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PER ANTICHE VIE ASSOCIAZIONE AMICI DI MAIORI CONFERENZA DEI SINDACI " COSTA D'AMALFI " PASSEGGI SEGRETI III EDIZIONE - SETTEMBRE 2014 - MAGGIO 2015 PASSEGGI SEGRETI

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PER

ANTICHE

VIE

ASSOCIAZIONE AMICI DI MAIORI

CONFERENZA DEI SINDACI

" COSTA D'AMALFI "

PASSEGGI SEGRETIIII EDIZIONE - SETTEMBRE 2014 - MAGGIO 2015

PASSEGGI SEGRETI

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PASSEGGI SEGRETIPASSEGGI SEGRETI

Ripetendo la felice esperienza degli anni 2012 e 2013, il Comune

di Maiori, unitamente alle associazioni “Centro di Cultura e Storia

Amalfitana”, “La Feluca” ed “Amici di Maiori”, con il patrocinio della

Conferenza dei Sindaci della Costa d’Amalfi, ha organizzato nel

periodo estate-autunno 2014 e primavera del 2015 un programma di

escursioni e visite guidate in Costiera amalfitana denominato

“ PASSEGGI SEGRETIPASSEGGI SEGRETIPASSEGGI SEGRETIPASSEGGI SEGRETI

PER ANTICHE VIE”PER ANTICHE VIE”PER ANTICHE VIE”PER ANTICHE VIE”

La presentazione dell’iniziativa avverrà nei giardini di palazzo

Mezzacapo di Maiori il giorno 27 agosto alle ore 20.00.giorno 27 agosto alle ore 20.00.giorno 27 agosto alle ore 20.00.giorno 27 agosto alle ore 20.00.

Il presente vale come invito.

III EDIZIONE - SETTEMBRE 2014 - MAGGIO 2015

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ATTIVITA' DI CONOSCENZA

DEL TERRITORIO(UN’ IDEA DI GIOACCHINO DI MARTINO)

Ripetendo l’esperienza già vissuta, con notevole successo, nell’anno 2012 e 2013 ed a conferma della convinzione che la conoscenza del

territorio costituisce il presupposto indispensabile per l’acquisizione di comportamenti più consapevoli da parte della collettività e per ogni

ipotesi di tutela e di attenta valorizzazione della realtà naturale e paesaggistica,

il Comune di Maiori, Assessorato al Turismo e Cultura

il Centro di Cultura e Storia Amalfitana

l’Associazione“ Amici di Maiori”

l’Associazione “ La Feluca”

ORGANIZZANO

con il patrocinio della Conferenza dei Sindaci della Costa d'Amalfi, un programma di visite guidate nell’ambito territoriale della Costiera

Amalfitana.

DESTINATARI

Tale iniziativa è aperta a tutti i soci, simpatizzanti, cittadini e turisti che intendano parteciparvi alle condizioni che saranno preventivamente

stabilite.

TIPOLOGIA

Escursioni di carattere naturalistico nel contesto territoriale della Costiera amalfitana, visite guidate a centri storici, ambienti rurali ed a realtà

tradizionali.

MODALITA’

Ogni appuntamento sarà accompagnato dalla distribuzione di materiale informativo sugli aspetti più significativi dell’escursione.

L’informazione in loco potrà anche comprendere la visione o la partecipazione ad episodi dei mestieri tradizionali e di altri eventuali aspetti

culturali.

IMPORTANTE

Il programma di quest’anno intende dare risalto ad un aspetto particolare del nostro territorio: I SITI RUPESTRI, intendendo per tali

strutture edilizie, in genere risalenti nel tempo, realizzate all’interno o a ridosso di grotte, anfratti, costoni rocciosi e destinate a scopi

religiosi o utilizzate come vere e proprie abitazioni rurali oppure come ricoveri per animali domestici e depositi al servizio dell’agricoltura o

di altre attività.

In materia, nell’anno 2008 il Centro di Cultura e Storia Amalfitana ha realizzato, avvalendosi di valenti studiosi e su incarico dell’allora

Comunità Montana Penisola amalfitana, un progetto che ha portato all’individuazione ed alla descrizione di un gran numero di siti ubicati in

tutto il territorio elaborato della Costiera Amalfitana.

I percorsi di questo programma hanno, pertanto, come riferimento i siti rupestri individuati nell’ambito del lavoro sopra indicato.

Si è ritenuto opportuno, inoltre, inserire nel progetto anche un percorso che, benchè posto al di fuori del tradizionale contesto della Costiera

amalfitana, rientra nel territorio di Lettere un tempo appartenente, unitamente a quello di Gragnano e di Pimonte, all’antico ducato (itinerario

n° 6).

PASSEGGI SEGRETIPASSEGGI SEGRETIIII EDIZIONE - SETTEMBRE 2014 - MAGGIO 2015

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PASSEGGI SEGRETIPASSEGGI SEGRETI

ITINERARIO N° 1

DURATA DELL’ESCURSIONE: ORE 4.00 CIRCA

TIPO: SCALE E SENTIERO NATURALE

DIFFICOLTA’: MEDIA

RADUNO: ORE 10.00 - AMALFI PIAZZA FLAVIO GIOIA

CALENDARIO

DA CONCA DE MARINI

AL FIORDO DI FURORE

SABATO 13 SETTEMBRE 2014

con LUIGI FUSCO

Dal piccolo piazzale antistante l’ex-convento S. Rosa (oggi lussuoso Hotel), immediatamente dopo l’incrocio con la SS. Agerolina, ci

portiamo su via Roma. Siamo a Conca dei Marini, uno dei più piccoli centri della Costiera amalfitana, il cui abitato attraversiamo avvolti

da un un’atmosfera incantata. Superato il bivio che porta a San Pancrazio, proseguiamo lungo la via principale fino a raggiungere Piazza

Olmo che, ovviamente, deve il suo nome alle essenze arboree che l’abbelliscono. Il termine piazza può sembrare esagerato per indicare uno

spazio di poche centinaia di mq. ma il panorama che questa minuscola area ci consente di ammirare è di grande suggestione. Ancora

immersi nel fascino del paesaggio, raggiungiamo la chiesa principale dedicata a S. Giovanni Battista che visiteremo con la guida di un

esperto conoscitore dei luoghi.

