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Passeggiate, escursioni e ferrate con partenza da Arta Terme

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Passeggiate, escursioni e ferrate con partenza da Arta Terme

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� Escursione delle 4 Chiese

Difficoltà = T Tempo di percorrenza in ore = 1.30 Dislivello = 300 m

Quest’ escursione è guidata su un percorso sul quale la prima domenica di agosto si svolge una gara denominata “Marcia delle 4 chiese”. Si lascia l’automobile sul piazzale della chiesa di Santo Stefano di Piano d’Arta, località “Pradeit” e si prosegue a piedi verso via Peraria; al bivio a sinistra verso il sentiero “Troi dai Alzers”, fino in località “Ongjarise”. Da qui si scende fino a sbucare sulla strada provinciale in località “Rive di Culon”, quindi si prosegue sulla strada asfaltata fino alla vicina chiesetta di San Nicolò degli Alzeri. Pochi metri prima di entrare nel piazzale della chiesetta, sulla sinistra, si snoda un sentiero “Troi dai Alzers”, che scende nei prati verso il bosco e, percorrendo il vecchio sentiero romano (località Rives), si arriva al torrente Randice, dove bisogna attraversare il letto del fiume, che solitamente nel periodo estivo è in secca o ha una piccolissima portata.

Passato il torrente si ritorna sul sentiero denominato “Troi di Chiusini”, o pista ciclabile, che riporta in paese fino in località “Cjamp Lunch”. Da qui, all’incrocio dei sentieri, si prosegue verso destra sempre per il sentiero “Troi di Chiusini” fino a raggiungere la chiesetta di Santo Spirito di Chiusini. Il percorso continua fino ai pressi del ristorante Edelweiss, da cui si prosegue fino all’abitato situato dopo il ponte sul torrente

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Radina. Dopo l’abitazione si trovano un sentiero sulla sinistra chiamato “Troi di Davosas” (il sentiero è dopo l’abitazione: non salire sul tracciato prima, perché vi porterebbe fuori rotta) dal quale si sale lungo i prati della frazione Avosacco. Qui il sentiero crea un angolo lungo una parte dei prati e sfocia nella stradina comunale in località “La Cleve”; si prosegue, poi, verso sinistra sempre sulla strada asfaltata, fino ad arrivare in località “La piaciute di Davosas”, una piazzetta al centro del paese, dove si svolterà a sinistra, fino a raggiungere la piazza principale di Avosacco chiamata “Cente”, dove si trova la chiesa consacrata a San Bartolomeo. Proseguendo lungo la strada asfaltata si arriva al bivio con la strada comunale che porta a Piano d’Arta. Da qui ci si incammina per pochi metri fino a raggiungere la stradina che sale sulla destra fino al borgo sottomonte, denominata “Strade das Cjares“. Arrivati al borgo sottomonte si segue la strada e si raggiunge la borgata di Scludizza; da qui, percorrendo il sentiero “Troi sot la Mont”, si arriva al bivio sentieristico di “Boraciuz;, proseguendo a sinistra si ritorna sulla strada asfaltata e si raggiunge il condominio “Sebastos”; salendo sempre la strada asfaltata per 400 metri fino al bivio con il sentiero “Troi di Gjatons”; a sinistra si scende per un bellissimo sentiero di sottobosco fino a raggiungere il corso del torrente Radina. Attraversato il letto del rio Radina si prosegue lungo il sentiero “Troi dai plans di Radine” attraverso l’abitato di “Sauran”, fino a risbucare sulla strada asfaltata; da qui ci si incammina fino al Belvedere della località “Piche”, per poi riscendere attraverso il borgo Salanc e al bivio prendere la strada che sale a destra, fino al parcheggio nei pressi degli alimentari Gortanutti. La camminata prosegue tra la borgata di Casaletto “Cjasaleit”, piazza Salon, e al capitello, per poi svoltare a destra attraversando la borgata “Fais” fino a raggiungere la piazza della chiesa in località “Pradeit” (tutta l’escursione è segnata lungo il tracciato con un simbolo in rosso).

