PARTE PRIMA DISCIPLINARE DESCRITTIVO E PRESTAZIONALE … · Il personale addetto all'impiego dei...

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SERVIZIO PROGETTAZIONE ED ESECUZIONE INTERVENTI VIABILITÀ III

“S.P. 141 di Castagnole. Adeguamento idraulico e ricostruzione ponte sul Torrente Ramata in Comune di Virle.” DISCIPLINARE DESCRITTIVO E PRESTAZIONALE DEGLI ELEMENTI TECNICI

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INDICE:

DISCIPLINARE DESCRITTIVO E PRESTAZIONALE DEGLI ELEMENTI TECNICI ......2

CAPO 1 - MODALITÀ DI ESECUZIONE DELLE PRINCIPALI CATEGORIE DI LAVORO �Art. 1 - Tracciamenti �

Art. 2 - Sondaggi geognostici �

Art. 3 - Precauzioni per l'uso delle mine �

Art. 4 - Scavi di sbancamento e formazione dei rilevati �

Art. 5 - Scavi di fondazione �

Art. 6 - Scavi subacquei �

Art. 7 - Norme generali per tutti gli scavi �

Art. 8 - Calcestruzzi semplici, armati e precompressi �

Art. 9 - Armature di sostegno, casseforme, centinature e vari ��

Art. 10 - Murature di calcestruzzo con pietrame annegato ��

Art. 11 - Murature di pietrame con malta ��

Art. 12 - Paramenti per le murature di pietrame ��

Art. 13 - Opere protettive delle superfici in calcestruzzo ��

Art. 14 - Condotti scatolari per attraversamenti stradali ��

Art. 15 - Drenaggi ��

Art. 16 - Fondazioni stradali stabilizzate ��

Art. 17 - Massicciate cilindrate e trattamenti bituminosi ��

Art. 18 - Strato di base in conglomerato bituminoso con misto di sabbia, ghiaia e pietrisco. ��Art. 19 - Conglomerato bituminoso per pavimentazioni flessibili, strato di collegamento (binder) e

strato di usura. ��

Art. 20 - Scarificazione di pavimentazioni esistenti ��

Art. 21 - Cordonate in conglomerato cementizio ��

Art. 22 - Scogliere - difese dalle acque ��

Art. 23 - Micropali ��

Art. 24 - Palificate di sostegno in legname ��

Art. 25 - Barriere di protezione e parapetti metallici ��

Art. 26 - Lavori diversi non specificati nei precedenti articoli ��

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“S.P. 141 di Castagnole. Adeguamento idraulico e ricostruzione ponte sul Torrente Ramata in Comune di Virle.” DISCIPLINARE DESCRITTIVO E PRESTAZIONALE DEGLI ELEMENTI TECNICI

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PARTE PRIMA

DISCIPLINARE DESCRITTIVO E PRESTAZIONALE DEGLI ELEMENTI TECNICI

CAPO 1 - MODALITÀ DI ESECUZIONE DELLE PRINCIPALI CATEGORIE DI LAVORO

Art. 1 - Tracciamenti 1. Avvenuta la consegna dei lavori, l'Impresa effettuerà la picchettazione dei lavori e controllerà i capisaldi posti dalla

Direzione Lavori. 2. Senza accordo con la Direzione Lavori, conseguente a verbale apposito controfirmato dalla Direzione Lavori e

dall'Impresa, non potranno essere variate, anche di numero, le sezioni trasversali di consegna ed i capisaldi. A questi ultimi sempre dovrà essere riferita ogni misurazione contabile.

Art. 2 - Sondaggi geognostici 1. Qualora la Direzione Lavori lo ritenga necessario l'Impresa dovrà fornire i risultati di un certo numero di sondaggi,

prove penetrometriche o di portanza dei terreni, indagini geognostiche, ecc. senza perciò poter pretendere alcun maggior compenso oltre quello relativo alle opere cui le indagini si riferiscono.

Art. 3 - Precauzioni per l'uso delle mine 1. Dovranno essere osservate le disposizioni delle Leggi e dei Regolamenti in vigore ed adottate le prevenzioni

sufficienti ad impedire disgrazie e danni che, se si dovessero verificare, ricadranno sempre a carico dell'Impresa. 2. Saranno a carico dell'Impresa anche le guardiole, i depositi regolamentari, i lumi ecc... 3. Il personale addetto all'impiego dei materiali esplosivi dovrà in particolare essere titolare della licenza di fuochino

rilasciata dall`Autorità competente.

Art. 4 - Scavi di sbancamento e formazione dei rilevati 1. Sono tutti gli scavi che non sono scavi di fondazione a sezione obbligata per strutture: murarie di fondazione e di

elevazione. 2. L'Impresa potrà eseguirli con scarpa idonea ad evitare puntellature; ma il maggior scavo rispetto a quello

previsto nelle sezioni di progetto ed il riempimento successivo non verranno computati. 3. Il volume degli scavi di sbancamento sarà detratto dal volume dei rilevati indipendentemente dalla successione

effettiva dei tempi di esecuzione degli scavi e dei rilevati. 4. Se il materiale di risulta di una qualsiasi parte degli scavi non sarà ritenuto idoneo dalla Direzione Lavori al

reimpiego, la quantità ed i motivi della non idoneità dovranno risultare da apposito verbale redatto dal Direttore dei Lavori e controfirmato per l'osservanza dell'Appaltatore.

5. Le eccedenze degli scavi restano, se sarà cosi' richiesto dalla Direzione Lavori, di proprietà della stazione appaltante, la quale potrà ordinarne il deposito all'Impresa fino ad una distanza max di km. 3,0 dal luogo di scavo senza alcun compenso salvo la fornitura del luogo di deposito. In caso contrario, i materiali di scarto saranno portati a rifiuto a cura e spese dell'Impresa.

6. L'Appaltatore dovrà sviluppare i movimenti di materie con adeguati mezzi e con sufficiente mano d'opera in modo da dare gli scavi possibilmente completi a piena sezione in ciascun tratto iniziato.

7. Inoltre dovrà aprire senza indugio i fossi e le cunette occorrenti e comunque mantenere efficiente, a sua cura e spese, il deflusso delle acque anche, ove occorra, con canali fugatori, in modo che il piano di fondazione non venga danneggiato dalla presenza d'acqua, nel qual caso tutte le opere di ripristino saranno a carico dell'Impresa che non potrà farne oggetto per richieste di danni di forza maggiore.

Formazione dei rilevati 1. Per la formazione dei rilevati verranno impiegati i terreni provenienti dagli scavi in genere (sbancamenti per

apertura di sede stradale, scavi per l'impianto di opere d' arte, scoticamenti ecc.) se la Direzione Lavori, sulla base dei criteri che seguono, li riterrà idonei, nonchè quelli provenienti da cave di prestito.

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2. La non idoneità al reimpiego del materiale di scavo o di parte di esso dovrà risultare da apposito verbale redatto dalla Direzione, relativo a prove ed analisi eseguite su campioni di materiali prelevati in sito; nel verbale sarà indicato il motivo della non idoneità e sarà indicato il luogo scelto dall'Impresa per il deposito del materiale a sua cura e spese.

3. L' Impresa per il reperimento di materiali per la formazione dei rilevati dovrà aprire, a sua cura e spese, cave di prestito che dovranno essere riconosciute idonee dalla Direzione Lavori.

4. Sarà a carico dell'Impresa l'apertura e la manutenzione delle strade di servizio e la buona conservazione di quelle esistenti sulle quali farà transitare i materiali estratti. I materiali estratti dovranno appartenere costantemente ai gruppi di seguito indicati, come dovrà risultare dalle verifiche che la Direzione Lavori si riserva di eseguire in qualsiasi momento; l'Impresa dovrà rispettare le vigenti disposizioni di legge in materia di estrazione e di pulizia idraulica.

5. Le cave di prestito, aperte a totale cura e spese dell'Impresa, debbono inoltre essere coltivate in modo che tanto durante la esecuzione degli scavi, quanto a scavo ultimato, non si abbiano a verificare franamenti o comunque condizioni pregiudizievoli per la salute ed incolumità pubblica restando espressamente inteso che qualsiasi danno o anomalia dovesse essere arrecata ad Enti Pubblici e privati ed a proprietà di terzi, ricadrà ad esclusivo carico dell'Impresa rimanendo l'Amministrazione sollevata da qualsiasi responsabilità.

6. Se sarà ordinato dalla Direzione dei Lavori l'Impresa dovrà provvedere a che nelle cave di prestito non ristagnino le acque. Anche questo onere come tutti gli altri relativi alle cave quali formazione di strade, indennità ed occupazione di terreni, pagamento di danni ecc. si intendono compensati nel prezzo d'elenco.

7. Quando i rilevati da eseguire restano addossati a declivi con pendenza superiore al 15%, la formazione del rilevato verrà preceduta, oltre che dalla asportazione del terreno vegetale indispensabile anche per i terreni pianeggianti, dalla gradonatura del pendio, secondo le indicazioni della Direzione Lavori, con inclinazione inversa a quella del terreno.

8. La cotica erbosa rimossa sarà utilizzata interamente per il rivestimento delle scarpate e se in eccedenza verrà portata a discarica a cura e spese dell'Impresa.

9. Il rilevato dovrà sempre essere lasciato durante la sospensione dei lavori con opportuna forma, in modo di permettere lo scolo delle acque senza che la presenza delle medesime, possa alterare la buona riuscita dei lavori. Qualora il materiale risultasse ammalorato per quanto sopra, dovrà essere sostituito a cura e spese della Ditta.

A) MATERIALI Rilevati stradali 1. Per i rilevati della sede stradale verranno impiegati i terreni appartenenti ai gruppi A1, A2-4, A2-5, A3 della

classifica AASHO (Tabella A). 2. L'ultimo strato al di sotto della sovrastruttura stradale, compreso lo strato in materiale anidro stabilizzato, sia per i

tratti in rilevato, sia per i tratti in sbancamento, sarà costituito, quando non vi siano norme particolari in contrasto, da un cassonetto di materiale granulare appartenente al gruppi A1 - a della classifica AASHO dello spessore finito dì cm 30 costipato, disposto e rullato in modo da raggiungere una densità secca in sito pari al 95% della densità massima AASHO modificata e, alla prova di carico con piastra da 30 cm secondo le norme svizzere (S.N.V. n 70317), un valore del modulo di deformazione "Me" non inferiore a 800 kg/cmq.

3. Se dalle analisi e dalle prove, che la Direzione Lavori potrà far eseguire a spese dell'Appaltatore, si avranno carenze o variazioni qualitative rispetto alle prescrizioni, la Direzione Lavori, redatto apposito verbale, potrà chiedere la sostituzione del materiale impiegato e, in caso di grave inadempienza, tale da pregiudicare la stabilità e la compattezza dei rilevati, quando cioè il valore del modulo di deformazione sia inferiore al 9% di quello richiesto, addebitare, all'Impresa una riduzione del prezzo di Capitolato proporzionale alla riduzione percentuale del valore di detto modulo.

B) MODALITÀ DI ESECUZIONE 1) Rilevati stradali 1. La stesa del materiale verrà eseguita, dopo che sia stato effettuato il costipamento del piano di appoggio del

rilevato, in strati di spessore proporzionato alla natura del materiale ed alla potenza e peso dei mezzi costipanti usati; in ogni caso di spessore sciolto non superiore a 40 cm con la pendenza necessaria per permettere un rapido smaltimento delle acque piovane, non inferiore al 2%, ma mai superiore al 5%

2. Il contenuto di acqua del materiale verrà portato al valore più idoneo per ottenere il massimo effetto costipante, inumidendo od aerando il materiale stesso secondo necessità, in relazione al valore dell'umidità ottimale prescritta dalla Direzione Lavori e basata su prove di laboratorio o di cantiere. Il costipamento avverrà con i mezzi meccanici idonei, approvati dalla Direzione Lavori. In ogni caso non sarà consentito eseguire il costipamento a secco del materiale.

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3. A costipamento ultimato si dovrà raggiungere per ogni strato un valore della densità secca in sito non inferiore al 95% della densità secca massima AASHO modificata, eseguita in laboratorio su materiale passante al crivello da 25 mm, apportando alla densità in sito la correzione derivante dalla presenza del trattenuto al crivello da 25 mm, qualora questo trattenuto sia inferiore al 25% del totale.

4. Nel caso che il materiale abbia una granulometria tale da presentare al trattenuto al crivello da 25 mm superiore al 25% del peso secco totale, e comunque ogni qualvolta la Direzione Lavori lo ritenga opportuno, il controllo del grado di costipamento verrà effettuato mediante piastra da 30 cm, secondo il metodo svizzero e si dovrà raggiungere un valore del modulo di deformazione "Me" non inferiore a 800 Kg/cmq.

5. Ogni strato dovrà avere i requisiti di costipamento richiesti prima che venga messo in opera lo strato successivo, che non potrà essere posto in opera senza preventivo consenso della Direzione Lavori.

6. Nella formazione dei rilevati si riserveranno agli strati superiori le terre migliori disponibili (sia provenienti dagli scavi, sia provenienti da cave di prestito), con la tassativa prescrizione di impiegare materiale del gruppo A1-a nei 30 cm sottostanti la sovrastruttura.

7. Nel caso si prevedano sospensioni durature di lavoro onde evitare la penetrazione di acque piovane nel rilevato e la conseguente sua saturazione, la Impresa sarà tenuta a costipare a fondo l'ultimo strato eseguito, ove necessario con l'ausilio di rulli gommati, sagomando la superficie in modo da impedire ristagni d'acqua; alla ripresa dei lavori dovrà essere rimossa qualsiasi traccia di vegetazione che abbia attecchito.

8. L'opera di compattamento deve essere preceduta ed accompagnata dal servizio di motolivellatrici che curino in continuità la sagomatura della superficie; è infatti della massima importanza che questa, nel corso della formazione del rilevato, presenti sagoma spiovente lateralmente con falde di opportuna pendenza e si evitino buche e solchi dove l'acqua possa ristagnare.

9. A tale scopo l'Impresa dovrà disporre in permanenza di apposite squadre e mezzi di manutenzione per rimediare ai danni causati dal traffico dei mezzi di cantiere sul rilevato, oltre a quelli dovuti alle piogge, neve e gelo.

10. Pur lasciando libera all'Assuntore la scelta del mezzo di costipamento da usare, si prescrive, per i terreni di rilevati riportabili ai gruppi A1, A2, A3 un costipamento a carico dinamico-sinusoidale od un costipamento a carico abbinato statico e dinamico-sinusoidale, mentre per i terreni di rilevati riportabili ai gruppi A4, A5, A6, A7 un costipamento mediante rulli a punte o carrelli pigiatori gommati.

11. A rilevato ultimato la parte superiore del terrapieno verrà sagomata, in ogni carreggiata, a spiovente, come a sezione tipo, in modo da assicurare lo smaltimento superficiale delle acque.

12. Nella costruzione del rilevato l ' Impresa terrà conto che le scarpate ed il ciglio delle banchine dovranno venire rivestite di terra vegetale per lo spessore previsto in progetto ed il terreno sarà quello proveniente dallo scoticamento effettuato inizialmente per la preparazione del piano di appoggio del rilevato e da cave di prestito, purché sia privo di ciottoli, detriti, radici, erbe infestanti, ecc. e possegga caratteristiche tali da assicurare l'attecchimento e lo sviluppo della vegetazione.

13. A lavoro ultimato la sagoma e le livellette del rilevato dovranno risultare conformi ai disegni ed alle quote stabilite da progetto, ivi compresa, qualora ordinata, la formazione di gradonatura; onere questo per il quale non verrà corrisposto alcun compenso addizionale.

14. Il rivestimento delle scarpate e delle banchine con terra vegetale dello spessore sopraccitato dovrà essere eseguito con cura scrupolosa procedendo a cordoli orizzontali da costiparsi con mezzi meccanici idonei, previa gradonatura di ancoraggio, onde evitare possibili superfici di scorrimento ed in modo da assicurare una Il rivestimento seguirà dappresso la costruzione del rilevato; qualora la sua costruzione avvenga assieme a quella del rilevato, non è necessaria la predetta gradonatura.

15. Tale rivestimento in terra vegetale forma parte integrante del rilevato ed è compensato dai relativi prezzi per la formazione dei rilevati, senza ulteriori compensi addizionali.

2) Rilevati e reinterri addossati alle murature e riempimento con pietrame 1. Per rilevati e reinterri da addossare alle murature dei manufatti o di altre opere qualsiasi, si dovranno sempre

impiegare materie sciolte o ghiaiose di opportuna granulometria approvata dalla Direzione Lavori, restando vietato in modo assoluto l' impiego di quelle argillose ed in generale di tutte quelle che con l`assorbimento di acqua si rammolliscono e si gonfiano, generando spinte maggiori di quelle previste.

2. Nella formazione dei suddetti rilevati e reinterri dovrà essere usata ogni diligenza perchè la loro esecuzione proceda per strati orizzontali di uguale altezza da tutte le parti, disponendo contemporaneamente le materie con la maggiore regolarità e precauzione, in modo da caricare uniformemente le murature e da evitare le sfiancature che potrebbero derivare da un carico male distribuito. Le materie trasportate in rilevato o per reinterro non potranno essere scaricate direttamente contro le murature con il ribaltamento dei cassoni degli automezzi.

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3. Per tali movimenti di materiale l' Impresa dovrà sempre, a sua cura e spese, provvedere al costipamento delle materie stesse con idonei mezzi vibranti (piastre vibranti) o a percussione (rane) che consentano di operare in spazio ristretto, fino a raggiungere il 100% della densità massima "AASHO modificata".

4. I terrapieni verranno addossati alle murature ed ai manufatti in genere dopo che le malte ed i calcestruzzi abbiano raggiunto sufficiente stagionatura. Tutte le riparazioni e ricostruzioni che si rendessero necessarie per la mancata o imperfetta osservanza delle prescrizioni del presente articolo, saranno a tutto carico dell'Impresa.

5. Nel caso che la Direzione Lavori lo ordini, a tergo delle murature verranno disposti materiali esclusivamente pietrosi per uno spessore da 0,40 a 0,60 m. Negli strati inferiori si adopererà il pietrame di maggiori dimensioni e nel caso che il terreno naturale sia argilloso o limoso è opportuno che il primo strato di 30, 40 cm di spessore sia formato con materiale appartenente al gruppo A-3 per impedirne il rifluimento, impiegando nell'ultimo strato superiore pietrame minuto, ghiaia o anche pietrisco, per impedire alle terre di copertura di penetrare nella massa otturando cosi' gli interstizi fra le pietre. Le dimensioni degli elementi dovranno essere tali da garantire un buon drenaggio e nel contempo da non alterare i fori di scarico (barbacani).

