PASSI AVANTI ACQUA DALLE MINIERE PER L’ISTITUZIONE · IL MESSAGGERO SARDO 2 ... Bene, tut-ta...

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ANNO XXXIII / N. 10 / OTTOBRE 2002 / SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - 45% - ART. 2 COMMA 20/b LEGGE 662/96 - FILIALE DI CAGLIARI (TASSA RISCOSSA - TAXE PER˙UE) POSTE ITALIANE TARIFFA PAGATA DCO/DCCentrale/D.E./3139/02 DEL 25.03.2002 Mensile della Regione Sardegna per gli emigrati POLITICA REGIONALE ACQUA DALLE MINIERE PER FRONTEGGIARE LA GRANDE SETE PASSI AVANTI PER L’ISTITUZIONE DELLE NUOVE PROVINCE EMIGRAZIONE / Convegno a Padova SICCITA’ IL RUOLO DEI CIRCOLI PER FAVORIRE L’INTEGRAZIONE SAPORI E COLORI DI SARDEGNA NEL CENTRO DI LOSANNA EMIGRAZIONE / Festeggiati i 35 snni del circolo

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ANNO XXXIII / N. 10 / OTTOBRE 2002 / SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - 45% - ART. 2 COMMA 20/b LEGGE 662/96 - FILIALE DI CAGLIARI (TASSA RISCOSSA - TAXE PERÇUE)POSTE ITALIANE TARIFFA PAGATA DCO/DCCentrale/D.E./3139/02 DEL 25.03.2002

Mensile della Regione Sardegnaper gli emigrati

POLITICA REGIONALE

ACQUA DALLE MINIEREPER FRONTEGGIARELA GRANDE SETE

PASSI AVANTIPER L'ISTITUZIONEDELLE NUOVE PROVINCE

EMIGRAZIONE / Convegno a Padova

SICCITA'

IL RUOLO DEI CIRCOLIPER FAVORIREL'INTEGRAZIONE

SAPORI E COLORIDI SARDEGNANEL CENTRO DI LOSANNA

EMIGRAZIONE / Festeggiati i 35 snni del circolo

IL MESSAGGERO SARDO 2OTTOBRE 2002

Missionaria da 25 anniin Kenya chiedegiornaleCaro Messaggero Sardo,

sono una suora Missionariadella Consolata residente inKenya dal 1967! Una vita!Sono di Bonorva (Sassari) esono sarda fino al midollo.Orgogliosa della mia terra dacui ereditai tanti valori spiri-tuali e morali. Attualmenteinsegno in una SecondarySchool di ragazze, qui aWamba in piena savana! Sonomolto contenta del mio lavoromissionario fra le mie studen-tesse, la gioventù e gli altriinsegnanti della Parrocchia.Vengo in Sardegna ogni cin-que anni compatibilmente conil mio impegno di insegna-mento. Sono felice di ritorna-re a casa e parlare il mio logu-dorese che qui, purtroppo, perovvie ragioni, devo relegaresolo nella memoria. Bene, tut-ta questa lunga storia è perchiedere gentilmente se fossepossibile ricevere il vostro“Messaggero Sardo”, mi por-terebbe un’ondata sarda. Gra-zie.

Suor Anna Lucia PireddaSt. Theresa’s Sec. School,

P.O. Box 5WAMBA (via Maralal) (Kenya)

Cara Suor Anna Lucia,abbiamo trascritto il suo in-

dirizzo e riceverà il giornaleal più presto, come desidera.Approfittiamo dell’occasioneper ringraziare lei e i tantimissionari per l’importanteopera che svolgono nel mon-do e rivolgiamo un saluto par-ticolare alle ragazze della suascuola con l’augurio che pos-sano crescere con l’entusia-smo e la carica umana dellaloro insegnante.

Cerca notizie parentiemigrati in TunisiaCaro Messaggero Sardo,

mi chiamo Luciano Congiu,sono originario di Senorbì(Cagliari) e da 16 anni abito inLiguria, a La Spezia. Ti scrivoperché tu possa divulgarequesta lettera, attraverso lapubblicazione sul giornaleletto da tantissime personeanche all’estero. Vorrei, in-fatti, lanciare un appello peravere notizie di eventuali di-scendenti di parenti emigratiin Tunisia, precisamente aTunisi, nel periodo 1920/1921. Il familiare cui mi rife-risco è la sorella di mio nonnopaterno che si chiamava Fran-cesca Usai ed era nata a Se-norbì (Cagliari) verso il 1877.Era emigrata in Tunisia con lasorella Marianna, deceduta inquel Paese, e con il fratelloMario, poi rientrato e succes-sivamente morto in Italia.Dalle ultime notizie, risultache Francesca Usai abbia spo-sato Louis Tandille dal qualeebbe due figli Giovannino eMaria Luigia o Luisa. Facciopresente che mia sorella hascritto all’Ambasciata france-se e ha saputo che l’ultimo in-dirizzo della famiglia si trovain una località vicina alla cit-tà di Mornag, non lontana daTunisi.

Luciano CongiuViale G. Amendola, 40

19121 La Spezia

Caro Congiu,come vede abbiamo pubbli-

cato il suo appello, anche sela invitiamo a non farsi illu-

sioni perché quello che chiedeai lettori del giornale non èfacile. Tuttavia speriamo cheil suo desiderio di ritrovare iparenti possa essere soddi-sfatto con la passione e la so-lidarietà degli emigrati. Perquanto riguarda la sua richie-sta del giornale per i suoi cariamici che vivono a Roma, sia-mo spiacenti di non poterlaaccontentare in quanto ilmensile è inviato gratuita-mente agli emigrati e ai lorofamiliari. Abbiamo, invece,registrato l’indirizzo di suofratello che vive a Genova.Molti auguri.

Chiarimentia propositodi Puc e di PutCaro Messaggero Sardo,

sono un gallurese residentein Francia da oltre 40 anni,naturalmente per motivi di la-voro, ora in pensione. Spera-vo tanto di tornare nella miaterra natia, ma il destino hadeciso altrimenti, pazienza!Comunque ogni volta che sipresenta l’occasione ne ap-profitto per ritornare in Sarde-gna, se non altro per prendereuna “boccata d’aria” e, crede-temi, fa molto bene. Anche ilgiornale è un mezzo per nondimenticare la nostra caraSardegna e tenerci uniti. Viscrivo perché nel Messaggerodel mese di febbraio 2001,avete dedicato una pagina in-tera (la n. 12) per esporre chela “Regione” aveva emanatoun nuovo “Piano Regolatore”chiamato PUT – Piano Urba-nistico Territoriale che avreb-be annullato tutti quelli prece-denti, compreso il PUC (Pia-no Urbanistico Comunale).Purtroppo da allora il giorna-le non ha dato più notizie eall’Ufficio Tecnico del miopaese, Palau, non sono al cor-rente di questa legge. Se pote-te, datemi una risposta in me-rito.

Tonino Orecchioni21, Rue Jean Borderei

95100 Argenteuil(Francia)

Caro Orecchioni,abbiamo sintetizzato la sua

lettera, omettendo le informa-zioni private e i complimentiper la Redazione (che ovvia-mente apprezza e ringrazia),solo per motivi di spazio e sia-mo certi che ci perdonerà.Per dare una risposta al suoquesito, la informiamo chequella da lei indicata come“legge” è un “disegno di leg-ge”, cioè prima che diventinormativa regionale deve es-sere approvata dall’Assem-blea sarda. Troverà riscontronell’articolo da lei citato dicui ci ha inviato la fotocopia.Ha, quindi, iniziato l’iter pro-

cedurale ed è stata trasmessaal Consiglio regionale che laesaminerà per la definitivaapprovazione. Trattando unargomento molto delicato, inquanto riguarda l’assetto delterritorio, la discussione nonsarà semplice e richiederà deltempo. Stia certo che il Mes-saggero non ha dimenticato laquestione e che lei sarà ade-guatamente informato nonappena la normativa verràvarata. Deve avere un po’ dipazienza! La salutiamo moltocordialmente.

Chiede giornalema non scrive nomeCaro Messaggero Sardo,

vi chiedo di farmi avere ilgiornale. Sono nato a Sinisco-la e vivo da anni in Inghilter-ra. Amo la storia, la poesia el’arte della Sardegna. Vi man-do sinceri saluti anche da par-te dei miei familiari.

1 Fairfield AvenueTunbridge Wells

TN2 3SD Kent (England)

Caro lettore,speriamo che qualcuno dei

suoi amici legga questo mes-saggio e così lei possa man-darci, oltre che l’indirizzo,anche il suo nominativo com-pleto che ha dimenticato discriverci. A presto.

Ricerca circoloemigrati in zonaPirenei francesi

Caro Messaggero Sardo,ricevo il giornale da molti

anni e vorrei sapere se esisteun Circolo sardo nelle vici-nanze della mia residenzacioè nelle Landes (40 chilo-metri) o nei Pirenées Atlanti-ques (64). Vorrei inoltre cheinviaste il mensile a mia cugi-na che, nata come me a Orani,vive in Bretagna.

Pascaline Cottu Wegner15 av. Jean Lartigan

40530 Labenne

Cara Cottu Wegner,la invitiamo a consultare

l’elenco dei Circoli che trovanella seconda pagina delgiornale e a scegliere quelloche è più vicino alla sua resi-denza. Se, invece, la distanzaè eccessiva e nella zona doveabita ci sono numerosi emi-grati sardi potrebbe farsi pro-motrice di un’iniziativa per lacostituzione di un nuovo Cir-colo. Per quanto riguarda suacugina, abbiamo trascrittol’indirizzo e riceverà “Il Mes-saggero” al più presto. Cor-dialità.

Bonorvese emigrata inArgentina chiede notiziesu paese nataleCaro Messaggero Sardo,

vi scrivo per ringraziarviper la vostra bella e graditapubblicazione che ricevo, gra-zie all’abbonamento che hafatto una mia cugina, GabinaSerra, che abita a Bonorva(Sassari). Sono emigrata dallaSardegna 75 anni fa, proprioda Bonorva, ma sono nata aBortigali. Abito a Leones, inprovincia di Cordoba, in Ar-gentina. Essendo venuta dapiccolina, avevo due anni, epoiché mio padre è mortoquando avevo 12 anni, a pocoa poco ho perso la familiaritàcon la lingua sarda, ma capi-

sco l’italiano e il dialetto pie-montese, giacché mio maritodiscende da genitori di quellaregione.

Mi piacerebbe trovare nelgiornale qualche nota su Bo-norva e Bortigali, almeno cosìpotrei conoscere qualcosa sul-la mia terra di origine, dal mo-mento che non sono mai ritor-nata in Sardegna.

Battistina Biosa SachettoDante Alighieri 748

2594 Leones (Cordoba)Argentina

Cara Biosa Sachetto,proprio per rispondere al-

l’esigenza di molti emigratiche come lei non hanno avutomodo di tornare in Sardegna,ma anche per soddisfare lacuriosità dei lettori sulle di-verse località dell’isola, ab-biamo promosso una nuovainiziativa dedicata ai paesidella Sardegna. Speriamo cheal più presto possa trovaresoddisfazione anche la sua ri-chiesta. La ringraziamo per legentili parole e per l’affettoche manifesta per il giornale.Cari saluti.

Abbonato da oltre 30anni cambia indirizzoCaro Messaggero Sardo,

da oltre 30 anni ricevo il“nostro” mensile, grazie an-che al quale ho saputo tenermiinformato su avvenimenti diprimo piano della vita politi-ca, sociale e di costume dellanostra Sardegna, traendonesempre motivo di intima sod-disfazione. Infatti, per chicome me è lontano dall’Isolada cinquant’anni, ricevere uncosì vasto sommario di noti-zie aggiornate, riportate e rap-presentate con intelligente ca-pacità da fornire un quadrovivo e immediato dei fatti, èmolto importante in quantotiene sempre vivace lo spiritoe il ricordo della Sardegna.Desidero quindi esprimere ungrazie affettuoso a quanti la-vorano e collaborano a questonotiziario che, in qualche mi-sura, ripaga chi lo riceve del-la nostalgia celata nel profon-do dell’animo. L’età e gli ac-ciacchi hanno suggerito di la-sciare Roma e trasferirmi inAbruzzo dove vivono due fi-glie sposate, la cui vicinanza“dovrebbe” attenuare gli ef-fetti delle primavere imma-gazzinate. È possibile avere ilgiornale al nuovo indirizzo?

Bernardino RaisVia Arzuni, 11

67054 Civitella Roveto

Caro Rais,abbiamo in parte ridotto la

sua lettera, per motivi di spa-zio, la ringraziamo molto pergli apprezzamenti rivolti allatestata e speriamo davvero dioffrire un servizio sempreadeguato alle esigenze deilettori. Per quanto riguardala sua domanda conclusiva,come potevano negare unacortesia ad un così affeziona-to lettore? Vada quindi inAbruzzo a godere degli affettifamiliari e delle cure che lesue figliole saranno ben lietedi prodigarle, il Messaggerola seguirà. Auguri.

Continuità territorialesolo per nati in Sardegna Caro Messaggero Sardo,

sono figlio di genitori sardi.Per motivi di lavoro i miei sisono trasferiti in Germania

nel 1969 ed io sono nato inGermania il 23 gennaio 1969.Nel dicembre di quell’annosiamo ritornati nell’isola e hoquindi vissuto in Sardegnafino all’età di 21 anni. Suc-cessivamente mi sono trasfe-rito a Bergamo dove risiedo edove ho costruito la mia fami-glia. Il problema è che fino adoggi non ho mai usufruito del-le agevolazioni per i residentio nati in Sardegna, perché, ineffetti, non lo sono! Ma sonosardo a tutti gli effetti, comeposso dimostrarlo?

Antonio PesVia Papa Giovanni XXIII, 100

24040 Madone (Bergamo)

Caro Pes,cogliamo nelle sue parole,

così come in quelle di tantilettori che ci hanno rivolto lostesso interrogativo, la dupli-ce amarezza di aver pagatoalmeno due volte la condizio-ne di emigrato, quella di chi èstato costretto ad abbandona-re la propria terra, i familiarie gli amici per necessità di so-pravvivenza e quella, ancorapiù paradossale, di chi comelei, pur con salde radici nel-l’isola e di fatto sardo, nonpuò esibire o dimostrare leradici “autentiche” della suastoria personale. Non possia-mo che confermarle ciò chelei ben conosce. Purtroppo, inquesta fase della continuitàterritoriale, per usufruire del-le agevolazioni non basta es-sere figli di emigrati sardi,occorre essere nati nell’isola.L’auspicio che formuliamo èche questa opportunità diavere consistenti sconti suivoli possa essere estesa ancheai figli degli emigrati e ai lorofamiliari, ma la realtà attualeè quella che sa. Ricambiamogli affettuosi saluti.

Lettore lamenta ritardoin pubblicazione poesieCaro Messaggero Sardo,

nelle prime ore del mattinoripenso al tempo trascorsoscrivendoti versi in lingua ita-liana e sarda dei quali perònon ho avuto ancora modo divederne la pubblicazione. Orati chiedo di tenere in conside-razione anche me ed è peravere un piccolo spazio che tiscrivo. Mi domando se percaso non ho sbagliato nell’in-viare i versi e non sono statiadeguatamente recapitati.Ringrazio tanto per il giorna-le che ogni mese mi tiene piùvicino alla Sardegna.

Gesuino OrrùScheldestraat, 76

6413XZ Heerlen (Olanda)

Caro Orrù,abbiamo registrato l’indi-

rizzo del suo caro amico tra-sferitosi in Belgio e riceveràal più presto il giornale. Perquanto riguarda la pubblica-zione dei suoi testi in rima,stia tranquillo sono stati re-capitati all’esatto indirizzo econsegnati al prof. Tola cura-tore dell’apposita rubrica de-dicata alla poesia. Le chie-diamo ancora un po’ di pa-zienza e vedrà che sarà ac-contentato. Cari saluti.

Nuovo indirizzoper lettore “Scozzese”Caro Messaggero Sardo,

vorrei subito ringraziare dicuore per la pubblicazioneche ricevo da molti anni. Tro-

IL MESSAGGERO SARDO 3OTTOBRE 2002

Per poter rispondere alle domande degli emigrati sull'origine dei loro cognomi, tra le altre fonti, attin-giamo anche dal prezioso volume del prof. Massimo Pittau “I Cognomi della Sardegna - significato eorigine di 5.000 cognomi” (Carlo Delfino Editore, Sassari 1990).Per chi fosse interessato questo è l'indirizzo della casa editrice: Carlo Delfino editore, Regione Li Cad-duffi, 07100 Sassari.

LE ORIGINI DEI COGNOMI

vo il giornale molto interes-sante con varie informazioni,apprezzo specialmente quelleche portano tanta nostalgiadella Sardegna, nostra caraterra. Chiedo di registrare ilmio nuovo indirizzo. Invioun piccolo omaggio dellavecchia Glasgow: cartolined’antiquariato di cui facciocollezione.

Abele Murru2 Cementery Road - Dunblane

Scotland FK15 ONT U. K.

Caro Murru,abbiamo registrato il nuo-

vo indirizzo e avrà il giorna-le nella nuova residenza. Lesue cartoline sono state mol-to apprezzate e la ringrazia-mo molto dell’omaggio sa-pendo bene il valore che han-no per un collezionista. Au-guri.

Dal Cile ricorda isolae abbraccia familiariCaro Messaggero Sardo,

mi chiamo Silvia Pais Ger-des, sono nata a Santiago delCile e ho sposato un cileno.Ho quattro figli, tre femmine(una delle quali è monaca) eun maschio. Sono figlia di unsardo, Giovanni Pais Bellu diPozzomaggiore, che ha 92anni, e di una tedesca, che haattualmente 88 anni. Mio pa-dre è giunto in Cile nel 1927e qui ha sposato mia madre.Sono nate due figlie e settenipoti. I miei genitori, chehanno festeggiato 60 anni dimatrimonio, mi hanno inse-gnato ad amare la Sardegna eio non l’ho mai dimenticata.La famiglia è divisa tra l’iso-la, il Cile e la Francia. Hoavuto la fortuna di vedere laSardegna due volte: la prima,nel 1970, con mio babbo, e laseconda, nel 2000, con miafiglia Rosina. Ho potuto cosìconoscere i familiari, il paesed’origine di mio padre e laterra dei miei antenati. È sta-ta una grande emozione. An-che io ho trasmesso a miomarito e ai figli un grandeamore per l’isola e il miogrande sogno è quello di po-tervi tornare insieme a loroper viverci. Ricevo costante-mente il giornale e così sonosempre informata su quantoavviene nella mia cara Sarde-gna. Saluto tutti con mio ma-rito Jesus e i figli Furica, Ro-sina, Renza e Silvio.

Silvia Pais Barrera(posta elettronica)

Cara Pais,la sua gentile lettera ci

permette di ricordare e salu-tare i tantissimi emigrati e ifigli di sardi che, nonostanteil tempo, non dimenticano lepiù lontane radici. Cogliamol’occasione per rivolgeretanti cari auguri ai suoi geni-tori che con 60 anni di matri-monio rappresentano un bel-lissimo esempio di longevitàmatrimoniale. A lei un ab-braccio speciale dalla Reda-zione.

Indirizzo e casa editricelibro MiliaCaro Messaggero Sardo,

gradirei conoscere il nomee l’indirizzo della Casa Edi-trice che ha pubblicato il li-bro “Dialogo sulla Nazionesarda” di Graziano Milia, davoi citato nel numero di gen-naio del “Messaggero”. Nonsono riuscito a trovarlo né

nelle librerie né nella localeAssociazione dei Sardi.

Massimo DorelloVerona

Caro Dorello,il testo di cui lei chiede no-

tizie è stato pubblicato da“AM&D Edizioni” – Caglia-ri, via Aosta 3/5 – tel.070.309038; fax 070.345037

Nuova lettrice esprimegradimento per giornaleCaro Messaggero Sardo,

da pochi mesi sono iscrittaall’Associazione dei Sardi inToscana, ricevo il vostromensile e ve ne sono grata.Personalmente non sonoun’emigrata in quanto nata inToscana da madre pure To-scana, tuttavia mio padre è diLuras e questo basta a farmisentire sarda. Trovo lodevoleciò che fate per i sardi che sitrovano lontani dalla propriaterra e che spesso devono af-frontare molte difficoltà.

Mio padre non ha mai tro-vato ostacoli, anzi è semprestato indicato come esempiodi onestà e senso del dovere,tuttavia l’integrazione non èaffatto facile.

Francesca CabrasVia del Tinto, 22

56010 Vicopisano (Pisa)

Cara Cabras,ci fa piacere sapere che il

giornale è apprezzato, tutta-via non è noi che deve ringra-ziare ma la Regione Sarde-gna che attraverso il FondoSociale sostiene la pubblica-zione distribuita gratuita-mente agli emigrati e ai lorofamiliari. Per la Cooperativa“Il Messaggero Sardo” è in-nanzitutto un valore darevoce e accompagnare la cre-scita dell’emigrazione nelmondo, ma non mancano ledifficoltà, soprattutto in unmomento in cui l’informazio-ne “di servizio” è sempremeno diffusa e aumentano lespese per produrre giornalisu carta. Seppure la Redazio-ne faccia di tutto per essere“dalla parte dei lettori”, nonsempre ci riesce e le paroledi stima fanno piacere. Spe-riamo di continuare a meri-tarle.

Emigrazione, viaggi,spese e disserviziCaro Messaggero Sardo,

sono tanti anni che dallaValle d’Aosta, regolarmentedue volte all’anno, con im-menso piacere, scendiamo inSardegna. Mio marito è sar-do, io “continentale”. La notadolente di questi spostamentista nei viaggi. Con granderammarico, nell’agosto scor-so, con la Tirrenia, sulla rot-ta Genova-Porto Torres, ab-biamo potuto usufruire solodi due navi? Perché? I prezzisono lievitati, il servizio no.Perchè? Prenotiamo con net-to anticipo, a marzo, per ave-re la cuccetta. Scopriamo, innave, che alcuni nostri amici,che hanno prenotato a genna-io, viaggiano in ponte. Per-ché. Per non parlare delle“code”, all’imbarco, per riti-rare l’apri cabina, per sbarca-re… Perché? Nel dicembre2001 ci è toccata una “minicrociera” di tre giorni! Non sipoteva attraccare a causa delvento di grecale. Una voltanei garages siamo stati solle-citati ad affrettare le opera-

zioni di sbarco. Non era cer-to nostra intenzione rimanereancora a bordo, dopo 40 oredi mare! Via “cielo”, non vameglio. Da Torino non c’ècontinuità territoriale e soloun volo Torino-Cagliari-Pa-lermo… Perché? Con quelloche costa il biglietto, riuscia-mo ad andare in Canada!Speriamo che in un futuronon troppo lontano, la nostravaligia di emigrati sia pienadelle risposte a tutti i nostriperché.

Noi in Sardegna ci tornia-mo, malgrado tutto, perchéamiamo questa terra.

Aiutateci però ad arrivarepiù dolcemente.

A questo proposito c’è si-curamente, chi può fare qual-cosa. Buon lavoro e grazie algiornale per i servizi che of-fre.

Maria Fazari e TizianoCotza

Fraz. Mazod, 4611020 Nus

Cara Fazari Cotza,abbiamo pubblicato inte-

gralmente la sua lettera inquanto, con i ripetuti perché,ci è sembrata idonea adesprimere il disappunto el’educata rabbia di tantissi-mi viaggiatori, emigrati enon, che subiscono disservizie disagi per poter tornarenella loro terra d’origineperfino per le vacanze. È evi-dente che il giornale non pos-sa fare molto di più che regi-strare le situazioni segnalatedai lettori.

È importante tuttavia an-che dare spazio alle protestee alla denuncia dei disagicon la certezza che “c’è sicu-ramente chi può fare qualco-sa”.

Bisogna tuttavia anche re-gistrare qualche piccolo pas-so in avanti. Innanzitutto si èspezzato il monopolio delleCompagnie di Navigazione enei collegamenti via marequalcosa è cambiata, anchese ciò nulla toglie ai disagida lei evidenziati.

È stata inoltre avviata larichiesta di allargare anchealle vie marittime la conti-nuità territoriale e si comin-cia a parlare dell’opportuni-tà di ampliare le rotte aeree,per consentire di fruire deglisconti da qualunque aeropor-to. Non è poco. E’ aumentatoanche l’interesse a gestireflussi di traffico dall’esteroda parte di compagnie aereestraniere. Certo la valigiadei perché è ancora moltopesante, ma c’è da ritenereche siano maturi i tempi pervivere esperienze diverse. Cel’auguriamo per tutti i sardinell’isola e nel mondo. Gra-zie per averci scritto.

Chiede informazionisu poeta Luigi Cabras Caro Messaggero Sardo,

ringrazio per l’invio delgiornale di cui apprezzo inmodo particolare la paginadedicata alla poesia. Appro-fitto dell’occasione per chie-dere informazioni sulle rac-colte di componimenti inrima di Luigi Cabras. Nellelibrerie e su internet non rie-sco a risalire all’Editore e aititoli. Mi potreste aiutare?

Maria Luisa Prette(posta elettronica)

Cara Prette,

abbiamo trasmesso la sualettera al prof. Tola, curatoredella rubrica che lei apprezzamolto e stia certa che avrà alpiù presto le informazioni chedesidera. Cari saluti.

Appello collezionistacartoline e francobolliCaro Messaggero Sardo,

vivo a Torino dal 1978, masono originario di Uri, in pro-vincia di Sassari, dove an-nualmente trascorro 15 gior-ni di vacanza.

Sono un collezionista dicartoline antiche e moderne,buste e francobolli, chiedopertanto se qualcuno dei nu-merosi lettori del giornale,anche residenti all’estero, ab-bia voglia di scrivermi e dipromuovere scambi.

Raimondo MasalaCasella Postale, 48

10093 Collegno(Torino)

Caro Masala,abbiamo ridotto la sua let-

tera all’essenziale, rispettan-

do la richiesta da lei formu-lata. Vedrà che le cartolinenon tarderanno ad arrivare.Buon lavoro!

Chiede invio giornalecome dono per lamammaCaro Messaggero Sardo,

sono figlia di un’emigrataoriginaria di Posada (Nuoro)che vive a Monterotondo, inprovincia di Roma avendosposato mio padre, nato a La-tina. Vorrei fare una sorpresaalla mamma facendole recapi-tare il giornale.

Vi sarei molto grata se pote-ste inviarlo.

Laura ChiuratoVia Pietro Nenni, 3

00015 Monterotondo

Cara Laura,abbiamo sintetizzato la sua

lettera per motivi di spazio.Sarà però accontentata e suamamma Aurelia avrà il gior-nale al più presto.

Cordialità.

LAMPIS

Caro Messaggero,oltre che comunicarvi il mio

nuovo indirizzo, al quale sperocontinuerete a spedire l’amatogiornale, approfitto per saluta-re da queste pagine il mio pae-sano scrittore Tiberio Vaccaed infine, che origine ha il miocognome?

Lampis EmilioVia Pettinengo, 5

10149 Torino

Caro Lampis,continuerà a leggere il Mes-

saggero, speriamo che il si-gnor Vacca possa mettersi incontatto con lei.

Il suo cognome presenta ilplurale di famiglia, di formacampidanese, e corrisponde alcognome medievale Alanpi(documentato nel Condaghe diSilki) corrispondente proba-bilmente al nome personalebizantino Eulampios.

Compare in gran parte deitesti del XII e XIII secolo.

CANI

Caro Messaggero,cortesemente chiedo infor-

mazioni approfondite sullastoria del mio cognome.

Nell’aspettare la vostra ri-sposta, porgo i più cordiali sa-luti.

Cani FabioVia Cav. Vittorio Veneto, 20

Saluzzo (CN)

Caro Cani,l’ origine del suo cognome

può corrispondere al campi-danese cani “cane” che derivadal sostantivo latino canis, opotrebbe originare da cogno-me propriamente italiano disignificato ed origine uguale.

Si registra come Cane delCondaghe di Silki e nel CDS IIdei secoli XI e XII.

FENU

Caro Messaggero,avrei piacere correggeste il

mio indirizzo in quanto è or-mai da tanto che il giornale ame diretto arriva a mio omoni-

mo, peraltro felice di ciò, cheho pregato per indicare l’indi-rizzo esatto, ma fino ad ogginulla è cambiato. Mi racco-mando!

Avrei piacere sapere ancheda cosa origina il mio cognome.

Fenu GiulianoVia G. Puecher, 18

Sovico (MI)

Caro Fenu,siamo spiacenti del disguido

che cercheremo di risolvere alpiù presto.

L’origine di Fenu ci indiriz-za o al latino fenum da cui fenu“fieno”, oppure corrisponde-rebbe al nome di villaggio me-dievale Fenu, ormai scompar-so, indicando naturalmente lanascita di individuo in quellalocalità.

Fanno parte di tale matriceanche i cognomi De Fenu oDeffenu, presenti nel Conda-ghe di Silki.

MASCIA

Caro Messaggero,sarei curioso di avere notizie

circa l’origine del mio cogno-me e di quello di mia moglieche è Palmas.

Mascia AttilioVia A. Mutti, 725126 Brescia

Caro Mascia,presto accontentata la sua

curiosità.Palmas sarebbe originario

dal singolare Palma, ovvia-mente inteso come pianta o in-dicante bella donna o palmadella mano.

Potrebbe essere originariodal paese di Palmas Arborea,nell’oristanese, o di altri cin-que paesi omonimi, e quindiindicare individuo nato in taleluogo.

Mascia, più usato in Sarde-gna come Maxia, corrispon-dente all’omologo teminecampidanese indicante “ma-gia, stregoneria” derivantedal latino magia.

In subordine può essere in-tesa come variante del cogno-me Masia.

EDITORIALE 4

OTTOBRE 2002

EDITORIALE

Con l'autunno arrivanodense nubi di crisi4 nel governo della Regione

POLITICA REGIONALE

Con la nomina dei commissaridiventa operativa la legge6 sulle nuove Province sardedi Maria Grazia Caligaris

Proposte di modifica dellalegge elettorale7 dell'UDR e �Democratzia�di Luigi Alfonso

Un concorso di ideeper il nuovo simbolo8 dell'UDR di Floris

I riformatori sardi sollecitanoil rilancio delle riforme9 istituzionali

Nasce tra le polemichel'agenzia regionaledi protezione ambientale

SERVIZI DALLA SARDEGNA

L'acqua delle miniere per5 fronteggiare l'emergenzasiccitàdi Gino Zasso

CON L'AUTUNNO ARRIVANODENSE NUBI DI CRISISUL GOVERNO DELLA REGIONE

SOMMARIOUn osservatorio per controllarei prezzi nei mercati di Cagliari

Un progetto di recuperodei detenuti sardi8 attraverso la formazionedi Alessandro Zorco

Il mondo del volontariatorivendica dalle istituzioni11 il rispetto dei dirittidi Luigi Alfonso

ECONOMIA

La SFIRS abbandonala cordata Sardo-Veneta7 per la Costa Smeralda

La chimica chiude:ciminiere spente nella10 piana di Ottanadi Giuseppe Centore

CULTURA

Uno studio scientifico12 sulla produzione di coltelli sardidi Eugenia Da Bove

Concluso a Ozieri il corsoper allievi del canto a chitarradi Gerolamo Squintu

Si rinnova a Posada19 la festa dei poetidi Natalino Piras

Le origini mitologiche20 a Silanusdi Gianni Perrotti

EMIGRAZIONE

La storia della Sardegnaper le scuole curata21 da Manlio Brigagliadi Giovanni Mameli

L'umanità dentro il lagerdiario di Pietro Toladi Natalino Piras

Parlando in Poesia22 a cura di Salvatore Tola

Eleonora d'Arborea storiaminore del monumento32 di Oristanodi Adriano Vargiu

EMIGRAZIONE

Un nuovo impegnoper onorare il debito20 verso i padri emigrati

Antonio Marredda acclamatopresidente onorariodella Federazione belga

Il ruolo dell'associazionismoper favorire l'inserimento14 e l'integrazione degli emigratidi Gianni De Candia

Per affrontare il presente15 non dimenticare la lezionedel passato

Quattro giorni con la Sardegna.16 I sapori e i colori dell'isolaanimano il centro di Losannadi Antonello De Candia

�Su Nuraghe� festeggia17 35 anni di attivitàal servizio dei sardi

SPORT

Il Cagliari si affida30 a Venturadi Andrea Frigo

Appena quattro puntidopo cinque giornateLicenziato Leonardidi Franco Ferrandu

La Sardegna confermala sua leadership31 nell'hockey su pratodi Andrea Porcu

Due squadre sardeal campionato di A/2di Volleydi Liliana Fornasier

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IL MESSAGGERO SARDO. Mensile della Regione Sardegna per gli emigrati e le loro famiglieEdito dalla Cooperativa «Messaggero Sardo» s.r.l. - Pres. Gianni De Candia

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Con l’autunno sono torna-te le nuvole. C’è statoqualche temporale. Ma

le piogge, tanto attese e invo-cate, hanno provocato, comesempre, anche danni. Comun-que il beneficio per le campa-gne assetate, dopo la più torri-da e secca estate che si ricordi,è stato innegabile. Così comel’apporto per gli invasi ormaiquasi prosciugati dalla siccità.Ora c’è qualche settimana inpiù d’acqua garantita per le fa-miglie di Cagliari e di granparte del Campidano, che nonsaranno costrette a subire ulte-riori drammatici tagli all’ero-gazione idrica già limitata a seiore giornaliere.

Ma con l’autunno sono tor-nate ad addensarsi dense nubianche sul governo della Regio-ne. Con l’approssimarsi dellapresentazione e della discus-sione della manovra finanzia-ria, è ormai prassi pressochéconsolidata, cominciano le fri-zioni tra le varie componentidella coalizione di maggioran-za e anche all’interno dellestesse. E’ successo in passato,si è ripetuto di recente e si staripetendo ancora quest’ anno.

Sembrava che il presidentePili – dopo l’avvio drammati-co del suo mandato: segnato daun numero rilevante di sconfit-te al voto segreto nell’Aula delConsiglio regionale – fosseriuscito se non a pacificare al-meno a placare le varie com-ponenti del Centrodestra. E in-vece il fuoco covava sotto lacenere. A muovere critiche alpresidente della Giunta con ri-chiami espliciti anche in Aulanon è stato solo il suo prede-cessore Mario Floris. Questavolta la voce grossa l’ha fattaAlleanza nazionale, il secondopartito della coalizione. Giàalcuni mesi fa il Gruppo di Anaveva minacciato di uscire dal-l’esecutivo e di dare solo l’ap-poggio esterno (un modo comeun altro per sfiduciare il presi-dente). Ma ai primi d’ottobre

la protesta di An è esplosa du-rante i lavori del Consiglio re-gionale. Per protesta, senten-dosi emarginati e non conside-rati nelle scelte del presidente,tutti gli undici consiglieri delGruppo hanno disertato l’Au-la. Un fatto che non ha prece-denti nella storia dell’Autono-mia.

Le opposizioni hanno giudi-cato il gesto come una esplici-ta sfiducia al presidente dellaRegione e hanno chiesto a Pilidi trarne le conseguenze. La si-tuazione non è precipitata per-

ché l’uscita dall’Aula dei con-siglieri di Forza Italia ha fattomancare il numero legale e laseduta del Consiglio è statasospesa.

Il motivo scatenante dellapresa di posizione di An è sta-to la decisione di Pili di nomi-nare commissario dell’Agen-zia per l’ Ambiente l’ex asses-sore dell’Agricoltura, nonchéesponente di primo piano del-l’UDC, Antonello Usai.

An che rivendicava quel po-sto e che non aveva gradito al-cune precedenti scelte fatte in

solitudine da Pili, ha rotto gliindugi.

Per tentare di rasserenare glianimi sono intervenuti perso-nalmente Berlusconi e Fini.Dopo giornate di convulsetrattative e di pubbliche presedi posizione il gruppo consi-liare di An, ha accolto un invi-to di Pili, e ha deciso – a mag-gioranza – di tornare in aula edi far rientrare la protesta inattesa di un chiarimento congli alleati, che deve essere de-finitivo. Mauro Pili, alla vigi-lia della ripresa dei lavori del-

l’assemblea regionale ha scrit-to al coordinatore di An, Car-melo Porcu e al presidente delGruppo, Bruno Murgia, spie-gando che “alcuni atti compiu-ti in questi ultimi mesi posso-no aver suscitato la sensazionedi un venir meno della colle-gialità del governo della Re-gione” ma che si è trattato di“atti indispensabili per salvareimportanti risorse per la Sar-degna e la cui urgenza era as-solutamente improcrastinabi-le”. Dopo aver ribadito la“centralità” di Alleanza nazio-nale, Pili riconosce che “è in-dispensabile maggior coesio-ne, più determinazione, e ag-giungo, maggiore collegiali-tà”.

A fine ottobre il Consigliodovrà riunirsi per discutereuna mozione di sfiducia pre-sentata dal Centrosinistra. Inquella circostanza si vedrà se ilpresidente Pili è riuscito a ri-portare serenità nei rapporti trale varie forze della maggioran-za. Perché la insoddisfazioneper l’azione di governo dellaRegione non è solo di An. An-che i Riformatori di MassimoFantola, dal loro congresso diVillasimius, già prima che lasituazione precipitasse, el’Udr a più riprese, avevanochiesto più collegialità e piùincisività nell’attuazione delprogramma. Tutti sono consa-pevoli delle nefaste conse-guenze di una crisi dallo sboc-co imprevedibile, ma anchepreoccupati della paralisi cheprovocherebbe una situazionedi stallo.

Pili sa bene che per accon-tentare un alleato non puòscontentarne altri. E la letterainviata a Porcu e Murgia, in-fatti, conclude con l’impegno asottoporre alla maggioranza lequestioni sollevate da An ma“tenendo ben conto che la no-stra coalizione è articolata enecessita un atteggiamento diequilibrio che in questa fasedeve prevalere”.

IL MESSAGGERO SARDO 5OTTOBRE 2002

L'ACQUA DELLE MINIEREPER FRONTEGGIAREL'EMERGENZA SICCITA'

di Gino Zasso

ACQUA / Bizzarrie del tempo: mai negli ultimi centoanni era piovuto così poco fino a luglio e mai così tantoin agosto e settembre. Dai pozzi dell'iglesiente lerisorse idriche per Cagliari

UN OSSERVATORIOPER CONTROLLARE I PREZZINEI MERCATI DI CAGLIARIUn Osservatorio control-

lera’ i prezzi dei pro-dotti in vendita a Ca-

gliari, in particolare nei Mer-cati Civici e contribuira’ conun’informazione costante aristabilire un rapporto di fidu-cia tra commercianti e consu-matori. E’ l’impegno assuntocon un protocollo d’intesa tra ilComune di Cagliari, le associa-zioni dei commercianti Confe-sercenti e Confcommercio equelle di tutela dei consumato-ri Cittadinanzattiva, UnioneNazionale Consumatori e Adi-consum. L’obiettivo e’ fronteg-giare il carovita, dopo introdu-zione dell’euro coincisa con unaumento indiscriminato deiprezzi. L’iniziativa colloca Ca-gliari tra le prime citta’ in Italiaa essersi dotata di uno strumen-to operativo cui potranno fareriferimento i cittadini. L’Osser-vatorio consentira’ all’assesso-rato delle Attivita’ produttivedi assumere anche iniziativespecifiche cui si affiancherannoquelle delle associazioni. Il

Comune procedera’ all’adeguamento del numero degli ispet-tori di vigilanza

annonaria per monitorare iprezzi e sanzionare le violazio-ni alle norme sulla pubblicita’,sull’origine dei prodotti e sullevendite.

E’ prevista, inoltre, l’aperturaal pubblico del Mercato Orto-frutticolo all’ingrosso almenoun giorno la settimana o tutti igiorni dopo le 11. I firmataridell’accordo si sono impegnatia incontrarsi ogni mese per va-lutare la situazione, segnalan-do anomalie nei prezzi e propo-nendo e concordando strategieper combatterle. Le associazio-ni sono impegnate a coinvolge-re gli aderenti per ottenere il mi-glior risultato in quanto, in re-gime di libero mercato, la col-laborazione tra le parti e’ deter-minante. L’iniziativa, che si af-fianca all’Osservatorio Pubbli-ci Esercizi, istituito in attuazio-ne del Piano per le attivita’ divendita, intende inoltre coin-volgere la Camera di Commer-

cio per la diffusione dei dati.Nel protocollo d’intesa si ritie-ne determinante anche il sup-porto dei mass-media, che sa-ranno tempestivamente infor-mati con bollettini bisettima-nali o mensili, per diffonderel’andamento dei

prezzi e le iniziative per cal-mierarli. L’accordo e’ stato sot-toscritto, alla presenza del sin-daco Emilio Floris, dall’asses-sore delle attivita’ produttiveLuciano Collu, da Puppo Ma-reddu di Confcommercio, Car-lo Abis di Confesercenti, Ro-mano Satolli per Adiconsum eUnione Nazionale Consumato-ri e Roberto Porcu di Cittadi-nanzattiva. “L’Osservatoriodei prezzi”, ha precisato Collu,sara’ a costo zero, in quanto siavvarra’ di personale e strutturedell’amministrazione e avra’sede in uno dei mercati civici.Per il funzionamento, i contra-enti dell’intesa nominerannociascuno un rappresentante chepartecipera’ agli incontri ca-lendarizzati.

Acqua, è stata l’annata deirecord: mai, negli ultimicento anni era piovuto,

fino a luglio, così poco, mai inagosto e nei primi di settembre erapiovuto tanto. E a record si ag-giunge record: mai, in Sardegna,nel settore dei lavori pubblici, siera lavorato ininterrottamente perventiquattr’ore al giorno, in treturni massacranti, per addurre nel-l’area metropolitana di Cagliaril’acqua delle miniere dell’Igle-siente, come invece sta avvenen-do ora.