� Sentiero del Lago di Bordaglia (Sentiero delle Acqu e) Difficoltà = T/E Tempo di percorrenza in ore = 6.00 Dislivello = 900 m

Partendo da Pierabech di Forni Avoltri: imboccare il sentiero (sentiero C.A.I. con segnavia numero 140). Superato su una passerella un torrente sempre ricco di acqua, il Rio Bordaglia, si raggiunge il piazzale di una cava di marmo fior di pesco. Si riisale lungo il sentiero CAI nr. 140 la riva destra dell’alto corso del torrente Degano. Si raggiunge, così, in poco più di mezz’ora, la stretta di Fleons, una forra scavata dal torrente dopo un impetuosa cascata. Da queste rocce nasce l’acqua

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minerale Goccia di Carnia. Sulle pareti di destra è possibile scorgere postazioni difensive utilizzate durante la prima guerra mondiale. Superata la stretta di Fleons. Si imbocca il sentiero (sentiero C.A.I. con segnavia numero 142). Il sentiero, che è un breve tratto della traversata carnica, costeggia il rio di Sissanis, attraversa l’omonima casera e sale a casera Bordaglia di Sopra, nelle cui vicinanze si può ammirare il lago Bordaglia. Il lago è posto sul fondo di una conca di origine glaciale, tra i pascoli sottostanti il versante del monte Volaia ed è sito all’interno dell’Oasi di Bordaglia, la più vasta oasi di rifugio faunistico del Friuli Venezia Giulia. Dalla casera Bordaglia si prosegue il cammino in discesa lungo il sentiero numero 142 fino a casera Bordaglia di Sotto; da qui ci si ricongiunge al sentiero numero 141, che fiancheggia il rio Bordaglia e si ritorna in direzione di Pierabech.

� Sentiero Naturalistico del Lander

Difficoltà = E a tratti T Tempo di percorrenza in ore = 2.00 Dislivello = 650 m Questo percorso diventa terreno di gara una volta l'anno, solitamente l'ultima domenica di agosto, in occasione della tradizionale festa del Lander. Si raggiunge il parcheggio della chiesetta di San Nicolò degli Alzeri, dove si può lasciare l’auto e proseguire a piedi verso la strada (”Stradele”) che dalla provinciale sale verso destra, fino a raggiungere la “Maine da Madonute”. Qui si sale ancora fino in località “Bant” ove, sulla sinistra, si trova l'indicazione di

un sentiero, che si snoda in un fitto bosco di conifere a prevalenza di abete rosso e che ha subito una recente manutenzione (giugno 2000): offre parapetti, punti di sosta attrezzati, nonché

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una serie di cartelli con indicazioni naturalistiche sull'itinerario. La pendenza, dopo un primo tratto più accentuato, prosegue più lieve ed omogenea. A tratti qualche schiarita nel bosco lascia intravvedere la sottostante valle del Bût. Si prosegue, così, per una serie di comodi tornanti, fino a sbucare su un pianoro prativo con baita, a quota 1150 circa. Un cartello segna a destra la continuazione del percorso naturalistico. Si lascia il sentiero 408 che prosegue verso la cima del monte Cucco ed in breve si raggiunge il bivacco Lander, non custodito, ma ben attrezzato. Osservando con attenzione i fiori delle radure è facile scorgere alcune piccole farfalle dalla vistosa colorazione. A monte del bivacco il sentiero sale nuovamente costeggiando una vasta zona di erosione e raggiungendo in breve il belvedere con la Madonnina del Lander a quota 1300 circa. Qui un cartello illustra in dettaglio la genesi delle bizzarre formazioni a campanile che caratterizzano le tormentate pendici meridionali del monte di Rivo e del monte Cucco. La salita dal bivacco Lander a questo punto panoramico è stata attrezzata con parapetti e ringhiere nei tratti più esposti. All'inizio dell'estate è possibile osservare qui la vistosa fioritura del giglio rosso. Per la discesa si utilizzerà il medesimo itinerario. (informazioni e galleria sul sito www.associagiovani.it )

� Anello Pieve di San Pietro

Difficoltà = E a tratti T Tempo di percorrenza in ore = 3.00 Dislivello = 300 m

Raggiunto il complesso termale, lasciate l’auto nel vicino parcheggio e proseguite verso il campo sportivo a piedi, dove troverete il primo cancello dell’impianto sportivo aperto: proseguite fino al secondo. Da questo punto, sulla destra, sale il sentiero”Troi di San Pieri” (sentiero C.A.I. con segnavia numero 162 ) che porta fino al “Plan da Vincule”, il piazzale sottostante la pieve di San Pietro, ove ogni anno, nella ricorrenza dell’Ascensione, si svolge il rito del “Bacio delle Croci”. Arrivati al piano si può scegliere se salire fino alla pieve o proseguire lungo la strada che porta alla “Polse di Cougnes”; per la pieve, sulla destra

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dell’altare che è presente nel piazzale, sale una stradina selciata che, dopo pochi metri, arriva al cancello del sagrato; da qui si può godere del panorama verso l’omonima vallata.

