Pantheon 53 - Scuola ad un bivio

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copia gratuita € 2,50 antheo n P www.giornalepantheon.it il magazine di Verona Settembre 2014 Anno 7 numero 7 Scuola a un bivio EXPO 2015 I primi dettagli del progetto VERONA EXPO GIOVANI Nuove opportunità con l’iniziativa Talent Farm MEDIORIENTE Testimonianza della vita a Tel Aviv SPETTACOLO Simone Cristicchi si racconta su Pantheon Al via l’ennesima riforma, sarà il vero cambiamento? Università: intervista al rettore Nicola Sartor Speciale

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La "Buona Scuola" è il titolo del documento che introduce l'ennesimo tentativo di riforma della scuola. Sarà vero cambiamento?

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Settembre 2014Anno 7 numero 7

Scuola a un bivioEXPO 2015I primi dettagli delprogetto VERONA EXPO

GIOVANINuove opportunità conl’iniziativa Talent Farm

MEDIORIENTETestimonianzadella vita a Tel Aviv

SPETTACOLOSimone Cristicchi siracconta su Pantheon

Al via l’ennesima riforma, sarà il vero cambiamento?Università: intervistaal rettore Nicola Sartor

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EDITORIALEdi Matteo Scolari

La dignità della persona umana e il bene comune stanno al di sopra

della tranquillità di alcuni che non vogliono rinunciare ai loro privilegi.

(Papa Francesco)

“L’interesse di pochi può, e deve, essere messo da parte se a

beneficiarne sono i più, se è la collettività”

Parlando di politica inter-na, a tenere banco (per-donate il gioco di parole) in questi primi giorni di

settembre è il tema della scuola. Non potrebbe essere diversa-mente con una riforma dell’istru-zione annunciata al rientro dalle vacanze dal governo Renzi che promette di restituire dignità e speranze a una categoria, quella degli insegnanti, soprattutto dei precari, e a un comparto, quello della scuola appunto, che «deve essere incentivato poiché non co-stituisce un costo, bensì un inve-stimento per i figli e il futuro».Una riforma, l’ennesima propo-sta all’interno dello scenario poli-tico italiano degli ultimi vent’anni, che ha già attirato le inevitabili e fisiologiche critiche, ma che, a mio avviso, rispetto al passato presenta alcuni interessanti ele-menti di novità. Uno su tutti, la decisione aprire per due mesi un dibattito online dando la possibi-lità a tutti di scrivere un proprio commento sulla riforma, di invia-re suggerimenti, di annotare la-

cune, di suggerire strategie. Una scelta di condivisione, apparen-temente democratica, che se fos-se perseguita fino in fondo con il nobile scopo tendente a un vero cambiamento, potrebbe portare, da qui a un anno, alla stesura di un documento definitivo piutto-sto inedito e particolare. In attesa, dunque, di conoscere i primi reali effetti delle proposte contenute nel testo iniziale di 136 pagine della riforma, ribattezza-to “La Buona Scuola”, vorrei se-gnalare all’interno di questo spa-zio editoriale un caso concreto, e per certi aspetti sorprendente, di “Buona Impresa”.La notizia a dire il vero è passa-ta in sordina e, finora, non ha ot-tenuto grossi titoli sulle testate nazionali. Tuttavia, il messaggio che viene lanciato dall’azienda trentina Metal Sistem, una real-tà imprenditoriale da 250 milio-ni di euro di fatturato con cinque stabilimenti dislocati tra Rove-reto (sede principale), Brescia e Treviso, è di quelli che in tempi di riorganizzazione strutturale, di spendig review e di tasso di di-soccupazione che sfiora il 13%, fa certamente riflettere.Il Gruppo ha fatto sapere di aver eliminato più di due terzi dei diri-genti, passando da 15 unità a soli

4 manager che ora sono alla gui-da dell’azienda. In gergo potrem-mo parlare di “filiera corta deci-sionale”. Una mossa strategica, non certo semplice da attuare, che ha permesso di risparmiare risorse importanti da reinvestire all’interno di Metal Sistem (l’utile di circa 4,5 milioni), di aumentare la velocità decisionale in un mo-mento in cui il mercato corre ve-loce e, soprattutto, questo il pun-to davvero importante, di non lasciare a casa nemmeno uno degli 800 dipendenti che lavora-no per l’azienda.Una scelta in netta controten-denza rispetto a quello a cui sia-mo abituati (i primi a partire di solito sono proprio i dipendenti), che sottolinea come l’interesse di pochi possa, e debba, essere messo da parte se a beneficiarne sono i più, se è la collettività. Non è forse innovazione questa? Non è qualcosa di nuovo che può essere preso a modello in al-tri ambiti e in altri settori della vita quotidiana del Belpaese. Ad esempio nel pubblico? Di sicuro quello che ci arriva da Rovereto è un piccolo, grande segnale di un cambiamento culturale in atto. Quello che già da tempo stiamo aspettando, e non solo parlando di azienda.

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Qualita’ e Tradi

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Monte Veronese DOP

Registrazione Tribunale di Verona n.1792 del 5/4/2008Numero chiuso in redazione il 1/09/2014

Direttore responsabile: Matteo ScolariCapo redattore: Matteo Bellamoli

Redazione: Matteo Scolari, Matteo Bellamoli, Moira Falzi, Fabio Dai Prè, Flavio Brutti.

Hanno collaborato al numero di settembre 2014:Adconsum Verona, Marta Bicego,Giorgia Castagna, Veronica Gamba, Valentina Garonzi, Francesca Mauli, Giovanni Melotti, Francesca Merli,Arianna Mosele, Marco Nicolis, Camilla Pisani,Miryam Scandola, Nicole Scevaroli,Alessandra Scolari, Giovanna Tondini,Francesco Turlon, Giulia Zampieri, Mattia Zuanni.

Copertina e progetto grafico:Flavio Brutti

Società editrice: InfoVal S.r.l. via Tavigliana 1/A, 37023, Grezzana, (Vr)P.Iva: 03755460239tel. e fax. 045.8650746mail: [email protected]: www.giornalepantheon.itFacebook/PantheonTwitter: @pantheonvr

Sviluppo commerciale e pubblicità:Moira Falzi 340 8775197Fabio Dai Prè 340 0735137

Contributi per Pantheon Magazine: c/c postale 93072262 intestato a:Infoval srl – via Tavigliana, 1/A 37023 Grezzana (VR)

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PRIMO PIANOUn’altra nuova istruzioneAttesa per la riforma della scuola, mentre l’Università di Verona eccelle in ricerca.

MEDIO ORIENTEUn mondo senza paceAbbiamo intervistato Chiara e Attilio, giovani italiani che vivono a Tel Aviv.

SPECIALE EXPO 2015Pronto VeronaExpoIl progetto che coinvolgerà la nostra città sarà presentato nel mese di settembre.

GIOVANITalent Farm: scambio di talentiIl nuovo progetto di Cattolica peri Giovani e per aprire opportunità.

INNOVAZIONEDal vecchio al nuovoIniziativa di alcuni giovani della cittàper innovare dalla vecchia tecnologia.

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ARTIGIANATOIl mobile d’arte di VeronaCon Abitare il Tempo le possibilità dirilancio per il distretto veronese.

IMPRESA SOCIALEProgetto Quid sul tetto d’EuropaLa start up veronese ha meritato unpremio europeo tra oltre 1000 candidati.

NOTIZIE DAL MONDO10 anni con FacebookIl popolare social network ha compiutogli anni. Gli esperti: declino inevitabile.

CULTURA E SPETTACOLOMio nonno è morto in guerraAbbiamo incontrato Simone Cristicchiprima del suo spettacolo a Verona.

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UN’ESTATE DIVERSAVacanze...alternative!Testimonianze di giovani veronesi chehanno trascorso l’estate in modo diverso.

VITA DI MONTAGNAIl Museo del Bosco a RoverèUna singolare galleria a cielo aperto, un omaggio alla montagna da non perdere.

SPORTIl fascino di uno sport da scoprireResoconto dell’Endurance Festival, ospitatoa luglio a San Martino Buon Albergo.

ASSOCIAZIONILa musica ritrova i propri spaziTre eventi nel mese di settembrea firma di Cosmopolitan Music Art.

RICONOSCIMENTIAll’insegna della culturaVerona culturale con il Premio Masi e il Pre-mio Letterario dedicato a Emilio Salgari.

PERSONAGGI“L’arte una scelta di vita”Felice Naalin, eclettico artista veronese, racconta di progetti passati e futuri.

PANTHEON UNDERGROUND +Brothers Festival 2014Il locale di Grezzana e il nuovo evento.Scopriamo due band in questo numero.

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CULTURA E SPETTACOLOMio nonno è morto in guerraAbbiamo incontrato Simone Cristicchiprima del suo spettacolo a Verona.

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ZANINI MELCHIORI

PRIMO PIANO Orizzonti di cambiamento al via dell’anno scolastico

L’anno scolastico prende il via carico di attese per la riforma annunciata su internet lo scorso 3 di settembre, mentre Verona prepara anche il nuovo anno accademico, forte di un’Università in cresci-ta, come testimoniato dall’inaspettata classifica del Sole24Ore dello scorso giugno.

Un’altra nuovaistruzione

Per l’ennesima volta, un nuovo anno scolastico si apre con incertezze e dub-bi sul futuro della scuola.

Questa volta la questione che ha scatenato il terremoto mediati-co è tutta nuova: il 3 settembre, dopo qualche giorno di appren-sione, il Governo ha messo in rete un video del Presidente del Con-siglio Matteo Renzi che illustra le modalità con cui avverrà questa rivoluzione.Tutto parte da un libro digitale di 136 pagine titolato La Buona Scuola dove sono avanzate del-le proposte di cambiamento per la scuola del futuro. Ma la rifor-ma non è questa, perché questa volta, assicura il premier, «non si tratterà di una riforma, ma di un progetto condiviso, alla cui realiz-zazione sono chiamati a contribu-ire studenti, insegnati e famiglie».Come? Per due mesi si aprirà una discussione a cui potranno par-tecipare proprio tutti. Per pren-dervi parte occorre accedere a labuonascuola.gov.it lasciare la mail sul portale e quindi si sarà informati passo passo sull’avan-zamento del lavoro, a partire dal 15 settembre (inizio dell’anno scolastico anche in Veneto, ndr) con la possibilità di dare i propri suggerimenti. Dopodiché, un altro anno di tempo perché le migliorie diventino effettive.Non cambia quindi niente a livel-lo operativo per l’anno scolastico 2014/2015, ma potrebbe essere

di Matteo Bellamoli

Calendario a.a. 2014/2015e festività religiose

Inizio: 15 settembreFine: 10 giugnoPonte di Ognissanti: 1 e 2 novembreVacanze Natale: dal 24 dicembre al 6 gennaioVacanze Carnevale:dal 15 al 18 febbraioVacanze Pasqua: dal 2 al 7 aprilePrimo maggio: dal 1 al 3 maggio

l’ultimo con questo asset. Tra le proposte del Governo spiccano quelle sulle nuove assunzioni. Il premier, in diretta su RTL 102.5, ha annunciato che saranno rego-larizzati 150mila precari, mentre per l’entrata in ruolo «dal 2016 si diventerà docenti solo tramite concorso, per fare entrare 40mila giovani qualificati fra il 2016 e il 2019». Cambiamento, inoltre, an-che per gli scatti di reddito che saranno determinati dalla valu-tazione di merito che sarà pro-dotta, per ciascun insegnante, nel corso degli anni. Sulle modalità di questa valutazione sono tante le proposte, ma sarà uno dei temi da discutere prima di metterlo nero su bianco. I fondi necessari saranno sbloccati con la Legge di Stabilità, perché «mettere più sol-di nella scuola» ha concluso Ren-zi nel videomessaggio, «non è un costo, ma un investimento per i figli e il futuro».Potete accedere al portale labuo-nascuola.gov.it anche dal codi-ceQR di questa pagina.

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ZANINI MELCHIORI

Orizzonti di cambiamento al via dell’anno scolastico

La ventilata riforma della scuola, almeno dalle indi-screzioni, non sembra toc-care il mondo universitario,

un mondo che, tuttavia, necessi-terebbe di attenzione se non altro in finanziamenti e sburocratizza-zione, per favorire la ricerca che, a Verona, eccelle.Proprio grazie a questa eccellen-za, in modo particolare nel campo medico, lo scorso 24 giugno l’in-fluente quotidiano economico Il Sole24Ore ha sancito che Verona è la prima università italiana.

Il rettore, Nicola Sartor, ha am-messo la sorpresa nel leggere questa classifica, ma ha anche sottolineato che «non cambia il no-stro modo di lavorare, l’Università non si fa solo con le classifiche».L’ateneo veronese si prepara al nuovo anno accademico con grande attenzione. «L’universi-tà italiana» ha proseguito Sartor, «deve scontare vent’anni di ritar-do rispetto ai Paesi leader. Ci sono piccole università americane che messe a confronto con le nostre hanno un livello di preparazione

Verona riparte dallaclassifica del Sole

di Matteo Bellamoli e Matteo Scolari

L’inaspettato primo posto, sancito dal Sole24Ore a giugno, ha riportato l’Università di Verona alla ribalta mediatica, mentre gli addetti ai lavori precisano: «il nostro lavoro non cambia, attenti alla ricerca e all’innovazione». Abbiamo in-tervistato il rettore, Nicola Sartor.

Nicola Sartor

e di ricerca molto elevato. Stiamo anche noi uscendo dal modello statico delle nostre università ita-liane, ma è un passaggio che si fa passo passo, e la ricerca è fonda-mentale».Il lavoro dell’Università di Verona, proprio per rispondere a questa necessità di evoluzione, non si può quindi fermare all’attività didatti-ca in aula. «Sono tre i macrofiloni sui quali ci stiamo impegnando» ha aggiunto il rettore. «Primo la distinzione delle risorse in base al merito. Purtroppo abbiamo a

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PRIMO PIANO Orizzonti di cambiamento al via dell’anno scolastico

disposizione fondi elargiti con il contagocce, e quindi dobbiamo distribuire le risorse per la ricer-ca non solo a livello numerico, ma prestando la massima attenzione alle competenze. In secondo luogo il nostro ateneo deve aumentare la collaborazione internazionale. Su questo ci tengo a sottolineare i progetti Erasmus rivolti agli stu-denti, e il progetto CooperInt (per il quale l’università ha stanziato ol-tre 430mila Euro, ndr) che ha affi-dato delle borse di studio a ricer-catori e dottorandi per agevolarne la mobilità internazionale a fini di ricerca. Infine, terzo aspetto e non

meno importante, la collaborazio-ne dell’università con il territorio per l’attivazione di Joint Project».Si tratta, in quest’ultimo caso, di un aspetto molto interessan-te, perché permette di creare un ponte tra università e mondo del lavoro. Si tratta di collaborazioni con aziende o realtà produttive locali che, grazie al lavoro con-giunto con l’università, mettono a disposizione la loro esperienza o i loro spazi per la nascita di spin off, ovvero di nuovi progetti che piano piano assumono una loro identità e intraprendono un loro cammino di sviluppo nel mercato. «A questa

attività dedichiamo 900mila Euro circa» precisa il magnifico rettore.E per la qualità del servizio? «Non tutti sanno che esiste un Presidio di Qualità, presieduto dalla dott.ssa Laura Calafà, che ci permet-te di monitorare i dipartimenti individuandone le criticità e ado-perandoci per trovare delle so-luzioni pertinenti. Si tratta di una struttura di cui le università italia-ne devono essere dotate per es-sere menzionate nelle classifiche dell’ANVUR (Agenzia Nazionale di Valutazione del sistema Universi-tario e della Ricerca)».Anche questo anno accademico sarà quindi orientato alla ricerca e all’attenzione per avere un ateneo sempre più eccellente non solo sul piano della didattica, «pur re-stando consapevoli della frustra-zione che ci genera conoscere le tante opportunità che avremmo» conclude Sartor, «e le poche che riusciamo a mettere in cantiere in ragione delle risorse di cui dispo-niamo».

foto di Fabio Becchelli

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Orizzonti di cambiamento al via dell’anno scolastico

Cambiati dopo oltre 25 anni i vertici dell’Istituto Comprensivo che comprende 831 ragazzi, 110 tra docenti, collaboratori e assistenti, e nove plessi. La scuola media ed elementare di Grezzana, le elementari di Lugo, Stallavena, Azzago, Alcenago e le tre scuole di Erbezzo (infanzia, elementari e medie). Per i ragazzi serve una buona preparazione di base.

Rinnovato l’I.C. “G.Pascoli” di Grezzanadi Alessandra Scolari

Il parere degli studentiMaria Giovanna Sandri (foto), attuale presidente del Consiglio degli Studenti a Verona e rappresentante degli stessi nel Senato Accademico, ha sottolineato alcuni aspetti importanti della vita in ateneo a seguito del tam tam mediatico messo in moto dalla classifica del Sole.«Di classifiche se ne fanno sempre tante» ha precisato, «in questo caso l'at-tenzione era sulla ricerca, e quindi Verona ha ottenuto un ottimo risultato visto che, è un dato oggettivo, nella ricerca eccelle». Ma qual è il grado di soddisfa-zione degli studenti? «Verona è al 45° posto su 61 atenei nell'ambito del criterio “Soddisfazione degli studenti”, e anche se il distacco è brevissimo (0,6punti dalla prima in una scala da 1 a 10, ndr) ovviamente è un dato che noi studenti vogliamo capire». Precisa, però, che l'ANVUR non ha ancora unificato i que-stionari di soddisfazione degli studenti, che compilano moduli diversi da uni-versità ad università, tant'è vero che il Sole24Ore, per la sua classifica, sembra essersi avvalso su questo punto dei questionari compilati dai laureati di Verona, il che cambia ovviamente le percezioni di gradimento. «Personalmente sono orgogliosa della nostra università» ha proseguito Maria Giovanna, «che nonostante le ristrettezze economiche sta crescendo con velocità e determinazione. Tuttavia ci sono cose da aggiustare: il sistema burocratico, la gestione dei servizi online e soprattutto la gestione amministrativa. Per capire davvero il grado di soddi-sfazione degli studenti di Verona» ha concluso, «stiamo lavorando e lavoreremo questo autunno assieme a Giorgio Go-setti, Delegato alle Politiche Studentesche e con il Presidio di Qualità per scrivere entro il prossimo anno accademico un questionario, da fornire agli studenti, attraverso il quale possano valutare la qualità della loro vita studentesca a 360°, non soltanto dal punto di vista della didattica».

ESEMPI DI TRANSIZIONI

Non si può certo parlare di rivoluzione, però il cam-biamento dei vertici diri-

genziali rimasti alla guida dell’I.C. “G.Pascoli” per oltre un quarto di secolo, merita senz’altro di essere evidenziato. L’istituto comprensivo di Grezzana, uno tra i più impor-

tanti nel panorama veronese, ogni anno, con 96 docenti (maestri e professori), 16 collaboratori e 7 addetti alla segreteria, prepara ad affrontare la vita 540 ragazzi delle elementari, 272 delle medie e 19 dell’infanzia (di Erbezzo), mentre gli asili nido e le scuole materne

del comune sono paritarie e gesti-te da privati.Con l’era digitale e le persistenti difficoltà economiche, il rinnova-mento della scuola, a partire da aule computerizzate, fino al sa-bato libero, rappresenta un nuovo passaggio obbligato. Le “pagelle

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settembre 201410 antheonP

La nuova dirigenteè Paola UboldiLa nuova dirigente scolastica dell’Istituto Comprensivo “G. Pascoli” di Grezzana è Paola Uboldi, veronese (originaria di Montorio). Fresca di nomina (è del 29 agosto 2014 il suo nuo-vo incarico), porta in dote una doppia laurea in Pedagogia e in Lettere e 16 anni di espe-rienza nella scuola: dieci anni nella primaria di primo grado (elementari) e 6 anni nelle me-die. Conosce un pochino l’am-biente scolastico di Grezzana per essere stata presidente di commissione d’esame alle ter-ze medie. «Il G. Pascoli di Grez-zana ha notevoli potenzialità, un ottimo corpo docente e dei collaboratori molto disponibili. Dovremmo forse curare un po’ di più l’immagine: evidenziare i tanti punti di forza di questo Istituto e i molti buoni progetti che ogni anno integrano l’atti-vità didattica», ha detto a cal-do la neo dirigente, intenta a prendere atto del nuovo ruolo, però già molto motivata ad in-serirsi nella nuova realtà sco-lastica e del paese. La prof.ssa Paola Sigmund, inizialmente nominata per l’incarico, è sta-ta trasferita all’Istituto Com-prensivo di Borgo Milano (zona Stadio). A tutte l’augurio di un proficuo lavoro.

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PRIMO PIANO Orizzonti di cambiamento al via dell’anno scolastico

d’oro”, istituite dal comune per la “G.Pascoli” quest’anno, vanno nel segno della «valorizzazione del-le eccellenze», tuttavia l’obiettivo è spingere tutti i ragazzi verso un curriculum scolastico significativo, comprensivo della conoscenza di almeno una lingua straniera e di una buona preparazione cultura-le, per essere in grado di valutare situazioni, assumersi responsabi-lità e diventare, come oggigiorno viene richiesto, “cittadini europei”. Uno sforzo che, a nostro avviso, non può prescindere da uno stret-to legame tra scuola-famiglia e altre agenzie educative dislocate sul territorio. Tornando al rinnovamento dell’IC “G.Pascoli”, hanno lasciato per raggiunti limiti di età la dirigen-te scolastica Maria Luisa Aguiari, dopo 26 anni di servizio in Viale della Rimembranza, del persona-le ATA Saveria Bellamoli, dopo 24, e Franco Frassani. Stesso discor-so per le maestre Assunta Olivieri (Grezzana), Maria Giovanna Poz-zerle (Stallavena) e la docente di matematica Madrilena Zampini (alle medie). Inoltre hanno cam-biato sede Fabiana Ballini dirigen-te servizi amministrativi, Eleonora Elio docente di violino e la maestra Cinzia Corradi. «Sono arrivata qui nel 1988, era-no gli anni del boom economico anche a Grezzana, con una forte richiesta di forza lavoro straniera» ha spiegato la Aguiari. «In primis dovemmo occuparci dei figli degli immigrati. Si è passati dal mae-stro unico ad una pluralità di inse-gnanti, ai programmi condivisi e ai moduli. È stato un periodo intenso che ha richiesto ai docenti corsi di

Pagelle d'Oroi ragazzi più bravi dell’Istitu-to premiati in Sala Consigliare.Vedi rubrica “territorio a spicchi“ a pagina 58.

formazione continui e tanto impe-gno». Nell’anno 1999/2000 la ri-unificazione dei percorsi formativi (dalla scuola d’infanzia, alla scuo-la media) e la nascita dell’Istituto Comprensivo: un’unica dirigenza e segreteria. Poi il riconoscimento (nel 2004) dell’indirizzo musica-le: «un’opportunità per i ragazzi, i quali attraverso la musica (danza e teatro) sviluppano le loro capa-cità, con rendimenti positivi an-che scolastici. In seguito il nuovo ordinamento scolastico ha previ-sto il coinvolgimento dei comuni anche in progetti formativi. E con il comune di Grezzana il rapporto è stato un crescendo». Con il sin-daco Mauro Bellamoli, sono partiti i progetti di educazione affettiva, di prevenzione dalle dipendenze e il centro diurno di Stallavena, ma soprattutto «è iniziata la stagione della manutenzione degli edifici scolastici: ambienti sicuri e ordi-nati inducono anche al maggiore rispetto». In questi anni il Comune sta mettendo in sicurezza antisi-smica gli edifici scolastici: è partito dalla scuola di Lugo e sta lavoran-do nella scuola media. Sul futuro dell’I.C. “G.Pascoli”, la dott.ssa Aguiari ha affermato che «oggi la scuola è più snella. I ragazzi sono seguiti da docenti che hanno grande competenza, passione ed entusiasmo, così come gli assisten-ti e il personale della segreteria: tutti dotati di grande sensibilità e disponibilità operativa». Evidente-mente la scuola da sola non basta: la società e la famiglia devono so-stenerla per il bene dei propri figli, che vanno seguiti moltissimo spe-cie nella fase iniziale di studio.

