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PARTE SECONDA: Acque: quantità e qualità PROGETTO DI PIANO (settembre 2004) PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO MINISTERO DELL’AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO COMITATO PARITETICO D’INTESA (DPR n. 381/74, art. 8)

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PARTE SECONDA:

Acque: quantità e qualità

PROGETTO DI PIANO

(settembre 2004)

PROVINCIA AUTONOMA DI

TRENTO

MINISTERO DELL’AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL

TERRITORIO

COMITATO PARITETICO D’INTESA(DPR n. 381/74, art. 8)

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Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

PARTE II: Acque: quantità e qualità i

INDICE PARTE SECONDA

II Acque: quantità e qualità .......................................................................1

II.1 Bilancio idrico ..................................................................................2II.1.1 Volumi immessi ............................................................................... 2

II.1.1.1 Precipitazioni ............................................................................... 3II.1.1.2 Immissioni d’alveo........................................................................ 7II.1.1.3 Immissioni artificiali ...................................................................... 8

II.1.2 Volumi emessi ................................................................................. 9II.1.2.1 Perdite per evapotraspirazione [1].................................................. 9II.1.2.2 Emissioni d’alveo........................................................................ 22II.1.2.3 Emissioni artificiali ...................................................................... 22

II.1.3 Volumi utili e volumi utilizzati ...........................................................23

II.2 Carico inquinante ........................................................................... 27

II.3 Depurazione delle acque ................................................................. 35

II.4 Qualità degli ambienti acquatici ....................................................... 41II.4.1 Monitoraggio dei corsi d’acqua superficiali ..........................................41II.4.2 Indici di qualità...............................................................................47II.4.3 Evoluzione della qualità acque nel decennio 1990-2000 .......................61II.4.4 Indicatore chimico...........................................................................67

II.4.4.1 Indicatore biologico .................................................................... 67II.4.4.2 Indicatore batteriologico.............................................................. 68II.4.4.3 Indice sintetico........................................................................... 69II.4.4.4 Classificazione della qualità ai sensi del d.lgs.152/99 e.s.m.............. 70

II.4.5 Evoluzione della qualità dei principali laghi .........................................73II.4.6 Qualità delle comunità ittiche sulla base dell’Indice ISPI T/R.................76

II.5 Riferimenti bibliografici ................................................................... 85

Indice delle tabelle ........................................................................................i

Indice delle figure........................................................................................ iii

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PARTE II: Acque: quantità e qualità 1

II Acque: quantità e qualità

In questa parte del piano si illustrano gli aspetti generali inerenti ai rapportitra quantità e qualità delle risorse idriche nella convinzione che gli stessi debbanosempre più costituire il principale riferimento sia per la definizione delle strategie diazione che per la valutazione delle singole problematiche sulla condizione di questerisorse e sulla compatibilità degli sfruttamenti in essere e di quelli che potrannopresentarsi in futuro.

Vengono quindi rappresentati in successione i volumi in gioco, i carichiinquinanti, l’azione di contenimento degli stessi ed gli indicatori qualitativi determinatisulla base dei monitoraggi svolti nell’ultimo decennio.

È evidente che su ampia scala si rende possibile solo una lettura in termini ditendenza e di macrofattori, mentre un giudizio più approfondito e quantificabile dellamolteciplità di fattori in gioco richiede analisi riferite a specifici e ristretti ambititerritoriali che possono andare dalla singola sezione di un corso d’acqua al piccolosottobacino (pochi chilometri quadrati); solo dopo aver analizzato questo livellodimensionale e possibile affrontare per aggregazione insiemi più vasti.

È quindi necessario proseguire con sempre maggiore determinazione nellaraccolta e nell’organizzazione informatizzata di tutti i dati incidenti sulla quantità esulla qualità delle acque; a tal fine la Provincia Autonoma di Trento partecipafattivamente al progetto nazionale Aquarium sul cui sistema informativo stariorganizzando la propria azione in questo settore.

Nel presente Piano, non potendo ancora disporre di una sufficiente base di datirelazionati in tal senso, si è comunque voluto elaborare e far interagire le informazionidisponibili per rappresentarle almeno a scala di singolo bacino idrografico, fornendocosì una prima quantificazione dei principali parametri che concorrono a questo tipo diindagine sulla risorsa.

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Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

PARTE II: Acque: quantità e qualità2

II.1 Bilancio idrico

In riferimento alle finalità su esposte, e in particolare per quanto concerne lagestione delle risorse idriche, il bilancio idrico è da intendersi in termini di raffronto trai volumi d’acqua disponibili e quelli utilizzati a qualsiasi titolo in un determinatocontesto geografico, il giudizio di valore sullo stesso va quindi espresso in terminirelativi ed opportunamente raffrontato allo stato di qualità delle risorse (di cui si parlanei capitoli successivi).