Riscendendo si prende la stradina opposta all’imbocco della via per la pieve, strada selciata percorribile anche in auto, che porta alla strada comunale per Fielis. Percorrendo la stradina si raggiungerà “La Polse di Cougnes”, un centro dotato di un meraviglioso orto

botanico, giardino visitabile nei mesi tra maggio a settembre, comprendente 1000 specie di piante, da quelle che si possono usare in cucina a quelle più velenose. Accanto all’orto si trova il centro fitoterapico per la trasformazione e lo studio delle piante, denominato ”Laboratorio Botanico”. Il complesso comprende anche un centro di astronomia, con osservatorio, una biblioteca, con oltre 10.000 volumi, una scuola di”scampanotadors”, per l’apprendimento delle tecniche per il suono delle campane e un punto ristoro. All’incrocio della strada con la comunale per Fielis si può visitare il paesino, salendo lungo il sentiero o direttamente per la strada, oppure scendere verso l’abitato di Zuglio. Il sentiero, sempre denominato “Troi di San Pieri”, costeggia la strada comunale ed arriva nel paese, dove si possono visitare i resti romani oppure il vicino museo, che ha sede nel palazzo Tommasi Leschiutta. Per chiudere il nostro anello, si riprende il cammino verso il “Troi di Zui”; nei pressi del ponte di Zuglio sale la pista ciclabile, percorribile e ampia, che costeggia il torrente Bût, fino ad arrivare al parco termale, vicino allo stabilimento. Alternativa: Il percorso alternativo è il sentiero (sentiero C.A.I. con segnavia numero 157 ) che parte dal parcheggio termale e sale fino all’abitato di Fielis, dove sono presenti un punto di ristoro e una fontana. Dall’abitato si può proseguire fino alla pieve di San Pietro, che dista soltanto 5 minuti a piedi.

� Sentiero dei Cramârs (Lago Volaia)

Difficoltà = E Tempo di percorrenza in ore = 3.00 Dislivello = 700 m

Il percorso era anticamente utilizzato dai venditori ambulanti carnici (cramârs), che

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trasportavano spezie e stoffe verso i territori d’oltralpe. Raggiunto l’abitato di Collina, presso Forni Avoltri, seguire la strada fino al

rifugio Tolazzi (m.1350), lasciare l’auto nei pressi del rifugio ed imboccare il sentiero ( sentiero C.A.I. con segnavia numero 144 ) per salire fino al rifugio Lambertenghi- Romanin (m. 1950) e al successivo Passo Volaia ( m. 1977), in circa 2 ore di cammino. Oltre il passo si può ammirare la splendida conca del lago di Volaia, la più importante scogliera del Paleozoico carnico, ricca di fossili

ben conservati e facilmente osservabili; la conca è sovrastata dalla possente mole del monte Coglians (m. 2780). Rilevanti nell’area le testimonianze della Prima Guerra Mondiale: trincee e fortini sulla prima linea difensiva. Rientrate al rifugio Tolazzi ripercorrendo il medesimo sentiero, numero 144 o parzialmente una vecchia strada militare.

� Sentiero della memoria (Pal Piccolo / Kleiner Pal)

Difficoltà = E Tempo di percorrenza in ore = 3.00 Dislivello = 500 m. Raggiunto il passo di Monte Croce Carnico (m. 1.360), in comune di Paluzza/ Timau, lasciare l’auto nell’apposito parcheggio ed imboccare il sentiero (sentiero C.A.I. con segnavia numero 401), mantenendo sulla sinistra la palestra di roccia. Proseguire sullo stesso sentiero fino alle trincee di vetta Pal Piccolo ( m. 1866 ); Il Pal Piccolo deve la sua importanza ai combattimenti ivi avvenuti nella Prima Guerra Mondiale. Oggi sulla cima del monte è allestito un museo all’aperto, dove è possibile visitare i resti delle trincee e dei baraccamenti usati dagli alpini durante il conflitto.