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NUOVI ARRIVI

Una banca vicina al territorio. Viva e attiva tra la gen-te, e non solo per la sua natura costituzionale di cassa rurale, ma per la preziosa e rinomata «politica della fidu-cia» che riesce a instaurare con i propri clienti e per la grande capacità di porsi effettivamente come «banca differente».Stiamo parlando della Cassa Rurale Bassa Vallagarina, un istituto di credito che affonda le sue radici a fine Ot-tocento in territorio trentino, ad Ala, dove fu costituita nel 1898 la Cassa Rurale di Risparmio e Prestiti per Ala, Pilcante e Ronchi.Da allora ad oggi alcuni cambi di denominazione, fino a quella attuale, ma un’unica grande missione rimasta invariata da oltre un secolo: “esercitare attività creditizia ispirandosi ai principi della mutualità e senza fini di spe-culazione privata”. IL BILANCIO SOCIALE. 4077 soci, una raccolta complessi-va che supera i 523 milioni, impieghi pari a 407 milioni di euro, un patrimonio di poco inferiore ai 58 milioni e oltre 1 milione e 250mila euro investiti a favore della comunità in cui la Cassa opera. Questi i principali dati emersi dal bilancio 2013 approvato il 17 maggio scorso, ai quali va ad aggiungersi il numero, da poco incrementato, delle filiali presenti sul territorio. Da poco, dicevamo, poiché alla sede di Ala e alle filiali di Serravalle ed Avio in Tren-tino, e alle altre cinque in provincia di Verona, tra cui Rivalta, Caprino, Sant’Anna d’Alfaedo, Bosco Chiesa-nuova e Cerro, si è aggiunto anche il nuovo sportello di Roverè veronese, nel cuore della Lessinia, inaugurato con tanto di festa in piazza e taglio del nastro ufficiale alla presenza dei vertici aziendali la mattina del tre ago-sto scorso. LA NUOVA FILIALE. «Un’apertura avvenuta a cinque anni esatti da quella di Cerro (2009, ndr)» spiega il di-rettore generale della Cassa Bassa Vallagarina, Giuliano Deimichei «Una scelta come sempre ponderata e pru-dente, nell’interesse di soci e clienti, che è nata proprio da un’esigenza specifica di avere, da parte dei cittadini

di Roverè e delle zone limitrofe, molti dei quali già serviti dalle altre filiali della Lessinia, uno sportello nel proprio comune».«Dopo alcuni anni di valutazione e analisi, abbiamo ri-tenuto che ci fossero tutte le condizioni per rispondere serenamente a questa richiesta e siamo molto conten-ti di aver ricevuto un caloroso benvenuto da parte dei cittadini di Roverè già all’incontro informativo avvenuto qualche tempo prima dell’inaugurazione, in cui si era registrato il tutto esaurito nel teatro parrocchiale» ag-giunge il direttore generale. «La filiale ha l’obiettivo primario di rendere più agevoli le attività di sportello alle circa 1500 famiglie e ai diversi operatori economici e sociali dei comuni di Roverè, Velo e San Mauro di Saline» aggiunge il presidente Primo Vi-centini «in un’ottica per noi fondamentale e costitutiva di vicinanza al territorio. Ricordo che il nostro obiettivo primario è raccogliere il risparmio e concedere credi-to con prudenza e oculatezza a sostegno degli investi-menti di quel medesimo territorio da cui il risparmio pro-viene e, allo stesso tempo, sostenere lo sviluppo delle comunità con gli interventi molto concreti del nostro bi-lancio a favore di soci, famiglie, associazioni e imprese».LO STAFF. A dirigere il nuovo sportello è Mauro Cante-ri, supportato dai colleghi Damiano Marogna ed Elisa Mazzoni: «È un privilegio poter svolgere il proprio lavoro in una sede magnifica, studiata e progettata dall’archi-tetto Martina Pizzedaz in piena armonia con l’ambien-te circostante e ristrutturata con tecnici, specialisti e artigiani della zona» conclude Canteri «Assieme al mio team cercheremo di proporre le tecnologie più all’a-vanguardia di cui disponiamo per lo sviluppo dei servizi bancari e, al contempo, di migliorare sempre di più la qualità e l’intensità delle nostre relazioni con le comuni-tà che andiamo a servire».La filiale di Roverè è aperta tutti i giorni, dal lunedì al venerdì, fino alle 16.00, con possibilità di essere ricevuti, su appuntamento, anche fuori orario. Tutte le altre infor-mazioni, i servizi, i prodotti e le iniziative per il territorio su www.cr-bvallagarina.net

da oggi anche a Roverè

Damiano Marogna, Elisa Mazzoni e Mauro Canteri

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settembre 201412 antheonPATTUALITÀ Il destino instabile del Medio Oriente

Dall’8 luglio ad oggi sono più di duemila le vittime dell’ultimo conflitto tra Israele e Hamas. I morti sono in gran parte civili palestinesi, tra cui donne e bambini. Pantheon ha raccolto la testimonianza di Chiara, che vive e lavora a Tel Aviv, quando ancora la pace non era stata firmata.

diCamillaPisani

L’appuntamento su Skype è per le ore 16 di un venerdì. Ma Chiara è scrupolosa e si affretta ad aggiungere che

“avverte per tempo se suona l’al-larme antimissile”. Fa paura solo leggere il messaggio dallo scher-mo, mentre lei si trova in Israele, nel mezzo di una guerra, l’enne-sima, tra il popolo arabo e quello ebraico. Mantovana, trent’anni, Chiara si è trasferita per seguire il marito, di Verona, impegnato in un dottorato all’Università di Tel Aviv. È calma, seduta sul divano, per l’intervista si è presa qualche ora di pausa dalla sua attività, ha da poco aperto Corrige Lab, un’a-genzia di servizi editoriali online e traduzioni che le permette di lavo-rare ovunque.La sua vita quotidiana scorre in una normalità che si è imposta, quando intorno a lei nulla è nor-male. Tra titoli di giornale, allarmi, manifestazioni in piazza, è riuscita a crearsi una routine fatta di la-voro al pc, spesa nei mercatini del centro, tra il profumo del pane che si propaga dai forni a legna affac-ciati sulla strada, visite nei luoghi

vicini il fine settimana, e qualche uscita a cena, nella confusione di una città, nonostante tutto, viva. Non nasconde quanto le piaccia Tel Aviv e la cultura ebraica, con la sua lingua e la sua cucina, come anche quella araba, perché, a di-spetto di ogni ideologia, non sono così antitetiche. Gaza è a soli 80 chilometri di distanza, ma non ci sono motivi per temere un attac-co, le città sono protette: «Israele è un paese sicuro, perché vive in difesa da sempre» racconta Chia-ra, «con le enormi possibilità eco-nomiche e tecnologiche che vanta è difficile che i razzi di Hamas va-dano a segno».Si riferisce ad Iron Drome (scudo di acciaio), un sofisticato sistema di difesa ideato nel 2011 dalla se-conda azienda militare del paese, funziona 24 ore su 24 e in qual-siasi condizione atmosferica, con quattro batterie distribuite tra le principali città del Paese: Ashke-lon, Sderot, Beersheba e Tel Aviv. Quando un missile si dirige verso un’area abitata o un obiettivo sen-sibile viene individuato dai radar negli scudi, scatenando l’allarme. La popolazione ha tre minuti per trovare riparo prima che avvenga l’impatto con il sistema antimis-silistico. Il vero pericolo è rappre-sentato dai frammenti dei razzi o dai vetri delle finestre in frantumi. Nel sito della Farnesina e in quel-lo dell’Ambasciata Italiana ci sono indicazioni sui protocolli da segui-re, come entrare nel palazzo più

vicino, nel caso in cui suoni la sire-na mentre si è fuori casa, sdraiarsi per terra con le mani sulla testa, stare lontano da vetri e materia-le frangibile, evitare i mezzi di tra-sporto durante la notte e cercare di rimanere nelle città protette.Nella Striscia di Gaza non è la stessa cosa: «Là, a proteggere i civili c’è solo il tetto che hanno sulla testa». Difficile comprendere perché abbia rinunciato ad un’e-sistenza tranquilla per vivere in un mondo che da più di sessant’anni non conosce pace: «ovviamente abbiamo paura anche noi» am-mette «quando salgo su un auto-bus, quando sono al mercato, ogni tanto penso che potremmo tut-ti saltare in aria da un momento all’altro. Ma non ho mai pensato di andare via. Nessuno, tra le perso-ne che ho conosciuto qui, si sente minacciato al punto di andarsene, nemmeno gli italiani».Chiara segue ogni giorno le evo-luzioni attraverso internet e Fa-cebook. Le è difficile capire come i media israeliani spieghino questa guerra al proprio popolo perché i giornali locali, come Ha’aretz, sono scritti in ebraico. «Della stampa lo-cale leggo solo quella tradotta in inglese, come Internazionale, che ha una visione di sinistra, e il Jeru-salem Post, che appoggia il gover-no. I giornali italiani ed esteri, inve-ce, non fanno che riportare notizie di bombe e di vittime: la spettaco-larizzazione che si è creata intorno al conflitto non crea approfondi-

La vita in Israelenotizie da un mondo senza pace

Immagine aerea di Tel Aviv

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settembre 2014 13 antheonP Il destino instabile del Medio Oriente

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mento né dà spiegazioni».E Chiara, quali spiegazioni si è data? «Non condannare il geno-cidio dei palestinesi sarebbe fuori da ogni pietà umana» spiega, «ma non si possono prendere posizioni: Israele è sotto lo scacco di un’or-ganizzazione terroristica. Hamas mira a fare vittime tra i civili e ne fanno parte sottogruppi che agi-scono autonomamente, perciò è fuori da ogni controllo, e Gaza non ha rappresentanti politici in grado

di sedersi al tavolo delle trattative con Israele e la comunità interna-zionale». Intanto il marito di Chiara è tornato a casa, si siede sul diva-no accanto a lei, mentre fuori in-furia l’ultimo capitolo di una guer-ra che non porterà ad altro che a una calma temporanea.

Martedì 8 luglio. Mentre il mondo è di-stratto dalla semifinale del Mondiale tra Brasile e Germania, dagli aggior-namenti di Facebook e dai trend to-pics di Twitter, fino a quel momento di carattere esclusivamente calcistico, dapprima sporadici, poi sempre più evidenti, emergono i primi lanci d’a-genzia, le prime immagini e, in breve, grazie ad hashtag di diffusione plane-taria come #GazaUnderAttack, #Isra-elUnderFire e #FreePalestine, quel che sta accadendo in Medio Oriente è sot-to gli occhi di tutti. Fin dall’inizio, la prin-cipale fonte d’informazione sul conflit-to arabo-israeliano è stata il web. E i social media sono presto diventati un secondo campo di battaglia, con Isra-ele e Hamas che, alla stessa stregua, alimentano il fuoco di guerra rivendi-

#GazaUnderAttack: uno scontro ad armi mediatiche

cando ognuno le proprie ragioni, affidan-do ad internet attacchi che dalla dimen-sione virtuale raggiungono quella reale. L’esercito israeliano twitta ogni giorno ai propri 350mila follower e le forze terro-riste di Hamas, le Al-Qassam Brigades, sono attive con account sui social media

Chiara e il

marito Attilio

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settembre 201414 antheonPATTUALITÀ Il destino instabile del Medio Oriente

60 ANNI DI GUERRA1948. Al termine della Seconda Guerra Mondiale, l’ONU riunisce gli ebrei sotto lo Stato d’Israele. L’occupazione di parte della Pale-stina, considerata illegittima dagli Stati Arabi circostanti, determina una tensione che sfocia in continui scontri armati impari, data l’enor-

(ce ne sono diversi e in diverse lin-gue, incluse arabo ed ebraico) rego-larmente sospesi ma subito riattivati. Quest’ultimo conflitto si distingue per una partecipazione di massa virtuale: dalla Striscia di Gaza al resto del mon-do, si condividono articoli, storie, link, immagini e video a supporto di una fazione o dell’altra, o solo per espri-mere il proprio punto di vista. Il potere dell’opinione pubblica riversa su di sé un tale grado di attenzione che i più autorevoli organi di informazione, dal New York Times alla CNN, si adegua-no alla richiesta di notizie e aggiorna-menti multimediali in tempo reale, av-vicinando sempre di più il tradizionale approccio giornalistico alla pratica del citizien journalism. Segnando il passo di quello che sarà il futuro del reporta-ge di guerra.

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me forza e ricchezza del popolo ebraico. 1964. Nasce l’OLP, Orga-nizzazione per la Liberazione della Palestina, sotto l’egida di Yasser Arafat. 1967. Si apre la crisi inter-nazionale con il coinvolgimento di Siria ed Egitto. Dal 5 al 10 giugno, durante la “Guerra dei sei giorni”, Israele sottrae Sinai e Striscia di Gaza all’Egitto, Cisgiordania e Ge-rusalemme Est alla Giordania e le Alture del Golan alla Siria. 1973. Il presidente egiziano Sadat attacca Israele per la riconquista del Si-nai. L’impresa fallisce. 1978. Dopo dodici giorni di negoziati, Sadat e il Primo Ministro israeliano, Begin, firmano alla Casa Bianca, in pre-senza del Presidente degli Stati Uniti Jimmy Carter, gli accordi di Camp David, che porteranno al Trattato di pace israelo-egiziano del 1979. Considerato traditore della causa araba, Sadat verrà ucciso nel 1981. 1982. Gli scontri si spostano in Libano, con l’opera-zione “Pace in Galilea” avviata da Israele per eliminare l’OLP. Duran-te la guerra muoiono 17.000 arabi.

1987. Nasce Hamas, organizzazio-ne palestinese di carattere poli-tico e paramilitare che agisce per attentati suicidi contro esercito e popolazione israeliana: si tratta di gruppi terroristi. 1993. Arafat, a capo del governo palestinese e Rabin, primo ministro d’Israele, stipulano un accordo di pace pro-mosso dal presidente americano Bill Clinton. 2008. A seguito di una serie di missili lanciati da Hamas su Tel Aviv, Israele risponde con l’operazione “Piombo fuso” provo-cando oltre 1000 vittime. 2014. Il 30 giugno in Cisgiordania vengono ritrovati i corpi di tre giovani isra-eliani uccisi da Hamas. Il premier Netanyahu dà l’ordine di attaccare la Striscia di Gaza e, dallo scorso 8 luglio ad oggi (18 agosto 2014. NdA), gli scontri a fuoco si sono in-terrotti solo per poche ore, fino alla pace firmata il 26 agosto.

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SPECIALE EXPO 2015

VeronaExpopronta a partireIl progetto studiato da un pool di imprenditori ed esperti sta per prendere il via. Verona protagonista per la grande Esposizione Internazionale. Un circuito aperto ad attività com-merciali e non solo e una speciale card che permetterà vantaggi ai veronesi ed emozioni ai visitatori. Da questo numero uno speciale vi terrà informati mese per mese.

a cura della Redazione

Il prossimo anno, dal 1 maggio al 31 ottobre, a Milano, andrà in scena l’attesissima esposizio-ne universale di EXPO 2015 che

avrà come tema principale il cibo, e sarà titolata “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita”.Un EXPO dedicato al cibo è ovvia-mente già fortemente legato alla tradizione culinaria di Verona, dove piatti e prodotti di grande qualità la fanno da padrone sulle tavole e hanno contribuito a rendere fa-mosa la città dell’amore anche al ristorante. Ma a rendere Verona protagonista sarà anche la vici-nanza geografica. Basta citare gli oltre 14 milioni di visitatori all’anno per capire il grande valore turistico di Verona.Si stima che in occasione dell’Expo saranno oltre 20milioni i visitato-ri dell’Esposizione Internazionale, ed è ragionevole stimare che cir-ca il 15% si troverà a toccare le rive dell’Adige. I posti letto necessari non possono infatti essere soddi-sfatti dalla sola Milano.

All’interno dell’EXPO anche l’at-tesissimo Padiglione del Vino. Si svilupperà su una superficie di cir-ca 2mila metri quadrati e sorgerà nelle aree di pertinenza del Padi-glione Italia, nella piazza centrale dell’evento. A occuparsi di spazio e gestione della regia sarà Vinitaly (Verona Fiere).IL PROGETTO VERONAEXPOSi tratta di un progetto partito pro-prio intorno a Pantheon – Magazi-ne di Verona, il mensile della città. VeronaExpo sta creando un circu-ito di eccellenze tutte veronesi, da boutiques a produttori locali, da enogastronomia all’accessorize, fino ai servizi alla persona. Questo circuito di attività commerciali, in fase di allestimento, darà poi vita alla VeronaExpo Card, una spe-ciale iniziativa il cui obiettivo è riu-nire tutte le fidelity di Verona già in attività, aggiungendo però anche nuovi punti, per presentare la cit-tà compatta a fronte del grande boom di visite che sarà registrato il prossimo anno.

In questo modo i veronesi potran-no scoprire, tramite la sottoscrizio-ne alla VeronaExpo Card, una serie di vantaggi da e per la città, con scontistiche, offerte e promozioni, mentre i visitatori potranno bene-ficiare di pacchetti di visita centrati sulla valorizzazione del territorio alla scoperta di cantine, frantoi, aziende top, artigianato locale e molto altro.Il progetto, nella sua fase di avvio, sta raccogliendo le prime adesioni e già da questo inverno sarà di-sponibile anche per tutti voi letto-ri una prima lista dei punti affiliati con le promozioni disponibili.Verona Expo Card è però molto di più. Permetterà infatti a tutti i vi-sitatori tramite EXPO, il prossimo anno, di sperimentare anche dei pacchetti di visita per scoprire la città di Verona non solo attraver-so le pagine di Lifestyle, ma anche toccando con mano le eccellenze sul territorio: aziende, ville stori-che, paesaggi e location naturali di grande fascino.

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I NUMERI DI EXPO 2015147 Paesi partecipanti1,1milioni di mq di ampiezza d'area fieristica130mila mq di superficie espositiva(60 padiglioni)250mila visitatori al giorno18mila volontari

Come restare aggiornati?Ogni mese Pantheon proporrà unapprofondimento in cui sarannoillustrate le novità del progetto VeronaExpo.È in fase di realizzazione in queste settimaneil sito www.veronaexpo.com mentretroverete già aggiornamenti sulla paginaFacebook/VeronaExpo e Twitter @VeronaExpo.

Per questi primi mesi, gli or-ganizzatori hanno pensato di dare a la possibilità ai lettori di Pantheon di ricevere gratu-itamente la VeronaExpo Card. Per farlo compilate il QUE-STIONARIO di gradimento ri-servato ai lettori sul sito e ri-ceverete la Card in esclusiva. Collegatevi a www.giornale-pantheon.it oppure fotogra-fate con smartphone e tablet il QR di questo box.

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settembre 201418 antheonPGIOVANI Il 25 settembre l’inaugurazione di una nuova iniziativa

Nell’era dei social network, delle Community e dei post su Facebook, Progetto di Vita Cattolica per i Giovani si prepara a lanciare Talent Farm, una nuova e coloratis-sima iniziativa per rendere davvero “sociale” la nostra comunità.

Uno spazio ampio e lumi-noso, aperto al nuovo e al fermento di tante menti giovani, dove il bianco del-

le pareti si interrompe solo per la-sciare posto al colore delle idee: è difficile immaginare diversamente un luogo nato per fare incontrare i giovani della nostra città.Uno spazio che porta un nome ambizioso e importante, “Talent Farm”, e verrà inaugurato il pros-simo 25 settembre alle ore 18.00 presso il civico 11B di Corso Porta Nuova, luogo in cui, da quasi due anni, Progetto di Vita Cattolica per i Giovani, offre consulenza gratuita e assistenza concreta a ragazzi e

ragazze dai 18 ai 35 anni di età.«La sede di Progetto di Vita» spiega Lucia Cometti, del team Cattolica per i Giovani «può essere parago-nata a un osservatorio sul mondo: col passare del tempo ci siamo ac-corti di aver conosciuto un sacco di giovani che, seppure alla ricerca di qualcosa, erano i primi ad ave-re delle risorse da poter offrire: chi conosce una lingua straniera, chi è esperto in Web design o ha un’idea d’impresa ma non ha un partner per realizzarla. Talent Farm è nata così: noi facciamo da intermediari e mettiamo a disposizione lo spa-zio, una grande bacheca in legno, e voi potete attaccare il vostro co-

di Giulia Zampieri

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loratissimo annuncio e scambiarvi così un’ora del vostro talento». Esistono diverse categorie: oltre alle classiche Offro e Cerco, anche Lavoriamo Insieme e Community, dove gli interessati possono sug-gerire nuove iniziative, idee per nuove convenzioni o lasciare com-menti e feedback.«Ogni annuncio vale 30 giorni, ma una volta scaduto basta rinnovarlo ripostandone un altro. Gli incon-tri poi si svolgono in totale libertà: noi creiamo rete, il resto lo fan-no i talenti. Inoltre, per ogni ora di scambio si ottengono 9 punti su Progetto di Vita Card. Più punti hai, più agevolazioni e sconti ottieni. A pochi mesi dalla nascita, sono già molti gli annunci lasciati e gli scam-bi avvenuti. Con l’inaugurazione ufficiale di fine settembre presso la nostra sede ci aspettiamo di acco-gliere tanti altri ragazzi, e con essi i loro talenti».Oltre a questa iniziativa però, c’è tanto altro. Numerose, infatti, le ini-ziative in cantiere: «Progetto di vita Cattolica per i Giovani è un’iniziati-va di Responsabilità Sociale d’Im-presa del Gruppo Cattolica Assicu-razioni ed è nata con l’obiettivo di aiutare in modo concreto e com-pletamente gratuito i giovani nel loro ingresso nel mondo del lavo-ro» prosegue Lucia Cometti. «Tutte le attività che proponiamo rispon-dono a questo bisogno, seppure in tre ambiti distinti: Orientamento e Formazione, Cultura d’Impresa e Innovazione Sociale».Tre strade parallele per raggiunge-

Innovazione o cambiamento culturale? Nuovi lavori o rinascita delle professioni di sempre? Aspettare passivamente il futuro o sfruttare il presente per costru-ire il nostro domani?Questi e molti ancora sono gli interrogativi che come Associazione Innoval Young ci siamo posti e che vorremmo condividere con Voi, senza la presunzione di dare delle soluzioni ma con l’ambizione sempre più forte di aiutare nel trovare gli strumenti giusti per raggiungere ogni obiettivo. Voi che non avete sicuramen-te tempo da perdere ma che, siamo certi, avete voglia di dire e di fare qualcosa, che è sempre qualcosa di più! Voi che avete forti motivazioni, forza d’animo, desiderio di collaborazione e tante buone idee.Perché siamo tutti sulla stessa barca, non c’è ragione per non remare insieme.Un piccolo esempio? Il Verona FabLab, nato dall’intuizione e dalla determinazio-ne di alcuni giovani dell’Associazione Innoval che, grazie al supporto di aziende e privati che ci hanno creduto e stanno credendo sempre più, ha ora preso il volo verso vita autonoma.Se siamo riusciti a suscitare il Vostro interesse o se semplicemente volete capire che cosa si sta muovendo intorno a Voi, segnate in agenda questa data: giovedì 23 ottobre ore 20.00 aperitivo di inizio attività Associazione Innoval presso il Verona FabLab, viale del Lavoro 2, Grezzana.Nel frattempo, qualche piccola anticipazione:28 ottobre 2014 – L’innovazione ecosostenibile, nuovi materiali per il settore costruzioni (con Matech);2 dicembre 2014 – Crowdfunding e altri strumenti innovativi di finanza (con CCIAA Venezia e una piattaforma crowdfunding).Eventi organizzati in collaborazione con Associazione Verona FabLab e Verona Innovazione.