C) CONTROLLI E VERIFICHE DURANTE L'ESECUZIONE DEI RILEVATI 1. La Direzione Lavori potrà provvedere quando lo crederà necessario, al controlIo dell'esecuzione dei rilevati e del

materiale posto in opera, sia determinando il grado di compattazione e di umidità durante l'esecuzione, sia effettuando prelievi in sito ed analisi di laboratorio allo scopo di comprovare le caratteristiche dei materiali effettivamente impiegati.

2. Tutte le spese relative ai controlli di cui sopra, ai prelievi, al trasporto, alle analisi, agli automezzi per le prove di carico su piastra, sono a carico del l'Impresa che è tenuta a presenziare ai prelievi ed alle prove a mezzo di un suo incaricato.

Art. 5 - Scavi di fondazione 1. Sono quelli sui quali insisteranno opere murarie in fondazione ed in elevazione e saranno conteggiati per i volumi

effettivi necessari a contenere le opere murarie che racchiudono. Volumi: maggiori, qualunque ne sia il motivo, non saranno conteggiati.

2. Qualunque sia la natura e la qualità del terreno, gli scavi per fondazione dovranno essere spinti alla profondità che dalla Direzione Lavori verrà ordinata all'atto della loro esecuzione.

3. Le profondità, che si trovano indicate nei disegni di consegna, sono perciò di semplice indicazione e l'Amministrazione appaltante si riserva piena facoltà di variarle nella misura che reputerà più conveniente, senza che ciò possa dare all`Appaltatore motivo alcuno di fare eccezioni o domande di speciali compensi, avendo egli soltanto diritto al pagamento del lavoro eseguito, coi prezzi contrattuali stabiliti per le varie profondità da raggiungere.

4. È vietato all'Appaltatore, porre mano alle murature prima che la Direzione Lavori abbia verificato ed accertato i piani delle fondazioni nonchè collaudata la portanza delle stesse.

5. I piani di fondazione dovranno essere generalmente orizzontali, ma per quelle opere che cadono sopra falde inclinate potranno, a richiesta della Direzione Lavori, essere disposti a gradoni ed anche con determinate contropendenze.

6. Gli scavi di fondazione e per i muri in genere dovranno di norma essere eseguiti a pareti verticali, con l'onere a carico dell'Impresa, di sostenerli con convenienti armature e sbadacchiature.

7. Non saranno mai compensati nè armature nè sbadacchiature anche se non ricuperate, nè riempimenti comunque indispensabili.

8. Ove ragioni speciali non lo vietino, l'Impresa ha la facoltà di scarpare lo scavo anzichè armarlo; in questo caso non sarà compensato il maggiore scavo eseguito oltre quello strettamente occorrente per la costruzione dell'opera, e l'Impresa dovrà provvedere a sue cure e spese al successivo riempimento e costipamento del vuoto rimasto intorno alle murature di fondazione dell'opera.

9. L'Appaltatore dovrà provvedere, a sua cura, spesa ed iniziativa, alle assicurazioni e ad adottare tutte le precauzioni riconosciute necessarie, per garantire la sicurezza delle cose e delle persone.

10. Nel caso di franamento degli scavi è a carico dell'Impresa di procedere al ripristino senza diritto a compensi. 11. Valgono le stesse norme dell'art. 58 per il reimpiego dei materiali di risulta nei rilevati.

Art. 6 - Scavi subacquei 1. Saranno quelli eseguiti al di sotto di 20 cm. dal livello delle acque naturali quando l'Impresa abbia posto ogni cura

per favorirne lo smaltimento.

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2. Valgono le stesse norme dell'art. 58 e dell'art. 59 per il reimpiego nei rilevati e per il mancato recupero di puntellature, tavole e simili.

3. L'aggottamento delle acque, il loro esaurimento, pompaggio etc. sarà ottenuto con i mezzi accessori e sufficienti a consentire il getto all'asciutto senza che il cls. si impoverisca di legante. Se sarà ordinato, sarà adoperato anche il fango bentonitico statico od in circolazione, cosi' come pure, savanelle, etc. senza che l'Impresa possa accampare alcun diritto o compenso non precisato in questo Capitolato.

4. L'Impresa è tenuta ad evitare il confluimento entro i cavi di fondazione di acque provenienti dall'esterno. 5. Nel caso che ciò si verificasse, resterebbe a suo totale carico la spesa per i necessari aggottamenti.

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Art. 7 - Norme generali per tutti gli scavi 1. Tutti gli scavi dovranno essere condotti con le cautele sufficienti a garantire la sicurezza delle persone e ad

evitare danni alle proprietà pubbliche e private. 2. Se i materiali di risulta fossero idonei alla confezione di cls. o di malte, l'Impresa potrà adoperarli ma i volumi degli

scavi saranno sempre ancora detratti dai volumi dei rilevati. 3. Non saranno invece per alcun motivo consentiti scavi per formazione di rilevati o per confezione di cls. e di terre

stabilizzate in prossimità di opere d'arte, di rilevati, di argini e simili, di abitazioni, di sostegno di linee elettriche e simili.

4. Questa norma vale anche per le cave di prestito.5. L'Impresa rimane comunque responsabile di eventuali sinistri e danni.

Art. 8 - Calcestruzzi semplici, armati e precompressi a) Generalità1. L'Impresa sarà tenuta a presentare in tempo utile, all'esame della Direzione Lavori:

a) i campioni dei materiali che verranno impiegati, indicando provenienza, tipo e qualità dei medesimi; b) lo studio granulometrico per ogni tipo di calcestruzzo; c) i risultati delle prove sia su cubetti di cm. 20, 16 e 15 di lato di calcestruzzo da provare a compressione, sia su travetti da provare a flessione; nelle misure e con le modalità che saranno indicate.

2. La Direzione Lavori si riserva ogni giudizio in merito, dopo aver fatto eseguire tutte le analisi e prove necessarie. b) Cementi1. Dovranno avere i requisiti prescritti dalla legge, dai regolamenti e dalle circolari ministeriali. 2. Potranno essere impiegati cementi del tipo Portland, alto forno o pozzolanico, ferrico pozzolanico ed alluminoso, a

seconda della necessità d'impiego. 3. Il cemento dovrà essere approvvigionato presso cementerie che diano garanzia di ottima e costante fornitura.

All'inizio dei lavori, se ciò sarà richiesto, l'Impresa dovrà presentare un impegno da parte della cementeria a fornire cemento i cui requisiti chimici e fisici corrispondano a quelli prescritti.

4. In ogni caso la Direzione Lavori potrà prescrivere il controllo periodico delle qualità del cemento a cura e spese dell'Impresa. Le prove potranno essere ripetute su una stessa partita qualora sorgesse il dubbio di un degradamento delle qualità del cemento dovuto a qualsiasi causa. Inoltre la Direzione potrà prescrivere l'uso di cemento pozzolanico oltre che quello di inerti scelti a suo insindacabile giudizio, senza che l'Impresa possa trarne motivo di richiesta di aumento di prezzi su quelli di tariffa.

c) Prelievi e resistenze1. I prelievi per i saggi saranno fatti secondo le disposizioni in vigore e nel numero previsto dalla Direzione, in

contradditorio con il rappresentante dell'Impresa od in sua assenza con la partecipazione di due testimoni. 2. Le resistenze a rottura, anche quelle caratteristiche, dovranno essere sufficienti a garantire il comportamento delle

strutture previste nel calcolo statico. 3. L'Impresa, dovrà quindi a sue cure e spese adottare gli accorgimenti necessari perchè la resistenza del cls. sia

non inferiore a quella prevista nei calcoli e conforme a quella prevista anche nell'elenco prezzi. 4. Nel caso di acquisto da parte dell'Impresa di conglomerato cementizio preconfezionato, è fatto obbligo all'Impresa

di richiedere alla Ditta fornitrice "calcestruzzo a resistenza caratteristica garantita" secondo i valori di Rck richiesti e riportati nelle voci di elenco prezzi con cui verranno contabilizzati i lavori. Di detta richiesta dovrà essere fornita alla Direzione Lavori specifica certificazione senza che l'Impresa possa trarne motivo alcuno di richiesta di aumento di prezzi su quelli di tariffa.

5. Indipendentemente dalle prove dei laboratori ufficiali, la Direzione Lavori si riserva di eseguire sugli impasti e sui getti tutte le prove che riterrà opportuno.

d) Inerti1. Gli inerti dovranno assicurare, per ogni tipo di cls. le caratteristiche di resistenza richieste; perciò dovrà essere

opportunamente studiata la curva granulometrica ed il rapporto acqua-cemento dovrà avere il valore più conveniente.

2. Potrà essere ordinato che gli inerti siano divisi in quattro classi, per ogni classe di inerti dovrà essere installato, a cura e spese dell'Impresa, un silos di capacità tale da assicurare il fabbisogno per i getti di almeno 5 giornate lavorative. Tutti i silos dovranno essere opportunamente coperti.

e) Acqua1. Proverrà da fonti ben definite che diano acqua limpida, dolce, esente da tracce di cloruri e solfati. In caso di

dubbi, le buone proprietà delle acque dovranno essere confermate da analisi ufficiali.

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2. La quantità di acqua d'impasto, tenuto conto della umidità variabile contenuta negli inerti, dovrà comunque essere costantemente regolata in modo che il fattore acqua-cemento sia il più appropriato, come è detto al numero precedente.

f) Tempo di mescolamento1. Il mescolamento dell'impasto durerà il tempo sufficiente per ottenere la perfetta ed omogenea mescolanza dei vari

ingredienti, fissando eventualmente con prove preliminari tale durata. Potrà essere richiesto un automatismo che garantisca tale permanenza minima.

g) Confezione e trasporto2. La confezione dei conglomerati dovrà essere eseguita con mezzi meccanici e la dosatura di tutti i vari componenti

la miscela dovrà essere effettuata a peso. 3. Per le opere di minore importanza la Direzione Lavori si riserva di consentire, a suo insindacabile giudizio, che la

dosatura venga effettuata a volume. 4. L'impasto dovrà risultare di consistenza omogenea, uniformemente coesivo (tale cioè da essere trasportato e

manipolato senza che si verifichi la separazione dei singoli elementi) e lavorabile (in maniera che non rimangano vuoti nella massa o sulla superficie dei manufatti dopo la vibrazione in opera).

5. La lavorabilità non dovrà essere ottenuta con eccessiva quantità di acqua. 6. Il trasporto del conglomerato a piè d'opera, dovrà essere effettuato con mezzi idonei onde evitare che, durante il

percorso dalla impastatrice al luogo di impiego, avvenga la separazione per decantazione dei singoli elementi costituenti l'impasto. Se il trasporto avverrà con autobetoniera la botte del calcestruzzo dovrà costantemente ruotare anche durante la sosta delle autobetoniere.

h) Additivi1. La Direzione Lavori potrà consentire l'impiego di plastificanti in misura non superiore al 3% del peso totale del

cemento e consentire altresi' l'impiego di anticongelanti esenti da cloruri quando, per ragioni climatiche, se ne presenti la necessità. Gli anticongelanti ed i plastificanti dovranno essere di nota formulazione ed essere preventivamente accettati dalla Direzione Lavori.

2. L'uso di plastificanti è degli anticongelanti sarà effettuato a cura e spese dell'Impresa, senza diritto di indennizzi o sovrapprezzi.

i) Posa in opera1. Sarà eseguita con ogni cura a regola d'arte, dopo aver preparato accuratamente e rettificato i piani di posa, le

casseforme, le centinature, i cavi da riempire, e predisposti gli apparecchi per il disarmo, in modo che i getti risultino perfettamente conformi ai particolari costruttivi ed alle prescrizioni della Direzione Lavori. Si avrà cura di prevenire che in nessun caso si verifichino cedimenti dei piani di appoggio delle pareti di contenimento.

2. I getti potranno essere iniziati solo dopo verifica degli scavi e delle casseforme, delle centinature e delle eventuali armature da parte della Direzione Lavori.

3. Il calcestruzzo sarà posto in opera e costipato con ogni cura in modo che le superfici esterne si presentino lisce, uniformi e continue, senza sbavature, incavi e irregolarità di sorta.

4. La compattazione in opera verrà eseguito mediante vibrazione, con idonei apparecchi approvati dalla Direzione Lavori. All'uopo il getto sarà eseguito a strati orizzontali di altezza limitata e comunque non superiore ai 50 cm.

5. I giunti di ripresa dovranno risultare orizzontali o come sarà ordinato purchè non si formino nè piani di scorrimento nè sezioni di minore resistenza.

6. Tra le successive riprese di getto non dovranno aversi distacchi o discontinuità o differenze d'aspetto, e la ripresa potrà effettuarsi solo dopo che la superficie del getto precedente sia stata accuratamente resa scabra, pulita e lavata.

7. Quando il calcestruzzo fosse gettato in acqua si dovranno adottare gli accorgimenti necessari per impedire che l`acqua lo dilavi e ne pregiudichi il pronto consolidamento.

8. A posa ultimata sarà curata la stagionatura dei getti in modo da evitare un rapido prosciugamento delle superfici dei medesimi, usando tutte le cautele ed impiegando i mezzi più idonei allo scopo. Il sistema proposto dall'Impresa dovrà essere approvato dalla Direzione Lavori.

9. Uguale cura dovrà essere posta in caso di bassa temperatura onde impedire che i getti vengano danneggiati dal gelo.

10. Durante il periodo di stagionatura i getti saranno riparati da possibilità di urti, vibrazioni e sollecitazioni di ogni genere.

11. La Direzione Lavori potrà richiedere che le murature in calcestruzzo vengano rivestite sulla superficie esterna con paramenti speciali. In tal caso i getti dovranno procedere contemporaneamente al rivestimento ed essere eseguiti in modo da consentire l'adattamento e l'immorsamento.

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12. Durante la costruzione delle murature dovranno essere ricavate apposite feritoie inclinate verso l'esterno, annegando nel getto tubi di sufficiente diametro e nelle posizioni fissate dalla Direzione. Ciò anche nel caso di strutture in calcestruzzo armato.

l) Giunti di dilatazione delle strutture in conglomerato cementizio1. È tassativamente prescritto che nelle strutture da eseguire con getto di conglomerato cementizio vengono

realizzati giunti di discontinuità sia in elevazione che in fondazione onde evitare irregolari ed imprevedibili fessurazioni delle strutture stesse per effetto di escursioni termiche, di fenomeni di ritiro e di eventuali assestamenti.

2. Tali giunti vanno praticati ad intervalli ed in posizioni opportunamente scelte tenendo anche conto delle particolarità della struttura (gradonatura della fondazione, riprese fra vecchie e nuove strutture, attacco dei muri andatori con le spalle dei ponti e viadotti, etc.).

3. I giunti saranno ottenuti ponendo in opera, con un certo anticipo rispetto al getto appositi setti di materiale idoneo, da lasciare in posto, in modo da realizzare superfici di discontinuità (piane a battente, a maschio e femmina, ecc.) affioranti in faccia vista secondo linee rette continue o spezzate.

4. La larghezza, la distanza e la conformazione dei giunti saranno stabiliti dalla Direzione Lavori. 5. I manufatti, di tenuta o di copertura dei giunti, possono essere costituiti da elastomeri a struttura etilenica

(butadiene) a struttura paraffinica (butile), a struttura complessa (silicone, poliuretano, poliossipropilene, poliossicloropropilene) da elastomeri etilenici cosi' detti protetti (neoprene) o da cloruro di polivinile.

6. In luogo dei manufatti predetti, può essere previsto l' impiego di sigillanti. 7. I sigillanti possono essere costituiti da sostanze oleoresinose, bituminose, siliconiche, a base di elastomeri

polimerizzabili o polisolfuri che dovranno assicurare la tenuta all'acqua, l'elasticità sotto le deformazioni previste e una aderenza perfetta alle pareti ottenute anche a mezzo di idonei primer.

8. Di norma i giunti di dilatazione tra impalcati di due campate successive di un manufatto saranno invece costruiti come segue: a.) L'impresa dovrà provvedere ad annegare nel getto degli impalcati in corrispondenza alle loro estremità gli

ancoraggi del giunto tipo così da rispettare le modalità esecutive previste nel disegno tipo in cui sono chiaramente riportate tutte le dimensioni necessarie ad una corretta esecuzione e posa in opera.

b.) Una volta conglobati nel getto gli ancoraggi cui sono già saldati l'angolare ad L, il lamierino di rame ed il ferro a Z, si dispone su questo ultimo il piatto che dà la portanza al giunto e che viene fissato con le modalità indicate nel disegno tipo.

c.) Sopra il giunto cosi' completato viene distesa una doppia impermeabilizzazione adesiva con rete interposta e quindi di procedere alla pavimentazione.

d.) Nella pavimentazione deve essere ricavata una fessura da 0 a 2 mm. di spessore, necessaria a predisporre la rottura.

e.) Prima del giunto, come indicato sul disegno tipo, deve poi sempre essere realizzata la captazione acqua di soletta per la parte di questa che possa interessare i l giunto stesso.

f.) I giunti, come sopra illustrati, dovranno essere realizzati a cura e spese dell'Impresa, essendosi tenuto debito conto di tale onere nella formulazione dei prezzi di elenco relativi alle singole classi di conglomerato.

m) Prove e controlli1. È facoltà della Direzione Lavori di prelevare, in ogni momento e quando lo ritenga opportuno, campioni di materiali

e di conglomerato per farli sottoporre o sottoporli direttamente ad esami e prove di laboratorio. I prelevamenti e le prove convenzionali saranno eseguiti in conformità delle norme vigenti.

2. In ogni caso, almeno un decimo dei campioni prelevati, verrà mandato ad un laboratorio ufficiale per le prove. 3. Sarà facoltà della Direzione Lavori di prelevare dei campioni di calcestruzzo anche da murature già eseguite e

debitamente stagionate, da sottoporre a prove di compressione e di flessione o eseguire su di queste prove di compressione non distruttive a mezzo di sclerometro.

n) Principali strutture murarie in cls. semplice in c.a.p. resistenze del cls.1. Fermo restando che le strutture in c.a. c.a.p. dovranno rispettare le leggi e prescrizioni vigenti è facoltà, anche in

corso d'opera, della Direzione Lavori di prescrivere le resistenze caratteristiche (Rck) dei cls. necessarie, si riassumono nella tabella che segue, i principali tipi di calcestruzzo, le caratteristiche e le strutture nelle quali, in via di massima, ne è previsto l'impiego.