Poco oltre deviamo a sinistra per imboccare uno dei tanti viottoli che costituiscono l’essenza del tessuto urbanistico di Conca dei Marini e,

per via S. Michele, tra profumi e colori, scopriamo una piccola chiesa di campagna dedicata appunto all’arcangelo. Raccolta e silenziosa la

cappella ci mostra le sue semplici bellezze, testimonianza di un luogo e di un tempo che non richiedevano orpelli sfarzosi per celebrare la

fede.

Si risale sulla rotabile per arrivare, dopo pochi minuti, alla piccola cappella che sormonta un grande sperone roccioso dalla caratteristica

forma che le fa attribuire il nome di Punta Tavola. Una lunga scala (circa 700 scalini) ci permette di scendere nell’area interna del Fiordo di

Furore dalla quale attraverso un sentiero, cd.”dei pipistrelli impazziti”, raggiungeremo la spiaggia.

Famosa a livello non solo nazionale, questa profonda forra costituisce una delle realtà più singolari della Costiera Amalfitana. A prescindere

dalle suggestioni suscitate dall’antico, minuscolo insediamento edilizio e dai ruderi di antiche cartiere e mulini presenti nella parte più

profonda, la valle presenta una ricchezza naturalistica tra le più importanti dell’intera penisola sorrentino-amalfitana.

Può capitare, infatti, lungo il percorso, di ascoltare il rumoroso richiamo del corvo imperiale o essere scortati dall’ombra imperiosa del falco

pellegrino che utilizza gli anfratti delle vertiginose pareti per la nidificazione.

Raggiunto il fondo del vallone, nel suggestivo borgo abitato un tempo dagli arditi pescatori del fiordo, visiteremo la cappella di Santa

Caterina, recentemente restaurata ed inserita nel complesso dell’Ecomuseo del Fiordo.

III EDIZIONE - SETTEMBRE 2014 - MAGGIO 2015

SITO RUPESTRE:

CAPPELLA DI SANTA CATERINA

SUGGERIMENTI

Munirsi di biglietto Unico per Amalfi-

Conca; Furore-Amalfi; attrezzarsi per

possibile balneazione sulla spiaggia

del Fiordo.

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ITINERARIO N° 2

DURATA DEL PERCORSO: ORE 4.00 CIRCA

TIPO: SCALE, PERCORSO URBANO E SENTIERO NATURALE

DIFFICOLTA’: MEDIA

RADUNO: ORE 8,30 - MAIORI BIVIO S.S. 163 - PROVINCIALE PER CHIUNZI (BAR ORIENTE)

TRAMONTI: DAL GIARDINO

DELL'ANIMA AL

CONSERVATORIO DI PUCARA

Greggi di case sparse nella distesa verde (o marezzata di altri colori a seconda della stagione) dell’ampia valle disegnata dal fiume Satrono.

Vista dall’alto Tramonti appare così: singolare contrasto con le cime aguzze, le forre e le asperità della parte costiera della nostra penisola. In

questo itinerario avremo l’occasione di visitare il versante orientale del territorio di Tramonti iniziando il nostro percorso da Corsano.

Da questo minuscolo casale, dove l’appuntamento è fissato per le ore 9,30, ci portiamo per via Trugnano e via Feccia a Campinola. Nella

frazione più popolosa di Tramonti ci soffermiamo in un luogo incantato, “ Il giardino segreto dell’anima” dove la famiglia Telese-De Marco,

che ha immaginato e creato un autentico scrigno di tesori vegetali, ci mostrerà le meraviglie, frutto della loro creatività e della loro fatica.

A Gete, altra amena frazione, visiteremo la cappella dedicata a S.Michele Arcangelo dove un tempo sorgeva l’antica chiesa di Gete, distrutta

da un’alluvione del torrente Caro nel 1735. Proseguendo lungo un sentiero a monte dell’alveo (ora asciutto) del suddetto torrente Caro

perveniamo ad un piccolo insediamento rupestre oggi abbandonato ma sicuramente abitato o comunque utilizzato fino a non molti anni fa.

Il complesso di strutture è costituito da gruppi di ambienti, costruiti a quote diverse sotto il riparo della montagna, sfruttando, quindi, per

la parete di fondo la roccia, e che si configurano come antiche abitazioni, dove annessa alla parte residenziale vi era la zona adibita al

ricovero degli animali. Questa specializzazione di aree avviene però in pochi metri quadri, tanto che in alcuni casi convive all’interno della

stessa stanza.

Sicuramente le case erano collegate all’attività agricola e pastorale della zona. (cfr. studio siti rupestri CCSA)

Riprendiamo il cammino per raggiungere lungo una bella via pedonale, tra vigneti, orti e case contadine, Pendolo con i resti della chiesa di

S. Biagio e poi l’abitato di Novella immerso nel verde dei campi e dei rigogliosi boschi circostanti. Proseguiamo lungo il sentiero naturale

tra scale a tratti in piano, fino a Pucara, nostra ultima tappa, dove potremo ammirare l’imponente mole del Regio Conservatorio di San

Giuseppe e Teresa e visitare la chiesa patronale di S. Erasmo con i suoi preziosi dipinti.