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settembre

4

Verona

re un’unica meta: rendere i giovani protagonisti della crescita cultura-le, sociale ed economica del nostro territorio. «Con i nostri servizi di Orienta-mento» prosegue Lucia «aiutiamo i ragazzi a rispondere alla famo-sa domanda “Cosa voglio fare da grande?”, studiando assieme ad un team di esperti dei percorsi in-dividuali e di gruppo. Da poco ab-biamo inoltre siglato un accordo con l’Ufficio Orientamento al La-voro dell’Università di Verona per aiutare gli studenti dell’ateneo con strumenti quali bilancio di com-petenze, analisi del curriculum e check up per l’estero».Di pari passo, Progetto di Vita si adopera per la promozione del valore di Cultura d’impresa, soste-nendo dal punto di vista proget-tuale tutti quei giovani che hanno un’idea imprenditoriale da svilup-pare, ma non hanno gli strumen-ti per farlo. Grazie a workshop e incontri con esperti nel settore si ha la possibilità di misurarsi diret-

Per rimanere aggiornati su tutte le iniziative di Progetto di Vita: www.progettodivita.itwww.progettodivita.it/talent-farmPagina Facebook: Progetto di Vita – Cattolica per i Giovani

Verona FabLab al Maker Faire di RomaLa Maker Faire è il luogo dove gli in-novatori del terzo millennio mostra-no i progetti a cui stanno lavorando e condividono il sapere tecnologico e artigiano. Si terrà a Roma dal 3 al 5 ottobre e tra i protagonisti di quest’anno ci sarà anche l’associazione Vero-na FabLab. Il progetto che il Vero-na FabLab porterà nella capitale, è quello di Angelo Camesasca, Silver Founder dell’associazione e membro sempre attivo all’interno del labora-torio. Si tratta di un diffusore acusti-co equipaggiato con una lente acu-stica brevettata in grado di generare nell'intorno un "campo” stereofonico sferico. In parole più semplici il suono è emesso dal centro della lente ver-so l'esterno in maniera sferica pur mantenendo la caratteristica dell'ef-fetto stereo. Mattia Zuanni

Il 25 settembre l’inaugurazione di una nuova iniziativa

tamente con imprenditori e mon-do dell’impresa. Non ultimo, non manca l’attenzione per il sociale e per quei progetti che possano contribuire, in modo concreto e innovativo, al cambiamento e allo sviluppo del nostro territorio. I mi-gliori selezionati hanno inoltre la possibilità di essere finanziati gra-zie al prezioso contributo di Fon-dazione Cattolica.Sebbene tutti i progetti siano pen-sati per intercettare le idee più meritevoli nate da giovani di talen-to, solo uno il talento lo porta nel nome: Talent Farm. Vi aspettiamo giovedì 25 settembre nella sede di Corso Porta Nuova a partire dalle ore 18:00».

Page 20: Pantheon 53 - Scuola ad un bivio

INNOVAZIONE Scopriamo l’idea tutta veronese di The Fab

Partire dal “vecchio”per creare il nuovo

Lo scorso anno, in collabo-razione con la maker facility milanese Tecnificio, realizza-no Stampomatica, una mini

serie di micromacchine ad azione manuale per stampare biglietti da visita e cartoline, sfruttando le moderne tecnologie di stampa 3D e taglio laser. Al progetto segue una campagna di crowdfunding sul portale Indiegogo, da cui de-rivano ottime critiche e risonanza da parte della stampa internazio-nale.Sono attualmente coinvolti nello sviluppo di benfatto.org, progetto che raccoglie le migliori realtà arti-gianali e le coinvolge in un concre-to percorso di sviluppo, valorizza-zione e crescita.Sono i co-workers di The Fab.Abbiamo avuto modo di parla-re con Tommaso Cinti, avvocato, socio e co-fondatore di The Fab e Amplificatore Culturale.Tommaso, cos’è The Fab?The Fab è un co-working chiuso, in cui ogni collaboratore o co-worker viene selezionato affinché le com-petenze siano complementari a

quelle degli altri. La nostra storia inizia nel 2012 dall’unione di quat-tro realtà fondatrici: Sharazad, Amplificatore Culturale, Uncò e Slowmedia. Tutte queste real-tà avevano un filo conduttore: la visione della professione di con-sulente. A questa visione abbia-mo aggiunto una chiave di lettu-ra innovativa: non ci deve essere una separazione netta tra il fare manuale e il pensare/progettare. Ogni realtà presente in The Fab rappresenta per questo parte della filiera di sviluppo di un’azien-da: dalla progettazione e svilup-po di strategie di semplificazione (Sharazad), al marketing/comuni-cazione (Amplificatore Culturale), allo Storytelling (Uncò) fino agli strumenti web (SlowMedia).Come operate?Sfruttiamo le nostre competenze per aiutare le piccole medie im-prese artigiane e manifatturiere ad affrontare il passaggio verso il nuovo mercato del lavoro. Ad una fase preliminare di analisi strate-gica facciamo seguire un piano di sviluppo di due anni per il riposi-

zionamento sul mercato.Su cosa avete puntato inizial-mente?L’idea era quella di un co-working strutturato sul saper fare. Per rendere concreta questa foca-lizzazione abbiamo rilevato delle macchine di stampa Heidelberg a caratteri mobili. Sono macchinari degli anni Cinquanta, delle vere e proprie Ferrari del sistema di stampa letterpress. Le abbiamo acquistate e abbiamo letto il loro funzionamento e la loro spendi-bilità in chiave contemporanea. Il percorso si è tradotto in un pro-cesso di sviluppo in cui tradizione e innovazione si sono fuse insieme, fino ad arrivare all’integrazione di nuove tecnologie quali appunto le stampanti 3D e le macchine al ta-glio laser.Stampomatica nasce da qui?Si, in collaborazione con la mila-nese Tecnificio abbiamo realizza-to questo prodotto opensource (scaricabile gratis dalla rete, ndr) che, sfruttando tecnologie inno-vative, vuole portare il principio del carattere mobile alla portata

di Francesco Turlon

Un’iniziativa di alcuni giovani veronesi che dopo aver rilevato delle macchine di stampa a pressione (letterpress) Heidelberg, ridanno vita all’attività tipografica battezzando la ne-onata startup con il nome Lyno’s Type. Un ritorno alle origini in una città la cui la tradizione della stampa è molto forte.

settembre 201420 antheonP

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settembre 2014 21 antheonP Scopriamo l’idea tutta veronese di The Fab

Partire dal “vecchio”per creare il nuovo

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di tutti. Il progetto è quanto più possibile aperto, in modo che chi ha gli strumenti possa anche rea-lizzarlo. Altrimenti forniamo un kit e i cliché realizzati con stampanti 3D: in questo modo non soltanto si ha uno strumento portatile per creare cartoline o biglietti da vi-sita, ma risulta anche altamente personalizzabile. Può essere con-siderato uno dei primi prodotti che utilizza la stampa 3D in produzio-ne diffusa.Su quali altri progetti state lavo-rando?Di interessante stiamo portando

avanti lo sviluppo di benfatto.org, una raccolta di racconti e casi di aziende con cui abbiamo lavorato. L’obiettivo è quello di far risaltare esempi virtuosi di innovazione in ambito manifatturiero e artigiano.Quali sono i settori che meritereb-bero di essere rinnovati e su cosa potrebbe puntare il nostro terri-torio per il rilancio economico?Da una parte il rinnovamento del settore retail. Siamo rimasti a una struttura commerciale molto sta-tica, quindi si sente l’esigenza di trovare nuovi modelli per connet-tere negozio tradizionale, ufficio e

laboratorio. Pensate a The Fab: unisce uno studio di consulenza con un laboratorio di produzio-ne tipografica. Dall’altra, ci sarà sempre più bisogno di videoma-kers, professionisti che sappiano raccontare prodotti e servizi, che creino contenuti fruibili e godibili sul web. In tal senso, i dati dicono che Verona è tra le prime dieci cit-tà visitate da turisti. Saper raccon-tare il territorio in modo innovati-vo, evitando di trasformarlo in un museo, contribuirà a farci crescere e ad aumentare il valore culturale complessivo.

La Linotype è una macchina per la composizione a caldo, inventata nel 1884. Si chiama così perché permette di creare una linea intera di caratteri in metallo, in inglese line of types. Fu la prima macchina per la composizione tipografica au-tomatica e consentì notevoli aumenti di produttività. La stampa a caratteri mo-bili è una tecnica di stampa inventata dal tedesco Johann Gutenberg nel 1455. Questo per quanto riguarda l'Europa: in Asia, infatti, esisteva fin dal 1041, grazie alla tecnica dell'inventore cinese Bi Sheng . (fonte: Wikipedia)

CuriositàTipografiche

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settembre 201422 antheonPARTIGIANATO Intervista a Pierluigi Zanini

Il mancato ricambio generazionale, l’incapacità di rinnovamento e, poi, la crisi economica: così in dieci anni il settore del mobile artigianale è entrato in declino. Ma a poche settimane dalla prossima edizione di Abitare il Tempo, con il sostegno della Camera di Commercio e di Verona Innovazione, parte il piano di rilancio di un’eccellenza tutta veronese.

Il mobile d’arte di Verona: tra passato, ripresa e innovazione

Erano botteghe artigiane, laboratori in cui il mestiere veniva tramandato di ge-nerazione in generazione,

dove i padri insegnavano ai fi-gli l’antica arte della manualità. Il settore del mobile è stato a lungo trainato da piccole e micro impre-se artigiane a conduzione familia-re che, proprio a Verona, hanno dato vita ad un polo d’eccellenza a livello mondiale che oggi è più a rischio che mai. Il mercato è fermo da almeno dieci anni. «Se dovessi indicare un momento direi il crollo delle Torri Gemelle» racconta Pier-luigi Zanini, titolare della Zanini Al-cide Snc. e Presidente di Confarti-gianato Giovani Verona. «Dal 2001 il mercato di riferimento, quello americano, ha bloccato le impor-tazioni e da lì è iniziata la nostra crisi». Tra 2003 e 2004 c’è stata una lieve ripresa, ma si è trattato di sopravvivere in una fase altale-nante che è durata fino al 2008, l’annus horribilis in cui la domanda interna è scesa del 40% e, per l’ex-port, si sono chiuse anche le porte della Germania. «Per anni siamo stati la Cina dei tedeschi» ricorda Zanini, «ma con la crisi hanno im-parato a produrre da sé i mobili di qualità». Mentre il mercato era in profon-da trasformazione la mentalità artigiana non ha saputo tenere il passo con un processo di cambia-mento che all’estero era già inizia-to, la recessione ha fatto il resto. Dietro le nostre aziende c’è una lunga tradizione di abilità manua-le, una patrimonio di conoscenza che da solo non basta perché la manifattura oggi si riproduce con facilità e poi si vende al ribasso,

perché l’innovazione tecnologi-ca non è più solo un dettaglio e la personalizzazione del prodotto non può essere un’eccezione. Solo adesso si torna a parlare di ripre-sa: nel primo semestre del 2014 a Verona, dove sono presenti 1238 imprese di settore, si registra un aumento delle esportazioni, in particolare verso Russia ed Emi-rati Arabi, del 4,1% a 111,5 milioni di Euro.Grande sostegno proviene anche dalle associazioni di categoria e dalle aziende affiliate. La Came-ra di Commercio di Verona, per esempio, ha messo a disposizione 100mila Euro per la partecipazio-ne di aziende veronesi ad Abitare il tempo, in programma dal 24 al 27 settembre. I fondi serviranno a finanziare a fondo perduto il 50% delle spese per l’affitto di stand, fino a un massimo di 6.250 Euro. Nel 2013, grazie a questa oppor-tunità, 27 imprese scaligere, su 250 espositori complessivi, hanno preso parte alla fiera e quest’anno è previsto un aumento grazie alla co-abitazione con Marmomacc. Anche Verona Innovazione, azien-da speciale della Camera di Com-mercio, si sta muovendo in dire-zione delle imprese del legno e del mobile aderendo a Wood2Good, progetto europeo di cui è unica partner italiana. Finanziata dalla Commissione Europea, l’iniziativa ha lo scopo di analizzare l’anda-mento del settore in Europa e nel Veneto e di comprendere quanto le politiche green siano utili alla ri-presa. «Dobbiamo capire come le imprese del territorio possano su-perare le loro criticità per potersi internazionalizzare e approcciare

a nuovi mercati.Se la domanda interna per il mo-bile d’arte è in calo non è detto che in Russia o nel Medio Orien-te non sia presente», sottolinea Alessandro Ferrari, Presidente di Verona Innovazione. Il progetto si concluderà a fine anno con la condivisione dei risultati ed il con-fronto a livello locale e con i part-ner europei.

di Camilla Pisani

Pierluigi Zanini

Pierluigi Zanini, 37 anni, è Presidente di Confartigianato Giovani Verona e titolare di un’impresa a gestione fa-miliare di mobili e complementi d’ar-redo. In doppia veste di imprendito-re e rappresentante di categoria ha compreso fin da subito la necessità di cambiare visione per rispondere alle esigenze del mestiere manuale di domani.Qual è il ruolo di Confartigianato e come aiuta gli imprenditori del mo-bile?Nel 2015 per Confartigianato sarà tempo di rinnovare i vertici, ma ci stiamo già preparando a ripartire guidati da una nuova generazione, il cui compito sarà quello di portare innovazione nel mestiere, aiutando i piccoli artigiani a sviluppare compe-tenze imprenditoriali. Nel concreto,

La nuova generazione del mobile artigianale:intervista a Pierluigi Zanini

Page 23: Pantheon 53 - Scuola ad un bivio

settembre 2014 23 antheonP Intervista a Pierluigi Zanini

ci impegneremo a fare informazione e formazione promuovendo corsi, convegni e seminari e, a mio avvi-so, sarà importante puntare su temi come la certificazione e la tracciabi-lità di prodotto perché l’imprendito-re-artigiano sappia come garantire la qualità di ciò che produce. Dob-biamo essere in grado di far com-prendere appieno la differenza tra un prodotto in scala e uno realizzato su misura, esclusivo, d’artigianato.Tra pochi giorni a Verona prenderà il via Abitare il Tempo, tra le mag-giori manifestazioni italiane de-dicate al mobile, che importanza ricoprono le fiere di settore per le vostre aziende?L’utilità delle fiere risiede nella possi-bilità di stabilire contatti con poten-ziali clienti, fornitori e partner. Vale la pena prenderne parte per costruirsi una propria rete ma bisogna consi-derare che, tra quota di adesione, stand, progettazione e realizzazione delle nuove collezioni, parteciparvi è molto costoso. Bisogna considerarlo un investimento sul lungo termine e preparasi con grande anticipo. Inol-tre la crisi del mobile si è inevitabil-mente riversata sulle manifestazio-

ni fieristiche, costrette a ripiegare su diversi target, aprendo anche a comparti più o meno pertinenti. Per ciò che riguarda Abitare il Tempo, credo che l’unione con Marmomacc sia una buona mossa per riportare gli operatori di settore.Ciò che traspare dalle Sue parole è la necessità, in un sistema che da sempre si è retto sul lavoro degli ar-tigiani in bottega, di fare innovazio-ne. Da dove cominciare?Per essere competitivi bisogna tor-nare ad investire. Sulla vendita del singolo prodotto il margine è mi-nimo, si deve puntare sulla grossa quantità, rinnovando strumenti e macchine di produzione per frenare la concorrenza di Paesi emergen-ti come Cina, India o Romania. Per l’innovazione di prodotto, invece, è fondamentale saper intercettare le specifiche richieste di ogni mercato, ad esempio i Paesi scandinavi sono molto attenti all’utilizzo di materiali ecosostenibili mentre in Germania amano il design minimalista. Biso-gna saper fare comunicazione, io stesso frequento corsi di personal branding e credo molto nel web. Sono consapevole che per molti col-

leghi “uscire dalla bottega” sia una perdita di tempo ma non è così: per capire l’importanza di doversi rein-ventare, adeguandosi di volta in vol-ta alle tendenze di mercato, si deve attuare un passaggio culturale pro-fondissimo. Ma che sul lungo termi-ne porterà i suoi frutti.

Page 24: Pantheon 53 - Scuola ad un bivio

settembre 201424 antheonPIMPRESA SOCIALE La “molletta” premiata a Bruxelles

Progetto QUIDsul tetto d’EuropaLa start up lanciata nel 2012 da un gruppo di amici tra i 25 e 32 anni con l’intento comune di fare impresa con un fine sociale sta ottenendo riconoscimenti importanti e prestigio-si, primo fra tutti il successo all’European Social Innovation Competition di Bruxelles dello scorso maggio.

di Francesca Merli

L’ultima occasione in cui ab-biamo portato i nostri let-tori a conoscere il “Progetto Quid”, risale a giugno 2013,

quando l’idea imprenditoriale che unisce lavoro e aspetti sociali for-mulata da alcuni giovani amici, tutti di età compresa tra i 25 e i 32 anni, aveva ottenuto il secondo premio allo Start Up Day promos-so dall’Associazione Innoval. Vale la pena ricordarlo perché a distanza di un anno e, ancor prima, dal mo-mento della sua nascita, avvenuta nell’aprile del 2012, di riconosci-menti e attestati di stima ne sono arrivati parecchi. In primis, per importanza e pre-stigio, il primo premio all’Europe-an Social Innovation Competition di Bruxelles assegnato lo scorso maggio nell’ambito di una rasse-gna internazionale dedicata all’in-novazione sociale: prerogativa per arrivare alla vittoria in classifica su 1250 proposte provenienti da tutta Europa, è stato il fatto di trovare ri-sposte efficaci e concrete alla criti-cità diffusa rappresentata dalla di-soccupazione, in particolare quella femminile. «Lo stupore è stato incredibile» spiega Anna Fiscale, presidente della Cooperativa Quid. «Abbiamo ottenuto, insieme ad altri due pro-

getti concorrenti, il primo premio su 1250 proposte, e il livello degli altri progetti in gara era decisamen-te alto. Dopo aver inviato la prima bozza del progetto, siamo stati se-lezionati nella lista dei trenta finali-sti, e siamo stati invitati a Bilbao, in Spagna, per una sessione forma-tiva di secondo livello. Alcuni ottimi suggerimenti per migliorare la no-stra idea li abbiamo colti proprio lì, e dopo aver inviato il progetto definitivo nei mesi successivi siamo stati chiamati a Bruxelles, insieme alla Top 10 finale. Quando ci han-no comunicato che ci eravamo ag-giudicati la vittoria, la gioia è stata davvero immensa»! Una vittoria che ha permesso di “chiacchierare” su Quid nientemeno che sul blog di “The Guardian”, il prestigioso quoti-diano londinese. Progetto Quid, per chi ancora non lo sapesse, è nato per offrire un’opportunità lavorativa a donne che vivono situazioni di difficoltà o di svantaggio, affidando alle loro mani stoffe e scarti “di rimanenza” delle grandi aziende che, invece di essere buttati, vengono lavorati, rielaborati e venduti all’interno dei punti vendita Quid. «Le donne che lavorano con noi» sottolinea Anna Fiscale «entrano nel nostro team grazie agli ottimi

rapporti che abbiamo sviluppato con educatrici e assistenti sociali attive sul territorio, e con Media La-bor, centro di inserimento lavorati-vo dell’Istituto Don Calabria. Soli-tamente preferiamo che abbiano un’infarinatura di base di sartoria, anche se comunque sono affian-cate da sarte professioniste che forniscono loro le competenze ne-cessarie per realizzare i lavori». Progetto Quid si appoggia in par-ticolare a tre cooperative sociali di Verona, prosegue Anna, all’interno delle quali sono presenti anche al-cuni laboratori: «Santa Maddalena di Canossa, la cooperativa che ci ha offerto un prezioso aiuto quan-do il progetto era in fase di parten-za; la Cooperativa Sociale “Vita”, che si trova a San Fermo, dove ci sono donne che lavorano a tem-po pieno per Quid, e la “Coopera-tiva Comunità dei giovani”, che si trova a San Pio X, dove abbiamo collaboratrici che si occupano del “packaging”». Un insieme di “offi-cine”, dunque, dove il lavoro viene svolto con attenzione e scrupolo-sità. «Da un paio di mesi abbiamo stretto una collaborazione con la scuola di moda e design “Le Grand Chic”, (in via Madonna del Terraglio 18, ndr) cui lavorano, all’interno di un nostro laboratorio, ragazze e

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Anna Fiscale

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Page 25: Pantheon 53 - Scuola ad un bivio

settembre 2014 25 antheonP La “molletta” premiata a Bruxelles

donne che sono direttamente as-sunte o in tirocinio. Il nostro obiet-tivo è quello di creare uno scambio di conoscenza, esperienza e valori, per costruire un progetto insieme».Tra le iniziative avviate c’è anche una proficua collaborazione con il carcere di Montorio, attivata re-centemente. «L’idea che si sta con-cretizzando, è quella di formare un ponte tra l’interno e l’esterno del carcere, ponendoci come tramite per l’inserimento lavorativo delle detenute. Avere una prospettiva è importante, soprattutto per chi si trova catapultato nella società dopo un periodo di reclusione».Anche Carrera Jeans, che ha av-viato una partnership con Quid dal settembre 2013, è parte attiva nel-lo sviluppo e nella visibilità del pro-getto. «I capi di magazzino vengono

affidati a noi per essere rivalorizza-ti e poi rivenduti dai negozi Carre-ra con il marchio “Carrera 4 Quid”. Progetto, quindi, che potremmo definire con una metafora ad hoc “l’intreccio di un tessuto unico” che coniuga l’aspetto sociale a quello imprenditoriale. «La maggior par-te delle stoffe», sottolinea Anna, «le riceviamo dal gruppo Calzedonia, che ci sostiene anche per quanto riguarda gli spazi per la vendita al pubblico». Quid, infatti, si trova in punti vendita collocati in zone stra-tegiche della città, e non solo a Ve-rona. «I nostri punti vendita di riferi-mento a Verona sono in via Pellicciai 5A, e in via Ponte Pietra 25. Siamo riusciti a ottenere una buona visibi-lità anche a Vicenza in corso Palla-dio 66, via centralissima della città. La scorsa estate, abbiamo tenuto

un negozio a Forte dei Marmi per due mesi, e per un periodo anche a Trento». Di recente, Quid ha lancia-to il campionario autunno-inverno nei punti vendita: «Mi sembra ci sia stata una buona evoluzione ri-spetto allo scorso inverno. Ponia-mo molta attenzione su quello che può piacere al mercato, e per poter fare questo è fondamentale la pre-senza di uno staff esperto di moda all’interno della squadra Quid: due ragazze, in particolare, si dedicano la ricerca stilistica e pensano alle prossime collezioni che spaziano dall’elegante allo sportivo» conclu-de Anna Fiscale. Che dire di più? L’entusiasmo e la voglia di credere nei propri obiettivi comportano fa-tica e lavoro, ma una volta “cuciti” insieme, nasce quel “Quid” in più che fa la differenza.

foto Eleonora

Costa

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Da molti criticato e da moltissimi altri amato, l’arrivo di Facebook è stato un fenomeno sociale e mediatico di grande impatto. Riuscirà uno dei social più famosi al mondo a pri-meggiare per un’altra decade?