2. Per le strutture in c.a.p. anche se nelle tabelle che segue non sono riportati i valori della Rck questi valori verranno desunti dalla Direzione e dall'Impresa dai calcoli statici. La tesatura dei cavi sarà consentita quando il cls. avrà raggiunto la resistenza Rck sufficiente alla stessa. Spetterà all'Impresa di prelevare, conservare e trasportare per le prove i campioni del cls. nel numero sufficiente.

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3. Resta comunque stabilito che le tensioni unitarie, derivanti dai calcoli statici, dovranno essere non maggiori di quelle ammissibili per le resistenze caratteristiche Rck assunte per quel tipo di struttura.

4. Principali strutture murarie in cls. Rck resistenza caratteristica semplice, in c.a. in c.a.p. e compres. a 28 g. N/mm2

- sottofondazioni, rinfianchi sui volti, riempimento di vani 15- fondazioni in conglomerato cementizio anche armato, platee di fossi, di canali, di pozzetti, di sifoni, plinti, travi rovesce, platee, ecc. 20- strutture murarie piene in elevazione (cioè sopra la risega di fondazione) non armate o armate con non più di 30 Kg/mc. per muri di sostegno, di sottoscarpa, di controriva, per spalle e pile 20- strutture in c.a. in elevazione per muri, di sostegno, di sottoscarpa, per spalle e pile 25- strutture in c.a. in elevazione (cioè sopra la risega di fondazione) quali pilastri, travi e impalcati nervati, trasversi, solette di impalcati, solettoni pieni, portali chiusi ed aperti, cordoli, copertine, cornici, soglie, cantonali, ecc. 30- solettoni in c.a. alleggeriti con vani cilindrici longitudinali 30- strutture in c.a. precompresso per impalcati sia in opera che prefabbricate in cantiere per travi, nervature, o trasversi, solette, solettoni pieni o alleggeriti, etc. 40- strutture in c.a. precompresso per impalcati di particolare snellezza prefabbricati in stabilimento per travi e nervature di qualsiasi forma 50

5. L'esame e l'approvazione da parte della Direzione Lavori del progetto esecutivo non esonera in alcun modo l'Impresa dalle responsabilità ad essa derivanti per legge e per le pattuizioni di contratto; pertanto l' Impresa rimane unica e completa responsabile delle opere ed essa dovrà rispondere penalmente e civilmente degli inconvenienti e delle conseguenze di qualunque natura ed importanza che si verificassero.

6. Nei luoghi di lavoro che verranno indicati dalla Direzione Lavori, ai fini del controllo delle condizioni ambientali in cui vengono eseguiti i getti, l'Impresa sarà tenuta ad installare e mantenere in esercizio un termometro ed un igrometro registratori durante tutto il periodo dei getti di strutture di particolare importanza.

7. I relativi diagrammi (giornalieri o settimanali) dovranno essere consegnati alla Direzione Lavori. 8. L'acciaio delle armature dovrà avere i requisiti, essere fornito, conservato ed impiegato secondo le disposizioni. 9. Di conseguenza le aree dei tondini di armatura risultanti dai calcoli statici e riportate sui disegni saranno quelle

necessarie perchè le tensioni unitarie massime siano comprese nell'intervallo delle tensioni ammissibili, relative alla classe dell'acciaio che verrà contabilizzato; da questa dipenderà anche la classe del calcestruzzo.

10. Sul giornale dei lavori dovrà risultare la data di inizio e di fine dei getti e quella del disarmo. 11. In tutte le opere d'arte non è in genere prevista l'applicazione di intonaco, per cui nelle casserature, nella ripresa

dei getti e nella vibratura dovrà essere posta particolare cura onde ottenere superfici lisce e continue. 12. Nel caso in cui i progetti esecutivi non siano forniti dall' Amministrazione appaltante l'Impresa dovrà fare

predisporre e presentare alla Direzione per l'approvazione, i disegni esecutivi di tutte le opere ivi comprese le centine ed armature di sostegno ed i relativi calcoli giustificativi, prima di iniziare i lavori, datati e firmati dal l'Impresario, dall' Ingegnere progettista e dal Direttore Tecnico dell' Impresa.

o) Opere in cemento armato precompresso1. Oltre a richiamare quanto è stato prescritto in precedenza, si precisa che le strutture in cemento armato

precompresso dovranno rispettare le leggi e le prescrizioni vigenti. 2. Nel caso di strutture prefabbricate in stabilimento l`Impresa dovrà fornire, allegata ai calcoli statici dell'Ingegnere

progettista, tutta la documentazione relativa ai dati tecnici di omologazione degli elementi prefabbricati da riceversi dalla Ditta fornitrice che tramite un suo Dirigente Tecnico abilitato deve controfirmare l'intero profilo per avallare la compatibilità delle strutture prefabbricate all'intera opera.

3. Le aree delle armature metalliche risultanti dai calcoli statici e riportate sui disegni saranno quelle necessarie perchè le tensioni unitarie massime siano comprese nell'intervallo delle tensioni ammissibili; da queste tensioni dipenderà anche la classe del calcestruzzo.

4. A precompressione avvenuta, e prima che l'Amministrazione disponga la impermeabilizzazione e la pavimentazione delle strutture, l'Impresa dovrà provvedere a rendere piana con rigonatura, previa formazione di

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fasce guida, la pagina superiore delle solette le quali a seguito della precompresione potranno presentarsi arcuate, con la stesa di una cappa di spessore variabile, in calcestruzzo di cemento ottenuto con Kg. 250 di cemento tipo 325 per ogni mc. di inerte idoneo, cioè con elementi di dimensioni minori di cm. 0,5. La superficie superiore delle solette dovrà quindi essere lasciata scabra ed opportunamente ripulita e bagnata prima della stesa della cappa; a cappa stesa la pagina superiore delle solette dovrà presentare longitudinalmente e trasversalmente la successione dei piani previsti in progetto (sezioni trasversali e profilo).

5. L'onere per portare in piano le solette delle strutture precompresse è compreso e compensato nel prezzo dei calcestruzzi

6. Gli appoggi dovranno consentire alla tesatura dei cavi, la libera dilatazione delle strutture, senza danni di queste.

Art. 9 - Armature di sostegno, casseforme, centinature e vari 1. Per l'esecuzione di tali opere provvisionali, sia del tipo fisso, che del tipo scorrevole, sia in senso verticale che in

quello orizzontale, nonchè per il varo di elementi strutturali prefabbricati, l'Impresa potrà adottare il sistema che riterrà più idoneo o di sua convenienza, purchè soddisfi alle condizioni di stabilità e di sicurezza e ne assuma le responsabilità a tutti gli effetti.

2. Per quanto riguarda le armature attraverso i greti dei torrenti, dei fiumi e simili, l'Impresa non potrà avere diritto a presentare domanda di risarcimento di danni per cause di forza maggiore quali piene e simili se non seguendo le modalità previste dalle leggi in vigore ed avendo avuto ogni cura nella costruzione dei sostegni di ostacolare il meno possibile il deflusso delle acque.

3. Le operazioni di disarmo saranno effettuate secondo le norme di legge e secondo le prescrizioni della Direzione dei Lavori.

4. Nella costruzione sia delle armature che delle centinature, l'Impresa è tenuta a prendere gli opportuni accorgimenti affinchè, in ogni punto della sovrastruttura il disarmo possa venir fatto simultaneamente o secondo le disposizioni che saranno date.

5. Nella progettazione e nella esecuzione delle armature, delle centinature e dei vari, l' Impresa è tenuta inoltre a rispettare le norme e le prescrizioni che, eventualmente, venissero impartite dagli Uffici competenti circa l'ingombro degli alvei attraversati, o circa le sagome libere da lasciare in caso di sfioratasi o sottoposi di strade e ferrovie.

6. Per quanto riguarda le casseforti è consentito l'uso di casseforti in legname o metalliche di dimensioni adatte ed opportunamente irrigidite e controventate per assicurare l'ottima riuscita delle strutture e delle superfici dei getti.

Art. 10 - Murature di calcestruzzo con pietrame annegato Calcestruzzo ciclopico1. Per determinate opere murarie quali muri di sostegno, sottoscarpa, riempimento di cavi o pozzi di fondazione etc.,

potrà essere impiegato pietrame annegato nel calcestruzzo, di dimensioni mai superiori ad 1/3 dello spessore della muratura. Il pietrame dovrà presentarsi ben spigolato, scevro da ogni impurità, bagnato all'atto dell' impiego e non dovrà rappresentare un volume superiore al 25% del volume della muratura.

2. Questo tipo di muratura dovrà essere sempre preventivamente autorizzato mediante ordine di servizio dalla Direzione Lavori che ne valuterà di volta in volta la convenienza a seconda del tipo di manufatto e del materiale disponibile e stabilirà la percentuale di materiale litoide da impiegare.

Art. 11 - Murature di pietrame con malta 1. La muratura ordinaria di pietrame con malta dovrà essere eseguita con scapoli di cava delle maggiori dimensioni

possibili e ad ogni modo non inferiori a cm. 25 in senso orizzontale, a cm. 20 in senso verticale e a cm. 25 in profondità. Nelle fondazioni e negli angoli saranno messi quelli più grossi e più regolari. La Direzione potrà permettere l'impiego di grossi ciottoli di torrente, purchè convenientemente spaccati in modo da evitare superfici tondeggianti.

2. Le pietre, prima del collocamento in opera, dovranno essere diligentemente ripulite, e ove occorra, a giudizio della Direzione, lavate. Nella costruzione la muratura deve essere eseguita a corsi piani estesi a tutta la grossezza del muro saldando le pietre col martello, rinzeppandole diligentemente con scaglie e con abbondante malta sicchè ogni pietra resti avvolta dalla malta e non rimanga alcun vano od interstizio. La malta verrà dosata con Kg. 400 di cemento tipo 325 per ogni mc. di sabbia.

3. Tanto nel caso in cui le facce viste della muratura non debbono avere alcuna speciale lavorazione, quanto nel caso delle facce contro terra verranno impiegate, per le medesime, pietre delle maggiori dimensioni possibili con le facce esterne piane e regolari, disponendole di punta per il miglior collegamento con la parte interna del muro.

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4. I muri si eleveranno a strati orizzontali (da 20 a 30 cm. di altezza), disponendo le pietre in modo da evitare la corrispondenza delle connessure verticali fra due corsi orizzontali consecutivi.

5. Il nucleo della muratura di pietrame deve essere sempre costruito contemporaneamente agli speciali rivestimenti esterni che fossero ordinati.

6. Le cinture ed i corsi di spianamento, da intercalarsi a conveniente altezza nella muratura ordinaria di pietrame, deve essere costruita con scelti scapoli di cava lavorati alla grossa punta riquadrati e spianati non solo nelle facce viste ma altresi' nelle facce di posa e di combaciamento, ovvero essere formate con strati di calcestruzzo di cemento.

Art. 12 - Paramenti per le murature di pietrame 1. Per le facce viste delle murature di pietrame, secondo gli ordini della Direzione Lavori potrà essere prescritta la

esecuzione delle seguenti speciali lavorazioni: a) con pietra rasa e testa scoperta (ad opus incertum) b) a mosaico greggio c) con pietra squadrata a corsi pressochè regolari d) con pietra squadrata a corsi regolari.

2. Nel paramento con pietra rasa a testa scoperta il pietrame dovrà essere scelto diligentemente fra il migliore e la sua faccia vista dovrà essere ridotta col martello a superficie approssimativamente piana; le pareti esterne dei muri dovranno risultare bene allineate e non presentare alla prova del regolo rientranze o sporgenze maggiori di 25 mm. Le facce di posa e combaciamento delle pietre dovranno essere spianate ed adattate col martello in modo che il contatto dei pezzi avvenga in tutti i giunti per la rientranza non minore di cm. 10.

3. La rientranza totale delle pietre di paramento non dovrà essere mai minore di cm. 25 e nelle connessure esterne dovrà essere ridotto al minimo possibile l`uso delle scaglie.

4. Nel paramento a mosaico greggio, la faccia vista dei singoli pezzi dovrà essere ridotta col martello e la grossa punta a superficie perfettamente piana ed a figura poligonale, ed i singoli pezzi dovranno combaciare fra loro regolarmente, restando vietato l'uso delle scaglie.

5. In tutto il resto si seguiranno le norme indicate per il paramento a pietra rasa. 6. Nel paramento a corsi pressochè regolari, il pietrame dovrà essere ridotto a conci pieni e squadrati, sia col

martello che con la grossa punta, con le facce di posa parallele fra loro e quelle di combaciamento normali a quelle di posa. I conci saranno posti in opera a corsi orizzontali di altezza che può variare da corso a corso, e potrà non essere costante per l'intero filare. Nelle superfici esterne dei muri saranno tollerate alla prova del regolo rientranze o sporgenze non maggiori di 15 mm.

7. Nel paramento a corsi regolari i conci dovranno essere resi perfettamente piani e squadrati, con la faccia vista rettangolare, lavorata a grana ordinaria; essi dovranno avere la stessa altezza per tutta la lunghezza del medesimo corso, qualora i vari corsi non avessero eguale altezza, questa dovrà essere disposta in ordine decrescente dai corsi inferiori ai corsi superiori, con differenza però fra due corsi succesivi non maggiore di cm. 5. La Direzione Lavori potrà anche prescrivere l`altezza dei singoli corsi, ed ove nella stessa superficie di paramento venissero impiegati conci di pietra da taglio, per rivestimento di alcune parti, i filari del paramento a corsi regolari dovranno essere in perfetta corrispondenza con quelli della pietra da taglio.

8. Tanto nel paramento a corsi pressochè regolari, quanto in quello a corsi regolari, non sarà tollerato l`impiego di scaglie nella faccia esterna; il combaciamento dei corsi dovrà avvenire per almeno due terzi della loro rientranza nelle facce di posa, e non potrà essere mai minore di cm. 15 nei giunti verticali.

9. La rientranza dei singoli pezzi non sarà mai minore della loro altezza, nè inferiore a cm. 30; l'altezza minima dei corsi non dovrà essere mai minore di cm 20.

10. In entrambi i paramenti a corsi, lo spostamento di due giunti verticali consecutivi non dovrà essere minore di cm. 10 e le connessure avranno larghezza mai maggiore di 1 cm.

11. Per le murature con malta, quando questa avrà fatto convenientemente presa, le connessure delle facce di paramento dovranno essere accuratamente stuccate.

12. In tutte le specie di paramenti la stuccatura dovrà essere fatta raschiando preventivamente le connessure fino a conveniente profondità per purgarle dalla malta, dalla polvere e da qualunque altra materia estranea, lavandole a grande acqua e riempiendo quindi le connessure stesse con nuova malta della qualità prescritta, curando che questa penetri bene dentro, comprimendola e lisciandola con apposito ferro, in modo che il contorno dei conci sui fronti del paramento, a lavoro finito, si disegni nettamente e senza sbavature.

Art. 13 - Opere protettive delle superfici in calcestruzzo A) Intonaci

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1. In linea generale, per le strutture in calcestruzzo non verranno adottati intonaci, perchè le casseforme dovranno essere predisposte ed i getti dovranno essere vibrati con cura tale che le superfici di tutte le predette strutture dovranno presentare aspetto regolare e non sgradito alla vista.

2. Gli intonaci, quando fosse disposto dalla Direzione Lavori, verranno eseguiti dopo accurata pulizia, bagnatura delle pareti e formazione di fasce di guida in numero sufficiente per ottenere la regolarità delle superfici.

3. A superficie finita non dovranno presentare screpolature, irregolarità, macchie; le facce saranno regolari ed uniformi e gli spigoli eseguiti a regola d'arte.

4. Sarà cura dell` Impresa mantenere umidi gli intonaci eseguiti, quando le condizioni locali lo richiedano. 5. Nella esecuzione di questo lavoro verrà applicato un primo strato di circa 10 - 12 mm. di malta (rinzaffo), gettato

con forza in modo da aderire perfettamente a l l a muratura. Quando questo primo strato sarà alquanto consolidato, si applicherà il secondo strato che verrà steso con la cazzuola e regolarizzato con il frattazzo.

6. Lo spessore finito dovrà essere di mm. 20; qualora però, a giudizio della Direzione Lavori la finitura dei getti e delle murature lo consenta, potrà essere limitato a mm. 10 - 15.

7. In tal caso l'applicazione avverrà in un unico strato dato finito e regolarizzato e verrà contabilizzata secondo il prezzo di elenco proporzionalmente allo spessore ordinato.

8. Per quanto riguarda le applicazioni di calcestruzzi eseguiti a spruzzo, le miscele di inerti da impiegare saranno scevre da ogni impurità ed avranno un appropriato assortimento granulometrico preventivamente approvato dalla Direzione Lavori.

9. Il calcestruzzo sarà di norma composto di ql. 5 di cemento normale per mc. di impasto, salvo diverse prescrizioni della Direzione Lavori. È prevista inoltre l'aggiunta di un accelerante di presa nella misura del 6% del peso del cemento.

10. Qualora si rendesse necessario, la Direzione Lavori potrà ordinare l'aggiunta di altri idonei additivi per le qualità e dosi che di volta in volta verranno stabilite, od anche la inclusione di idonee reti metalliche elettrosaldate in fili di acciaio.

11. Il calcestruzzo spruzzato per rivestimento potrà essere reso a strati successivi; lo spessore di ogni strato non dovrà comunque mai risultare in alcun punto inferiore a cm. 3.

Art. 14 - Condotti scatolari per attraversamenti stradali 1. Gli attraversamenti stradali saranno realizzati con manufatti in cemento armato vibrocompresso a sezione interna

rettangolare scatolare idoneo allo smaltimento delle acque ed a supportare carichi stradali di prima categoria ed i carichi permanenti dovuti al riempimento del terreno sovrastante; la quota tra l'estradosso della soletta superiore e la sede stradale è considerata variabile da un minimo ad un massimo diverso e seconda della sezione idraulica del manufatto. La sezione interna degli scatolari dovrà presentare mensole inclinate a 45° disposte al l'incrocio tra le pareti verticali ed orizzontali ad irrobustimento della struttura e per convogliamento della minima quota di scorrimento dell'acqua.