SABATO 20 SETTEMBRE 2014

III EDIZIONE - SETTEMBRE 2014 - MAGGIO 2015

SITO RUPESTRE:

CAPPELLA DI SAN MICHELE,

CASE IN GROTTA A GETE

con ALFREDO TAIANI

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ITINERARIO N° 3

DURATA DEL PERCORSO ORE 4.00 CIRCA

TIPO: SCALE, PERCORSO URBANO E SENTIERO NATURALE

DIFFICOLTA':MEDIA

RADUNO: ORE 9.15 - PIAZZA FLAVIO GIOIA AMALFI

Il percorso inizia da piazza Vescovado, dove ci incontreremo alle ore 10,00. per dirigerci verso la nostra prima meta: la cappella di S.Angelo lungo la

via Fontana.

La chiesa,annessa ad un’antica struttura di sosta per i pellegrini ora del tutto scomparsa, si trova a metà strada tra il centro storico dell’abitato e

piazza Fontana Moresca. Essa risulta in un documento del 1039 ed occupa una cavità naturale lunga circa 30,00 mt., collegata ad un’altra simile

parallela ad essa mediante un cunicolo ad U. La struttura presenta sulla strada una facciata in fabbrica, con profilo a capanna incorniciato da due

colonne e risulta divisa in due ambienti a pianta rettangolare mediante un altare.

Il vano più interno, che dobbiamo considerare sicuramente il primo luogo di culto, termina con un’abside e le pareti si saldano alla roccia in maniera

molto armonica. L’altare dell’ambiente più esterno risulta ascrivibile alla fase più recente della costruzione, quando alla fine del XIX secolo subì un

restauro e fu abbellito dall’affresco della Madonna con Bambino mentre la decorazione geometrica delle pareti laterali rivela suggestioni del XIV

secolo. Già nel 1100 dovette esserci una fase di ampliamento finalizzata alla regolarizzazione dell’area di culto su l modello a cinque absidi, che qui ne

realizza solo tre per mancanza di spazio.

La piccola cappella ha accanto un campanile a quattro piani, non sempre comunicanti tra loro perché poggianti in alcuni punti direttamente sulla

roccia.

Le fasi edilizie della struttura mostrano chiaramente che questa cavità dovette essere utilizzata per un primo periodo come luogo di culto in grotta (una

laura) e solo dopo, in un momento coincidente con l’ampliamento, dovette trasformarsi in cenobio e luogo sosta per i pellegrini ( il vicino Ospedale).

(cfr. studio siti rupestri ccsa)

Lasciata la cappella e raggiunta nuovamente piazza Vescovado, attraverseremo gli angoli più caratteristici di Ravello per raggiungere, quasi all’entrata

di villa Cimbrone, il bivio per via S.Barbara. La discesa per un’antica scala tra il verde degli agrumeti ed il mare sullo sfondo, ci conduce, attraverso un

comodo viottolo, all’ accesso alla cavità che ci interessa.

Il sito denominato “ S.Barbara alle grotte” presenta caratteri geomorfologici tipici delle pareti rocciose della Costa d’ Amalfi, ricollegabili alla natura

di calcari carbonatici percorsi da grosse fatturazioni. La parete, infatti, mostra importanti fenomeni carsici in particolare nelle immediate vicinanze

della cavità più ampia, quella che è stata interessata dalla ricognizione di superficie e dalla ricerca documentaria. In antico, in particolare, a partire

dal medioevo, questa zona era interessata dal passaggio della strada che dalla sottostante Atrani conduceva, dopo aver percorso il fondovalle del

torrente Dragone, nella zona più esposta a Sud dell’altopiano su cui sorge la città di Ravello.

Il complesso di strutture presenti nella grotta e nelle sue vicinanze è schematizzabile in più gruppi. Lo stato dei luoghi, in uno alla topografia dell’area,

hanno permesso di recuperare numerosi elementi che, pur essendo ancora allo stato indiziario, fanno propendere verso l’identificazione di un sito la

cui frequentazione va ben aldilà dei termini cronologici di cui si è sempre discusso.

Del 1493 è un documento contenuto nell’archivio vescovile di Ravello che ricorda la vendita di un castagneto di proprietà della Chiesa di S. Barbara,

mentre già la visita del 1577 attesta che la cappella non era più frequentata. (cfr. studio siti rupestri CCSA)

Lasciata la grotta, proseguiamo lungo il sentiero in discesa fino a raggiungere l’abitato di San Cosma dove sorge la chiesa dedicata appunto ai santi

medici Cosma e Damiano. Le vecchie case poste alla base del costone roccioso che ospita alla sua sommità il belvedere di Villa Cimbrone appaiono

incastonate nella roccia calcarea di cui d’altra parte ripetono il colore. Da qui si dipartono vari percorsi in discesa: per Torello e poi Minori, per Amalfi,

per Atrani che sceglieremo per raggiungere, poi, utilizzando un panoramico sentiero, il piccolo centro dove si conclude la nostra passeggiata.

DA RAVELLO AD AMALFI

SABATO 27 SETTEMBRE 2014

III EDIZIONE - SETTEMBRE 2014 - MAGGIO 2015

SITO RUPESTRE:

CAPPELLA DI S.ANGELO,

GROTTE DI S. BARBARA

con MARIA RUSSO

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ITINERARIO N° 4

DURATA DEL PERCORSO: ORE 4.00 CIRCA

TIPO: SCALE E SENTIERO NATURALE

DIFFICOLTA’: MEDIA

RADUNO: ORE 9.00 - MAIORI PIAZZALE ANTISTANTE PALAZZO MEZZACAPO

MONTEPIANO-S.MARIA OLEARIA

SABATO 4 OTTOBRE 2014

SITO RUPESTRE:

CAPPELLA DI S.MARIA OLEARIA

con VALERIA DI MARTINO

Un’antica calcara nei pressi di Capodorso segna l’inizio del nostro cammino. Superata una modesta salita tra il verde della macchia

mediterranea, il percorso si innesta su una vecchia via pedonale che conduceva a Salerno e che è stata, da non molti anni, riattata per la posa di

un acquedotto. Sopra di noi incombe la grande rupe di Montepiano.