Dieci anni con Facebook

Nella prestigiosa univer-sità di Harvard a Cam-bridge (USA), è l’inverno del 2003. Alcuni studenti

violano il database universitario e le norme sulla privacy, creando FaceMash, un sito che raccoglie i profili di centinaia di studenti del campus. L’obiettivo era contattare gli amici dell’università, poter cu-riosare nelle loro vite e fare nuove conoscenze. Quei giovani erano Marck Zuckerberg, Eduardo Sa-vrerin, Dustin Moskovitz e Cris Hu-ghes, considerati oggi i fondatori del social più famoso al mondo. Il 4 febbraio 2004 nasce ufficial-mente Facebook, aperto con un investimento di soli mille Dollari e diventato popolare in pochi gior-ni in tutta l’università. Nell’aprile del 2004 il sito si amplia e viene aperto agli studenti di Boston, Stanford e Yale, raccogliendo fino a 200 mila utenti. Infine, grazie all’acquisto del dominio facebook.com, Zuckerberg, descritto come

un ragazzo spregiudicato e spes-so insolente, allarga la rete a livello globale. Un sito, nato per puro di-vertimento, in un dormitorio di gio-vani universitari, ha attualmente il valore di circa 130 miliardi di Dolla-ri a Wall Street e la popolarità del suo fondatore, di soli trent’anni, è pari a quella di informatici come Bill Gates e Steve Jobs.Zuckerberg, classe 1984, è sta-to nominato uomo dell’anno dal Time nel dicembre 2010 per aver compiuto la straordinaria impre-sa di collegare più di mezzo mi-liardo di persone nel mondo con un programma elementare e allo stesso modo brillante, come ri-portato dal settimanale statu-nitense. Il 4 febbraio scorso Fa-cebook ha celebrato i suoi primi dieci anni, anniversario che il fon-datore ha commentato sul social ricordando che «i primi dieci anni sono serviti per avviare la rete e iniziare a connettere le persone. Ora abbiamo le risorse per aiuta-re le persone di tutto il mondo a risolvere i problemi più importanti, condividendo esperienze e cono-scenze». I dati mondiali sono chia-ri: una persona su cinque ha un proprio profilo e ogni secondo ci sarebbero quarantun mila aggior-namenti di stato. Grazie al social, ognuno può esprimere in tempo reale commenti, opinioni e critiche sull’attualità o sui piccoli problemi

quotidiani, creando una grande piattaforma informativa e rappre-sentativa della realtà sociale. Que-sta nuova tecnologia si è insidiata in primis tra i i giovani adolescenti e universitari, che spesso la utiliz-zano come un diario personale vir-tuale per condividere pensieri, foto o musica, in cerca spesso dell’ap-provazione dei coetanei. Facebook ha quasi la capacità di sconfigge-re quella solitudine e lontananza nelle nuove generazioni: questo è stato ed è il suo successo.Tuttavia, molteplici studi scientifici e psicologi hanno rilevato consi-stenti conseguenze negative sul-la persona, come abbassamento dell’autostima, distruzione di rela-zioni o difficoltà di rapportarsi nel mondo reale e le forme di cyber-bullismo sono inoltre favorite con l’utilizzo del social network. Le cri-tiche sono state tuttavia accolte scherzosamente dai dirigenti della società, che hanno postato nel no-vembre 2012 sulla pagina ufficiale di Facebook il commento “le tor-te di compleanno sono fatte per unire le persone. Ma troppa torta probabilmente non è salutare. In-somma le torte sono come Face-book”.Le grandi potenzialità e risorse di Facebook sono state inoltre rico-nosciute dalle società e attività commerciali, che oggi utilizzano il social come un ottimo strumento

RUBRIC

di Arianna Mosele

settembre 201426 antheonP

Mark Zuckerberg

Page 27: Pantheon 53 - Scuola ad un bivio

settembre 2014 27 antheonP

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di marketing, dai giornalisti, dai blogger e dai politici.Ma come sarà Facebook tra dieci anni? I sondaggi non sono favo-revoli. La nota università di Prin-ceton sostiene che Facebook po-trebbe essere abbandonato fin dall’80% dei suoi utenti a causa di nuovi strumenti, più agevoli e più attenti alla privacy. Tra que-sti ritroviamo Whatsapp, nato nel 2009, che ha avuto una forte dif-

fusione tra i giovani per la facilità di condividere musica e immagini. Per la comunicazione e connes-sione aziendale è nato LinkedIn In nel 2003, che oggi mantiene ancora una posizione rilevante nel mondo lavorativo. Zuckerberg tuttavia non ferma il suo esercito informatico e propone costan-temente aggiornamenti e nuovi strumenti, come la creazione di Messanger, l’acquisto di Instan-

gram, Whatapps e Oculus, una startup che lavora sulla realtà virtuale nel settore dei giochi. Per festeggiare i dieci anni di attività, Facebook ha inoltre introdotto in America la nuova app “Paper”, che permetterà di scorrere le no-tizie più interessanti del momento suddivise in 19 sezioni diverse. La continua innovazione permetterà a Zuckerberg di salvare tutti i suoi 30 milioni di contatti?

Zuckerberg appare spesso con la fedele felpa e un abbi-gliamento adolescenziale, eppure è tra gli uomini più ricchi del mondo. La multinazionale Bloomberg, che si occupa di servizi finanziari, riconosce al giovane fondatore di Facebo-ok un patrimonio personale pari a 33,3 miliardi di Dollari, superiore a Brin e Page, i due colossi di Google, e Jeff Be-zon di Amazon. Mark si posiziona al sedicesimo posto nella classifica mondiale, ma la scalata per raggiungere il suc-cesso di Bill Gates è ancora lunga.

UN PATRIMONIO A OTTO CIFRE

Ecco un’immagine dei punti server di Facebook

settembre 2014 27 antheonP

Page 28: Pantheon 53 - Scuola ad un bivio

settembre 201428 antheonPCULTURA E SPETTACOLO Interviste ad anziani reduci, raccolte in un’opera letteraria

Inizialmente un libro, poi anche lo show. Simone Cristicchi a Verona per la presentazione del suo libro che raccoglie testimonianze e ripercorre aneddoti e vicende della Seconda Guerra mondiale. Un lavoro letterario messo in scena ad “Operaforte”.

Mio nonnoè morto inguerra

di Giovanni Melotti

Mio nonno è morto in guerra, o almeno così mi ha raccontato, che in guerra se non mori-

vi fisicamente, moriva comunque qualcosa dentro di te. Mio nonno ha fatto la Seconda Guerra mon-diale, una maratona lungo l’impe-ro del male». Inizia con queste parole lo spet-tacolo con e di Simone Cristicchi rappresentato alla fine di luglio al forte Santa Caterina di Verona. Uno spettacolo tratto dall’omo-nimo libro Mio nonno è morto in

guerra, una raccolta di storie e te-stimonianze relative alla Seconda Guerra mondiale. La presentazio-ne del progetto del cantautore ro-mano è avvenuta alla libreria Fel-trinelli di Verona, poche ore prima della messa in scena. L’abbiamo incontrato.Simone, com’è nata l’idea di scri-vere il libro?Tutto è partito dal silenzio di mio nonno Rinaldo. Ogni qualvolta mi raccontava della sua vita, trala-sciava la terribile esperienza della ritirata di Russia. Si sedeva vicino

al termosifone e parlava per ore, ma quando scavava troppo nella sua memoria e arrivava all’an-no 1941, non proseguiva, oppure tornava indietro di qualche anno. Aveva sempre freddo nonno Ri-naldo. Anche ad agosto se ne sta-va sul balcone con un giacchetto sulle spalle e una coperta sulle gambe. Quel freddo è il marchio indelebile che gli ha lasciato nel-le ossa la guerra: “Quando tornai a casa avevo un piede comple-tamente congelato”, ecco questo me l’ha sempre detto. A casa ci è tornato per miracolo, si è salvato lanciandosi dal treno, ma qualco-sa del nonno però, in quel viaggio, è morto per sempre. Freddo e si-lenzio. Il desiderio e la curiosità di capire il perché di quest’ultimo mi ha portato ad intervistare decine di altri nonni, ognuno con la pro-pria storia fatta di emozioni e tan-to dolore.In un certo qual senso, possiamo considerare queste persone come “autrici” del libro?Si, senza ombra di dubbio. Il libro esiste grazie ad esse, io le ho solo

«

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ascoltate. Più di 40 ore di registra-zioni, da Genova a Catania, entra-vo negli ospizi, nei circoli degli ex combattenti e nei centri anziani, alla ricerca di fatti mai scritti e di ricordi non del tutto cancellati. Il mio gruppo di lavoro mi sopran-nominava “Il terrore dei centri anziani” (sorride, ndr). Quando arrivavo io, gli ospiti non ascolta-vano più i volontari, si dedicavano completamente a me, iniziavano a raccontare, a commuoversi, a rivi-vere quei tragici momenti. Non vi è mai stato un momento in cui ha pensato di scavare troppo nel passato di questi nonni?«No, tutt’altro. Un pomeriggio mi trovavo a Genova ad ascoltare un anziano signore di novantasette anni, reduce della ritirata di Rus-sia. Accanto a lui vi erano la moglie con il figlio. Man mano che raccon-tava, fuoriuscivano aneddoti e im-magini che mai prima aveva con-fidato. Era una diga di ricordi che si era improvvisamente aperta. Al ché, i famigliari gli chiesero il moti-

vo per cui non avesse mai narrato loro quelle storie prima d’allora. E lui rispose: “Perché mai nessu-no me le ha chieste”. Ecco, in quel momento ho sentito il bisogno di continuare a lavorare per scrivere questo libro di memorie, sperando che serva da monito ai giorni no-stri. Devo ammettere che il giorno della pubblicazione è stata una vittoria, sia come artista che come persona. Mi sono sentito come un minatore che ha portato alla luce delle pietre preziose da far vedere a tutti.Non si è fermato alla carta, ha de-ciso di portare il suo e tutti gli altri nonni su di un palco. Che emozioni ha provato?La bellezza di questo progetto è stata proprio far salire sul palco le vite di queste persone. Nonno Rinaldo, il quale, quando erava-mo a tavola, soffriva se qualcuno avanzava un pezzo di pane. Ro-dolfo, che tanti anni fa si era fol-lemente innamorato di Gigetta e voleva passare con lei tutta la vita,

SI CHIAMAVA RINALDO CRISTICCHILa frase che ha chiuso lo spettacolo, al termine della quale sono piovuti quattro minuti di applausi e una standing ovation da parte di tutto il pubblico:«Se quest’uomo non fosse riuscito a tornare a piedi dalla Russia, io non sarei mai venuto al mondo e non avrei mai potuto raccontare la sua storia e quella di tutti gli altri. Era nato nel 1915, si chiamava Rinaldo Cristicchi, ed era mio nonno».

finché un giorno venne deportato nel campo di concentramento di Dachau. Tra i pochissimi soprav-vissuti, tornò nel suo paese, ma la sua amata era stata bruciata viva. E ancora le strazianti difficoltà di quei soldati costretti a combattere nel gelo della Russia, quando an-che solo defecare diventava qual-cosa di disumano, a 30 gradi sotto lo zero. Sul palco però, ci sono sa-lito in punta piedi, non avrei potuto fare altrimenti. Un attore non ha alcuna qualifica per interpretare il dolore di un’altra persona. Con la voce e con lo sguardo ho cercato di ricreare quegli attimi drammatici fungendo da tramite tra il pubblico e i protagonisti del mio spettacolo.

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settembre 201430 antheonPAMARCORD 45 anni fa nasceva in Lessinia lo storico locale di musica dal vivo

Quanti ricordi alloSnoopy ClubUna mostra fotografica che si è tenuta a Bosco Chiesanuo-va il 20 e 21 agosto ha fatto rivivere ai tanti visitatori le at-mosfere e i ricordi di un locale, che tra gli altri ospitò anche la grande Gina Lollobrigida, in cui la musica e lo spettacolo facevano da contorno a uno stile di vita mondano ricco di fascino e giovialità. di Miryam Scandola

C'era un cliente, il “Conte” lo chiamavano, che pren-deva una bottiglia di Glen Grant e la beveva da solo,

tutta, ogni sera, con il braccio sul banco, due pacchetti di sigaret-te e lo sguardo perso sulla scena dove i professionisti come i clienti si univano, senza timori, in karaoke improvvisati e perfetti. Gli occhi di questo cliente particolare si ferma-vano sugli show sempre incredibili di Jerry Calà, di Umberto Smaila, di Franco Oppini e di tutti i grandi dei Gatti di vicolo miracoli. E tra una sigaretta e un bicchiere ascoltava le note del pianista Mario Cammal-leri, il buon Jazz della Bovisa New Orleans Jazz Band e la musica di Romano Mussolini. Forse qualche volta, guardava pure la bellezza delle ragazze con le sopracciglia fini, come chiedeva la moda, se-dute sulle poltroncine, strette a ra-gazzi dalle camicie colorate.

Insomma, dalla sua sedia, vicina al bancone osservava i tempi, i volti e le voci dello Snoopy club, nell'ex cantina di quello che ai tempi era l'albergo Rosanna, a Bosco Chie-sanuova.É piuttosto difficile, per chi quelle atmosfere non le ha vissute, rac-contare di un luogo che ha cele-brato la giovinezza di alcuni, che ha permesso gli amori veloci e grandi di altri, che è stato lo sfondo della primavera della vita di tanti. Forse il modo migliore per dire di un loca-le che tra il 1969 e il 1976 è stato il ritrovo privilegiato di tanti veronesi, come di bresciani e persino di ber-gamaschi, è ascoltare le parole di chi quei tempi li ha abitati e ora, un poco, li rimpiange. Tre gradini, il rosso sulle pareti av-volte da velluti damascati, il soffitto ricoperto da un alluminio rifletten-te, cento posti a sedere, in pelle bianca, schiena contro schiena così

«si diventava amici per forza» ci dice Angelo, lo storico barman del club, con un sorriso nostalgico sulle labbra.Lui era Angelo “del Snupi”, quello che dietro il bancone, con gli oc-chiali scuri, si destreggiava tra le ordinazioni, inventando cocktails quando ancora i cocktails erano un universo impreciso e sconosciuto.«Il bagno di Poppea», risponde quando gli chiediamo il nome del drink più richiesto, «era buonissimo; vodka, crema di banana, panna montata e un ingrediente segreto. L'abbiamo inventato io e Sandro». Sandro è in un angolo e sorride alle rievocazioni precise dell'amico.Lui è Alessandro de Silvestri che, ragazzo poco più che ventenne, ha trasformato la cantina dell'albergo dei suoi genitori nelle sale raffinate di un esclusivo club, e ora, neanche quarant'anni dopo, parla del suo “Snoopy” come si parla di una bel-lissima donna che non si riesce a dimenticare.Il suo locale nasceva il 4 agosto del 1969 con l'intento chiaro di «fare musica dal vivo il più pos-sibile». E per questo Alessandro ci racconta di aver perso il con-to delle serate passate al “Derby Club” di Milano, locale che all'e-poca accoglieva gli artisti più promettenti, per scegliere quel-li da invitare tra le montagne di Bosco Chiesanuova. Cochi e Re-nato, Giorgio Faletti, Teo Teocoli, Mino Reitano, Ombretta Colli e ancora Dino Sarti, Enzo Robutti: questi solo alcuni dei grandi nomi

Angelo versa da bere ad Alessandro de Silvestri

Oppini e de Silvestri alla mostra di Bosco

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settembre 2014 31 antheonP 45 anni fa nasceva in Lessinia lo storico locale di musica dal vivo

che hanno animato le serate del “mitico Snoopy”. Ci sono, tra le foto della mostra vo-luta e curata proprio da Alessan-dro de Silvestri, nelle giornate del 20 e del 21 agosto presso la sala Olimpica del teatro Vittoria di Bo-sco Chiesanuova, anche quelle che ritraggono i momenti belli e celebri del “Teleobiettivo d'oro”. Evento che nel 1971 si è tenuto pro-prio tra le pareti sofisticate del club e che ha ospitato tra i grandi di allora anche la straordinaria Gina Lollobrigida.Insomma quelli raffigurati nei pan-nelli del salone, non sono solo i luo-ghi che hanno visto le tenerezze di amori estivi e che hanno ascoltato le risate forti di chi cantava, di chi ascoltava e di chi guardava. Ma sono anche spazi della storia. Non per niente gli inizi dello Snoopy Club

sono legati ai fatti importanti del mondo e trattengono forte l'emo-zione del primo sbarco sulla luna, nel luglio del 1969. La fine del locale, che in sette anni «non aveva mai avuto una multa, mai una lamentela, mai un proble-ma», è invece già tutta nella crisi petrolifera del 1973, crisi mondiale che ha toccato, come accade sem-pre, anche i consumi locali, l'elet-tricità delle insegne come il costo della benzina. De Silvestri ci racconta, quasi sot-tovoce, di aver letto la fine dello Snoopy un giorno, negli occhi di Angelo quando l'ha trovato «se-duto sui gradini, arrabbiato perché era da due domeniche che non ve-niva nessuno».«Lo Snoopy era una cosa incredi-bile» mormora un uomo, in visita ai suoi ricordi, davanti alle foto della

mostra realizzata a sostegno della cooperativa sociale “La trottola”.Per Angelo, che nasconde gli oc-chi dietro agli occhiali scuri di una volta, era un «divertimento infinito». Alessandro lo dice piano e inter-rompe un poco le altre voci, «era vita. Lo Snoopy era vita».

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settembre 201432 antheonPEVENTO XX Film Festival della Lessinia

Edizione dei record a Bosco Chiesanuova per la rassegna cinematografica dedicata alla montagna. A vincere un lungometraggio dalla Norvegia. Ma Alessandro Anderloni chiude con un’intervista malinconica: «il Film Festival ha compiuto i suoi primi vent’anni. Ci saremo ancora a ventuno?».

Un successo,forse l’ultimo

È stata la Norvegia, con il do-cumentario “Søsken til evig tid / Fratelli per sempre” (Norvegia, 2013) di Frode

Fimland, a conquistare la Lessi-nia d’Oro alla XX edizione del Film Festival della Lessinia, conclu-sosi lo scorso 30 agosto a Bosco Chiesanuova. Questo lavoro cine-matografico nasce dal profondo legame di amicizia esistente tra il regista, che vive e lavora a Bergen, e Magnar, settantenne che abita tra le montagne norvegesi assie-me alla sorella Oddny. «Una picco-la storia che» si legge nel verbale della giuria internazionale com-posta da Mario Casella, Albert Galindo Mallol, Sandro Gastinelli, Martin Kaufmann, Marzia Pelle-grino, Karmen Tomšic e Grzegorz Zariczny, «ci parla di grandi valori: la convivenza, l’armonia e la sim-biosi con la Natura, la felicità della vita contadina, l’accettazione della vecchiaia pur non rinunciando alla modernità». A conquistare la Lessinia d’argen-to per la miglior regia è stato il film a soggetto “Las niñas Quispe / Le sorelle Quispe” (Cile – Francia – Argentina, 2013) di Sebastián Sepúlveda. «Con una sceneggia-tura forte, costruita con pochis-simo testo, e la totale assenza di musica, il regista riesce a tratteg-giare un potente ritratto psicolo-gico delle tre protagoniste. La loro sofferenza diventa la sofferenza stessa degli spettatori. Un film che obbliga a riflettere sui rap-porti familiari, sull’intromissione di pressioni esterne, sulla vita e sulla morte».Ma oltre a questo bel successo di pubblico e critica, coronato con il riconoscimento speciale al Film

Festival stesso da parte di Green Cross Italia “per i suoi vent’anni di attività artistica viva e feconda per le nostre Terre” (premiazio-ne il 4 settembre all’Hotel Excel-sior di Venezia nell’ambito della Mostra del Cinema), Alessandro Anderloni ha poi rilasciato una vi-deo intervista in cui ha ammesso: «avremo ventuno anni? Questa edizione sarà l’ultima? Chiudiamo con il sorriso ma il Festival ha un bel punto di domanda davanti a sè». E non solo la giuria ha elogia-to il Film Festival con un «senza il Film Festival della Lessinia, dove parlerà il mondo della montagna? Questo Festival è cresciuto artisti-camente a livello internazionale. Auspichiamo che trovi una pari crescita finanziaria e organizzati-va», ad augurarsi che la rassegna non chiuda i battenti sono anche tutti gli abitanti della Lessinia, che ne hanno seguito passo passo l’e-voluzione e la crescita negli anni.

di Matteo Bellamoli

GLI ALTRI PREMIMiglior documentario - “Olga – To my friends” di Paul-Anders Simma (Norvegia, Finlandia, Svezia, 2013)Miglior cortometraggio - “Vigia” di Marcel Barelli (Svizzera, 2013) Premio della giuria - “Capo e croce, le ragioni dei pastori” di Paolo Car-boni e Marco Antonio Pani (Italia, 2013). Premio del Curatorium Cimbricum Veronense - “10.30 – Hezarsi” di Iman Tahsinzadeh (Iran, 2012) Menzione speciale - “O manavis” di Dimitris Koutsiabasakos(Grecia, 2013)Miglior film sulle Tre Venezie (Cassa Vallagarina) -“Insiders – Outsid-ers” di Sarah Trevisol e Matteo Vegetti (Italia, 2014) Giuria degli studenti - “Las niñas Quispe”. Giuria detenuti carcere Verona - “Søsken til evig tid”.Premio dei bambini - “Lämmer” di Gottfried Mentor (Germania, 2013)Premio del pubblico Cantine Bertani - “Søsken til evig tid”.