Esso si distingue quindi dal bilancio idrologico che è invece inscindibiledall’unità territoriale idrografica (a rigore bacino idrogeologico) e punta ad unacaratterizzazione di afflussi, perdite e deflussi finalizzata principalmente alladefinizione del regime idraulico dei corsi d’acqua.

Nei paragrafi seguenti si descrivono le “voci” attive e passive di bilancio,distinguendone l’entità per ciascuno dei 9 bacini principali e dei 5 secondari presentisul territorio provinciale; si è trascurata la quantificazione dei flussi di acquesotterranee tra un bacino e l’altro per le quali non si dispone a tutt’oggi di informazionisufficientemente attendibili e si è assunta una condizione di sostanziale equilibrio dellafalda all’interno di ciascun bacino (i volumi necessari a questo scopo possonocomunque ritenersi implicitamente considerati in quanto si traducono in termini didiminuzione delle portate superficiali).

La valutazione dei movimenti delle masse d’acqua tiene conto della presenza edel condizionamento dovuto agli impianti idroelettrici (sulla base dei dati forniti daigestori) i quali, oltre a movimentare i volumi all’interno di un bacino, in alcuni casi(Avisio, Vanoi, Fersina, Cismon) li spostano verso l’esterno divenendo fattore di inputper alcuni e di output per altri.

Questi condizionamenti sono stati considerati in termini di immissioni e diemissioni artificiali, mentre i movimenti che si sviluppano lungo il reticolo idrografico,sebbene impoveriti o arricchiti dagli stessi, sono descritti in termini di immissioni edemissioni d’alveo.

È inoltre stato considerato il ruolo dell’evapotraspirazione che incideconsiderevolmente in termini di perdita netta per ciascun bacino e per l’interoterritorio provinciale.

II.1.1 Volumi immessi

In questo capitolo vengono analizzati tutti i flussi, naturali o artificiali, cheportano acqua all’interno del bacino.

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PARTE II: Acque: quantità e qualità 3

II.1.1.1 Precipitazioni

Le precipitazioni atmosferiche periodicamente apportano notevoli quantitàd’acqua ai bacini. I volumi entranti derivanti da questo tipo di input sono statideterminati mediante elaborazioni statistiche delle serie storiche dei dati pluviometriciraccolti da stazioni di misura uniformemente distribuite sul territorio provinciale e inuna fascia sufficientemente ampia tutt’attorno allo stesso.

In tutto sono state considerate 172 stazioni pluviometriche con dati fornitidall’Ufficio Idrografico (36 stazioni), dall’Autorità di Bacino dell’Adige (124 stazioni) edall’Autorità di Bacino dell’Alto Adriatico (12 stazioni).

La selezione è stata fatta anche in riferimento all’esistenza di serie storichesufficientemente lunghe (50 anni) in maniere da poter determinare valori diprecipitazione media mensile sufficientemente attendibili.

Questi ultimi sono stati regionalizzati per ciascuno dei 12 mesi dell’anno solaregrazie all’utilizzo di sistemi GIS (metodo “kriging”), ottenendone così le relative isoiete(in Figura II.1.1 ed in Figura II.1.2 sono rappresentate le isoiete del mese più piovosoe di quello meno piovoso), dalle quali si è poi passati, mediante una media pesatasull’area, alla precipitazione media mensile per ciascuno dei bacini considerati (vediTabella II.1.1 e Figura II.1.3).

Bacino Gen. Feb. Mar. Apr. Mag. Giu. Lug. Ago. Set. Ott. Nov. Dic. AnnuoVolume

Annuo[mm] [mm] [mm] [mm] [mm] [mm] [mm] [mm] [mm] [mm] [mm] [mm] [mm] [106 m3]

Adige 57 57 73 94 123 109 101 106 102 123 117 73 1.136 1.078,9

Avisio 36 37 49 77 110 122 117 113 97 100 87 48 993 933,0

Brenta 56 55 66 95 124 127 109 113 102 118 111 69 1.144 707,6

Chiese 66 59 85 119 141 130 116 115 119 143 133 78 1.303 533,9

Fersina 41 41 54 72 109 105 97 101 95 101 88 54 957 163,1

Noce 45 47 61 84 107 94 92 94 91 104 96 57 972 1.328,1

Sarca 58 56 78 108 125 115 105 106 108 129 119 73 1.180 1.495,4

Cismon 62 58 80 115 146 145 125 126 114 139 131 74 1.316 274,5

Vanoi 56 57 78 110 145 140 123 122 111 137 130 74 1.282 303,7

Isarco 29 31 42 65 105 117 117 112 91 90 70 44 913 6,9

Astico 68 69 83 112 147 135 108 113 109 146 133 82 1.305 109,6

Cordevole 58 51 68 111 136 146 126 125 111 137 126 67 1.262 56,0

Illasi 105 109 127 157 196 146 109 116 120 183 189 111 1.667 10,7

Senaiga 66 65 82 113 138 141 117 123 110 131 127 81 1.292 56,6

Provincia 52 51 68 95 121 115 106 107 102 118 110 66 1.111 7.058,1

Tabella II.1.1: Precipitazioni medie mensili [mm] e relativo volume annuo.