Alla bellezza del paesaggio si accompagnano, in questa parte del nostro territorio, ancora oggi, una ricchezza ed una varietà faunistiche davvero

sorprendenti. Oltre l’abbastanza comune volpe, tra i carnivori sono presenti mustelidi come la donnola, la faina ed il tasso ('a melogna della

tradizione popolare), roditori ed insettivori di varie dimensioni, tra cui spicca il riccio. I picchi posti più in alto e gli anfratti che si aprono

numerosi lungo i costoni rocciosi sono stati colonizzati invece da numerose specie di uccelli. La posizione, del resto, del promontorio, proteso

nel golfo di Salerno, ne fa uno degli approdi preferiti delle correnti migratorie che risalgono o discendono lo Stivale. Frequentemente è

possibile osservare stormi di gru e di altri grandi trampolieri attraversare il cielo in rumorose ma ordinate formazioni. Presenze stanziali sono,

inoltre, quelle dei corvi imperiali, delle ghiandaie, delle taccole, dei gheppi, delle poiane e di altri rapaci tra cui risalta, come valore assoluto,

quella del Falco Pellegrino ( sicuramente uno dei falconidi più interessanti e rari del mondo). Anche i rapaci notturni amano i solitari picchi di

Capodorso: oltre l’allocco, infatti, nell’area trova sicuramente rifugio il barbagianni conosciuto con il nome locale di “ facciommo” per la sua

somiglianza con il viso umano.

Intensa e spettacolare è stata sulle rocce di Montepiano, l’azione dell’erosione, favorita sicuramente dal disboscamento e dai periodici incendi

che, distruggendo la copertura vegetale, hanno accelerato e potenziato l’attività corrosiva degli agenti atmosferici. L’azione congiunta di acqua,

vento, caldo e gelo ha creato, nel tempo, una serie quasi ininterrotta di cavità, cunicoli, picchi, pinnacoli dalla forma in qualche caso inusitata e

fantastica come il famoso “ uomo a cavallo” e grotte tra cui quella del “ Telegrafo” e la grotta ipogea detta “ Porta”, particolarmente

interessante.

Tornati sul percorso principale attraversiamo la stupenda “pineta” di rimboschimento e giungiamo, dopo un breve tratto sulla SS. 163

all’ingresso di S.Maria de Olearia.

Questo complesso, famoso non solo in Costiera, costituisce un raro e prezioso esempio di arte e architettura del primo Medioevo e testimonia il

diffondersi, nella zona, di un fenomeno molto particolare che è quello dell’arrivo e dello stanziamento dei monaci basiliani di rito greco

ortodosso. In tutto il ducato ma soprattutto nella zona del Monte Falerzio si incontrano e coesistono, a lungo e in piena armonia, le due grandi

concezioni monastiche del Medioevo: l’orientale e l’occidentale, il monachesimo latino e il monachesimo greco, fino a quando il mutato clima

storico e spirituale (i Normanni) non permise gradualmente al primo di soppiantare il secondo. E’ proprio quello che poi succederà a S. Maria

de Olearia che si trasformerà da laura basiliana a abbazia benedettina, nella sfera d’influenza della più grande abbazia di Cava de Tirreni.

:Non è semplice notare il complesso a causa della sua perfetta integrazione con il paesaggio e con le costruzioni circostanti. La badia che la

tradizione vuole fondata nel X sec. dai leggendari monaci bizantini Pietro e Giovanni, è composta dalla sovrapposizione di tre piccole cappelle

di periodi diversi, che hanno conservato solo in minima parte le caratteristiche architettoniche originarie. Il nucleo originario è costituito dalla

più antica cappella oggi nota come Cripta dove si trovano gli affreschi meglio conservati di tutto il complesso: la Vergine coi Santi. Gli

affreschi costituiscono uno tra i più importanti gruppi di dipinti murali in Campania che ci siano pervenuti dal primo Medioevo rimasti. Situati

entro i confini del Ducato medievale di Amalfi, alcuni di essi sono probabilmente i più antichi dell’epoca del Ducato.

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ITINERARIO N° 5

DURATA: ORE 4,00 CIRCA

DIFFICOLTA’: FACILE

TIPOLOGIA ITINERARIO : PERCORSO URBANO, SCALE, SENTIERO NATURALE

RADUNO: ORE 9,15 - PIAZZA FLAVIO GIOIA DI AMALFI

Dalla piazza principale di Scala, che raggiungiamo con il bus Sita, ci incamminiamo lungo la strada rotabile provinciale per raggiungere la

frazione di Minuta dalla quale, dopo un breve tratto in località Favara accediamo, percorrendo un fondo agricolo tuttora coltivato, ad

un’antica abitazione in grotta.

La struttura sfrutta una cavità naturale abbastanza profonda di cui sono stati regolarizzati le pareti e l’apertura all’esterno. Si configura,

infatti, come un unico vano rettangolare con la parete di fondo strutturata su due archi a tutto sesto che poggiano su un gradino

determinante un basso podio. A questi corrispondono sulla parete opposta una serie di tre archi simili a quelli dell’altro lato, si da risultare

speculari (il numero minore di archi è dato dalla presenza della porta di ingresso e di roccia affiorante sul lato E). Nella parte superiore

degli archi della parete di fondo si aprono buchi per l’allocazione di travi che sul lato opposto poggiano su una risega determinata dal

minore spessore del muro di tompagnatura dell’apertura della grotta. Su queste travi doveva poggiare un solaio di legno che determinava

un secondo piano, la cui altezza doveva risultare limitata. Interessante la specializzazione in un angolo del lato O per uso di cucina (le

evidenti tracce di fumo sulla parete, nonché un apertura irregolare alla sommità del muro testimoniano la presenza in quel punto di un