I vincitori premiati sul palco del Teatro Vittoria al termine della rassegna cinematografica.

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settembre 201434 antheonPANNIVERSARIO 40 anni di missione e 50 di sacerdozio

di Matteo Bellamoli

Con il cuorein Africa

Padre Lino Poffe, sacerdote stimmatino di Grezzana, ha festeggiato un importante tra-guardo della sua vita spirituale. Lo abbiamo incontrato prima delle ferie estive per un’in-tensa chiacchierata sulla sua vita e sul cambiamento che in questi quarant’anni ha vissuto la Costa d’Avorio.

Padre Lino Poffe è esile, ma ho lo sguardo felice di chi ha vissuto una vita per gli altri.

Lo scorso 29 giugno Grezzana gli ha dedicato una giornata per ce-lebrare i suoi 40 anni di missione in Costa d’Avorio, i 50 anni di sacer-dozio e, non da ultimo, i suoi primi 80 anni di vita. Un percorso, una storia, iniziata durante la guerra, nel 1942, quando «c’era la paura delle incursioni tedesche per cat-turare i partigiani. Io e la mia fa-miglia ci trasferimmo a Lugo, per-ché la nostra casa a Grezzana era proprio davanti agli sbarramenti militari».Dal piccolo paese di Lugo, la de-cisione di intraprendere gli studi presso gli Stimmatini, a Sezano, nel 1946, subito dopo il conflitto, quando anche Verona era in mi-seria. Dopo il liceo la decisione di proseguire con gli studi prima in Filosofia e poi in Teologia, ma la salute gli gioca un primo brutto scherzo, e Padre Lino abbandona gli studi mentre i medici lo danno per spacciato.«Mio padre rimase in ginocchio una settimana a pregare per me,

e mi salvai». Ma il fisico esile non gli permise di andare in missione in Africa, e così iniziò la sua avven-tura spirituale prima a Milano, poi a Parma.Dovette aspettare il 1973 per ri-cevere il primo incarico da mis-sionario. «Occorreva sostituire un sacerdote francese per tre mesi in Costa d’Avorio, mi offrii. Da allora sono passati quarant’anni».Padre Lino, quanto è cambiata l’Africa in questo quarant’anni?Io sono sempre stato in Costa d’A-vorio, e qui è cambiato molto, ma non solo per merito dei missiona-ri. In molte zone le baracche sono state sostituite da case più simili alle nostre, nei villaggi piano pia-no si è sviluppata la concezione del lavoro e dei salari, sono nate fabbriche.Cosa è rimasto uguale in tutto questo tempo?Sicuramente l’accoglienza delle persone. Ho sempre trovato un grande rispetto negli ivoriani. Già quando li incontrai per la prima volta ebbi un’idea molto positiva. Certo, da allora ad oggi anche loro hanno avuto istruzione, qualche possibilità in più, vocazioni, ma lo

spirito è rimasto.A proposito di vocazioni, la ten-denza africana è in contrasto con la crisi che abbiamo in Italia, lo può confermare?Sì. Noi siamo andati per diffon-dere il Vangelo, ora sono loro che vengono da noi per evangelizzarci (sorride, ndr). Dal 1987 abbiamo avuto un seminario nostro, come Stimmatini, e abbiamo consacrato 25 sacerdoti, alcuni dei quali oggi sono qui in Italia tra Milano, Par-ma, e Verona. Un nostro sacerdo-te oggi è insegnante di religione alle Stimmate.Se tornasse indietro, avrebbe im-maginato proprio così la sua vita da missionario?Ho sempre avuto fiducia nella gra-zia di Dio e nelle persone che mi ha fatto incontrare. Non tutto è stato facile per me, soprattutto per la mia salute perché spesso mi sono ammalato. Proprio la salute mi ha impedito di diventare missionario prima, ma poi la mia vita è stata ugualmente intensa. Devo ringra-ziare il buon Dio che mi ha dato, per molti anni, la gioia e la forza di annunciare la Sua Parola anche tra molte persone in difficoltà.

settembre 201434 antheonP

Da sinistra in alto: Padre Lino riceve l’ordinazione, e i festeg-giamenti per i suoi 50 anni di sacerdozio.In basso con Papa Wojtyla e in una delle prime foto in Co-sta d’Avorio

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settembre 2014 35 antheonP SOLIDARIETÀLa particolare missione di una suora comboniana veronese

Una vita tra le martiridel nuovo secoloSuor Valeria Gandini, originaria di Bosco Chiesanuova, è impegnata in prima linea nella lotta contro la prostituzione. È lei stessa a raccontarci paure, speranze, attese di giovani donne costrette a vendersi per pochi euro e di come sia difficile combattere contro i loro carnefici.

Capita a volte di ritrovarsi a leggere storie di grandi don-ne che, dopo essersi laurea-te nelle migliori scuole, aver

girato il mondo ed essersi affannate una vita intera per il loro lavoro rice-vono, finalmente, meritati riconosci-menti, menzioni, premi alla carriera o magari, se fortunate, addirittura un Nobel. Sconosciute poi alla maggior parte delle persone esistono figure femminili considerate minori, degne, forse ancor di più, di essere portate a conoscenza di tutti per il loro esempio e per quello che hanno saputo o san-no dare alla società. Una di queste è Suor Valeria Gandini, originaria di Bosco Chiesanuova e suora combo-

niana da cinquanta anni. Il suo cam-mino di fede inizia all’incirca nel 1964 a Londra dove, oltre a mettere le sante vesti, diventa infermiera, capo sala e poi ostetrica. La sua vita pro-segue in missione e nel 1969 parte per il Sudan, dove trascorre quattro anni all’interno del reparto mater-nità dell’ospedale di Khartoum per poi essere trasferita per cinque anni in Etiopia per l’apertura di una nuo-va missione. A questi si aggiungono gli undici anni trascorsi tra Uganda e Kenya, tra catechesi per gli adul-ti, lavori di contabilità e l’avvio di vari progetti sociali rivolti a bambini e a detenuti. Il tutto in un clima di guerra, tensioni sociali e una povertà che non lascia respiro. Ma è proprio durante un periodo di pausa, durante il qua-le rientrata in Italia per riposare, che Suor Valeria s’imbarca per un viag-gio, o meglio dire per una missione diversa dalle altre e dentro la quale tutt’oggi investe forze, lavoro e fede. La sua è una vera battaglia contro la tratta delle prostitute, o come le de-finisce lei: «le martiri dei nostri giorni».

di Giorgia Castagna

Incontriamo Suor Valeria a casa di amici in una fresca serata di fine giu-gno. Ci accomodiamo in salotto, per non essere disturbate, e lei al morbi-do divano preferisce una sedia di le-gno. «Sono a casa per salutare i miei cari e per riprendere un po’ di ener-gia, ma devo tornare in Sicilia, là han-no bisogno di me». Inizia così la nostra lunga ed emozionante chiacchierata durante la quale Suor Valeria oltre a raccontarci del suo passato ci parla del presente e della necessità di in-tervenire per cambiare le cose. Sono gli anni Novanta quando, a fronte della prima ondata d’immigrazione a Verona, il direttore della Caritas Don Giuseppe Cacciatori, con l’appoggio dell’allora Vescovo Don Nicora, met-te a disposizione un centro d’ascolto per aiutare i primi stranieri in arrivo, attorno al quale vengono attivati una serie di servizi per l’integrazione so-ciale. «Sono stata chiamata a seguire il progetto nella sua fase d’avvio e fin da subito mi resi conto che qualcosa non tornava. Recandomi in maternità per aiutare le donne nigeriane parto-

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rienti, comunicando con i medici, ho scoperto la grande tratta che inizia-va a svilupparsi nel nord Italia, e in particolare a Verona. Donne, o forse è meglio parlare di ragazzine, raggi-rate dalla convinzione di essere tratte in salvo dalla miseria dei loro paesi, che venivano portate nel Bel Paese e qui sfruttate e obbligate a prostituir-si». Per vent’anni Suor Valeria, grazie alla collaborazione dell’Ulss di Busso-lengo e con il sostegno del Comune di Verona lavora, tramite la Caritas veronese, sulle strade della città per portare sostegno, preghiera e amore a donne lasciate in balia di sfrutta-tori che sotto minacce e torture ogni sera le obbligano a scendere in stra-da. Con voce ferma e decisa, quasi a voler convincerci che dagli errori s’im-para e che presto le cose cambie-ranno ci narra crudi episodi: donne distrutte psicologicamente portate a drogarsi e a bere, bambine (perché a quattordici anni sono ancora bambi-ne, ndr) picchiate e sfruttate, madri obbligate a svendersi a cinque euro. Serve rinchiuse in una prigione a por-te aperte da dove scappare è impos-sibile. Quattro anni fa viene chiesto a Suor Valeria di recarsi in Sicilia per avviare anche qui, dopo l’esperienza

di Verona, uno sportello d’aiuto tra-mite la Caritas diocesana di Paler-mo per aiutare le donne vittime della tratta. «A Palermo, come succede-va per Verona, abbiamo avviato un doppio sportello d’aiuto per donne in difficoltà, uno interno e uno esterno. Aspettiamo le ragazze nel centro e usciamo per incontrarle. Tutte le sere in un gruppetto di quattro/cinque vo-lontari, tra cui una mediatrice cultu-rale, un diacono, un sacerdote e una psicologa, andiamo a trovarle. Sia-mo loro amici e le portiamo conforto, amore e qualcosa di caldo da bere e poi preghiamo, perché è questo il momento che aspettano. Vogliono invocare Dio avvicinarsi a lui per li-berarsi, per trovare sollievo. Chiedo-no perdono, si scusano se ogni sera sono costrette a vendere corpo e anima per non essere picchiate, per salvaguardare i loro famigliari da ri-torsioni e guadagnare due soldi e poi chiedono: perché?». Dal 2010 a oggi il Centro diocesano di Palermo con-ta sole dieci donne che hanno avuto il coraggio di liberarsi. Accolte all’in-terno della struttura, sono state na-scoste e trasferite in altre città dove hanno ricevuto nuove identità con l’assoluto anonimato. L’Unione euro-

pea stima che le donne sfruttate a fini di prostituzione provengano per due terzi dall’Europa dell’Est e per un terzo dai paesi in via di sviluppo, in particolare dal centro Africa. Prima di salutare Suor Valeria le chiediamo di chi sia la responsabilità e il grado di colpa di chi va con queste donne. «Questi uomini vanno e comprano il sesso! Pagano gli sfruttatori e la ma-fia che stanno dietro alla tratta e la loro è una responsabilità grandissi-ma. A Palermo abbiamo avviato tanti nuovi progetti, anche all’interno delle scuole, per far capire proprio ai nostri ragazzi, ai nostri uomini di riflettere. Il sesso non è qualcosa da comprare, loro non sono strumenti in vendita. Quotidianamente subiscono questa grande vergogna: essere sulle stra-de nude ad aspettare vecchi, giovani, violenti o ubriachi pronti a sfruttarle per pochi euro da consegnare a ti-ranni che le sfruttano come fossero animali». La Caritas di Palermo fa sapere che qui ogni ragazza paga un pizzo di 200 euro solo per l’affitto del marciapiede dove lavora, e ancora, che per tornare a essere libera do-vrebbe pagare tra i 65-80mila euro. No, liberarsi da questa prigione non è così semplice.

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settembre 201438 antheonPSOCIALE Un’estate diversa

Non tutti i giovani scelgono di trascorrere le vacanze al mare, con gli amici, o in qualche capitale europea, in totale relax. Senza abbandonare il divertimento, c’è chi sceglie di tra-scorrere in modo più produttivo il proprio tempo libero, arricchendosi con esperienze non comuni, ma altamente formative, a servizio del prossimo. Abbiamo incontrato alcuni ra-gazzi veronesi che hanno portato avanti con orgoglio questa scelta “alternativa”.

Vacanze... alternative!

Andare in vacanza per riposare? No, per cono-scere e aiutare! È quan-to hanno scelto di fare, lo

scorso luglio, Sofia, Beatrice, Fe-derico, Lorenzo, Gianmarco, Fabio e Federico, sette giovani veronesi tra i 12 e i 18 anni, partiti insieme a quattro adulti alla volta della Tan-zania per mettersi a servizio dei bambini dell’orfanotrofio di Mgo-lole, a Morogoro, portato avanti dalle sorelle della Congregazione dell’Immacolato Cuore di Maria. Un gruppo formatosi alcuni mesi fa, quando Paolo Annechini, gior-nalista veronese, di ritorno da Mo-rogoro, ha lanciato l’idea di soste-nere concretamente l’orfanotrofio anche attraverso una presenza fisica sul luogo, allo scopo di en-trare in contatto con i bambini, fa-cendoli sentire amati e importanti.«Alcuni di noi» spiegano i ragazzi, «hanno deciso di partire su spinta dei propri genitori, che riteneva-no questa esperienza importan-te per la nostra formazione. Altri, invece, si sono offerti spontane-amente. Nessuno di noi si pente dell’esperienza, anzi, non vediamo l’ora di ripartire! Siamo stati colpiti dall’accoglienza che ci hanno ri-servato queste persone, che han-no voluto condividere il poco che

hanno con noi. Vedere come vi-vono, capire che alcune cose, per noi scontate, in altri luoghi non lo sono assolutamente, ci ha cam-biati e arricchiti».Nelle due settimane trascorse in Tanzania i ragazzi hanno passato una decina di giorni nell’orfano-trofio, visitando anche le scuole e i dispensari (ambulatori di pri-mo soccorso, sparsi sul territorio, là dove gli ospedali non esistono, ndr) nei villaggi attorno a Mgolo-le. I restanti giorni, li hanno spe-si a conoscere le bellezze di una terra unica al mondo, non man-cando di visitare i luoghi simbolo della schiavitù, come il museo di Bagamoyo.«Abbiamo collaborato attiva-mente alle attività portate avan-ti dalle sorelle, secondo i nostri mezzi» racconta Paola Annechi-ni, che assieme a Paolo Zecchi-ni, Paola Cavalieri e Sabrina Dai Prè ha accompagnato i ragazzi in questa esperienza. «Le sorel-le» spiega, «sono autosufficienti in tutto: coltivano i campi, hanno laboratori di falegnameria, sarto-ria, alcune di loro sono infermiere, medici e insegnanti. Nonostan-te i loro sforzi, le numerose real-tà che portano avanti a servizio della comunità hanno bisogno di

un sostegno economico e fisico». «Noi, per esempio,» aggiunge Sa-brina Dai Prè, «ci siamo adoperati a sistemare le zanzariere, fon-damentali per evitare ai bambini malattie come la malaria».«L’idea, ora, è di dare continuità a questa esperienza» conclude Pa-ola Cavalieri, «mettendoci in con-tatto con altre realtà del territorio che portino avanti i nostri stessi obiettivi. Stiamo portando la no-stra testimonianza tra gli ado-lescenti, sperando di stimolare i ragazzi a interessarsi agli altri e, perché no, a partire con noi l’anno prossimo!».

Avanti, giovani:il presente vi aspetta!30.000 giovani tra i 16 e i 21 anni si sono dati appuntamento, dal 7 al 10 agosto scorsi, a San Rossore (Pisa), per un evento importan-tissimo nel mondo dello scouti-smo: la Route Nazionale dell’Age-sci (Associazione Guide e Scouts Cattolici Italiani), riproposto a una ventina d’anni dall’ultima edizio-ne. L’incontro è stato preceduto da sei giorni di “campo mobile”: suddivisi in 456 gruppi, formati da comunità provenienti da tut-ta Italia, i 30.000 giovani hanno condiviso un percorso di scoper-

di Francesca Mauli

Due scatti dei ragazzi protagonisti del viaggio in Tanzania

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settembre 2014 39 antheonP Un’estate diversa

ta, riflessione, spiritualità e incon-tro. A unire le due esperienze, una parola-chiave: il coraggio.«Il nostro gruppo, il Verona 6, ha condiviso l’esperienza del cam-po mobile con i clan Alghero 1 e Ivrea 3, nei pressi di Longaro-ne» racconta Jennifer Giusti, 20 anni. «Durante il campo abbiamo condiviso le nostre esperienze, le speranze per il nostro futuro e per quello del nostro Paese, sul filo conduttore del tema del coraggio.L’obiettivo finale era quello di ar-rivare alla stesura di una “Carta del Coraggio”. A questo scopo, ognuno dei 456 gruppi ha eletto un “alfiere”, un portavoce, che ci ha rappresentati a San Rossore

durante la stesura vera e propria della Carta». Ed è toccato a Chia-ra Cracco, coetanea di Jennifer, rivestire questo delicato ruolo. «Abbiamo deciso di portare a San Rossore, alcuni temi che ci sta-vano particolarmente a cuore: la trasparenza dell’informazione, la legalità e la giustizia». Molti gli argomenti trattati: «lega-lità, territorio, informazione, edu-cazione, lavoro, Chiesa, amore» spiega Nicolò Corradi, compagno di Jennifer e Chiara. Alla fine sono stati messi nero su bianco sulla “Carta del Coraggio”, «i nostri im-pegni concreti, da portare avanti nell’immediato futuro, ma anche richieste formali di impegno ri-

Scout a VeronaA Verona e provincia sono in tutto una cinquantina i gruppi scout attivi, e ha sede a Santa Maria in Stelle il “Centro studi Luigi Brentegani” sullo scouti-smo, punto di riferimento a li-vello nazionale.

volte alle istituzioni, in primis lo Stato, la Chiesa e l’Agesci stes-sa» prosegue Nicolò. «È stato un momento molto bello e condotto con grande serietà. Questa Car-ta rappresenta il nostro impegno come nuova generazione di adulti nel Paese, ed è stata accolta po-sitivamente dalle istituzioni, sia dallo Stato, presente nella figura del Presidente del Consiglio Ren-zi, anche lui scout, e dal cardinal Bagnasco, che hanno sottolineato l’importanza di questo nostro la-voro.C’è da auspicare, ora, che tutte le parti si impegnino per la buona riuscita di questo progetto!» con-clude Chiara.

Il gruppo VR6 assieme ad Alghero ed Ivrea durante il campo mobile

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settembre 201440 antheonP

Si trova a Roverè dove, in un bosco a pochi minuti a piedi dal centro del capoluogo, è possi-bile visitare una singolare galleria a cielo aperto. Un omaggio alle “Donne dei monti” dipinte da Gianni Franceschini

Il Museo del boscoin cui l’arte incontra la natura

di Marta Bicego

L’arte incontra la natura. Accade a Roverè Verone-se dove in un bosco a pochi minuti a piedi dal centro del

capoluogo, lungo la strada che conduce a San Francesco, nei pressi di contrada Vajo è possibi-le visitare una singolare galleria a cielo aperto. A fare da pareti, ci sono alberi e rigogliosa vegetazione. Come pavimento, un sentiero battuto che si inerpica in leggera salita sul monte. Il soffitto, azzurro, è talvolta punteggiato di nuvole. In questa ambientazione già di per sé singolare, a colorare l’ambien-te intervengono, senza essere invadenti, le dieci grandi tavole di legno dipinte da Gianni Fran-

ceschini. Pittore originario di San Giovanni Lupatoto, e parecchio altro ancora a leggere il suo cur-riculum, che le ha appositamente realizzate per dar vita al “Museo del bosco”. Altro ancora vuol dire attore professionista per oltre 35 anni, ideatore di progetti didatti-ci e performance teatrali rivolti in modo particolare ai giovani, au-tore di testi poetici, illustratore di libri, mimo, clown, cantautore. Dipingere, per Franceschini, è sempre stata una passione «indo-mabile» che l’ha portato a espor-re in varie città, dall’Europa fino al nord America. Ora che per un po’ ha deciso di fermarsi in Lessinia, trasferendosi a vivere in una delle sue contrade, non c’è nulla di me-

glio della sua arte per presentar-si a chi ancora non ne conosce il talento. «Si tratta di uno scambio di conoscenza. Io porto questo e, poi, vedremo cosa succederà...» aggiunge.Nell’idea di far incontrare natura e opere artistiche ha trovato il so-

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settembre 2014 41 antheonP Occasione per Verona?settembre 2014 41 antheonP

Spostandosi nel Vicentino,per la precisione nel Comunedi Lusiana, esiste un museo al-trettanto originale. È il Parco del Sojo (www.parcodelsojo.it), nato nel 2000 dall'intuizio-ne dell'architetto Diego Morlin di recuperare un sito in stato di abbandono, facendo dialo-gare il paesaggio dell'altopiano di Asiago con l'arte contempo-ranea. Il risultato è un dedalo naturale di sentieri in cui instal-lazioni in legno, pietra, ferro e gres creano un connubio con la natura. È aperto, in via Covolo, la domenica e nei giorni festivi. Per informazioni: telefono 0424 503173, email [email protected]. Per avere un'anticipa-zione potete consultare online il video “Sojo: quando le pietre presero forma” prodotto da Marco Agostinelli Art per la re-gia di Andrea Liuzza.