Per attenuare i disagi della sic-cità di un anno, hanno dato unapoderosa mano prima Giove plu-vio, poi la Regione. Rovinando leferie a migliaia e migliaia di vil-leggianti (Ciampi, il turista pereccellenza, prima del diluvio ave-va già lasciato, con tanto rimpian-to, La Maddalena), a cavallo traagosto e settembre è piovutocome rarissimamente è accaduto:gran parte delle precipitazioni èstata assorbita dal terreno riarso(portando comunque benefici ef-fetti alle falde) ma anche i bacinise ne sono avvantaggiati.

Si riteneva ci fosse acqua solofino ad ottobre, invece la situa-zione è nettamente migliorata. Inassenza di piogge, a fine ottobre sisarebbero dovute intaccare le co-siddette “acque morte”, cioé i fon-dali fangosi dei bacini, con graveimpegno per la loro depurazionee con grosso pregiudizio per lespecie ittiche che popolano i bas-sifondi. Fortunatamente l’acqua èarrivata e il pericolo è stato scon-giurato: secondo calcoli dell’as-sessorato regionale dei lavoripubblici negli invasi dell’isolasarebbero finiti oltre 25 milioni dimetri cubi di acqua il che ha scon-giurato il pericolo di una crisi piùnera. L’aumento di disponibilitànon è stato uniforme: a trarre mag-gior vantaggio è stato il sistemaCoghinas-Mannu-Temo, che haincrementato le sue esigue risorsedi oltre 21 milioni di metri cubi (ametà settembre erano invasati 85milioni di metri cubi), seguito dalsistema Flumendosa-Campida-no-Cixerri con 3,2 milioni di me-tri cubi in più: la disponibilità at-tuale è stabilita in nove milioni emezzo di metri cubi ma arriva aventicinque milioni con l’appor-to dei bacini minori, Mulargia, Saforada, Cixerri, Is barroccus). NelSassarese nel mese di agosto sonocaduti 80 millimetri di acqua,contro i dodici della media clima-tologica: il Bidighinzu, tuttavia, èda mesi fermo a una disponibilitàdi quattro milioni di metri cubi.Pressoché stazionaria la situazioneanche negli altri dei quaranta baci-ni dell’isola, dove, comunque, gliaumenti di livello hanno compen-sato i consumi, rilevantissimi,come sempre, nei mesi estivi.

Nonostante il fortunato e ingran parte imprevisto aiuto di na-tura meteorologica, le restrizioniper città e campagne restano tutte:a Sassari l’acqua viene erogatasoltanto nelle ore notturne, a Ca-gliari per sei ore al giorno, comenella maggior parte dei Comunidell’isola. L’unica eccezione èrappresentata da Guspini che,grazie a un intelligente sfrutta-mento di pozzi e sorgenti, puòpermettersi il lusso di fornire ac-qua ventiquattr’ore al giorno.

Altrove alla ferrea logica dellalimitazione delle forniture non sipuò derogare: è infatti maggiorela quantità di acqua che si perdenegli impianti di adduzione chequella che si consuma. SecondoSergio Marracini, presidente del-l’Esaf, l’ente che gestisce le retiidriche dei comuni dell’isola, ilsessanta per cento dell’acqua ero-gata (ma il dato è contestato dal-

l’assessorato regionale dei lavoripubblici, che ritiene il fenomenopiù contenuto) si perde per strada.Vi sarebbero paradossali situazio-ni-limite: a Olbia e a Carbonia leperdite arriverebbero addiritturaall’ottanta per cento della quanti-tà distribuita. Complessivamentesi perdono oltre cento milioni dimetri cubi di acqua e 150 milionidi euro.

I dati hanno fatto gridare alloscandalo gli agricoltori dellaGallura che, riuniti nel salone co-munale di Tempio assieme aisindaci e ai presidenti delle co-munità montane, hanno elabora-to un dettagliato documento chehanno inviato al presidente del-la Regione Mauro Pili, che è an-che commissario per l’emergen-za idrica. Chiedono, tra l’altro, larealizzazione di una condotta dicollegamento tra gli invasi delCoghinas e del Liscia, il definiti-vo collaudo della diga sul Liscia,la ridiscussione della concessio-ne del bacino del Coghinas al-l’Enel. «La priorità - ha dettoEugenio Maddalon, presidentedi Confagricoltura - deve esseredata agli usi civili, quali agricol-tura, turismo e attività produtti-ve, e non alle centrali idroelettri-che, le cui esigenze costano dai100 ai 150 milioni di metri cubiall’anno».

Il grave handicap dell’eroga-zione è comunque rappresentato

dalle reti di distribuzione, obso-lete e fatiscenti in tutta la Sarde-gna: secondo il presidente del-l’Esaf con una spesa di 150 mi-lioni di euro in due anni saràpossibile portare le perdite al li-mite fisiologico del 15 per cen-to.

Nel frattempo non è andato inporto, per la netta opposizionedel Consorzio di bonifica del-l’Oristanese, il progetto dellagiunta regionale di prelevare ac-qua dal Tirso per destinarla adaltre zone della Sardegna, in par-ticolare al Cagliaritano. «L’ac-qua di cui disponiamo non bastaneanche a noi - ha detto Mario

Matta, presidente del Consorzio- Attualmente siamo in grado diirrigare soltanto il 30 per centodelle nostre colture e non siamocerto in grado di approvvigiona-re il Basso Campidano».

Sulla base di queste considera-zioni, il presidente Mauro Pili hadeciso di dare un’accelerazioneai lavori per la rete di adduzionedell’acqua delle miniere. Comegià detto si lavora alacremente,con ritmi finora sconosciuti inSardegna, anche di notte, allaluce delle fotoelettriche. Centopersone impiegate alternativa-mente in tre turni, un appalto diun milione e 667 mila euro, tem-

po concesso per concludere i la-vori cinquanta giorni. Le impre-se che hanno accettato questosingolare contratto sono l’Igea,che si occupa del pompaggio edella verifica delle qualità, laOpere pubbliche, che scava legallerie e sistema i tubi e la SaintGobain, che fornisce i materiali.Collaborano tecnici e operai delConsorzio di bonifica del Cixer-ri, dell’Esaf e dell’Eaf. Una scom-messa, la cui verifica si avrà il 19ottobre, quando nel Cagliaritanodovrebbe riversarsi un fiume didieci milioni di metri cubi l’an-no, al ritmo di 300 litri al secon-do.

Per impiegarla negli usi civili,venti chilometri di scavi e altret-tanti di tubi di ghisa del diame-tro di 60 centimetri preleverannol’acqua dalle falde, a duecentometri di profondità, dei pozzi“Sella” e “T” della miniera diMonteponi. Sono luoghi dellastoria: in un secolo di sfrutta-mento industriale hanno prodot-to tre milioni di tonnellate di zin-co e piombo, ma nella notte deitempi, erano già utilizzati da Fe-nici, Pisani e Aragonesi. Il 18 ot-tobre 1985 c’era stata, in queiluoghi ormai in crisi irreversibi-le, l’indimenticabile visita dipapa Wojtila, che aveva volutoabbracciare i minatori senza la-voro. Adesso i pozzi che nondanno più minerali “produrran-no” acqua: da Monteponi saràportata a Campo Pisano, doveverrà convogliata, poi verso Vil-lamassargia, per concludere ilsuo viaggio, costeggiando lastrada provinciale, nell’invaso diGennas is abis, in territorio diUta. Dal bacino l’acqua prose-guirà il suo cammino nelle giàesistenti tubature dell’ente Flu-mendosa e placherà alfine la setedei cagliaritani.

Una scommessa, si è detto. Unascommessa per la quale il presi-dente Pili si è impegnato in pri-ma persona, contagiando la suafrenesia e la sua voglia di conclu-dere a tecnici e maestranze. Erasindaco di Iglesias quando, nel1997, aveva subìto la chiusuradell’impianto di pompaggio delpozzo Sella, decisa da altri perevitare che l’acqua finisse inmare e a per favorirne la risalitanei bacini sotterranei. Lui, il sin-daco, quell’acqua avrebbe volu-to governarla per migliorarne laqualità. Non c’è riuscito allora,lo sta facendo, in altra veste,adesso, con un’opera pubblica dieccezionale portata, destinata arestare memorabile.

E in extremis, alla scadenza ir-revocabile del 30 settembre, ilpresidente della Regione ha isti-tuito l’Arpas, l’Agenzia regiona-le per la protezione dell’ambien-te della Sardegna e ha emessol’ordinanza per la creazione delPiano d’ambito, lo strumento cheregolerà il governo delle acqueper i prossimi vent’anni. La Sar-degna è arrivata ultima tra le re-gioni italiane, ma, avendolo co-munque fatto entro il tempo li-mite, otterrà la bellezza di un mi-liardo di euro di fondi comunita-ri. Alla guida del nuovo, impor-tantissimo organismo, Pili hanominato, in qualità di commis-sario, l’ex assessore regionaleAntonello Usai, segretario del-l’Udc e direttore generale dellasanità.

La designazione è motivo diforti polemiche: l’opposizioneparla di “golpe istituzionale”mentre si registrano forti tensionianche nella coalizione di gover-no: anche per questo fatto An mi-naccia di uscire dalla maggioran-za, provocando una crisi di nonfacile soluzione.

IL MESSAGGERO SARDO 6OTTOBRE 2002

CON LA NOMINA DEI COMMISSARIDIVENTA OPERATIVA LA LEGGESULLE NUOVE PROVINCE SARDE

di Maria Grazia Caligaris

RIFORMEProcede l'iter perl'attuazione deinuovi entiintermedi.Polemiche sulladecisione dellaGiunta. Reazioniall'annuncio divoler scioglierele Comunitàmontane

CHE COSA PREVEDE IL RIASSETTO GENERALE DELLE PROVINCE

PROVINCIA N. COMUNI SUPERFICIE KMQ POPOLAZIONE 2001

CAGLIARI 55 (14,59%) 3.612,82 (15%) 504.018 (31,51%)

MEDIO CAMPIDANO 24 (6,37%) 2.062,15 (8,56%) 127.565 (7,98%)

CARBONIA-IGLESIAS 41 (10,88%) 1.740,54 (7,23%) 136.164 (8,51%)

ORISTANO 86 (22,81%) 2.972,31 (12,34%) 162.480 (10,16%)

NUORO 55 (14,59%) 4.143,34 (17,20%) 165.188 (10,33%)

OGLIASTRA 23 (6,10%) 1.854,24 (7,70%) 57.980 (3,62%)

OLBIA-TEMPIO 25 (6,63%) 3.367,85 (13,98%) 128.580 (8,04%)

SASSARI 68 (18,04%) 4.336,64 (18%) 317.536 (19,85%)

TOTALI 377 24.089,89 1.599.511

La legge regionale, che haistituito quattro nuoveProvince, è divenuta

concretamente esecutiva conl’operatività dei quattro Com-missari, nominati dalla Giuntanei primi giorni di agosto e in-sediati dall’assessore degli EntiLocali Andrea Biancareddu il 5settembre. A conclusione del-l’iter burocratico, in Sardegna,oltre a quelle “storiche” di Ca-gliari, Sassari, Nuoro ed Orista-no, ci saranno altre quattro am-ministrazioni provinciali chegestiranno i territori di MedioCampidano, Ogliastra, Olbia-Tempio e Sulcis. Insommal’isola assumera’ in tempi breviuna nuova fisionomia ammini-strativa con otto Enti Intermediche, al pari delle Province dipiù antica istituzione, acquisi-ranno le relative competenze.

Un delicato compito saràsvolto nelle prossime settima-ne dai quattro Commissari -Adamo Pili (Ogliastra), Gabrie-le Asunis (Sulcis), Peppino Bur-rai (Olbia-Tempio) e GiovanniCarta (Medio Campidano), tuttifunzionari e direttori dei servizidell’assessorato degli Enti Lo-cali – ai quali spetta ora il com-pito di acquisire e gestire i benipatrimoniali, mobili e immobili,e il personale per dare gambealle nuove Province.

La strada per attuare la leggenon è semplice. Basti pensareche per abolire la normativa re-gionale è stata promossa unaraccolta di firme per indire unreferendum abrogativo. Ci sono,inoltre, altri ostacoli come peresempio il personale che potreb-be non acconsentire al trasferi-mento dalla sede dove attual-mente opera. Anche la cessionedei beni potrebbe determinarequalche “frizione” tra vecchi enuovi “proprietari”. Sulla nor-mativa pende, inoltre, un ricorsodel Governo alla Corte Costitu-zionale per quanto riguarda ilpunto in cui si stabilisce la com-petenza della Regione nelloscioglimento dei Consigli pro-vinciali attuali.

Per i commissari azioneconcertataL’intento – hanno sottolineatounanimemente i Commissarialla conferenza stampa indettadall’assessore Biancareddu inoccasione dell’insediamento –è quello di operare in sintonia ecollaborando con le Province.Siamo convinti che troveremouna mediazione corretta. Se,però, dovessero sorgere impedi-menti insormontabili o si do-vesse ravvisare un’opposizionenetta, la legge regionale ha pre-visto la figura del “Commissa-rio ad acta” un “attore” con pie-ni poteri in grado di procederenell’attuazione del deliberatodel Consiglio regionale.

L’attuazione della legge haanche provocato una serie di re-azioni con riferimento alle speseda sostenere che determinereb-bero un autentico salasso per lecasse della Regione quantifica-to in 500 miliardi di vecchielire. A controbattere le osserva-zioni critiche, emerse soprattut-to dal fronte referendario, è statol’assessore regionale Biancared-du che, nel corso dell’incontrocon i giornalisti per presentareed illustrare l’azione dei Com-missari, ha annunciato la predi-sposizione di un disegno di leg-ge con cui intende abolire le Co-munità Montane.Biancareddu: abolireComunità montaneLa soppressione degli EntiMontani – ha detto - complete-

ra’ il quadro di riferimento am-ministrativo-finanziario perdare ulteriori risorse alle nuovequattro Province. In tempi brevi- ha precisato l’assessore - sotto-porrò all’attenzione della Giun-ta un disegno di legge con cuiverranno soppressi i 25 Entimontani esistenti, che contanooltre 200 persone negli organi-smi di rappresentanza. Le Co-munità Montane, che costanooltre 20 milioni di euro all’an-no, hanno dimostrato nel tempol’incapacità di svolgere il ruoloper cui erano state istituite. Peresempio, non sono riuscite acontrastare lo spopolamento deipiccoli centri delle aree interneche, invece, e’ in netto aumento.

I risparmi derivanti dalla sop-pressione delle Comunita’, cheperaltro sono in contrasto con lalegge che riconosce la Provin-cia quale unico Ente interme-dio, consentiranno di disporredi finanziamenti aggiuntivi perla nascita delle nuove Province.Occorre tuttavia precisare, incontrasto con quanto affermanoi sostenitori dei Referendumcontro l’istituzione delle ottoProvince, che nessun aggravioricadra’ - ha sottolineato Bian-careddu che ha incontrato igiornalisti alla presenza, oltreche dei Commissari, di EnzoSatta, vice Presidente, e Giovan-ni Giovannelli, componente,della Commissione Autonomiadel Consiglio regionale, elettiin Gallura - sui cittadini dallanascita dei nuovi Enti. Per ilfunzionamento degli attuali or-

ganismi vengono spesi 300 mi-liardi di vecchie lire. La stessacifra verrà d’ora in poi suddivi-sa, in base alla popolazione ealla superficie territoriale, tra leotto Province. È vero che au-menteranno le spese per gli or-gani istituzionali e per i dirigen-ti, ma anche nella peggiore del-le ipotesi questa cifra non supe-rerà i 10 milioni di euro, chepotranno essere integralmentecoperti con i fondi destinati alleComunità Montane. Non solo,se dovessero verificarsi “ammu-tinamenti” di personale, potreb-bero essere assunti ex novo finoa 200 persone, per un totale di 6milioni di euro, risparmiandoancora 4 milioni di euro e crean-do nuovi posti di lavoro. Siamoquindi ben lontani dalle cifreesorbitanti che vengono sban-dierate.

Non ha neppure fondatezza –ha osservato ancora l’assessoredegli Enti Locali rivolgendosialla platea dei giornalisti in cuisedevano, tra gli altri, anche ilCapogruppo Giorgio Corona eil consigliere di Forza Italia An-tonio Granara - il rilievo che conle nuove province si creerannoin Sardegna otto piccole realtà.La Provincia di Sassari è attual-mente quella più estesa d’Italia,analogamente quella di Nuoro sicolloca al terzo posto.Con que-sta nuova organizzazione terri-toriale le province sarde sarannonella media nazionale. È indi-spensabile infine chiarire che lalegge è stata approvata a largamaggioranza dai rappresentanti

eletti dal popolo ed esprimeun’esigenza di più ampia demo-crazia. È quasi certo che le ele-zioni per le nuove quattro pro-vince siano indette l’anno pros-simo. Non è invece indispensa-bile che si voti contemporane-mente in tutte, come avviene delresto nella maggior parte dellealtre realtà della Penisola.

L’assessore regionale degliEnti locali Andrea Biancareddusi è detto ottimista sull’esito delricorso del Governo alla CorteCostituzionale che attiene lanorma con cui si stabilisce lacompetenza della Regione nel-lo scioglimento dei Consigliprovinciali attuali. Ma se anchesi dovesse dare torto alla Regio-ne, la norma vigente - ha spiega-to Biancareddu - stabilisce l’ob-bligo di indire le elezioni allaprima scadenza utile, così comeavviene nel caso di commissa-riamento per i Comuni.

Nell’esprimere soddisfazioneper l’esito raggiunto, Enzo Sattaha sottolineato che sarà condot-ta qualunque battaglia controchi non vuole l’attuazione dellalegge. Mi auguro - ha sottoline-ato invece Giovannelli - che ipromotori dei Referendum ri-flettano e rivedano i propri con-vincimenti. Se invece c’è qual-che forza politica che vuole as-sumere una posizione contrariaalle nuove province è opportu-no che palesi il punto di vista elo discuta alla luce del sole.

Le reazioni alla propostaNumerose e polemiche le reazio-

ni alla proposta dell’assessoreBiancareddu. In primo piano aprotestare per la decisione as-sunta dall’Assessore Biancared-du, senza alcuna consultazionecon gli organismi interessati,sono stati l’Unione NazionaleComunità Montane (UNCEM)e l’Associazione dei ComuniItaliani (ANCI). Al loro fianco sisono schierati i Presidenti dellequattro province. Il sistema del-le Autonomie Locali ha infattisollecitato le forze politiche adun’ampia riflessione sulla rior-ganizzazione degli enti territo-riali nella fase di elaborazionedella nuova Carta Costituziona-le dei Sardi. Ha anche invitatol’Assemblea sarda ad approvarein tempi brevi la legge istitutivadel Consiglio regionale delleAutonomie Locali.

Gli oppositori, tra i quali oltread amministratori provinciali ecomunali numerosi esponentipolitici, hanno sostenuto che levalutazioni a sostegno dell’ini-ziativa sono errate. Si parte – èstato precisato – da presuppostiin contrasto con la Costituzio-ne, con il Testo Unico sugli EntiLocali e con la legge sulla mon-tagna. Il risparmio per la Regio-ne sarebbe al massimo di 15 mi-liardi di vecchie lire e non di 40.I finanziamenti statali inoltrenon possono essere diversamen-te destinati e quindi trasferitialle Province.

Gli Enti locali – hanno preci-sato i vertici dell’ANCI - nonpossono accettare colpi di manoche ne cancellino l’identita’, perdi piu’ estraniandoli dalle sceltee dalle decisioni che direttamen-te li riguardano. La Regione hal’obbligo l’obbligo politico emorale di confrontarsi con il si-stema delle autonomie locali.

Nuovo ruolo ancheper i CocicoNel programma dell’assessoreAndrea Biancareddu vi è ancheil progetto di ridefinire le funzio-ni dei CoCiCo assegnando nuo-vo ruoli e compiti ai ComitatiCircoscrizionali di Controllosugli atti degli Enti Locali di-slocati nei quattro capoluoghidi provincia e a Iglesias, Lanu-sei e Tempio. Lo ha annunciatoanticipando i contenuti di un di-segno di legge che, recependola modifica del Titolo V dellaCostituzione, approvata dalParlamento della Repubblica,ha abolito il controllo sugli attidegli Enti Locali da parte delleRegioni. Innanzitutto – ha pre-cisato Biancareddu – saranno in-vestiti di nuove competenzecome quella relativa al patrimo-nio e demanio. Affinché sia im-mediatamente chiaro il ruoloverranno chiamati “Servizi terri-toriali per i cittadini e gli EntiLocali”. Rappresenteranno,quindi, un punto di riferimentoimportante soprattutto per chivive in periferia nell’ottica di unconcreto decentramento, maavranno anche funzione di sup-porto all’attività di chi operanegli Enti Locali. È in atto unarivoluzione nel sistema deirapporti tra i diversi organismiche operano a livelli diversidel territorio e la riconversio-ne dei COCICO è in linea conl’idea di una partecipazionesempre più diretta dei cittadi-ni. È appena il caso di ricorda-re, specialmente a chi mi accu-sa di centralismo, che tra leiniziative assunte dall’asses-sorato – ha concluso AndreaBiancareddu - c’è stata, nonpiù di quattro mesi fa, l’aboli-zione del CORECO (ComitatoRegionale di Controllo).

IL MESSAGGERO SARDO 7OTTOBRE 2002

LA SFIRS ABBANDONALA CORDATA SARDO-VENETAPER LA COSTA SMERALDA

ECONOMIA

PROPOSTE DI MODIFICADELLA LEGGE ELETTORALEDELL'UDR E DEMOCRATZIA

POLITICA REGIONALE / Dopo quella dei Riformatori

La Sfirs abbandona la cor-data sardo-veneta, mal’operazione Costa Sme-

ralda va avanti. È questa l’ul-tima (per ora) puntata dellatelenovela della compravendi-ta dell’impero sardo dellaStarwood, un’operazione da350 milioni di Euro. In ballo,gli alberghi Pitrizza, Cala diVolpe, Romazzino e Cervo, ilcantiere navale di Porto Cer-vo, il Pevero Golf Club e nu-merose altre proprietà immobi-liari. Fra tutte, i 2400 ettari diterreno sui quali è stato proget-tato un Master Plan da oltre unmilione e mezzo di metri cubi.

La parte sarda della cordatarisulta composta dalle societàIti ed Ifim, che fanno capo avari imprenditori (Corbeddu,Loi, Paglietti), mentre la parteveneta è rappresentata dalla “2g properties” della famigliaTabacchi, dai fratelli De Rigoe dalla “Forma Urbis” (Toffa-no, Salmaso e Gallina). In più,la Sfirs, con una partecipazio-ne dell’8 per cento.

Proprio sulla presenza dellafinanziaria sarda si è apertauna spinosa questione in Con-siglio regionale, quando, alcu-ni consiglieri hanno denuncia-to in aula che la Sfirs aveva ri-sposto picche alla richiesta diinformazioni del suo azionistadi maggioranza, vale a dire laRegione.

Il presidente dell’unica fi-nanziaria regionale italiana,Alberto Meconcelli, si era li-mitato a far sapere al Presiden-te della Giunta che aveva agi-to, secondo lo statuto, per“promuovere le iniziative eco-nomiche conformi ai piani edai programmi” previsti da unaserie di leggi. Ma lo sgarbo diaver organizzato una cordatasardo-veneta senza averne in-formato ufficialmente il mag-gior azionista era troppo gran-de e Mauro Pili non ha mai na-scosto il proprio disappunto.

Ai primi di settembre, il pre-sidente della Sfirs è stato sen-tito in audizione congiuntadalle Commissioni consiliariProgrammazione ed Industria,presiedute rispettivamente da

Giorgio Balletto e Nicolò Ras-su. “L’operazione – ha precisa-to Meconcelli – non è un sem-plice passaggio di mano di al-berghi e terreni da una societàad un’altra, ma propone, perl’economia del territorio, uneffetto moltiplicatore che do-vrebbe suscitare sicuri benefi-ci. L’iniziativa risponde allefinalità staturarie ed è statacondivisa dal collegio sinda-cale. Inoltre – ha assicurato ilpresidente della Sfirs – rientranelle linee giuda tracciate dal-la Regione per lo sviluppo del-la filiera del turismo”.

Ai consiglieri che gli hannorivolto numerose domande,Meconcelli ha risposto in ma-niera giudicata poco soddisfa-cente, soprattutto nei dettaglidi natura finanziaria, qualifi-cati “tabù” per motivi di “riser-

vatezza legata alla naturacommerciale dell’operazio-ne”.

Tempo venti giorni e si èsparsa la voce di un possibileritiro della famiglia Tabacchi,subito smentita. “La compagi-ne è integra e nessun socio in-tende andarsene” ha dichiara-to il portavoce ufficiale delgruppo, l’avvocato romanoAntonio Romei.

La volontà ribadita, insom-ma, è stata quella di portare atermine il percorso avviatocon la sottoscrizione della let-tera di intenti che impegnavala Starwood ad una trattativaesclusiva per la cessione del-l’ex regno dell’Aga Khan.Cammin facendo, però, qual-che ostacolo ha costretto a ral-lentare il passo. Tant’è che l’af-fare (che doveva essere chiuso

entro settembre), sarà presumi-bilmente concluso alla finedell’anno.

Nel frattempo, si è delineatoil quadro dei partner economi-ci dell’operazione. Si tratta ditre banche, che garantiranno lacopertura di 250 milioni dieuro: Antonveneta (scesa incampo fin dall’inizio), Abax-bank (la merchant bank delCredito emiliano) ed Unicredit(attraverso la componente ve-neta di Cariverona).

Negli stessi giorni di finesettembre, altro passo cruciale.È stato quello compiuto daiDs, che col capogruppo Rena-to Cugini hanno avvertito ilpresidente Pili: “Non facciascadere i termini per la comu-nicazione all’Unione europeadella partecipazione Sfirs allacordata sardo-veneta. L’assen-so di Bruxelles è indispensabi-le. Non si può fare a meno del-la deroga della Commissioneeuropea”.

E la mossa di Pili non si èfatta attendere. Ha ingaggiatocome consulente il legale ca-gliaritano Giulio Steri (avvo-catura dello Stato) e spedito uncorposo malloppo a Bruxelles,nel quale si sostiene che la fi-nanziaria regionale avrebbeconcesso un “aiuto di Stato”alla cordata sardo-veneta. Nelricorso si definisce l’operazio-ne della Sfirs “altamente one-rosa e rischiosa”. Onerosa per-ché esistono “forti dubbi suuna seria prospettiva di reddi-tività: la gestione degli alber-ghi rimarrebbe infatti in manoalla Starwood. A ciò aggiunga-si l’alto margine di rischio con-nesso alle difficoltà di edifica-

re sui 2400 ettari di terrenoacquistati. I vigenti strumentiurbanistici consentono soloun uso limitato di quelle aree ela loro modifica appare quantomai aleatoria”. Per queste ra-gioni “il comportamento dellaSfirs si pone in contrasto conle regole sulla trasparenza del-le imprese pubbliche più voltedettata dalla Commissione eu-ropea. La Regione potrebbevedersi esposta ad una proce-dura di incompatibilità del-l’aiuto a seguito di esposti diimprese concorrenti e subire,indirettamente sul proprio bi-lancio, gli oneri conseguentiall’obbligo di restituire gliaiuti erogati”

“Ho compiuto un atto obbli-gatorio – ha dichiarato MauroPili – al quale non deve esseredata alcuna connotazione po-litica”.

La risposta di Meconcelli,giunta il primo di ottobre, con-tenuta in una lettera di pocherighe inviata ai Presidenti del-la Regione, del Consiglio re-gionale e delle CommissioniProgrammazione ed Industria.“Comunico che la Sfirs non haposto in essere alcun interven-to che possa essere qualificato,sotto alcun profilo, aiuto diStato e, comunque, ha sospesoogni ulteriore attività inerenteall’operazione di acquisto del-la proprietà Starwood”.

Bisognerà partire da zero?“Nemmeno per sogno – sosten-gono gli imprenditori che han-no avuto l’esclusiva del nego-ziato – si va avanti senza ten-tennamenti ed il 31 dicembresi chiude definitivamente l’af-fare.

Per quanto riguarda la Sfirs,se fosse costretta ad abbando-nare, noi continueremo tran-quilli sulla strada dell’acquisi-zione”. Insomma, l’uscita discena del socio pubblico nonpregiudicherebbe il buon an-damento dell’affare, perché“ci sarebbero altri imprendito-ri pronti ad entrare in qualsiasimomento”.

Malgrado le smentite, la bat-taglia si è ormai spostata sulfronte politico.

Dopo la proposta di leggedei Riformatori per disciplinare alle elezioni per il

Consiglio regionale il diritto divoto ai sardi emigrati nel conti-nente italiano ed all’estero, altredue iniziative legislative sono al-l’attenzione delle forze politicheche devono confrontarsi sui con-tenuti della nuova legge elettora-le. Si tratta delle proposte avanza-te dall’UDR (Unione Democrati-ca della Repubblica), il partito dicentro di cui e’ leader l’ex Presi-dente della Regione Mario Florise dai quattro Consiglieri dissi-denti dei DS – Ivana Dettori, Na-zareno Pacifico, Giampiero Pinnae Pier Sandro Scano - appartenen-ti al movimento “Democratzia”.

La proposta dell’UDR prevedel’elezione del 60% dei consiglie-ri (48 seggi) in collegi uninomi-nali maggioritari a turno unico. Ilrestante 40% (32 seggi), tenutoconto dell’istituzione delle nuo-ve province, sarà invece espres-sione del metodo proporzionale econ liste concorrenti a livello pro-vinciale. Nello schema di riparti-zione dei seggi, assegna, infatti,alle 8 circoscrizioni un numero dirappresentanti in Consiglio re-gionale in rapporto alla densita’di popolazione ricompresa nellaprovincia.

La nuova legge, ha spiegato

Mario Floris ai giornalisti, appor-ta correttivi al sistema elettoraleproporzionale garantendo, al con-tempo, sia la più ampia partecipa-zione dei cittadini alla vita politi-ca sia la specificità della Sardegnadove il secco bipolarismo soffo-cherebbe esperienze politichestrettamente legate alla nostracultura. Il disegno di legge intro-duce, inoltre, lo strumento dellasfiducia costruttiva con il qualel’Assemblea regionale, una solavolta nel corso della legislatura,potrà salvaguardare il buon go-verno e la governabilità “evitan-do eccessivi trasformismi e fre-quenti ribaltoni. Tutelando il va-lore delle diversità, daremo vita aun presidenzialismo moderatoche, nel rispetto delle competenzedel presidente della Giunta, assi-cura però al Consiglio regionalela possibilita’ di esercitare un

controllo sulla condotta politicadel capo dell’esecutivo.

Con la proposta di legge eletto-rale verrebbe, tra l’altro, istituzio-nalizzata la volontà di voto degliemigrati sardi. Un’apposita circo-scrizione, denominata Estero, ri-serverà a 2 consiglieri l’elezionecon il sistema proporzionale.

Altra novità della proposta,l’incompatibilità fra consigliere eassessore, “per creare una netta,opportuna distinzione fra assem-blea ed esecutivo”. Vigerà il siste-ma alla francese che prevedeun’incompatibilità temporanea(il consigliere cessa nella carica, eviene sostituito dal primo deinon eletti, per tutta la durata delmandato assessoriale. Viene rein-tegrato al suo posto al terminedell’incarico).

Il testo firmato da PiersandroScano, Ivana Dettori, Giampiero

Pinna e Nazareno Pacifico, con ilcontributo di Verdi, ComunistiItaliani e Italia dei Valori, è statopresentato alle segreterie dei par-titi del centrosinistra. La propostaprevede l’elezione diretta del pre-sidente della Regione con il bal-lottaggio nel caso al primo turnonessun candidato ottenga la mag-gioranza assoluta e l’abolizionedel listino bloccato destinato acostituire premio di maggioranzain cui quasi un quarto dei consi-glieri (16) viene scelto di fattodalle segreterie dei partiti. La li-sta o il gruppo di liste collegate alcandidato eletto avrà, invece, unpremio di maggioranza pari al 55per cento dei seggi. Non sono pre-viste soglie di sbarramento, gliemigrati potranno eleggere cin-que consiglieri, con modalità sta-bilite da un successivo regola-mento consiliare, mentre le liste

elettorali dovranno essere forma-te per metà da donne, per garanti-re la parità d’accesso alle caricheelettive.

La bozza attribuisce al presi-dente il potere di nominare laGiunta e di revocare e sostituiregli assessori e al Consiglio quellodi cambiare il proprio presidentee l’ufficio di presidenza, qualoranel corso della legislatura non sisentisse più rappresentato. Previ-sta, infine, l’incompatibilità fra lacarica di consigliere e quella diassessore, senza possibilita’ di ri-pescaggio in caso di uscita dal-l’esecutivo. Scartato perché con-tro lo Statuto il meccanismo dellasfiducia costruttiva contenutonella proposta di legge del leaderdell’Udr Mario Floris. Se cade ilpresidente della Giunta, anche iconsiglieri devono fare le valigie.

Abbiamo molti dubbi – ha os-servato Scano nel corso della con-ferenza stampa di presentazionedell’iniziativa - che Forza Italia eAn vogliano davvero la riformaelettorale. Per loro conviene an-dare al voto con l’attuale sistema.

L’urgenza sollecitata dai quat-tro consiglieri di Democratzia ègiustificata anche dalla possibili-tà, prevista dallo Statuto, di ricor-rere a un referendum entro tre mesidall’approvazione della riformaelettorale.

IL MESSAGGERO SARDO 8OTTOBRE 2002

UN PROGETTO DI RECUPERODEI DETENUTI SARDIATTRAVERSO LA FORMAZIONE

SOCIETA' / Accordo tra Regione e Amministrazionecarceraria

UN CONCORSO D'IDEEPER IL NUOVO SIMBOLODELL'UDR DI FLORIS

POLITICA

di Alessandro Zorco

L’UDR (l’Unione Demo-cratica della Repubbli-ca), il partito di centro

fondato dal Presidente Emeri-to della Repubblica FrancescoCossiga, cambierà nome e sim-bolo in occasione del conve-gno regionale che si svolgeràentro l’anno. Lo ha annuncia-to il leader, l’ex presidentedella Regione Mario Floris il-lustrando un bando di concor-so per “un simbolo e un innoper i sardi” che - ha detto - sap-piano interpretare i valori delsentimento nazionalitario delpopolo isolano nei suoi aspet-ti storici, culturali, linguistici,antropologici e ambientali.

Dovrà inoltre essere promos-sa l’identità della Sardegnanella globalizzazione in mododa coniugare la sua specificitàcon la modernità e i processi dicambiamento che investono ilmondo.

Il concorso di idee servirà -ha sottolineato Floris ai giorna-

listi - a dare corpo visivo edemotivo al progetto nazionali-tario sardo, nuova era e dimen-sione dell’autonomia che fino-ra non ha trovato una adeguataformulazione politica.

Floris ha parlato del proget-to nazionalitario come propo-sta aperta a tutti i sardi, allasocietà civile e ai partiti chese aderiranno dimostrerannodi essere realmente indipen-denti. Si tratta - ha aggiunto -di un processo culturale e po-litico che appartiene al senti-mento di tutti i sardi, sia deiresidenti che di quelli sparsiper il mondo.

Il leader dell’UDR, nel rilan-ciare il progetto, ha auspicatoun più ampio fronte nazionali-stico sardo che comprenda chila pensa come noi, di sinistra,di centro, di destra. Tutti unitisotto la bandiera dei valoridella sardità. Floris ha anchesottolineato la necessità di unaconcezione moderna dello

Stato nazionalitario sardo,non fondato sull’indipenden-tismo eroico e perdente, ma le-gato all’Italia, all’Europa, aiPaesi del Mediterraneo in for-me nuove di partecipazione eintegrazione economica e cul-turale. Questi principi - ha ag-giunto - sono la “chiave divolta” del progetto di svilup-po fondato sulla soluzionedei problemi che hanno frena-to la crescita economica del-l’isola: acqua, energia, tra-sporti e infrastrutture. La Sar-degna - ha concluso l’ex Pre-sidente della Regione - ha bi-sogno di una nuova stagionedi lotte popolari. Tutto quelloche abbiamo ottenuto in pas-sato è stato infatti il frutto diun confronto deciso con loStato. Alla conferenza stampaerano presenti anche i consi-glieri regionali Marco Fabri-zio Tunis e Ettore Businco edil Presidente dell’UDR EnnioDalmasso.

Mettere una pietra soprail passato e costruire unfuturo da onesti lavora-

tori reinserendosi nella societàdopo un lungo soggiorno in car-cere. Magari aprendo una pic-cola bottega artigiana o impa-rando ad arare i campi. Oppure,perché no?, diventando espertinel campo del turismo o dell’in-formatica. Un titolo professio-nale da spendere nel mondo ci-vile ed un lavoro decoroso sonodue tappe obbligatorie nel per-corso di riabilitazione di chi hapagato un conto salato alla Giu-stizia per i suoi errori ma è inten-zionato a cambiare vita.

Per questo le istituzioni isola-ne hanno deciso di credere nellaformazione dei detenuti e crearei presupposti per facilitare il loroingresso nel mondo del lavoro.Nei mesi scorsi la Regione el’amministrazione penitenziariahanno dato vita ad un progettoche cerca di tradurre compiuta-mente i dettami dell’articolo 27della Costituzione (“le penenon possono consistere in tratta-menti contrari al senso di uma-nità e devono tendere alla riedu-cazione del condannato”). E, loscorso 11 settembre, l’assessoreregionale al Lavoro, Formazio-ne professionale, Cooperazionee Sicurezza sociale Matteo Luri-diana e il responsabile delle car-ceri isolane, il provveditore re-gionale del Dipartimento del-l’amministrazione penitenziariadel Ministero della GiustiziaFrancesco Massidda, hanno si-gillato il protocollo d’intesa chedà inizio ad un ambizioso pro-gramma di orientamento e for-mazione professionale all’inter-no degli istituti di pena finaliz-zato a favorire l’acquisizione dispecifiche competenze tecnichee permettere il concreto inseri-mento dei detenuti nel mondodel lavoro.

Il documento, a quanto hannoaffermato i protagonisti dell’ac-cordo, segna un notevole cam-bio di rotta rispetto al passato.Come ha spiegato l’assessoreLuridiana, negli anni preceden-ti la Regione sarda aveva finan-ziato i progetti di orientamentoprofessionale senza criteri omo-genei ma sulla base dei rapporticon i singoli direttori delle car-ceri. «Finora - ha assicurato Lu-ridiana - abbiamo finanziatocorsi di formazione in quasi tut-ti gli istituti tranne che in quel-lo di Buoncammino, per com-prensibili problemi tecnici. Ilnostro obiettivo – ha proseguitol’assessore - è sempre stato quel-lo di reinserire i detenuti nelmondo civile. Negli anni passa-ti siamo riusciti a dare una rispo-sta a quasi tutte le domande maoggi vogliamo allargare il cam-po e realizzare un progetto piùcapillare, pianificando le attivi-tà in base alle esigenze dell’in-tero sistema carcerario sardo».

Il progetto prevede l’omoge-neizzazione degli interventi se-condo due linee guida: da unlato si tenderà ad assicurare laformazione e l’orientamentoprofessionale a tutti i detenutiche ne facciano richiesta e, dal-l’altro, si mirerà alla ricerca di fi-nanziamenti per la sperimenta-zione di progetti a più ampiorespiro che favoriscano l’inseri-mento dei detenuti nel mondodel lavoro sfruttando le oppor-tunità previste dalla normativasulla cooperazione sociale. Lalegge, infatti, permette ad alcu-ne categorie particolarmentesvantaggiate di fare parte (comesoci o come dipendenti) di im-prese che per il loro carattere so-ciale hanno diritto a notevoli

agevolazioni fiscali e contribu-tive.

In particolare, la vera scom-messa della Regione e del Prov-veditorato è quella di rilanciarele colonie agricole di Mamone,Isili e Is Arenas. Queste, dopoessere state per anni completa-mente abbandonate a sé stesse,saranno valorizzate, rese produt-tive e gestite dalle cooperativesociali in cui, appunto, è desti-nata a lavorare la popolazioneche attualmente dimora nelle trecase di reclusione.

Un progetto ambizioso dun-que, per realizzare il quale sarànecessario fare quadrato e coor-dinare gli interventi. In base al-l’accordo, l’istituto penitenzia-rio dovrà fornire alla Regione unquadro che delinei le necessitàformative dei detenuti sardimentre l’assessorato regionale alLavoro dovrà reperire la mappadelle cooperative sociali cheoperano nel settore agricolo.

Anche per questi motivi laconferenza stampa che ha ac-compagnato la firma del proto-collo d’intesa è stata lo spuntoper gettare l’occhio al di là deimuri di cinta degli istituti dipena e per dare uno sguardo alcomplesso pianeta carcerarioisolano, al centro delle polemi-che in seguito alla recentissimavisita della Commissione Giu-stizia del Senato.

In Sardegna vi sono attual-mente quattordici istituti penali(Alghero, Arbus-Is Arenas, Ca-gliari-Buoncammino, Quartuc-ciu, Iglesias, Isili, Lanusei-San

Daniele, Lodè-Mamone-Lodè,Macomer, Nuoro, Oristano, Sas-sari, Sassari, Tempio Pausania)in cui dimorano complessiva-mente 1820 detenuti. Per lamaggior parte si tratta di carcera-ti di sesso maschile: gli uominisono infatti 1758 contro 62 don-ne, per la gran parte (31) ospitatea Cagliari (le altre dimorano aSassari, Nuoro e Oristano).

I dati, che risalgono allo scor-so 9 settembre, segnalano peròuna situazione al limite della sa-turazione. In molti istituti la ca-pienza regolamentare è stataampiamente superata. Il casolampante è quello di Buoncam-mino, in cui la capienza regola-mentare è di 276 persone mentreil limite di tollerabilità di 403:attualmente nel carcere cagliari-

tano sono ospitati 410 detenuticon comprensibili problemi dispazio. A sentire chi c’è stato,infatti, mancano completamen-te le aree per le attività ricreativee gli impianti sportivi. Cosìcome, purtroppo, accade in tan-te altre carceri isolane. Come hasottolineato il provveditore re-gionale Francesco Massidda,una delle realtà più accettabilidell’intera Sardegna è il carceredi Alghero che, seppure abbiaun numero di presenze superio-re alla norma (160 detenuti con-tro i 136 regolamentari), èl’unico in cui i carcerati posso-no godere del “privilegio” diuna doccia calda in camera.