focolare); da notare la presenza di una cisterna, che è stata costruita come corpo avanzato sul lato O della struttura principale,

risultandone appoggiata e collegata al vano principale da un grosso varco aperto probabilmente quando l’intera struttura ha perso la

funzionalità originaria. La cisterna, infatti, risulta coperta da una piccola volta a botte poggiante su una risega determinata

dall’arretramento della volta rispetto alla parete della cisterna e sembra mostrare caratteri costruttivi più recenti, considerato il diverso

trattamento degli intonaci (molto più accurati nelle pareti laterali e nel fondo). In prossimità del varco aperto nella parete E della cisterna

si nota a terra una struttura tondeggiante, rilevata dal pavimento di circa 0,70 m, scavata nella roccia, sul cui uso non è stata formulata

nessuna ipotesi convincente. (cfr. studio siti rupestri CCSA)

Nelle immediate vicinanze, una presenza preziosa: la chiesa dell’Annunziata o Santa Maria di Minuta, uno degli edifici romanici più

interessanti dell’intera regione. Successivamente, lungo una scala in discesa, incrociamo l’ingresso di un’altra realtà di grandissimo

interesse, la basilica di Sant’Eustachio. Risalente al XIII secolo la basilica era un tempo uno degli edifici religiosi più belli panoramici

dell’intero territorio. Superata la piazzetta di Pontone, proseguiamo verso destra per una breve scorciatoia per raggiungere la strada rotabile

che attraversiamo. Pochi metri ed incontriamo la chiesa di S. Maria del Carmine, chiesa parrocchiale della frazione (ad onta delle sue

modeste dimensioni.) la cui posizione molto panoramica permette di ammirare la sottostante valle del Dragone e, di fronte, lo sperone

roccioso di Villa Cimbrone.

Dopo una breve discesa superiamo un bivio il cui sentiero di destra, via Monte, conduce, tra giardini e casolari, al cancello di accesso al

Castrum Scalelle sul Monte Aureo mentre quello a sinistra, via Speruto che scegliamo, porta ad Atrani attraverso un viottolo costituito da

una lunga scala e brevi tratti in falsopiano. Durante la discesa superiamo aree naturali occupate da macchia mediterranea e bosco misto, muri

a secco e vecchi cancelli a tutela di limoneti e vigneti ormai quasi del tutto abbandonati fino a giungere al corso del Dragone il cui letto

valichiamo su un agile ponticello. Costeggiando il bordo orientale della Valle del Dragone scendiamo lungo via Fiume fino a raggiungere

Atrani dove ha termine la nostra escursione.

L'ANTICA SCALA.

DA MINUTA AD ATRANI

SABATO 18 OTTOBRE 2014

SITO RUPESTRE:

CASA IN GROTTA A FAVARA

con MARIA RUSSO

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ITINERARIO N° 6

DURATA DEL PERCORSO: ORE 4,00 CIRCA

DIFFICOLTA’: MEDIA

RADUNO: ORE 9,45 - AMALFI PIAZZA FLAVIO GIOIA

La città di Lettere è un tipico borgo collinare riedificato nel tardo medioevo attorno ad un castello posto a roccaforte della città. Il suo nome,

secondo alcuni storici, deriva da "Lucio Latae Litterae" ossia "Lettere portate a Lucio Silla" dittatore romano accampatosi in quel luogo nel

87 a.c. Secondo alcuni storici infatti, il nome di Lettere deriverebbe dall'antichissimo luogo di posta dove venivano appunto scambiate le

lettere tra Mario e Silla. Nel 89 a.C., dopo aver distrutto la città di Stabia ribellatasi ai Romani, disperse i suoi cittadini nei monti vicini, tra i

quali quelli di Lettere. Furono Silla ed i suoi eredi dalla gens Cornelia a sviluppare la produzione del latte e dei latticini e l'allevamento del

bestiame che da quei tempi si pratica nei pascoli del Megano e nei pianori minori dei Monti Lattari. Fu poi di dominio Greco - Bizantino e

Amalfitano, sicuramente il periodo più glorioso della storia di Lettere. Nel decimo secolo d.C., nacquero diversi castelli, tra cui quello di

Pino costruito nell’anno 949 d.C. e nell’anno 1018 d.C. il castello di Lettere.

Il Castello di Lettere si erge sulla cima della collina di San Nicola del Vaglia, a 347 metri sul livello del mare su una terrazza in pietra

calcarea appartenente alla catena dei monti Lattari, da cui domina la città di Castellammare di Stabia con il suo golfo. Durante il X secolo

quando Lettere e l’area circostante entrarono a far parte dei territori sottoposti alla città stato di Amalfi, la città acquisì la funzione di

avamposto a controllo del limes nord est del ducato, e in particolare del valico di Pino-Agerola, uno dei due importanti punti di accesso al

territorio provenendo dalla Piana del Sarno. Il Castello di Lettere non fu il primo castello nato a questo scopo: la sua costruzione segue

probabilmente di pochi anni quella del Castello di Pino, costruito nel 949 con il preciso compito di controllare i possedimenti amalfitani di

Gragnano e Pimonte, fino a quel momento privi di una propria difesa. Il Castello di Lettere sebbene non integro, conserva gran parte degli

elementi della fortificazione: la sua veste attuale mostra principalmente le modifiche apportate durante la fase militare angioina.

LE VENE DI SAN BENEDETTO

A circa 30’ di comoda passeggiata, si trova l’eremo benedettino, ovvero il luogo ove si ritiravano i monaci eremiti benedettini per pregare,

luogo conosciuto anche come le vene di San Benedetto. L’eremo si raggiunge attraverso un comodo sentiero recentemente messo in

sicurezza dall’ Amministrazione comunale e dalla Comunità Montana dei Monti Lattari ed offre ai visitatori un panorama impareggiabile

sulla Valle del Sarno e il Vesuvio, oltre a permettere di godere una visione insolita dello storico Castello di Lettere.