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stegno dell’assessore comunale alla Cultura Michela Canteri che aveva tra i progetti custoditi nel cassetto quello di realizzare una simile iniziativa. «Mi hanno det-to che in una frazione del nostro Comune si era trasferita una per-sona che aveva scritto sulla carta d’identità “attore”. E ho dovuto, per forza, andare a conoscerla» precisa. Incontro quasi casuale che, alla scoperta di avere a che fare con un concittadino tanto poliedrico, ha avuto come evolu-zione naturale la nascita del sin-golare percorso espositivo, grazie anche al sostegno del Comune di Roverè, della Cassa Rurale Bas-sa Vallagarina e dell’associazione culturale Mamitielù. «Ho portato le mie creazioni in luoghi pubblici: in ospedali, nel-le scuole, in giardini e addirittura nelle chiese. Ma una galleria per-manente, all’interno di un bosco, è il massimo che un artista pos-sa desiderare» spiega ancora il pittore lupatotino. Ed è soltanto l’inizio, assicura, promettendo di

aggiungere altri tocchi di creativi-tà attraverso nuove installazioni. Strada facendo. I soggetti ritratti sono le “Donne dei monti”: visioni colorate e fan-tastiche in cui figure femminili, dai tratti naïf, dialogano con piccoli animali, ricevono missive d’amo-re, siedono su un cavallo bianco. Soggetti catturati dall’immagina-zione di un viandante di passag-gio, rivela, che in un percorso di cambiamento vuole lasciare del-le impronte sul proprio cammi-no. Allora, conclude Franceschini, «sceglie sentieri e vie per attra-versare poeticamente il mondo. Arriva in un luogo, sente la mu-sica, i suoni del risveglio e del ri-poso. Odora l’aria, le erbe, gusta i sapori. Scorge visi e camminate, sguardi e danze. Ascolta le voci, le risate e i pianti. Immobile riceve le storie, beve le narrazioni». Con la natura a fare da sceno-grafia, a salutare il visitatore è “La Madre dei monti”: simbolo di ma-ternità e richiamo al ruolo della donna. Dettagli disseminati sul-

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le tavole richiamano il lavoro nei campi, la quotidianità nelle con-trade, il rapporto con gli anima-li, le voci e i fuochi d’artificio che riempiono le notti d’estate. In un crescendo, come una liberazione, che culmina nell’opera “Verso il cielo” sulla quale una fanciulla su un cavallo bianco alza le braccia. Quasi a sfiorare le nuvole.

Gianni Franceschini

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settembre 201442 antheonPSPORT Verona capitale europea dell’endurance

A luglio, in provincia di Verona, e precisamente al Parco di Pontoncello, si è tenuto l’Italia Endurance Festival, il più importante evento di categoria dell’anno in Europa. Una disciplina equestre non molto conosciuta in Italia, ma con davanti un grande futuro.

Il fascino di uno sport tutto da scoprire

Ci si sarà meravigliati, forse, attraversando le campagne dell’est vero-nese a luglio, e precisa-

mente quelle comprese nel ter-ritorio del Parco di Pontoncello, un’oasi naturale di oltre 350mila metri quadri che ricade nei comu-ni di San Martino Buon Albergo, San Giovanni Lupatoto e Zevio, e veder spuntare splendidi esem-plari di cavallo arabo montati da cavalieri provenienti da ogni parte del mondo. Chi mai si fosse im-battuto in questo straordinario spettacolo rappresentato da un perfetto equilibrio tra uomo e ani-male, sappia che si trattava di una manifestazione internazionale di endurance, una disciplina eque-stre, paragonabile alla maratona dell’uomo, molto diffusa nei paesi arabi e che sta prendendo piede, da qualche anno a questa parte anche in Europa.E proprio in Europa, e qui da noi in Italia, nel veronese, si è svolto dal 10 al 27 luglio l’Italia Endurance

Festival, una kermesse di sport e spettacolo con quartier genera-le a San Martino Buon Albergo, nella frazione di Mambrotta, che ha portato in tre giornate di gara, il 12, il 26 e il 27 luglio, il Campio-nato Europeo FEI Juniors e Young Riders, dominato dalla Spagna, e le competizioni CEIO e le CEI va-lide per l’H.H. Sheikha Fatima Bint Mubarak Ladies Endurance Cup e l’H.H. Sheikh Mansoor Bin Zayed Al Nahyan Endurance Cup, in cui si sono imposti molti atleti emiratini. Oltre 250 i binomi (cavallo e cava-liere) provenienti da 26 Paesi tra cui, oltre all’Italia nazione ospitan-te, da Austria, Argentina, Bahrein, Belgio, Danimarca, Emirati Arabi Uniti, Francia, Finlandia, Germa-nia, Gran Bretagna, Grecia, Irlan-da, Marocco, Norvegia, Olanda, Polonia, Portogallo, Repubblica Ceca, Russia, Slovenia, Slovacchia, Spagna, Svizzera, Svezia, Unghe-ria.Assieme a loro oltre 600 persone dello staff e più di 150 volontari

che hanno lavorato per la sicu-rezza del tracciato e delle attività svolte all’interno del campo gara.«Numeri, come ho ribadito più volte, che con tutto l’ottimismo della vigilia non ci saremmo mai aspettati» ha commentato James Coppini, Event Director di Italia Endurance Festival «Un successo oggettivo che ci fa dire senza dub-bio che si è trattato dell’evento di endurance più importante in Eu-ropa per questo 2014, e sono con-tento che si sia svolto proprio qui, in Italia, e in particolare a Verona».«La soddisfazione maggiore da parte mia è aver visto e sentito moltissimi riders complimentarsi per il tracciato, vero punto di for-za della manifestazione svolta qui al Pontoncello» prosegue Coppini «Un contesto ideale per la disci-plina dell’endurance, all’interno di un’oasi naturale perfetta per il connubio uomo e cavallo che ha contribuito a far registrare me-die orarie “da deserto”, molto alte considerando anche il periodo in

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cui si è svolta la manifestazione».«Ci serviva la conferma sul campo delle nostre sensazioni pre-even-to, e le abbiamo avute. Questo ci rende consapevoli di avere a di-sposizione tutti i requisiti per orga-nizzare nel 2015 un Campionato del Mondo Giovani cavalli (già as-segnato dalla FEI, ndr), sempre qui a Verona, ancora più spettacolare e ancora più ricco di sorprese e di emozioni».Soddisfatto anche il sindaco di San Martino Buon Albergo, Valerio Avesani, che è ben consapevole di aver ospitato sul suo territorio, e su quello degli altri otto comu-ni coinvolti dalla manifestazione sportiva (Verona, San Giovanni

Lupatoto, Zevio, Belfiore, Ronco, Albaredo, Caldiero e Veronella, ndr), un evento di respiro interna-zionale unico nel suo genere.«Abbiamo assistito a uno spet-tacolo affascinante da più punti di vista» ha affermato il sindaco, portavoce anche degli altri primi cittadini veronesi «Sia da quel-lo sportivo, con una carrellata di splendidi esemplari provenienti da tutto il mondo, sia da punto di vista della valorizzazione del terri-torio. Il Parco del Pontoncello, che in questi anni assieme ai comuni di San Giovanni Lupatoto e Zevio abbiamo cercato di promuovere con diverse iniziative, si è rivelato il contesto straordinario per po-

ter ospitare una manifestazione equestre di tale portata. Un futuro come ippovia internazionale, quin-di, ma anche come grande area ciclopedonale per appassionati e famiglie. Stiamo investendo molto su questo progetto e sentiamo la vicinanza anche di cittadini e ti-tolari di strutture ricettive, questi ultimi evidentemente soddisfatti per la presenza all’interno di hotel e B&B in occasione dell’Italia En-durance Festival».«Ringrazio infine tutte le istituzioni, i sindaci, le associazioni, i volontari, le pro loco, il comitato organizza-tore per il grande lavoro di squa-dra che ha portato a un risultato eccellente».

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RUBRICA

Ciao! Mi chiamo Nicole Scevaroli, ho 25 anni ed abito a Verona. Ho una grande passione per la cucina e sono specializzata in ricette senza questo o quell’ingrediente. Da circa un anno tengo un blog che si chiama “senza latte e senza uova” nel quale propongo tantissime idee sia dolci che salate. Ho da poco pubblicato il mio primo libro che si intitola “Dolci Impossibili ”. In questa rubrica vorrei proporvi delle ricette semplici, sane, divertenti e golose pertrasmettervi la mia voglia di cucinare, infornare ed assaggiare!Se volete contattarmi: [email protected]

L’immanca-bile dolce da compleanno al cacao e bi-scotti. Nella mia versione non c’è bur-ro, ne mar-garina, ne latte o uova. E’ buonissi-mo ma sen-za grassi!Procedimen-to: Frullate i bi-scotti in un mixer. Unite il cacao, lo zucchero, il rum, il latte di soia e il miele. Impastate con le mani, date al composto la forma di un salame ed avvolgetelo in un foglio di allumi-nio. Mettetelo in frigorifero per un paio d’ore, pas-satelo nello zucchero e velo e poi tagliatelo a fette.

Tornati dalle vacanze si ha sempre voglia di qualcosa che ce le ricordi. Che ne dite della Paella? E’uno dei piatti più buoni dell’estate.Procedimento:In una padella antiaderente saltate prima i pisellini, poi i peperoni tagliati a cubetti ed infine i gamberi sgusciati, con un filo d’o-lio e sale. Cuocete il riso in acqua bollen-te, sale grosso e tre cucchiai di curry per 6 minuti. Scolatelo e unitelo alle verdure. In un pentolino fate bollire 200ml d’acqua con la bustina di zafferano e versatela nel riso. Fate asciugare alzando la fiamma e poi guarnite con i gamberi.

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Ingredienti

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400gr di riso parboiled

60gr di pisellini surgelati

10 fagiolini lessi

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Curry in polvere

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1 bustina di zafferano

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Page 46: Pantheon 53 - Scuola ad un bivio

settembre 201446 antheonPASSOCIAZIONI Tre eventi per inaugurare Cosmopolitan Music Art

Forte del patrocinio del Comune di Negrar, Verona e Provincia di Verona, del Conservatorio di Musica Dall’Abaco e dell’Istituto Regionale Ville Venete, l’Associazione Culturale Cosmo-polit Music Art è pronta ad aprire i battenti nel mese di settembre con tre eventi imperdibili per gli appassionati di musica e letteratura classica.

La Musica ritrova i propri spazi

Nata per volere di docenti del Conservatorio e delle Belle Arti, Cosmopolitan Music Art vuole promuo-

vere il lavoro di ricerca nell’ambi-to di repertori musicali di qualità e poco noti, trovando nel contempo sedi di valore storico e artistico che ben inquadrino le opere stes-se. I giovani studenti, diplomandi e diplomati, avranno l’occasione di suonare con colleghi stranieri, condividendo le esperienze degli stessi docenti, impegnandosi ad esportare il patrimonio artistico italiano. Questa duplice esigen-za di fornire occasioni musicali agli allievi ed esportare il retaggio italiano all’estero sono al cuore dell’impegno civico/culturale dei soci fondatori.Abbiamo avuto modo di parlare con Luisa Zecchinelli, docente di pianoforte presso il Conservatorio e responsabile delle relazioni pub-bliche e culturali dell’Associazione. Ci ha raccontato dei tre eventi di

apertura che si terranno nel mese di settembre (15, 23, 30) in Villa Mosconi Bertani di Negrar e pres-so il Delser Castellum Aquae di Verona.«Quando la musica viene inseri-ta in un certo ambiente ritrova il proprio suono. Ciò che vorremmo ricreare è un’esperienza totaliz-zante e raffinata per l’ascoltatore: testi letterari, musica e ambiente suggestivo.Le tre serate in programma pun-tano proprio a questo: immergere l’ascoltatore in un’epoca passata. Per questo abbiamo cercato for-temente di collaborare con l’Istitu-to Ville Venete. Presenteremo una monografia dedicata a Paolo Ve-ronese, accompagnata e seguita da musiche del tempo. Succes-sivamente una serata di Gala, in un’antica villa patrizia romana ri-adattata ad hotel, dove tre giova-ni cantanti provenienti da Corea e Giappone si esibiranno con al-trettanti professionisti. A chiudere

presenteremo un cd dedicato alle liriche dannunziane, con materia-le inedito di autori poco conosciu-ti dell’epoca come Guido Alberto Fano e Mario Pilati».Il 15 settembre è quindi la data da segnare per tornare ad apprez-zare la musica barocca nostrana. La professoressa Zecchinelli tiene però a precisare: «siamo partiti da quelle che erano le nostre espe-rienze personali.Ciò non toglie che rimaniamo aperti a qualsiasi forma di espres-sione musicale dall’alto contenuto qualitativo e mediatico.Affiancare con il tempo coreogra-fie in collaborazione con Associa-zioni e Istituti di formazione è uno dei tanti progetti che abbiamo in mente.Per questo vorremmo sentire quali sono le opinioni del pubblico e dei nostri associati che potranno condividere le impressioni, infor-mazioni o proposte attraverso il nostro sito www.cmamusicart.it».

di Francesco Turlon

IL DIRETTIVOSalvatore Viviani (Presidente e Legale Rappresentante)Annunziata Lia Lantieri (Vicepresi-dente e direttore artistico)Giorgio Bagnoli (Consigliere e respon-sabile performing arts)Gianni Pozzani (Consigliere e respon-sabile sez. arte e artigianato)Luisa Zecchinelli (Segretario ammini-strativo e relazioni culturali)

GLI EVENTI15 settembre - “Allegorie dell’amore in musica” (Villa Mosconi Bertani di Ne-grar) ore 20.0023 settembre - “Galà lirico di inaugu-razione” (Delser Manor House Hotel CASTELLUM AQUAE) ore 20.0030 settembre - “D’Annunzio: l’eletto canto” (Villa Mosconi Bertani di Ne-grar) ore 19.30

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RICONOSCIMENTI Il 27 e 28 le cerimonie di consegna del Premio Masi e del Premio Salgari

Un fine settimana ricco di spunti e di temi legati alla cultura viti vinicola e letteraria. Sabato 27 giornata di festa per il prestigioso Premio consegnato dalla Fondazione Masi e l’indoma-ni, domenica, l’atto conclusivo del Premio internazionale di letteratura avventurosa.

Fine settembreall’insegna della cultura

di Matteo Scolari

Sarà senza dubbio un weekend partico-lare per coloro che amano immergersi nella cultura e nelle tradizioni legate al territorio veneto e non solo. Nei giorni

consecutivi di sabato 27 e domenica 28 set-tembre prossimi si celebreranno a Verona e in provincia due Premi che, seppur con storia e percorsi diversi, tengono alto il nome della no-stra città in tutto il mondo.

«Per aver contribuito con la sua autorevolez-za di artista di fama mondiale e con la sua passione di produttore, e gioia di estimatore, a dare lustro al vino, diffondendo il messaggio che “una bottiglia di vino è, di fatto, una botti-glia di felicità”». È con questa motivazione che la Fondazione Masi ha deciso di assegnare il Premio Internazionale Masi Civiltà del Vino ad Andrea Bocelli, “il più popolare cantante d’o-pera di tutti i tempi”, così come lo ha definito il New York Times. È senz’altro lui, l’artista toscano, il nome più altisonante dell’edizione 2014 del prestigioso Premio Masi, giunto alla sua 33esima edizione e che quest’anno sarà celebrato in una serata di spettacolo e talk show, sabato 27 settem-bre, al Teatro filarmonico di Verona. Insieme a Bocelli, di cui molti non conoscono la sua passione per il vino e il suo ruolo di interprete di terza generazione, con suo fratello Alber-to, della cultura della terra assorbita tra i 120 ettari di famiglia, di cui 8 destinati a vigneto, a Lajatico, nel cuore della Val d’Era in provin-cia di Pisa, sono stati premiati la giornalista e scrittrice bielorussa Svetlana Alexievich, lo sceneggiatore padovano Umberto Contarello, il professore emerito veneziano Mario Isnenghi e il presidente dell’Associazione Ville Venete Alberto Pasi. La Alexievich è stata la cronista degli eventi più importanti dell’Unione Sovieti-ca della seconda metà del XX secolo, che sono

stati ispirazione anche dei suoi libri più famosi (La guerra non ha un volto di donna; Ragazzi di Zinco; Preghiera per Chernobyl). A sostenere le motivazioni dell’assegnazione del Premio Masi Grosso d’Oro Veneziano (sezione riservata a personalità che hanno contribuito a diffondere nel mondo la cultura, nelle sue diverse acce-zioni, generando comprensione, solidarietà e progresso civile tra i popoli, ndr) «lo straordina-rio lavoro di indagine compiuto nel periodo so-vietico e post comunista con cui ha dato voce in Occidente ai sentimenti della gente comune e ai drammi irrisolti della società est europea». Ad Umberto Contarello, che ha collabora-to con i principali registi italiani (tra cui: Car-lo Mazzacurati, Gabriele Salvatores, Michele Placido, Fabrizio Bentivoglio) contribuendo a creare uno stile di sceneggiatura originale per ricchezza di dettagli e approdando all’Oscar con “La grande bellezza” (2014) che ha sce-neggiato con Paolo Sorrentino, è stato asse-gnato il Premio Masi Civiltà Veneta, sezione riservata alla cultura, a personalità venete di origine e d’adozione che hanno contribuito a tutelare e trasmettere i valori civili e universali delle Venezie. A lui la Fondazione Masi ricono-sce il merito di aver contribuito sin dagli esor-di a raccontare con Mazzacurati l’originalità del Veneto e di aver realizzato per Sorrentino «un’opera di altissimo valore estetico e un ge-niale ritratto della città eterna». Uguale ricono-

Andrea Bocelli

Svetlana Alexievich

Umberto Contarello

Mario Isnenghi

Alberto Passi

Sandro Boscaini

Premio Masi 2014

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settembre 2014 49 antheonP

scimento anche per Mario Isnen-ghi, il quale conduce il Premio Masi dentro la storia della Prima Guerra Mondiale, di cui quest’anno ricorre il centenario. Veneziano, profes-sore emerito presso l’Università lagunare, Isnenghi è uno dei più autorevoli storici italiani che molti lettori conoscono per il suo libro più famoso, ora ritornato sugli scaffali: Il mito della Grande Guerra (1970 – edizioni Il Mulino). Isnenghi «ha av-vicinato generazioni di italiani alla realtà della Grande Guerra, tra-gedia di cui il Triveneto è stato uno dei principali scenari, sfrondandola dai luoghi comuni senza rinunciare a sottolinearne gli aspetti ideali, il coraggio e l’abnegazione dei com-battenti». L’Associazione Ville Venete e il suo presidente Alberto Passi chiudono l’albo dei premiati che il 27 settem-bre apporranno la loro firma sulla storica Botte di Amarone, simbolo del Premio Masi da 33 anni. Trevi-giano, erede della villa secentesca Tiepolo Passi, è presidente dell’As-sociazione costituita per conserva-re, valorizzare e promuovere il pa-trimonio artistico e architettonico del Veneto «emblema della cultura delle Venezie».«I premiati di questa edizione rappresentano discipline e setto-ri molto eterogenei; una varietà che dimostra la grande ricchez-za culturale che continua a con-traddistinguere il nostro Paese» ha affermato Isabella Bossi Fe-drigotti, presidente della Fonda-zione Masi. Per Sandro Boscaini, vice presidente della Fondazione e presidente della Masi Agrico-la ha confessato: «L’intuizione che mi ha portato ad istituire il Pre-

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mio Masi oltre 30 anni fa, nasceva dalla consapevolezza che impresa e cultura si appartengono e si in-tegrano. Il Premio Masi, arrivato nella piena maturità, è stato quin-di antesignano nell’affermare il principio, oggi sempre più diffuso, dell’interconnessione tra i due set-tori: senza cultura non può esserci impresa che resista nel tempo e senza impresa la cultura difficil-mente trova rinnovato vigore».

Una Giuria di esperti composta da nomi prestigiosi quali Alan D. Al-tieri, Alftredo Colitto, Luca Crovi, Gianfranco de Turris, Darwin Pa-storin e Paola Pioppi ha permesso ai tre romanzi avventurosi finalisti della quinta edizione del Premio Letterario biennale “Emilio Salgari” di contendersi la vittoria finale che verrà decretata domenica 28 set-tembre in una grande cerimonia di premiazione che si terrà a partire dalle 17.30 presso la Sala congres-suale di Villa Quaranta Park Hotel Verona a Ospedaletto di Pescan-tina. Le tre opere finaliste sono “La morte si muove nel buio” (Monda-dori) di Luigi De Pascalis, “Il testa-mento del papa” (Nord) di Giulio Leoni, e “Invictus. Costantino l’im-

peratore guerriero” (Rizzoli) di Si-mone Sarasso. Un’edizione, quella di quest’anno, che ha visto alcune tappe importanti di avvicinamen-to dislocate su tutto il territorio veronese, che hanno permesso di incontrare gli autori, anche delle edizioni passate, e di conoscere più da vicino le loro produzioni lette-rarie. Sono stati coinvolti l’Istituto Professionale per i Servizi alber-ghieri “Angelo Berti” di Chievo per il tradizionale Pranzo Salgariano, a inizio maggio, e poi ancora la Bi-blioteca Civica di Verona, la libre-ria “Il Minotauro” di via Cappello, il ristorante-Albergo Cà dei Maghi a Fumane, la Sala Bodenheim del Centro Eugenio Turri di Grezzana, il Liceo Scientifico Angelo Messeda-glia, l’Università di Verona, la Villa Mosconi Bertani ad Arbizzano, l’al-bergo Gardesana di Torri del Be-naco e Corte Stella a Verona. Il 20 settembre una finestra dedicata al premio ci sarà anche in occasione di Tocatì, il festival internazionale dei giochi in strada di Verona e il 28, dicevamo la serata di premia-zione.In quell’occasione saranno asse-gnati anche i tre premi “Ilcorsaro-nero” alla carriera ad Alberto On-garo, Mino Milani e Paolo Bacilieri».

Premio Salgari

Il 27 e 28 le cerimonie di consegna del Premio Masi e del Premio Salgari

Page 50: Pantheon 53 - Scuola ad un bivio

PERSONAGGI Felice Naalin

Prosegue la serie di interviste con persone e personaggi di Verona. In questo numero abbiamo incontrato Felice Naalin, scultore, pittore, critico e professore che dopo aver sperimentato varie forme di espressione artistica ha fondato la Scuola Internazionale dei “Madonari”.

L’arteuna scelta

di vita

Ecclettico, senz’altro. Scul-tore, pittore, professore, critico. Ma c’è di più. Quello che subito colpisce è la sua

capacità di essere artista e al con-tempo comunicatore. Riuscendo così a svelare i segreti che il mon-do dell’arte conserva, gelosamen-te. A sviscerare con le sue parole quel mondo spesso inaccessibile al pubblico. Questa sua dote am-bivalente l’ha portato a lavorare in TV. A collaborare con la Rai, Me-diaset, Telemontecarlo. A seguire programmi per adulti e bambini. A girare per il mondo, senza una fis-sa dimora. Mai a casa la sera, «fin-ché non mi sono sposato!».