Per ovviare a questa cronicacarenza di posti, le notizie del-l’ultima ora parlano di due

nuovi istituti in via di realizza-zione, uno a Sassari e uno aTempio Pausania. In particola-re, nella sua recente visita nelSassarese, il presidente dellaCommissione Giustizia al Se-nato Antonino Caruso ha an-nunciato l’imminente chiusuradella Casa circondariale diTempio (41 posti) e l’edifica-zione, alla periferia del centrogallurese, di un carcere di sicu-rezza destinato ai detenuti spe-ciali, i cosiddetti 41 bis.

Tornando alla conferenzastampa dell’11 settembre, ilprovveditore Massidda, purnon tacendo le molteplici diffi-coltà legate soprattutto al limi-tato numero di direttori impie-gati stabilmente negli istituti(negli ultimi anni nel carcere diNuoro si sono temporaneamen-te avvicendati ben quattordicidirettori) ha evidenziato la di-sponibilità della Regione sardanel risolvere i problemi del si-stema carcerario isolano, spe-cificando come lo scopo delprogetto di formazione profes-sionale sia quello di ottimizza-re i pochi spazi a disposizionedei detenuti e consentire even-tuali spostamenti da un carcereall’altro per completare i per-corsi formativi.

Il provveditore, in particola-re, si è detto soddisfatto per larecente apertura da parte del-l’assessorato regionale alla Sa-nità che nei mesi scorsi ha ga-rantito la fornitura dei medici-nali e l’assistenza sanitaria ne-gli istituti penali sardi.

I corsi di formazione profes-sionale previsti dal protocollod’intesa saranno finanziati coni fondi comunitari del Program-ma operativo plurifondo (Por)Sardegna 2000-2006. Il proget-to, approvato dalla Giunta e oraal vaglio dell’ottava Commis-sione del Consilio regionale,stanzia esattamente 1.898 milaeuro (circa 3miliardi e 600 mi-lioni di vecchie lire) per l’orga-nizzazione di 15 corsi di for-mazione destinati a 150 detenu-ti. «Pur essendo meno del 10per cento», ha assicurato l’as-sessore Luridiana, «150 dete-nuti sono sicuramente unaquota rappresentativa dell’in-tera popolazione carcerariaisolana».

Quasi un miliardo di vecchielire, esattamente 821 mila euro,saranno invece destinati ai corsidi formazione per i 25 minoridetenuti nel carcere di Quartuc-ciu, i quali – ha puntualizzatoPepe Deiala, consulente dell’as-sessore Luridiana – effettueran-no inizialmente un percorso for-mativo all’interno del carcere epoi saranno accompagnati permano in un percorso lavorativoall’esterno dell’istituto.

L’avvio del progetto, ha assi-curato l’assessore Luridiana, èimminente ed ora si aspettasolo l’esito del bando di gara.D’altronde, la somma destinatadal Por Sardegna 2000-2006alla formazione dei detenuti èpiù o meno in linea con la pro-grammazione del Pop 1994/1999. Nel quinquennio prece-dente, infatti, erano stati finan-ziati complessivamente 94corsi di formazione rivolti a1060 utenti, tra carcerati ospitidegli istituti penitenziari sardie tossicodipendenti che aveva-no in corso un trattamento direcupero presso le comunità te-rapeutiche dell’isola.

Oggi, tuttavia, l’interventosarà più capillare e, nelle inten-zioni degli amministratori,consentirà di dare risposte piùefficaci ai detenuti sardi.

IL MESSAGGERO SARDO 9OTTOBRE 2002

Sarà l’attuale direttore ge-nerale della Sanità Anto-nello Usai a guidare,

come commissario straordina-rio, l’Agenzia regionale per laprotezione dell’ambiente(ARPA) istituita con un’ordi-nanza dal presidente della Re-gione Mauro Pili che ha eser-citato i poteri straordinari con-feritigli dal Presidente delConsiglio Silvio Berlusconi. Ipoteri straordinari sono staticoncessi in quanto la Sardegnaera l’unica regione dove, inassenza dell’apposita Legge,l’Agenzia non è ancora operati-va. La gestione commissariale diUsai, che andrà in aspettativadall’attuale incarico, non ha unadurata predefinita. Spetterà allaGiunta nominare il direttore ge-nerale che in base all’ordinanzafirmata da Pili reggerà l’Agen-zia, a meno che nel frattempo ilConsiglio regionale non appro-vi la legge istitutiva dell’Arpa,all’ordine del giorno.

L’Agenzia doveva essereistituita otto anni fa, 180 gior-ni dopo l’entrata in vigore del-la legge nazionale n.61 del1994 istitutiva dell’Agenzianazionale per la protezionedell’ambiente. L’ordinanzaBerlusconi, che arriva (di fattointegrandola) dopo quella fir-mata il 12 aprile scorso dall’al-lora ministro dell’Interno

I RIFORMATORI SARDISOLLECITANO IL RILANCIODELLE RIFORME ISTITUZIONALI

POLITICA REGIONALE / Dal congresso di Villasimius

NASCE TRA LE POLEMICHEL'AGENZIA REGIONALEDI PROTEZIONE AMBIENTALE

POLITICA

Scajola per attribuire poteristraordinari a Pili in materia digestione delle acque per attua-re la legge Galli istituendol’Autorita’ d’ambito, consenteal Commissario anche di acce-dere a risorse stanziate per learee depresse in deroga alleprocedure previste dalle deli-berazioni del Cipe (ComitatoInterministeriale per la Pro-grammazione Economica).Autorizza inoltre Pili a stipula-re 10 contratti di lavoro a tem-po determinato per l’assunzio-ne di personale tecnico e/oamministrativo.

È “un testo ottimale”, se-condo Pili e gli assessori al-l’Ambiente Emilio Pani e allaSanità Giorgio Oppi, quellodefinito dopo lunghe trattati-ve con il Ministero dell’Eco-nomia per cercare di far rien-trare la Sardegna nella premia-lità dei fondi comunitari di so-stegno. Rappresenta una sinte-si della proposta di partenzadella Giunta regionale e deltesto esitato dalla Commissio-ne consiliare.

L’ARPA ha compiti in mate-ria di tutela, controllo, recupe-ro dell’ambiente, prevenzionee promozione della salutepubblica, attraverso l’utilizzointegrato e coordinato dellerisorse e la rimozione dei fat-tori di rischio. La competenza

dell’Agenzia si estende a ac-qua, aria (compreso inquina-mento acustico ed elettroma-gnetico), suolo, rifiuti, radio-attività e rischi di incidenti ri-levanti connessi con determi-nate attività industriali. Ognianno la Giunta dovrà approva-re gli indirizzi strategici dasottoporre poi al futuro diret-tore generale che istituisce epresiede un comitato tecnico.Altro organo dell’Arpa è ilcollegio dei revisori, compo-sto da tre membri e nominatocon decreto del presidente del-la Regione previa deliberazio-ne della Giunta su propostadegli assessori alla Sanità e al-l’Ambiente. Nella fase di av-vio sarà il presidente Pili a anominare direttamente il col-legio entro 30 giorni comeprevede l’ordinanza istitutiva.L’Agenzia opera attraversouna struttura centrale regiona-le e dipartimenti locali di am-bito provinciale. Per ora l’Arpasvolgerà l’attivita’ in base a unprogramma valido fino al 31dicembre 2003, scadenza dellagestione commissariale scatta-ta nel dicembre 2001 con laproclamazione dello stato diemergenza idrica in Sardegna.Con la nascita dell’Agenziavengono provvisoriamentesoppressi i presidi Multizona-li di prevenzione (Pmp).

Messaggi forti sono stati lancia-ti da parte del leader dei Riforma-tori sardi, Massimo Fantola, alCongresso del partito (questo è ilterzo) che si è tenuto al TankaVillage di Villasimius a fine set-tembre: “O si cambia rotta o non siva avanti” ha detto perentorioagli alleati della coalizione dicentro destra che governa la Re-gione. “Una coalizione - ha ag-giunto Fantola - che non è statafinora sufficientemente all’altez-za delle aspettative, troppo di-stratta dai riti dalla vecchia politi-ca (una verifica che non finiscemai!), e caratterizzata da persona-lismi esasperati, incapace di farlafinita con l’assistenzialismo e so-prattutto di avere una linea guidacapace di rompere la ragnateladella conservazione”. “È arrivatoil momento - ha detto Fantola - dibuttare il cuore oltre l’ostacolo edi realizzare i programmi che ab-biamo scritto”.

E tra gli impegni assunti, se-condo il leader dei Riformatorisardi, prioritario è quello dellaCostituente: “L’unica, vera, gran-de idea politica degli ultimi anninell’Isola”.

“Senza Costituente - ha ribadi-to il leader dei Riformisti sardi -non c’è coalizione. Siamo e rima-niamo fedeli all’alleanza di cen-tro destra e alla Giunta di MauroPili - ha confermato - e siamo al-ternativi alla sinistra, ma se la de-stra non fa di più e la Costituentenon passa, non ci sarà più maggio-ranza. Le forze politiche che han-no appoggiato la Costituentehanno il dovere della coerenza edella lealtà, e se il Parlamento nonfarà la sua parte - ha concluso Fan-tola - saremo noi, qui in Sardegnaad Istituire l’Assemblea Costi-tuente”.

Dell’urgenza delle riforme haparlato anche il deputato dei ri-formatori Michele Cossa, il qualeha denunciato le inefficienze del-la Pubblica Amministrazione chesi ritorcono inevitabilmente suipiù deboli.

L’Assessore regionale al Turi-smo, Roberto Frongia, ha lancia-to cinque grandi sfide per la Sar-degna del futuro: un piano dellaportualità, la valorizzazione delgolf, l’autodromo, cinque grandieventi internazionali da portarenell’Isola, e la formazione deimenager del Turismo.

Il capogruppo al Consiglio re-gionale, Pier Paolo Vargiu, ha ri-badito la lealtà alla Casa delle Li-bertà, “ma - ha detto - deve esseremolto chiaro che lealtà non si-gnifica appiattimento al centrodestra isolano che invece deve in-carnare la forza del cambiamento,un cambiamento che i sardi chie-dono a gran voce”.

Il consigliere regionale SergioPisanu ha parlato della propostadi legge perché ci sia una rappre-sentanza del mondo dell’ emigra-zione in Consiglio Regionale,mentre l’assessore del LavoroMatteo Luridiana ha illustrato inotevoli passa avanti che il mon-do dell’emigrazione ha fatto e hasostenuto come esso sia un puntodi riferimento in Europa e nelMondo per lo sviluppo culturale,sociale ed economico della Sar-degna.

A chiusura del Congresso l’in-tervento di Mario Segni, leaderstorico dei Riformatori, il quale haapprezzato l’iniziativa dei Rifor-matori sardi di proporsi come forzapolitica “liberale” alternativa allasinistra, che sia diversa da quellaportata avanti da Forza Italia.

“C’è bisogno di noi in Italia - hadetto Mario Segni - e questa fiam-mella deve accendersi anche nelPaese”. Segni ha poi criticato Sil-vio Berlusconi (“il premier - ha

detto - non mi convincerà che labattaglia contro il duopolio tele-visivo è una battaglia di sinistra”)e il leghista Umberto Bossi (“è di-chiaratamente un antieuropei-sta”). “I Riformatori - ha ribaditoSegni - non sono nella Casa delleLibertà. Ssiamo una cosa diversa,anche perché a dividerci ci sonodue questioni di fondo, l’infor-mazione, appunto, e la giustizia.E poi - ha aggiunto - il Governonon ha fatto tutto quello che do-veva fare per far valere il principiodell’insularità, nei documenti ita-liani la questione dell’insularità èappena accennata. È arrivato ilmomento di scendere in campo.Quello del riconoscimento dellaquestione dell’insularità è unodei nostri obiettivi prioritari - haconcluso – e per realizzarlo an-dremo avanti anche a costo dimettere le tende a Roma!”.

Al congresso dei Riformatorihanno partecipato in rappresen-tanza dell’ emigrazione organiz-zata, invitati dall’Assessore Luri-diana, i presidenti delle Federa-zioni: Domenico Scala, dellaSvizzera, Mario Agus, Presidentedell’ Olanda, Francesco Laconi,

della Francia, Telemaco Bundo-ne, della Germania, Sandro Ma-meli del Belgio, e Filippo Sog-giu, Presidente onorario dellaFASI la Federazione dei Circolisardi in Italia, i quali hanno porta-to i saluti delle loro comunità, la-sciando poi il compito a Domeni-co Scala, che è anche vice Presi-dente vicario della Consulta Re-gionale dell’Emigrazione, disvolgere un intervento unitario anome delle Federazioni dei Cir-coli sardi nel mondo.

Scala ha subito affrontato le te-matiche di fondo che interessanoil mondo dell’Emigrazione.

“In questo mio intervento - haesordito - mi propongo di correg-gere, o perlomeno tentare di cor-reggere, il pensiero che l’opinio-ne pubblica sarda ha degli emigra-ti sardi e delle loro organizzazio-ni, e di esprimere un giudizio sudue iniziative dei RiformatoriSardi che sono state apprezzatedai Sardi fuori Sardegna: la Costi-tuente per la revisione dello Sta-tuto e l’elezione di una rappresen-tanza degli emigrati nel Consi-glio Regionale della Sardegna.“È ormai tempo che siano denun-

ciate e sfatate tutte quelle leggen-de e stereotipi, artatamente e lun-gamente propagandati, sull’emi-grazione sarda ancora strettamen-te avvinta alla valigia di cartonelegata con spago consumato, af-flitta da un perenne mal di nostal-gia per la terra madre e matrigna.Gli emigrati sardi hanno maturatoesperienze importanti nel mondodella produzione, delle professio-ni, hanno raggiunto posizioni diprestigio in ambito sociale, politi-co e culturale nei luoghi di resi-denza. Le nuove generazioni deisardi fuori Sardegna hanno stu-diato, conseguito titoli di studioaccademici (lauree e dottorati) esono oggi imprenditori, profes-sionisti, docenti universitari per-fettamente inseriti nei contestisociali dei luoghi di residenza.Siamo oggi tutti convinti e desi-derosi di poter operare, congiun-tamente con i sardi residenti, perpromuovere e conseguire lo svi-luppo dell’Isola e raggiungere unmaggior benessere. Offriamo que-sta totale disponibilità al popolosardo e attendiamo che ci venga-no riconosciuti gli strumenti perpoter lavorare insieme”.

Scala ha quindi affrontato ilrapporto burocratico con le Istitu-zioni e in particolare con la Re-gione. “Un rapporto ormai datatoe superato dagli eventi - ha sotto-lineato - un rapporto che si è in-staurato sulla base delle leggi 10/65 e 7/91, e che si è sviluppatoesclusivamente in un’ottica assi-stenziale e clientelare. Chiedia-mo pertanto che si provveda consollecitudine ad una revisionedella legge 7/91, prendendo attodei cambiamenti intervenuti edegli sviluppi prevedibili a brevee medio termine. Chiediamo, nelquadro della programmazione re-gionale e delle compatibilità eco-nomiche e finanziarie, tenutoconto della capacità di autogover-no del mondo dell’emigrazionesopra ricordata, che la gestione delraccordo tra Sardegna e emigratisardi venga affidata in toto agliemigrati. Ciò avrebbe tra l’altro lafunzione di riconoscere e ulterior-mente promuovere l’associazioni-smo sardo sia in termini qualitativiche quantitativi, con evidenti van-taggi per la propria capacità di rap-presentanza degli interessi dellaSardegna in contesti economici esociali evoluti”.

Soffermandosi sulla questionedelle riforme Scala ha ricordatoche la proposta di varo di una As-semblea Costituente, è stata salu-tata positivamente dal mondodell’emigrazione come un espli-cito atto del popolo sardo di volerriscrivere la propria Carta Statuta-ria. “Purtroppo - ha lamentato ilrappresentante degli Emigrati -gli avvenimenti degli ultimi gior-ni nel Parlamento Italiano, conl’esclusione della questione del-l’Assemblea Costituente dal ca-lendario dei lavori della Commis-sione Affari Costituzionali su ini-ziativa di parlamentari sardi, è laprova della debolezza della clas-se politica sarda, della incapacitàdi capire che esistono momentinella vita politica di un popolo incui gli interessi supremi di quelpopolo e la sua dignità prevalgo-no su qualsiasi interesse di parte.Il mondo dell’Emigrazione conti-nuerà in ogni caso a rivendicare esostenere il varo della Costituen-te - ha detto Scala - e chiederà cheuna sua delegazione faccia partedell’Assemblea Costituente e cheil nuovo Statuto sancisca il princi-pio dell’unitarietà del popolo sar-do, sia quello residente nell’Isolache quello fuori, con uguaglianzadi diritti e doveri e di accesso algoverno della Sardegna in tutte lesue articolazioni.”

“C’è però un altro e decisivopasso che deve essere fatto affin-ché gli emigrati siano messi nellecondizioni di poter condividerecon i Sardi residenti scelte e strate-gie per un futuro migliore - ha det-to ancora Scala - ed è la presenzain Consiglio Regionale di unarappresentanza degli emigrati. E’stato pertanto accolto con estre-mo favore il disegno di legge, diiniziativa dei Riformatori Sardi”.

“Le nostre braccia di uomini edonne emigrate – ha conclusoScala - hanno arricchito l` Italia ,il mondo, ma arricchiscono anco-ra la Sardegna, ne hanno ancoratutti bisogno, soprattutto la no-stra Isola. Spetta pertanto a questoCongresso approvare una lineapolitica che tenga conto di questagrande riserva di energie, di intel-ligenze, di competenze, di espe-rienze espresse dal mondo del-l’emigrazione. Con una sola riser-va: le sole parole, per quanto lu-singhiere, accattivanti ed elogia-tive non sono più sufficienti. Civogliono atti e fatti concreti epossibilmente in tempi ravvici-nati”.

A.D.C.

IL MESSAGGERO SARDO 10OTTOBRE 2002

LA CHIMICA CHIUDE:CIMINIERE SPENTENELLA PIANA DI OTTANA

di Giuseppe Centore

INDUSTRIACon il ritirodell'interventopubblico fallito iltentativo di fardecollare ilcomparto.Stentato avviodelle nuoveimprese

La vecchia chimica, quel-la di Stato o collegata adessa è morta. Al suo fian-

co vive la chimica privata, le-gata più al profitto che alla po-litica. Tutt’intorno un panora-ma che doveva tornare a vive-re con ingenti sostegni pubbli-ci, ma che a dir poco stenta adecollare. L’industria, nel-l’area di Ottana, non c’è, equando c’è fa salti mortali persopravvivere. Del resto non cisi poteva aspettare alcun mira-colo da un’area al centro dellaSardegna, non direttamenteservita dalla ferrovie,isolatanell’isola, con servizi mai natie che ancora adesso stentano adecollare. La storia, quellaquasi recente, si intreccia conil presente. Allora, erano glianni Settanta, Ottana diventòper più di un anno il terreno discontro della battaglia tra Sired Eni, con progetti fantasma-gorici che si rincorrevano perstrappare quanti pi— contri-buti possibile. Poi l’accordotra i giganti (dai piedi d’argil-la) della chimica, e la divisio-ne dei ruoli. A Ottana sbarcòl’Eni, che diede via a un polochimico dove le lavorazioniprincipali erano le fibre. Mi-gliaia di persone varcarono icancelli della fabbrica, nacqueper la prima volta la figura del-l’operaio industriale anche inprovincia di Nuoro. Un mondovenne sconvolto, e con esseantiche consuetudini e peren-ni garanzie. La crisi della chi-mica, e del mercato delle fibre,oltre a un oggettivo sovradi-mensionamento (ai fini di unaricerca spasmodica del consen-so), della manodopera, portòall’ingresso per anni, a Ottanadell’istituto della cassa inte-grazione, che accompagnò lestagioni della chimica, e del-l’indotto, che naturalmentecrebbe a fianco delle ciminie-re. Il sistema impresa, a Ottana,e nella Sardegna centrale, nonsubì però importanti modifi-che. I trasporti, la loro assenzae gli handicap che chiunquevolesse produrre in quella val-le doveva affrontare, rimaseroe rimangono la vera palla alpiede. Anche oggi i costi peròuscire dalla Sardegna sono ele-vatissimi: un dato su tutti. Uncontainer, non importa il suocontenuto, da Ottana a Livor-no o Genova costa quanto lostesso container, dagli scalidella penisola a Hong-Kong.Con queste premesse essereconcorrenziali, nel nuorese èpiù che un sogno.

La storia degli annirecenti,únon ha visto però solola lenta moria della chimica diStato, ma anche l’affacciarsi dialtre società chimiche e nonche a poco a poco hanno rile-vato le produzioni abbando-nate da Enichem.Tra tutte laMontefibre del gruppo Orlan-di, e la Inca del gruppo ameri-cano della Dow Chemical. Aqueste, da ultima la Aes, multi-nazionale dell’energia statuni-tense che ha acquistato la cen-trale elettrica dello stabili-mento proprio da Enichem. Lascomparsa della chimica pub-blica, e la riduzione ai minimitermini degli addetti,non po-tevano però essere compensatesolo dai nuovi soggetti privati,che non a caso hanno acquista-to, con personale ridotto al-l’osso e per quattro soldi, im-pianti tecnologicamente noncerto scadenti.

Ci voleva qualcos’altro perdare speranza alla Sardegnacentrale, per non far disperdere

un patrimonio di professiona-lità conquistato con fatica intanti anni e per tornare, o me-glio, per iniziare a produr

re ricchezza. Il sistema uti-lizzato a OttaÄna, ma anche indecine di altre piccole e medierealtà del centro-sud, con mag-giore fortuna, a dire il vero, eraquello del contratto d’area. Insostanza si decise di utilizzareanche le agevolazioni delloStato, a cui si sarebbero som-mate quelle locali e regionali,questa volta concesse sullabase di progetti seri e selezio-nati in grado di attivare un ar-cipelago di piccole e medieimprese. Insomma, la via dellacosiddetta programmazionenegoziata. I primi a credere nelnuovo progetto furono le partisociali. Sindacati e industrialisotterrarono l’ascia di guerra ecominciarono insieme a creareuna nuova cultura del lavoro.A Roma trovarono interlocuto-ri disponibili sul piano politi-co e operativo. La nuova geo-grafia produttiva della Sarde-gna centrale, disegnata dal-l’associazione industriali e daCgil, Cisl e Uil, promotori esostenitori sin da subito delcontratto d’area, venneúsotto-posta all’esame della task for-ce governativa per l’occupa-zione. La procedura venne at-tivata nel luglio del 1997.Qualche mese prima, l’Eni-chem aveva annunciato lachiusura del fiocco-poliestere.Occorreva fare in fretta per nonperdere il treno verso una nuo-

va primavera industriale. Nel-l’agosto 1997 venne costituitauna società di gestione, la Ot-tana-sviluppo con il difficilecompito, lo si capirà solodopo, di far dialogare soggettipubblici e privati e di accelera-re i tempi per la nascita di nuo-ve iniziative. Partì la ricerca dinuovi imprenditori anche fuo-ri dall’Isola. Il 15 maggio del1998 il contratto d’ area vennefirmato a palazzo Chigi dall’al-lora vice presidente del consi-glio, Walter Veltroni,údai sin-dacati nuoresi, dagli imprendi-tori e dai comuni di Ottana eBolotana. Nel pacchetto, oltreai protocolli sulla flessibilitàdel costo del lavoro, (argomen-to chiave per attirare imprese)sulla procedura amministrativa(semplificata per non morire diburocrazia) e sulla sicurezza,(con un impegno del ministerodegli interni che dotandosi dinuove tecnologie avrebbemonitorato l’intera area) c’era-no 62 progetti per 907 miliardidi investimenti e un’occupa-zione di tre mila e 500 addetti.Il compito di curarne l’istrut-toria venne affidato a una au-torevole società privata l’esa-me venne superato da 29 ini-ziative, per 343 miliardi di in-vestimenti e 1184 addetti.Quasi il 50 per cento dei pro-getti ottenne il via libera ai fi-nanziamenti agevolati del pri-mo protocollo aggiuntivo.Oggi il contratto è nelle manidegli imprenditori e si vedonofinalmente i primi passi, ma

non tutto va bene. I problemisono gli stessi, e si chiamanoritardi nell’allacciamento del-la corrente, e del telefono, as-senza di strade, acqua col con-tagocce, fognature un mirag-gio, accesso al credito quasiimpossibile, burocrazia checontinua ad essere una crocepiù che una delizia. Si sta pro-ponendo anche il secondo pro-tocollo aggiuntivo, ma se le 29imprese del primo protocollonon sono operanti _ dicono di-versi imprenditori _ non si pos-sono chiedere altri finanzia-menti. Le altre imprese nonsono a regime per loro responsa-bilità, ma per ritardi oggettivi.

Il vecchio tramonta a ritmisostenuti, del nuovo non c’èquasi traccia. Lo scorso annola centrale termoelettrica è sta-ta ceduta alla multinazionaleamericana Aes, che ha preso incarico a Ottana 170 dipenden-ti. Anche il deposito costierodi Santa Giusta è stato cedutoalla societ… Sedem.úDei com-parti produttivi, diúcui untempo aveva il monopolio,nulla è rimasto nelle mani diEnichem. Oggi lo stabilimentoè polverizzato in cinqueaziende indipendenti fra loro.Rimangono in carico a Eni-chem ancora 200 lavoratoriaddetti alla manutenzione e aiservizi tecnici, amministrativi,generali e logistici. Per la so-cietà dell’Eni, liberarsi di que-sti è solo questione di tempo.La metà è già in cassa integra-zione, poi arriverà la mobilità

e poi, per i fortunati una legge-ra pensione o il nulla.

Ma la cassa integrazionenon colpisce solo i lavoratoridell’Enichem, ma anche quellidelle altre società chimiche,come la Montefibre, dove aogni stornir di mercato (debo-le e molto competitivo, vistoche le fibre nuoresi vanno nel-l’estremo oriente) la metà delpersonale va a casa, e persinole nuove attività nate pochimesi fa, come la Ecoplast, unaazienda di riciclaggio di mate-rie plastiche, e poi la Plasteco.Queste due società fanno partedi un consorzio che avrebbedovuto garantire a regime 112posti di lavoro per 23 milionidi euro di investimento. Eco-plast nasce ai primi del 2001,ma a fine anno gli stipendi nonarrivano, per tre mesi di fila. Incambio, per 18 dei 112 operaiarriva la cassa integrazione,per quattro mesi.

Adesso è tempo di ripensareall’utilità e al senso delle inte-se siglate pochi anni fa. Da unlato l’Enichem, ha continuatoin una strategica e ordinata ri-duzione di produzioni e perso-nale (mille persone in meno indieci anni, delle quali solo lametà riassorbite dalle altre ini-ziative); a nulla sono servite lesue promesse di investimentiin ambiente e sicurezza. Otta-na è una piccola-grande pattu-miera chimica, dove chi ha fat-to danni e creato illusioni vavia senza pagare alcun pegno.Dall’altro c’è l’inconsistenza,progettuale, se non culturale diun piano di reindustrializzazio-ne che partendo dalla coda vo-leva far nascere un tessuto dipiccole e medie imprese in unazona dove la cultura d’impresaè scarsa e dove manca quasitutto. In mezzo un’area di cen-tomila abitanti, sparpagliati inuna trentina di comuni doveanche l’agricoltura stenta aconquistare nuovi mercati, edove la sussistenza sembral’unica strada percorribile.

Ottana, una metafora dellaSardegna, o del nuorese, nonintende però arrendersi. Le im-prese, che hanno avuto finan-ziamenti interessanti e checredevano nel progetto dellaSardegna centrale, continuanoa lavorare per creare sviluppoanche in quell’area. Hannoperò bisogno di un sostegnodoppio; non solo quello deilavoratori, disposti anche afare i salti mortali per non mo-rire, ma anche quello di tuttele istituzioni. Non basta firma-re un protocollo, e concederedei finanziamenti per far de-collare un’area industriale.Non basta promettere di acce-lerare le pratiche burocratichese poi le linee telefoniche sonoun miraggio. Non serve, se non aracimolare voti, assumere i gio-vani, se poi le produzioni sonofuori mercato. A Ottana si stafacendo tutto questo, ma quel-l’area industriale rimane forse lacenerentola rispetto a tutte lezone simili dell’isola. Questavolta la colpa non è di Enichem,nè del destino cinico e baro, madi uomini, con nomi e cognomi,spesso sardi, che non hanno cre-duto sino in fondo ad una leggebanale. E’ l’impresa che crea ric-chezza, non i finanziamentipubblici. Senza questa, qualsi-asi cifra spesa è inutile. E per at-tirare imprenditori, nel centroSardegna bisogna avere le car-te in regola e offrire più di quel-le che promettono, e danno, lealtre aree industriali del Mez-zogiorno.

IL MESSAGGERO SARDO 11OTTOBRE 2002

IL MONDO DEL VOLONTARIATORIVENDICA DALLE ISTITUZIONIIL RISPETTO DEI DIRITTI

di Luigi Alfonso

SOCIETA'Ferma presa diposizione allaPrimaConferenzaRegionale.Non chiedonoprivilegi ma ilriconoscimentodel loro impegno

S'ISPERANTZIA SARDAIL SITO DEL PSD'AZFar partecipare cittadini e

partiti al progetto delPSDAZ per un nuovo go-

verno regionale che rilanci losviluppo dell’isola. È l’obiet-tivo del sito internet (www.-progettosardista.net) aperto alcontributo anche dei sardi al-l’estero, presentato ai giornali-sti dal Capogruppo in Consi-glio regionale del partito deiquattro mori Giacomo Sanna.Ci ammoderniamo - ha spiega-to Sanna - utilizzando le nuo-ve tecnologie mediatiche perchiedere alle forze politicheproposte sulle cose da fare e su

come portarle avanti. Il nostronon è infatti un “progettochiuso” ma uno strumento cheriteniamo “unico” per impri-mere una svolta politica al go-verno della regione. Con ilsito vogliamo anche verificarequanti intendono parteciparealla sua realizzazione. Il porta-le si articola in sei sezioni. Laprima contiene una poesia diun vecchio sardista. Seguonole linee guida del documentoprogrammatico per il governoregionale, la sezione proposte,quella dedicata a appuntamen-ti e iniziative, la rubrica “Scri-

vi al segretario” e il “Librodegli ospiti”. Il progetto“S’isperantzia Sarda”, denomi-nato “La nuova stagione dellanon dipendenza” è articolatoin otto brevi capitoli: il Sardi-smo ha vinto; il movimentoper la Rinascita ha perso; lapolitica; i diritti del Popolosardo; lo Statuto; l’Europa deiPopoli; l’economia e i saperi;la nuova Regione. Il PartitoSardo d’Azione – ha precisatoGiacomo Sanna – si candida agovernare la Sardegna, al di làdella contingenza politica chelo vede all’opposizione.

Il mondo del volontariatosardo alza la voce, preten-dendo il sacrosanto rispet-

to dei diritti da parte delle isti-tuzioni. “Non vogliamo privi-legi, solo il riconoscimentodel lavoro di migliaia di per-sone a favore di chi soffre o èin condizioni svantaggiate”,ha tuonato Giampiero Farru,direttore del Centro di servizi‘Sardegna Solidale’, dal palcodella prima Conferenza regio-nale del volontariato.

L’appuntamento celebratoalla Fiera di Cagliari lo scorso21 settembre, ha registrato lapresenza di mille delegati inrappresentanza delle 1.401 as-sociazioni che operano nel-l’Isola: 648 in provincia diCagliari, 371 nel Sassarese,234 nel Nuorese e 148 in pro-vincia di Oristano. Numeri im-portanti: sono 40 mila i volon-tari attivi, che diventano 100mila con quelli saltuari. “Otto-cento delle associazioni iscrit-te all’Albo operano nei 22maggiori Comuni della Sarde-gna – spiega Farru – che è laterza regione in Italia per nu-mero di realtà operative in rap-porto alla popolazione, dopoValle d’Aosta e Toscana. Tut-te e 1.400 sono impegnate perfare dell’Isola una terra di soli-darietà, legalità e giustizia”.

Forte dei numeri e del gran-de lavoro svolto dai volontaridal secondo Dopoguerra adoggi, con un particolare incre-mento di iniziative negli ulti-mi 25 anni, Farru si è lamenta-to della “colpevole assenzadel presidente della Regione,Mauro Pili, o di un suo rappre-sentante”. Un disappunto sot-tolineato dai fischi dell’udito-rio, per giunta alla presenzadel Sottosegretario del Welfa-re, la senatrice Grazia Sestini.Il problema è che “Pili, per leg-ge (in quanto presidente dellaGiunta regionale, ndr) presiedel’Osservatorio regionale delvolontariato, ma non lo ha maiconvocato. E i fondi per le at-tività restano bloccati”, sotto-linea Farru.

Applausi calorosi, invece,per l’ex presidente della Re-gione, Federico Palomba: nes-suno ha dimenticato che fu lui,nel 1994, a promuovere la pri-ma delle tre assemblee regio-nali del volontariato e due Os-servatori, dando un forte im-pulso al settore. Non è unaquestione politica: le associa-zioni di volontariato, e soprat-tutto i loro assistiti, non pos-sono pensare in questa chiavee non vogliono neppure cade-re nella trappola vischiosa del-la logica di mercato, come intanti hanno sottolineato neiloro interventi. “Ma il mio im-pegno – sottolinea Palomba –è sempre stato limpido ed èfrutto della cultura di governodel Centrosinistra. La primaassemblea regionale fu pure ilprimo atto politico dellaGiunta da me guidata, potreidimenticarmelo? Quel film orasi è interrotto, perché alla Re-gione oggi non c’è capacità osensibilità di valutare certe te-matiche”.

L’appuntamento cagliarita-no, come ha sottolineato PadreSalvatore Morittu, fondatoredelle comunità di recupero‘Mondo X – Sardegna’, dove-va servire a elaborare le propo-ste da portare in ottobre allaquarta Conferenza nazionaledel volontariato, che si terrà adArezzo. Una parte del mondopolitico isolano ha offerto uncontributo concreto. Salvatore

Sanna, vicepresidente delConsiglio regionale, ha sotto-lineato che “la Sardegna sipone come modello a livellonazionale per i numeri e laqualità del lavoro svolto”. Poiha ricordato che “le modificheal Titolo V della Costituzioneimpongono alle istituzioniuna particolare attenzione almondo del volontariato”.

Sanna ha parlato a lungodelle trasformazioni in atto intutta l’Europa e della forza tra-scinatrice del terzo settore ineconomia. “Può diventare unastraordinaria fonte di occupa-zione qualificata. Il Consiglioregionale deve peraltro discu-tere ben quattro proposte sullavalorizzazione del volontaria-to sociale e l’istituzioni di unConsorzio fidi per le organiz-zazioni no-profit”.

Don Angelo Pittau, presi-dente del Comitato promotoredel Centro servizi ‘SardegnaSolidale’, non ha mancato diessere pungente: “Vogliamoche sia garantita l’indipenden-za del volontariato dal poterepolitico e da quello economi-co, anche se concordo con ilfatto che si stanno aprendonuovi scenari. Vorremmo sti-molare le istituzioni a costrui-re una politica di solidarietà ea dare ascolto ai bisogni al-

trui”.Isa Sarullo, volontaria vi-

cenziana, ha ricordato che “èimpossibile quantificare le di-mensioni della povertà, soprat-tutto in una regione depressacome la Sardegna. In 106 Co-muni isolani non sono statecostituite associazioni di vo-lontariato ma, per fortuna, nonsono escluse altre forme di so-lidarietà. Occorre fare gioco disquadra, non è certo questo illuogo per personalismi o ego-ismi. Proponiamo l’istituzio-ne di una cassa di solidarietà,con una parte dei fondi regio-nali da destinare a progetti disostegno”.

Il mondo delle donazioni,che nell’Isola conta un eserci-to di 65 mila iscritti, è statorappresentato in blocco daPiergiorgio Deliperi, presiden-te dell’Avis Sardegna. “Nono-stante la grande generosità deiSardi – ha spiegato – nella no-stra regione lamentiamo lamancanza di 40 mila unità disangue all’anno per essere au-tosufficienti. Ne riceviamo 35mila dai nostri donatori, manon bastano. Dal 1990 aspet-tiamo la legge regionale per ladisciplina del settore, peròmanca la dovuta collabora-zione delle strutture medico-ospedaliere e della classe po-

litica sarda”.Un richiamo ai politici è

stato fatto anche dal rappre-sentante dell’handicap. “Leistituzioni regionali e locali –ha detto Sandrino Porru (Sa-spo) – devono prestare mag-giore attenzione nella spendi-ta dei fondi: talvolta non sonosfruttati a dovere. Capita an-che che gli interventi non ri-spettino le nuove normativeeuropee. Le famiglie vannoaiutate nel superamento delleenormi difficoltà quotidianeche affrontano con i disabili.In Sardegna, almeno il 6 percento della popolazione haproblemi accertati a livellofisico o mentale (ufficialmen-te siamo nell’ordine delle 93mila persone, ma c’è ancoraun sommerso da scoprire,ndr). Occorre una Consultadelle associazioni per dialo-gare proficuamente con gliamministratori pubblici. Spe-ro che il 2003, Anno dei Disa-bili, porti un cambio culturalee di mentalità”.

Gino Mereu, segretario ge-nerale regionale della Uil,parla a nome delle tre confe-derazioni: “Si può essere reli-giosi, laici o atei, ma nessunopuò negare l’importanza delruolo svolto dai volontari.Una realtà che in Sardegna

cozza con l’insensibilità del-le istituzioni, confermataoggi dall’assenza dei rappre-sentanti della Regione e dellaProvincia di Cagliari. I sinda-cati vi sono vicini, perché ca-piscono che cosa significhilavorare al fianco delle fami-glie che vivono nel disagiosociale”.

Numerosi anche gli ospitigiunti dalla penisola. StefaniaMancini, commissario del-l’Agenzia per le Onlus (opera-tiva dal febbraio 2002), so-stiene che “il mondo del vo-lontariato in Italia è diventatovisibile politicamente. AltriPaesi sono molto più indietro,ed è forse per questo chel’Unione europea non ci rico-nosce fondi adeguati. Pergiunta, nell’ambito del terzosettore, il volontariato è quel-lo che fruisce del minor nume-ro di interventi comunitari.Occorre impegnarsi per attiva-re una rete europea”.

Punti in comune con Sarde-gna Solidale sono stati indivi-duati da Paolo Balli, direttoredel Centro Servizio volonta-riato della Toscana. “Non èstato facile neppure per noiriunire le singole realtà e con-frontarsi sulle tematiche co-muni – ammette – Ma oggicontiamo 2.650 associazioniin una popolazione di 3 milio-ni e mezzo di abitanti. Anchenoi chiediamo di accorciarele distanze tra istituzioni evolontari”. Emanuele Alecci,componente dell’Osservato-rio nazionale del volontaria-to, ricorda che “non possiamosostituirci allo Stato, ma ègiusto veder riconosciuto ilnostro ruolo nella società ci-vile. Dobbiamo guardare alfuturo più che al passato. Ilvolontariato autentico nonsta morendo, solo bisognaavere gli occhi giusti per in-contrarlo. Le motivazioni dasole non bastano più, occorreanche la formazione. La so-cietà però non può basarsisolo sulle regole dettate dal-l’economia di mercato. Atten-zione a non mercificare la so-lidarietà, l’affarismo è dietrol’angolo. Il no-profit non è si-nonimo di gratuità”.

Il Sottosegretario Sestini havoluto premiare la Sardegna:“Spettava alla vostra regionel’organizzazione della prossi-ma Conferenza nazionale, mai tagli alle spese non ce l’han-no permesso. Mi sentivo in de-bito con la vostra importanterealtà, perciò ho voluto parte-cipare a questi lavori, unicaoccasione tra le conferenze re-gionali”. Poi parole di inco-raggiamento: “Il governo nonvuole creare nuovi intoppiburocratici, semmai si deve fa-cilitare il rapporto con gli stru-menti offerti dalle leggi esi-stenti. Il futuro è fatto di unwelfare sempre più regionaliz-zato, per un moderno sistemarealmente al servizio dei citta-dini. Occorrono interventi mi-rati e non contributi a pioggia,peraltro mai richiesti dai vo-lontari: di questo vi do atto”.

Intanto si aprono le portedelle scuole sarde. In autunnosono previste due grandi ma-nifestazioni nelle medie su-periori delle province di Ca-gliari e Sassari. Nel 2001, icinque camper della Carovanadella solidarietà “Hajò” han-no toccato 254 centri dellaSardegna e incontrato 220Consigli comunali, per pro-muovere l’educazione al vo-lontariato.

IL MESSAGGERO SARDO 12OTTOBRE 2002

UNO STUDIO SCIENTIFICOSULLA PRODUZIONEDI COLTELLI SARDI

di Eugenia Da Bove

CULTURARealizzatodall'economistaAntonio SassuPresidente delBanco diSardegna.Le potenzialirisorse diun'antica attività

CONCLUSO A OZIERIIL CORSO PER ALLIEVIDEL CANTO A CHITARRA

di Gerolamo Squintu

Dopo cinque intensimesi di lavoro si è concluso nel Centro cultu-

rale San Francesco di Ozieri ilprimo corso svolto a livello re-gionale sulla valorizzazioneed il rilancio in grande stiledel canto sardo a chitarra.L’impegno della amministra-zione comunale ozierese ed inparticolare dell’assessore allacultura signora Franca Cossu èstato premiato dagli ottimi ri-sultati conseguiti in ciò favori-ti anche dalla grande passione,competenza ed entusiasmo deidocenti, i notissimi cantadoresFranco e Gianni Denanni, Sal-vatorangelo Salis, Franco Des-sena, Franco Demuru , DanieleGiallara e del chitarrista NinoManca; tutti facenti parte del-la cooperativa Bemintinde.Così venerdì 5 aprile, sul pal-co del Teatro Civico di Ozierisi sono potuti presentare gli al-lievi Walter Bittau (11 anni) eGianpaolo Saba (entrambi diOzieri, 17 anni appena com-piuti ed i poco più anziani Co-stantino Piga (Sassari), Salva-tore Spanu (Pozzomaggiore),Battista Murgia (Tula), Gio-vanni Tedde (Ardara), GianniSalaris e Salvatore Camboni

(Ozieri). Nella interpretazionedei vari stili e tecniche di can-to essi sono stati accompagna-ti alla chitarra oltre che dal“maestro” Nino Manca dall’al-lievo Andrea Satta(Tula), cheha suonato all’“antica” e cioésenza l’uso del pennino.