Intorno all’eremo una serie di piccole cavità naturali furono probabilmente usate da monaci eremiti benedettini per pregare, ed in una di

queste fu realizzata una cappella tutta affrescata.

Purtroppo questi affreschi non hanno retto all’incuria del tempo e agli atti di vandalismo, ma quello che ne resta dimostra che risalivano a

circa 1.000 anni fa.

Il prof. Francesco Di Capua visitò l’eremo alla fine degli anni ’40 e ne descrisse gli affreschi, all’epoca parzialmente già danneggiati, ma

leggibili come stile e, soprattutto, alcune frasi relative ai committenti e probabilmente all’autore, il monaco benedettino Ioannis, forse lo

stesso che eseguì una parte degli affreschi della Grotta di San Biagio a Castellammare di Stabia.

Al centro dell’abside vi era una Madonna con Bambino assisa sul trono, come da tradizione benedettina, e sui due lati diversi santi di cui già

allora si evidenziavano solo le parti inferiori. Infine interessante è anche il richiamo ad uno dei committenti, Sergius, lo stesso nome

richiamato anche in una lapide, datata 1103, esistente tuttora nella chiesa di San Lorenzo a Lettere, dove si identifica come proconsul et dux

Sorrentinorum. E’ ipotizzabile quindi che il potere del Ducato di Amalfi fosse già stato messo in difficoltà dagli invasori normanni e il

Ducato di Sorrento aveva approfittato delle difficoltà di Amalfi per espandere la sua area di influenza sui Monti Lattari.

IL CASTELLO DI LETTERE

SABATO 8 NOVEMBRE 2014

SITO RUPESTRE:

GROTTE DI SAN BENEDETTO

con GERARDO GIORDANO

III EDIZIONE - SETTEMBRE 2014 - MAGGIO 2015

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PASSEGGI SEGRETIPASSEGGI SEGRETI

ITINERARIO N° 7

DURATA DEL PERCORSO ORE 4,00 CIRCA

DIFFICOLTA’: FACILE

RADUNO: ORE 9.30 - ATRANI PIAZZA UMBERTO I

PREVISTA COLAZIONE A SACCO

La passeggiata ha lo scopo di approfondire la conoscenza di Atrani, il più piccolo (per estensione) ed insieme uno dei più suggestivi comuni

d’ Italia. La sua lunga storia si è spesso sovrapposta a quella del suo più potente e famoso vicino, Amalfi, del quale, tra l’altro, un tempo

faceva parte.

Il percorso ha inizio da piazza Duomo di Amalfi e prosegue per piazza Municipio fino ad imboccare la panoramica Via Nuova, un’antica

pedonale di collegamento, per raggiungere la nostra meta. Attraversando suggestivi vicoli nei quali il silenzio riporta ad antiche atmosfere, si

perviene dopo una lunga scalinata alla chiesetta di S. Maria del Bando. La denominazione pare risalga alla tradizione che vuole che proprio

da detta chiesa venissero “bandite” e cioè proclamate le condanne a morte. Citata dallo storico Matteo Camera come “antichissima e tuttavia

esistente” ( il testo è del 1881) la piccola struttura religiosa, edificata nel secolo XII, sorge su uno sperone roccioso circondato da una

rigogliosa vegetazione sotto la torre dello Ziro ed offre uno stupendo panorama del centro urbano di Atrani, con il mare sullo sfondo.

A poca distanza dalla chiesa si trova un’ampia grotta, detta di Masaniello, nella quale la voce popolare tramanda che abbia trovato rifugio il

pescatore rivoluzionario, la cui famiglia materna avrebbe abitato una sottostante abitazione oggi abbandonata, immortalata spesso per

questo motivo dai viaggiatori stranieri del secolo scorso.

Dalla piazza Umberto I, dopo una breve scalinata si accede alle chiese, poste l’una vicino all’altra, dell’Immacolata e di S. Salvatore de

Birecto. Quest’ultima risalente al X secolo, ancorché totalmente rimaneggiata nei secoli successivi, era sede di una cerimonia di grande

solennità. In essa venivano infatti incoronati i duchi di Amalfi, titolari del potere civile e militare sull’intero territorio. Di grande pregio

artistico è la porta di bronzo, realizzata nel 1087 su commissione del ricco mercante Pantaleone Viarecta, attualmente custodita, a causa dei

lavori di restauro, presso la Collegiata di S. Maria Maddalena.

Dalla piazza principale ci incamminiamo per via Arte della Lana, nella quale la corporazione degli artigiani della lana, attiva per vari secoli,

ebbe il suo punto di riferimento. Della loro fiorente attività sono custoditi tuttora gli atti presso l’archivio comunale.

Affascinante è la visita della vicina, minuscola cappella di S. Michele Arcangelo, edificata in una grotta del soprastante Monte Civita. La

piccola cappella, situata in una grotta naturale alla base del Monte Aureo, è forse la chiesa più antica di Atrani, databile tra l’XI ed il XII

secolo. Chiamata anche “ camposantino” perché utilizzata come cimitero fino al 1927, la minuscola chiesa esprime un suo silenzioso fascino

fatto di spazi ridotti, lapidi consumate dal tempo, atmosfera raccolta.

All’esterno del centro urbano (poco più a S della grotta si vede l’antica porta di accesso all’abitato da N), sulla parete E dell’alto pendio si

apre questa grotta che ha svolto per decenni il ruolo di cimitero e, durante il secondo conflitto mondiale, quello di rifugio antiaereo.

All’interno della cavità, a cui si accede attraverso una ripida scala, fu costruito un altare con dipinto su lamiera del Crepella, risalente al

1930; il dipinto riproduce la caratteristica iconografia di S. Michele Arcangelo.