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Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

PARTE II: Acque: quantità e qualità 7

gennaio

aprile

luglioottobre

Adige

Avisio

Brenta

Chiese

FersinaNoce

Sarca

Cismon

Vanoi

Isarco

Astico

CordevoleIllasi

Senaiga

Provincia

0,0

20,0

40,0

60,0

80,0

100,0

120,0

140,0

160,0

180,0

200,0

Figura II.1.4: Andamento delle precipitazioni medie mensili.

II.1.1.2 Immissioni d’alveo

Le immissioni d’alveo, come già accennato, sono costituite dai contributi diportata che provengono dai sottobacini limitrofi a quello esaminato, tenutoovviamente conto delle variazioni al regime idraulico che possono essere indotte daigrossi impianti idroelettrici e che sono considerate nel capitolo successivo.

L’unico bacino soggetto a immissioni d’alveo è quello dell’Adige, che ricevecontributi dal Noce, dall’Avisio e dalla provincia di Bolzano mentre tutti gli altri,essendo sottobacini di testata, non sono soggetti a questo tipo di input.

L’apporto totale entrante superficialmente nel bacino dell’Adige è riportato inTabella II.1.2, che per analogia con la precedente e le successive riporta anche tutti idati nulli (volume pari a zero).

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Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

PARTE II: Acque: quantità e qualità8

Bacino Gen. Feb. Mar. Apr. Mag. Giu. Lug. Ago. Set. Ott. Nov. Dic. AnnuoVolume

Annuo[m3/s] [m3/s] [m3/s] [m3/s] [m3/s] [m3/s] [m3/s] [m3/s] [m3/s] [m3/s] [m3/s] [m3/s] [m3/s] [106 m3]

Adige 105,4 107,7 122,2 148,8 252,3 360,5 300,0 234,5 216,2 199,7 164,9 120,5 194,4 6.143,0

Avisio - - - - - - - - - - - - - -

Brenta - - - - - - - - - - - - - -

Chiese - - - - - - - - - - - - - -

Fersina - - - - - - - - - - - - - -

Noce - - - - - - - - - - - - - -

Sarca - - - - - - - - - - - - - -

Cismon - - - - - - - - - - - - - -

Vanoi - - - - - - - - - - - - - -

Isarco - - - - - - - - - - - - - -

Astico - - - - - - - - - - - - - -

Cordevole - - - - - - - - - - - - - -

Illasi - - - - - - - - - - - - - -

Senaiga - - - - - - - - - - - - - -

Provincia 75,0 75,8 85,3 109,4 207,0 306,7 247,7 197,3 168,8 122,5 106,1 82,4 148,6 4.698,3

Tabella II.1.2: Portate medie mensili e volume annuo delle immissioni d’alveo.

Il dato complessivo relativo all’intera provincia risulta diverso da quello riferitoal bacino dell’Adige in quanto essa viene considerata come unità di bilancio nel suoinsieme e quindi le va riferito il solo input proveniente dal territorio altoatesino.

II.1.1.3 Immissioni artificiali

Tali “entrate” sono costituite da tutti i volumi d’acqua introdotti nel bacinomediante opere idrauliche (canali, condotte e gallerie), che nel nostro caso sonoriferite esclusivamente alle derivazioni idroeletriche. Sono infatti state trascurate leopere minori (come acquedotti, impianti di irrigazione, ecc.) in quanto movimentanovolumi d’acqua relativamente contenuti e comunque non incidenti sul livello di analisisvolto.

Le diversioni considerate nel calcolo del bilancio sono riportate in TabellaII.1.3.

Bacino Centrale Bacino di provenienza Serbatoio/Impianto Gestore

Adige S. Floriano Avisio Stramentizzo ENEL

Avisio Pozzolago Fersina Lago delle Piazze Edison

Vanoi Caoria Avisio Forte Buso ENEL

Cismon S. Silvestro Vanoi Caoria ENEL

Tabella II.1.3: Strutture idroelettriche che determinano immissioni nei bacini provinciali.

La quantificazione degli effetti da esse prodotti è invece riepilogata nellaseguente Tabella II.1.4 che riporta i valori di portata ed i rispettivi volumi determinatisulla base dei dati forniti dai gestori degli impianti in questione.