La sala era gremitissima ed ilpubblico si è scatenato spessoin manifestazioni di tifo da sta-dio, segno che il canto sardo adOzieri, culla fra l’altro di nu-merose importanti espressioniculturali fra cui il tradizionale“Usignolo della Sardegna” egli affermati Premio LetterarioOzieri e “Premio Logudoro dipoesia in rima ed a tema impo-sto”, così come è stato rilevatodal brillante conduttore dellariuscitissima serata il prof. Gio-vanni Perria, è sempre nell’in-teresse della gente che ha mo-strato di aver “fame” di spetta-coli simili. Per le premiazioni,sul palco, sono saliti il sindacodi Ozieri Dr. Vanni Fadda, l’as-sessore regionale alla culturaon. Beniamino Scarpa, la si-gnora Franca Cossu ed il presi-dente della Cooperativa Re-mintinde Franceschino Dettori.Tutti hanno rilevato la impor-tanza e la necessità di prosegui-

re nella linea dell’approfondi-mento del perfezionamento af-finché questi ed anche altri gio-vani sardi possano meglio im-padronirsi delle varie tecniche,dal canto in re o a s’otieresa, aimuttos, a sa nuaresa, a sa corsi-cana, a sa tempiesina, a bogh’ecarru, e così via.

«Certo in questi mesi tantosi è fatto e già l’esser riuscitiad aver invogliato i ragazzi adimpegnarsi fattivamente inquesto affascinante settoredella cultura musicale isolanaforse è la più viva espressionedelle nostre più originali radi-ci, è già per noi assai gratifi-cante» hanno detto GiovanniPerria, Nino Manca e GianniDenanni. Essi pertanto hannorichiesto ai programmatori re-gionali e locali ancora unosforzo per proseguire in questadirezione, organizzando altricorsi di formazione, amplian-do se possibile l’offerta e so-stenendo magari i giovani nel-le loro trasferte consentendoanche ai nostri fratelli residen-ti nella penisola o all’estero dipoter godere della presenza fraloro dei nuovi cantanti, maga-ri con al fianco i più affermatiloro colleghi.

Depositari di un sapere anti-co, i maestri coltellinaidella Sardegna sono oggi

una ristretta cerchia di artigianigelosa e consapevole del valoredelle proprie creazioni. In La di-namica economica di un saperelocale. La coltelleria di Sardegna(AM&D Edizioni, euro 25,00pagine 168) l’economista Anto-nio Sassu, attuale presidente delBanco di Sardegna, analizza unsettore della produzione sardapoco studiato ma dalle grandi po-tenzialità sia dal punto di vistaeconomico sia da quello dell’im-magine dell’isola nel mondo. Puravendo un impianto prettamenteeconomico il saggio di Sassu dàconto anche della storia della col-telleria sarda e italiana, nella se-zione affidata alla giovane stu-diosa Antonella Scalas, e dell’am-biente socio istituzionale nel qua-le operano i coltellinai sardi nelcapitolo scritto da un altro allievodi Sassu, Simone Atzeni. Il librosi avvale inoltre di una nutrita se-zione iconografica che illustra ef-ficacemente la grande varietà dicoltelli sardi e i diversi processi etecniche di produzione. Emergecosì un quadro del passato, delpresente ma anche di quello chepotrà essere il futuro di un com-parto (la cui produzione ha unvalore stimato intorno ai 3 miliar-di di lire) finora rimasto legato aforme, sebbene alte, di artigiana-to. E che rischia di non riuscirepiù a tramandare il proprio know-how mentre avrebbe tutte le carat-teristiche per diventare una veraepropria industria.

Secondo l’indagine condottagli odierni produttori di coltellitradizionali sono nell’isola 22 aiquali vanno aggiunti altri 166non ufficiali, hobbisti che co-munque hanno una loro commit-tenza spesso costituita da facolto-si collezionisti. Si tratta in entram-bi i casi di piccole imprese conpochi addetti, più spesso indivi-duali, sparse in alcuni centri del-l’isola come Pattada, Arbus, Gu-spini e Santulussurgiu. Centri neiquali l’arte della coltelleria è sta-ta tramandata di padre in figliosecondo tecniche ormai scompar-se nel resto del mondo o dove laproduzione del coltello è sortasolo dagli anni Settanta proprioper rispondere alle esigenze diuna clientela diversa da quellatradizionale. Se infatti fino a po-chi decenni orsono la produzioneandava a soddisfare una doman-da locale legata all’uso quotidia-no che del coltello si faceva in unasocietà agro pastorale, oggi l’of-ferta è rivolta principalmente alsettore del turismo e al collezioni-smo. Ma la domanda di un ogget-to che ormai può essere prodottocon tecniche industriali senzaperdere troppo delle sue caratteri-stiche migliori è, secondo Sassu,potenzialmente molto più ampia.Lo dimostra anche il fatto che al-cuni produttori italiani, in partico-lar modo toscani, si sono appro-priati del marchio “Pattada” e fab-bricano industrialmente, per poivendere a prezzi sensibilmentepiù bassi, coltelli che gli acqui-renti sono convinti vengano rea-lizzati in Sardegna. La conclusio-ne e il suggerimento dell’autore èperciò quello di non abbandona-re la nicchia di mercato medioalta ma di ampliare il target attra-verso una produzione industrialerealizzata entro i confini dell’iso-la. Una strategia che porterebbefra l’altro alla creazione di nuovie numerosi posti di lavoro. A taleintrapresa, sottolinea, Sassu de-vono però collaborare le istitu-zioni politiche con la creazionedi un marchio “Doc” per il coltel-

lo sardo e quelle creditizie con unsupporto economico alle nuoveimprese che decidessero di affac-ciarsi sul mercato. Un mercato chesarebbe ampio e internazionale eche darebbe nuovo smalto all’im-magine e all’economia dell’isola.

In occasione della presentazio-ne del volume La dinamica eco-nomica di un sapere locale. Lacoltelleria di Sardegna (AM&DEdizioni, euro 25,00 pagine 168)abbiamo rivolto alcune domandeall’autore, Antonio Sassu, profes-sore ordinario di politica econo-mica presso l’Università di Ca-

gliari e attuale presidente delBanco di Sardegna.

Come nasce l’idea di dedicareuno studio a un argomento cosìspecifico come quello della col-telleria?

«Da almeno cinque anni mioccupo di problemi relativi ai sa-peri locali. Infatti sono coordina-tore di un progetto di ricerca fi-nanziato dal ministero dell’Uni-versità a cui partecipano diverseuniversità del Meridione. Si trattadi un progetto che ha come obiet-tivo lo studio e la valorizzazionedei saperi locali. Per quanto ri-

guarda la Sardegna ci siamo occu-pati del pane, del miele, dei tessu-ti, dell’olio, del cuoio, cioè di tut-ti quei settori in cui abbiamoun’attività produttiva fortementeidentitaria. Nel corso di questistudi ci siamo resi conto che ilsettore della produzione dei col-telli aveva la consistenza per es-sere studiata. In Sardegna esisteun grande numero di imprese cheproducono coltelli ma, mentre laproduzione italiana del coltello siè saputa trasformare inserendomolti elementi tecnologici nuo-vi, gran parte dei produttori sardi

ha mantenuto una produzionetradizionale».

L’indicazione fondamentaleche emerge dal suo studio sullacoltelleria sarda è sostanzialmen-te quella che si tratti di una produ-zione suscettibile di espandersiverso un target medio basso. Leilo crede davvero possibile siacome economista che come uomodi banca?

«Molti dei coltelli che vengo-no venduti in Sardegna sono rea-lizzati fuori dall’isola e hanno unprezzo che si aggira sui 25-50euro, mentre il coltello prodottoin Sardegna ha prezzi sensibil-mente più alti anche perché è rea-lizzato in maniera diversa. Questaproduzione che ha prezzi mediobassi e che si rivolge a una fasciapiù ampia di acquirenti potrem-mo farla noi o altrimenti questicoltelli verranno comunque offer-ti e venduti in Sardegna. Si trattainsomma di un prodotto che ha unmercato che oggi viene occupatoda produttori non sardi: ecco, cre-do che sia possibile che i sardi sisostituiscano a questi. E dato chela Sardegna ha un’ottima reputa-zione in questo campo credo chesia possibile vendere anche fuoridell’isola facendo concorrenzadirettamente agli altri con questotipo di produzione».

Lei sostiene anche la necessitàdi un supporto a questo settore daparte di Regione e istituti di cre-dito. «Se vogliamo creare un di-stretto industriale di questo tipo sitratta di supporti necessari per fareemergere quel consistente nume-ro di “hobbisti” - ne abbiamocontati 166- che porterebbe il set-tore a circa 200 aziende: neanchei produttori di pecorino sardosono tanti».

Una domanda più generale sul-l’economia sarda e sui saperi lo-cali: perché la Sardegna che hatante produzioni di qualità, chelei stesso ha già citato, e anche unpatrimonio ambientale e archeo-logico unico al mondo, non riescead avere un decollo e uno svilup-po economico reale basato suqueste sue peculiarità?

«Indicherei due elementi: uno èla mancanza di conoscenze ade-guate, cioè la mancanza di unaevoluzione delle conoscenze,ovvero un’arretratezza delle tec-nologie. Oggi ad esempio i pro-duttori di pane carasau, che fino avent’anni veniva fatto a manocon il forno a fuoco, produconoun pane altrettanto buono con unprocesso in parte meccanizzato.Oltre a non perdere in qualità que-sto pane può quindi essere pro-dotto in grandi quantità e a costipiù bassi cioè, come dicono glieconomisti, con grandi economiedi scala. In questo caso le macchi-ne sostituiscono la manodoperache è molto costosa e ha una pro-duttività più bassa. Come dimo-stra questo esempio, utilizzandouna tecnica produttiva più avan-zata si possono fare notevoli pro-gressi. Ecco perché lo sviluppolocale non è andato particolar-mente avanti. Ma vi è anche unproblema di fiducia e di sicurezzain certe zone, perlopiù interne,dell’isola dove la criminalità èpiù diffusa e dove la diffidenza ela paura hanno finora impedito unvero e proprio sviluppo economi-co. D’altra parte ci sono dei segna-li che inducono all’ottimismo:oggi si avverte una maggiore sen-sibilità da parte delle istituzionipubbliche a questi problemi e,inoltre, i giovani che vanno a stu-diare e a lavorare fuori dell’isolaquando ritornano portano nuoveconoscenze e nuova voglia difare. Insomma esistono fondatesperanze che le cose possano cam-biare».

IL MESSAGGERO SARDO 13OTTOBRE 2002

UN NUOVO IMPEGNOPER ONORARE IL DEBITOVERSO I PADRI EMIGRATI

EMIGRAZIONEPerché ungiovane credenel circolo?La risposta diSandro Mamelipresidente dellaFederazione deicircoli sardi inBelgio.L'impulsodall'incontro diBerlino con altrigiovani dirigenti

ANTONIO MARREDDA ACCLAMATOPRESIDENTE ONORARIODELLA FEDERAZIONE BELGALa Federazione dei Circo-

li Sardi in Belgio ha con-ferito ad Antonio Marred-

da, una delle figure storichedell’Emigrazione sarda inBelgio, il titolo di PresidenteOnorario. Questa iniziativa,voluta in primo luogo dal gio-vane presidente della Federa-zione, Sandro Mameli, è soprat-tutto un segno di incoraggia-mento per tiu Marredda, cheper motivi di salute non ha po-tuto proseguire il suo impegno,lungo di 35 anni, in seno al suoCircolo ed alla Federazione.

Antonio Marredda, origina-rio di Benetutti, ha iniziato ilsuo impegno sociale in senoalle ACLI, per poi costituireinsieme ad altri il Circolo deiSardi del Borinage, nel 1966.La creazione del sodalizio èavvenuta in uno spirito di col-laborazione con le altre comu-nità italiane e con il Consola-to, ed era ben più che un puntodi ritrovo nostalgico. Nella lo-gica politica dei ‘blocchi’ che

animava gli Italiani all’epoca,si voleva un foro di discussio-ne culturale e politica, nonchéun punto di riferimento perservizi sociali. L’esperienza diMarredda in seno alle ACLI edil suo ruolo di corrispondenteconsolare gli permetteva didecentralizzare i servizi socia-li in seno al circolo, offrendola possibilità ai soci di siste-mare numerosissime ‘prati-che’, dal passaporto al bigliet-to per la nave, e rispondendocosi alle prime necessità dellacomunità sarda del Borinage(zona mineraria del sud delBelgio).

E con il sorriso e lo sguardodi chi è cosciente di aver svol-to un lavoro utile, ci raccontaalcuni aneddoti per aiutare fa-miglie a disagio o per far capi-re alla Regione Sardegna larealtà dei suoi emigrati in Bel-gio e soprattutto nel Borinage.

Ma già allora - ricorda Mar-redda - il Circolo era una vetri-na della Sardegna, e numerosi

erano i Belgi desiderosi discoprire la nostra Isola, ogget-to di un orgoglio che incurio-siva i nostri ospiti. Anche aloro erano offerti servizi di bi-glietteria ed informazioni turi-stiche sull’Isola.

Certo, la salute non permetteancora al Presidente Onorariodi impegnarsi quanto lo vor-rebbe, ma Tiu Marredda ha leidee chiare, vuole rimanere in-formato e la sua visione del-l’Emigrazione è impregnata diuna modernità che può essereun punto di riferimento per lenuove generazioni di quadridirigenti nei circoli.

E in questo senso si è com-plimentato per l’elezione delgiovane Presidente della Fe-derazione, Sandro Mameli, elo ha incoraggiato nel suo im-pegno. Per Marredda la Federa-zione ha saputo compiere unpasso importante per nonghettizzare i giovani e sfrutta-re al meglio le capacità dellenuove generazioni.

– “Ciao, piacere, mi chiamoTelemaco Bundone, sono dellaFederazione tedesca”

– “Piacere, sono Sandro Ma-meli, del Belgio”

– “Simone, benn’inoche!, Tipresento Simone Pisano, dellaFASI”.

È così che ricordo il mio in-contro con due delegati giovanidelle Federazioni dei Circoli Sar-di nel Mondo, era metà Maggiodel 2000. Tutti a Berlino per in-contrare il nuovo Assessore Mat-teo Luridiana!

Era la mia prima esperienzaall’Estero in quanto membro diun direttivo della Federazionedei Circoli sardi in Belgio. Eranopresenti tutti i Presidenti delleFederazioni e i delegati giovani.

C’era molta tensione, non soloperché si cercava di capire di chepasta era fatto questo nuovo in-terlocutore politico (due annidopo, posso dire che ha un pre-gio che pochi politici hanno : saascoltare), ma anche perché erapalpabile in tutte le discussionila necessità di un cambiamento,di ‘fare qualcosa’ per far uscire lestrutture dell’Emigrazione dauna serie di rapporti di forza sedi-mentati che non portavano anulla di buono.

È stata l’occasione di ascolta-re, di capire quanto diversificatoed eterogeneo era il concetto‘Emigrazione’. Da questa presadi coscienza ho definito la mia‘visione’ dell’Emigrazione, edin particolare del ruolo dei Cir-coli e delle Federazioni. Una vi-sione che ha trovato un riscontropositivo nella mia Federazione,che ha deciso di affidarmi l’inca-rico di presidente un anno fa, il23 giugno 2002. Circoli forti, au-tonomi, responsabilizzati e cherispondano alle necessità edaspirazioni delle proprie comuni-tà, ma soprattutto che trovino ilgiusto equilibrio tra passato efuturo. Federazioni garanti delbuon funzionamento dei Circolie del collegamento con la Re-gione, fonti di idee e sempre piùattori nei paesi di residenza.

Ma torniamo a Berlino, e aTelemaco e Simone, oggi rispet-tivamente Presidente della Fede-razione dei Circoli Sardi in Ger-mania e Vicepresidente dellaFASI. Che cambiamenti!

La prima esperienza all’Estero,e la prima notte senza dormire.Tante cose da dirsi, tante idee,frustrazioni, progetti, storie decondividere. Assieme agli altridelegati, tra cui la Presidente delCircolo di Lausanne, FrancescaFais, abbiamo subito capito unacosa: il nostro futuro in quantogiovani sardi all’Estero sta neicircoli, non al di fuori. Sarà dura,talvolta scoraggiante, ma questoè il prezzo da pagare per chi vedenell’azione sociale e culturale unmodo di conoscersi meglio, dicapire da dove viene per meglioandare avanti.

La nostra sacrosanta identitàsarda! A noi giovani sardi, per lamaggior parte nati all’Estero,nessuno può dettarci come e conquale intensità la dobbiamo sen-tire, coltivare, trasmettere. Sia-mo sardi, sardi dentro, e con lapazienza riusciremo a farlo capi-re a chi ha vissuto sulla propriapelle l’avventura, spesso dram-matica dell’emigrazione. Manon esiste un conflitto di genera-zione, esiste solo un momento dipassaggio, un momento di dialo-go a viso aperto.

In questa occasione, anche susollecitazione dell’Assessore,abbiamo gettato le basi di unprogetto per realizzare un Con-gresso mondiale dei giovani. Lacritica principale rivolta alle se-

zioni giovanili è quella dellacontinuità. Chi si ricorda l’in-contro del 1999 a Mar del Plata inArgentina (dove non ero presen-te) sa benissimo che l’ormai de-funto GISAM (giovani Sardi nelMondo) non ha avuto nessunseguito concreto. Cosa pensare?Giovani di poca sostanza? Direiproprio di no. In seguito all’in-contro di Berlino, i giovani pre-senti hanno dato la prova chenon erano pecore smarrite, sisono rivelati pastori agguerritiche purtroppo si sono confronta-ti con Sardi sordi, e non c’è peg-gior sordo di chi non vuole sen-tire.

Creazione di una mailing list,lavoro via internet, riunioni tele-foniche hanno portato nel giro disei mesi a presentare all’Assesso-rato al Lavoro un progetto con-creto, reale e realizzabile di Con-gresso Mondiale dei Giovani

Sardi, da tenersi a Cagliari nel2001.

Era inclusa nel progetto unaserie di incontri con le realtà gio-vanili della Sardegna, con le Isti-tuzioni politiche e con operatoricommerciali per sponsorizzarel’evento.

Una bozza di statuto di un co-mitato permanente dei GiovaniSardi Nel Mondo era stata dibat-tuta per un Week-end a Zurigo, ametà Ottobre del 2000, al fine didare continuità a queste iniziati-ve.

Ne eravamo orgogliosi perchérappresentava il frutto di una sar-dità tutta nostra. E orgogliosi losiamo ancora perché questo pro-getto andrà avanti, altrimenti siverificherà solo il fallimento del-la politica regionale nei confron-ti dell’Emigrazione.

Ma in tutto questo ci sono deipunti positivi, e voglio insisteresulla necessità di questi incontri,perché la creazione di legami for-ti a livello giovanile permetteoggi di concepire a livello inter-nazionale una maggior coopera-zione tra le Federazioni. E que-sto è un punto di forza sul qualeoggi più che mai dobbiamo fo-calizzarci nel dibattito con la Re-gione Sardegna, che per troppianni ha trovato nella litigiositàdei Sardi nel Mondo il suo piùforte alleato per imporre dall’altouna visione riduttrice del suoruolo e soprattutto delle sue re-sponsabilità nei nostri confronti.Sono convinto che spetta a noigiovani sfruttare questi spazi perrafforzare la nostra collaborazio-ne. Essere giovane socio di unCircolo vuol dire anche impe-gnarsi in questo processo di co-municazione e di collaborazio-ne.

Perché credo nei circoli? Per-ché credo nelle strutture del-l’Emigrazione? Perché passo imiei week-end sui treni per anda-re nei Circoli? Mio padre, obiet-tivamente più sardo di me (?),non lo capisce nemmeno, mi dàdel testardo che non vuol pren-dere la patente. Ma so che è orgo-glioso di me, so che ripensa alleserate passate con la televisionespenta, a raccontarci com’era lavita laggiù, ad Ussana. E so che siricorda che questo suo figlio glichiedeva mille volte di racconta-re le sue avventure al fiume, eanche se ne conosceva la fine,rideva come la prima volta. Lasolidarietà tra le generazioni nonsempre si manifesta in modo pla-teale, ma c’è, e ne dobbiamo es-sere coscienti quando rivendi-chiamo più spazio.

Abbiamo un debito verso chise n’è andato per offrirci un futu-ro migliore, ma anche verso chinon conosce oggi in Sardegna lestesse opportunità di crescita per-sonale, perché trovare un lavoroè duro, perché il mondo, più cheglobalizzarsi, è in verità un in-sieme di mondi che entrano or-mai in collisione. E spetta adognuno di noi trarne i vantaggi.Ma non possiamo ignorare le dif-ficoltà di chi non ha gli strumen-ti per sfruttare questo fenomeno edi chi oggi si deve confrontarecon un altro fenomeno ben notoa noi dell’Emigrazione : la crisid’identità.

È in questo contesto che vo-glio lanciare un appello a tutti igiovani sardi nel mondo e nel-l’Isola.

Non aspettate! Il futuro dellaSardegna si decide oggi. E dal-l’esperienza dell’incontro che sipuò capire meglio chi siamo eche cosa vogliamo fare.

Sandro MameliPresidente della Federazione dei

Circoli sardi in Belgio

Sandro Mameli

Antonio Marredda (in piedi) interviene a un congresso degli emigratisardi in Belgio

IL MESSAGGERO SARDO 14OTTOBRE 2002

IL RUOLO DELL'ASSOCIAZIONISMOPER FAVORIRE L'INSERIMENTOE L'INTEGRAZIONE DEGLI EMIGRATI

Servizio e foto dell'inviato Gianni De Candia

EMIGRAZIONEImportantiindicazioni da unconvegnoorganizzato nellaBasilica delSanto a Padovadal Messaggerodi S. Antonio conla partecipazionedel circolo sardoe del sodalizioabruzzese emolisano

Il “Messaggero di Sant’An-tonio”, il giornale più at-tento ai mutamenti sociali

(e non solo religiosi) delle co-munità emigrate, ha promossoun interessante e intenso con-vegno sul tema “Associazio-nismo e Intercultura” che si ètenuto a Padova, nel Chiostrodella Magnolia della Basilicadel Santo, il 28 settembre. Ilconvegno, organizzato dal So-dalizio Abruzzese Molisano diPadova in collaborazione conil Circolo culturale sardo “Ele-onora d’Arborea”, ha posto alcentro del confronto tra studio-si e rappresentanti delle istitu-zioni, il ruolo delle associazio-ni. Si sono confrontate espe-rienze e proposte ed è stataconfermata la tesi che il patri-monio di cultura e di identitàdi ciascuna comunità, se fattointeragire nel rispetto dei va-lori e delle reciproche tradizio-ni, rappresenta un arricchi-mento anche per le comunitàdi accoglienza.

Al convegno, magistralmen-te coordinato da padre Lucia-no Segafreddo, inesauribile einstancabile direttore del“Messaggero di Sant’Anto-nio”, edizione italiana perl’estero, sono intervenuti tragli altri due assessori dellaRegione Veneto, Antonio DePoli, delle Politiche Sociali, eRaffaele Zanon, dell’ Emigra-zione, il segretario generaledel Consiglio Nazionale degliItaliani all’Estero, Franco Nar-ducci, il sociologo Sabino Ac-quaviva, il vicedirettore delGazzettino, Edoardo Pittalis,“emigrato” da oltre 20 anni inVeneto ma sempre profonda-mente attaccato alla sua Sar-degna, che ha moderato magi-stralmente una tavola rotondasui problemi e le prospettivedell’ associazionismo in Italiae nel Mondo di fronte al cam-bio generazionale e alle “nuo-ve famiglie”, al quale hannopartecipato il coordinatoredella Fasi per il Nord Est, GianVittorio Masala, la presidentedel circolo “E. D’Arborea”,Serafina Mascia, il presidenteonorario del Sodalizio Abruz-zese Molisano, Adriano Cic-cotosto, Anita Correli, unagiovane dirigente del circolosardo, e Gianni Tosin espertodi problemi degli emigrati del-la Terza Età. I rappresentantidella Regione Sardegna cheavrebbero dovuto parteciparealla tavola rotonda su comeRegioni e Comuni rispondonoalle attese delle associazioni,sono stati bloccati - così comealtri ospiti - dallo sciopero deicontrollori di volo che ha pa-ralizzato il traffico aereo e nonhanno potuto raggiungere pertempo Padova.

Dal dibattito coordinato dapadre Segafreddo sono emerseesperienze e testimonianzeconfortanti per il futuro del-l’associazionismo. Particolar-

mente apprezzata l’opera del-la Regione sarda che tra le pri-me, fin dagli anni Sessanta –come ha ricordato Gianni DeCandia, presidente della coo-perativa di giornalisti che dacirca 30 anni realizza “Il Mes-saggero Sardo”, mensile chetiene unita e in contatto la co-munità sarda sparsa in ogni an-golo del mondo – ha varatouna politica di interventi a fa-vore dell’emigrazione. Politi-ca e interventi che in questianni hanno subito modifiche eintegrazioni, per risponderealle esigenze mutate dei sardifuori dall’Isola, ma che restanoancora fondamentali per tene-re vivi i rapporti con i discen-denti delle centinaia di mi-gliaia di sardi emigrati. Anchese oggi ci sono regioni che de-stinano più risorse a sostegnodell’emigrazione, la Sardegnaè tra le più organizzate e strut-turate. La organizzazione deisuoi circoli e presa ad esempiodai rappresentanti delle altrecomunità.

Aprendo il convegno Ar-mando Traini, presidente delSodalizio Abruzzese Molisanodi Padova, ha rimarcato che

solo dall’ associazionismo edell’ intercultura potranno ve-nire i buoni frutti per la valo-rizzazione di quell’ esperienzastraordinaria che è l’ emigra-zione, coinvolgendo vecchie enuove generazioni in un pro-cesso evolutivo e di integra-zione ricco di creatività e dibenessere.

L’ assessore alla Cultura delcomune di Padova, GiorgioCastellani, ha espresso apprez-zamento e gratitudine per tut-to quello che “sardi, abruzzesie molisani hanno fatto per lanostra città”. Gente che pur es-sendo da considerare padova-na a tutti gli effetti “conservaimmutato l’amore per la pro-pria terra e per la propria cul-tura”, e ha sottolineato che“Padova ha ricevuto molti be-nefici da queste presenze”.

Nel suo intervento SabinoAcquaviva ha posto l’ accentosul fatto che sta nascendo unanuova civiltà, ha parlato dellacrisi demografica dell’ Occi-dente e ha riaffermato che“avremo bisogno sempre piùdi emigrati”.

Acquaviva ha allargatol’orizzonte del suo intervento

al fatto che con la evoluzionedegli Stati Nazione e con lanascita dell’Unione Europea,stanno riemergendo le cultureregionali. “Bisogna aiutare lerealtà regionali a salvarsi”, sulmodello della Catalogna, cheha ricuperato la sua lingua. Peril sociologo gli Stati Unitid’Europa sono il “nostro gran-de futuro”, ma - ha avvertito –anche la riscoperta e la valo-rizzazione delle culture regio-nali è una grande modernizza-zione”.

L’ assessore De Poli ha invi-tato a rivisitare ciò che è suc-cesso dal dopoguerra a oggiper capire cosa sta succedendoe cosa potrà ancora accadere inquesti fenomeni sociali. Ha ri-cordato gli interventi dellaRegione a sostegno dell’ asso-ciazionismo, considerato lostrumento più efficace per l’in-tegrazione e per evitare le di-scriminazioni.

Raffaele Zanon è stato ancorpiù esplicito. “I popoli – hadetto - non si fermano. Le mi-grazioni ci sono sempre state econtinueranno a esserci”.Dopo aver sostenuto che il fu-turo è l’Europa delle culture,

l’assessore ha sottolineatol’esigenza di dare un ruolo aigiovani nell’ associazioni-smo. Ha concluso annuncian-do le iniziative dei giovaniveneti a favore degli anzianid’Argentina.

Franco Narducci ha ricorda-to a tutti che l’ ”emigrazione èfrutto di condizioni disperate”,e che i flussi si dirigono doveci sono opportunità di lavoro,“per svolgere mansioni che al-tri non vogliono svolgere”.

TAVOLA ROTONDALa Tavola rotonda, introdottada Edoardo Pittalis (pubbli-chiamo a parte il suo interven-to), ha messo a confronto espe-rienze diverse. Gian VittorioMasala ha spiegato che la Re-gione sarda riconosce i circolie li sostiene nelle loro attività.Ha raccontato che il flusso piùmassiccio dalla Sardegna risa-le al periodo 1950-70 e conci-se con la crisi delle miniere edelle campagne, ma ha eviden-ziato che esiste anche un’emi-grazione intellettuale. “LaSardegna - ha detto – restasempre la terra d’origine e diriferimento culturale anche secon il passare del tempo anchei sardi si integrano nelle nuoverealtà”. Masala ha riconosciu-to che la classe politica sardaha favorito la costituzione deicircoli e ha spiegato che ora laRegione si aspetta che i sardiemigrati apportino nell’Isola iloro patrimoni di con cono-scenze e esperienze.

Adriano Ciccotosto, un expreside, ha posto l’accento sulproblema scolastico e sulla tu-tela delle identità perché ci siaintegrazione ma mai assimila-zione.

Serafina Mascia ha parlatodella collaborazione tra le as-sociazioni come occasione permettere a confronto le diverseesperienze. Ha poi posto l’ ac-cento sul ruolo della famigliae della donna per favorire l’in-tegrazione. I circoli – ha con-cluso – sono nati come luoghidi rifugio e di difesa ora inveceabbiamo obiettivi nuovi e im-portanti, primo fra tutti la sal-vaguardia e la promozionedella cultura e dei valori d’ori-gine.

Anita Curreli, unica vocegiovane, ha ricordato che per ilsardo “il mare segna una lineadi demarcazione netta”. Ha poiripercorso le tappe della suapresa di contatto con il circoloe ha valutato positivamentel’esperienza fatta in occasionedi alcune iniziative della Re-gione sarda che ha favorito ilcontatto con altri giovani pro-venienti da realtà diverse,come positivo è stato il giudi-zio sui corsi di formazione perdirigenti di circoli fatti per igiovani. “Le nostre associa-zioni - ha detto – sono punti diincontro per i giovani perchéportatori del senso di apparte-

Padre Segafreddo, Armando Traini e Sabino Acquaviva

Le sorelle Elisa e Anita Curreli Adriano Ciccotosto, Edoardo Pittalis, Gianvittorio Masala, Serafina, Gianni Tosin

IL MESSAGGERO SARDO 15OTTOBRE 2002

Questa poesia è stata compo-sta da Adriano Ciccotosto e ispi-rata dall'intervento di AnitaCurreli

Il mare da un oblò

Làperduti nell'azzurrodel cielo,con la tristezzadell'animo,con gli occhiche non voglionovedere,con il cuorevicino ai ricordi,con la malinconiadel pensiero,che non vuole accettare il futuroè la vita amara del presente,sostenuto solo dallo spirito,con un solo pensiero:«andare per ritornare»,ma poi?È cercare un'altra patria,senza dimenticarela propria.

Nel prossimo numeroil servizio sulla «Setti-mana sarda» a Mestre-Venezia

nenza e di identità”. Ha poispiegato che per mantenere incollegamento la comunità sar-da nel mondo oltre a internetc’è “Il Messaggero Sardo” chesi occupa di veicolare e far cir-colare le nostre iniziative. Ani-ta Correli ha quindi raccontatouna sua esperienza che l’ hamessa in contatto con bambi-ni figli di immigrati. “Io nonposso fare a meno di dire a tut-ti che sono sarda, pur essendo-mi realizzata e integrata inVeneto, perché la mia fami-glia mi ha fatto sentire forte ilsenso dell’appartenenza, mol-ti di quei bambini invece nonhanno avuto racconti e nonhanno memoria”.

Ha concluso gli interventiGianni Tosin che si è soffer-mato sui problemi della Ter-za età e delle iniziative perfavorire questo tipo di asso-ciazionismo.

CONCLUSIONIUna delle caratteristichedell’attività delle associa-zioni – ha detto padre Sega-freddo concludendo il con-vegno – è di essere espres-sione della loro terra d’ ori-gine. Il territorio - vale a direle Regioni, i Comuni e leProvince - è lo spazio privi-legiato per rapporti di colla-borazione, d’interscambio e

possono avere sviluppo an-che nella promozione del tu-rismo culturale e sociale,nel mondo dell’ economia edell’ imprenditorialità; pro-muovere incontri e rapportiche rilancino l’offerta delpatrimoni storici delle regio-ni e delle città italiane comevalore aggiunto alle bellez-ze naturali e artistiche chegià caratterizzano l’Italianel mondo, richiamare all’at-tenzione dell’opinione pub-blica i grandi temi e le attesedelle comunità itallane al-l’estero: quali i valori dellalingua, della cultura italianae delle tradizioni legate allenostre regioni, le richiestenel settori della formazione,dell’assistenza, della previ-denza e dell’informazione diritorno.

Pensando all’epopea mi-gratoria italiana, dagli ulti-mi decenni del 1800 fino alprimi anni del secondo do-poguerra, emergono le im-magini di folle di uomini edonne, obbligati a lasciarele loro case per trovare al-l’estero lavoro e miglioriprospettive di vita per i lorofigli.

Ma queste milioni di per-sone, portarono nei vari Pae-si europei e d’oltreoceano laloro laboriosità: costruirono

di iniziative che le associa-zioni possono instaurare nelcampo sociale, economico eculturale. Divengono cosìprotagoniste di un processod’attiva integrazione, tra-sformando il territonio inuna “casa comune” dove per-sone provenienti da diverseregioni e città imparano aconvivere e a relazionarsi.

La sfida dell’ integrazionein un nuovo territorio conculture e tradizioni diverse –ha sottolineato padre Sega-freddo - si supera nel riispet-to e nella reciproca valoriz-zazione della propria identi-tà. Le differenze culturali di-ventano motivo di reciprociarricchimenti.

Le associazioni oggi sonochiamate non a difendere iloro privilegi e le loro con-quiste ma a divenire dei “la-boratori d’idee”, di cultura aldialogo e all’incontro. Sonospinte a porsi in rete, con laricchezza della propria iden-tità, cercando di ritrovare alfondo della loro storia e del-le loro tradizioni radici e va-lori che legano insieme, chepromuovano una culturadell’ incontro. In tal modo,da ogni esperienza associa-zionistica se ne esce, nellamaggioranza del casi, arric-chiti.

Con questo convegno – hadetto - abbiamo voluto sug-gerire alcuni obiettivi chel’associazionismo può oggiraggiungere. Innanzituttoquello di realizzare inter-scambi valorizzando anche inuovi strumenti informaticidella comunicazione; man-tenere viva una fitta reted’iniziative: formative, assi-stenziali e umanitarie, che

strade, ferrovie, nuovi centriabitativi, oggi divenuti cit-tà. Trasmisero stilo di vita,patrimoni di memorie e divalori morali e religiosi; eb-bero l’orgoglio e la capacitàdi indirizzare i loro figliallo studio, tanto che i lorodiscendenti sono divenutiprotagonisti nelle scuole,nelle università, del centri diricerca, nel mondo dell’im-prenditoria e del commerciomondiale. Hanno costruitoun’altra Italia che ora, nelprocesso di globalizzazione,non può perdere la sua iden-tità e il suo ruolo.

Edouard Glissant nel 1996scriveva: “Nel panorama at-tuale del mondo, si pone ungrande interrogativo: comeessere se stessi senza chiu-dersi agli altri e come aprirsiagli altri senza perdere sestessi?”.

Noi – ha concluso padreSegafreddo - viviamo in unmondo divenuto villaggioglobale, dove possiamoesprimere la nostra identitàsoprattutto nelle espressioniquotidiane della nostra cul-tura e delle nostre relazioni;ma più si accelera il processodi globalizzazione, più ab-biamo bisogno di rafforzarela nostra identità, il nostrosenso di appartenenza.

EMIGRAZIONE

PER AFFRONTARE IL PRESENTENON DIMENTICARELA LEZIONE DEL PASSATO

Mio nonno paternoGiovanni Maria emi-grò in Argentina nel

1910. Dal suo paese, Cossoine,partirono in otto, avevanomeno di vent’anni. Alcuni sisono sposati laggiù, hannoavuto figli e nipoti tra Rosarioe Santa Fè.

Cossoine è un paesino del-l’interno, distante cinquantachilometri da Sassari, una stra-da tortuosa che richiedeva al-lora molte ore di viaggio a ca-vallo. Non c’è mai stato un tre-no per Cossoine, la corriera èvenuta dopo l’ultima guerra.

Il nonno partì povero e rim-patriò povero nel 1915, quan-do si arruolò per combattereuna guerra, talmente enorme etragica da passare alla storiacome la Grande Guerra. Eralanciafiamme del 151° reggi-mento fanteria della BrigataSassari, è stato sulle trinceedell’Altopiano e poi in quelledel Carso. Il suo tenente eraEmilio Lussu.

L’intero fronte era nel Nor-dest dell’Italia, la città nellaquale si svolge questo conve-gno sull’immigrazione, Pado-va, era allora presidio militare.Di più: dopo la rotta di Capo-retto, divenne “capitale milita-re”, sede del Comando e resi-denza del re.

Il nonno raccontava che glianni da emigrante erano statiterribili come quelli in trincea.Nel lavoro e in guerra il sensodella vita era precario. Quan-do il piroscafo che li portavain Argentina fu in vista dellecoste, dove il Rio della Plata sigetta nell’Atlantico, il coman-dante diede ordine di calare inmare le barche con i passegge-ri irregolari, per farli sbarcarefuori dal controllo delle auto-rità. Ieri come oggi li chiama-vano clandestini. Su quellebarche c’erano sardi, calabresi,campani, veneti. Molti eranonati nei villaggi dell’interno enon avevano mai visto il mare,pochissimi sapevano nuotare,qualcuno morì annegato alleprime ondate, trascinandosi sul

fondo, con la valigia, gli ultimiricordi della patria. Quel puntodell’Oceano è sicuramente ba-gnato anche dalle lacrime e dalsangue di molti italiani.

Qualche tempo fa in televi-sione è stato trasmesso un filma puntate sulla vita di JoeBonanno, “padrino” famosodella mafia newyorkese daglianni Trenta ai Sessanta, arric-chitosi col proibizionismo,amico del vecchio Kennedy.Bonanno e decine di sicilianientrarono clandestini negli Usada Cuba, attraverso le paludidella Louisiana. Una volta nel-la laguna, il comandante delbattello diede ordine che iclandestini venissero gettati inacqua: “Arrangiatevi”. Moltitoccarono terra, qualcuno morìannegato.

Davvero, emigrare per gli ita-liani dell’inizio del Novecentosignificava rischiare la vita,come quando saranno fanti intrincea. “Si sta/ come d’autun-no/ sugli alberi/ le foglie”, scri-veva il soldato Giuseppe Unga-retti in una trincea del Carso.

Storie vecchie che assomi-gliano straordinariamente allastoria di questi mesi. Con unadifferenza: gli italiani di oggispesso danno l’impressione divoler dimenticare ciò che sonostati, quasi vogliono scordaredi essere stati poveri, emigran-ti, persino clandestini.

L’emigrazione era allora lasola alternativa alla miseria ingran parte dell’Italia. Padova èoggi il cuore colto e agiato delricco Nordest. Una città attentaalle trasformazioni e alle novi-

tà. A guardarlo adesso, sembrache il Veneto sia sempre statocosì, ugualmente ricco, abbon-dante. Invece, cento anni fa eraterra di emigranti, lo chiamava-no la “Calabria del Nord”.

Ci volevano quaranta giornidi nave a vapore per arrivare inAmerica. “Merica”, dicevanogli emigranti veneti, e neglianni è stata la meta di milioni diveneti e di friulani. C’era mise-ria nera nei villaggi e nei paesi,la fame riduceva le speranze, lapellagra e la tubercolosi face-vano il resto. Ogni piroscafotrasportava duemila personeper volta, due metri di spazio atesta, una latrina ogni ventipasseggeri. Durante la naviga-zione si moriva di dissenteria,morbillo, scorbuto.

Si moriva e si nasceva su quel-le navi. Si spegnevano i sogni esi accendevano altri sogni.L’emigrazione era nel Venetocome al Sud la vera professionedella maggioranza della popola-

zione maschile. Le rimesse de-gli emigrati erano la sola fontedi reddito di molti paesi.

Oggi si tende a dimenticare ilpassato. Ricordare “come era-vamo” provoca in molti la vo-glia di rimozione. Così la le-zione del passato non aiuta acapire il grande problema delpresente: l’immigrazione. E’ unesodo quasi epocale dai Paesipiù poveri, una marcia disordi-nata e colossale che può scon-volgere l’Europa intera. Certooccorrono regole, il più possi-bili comuni, ma prima bisognasforzarsi di capire. L’Europadeve adottare una legislazioneefficace che valga nel Canale diSicilia e nello Stretto dellaManica, sotto le coste spagnolee nelle isole della Grecia. Unalegislazione che capisca i dirit-ti umani e che sappia distin-guere tra profughi e clandesti-ni, tra disperati e criminali.