Anche il nome conferma la sua personalità. Felice Naalin: nome d’arte ma fedele a quello di nasci-ta, quasi a non volere separare le sue identità, di uomo e di artista.Dopotutto la completezza di Naalin è frutto della sua educazione. Tutto è iniziato all’età di 11 anni, quando decise di frequentare un corso di pittura. «Lo teneva la signora Na-dia, che gestiva un negozio di co-lore». Allieva di un fotografo, l’inse-gnante aveva acquisito nel tempo le abilità pittoriche. Così, con l’aiuto del parroco organizzò nelle dome-niche un corso per i giovani. Anche il suo maestro delle elementari era un bravissimo disegnatore: «in

qualche modo anche lui mi ha av-vicinato al mondo artistico». Ma la vera scuola l’ha seguita presso la bottega dello zio, un fabbro. «Tra-scorrevo tutte le estati a dargli una mano», spiega, «fu fondamentale per me, per acquisire le informa-zioni tecniche per la lavorazione dei materiali».Parallelamente Felice era affa-scinato dai complessi musicali. «A Porto di Legnago non mancava niente. Essendo lontanto da tutto, si cercavano di ricreare i fenomeni nazionali e internazionali». Ma nel-la musica gli esiti non erano quelli sperati, «anche se avevo passione». È ancora sicuro però che «se rina-

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settembre 2014 51 antheonPFelice Naalin

sco faccio l’impresario musicale!».Naalin ha una passione sfrenata per la vita. E con perseveranza ha cercato il luogo che fosse in sintonia con le sue abilità innate. «Ci sono degli artifizi che ti aiutano a vive-re»… a superare quel disagio che spesso ci tormenta. L’arte quindi si è presentata a Naalin come un’op-portunità. Il campo in cui riusciva a esprimersi. Dopo aver frequentato il liceo ar-tistico, Naalin si è iscritto ad ar-chitettura. Ma mancava ancora qualcosa: «avevo l’intuizione della strada, ma non riuscivo a espri-merla in parole». Poi l’incontro con Carlo Sini, un filosofo dell’ambiente milanese. «Grazie a lui ho comin-ciato a definire la mia azione em-pirica». A elaborare un suo pensie-ro, una sua “teoretica”. Ciò che in fondo l’ha spinto ha seguire il filone classico dell’arte. «Una strada non facile», quella che sicuramente dà

meno visibilità, quella che stupisce di meno. Perché non rispecchia la tendenza dominante, vincente, ma una di nicchia. E questa è la ten-denza che Naalin sente dentro. Proprio questa scelta del classico, “della perfezione, dinamica”, ha av-vicinato Naalin alla cultura popola-re. Erano gli anni Settanta, «quan-do la cultura alta e quella popolare si sono incontrate, portando a un livellamento della cultura stessa». Dopo l’incontro con Dino Coltro, «punta di diamante della ricerca sulla cultura popolare», Naalin ha cominciato a pensare alla nicchia dei Madonari, «allora degli accatto-ni, che vivevano ancora di elemosi-na». Perché dunque questa scelta? «L’arte contemporanea stava an-dando verso forme incomprensibili. Io invece ero più classico e i Mado-nari erano artisti che portavano avanti una tradizione tecnica della pittura classica. Un’arte quasi im-

mutata nel tempo». Naalin ha fon-dato così la Scuola Internazionale dei “Madonari”. Li ha trasformati in artisti liberi. «Abbiamo portato la complessità artistica in strada». In quegli anni Naalin vinceva anche la cattedra di professore a scuola. «La mia preparazione a 360° mi è stata d’aiuto». Insomma, un altro traguardo raggiunto grazie a una convinzione che l’ha sempre gui-dato nella vita: «fare ciò per cui si nasce». Certo non è facile e imme-diato capirlo fin da subito. E tanto-meno avere il coraggio di seguire il proprio sentire, quando spesso le convenzionalità sociali ci allonta-nano dal nostro destino. Eppure Felice Naalin ha fatto una scelta. Ha tentato il salto assoluto: fare l’artista. E se è vero, come scrisse Picasso, che «tutti i bambini sono degli artisti nati; il difficile sta nel fatto di restarlo da grandi», allora forse Naalin è riuscito nell’intento.

Felice Naalin

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DA NON PERDEREvenerdì 26 settembreSala BodenheimBiblioteca di GrezzanaOre 20:45Presentazione del corso

La via dei ColoriIn evidenza il corso che parte il prossimo ottobre, or-ganizzato da Pantheon in collaborazione con un tritti-co di preparatissimi docenti. Colore e significato.Vi sveliamo tutti i dettagli.

Che origine hanno i colori? Quali sono i significati, i simboli, il mistero e la vita dei colori che sono pro-

tagonisti del nostro vivere quo-tidiano? L’arte da sempre fa del colore il protagonista indiscusso della creazione artistica, noi stessi viviamo in un mondo immerso nel colore: «non è un caso» scrive D. Simmonet, «se vediamo rosso, di-ventiamo verdi di paura, blu di col-lera o bianchi come un lenzuolo... I colori veicolano tabù e pregiudizi ai quali obbediamo senza renderce-ne conto, e possiedono significati nascosti che influenzano il nostro ambiente, i nostri comportamenti, il nostro linguaggio e il nostro im-maginario.La loro storia, ricchissima e sor-prendente, racconta l’evoluzione delle mentalità, degli usi e delle società».Il corso La via dei colori vuole ad-dentrarsi alla scoperta di questo straordinario mondo e del suo in-flusso sulla nostra esistenza, at-traverso un cammino condiviso fatto di arte, bellezza, cultura e, grazie ad esso, riscoprirne il signi-ficato, i simboli, la loro straordina-ria magia che permette, ancora oggi, di vivere in un mondo ricco di colori. Per questo La via dei colori non è

un corso tradizionale in cui si ap-prendono tecniche o stili particola-ri, non è neppure un invito teorico alla scoperta della storia dell’arte ma vuol essere qualcosa di più. In un percorso articolato, attraver-so la specifica competenza di tre docenti, si potranno attraversare e apprendere i significati simbolici dei colori, la loro misteriosa origine e la creazione dei grandi capola-vori scoprendo ciò che i grandi ar-tisti ci hanno lasciato e che conti-nuamente ci donano, per “viverli” poi in prima persona.La seconda fase del percorso sarà infatti quella di camminare insie-me, alla scoperta della parte più profonda di sé stessi, per riuscire ad esprimersi in pienezza, senza paure ed ansie, liberamente e cre-ativamente. La parte conclusiva sarà caratterizzata dal sostegno concreto e pratico che permetterà di elaborare quanto visto, sentito, vissuto per realizzare la propria creazione artistica, con una nuo-va consapevolezza in cui si potrà guardare, vivere e fare arte con occhi diversi.Il corso, a partire dal 18 ottobre, si svolgerà in otto incontri fino al 20 dicembre e si rivolge a quanti sono artisti o aspiranti tali o, più sempli-cemente, hanno passione per la vita, l’arte, la bellezza.

a cura diRoberta Tosi, Erika Tacchella, Rino Merzari

Presentazione del corsovenerdì 26 settembre

I DETTAGLIInizio corso: sabato 18 ottobreFine corso: sabato 20 dicembreLezioni: 18/10, 25/10, 8/11, 15/11,22/11, 29/11, 13/12, 20/12Orari: dalle 9:00 alle 12:00

I DOCENTIRoberta Tosi è critico d’arte e gior-nalista: ha collaborato con la Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Palazzo Forti e diretto il magazine Pit-tura Antica, attualmente è coordina-trice di “Arte e dintorni” per la rivista Living e direttore artistico di Vinart. Erika Tacchella è un’artista e un ope-ratore olistico professionale in ambito energetico. Il suo cammino professio-nale l’ha vista, fin dal ’98, intrapren-dere un percorso di approfondimento tecnico ed introspettivo che l’ha por-tata a conseguire il Diploma di Ope-ratore Olistico Professionale in Core energetica development nel 2013. Da sempre, a questo percorso, ha affian-cato lo studio della pittura frequen-tando i corsi liberi presso l’Accademia Cignaroli. Rino Merzari è pittore, scultore e re-stauratore. Il suo percorso professio-nale lo ha visto frequentare la Facoltà di Architettura presso lo IUAV ma la sua arte lo vede protagonista fin da bambino. Nella sua galleria d’arte, Rino oggi sperimenta le molte tecni-che pittoriche apprese, molti materiali e lavorazioni varie.

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settembre 201454 antheonPRASSEGNE MUSICALI tre giorni di grande sound a Grezzana

Dopo due anni di pausa, ritorna ad emozionare e ad entusiasmare il vasto pubblico degli amanti della buona musica, il festival ideato dai fratelli Salvagno nel 2008, anno della pri-ma edizione. Appuntamenti e serate dal 12 al 14 settembre.

Redivivo il FestivalThe Brothers

Voi amanti della buona musica, dei suoni genuini, delle chitarre elettriche, delle voci melodiche e

delle sonorità classiche segnatevi queste date: 12 ,13, 14 settembre 2014. Tre giorni che risveglieranno la vostra passione per la musica e la voglia di rock and roll, blues e quei generi che hanno fatto la sto-ria della musica moderna. Torna, dopo due anni di assenza, il Festi-val The Brothers.Nato nel 2008 dalle menti dei fra-telli Emiliano e Igor Salvagno, tito-lari del Bar The Brothers di Grez-zana, supportati dal preziosissimo aiuto dell’amico Michele Zampieri e dal titolare dell’azienda Valentino Marmi e Graniti, il Festival è diven-tato in breve tempo un evento at-teso dall’intera Valpantena.Dalla prima edizione ne è stata fatta di strada. Da quel primo pal-coscenico messo in piedi per lan-ciare le band giovanili di paese, per dare loro una possibilità di espri-mersi davanti ad un pubblico nu-meroso, di mettersi alla prova dal vivo. Quante facce, quanti gruppi, quante esibizioni sono passate da

qui. Ma il lavoro e la passione dei The Brothers non si è fermato alla kermesse, non si è fossilizzato solo su questo ricorrente appuntamen-to musicale estivo. Infatti, duran-te lo stop durato due anni, in cui il festival è stato accantonato per la presenza di nuovi ed interessanti progetti, la musica ha continuato a risuonare all’interno del locale della vecchia “Rotonda”. Nel bar dei fratelli Salvagno sono stati ospitati musicisti di fama internazionale tra cui Grayson Capps ed Emmanuel Leroy, mantenendo sempre vivo l’interesse per la musica ricerca-ta e per le esibizioni live. Ora, con il cambio di sede del bar, che si è trasferito in viale Olimpia, sempre a Grezzana, il festival è tornato a nuova vita, pronto a stupire tutti ancora una volta.Il programma della tre giorni mu-sicale 2014 prevede per venerdì 12 la presenza sul palco del gruppo rockabilly Ketty & The Middle Tones, accompagnati per l’occasione da Sissy La Muerte, ballerina d’ecce-zione che si esibirà in un caloroso spettacolo burlesque. Sabato 13 invece, salirà sul palco Roberto

Morbioli, accompagnato dalla sua Morblues Band, per una serata all’insegna del blues. In conclusione domenica 14 sarà il turno dei Best Off, giovane progetto musicale ve-ronese, formato da alcuni tra i mi-gliori talenti musicali veronesi.Da segnalare anche l’altra iniziativa collegata al festival, il Vespantena, un raduno motociclistico intera-mente riservato alle amate Vespe Piaggio, motociclo entrato nel culto italiano, giunto quest’anno al suo settimo anno di vita. L’evento sarà in compartecipazione con il festival durante la giornata di domenica 14, e vedrà il ritrovo e la partenza per il viaggio panoramico, come da programma, dallo stesso piazzale che ospiterà le band durante il re-sto della giornata.

di Marco Nicolis

Le Band partecipanti Da sx: Ketty and the middle tones, Sissy la Muerte, Morblus Band e BestOff.

foto Veronica Mariani foto Miss Sorry foto Federico Sossella

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settembre 2014 55 antheonP PANTHEON UNDERGROUND I gruppi del mese

Time To RockHard rock madein Lessinia

Marco Franceschetti (voce)Alex Ghellere (chitarra)Gabriele Bicego (chitarra)Gianluca Canteri (basso)Gianni Melotti (batteria, percussioni)Davide Gaole (tastiere)

Passione per la musica e una forte amicizia tra i compo-nenti. È questo il mix vincen-te dei “Time to Rock”, o c’è

dell’altro?Una forte amicizia e tanta passione, due aspetti di non poco conto. Pren-dendo in considerazione la grande propensione in comune per il rock Usa e British, nasce il nostro sound potente ed aggressivo. Il progetto ci ha a lungo impegnati nello scrivere bozze e canzoni. C’è sempre qualche nuovo riff da trovare. Non abbiamo segreti particolari ma una grande fi-ducia in noi stessi e una preparazione accademica che ci ha reso possibile costruire canzoni fresche ed attuali. Rock, musica classica, pop, metal, un ampio calderone di generi musicali. Cosa siete riusciti a tirare fuori da questo immenso cilindro?Siamo convinti che ogni artista vo-glia portare la propria musica verso orizzonti sempre nuovi. La melodia è tutto nella musica, ed è sempre sta-ta un elemento fondamentale anche nel nostro modo di comporre. Non potremmo mai dimenticare il blues di fondamentale importanza per noi..Un cd già registrato, la partecipazio-ne al Pistoia Blues Festival, la finale nazionale e il quinto posto assoluto conquistato. Partiti in punta di piedi dalla verde Lessinia, ne avete fatta di strada. Vi ritenete soddisfatti del vostro percorso fino a qui?Molte volte i risultati sono frutto di

un lavoro lungo e faticoso, altri inve-ce ti sorprendono per la loro velocità e naturalezza. Questo è ciò che ci è accaduto. Col tempo abbiamo con-fezionato una demo che ci ha per-messo di concorrere al Pistoia Blues Festival, piazzandoci al quinto posto assoluto. Secondo voi, qual è l’elemento distin-tivo che vi caratterizza maggiormen-te come gruppo?Gli elementi che ci contraddistinguo-no sono le nostre canzoni stesse. Raccontano di storie che abbiamo vissuto in Lessinia come per esempio “Welcome to the mountains”, un ca-loroso benvenuto nelle nostre mon-tagne.Scriviamo di continuo e negli anni ab-biamo messo da parte una serie di brani, mantenendo il giusto equilibrio tra date, impegni e professione.Conclusa l’esperienza del Pistoia Blues, che “tempo” si prevede lungo il vostro cammino?Avendo già otto pezzi finiti sicura-mente il nostro sognso nel cassetto è incidere il primo album. Crediamo sia molto importante avere un certo suo-no perché questo ti permette di aprire dei passaggi che ti possono portare in posti musicalmente diversi. Siamo sempre alla ricerca di ispirazioni, que-sto è il nostro punto di forza. Senza mai far mancare il divertimento.

Guido Rolando, meglio noto come Giubbonsky, è nato e cresciuto a Casale Monferrato, 34.000 abitanti racchiusi in 86 km², un luogo troppo piccolo per gente come lui. Rolando è uno che si distingue, uno che già a 9 anni, sulle note di “Ogni Volta” di Paul Anka, sapeva già dove sareb-

GiubbonksyMusica eimpegno sociale

be arrivato. Prima il Liceo Musicale poi, nella turbolenta Bologna degli anni ’70, la laurea al Dams (Disci-pline delle Arti, della Musica e dello Spettacolo), per una carriera che stava per prendere il volo con un battito di ali. Rolando è un moderno esploratore della musica. Un avven-turiero che tocca le rive del punk e del dark, muovendosi tra l’etnico e il popolare, arrivando fino alle cime dei suoni industriali e del soul. Un eclettico del suono. Baritono, bas-so e ritmi, sax alto e chitarra, per lui queste “armi” della cultura moderna non hanno segreti. Proprio dal sax e dalla chitarra acustica ha iniziato il proprio cammino, come menestrel-lo nei “Montenegro Tango”, passan-do alle “Officine Schwartz” e per la “Banda degli Ottoni a Scoppio”. Un movimento musicale in continua evoluzione. La nascita del proget-to “Tasselli”, la band di northen soul “Supersonica”, la “Contrabbanda”, talentuosa e frizzante band che si divide tuttora dai palchi delle sa-gre di paese fino ai prestigiosi ra-duni come il Lugano Jazz Festival. Ed infine “Giubbonsky”, progetto da cantautore cantastorie nato nel 2008, iniziato come One Man Show e cresciuto fino a diventare una band completa di basso e batteria al seguito. Qui nasce la vera arte di Rolando. Una musica impegna-ta, sociale, che incontra le difficol-tà del vivere moderno. Una musica da ascoltare insieme, che ti faccia pensare, sognare, ricordare rigo-rosamente in modo collettivo. Una pratica di resistenza umana. Una musica che mischia rabbia e ironia, gioie e dolori quotidiani, una miscela di sentimenti che nascono dal pro-fondo. Già nel 2010 esce l’autopro-dotto “Storie di non lavoro”, album di debutto. Un lavoro di qualità che riassume la recente storia attuale della musica cantautorale italiana. Poi nel 2013 “Testa di nicchia” se-condo disco che offre uno spaccato di storie del nostro tempo. Questo è Giubbonsky, questa è la musica di Orlando. Una musica che può coin-volgere, che può piacere oppure no, una musica che però, in ogni sua forma e dimensione, non ti lascia in-differente.

Da sx: Ketty and the middle tones, Sissy la Muerte, Morblus Band e BestOff.

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foto Federico Sossella

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Territorio a SpicchiBrevi da Verona e Provincia

GREZZANA

Mostra d’arte del Circolo ArtistiTorna, come oramai da tradizione, la mostra all’aperto “Arte in Piazza” a cura del Circolo Artisti di Grezzana. Con il patrocinio del comune e la collaborazione del Gruppo Alpini, il 21 settembre in Piazza Carlo Ederle tutti gli artisti potranno esporre le loro opere (quadri, sculture in pietra o legno, incisioni) su appositi supporti forniti dall’organizzazione. Ogni artista avrà a disposizione uno spazio di circa sette metri lineari. Il costo per esporre è di 20€ da versare il mattino prima dell’allestimento, e da diritto anche alla consumazione di un primo con bevanda. La mostra aprirà al pubblico alle ore 9:30 e sarà in funzione fino alle ore 19:00. Informazioni e iscrizioni ai seguenti recapiti telefonici: Annamaria Grisi 346.3300103 e Giovanna Girardi 340.8499515.

a cura della Redazione

Restaurato il capitello e aperta un’area pic-nicLo scorso 19 luglio, grazie all’azione del consigliere provinciale Adelino Brunelli, è stata inau-gurata l’area prospicente al Capitello di Fiamene, frazione di Alcenago. L’area, che si trova sul sentiero europeo E5 e sulla provinciale SP12a, che porta al Ponte di Veja, offre un note-vole punto panoramico sulla Lessinia e sul Lago di Garda. Lo stesso capitello, reso famoso anche dalla festa che una volta l’anno trova spazio proprio nel prato accanto, è una te-stimonianza della cultura religiosa del territorio ma anche degli eventi della Resistenza che hanno caratterizzato queste zone. Le stesse mura del capitello recano i segni delle sparatorie tra partigiani e tedeschi degli anni Quaranta. Oltre al restauro del Capitello, la Comunità Montana della Lessinia ha realizzato un’area pic-nic, grazie anche alla collaborazione dell’associazione AVA (Associazione Volontari Alcenago). Nella foto il capitello prima del restauro.

Nuovo servizio bus in ValpantenaDallo scorso giugno, grazie all’impegno della “Associazione Valpantena”, l’ATV ha istituito un nuovo servizio bus, la linea 31. L’Associazione promotrice, che co-ordina i tre centri anziani di Quinto, Poiano e Santa Maria in Stelle ha fatto richie-sta all’Ottava Circoscrizione che ha mosso la richiesta all’ATV. Dopo le prime per-plessità, l’attivazione del servizio. È stata sospesa la linea 51, che si ferma in B.go Venezia, e la linea 31 ne ha preso il posto, ma con un nuovo tragitto. Partenza

MARZANA

giugno 201456 antheonP

FIAMENE

Si è svolta domenica 20 luglio la cerimonia di premiazione del concorso di poesia dialettale aperto al Triveneto e tenutosi a Cerro. Arrivato alla quinta edizione, organizzato dalla Pro Loco in collaborazione con la Biblioteca, il Comune e il patrocinio della regione Veneto, ha quest'anno proposto il tema “a me fiol direa”, per focalizzare sull'insegnamento in famiglia. Circa sessanta le opere arrivate, di ottima qualità, dalle provincie di Verona e Venezia, che hanno visto alla fine vincitore Nico Bertoncello, di Bassano del Grappa, con la poesia “A me fiolo”. Versi positivi, un invito a rincorrere sempre sogni nuovi, con coraggio, il tutto scritto

con belle immagini e maestria. Al secondo posto Gabriella Garonzi di San Giovanni Lupatoto con “Rimpianto”, al terzo Roberto Velardita di Venezia Lido con “Letera a un fantulin”. Hanno meritato segnalazioni di merito tre poeti veronesi, Gelmina dalla Bona con “A me fiol direa”, Laura Banterle con “Par Elena” e Giorgio Sembenini con “El regal de la vita”. Ringraziamenti ai giurati (Angelo Andreis, Ezio Bonomi, Mara Riboli, Giovanni Benaglio, Giampaolo Feriani, Nerina Poggese, Ilenia Zanoni e Loredana Palumbo), alla scuola di musica Hator e all'instancabile Adriano Busato. Nella foto Bertoncello assieme ad alcuni degli organizzatori.

Bertoncello vince il Concorso Triveneto di poesia dialettaleCERRO VERONESE

Si svolgerà sabato 27 e domenica 28 settembre, dalle 10:00 alle 19:00, la manifestazione “Magia in villa tra fili e ricami” a Villa Bernini Buri, di San Michele Extra. Organizzatat da due appassionate di ricamo, Annalisa Comerlati e Rita Doliman, assieme all'Associazio-ne culturale e sportiva “Arte e Parte”, la manifestazione, patrocinata anche dal Comune di Verona e dalla Settima Circoscrizione, dedicherà due giorni ad espositrici di diverse città italiane con pizzi, merletti, ricami, teleai e la presentazione di tantissime creazioni. Tutto in una splendida cornice come quella della splendida Villa Buri. nfo: Annalisa 340.0597491, [email protected] - Rita 340.3577249 [email protected]

SAN MICHELE EXTRA

Fili e ricami in Villa Buri

dal Saval, quindi passaggio dall’Ospedale di B.go Trento, Porta Vescovo e capolinea a Marzana. Con questa corsa i cittadini possono raggiungere direttamente il polo ospedaliero senza cambi a Porta Vescovo.

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I prossimi 27 e 28 settembre, nel parco termale Villa dei Cedri di Colà di Lazise, l'Associazione Naziona-le dei Dottori in Scienze Motorie (DMSA) organizza una due giorni di panel, approfondimenti e dibattiti dedicati alla prevenzione e al trattamento delle malattie osteo-articolari, patologie che affliggono ormai quasi la metà della popolazione italiana. La sesta edizione del Congresso Nazionale DMSA ve-drà confrontarsi sul tema esperti internazionali e professionisti in diverse discipline di ambito medico, rieducativo e sportivo di più settori medici: ortopedici, fisioterapisti, farmacisti e medici sportivi. Per la prima volta, il convegno vedrà la partecipazione di due ospiti internazionali, il dottor Alberto Muñoz Fernandez e il dottor Luis Torija Lopez, fisioterapisti, entrambi docenti all’Universidad Europea di Madrid che, nella giornata di sabato, presenteranno due panel specifici. «Questo importante appuntamento di aggiornamento tecnico e scientifico per gli operatori del settore quest'anno ha voluto diventare sempre più internazionale, per approfondire temi differenti ma importanti per la salute dei cittadini» ha detto Giorgio Pasetto, segretario nazionale DMSA e organizzatore del convegno. Per maggiori informazioni è possibile consultare il sito web www.dmsa.it o chiamare al numero 045 7590988.