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PARTE II: Acque: quantità e qualità 9

Bacino Gen. Feb. Mar. Apr. Mag. Giu. Lug. Ago. Set. Ott. Nov. Dic. AnnuoVolume

Annuo[m3/s] [m3/s] [m3/s] [m3/s] [m3/s] [m3/s] [m3/s] [m3/s] [m3/s] [m3/s] [m3/s] [m3/s] [m3/s] [106 m3]

Adige 5,8 4,1 5,5 8,8 20,5 20,0 15,6 12,0 12,8 17,2 13,9 7,8 12,0 380,1

Avisio 0,4 0,3 0,3 0,4 0,7 0,7 0,5 0,3 0,5 0,9 0,8 0,4 0,5 16,5

Brenta - - - - - - - - - - - - - -

Chiese - - - - - - - - - - - - - -

Fersina - - - - - - - - - - - - - -

Noce - - - - - - - - - - - - - -

Sarca - - - - - - - - - - - - - -

Cismon 5,6 5,8 4,6 5,2 7,0 8,8 7,7 5,5 6,2 10,8 7,8 5,6 6,7 212,3

Vanoi 3,5 3,9 2,6 2,7 3,1 5,5 5,4 3,6 3,3 5,7 4,1 3,1 3,9 121,9

Isarco - - - - - - - - - - - - - -

Astico - - - - - - - - - - - - - -

Cordevole - - - - - - - - - - - - - -

Illasi - - - - - - - - - - - - - -

Senaiga - - - - - - - - - - - - - -

Provincia - - - - - - - - - - - - - -

Tabella II.1.4: Portate medie mensili e volume annuo delle immissioni artificiali.

II.1.2 Volumi emessi

In questo capitolo vengono analizzati tutti i flussi, naturali o artificiali,mediante i quali l’acqua esce dal bacino.

II.1.2.1 Perdite per evapotraspirazione [1]

Per il calcolo dell’evapotraspirazione è stato adottato il metodo suggerito dallaFAO [Allen et. Al. 1998] che stima l’evapotraspirazione potenziale 1 mediante la (1):

0ETKET cp ⋅= (1)

dove:ETp [mm/d] evapotraspirazione potenziale: quantità di acqua evapotraspirabile dal

terreno in condizioni ambientali “normali” ossia quando nel terreno èpresente una quantità di acqua idonea alla copertura vegetalepresente;

Kc coefficiente colturale dipendente dal tipo di copertura vegetale e dallasua fase fenologica;

ET0 [mm/d] evapotraspirazione di riferimento: quantità di acqua evapotraspirabiledal terreno coltivato con prato di festuca ben irrigato e con erba alta12 cm.

1 Quantità di acqua evapotraspirabile dal terreno in condizioni ambientali “normali” ossia quando nel terreno èpresente una quantità di acqua idonea alle colture vegetali presenti.

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PARTE II: Acque: quantità e qualità10

Per il calcolo di ETp ci si è avvalsi di sistemi GIS che, utilizzando le informazionicontenute nel SIAT della provincia di Trento, hanno permesso di calcolarel’evapotraspirazione potenziale su tutto il territorio provinciale.

La relazione (1) è stata infatti applicata mediante sovrapposizione di due stratiinformativi (covers) contenenti rispettivamente i valori di Kc e di ET0.

Cover Kc

Per la realizzazione di tale cover si è ricorsi alla classificazione d’uso del suolo“Corine” del SIAT (cfr. I.10) associando a ciascuna classe un coefficiente colturale Kc

secondo quanto riportato in Tabella II.1.5 ed in Figura II.1.5.

Classi d’uso del suolo “Corine” kc

Aeroporti 0,1

Aree estrattive 0,2

Spiagge e dune 0,2

Roccia nuda 0,2

Edificato urbano continuo 0,3

Unità industriali e commerciali 0,3

Ghiacciai 0,4

Edificato urbano discontinuo 0,5

Aree in costruzione 0,5

Transizione tra prateria alpina e roccia 0,5

Boschi di latifoglie 0,8

Foresta di conifere 0,8

Boschi misti 0,8

Aree di transizione cespugliato/boscoso 0,8

Terreni arabili senza perimetro 0,9

Vigneti 0,9

Frutteti e suffrutici 0,9

Praterie 0,9

Seminativi e colture arboree 0,9

Aree agricole a struttura complessa 0,9

Superficie principalmente agricola con aree di vegetazione naturale 0,9

Prati e pascoli naturali 0,9

Brughiere 0,9

Risaie 1,1

Aree interni palustri 1,1

Corpi di acqua (laghi) 1,1

Tabella II.1.5: Valori di Kc associati alle singole classi di uso del suolo “Corine.”

In realtà il valore di Kc, oltre che dal tipo di copertura del terreno, dipende damolti fattori tra cui, la disponibilità d’acqua nel terreno, la quantità e la distribuzionetemporale delle precipitazioni, la fase fenologica della copertura vegetale ecc.; nonpotendo disporre di queste informazioni su scala così ampia come quella dell’interoterritorio provinciale, sono stati assunti valori medi nell’ambito del range di variazionedi questo parametro.