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Da qui si scende brevemente per un tratto lungo il sentiero utilizzato per la salita e si imbocca un sentiero militare che, passando attraverso le trincee e le strutture militari in disuso, riconduce ai piedi della palestra di roccia e, quindi, al Passo di Monte Croce. Alternativa: Una volta raggiunta la vetta del Pal Piccolo (mt. 1866), una serie di sentieri militari in disuso consente di raggiungere la cima del Freikofel (Cuelat) e del Pal Grande, dove è stato allestito il museo all’aperto, con numerosi recuperi di gallerie belliche.

� Ferrata Senza Confini

Difficoltà = E/E Tempo di percorrenza in ore = 6.00 Dislivello = 900 m. Raggiunto il passo di Monte Croce Carnico (m. 1.360), in comune di Paluzza/ Timau, si lascia l’auto nell’apposito parcheggio e ci si incammina seguendo la strada fino all’altezza del sottopasso austriaco, quindi, a sinistra, si risale il

sentiero (tabella) che inoltrandosi nella vegetazione raggiunge l’inizio del tunnel del Cellon. Si tratta di un’opera costruita dall’esercito austriaco e che, attraverso la montagna, conduce ad un pianoro sovrastante, scavato nella roccia. Il tunnel è fornito, come ausilio alla sua percorrenza, di cavo metallico e staffe: è, quindi, necessario il set da ferrata e una torcia in quanto, pur essendo dotato di alcune feritoie, l’illuminazione è molto scarsa. Esso si snoda per una lunghezza di 183 metri e copre un dislivello di 110 metri: questo fa capire la pendenza dello stesso. È

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importante, inoltre, prestare attenzione a non smuovere sassi, in quanto non ci sono molti ripari per coloro che eventualmente si trovano più in basso. Se le pietre cominciano a rimbalzare sulle pareti del tunnel, acquistano velocità e schivarle al buio non è facile! Usciti dal tunnel si prosegue lungo il sentiero che, attraversando un tratto con vegetazione con mughi, accede ad un pendio ricoperto da grossi massi e, successivamente, al canalone che termina sull’attacco della Ferrata Senza Confini (tabella). Si parte con una breve arrampicata che ci porta all’inizio del cavo, quindi si accede ad un piccolo terrazzino che immette su quello che tecnicamente viene chiamato un diedro: si tratta di una parete inclinata, alta più di 100 metri, munita di staffe e cavo che, come una rampa, si proietta verso l’alto raggiungendo una cresta esposta. Da qui, verso sinistra, si oltrepassa una breve parete, piuttosto esposta, per accedere all’interno di un’ampia spaccatura, da dove si risale ancora per un breve tratto verticale. In questo punto la ferrata si snoda lungo un’esposta cresta: si segue la linea verso placche inclinate che si passano agevolmente, per poi giungere ad un altro tratto verticale ed esposto con staffe e cavo. Sopra di noi ritroviamo ancora un tratto di cresta, che ci porta attraverso una fenditura rocciosa ad una piccola sella erbosa sotto l’ultimo tratto verticale. Da qui per facili rocce si accede ad alcuni resti di fortificazioni e al sentiero che dal passo porta alla vetta della Creta di Collinetta. Anche per compiere questo percorso è necessaria una certa esperienza, a causa di certe difficoltà che si incontrano, oltre all’esposizione di alcuni tratti della via ferrata. La discesa avviene per la via normale che, passando per la Cresta Verde (fortificazioni), scende al passo con comodi tornanti, consentendo anche un’ampia vista sulle cime circostanti.

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AVVERTENZE / INFORMAZIONI

� La difficoltà dei sentieri è stata indicata con le sigle universali per le carte

dei sentieri;

� T = itinerari turistici; E = itinerari per escursionisti; EE = itinerari per escursionisti esperti;

� I tempi di percorrenza sono riferiti a persone non allenate; inoltre non

sono comprensivi di eventuali soste;

� Rispettate ed amate tutto ciò che i vostri occhi possono ammirare: in particolare, piante, fiori, funghi ed animali sono un patrimonio da salvaguardare;

� Usate indumenti appropriati, soprattutto nelle calzature;

� E’ consigliato il pranzo al sacco e l’approvvigionamento di bevande;

� Tenete per mano i bambini.

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INFORMAZIONI

Via Umberto I, 15 33022 ARTA TERME - UD

℡ 0433 929290 - Fax 0433 92104

http://www.turismofvg.it e-mail [email protected]

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ingresso gratuito in molti musei e tante agevolazioni.

Via Nazionale, 1 33022 ARTA TERME (UD)

℡ 0433-929320/1 - Fax 0433 929322

www.termearta.org e-mail: [email protected]