ci verrà insoccorso, amenochenon si trattidiquel cogito ragionevole che si rendecredibilesupponendoquell’esistenzadellarealtà,che,cacciatadallaporta,dovrà entraredalla finestra.Èvero che col cogitoposso cogliere la realtàdelmioio(sum),masiamodaccapo:comepossocoglieretalerealtà,senonè quella di un io che precedentemente ha conosciuto le cose? Altrimentiquesto«io»èunvanofantasma.

    Il dubbio cartesiano non è il vero dubbio metodico o ipotetico chefondaefadaingressonelsapere,maèundubbioforzatoe irragionevole,che non si risolve affatto col cogito come coscienza di dubitare, perché,come osserva san Tommaso, il dubitare non è un vero pensare, ma è unblocco o un’oscillazione del pensiero, come sarebbe una vista sdoppiatanellamiopia.Labuonavistavedeunoggettoprecisoenonèconfusatrailsìe ilno.PerquestoCartesioavrebbedovutodire:«Dubitoequindinonpenso».Epenso sul serio sepensoaunacosachepercepisco immediata-menteeoggettivamente.Ciòmiportaallacertezzadipensare,maperchépensoaquellacosa,nonperchémidòaundubbiostolto,comequellopro-postodaCartesio.Èlaprecisavisionedicuisopra,cioèlapercezionesen-sibile, ilpuntodipartenzadelsapere.Saggezzavuolechesisappiadichecosasidevedubitareechecosainveceèindubitabile,edèstoltodubitaredelleveritàindubitabili,com’èperesempiolaveritàdelsenso.

    Anche Tommaso parla nel Commento alla Metafisica di Aristotele diun’«universalisdubitatiodeveritate»,maper capirepoi subito cheessaèimpossibileenonpuòesserevissuta.Èun’ipotesiassurda,chevaimmedia-tamentescartata,appenacisiaccorgedellasuastoltezza,ancheseèpossibi-leconfutarlainbasealprincipiodinon-contraddizione.Delresto,sarebbeimpossibiledubitare, senonsi facesseriferimentocertoaunpresuppostoindubitabilecheconsentedidubitareechegiustificaildubbio,datochelostessodubbio,seèsensato,nasceperchéstiamocercandoun’ulterioreveritàsullabasediquellainizialegiàtrovata.Ilsapereiniziaconlacertezza,noncoldubbio,percuiquestononpuòcoinvolgerel’interooggettodelsapere,masempreunsettorelimitato.

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    Come ebbe a dire giustamente Étienne Gilson, profondo conoscitorediCartesio,seallapartenzadelconoscerenoispezziamocoldubbioiponticon la realtà sensibile e con ogni realtà e pretendiamo partire dall’idea,dopo,contuttigliartifizipossibilieimmaginabili,èimpossibilericostruireilponte.Oquestologettiamofindall’iniziosenzatraumiesenzaincertez-ze,maconquellaspontaneitànormale,anchesevigile4enoningenua,cheèpropriadelrealismo,osicreatral’ideaelarealtàunabissoincolmabile,undualismoinconciliabile,chenessunpontepotràpiùattraversare.

    La conoscenza umana, fatta di senso e di intelletto, perché l’uomo ècostituitodianimaedicorpo,questoci insegna il realismo,nonconoscepuntodipartenzapiùnaturale,certoedevidentediquellodeisensi,ancheseèverochelacertezzadell’autocoscienzaconseguenteaquestaconoscen-zainiziale,èpiùcertaepiùsalda,benchépiùoscura,inquantoattingealmondodellospirito,cheèl’esseresaldopereccellenza.

    Laveritàdelsensoèlabaseempiricadell’edificiodellaverità,mentreindubbiamenteiprincìpidellaragionesonolaluceintellettualecertissimacheilluminal’esperienza.Sesimettonoincrisiquestifondamentiequestiprincìpi,crollatuttol’edificiodelsapereevanamentecisiilludedielevarsiallospiritoeallacoscienza, sottopretestochesonopianiontologici supe-rioriepiùimportanti.5