2. Incastro: il manufatto sarà dotato di incastro a bicchiere a piani uniformi il cui maschio è sagomato per l'eventuale inserimento di guarnizioni in gomma a sezione cuneiforme, e sarà arrotondato in corrispondenza degli angoli con raggio di curvatura minimo di cm 20.

3. Guarnizioni: le guarnizioni dovranno essere incollate, utilizzando collanti d'uso comune sul maschio del manufatto, esse dovranno essere pinzate momentaneamente per una migliore aderenza e onde evitare spanciamenti sui lati lunghi dell'incastro in fase di maschiatura fra gli elementi scatolari si prevede l'utilizzo di lubrificanti grassi da spalmare all'interno dell'incastro femmina per ovviare all'attrito conseguente al montaggio delle guarnizioni, e per evitare l'arrotolamento e il conseguente scollamento delle stesse.

4. Movimentazione: per il sollevamento e la messa in opera degli elementi descritti può essere utilizzato un bilancino, appositamente tarato, munito di gancio scorrevole al fine di consentire la movimentazione del manufatto durante lo scarico e l'immissione nello scavo. La posa dei manufatti sarà effettuata facendo incastrare i maschi nelle femmine, inforcando quindi il manufatto sul lato femmina, onde evitare possibili danneggiamenti alla guarnizione. Il bilancino sarà agganciato con cavi d'acciaio o catene idonee ai mezzi utilizzati in cantiere per la posa.

5. Posa: i manufatti vanno inseriti nello scavo avvicinandoli il più possibile l'uno all'altro sulla platea di magrone predisposta, tale platea deve essere realizzata in piano con le pendenze previste, deve presentare una superficie sprovvista di irregolarità e sconnessioni, il più possibile liscia in modo da facilitare lo scorrimento dei manufatti in fase di maschiatura. Per un preciso inserimento degli elementi, soprattutto in caso di utilizzo di guarnizioni deve essere impiegata una tiratubi necessaria per l'inserimento in asse del manufatto mosso in quello precedentemente posato. Qualora la dimensione della superficie d'appoggio dello scatolare ed il peso dello stesso siano tali da determinare un forte attrito sulla platea, è possibile sollevare leggermente il manufatto utilizzando il bilancino mentre, contemporaneamente, viene impiegata la tiratubi. La distanza fra gli elementi maschiati, misurabile internamente fra la fine del maschio di un manufatto e l'inizio del piano di scorrimento dell'acqua di

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quello seguente non deve essere superiore a mm 10: tale distanza deve essere poi sigillata con malte apposite (malte per ripristini strutturali malte sigillanti per giunti rigidi, malte tixotropiche) per uniformare il piano di scorrimento dell'acqua.

Art. 15 - Drenaggi 1. I drenaggi dovranno essere formati con pietrame e ciottoli da collocarsi in opera, con i necessari accorgimenti, su

terreni ben costipati, al fine di evitare cedimenti. 2. Prima di stabilire definitivamente il piano di fondo del drenaggio, onde assicurare di raggiungere in ogni punto lo

strato impermeabile, la Direzione Lavori disporrà all'atto esecutivo quanti pozzi riterrà necessario praticare ed in relazione al saggio ove risulti il punto più depresso dello strato impermeabile lungo l'asse del drenaggio, sarà stabilita la profondità di questo e la pendenza del cunicolo di scolo.

3. Se tali drenaggi verranno formati alla base di muri contro terra, essi di norma avranno il fondo rivestito in calcestruzzo e smagliato a cunetta nella parte centrale.

4. Qualora il drenaggio dovesse essere coperto con terra, questa dovrà essere convenientemente pigiata sull`ultimo strato di pietrisco o ghiaia, così' da creare uno strato di maggiore impermeabilità.

Art. 16 - Fondazioni stradali stabilizzate A) Descrizione1. La fondazione sarà costituita da materiali stabilizzanti con concorso di legante naturale (terreno passante al

setaccio ASTM n. 40 con maglie di apertura di 0,42 mm.). 2. Lo spessore da assegnare alla fondazione sarà quello prescritto dalla Direzione Lavori; la stesa avverrà in strati di

spessore non superiore a 15 cm. e non inferiore a 10 cm. 3. La granulometria dopo le correzioni e le miscelazioni dovrà essere contenuta nel fuso che sarà prescritto dalla

Direzione Lavori. B) Modalità esecutive1. Il misto granulare stabilizzato deve essere miscelato in cava o nei piazzali di approvvigionamento dell'Impresa e

non sui luoghi di impiego, ossia sulla sede stradale e dovrà presentarsi, dopo costipato, uniformemente miscelato in modo da non avere apprezzabile segregazione.

1. Il grado di aggregazione verrà giudicato prelevando campioni di materiali in posizioni vicine, i quali non dovranno presentare fra loro differenze di contenuto, in trattenuto al setaccio da 2 mm. di apertura, superiore al 5% in peso.

2. Il materiale prima del costipamento dovrà essere accuratamente umidificato in modo che il contenuto di umidità non differisca dalla umidità ottimale di + 2%.

3. L'umidificazione potrà essere eseguita in sito o direttamente sui mucchi; è peraltro tassativamente prescritto che dopo l'umidificazione segua una accurata miscelazione in sito.

4. Il costipamento di ogni strato dovrà essere eseguito con idonei mezzi costipanti approvati dalla Direzione Lavori, in modo da raggiungere una densità in sito del 100% della densità secca massima AASHO Mod. e contemporaneamente un valore del modulo Me, determinato con piastra da φ 30 cm, non inferiore a 1000 kg/cmq.

5. Dette prove verranno eseguite a cura e spese dell'Impresa che dovrà pure fornire l'autocarro, necessario per la prova di carico con piastra.

6. Le operazioni suddette saranno sospese, a giudizio della Direzione Lavori, quando le condizioni ambientali (pioggia, neve, gelo) siano tali da non garantire la buona riuscita dello strato stabilizzato; si eviterà di lasciare il materiale steso soffice perché le piogge e la neve non lo inzuppino.

7. Qualsiasi area che sia stata danneggiata per effetto del gelo, della temperatura o di altre condizioni di umidità durante qualsiasi fase della costruzione, dovrà essere completamente scarificata, miscelata e costipata in conformità alle prescrizioni della Direzione Lavori senza che all'Impresa si debba riconoscere alcun particolare compenso.

8. La superficie finita non dovrà scostarsi dalla sagoma di progetto di oltre 1 cm., controllato a mezzo di regolo di 3 m. di lunghezza e disposto secondo due direzioni ortogonali.

9. La superficie verrà anche controllata con livellazioni e non verranno ammesse differenze, in più od in meno, maggiori di 1 cm.

10. Resta convenuto e stabilito l'obbligo dell'Impresa di provvedere a sue cure e spese alla eliminazione delle irregolarità maggiori di quelle consentite.

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11. Lo spessore dovrà essere quello prescritto con una tolleranza in più o in meno del 5%, purchè questa differenza si presenti solo saltuariamente.

12. Nel caso che cedimenti del piano di posa richiedessero maggiorazioni di spessore per raggiungere le sagome di progetto, tali maggiorazioni non verranno contabilizzate.

13. Se dalle analisi e dalle prove risultasse che l'Imprenditore non ha costruito lo strato stabilizzato con le caratteristiche richieste, la Direzione Lavori applicherà una riduzione non inferiore al 5% del prezzo unitario in base al quale sarà contabilizzato quel lavoro, o parte di esso, secondo le norme già indicate all'articolo 11/A del presente Capitolato, ammesso che la Direzione Lavori ritenga accettabile il lavoro e non ordini la rimozione ed il rifacimento; detta accettabilità è subordinata in modo particolare alle portanze riscontrabili, mediante prove di carico su piastre, e definite con moduli di deformazione i cui valori in nessun caso debbono essere inferiori oltre al 10% del valore prescritto.

C) Fondazioni stradali in misto – cemento1. La fondazione stradale sarà realizzata con i materiali e con i metodi contenuti nelle specifiche norme del C.N.R. e

da quanto segue: a) Descrizione

Gli strati in misto cementato per fondazione o per base sono costituiti da un misto granulare di ghiaia (o pietrisco) e sabbia impastata con cemento e acqua in impianto centralizzato a produzione continua con dosatori a peso o a volume. Gli strati in oggetto avranno lo spessore che sarà prescritto dalla Direzione Lavori. Comunque si dovranno stendere strati il cui spessore finito non risulti superiore a 20 cm o inferiore a 10 cm.

b) Caratteristiche dei materiali da impiegarsiMateriali inerti. Saranno impiegati frantumati di cava o di fiume (nella misura minima del 50% in peso totale della miscela)., ghiaie e sabbie aventi i seguenti requisiti: 1) l'aggregato deve avere dimensioni non superiori a 40 mm, nè forma appiattita, allungata o lenticolare; 2) granulometria, a titolo orientativo, compresa nel seguente fuso e avente andamento continuo ed uniforme praticamente concorde a quello delle curve limiti;

SERIE CRIVELLI E SETACCI U.N.I Passante totale in peso % Crivello 40 100 Crivello 25 60-80 Crivello 15 40-60 Crivello 10 35-50 Crivello 5 15-30 Setaccio 0,4 7-15 Setaccio 0,18 0-6

3) coefficiente di frantumazione dell'aggregato (secondo C.N.R., fascicolo 4/1953) non superiore a 160; 4) perdita in peso alla prova Los Angeles eseguita sulle singole pezzature secondo le norme ASTM C 131 - AASHO T 96, inferiore al 40%; 5) equivalente in sabbia compreso tra 35 e 55. La Direzione Lavori potrà tuttavia ammettere l'impiego di materiali aventi equivalenti in sabbia maggiori di 55, purchè le quantità di cemento da aggiungere non siano tali da provocare fessurazioni per ritiro. L'Impresa, dopo avere eseguito prove in laboratorio, dovrà proporre alla Direzione Lavori la composizione da adottare e successivamente l'osservanza della granulometria dovrà essere assicurata con esami giornalieri. Verrà ammessa una tolleranza di + - % fino al passante al crivello n. 5 e di + 2 punti % per il passante al setaccio 2 e inferiori. Legante: verrà impiegato cemento di tipo normale (Portland, pozzolanico, d'alto forno. A titolo indicativo la percentuale di cemento sarà compresa tra il 3% e il 5% in peso sul peso degli inerti asciutti. Acqua: dovrà essere esente da impurità dannose, olii, acidi, alcali, materia organica e qualsiasi altra sostanza nociva. La quantità di acqua nella miscela sarà quella corrispondente all'umidità ottima di costipazione con

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una variazione compresa entro + - 2% del peso della miscela per consentire il raggiungimento delle resistenze appresso indicate. c) Miscela - Prove di laboratorio e in sitoLa percentuale esatta di cemento, come pure la percentuale di acqua, saranno stabilite in relazione alle prove di resistenza appresso indicate. Resistenza. Verrà eseguita la prova di resistenza a compressione sui provini cilindrici confezionati entro stampi C.B.R. (C.N.R. - U.N.I. 10009) impiegati senza disco spaziatore (altezza 17,78 cm diametro 15,24 cm volume 3242 cmc); per il confezionamento dei provini gli stampi verranno muniti di collare di prolunga allo scopo di consentire il regolare costipamento dell'ultimo strato con la consueta eccedenza di circa 1 cm rispetto all'altezza dello stampo vero e proprio. Tale eccedenza dovrà essere eliminata, previa rimozione del collare suddetto e rasatura dello stampo, affinchè l'altezza del provino risulti definitivamente di cm 17,78. La miscela di studio verrà preparata partendo da tutte le classi previste per gli inerti, mescolandole tra loro, con il cemento e l'acqua nei quantitativi necessari ad ogni singolo provino. comunque prima di immettere la miscela negli stampi si opererà una vagliatura sul crivello U.N.I. 25 mm (0 setaccio ASTM 3/4) allontanando gli elementi trattenuti (di dimensione superiore a quella citata) con la sola pasta di cemento ad essi aderente. La miscela verrà costipata su 5 strati con il pestello e l'altezza di caduta di cui alla norma AASHO T 180 e 85 colpi per strato, in modo da ottenere una energia di costipamento pari a quella della prova citata (diametro pestello mm 50,8 peso pestello Kg 4,54, altezza di caduta cm 45,7). I provini dovranno essere estratti dallo stampo dopo 24 ore e portati successivamente a stagionatura per altri 6 giorni in ambiente umido. Operando ripetutamente nel modo suddetto, con impiego di percentuali in peso d'acqua diverse (sempre riferendosi alla miscela intera, compreso quanto eliminato per vagliatura sul crivello da 25 mm) potranno essere determinati i valori necessari al tracciamento dei diagrammi di studio. Lo stesso dicasi per le variazioni della percentuale di legante. I provini confezionati come sopraddetto dovranno avere resistenze a compressione non minori di 2,5 N/mm2 e non superiori a 6 N/mm2 d) PreparazioneLa miscela verrà confezionata in appositi impianti centralizzati con dosatori a peso o a volume. La dosatura dovrà essere effettuata sulla base di un minimo di tre assortimenti, ed il controllo della stessa dovrà essere eseguito almeno ogni 1500 mc di miscela. e) Posa in operaLa miscela verrà stesa sul piano finito dello strato precedente dopo che sia stata accertata dalla Direzione Lavori la rispondenza di quest'ultimo ai requisiti di quota, sagoma e compattezza prescritti. La stesa verrà eseguita impiegando finitrici vibranti. Per il costipamento e la rifinitura verranno impiegati rulli lisci (statici o vibranti) o rulli gommati, tutti semoventi. La stesa della miscela non dovrà di norma essere eseguita con temperature ambienti inferiori a 0° C e superiori a 25°C nè sotto pioggia battente. Potrà tuttavia essere consentita la stesa a temperature comprese tra i 25°C e i 30°C. In questo caso, però, sarà necessario proteggere da evaporazione la miscela durante il trasporto dall'impianto di miscelazione al luogo (ad esempio con teloni): sarà inoltre necessario provvedere ad abbondante bagnatura del piano di posa del misto cementato. Infine le operazioni di costipamento e di stesa dello strato di protezione con emulsione bituminosa dovranno essere eseguite immediatamente dopo la stesa della miscela. Le condizioni ideali di lavoro si hanno con temperature di 15°C - 18 °C ed umidità relative del 50% circa; temperature superiori saranno ancora accettabili con umidità relative anch'esse crescenti; comunque è opportuno, anche per temperature inferiori alla media, che l'umidità relativa all'ambiente non scenda al di sotto del 155, in quanto ciò potrebbe provocare ugualmente una eccessiva evaporazione del getto. Il tempo intercorrente tra la stesa di due strisce affiancate non dovrà superare di norma 1 - 2 ore per garantire la continuità della struttura. Particolari accorgimenti dovranno adottarsi nella formazione dei giunti longitudinali di ripresa, che andranno protetti con fogli di polistirolo espanso (o materiale similare) conservati umidi. Il giunto di ripresa sarà ottenuto terminando la stesa dello strato a ridosso di una tavola, e togliendo la tavola stessa al momento della ripresa del getto; se non si fa uso della tavola, sarà necessario, prima della ripresa del getto, provvedere a tagliare parte del getto precedente, in modo che si ottenga una parete verticale per

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tutto lo spessore dello strato. Non saranno eseguiti altri giunti all'infuori di quelli di ripresa. Il transito di cantiere sarà ammesso sullo strato a partire dal terzo giorno dopo quello in cui è stata effettuata la stesa e limitatamente ai mezzi gommati. Strati eventualmente compromessi dalle condizioni meteorologiche o da altre cause, dovranno essere rimossi e sostituiti a totale cura e spese dell'Impresa. f) Protezione superficialeSubito dopo il completamento delle opere di costipamento o di rifinitura, dovrà essere eseguito lo stendimento di un velo protettivo di emulsione bituminosa al 55% in ragione di 1 - 2 Kg/mq in relazione al tempo ed alla intensità del traffico di cantiere cui potrà venire sottoposto, e successivo spargimento di sabbia. g) Norme di accettazioneLa superficie finita non dovrà scostarsi dalla sagoma di progetto di oltre 1 cm, controllata a mezzo di un regolo di m 4,50 di lunghezza, disposto secondo due direzioni ortogonali, e tale scostamento non potrà essere che saltuario. Qualora si riscontri un maggior scostamento dalla sagoma di progetto, non è consentito il ricarico superficiale e l'Impresa dovrà rimuovere a sua totale cura e spesa lo strato per il suo intero spessore. La densità in sito non dovrà essere inferiore al 95% della densità raggiunta in laboratorio nei provini su cui è misurata la resistenza. Il prelievo del materiale dovrà essere eseguito durante la stesa ovvero prima dell'indurimento, mediante i normali procedimenti a volumometro, con l'accorgimento di eliminare dal calcolo, sia del peso che del volume, gli elementi di dimensione superiore a 25 mm. La resistenza a compressione verrà controllata su provini confezionati in maniera del tutto simile a quelli di studio preparati in laboratorio prelevando la miscela durante la stesa e prima del costipamento definitivo, nella quantità necessaria per il confezionamento di 4 provini, previa la vagliatura al crivello da 25 mm Misurata la resistenza a compressione a 7 giorni dei 4 provini in questione e scartato il valore più basso, la media degli altri 3 dovrà servire per confronto con la resistenza preventivamente determinata in laboratorio. Questo controllo dovrà essere effettuato ogni 1500 mc. di materiale costipato. La resistenza dei provini preparati con la miscela stesa dovrà scostarsi da quella preventivamente determinata in laboratorio di oltre + - 20%, e comunque non dovrà mai essere inferiore a 2,5 N/mm2.