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PARTE II: Acque: quantità e qualità 11

Covers ET0

Per la stima dell’evapotraspirazione di riferimento la FAO [Allen et. al. 1998]indica quale miglior metodo quello di Penman-Montheith (2):

)34,01(

)(273

900)(408,0

2

2

0 u

eeuT

GRET

asn

⋅+⋅+∆

−⋅⋅+

⋅+−⋅=

γ

γ(2)

dove:ET0 [mm/d] evapotraspirazione di riferimento;Rn [MJ/m2/d] radiazione netta alla superficie della coltura;G [MJ/m2/d] densità del flusso di calore al suolo;T [°C] temperatura media giornaliera a 2 metri dal suolo;u2 [m/s] velocità del vento a 2 metri dal suolo;es [kPa] pressione del vapore saturo dell’acqua;ea [kPa] pressione del vapore attuale dell’acqua;es-ea [kPa] deficit di saturazione;? [kPa/°C] pendenza della curva della pressione di vapore;? [kPa/°C] costante psicrometrica.

Tuttavia, poiché solo alcune delle stazioni termopluviometriche presenti sulterritorio provinciale raccolgono l’insieme di questi dati, si è preferito fare riferimentoal metodo di Hargreaves-Samani che consente una stima dell’evapotraspirazione sullabase delle temperatura massime e minime registrate secondo la seguente relazione(3):

+

−⋅−⋅⋅= 8,17

2)(0023,0 minmax5,0

minmax0TT

TTRET a (3)

dove:ET0 [mm/d] evapotraspirazione di riferimento;Ra [mm/d] radiazione solare extra atmosferica espressa come acqua

evaporabile;Tmax [°C] media delle temperature massime del periodo;Tmin [°C] media delle temperature minime del periodo.

I valori di Ra per il contesto qui in esame sono riportati in Tabella II.1.6 [1].

Calcolando ET0 mediante la (2) e la (3) nella stazioni ove ciò era possibile èstata ricavata la relazione che lega ET0 calcolata con la formula di Penman-Montheitha quella risultante da Hargreaves-Samani [1]:

HarETPenET 00 7,0 ⋅= (4)

dove:ET0Pen [mm/d] evapotraspirazione di riferimento calcolata con la (2);ET0Har [mm/d] evapotraspirazione di riferimento calcolata con la (3).

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PARTE II: Acque: quantità e qualità12

Mese Ra [mm/d]

Gennaio 4

Febbraio 7

Marzo 10

Aprile 13

Maggio 16

Giugno 17

Luglio 16

Agosto 14

Settembre 11

Ottobre 8

Novembre 5

Dicembre 4

Tabella II.1.6: Valore di Ra utilizzati.

Tale relazione permette di giungere ad una buona stima di ET0 conoscendounicamente la temperatura massima e minima del periodo in esame, per la cuideterminazione si è fatto riferimento a 40 stazioni termopluviometriche poste a quotedifferenti e uniformemente distribuite sul territorio provinciale (Figura II.1.6) e per lequali fossero disponibili serie storiche di circa 30 anni, sono così state ricavate 24funzioni che esprimono la temperatura massima e minima in base della quota perciascuno dei 12 mesi.

Associando tali relazioni alle curve di livello con passo 100 m, sono statielaborati i corrispondenti 24 covers, ai quali si sono poi applicate la (3) e la (4) perottenere l’andamento del valore medio mensile di ET0 [mm/giorno] (vedi Figura II.1.7e Figura II.1.8).

Sovrapponendo poi ET0 con Kc si è ottenuta l’ETp [mm/giorno] per ciascuno dei12 mesi sull’intero territorio provinciale (Figura II.1.9 e Figura II.1.10).

Infine sommando l’ETp di ciascuna areola per ciascuno dei 14 sottobacini di I°livello e rapportandola alla superficie degli stessi, si è giunti alle ETp medie mensiliriportate in Figura II.1.11 ed in Tabella II.1.7.

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PARTE II: Acque: quantità e qualità 21

Bacino Gen. Feb. Mar. Apr. Mag. Giu. Lug. Ago. Set. Ott. Nov. Dic. AnnuoVolume

Annuo[mm] [mm] [mm] [mm] [mm] [mm] [mm] [mm] [mm] [mm] [mm] [mm] [mm] [106 m3]