Questo convegno padovanopunta molto sulla parola “inter-

cultura” e si pone un obiettivo:scambiarsi le esperienze per ar-ricchirsi e arricchire. Il sociolo-go veneto Ulderico Bernardi,uno degli studiosi più attentidell’emigrazione a Nordest, haconiato una fortunata defini-zione: “Chi scambia, cambia”.Gli incontri migliorano le so-cietà, le svecchiano, le prepara-no meglio al futuro, danno arminuove per capire. La cosa peg-giore che si possa fare è chiu-dersi agli altri.

Sono stato chiamato a mode-rare una tavola rotonda che hacome tema il cambio generazio-nale all’interno dell’immigra-zione. Dagli interventi sonoemersi i ruoli della famiglia, del-la donna, dei giovani come in-terpreti della cultura della tolle-ranza, la sola che può arginare laderiva del razzismo. C’è spessol’ignoranza alla base del rifiutopiù volgare e umiliante degli al-tri. Come diceva LeonardoSciascia: “C’è sempre un Sudpiù al Sud del Sud”. C’è sempreil pericolo del razzismo, spessoè nella nostra presunzione.

Soprattutto è stato sottolinea-to il valore della memoria checollega il nostro passato al no-stro presente. Tra quegli emi-granti abbandonati nelle acquedell’Oceano o nelle paludi dellaLouisiana e gli immigrati ab-bandonati su vecchi canotticontro gli scogli della Sicilia c’èun legame molto più stretto diquanto sembri. C’è qualcosa diestremamente attuale che attra-versa cento e più anni della sto-ria di tutti. Se si spezza la memo-ria (che è fatta della nostra iden-tità, ovunque ci troviamo, dellanostra lingua, della nostra tradi-zione), si spezza la storia stessa.A quel punto davvero sarà comese non ci fossimo, come se nonfossimo mai esistiti.

Edoardo Pittalis, Anita Curreli, Serafina Mascia

IL MESSAGGERO SARDO 16OTTOBRE 2002

QUATTRO GIORNI CON LA SARDEGNAI SAPORI E I COLORI DELL'ISOLAANIMANO IL CENTRO DI LOSANNA

Servizi e foto di Antonello De Candia

EMIGRAZIONEIniziativa dellaFederazione deicircoli sardi.Gli svizzeriimpazzisconoper il torrone.Esposizione diopere di artistidel legno e delgranito.Anchel'assessoreLuridiana allafesta del Circolo

Un quintale di torrone cheMario Crobe di Buddusò ave-va portato per la degustazionenella Place du marché di Re-nens è scomparso dal banconenel giro di poco tempo con glisvizzeri in fila ad assaggiarequel dolce tanto gustoso fattodi miele e nocciole.

In Svizzera, patria del cioc-colato, il torrone è poco cono-sciuto e viene importato dallaFrancia: ecco in parte spiega-to il segreto di tanto successo,ma c’è da aggiungere che queltorrone andato a ruba era dav-vero buono e si squagliava inbocca.

Sicuramente gli Svizzeri (enon solo loro!) se lo ricorde-ranno a lungo.

Oltre che dal torrone l’inte-resse della grande folla pre-sente sabato mattina nellapiazza del mercato è stato cat-turato dai vini sardi, dai for-maggi, dal pane, ma soprattut-to hanno incuriosito la salsic-cia e i prosciutti di capra e dipecora (per molti dei presentiuna novità assoluta) offertidall’ERSAT.

Svizzeri presi per la gola,dunque - è il caso di dirlo - maanche catturati dalle foto del-le bellissime località dellaSardegna e del suo mare, pub-blicizzate dall’ ESIT, e inte-ressati anche alle produzioniartigianali esposte da artistidel sughero, del granito e dellegno, che operano a Buddu-sò, come Antonio Carta, Ma-stru Mimmiu e Mario RenzoSolinas, Giuseppe Satta, i fra-telli Fumu e Francesco Foddecon i suoi violini.

Dopo l’importante rassegnadello scorso anno a Ginevra,in occasione della “Vogue diCarouge”, quest’anno è stataLosanna ad organizzare unamanifestazione per far cono-scere ai Sardi-Svizzeri dellenuove generazioni, e ovvia-mente agli Italiani e agliSvizzeri, uno spaccato dellanostra isola: oltre ai già citatiprodotti alimentari, balli,canti, teatro dialettale, culturae tradizioni della nostra terra.

Il tutto racchiuso appuntoin “4 Giorni con la Sardegna”,manifestazione che è stata ilfrutto della collaborazione trala Federazione dei circoli Sar-di in Svizzera e il circolo “SuNuraghe” di Losanna, con ilpatrocinio della Regione Sar-degna e dell’Assessorato delLavoro e il contributo dei co-muni di Buddusò, Mores eOschiri, ma più in generale ditutta la comunità del MonteAcuto (rappresentata dallasua Presidente, Maria Anto-nietta Mazzone) che ha parte-cipato attivamente alla riusci-

ta e al successo della manife-stazione.

L’apertura ufficiale, giove-dì sera nella grande sala deglispettacoli di Renens, con ilsaluto di benvenuto a tutti gliospiti da parte della giovanePresidente del circolo “SuNuraghe”, Francesca Fais, cuiè seguito l’intervento del rap-presentante della Federazionedei Circoli sardi in Svizzera,Gigi Masia, il quale ha sotto-lineato l’importanza di questemanifestazioni. “Questo - hadetto - rappresenta il momen-to più importante del 2002 perla vita della nostra Associa-zione ,perché ufficializza illavoro che i nostri Circolisvolgono da sempre. È risapu-to che chi va all’Estero portacon sé cultura, costumi modidi vestire e di mangiare. Que-sto copioso bagaglio va con il

tempo integrandosi nella so-cietà ospitante entrando gra-datamente a farne parte signi-ficativa.

Ed è quanto è accaduto inSvizzera. E i Sardi emigrati -ha detto ancora Masia - riven-dicano questo ruolo di inter-connessione ,perché sono nel-la condizione più appropriataper farlo , ma hanno bisognodi interlocutori che diano ri-sposte chiare e in tempi ragio-nevolmente rapidi”.

Al sindaco di Renens, ma-dame Anne Marie Depoisier ,il compito di ricambiare e au-gurare la riuscita della manife-stazione , alla quale ha datoentusiasta il suo contributo,concedendo spazi e strutturecomunali .

Renens è una cittadina dicirca 20 mila abitanti ,unquartiere industriale di Lo-

sanna diventato comune au-tonomo negli anni ’60 .Ed èqui che la comunità sarda è lapiù numerosa per evidenti ra-gioni di lavoro.

Al Console di Losanna, dot-toressa Venerandi ,il compitodi portare il saluto ufficialedell’ambasciatore LorenzoFerrari e di sottolineare che“la Sardegna è una delle re-gioni più belle d’Italia. Io laconosco in parte - ha detto - esono rimasta colpita dallerocce imponenti della Gallura,delle vere sculture della na-tura”. Il Console ha poi sotto-lineato anch’egli l’importan-za di queste manifestazioni ,di apertura verso l’esterno:avete capito lo spirito del fu-turo - ha concluso - che èquello appunto di mantenerela propria identità e nel con-tempo di aprirsi agli altri.”

Dopo i saluti di rito, sul pal-co si sono alternati la fanfara“La clé d’argent” di Renens eil coro polifonico “Lachesos”di Mores, una formazione di25 elementi, fondato nel1978, che prende il nome dal-la collina che sovrasta l’abita-to. Il coro - presentato da NinoVirdis - sarà poi protagonistaper tutta lamanifestazione,che chiuderàcon la messa cantata in sardonella chiesetta di Renens.

Un ricco buffet di prodottisardi ha quindi consentitoagli ospiti di far conoscenza edi familiarizzare e di scambia-re impressioni e convenevoli.

Per molti si è trattato di in-contrare vecchi paesani, emi-grati da tempo, com’è il casodi Salvatore Putzu di Oschiri,uno dei fondatori del circolodi Losanna, emigrato in Sviz-zera ormai da oltre 40 anni.“Sono ormai prossimo allapensione - si è confidato – epensavo di rientrare in Sarde-gna dove ho acquistato unacasetta , ma mia moglie nonne vuole sentire e ha dettoche lei rimane qui con i nipo-tini !”

La seconda giornata è statacaratterizzata dalle rappresen-tazioni teatrali della compa-gnia “Sos amigos de Anna”(in origine “Sos amigos de suteatru oschiresu”),così ribat-tezzata in onore della loromaestra recentemente scom-parsa, Anna Ogano. Una inse-gnante elementare - ha ricor-dato Chicca Seu, responsabiledel gruppo - che per oltre 40anni, anche dopo essere anda-ta in pensione , ha volutocontinuare a riunire i ragazzidel paese, trascorrendo conloro parte della giornata perinsegnare, o meglio per nondimenticare, la lingua sarda ele tradizioni della nostra terra.

Creata come associazione divolontariato nel 1997, lacompagnia teatrale di AnnaOgano è composta quasi tuttada giovanissimi( e bravissimi) attori che vogliono conti-nuare nel loro impegno cultu-rale per non far morire una tra-dizione che rischia di scompa-rire con le nuove generazioni.E le due rappresentazioni pro-poste - opera della scrittricedi origine oschirese, NandaPalmas - hanno offerto unospaccato di vita paesana, vivae stimolante, fatta di pregiudi-zi e sentimenti che segnanoun confine tra un tempo passa-to e una realtà in movimento avolte difficile da accettare,come quella del figlio cheemigra in Germania e torna inpaese con una moglie tedesca,biondissima e molto estrover-

L'assessore del lavoro, Matteo Luridiana (al centro) durante la manifestazione Francesco Laconi, Domenico Scala, Mario Agus

IL MESSAGGERO SARDO 17OTTOBRE 2002

EMIGRAZIONE

�SU NURAGHE� FESTEGGIA35 ANNI DI ATTIVITA'AL SERVIZIO DEI SARDI

sa la quale suscita simpatie eappetiti e quindi chiacchiere edicerie che turbano la pacefamiliare, fino ad indurre lasuocera sospettosa e bigotta aliberarsene facendola moriredi spavento, considerato chela giovane sposina era malatadi cuore. Insomma una com-media gustosa, ricca di sfuma-ture e di sarcasmo, che ha ri-scosso successo e applausi, atestimonianza di un teatrodialettale sardo più che maivivo e che meriterebbe mag-giore attenzione e sostegnoda chi è responsabile dellacultura in Sardegna .

Certo è che i Sardo-Svizzerio se preferire gli Svizzero-Sar-di hanno apprezzato molto,così come è stato importanteper questi giovanissimi attoriprovenienti da un piccolocentro della Sardegna cono-scere una realtà come quelladell’emigrazione in Svizzerae soprattutto avere una plateacosì numerosa che, forse, nonimmaginavano neppure di po-ter avere mai. Queste manife-stazioni, dunque, ben venga-no, se questi sono i risultatitangibili.

E nell’incontro - seppure in-formale - che c’è stato tra lamunicipalità di Renens, conil sindaco madame Anne Ma-rie Depoisier, e la delegazio-ne sarda ,capeggiata dall’As-sessore del lavoro Matteo Lu-ridiana , con il sindaco diBuddusò, Giovanni Satta,l’assessore alla cultura diOschiri ,Angelo Solinas, e ilconsigliere comunale di Mo-res, Francesco Sanna, e la pre-sidente della Comunità Mon-tana Monte Acuto Maria An-tonietta Mazzone, si è andatioltre i convenevoli di circo-stanza con scambio di doni egagliardetti, e si sono gettatele basi per un rapporto piùstretto e più concreto, sia sulpiano culturale che su quellocommerciale, con la possibi-lità di un gemellaggio traqualche comune della Sarde-gna e la cittadina di Renens,famosa per la produzione divini Doc, oltre che di compo-nenti per l’industria dellameccanica fine..

Si è arrivati così al “clou”della serata con la grandecena sarda, a base di mallored-dus e di arrosti di porcetto eagnello, in una sala affollatis-sima ( che non ha potuto acco-gliere tutte le richieste ) men-tre sul palco si sono alternatiil gruppo folk “Santa Lucia“di Buddusò, i tenores diBuddusò e il Coro Lachesos diMores, che hanno animatofino a tarda notte una serataindimenticabile.

Ma prima di dare inizio allelibagioni e ai canti e ai balli,ci sono stati i discorsi ufficia-li e lo scambio di doni .

Ha cominciato FrancescaFais, presidentessa del circo-lo” Su Nuraghe “ di Losanna,la quale ha ringraziato tutticoloro che hanno dato uncontributo alla riuscita dellamanifestazione:” Forse - hadetto - alcuni anni fa nonavremmo pensato di poter farequesta manifestazione. E ciòdimostra - ha aggiunto conuna punta polemica - che an-che i giovani, quando vienedato loro lo spazio, riesconoanche a fare qualcosa.”

Domenico Scala, Presidentedella Federazione dei Circolisardi in Svizzera, si è detto or-goglioso di questa manifesta-zione ed ha auspicato che si-

mili iniziative possano ripe-tersi. Scala ha quindi ringra-ziato la presidentessa del cir-colo di Losanna e tutti coloroche hanno dato un contributoper la riuscita della manifesta-zione, ed in particolare agliospiti venuti dalla Sardegna“che - ha detto Scala - ci han-no permesso di portare qui inSvizzera uno spaccato dellanostra cultura e di aggiungereun altro anello, oltre ai giàmolti esistenti tra i nostri duePaesi e tra questa bella regio-ne e la nostra cara terra, la Sar-degna.”

Scala ha poi rivolto un rin-graziamento particolare alsindaco di Renens, madameDepoisier , ai suoi cittadini eamministratori e al cantone diVaud,” e non solo per l’atten-zione e l’appoggio datoci inquesta occasione, ma perchéquesto cantone lo sentiamovicino a noi soprattutto peraver accolto migliaia di lavo-ratori e giovani che lasciava-no la Sardegna, offrendo lorolavoro nell’industria mecca-nica fine, nel settore alber-ghiero e in quello dell’edili-zia .”

Un ringraziamento partico-lare Scala ha poi rivolto agliospiti venuti dalla Sardegna:al Direttore Generale dell’As-sessorato del Lavoro, dott.Roberto Neroni, alla signoraBarbara Spignesi in rappre-sentanza della ATEM “Emi-lio Lussu e delle Associazio-ni di tutela, ai presidenti del-le Federazioni dei CircoliSardi della Francia e del-l’Olanda, Francesco Laconi eMario Agus, e quindi all’As-sessore Matteo Luridiana“siamo onorati - ha conclusoScala - della sua qualificata e

gradita partecipazione a que-sto importante avvenimentoe per il prezioso aiuto datocicome assessore per la realiz-zazione di questa “Quattrogiorni con la Sardegna” .

Ancora ringraziamenti escambio di doni ( tra gli altri,la consegna del gonfalonedel Comune di Buddusò daparte del sindaco GiovanniSatta alla presidente del Cir-colo “Su Nuraghe”, France-sca Fais ) e il saluto portatoda Maria Antonietta Mazzo-ne, a nome dell’intero Consi-glio dei circoli del territoriodel Monte Acuto “con emo-zione e orgoglio” che si pro-vano - ha detto - quando si in-contrano persone della no-stra terra che stanno così lon-tane e che ci fanno venire allamente ricordi e pensieri di unpassato molto duro e diffici-le. E l’orgoglio è tanto, per-ché vediamo che sono perfet-tamente integrati in questarealtà economica, ma soprat-tutto - ha concluso - sono or-gogliosa perché in questaterra ricca c’è molto del lavo-ro dei nostri emigrati.

E brava Francesca, perquello che hai fatto per la riu-scita di questa manifestazio-ne, perché sei giovane e per-ché sei donna ; e grazie aDomenico Scala per tuttoquello che ha fatto e che stafacendo per gli emigrati sardiin Svizzera e per far conosce-re questa realtà a noi Sardi re-sidenti”.

All’Assessore Matteo Luri-diana il compito di chiuderegli interventi.

“Porto il saluto del Presi-dente della Regione , MauroPili e del Presidente del Con-siglio Regionale Efisio Ser-renti - ha esordito - e saluto eringrazio Domenico Scala eFrancesca Fais e i soci deiCircoli che in questi annihanno fatto tanto per far co-noscere la Sardegna nel loroluogo di residenza e di lavo-ro, la Svizzera. La Sardegna -ha proseguito l’Assessore -ha cercato dal canto suo dimantenere i legami con i no-stri figli costretti a cercare la-voro fuori dall’Isola, e se nonfosse stato così - ha sottoli-neato l’Assessore - oggi que-sti avvenimenti, queste ma-nifestazioni non sarebberopotute esistere.

La Sardegna - ha prosegui-to Luridiana - ha bisogno difarsi conoscere nel mondo :abbiamo bellezze naturalistraordinarie, produzionid’élite nel settore agro - ali-mentare ;abbiamo un mercatopotenziale molto alto, eccoperché stiamo cercando di fardiventare i nostri emigratinostri ambasciatori, e questoprogetto si sta realizzando.Non più serate che finiscono,ma che durano nel tempo.Come questa .Vorremmo chela Regione contasse per voi -ha concluso Luridiana - comevoi contate per la Regione.Ringrazio infine tutti coloroche con impegno e sacrificiovi hanno permesso di cono-scere la Sardegna e quel chepuò offrire.A kent’annos !”.

E a conclusione di una mani-festazione coinvolgente nonpoteva mancare un finale piùemozionante come la messa ce-lebrata da padre Luciano e can-tata in sardo dal coro Lachesosdi Mores nelle chiesetta di Re-nens affollata di gente e portataa un lungo applauso finale dauna struggente “Ave Maria”.

Il circolo sardo “Su Nura-ghe” di Losanna è uno deicircoli “storici” dell’Emigra-zione sarda in Svizzera, es-sendo stato fondato alla finedegli anni ’60 da un gruppodi “pionieri” ( tra i quali van-no ricordati, Antonio Sannadi Ozieri - che ne fu il primoPresidente - ,Salvatore Putzudi Oschiri e Pietro Meloni diOrgosolo) spinti dalla neces-sità di trovarsi tra loro dopoaver lasciato l’amata Sarde-gna. Vi si incontravano con lefamiglie, con i figli, per ricre-are un’atmosfera di caloreumano, solidarietà e fratellan-za in una Svizzera che al-l’epoca concedeva poco spa-zio agli emigrati.

Ed è proprio ripensando aquei tempi che oggi si può ca-pire veramente quanta stradasia stata fatta dai lavoratorisardi emigrati nel processo diintegrazione nella comunitàSvizzera e anche come siacambiata la vita del circolostesso, proiettato all’esterno,e impegnato a far conoscere lastoria, la cultura e le tradizio-ni dell’Isola, oltre alle bellez-ze naturali, decantate ormai intutto il mondo dagli operato-ri turistici.

L’inaugurazione ufficialedella sede, che è sempre statain av. de Morges, risale al1972, e quello che era ungrande appartamento vuoto,con il tempo e con il lavorodei soci, è diventato un ango-lo di Sardegna, con un nura-ghe realizzato al suo interno,bandiere, quadri, libri e og-getti vari che ricordano ine-quivocabilmente la terrad’origine.

La sede del Circolo è com-posta da un grande salone, alcentro del quale c’è il bar, unabiblioteca, una sala della Se-greteria dotata di computer,una cucina e i servizi, e d an-

che un’ampia terrazza esterna.Per l’Assessore del lavoro

Matteo Luridiana, presente a Lo-sanna alla manifestazione “4giorni con la Sardegna”, la visi-ta al Circolo è stata una tappaobbligatoria.

Ad accoglierlo e a fare glionori di casa, la giovane Presi-dente, Francesca Fais, e alcunimembri del Consiglio direttivo.

Alle domande di prammaticadell’Assessore sul numero deisoci e sull’attività del Circolo,Francesca Fais risponde che “isoci sono oltre un centinaio, chesono calati rispetto al passatoperché - spiega - i Sardi, figli or-mai di 2° e 3° generazione, sonointegrati nel sistema svizzero. Econ la vita degli emigrati - ag-giunge - è cambiata anche la vitadel Circolo.

“Il Circolo con la stessa strut-tura e gli stessi programmi di 30anni fa’ era destinato a morire -dice Francesca Fais - perché noncorrispondeva più alle esigenzedei suoi soci. Per superare quin-di questa situazione abbiamosemplicemente deciso di aprirciagli altri e piuttosto che cercaredi portare nuovi soci nel Circo-lo, abbiamo deciso di uscirenoi, in quanto Circolo, e di pro-porci non solo ai Sardi e più inparticolare ai giovani, ma agliItaliani e soprattutto agli Sviz-zeri.” E la manifestazione “ 4jours avec la Sardaigne” a Re-nens - Losanna ne è la più tangi-bile delle prove.

Quello de “Su Nuraghe” è uncircolo quasi tutto “a trazione “femminile: oltre alla presidenteFrancesca Fais, sono donne lavicepresidente Josane Masala ela segretaria, Natascia Manca.

“Siano diventati dei veri epropri ambasciatori della Sarde-gna a Losanna e nel cantone diVAUD - dice ancora Francesca -e restarlo è il nostro obiettivoper il futuro”.

E in questo spirito è nata

l’idea della manifestazione“4 giorni con la Sardegna”.

“Già nel settembre del2001 - ricorda Francesca Fais- in occasione della Vogue diCarouge, la Sardegna era sta-ta protagonista di una impor-tante rassegna nel cantone diGinevra, ora siamo noi di Lo-sanna a dare risalto alle ric-chezze e alle bellezze dellanostra Isola. E l’aspetto piùimportante - sottolinea la Pre-sidente del Circolo - è che lamanifestazione ha ricevutol’appoggio incondizionato eil contributo attivo dalle au-torità di Renens - Losanna,con in testa il sindaco AnneMarie Depoisier, oltre ovvia-mente al patrocinio della Re-gione Sardegna tramite l’As-sessorato del Lavoro.

Così dall’idea originaria dipromuovere un solo paesedella Sardegna, si è pensato dicoinvolgere una intera zona,che è quella del Monte Acu-to, che comprende ben 11 pa-esi.

L’obiettivo della manife-stazione? Semplicemente cisiamo proposti di far cono-scere la Sardegna per quelloche è - dice Francesca - nonsolo quella dei Vip, della Co-sta Smeralda ( che peraltronon va disconosciuta ,perchéper tanti anni è stato il nostrobiglietto da visita, soprattuttoper il turismo!), ma la vera Sar-degna, quella delle tradizioni,della cultura, della eno-ga-stronomia, ma soprattutto delcarattere del popolo sardonella sua quotidianità. È que-sta Sardegna - conclude Fran-cesca Fais - che abbiamo vo-luto presentare anche ai nostrigiovani di 2° e 3° generazio-ne, una Sardegna di valoriche, nonostante il tempo tra-scorra, rimangono sempre ra-dicati nelle nostre genti e nel-la nostra terra.”

L'Assessore Luridiana con Francesca Fais e i dirigenti del circolo

IL MESSAGGERO SARDO 19OTTOBRE 2002

SI RINNOVA A POSADALA FESTA DEI POETI

di Natalino Piras

CULTURA

LA �VOCE DEL LOGUDORO�HA COMPIUTO 50 ANNI

La “Voce del Logudoro”,settimanale cattolico diinformazione locale dif-

fuso nel Logudoro, MonteAcuto e Goceano, ha festeg-giato i cinquant'anni.

L’evento è stato celebratoanche con la pubblicazione,per i tipi delle Edizioni Dioce-si di Ozieri, di un volume inti-tolato “Una Voce” per il Logu-doro e il Goceano 1952-2002,curato sapientemente da mon-signor Tonino Cabizzosu.

Il libro sottolinea ed eviden-zia il percorso storico dellaVoce del Logudoro ed il conti-nuo confronto che ha consenti-to tra la Chiesa e le problema-tiche del territorio.

Nelle pagine di “Una Voce”si snoda una puntuale rievoca-

zione dei primi cinquanta anni,la significativa sintonia e ope-ratività dell’associazionismocattolico; la pastorale e lospirito missionario (si veda ilcaso di don Nanni Carta lacui storia è stata rievocata re-centemente anche nelle pagi-ne del Messaggero Sardo); lerealtà locali e le problemati-che del mondo agro pastora-le; l’anticomunismo militan-te che caratterizza i primi duedecenni e più della “Voce” e ilcollateralismo con la Demo-

crazia Cristiana; l’evoluzionelenta sul piano sociale nellospirito nuovo e innovativo delConcilio con istanze consilia-ri a stimolare partecipazione erinnovamento secondo pro-getti pastorali mirati alle nuo-ve problematiche familiari,sociali e di identità culturale.

Secondo lo spirito dellaCostituzione Pastorale Gau-dium e Spes si rileva un sen-sibile interessamento allespecificità del territorio e allapovertà delle zone del Centro

Nord della Sardegna con rife-rimenti specifici al “CasoGoceano” ed alla “VertenzaLogudoro”.

Docente di Storia dellaChiesa Moderna e Contem-poranea, di Archivistica edEcclesiastica nella FacoltàTeologica della Sardegna edirettore dell’Archivio Arci-vescovile di Cagliari, monsi-gnor Tonino Cabizzosu van-ta numerose pubblicazionisulla storia ecclesiastica sar-da dell’Ottocento e del No-

vecento.A lui, nel suo paese natale

di Illorai, si deve una ricca eprestigiosa biblioteca attual-mente in fase di catalogazio-ne.

Nel panorama dell’infor-mazione cattolica in Sarde-gna, la Voce del Logudoroaffianca per importanza i fo-gli “Libertà” e l’”Ortobene”,rispettivamente di Sassari eNuoro.

Dal settembre del 1999Voce del Logudoro è direttada Don Gavino Leone che,forte delle esperienze matu-rate nei primi 50 anni, inten-de proiettare il giornale versosignificative e nuove sfide pa-storali e culturali.

Cristoforo Puddu

IN UN VOLUMETTO LE OPEREDEI VINCITORI DEL PREMIODI POESIA SARDAI risultati della 21 edizione

del “Premiu ‘e poesia sardaPosada” sono leggibili nel

volumetto che contiene i testidei premiati, segnalati e men-zionati. Cosa importante, cheogni anno venga prodotto que-sto libretto (l’anno scorso, peril ventennale, fu un librone).Questo del 21 è stato pubblica-to con il contributo del Comu-ne di Posada, della X Comuni-tà Montana della Baronia maanche di singoli cittadini.

Due le sezioni del premio:poesia rimata e verso sciolto.Nella prima non è stato asse-gnato alcun premio in quantola giuria ha riscontrato “temitriti, scontati, la rima spessoforzata, troppi gli italianismi”.Ci sono comunque state men-zioni per Santino Marteddu diSiniscola per la poesia “Appoconnottu”, Antonio Maria Pin-na di Pozzomaggiore per“Notte ‘entosa”, SalvatoreMurgia di Macomer per “Tem-pus fuidittu”. Segnalazioni perSalvatore Fancello di Dorgalicon “S’andala ‘e s’allega”,Angelo Porcheddu di Banariper “Bentos” e Giulio Cossu diTempio per “Vespari chjari”.Ammirevole il vecchio profes-sore gallurese che continua a83 anni suonati a scommetteresulla poesia e sul suo valore,

sulle possibilità di una lingua.Ammirevole anche per comeha accettato, motivandolo conla sua presenza, il verdetto del-la giuria, lui poeta pluripre-miato e certo tutt’altro che me-stierante.

Nella sezione verso sciolto ilprimo premio è andato a Giu-seppe Tirotto di Castelsardoper la poesia “Che brusta buf-fadda”. Seconda piazza al dor-galese Gonario Carta Broccaper “Andalas de sonnios” e ter-zo posto per Domenico Batta-glia di La Maddalena con“Passi di carrulanti”.

Le menzioni a Peppino Fo-garitzu di Pattada per “Dolu einterru de su printzipale”, An-tonellu Bazzu di Sassari per“Carrasegare”, Antonio MariaPala di Torpè per “Melios deispera”, Antonietta Demurtas,bittese trapiantata a Olbia, per“Sa limba urata” e DomenicoUccheddu , un ragazzino diMuravera, per “Apu pensai atui”.

Presieduta da Giacomino Zi-rottu la giuria era composta daGianni Pititu, Sebastiano Pilo-su, Paolo Porru, Ignazio Por-cheddu (che è anche presiden-te del Comitato organizzato-re), Pinuccio Giudice Marras,Paolo Russu, Peppino Deled-da, Giovanni Piga e chi scrive.

Quest’anno è piovuto.Una pioggia torren-ziale a pomeriggio

appena iniziato e quando sta-va per terminare il pranzocollettivo consumato sulletavole di pietra che circonda-no sa corte della chiesa diSan Michele, Santu Migali.

Non è che ci fosse tantagente, solo un centinaio dipersone tra sardi, continenta-li e stranieri che comunquehanno gustato l’antipasto disalsicce e olive, la pasta con-dita con ragù di carne, la pe-cora bollita, il porcetto arro-sto e un tocco di formaggio.Acqua e vino.

L’anguria è arrivata quan-do si era già in ordine sparsoper la pioggia, riparati sottole tettoie, un poco prima cheservissero il caffè e l’acqua-vite.

Qualcuno ha ricordato lamagnificenza di altri annicon persone a gruppi, a folle,a continuare fino a sera il ritodello stare insieme. Stiamoparlando del Premio di poe-sia sarda di Posada giuntoquest’anno alla ventunesimaedizione. Una durata che è unbuon segnale. Così come èsegnale di grande serietà ilfatto che quest’anno la giuriaabbia deciso di non assegna-re premi, solo menzioni e se-gnalazioni, per la poesia inrima. Troppe ripetizioni,inattuali arcadie e versi zop-pi.

La parola che stenta a farsipoesia e costituire senso.Perciò un messaggio da poe-ti a poeti: è necessario, per lasopravvivenza della poesia,uscire dagli schemi e pensaree sentire dentro il propriotempo con la consapevolezzadi utilizzare una lingua viva evitale. Alcuni dei poeti, forserisentiti, non sono venuti allafesta. Altri invece si sonopresentati e pure hanno lettoi loro versi. Non la piazzaquest’anno, un suggestivoscorcio sotto il castello dellaFava, ma l’auditorium dellascuole vicino alla Traversa.Cerimonia per forza di coseal chiuso: la pioggia seppurmeno incessante ha continua-to a battere.

La festa dei poeti in limba,rimata e verso sciolto, si èconsumata in questo lungoarco di tempo tra la fine delrito della mensa e la festa se-rale, con la recita dei testipremiati e segnalati da parte

degli stessi poeti. Festa sera-le preceduta dal ballo dei ra-gazzi e dei grandi in costu-me, pitzinnos minores e man-nos e da unu corfu de su teno-re de Posada. Hanno letto iloro componimenti anche glialunni delle scuola media. Hapresentato e condotto il sin-daco Sebastiano Fiori alter-nato nella lettura di testi deipoeti assenti da Peppino De-ledda, uno dei più anziani delComitato.

Il rito della parola poeticache segue il rito della mensaha un suo significato.

Il rito della mensa è cosaimportante in una festa checome questa dei poeti a Posa-da si avvia a diventare tradi-zionale. Segna innanzitutto ilbenvenuto a s’istranzu e in-sieme esprime il grado di ci-viltà di una comunità: que-st’anno turbata nel tempo im-mediatamente precedente lafesta da cronache di inciden-ti mortali e da un assassiniocapitato in paese, solo capita-to, come può accadere. I Po-sadini, sindaco e organizza-tori della festa, ci tengono edire, e lo rimarcheranno pub-blicamente nella cerimoniaserale, di non essere comuni-tà violenta. Si sentono bolla-ti da un marchio che non ènella loro storia attuale. In-sieme alla pioggia, comun-que ben accetta, il tempo del-la festa è servito quest’anno aelaborare la notizia di unaPosada che non si riconoscenelle notti dei balordi. Anchea questo serve la poesia: nonsolo a ripetere convenzionima a dare voce al vero dolo-re delle persone. Se anche ildolore diventa fatto identita-rio e perciò condivisibile daPosadini e istranzos che purehanno messo la loro firmaper protestare contro l’eti-chettatura di gente violenta.Dovrebbe ancora servire, lapoesia, a riflettere perché co-munque anche in questa ci-viltà si consumi a volte partedel nostro degrado, del no-

stro residuo di balentia, inco-municabilità e sedimentatirancori. Nel rito della mensale voci a tratti indicano, atratti cadono. Si inseguono,si accantonano e poi ritorna-no. Certo bisogna separare ifatti dalle responsabilità diciascuno.

Non c’erano tutti a SantuMigali ma comunque erava-mo in molti. Gente comune egente delle istituzioni. Parro-ci e viceparroci. E’ venutoanche il sindaco di Nuoro

mentre quello di Posada ser-viva a tavola insieme agli al-tri componenti del Comitato.Un certo effetto faceva senti-re la voce di un continentale,un lumbard, un padano impa-rentato qui a Posada, che,mestolo in mano, girava per itavoli a chiedere se tutto fos-se a posto.

Il rito della mensa colletti-va abolisce i ruoli e insiemeli rafforza, in quello che è an-cora oggi una proponibile re-cita dello scambio, una inter-

pretazione del lavare i piediai pellegrini che arrivavanoal santuario. Così come laqualità del cibo indica la qua-lità del dono, la volontà dicontinuare a sorprenderecompaesani e turisti. italianie no. Un poco ricorda questopranzo dei poeti il pranzo diBabette dell’omonimo filmdove le pietanze raffinateservite da una straniera ser-vono a far parlare la gente diuna comunità chiusa. Parlareè importante.

Dopo il pranzo c’è stato unfuori programma. Mentrequelli del Comitato sparec-chiavano, un gruppo di patta-desi, tra di loro anche uno deipoeti menzionati, ha provo-cato a cantare un altro gruppodi persone da loro creduteposadine. La provocazione èstata fatta in maniera tradi-zionale, partendo dal fattoche i pattadesi avevano senti-to cenni di un canto che sem-brava di Limbudu, loro com-paesano.

Solito scambio di ammic-camenti e contrasti e allafine, accordati gli strumenti,il gruppo dei provocati hadato il via a una straordinariaperformance sotto la pioggia.

Solo che non erano posadi-ni ma di Torpè: SebastianoPilosu, uno dei giurati, Anto-nio Maria Pala, un altro deimenzionati, sa oche ToreChessa e alle launeddas Giu-lio Pala. Pilosu ha cantato esuonato la chitarra e sa zam-purra, così a Torpé chiamanolo scacciapensieri.

Così come la chitarra hasuonato alternandola su pi-piarolu, lo zufolo di canna,Antonio Maria Pala. Reper-torio che ha messo insiemebarones sa tirannia, gosos sa-cri e profani, convincendo amuovere qualche passo diballo alcuni tra spettatori espettatrici.

Poco discosto, SalvatoreSanna, del comitato organiz-zatore, torpeino anche lui, in-tagliava zufoli per i bambini.Se questo non è fare poesiadite voi.

Se questo non è scommes-sa per continuare a mostrarequanto si è civiltà contempo-ranea, cos’altro si può pro-porre. Ci sono sempre segna-li e richiami all’ordine percontinuare a credere nellapoesia e in quello che la fa di-ventare moneta di scambio,“monida de alma”.

IL MESSAGGERO SARDO 20OTTOBRE 2002

LE ORIGINIMITOLOGICHEDI SILANUS

di Gianni Perrotti

PAESI DI SARDEGNA (3)Silvano, il dio romano deiboschi, oppure Caio Silanus,luogotenente di Cesare? Qualepersonaggio della mitologia odella storia ha alimentato leleggende sulle origini di Sila-nus? Non si può escludere che ilfedelissimo del condottiero ro-mano possa avere, rispetto alladivinità, qualche chance in più«perché Cesare ricompensava isuoi fedeli cedendo loro la terra.Però non lo sappiamo con esat-tezza». Per Giuseppe Runchina,docente di matematica all’istitu-to tecnico di Macomer, le ipote-si sono tante ma solo alcune suf-fragate da riscontri obiettivi.Come, ad esempio, quando sisostiene che inizialmente Sila-nus fosse posta verso Bortigali.Una tesi non del tutto campatain aria e suffragata dalla scoper-ta di una necropoli durante i la-vori di realizzazione della stradaferrata Macomer-Nuoro. Impor-tanti resti archeologici cheavrebbero potuto aprire un capi-tolo nella storia di Silanus mache qualche irresponsabile fecedistruggere. Poi, in seguito auna pestilenza, Silanus si trasfe-rì più a monte, a sinistra dell’at-tuale cava; lì sono state trovatemonete romane.

Silanus aveva un’economiaagropastorale; c’erano boschicon alberi giganteschi i cui tron-chi potevano essere abbracciatida una catena umana formata damolte decine di persone. Di cer-to, pastorizia e allevamento disuini erano voci importanti perla sopravvivenza del paese, tan-to che i bambini avevano il com-pito di raccogliere nel bosco leghiande per i numerosi maiali. Einoltre la coltivazione del grano.Che spesso provocava qualchecontrasto fra agricoltori e pasto-ri i quali erano circondati daicampi coltivati e dovevano sta-re giorno e notte a sorvegliare ilbestiame. Da qui, piccoli screziche alcune volte sono sfociati inatti non certamente edificanti.

I contadini di Silanus coltiva-vano anche fave, ceci, fagioli eorzo. «Quando era il periododelle aie –racconta GiuseppeRunchina-, noi ragazzi eravamoaddetti a seguire il giogo che tra-scinava una pietra che servivaper aprire il chicco. E su questafase del lavoro c’è un anédotto:

un vecchio fattore della vigna dimia suocera, Costantino Cappai,figura molto caratteristica,uomo alto, bel paio di baffi, miraccontava che prima del ‘900 iragazzi, dopo il lavoro nell’aia,dovevano portare i buoi al pa-scolo mentre le donne prepara-vano la pastasciutta. Racconta-va che prima di portare i buoi alpascolo si riempiva le tasche dimaccheroni, ovviamente condi-ti non solo con il formaggio, nonsolo con il sugo ma anche conabbondante polvere. E, dicevalui, erano molto buoni. Questoper inquadrare l’ambiente e lecondizioni di vita, quando vierano grossissimi problemi disopravvivenza». Agli inizi delNovecento, gli abitanti di Sila-nus e della maggioranza dei pa-esi della Sardegna non se la pas-savano molto bene. L’economiaera in mano a poche persone.Chi per eredità o chi perché ave-va fatto affari. E i più erano

“servi della gleba” che spessoper sfamarsi utilizzavano i semiconservati per la semina. Poi c’èstato un fenomeno che ha cam-biato il paese: l’emigrazione. Laprima, che ha preceduto la pri-ma guerra mondiale, con ten-denza verso l’America del Sud,quando un giovane di Silanusfinì addirittura nella Terra delFuoco. Da che cosa ha avuto ori-gine l’emigrazione? Di certodalla necessità, dalla fame.C’era una mortalità e una morbi-lità infantile eccezionalmentealte. «Il nonno di mia moglie –ricorda Runchina- era medicocondotto, prima a Sarule, poi aSilanus. E teneva le schede deipazienti: sarebbe interessantefare una ricerca sulle cause dimorte in quel periodo. Una se-conda corrente migratoria, dopola grande guerra, si diresse ver-so il Nord America, l’Australia emolti nel bacino mediterraneo:Libia, Tunisia. La terza corren-

te migratoria dopo la secondaguerra mondiale, in Italia setten-trionale e in Europa».

Le migrazioni, tutte indistinta-mente, hanno inciso profonda-mente nel tessuto sociale di Sila-nus. E soprattutto nell’economiadel paese che iniziò a reggersisulle rimesse degli emigrati.Quelli che rientravano avevanoacquisito una mentalità nuova,diversa. Si verificò la tendenza amodificare le case, oppure all’ac-quisto di vecchi edifici che cerca-vano di riattare. Iniziò a prospe-rare l’attività edilizia. E non fu unavvenimento di poco conto. Vi-cino a Silanus, a Codes, c’eranole cave di basalto, utilizzato pre-valentemente per costruzione. Inpiù con l’amministrazione Aiellici fu l’espansione del paese.Ecco, le rimesse degli emigratifecero tutto questo. Ma c’è anchel’aspetto sociale: l’emigrante cherientrava e vedeva come si conti-nuava a vivere faceva i confronti

con il paese che lo aveva ospita-to e si impegnava per modificarele cose. Oggi Silanus ha avuto,come tutti i paesi della zona, lafortuna e la sfortuna di essere vi-cino a Ottana. «Non voglio farepolemiche –dice Giuseppe Run-china- sappiamo come è nata epurtroppo stiamo assistendo acome muore. Probabilmente seanziché costruire tutta quellaroba, avessero costruito piccoliinvasi e irrigato bene tutta la pia-na, la situazione sarebbe diversa.Anche perché, e questo mi addo-lora dirlo, i nostri pastori nonsempre colgono l’occasione pro-pizia per migliorarsi. Non c’è co-operazione, siamo troppo indivi-dualisti. Forse è l’isolamento? Larisposta la lasciamo ai sociologi.Prospettive di sviluppo? O nelterziario o nelle industrie di ma-nufatti edili, ma sono attività dipoco conto».

Né si può dire che Silanus ab-bia un artigianato tradizionale.Le donne tessevano ma non tan-to da creare un’industria come èstato, e forse lo è ancora, a Nule.Il pane si faceva in casa ma per lesole esigenze e necessità dome-stiche. A Silanus qualcuno face-va il carbone ma i carbonai nonerano di Silanus. Il paese avevatutti gli artigiani ma servivanoper il fabbisogno della comunità.La principale attività del paeseera legata al mondo agropastora-le. Attività che oggi rappresentapiù un handicap che una base im-prenditoriale. L’unica che conti-nui è la pastorizia perché l’agri-coltura è scomparsa. Ma purtrop-po Silanus è un paese di vecchi;ha quasi tremila abitanti. «Non sipuò –conclude amaramenteRunchina- far scomparire un pa-ese e la sua storia: ogni pietra hala sua storia. E non possiamocancellarla: chi rinnega la storia,rinnega se stesso. Ed è tragico. Ilfatto che molti giovani non parli-no il dialetto è una cosa che gri-da vendetta. Io non sono per l’in-dipendenza. Me ne guardo bene,noi sardi faremmo ridere i pollise con l’economia che tende a di-ventare globale restiamo nel par-ticolare. Però devo tenere viva lamia identità, la mia cultura, lemie origini. Questo sì. E noi infatto di cultura non penso chesiamo secondi a tante regioniitaliane».