Da una seconda scala si sale al vano più antico, coperto da una volta a botte, con roccia affiorante e sguarnito di qualsiasi decorazione.

(cfr. studio siti rupestri CCSA)

LA VALLE DEL DRAGONE

SABATO 21 MARZO 2015

SITO RUPESTRE:

LA GROTTA DI MASANIELLO,

IL CAMPOSANTINO

con LINA SABINO

III EDIZIONE - SETTEMBRE 2014 - MAGGIO 2015

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PASSEGGI SEGRETIPASSEGGI SEGRETI

ITINERARIO N° 8

DURATA DEL PERCORSO: ORE 6.00 CIRCA

TIPO : SCALE E SENTIERO NATURALE

DIFFICOLTA’: MEDIO/ALTA

RADUNO: ORE 8.00 - MAIORI PIAZZALE ANTISTANTE PALAZZO MEZZACAPO

PREVISTA COLAZIONE A SACCO

Un itinerario molto noto alla comunità della Costiera amalfitana perché parte integrante della religiosità popolare è quello che raggiunge il

Santuario dell’Avvocata (mt. 837) sul Monte Falerzio (mt. 1014).

La rigogliosa vegetazione è costituita, come accade in genere sui Monti Lattari, da lecceta nelle aree esposte a mezzogiorno e bosco misto

nelle zone più umide mentre corbezzolo, mirto, lauro, rosmarino, erica ed altri rappresentanti della macchia mediterranea occupano le

superfici aperte e colorano gli scenari imperdibili che dominano il golfo.

L’ascesa alla cima dura circa due ore partendo da Maiori. Dopo un’ ora dalla partenza si giunge all’antica casa contadina di S. Maria e

subito dopo alla suggestiva sorgente dell’Acqua del Castagno. Attraverso un sentiero più o meno comodo, disseminato di felci aquiline,

raggiungiamo il pianoro dell’ Avvocata (837 mt.) dove una piccola fontana ci allieterà dall’arsura.

Alla sommità del monte Falerzio sorge un complesso religioso dedicato alla Beata Vergine Avvocata, di cui la parte più antica è costituita

dalla grotta.

Si racconta che nel 1485 ad un pastore maiorese Gabriele Cinnamo, apparve in questa grotta la Vergine che gli chiese di edificare un luogo

di preghiera proprio lì dove gli era apparsa, presentandosi col titolo di Avvocata. Il pastore edificò nella grotta una cappella, ingrandita in

seguito dai Padri Camaldolesi che nel 1682 presero in custodia il convento che era lì sorto. Il Cinnamo, oltre alla grotta, rese luogo di culto

varie costruzioni che egli stesso aveva erette.

La parte più importante del complesso è la grotta, dove sopravvive la parte esterna della cappella con la scena dell’Annunciazione, con

l’apparizione della Vergine al pastore rappresentata sull’altare; sulla volta sono rappresentati i dodici apostoli circondati da angeli. Da questa

cappella si aprono due scale che conducono, una a due pozzi per la raccolta dell’acqua, e l’altra ad una cavità più vasta, forse originaria sede

del culto, dove non si notano strutture.

Raggiunto il Santuario, uno stretto sentiero conduce ad un’altra grotta detta di Matteo Salese, un popolare brigante della costa che, secondo

la leggenda popolare, accerchiato dai gendarmi borbonici preferì buttarsi nel vuoto per seguire il suo ideale di libertà. Nella grotta si possono

vedere sulla parete di fondo una serie di tre piccoli archi, di cui quello centrale, più ampio, chiuso con funzione di fontana per l’acqua che

fuoriusciva dalla sorgente. Le strutture sono ottocentesche.

Proseguendo si giunge al punto di osservazione più alto del Golfo di Salerno con un ampio orizzonte ed un incantevole panorama da Punta

Licosa a Capri.

IL MONTE FALERZIO

SABATO 4 APRILE 2015

SITO RUPESTRE:

GROTTA DELL'AVVOCATA,

GROTTA DI MATTEO SALESE

con GIOACCHINO DI MARTINO

III EDIZIONE - SETTEMBRE 2014 - MAGGIO 2015

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PASSEGGI SEGRETIPASSEGGI SEGRETI

Senz'altro uno dei percorsi più spettacolari e famosi non solo della Costiera amalfitana. Così chiamato per la bellezza del panorama, il

sentiero degli Dei è il tragitto montano che collega Bomerano, frazione di Agerola in provincia di Napoli, a Nocelle, frazione di Positano.

La partenza ovviamente può avvenire sia da Bomerano che da Nocelle con l'unico accorgimento di avere il sole alle spalle per godere

appieno della fantastica visione della costa sottostante. Scegliendo l'itinerario classico, si parte da piazza Capasso di Bomerano, frazione di

Agerola a circa 600 metri sul mare.

L'ambiente che attraversiamo è, per gran parte, quello caratteristico delle aree esposte della Costiera amalfitana: macchia mediterranea,

carrubi, olivastri; in primavera un'esplosione di colori e di profumi; nelle zone più ombrose boschetti di latifoglie con il ricco corredo dei

fiori tipici di sottobosco tra cui spiccano variopinte orchidee: orchis italica, ofride gialla. Molto ricca e varia la fauna, soprattutto gli uccelli:

rumorose ghiandaie, misteriosi cuculi, corvi imperiali, gheppi, poiane vi potranno far compagnia durante la passeggiata e non è esclusa la

possibilità di scorgere la sagoma fulminea del Falco pellegrino, sicuramente presente nella zona.

Sui lati del sentiero, che in alcuni punti rasenta profondi burroni, terrazzamenti abbandonati e case disabitate ci parlano di un mondo

scomparso legato alla dura fatica della terra che, in questa parte di territorio, doveva però essere alleviata dalla dolcezza del clima e

dall'incredibile bellezza della costiera con le isole de Li Galli e Capri sullo sfondo.