Adige 8 14 27 40 53 72 77 65 44 27 12 8 447 424,6

Avisio 6 10 19 28 38 53 57 48 33 20 9 6 328 308,3

Brenta 7 12 24 36 47 64 69 58 40 24 11 7 399 246,6

Chiese 6 11 20 30 40 55 59 50 34 21 9 6 342 140,1

Fersina 7 13 25 37 49 67 72 60 41 25 11 8 416 70,9

Noce 6 10 19 29 39 53 57 48 33 20 9 6 329 449,2

Sarca 6 11 21 32 43 59 63 53 36 22 10 7 365 462,1

Cismon 6 10 19 29 39 54 58 49 33 21 9 6 334 69,7

Vanoi 6 10 19 29 39 54 58 49 33 21 9 6 332 78,6

Isarco 5 9 17 25 35 49 53 44 31 19 9 6 301 2,3

Astico 7 12 23 35 46 64 69 58 40 24 11 7 396 33,2

Cordevole 5 9 16 24 33 45 49 41 28 18 8 5 282 12,5

Illasi 5 10 18 27 37 51 55 46 32 20 9 6 317 2,0

Senaiga 7 13 24 36 48 66 71 60 41 25 11 8 411 18,0

Provincia 6 11 21 32 43 59 63 53 36 22 10 7 365 2.318,2

Tabella II.1.7: Evapotraspirazioni medie mensili e volumi corrispondenti.

gennaioaprile

luglioottobre

AdigeAvisioBrentaChieseFersinaNoceSarcaCismonVanoiIsarcoAsticoCordevoleIllasi

SenaigaProvincia

0,00

20,00

40,00

60,00

80,00

100,00

120,00

140,00

160,00

180,00

Figura II.1.12: Andamento dell’evapotraspirazione media mensile (ETp).

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Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

PARTE II: Acque: quantità e qualità22

II.1.2.2 Emissioni d’alveo

Per il calcolo delle portate che fuoriescono dai singoli bacini attraverso ilreticolo idrografico sono state elaborate le serie storiche delle stazioni idrometricherisultanti più attendibili trasferendo poi, laddove necessario, i rispettivi valori allesezioni di chiusura mediante criteri di proporzionalità areale; si è inoltre considerata,come già accennato, l’influenza delle derivazioni idroelettriche. I valori ottenuti sonoriassunti nella seguente Tabella II.1.8.

Bacino Gen. Feb. Mar. Apr. Mag. Giu. Lug. Ago. Set. Ott. Nov. Dic. AnnuoVolume

Annuo[m3/s] [m3/s] [m3/s] [m3/s] [m3/s] [m3/s] [m3/s] [m3/s] [m3/s] [m3/s] [m3/s] [m3/s] [m3/s] [106 m3]

Adige 122,4 123,5 141,4 174,3 301,9 422,4 350,8 274,1 253,7 238,1 196,0 141,4 228,3 7.216,6

Avisio 4,0 3,5 3,7 4,4 9,6 13,4 9,5 7,6 8,3 17,4 10,0 5,5 8,1 255,8

Brenta 11,4 10,5 10,7 13,6 21,0 17,9 12,2 10,0 15,6 27,0 19,8 13,2 15,2 481,5

Chiese 8,5 9,4 10,4 11,9 19,6 18,7 20,3 15,4 12,0 21,5 22,2 12,1 15,2 479,2

Fersina 1,6 1,2 1,1 1,5 2,6 2,7 1,9 1,3 1,9 3,5 3,1 1,7 2,0 63,6

Noce 24,8 27,1 32,2 33,4 33,1 37,7 40,9 28,3 37,2 56,4 45,7 31,0 35,6 1.125,3

Sarca 21,3 18,4 19,5 15,6 20,1 48,5 45,7 32,8 31,5 48,6 36,8 27,4 30,5 964,7

Cismon 0,1 0,4 0,2 0,1 0,5 1,4 0,6 0,2 0,5 4,5 2,8 0,3 1,0 30,1

Vanoi 1,7 1,5 1,6 2,0 3,0 2,6 1,8 1,4 2,3 3,9 2,9 1,9 2,2 69,9

Isarco 0,1 0,1 0,1 0,1 0,3 0,3 0,3 0,2 0,2 0,4 0,2 0,1 0,2 6,7

Astico 1,5 1,4 1,5 1,9 2,9 2,4 1,7 1,4 2,1 3,7 2,7 1,8 2,1 65,4

Cordevole 0,5 0,4 0,5 1,0 1,4 1,3 1,4 1,2 1,0 1,3 1,4 1,2 1,1 33,5

Illasi 0,12 0,08 0,10 0,17 0,23 0,21 0,15 0,13 0,12 0,28 0,22 0,14 0,16 5,17

Senaiga 0,8 0,7 0,8 1,0 1,5 1,3 0,9 0,7 1,1 1,9 1,4 0,9 1,1 34,1

Provincia 168,4 166,5 186,6 221,6 372,5 517,1 435,7 337,4 320,2 351,0 286,5 200,5 297,0 9.386,8

Tabella II.1.8: Portate medie mensili e volume annuo delle portate uscenti dai singoli bacini.

II.1.2.3 Emissioni artificiali

Le diversioni artificiali che entrano in gioco come fattore negativo nel bilanciodei flussi idrici dei bacini provinciali sono riportate in Tabella II.1.9, le rispettivequantità seguono in Tabella II.1.10.