ARBOREA UN ANGOLODI VENETOIN SARDEGNA

di Salvatore Tola

PAESI DI SARDEGNA (4)Quando ci fermiamo nel-la piazza principale diArborea, nel viaggio da

Oristano verso Terralba e ilMedio Campidano, vienespontaneo chiedersi se non sia-mo per caso capitati in un pae-se del continente: dall’aspettostesso della piazza, occupataquasi per intero da un giardinosempre fiorito, ai lineamentidegli edifici, con i tetti spio-venti come in montagna, tuttoindica che non ci troviamo inuno dei soliti villaggi dell’iso-la, sorti con povere case nelperiodo medioevale. E poiquella scritta sul campanile, aprima vista misteriosa, Resur-go (“Risorgo”, “Torno a vive-re”), che poi torna anche nellostemma del comune.

In realtà nell’isola tutti san-no, almeno genericamente,che la vicenda di Arborea èmolto diversa, e tutta racchiu-sa in un arco di tempo moltopiù breve di un secolo.

La prima data da citare è il1918, quando venne costituita aMilano la Società BonificheSarde, con l’intento di riportarealla luce tutto questo territorio,ricoperto da epoca immemora-

bile da una distesa di acque pa-ludose. Gli studi accertaronoche provenivano dal rio Mogo-ro, che discende dal monteArci, e fu ben presto costruitauna diga per regolamentarle;ma non bastava, perché buonaparte delle terre sono sotto il li-vello del mare: per questo fu in-stallata una potente idrovora,che da allora getta nel mare leacque, raccolte in un razionalesistema di canali.

Quindi i campi furono sud-divisi in poderi, affidati ad as-segnatari giunti quasi tutti dalVeneto, furono impiantate lun-ghe file di eucalipti per proteg-gere le colture; e vennero eret-

te le cascine, mentre nel luogoscelto come centro sorgevanosoltanto i locali di aggregazio-ne ed i servizi; il tutto in mododa indurre i contadini – al con-trario di quanto avviene solita-mente in Sardegna – a risiede-re sul luogo del loro lavoro.

Nel 1931 Arborea fu fattacomune autonomo, ma in unprimo tempo col nome di Mus-solinia, che avrebbe sostituitonel dopoguerra; ed ebbe iniziola sua vicenda fortunata, gra-zie a una serie di elementi fa-vorevoli: la fertilità delle terree la laboriosità dei coloni, so-prattutto.

Nel giro di pochi decenni

queste terre hanno raggiuntotutta una serie di primati, sianell’allevamento bovino chenelle coltivazioni. Nelle stalledi Arborea crescono dei capivaccini dalla grande produtti-vità, anche 30 e persino 50 li-tri di latte al giorno, tanto chela Latteria Sociale 3A distribu-isce i suoi prodotti in tuttal’isola. Il territorio è diventatofamoso per la produzione nonsolo dell’erba medica, dei po-modori (sino a 1200 quintaliad ettaro) e di altri ortaggi, maanche e in particolare delle fra-gole e delle angurie.

Per questi prodotti, in parti-colare per gli ultimi due, ven-

gono organizzate delle sagreche attirano molti visitatori,come accade anche per la fieraannuale del bestiame e per unacelebrazione invernale cheviene dedicata giustamente, inuna zona abitata per il 75% daveneti, alla polenta.

In queste occasioni vengonoesposte alcune delle macchineche furono usate per la bonifi-ca e per le prime coltivazioni.Anche Arborea sente infatti ilbisogno di tornare indietrolungo la sua vicenda storica,anche se così breve.

Ma il territorio era stato abi-tato anche nelle epoche piùlontane, prima che le acquepaludose lo ricoprissero; perrendersene conto basta recarsial Comune, dove in alcune ve-trine al primo piano sono con-servati i reperti archeologicirinvenuti durante i lavori dibonifica.

Sono oggetti in metallo, ve-tro e ceramica, per i quali sirenderebbe necessaria la siste-mazione in un locale apposito.Il “pezzo” di spicco è unaskos, ossia un piccolo vasoper contenere liquidi, che raf-figura il volto di una ragazza.

21PARLIAMO DELLA SARDEGNAa cura di Manlio Brigaglia

OTTOBRE 2002

LA STORIA DELLA SARDEGNAPER LE SCUOLECURATA DA MANLIO BRIGAGLIA

di Giovanni Mameli

CULTURAIniziativadella Laterzaper colmare unvuoto sullevicendedell'Isola

Cosa c’è di meglio, per unfiglio, che sottrarre alladimenticanza chi fu il

padre e quanto seppe, in tempibui, essere uomo pieno di uma-nità. Qui i figli sono due, Gio-vanni e, firma molto conosciu-ta anche in questo giornale,Salvatore Tola. Il togliere dal-la dimenticanza lo hanno fattocurando il diario del padre Pie-tro, da poco pubblicato dallaCuec nella collana Storie divita in collaborazione conl’Istituto sardo per la Storiadella Resistenza e dell’Auto-nomia. Titolo-guida del libro:Il lager nel bosco. Due anni dilavoro forzato nei campi diconcentramento tedeschi (157pagine, euro 10,50). DiceManlio Brigaglia nella prefa-zione, in qualche maniera ca-povolgendo il famoso se que-sto è un uomo di Primo Levi,autobiografia dell’orrore diAuschwitz, che Pietro Tola“sì, questo è un uomo”. Lodice al presente, nonostante ilprotagonista della vicenda nar-rata in questo libro sia scom-parso nel 1979 e nonostantel’arco di narrazione vada dal1943 al 1945. Pietro Tola, al-lora trentottenne, guardia di fi-nanza, attraversa in toto la tra-gedia della seconda guerramondiale.

Da militare fa in tempo aconoscere di quanta cialtronainconsistenza fossero fatti glieserciti di Mussolini (altroche dichiarare guerra a Fran-

cia e Inghilterra e minacciaredi spezzare le reni alla Gre-cia!) e poi dopo l’8 settembrefinisce insieme a molti altriitaliani nella rete dei tedeschi,alleati fino al 25 luglio del1943, giorno della caduta delfascismo. Pietro Tola è unodei 600 mila IMI, InternatiMilitari Italiani, avviati aicampi di prigionia e di lavorodella Germania nazista. Il po-polo tedesco sente di averperduto la guerra eppure èancora succube e esecutoredei piani di dominio e di ster-minio di Hitler. Con inumanaferocia lega a questa sua sor-te di “resistenza” centinaia dimigliaia di ostaggi prove-nienti da diversi paesi del-l’Europa da loro occupata.Pietro Tola, pastore-contadi-no thiesino trapiantato in Ro-magna dove si è sposato conLaura Magnani, è in questamoltitudine di perduta gente.Si salverà e tornerà a casa perriabbracciare la moglie e ilpiccolo Salvatore, perchésorretto da una forza d’animoe da una fede, in Dio e nellaMadonnina di Montenero,

che gli fanno attraversare ilcampo di Homburg e il boscodi Musbach ridotto da uomo aschiavo, forza-lavoro, soloper questo sostentato, dei te-deschi che vogliono conti-nuare la guerra e con questarendersi vieppiù fautori di di-struzione e di stermini. A dif-ferenza dei campi di concen-tramento per ebrei, zingari eoppositori politici, luoghichiusi e di soluzione finale, il

lager dove Pietro Tola visseprincipalmente dall’autunnodel 43 ai primi mesi del 1945è un bosco della Renaniadove insieme ad altri commi-litoni come lui prigionieri ab-batte alberi dal giorno allanotte. L’alternativa sono lafabbrica e lavori di manuten-zione di strade e fognaturedei paesi circostanti, con i“civili” che li osservano osti-li e diffidenti. Certo c’è più“libertà” rispetto ad Au-schwitz e Dachau ma come inquei luoghi diventati simbologlobale dell’abominio anchein questi campi attraversatida Pietro Tola ci sono lafame, gli stenti, il pericolo ela tema delle malattie.

Ci sono la disumanità dellesentinelle e degli stessi com-pagni di prigionia cui si con-trappone, giorno dopo gior-no, la capacità di credere nel-la fine della guerra, come esi-to naturale. È questo creditoalla speranza, documentatoin fogli di quaderno scritti apenna e in mancanza, a mati-ta, che mette Pietro Tolacome referente per i compa-

gni che con lui vissero l’nfer-no e per i figli che quelle pa-gine mettono insieme, moltianni dopo. La tecnica di co-struzione di questo libro è ap-punto quella di seguire il rac-conto del protagonista,l’estenuazione e l’attesa, al-ternandola con ricuciture dicarattere storico: a dire deifatti grandi, pure avvertiti nellager, che contengono il ter-ribile quotidiano che visseroPietro e tanti altri come lui eda lui, pure italiani, distanti.Un fatto rivela questa diffe-renza di sentire umanità del-l’inferno: Pietro Tola, lo te-stimonia il commilitone e so-dale Paolo Bianco, era l’uni-co a dividere il contenuto deipacchi, ogni ben di Dio, se equando arrivavano da casa.Altra erano l’educazione e lacaratura, lui continuamentedisilluso dalla disumanità.

Elemento importante diquesto diario, che è anche unlibro di viaggio, sono i treni.Segno di invagonamento maanche di ritorno. Per ricostru-ire quanto in sua assenza èstato completamente distrut-ta, la Ca’ Rossa minata daitedeschi.

E molto altro c’è in questolibro che come dice Brigagliaè di “educazione insieme ci-vica e morale”. Un libro ditesto. Per il contenuto e perlo stile, un dato che la dicelunga sulla capacità dei padridi insegnare ai figli.

L'UMANITÀ DENTRO IL LAGERDIARIO DI PIETRO TOLA

di Natalino Piras

CULTURA

Nei libri di testo adottatinelle scuole dell’obbli-go e alle medie superio-

ri la realtà storica della nostraisola è quasi del tutto cancella-ta. Basta sfogliare i manualidelle discipline preposte perverificare come le vicende ri-guardanti la seconda isola delMediterraneo non abbiano ilminimo risalto (a parte qual-che riferimento marginale trat-tato in poche righe). Per ovvia-re a queste lacune, già a parti-re dagli anni Trenta, sono sta-te scritte opere da studiosi iso-lani con lo scopo di proporre aigiovani diversi aspetti dellaloro terra. Ma non sempre gliinsegnanti hanno abbinato aitesti nazionali quelli regionali,anche perchè i programmi mi-nisteriali non lo imponevano.

Solo in tempi recenti, la legi-slazione scolastica, dalle ele-mentari ai licei, ha espressa-mente invitato i docenti a por-tare in primo piano la storia,l’ambiente, l’arte della regionedi appartenenza. Sensibili, aquesto richiamo, diverse caseeditrici hanno varato opere af-fidate a esperti di quella che iFrancesi hanno chiamato mi-crostoria. L’ultima ad averlofatto è la Laterza di Bari, cheha proposto dei volumetti –uno per ciascuna classe dellesuperiori – incentrati sulle vi-cende delle regioni d’Italia.

Per la Sardegna questo inca-rico è stato affidato a ManlioBrigaglia, che con la collabo-razione di Attilio Mastino eGian Giacomo Ortu ha appron-tato cinque agili testi dal titoloStoria della Sardegna, i qualiabbracciano un arco di tempocompreso tra la Preistoria e igiorni nostri. Per attuare que-sta iniziativa sono stati coin-volti parecchi specialisti – perlo più docenti delle Universitàdi Cagliari e Sassari – ognunodei quali ha tracciato il profilodi un periodo storico diverso.

Ma c’è di più: per offrire aigiovani un panorama ampio siè dato risalto anche alle vicen-de letterarie e a quelle dellastoria dell’arte, al dibattito po-litico sull’autonomia e al nodoirrisolto della lingua sarda.

Insomma, l’immagine glo-bale che si è voluta proporrepresenta una Sardegna a tuttotondo, nella quale interagisco-no politica e cultura, economiae ambiente naturale. Al riguar-do Brigaglia scrive nel capito-lo Cronache nel secondo No-vecento: «Anche per la Sarde-gna l’evento più importante

del decennio finale del secoloè la nascita dell’Unione euro-pea. Il processo di centralizza-zione verso Strasburgo e Bru-xelles di molta parte delle de-cisioni fondamentali per losviluppo del Continente ponemolti interrogativi non solosullo sviluppo dell’autonomiaregionale sarda, ma anche suquello della stessa Sardegna,tanto più che a questo proces-so di centralizzazione “euro-peo” si accompagna quellodella globalizzazione dell’eco-nomia su scala planetaria».

In queste affermazioni con-clusive è contenuto il senso diun processo storico millenarioche ha portato la Sardegna,nelle varie epoche, da un ruo-lo subalterno (frutto di diversedominazioni straniere) a unapiena indipendenza politica eamministrativa, sia pure con-dizionata da rapporti di intera-zione con l’Italia e la Comuni-tà europea. In altre parole lanostra isola, grazie allo statutospeciale, è diventata una pic-cola patria libera di legiferarein tanti settori dell’economia,dell’ambiente e della cultura.

Si è fatto un buon uso o uncattivo uso di questi strumenti,supportati da contributi delloStato e della Comunità euro-pea? A una simile domanda glistorici non danno risposte de-finitive, dal momento che sitratta di questioni aperte, su-scettibili di svolte in positivo oin negativo. Ripercorrendo levicende storiche del passato –raccontate da Alberto Mora-vetti, Raimondo Zucca, PierGiorgio Spanu, Giuseppe Me-loni, Giulio Paulis, GiovanniLupinu, Roberto Coroneo,Bruno Anatra, GianfrancoTore, Giovanni Murgia, Fran-cesco Manconi, Luciano Car-ta, Luisa Maria Plaisant, Rai-mondo Turtas, Luciano Marro-cu, Simone Sechi, SandroRuju, Paola Pittalis, SalvatoreTola, Manlio Brigaglia, AttilioMastino e Gian Giacomo Ortu– si ha la percezione di unosviluppo di eventi contrasse-gnati da un intreccio quantomai ricco di fermenti. Da unlato c’è stata un’apertura versoil mondo esterno (specie nellefasce costiere dell’isola) perun altro verso si è conservatoun patrimonio culturale daitratti fortemente autoctoni, cheresiste e rende la Sardegna –agli occhi dei visitatori – di-versa da tutte le altre isole delMediterraneo. Questa dialetti-ca ancora oggi attiva, anchenel campo letterario e delle artivisive, costituisce un contras-segno del quale bisogna tenerconto quando ci si addentra inquestioni centrali che coivol-gono studiosi dei diversiaspetti della realtà isolana.Ma anche insegnanti e studen-ti dovrebbero essere consape-voli di una simile articolazio-ne per evitare stereotipi osemplificazioni che rischianodi distorcere una memoriastorica con la quale bisognafare i conti, se si vuole capiremeglio il presente.

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a cura di Salvatore Tola

PARLANDO IN POESIAOTTOBRE 2002

LEULTIMERIME

Ci è arrivata da Asti unasimpatica lettera della signoraAnna Asciutto, appassionatadi poesia come il marito, chedi cognome di chiama Longued appartiene ad una famigliadi poeti di Bolotana; purtrop-po non ha conservato nessunacomposizione di suo pare,mentre quelle di un suo zio,Costantino, sono state raccol-te in un volume a cura dei fi-gli, che lo hanno presentatonel luglio del 2000 con unagrande festa alla quale hannochiamato amici e parenti. Ilvolume si intitola Rimas mias,conta 156 pagine, costa20.000 lire e può essere ri-chiesto a Vittorio Longu, viaStazione 64, 08011 Bolotana (Nuo-ro), telefono 339.1081274.

È stato curato da Giovanni Piga, ilnoto poeta nuorese, che in una bellaprefazione in sardo racconta tra l’al-tro chi era Costantino Longu. Natonel 1904, aveva frequentato pochescuole e poi era dovuto andare a la-vorare: «Dae minoreddu at comint-zadu a facher su pastore in sos sartos

de Bolotana»; ed aveva poi cono-sciuto vari mestieri, sempre attacca-to al lavoro, come dice in alcuni ver-si: «Est su tribagliu fecundu e co-stante / fonte de bene pro s’umanida-de; / est dae su bratzu de su triba-gliantre / chi dipendet sa prosperida-de».

Aveva avvertito sin da giovane lapassione per la poesia, e si era dato

allo studio per conoscere meglio lastoria, la mitologia, la letteratura;aveva così maturato le competenzenecessarie per poter salire sul palcoinsieme ai migliori improvvisatoridel suo tempo, Tucconi, Piras, Pi-redda, Sassu, Sotgiu. Allo stessotempo mandava avanti una produ-zione “a tavolino” composta di mo-das e altre retrogas, e poi sonetti, ot-

tave, gosos. Opere in cui, scri-ve Piga, esprimeva il propriocuore, «unu coro apertu, so-lianu, prenu de amore, de pa-che e affettu pro sa famillia,pro sa bidda, pro sa natura».Dopo la sua morte, avvenutanel 1978, i figli hanno coltiva-to l’idea di raccogliere in unvolume questo patrimonio diversi, e il progetto è giunto acompimento, dicevamo, nel2000.

Dal libro la nostra lettriceha trascritto nella sua letteradue testi; infatti, come ci rac-conta, è anche lei molto ap-passionata di poesia sarda, perquanto sia siciliana: «So leg-gere le vostre poesie e mi

piacciono tanto».Pubblichiamo quasi per intero la

seconda delle composizioni, quellache il poeta aveva scritto negli ulti-mi anni di vita per dire della vec-chiaia e della malattia; e la facciamoseguire da altri versi nei quali i no-stri lettori ci dicono di sé, dei proprisentimenti e ricordi, della propriabiografia.

SAS URTIMAS RIMASSunu settantachimbe sos Nadalescun custu sos chi deo apo connotu:primma solennes mi parian totucando sa gioventude possedia,como so ’ezzu e non bezzu ebbiama ’ezzu so e garrigu de males!

Sunu battordigh’annos chi resistoa custu male chi non tenet curama como, cando penso a coment’isto,non nego, m’aumentat sa paura;e nde tenzo resone si m’attristo,ca so seguru ch’in sa sepolturache poto ruer dae ora in oramentres disizo de viver ancora.

Non poto fagher peruna faina,so passande sas dies troppu malas;sa vida mia la passo in coghinae a inzottu che pigo in sas iscalas.Cando su male mi ’enit de s’anginadae pettorras che passat a sas palas:cand’istat su dolore a si che franghereche pitzinneddu mi faghet pianghere.

Costantino Longu

FATTU SOS MASONESDa minore in campagna so istadupastorighende fattu sos masones,giogaia cun canes e anzones,che anzone m’aiana istittadu,poi leggia sas cantonesde Padre Luca Cubeddu giamadu,pro me non b’aiat mezus cosaintitulada Gerusalemme vittoriosa.

Pietrino Canu

SA PASSENTZIA ’E MAMACando appo a pagare su dolore,cando appo a pagare cussa pena,cando appo assuttare su sudore,cando la torro a bier cussa vena,cando at a torrare cuss’amorecando cantaias a boghe serena.Ca non bastat dinari ne perdonude custa vida chi m’as dau in donu.

Francesco Soru

IL GIARDINO CHIUSONEL CUOREUn vento d’amore sfoglia all’indietropagine di diario scritte tra solitudinicalcinate in un sud di assetati silenzi.La speranza, ebbra d’illusione, cercasmarriti feticci di felicità, l’immagineche gli occhi giurano di riconosceresotto il tulle livido della realtà.È il piccolo giardino chiuso nel cuore,con gigli e gerani, cespugli di rose,alberelli di cedrina e melograno.Ma gracchiano corvi di magie dileguatetra rami di un presente che non perdona.

Luigi Cabras

BALENTE IN GIOVENTUDEMi che so imbetzande lente lentee de sos annos intendo su pesu,como appo sa fortza mesu mesu,m’est mancande de sa vista sa currente.

In gioventude ja fippo balentee non timia de leare pesu,so chena fune ja mi parzo presu,custu lu naro e non lu cret sa zente!

Gai est sa vida ’e s’omine antzianu,a sa etzesa est una cumbatta,est finidu pro tottu su ’eranu!

Ca paret custa una cosa fattae su destinu de s’essere umanu,ca de pagare ch’at s’ultima rata!

Micheli Morittu

SA VIDA MIANadala, Capodannu e Epifaniapassad’appo faghinde su pastore,parte allegru e in malumore,oramai cust’est sa vida mia;

e fra gioia e tribuliaappo a su mistieri tantu amore,a sos tempos cando fia minoreatter’iscelta fagher non podia.

Po passatempus calchi poesiafatto cuntentu e cun lamentosin settantabattor annos ch’app’in manu.

Sas tempestas mi ana postu energiae ancora sa muida de sos bentosnon timo ca m’agatto fort’e sanu.

Pasquale Corrias

UNA MARIPOSAAppo sedalzadu annos e annossu riu de sa vidamorighende abbas fungudas,grogads de limu,chilchende filos de oro,colende tra-e sas manos boidasisperantzias faulalzas.

Mi so frimmadu como,istraccu mortu,a mirare una mariposacun sas alas pintadascun piughere de oro,bolende tra-e sos rattosde una fozagra.

Franco Emanuel Solinas

SU CADDITTU DE CANNASo pensende a cando pitzinnu fia,chi fia che a tantos poverittu,sa notte subra s’istoja drommiae pro mi sere bi fit su banchittu.

E pro zogare babbu mi faghia’de ferula sos boeddos, su carrittu,e de canna mi faghia su caddittue poi cun sos pes meos lu curria.

E tenia de canna su fusileddu,sas truveddas cun su pippiriolu,poi sa matraccula cun su riu rau.

Sa bardufula ballaia cun s’ispau,a lunamonta brincaia che crabolu,custos fin zogos de s’antigu piseddu.

Berteddu Craba

SU SAMBEN DE SAS VENASA bortas non cherio esser sardune esser fizu a sa terra isolana,però in cherbeddos mi daet mattanaca so fieru e soe testardu.

In sas venas iscurret samben sardu,babbu oroteddesu e mamma ’e Ottana;e barant’annos mancari a mala ganaso fora ’e domo che fizu bastardu.

Da duos annos ti appo imbiaduun’istoria iscritta a manu mia,e so arrennegadu de abberu:

in carchi cuzone est abbandonadu,manc’una riga in su “Messaggeru”,forsis perdidu s’est in mesu ’ia.

Luigi Zoroddu

SU CAMPUZZARESos annos bellos de sa pitzinniami sun bolados sena m’abizare,sempre troppu accossadu a mattanarein gherras, faghe faghe e tribulia.

Itte giuesit cussa marrania,s’isfida de su duru campuzzareninnende sonnios mortos conc’a parecubinde tragos, dolu e angustia.

S’est sa bella istajone isfiorida,su currer s’est mustradu una peleachi m’at lassadu s’anima artturdida;

ma fissu unu disizu appo in idea:mai connosca sa ’ezzesa in vida,e mai ’ida sa morte cant’est fea!

Vittorio Falchi

MONZAS E RETTORETiberio mi giamana dae pitzinnia,faghia binzatteri e agricoltore,babbu si naresit Vacca Salvatoree mamma mia Maccioni Lughia,chi fin disizosos de m’ider rettore,monzas sorres mias de clausoria.Genitores, frade e sorre in eternos bolosnos an lassadu totos ammantad’e dolos.

Tiberio Vacca

FIORI DI CARTAPrimavere lontane,profumo di fiori,rugiade mattutinee tramonti di fuoco:son ricordi che vaganoper poi svanirecome è svanitala mia gioventù.Qui vedo solofiori di carta e pannocon profumo e coloredi nebbie artificiali;e tramonti grigiche mi fan rimpiangerela tua bellezza, terra mia.

Costantino Mele

TUCCARU E AMENTAA s’iscurtza currende falaiain s’impedradu, mancari metzanu,pro comporare zigarru toscanuin domo ’e tia Paula Maria.

A sa pigada s’andadura lentano la faghia, ca fia impressadupensende a su regalu preparadu:unu quadu ’e tuccaru e amenta.

E cando a Tattari andaimisin barroccio male covaccadu,ie su caddu lanzu fadigadu,a pè pro su piusu ch’arrivimis.

Poveru caddu cun paga proendae i sa zente pagu consolada,sa vida de cuss’epoca passadaest pro sos de oe una lezzenda.

Giovanni Francesco Soletta

SU MASTRU SILANOSIn quinta già fia preparaducomente tantos bravos iscolanos,deo tenia su mastru Silanos,già fit severu ma puru istimadu;a sa fine manc’unu nd’at bocciadu,votos bellos li essiat de manos,lu trattaimis cun grande rispettu,comente preparare fit perfettu.

Giuliano Meazza

S’ESORDIU IN SA PINNETTASi mi ponzo un’ora ’e bonumoregià cheria cantare che poeta,non mi trattenzo pius de un’orettapro narrer cosas de pagu valore.M’ammento cando faghia su pastorechi faghimis s’esordiu in sa pinnettae altzaimis su cantigu a sas istellase cantu a nois nos parian bellas!

Medas de nois sun in terra istranierae iscriimus a su caru “Messaggeru”,medas fuidos sun pro disisperue atteros pro fagher carriera,e a sa Sardigna nobile e fieramandan saludos de coro sintzeru,sentza rancore e sentza rimpiantua sa patria chi ancora istiman tantu.

Frantziscu Ledda

SARDEGNA NOTIZIE 23

OTTOBRE 2002

LO STEMMA DEI 4 MORINELLO SPAZIOCON LA MISSIONE COSMIC

�MANOS DE ORO� UN VOLUMEPER VALORIZZARE I TESORIDELL'ARTIGIANATO SARDO

UN PROGETTOPER RECUPERARE E TRASFORMARELE ALGHE MARINE

NEL NUORESEPRIMATODI PENSIONATI

Ci sarà anche lo stemma deiQuattro Mori nella missionespaziale COSMIC (Combu-stion Synthesis Under Micro-gravità Conditions). Il proget-to di ricerca su nuovi materia-li, che partirà nello spazio anovembre, e’ stato elaboratodall’Universita’ di Cagliari edal Centro di Ricerca Sviluppoe Studi Superiori in Sardegna.Recepito dall’Agenzia Spazia-le Europea (ESA), collocando-si al primo posto tra quelli co-ordinati da ricercatori italiani esettimo al mondo, tra i 117presentati, dopo quelli dellaNASA e dell’agenzia spazialegiapponese, COSMIC ha supe-rato la prima fase sperimenta-le. Obiettivo della missione e’lo studio di materiali innovati-vi su sistema ceramico a matri-ce intermetallica che potrannoessere utilizzati per la costru-zione di pezzi impiegati nelsettore aerospaziale e per l’ot-timizzazione del trattamento

di inertizzazione dei rifiuti escarti tossici. Una volta conclu-si con esito positivo i test con ivoli parabolici che hanno con-sentito di studiare le reazionidei materiali in condizioni dimicrogravita’, nella stazionespaziale orbitante ISS (Interna-tional Space Station) sarannotrasferite le apparecchiatureche permetteranno di effettuarei successivi esperimenti. Unastronauta belga, in un taxi-fli-ght a mezzo Shuttle raggiunge-ra’ la stazione orbitante ISS edeseguira’ i nuovi test.

Il team di progetto, coordi-nato dall’ingegner GiacomoCao ordinario del Dipartimen-to di Ingegneria Chimica e deiMateriali dell’ateneo sardo,vede impegnati studiosi del-l’Universita’ di Lovanio, inBelgio, dei Centri di RicercaInasmet (Spagna) e Astrium(Germania), dell’Istituto dimacrocinetica strutturale del-l’Accademia delle Scienze

(Russia) e, per l’Italia, delCNR di Milano “Tempe”. Itest effettuati con i voli para-bolici in diverse giornate - haspiegato all’AGI GiacomoCao - hanno dato risultati sod-disfacenti. L’equipe, costituitada ricercatori russi e belgi e incui ha operato anche una gio-vane studiosa sarda, ha testatoi materiali in microgravita’.Queste condizioni, con i voli,sono tuttavia conseguibili perun tempo molto ristretto, circa20 secondi. Nella fase di speri-mentazione spaziale, invece,sara’ possibile effettuare lostudio senza limiti temporali,verificando le diverse reazionigrazie alla presenza di una “ca-mera a guanti” di fabbricazio-ne NASA. Si tratta di materia-li compositi che uniscono leproprieta’ dei metalli conquelle della ceramica le cui pe-culiarita’ possono offrire ga-ranzie di impiego in settori de-licati.

Con l’intento di valutarel’opportunità di presentare al“programma Life Ambiente” ilprogetto per il recupero ed uti-lizzo delle alghe marine, l’as-sessore provinciale dell’Am-biente Gianluca Grosso ha con-vocato una conferenza dei ser-vizi dei Comuni costieri che siè svolta nei giorni scorsi nel-l’aula consiliare di via GiudiceGuglielmo.

Il deposito delle alghe lungole spiagge ed i litorali (nel 2001circa 65.000 tonnellate) rappre-senta per i Comuni costieri - hadetto Grosso - un problema ri-levante per quanto riguarda losmaltimento. Le alghe, classifi-cate come rifiuti solidi urbani,non possono essere trattate se-condo i normali metodi di eli-

minazione, quali ad esempiol’incenerimento, in quanto ilmateriale che le costituisce e’un cattivo combustibile. Devo-no percio’ essere conferite indiscarica con notevoli costi edispendio di tempo. Con il“Programma Life Ambiente”saranno selezionate le propostedi finanziamento a sostegno diiniziative dirette alla riduzionedella produzione di rifiuti e allerelative operazioni di recuperoe trattamento, attraverso dota-zioni impiantistiche anche in-novative finalizzate al recuperodi materia dai rifiuti. Il proget-to di trasformazione delle al-ghe, brevettato da una societa’sarda, prevede una procedura diraccolta sull’arenile con degliappositi mezzi ed il successivo

trasporto in un centro di trasfor-mazione industriale.

Un metodo di smaltimentoalternativo all’ammasso in di-scarica - ha sottolineato l’asses-sore all’Ambiente - che con-sente di valorizzare le qualita’di non deperibilita’ e di resi-stenza al fuoco e di individuareun adeguato settore di impiegodelle alghe recuperate, nonche’di risolvere il problema dellapulizia dei litorali. Infatti, conuna tecnologia altamente inno-vativa si potranno ottenere, trale altre cose, pannelli di eleva-ta resistenza meccanica utiliz-zati nell’edilizia. Percio’, valu-tata l’adesione al progetto deiComuni costieri, la Provinciadecidera l’entita’ dell’interven-to.

IN UN SITO WEBI PRODOTTI LAPIDEIDELLA SARDEGNA

I più bei tesori dell’artigia-nato sardo sapientemente de-scritti da Manlio Brigagliahanno fatto la loro comparsain una “vetrina” di carta pati-nata nelle librerie e in alcunipunti vendita selezionati ditutta Italia con il volume«Manos de oro. Curata dallacasa editrice specializzata«Italia turistica» di Padova incollaborazione con l’ISOLA(Istituto sardo per l’organiz-zazione del lavoro artigiano),la pubblicazione in tre lingue- inglese e tedesco oltre al-l’italiano – illustra, attraver-so le foto di Federico Mene-ghetti, gli aspetti piu’ sugge-stivi del lavoro di ceramisti,tessitori, orafi e artigiani del-la pelle, del legno, dei metal-li e della pietra.

L’ISOLA ha acquistato3.000 delle 6.000 copie stam-pate, che saranno distribuiteper valorizzare l’immaginedella Sardegna in tutte le ma-nifestazioni di settore -nazio-nali e internazionali- assiemea 30.000 depliant che ripro-ducono uno speciale sull’ar-tigianato sardo, sempre daltitolo “Manos de Oro”, ap-parso sul numero di maggiodel magazine “Italia Turisti-ca”.

Il 30 per cento delle146.000 copie della rivista,diffusa esclusivamente perabbonamento, è spedita al-l’Estero, in particolare inGermania, Gran Bretagna,Stati Uniti e Giappone. Unaparte dei depliant personaliz-zati commissionati dall’ISO-LA - che nell’operazione hainvestito circa 100.000 euro-riporta anche la traduzione in

giapponese.“Manos de oro vuol essere

un segnale di cambiamento,il primo momento del pianodi rilancio dell’ISOLA pre-sentato ai primi del mese”, hadichiarato Giuseppe Ventura,presidente dell’ente strumen-tale della Regione che da 40anni promuove le produzioniartistiche dell’artigianatosardo.

“La fase attuativa del pianosara’ presentata nelle prossi-me settimane”. Ai primi di

agosto l’Isola ha pubblicato ibandi di concorso per l’orga-nizzazione della biennaledell’Artigianato artistico diSassari.

La preparazione della pub-blicazione, costata nel com-plesso 270.000 euro, e messain vendita da Italia Turisticaa 51,65 euro, è durata circasei mesi, con un lavoro di ri-cerca fotografica - ha spiega-to lo scrittore Manlio Briga-glia - in archivi ricchi di de-cine di migliaia di immagini.

Nel 76% dei Comuni della provincia di Nuoro, oltre un terzodella popolazione beneficia di trattamento pensionistico. E’quanto emerge dal rapporto Aspen sull’economia della provinciadi Nuoro, che per la prima volta presenta una ricognizione sulsistema pensionistico su dati Inps e Inpdap. Il 46% dei Comunidella provincia hanno una pencentuale di pensionati che varia dal30,1% al 40% della popolazione residente. Il 30% dei Comuni hauna popolazione di pensionati Inps che supera il 40%. Record aSagama, con il 54,55%. AI 31 dicembre 2001 sono state erogatenella provincia 93.136 pensioni di cui 81.741 dall’Inps e 11.935dall’Inpdap. Il valore totale delle pensioni erogate è di 590 mi-lioni 88.397,09 euro, di cui circa 441 milioni euro dall’lnps e149.888.397 dall’lnpdap. Il 45% delle pensioni Inps è destinatoall’invalidità, il 39% alla vecchiaia, il 16% alla reversibilità.Quanto all’lnpdap, il 70% è assegnato ai dipendenti dello Statoed il restante 30% al personale degli enti locali.

Realizzati nell’ambito di unprogetto pilota promosso dalConsorzio Ventuno e cofinanzia-to dall’Unione Europea e dallaRegione Sardegna (POP Sarde-gna), sono stati presentati a Nuo-ro un manuale tecnico sul tema“Lapidei omamentali della Sarde-gna” e il sito web “www.lapideisardi.it. Alla presentazione, avvenu-ta nella sede del Consorzio Vent u -no, sono intervenuti Carlo Mari-ni, Docente di Georisorse al-l’Università di Cagliari, SergioRusso, presidente dell’Ailun, Al-berto Meconcelli, presidente del-la SFIRS e l’assessore regionaledell’Industria Giorgio La Spisa.

L’obiettivo tanto del manualequanto del sito è quello di dotaredi strumenti informativi e promo-zionali le aziende del compartoisolano delle pietre ornamentali.Il progetto ha coinvolto nove im-prese del settore e i due principaliconsorzi sardi: la societa’ consor-ti le “Graniti e Marmi di Sarde-gna” e il “Consorzio marmi e gra-

niti.Il manuale tecnico e il sito web

costituiscono gli strumenti pro-mozionali e gli archivi informati-vi del progetto. In essi e’ catalo-gata l’offerta merceologica delleprincipali pietre ornamentali del-la Sardegna: granito, marmo, ba-salto e trachite. Con il manuale leaziende sarde del settore potrannopromuovere i loro prodotti pressoi progettisti (architetti, ingegneri,arredatori, uffici tecnici, artigiani,etc.) e i clienti (imprese di costru-zione e committenti pubblici eprivati). Il manuale è valorizzatoda un ricco corredo fotografico edè completato da un CD-Rom con-tenente un software applicativoappositamente elaborato. Il sito èaccessibile dal 13 settembre e of-fre la possibilità di consultare ilmanuale con gli ultimi aggiorna-menti, di leggere le notizie sulcomparto e i comunicati delleaziende, di scaricare software tec-nico e aggiornamenti.

Il comparto dei lapidei dellaSardegna - ha spiegato AntonelloFonnesu, presidente del Consor-zio Ventuno - è il risultato di unprocesso di formazione sponta-nea di una molteplicità di piccolee medie imprese che estraggono elavorano materiali ornamentalisecondo un’antica tradizioned’uso della pietra. Nel comparto,che conta al suo intemo due im-portanti distretti industriali, quel-lo del granito in Gallura e quellodel marmo di Orosei, sono attual-mente attive circa 230 cave. Leprincipali tra queste si occupanoanche dei processo di trasforma-zione della materia prima in semilavorato e prodotto finito. Il Con-sorzio Ventuno, ente regionaleper l’assistenza alle piccole e me-die imprese, esercita la sua attivi-ta’ in favore del sistema produtti-vo regionale promuovendo azionivolte al rafforzarne la competiti-vità in ambito nazionale ed inter-nazionale.

Tale obiettivo è perseguito conl’erogazione di servizi diretti allesingole imprese e l’avvio di pro-grammi sperimentali e progettipilota su gruppi di imprese omo-genee, secondo una logica chemira a sostenere lo sviluppo deidistretti industriali e dei sistemiproduttivi territoriali.

SARDEGNA NOTIZIE 24

OTTOBRE 2002

SI CERCA NEL DNA DI UN SARDOL'ANTIDOTO PER DEBELLAREIL VIRUS DELL'AIDS

LA SARDEGNA AL SALONEDELL'ALIMENTAZIONEBIOLOGICA E NATURALE

ACCORDO STATO-REGIONEPER POTENZIARELA CASERMA DI MACOMER

CAMBIANO I VERTICIDELLE FERROVIE DELL'ISOLA

Potrebbe essere racchiusonel DNA di un 81enne sardol’antidoto per debellare il maledel secolo. Sieropositivo al vi-rus HIV da 18 anni, l’anziano,che vive in un paese del-l’Ogliastra, gode tuttora di ot-tima salute senza essersi maisottoposto a terapie antivirali.A suscitare l’interesse delmondo scientifico è, tra l’altro,la resistenza all’infezione inun’eta’ in cui, solitamente, ildecorso della malattia è piutto-sto rapido. L’uomo ha contrat-to l’infezione nel 1985 a Mila-no, dove lavorava come opera-io, dopo un rapporto sessualecon una prostituta.

“Lo straordinario potere im-munitario del paziente - haspiegato il medico patologoEfisio Sulis che, insieme al ge-netista Licinio Contu, ha se-guito il caso per anni nella cli-nica Tommasini di lerzu - èfrutto di una scoperta casuale

in seguito ad un banale prelie-vo effettuato nel 1992. Da al-lora, il paziente esegue con-trolli ogni sei mesi e la sua èuna normalissima cartella cli-nica. Nessun sintomo dell’Ai-ds, ma solo qualche lieve ac-ciacco imputabile alla vec-chiaia. Dotato di un’eccezio-nale capacita’ di risposta im-munitaria, l’anziano appartie-ne a quel 5% di popolazionesieropositiva mondiale classi-ficata dagli scienziati come“long term non progressor”ovvero portatore sano di aids.“Nessun gene difettoso o mal-formazione nella struttura delDNA”, ha assicurato il profes-sor Sulis, “quanto, invece,un’ottima qualità della vita”.Una delle ipotesi più accredi-tate per spiegare il blocco del-lo sviluppo del virus pone instretta correlazione la capacitàimmunitaria del soggetto conil territorio. Fino al Dopoguer-

ra - ha aggiunto - malaria, tu-bercolosi e altre patologie in-fettive, tipiche del continenteafricano, hanno falcidiatol’Ogliastra, innescando unmeccanismo di selezione, co-sicché i più forti sono soprav-vissuti ai più deboli. Al di làdelle probabili teorie evoluzio-nistiche, la zona costiera delNuorese non è comunque nuo-va a scoperte di alto rilievoscientifico. Terra di ultracen-tenari, è stata più volte ogget-to di studi e ricerche su fattoridi invecchiamento della popo-lazione. Ma l’osservazione deimedici sardi, fra i quali il ge-netista Licinio Contu, pubbli-cata sull’autorevole rivista in-temazionale “New InglandJurnal of medicine”, potrebbeaprire prospettive per la speri-mentazione del vaccino control’Aids. In Sardegna si contano1.523 casi, in Italia sono oltre50.000.

Un accordo di programmatra il ministero della Difesaed il Comune di Macomer èstato siglato nei giorni scorsicon l’obbiettivo di potenziarele caserme della zona. Il pro-getto-pilota verrà predispostodal Comando militare auto-nomo d’intesa con la RegioneSardegna.

I dettagli dell’importanteintervento sono stati discus-si nel corso di un incontro aVilla Devoto fra il presiden-te della Giunta Mauro Pili,il sottosegretario alla Dife-sa, Salvatore Cicu, e il sin-daco Giuseppe Ledda. Èprevista la realizzazione diimpianti sportivi, la ristrut-turazione e l’ampliamentodella stazione ferroviaria,oltre alla costruzione di al-loggi di servizio e di struttu-re per il tempo libero e atti-vità culturali.

Alla riunione hanno parte-cipato anche gli assessori re-gionali Silvestro Ladu (Lavo-ri pubblici), Pietro Fois (Af-fari generali) e SalvatoreAmadu (Trasporti). Il presi-dente Pili ha ipotizzato ancheun Piano integrato d’Area, asostegno dell’iniziativa.

Secondo le stime del mini-stero, entro un anno nelle ca-serme di Macomer potrannoessere alloggiati 400 volonta-ri. Piu’ in la’ potranno diven-tare un migliaio, come ha sot-tolineato Cicu.

Il progetto “caserme-aper-te” era stato piu’ volte illu-strato nei mesi scorsi dai ver-tici dell’Esercito, che pro-pongono un’integrazione framilitari e popolazione civileanche attraverso la promo-zione di percorsi formativiuniversitari aperti ai giovanidel posto.

Importanti novità ai verticidelle Ferrovie della Sardegna(FdS) e delle Ferrovie Meri-dionali Sarde (FMS).