Art. 17 - Massicciate cilindrate e trattamenti bituminosi 1. Le massicciate cilindrate saranno ottenute con strati di pietrisco dello spessore prescritto, serrati con rulli

compressori idonei. 2. La definitiva chiusura delle massicciate potrà essere eseguita all'acqua oppure a semipenetrazione di bitume.

a) MATERIALI1. PietrischiI pietrischi da impiegare saranno di pezzatura compresa fra i 40 ed i 51 mm. e dovranno essere corrispondenti alla normativa C.N.R. vigente. Potranno essere impiegati anche pietrischi provenienti dalla frantumazione dei ciottoli purchè rispondenti ai sopra ricordati requisiti inoltre è tassativamente vietato l'impiego di pietrischi provenienti dalle cave amiantifere. 2. PietrischettiI pietrischetti da usare per la formazione dei manti bitumati dovranno essere corrispondenti alla normativa C.N.R. vigente, salve sempre le suddette facoltà della Direzione Lavori. Le pezzature saranno comprese fra i 10 e i 15 mm. per la prima mano a penetrazione e fra i 5 ed i 10 mm. per la seconda mano di sigillo. Per quest'ultima operazione la Direzione Lavori potrà richiedere anche l'impiego di graniglie comprese fra i 2 ed 5 mm. Per le bitumature da eseguirsi su massicciate chiuse all'acqua la pezzatura sarà compresa fra i 5 e i 15 mm. Per le bitumature a caldo la pezzatura sarà compresa fra gli 8 e i 12 mm.; anche in questi casi è tassativamente vietato l'impiego di pietrischetti provenienti dalle cave amiantifere. 3. Materiali di aggregazionePer il collegamento e la saturazione delle massicciate all'acqua si useranno materiali fini provenienti dalla frantumazione naturale o meccanica delle rocce, aventi buon potere legante, oppure residui di vagliatura dei prodotti di scarificazione di vecchie massicciate, oppure l'ultima frazione della vagliatura delle cave di pietrisco.

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La Direzione Lavori si riserva la facoltà di fare allontanare, a tutte spese e rischio dell' Impresa, dalla sede stradale il materiale di qualità scadente. Altrettanto dicasi nel caso che detto materiale non fosse messo in opera con le cautele e le modalità che saranno prescritte dalla Direzione Lavori. 4. Emulsioni bituminoseLe emulsioni bituminose da impiegare per la semipenetrazione delle massicciate dovranno contenere una percentuale di almeno il 55% di bitume puro ed avere requisiti pari a quelli previsti dal fascicolo 3 delle "Norme per l'accettazione delle emulsioni bituminose per usi stradali" C.N.R. Ed. 1958 5. BitumiI bitumi da impiegare per i trattamenti a caldo dovranno soddisfare ai requisiti stabiliti nelle corrispondenti "Norme per l'accettazione dei bitumi per usi stradali" - C.N.R. Ed. 1951, mentre per i bitumi liquidi le caratteristiche di accettazione saranno quelle stabilite dalle vigenti norme C.N.R. b) FORMAZIONE DELLE MASSICCIATE1. Prescrizioni generaliPer la formazione della massicciata il materiale dovrà essere steso in strati regolari ed uniformi, meglio se con adatti distributori meccanici. L'altezza dello strato da cilindrare in una sola volta non dovrà superare i 15 cm di soffice; per altezze superiori si procederà alla cilindratura in due o più strati distinti e sovrapposti. La cilindratura deve essere eseguita con rulli compressori di peso idoneo ed in ogni caso non inferiore alle 14 tonn. o con rulli vibranti di peso corrispondente. Durante il lavoro i rulli dovranno mantenere una velocità compresa fra 1,5 e 2,5 km/ora; si potrà superare tale limite, fino al massimo di 3,5 Km/ora, allorquando il materiale da cilindrare sia delle pezzature minori, quando lo strato sia sottile e durante l'ultima fase di chiusura della massicciata. La cilindratura dovrà essere iniziata ai margini della carreggiata e proseguita spostandosi gradatamente verso la zona centrale. Il lavoro deve essere condotto in modo che nel cilindrare una nuova zona il rullo passi sempre sopra una striscia di almeno 20 cm. di larghezza della zona precedentemente cilindrata e che nel cilindrare la prima striscia marginale venga compresa anche una zona di banchina di almeno 20 cm. di larghezza.

2.a) Trattamento superficiale di semipenetrazioneFerme restando tutte le modalità delle precedenti prescrizioni generali del capoverso 1, si dovrà tener presente che, durante la fase di cilindratura, la massicciata potrà venire moderatamente innaffiata per meglio favorire la chiusura del pietrisco, ma la quantità di acqua dovrà essere tale da evitare il suo rifluire in superficie. A cilindratura ultimata e prima di iniziare il trattamento superficiale la massicciata dovrà presentarsi, come già detto per le massicciate chiuse all'acqua, perfettamente serrata, con gli elementi accostati e fermi senza ondulazioni o irregolarità. Il trattamento superficiale si realizza stendendo sulla massicciata nella quantità prescritta dalla Direzione Lavori, uno strato continuo di emulsione bituminosa, o di bitume caldo, successivamente saturato con pietrischetto o graniglia secondo le norme in seguito descritte. La posa in opera del legante sarà preceduta da una accurata pulizia della superficie in modo da rimuovere la polvere, le eventuali materie estranee e gli elementi non collegati con la massicciata. Lo spandimento del legante, effettuato a mezzo di spanditori meccanici a pressione, dovrà essere eseguito in due successive riprese, secondo le disposizioni della Direzione Lavori. Sia nella prima che nella seconda ripresa, dopo l'avvenuto spandimento del legante bituminoso, si procederà allo spandimento della graniglia. Le dosi e la pezzatura di quest'ultima, come quelle del legante, ed il tipo di questo, saranno conformi alle prescrizioni dell'elenco prezzi. Dopo ogni ripresa verrà eseguita la cilindratura impiegando un rullo da 8 - 10 tonn. fino ad ottenere un pavimento perfettamente livellato e finito a perfetta regola d'arte. La superficie finita non dovrà scostarsi dalla sagoma prescritta di oltre 0,5 cm. Il controllo verrà eseguito a mezzo di regolo di 4 mt. di lunghezza e disposto secondo 3 direzioni qualunque, fra loro ortogonali. Inoltre la superficie finita sarà controllata, in contraddittorio con l'Impresa, anche con livellazioni; in nessun caso si ammetteranno differenze, in più od in meno, maggiori di 0,5 cm. Resta convenuto e stabilito l`obbligo dell'Impresa a provvedere alla eliminazione delle imperfezioni ad esclusiva sua cura e spese, con pietrischetto bitumato, seguendo le norme di cui sopra. La Direzione Lavori si riserva di impartire, all'atto esecutivo, ulteriori disposizioni ed anche di variare i quantitativi di legante, senza che per questo l'Impresa possa sollevare eccezioni o riserve, oltre al pagamento della quantità di legante adoperata in più del prescritto.

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2.b) Stesa superficiale di irruvidimentoConsiste nello stendere su pavimentazioni esistenti uno strato di legante idrocarburato da ricoprirsi con pietrischetto anidro. Le principali operazioni da compiere sono: l) pulizia del piano di posa; 2) spandimento uniforme di bitume di qualità idonea ed in quantità non minore di 1 Kg/mq. per garantire il perfetto ancoraggio del pietrischetto al fondo ed evitare il rifluimento in superficie del legante stesso; 3) stesa del materiale di copertura costituito da pietrschetto 8/15 poliedrico, uniforme e pulito, in quantità sufficiente per garantire la completa omogeneità e saturazione del manto, comunque in quantità non minore di 12 litri/mq; 3) rullatura con rullo leggero I bitumi solidi devono essere impiegati a temperatura di 140° - 160° e preferibilmente nella stagione calda. La stesa del legante deve effettuarsi mediante idonea spanditrice a pressione manovrata da personale specializzato in modo da ottenere una uniforme distribuzione del materiale. Lo spargimento del pietrischetto deve essere eseguito di preferenza con distributori meccanici in modo da realizzare uno strato continuo e regolare di spessore uniforme ricoprente tutta la superficie trattata. 4) Trattamento a caldo con bitumi solidi e liquidiLa posa in opera del legante bituminoso a caldo dovrà essere preceduta da una pulizia a fondo della superficie da trattare mediante getti d'acqua a pressione o con soffiatori ed aspiratori d'aria; resta convenuto che quando si dovesse procedere alla lavatura con acqua, si dovrà lasciare asciugare perfettamente la superficie da trattare prima di procedere all'applicazione del legante. Il bitume riscaldato alla temperatura d'impiego (140° - 170° C) sarà distribuito a mezzo di spanditori meccanici a pressione, finemente polverizzato, in uno strato uniforme e continuo, nel quatititativo che sarà fissato. Contemporaneamente allo spandimento del bitume si procederà man mano alla stesa del materiale di saturazione della pezzatura da 8 a 15 mm. in quantità non inferiore a 12 litri/mq. e della pezzatura da 5 a 10 mm. in quantità non inferiore a 10 litri/mq. Si avrà particolare cura affinchè lo spargimento sia eseguito (o con distributori meccanici oppure a mano) in modo da realizzare uno strato continuo ed uniforme di spessore, ricorrente per tutta la superficie trattata. Lo spargimento del materiale di saturazione da eseguirsi al più presto possibile, e comunque prima che il bitume si sia raffreddato o indurito, sarà eseguito immediatamente dalla cilindratura con rullo di peso non superiore a 10 tonn. Alla prova, eseguita sia in senso longitudinale che trasversale di un regolo lungo 3 m., non si dovranno avere ondulazioni o irregolarità superiori a 5 mm, rimanendo in tal caso l'Impresa obbligata a provvedere, a sua cura e spese, con successiva applicazione di bitume e graniglia alla loro eliminazione.

Art. 18 - Strato di base in conglomerato bituminoso con misto di sabbia, ghiaia e pietrisco. DESCRIZIONE1. Lo strato di base è costituito da un misto granulare di ghiaia, sabbia e additivo (passante al setaccio da 0,075

mm.) contenente una adeguata percentuale di materiale grosso di frantumazione, impastato con bitume a caldo previo preriscaldamento degli aggregati, steso in opera mediante macchina vibrofinitrice.

2. Lo spessore da assegnare allo strato sarà di 6 - 15 cm compressi. 3. È peraltro facoltà della Direzione Lavori variare detti spessori, restando l'opera contabilizzata a misura ai rispettivi

prezzi di elenco in base all'effettivo spessore ordinato in fase esecutiva per i vari strati, ma non sarà tenuto conto in contabilità di maggiorazioni dovute a riprese eventualmente necessarie per cedimento del piano di posa, o per qualunque altra causa, allo scopo di dare la superficie con le quote previste in progetto. Se lo spessore ordinato sarà superiore a 12 cm. dovrà essere steso in due strati.

4. Il conglomerato sarà confezionato e posato in opera come segue: MATERIALIAggregati1. Saranno impiegate sabbie, ghiaie e pietrischi costituiti da elementi litoidi, sani e tenaci, esenti da materie

eterogenee e grumi di argilla, aventi in linea di massima i seguenti requisiti: 1) dimensione massima dell'aggregato 38 mm.; 2) la percentuale di materiale frantumato della frazione costituita dall'aggregato grosso (trattenuto ai 2 mm) non dovrà essere inferiore al 40%; si intendono frantumate le pietre che hanno non meno di 3 facce di rottura; inoltre, tale % di frantumato dovrà avere una sua granulometria continua da 2 mm a 38 mm;

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3) coefficiente di frantumazione dell'aggregato grosso non superiore a 140. Detta prova verrà eseguita conformemente alle Norme C.N.R vigenti; 4) perdita per decantazione dell'aggregato grosso e della sabbia (determinata secondo le norme C.N.R. vigenti) non superiore all'1%; 5) la granulometria sarà compresa nel seguente fuso con andamento secondo la curva di massima densità del Fuller; senza accusare cioè mancanza pronunciata di determinate frazioni:

Setacci Maglie % in peso del passante

1, 1/2" 38,1 mm 100

1" 25,4 mm 70 –100

3/4" 19,1 mm 60 – 85

3/8" 9,52 mm 40 – 65

n. 4 4,76 mm 28 – 52

n. 10 2 mm 18 – 35

n. 40 0,42 mm 9 - 20

n. 200 0,074 mm 2 - 6

6) in modo assoluto i materiali non dovranno provenire da cave amiantifere Legante1. Sarà costituito da bitume solido di penetrazione 80/100, salvo diversa prescrizione da parte della Direzione Lavori,

avente le caratteristiche di cui al precedente art. 30 e verrà mescolato negli impasti in ragione del 4,0+5,0% del peso degli aggregati. L'esatto dosaggio verrà stabilito in base a prove di stabilità Marshall.

2. La composizione adottata non dovrà comunque consentire deformazioni permanenti nella struttura dello strato di base sotto i carichi statici e dinamici, nemmeno alle alte temperature estive e dovrà però dimostrarsi sufficientemente flessibile per poter seguire, sotto gli stessi carichi, qualsiasi eventuale assestamento del sottofondo, anche a lunga scadenza.

Miscela1. La miscela dovrà possedere una stabilità Marshall superiore a 500 Kg. ed uno scorrimento non superiore a 4 mm

che verranno determinati mediante la prova Marshall (prova ASTM D 1559), a 60° C su provini costipati con 50 colpi di maglio per ogni faccia. Inoltre la rigidezza Marshall, data dal rapporto tra stabilità e scorrimento, dovrà essere compresa tra 200 e 300.

2. I valori di stabilità e di scorrimento anzidetti dovranno essere raggiunti non solo in fase di studio delle miscele, ma anche di controllo delle miscele prelevate in cantiere immediatamente prima della stesa e del costipamento.

3. In conseguenza l'Impresa sarà tenuta, con congruo anticipo rispetto all'inizio della stesa, a presentare all'approvazione della Direzione Lavori, la composizione della miscela che intende adottare, assieme ai risultati delle prove eseguite comprovanti il raggiungimento dei requisiti di stabilità anzidetti.

4. La Direzione Lavori si riserva naturalmente, la facoltà di fare ripetere le prove dal proprio Servizio Tecnico, al quale verrà pure affidato il compito di provvedere, durante il corso dei lavori, al prelievo di campioni ed al loro esame.

CONFEZIONE, STESA E COSTIPAMENTO1. Il conglomerato verrà confezionato a caldo entro centrali di impasto di potenzialità adeguata e tali da assicurare il

perfetto essicamento degli aggregati, la depurazione dalla polvere e l` accurato dosaggio del bitume. La temperatura degli aggregati all `atto del mescolamento dovrà essere compresa fra 140 - 180° C, quella del bitume fra 140° - 160°C.

2. ll conglomerato verrà steso sul piano finito della fondazione dopo che sia stata accertata la rispondenza ai requisiti di quota, sagome e compattezza prescritti per quest'ultima.

3. Tale piano dovrà essere accuratamente ripulito da sostanze estranee e depolverizzato. 4. La stesa non andrà effettuata se le condizioni meteorologiche (a giudizio della Direzione Lavori) non garantiscono

la perfetta riuscita del lavoro, se il piano di posa è bagnato, se la temperatura è inferiore a 5° C . Strati eventualmrnte compromessi dalle condizioni meteorologiche dovranno essere rimossi e sostituiti a totale cura e spese dell' Impresa.

5. La stesa dovrà essere effettuata a temperatura non inferiore a 110° C a macchina, mediante vibrofin itrici munite di apparecchiatura elettronica per la regolarizzazione automatica sulla livelletta superiore, secondo progetto.

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6. La rullatura dovrà essere eseguita in due tempi; in un primo tempo con rulli a tandem (da 4 a 8 tonn) a rapida inversione di marcia ed alla temperatura la più elevata possibile; in un secondo tempo con rulli da 12 a 14 tonn ovvero con rulli gommati di 10 - 12 tonn.

7. A costipamento ultimato il peso del volume del conglomerato non dovrà essere inferiore al 100% del peso del volume del provino Marshall costipato in laboratorio.

8. Le giunzioni, in occasione della ripresa del lavoro o ai margini contro i cordoli e le murature, dovranno essere spalmate di bitume e battute a mano con idonei attrezzi.

9. La percentuale dei vuoti residui nei campioni di conglomerato prelevati a costipamento ultimato non dovrà superare il 7%.

10. La superficie finita dello strato di base non dovrà presentare scostamenti maggiori di mm 5 rispetto ad un regolo della lunghezza di 4 m comunque disposto sulla superficie, inoltre non saranno consentiti scostamenti delle livellette di progetto maggiori di 1 cm su 50 m L'Impresa dovrà provvedere a rimediare alle eventuali imperfezioni a sue cure e spese; la Direzione Lavori si riserva la facoltà di controllare con livellazioni le quote ottenute con le stesse.

Art. 19 - Conglomerato bituminoso per pavimentazioni flessibili, strato di collegamento (binder) e strato di usura.

A) Descrizione1. La pavimentazione potrà essere costituita da un doppio strato di conglomerato bituminoso chiuso a caldo, e

precisamente da uno strato inferiore di collegamento (binder) e da uno strato superiore di usura i cui spessori verranno indicati dalla Direzione Lavori.

2. Il conglomerato sarà costituito da una miscela di pietrischetti, graniglie, sabbie e additivi, mescolati con bitume a caldo e stesa in opera mediante macchina vibrofinitrice.

3. L'Impresa dovrà per l'esecuzione dei lavori osservare le prescrizioni qui di seguito riportate: B) Caratteristiche degli aggregati e loro natura; utilizzazione anche di inerti silice bianchi per lo strato di usura.1. Gli aggregati dovranno avere i requisiti prescritti dalle "Norme per l'accettazione dei pietrischi, dei pietrischetti,

delle graniglie, della sabbia, degli additivi per costruzioni stradali" secondo le norme C.N.R. vigenti. In modo assoluto essi non dovranno provenire dalle cave amiantifere.