Bacino Serbatoio/Impianto Bacino di recapito Centrale Gestore

Avisio Stramentizzo Adige S. Floriano ENEL

Avisio Pian Fedaia Piave Malga Ciapela (BL) ENEL

Avisio Forte Buso Vanoi Caoria ENEL

Fersina Lago delle Piazze Avisio Pozzolago Edison

Vanoi Caoria Cismon S. Silvestro ENEL

Cismon Val Schener Cismon (BL) Moline ENEL

Tabella II.1.9: Strutture idroelettriche che determinano emissioni dai bacini provinicali.

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Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

PARTE II: Acque: quantità e qualità 23

Bacino Gen. Feb. Mar. Apr. Mag. Giu. Lug. Ago. Set. Ott. Nov. Dic. AnnuoVolume

Annuo[m3/s] [m3/s] [m3/s] [m3/s] [m3/s] [m3/s] [m3/s] [m3/s] [m3/s] [m3/s] [m3/s] [m3/s] [m3/s] [106 m3]

Adige - - - - - - - - - - - - - -

Avisio 9,6 8,3 8,4 11,8 24,3 26,5 21,9 16,3 16,8 23,8 18,6 11,4 16,5 520,8

Brenta - - - - - - - - - - - - - -

Chiese - - - - - - - - - - - - - -

Fersina 0,4 0,3 0,3 0,4 0,7 0,7 0,5 0,3 0,5 0,9 0,8 0,4 0,5 16,5

Noce - - - - - - - - - - - - - -

Sarca - - - - - - - - - - - - - -

Cismon 8,1 7,5 6,9 9,7 13,3 13,7 13,6 10,8 10,5 12,4 11,8 10,8 10,8 339,7

Vanoi 5,6 5,8 4,6 5,2 7,0 8,8 7,7 5,5 6,2 10,8 7,8 5,6 6,7 212,3

Isarco - - - - - - - - - - - - - -

Astico - - - - - - - - - - - - - -

Cordevole - - - - - - - - - - - - - -

Illasi - - - - - - - - - - - - - -

Senaiga - - - - - - - - - - - - - -

Provincia 8,4 7,8 7,2 10,1 14,1 14,7 14,4 11,4 11,2 13,3 12,4 11,2 11,3 358,4

Tabella II.1.10: Portate medie mensili e volume annuo delle emissioni artificiali.

II.1.3 Volumi utili e volumi utilizzati

Per sintetizzare in termini di bilancio i dati sin qui esposti viene di seguitocomparata per ciascun bacino e per l’intera provincia la quantità di risorsaeffettivamente disponibile e quella che viene utilizzata per le varie attività umane.

La prima (volume utile) è in sostanza costituita dalle precipitazioni e dalleportate immesse (sia d’alveo che artificiali) decurtandone l’evapotraspirazione e leemissioni artificiali, mentre quelle d’alveo rimangono componente attiva del bilancio inquanto disponibili fino alla chiusura del bacino. Il volume utile rappresenta quindil’apporto d’acqua che concorre al rimpinguamento delle falde, ai flussi superficiali edall’utilizzo antropico.

I volumi utilizzati sono invece riferiti all’insieme di tutte le portate concesse inuso a vario titolo sia da acque superficiali che di falda (civile, industriale, agricolo,idroelettrico, ecc.), la cui descrizione dettagliata è riportata nella parte terza delpresente piano (cfr. III.1). Questi volumi includono quindi anche le situazioni in cui lastessa acqua viene utilizzata più volte (es. impianti in idroelettrici in serie) e vannoquindi intesi come espressione della “manipolazione” complessiva dell’acqua.

Il peso di quest’ultima è poi stato espresso in termini relativi in rapporto aivolumi utili disponibili, ovvero mediante quello che abbiamo definito come indice diutilizzazione. Esso consente di esprimere la dimensione dello sfruttamento dellarisorsa nell’ambito dei singoli bacini e dell’intera provincia, anche se in questa sedenon si è spinta la distinzione per singola tipologia d’uso, dalla quale dipende la qualitàdello fruttamento stesso. È infatti evidentemente diverso il ruolo che può giocare unaderivazione idroelettrica da quello di una potabile o irrigua e così via; questo dettaglioesula tuttavia dalle finalità del presente piano e dovrà piuttosto essere sviluppato nelle

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Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

PARTE II: Acque: quantità e qualità24

applicazioni puntuali del bilancio idrico che, come già accennato, saranno sempre piùindispensabili in futuro.