    4 Cf.ilrealismocriticodiMaritainnelsuoJ. maritain,LesdegrésduSavoir,DescléedeBrouwer,Bruges1932.

    5 Lacoscienzadellaveritàdellenostreideenonèchelamaturazionepienadiun’espe-rienzadellaverità, che iniziacon lapercezionedel sensoecon la stessa sensazione.Se laveritànoncominciasseavenircidaisensi,ilnostropensierononlapotrebberaggiungere,nonperchénonpossaesistereunpensierocapacedicogliereilveroanchesenzapassaredalsenso–quistal’erroredell’empirismo–;maquestononèl’intellettoumano;èl’intellettoangeli-co,perchél’angeloèunpurospiritosenzacorpoequindisenzal’apparatodellasensibilità.Quistailprotonpseudosdellagnoseologiacartesiana:l’averassimilatoilconoscereumanoaquellodell’angelo.Ilrossodelsanguenonèunamodificazioneounprodottodellamiavista,maèunaproprietàrealedelsangue.Chepoiilrossosiaunqualcosadichimicamenteofisio-logicamentedescrivibileegiustificabile,questoèunaltrodiscorso.Maquandoillinguaggiocomunediceche il sangueè rosso,esprime l’essererossodelsangue,senzarendersicontodellaportatametafisicaerealisticadiquestogiudizio,perchéinfattitoccanientemenochelarealtàdell’essere,ilchenonèaltrocheilcogliereilrealeovverolaverità.Equindiesprimeunaqualitàdel sangueenonunmodod’esseredell’occhio.Equiraggiungiamo l’assiomafondamentaledelrealismo,perilqualetantoilsensochel’intellettopossonocogliere,me-diantelarappresentazione,laverità,cheèdatadalcontattocolreale,adaequatiointellectusetrei.Chepoiilvedereabbiaunaspettofisiologico,perilqualel’occhioèmodificatodalsuofunzionamentoedairradiazionichegiungonodall’oggetto,nonc’èdubbio;manonbisogna

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    Lungidanoil’errorematerialistachefasorgerelospiritodallamateria.Parlare di superiorità della realtà rispetto all’idea non è necessariamentematerialismo,inquanto,seèverochel’ideaèprodottodelnostrospirito,tuttavialapiùumilerealtàmateriale,sevogliamoaverneun’ideaesatta,fadaregolaefondamentodiveritàperl’ideacheneabbiamoel’essereoactusessendidiquestarealtàmateriale,inquantoreale,èsuperioreall’esseinten-tionaleoessecognitumdellanostraidea.Questa,inquantoentitàspirituale,superanella fattispecie il suooggettomateriale;maquestoa suavolta, inquantosostanzareale,superal’esseintentionaleorappresentativodell’idea.

    Lospiritoè sommarealtàe inDioè idea sussistente,diper sé supe-riore al mondo della materia. Siamo noi che dobbiamo avere l’umiltà diriconoscerecheilnostroconoscerehaumiliinizi,allaparideglianimali,echesolonell’umiltàenell’obbedienzaalreale,eccoilrealismo,siraggiungelagrandezzael’altezzadelsaperemorale,spirituale,metafisicoeteologico,finoalsaperesoprannaturaledellafede.

    Dunque,comeesseriumani,animalirazionalienonpurispiritiose-midei,noipossiamosalirealcielosolopartendodallaterra.ÈsoloDio,cheègiàincielo,chescendesullaterra.L’iniziosensibiledelsaperenonvuoldireassolutamentechenoipossiamoconosceresolo lecosemateriali,6ma

    confonderel’aspettointenzionaledelvedereconlesuecondizionimateriali.Uncontoèilcompitodell’oculistaodelfisiologodellavistaeuncontoèlacompetenzadelgnoseologo.L’intenzionalitàdelsenso,senzaancoraassurgereaquelladell’intelletto,comportagiàl’im-materialitàdelconoscereequindil’esperienzadellaverità,perlaqualeilsoggettorappresen-taimmaterialmentel’oggetto.Èsoloperchéilsensocoglieilvero,chenoipossiamodirecheundaltonicononhalavistanormale,perchépossiamoconfrontareunocchiochevedebeneaunochevedemale.Masenonavessimouncriteriooggettivodelvederenormale,comepotremmoriconoscereilsoggettivismoingannevoledellavistadaltonica?C’èdascommet-tereche,seCartesioavesseconosciutoildaltonismo,avrebbetrattopretestoanchedalìperdubitaredellaveracitàdelsenso.