2. Si precisa inoltre: - che i pietrischetti e le graniglie, per lo strato di collegamento, devono avere i requisiti richiesti dalla IV° categoria delle norme predette, mentre per lo strato di usura dovranno avere i requisiti richiesti dalla I° ca tegoria. La Direzione Lavori potrà consentire l'impiego di materiali appartenenti alla III° categoria in relazion e alle fonti locali di approvvigionamento. Essi devono essere costituiti da elementi approssimativamente poliedrici, con spigoli vivi, a superficie ruvida, puliti ed esenti da polvere e da materiali estranei, il coefficiente volumetrico minimo per l'accettazione sarà di 0,20 per i pietrischetti e le graniglie da mm 10 a 25. Il coefficiente volumetrico resta definito quale rapporto tra la sommatoria dei volumi effettivi dei singoli elementi e la sommatoria dei volumi delle sfere di diametro corrispondente alla massima dimensione degli elementi stessi. Saranno rifiutati i pietrischetti, pietrischi o graniglie contenenti una per- centuale elevata di elementi piatti od allungati; - che le sabbie, naturali o di frantumazione, devono soddisfare ai requisiti dell'art. 5 delle norme predette; - che gli additivi devono provenire dalla frantumazione di rocce, preferibilmente calcaree e possono essere costituiti da cemento o da calce idrata o da polveri di asfalto o da filler prebitumato e devono soddisfare ai requisiti dell'art.6 delle norme suddette. In ogni caso una parte dell'additivo, non inferiore al 2% del peso totale degli aggregati dovrà essere costituita da calce idrata; qualora tale additivo non venga impiegato, ed il lavoro sia giudicato accettabile, la Direzione Lavori ha facoltà di applicare una deduzione del 4% sul prezzo di elenco; - che in particolare i pietrischetti e le graniglie devono essere costituiti da elementi approssimativamente poliedrici, con spigoli vivi e superficie ruvida, puliti ed esenti da polvere e materiali estranei; - che le sabbie naturali o di frantumazione devono essere di natura prevalentemente silicea; dure, vive, ruvide al tatto, pulite ed esenti da polvere o da altri materiali estranei e devono avere, inoltre, una perdita per decantazione in acqua La Direzione Lavori, a suo insindacabile criterio, potrà anche ordinare all'Impresa l'esecuzione di un tappeto d'usura dello spessore di cm 2 ottenuto con inerti bianchi esclusivamente silicei, allo scopo di differenziare l` aspetto delle superfici bitumate, delle piste di accelerazione, di decelerazione, delle aree di sosta, etc. Gli oneri tutti si intendono compensati con il relativo prezzo dell'elenco prezzi allegato.

C) Caratteristiche del legante1. Il bitume dovrà avere i requisiti prescritti dalle "Norme per l'accettazione dei bitumi" del Consiglio Nazionale

delle Ricerche - fascicolo n. 2/1951 e sarà del tipo di penetrazione 80/100 salvo diverse prescrizioni della

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Direzione Lavori. A garanzia della qualità della fornitura dovranno essere prelevati campioni con le frequenze e secondo le modalità previste in dette "Norme".

D) Caratteristiche del conglomerato1) Strato di usura1 Il miscuglio di aggregati da adottarsi per strato di usura dovrà avere una granulometria molto estesa dagli elementi

più grandi, la cui dimensione massima non dovrà essere superiore a 1/2 dello spessore dello strato finito, ai più piccoli (additivi) e dovrà essere prescelto e dosato in maniera da risultare pressochè continuo, senza mancanza di pezzature entro un determinato intervallo.

2. La composizione granulometrica dovrà essere compresa nel seguente fuso:

Tipo del vaglio % in peso del passante

per il vaglio a

fianco segnato

3/5" (mm. 15,00) 100

3/8" (mm. 9,52) 80 – 100

n. 4 serie ASTM (mm.4,76) 50 - 70

n. 10 serie ASTM (mm.2,00) 35 - 52

n. 40 serie ASTM (mm.0,42) 16 – 27

n. 80 serie ASTM (mm.0,177) 9 – 15

n.200 serie ASTM (mm. 0,074) 5 – 9

3. Il tenore di bitume dovrà essere compreso fra il 5,5% ed il 6,5% riferito al peso totale degli aggregati. 4. L'esatto dosaggio verrà stabilito in base ai risultalti di prove di stabilità Marshall su provini confezionati con

quantità crescente di bitume. In ogni caso il dosaggio di effettivo impiego sarà tale che il coefficiente di riempimento dei vuoti dell'aggregato costipato in opera sia compreso fra il 75% e l'82%.

5. Il conglomerato dovrà avere i seguenti requisiti: a) elevatissima resistenza meccanica e cioè capacità a sopportare senza deformazione permanente le sollecitazioni trasmesse dalle ruote dei veicoli. Sarà richiesto un valore di stabilità alla prova Marshall a 60° C su provini costipati con 75 colpi di maglio per ogni faccia non inferiore a 800 Kg. ed uno scorrimento compreso fra 2 e 4 mm. La medesima prova eseguita sui provini che hanno subito un periodo di immersione in acqua per 7 giorni non dovrà presentare un valore di stabilità inferiore al 75% del precedente; b) elevatissima resistenza all'usura superficiale; c) sufficiente ruvidezza della superficie per evitare lo slittamento delle ruote; d) grande compattezza: la percentuale dei vuoti residui, riferita al volume del conglomerato, dovrà essere compresa, a costipamento ultimato, fra il 4% e 6%; e) impermeabilità quasi totale.

2) Strato di collegamento (binder)1. Il miscuglio di aggregati da adottarsi per lo strato di collegamento dovrà avere granulometria compresa nel

seguente fuso, salvo diversa prescrizione della Direzione Lavori, tenendo presente che la dimensione massima dell`aggregato dovrà essere inferiore ad 1/2 dello spessore finito dello strato.

Tipo del vaglio % in peso del passante per il vaglio a fianco segnato

1" (mm. 25,4) 100

3/4" (mm. 19, 0) 85 – 100

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1/2" (mm. 12,7) 65 - 85

3/8" (mm. 9,52) 50 - 75

n. 4 serie ASTM (mm. 4,76) 35 - 55

n. l0 serie ASTM (mm. 2,00) 20 - 35

n. 40 serie ASTM (mm. 0,42) 8 - 15

n. 80 serie ASTM (mm. 0,177) 3 - 8

n.200 serie ASTM (mm. 0,074) 3 - 5

2. Il tenore di bitume dovrà essere compreso fra il 4,5% ed il 6,5% riferito al peso degli aggregati. L'esatto dosaggio verrà stabilito, come per lo strato di usura, in base a prove di stabilità Marshall. In ogni caso il dosaggio di effettivo impiego sarà tale che il coefficiente di riempimento dei vuoti dell'aggregato costipato in opera non superi il 72%.

3. Il conglomerato dovrà presentare i seguenti requisiti: a) stabilità e scorrimento Marshall rispettivamente non inferiore a 700 Kg. e compreso fra 2 e 4 mm., su provini a 60° C costipati con 75 colpi di maglio pe r ogni faccia. La medesima prova eseguita su provini che hanno subito un periodo di immersione in acqua per 7 giorni non dovrà presentare un valore di stabilità inferiore ai 2/3 del precedente. b) la percentuale dei vuoti residui, riferita al volume del conglomerato, dovrà essere comunque, a costipamento ultimato, inferiore all'8%.

E) Studi preliminari, controlli dei requisiti di accettazione1. L'Impresa sarà tenuta, con congruo anticipo rispetto all'inizio della produzione del conglomerato, a presentare

all'approvazione della Direzione Lavori i campioni di materiali (aggregati e bitumi) che intende adottare e sui quali la Direzione Lavori farà eseguire, tutte le prove necessarie per accertarne la idoneità.

2. Una volta approvati i materiali, l'Impresa sarà tenuta a presentare la composizione delle miscele che intende adottare, corredate da tutte le prove atte ad accertare la corretta composizione granulometrica, il dosaggio in bitume e le caratteristiche di stabilità, compattezza, impermeabilità richieste.

3. Quando sarà stata accettata da parte della Direzione dei Lavori la composizione proposta, l'Impresa dovrà ad essa attenersi rigorosamente. Non sarà ammessa una variazione del contenuto di sabbia di più o meno il 2% e dell'aggregato di +/- 5% rispetto alla curva granulometrica prescelta e di più o meno 1% sulla percentuale di additivo.

4. Per la quantità di bitume non sarà tollerato uno scostamento della percentuale stabilita in +/- 0,2. 5. L'approvazione dei risultati delle prove anzidette non esime l'Impresa dalla responsabilità relativa alla buona

riuscita del conglomerato in opera durante tutto il periodo durante il quale fa carico all'Impresa la manutenzione; se dalle prove dovessero risultare differenti composizioni la Direzione Lavori potrà ordinare il rifacimento del lavoro o contabilizzarlo apportando la riduzione ai prezzi unitari di almeno il 5% a suo insindacabile giudizio.

F) Formazione e confezione degli impasti1. Gli impasti saranno eseguiti a mezzo di impianti completamente automatizzati e dotati di tutte le strumentazioni

elettroniche che permettano il continuo controllo, su di un unico quadro, dei pesi e delle temperature degli stessi nonchè degli inerti e del bitume; inoltre devono essere di potenzialità proporzionata all'entità complessiva del lavoro da compiere per la durata prevista nel presente Capitolato, ed essere capaci di assicurare il perfetto essicamento, la depurazione della polvere ed il riscaldamento a temperatura compresa tra i 140° e 180° C degli aggregati, la riclassificazione dei singoli aggregati mediante vagliatura; la perfetta dosatura degli aggregati mediante tramogge pesatrici che consentano di dosare separatamente ciascuno di essi, già vagliato prima dell'invio al rimescolatore; il riscaldamento del bitume a temperatura compresa fra 140° 160° C e il rimescolamento continuo di esso perchè conservi temperatura e viscosità uniforme fino al momento dell'impasto; il perfetto dosaggio del bitume.

2. L'attrezzatura di riclassificazione e dosaggio degli aggregati dovrà essere tale da consentire la formazione di miscugli con almeno 4 graduazioni granulometriche, oltre al filler, e cioè: un pietrischetto, una graniglia, una sabbia grossa ed una sabbia fine.

3. In apposito laboratorio, installato in cantiere a cura e spese dell'Impresa, dovrà essere effettuata giornalmente: la verifica della qualità e della granulometria degli aggregati approvvigionati in cantiere ed all'uscita dei vagli degli impianti, la verifica del miscuglio degli aggregati non ancora impastati su campioni prelevati prima dell'immissione nel rimescolatore; la verifica della penetrazione del bitume approvvigionato; la verifica della stabilità e dello

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scorrimento secondo la prova Marshall di uno o più campioni dell'impasto prelevato all'uscita del rimescolatore o sulla tramoggia della macchina vibrofinitrice.

4. Dovranno inoltre essere controllate frequentemente le temperature degli aggregati, del bitume e del conglomerato; a tale fine gli essicatori e le caldaie saranno munite di termometri registratori e le tramogge di termometri appositi.

5. L'Impresa è obbligata ad attrezzarsi per il controllo delle caratteristiche del conglomerato finito. 6. Infine gli impianti di bitumatura dovranno essere dotati di idonee attrezzature per assicurare la depurazione dei

fumi, secondo le vigenti norme in vigore, in materia di inquinamento. Per ogni infrazione a dette norme ne sarà responsabile solamente la Ditta proprietaria.

G) Stesa e costipamento1. Si procederà ad una accurata pulitura della superficie da rivestire mediante getti di acqua, aria compressa o con

spazzolatrice. Successivamente si provvederà a stendere su tutta la superficie dello strato di base sottostante una mano di ancoraggio di emulsione a rapida rottura al 55% di bitume in ragione di 1 Kg. a metro quadrato. La stesa del conglomerato dello strato di collegamento dovrà avvenire dopo che l'emulsione dello strato di ancoraggio si sia rotta. Analogo strato di ancoraggio verrà eseguito fra lo strato di collegamento ed il sovrastante strato d'usura. Il prezzo dei due strati di ancoraggio è compreso nel prezzo del conglomerato.

2. La stesa degli strati di conglomerato dovrà essere eseguita in modo che a lavoro ultimato il piano viabile risulti perfettamente sagomato con i profili e le pendenze che saranno prescritte dalla Direzione Lavori. Ciò dovrà risultare anche da livellazioni, per la esecuzione delle quali l'Impresa dovrà, se richiesta, fornire tecnici, canneggiatori e strumenti.

3. L'applicazione dei conglomerati bituminosi verrà fatta a mezzo di apposita macchina vibrofinitrice che dovrà essere in perfetto stato d'uso ed approvata dalla Direzione Lavori. Detta macchina dovrà essere munita di apparecchiatura elettronica per la regolazione automatica sulla livelletta superiore dello strato, fissata dal progetto.

4. Le macchine dovranno possedere caratteristiche di precisione di lavoro tale che il controllo umano sia ridotto al minimo.

5. La stesa dei conglomerati non sarà effettuata allorquando le condizioni meteorologiche (a giudizio della Direzione Lavori) siano tali da non garantire la perfetta riuscita del lavoro; allorquando il piano di posa si presenti comunque bagnato e la temperatura ambiente sia inferiore a 5° C. Strati eventualmente compromessi dalle condizi oni meteorologiche avverse dovranno essere rimossi e sostituiti a totale cura e spesa dell'Impresa.

6. Il materiale dovrà venire disteso a temperatura non inferiore a 120° C da controllarsi con appositi termometri. 7. Entrambi gli strati saranno rullati con rulli meccanici a rapida inversione di marcia del peso di 4 - 8 tonn, secondo

lo spessore da compattare. La rullatura comincerà ad essere condotta a manto il più possibile caldo, iniziando il primo passaggio al margine della striscia e proseguendo in modo che un passaggio si sovrapponga parzialmente all'altro; si procederà pure con passaggi in diagonale; la cilindratura verrà completata con rullo gommato semovente del peso di 10-l2 tonn, avente le gomme ad una pressione da 6 a 15 atmosfere.

8. Rimane inoltre stabilito che anche impiegando la vibrofinitrice munita di apparecchiatura elettronica di regolazione automatica l'Impresa sarà tenuta ad osservare i seguenti accorgimenti:

a) il costipamento del materiale steso dovrà essere ottenuto da un rullo del tipo tandem seguito da un rullo gommato. Il tandem dovrà seguire dappresso la finitrice in modo da rullare la miscela ancora calda con temperatura non inferiore a 120° C. Il rullo gommat o dovrà rullare a temperatura compresa tra 70° e 10 0° C; b) se la vibrofinitrice sarà su ruote gommate l'Impresa dovrà avere l'accortezza di tenere costantemente riempito il cassone anteriore e la coclea di distribuzione posteriore e di non fare scaricare in una volta sola il contenuto dell'autocarro; c) il tesaggio del filo guida in acciaio dovrà essere ottenuto con paline di supporto fissate molto bene nel terreno, in base a riferimenti i più lunghi possibili; d) l'Impresa non dovrà fare transitare i mezzi di lavoro sul conglomerato se non sufficientemente raffreddato; e) l'Impresa dovrà tenere i piani di appoggio del conglomerato con la maggiore cura e precisione possibile.

9. A costipamento ultimato, oltre alla percentuale dei vuoti precedentemente richiesta, il peso di volume del conglomerato in sito dovrà risultare non inferiore al 100% del peso di volume dei provini Marshall costipati in laboratorio.

10. In corrispondenza dei tratti d'interruzione del lavoro e dei margini della pavimentazione si procederà, prima di stendere il conglomerato, alla spalmatura con uno strato di bitume caldo, allo scopo di assicurare impermeabilità ed adesione alle superfici di contatto.

11. I giunti longitudinali e di ripresa del lavoro dovranno avere andamento rettilineo e dovranno essere sfalsati; eventuali irregolarità dovranno essere riprese mediante spicconatura o taglio con fresa.

12. Ogni giunzione sarà battuta con appositi pestelli a base rettangolare opportunamente scaldati.

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13. La superficie sarà priva di ondulazioni e di dislivelli fra i giunti: per lo strato di collegamento una asta rettilinea di 4 m. posta su di essa potrà avere la faccia a contatto distante meno di 5 mm. solamente in qualche punto singolare dello strato.

14. Per la superficie finita del manto di usura sarà richiesto invece che tali scostamenti non superino i 3 mm.; inoltre non si dovranno avere scostamenti della superficie dei singoli strati dalle livellette di progetto superiori a 5 mm. computati su una distanza di 50 metri.

15. Esperimenti di stesa e costipamento saranno disposti prima dell'inizio dei lavori per stabilire l'efficienza delle macchine, i tipi di rulli più idonei, il grado di rifinitura superficiale raggiunto e per addestrare il personale.

16. Tali esperimenti dovranno essere eseguiti in zone opportunamente indicate dalla Direzione Lavori, ed a seconda dei risultati ottenuti, potranno essere accettati dalla Direzione Lavori o ne potrà essere richiesta la rimozione ed il rifacimento a spese dell'Impresa.

17. Indipendentemente dal numero e dalle frequenze dei controlli che la Direzione Lavori eseguirà durante il corso dei lavori, il non raggiungimento dei requisiti di accettazione del conglomerato e dei requisiti di finitura superficiale degli strati specificati più sopra implicherà senz'altro il disfacimento dei tratti di manto inaccettabili ed il loro rifacimento a totale carico dell'Impresa.

H - Attivanti l'adesione dei bitumiAttivanti l'adesione1. Nella confezione dei conglomerati bituminosi dei vari strati possono essere impiegate speciali sostanze chimiche

attivanti l'adesione bitume-aggregato ("dopes" di adesività). 2. Esse saranno impiegate negli strati di base e di collegamento mentre per quello di usura lo saranno ad esclusivo

giudizio della Direzione Lavori. 3. Si avrà cura di scegliere tra i prodotti in commercio quello che sulla base di prove comparative effettuate presso i

laboratori autorizzati avrà dato i migliori risultati e che conservi le proprie carateristiche chimiche anche se sottoposto a temperature elevate e prolungate.

4. Il dosaggio potrà variare a seconda delle condizioni di impiego, della natura degli aggregati e delle caratteristiche del prodotto, tra lo 0,3% e lo 0,6% rispetto al peso del bitume.

5. I tipi, i dosaggi e le tecniche di impiego dovranno ottenere il preventivo benestare della Direzione Lavori. 6. L'immissione delle sostanze attivanti nel bitume dovrà essere realizzata con idonee attrezzature tali da garantire la

perfetta dispersione e l'esatto dosaggio. Additivi chimici attivanti l'adesione del bitume agli inerti1. Al fine di migliorare l'adesione fra il bitume e gli inerti in particolari condizioni climatiche o nel caso di impiego di

inerti particolarmente acidi, potrà essere richiesto da parte della Direzione dei Lavori l'aggiunta al bitume di additivi chimici speciali (dopes) con le caratteristiche e le modalità di seguito riportate.