Alcuni di questi fabbricati mostrano ancora gli accorgimenti (canalizzazioni in argilla, pozzi per la raccolta delle acque piovane) con i quali

i nostri antenati sapevano far fronte alle difficoltà naturali ed alla carenza di prodotti industriali. Qualcuno di essi ha ancora il tetto in

scandole (tegole in legno, in questo caso di castagno) con le quali fino a non molti anni fa si usavano costruire le coperture delle case in

questo territorio.

Da Nocelle possiamo proseguire per Montepertuso, l'altra frazione alta di Positano, che raggiungeremo utilizzando il servizio di linea oppure

scegliere di scendere la lunga (1500 gradini circa), ma bellissima scalinata che dalla chiesa di Nocelle porta fino alla statale 163, località

Arienzo. In questo caso ci renderemo conto, anche se solo parzialmente, delle incredibili capacità atletiche che i nostri avi dovevano

possedere anche solo per raggiungere le proprie case.

III EDIZIONE - SETTEMBRE 2014 - MAGGIO 2015

SENTIERO DEGLI DEI

SABATO 18 APRILE 2015

SITO RUPESTRE

con ROBERTO PISANI

ITINERARIO N° 9

DURATA DEL PERCORSO: ORE 5.00 CIRCA

TIPO : SCALE E SENTIERO NATURALE

DIFFICOLTA’: MEDIA

RADUNO: ORE 10.00 - AMALFI PIAZZA FLAVIO GIOIA

PREVISTA COLAZIONE A SACCO

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PASSEGGI SEGRETIPASSEGGI SEGRETI

ITINERARIO N° 10

DURATA DEL PERCORSO: ORE 4.00 CIRCA

TIPO : SCALE E PERCORSO URBANO E SENTIERO NATURALE

DIFFICOLTA’: MEDIA

RADUNO: ORE 10.00 - AMALFI PIAZZA FLAVIO GIOIA

PREVISTA COLAZIONE A SACCO

Il percorso lungo l’antica via Maestra dei Villaggi ci riporterà indietro nel tempo quando viottoli e scale costituivano l’unica possibilità di

collegamento tra gli insediamenti sparsi ed il centro di Amalfi. Le frazioni: dalla più vicina, Pastena, alla più lontana, Tovere, tutte per lo più

a vocazione agricola, mantenevano legami tra di loro e con la “madrepatria” attraverso questa arteria che, sviluppandosi tra ardite scalinate e

scorci suggestivi consentiva lo scambio di prodotti di ogni genere e lo svolgimento di tutte le attività necessarie a comunità poste a distanze

forse non estreme ma superabili solo a piedi.

Un esempio dell’importanza della via Maestra dei Villaggi si poteva constatare, un tempo, quando in occasione della fiera di S.Andrea, il 30

novembre di ogni anno, frotte di famiglie contadine, provenienti dai vari casali, si riversavano ad Amalfi per partecipare alla festa e

provvedere agli acquisti di attrezzi agricoli, bestiame, capi di abbigliamento e di corredo. In quell’occasione Amalfi mutava fisionomia

rivelando la sua essenza profonda e trasformandosi come per incanto da città di mare in paese di campagna.

La partenza è prevista ad Amalfi alle ore 10,15 con il bus Sita. Arrivati a S. Lazzaro di Agerola, un balcone sul mare di Amalfi,

imbocchiamo la scala in discesa che ci condurrà tra giardini, macchia mediterranea, case rurali e chiesette di campagna a conoscere in

sequenza le frazioni di Amalfi: Tovere, Vettica, Lone, Pastena con Pogerola un poco defilata rispetto al nostro itinerario.

A Vettica dopo aver ammirato, in località Lama del Pendolo, una singolare struttura abitativa posta a mo’ di sentinella su uno sperone

roccioso che domina la valle, raggiungiamo in via Canale delle Monache una cavità nella roccia nella quale resiste un' antica costruzione.

Posta a 380 m. sul livello del mare, questa struttura è costruita nella roccia ed è collegata da un sentiero denominato Canale delle Monache

che la mette in comunicazione con la più importante strada Via Maestra dei Villaggi. La costruzione rivela nell’alzato un diverso

trattamento dei setti murari e la progressiva aggiunta di ambienti a S e a N, per cui si può ipotizzare lo sfruttamento di una costruzione

precedente, fissando l’epoca di maggiore fortuna nel 1700. (cfr. studio siti rupestri CCSA)

III EDIZIONE - SETTEMBRE 2014 - MAGGIO 2015

AMALFI VIA MAESTRA DEI

VILLAGGI

SABATO 2 MAGGIO 2015

SITO RUPESTRE:

VIA CASA CANALE DELLE MONACHE

VETTICA DI AMALFI

con MARIA RUSSO

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PASSEGGI SEGRETIPASSEGGI SEGRETIIII EDIZIONE - SETTEMBRE 2014 - MAGGIO 2015

COME RAGGIUNGERE

GLI ITINERARI

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EQUIPAGGIAMENTO SUGGERITOabbigliamento sportivo- scarpe da trekking, giacca a vento,

binocolo e macchina fotografica.

Si consiglia inoltre di portare acqua potabile e comunque una

bottiglia o altro contenitore, frutta o altri viveri in previsione

della possibilità di un rapido spuntino.

Informazioni potranno essere assunte contattando Gioacchino Di

Martino, referente dell’iniziativa, [email protected] ;

[email protected] . 347-2618662; 089-852501 oppure Eugenia

Apicella, responsabile Ufficio Turismo del Comune di Maiori

[email protected]

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PASSEGGI SEGRETIPASSEGGI SEGRETIIII EDIZIONE - SETTEMBRE 2014 - MAGGIO 2015

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INDICAZIONE ITINERARI