    6 Ilfamosoprincipio:«Nihilestinintellectu,quodpriusnonfueritinsensu»,nonvuoldirechel’oggettodell’intellettoodell’ideasianosololecoseorealtàsensibili,macheperraggiungerequellespiritualidobbiamopartiredaquellesensibiliefarriferimentoaesseconl’usodell’immaginazione:laconversioadphantasmata,dellaqualeparlasantommaSo,Sum-maTheologiae,I,q.84,a.7.K. rahnernelsuoSpiritonelmondo,VitaePensiero,Milano1989(or.ted.1964),spiegaquestaconversioadphantasmatacomesesitrattassediunattochescaturiscedall’intellettoenonunadattarsidell’intellettoallecondizionidellasensibilità,lasciandotrasparireunaconcezioneidealisticadellaconoscenza,chenoncorrispondeaquel-ladisanTommaso,macheRahnerinsisteràancoraadattribuireall’Aquinateinulteriorisueoperecome,peres.,inK. rahner,Uditoridellaparola,EdizioniBorla,Torino1977.Èevi-dentechenell’esperienzatroviamosolocosesensibili.Inciògliempiristihannoragione.Tut-

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    solo che giungiamo alle realtà spirituali indirettamente e analogicamentepersymbola,percausalitatem,negationemeteminentiam,perspeculumetinaenigmate(cf.1Cor13,12),mediantelaconcezioneanalogicaepartecipativadell’essere.7

    L’idealismohavolutotagliareiponticonlarealtàesternasindall’ini-zio,quasiessafosseinaffidabile,allaricercadiunprincipiodicertezzapiùradicaleesicuro,chefosseveramenteprimo.Maquivalebeneilproverbio:«Chi non si accontenta dell’onesto, perde il manico con tutto il cesto».Cartesiocredeancoraallarealtàesterna,masièrifiutatodipartiredaessapensandoditrovareilveroprincipionelsuocogito.Vuolriguadagnarlaperun’altravia,forzataecontortasenzapercorrerequellapiùnormaleesicuradelrealismoedelsensocomune.8

    Contuttociò,l’idealistanonèunoscetticoounfenomenistaeneppureunempiristaounpositivista,chesifermaaidatidell’esperienzadelsenso,no;portandoallestelleilpoteredelpensieroumano,sivantadiconoscerelarealtàelarealtàassoluta,anziDiostessomegliodelrealista,cheperluièingenuamenteegrossolanamenteschiavodeipregiudizi,delleapparenzee delle illusioni. Per l’idealista la filosofia è semplicemente l’idealismo. Ilrealismononèpernulla filosofia,nonè saperecertoeoggettivo,maè ilcomunee volgareopinareo fantasticaredell’uomodella strada, che sidàunapatinadiscientificitàerigorespeculativo,macheancora,ammessocheciriesca,nonsièelevatoalladignitàdelsaperefilosofico.

    Così l’idealismonatodaCartesio intraprendespavaldamenteuncam-minonellacertezzadiavanzarenellaveritàassolutacomelucedelmondoevittoriadellascienzadopolelunghetenebreemiserefavoledelrealismo.L’idealismosiritieneilverorealismo,seilrealismohaloscopodiconosce-reilrealecosìcom’ènellasuamassimaelevatezzaeprofondità.

    taviaèpossibileedoverososuperareotrascenderel’esperienzapertrovarelarealtàspirituale.Maquestascoperta,pertanto,nonavvienegraziealcogitocartesianocomefossimoangelioaddiritturaDio,mabensìnell’orizzontedellanozionetrascendentaleeanalogicadell’essere.

    7 Cf.iltrattatodit. tyn,Metafisicadellasostanza.Partecipazioneeanalogiaentis,Edizio-niESD,Bologna1991(ancheperitipidiFede&Cultura,Verona20092).

    8 Suquestafacoltàfondamentaleeuniversaledellaragionenaturale,asuotempostudiatadaRéginaldGarrigou-Lagrange,cf.ledottericerchediAntonioLiviedellasuaAssociazionefilosoficainternazionaleInternationalScienceandCommonsenseAssociation.