CaratteristicheL'additivo dovrà essere costituito da poliammine grasse, cioè ammine aventi una catena grassa a diverso numero di atomi di carbonio, resistenti alla temperatura di 108° C senza perdere più del 20% delle lor o proprietà Esso dovrà avere le seguenti caratteristiche fisiche:

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- colore bruno scuro

- densità a 20°C gr/cm 3 0,80-0,9

- viscosità Engler a 20°C

(prodotto liquido) + - 20° E

- infiammabilità

a vaso aperto (Marcussen) super. a 170°C

- acqua tracce

DosaggioIl quantitativo da impiegare sarà compreso tra lo 0,3% e lo 0,5% sul peso del bitume, con il quantitativo esatto stabilito in relazione ai risultati della prova ASTM 1664-69 eseguita con gli inerti, il bitume e l'additivo prescritti per il lavoro Modalità di miscelazione al bitumeL'attivante di adesione deve essere immerso nella cisterna del bitume al momento della ricarica della stessa secondo il quantitativo percentuale stabilito. Nel caso di impiego di prodotto solido (pastoso) lo stesso dovrà essere portato preventivamente a fusione tramite apposita apparecchiatura prima di introdurlo nella cisterna. A mano a mano che avviene il travaso del bitume nella cisterna di deposito si aggiungerà l'attivante di adesione dal pozzetto della pompa di aspirazione o dal passo-uomo della cisterna, dosando l'operazione in modo tale che l'aggiunta dell'attivante sia terminata contemporaneamente al completamento del travaso del bitume. Per ottenere una migliore dispersione dell'attivante nella massa del bitume si dovrà far eseguire almeno un completo ciclo di riciclaggio del bitume attraverso la pompa apposita prevista in ogni impianto. Controlli sul bitume attivato Per verificare che l'additivo sia stato effettivamente aggiunto al bitume si dovrà prelevare un campione del bitume addittivato, che dovrà essere provato con esito positivo secondo le modalità della norma ASTM 1664-69 eseguita su inerti acidi naturali (graniti, quarziti, ecc) o artificiali (sinopal e simili) Si prescrive che le forniture dei prodotti attivanti devono essere sempre accompagnate dal certificato di garanzia del prodotto. Si fa presente che il prezzo di elenco è comprensivo di tutte le operazioni necessarie per dare il prodotto finito in opera.

Art. 20 - Scarificazione di pavimentazioni esistenti 1. Per i tratti di strada già pavimentati sui quali dovesse procedersi a ricarichi o risagomature, l'Impresa dovrà

dapprima ripulire il piano viabile, provvedendo poi alla scarificazione della massicciata esistente adoperando all'uopo apposito scarificatore opportunamente trainato e guidato.

2. Tale scarifica sarà profonda in quelle strade ove esiste una ossatura di sottofondo, sino a raggiungere l'ossatura stessa, senza per altro intaccarla; in caso contrario la scarificazione deve essere molto superficiale; in ogni caso essa verrà spinta fino alla profondità ritenuta necessaria dalla Direzione Lavori entro i limiti indicati nel relativo articolo di elenco, procedendo poi alla successiva vagliatura e raccolta in cumuli del materiale utilizzabile ed al trasporto a rifiuto delle materie inutilizzabili.

Art. 21 - Cordonate in conglomerato cementizio 1. Per i cordoli di contenimento di marciapiedi, bordi stradali etc. nonchè per la cordonata di delimitazione di

banchine spartitraffico, si provvederà alla posa di elementi prefabbricati in calcestruzzo di sezione che sarà di volta in volta precisata dalla Direzione Lavori.

2. Gli elementi saranno di norma lunghi 100 cm., salvo nei tratti di curva a stretto raggio o in casi particolari, per i quali la Direzione Lavori potrà richiedere dimensioni minori. Il bordo superiore esterno sarà arrotondato con raggio di 1,5 cm; il calcestruzzo per il corpo delle cordonate dovrà avere una resistenza caratteristica R'bk di almeno 2,5 N/mm2. L'assortimento degli inerti varierà con curva regolare da 20 a 0 mm. Lo strato superficiale delle cordonate per la sola faccia vista (superiore) sarà effettuato con graniglia e polvere bianca, mescolato con 350 Kg. di cemento bianco per mc. di impasto. Lo spessore medio di detto strato superficiale sarà di 8 mm.

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3. La Direzione Lavori potrà ordinare in sostituzione dei cordoli anzidetti altri in cemento normale computandoli con il relativo prezzo di elenco.

4. Gli elementi verranno posati su un letto di calcestruzzo per fondazione e verranno rinfiancati per tutta la loro lunghezza sul fianco rivolto verso l'interno delle banchine con il calcestruzzo di allettamento.

5. Il vano risultante dal taglio della pavimentazione, e compreso tra la pavimentazione stessa ed il cordolo, verrà intasato con conglomerato bituminoso o pietrischetto bitumato di miscela prescritta dalla Direzione Lavori, fortemente costipata con pestello, e tale da garantire l'assoluta continuità fra pavimentazione e cordonata.

6. Gli elementi di cordolo verranno posati attestati, lasciando fra le teste contigue lo spazio di 0,5 cm. Tale spazio sarà riempito di malta cementizia dosata a 350 Kg. di cemento tipo 325 per mc. di sabbia.

7. I cordoli dovranno essere collocati perfettamente paralleli all'asse stradale e secondo le livellette di progetto. I cordoli potranno anche essere forniti dall'Amministrazione, nel qual caso l' Impresa ne curerà il trasporto dai luoghi di deposito a piè d'opera e la posa in opera come sopra specificato.

Art. 22 - Scogliere - difese dalle acque 1. Queste opere, a giudizio esclusivo della Direzione Lavori, potranno essere costruite sia in presenza di acqua per

la preventiva difesa da corrosioni, erosioni, ecc., come anche per semplice rivestimento delle scarpe. L'Amministrazione si riserva la facoltà di fare eseguire tutto o parte delle opere previste o di quelle non previste ma che riterrà in corso d'opera necessarie, anche da Ditte diverse da quella aggiudicataria dei lavori principali senza che questa possa accampare diritti o pretese di sorta. Resta convenuto che l'Impresa esecutrice della difesa avrà l'onere di allestire i rilievi della zona interessata dalle difese, secondo le istruzioni della Direzione Lavori, da integrarsi con i saggi e gli accertamenti che da questa saranno chiesti.

2. La manutenzione delle opere eseguite spetterà fino a collaudo avvenuto alla Ditta che le ha costruite. 3. I lavori delle difese potranno essere consegnati con verbale a parte nel quale saranno indicati il tempo utile per

l'ultimazione e la penale per ritardo. 4. Salvo disposizioni diverse all'atto dell'esecuzione dei lavori, le difese consisteranno nell'impiego ordinato di massi

di pietra naturale di cava (esclusi quindi i trovanti rotondi dei torrenti e dei fiumi, i blocchi di murature demolite, ecc.) il cui peso medio sarà fissato dalla Direzione Lavori nel verbale di consegna tra un peso massimo ed uno minimo, secondo la natura del greto e della sponda da difendere. Sarà dovere dell'Impresa di impiegare nella stessa difesa massi di diverse dimensioni cosi' che la difesa costruita possa avere la forma, determinata dai disegni, il più possibile regolare ed i vari massi si presentino bene collegati fra di loro e con il minor volume di spazi vuoti.

5. Di regola i lavori dovranno essere iniziati da monte verso valle e gli scavi dovranno essere condotti secondo la possibilità della messa in opera dei massi che, in caso di probabili morbide dovrà avvenire nella stessa giornata. L'Impresa resterà responsabile dei danni che le acque potranno provocare causa scavi non riempiti e nulla l'Impresa potrà pretendere per il ripristino di scavi causa franamenti o smantellamenti di difese non completate o asportazione o perdita di blocchi approvvigionati o di mezzi d'opera.

6. Resta convenuto che l'Impresa è tenuta a riparare ed a ripristinare con sollecitudine, a completa sua cura e spesa, qualsiasi danno potesse derivare ai lavori per non avere ottemperato all'osservanza degli ordini della Direzione Lavori e delle disposizioni di questo Capitolato.

7. I massi potranno provenire da cave aperte o da aprirsi nelle località che l'Impresa riterrà di sua convenienza, purchè abbiano caratteristiche accette dalla Direzione Lavori; di regola i massi saranno di natura granitica, gneissica, serpentinosa, privi di cappellaccio, di piani di sfaldamento, di incrinature, dovendo risultare inalterabili all'azione dell'acqua e del gelo.

8. Se la costruzione della scogliere deve essere eseguita con massi artificiali, questi devono essere formati sul posto d'impiego ogni qualvolta ciò sia possibile, ed in caso diverso in vicinanza del lavoro.

9. I massi artificiali devono essere di calcestruzzo cementizio formato con materiali le cui caratteristiche sono stabilite nell'elenco prezzi.

10. Nella formazione dei prismi si potrà ammettere che venga impiegato pietrame a ciottoli spaccati, purchè in proporzione non maggiore di un quinto del volume del masso stesso, e purché i singoli pezzi risultino ben distribuiti nella massa del calcestruzzo non si trovino mai a contatto fra loro e siano addentrati, rispetto alle superfici esterne dei massi, di almeno 10 cm.

11. I ciottoli ed il pietrame devono essere ben puliti dalle sostanze terrose ed eterogenee che eventualmente li ricoprissero ed ove occorra, lavati a grande acqua; quelli non suscettibili di perfetta pulitura saranno rifiutati. La confezione dei massi deve essere attuata secondo le norme generali per le opere in calcestruzzo cementizio; i massi confezionati fuori opera non debbono essere portati al posto d'impiego se non dopo adeguata stagionatura e dopo aver acquistato il grado di resistenza necessario per non guastarsi durante le operazioni di carico, scarico

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e collocamento in opera e dovranno essere concatenati tra di loro mediante catena snodata di adeguata proporzione da determinarsi di volta in volta da parte della Direzione Lavori.

12. La Direzione Lavori potrà ordinare il rivestimento delle scarpate, anche di canali e di torrenti, con lastra di calcestruzzo, dello spessore e della forma che saranno prescritte, aventi resistenza caratteristica non minore di 3,0 N/mm2; le lastre potranno essere prefabbricate o gettate in opera; in entrambi i casi spetterà all'Impresa sempre l'onere dell'agguagliamento, del compattamento, della regolarizzazione, anche con riporti del terreno e l'onere della accurata sigillatura dei giunti, tra lastra e lastra, a lastre in opera.

Art. 23 - Micropali 1. L'Impresa potrà fornirsi di materiali di sua spettanza presso località e Ditte che crederà di sua convenienza,

purché i materiali, a giudizio insindacabile della Direzione Lavori, risultino corrispondenti a quanto indicato nel Capitolato e siano in ogni caso di primissima scelta. Eventuali materiali non conformi dovranno essere immediatamente allontanati dal cantiere.

2. I pali dovranno venire indicati sul terreno tramite picchetti apposti in corrispondenza di ciascun asse. 3. L’Impresa provvederà ad inviare via fax al Direttore dei Lavori rapporti settimanali sull’andamento delle operazioni

in cantiere, indicando lo stato di avanzamento e qualunque altro dato ritenuto significativo. L'Impresa dichiara espressamente: 1. di aver preso piena conoscenza delle caratteristiche dei luoghi e della natura del sottosuolo: eventuali dubbi ed

osservazioni discordanti da parte dell’Impresa rispetto alla documentazione di progetto dovranno essere immediatamente trasmesse alla Direzione Lavori per l’opportuna verifica, prima dell’inizio dei lavori stessi;

2. di avere conoscenza di tutti gli eventuali impedimenti fisici presenti sull’area al regolare svolgimento dei lavori (linee elettriche, recinzioni, vegetazione di alto fusto, manufatti adiacenti, difficoltà di movimentazione mezzi in alveo, versanti acclivi, etc.).

- Pali in progetto 1. La progettazione delle opere è stata redatta nel pieno rispetto delle disposizioni normative vigenti: si fa quindi

riferimento al D.M. 11.03.1988 "Norme tecniche riguardanti le indagini sui terreni e sulle rocce, la stabilità dei pendii naturali e delle scarpate, i criteri generali e le prescrizioni per la progettazione, l'esecuzione ed il collaudo delle opere di sostegno delle terre e delle opere di fondazione".

2. Interassi e dimensioni dei pali sono stati determinati sulla scorta delle conoscenze acquisite sui terreni dell'area in oggetto. La Direzione Lavori dovrà essere convocata in occasione dell'inizio dei lavori onde poter verificare la conformità del terreno alle ipotesi di calcolo ed apportare eventuali modifiche alla distribuzione ed alle modalità esecutive dei pali.

3. A seguito del controllo di cui sopra la Direzione Lavori si riserva di modificare la lunghezza e l'interasse dei pali. 4. Il tracciamento tramite picchetti della posizione dei pali sul terreno avverrà a cura della Impresa esecutrice con il

controllo della Direzione Lavori. 5. Qualora necessario il Direttore dei Lavori si riserva di integrare il progetto durante il corso dei lavori, con istruzioni

in cantiere e/o allestendo grafici esplicativi di chiarimento.

- Definizione e generalità Si definiscono micropali i pali trivellati con diametro inferiore a 250 - 300 mm che presentano un fusto costituito da miscela cementizia gettata in opera inglobante un'armatura d'acciaio.

- Tipologie I micropali verranno eseguiti con riempimento a bassa pressione. Il foro dovrà essere interamente rivestito; la posa della malta avverrà in un primo momento entro il rivestimento provvisorio, tramite apposito tubo di convogliamento. Successivamente si applica al rivestimento una idonea testa a tenuta alla quale si invia aria in pressione (0,50÷0,60 MPa) mentre si solleva gradualmente il rivestimento fino alla sua prima giunzione. Si smonta allora la sezione superiore del rivestimento e si applica la testa di pressione alla parte rimasta nel terreno, previo rabbocco dall’alto per riportare a livello la malta. Si procede analogamente per le sezioni successive fino a completare l’estrazione del rivestimento. In relazione alla natura del terreno può essere consigliabile evitare la pressione d’aria agli ultimi 5÷6 m di rivestimento da estrarre, per evitare la fratturazione idraulica degli strati superficiali.

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- Armature Le armature metalliche devono essere estese a tutta la lunghezza del micropalo e devono sporgere di quanto definito dal progetto, fino ad un massimo di 150 cm, dalla quota testa micropalo, finito e scapitozzato, in modo da immorsarsi nella fondazione. Si devono usare tubi di acciaio senza saldatura longitudinale. Le giunzioni tra i diversi spezzoni di tubo possono essere ottenute mediante manicotti filettati o saldati. La lunghezza è stabilita in 8 m. Le armature metalliche, costituite unicamente da tubi in acciaio, dovranno essere estese a tutta la lunghezza del micropalo: non sono ammessi elementi di caratteristiche inferiori a Fe510. Non sono inoltre ammesse giunzioni longitudinali: l'unione dei vari pezzi avverrà attraverso manicotto filettato o saldato. Inoltre le armature tubolari devono essere dotate di distanziatori non metallici per assicurare un copriferro minimo di 1,5 cm posizionati di preferenza sui manicotti di giunzione.

- Diametro di perforazione Il diametro di perforazione dovrà essere non inferiore a 250 mm per entrambe le tipologie di pali.

- Geometria della palificata La D.L. dovrà essere convocata in occasione dell'esecuzione del primo micropalo onde poter verificare la conformità del terreno alle ipotesi di calcolo ed apportare eventuali modifiche alla distribuzione dei micropali. La D.L. dovrà infine essere convocata ogniqualvolta si riscontrino delle difficoltà operative nell'esecuzione dei vari elementi o si verifichino delle disomogeneità nella stratigrafia dei terreni perforati. A seguito del controllo di cui sopra la D.L. si riserva di modificare la lunghezza e\o l'interasse dei micropali. Le tolleranze in fase esecutiva sono così definite: − inferiore a 5 cm per quanto riguarda la posizione planimetrica; − inferiore a 1: 100 per quanto concerne la deviazione dalla verticale dell'asse del micropalo; − nulla per quanto concerne la dimensione dell'armatura di rinforzo; − nulla per quanto riguarda il diametro di perforazione rispetto al valore nominale di progetto. Ogni eventuale variazione a quanto sopra descritto dovrà essere stabilita in accordo con la Direzione Lavori. Non sono ammesse deroghe alle indicazioni di cui sopra e pertanto i micropali non conformi andranno sostituiti a cura e spese dell'Impresa esecutrice. Eventuali interventi strutturali atti a ripristinare le condizioni di sicurezza venute a mancare a seguito dell'eliminazione di micropali non conformi alle tolleranze di cui sopra saranno a carico dell'Impresa esecutrice dei micropali stessi. La creazione dei micropali avviene attraverso due fasi ben distinte - rappresentate dalla perforazione e dalla creazione del fusto - interfacciate dalla posa delle armature.

- Perforazione La perforazione dovrà avvenire con modalità tali da rendere minimo il disturbo arrecato al terreno. Ove le caratteristiche geotecniche dei terreni di fondazione attraversati dal micropalo fossero particolarmente scadenti o nel caso di rinvenimento di falda acquifera, la D.L. fornirà ulteriori indicazioni circa le misure da prendere per una corretta esecuzione dei pali: si autorizza fin da ora l’impresa ad utilizzare fanghi bentonitici e/o polimeri o lamierini provvisori per il sostegno del foro in terreni di scadenti caratteristiche geotecniche.

- Cemento Il cemento impiegato nelle miscele sarà di tipo Portland, Portland resistente ai solfati, Portland con scoria di altoforno o Pozzolanico. Non è invece ammesso l'uso di cemento ad alto contenuto di alluminati. Il cemento dovrà essere stoccato in un luogo asciutto.

- Operazioni di iniezione Non appena avrà avuto termine la fase di perforazione si procederà immediatamente al getto del micropalo: non sono ammessi ritardi, salvo reintervenire sul foro con una nuova accurata pulizia. Il getto di ogni micropalo dovrà inoltre avvenire in un'unica fase, senza alcuna interruzione. In ogni caso non dovrà trascorrere più di un’ora tra il termine della perforazione e l’inizio del getto della malta. Nel caso in cui i lavori vengano eseguiti nel corso del periodo invernale i sacchi di cemento per le iniezioni dovranno essere stoccati in luogo asciutto e riscaldato, con temperatura dell’aria mai inferiore ai 5°.

- Miscele di iniezione Le caratteristiche delle miscele di iniezione devono essere tali per cui:

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- il rapporto acqua/cemento deve essere uguale o inferiore a 0.5; - la resistenza cubica della miscela deve essere uguale o superiore a 25 MPa a 28 giorni; - il dosaggio minimo richiesto è di 600 kg di cemento per metro cubo di miscela.