VERONA

Convegno nazionale di Scienze Motorie

Consegnate in sala consigliare dal sindaco Mauro Fiorentini e dall’asses-sore alle politiche giovanili Michele Colantoni (promotore delle delibe-ra), le «Pagelle d’oro» ai ragazzi più bravi della terza media «G.Pascoli». Presenti la dirigente scolastica Maria Luisa Aguiari e molti genitori. Si tratta della prima edizione di questo premio che consiste in biglietti per i parchi divertimenti e teatro, nonché buoni acquisto libri per le superiori. Promossi alle superiori con 10 e lode: Glenda Dal Corso (di Lugo) e Vio-la Nicolis (di Stallavena) e con 10 Giada Bombieri (di Azzago) Simone D’Agostini e Giacomo Fiorentini (di Grezzana). I ragazzi delle prime e seconde medie premiati (con media del dieci) sono stati: Anna Baz-

zani, Annamaria Bombieri, Pietro Corso, Giulio Maccarrone, Ettore Piccoli e Sabina Venturi (I^ media). Andrea Bonvini, Sofia Ceoletta, Riccardo Girlanda, Sara Piccoli, Jacopo Scorza, Eleonora Urbani, Gabriele Vanti e Irene Zemignani (II media).

GREZZANA

Pagelle d’oro all’IC “Giovanni Pascoli”

Anche nel calcio, chi semina raccoglie fruttiGREZZANA

Stanno ripartendo in queste settimane i campionati dilettantistici. Noi ci vole-vamo soffermare ancora sulla straordinaria vittoria degli Juniores dell’Union Grezzana dei mister Luca Tosi e Franco Scandola che nella passata stagione si sono aggiudicati il titolo di Campioni Provinciali di categoria acquisendo il diritto di disputare quest’anno il campionato regionale. Soddisfazione, dun-que, per atleti e, soprattutto, per il presidente Dino De Paoli, tra i fautori della fortunata unione con le società di Lugo e Valpantena, che sta raccogliendo in questi ultimi anni ottimi risultati, soprattutto in ambito giovanile. Che sia di buon auspicio anche per la nuova stagione 2014-2015. (foto Paolo Tacchella)

(nella foto da sx: Mauro Fiorentini, Dal Corso Glenda, Michele Colantoni, Nicolis Viola, D'Agostini Simone, Bombieri Giada, Fiorentini Giacomo)

settembre 201458 antheonP

Ogni Sabato dalle 9,00 alle 12,00In via Mameli n° 162 a Vicenza.Porta con te le ricevute deibollettini pagati fino al 2014!

Per info: tel. 3420082954e-mail: [email protected]

Terra di mezzotra Cultura e Informazione

LEGNAGOAUTOSCUOLEFACCENDAVIA BEZZECCA N°23Dalle 20:30 alle 22:00venerdì 26 settembre 2014venerdì 24 ottobre 2014venerdì 28 novembre 2014venerdì 12 dicembre 2014

CEREACENTRO COMM.LELE VALLETTEPIAZZA DONATORI DI SANGUEDalle 20:30 alle 22:00venerdì 3 e 31 ottobre 2014venerdì 21 novembre 2014venerdì 19 dicembre 2014

SANTO STEFANODI ZIMELLAUFFICI COMUNALIPIAZZA MARCONI N°5Dalle 9:00 alle 12:00giovedì 11 e 25 settembre 2014giovedì 9 e 23 ottobre 2014giovedì 13 e 27 novembre 2014giovedì 11 dicembre 2014

STALLAVENADI GREZZANALOCANDA ANITAVIA CHIESUOLADalle 20:30 alle 22:00martedì 9 e 23 settembre 2014martedì 14 e 28 ottobre 2014martedì 11 e 25 novembre 2014martedì 9 e 23 dicembre 2014

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ADICONSUMVERONA

##idirittiinvaligia

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settembre 201459 antheonPRUBRICA

Il danno davacanza rovinata

Già, perché sempre più spesso capita che, anche nel breve periodo in cui ci si concede di fare la vali-

gia e partire, qualcosa vada storto e la parentesi di relax tanto attesa non coincida con quanto ci si era prospettati e, tra reclami e lamen-tele, nemmeno ci si accorga di es-sere lontani da casa.Mai come nella società odierna dove la vita è frenetica e ricca di incombenze, l’intervallo delle va-canze identifica una finestra di respiro in cui ciascuno di noi può finalmente alleggerire la mente e ricaricare le batterie nel modo che preferisce.Dell’importanza di un’integrale soddisfazione in tale momento di svago se n’è accorto anche il no-stro Legislatore il quale si è pre-murato di tutelare nello specifico il disagio che il turista-viaggiatore può trovarsi a subire.Infatti, seppure con notevole ri-tardo rispetto ad altri ordinamenti (in Germania esiste una legge del 1979), è stato inserito l’art. 47 del D. Lgs. 79/2011 (Codice del Turi-smo) titolato “Danno da vacanza rovinata” dove è stabilito che: “nel caso in cui l’inadempimento o ine-satta esecuzione delle prestazio-ni che formano oggetto del pac-chetto turistico non sia di scarsa importanza ai sensi dell’art. 1455 del codice civile, il turista può chie-dere, oltre ed independentemen-te dalla risoluzione del contratto,

Adiconsum è un’associazione indipendente e senza scopo di lucro presente su tutto il territorio nazionale, con sedi locali, provinciali e regionali. Gli operatori, i volontari e i dirigenti forniscono assistenza e tutela individuale e collettiva ai consumatori e alle famiglie. Adiconsum Verona ha appositamente creato sui social network l’hashtag #idirittiinvaligia. Inoltre è possibile collegarsi al sito internet dell’Associazione www.adiconsumverona.it o utilizzare il numero telefonico 045/8096934.

Chi è Adconsum?

un risarcimento del danno cor-relato al tempo di vacanza inutil-mente trascorso ed all’irripetibilità dell’occasione perduta.”Una previsione normativa molto importante dunque, che ricono-sce la possibilità di vedersi risar-cire i disagi e le afflizioni derivanti dal non avere goduto pienamente dell’agognata vacanza.Gli elementi da considerare sono molteplici, tanti quante sono le variabili che hanno convinto il tu-rista-viaggiatore a scegliere un pacchetto turistico piuttosto che un altro, nel vasto novero di possi-bilità che il mercato offre.È vero che la destinazione è l’e-lemento principale ma non l’uni-co, poi entrano in gioco molti altri fattori come, per esempio, la ti-pologia, l’ubicazione e la qualità dell’alloggio. Si opta tra hotel o ap-partamento, fronte mare o centro paese, preferendo una sistema-zione di lusso oppure economica. Non solo, si vagliano con atten-zione le modalità di trasporto e le opportunità che ciascuna so-luzione offre: divertimento serale o tranquillità assoluta, escursioni nella natura o visite a musei e mo-numenti, vita da spiaggia o centro

benessere. Tutto concorre nel determinare la decisione finale a favore di un pacchetto turistico che sia per-fetto per le proprie esigenze e dia così modo di sfruttare in modo ap-pagante le ferie tanto desiderate.Allora cosa fare se si ritiene che le promesse del tour operator e dell’agenzia viaggi non siano stati rispettati?Lo spiega l’art. 49 del Codice del Turismo. Innanzitutto bisogna contestare nell’immediatezza ogni mancanza nell’esecuzione del contratto turistico. Succes-sivamente, una volta rientrati a casa, presentare un reclamo ad entrambi questi soggetti, avendo cura di farlo preferibilmente entro 10 giorni lavorativi dal rientro nel luogo di partenza. Si può invia-re una raccomandata o utilizzare qualsiasi mezzo che garantisca la prova dell’avvenuto ricevimento. Dopodiché, se non si riceve rispo-sta o si riceve una risposta poco convincente, conviene rivolgersi ad un’associazione consumatori la quale sarà sicuramente in grado di esaminare il vostro caso speci-fico ed aiutarvi nell’ottenere la tu-tela più adeguata dei vostri diritti.

a cura diAdiconsumVerona

La fine dell’estate rappresenta per molti il ritorno al lavoro e alla quotidianità dopo le vacanze. Tuttavia l’esperienza tu-ristica vissuta in questo periodo dell’anno, grazie allo svago e alla spensieratezza che la caratterizzano, genera nuove energie che permettono di affrontare con serenità il rientro alla vita di tutti i giorni. O almeno così dovrebbe essere.

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DAL 12 AL 22 SETTEMBRE – SOAVEMILLE ANNI DELLA PARROCCHIA DI SAN LORENZOIN 100 FOTOGRAFIEChiesa della Disciplina in vicolo Campanile,10:00-12:00 – 16:00-19:00 La Parrocchia San Lorenzo Martire di Soave presenta una mostra fotografica sul duomo di San Lorenzo, con foto da la-stre originali della prima metà del ‘900.Info: www.prolocosoave.it – 328.0807212

13 SETTEMBRE – ERBEZZOANTICA FIERA DEL BESTIAME – 107^ EDIZIONE Erbezzo, tutta la giornataRisalente al lontano 1886 l’Antica Fiera del Bestiame è con ogni probabilità la più antica fiera della Lessinia. La mostra-mercato proporrà per l’occasione bestiame selezionato di ottimo valore genetico e originario della Lessinia. Quest’an-no saranno presentate mostre di animali ornamentali, della pecora Brogna, dei cavalli Haflinger e di prodotti tipici della montagna veronese. Info: 045.7075013 – 045.7050088 - www.comune.erbezzo.vr.it

14 SETTEMBRE – VERONAFESTIVAL SHOWArena di Verona, ore 21.00Prende il via la nuova edizione del Festival Show, ricco anche quest’anno di ottima musica, spettacoli e divertimento. Il fe-stival è promosso da Radio Birikina e Radio Bella&Monella, in collaborazione con l’Assessorato al Turismo della Regione Ve-neto. Ingresso libero.Info: 0423.736649 - www.festivalshow.it

14 SETTEMBRE – VERONAGRANFONDO DI VERONA “LUCA AVESANI”Piazza Bra, partenza alle ore 8.00Piazza Bra si trasforma anche quest’anno nella sede di una grande manifestazione sportiva: la Granfondo di Verona “Luca Avesani”.Tre i percorsi proposti dall’organizzazione: Percorso Rosso - Gran Fondo da 20km, Verde - Fondo: 145 km, Medio Fondo: 97 km Info: 045.917629 - www.lascaligera.net

DAL 17 SETTEMBRE AL 12 OTTOBREISOLA DELLA SCALA 48^ FIERA DEL RISO Isola della ScalaGiunta alla sua 48ª edizione, la fiera del riso di Isola si ricon-ferma il più grande evento nazionale del settore. La Fiera del Riso prosegue per quasi un mese, con serate di sicuro gradi-mento, seguite da rassegne legate alla tradizione e al folklore, mostre, convegni, arte, cultura e sport Info: 045.7300089 - www.fieradelriso.it

DAL 18 AL 21 SETTEMBREVERONA TOCATÌ Centro storico di VeronaIl centro storico di Verona si prepara ad accogliere la dodi-cesima edizione del Tocatì, il Festival Internazionale dei Giochi di Strada. Da non perdere tipici giochi dell’America centrale come la Pelota p’urepécha, Ulama de Cadera, il Trompo, la Pi-tarra e il Juego de Corozo. Info: 045.590480, 045.8309162 - www.tocati.it

21 SETTEMBRE – SOAVEMERCATINO DELL’ANTIQUARIATO DI SOAVESoave, dalle ore 8:00 alle ore 18:00Torna nel centro storico del paese, lungo Corso Vittorio Ema-nuele II, via Roma e piazza Marogna, il tradizionale Mercatino dell’Antiquariato, del Collezionismo e delle Curiosità. Info: www.prolocosoave.it - 328/[email protected].

DAL 18 AL 22 SETTEMBRE – SOAVE86A FESTA DELL’UVA DI SOAVESoave, tutta la giornataTutto pronto per la Festa dell’Uva più antica d’Italia. Un pro-gramma che mira quest’anno alla cultura e della tradizione, con mostre pittoriche e fotografiche, musica, folclore, visite guidate al centro storico, stand eno-gastronomici presso l’Isola del Gusto, nel parco della Rimembranza, e presso la Piazzetta del Soave, in via Roma. La domenica inoltre, tro-verà spazio nel centro storico il Mercatino dell’Antiquaria-to. Infine per concludere la giornata si terrà un grandioso spettacolo pirotecnico con incendio del Castello. Info: www.prolocosoave.it

20 E 21 SETTEMBRE – VERONAINTIMISSIMI ON ICE OPERAPOPArena di Verona, ore 21.00Uno spettacolo unico nel suo genere. Due atti ricchi di spet-tacolari effetti scenici, che vedono la partecipazione delle più grandi stelle del pattinaggio artistico mondiale. Prezzi: € 38,00 / 55,00 / 85,00 / 121,00 / 140,00. I biglietti sono in vendita negli uffici turistici di Verona - Piazza Bra - e Peschiera del Garda. Info: 045.8039156 - www.operapoponice.com

DAL 20 SETTEMBRE AL 17 GENNAIO 2015 – VERONAMERCATINO DELLE TRE “A”Piazza San Zeno, dalle 8.00 alle 17.00 La piazza di San Zeno ospita il tradizionale mercatino dell’antiquariato, ricco di pezzi antichi, artigianali e da col-lezione.Info: 045.8078570 - www.comune.verona.it

25 SETTEMBRE – VERONAL’OPERA È… GALÀ LIRICO 2014Arena di Verona, ore 21.00Le arie più intense e famose dell’Opera verranno interpre-tate da tre grandi star internazionali del Bel Canto.Biglietti: € 34,50 / 57,50 / 85,00 / 121,00 / 140,00. I biglietti possono essere acquistati anche negli uffici turistici IAT di Verona - Piazza Bra - e Peschiera del Garda. Info: 045 8039156 - www.eventiverona.it

26 SETTEMBRE – VERONAKILLING CANGRANDECortile di Castelvecchio, ore 18.30Per secoli la morte di Cangrande Della Scala è rimasta avvolta nel mistero ma, nel 2004, un’autopsia ha rivelato la reale causa della morte: avvelenamento. Siete dunque pronti a indagare su un omicidio risalente ad oltre 700 anni fa?La prenotazione è obbligatoria. Info: 339 1270755 - www.playthecity.it

Pantheon non si assume

la responsabilità per cambi

imprevisti di date o orari

dei singoli eventi.

EVENTI

Prosegue il progetto regionale “Rur-bance”. Il prossimo 18 settembre in programma una giornata per discu-tere i rapporti tra i centri abitati e le aree rurali delle colline veronesi, che si stanno imponendo come zone di produzione agroalimentare. Occa-sione per confrontarsi con altri centri urbani analizzati come Milano, Torino e Monaco di Baviera. Alle ore 10:00, ai Frantoi Redoro, sarà presente an-che il vice presidente regionale Marino Zorzato, e si affronteranno approfon-dimenti sulle problematiche territoriali

in relazione al PTRC. Nel pomeriggio i rappresentati istituzio-nali si recheranno in visita alle aziende produttrici per toccare con mano alcuni casi di eccellenza e discutere delle strategie di promozione.Per informazioni: www.rurbance.eu , oppure su Facebok: Pro-getto RURBANCELa giornata di gemellaggio è una iniziativa del progetto euro-peo RURBANCE (Programma di Cooperazione territoriale eu-ropea “Spazio Alpino” 2007-2013, finanziato dal FESR).

GIORNATA DEDICATA AI LEGAMIURBANO-RURALI A VERONA E LE SUE VALLI

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Il concorsofotograFIco per i nostri lettori

SCATTID ’AUTORE Pubblichiamo le tre foto che han-

no conquistato i primi tre posti del concorso “Scatti d’Autore” (II edizione).

Ringraziamo tutti i partecipanti e diamo appuntamento ai prossimi mesi

per scoprire le novità di questa pagina dedicata alla fotografia. Le premiazioni

avverranno indicativamente intorno a Natale. I vincitori saranno tuttavia

avvisati tramite mail o telefono.

ECCO I VINCITORI

NOTED’AMORE

SaraCastellani

ONDE AL TRAMONTO - Margherita Massella PASSEGGIANDO TRA LA NEBBIA - Aldo Tanaro

LA GIURIA Un grazie a Gianluca Stradiot-to e Maurizio Don che hanno curato le selezioni mensili.Grazie anche a Marco Mari-ni per la collaborazione nella selezione finale.

Maurizio [email protected]

Gianluca Stradiottowww.gianlucastradiotto.it335.6306587info@gianlucastradiotto.it

Marco [email protected]

Page 62: Pantheon 53 - Scuola ad un bivio

Il Libro: Chi non sogna le vacanze? Molti (ragazzi compresi) sono già in attesa di quelle di Natale. «Sette giorni a Piro Piro», racconta la storia di un viaggiatore improbabile a cui è stata consigliata una vacanza (poco co-stosa!), in un’isola sconosciuta raggiungibile solo via aerea, senza aereo…. Si tratta del diario di un adulto che, in questi giorni di vacanza, diventa un ragazzo, che accetta l’aiuto di una guida (forte ma non con il fiato sul collo), appassionandosi a tutte le avventure… Già, sull’isola trova calorosa acco-glienza, ma anche squali «veramente enormi, pescecani insaziabili, farfalle sanguinarie, granchi del diametro di due metri e montagne dai panorami mozzafiato»... Questo turista, mantenendo la sua identità, cerca emozioni forti, non fa mistero della sua paura, però si lascia coinvolgere e affronta le avventure quotidiane, imparando a destreggiarsi, talvolta salvato dal suo amico Pirò (la guida) e attento a «non offendere le tradizioni» e le persone.

L’Autore: Bernardo “Dino” Ticli, nato nel 1954 a Lercara Friddi (Palermo), naturalizzato a Lecco, dove vive. Laureatosi a Milano in scienze geologiche, collabora con un museo di scienze naturali, ma sceglie «l’insegnamento: la più bella attività del mondo». Poi la passione per le storie «colpevoli i luoghi favolosi in cui sono vissuto». Racconta Ticli «sono state le storie raccontan-te ai bambini, poi alle mie figlie che diventando grandi esigevano racconti sempre più lunghi ed elaborati, a portarmi a scriverle». E l’autore riesce a trasmettere la bellezza della natura e della fantasia insieme alla «meravi-glia» per entrambe. Le figlie? Sono diventate «giovani critiche letterarie». I suoi libri riguardano la divulgazione scientifica, testi teatrali e romanzi, riscuotendo consensi di intere generazioni, oltre a riceve premi letterari.

Curiosità: Il lettore è accompagnato da minuscole illustrazioni (gessetto in bianco e nero) di Chiara Carrer che ben rappresentano l’ingenuità (che ra-senta la follia) del protagonista e la sua propensione a nuove esperienze. Un’autentica novità è la lingua «Piropirese»: prevalgono i gesti e le tonali-tà, quindi richiede attenzione di entrambi gli interlocutori, siano essi turisti o abitanti dell’isola; cioè mentre si parlano devono guardarsi. I ragazzini e gli adulti che leggeranno questo libro troveranno di che ghignare, però diventerà un buon amico per i momenti non facili. Il racconto (anche nel linguaggio) tiene un taglio alto, non scende mai di tono, catturando così l’attenzione dei lettori. Non a caso al libro «Sette giorni a Piro Piro» sono stati assegnati i premi «Pennino d’oro» ad Avezzano nel 1996 e dell’Asso-ciazione Culturale OI- Petres di Belgioso (1998).

RUBRICA

recensionea cura di Alessandra Scolari

Autore: Dino TicliTitolo: Sette giorni a Piro PiroEdizioni: PiemmePubblicato nel 1995Prezzo: 8,00 € Pagine: 98

Il film: Lucy ha 24 anni, è una studentessa e vive a Taiwan. Un giorno il suo ragazzo la costringe a consegnare una valigetta in sua vece. Al momento della consegna il ragazzo viene ucciso e Lucy vie-ne rapita da un gruppo di malavitosi. Obbligata a lavorare come corriere della droga, viene operata chirurgicamente e nel suo stomaco viene inserita una sacca contenente la sostanza illegale. A seguito di un violento pestaggio a cui viene sottoposta, il pacchetto che trasporta si lacera, e il contenuto si riversa all’interno del suo corpo. Le sostanze vengono assorbite dal suo organismo, e Lucy acquista straordinarie capacità fisiche e mentali, aumentando a dismisura la capacità di sfruttamento del pro-prio cervello.Curiosità: Ciò che Besson vuole dimostrare all’inizio, è legato alle neuro scienze e ci ricorda che il nostro cervello ha sviluppato solo una piccolissima parte delle sue potenzialità rispetto all’homo sapiens (non a caso, Lucy è il nome che è stato dato alla prima donna di cui l’antropoarcheologia abbia conoscenza). Johansson, letto il copione, era disorientata dalla struttura non lineare della sceneggiatura, ma co-noscendo il lavoro di Besson ha accettato di fare il film. Queste le sue parole in una recente intervista: “Ricordo che quando l’ho incontrato mi ha detto che dovevo fidarmi del fatto che lui sapeva quello che faceva anche se il copione poteva essere a volte un po’ vago. Così ho fatto un atto di fede”. La critica statunitense ha già stroncato il film del regista francese commentando seccamente che è facile mi-surare il ritardo che sconta rispetto alla tecnologia attuale e ai relativi assunti filosofici. Tutto sommato, però, Besson non ha di che preoccuparsi, il suo film sarà un blockbuster: le accuse che la critica gli ha scagliato contro non sono che povere parole per un colossal che si è assicurato la distribuzione in un’ot-tantina di Paesi, primo tra tutti gli USA.

Titolo: Patch AdamsGenere: Biografico, CommediaDurata: 115 minutiRegia: Tom ShadyacAttori: Robin Williams,Daniel London, MonicaPotter, Bob Gunton

Fra le mura tranquille di un ospedale un clown dalle scarpe gigante-sche e dall’enorme naso rosso irrompe improvvisamente da una porta e percorre a grandi passi il corridoio. Attenzione pazienti… le risate sono contagiose! Il premio Oscar Robin Williams interpreta Patch Adams in una divertentissima commedia di buoni sentimenti, basata sulla storia vera di uno studente di medicina molto stravagante che mette a re-pentaglio la propria carriera pur di portare avanti il suo credo, secondo cui ridere non è solo contagioso, ma è anche la miglior medicina.

BOXOFFICE

a cura di Mattia Zuanni

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Classici da non perdere

Riservato ai ragazzi dai 9 anni

Titolo: LucyGenere: Azione, Fantascienza

Durata: 89 minutiRegia: Luc Besson

Attori: Scarlett Johansson, Morgan Freeman, Min-sik Choi, Amr Waked

Uscita (Italia): 25 settembre

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