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    2. La parabola dell’idealismo

    Cosìgliidealistisuccessivi,credendochel’invenzionediCartesiofosseunaviadinonritorno,veritàdefinitiva, la«filosofiamoderna»,chesupe-ravapersemprela«vecchiametafisica»,9avendoperòcapitochel’impresadi riagganciare la realtàesternasullabasedelcogitoè impossibile10enonvolendorinunciarealcogito, finironocolnegaresemplicementeunarealtàesternaall’idea–la«cosainsé»–eunessereesternopresuppostoalpen-siero.Tuttodeveesserenell’ioenullaaldifuori.Solol’ioesiste,chefinisceperessereidentificatoconDio.

    Ma il risultatodiquestaoperazioneè statomistificatorioedeludentepernondiretragico.L’ideachebastaasestessaèsolol’ideadivina.Ilpro-gettodiridurrel’esserealpensato,oilrealealrazionale,puòdarl’impres-sionedipadroneggiare l’essereeaddirittura l’essereassolutoequindipuòdarel’ebbrezzadisentirsiassolutamenteliberi.Einveceunpensareumanoche non sia più pensiero dell’essere, che ne è il nutrimento e la ragiond’essere,comerilevavagiustamenteGustavoBontadini,mailpensierocheponesolosestesso,inrealtàsvuotasestesso,siseparadall’essereecadenelnichilismoenell’insensatezza,comeapparechiaramentedacerteposizionidelpensieropostmoderno.11

    L’idealismo è l’effetto di un intelletto insofferente dei propri limiti,empio, prevaricatore e tracotante, dalla voracità insaziabile e dalle ambi-zionisenzaconfini,portatoainvadereidirittidellarealtàederubareDiosistematicamentedeipropriattributiedelleproprieprerogativeperattribu-irliasé,salvopoiallafineatrovarsicomeilfigliolprodigoanutrirsidellecarrubechemangianoiporci(cf.Lc15,11-17).

    9 Cf.G.G.F.heGel,Enciclopediadellescienzefilosoficheincompendio,EdizioniLaterza,Bari1963,36.

    10 Iltentativodirecuperareoritrovareilrealismosullabasedell’idealismo,magariconlasicurezzaditrovarel’animaprofondadelrealismoedeltomismo,èuntentativoricorren-te,maallafinevanoperilmotivoriferitosopradiGilson.Lotroviamo,peres., inJosephMaréchal,chepartedaImmanuelKant:J. maréChal,Lepointdedépartdelamétaphysique.Leçonssurledéveloppementhistoriqueetthéoriqueduproblèmedelaconnaissance,MuseumLessianum-LibrairieFélixAlcan,Louvain-Paris1926einGustavoBontadini,ilqualepartedaGiovanniGentile:G. bontadini,Studisull’idealismo,VitaePensiero,Milano1995.

    11 Cf.glistudidiv. poSSenti,Ilnichilismoteoreticoela«mortedellametafisica»,Arman-doEditore,Roma1995;id.,Terzanavigazione.Nichilismoemetafisica,ArmandoEditore,Roma1998.

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    DopoilpassoinizialecompiutodaCartesiovienequellocompiutodaImmanuelKant.Cartesiomantieneladistinzionefral’ideaelarealtà,ben-ché parta dall’idea (cogito) anziché dalla realtà. Kant mantiene anche luilarealtàdistintadall’intelletto–la«cosainsé»–,maadessol’ideachiedeancoradipiùdallarealtàeumilialarealtà(«cosainsé»).Larealtàesternaesiste, ma è inconoscibile, puramente pensabile (noùmeno); c’è qualcosa,manonsisachecos’è.ContuttociòKantnonrinunciaaunsaperecerto,oggettivoenecessario: la scienzadella«pura ragione»e la scienzadei fe-nomeni.Tuttavia,tantolaprimachelasecondasonocartesianamenteunadeduzionedell’«iopenso»,anchese l’esperienzasensibilerestanecessaria,soloperòperla«materia»enonperla«forma»dell’oggettodellascienzadeifenomeni.Quantoallacriticadellapuraragione,essaèapriorienonhabisognodell’esperienza:bastailcogito,comeinCartesio.

    L’idea,cheinCartesioresta«immaginedellarealtà»12diventainKant«Idealedellaragione»,13checonsistenel«concettodiunacosainsé,diunensrealissimum,omnitudorealitatis»,14concettoche«nonpresupponel’esi-sten