Entrambe in gestione gover-nativa in attesa del trasferi-mento alla Regione, hanno duenuovi Commissari nominatidal ministro dei Trasporti Pie-tro Lunardi su indicazione del-la Giunta regionale.

Nella delicata fase di pas-saggio alle competenze regio-nali, a gestire le Ferrovie della

Sardegna e le Ferrovie Meri-dionali Sarde saranno, rispetti-vamente, l’avvocato MarcoTedde, attuale Sindaco di Al-ghero, e l’ingegnere MarcoCarboni ex assessore regiona-le dei Trasporti. Sostituisconoil commissario governativoOrlando Bufaritti.

Le Ferrovie governative, inattuazione della riforma deltrasporto pubblico locale, sonorimaste operative solo in treRegioni speciali (oltre alla

I FENICOTTERISONO TORNATIA NIDIFICARE

Sardegna, in Sicilia e nel Friu-li Venezia Giulia) in attesadella definizione dei rapportidi trasferimento alla Regionedelle competenze e delle fun-zioni operative.

Perché ciò avvenga è neces-saria l’approvazione di unalegge regionale che recepiscail provvedimento quadro na-zionale.

Nelle Regioni a statuto ordi-nario il passaggio è stato defi-nito l’anno scorso.

Dopo la fuga dello scorsoanno provocata dalle incursionidei cani randagi, i fenicotterisono tornati a nidificare sullerive dello stagno di Molentar-gius. Nei due siti di Bellarosa evicino all’asse mediano sononati oltre 2.500 pulli. L’impor-tante avvenimento è il risultatodel servizio di vigilanza coordi-nato dal corpo forestale in colla-borazione con l’associazione divolontariato Paff convenzionatacon Provincia, l’Associazionedel Parco, la ASL e i Comuni diCagliari e Quartu Sant’Elena. Inparticolare, dal 10 maggio a fer-ragosto, 480 forestali sono statiimpegnati in 260 turni che han-no consentito di effettuare lasorveglianza 24 ore su 24. Ilconsuntivo del servizio e’ statofatto dal comandante del CorpoForestale e di Vigilanza Am-bientale della Regione CarloBoni che ha sottolineato il suc-cesso dell’operazione. “Con un

servizio mirato siamo riusciti afare in modo che la nidificazio-ne andasse a buon fine. In duemesi e mezzo sono stati cattura-ti otto cani randagi”. Boni haquindi messo in evidenza la“piena collaborazione” con ivolontari, l’Associazione delParco e la ASL. E’ stata invece“saltuaria” quella con i Comuniai quali ha chiesto una maggio-re sensibilizzazione dei proprie-tari dei cani che vagano neipressi dell’area protetta e l’isti-tuzione dell’anagrafe canina.

Finora - ha precisato - le no-stre sollecitazioni non hanno ri-cevuto risposte adeguate.

Il comandante del Corpo fo-restale ha anche auspicato la co-stituzione in tempi brevi del co-mitato di gestione del parco(“quella di quest’anno e’ stataun’operazione di tampona men-to”) e ha annunciato la prossimaistituzione di una stazione dellaforestale a Molentargius e SantaGilla (“la proposta e’ gia’ all’esa-me della Giunta regionale”).Soddisfazione per il successodell’operazione e’ stata espressadal presidente dell’Associazionedel Parco di Molentargius Vin-cenzo Tiana. L’assessorato re-gionale all’Ambiente - ha detto -ha raccolto l’invito per creare uncoordinamento per la vigilanzain un’area che, pur non essendovasta, presenta problemi di rilie-vo a causa della vicinanza con icentri abitati. Ora occorreun’opera di prevenzione per im-pedire un aumento dei cani ran-dagi. Il direttore dell’ispettoratoforestale di Cagliari Paolo Florisha sottolineato la difficoltà delservizio svolto in concomitanzacon la campagna antincendi. Èstato - ha concluso - un importan-te laboratorio per future collabo-razioni tra gli enti coinvolti.

Con uno stand di 16 metriquadrati all’intemo dell’areacollettiva AIAB, destinato apromuovere le attivita’ del-l’associazione, anche l’ARPA-AIAB Sardegna onlus ha par-tecipato nelle scorse settimaneal Salone Internazionale del-l’Alimentazione Naturale, Sa-lute e Ambiente (SANA) diBologna.

Si tratta del principale ap-puntamento per “il mondo delnaturale”, la vetrina interna-zionale piu’ completa e aggio-mata di prodotti, tecnologie edeventi culturali nei settori del-l’alimentazione, della salute edell’ambiente.

I numeri delle ultime edizio-ni ne sono una conferma. Oltre90.000 metri quadrati di super-ficie espositiva distribuiti in16 padiglioni. 1.600 esposito-ri provenienti da tutto il mon-do che ogni anno presentano leloro novita’ a 80mila visitato-ri circa, il 70% dei quali e’composto da operatori di setto-re. In crescita anche la presen-za di operatori esteri, a confer-ma della valenza internaziona-le del Salone.

L’ARPA-AIAB Sardegnaonlus ha organizzato la propriaarea espositiva per favorire ilcontatto tra i soggetti che ope-rano nel settore della trasfor-mazione e commercializzazio-ne delle produzioni biologichee le aziende sarde associate.Alcune di queste erano presen-ti nello stand con i loro prodot-ti e materiali pubblicitari

L’area delle aziende socieAIAB comprendeva: il “Bardell’olio”, la piu’ importantemanifestazione internazionalenella quale vengono premiati imigliori olii extravergined’oliva biologici; il “Bio di

vino”, una vera e propria eno-teca dove si potevano degusta-re i migliori vini bio, in colla-borazione con AIAB Piemon-te, Biobacchus e Bio Slow.Sono previsti, inoltre, uno spa-zio riservato ai Marchi AIAB,partendo da quello alimentare“Garanzia AIAB” e quelli “nofood” con particolare attenzio-ne agli agriturismi bio e ai tes-suti e cosmetici bioecologici;lo spazio riservato all’EditoriaAIAB, con la rivista Bioa-gricoltura, la newsletterBio@gricultura Notizie e ilnuovo sito internet dell’asso-ciazione presentato per l’occa-sione; e lo spazio delle Campa-gne, con la presentazione del-la Biodomenica (6 ottobre),della Primavera Biologica delprossimo anno e della nuovainiziativa in collaborazionecon Greenpeace: GODO(Gruppi Organizzati Domandae Offerta), per contribuire alla

costruzione di una rete nazio-nale di vendita diretta.

Lo stand ICEA era presenteal SANA per la seconda volta,ma quest’anno con una novita’di grande rilievo, il riconosci-mento del ministero delle Poli-tiche Agricole e Forestaligiunto con decreto del 18 ago-sto 2002, che le ha consentitodi rilevare definitivamente leattivita’ di controllo di AIAB.Nello stand, condiviso conBanca Popolare Etica, uno deisoci fondatori di ICEA, si po-tevano ricevere tutte le infor-mazioni utili, sull’attivita’ dicontrollo e di certificazione.

E’ stato infine allestito l’an-golo dedicato all’OsservatorioNazionale dei Prezzi dei Pro-dotti Biologici(www.prezzibio.it), nato dallacollaborazione tra l’AziendaRomana per i Mercati dellaCamera di Commercio diRoma e l’AIAB.

EMIGRAZIONE 25

OTTOBRE 2002

CELEBRAZIONI A MELBOURNEPER RICORDARE LA FIGURADI SANT'IGNAZIO DA LACONI

VISITA IN GERMANIADI AMMINISTRATORI LOCALIDELLA SARDEGNA

�IL MESSAGGERO�TRA I SOLDATI SARDIA SARAJEVO

FESTA SARDA IN LOMELLINAORGANIZZATA DAL CIRCOLO�S'EMIGRADU� DI VIGEVANO

IL CIRCOLO DI AMBURGODEVASTATODALL'ALLUVIONE

Si sono rivelati particolar-mente consistenti i danni pro-vocati alla sede del CentroSardo Su Nuraghe di Amburgodall’eccezionale ondata dimaltempo che in agosto ha col-pito l’Europa dell’Est facendostraripare di diversi fiumi. Idirigenti ed i soci del Circolo,guidati dalla Presidente Vin-cenza Fiorini, si sono messi allavoro per restituire agibilita’e funzionalità ai locali dellasede.

È questa la quarta volta chele calamità naturali hannocoinvolto “Su Nuraghe” di-struggendo, in un’ondata, ibeni del sodalizio con riflessinegativi sullo svolgimentodelle attività programmate.

Cilavegna è un paese dellaLomellina con meno di cin-quemila abitanti in cui anchenel 2002, per il quarto annoconsecutivo, il Circolo cultu-rale sardo “S’Emigradu” diVigevano, presieduto da Rai-mondo Cuccu, ha organizzatola festa “Sa Saldigna este a Ci-lavegna”.

Nella strattura attrezzata delParco Togliatti, il 30 e 31 ago-sto e domenica 1 settembre,sono stati serviti centinaia dipiatti alla sarda, sia con carne(porcheddu arrostidu) che conpesce (calamari fritti e zuppa).Non sono mancati gli stand,molto frequentati, che hannoassicurato la possibilità di gu-stare ed acquistare i prodotti

alimentari e quelli dell’artigia-nato artistico della Sardegna.

Il folklore è stato rappresen-tato degnamente dal gruppo diballo “P.Beccoi” dei Mamoia-da.

La festa del Circolo di Vige-vano è stata patrocina dal-l’Amministrazione comunaledi Cilavegna, dall’Assessoratoal Lavoro della Regione e dal-la FASI.

Notevole è stato l’apportoorganizzativo che è stato datodagli amici lomellini. La colla-borazione del giornalista-pre-sentatore Bobo Bernardini hasicuramente valorizzato l’of-ferta degli spettacoli di intrat-tenimento proposti nelle treserate di festa.

Intensa vita culturale e so-ciale per la Sardinian CulturalAssociation di Melbourne,presieduta da Paolo Lostia. IlCircolo, che svolge un costan-te ruolo di sensibilizzazione edi integrazione delle tradizioniisolane, ha dedicato il mese diottobre al ricordo e alla cele-brazione di Sant’Ignazio daLaconi, grazie alla collabora-zione con l’omonimo comitatosardo. Oltre a un pranzo socia-le, all’insegna dell’arte culina-ria dell’isola, la festa in onoredi Sant’Ignazio si è svolta do-menica 13 ottobre, nel Santua-rio di Sant’Antonio diHawthorn, con una solenne ce-lebrazione eucaristica animatadai costumi e dagli stendardidella Sardegna.

Il mese di novembre invecesarà all’insegna dello scambioculturale tra le due principaliisole del Mediterraneo. In col-laborazione con l’Istituto Ita-liano di Cultura e l’Alias, laSardinian Cultural Association

ha organizzato “Sicilia e Sar-degna, le due isole si incontra-no e si raccontano”. Protagoni-sti saranno gli scrittori Gio-vanna Guzzardi e Lino Con-cas. L’appuntamento è permercoledì 13 novembre nellasede dell’Istituto. Con il coor-dinamento di Roberta Trape’,è previsto anche un intratteni-mento musicale con Angelo eDora Marchese, Tony Marchi,Anna Maria De Maria, Gio-vanni Portogallo che propor-ranno una selezione di ballisardi e canzoni popolari sici-liane.

La Sardinian Cultural Asso-ciation di Melbourne non si èperò limitata all’impegno cul-turale nel territorio australia-no, ma ha anche promossoun’originale forma di promo-zione per far conoscere la real-tà dell’isola. Tra le iniziativedi maggior pregio una borsa distudio che ha consentito ad unastudentessa dell’UniversitàMonash Alison Close di tra-

scorrere sei settimane in Italiae in Sardegna. Il progetto ènato da un accordo triennalecon la Monash con cui la SCAdi Melbourne si è impegnata agarantire un contributo di1.000 dollari nel 2002, 3.000nel 2003 e 5.000 nel 2005. Lagiovane universitaria, che starealizzando una ricerca sul-l’emigrazione nel dopoguerracon particolare riferimento aquella femminile, ha potutocosì raccogliere testimonianzedirette a Prato, in Toscana,sede di un Centro appartenen-te alla Monash, e in Sardegna.La studentessa, che ha fruito diun sussidio dell’Italian Au-stralian Institut e dell’assisten-za dell’ente “Monash Abroad”e del “Monash Research Gra-duate School, ha approfonditole tematiche inerenti l’espe-rienza degli emigrati sardi.

Ho intenzione – ha detto Ali-son Close – specializzarmi inpolitica dell’emigrazione e laborsa di studio mi ha aiutato avivere e viaggiare in Sardegnadove sono venuta in contattocon una realta’ che ha soffertoper l’esodo forzato. Tante fa-miglie mi hanno raccontatoquanto sia doloroso essere di-visi e non poter condividere imomenti importanti della vita.La visita in Sardegna mi hafatto capire in modo piu’ reali-stico e profondo il problemadell’emigrazione.

Tra i progetti della SardinianCultural Association anche unaccordo con l’Università diCagliari per realizzare un la-voro di ricerca sull’emigrazio-ne sarda e sui Circoli di emi-grati in Australia anche conscambi di studenti. Sono previ-sti inoltre una visita del CentroAustraliano Aborigeno e unaserie di conferenze curate dalCentro Monash di Prato e dal-l’Ateneo sardo.

“Il Messaggero Sardo” è adisposizione, da luglio, nellasala riunioni del Reparto Al-pini dell’Esercito impegnatoa Sarajevo nella missione dipace in Bosnia. Accogliendola richiesta del SottufficialeGiorgio Sarais, residente aFeltre in provincia di Bellunoabbiamo inserito nel fascetta-rio del periodico, la cui pub-blicazione è prevista dallaRegione con la legge sul-l’emigrazione, l’indirizzodell’Esercito italiano in Bo-snia. La risposta è stata gradi-tissima e commovente. Ab-biamo, infatti, ricevuto unacartolina da Serajevo sotto-scritta da una cinquantina disardi impegnati nella missio-ne. Un “grazie” da parte di tut-ti – vi si legge – per l’invio del“Messaggero Sardo, un rive-rente saluto alla Nostra terra

ed un arrivederci a presto.Un ringraziamento che, in-

sieme a tutti gli altri che per-vengono quotidianamente inredazione e per esigenze dispazio non possiamo pubbli-care nella rubrica delle “lette-re”, ci incoraggia a continua-re con tenacia ed abnegazio-ne il lavoro iniziato 33 annifa con l’unico obiettivo diservire, in attuazione dellospirito informatore del legi-slatore, il mondo dell’emi-grazione e di mantenere co-stante e vivo il legame che lounisce alla Sardegna. Gli ap-prezzamenti dei lettori com-pensano le difficoltà ed an-che le incomprensioni chespesso incontriamo nellosvolgere da volontari la no-stra attivita’. Di questo la Co-operativa, la Direzione e laRedazione sono grati.

Una rappresentanza diamministratori locali sar-di, guidati dal deputatoMichele Cossa (Riforma-tori), presidente dell’As-sociazione Provincialedegli Enti Locali di Ca-gliari (APEL) ha effettua-to un viaggio in Germaniaper una serie di incontricon i rappresentanti deiCircoli degli emigrati.

Nel corso delle riunionisono stati illustrati i con-tenuti della proposta dilegge regionale che pre-vede il diritto di voto per iSardi all’estero.

Questa è solo la primadi una serie di iniziative –ha sottolineato Cossa –che abbiamo organizzato.

Intendiamo illustrare aidiretti interessati il conte-nuto di una proposta cheha raccolto il consensodella maggioranza delleforze politiche isolane.Speriamo che il Consiglioregionale riesca a supera-re le attuali conflittualità esappia approvare in tempirapidi un testo molto im-portante che garantisca atutti gli emigrati una realepartecipazione alla vitademocratica della nostraRegione.

Anche sul nuovo assettocostituzionale della Re-gione – ha concluso Cossa– sentiremo l’autorevoleopinione degli emigratisardi.

Da sinistra: Salvatore Useli,Paolo Lostia, Loana Marino

EMIGRAZIONE 26

OTTOBRE 2002

APPELLO DI UN MISSIONARIO SARDOPER COSTRUIRE UNA SCUOLANELL'ISOLA DEL MADAGASCAR

INIZIATIVA DEL CIRCOLOS. EFISIO DI TORINOCONTRO LA THALASSEMIA

Informare e sensibilizzarenon solo i sardi ma anche lapopolazione locale su una ma-lattia che colpisce l’Isola e an-che altre aree del Mediterra-neo. Da qui l’iniziativa del-l’Associazione Sant’Efisio,circolo culturale sardo di Tori-no, per uno spettacolo di bene-ficenza che si è svolto il 29giugno scorso seguito il giornodopo da un dibattito sulla tha-lassemia.

“Non vi è luogo più adattodella Chiesa per rinsaldare econsacrare come in un patto ilegami di amicizia, di solida-rietà e di fratellanza fra gli uo-mini.

Se poi ci si ritrova fra gentedella stessa stirpe l’incontroassume un carattere particola-re”, è quanto ha scritto il presi-dente del Circolo, AngeloLoddo, nel presentare l’incon-tro svoltosi nella Parrocchia

San Giuseppe lavoratore. Lamessa cantata in sardo è statacelebrata da don Deiana, origi-nario di Ardauli, un salesianoche svolge la sua missione nelSantuario di Castelnuovo DonBosco, paese natale del Santo.Significativa la partecipazio-ne, oltre che di tantissimi sar-di, di rappresentanti locali: ilpresidente della VI Circoscri-zione del Comune di Torino,Eleonora Artesio, Paola Tara-glio degli Affari Comunitaridella Regione Piemonte, ilpresidente dell’AssociazionePiemontesi nel Mondo Miche-le Colombino, il presidentedella fasi Tonino Mulas. Nelcorso della cerimonia religiosadiversi i canti in sardo propostianche dal Coro polifonico diIsili che, assieme al Gruppo diballo S’Arramini e di Sant’Efi-sio, ha proposto in serata unaserie di esibizioni.

La Sardegna è una terra dimissionari. Sacerdoti, frati,suore, religiosi e laici sardisono sparsi per il mondo, spes-so nei luoghi più emarginati, aportare la parola di Dio e adare con l’esempio e con l’im-pegno personale – a volte pa-gato anche a caro prezzo – te-stimonianza concreta e tangi-bile di solidarietà umana. Dal-le regioni più povere e tormen-tate dall’Africa, a quelle delCentro e Sud America, all’Asia, ovunque sono presentimissionari sardi. In occasionedei recenti drammatici fatti delconflitto israelo-palestinesecon il lungo assedio alla basi-lica della Natività abbiamoscoperto che molti religiosi ereligiose sarde operano a Bet-lemme in condizioni spessodifficilissime.

Una delle regioni dove mas-siccia e consolidata è la pre-senza di missionari sardi è ilMadagascar, un’isola grandetre volte l’Italia, al largo dellecoste africane, nell’ OceanoIndiano. Qui, fin dai primianni Ottanta, operano un grup-po di sacerdoti, Salesiani diDon Bosco, che si prodigano afavore dei più poveri portandoavanti numerose attività diistruzione e di formazione pro-fessionale per ragazzi e ragaz-ze emarginati.

Quando nel 1980 venne de-ciso di inviare missionari inMadagascar i sacerdoti sardifurono tra i primi a partire.Don Oreste Valle, di Arborea

– che da pochi mesi è partitoper l’ Albania – fu tra i primis-simi. Oggi sono quasi una doz-zina, sparsi nel vastissimo ter-ritorio: don Gian Marco Lai, diPerdasdefogu, don Piero Faret,di Cagliari, don Mario Prina,di Fonni, don SalvatorangeloArtizzu, di Cagliari, don Rena-to Pinna, di Sardara, don Gio-vanni Follese di Cagliari e donSebastiano Campullu (ma tuttilo conoscono come Pere Tatta-no), di Santulussurgiu che arri-vato nel 1985, oggi coordina ilcentro di Mahajanga, nel norddell’Isola.

Don Tattano si è rivolto alMessaggero Sardo per chiede-re la solidarietà dei sardi peravere un aiuto, anche modesto,che possa permettere il com-pletamento di due nuove auledove far studiare i bambinimalgasci della periferia diMahajanga.

Diventato sacerdote nel1980 don Campullu è stato trai primi, nel 1985, a accettarel’invito a partire missionarioin Madagascar. “Quella dei sa-lesiani non è una congregazio-ne missionaria – precisa – ma è

quella che ha il maggior nume-ro di missionari”. Prima di par-tire chiese e ottenne il consen-so della madre, donna profon-damente religiosa che ha asse-condato la vocazione del fi-glio. Per sei mesi venne ospita-to in un centro per apprenderela lingua malgascia e studiarela cultura di quel popolo (inMadagascar ci sono 18 diffe-renti etnie). Fu mandato a Be-tafo, nel centro dell’isola dovecon padre Lai e padre Faret,organizzò un oratorio e unascuola. C’erano 1600 allievi,dalle elementari al liceo. Fuistituita la parrocchia alla qua-le facevano capo ben 34 picco-le chiese sparse in un territoriovastissimo, spesso raggiungi-bili solo dopo giornate di mar-cia o per via fluviale. Dopootto anni a Betafo Pere Tattanofu mandato per quattro anni aIvato e poi per due anni nellaforesta a Bemaneviki, al-l’estremità nordoccidentaledel Madagascar, una missioneparticolarmente disagiata concondizioni climatiche quasiinsopportabili.

Dal 2001 Pere Tattano è sta-

to nominato coordinatore delcentro di Mahajanga dove hariattivato un centro professio-nale che è diventato il punto diaggregazione per i bambini e igiovani della periferia dellacittà. Il Centro Professionale –dopo tre anni di lavori – ha po-tuto cominciare quest’anno l’attività didattica. Dotato di seilaboratori (meccanica, salda-tura, elettromeccanica, frigori-sti, muratura e falegnameria) ilCentro “Don Bosco” avrebbela capacità di accogliere 120allievi. Invece sono più di 300quelli che si sono iscritti. “Nonci sono aule – racconta donCampullu – e facciamo lezioneall’aperto”. Chi può, e nonsono molti, paga una retta di2,60 euro al mese. Una partedei fondi necessari per pagaregli insegnanti provengono dal-la vendita dei manufatti pro-dotti dagli allievi (circa il30%). Al resto – precisa donCampullu – ci ha sempre pen-sato la Provvidenza.

La situazione politica – conil vecchio presidente che nonvoleva accettare la sconfittaelettorale – ha aggravato una

situazione economica già pre-caria. Nonostante abbia unconsiderevole patrimonio zoo-tecnico, una florida attività dipesca, coltivazioni di cacao,caffè, spezie varie e riso, ilMadagascar è attanagliato dauna drammatica crisi economi-ca.

L’opera dei salesiani chepuntano sulla istruzione e sul-la formazione professionale èimportantissima per far svilup-pare e crescere una classe ditecnici.

Per aiutare don SebastianoCampullu a realizzare almenoaltre due aule a Mahajanga sipossono inviare offerte al se-guente indirizzo.

Fondazione DON BOSCONEL MONDO, via della Pisa-na 1111 – 00163 ROMA

Le offerte si possono farecon versamento in

- Conto Corrente Postale n.36885028

- Bonficio Bancario: sul c/c3263/1 presso la BANCA IN-TESA RETE CARIPLO, filia-le 12 di ROMA – cod ABI6070 – cod. CAB 03212

Bonifico BancoPosta sul c/cpostale n. 36885028 – ABI03069 – CAB 05064

Accredito via Internet Ban-coPostaImpresaonline s i towww.poste.it

IMPORTANTE: In ogni ver-samento va indicata la seguen-te CAUSALE: “Don CampulluSebastiano per scuola S. Dome-nico Savio MAHAJANGA –Madagascar”

EMIGRAZIONE 27

OTTOBRE 2002

RECORD DI VISITATORIALLA RASSEGNASARDEGNA A SARONNO

IL CORO CITTA' DI OZIERIOSPITE D'ONOREA �BASSANO IN CANTO�

UN CONVEGNO SULLA DELEDDACONCLUDE A CONCOREZZOLA SETTIMANA SARDA

Intensa la Settimana Sarda,denominata “Sardegna a Sa-ronno 2002”, che si è svolta aSaronno dal 14 al 23 giugnoscorso. Si è trattato di un suc-cesso della manifestazione - hasottolineato il presidente delCircolo culturale sardo GraziaDeledda di Saronno, LucianoAru - ben meritato. È stato sti-mato che nei 10 giorni di espo-sizione i padiglioni siano stativisitati da non meno di 50.000persone.

La manifestazione si è svol-ta con la collaborazione dellaFASI, Esit, e i Comuni di Ter-tenia, Escalaplano, Flumini-maggiore, Morgongiori, e didiversi artigiani ed artisti sardinonché di associazioni prove-nienti dai comuni sardi e di as-sociazioni di Saronno. L’Am-ministrazione comunale di Sa-ronno ha preso parte attiva allamanifestazione mettendo a di-sposizione, gratuitamente,l’area in cui si è svolta la Set-timana, le sale necessarie alleconferenze, contribuendo, tra-mite l’Assessorato agli EventiSpeciali e l’Assessorato dellaCultura, a parte delle spesepubblicitarie e intervenendo indiverse forme.

La “Settimana Sarda” è unappuntamento tradizionale perSaronno: con la cultura, la tra-dizione, la gastronomia e l’ar-tigianato isolano, una manife-stazione - come ha ricordatoAru - voluta fortemente dal di-

rettivo del Circolo e da tutti isoci e che hanno lavorato perla sua buona riuscita. Per rea-lizzare il progetto sono stati al-lestiti, in un’area centrale del-la città, due padiglioni: in unoè stato offerto al pubblico unadegustazione dei piatti tipicidella cucina sarda; nell’altro èstata allestita una mostra di ar-

tigianato, di ceramiche artisti-che, di immagini fotografiche,di prodotti agroalimentari sar-di. Il Folklore è stato rappre-sentato dai gruppi FoIk diEscalaplano e di Tertenia chesabato 15 giugno si sono esibi-ti nei balli tradizionali nellapiazza principale della città ehanno sfilato per le vie centra-

li monopolizzando per l’interaserata l’attenzione dei saron-nesi. L’inaugurazione ufficia-le del padiglione espositivo èavvenuta domenica 16 giugno,un vero “momento di incon-tro” fra la comunità sarda delsaronnese composta da circa3.000 famiglie e il mondo po-litico e culturale di Saronno e

della provincia di Varese.Erano presenti, fra le diverse

autorità, in rappresentanzadella Città di Saronno il Sinda-co, Avv. Pierluigi Gilli, tutta laGiunta Comunale, e il Presi-dente del Consiglio Comunale;mentre la provincia di Vareseera rappresentata dall’Asses-sore dell’Ambiente senatorePintus.

Altro momento significativodella manifestazione è statosabato 22 giugno con l’incon-tro, promosso dall’Associazio-ne dei sardi, fra il gruppo spe-leologico “Grotte Su mannau”di Fluminimaggiore e il Grup-po speleologico di Saronno.L’incontro, un vero gemellag-gio fra i due gruppi, è avvenu-to alla presenza delle autoritàcomunali, ed è servito a ce-mentare l’amicizia e a stipula-re un accordo di collaborazio-ne e scambio di conoscenzeche porterà il gruppo di Saron-no, composto di circa 50 per-sone, a restituire la visita aFluminimaggiore paese che ilComune di Saronno ha volutoomaggiare accogliendo la suabanda musicale nel radunodelle bande musicali lombardeche si è svolto domenica 23giugno. Alla mamfestazione,denominata “Trenobanda” epromossa dal Comune, hannopartecipato una decina di ban-de Lombarde e la banda musi-cale di Fluminimaggiore, cheha ben figurato.

Domenica 28 luglio a Bassano del Grappa si è svolta la ma-nifestazione coristica “Bassano in canto”, a coronamento delciclo di manifestazioni collegate al “Millennio di Bassano”.Ospite di rilievo della serata è stato il coro “Città di Ozieri”,che a settembre dello scorso anno aveva a sua volta ricevutola visita del “Coro Bassano”, nello spirito di un gemellaggiofra i due cori. Il Circolo “Sardegna Nostra” invitato dal “CoroBassano” ad essere protagonista non ha avuto tentennamenti- ha scritto al Messaggero Sardo Arianna Loi - e così rispet-tando il calendario predisposto dagli organizzatori sabato 27ci si è incontrati sul famoso “Ponte di Bassano” dove i rappre-sentanti di Ozieri hanno dato subito un saggio della loro bra-vura intonando “Dimonius” (inno della Brigata Sassari), fra lostupore della gente. Dal ponte si è proseguito sino ad arrivareal palazzo municipale dove vi era l’assessore dello spettacoloL. Fabris, il presidente del “Coro Bassano” A. Zilio ed il cororumeno Iom Vidu di Lugoj, anch’esso ospite della manifesta-zione.

Il nostro circolo - ha sottolineato Arianna Loi - è stato prota-gonista l’indomani con la Santa Messa che ha aperto una giorna-ta ricca di avvenimenti. Il coro “Città di Ozieri”, con i costumitradizionali, ha proposto cinque brani durante la messa nellachiesa di S. Giacomo, a Romano d’Ezzelino.

A due passi dalla parrocchia vi è la chiesetta di S.Giacomo diTorre, oggi sconsacrata e di proprietà del comune romanese e quisi è svolta una piccola cerimonia fra il Circolo, l’Amministrazio-ne comunale e il Coro. Il vicepresidente del circolo “SardegnaNostra” D. Fadda ha detto che fra i sardi e i veneti residenti nelterritorio è fondamentale il rapporto di amicizia e solidarietà, hapoi preso la parola il sindaco A. Zen per il quale i sardi residentinel territorio sono un esempio di onestà e laboriosità, e si è au-spicato in futuro un gemellaggio con la comunità ozierese. E’quindi intervenuto il coordinatore per i circoli del nord est, G.Vittorio Masala, il quale ha spiegato che l’emigrazione è un fe-nomeno in continua crescita, soprattutto per i giovani laureati, in-fine l’assessore per gli Affari sociali A. Baron e il presidente del-la Pro Loco S. Carlesso hanno consegnato dei doni all’assessorecomunale di Ozieri O. Contu, e al Coro.

La manifestazione si è chiusa con un pranzo sociale, preparatoda alcuni volontari del Circolo e della Comunità parrocchiale,durante il quale il presidente del circolo “Sardegna Nostra”, G.Denti, ha ringraziato tutti i presenti e ha donato al Coro un piattoin ceramica bassanese. Infine alle 23 gli amici di Ozieri si sonoesibiti fra gli applausi dei Bassanesi nella splendida cornice delCastello degli Ezzelini, eseguendo dieci canti che simboleggia-no appunto dieci secoli di vita della città di Bassano (998/1998).L’indomani vi è stata una cerimonia al sacrario del Monte Grap-pa dove i sardi hanno festeggiato con gli altri cori.

A coronamento della festa edelle manifestazioni organiz-zate dal Circolo culturale Sar-degna di Vimercate-Concorez-zo-Monza nell’ambito delGiugno Concorezzese, che havisto dal 7 al 16 giugno al Par-co Zoja di Concorezzo una in-tensa partecipazione dei sardiassieme alla popolazione loca-le che hanno dato vita anche aun corteo storico che ha attra-versato le vie del centro stori-co di Concorezzo con una rie-vocazione degli antici vestitidegli abitanti, si è svolto unconvegno su Grazia Deledda.

L’interessante appendiceculturale alla intensa settima-na sarda è stata, il 23 giugnoscorso, la Conferenza, orga-nizzata sempre dal CircoloSardegna con il patrocinio del-

la Città di Monza nell’ambitodella sagra di San Giovanni, su“La donna della montagna,Grazia Deledda a 75 anni dalNobel”. E’ stata ricordata lastoria di una donna di monta-gna che da Nuoro, nelle mon-tagne della Barbagia, è appro-data a Stoccolma dove il 10dicembre 1927 (75 anni) rice-vette il Premio Nobel per laLetteratura 1926, unica donnascrittrice italiana a riceverlodopo il Nobel del Carducci as-segnato 20 anni prima. La De-ledda ha dato lustro alla Sarde-gna, all’Italia e sarebbe auspi-cabile che anche la Regionesarda desse vita a iniziativeche valorizzino la sua figura.

A parlare della sua figura,della sua opera, del suo ruolo edel significato della donna del-

la “montagna” sono stati Pao-lo Pulina, il presidente del Cir-colo Salvatore Carta, il sinda-co di Monza Michele Faglia, ei prof. Francesco Dettori eGiuseppe Colombo, già diret-tore della Biblioteca di Monza,che si sono avvicendati perdare un quadro quanto piùesaustivo sul Premio Nobelsardo che ha dato lustro nonsolo alla nostra Isola ma a tut-ta la letteratura mondiale. LaDeledda ha ambientato la mag-gior parte delle sue opere (300novelle e 30 libri) nella Sarde-gna intrisa della cultura nuore-se e scrivendo della sua gente.A sottolineare la “sardità” del-la scrittrice anche i dipinti ce-lebrativi per i 75 anni del No-bel realizzati da Janko (GianniColombo).

EMIGRAZIONE 28

OTTOBRE 2002

I SARDI PROTAGONISTIAL CONGRESSO NAZIONALEDEI GIOVANI ITALO-ARGENTINI

INTENSA ATTIVITA'AL CIRCOLO DI DOUAINEL NORD DELLA FRANCIA

SEMPRE DRAMMATICALA SITUAZIONEIN ARGENTINA

RINNOVATOIL DIRETTIVODEL CIRCOLODI COMO

Si è svolto il XII CongressoNazionale dei Giovani Italo-Argentini a Mendoza dal 17 al19 agosto scorso. Con il motto“Dos Culturas unidas en unmismo racimo de valores” sisono riuniti 600 giovani di-scendenti di italiani di tutto ilPaese. Ha partecipato per pri-ma volta, in rappresentanzadel Cile, una delegazione digiovani dell’AssociazioneGiovanile Italo-Cilena (Agic).L’atto di apertura del Congres-so si è svolto sotto la tendaistallata nei giardini del CentroTuristico Ejercito de los Andesdi Guaymallén, a pochi chilo-metri da Mendoza. Fra le auto-rità: Rosanna Calabretto, pre-sidente del Agia, il sindaco diGuaymallén Roberto Bianco,il console di Mendoza PaoloCampanini, il consigliere del-l’Ambasciata Giorgio Guglie-mino che ha portato il salutodell’ambasciatore Roberto Ni-gido, l’ing. Enrique Pescarmo-na, il presidente del Comites diMendoza Romanello.

Il lavoro è stato suddiviso -ha fatto sapere Teresa Fantasia- fra 4 commissioni: Cultura eEducazione, Sport e Tempo li-bero e Salute, Economia, As-sociazionismo e partecipazio-ne politica. È stata formata an-che la Comissione Nazionaledei Giovani che rappresentaràper un anno la Gioventù ItaloArgentina, sono stati nominati:

Franco Baldissare, DamianPalavecino, Marilina D’Astol-fo, Antonio Pompillo, VivianaFurci, Mario Garzola, Marcel-lo Carrara, Leandro lo Solfo,Maximiliano Napoli. La pros-

sima sede per il Precongresso2003: Gruppo Giovanile diMaipù Buenos Aires; mentresede del Congresso 2003 saràGioventù Siciliana di Tucu-man. Durante il Congresso

sono state realizzate anche at-tività sportive e ricreative. Alcircuito Culturale hanno parte-cipato vari gruppi fra i qualiFederazione Sarda con Mostradi pittura di Artisti Sardi e sar-

di-argentini. Hanno partecipa-to al Congresso giovani rapre-sentanti di tutti i Circoli sardid’Argentina, fra i quali duedelegati del Circolo Sardegnadi Moreno, Alejandra KarinaMartinez Marras (commissio-ne Educacion y Cultura), Die-go Andria (CommissioneSport, Tempo Libero e Salute),inoltre il presidente del Circo-lo Sardo di Mendoza PabloFernandez Pira.

Nell’ambito del XII Con-gresso dei giovani è stato pre-sentato il 15 agosto in una con-ferenza nella Facoltà di Eco-nomia dell’Università del-l’Aconcagua a Mendoza unaanalisi sul modello italiano deiconsorzi export. “L’esperienzaitaliana nella formazione diconsorzi export: la RegioneSardegna come punto di riferi-mento” è stato il tema di unarelazione presentata da PabloFernandez Pira (ICE BuenosAires, Circolo Sardo di Men-doza) che con Rosana Cala-bretto (Agia Mendoza) e Hé-ctor Guerrero (AgrobusinessConsulting di Mendoza) sonostati i relatori della conferen-za. Hanno spiegato il funzio-namento dei consorzi in Italiae le esperienze di export in Ita-lia di consorzi dell’agroali-mentare di Mendoza, nei peri-odi di controstagione, situa-zione molto pregiata dai pro-duttori locali e degli italiani.

Il Circolo sardo Associazio-ne Sardegna di Douai, regioneNord della Francia, ha svolto,come ha informato il presiden-te Giovanni Caria, una intensae variegata attività nel primosemestre dell’anno.

L’Associazione Sardegna hadeciso di collaborare allo stu-dio sulla sclerosi multipla. Unquestionario è così stato prepa-rato dai professori sardi e fran-cesi (Maura Pugliatti di Sassa-ri, Reis di Sarreguemines) perlo studio epidemiologico. IlCircolo ha inviato il questiona-rio a quasi 1.000 famiglie diorigine sarda stabilitesi nelNord francese (dipartimentidel Nord, Pas-de-Calais, Ai-sne). Il progetto ha ottenuto ilsostegno della Federazione deiCircoli Sardi in Francia (pre-sieduta da Francesco Laconi) edel Comitato degli Italiani al-l’Estero di Lilla (presidenteBruno de Santis). Il questiona-rio anonimo deve essere com-pilato dai Sardi colpiti o nodalla malattia e deve poi esserrestituito. Quattro mesi dopol’invio delle lettere solo 6%dei questionari (60 su 1000 in-viati) sono stati restituiti bencompilati. Sempre per sensibi-lizzare i sardi della regioneNord francese, è stata organiz-zata a Douai, sabato 29 giu-gno, una conferenza sulla scle-rosi multipla. Sono intervenu-ti il prof. Patrick Vermersch,del centro ospedaliero univer-sitario di Lilla, e la prof. Mau-ra Pugliatti, dell’Università diSassari. Entrambi hanno ricor-dato che la sclerosi multiplacolpisce essenzialmente gli in-dividui caucasici e, in maggio-ranza, le donne. I fattori re-

sponsabili potrebbero essere diorigine ambientale e geneticada qui l’idea di realizzare unostudio epidemiologico sui sar-di che vivono in un ambientecompletamente diverso dallaSardegna. Per questo sarebbeopportuno che vengano resti-tuiti compilati al più presto iquestionari. Alla interessanteconferenza hanno preso parte,fra le altre persone, anche Do-minique Lambelin, assessorealla vita associativa di Donai,la Signora Matysiak, respon-sabile socio-medico del Cen-tro di reeducazione di Raimbe-aucourt, e Bruno De Santis,presidente del Comitato degliItaliani all’estero di Lilla.

Un’altra iniziativa del Cir-colo è stata l’Esposizione del-l’artigianato sardo in occasionedella festa di Pasqua, nella sala“Halle aux draps” di Douai. Dasabato 30 marzo a lunedì 1 apri-le, il pubblico ha potuto ammi-rare e comprare tappeti, cera-miche, strumenti musicali e di-versi prodotti alimentari sardi. Iprodotti artigianali sono statiforniti da Rita Marion-Masala,responsabile della società com-merciale RM Sardomia di Ogy(Metz). L’esposizione è statapresentata alle personalità daGiovanni Caria, presidente delcircolo, e da Dario Pilia, vicepresidente. Un brindisi è statoofferto ai partecipanti che han-no potuto anche assaggiare idolci sardi preparati dalle si-gnore Giovanna Piras, Anto-nietta Usai, Suzanne Pilia e Te-resa Coffin.

L’Associazione Sardegna diDonai è stata sollecitata, inol-tre, dall’assessore della cultu-ra della città di Denain, Signo-

ra Tonini, e dalla responsabiledell’Ufficio culturale, SignoraPique, per proporre delle atti-vità sul tema della Sardegna inoccasione di una Manifesta-zione svoltasi sabato 11 e do-menica 12 maggio 2002 a De-nain. Così il Circolo ha orga-nizzato una bancarella di pro-dotti alimentari tipici dellaSardegna e invitato il gruppofolcioristico sardo “Su Nura-ghe” di Mons (Belgio) compo-sto da bravi giovani sardi del-la seconda generazione.

In Argentina continua il“corralito” ossia il blocco deiconti bancari che interessa mi-lioni di cittadini ed ha ridottoalla povertà moltissima gentedella classe media. Lo ha ri-cordato in una nota all’Anfedon Andrea Buttu che vive nelPaese sudamericano. I conti indollari sono stati congelati - hasottolineato don Buttu - e seuno ha la fortuna di ritirare dalsuo conto in dollari ritira a1,40 per dollaro, mentre ilcambio corrente è di 3,50-3,60, ossia perde più dei 2/3del valore reale. I poveri, cheerano circa 12 milioni fino aldicembre scorso sono attual-mente circa 19 milioni, ossiapiù della metà della popolazio-ne e sono ogni giorno in cre-scita perché: la disoccupazio-ne si aggira intorno al 24%; lamaggior parte di quelli che la-vorano ha lo stipendio conge-lato a dicembre, prima dellasvalutazione; i prezzi cresconogran parte in base alla cresitadel dollaro, il che significa chealcuni sono aumentati di trevolte e mezzo come, per esem-pio, tutto ciò§ che riguardal’informatica, computer, maanche benzina, nafta, olio, fer-ro, cemento e tutti i materialida costruzione (mentre il costodella mano d’opera è rimastouguale, in alcuni casi diminui-to).