L'acqua impiegata nelle miscele dovrà essere scevra da ogni impurità. È ammesso l'uso di additivi non aeranti, fluidificanti e velocizzanti di presa ove siano presenti tempistiche esecutive particolarmente strette. Il loro uso dovrà comunque essere concordato di comune accordo con la Direzione Lavori.

- Controlli in corso d’opera Durante l'esecuzione dei lavori saranno compiuti accurati controlli su tutti i micropali a cura dell'Impresa esecutrice degli stessi. In particolare dovranno essere segnalate alla Direzioni Lavori:

- singolarità riscontrate nel corso della perforazione; - eventuali variazioni sulla lunghezza finale dei pali.

Inoltre l'Impresa dovrà, per ogni micropalo eseguito, completare una scheda tipo, che contenga al suo interno le seguenti indicazioni:

- quota di testa palo; - stratigrafia dei terreni attraversati; - data; - inclinazione eventuale; - diametro di perforazione; - caratteristiche dell’armatura inserita nel foro; - caratteristiche del cemento utilizzato per l’iniezione; - eventuali additivi; - caratteristiche della miscela di iniezione; - lunghezza del palo; - caratteristiche dell’eventuale rivestimento provvisorio; - quantitativi di miscela iniettati; - eventuali note sulle caratteristiche dei terreni, sulle difficoltà esecutive, etc.

Art. 24 - Palificate di sostegno in legname - Palificata doppia GeneralitàLa palificata in legname viene utilizzata, da sola od in combinazione con altre tecnologie, come opera di sostegno drenante per pendii franosi. La palificata è costituita da una struttura a gabbia formata da correnti e traversi di legno idoneo e durabile di latifoglie o conifere, fissati tra loro per mezzo di chiodi, staffe e caviglie; l'interno della gabbia è riempito con materiale ghiaioso-terroso e, in corrispondenza dei piani definiti dai correnti, sono posizionati astoni o piantine vive di specie ad alta capacità vegetativa. A seconda dei dettagli costruttivi specificati in progetto, potranno variare le modalità di fissaggio alla fondazione; la palificata potrà essere fissata direttamente al terreno, oppure resa solidale con una apposita struttura di irrigidimento formata da una "slitta" in c.a. avente una sezione ad L rovesciata e dotata di pilastri alti quanto l'intera palificata e disposti a pettine con interassi stabiliti in fase di progetto. Negli interstizi tra un corrente e l'altro dovranno essere inserite talee, astoni o piante radicate delle essenze prescritte. L'altezza e le dimensioni longitudinali e trasversali dell'opera saranno quelle indicate negli elaborati di progetto.

Caratteristiche dei materiali Sia per i correnti che per i traversi verranno utilizzati pali scortecciati di latifoglia o di conifera (di categoria I o II) del diametro pari a 20 cm. La lunghezza minima dei correnti sarà non inferiore alla distanza tra due montanti della struttura di irrigidimento più 60 cm; i traversi avranno le dimensioni prescritte negli elaborati di progetto. I tondi della palificata dovranno essere soggetti ad idoneo trattamento di conservazione. Per quanto riguarda il materiale vegetale, gli astoni dovranno avere lunghezza superiore ai 2,50 m e diametro non inferiore a 3 cm; dovranno essere di fresco taglio ed avere buona capacità vegetativa (presenza di gemme). Il materiale da utilizzarsi è rappresentato da talee o ramaglia di salice lungo circa 1 m con diametro minimo di 2 cm. Si utilizzeranno le seguenti specie: Salix purpurea, Salix daphnoides, Salix nigricans, preferibilmente reperite in loco. Il taglio degli astoni dovrà avvenire esclusivamente nel periodo del riposo vegetativo autunnale, oppure nel periodo primaverile prima della sfioritura. Gli astoni preparati nel periodo autunnale potranno essere conservati fino alla fine

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dell'inverno purché immagazzinati in luogo fresco; qualora, per necessità di cantiere, il deposito dovesse continuare anche durante il periodo vegetativo, gli astoni dovranno essere conservati in locali frigoriferi od immersi in acqua fredda (<15°C) e corrente. Le talee preparate duran te la primavera dovranno essere utilizzate nell'arco di tempo massimo di una settimana dal taglio e, in ogni caso, protette accuratamente contro l'essiccamento durante le fasi di deposito e di trasporto sul cantiere tramite l'utilizzo di teloni e/o l'irrorazione con acqua. Il materiale di riempimento sarà di tipo ghiaio-terroso proveniente dagli scavi od eventualmente riportato ed adeguatamente miscelato.

Modalità esecutive La costruzione della palificata dovrà essere iniziata soltanto al termine della realizzazione della struttura di fondazione e di irrigidimento. I tondi della fila appoggiata direttamente sulla struttura di fondazione dovranno essere fissati ad essa tramite appositi tasselli; i correnti longitudinali si sovrapporranno tra loro per una lunghezza minima di 60 cm in corrispondenza dei soprastanti montanti in c.a.. La costruzione della struttura procederà per piani, avendo cura di riempire progressivamente la gabbia con il materiale ghiaioso-terroso ed inserendo, in corrispondenza di ogni livello, il materiale vegetale previsto negli elaborati progettuali; gli astoni e/o le piantine dovranno essere posizionati secondo un piano inclinato del 10% verso monte in ragione di 100 astoni e/o 5 piantine per metro quadrato. Si dovrà aver cura che, ove possibile, il piede degli astoni o le radici delle piantine risultino sporgenti rispetto al filo posteriore della palificata.

Prove di accettazione e controllo La Direzione Lavori si riserva la facoltà di scartare astoni e/o talee in fase, anche iniziale e parziale, di disseccamento. La verifica dell'attecchimento degli astoni e/o delle talee andrà eseguita soltanto dopo il primo periodo vegetativo seguente al momento della realizzazione dell'opera; qualora l'attecchimento non risultasse soddisfacente, andrà eseguito un nuovo controllo prima del successivo periodo di riposo vegetativo; quando, dopo questo secondo controllo, l'attecchimento interessasse meno del 50% della superficie coperta dal rivestimento, l'Impresa dovrà procedere ad una sua reintegrazione anche mediante il semplice impianto di talee. Il legname dovrà essere preventivamente accatastato in cantiere al fine di consentire alla D.L. di verificarne le caratteristiche prima della posa in opera.

Accantonamento del terreno di scotico Prima di effettuare i movimenti terra, laddove il suolo ha potenze di una certa entità e presenta una tessitura piuttosto fine con percentuale ridotta di scheletro, è di fondamentale importanza procedere all’accantonamento del terreno di scotico, ovvero dello strato superficiale di suolo più ricco in sostanza organica ed umica. Tale strato di terra dovrà essere accantonato e non mescolato con quelli sottostanti e ridisteso al termine dei lavori prima della semina. È necessario infatti accantonare gli strati fertili del terreno avendo cura di differenziare la porzione superficiale maggiormente dotata di sostanza organica (orizzonte “O”) da quella sottostante (orizzonte “A”). I diversi orizzonti andranno conservati separatamente in cumuli di altezza non superiore ai 2 m. Poiché l’esecuzione dei lavori in progetto non si protrarrà a lungo si ritiene non indispensabile procedere ad ulteriori pratiche di conservazione del terreno quali l’inerbimento della superficie del cumulo. Terminati i lavori il terreno dovrà essere ridistribuito rispettando l’originaria stratigrafia quindi procedendo a stendere lo strato prelevato per ultimo e poi porre in superficie quello organico. Tale intervento consente di salvaguardare la fertilità dei suoli e di conservare le attività della microflora del terreno. La potenza del terreno di scotico da accantonare sarà definita in sede di esecuzione dei lavori con la D.L..

- Palificata semplice Consiste nella costruzione di un’opera di sostegno controterra costituita da pali scortecciati di legname idoneo e durabile di latifoglia o conifera (diametro minimo cm 20), disposti perpendicolarmente alla linea di massima pendenza e fermati a valle o da piloti in acciaio ad aderenza migliorata (diametro minimo mm 26), o da idonei piloti in legno conficcati nel terreno per almeno un metro di profondità e con una densità di n. 3/ml; la struttura sarà consolidata e mascherata dall’inserimento di talee di salice (diametro minimo 1 cm) disposte in numero di almeno 20-30 al ml e successiva messa a dimora a monte di piantine radicate di specie arboree e/o arbustive; valgono tutte le prescrizioni e gli accorgimenti esecutivi già descritti per la palificate doppie.

- Idrosemina e semina a spaglio La semina dovrà essere effettuata utilizzando il metodo dell'idrosemina laddove le superfici interessate dall'intervento siano raggiungibili con i mezzi meccanici specifici per questo tipo di lavoro non compromettendo la struttura del

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terreno. Tale semina deve essere effettuata distribuendo miscele eterogenee in veicolo acquoso costituite da semente, acidi umici, colloidi naturali, torba, materiale organico triturato, concimi minerali (NPK) e collanti. Nella tabella che segue si riporta la composizione della miscela:

Composto Quantità

Concime organico 150 g/mq

Concime minerale NPK 15:15:15 50 g/mq

Collante naturale argillo-umico 150 g/mq

Fibra di cellulosa 30 g/mq

Semente 30 g/mq

La miscela da distribuire si asperge per uno strato dello spessore da 1,5 cm a 2 cm che può essere più spesso nelle zone più declivi e ricche di sassi di grossa pezzatura. In questo caso il materiale viene riportato con più procedimenti di aspersione, per cui ogni successivo strato può essere spruzzato solo dopo che il precedente ha fatto presa. È anche ammesso l’utilizzo dell’elicottero per l’esecuzione dell’idrosemina. La semina dovrà essere effettuata utilizzando due tipologie di miscuglio di semente: � miscuglio di semente da utilizzarsi per gli interventi inseriti in ambito boscato ovvero fino a quota 2200 m s.l.m.

circa:

specie % in peso

Festuca rubra 25

Poa pratensis 8

Lolium perenne 5

Phleum pratense 15

Agrostis tenuis 10

Trifolium hibridum 20

Trifolium repens 15

Anthyllis vulneraria 1

Achillea millefolium 1

� miscuglio di semente da utilizzarsi per gli interventi ricadenti oltre il limite della vegetazione arborea ovvero al di sopra dei 2200 m s.l.m. circa:

specie % in peso

Festuca rubra 18

Festuca nigriscens 20

Festuca ovina 15

Poa pratensis 10

Lolium perenne 10

Phleum pratense 15

Lotus corniculatus 5

Trifolium repens 5

Anthyllis vulneraria 1

Achillea millefolium 1

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I periodi di semina consigliati sono quello primaverile-estivo e estivo-autunnale: il primo è più favorevole alle leguminose, il secondo alle graminacee. In caso di fallanze si devono effettuare semine differenziate e ripetute.

In caso alternativo per piccole superfici o laddove non sia possibile arrivare con mezzi meccanici o utilizzare l’elicottero la semina dovrà essere effettuata manualmente a spaglio e dovrà essere preceduta dalla regolarizzazione del piano di semina mediante livellamento, sminuzzamento del terreno e da una concimazione di base con fertilizzante NPK 20-5-15+Fe, Mg a lenta cessione nella dose indicativa di 20 g /mq (la dose verrà stabilita in funzione del titolo del fertilizzante commerciale impiegato) che minimizzano le perdite per dilavamento e garantiscono il soddisfacimento dei fabbisogni nutritivi delle plantule nei primi stadi di sviluppo. Dopo la semina è consigliabile compattare leggermente il terreno per favorirne l’adesione al seme in modo da ottenere una veloce e uniforme germinazione su tutta la superficie e diminuire l'erosione. In caso di semine tardive o in condizione meteorologiche non ottimali può essere utile distribuire una strato di paglia sui terreni seminati per diminuire l'effetto battente della pioggia e ottenere una pacciamatura atta a favorire la germinazione e l'affrancamento delle piantine.

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Art. 25 - Barriere di protezione e parapetti metallici 1. Le barriere verranno installate lungo tratti saltuari delle banchine, secondo le disposizioni che impartirà la

Direzione Lavori. 2. I parapetti metallici verranno installati in corrispondenza dei cigli dei manufatti. 3. Le barriere ed i parapetti metallici debbono avere caratteristiche tali da resistere ad urti di veicoli, qualunque sia

l'angolo di incidenza, e da presentare una deformabilità pressoché costante in qualsiasi punto della barriera. La barriera adottata dovrà essere conforme alle disposizioni del Decreto Min. LLPP 18/02/1992 e s.m.i. e in particolare l' ultimo aggiornamento di cui al D.M. 03/06/1998 e s.m.i..

4. Le fasce dovranno essere fissate ai sostegni in modo che l'altezza del loro asse risulti a cm. 70 circa dal piano della pavimentazione finita e che il loro filo esterno abbia aggetto non inferiore a cm. 15 dalla faccia del sostegno lato strada.

5. I sostegni della barriera saranno costituiti da profilati metallici, anche opportunamente sagomati, ed aventi le caratteristiche di resistenza successivamente indicate.

6. Tali sostegni non dovranno, per altro, produrre schegge e frammenti in caso di incidenti. 7. L'interasse dei sostegni sarà quello previsto per il tipo di barriera adottato, e di norma i sostegni stessi dovranno

essere infissi nel terreno con battipalo per una profondità non minore di m. 1,40. 8. La Direzione Lavori potrà ordinare una maggiore profondità o altri accorgimenti esecutivi per assicurare un

adeguato ancoraggio del sostegno in terreni di scarsa consistenza. 9. Nel caso di barriere ricadenti su opere d'arte, i sostegni, ferma restando l'altezza della fascia rispetto al piano

viabile, saranno alloggiati per la occorrente profondità in fori predisposti, o da praticare a cura dell'Impresa, sulle opere d'arte e fissati con malta cementizia.

10. I fori dovranno essere eseguiti con ogni cautela onde non compromettere la stabilità delle opere e dovrà essere eseguito con ogni cura il ripristino della superficie preesistente delle opere murarie.

11. Qualora i sostegni non potessero essere infissi sull'opera d'arte, si procederà al loro fissaggio mediante una piastra metallica ancorata al calcestruzzo con quattro bulloni prigionieri.

12. In casi speciali, quali zone rocciose o altro, su richiesta dell'Impresa e con l'approvazione della Direzione Lavori, i sostegni potranno essere ancorati al terreno a mezzo di basamento in calcestruzzo cementizio di resistenza caratteristica non inferiore a 250 kg/cmq e delle dimensioni fissate dalla stessa Direzione Lavori.

13. Le giunzioni saranno effettuate in modo da presentare i risalti rivolti in senso contrario alla marcia dei veicoli. 14. Il collegamento delle fasce fra loro ed ai sostegni deve assicurare, per quanto possibile, il funzionamento della

barriera a trave continua ed i bulloni ed i sistemi di attacco debbono impedire che, per effetto dell'allargamento dei fori, da parte dei bulloni, possa verificarsi lo sfilamento delle fasce.

15. Si precisa che in corrispondenza di ogni paletto dovrà esservi una giunzione, non essendo assolutamente ammesso che uno stesso strato di fascia abbracci più paletti insieme.

16. I sistemi di collegamento delle fasce ai sostegni debbono consentire la ripresa dell'allineamento sia durante la posa in opera, sia in caso di cedimenti del terreno, consentendo un movimento verticale di più o meno cm. 2 ed orizzontale di più o meno cm. 1.

17. Le fasce ed i sistemi di collegamento ai sostegni dovranno consentire l'installazione delle barriere lungo curve di raggio non inferiore a m. 50 senza ricorrere a pezzi o sagomature speciali.

18. Ogni tratto sarà completato con pezzi terminali curvi, opportunamente sagomati, in materiale del tutto analogo a quello usato per le fasce.

19. Le barriere da collocare nell'aiuola spartitraffico saranno costituite da una doppia fila di barriere del tipo avanti descritto, aventi i sostegni ricadenti in coincidenza nelle stesse sezioni trasversali.

20. Restano ferme per tali barriere tutte le caratteristiche fissate per le barriere laterali, con l'avvertenza di adottare particolare cura per i pezzi terminali di chisu ra e di collegamento delle due fasce, che dovranno essere sagomate secondo forma circolare che sarà approvata dalla Direzione Lavori.

21. I parapetti da installare in corrispondenza dei manufatti saranno costituiti in maniera del tutto analoga alle barriere avanti descritte, e cioè da una serie di sostegni in profilato metallico, da una fascia orizzontale metallica, fissata ai sostegni a mezzo di distanziatori, e da un corrimano in tubolare metallico posto ad altezza non inferiore a m. 1 dal piano della pavimentazione finita.

22. I sostegni per parapetti saranno in profilato di acciaio in un solo pezzo opportunamente sagomato ed avranno, per la parte inferiore, reggente la fascia, caratteristiche di resistenza pari a quelle richieste per i sostegni delle barriere. L'interasse dei sostegni resta quello previsto per il tipo di barriera adottato, salvo qualche tratto nel quale si rendesse necessario altro interasse per evitare che il montante ricada in corrispondenza di un giunto di dilatazione del manufatto.

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23. La Direzione Lavori si riserva comunque di fornire, per ogni singolo manufatto, un grafico dal quale risulti lo schema di montaggio del parapetto cui l'Impresa dovrà attenersi.

24. I sostegni saranno di norma alloggiati, per la occorrente profondità, in appositi fori predisposti, o da predisporre dalla stessa Impresa, sulle opere d'arte e fissati con malta cementizia.

25. I fori dovranno essere eseguiti secondo le prescrizioni già indicate per le barriere, cosi' pure il ripristino delle superfici manomesse.

26. La fascia, dovrà essere uguale a quella impiegata per la barriera ed essere posta in opera alla stessa altezza di quest'ultlma dal piano della pavimentazione finita anche se l'interasse dei sostegni risulterà inferiore.

27. Il corrimano, in tubolare metallico delle dimensioni esterne non inferiori a mm. 45 e spessore non inferiore a mm. 2,4, sarà fissato allo stesso sostegno della fascia.

28. Tutte le parti metalliche, sia delle barriere che dei parapetti così formati, dovranno essere zincate.

Art. 26 - Lavori diversi non specificati nei precedenti articoli 1. Per tutti i lavori previsti nell'elenco prezzi, ma non specificati nei precedenti articoli, che si rendessero necessari, si

seguiranno le norme della buona arte e le prescrizione date di volta in volta dalla Direzione Lavori.