Nelle grandi città, comeBuenos Aires, è diventato im-possibile vivere: si sequestra-no le persone per pochi soldi,per esempio 300 pesos che cor-rispondono a circa 200.000 divecchie lire o circa 100 euro.Vi è poi una forma di protestache ormai si è estesa a tutta la

nazione: il “corte de ruta” oblocco stradale. Chi blocca lastrada si chiama “picchetero”,molti bloccano le strade echiedono il pedaggio per poterpassare, è una guerra fra pove-ri, i più danneggiati sono i ca-mionisti che a volte sono co-stretti a giorni di sosta edessi stessi si trasformano in“piccheteros” per reazione,mettendo di traverso camioncon rimorchi. Potrei conti-nuare nella descrizione finoall’infinito - ha aggiunto donButtu - e in questa triste si-tuazione i politici di sempresi stanno scannando per leprossime elezioni per eleg-gere il presidente (nel marzoprossimo). Ma ora di cosa siha bisogno in Argentina? Aparte i soldi che, forse, nonsaprebbero come spendere -ha risposto don Buttu - lecose più necessarie sonocibo e medicine (sono tra lecose che sono aumela ntatedi più). Di recente la Spagnaha incomincito a mandare,tramite la Caritas una som-ma di danaro che si sta tra-sformando in cibo e medici-ne. Io ho speso per la miadiocesi - fa sapere don An-drea - 52 mila pesos che cisono toccati (circa 15.000euro) comprando cibi di pri-ma necessità da distribuirenelle famiglie più bisognosee per le refezioni per bambi-ni e anziani. Anche il vestia-rio è necessario ma non è lacosa più importante. La me-todologia migliore mi sem-bra quella adottata dallaSpagna: affidare alla Caritasi soldi che li utilizza per i bi-sognosi.

Il Circolo culturale ricreativo“Sardegna” di Como ha un nuovoConsiglio direttivo. Lo ha eletto,il 24 maggio scorso, l’assembleagenerale dei soci, mentre gli inca-richi esecutivi sono stati distribu-iti il 7 giugno. Presieduto da Ono-rio Boi, l’esecutivo è compostodai Vice Presidenti Ovidio Aresu(vicario e tesoriere) e GavinoRassu (con delega per il tessera-mento) e dal segretario Paolo Cri-stin. Completano il direttivo Pie-tro Sanna, responsabile dei rap-porti con le autorità locali; Anto-nio Cocco e Antonio Masia (rap-porti sociali) e Giuseppina Pisu,coordinatrice donne. Delegato dibase alla FASI è stato nominatoSalvatore Lai.

I Revisori sono Lorenzo Oggia-no, presidente; Domenico Citta-rella e Mario Podda, componenti.

Il Collegio dei Probiviri, pre-sieduto da Franco Padedda, ècomposto da Salvatore Canu eFrancesco Piras.

EMIGRAZIONE 29

OTTOBRE 2002

CULTURA STORIA E AMBIENTEI TEMI DELLE �SETTIMANE SARDE�PROMOSSE DALLA FASI

MARCO LEDDA ELETTOPRESIDENTE DEL CIRCOLODI FIORANO MODENESE

NUOVA SEDEPER IL CIRCOLODI MIRAMAR

A UN CUOCO SARDOIL PREMIO �LICCIARDI�DEL CIRCOLO DI SAN PAOLO

La Federazione delle Asso-ciazioni Sarde in Italia (FASI),presieduta da Tonino Mulas, èimpegnata nell’ultima parte del-l’anno a coordinare la realizza-zione dei progetti regionali “Set-timane Sarde 2002”, finanziatidalla Regione. Quattro manife-stazioni sono state realizzate(“Suoni e colori di Sardegna –Isola solidale”, a cura del Circo-lo di Padova; convegno sulle lin-gue minoritarie, promosso dalCircolo “Khintales” di Torino;“Sardegna-Saronno 2002” orga-nizzato dal sodalizio della citta-dina della provincia di Varese;“Sandalia” per il ventennale del-l’associazione culturale dei sardiin Toscana, svoltasi a Firenze).

Si è inoltre svolta nelle scorsesettimane (dal 10 al 13 ottobre)a Pavia, la rassegna “I tesori diun’isola e del suo sottosuolo” acura del Circolo “Logudoro”,incentrata sulla storia e le pro-spettive delle miniere sarde, maanche sulle vicende dimenticatedi lavoratori e lavoratrici.

Gli altri progetti da realizzareriguardano: un convegno sul-l’amicizia ventennale e sullacollaborazione tra FrancescoCocco Ortu (1842-1929) e Giu-seppe Zanardelli (Presidente delConsiglio dal 1901 al 1903),promosso dal Circolo di Bre-

scia; il settimo concorso di poe-sia sarda indetto dal centro so-ciale e culturale di Milano non-ché il circuito per la rappresen-tazione teatrale di “Sos Son-nos”, dal romanzo di Michelan-gelo Pira allestito allestito da “IlGremio” di Roma e dai Circolidi Civitavecchia e di Ostia. Infi-ne un convegno su “Continuita’territoriale per mare, per cielo eper terra”.

Nella riunione dell’Esecutivodella FASI del 13 luglio scorso,Tonino Mulas ha riferito sulcongresso della Federazionedella Germania svoltosi nelmese di giugno a Monaco, cuihanno partecipato i rappresen-tanti dei 17 Circoli e che ha elet-to un Presidente molto giovaneTelemaco Bundone. Si tratta – èstato sottolineato dall’esecutivo– di un positivo rinnovamentocui non è stato estraneo l’esem-pio dato dalla Federazione. Nelcorso della riunione è stata anchesottolineata l’ottima accoglienzariservata dai congressisti al Pre-sidente Mulas e a Giovanni Loi,coordinatore della Circoscrizio-ne Centro/Nord in veste di ac-compagnatore ed interprete inquanto conoscitore della lingua edella cultura tedesche.

Mulas ha quindi espresso ungiudizio positivo, per le modali-

tà di svolgimento e per l’ampiapartecipazione, sul dibattitosvoltosi a Cornaredo, domenica7 luglio, relativo al diritto divoto agli emigrati e all’Assem-blea Costituente per il nuovoStatuto per la Sardegna.

Il Presidente ha infine riferitosulla discussione svoltasi nel-l’Ufficio di Presidenza dellaConsulta per l’Emigrazione te-nutasi a Monaco

Nel corso della riunione sonostati stabiliti i criteri per il fi-nanziamento dei Progetti Re-gionali. I Consultori Giulio Ce-sare Pittalis e Giampaolo Colluhanno dato informazioni sugliincontri cui hanno preso parte. Ilprimo si è soffermato sul lavorodella Commissione della Con-sulta per la valutazione delleproposte formulate dalle federa-zioni e per l’esame delle possi-bilità di acquisire risorse ag-giuntive rispetto a quelle dellaRegione. Collu ha invece riferi-to sui lavori della “Commissio-ne Legislativa” che sta esami-nando la revisione della leggeregionale sull’emigrazione.

Il lavoro – ha detto – è statocompletato ed è stata consegna-ta al Presidente della Consultauna bozza di proposta di leggeche in pratica annulla l’attualeregolamento.

Nuovi dirigenti al Circolo“Nuraghe” di Fiorano Mode-nese. L’Assemblea dei sociha infatti rinnovato il Consi-glio Direttivo e gli altri orga-nismi.

Presidente è stato elettoMario Ledda che verrà af-fiancato, nell’esecutivo, daiVice presidenti Mario Pinnae Giovanni Mela; dal Segre-tario Marcello Gallistu; dalVice Segretario Flaviano

Curreli e dal Tesoriere GianMarco Gallistu. Completanoil Direttivo i consiglieri Giu-lio Cesare Pittalis, AntonelloMurrutzu e Gian Mario Ren-ga. Il Collegio dei Revisori ècomposto da Giovanni Bec-ciu, Flavio Mizzon e MarioNiedda.

A far parte del Collegio deiProbiviri sono stati chiamatiAntonio Lai, Mauro Giorgi eAntonio Pittalis.

Nuova sede sociale per ilCentro Unione RegionaleSarda di Miramar, BuenosAires in Argentina. Il Pre-sidente Antonio Zidda e ilSegretario Mario Sanna cihanno scritto comunican-doci il nuovo indirizzo. Ilsodalizio, che fa parte del-

la Federazione dei CircoliSardi in Agentina, è ubica-to in Celle 26 n°345 C.P.7607 Miramar – BuenosAires. I numeri telefonicisono:

0054 (02291) 43-0601 eil fax 0054 (02291) 43-3619.

Nelle foto.A sinistra: i socidel circolo “G.Dessì” con lacantante ElenaLedda, a destraCaterina Licciardicon il cuocoSalvatore Loi;sotto CaterinaLicciardi conil governatoredi S. Paolo GeraldoAlckimine Sandra Rossi,socia del circolo“G. Dessi”

Il 24 novembre 2002 a SanPaolo verrà consegnato il Pre-mio Ugo Licciardi al sardo (diTempio Pausania) SalvatoreLoi, prestigioso chef di cucinache lavora in Brasile e che haricevuto sinora numerosi pre-mi come “migliore chef di cu-cina di San Paolo” dove lavo-ra nel Ristorante Fasano unodei piu importanti e conosciutiristoranti italiani in Brasile. Loha comunicato al MessaggeroSardo la gentilissima AngelaLicciardi che ha illustrato an-che i più significativi eventidel Circolo Giuseppe Dessì.

Nel maggio scorso la cantan-te Elena Ledda ed il suo grup-po ha dato “un regalo al cuoredei sardi” interpretando canzo-ne tipiche sardi. Hanno parte-cipato alla serata molti sardifra i quali anche i nuovi socidel Circolo, l’architetto PierPaolo Cossu di Nuoro e la si-gnora Lilian.

In giugno, poi, vi è stato l’in-contro con il Governatore diSan Paolo, Geraldo Alckimin,

al quale hanno preso par-te diverse autorità localiitaliane e brasiliane non-ché imprenditori, nelTerrazzo Italia. “Abbia-mo ripetuto il nostro in-vito a Lui e alla moglieamanti dell’Italia - ha ri-cordato Angela Licciardi- perché vadano in Sarde-gna per conoscere la no-stre bellezze”. Una sera-ta speciale è stata quella(a cui si riferisce la foto)in cui il socio prof.Giampaolo Casula hadato un importante con-tributo culturale facendoconoscere, ai sardi e aitanti invitati autorità ita-liane e brasiliane, loscrittore poeta Giuseppe

Dessì. Il Presidente del Circo-lo Italiano Giuseppe Cappella-no e tutti gli invitati hanno poipartecipato alla cena sociale.

In agosto nuovo incontrospeciale. Avere nuovi soci nelCircolo è sempre un piacere ecosì il nuovo socio Salvatore

Loi è stato il benvenuto ea lui verrà consegnato ilPremio Ugo Licciardi anovembre.

Ma la gioia di trovarenuovi amici infondesempre un “sapore spe-ciale” fra i sardi e quan-do qualche familiare deisoci arriva in Brasile dal-la Sardegna ci si riunisceper ascoltare qualcosadell’Isola, lontana maviva e presente nei cuoridi chi è partito, come èavvenuto, ad esempio, direcente con la famigliaTola, la giovane coppiaGiampaolo Delogu, Ro-salba Ledda e la signoraMaria Antonietta Schin-tu di Sassari.

IL MESSAGGERO SARDO 30OTTOBRE 2002

IL CAGLIARISI AFFIDAA VENTURA

di Andrea Frigo

CAGLIARICambio diallenatore allavigilia dell'avviodel campionato.EsoneratoSonetti.La squadrareagiscepositivamente

di Franco Ferrandu

Doveva essere l’annodella programmazione,il 2002, cominciato con

Nedo Sonetti in panchina, su-bentrato poco prima di Nataleal tandem Nuciari-Matteoli.Doveva essere una stagione nelsegno della continuità: dopo lasalvezza, ottenuta all’ultimagiornata a conclusione di uncampionato irto di ostacoli, eragiunto il momento di program-mare nuovi e più importantitraguardi, con lo stesso allena-tore e il medesimo gruppo digiocatori.

Ed invece, a 48 ore dall’ini-zio del campionato (slittato didue settimane per le note vi-cende dei diritti televisivi), ilpresidente Massimo Cellino,con una decisione che ha sor-preso un po’ tutti, ha esoneratoSonetti e richiamato sulla pan-china rossoblù Giampiero Ven-tura. Sì, proprio il tecnico piùamato dai tifosi nella storia re-cente del Cagliari, colui che èriuscito a regalare le ultimesoddisfazione a questa piazza,con la promozione dalla serie Balla serie A nel 1998 e la meri-tata salvezza l’anno successi-vo, in un campionato che, so-prattutto nelle partite interne,ha visto il Cagliari nel ruolo digrande protagonista (chi mai siscorderà le emozionanti vitto-rie al Sant’Elia contro Juven-tus, Milan, Roma e Parma?).

Di un probabile ritorno diVentura, si era parlato tanto inquesti ultimi tre anni. In pratica,ogni qualvolta il presidenteCellino si apprestava ad allon-tare un allenatore (consuetudi-ne che purtroppo non ha ab-bandonato), ecco che saltavafuori il nome del solito ex chetanti bei ricordi aveva lasciatonell’isola. Anche questa volta,sembrava la solita sparata pro-veniente da radiomercato, edinvece, le strade del Cagliari edi Ventura si sono nuovamenteincrociate. Forse perché lo stes-so tecnico, nato a Genova 54anni fa, si è reso conto che lon-tano dalla Sardegna anche luinon ha ottenuti quei grandi ri-sultati che sognava. Una man-cata promozione in A alla gui-da della Sampdoria (con conse-guente licenziamento a finestagione) ed una salvezza con-

quistata all’ultimo respiro conl’Udinese, dov’era subentratoin corso di stagione a Roy Ho-dgson.

Un vero e proprio ritorno difiamma, quello tra Cellino eVentura, che tre anni fa si sepa-rarono senza un apparente per-ché (e molti tifosi si chiedonoancora il motivo di quel divor-zio). Il Cagliari aveva già ingag-giato, forse con troppa fretta,Oscar Washington Tabarez,mentre il tecnico ligure non ve-deva l’ora di coronare il sognodella carriera: allenare la Samp-doria, la squadra del cuore.

Un altro clamoroso ritorno,dopo quello di Fabian O’Neill,rientrato a Cagliari dopo i dueanni non proprio felici passaticon le maglie di Juventus e Pe-

rugia. E proprio il fantasistauruguiano rappresenta il verocolpo di mercato della societàrossoblù che, dopo aver persoper sei mesi l’infortunato Con-ti, aspetta con trepidazione lacompleta guarigione diO’Neill, giunto nell’isola a fineagosto ancora reduce dall’in-fortunio al tendine d’Achille.Ventura, dal canto suo, ha fattogiusto in tempo, prima dellachiusura del mercato, a portarsidietro da Udine il fluidificanteargentino Mauricio Hector Pi-neda, in un ruolo già coperto,peraltro, da Manighetti (a suavolta voluto da Sonetti perrimpiazzare il partente Sulcis,ceduto al Perugia).

Proprio l’impossibilità di fareuna squadra “a sua immagine e

somiglianza”, è stato uno deiprincipali problemi che Ventu-ra ha dovuto incontrare al suoritorno a Cagliari. Lui che èsempre stato abituato a portarsidietro quei tre, quattro giocato-ri che “fanno spogliatoio”(come si dice in gergo calcisti-co), quegli uomini di fiduciache fanno la fortuna degli alle-natori, in qualunque piazzaquesti vadano ad allenare.

Nell’attesa di vedere se ecome cambierà il Cagliari, allariapertura del mercato di gen-naio (siamo certi che Venturaha già consegnato a Cellino la“lista della spesa”), la squadrarossoblù, contro ogni pronosti-co, ha cominciato alla grande ilcampionato, posizionandosisubito nelle zone alte della clas-

sifica. E anche se lo stesso Ven-tura continua a predicare umil-tà dichiarando che la classificain questo momento della sta-gione non gli interessa, nonpuò che far piacere constatareche, non solo il Cagliari non hapagato lo scotto del cambiodell’allenatore a poche ore dal-l’inizio del campionato, ma stariuscendo ad ottenere risultantianche in presenza di prestazio-ni non proprio esaltanti. Unbuon segno.

Ventura, che ha subito incul-cato nei giocatori una nuovamentalità (dal 4-4-2 di Sonettisi è passato al 3-5-2, che poi unvero e proprio 3-5-2 non è inquanto Esposito, di fatto, agi-sce da terza punta e Cudini gio-ca più staccato rispetto agli al-tri due marcatori; sarebbe me-glio parlare di 1-3-3-3) si godeil buon momento della squadrama evita, giustamente, di fareinutili proclami e getta acquasul fuoco dell’entusiasmo ri-cordando che il torneo cadettoè lungo e pieno di difficoltà.Non bisogna dimenticare, d’al-tronde, che questa è la stessasquadra che lo scorso anno si èsalvata per un punto all’ultimagiornata.

I più ottimisti, però, hannogià incominciato a sognare: seil Cagliari, nelle prime cinquepartite, ha perso solo a Siena (ein modo rocambolesco) con-quistando la bellezza di 10punti e tenendo il passo dellesuperfavorite Sampdoria e Lec-ce, senza l’infortunato Conti esempre in attesa di O’Neill, al-lora quando torneranno questidue la musica sarà ancora mi-gliore. Non sempre nel calcio,però, due più due fa quattro, edecco che Ventura continua apuntare il dito sul lavoro delgruppo, giudicando la presta-zione complessiva della squa-dra, senza mai parlare di singo-li episodi o episodi dei singoli.Il campionato, insomma, è ap-pena cominciato e il lavoro diVentura sarà lungo e non sem-plice.

Ben vengano, comunque, levittorie che fanno classifica esollevano il morale. Nessunoha chiesto al Cagliari di torna-re immediatamente in serie A,ma sognare non è peccato.

Per festeggiare i centoanni di storia hanno chia-mato l’allenatore cui

sono legate alcune delle vitto-rie più belle, quel LambertoLeonardi capace di regalarealla Torres due promozioni inC1 e il sogno dei play off per laserie B, svanito due anni fa adAscoli all’ultima giornata dicampionato. Quasi un vecchioparente con cui condividere lafesta più bella, prevista nel2003, sembra con un’amiche-vole con la Juventus. Ma, comesi sa, spesso sono proprio i rap-porti con i “parenti” quelli chesi logorano prima, a volte pertroppo affetto.

Così, bruscamente, dopo ap-pena cinque giornate in cui laTorres aveva incamerato appena4 punti (sconfitte con Chieti,Avellino e Crotone, vittoria conil Benevento, pari con il Pater-nò), le strade tra la Torres e Leo-nardisi sono divise, probabil-mente per sempre.

L’esonero ha colto di sorpresail mister romano, sassaresed’adozione, visto che ha trascor-so otto anni alla guida dellaTorres. «Mi sento comese mi avessero pugnalato alle

spalle», si è sfogato Leonardinelle interviste.

«A Sassari non tornerò più»,ha ribadito. Il mister più volteaveva segnalato la debolezza diuna squadra, stravolta rispettoall’ultima stagione. Della vec-chia guardia sono rimasti il por-tiere Pinna, il bomber Udassi, idifensori Panetto, Chechi e Ca-stagna. Tra i nuovi, si speravanella potenza del sassarese exCagliari e Toro Marco Sanna,nell’estro dell’ex romanistaAlessandro Frau.

Inoltre, si contava sulla vogliadi emergere di una pattuglia digiovani giocatori provenientidalle giovanili di formazioni diserie A, e dalle squadre sarde deicampionati minori.

L’impatto con la C1 è statoinvece traumatizzante. La Tor-res non era più la macchinaschiacciasassi vista nelle ultimestagioni al Vanni Sanna.

In trasferta per due volte invantaggio, si è fatta riacciuffare,o battere.

Problemi di gioco, secondoalcuni, mancanza di qualità, se-condo altri.

Intanto alla corte dei dirigen-ti rossoblù è arrivato un mistertutto sardo, Bernardo Mereu,originario di Alghero, trasferitonel sud dell’isola per lavoro,con all’attivo sei promozioninelle serie minori, con La Pal-ma, Nuorese, Villacidrese. Perlui subito un compito difficilis-simo: ridare prospettive ad ungruppo di giocatori sfiduciato,apparso fragile tecnicamente epsicologicamente.

Il cambio di panchina perònon sembra aver portato benefi-ci sostanziali: due gare fuoricasa (Martinafranca e L’Aquila,due sconfitte). La Torres è ulti-ma in classifica. I tifosi infuriati.

A questo punto, una salvezzasarebbe già una grande conqui-sta, per i primicento anni dei ros-soblù di Sassari.

TORRES

APPENA QUATTRO PUNTIDOPO CINQUE GIORNATELICENZIATO LEONARDI

IL MESSAGGERO SARDO 31OTTOBRE 2002

DUE SQUADRE SARDEAL CAMPIONATODI A/2 DI VOLLEY

SPORT / Con il Cagliari anche le ragazze dell'Aironedi Tortolì

LA SARDEGNA CONFERMALA SUA LEADERSHIPNELL'HOCKEY SU PRATO

SPORT / Trae compaginiisolane al viadel campionatodi serie A:con l'Amsicoraanche il Suelli ela neopromossaFerrini

di Andrea Porcu

di Liliana Fornasier

Una è alla sua quartaesperienza consecutivain A2, l’altra vi si affac-

cia per la prima volta nella suastoria ventennale. Sono due lesquadre isolane che quest’an-no rappresenteranno la Sarde-gna nel mondo del grande vol-ley: i ragazzi del Cagliari e leragazze dell’Airone Tortolì. Ela novità più grossa riguardaproprio la formazione oglia-strina. Arrivata lo scorso annosino ai playoff promozione,non ha raggiunto l’ambito tra-guardo per un pelo, ma la for-tuna le ha dato una mano e agiugno è stata ripescata. Lasocietà del presidente Nieddunon si è fatta certo trovare im-preparata: riconfermate cinquedelle protagoniste dei playoff(la palleggiatrice Betas, l’ita-lo-bulgara Doukova, la centra-le Salvini e le giovani Mulas eMatterazzi) si è buttata a capo-fitto nel mercato riuscendo aportare a Tortolì alcuni pezzida novanta. Su tutte le stranie-re. La punta di diamante do-vrebbe essere la bulgara Soko-lova, che a settembre in Ger-mania ha giocato con la suanazionale i campionati delmondo che hanno visto la sto-rica affermazione dell’Italia.La Bulgaria si è classificata ot-tava ma il braccio della Soko-lova si è fatto sentire parec-chio; e Tortolì ne avrà più chemai bisogno per tenere benstretta l’A2 appena conquista-ta. La seconda straniera èun’altra attaccante di peso: labrasiliana Marques con la qua-le sono arrivate Torri (una lun-ga carriera tra Al e A2), Arimat-tei (già.in A2 a Roma), Casu-scelli, altra giocatrice di espe-

La pattuglia sarda nellaserie A-1 di hockey suprato si è arricchita di

un’altra formazione sarda, laFerrini. E così sono tre le for-mazioni isolane che partecipa-no al massimo campionato,edizione 2002-03.

Oltre la già citata Ferrini,neopromossa, ci sono I’Amsi-cora, 18 volte campione d’Ita-lia e il Suelli, lo scorso anno lavera sorpresa del torneo.

Le ambizioni delle tre squa-dre sono naturalmente diverse.L’Amsicora, guidata dal gio-catore-allenatore FernandoFerrara, punta alla conquistadel diciannovesimo scudetto ele premesse iniziali della sta-gione dicono che l’undici ca-gliaritano ha tutte le creden-ziali per centrare l’obiettivo.

Tra le novità il gradito ritor-no del “vecchio”, si fa per dire,Roberto Giuliani, già capitanodella nazionale e dei verdi,nonché allenatore nella primafase dello scorso campionato.Un contributo importante, ilsuo, perché la squadra ha sem-pre bisogno di giocatori diesperienza, che facciano so-prattutto “spogliatoio”.

Giuliani d’altronde ha di-chiarato fedeltà all’Amsicora eha voluto rimettersi le scarpet-te, dopo aver smesso per unanno l’attività. Oltre a Giulia-ni, da segnalare anche il ritor-no di Pucci, un altro grandeprotagonista delI’Amsicorapiù volte campione d’Italia.Anche lui in grado di dare unsupporto prezioso nella costru-zione di una squadra vincente.

Tra i punti di forza già col-laudati, Dubois, Zilio e ilpakistano Asim.

Ma l’Amsicora non trascura i

giovani. Tra i più promettentiil diciassettenne Fabio Mured-du che Ferrara ha già utilizzatoin questo primo scorcio di sta-gione.

E poi non dimentichiamoche i cagliaritani hanno unasso nella manica che si chia-ma Fernando Ferrara.

Allenatore dai buoni propo-siti, ma soprattutto ancora unoche si diverte in campo e che vaa segno con straordinaria rego-

larità. L’italo-argentino è si-curamente una garanzia. IlSuelli, dal suo canto, si affidacome sempre alla guida delduo Spitoni-Pisano e intendefare un ulteriore salto di quali-tà nel gioco e possibilmente ingraduatoria. Formazione abba-stanza collaudata e che si ispi-ra ai vari Cirina, Zedda, Troncie Caria per continuare sullascia dei brillanti risultati otte-nuti negli ultimi anni.

A rinforzare l’organico, que-st’anno, è arrivato un nuovogiocatore straniero, BrianAduda, che sembra in grado digarantire un certo numero digol. Lo si è visto dalle primegare.

Ma Pisano e Spitoni punta-no ovviamente anche sull’en-tusiasmo di un gruppo chevuole togliersi parecchie sod-disfazioni e di una tifoseriache segue da anni passo dopo

passo l’escalation della squa-dra trexentina.

Pensate, Suelli ha poco piùdi mille abitanti e il paese vivetutto attorno alle prodezzedell’undici di hockey.

Torna nella massima serie laFerrini che ha come obiettivola salvezza. La squadra caglia-ritana non vuole ripetere l’ulti-ma sfortunata parentesi in A-1,subito retrocessa, e gioca lecarte dell’umiltà e dell’espe-rienza di alcuni giocatori.

Le novità sono rappresenta-te dall’allenatore argentinoJorge e dall’attaccante PacoWhelan.

Arrivi che dovrebbero assi-curare punti e spettacolo perrestare in A-1 anche nella sta-gione successiva. Ma non bi-sogna trascurare il peso chehanno nella squadra giocatoridel calibro di Andrea Sirigu edella vecchia guardia. Dai ma-schietti alle femminucce.

Nella serie A sono presentidue squadre cagliaritane:l’Amsicora e la neopromossaFerrini.

Le “verdi” hanno nell’ar-gentina Lucia Ana Antona unabomber di lusso che già nelleprime giornate ha messo inluce qualità, sostanza e con-cretezza. Come dire che se “ilbuongiorno si vede dal matti-no” I’Amsicora allenata daRoberto Carta può compierequest’anno il tanto atteso saltodi qualità e puntare al vertice,soprattutto quando l’undicicagliaritano sarà al completo.

Discorso inverso per la Ferri-ni, con atlete quasi tutte al de-butto nella massima serie.L’unico obiettivo possibile ap-pare la salvezza. L’importantesarà crederci fino in fondo.

rienza visto che negli ultimiotto anni si è divisa tra Al e A2e infine Menin (ex CasaleMonferrato), terzo centralepronto a dare una mano in casodi necessità. Il libero è DeLiso, che garantisce ricezionee difesa. In panchina è stato

confermato Salvatore Branca-to, che l’anno scorso ha portatola squadra sino agli spareggipromozione.

Per prepararsi nel migliormodo possibile al difficileesordio la squadra si è trasferitaal completo per una settimana in

Emilia Romagna dove ha dispu-tato una serie di amichevoli conModena e Novara (Al), Soliera(che si ritroverà di fronte in A2) eRivergaro (Bl). L’obiettivo ov-viamente è la salvezza e per rag-giungerla Tortolì farà grande af-fidamento sul fattore campo. Lapalestra dell’Istituto TecnicoGramsci è stata adeguata alla se-rie A2 (sono state ampliate le tri-bune, messi a posto spogliatoi eluci) e il tutto esaurito è sin d’oragarantito, così come l’anno scor-so. L’Ogliastra non ha mai avutouna squadra nell’A2 di volley ele ragazze del Tortolì sono giàdiventate le beniamine deglisportivi locali.

“Sappiamo che andiamo incon-tro a una grande avventura”, haspiegato il presidente AntonelloNieddu, “ma non abbiamo paura.L’anno scorso, all’esordio in B1,lanostra è stata la squadra rivelazio-ne del campionato, giocando unastagione memorabile. Il gruppocompatto e un tifo da stadio sonostati i nostri punti di forza.

Faremo ancora di questi dueelementi un’arma vincente. Sap-piamo che affronteremo squadre

navigate, esperte, dotate di bud-get per la campagna acquisti pernoi impensabili. Ma sono sicuroche tutte, anche le più forti, ricor-deranno la trasferta in Sardegna”.

Completamente rifatto ancheil Cagliari Pallavolo: retrocessol’estate scorsa dopo una stagionesfortunatissima, è stato ripescatoe i dirigenti hanno voltato deci-samente pagina.

Del vecchio organico sono ri-masti solo Scilì, Mascia, Cabras eil giovane Francesconi. Nuovitutti gli altri giocatori ed anchel’allenatore (Flavio Gulinelli daAsti). Sono così arrivati due stra-nieri (il portoricano Soto e il bra-siliano Oro), il palleggiatoreMasini (da Brescia), il centraleParma (ex Asti), l’attaccante dibanda Zampetti (ex Perugia) e illibero padovano Pagotto. Tra leseconde linee sono rientrati il se-condo palleggiatore Tiddia, ilcentrale Gabriele Cristiano e daSant’Antioco è arrivato il giova-ne Bernardi.

Dopo i patemi della passatastagione il traguardo è una sal-vezza da mettere in tasca al piùpresto possibile, anche se il coa-ch ha maggiori ambizioni. Lasquadra è giovane e Gulinelli hatutto il tempo per farne un grup-po omogeneo.

Il campionato infatti inizieràpiù tardi del solito, dopo i cam-pionati del mondo maschili, inprogramma in Argentina, il via èprevisto per il 27 ottobre e la for-mula dà una mano ai rossoblù:quest’anno le retrocessioni nonsaranno quattro come l’annoscorso ma soltanto due. Il cam-pionato è infatti passato da 16 a14 squadre e il Cagliari, promet-te Gulinelli, non sarà tra quelle inlizza per la salvezza.

IL MESSAGGERO SARDO 32OTTOBRE 2002

ELEONORA D'ARBOREASTORIA MINOREDEL MONUMENTO DI ORISTANO

di Adriano Vargiu

CULTURAI luoghi comunidella religiositàpopolare dellaSardegna

Oristano, monumento a Ele-onora d’Arborea, opera delloscultore fiorentino UlisseCambi. Festa grande per l’inau-gurazione, nel 1881, bandemusicali, discorsi e inni: «ese-guito da 35 studenti vestiti inelegantissimo costume sardo,quello appositamente scrittodalla forbita penna dell’avv.Fara Musio e musicato dal-l’egregio maestro E. Lario». Epoiché l’uomo mangia, pranzodi gala con 142 coperti, riccoil menu, a cura del ristoranteScala di Ferro di Cagliari:«Consumè alla tapioca. Gra-nelli di montone e zucchette.Aragosta con la maionese. Fi-letto di bue alla Madera conpurè. Vulvas di piccioni. Lum-bo di vitella d’Oristano. Aspa-ragi alla graten. Ciliegie allospirito. Poncio alla romana.Gelati. Gatòs e dolci assortiti,Frutta e formaggio. Vini diver-si e liquori».

Sul monumento sono statiscritti diversi libri e molti arti-coli. Sorse grazie «a iniziativae impulso di diversi comitati,sottocomitati e patronati», apartire dal 1862. Da Oristano aCagliari, da Sassari a Iglesias eBosa, da Venezia a Trieste «fututta una gara per raccoglierefondi ed elargire di più». Lapoetessa lodigiana CarlottaFerrari pubblicò a Torino (Ti-pografia Teatrale B. Sour,1870), il dramma lirico inquattro atti Eleonora d ‘Arbo-rea, «da rappresentarsi al tea-tro lirico di Cagliari l’autunnodel 1870», come si legge nelfrontespizio. Ma non vennerappresentato.

Al Teatro Civico di Cagliari,nel Carnevale del 1869 - il 6febbraio - andò in scena in pri-ma assoluta il melodramma intre atti Eleonora d’Arborea allabattaglia di Sanluri, libretto diGavino Nino, musica di EnricoGabriele Costa. Il libretto fustampato dalla Tipografia delCorriere di Sardegna, a Caglia-ri, nel 1868, «a beneficio delmonumento a Eleonora giudi-cessa d’Arborea, ed erad’esclusiva proprietà del co-mitato all’uopo costituito».Quattro recite. L’opera fu ac-colta «pare non troppo fortu-natamente», secondo GuidoGiacomelli (1896). Fra gli in-terpreti, il tenore debuttanteAngelo Masini. Uno dei mi-gliori tenori di grazia del tem-po, bella voce morbida e per-fetta tecnica di emissione.«Gli si attribuiscono - si leggenella Garzantina Musica - set-te variazioni per concludere Ladonna è mobile». Erano altritempi, dominava il divismodei cantanti, «che troppo spes-so si allontanavano dalla let-tera e dallo spirito delle parti-ture per ragioni esclusivamen-te virtuosistiche». Per chi na-viga in Internet, il tenore è pre-sente anche in un sito austra-liano.

Ben sei furono le opere cheAngelo Masini cantò al Civi-co. Compresa quella del Co-sta: due di Giuseppe Verdi (LaTraviata ed Ernani), due di Er-rico Petrella (La contessad’Amalfi e Morosina) e una diGiuseppe Apolloni (L’Ebreo).

Una leggenda urbana narradel tenore fischiato al suo de-butto: colto dal panico, avreb-be cantato male. Chiese scusaal pubblico, con una lettera af-fissa nella bacheca del teatro,e fu un trionfo. Le pubblica-zioni oristanesi - libri e opu-scoli sulla raccolta di fondiper il monumento «a colei che

dal 1383 al 1404 fu l’animadella Sardegna» - riportano«grande successo».

L’opera - grazie al Masini - ècitata nei testi di storia dellamusica, ma con un contorno diinesattezze. A cominciare dalmusicista: non Enrico Costaconfuso con l’omonimo scrit-tore, narratore ecc. sassarese(1841- 1909), ma Enrico Ga-briele Costa. Perché nel libret-to figura con un solo nome,Enrico? Il libretto fu stampatoa spese del comitato pro mo-numento, potrebbe essere statauna dimenticanza o una scelta.A prescindere: nei testi di sto-riografia musicale - quella mi-nore, dell’estrema periferia - fi-gura con i nomi di Enrico Ga-briele. Non sardo, ma napole-tano: nella città natale studiòcomposizione e arrivò a Orista-no in cerca di gloria, finendo ainsegnare musica alle figliedei benestanti.

Il librettista Gavino Nino:nativo di Bosa, non avv., masacerdote, padre scolopio,professore universitario, depu-tato al Parlamento Subalpino,autore di «opere teatrali dalleroboanti pagine», nel giudiziodi Francesco Alziator (1954).Fondò - assieme a Salvator An-gelo De Castro - e diresse ilgiornale sardo La Meteora,quindicinale di scienze, lette-re, arti e varietà. Primo numeroil 14 gennaio 1843, ultimo il14 dicembre 1845: cessò lepubblicazioni costretto dallaregia censura. Storico, strenuodifensore delle Carte d’Arbo-rea, «al punto da essere ritenu-to, dagli avversari, uno dei fal-sari».

Le Carte d’Arborea: un in-sieme di abilissimi falsi che

cercavano di accreditare l’im-magine d’una Sardegna già ci-vilissima - e in maniera auto-noma, originale - negli anni trail VI e il X sec. Sono la più av-venturosa espressione d’unamore per la Sardegna, cuil’anonimo autore delle cartevoleva offrire una patente dinobiltà che l’isola madre, eglisentiva, meritava.

Un altro suo dramma di cin-que atti in versi, Ugone d’Ar-borea, ampolloso e farragino-so, «ricucito - secondo France-sco Masala (1993) - sui model-li delle tragedie alfieriane», fustampato nel 1881 a Cagliaridalla Tipografia Felice Mu-scas, in occasione dell’inau-gurazione del monumento ori-stanese.

Personaggi e interpreti dellaprima dell’Eleonora d’Arboreaalla battaglia di Sanluri (nellibretto non sono indicate levoci): Eleonora, giudicessad’Arborea, Clotilde Rosasval-le; Tomaso Bruch, gentiluomoinglese, Angelo Masini; Mi-chele Gallo, ufficiale di cam-po, Augusto Piferi. Sconosciu-ti gli interpreti di Corelio Bran-ca, altro ufficiale di campo e diElena, damigella d’Eleonora.

Coro d’uomini. Coro di don-ne. Popolo e seguito di guer-rieri. La scena, durante l’attoprimo, ha luogo nel campo mi-litare degli Arborensi presso ilCastello di Sanluri, durantel’atto secondo e terzo nella cit-tà d’Oristano.

Scena IV, Eleonora a Bruch:«Ah! tu non sai - Qual sia tre-mendo immenso nel cuor mio -Mortale affanno!

- E che sperar di lieti - Mi re-sta ormai se pria - Al suol pro-strato non abbia io l’orgoglio -

Di chi ci opprime, e vinto - Leantiche, infami sempre, - Artiond’ei volle questa - Terracontaminar che lui straniero -Signore aborre? E quali - Equante ai miei non fece ingiu-rie e danni? - Segno ne fu sìspesso il padre mio, - L’invittoMariano, che tornare - Suagente in piena libertà s’accin-se. - Per mano or dei suoi viliassassini - Cadde il miseroUgone, il fratel mio - Il fratelmio che Ascanio egli parea...».

Della musica, niente si co-nosce. Ipotesi meglio non far-ne. Per il monumento a Eleo-nora andava bene tutto.

Nella storia di Sardegna è unsuccedersi di lotte per la liber-tà e l’indipendenza. Tutti i po-poli più potenti che nel corsodella storia si avvicendarononel dominio dell’Europa, ten-tarono la conquista della Sar-degna. «In ogni tempo - cosìGiovanni Lilliu (1971), padredella civiltà nuragica - ha avu-to uno strano marchio storico:quello di essere stata sempredominata (in qualche modoancora oggi), ma di avere sem-pre resistito. Un’isola sullaquale è calata per i secoli lamano oppressiva del coloniz-zatore, a cui ha opposto siste-maticamente il graffio dellaresistenza.

Perciò i sardi hanno avutol’aggressione d’integrazionid’ogni specie, ma nonostanteciò sono riusciti a conservarsisempre se stessi. Nella confu-sione etnica e culturale che liha inondati per millenni, sonoriemersi costantemente nellafedeltà alle origini autentichee pure».

In altre parole: abbiamo unnostro marchio, conserviamo-

lo. Smettiamola di dare allenostre tradizioni origini diquesto o di quel popolo. Di-versamente - per dirla con loscrittore ecc. Enrico Costa(1897) - «che qualcuno chiari-sca d’onde vennero e qual siala vera patria delle prime for-miche, delle prime lucertole edei primi mufloni arrivati nel-l’isola».

A Pasqua, tornano tutti i luo-ghi comuni della religiositàpopolare riferita agli spagnoli.Smettiamola. Nel nostro viag-giare, abbiamo trovato usanzesimili alle nostre in regionidove gli spagnoli non sonomai passati. Nella chiesa di SanMichele Arcangelo, a Beva-gna, in Umbria, la domenica diPasqua, al Gloria, quattro con-fratelli corrono lungo la nava-ta centrale portando sulle spal-le la statua del Cristo risorto.Nella Collegiata di CastiglionFiorentino, in Toscana, la not-te del Sabato Santo, la Compa-gnia di Gesù celebra la Risur-rezione con la Volata, portan-do di corsa fino all’altare ilCristo risorto. Esattamentecome in Sardegna: a Cagliari,nella chiesa di San Giacomo,al Gloria della veglia pasqua-le, otto confratelli dell’Arci-confratemita del SS. Crocifis-so percorrono la navata centra-le con il Cristo risorto. A Se-stu, nella parrocchiale, sono ledonne che portano la statua,correndo, dall’ingresso dellachiesa all’altare.

Venerdì Santo a San Marcoin Lamis, nel versante occi-dentale del Gargano: gli altaridella reposizione (non deposi-zione!), popolarmente dettisepolcri, sono simili a quelliallestiti in Sardegna. A SanMarco in Lamis vengono chia-mati sabbuleche (sepolcri), aCagliari monumentus (monu-menti funebri).

Caratteristica dei sepolcrisardi sono is nenniris: steli dicereali, soprattutto grano, pal-lidi ed esili perché germoglia-ti al buio, legati con nastri ros-si e dorati, impreziositi conanemoni e botton d’oro o fior-ranci (caraganzu). Per via del-la funzione clorofilliana, nellareligiosità popolare simboleg-giano la risurrezione. Dal buiodella morte alla luce dellavita: il pallore che scomparecon la luce.

Nenniri - o nenneru, a secon-da del luogo - per il glottologoMax Leopold Wagner (1921),è parola preromana. Is nennirissono un avanzo dei giardini diAdone, simboli della vegeta-zione. Costituiscono un esem-pio di sopravvivenza e di adat-tamento del culto pagano anuove forme di religiosità.Sono presenti anche in Cala-bria (samburchi, sepolcri) e inSicilia (lauru, grano semina-to).

A Sulmona, in Abruzzo, nel-le processioni pomeridiane eserali del venerdì e sabato san-ti, l’Addolorata segue il Figliomorto: come nelle città e neipaesi della Sardegna.

E cosa dire de S’Incontru,dell’Incontro, quando la Ma-donna non più addolorata, le-vati i segni del lutto, la dome-nica di Pasqua incontra il Fi-glio risorto? A Sulmona l’in-contro è detto della Madonnache scappa, perché la Madrealla vista del Figlio scappa, glicorre incontro, lasciando ca-dere i segni del lutto. A Mon-tedoro, in Sicilia, l’Incontro èLu ‘ncuntru.

E si potrebbe continuare.