Utilizzato senza idroelettrico Utilizzato con idroelettricoBacino Volume utile

Portate Volumi Indice Portate Volumi Indice[106 m3] [m3/s] [106 m3] [%] [m3/s] [106 m3] [%]

Adige 7.177 45,1 1.421 19,8 341,6 10.774 150,1

Avisio 641 4,9 155 24,2 30,7 969 151,0

Brenta 461 11,3 357 77,4 18,4 582 126,2

Chiese 394 7,1 223 56,5 31,6 996 252,9

Fersina 92 4,6 145 156,8 9,3 294 318,6

Noce 879 11,3 357 40,6 89,3 2.815 320,3

Sarca 1.033 21,4 674 65,2 101,2 3.191 308,8

Cismon 417 0,4 12 2,8 33,9 1.070 256,5

Vanoi 347 0,2 5 1,4 9,0 283 81,7

Isarco 5 0,007 0,22 4,7 0,007 0,22 4,7

Astico 76 0,1 3,46 4,5 0,1 3,46 4,5

Cordevole 43 0,1 2,49 5,7 0,2 7,41 17,0

Illasi 9

Senaiga 39 0,003 0,11 0,3 0,003 0,11 0,3

Provincia 9.438 106,3 3.353 35,5 665,4 20.985 222,3

Tabella II.1.11: Volume utile e volume utilizzato e indice di utilizzazione annui.

Le derivazioni idroelettriche rappresentano una tipologia molto particolare diutilizzo e di gran lunga preponderante rispetto a tutte le altre messe insieme (perl’intera provincia 665,4 m3/s contro 106,3 m3/s); per tale motivo sono state trattateseparatamente. Esse inoltre, pur alterando significativamente la quantità d’acquadisponibile, non ne ledono, almeno direttamente, la qualità (indirettamente nerisultano penalizzati i processi autodepurativi). Le altre tipologie di utilizzazione invecemodificano il livello qualitativo della risorsa dopo il suo uso. In alcuni casi l’alterazionequalitativa dell’acqua prodotta al recapito può essere tale da non renderla più adattaalla maggior parte degli utilizzi. In questa ottica è logico immaginare che la successivaevoluzione del bilancio idrico dovrà considerare anche la localizzazione sul territoriodei prelievi e dei recapiti della risorsa utilizzata.

Nelle due figure seguenti vengono rappresentati graficamente i dati dellaprecedente tabella solo per i bacini principali, essendo quelli secondari decisamentemarginali nel quadro complessivo.

Se ne deduce un quadro di sfruttamento abbastanza cospicuo con fortivariazioni da un bacino all’altro, appare altresì evidente il ruolo delle derivazioniidroelettriche che modificano profondamente il bilancio idrico di vari bacini.

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Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

PARTE II: Acque: quantità e qualità 25

Volumi utili ed utilizzati senza sfruttamento idroelettrico

19,824,2

77,4

56,5

2,8 1,4

156,8

40,6

65,2

36

0

600

1.200

1.800

2.400

3.000

3.600

4.200

4.800

5.400

6.000

6.600

Adige Avisio Brenta Chiese Fersina Noce Sarca Cismon Vanoi

Volu

mi [m

ilioni m

3 ]

-20

0

20

40

60

80

100

120

140

160

Indic

e di utiliz

zazi

one

[%]

Volume precipitatoVolume evapotraspirato

Volume immesso (d'alveo + artificiale)Volume utilizzato (senza idroelettrico)

indice di utilizzazioneindice di utilizzazione provinciale

Figura II.1.13: Indice di utilizzazione (esclusi usi idroelettrici).

Volumi utili ed utilizzati con sfruttamento idroelettrico

150,1 151,0

126,2

252,9 256,5

81,7

318,6 320,3

308,8

222

0

600

1.200

1.800

2.400

3.000

3.600

4.200

4.800

5.400

6.000

6.600

7.200

7.800

8.400

9.000

9.600

10.200

10.800

Adige Avisio Brenta Chiese Fersina Noce Sarca Cismon Vanoi

Volu

mi [m

ilioni m

3 ]

40

60

80

100

120

140

160

180

200

220

240

260

280

300

320

340

Indic

e di utiliz

zazi

one

[%]

Volume precipitatoVolume evapotraspirato

Volume immesso (d'alveo + artificiale)Volume utilizzato (con idroelettrico)

indice di utilizzazioneindice di utilizzazione provinciale

Figura II.1.14: Indice di utilizzazione (inclusi usi idroelettrici).

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Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

PARTE II: Acque: quantità e qualità 26

Precipitazioni

7,0 9,42,3

11,74,7

Adige da BZ evapotraspirazioneInput lordo Totale

IN ENTRATA

21,00,10,30,71,3 1,0

17,7

idroelettrico irriguo civile pescicolture industrie altri Totale

USI CONCESSI

7,21,0 0,5

9,20,5

IN USCITA

Adige Sarca Chiese Brenta Totale

Precipitazioni

7,0 9,42,3

11,74,7

Adige da BZ evapotraspirazioneInput lordo Totale

IN ENTRATA

Precipitazioni

7,0 9,42,3

11,74,7

Adige da BZ evapotraspirazioneInput lordo Totale

IN ENTRATA

21,00,10,30,71,3 1,0

17,7

idroelettrico irriguo civile pescicolture industrie altri Totale

USI CONCESSI

21,00,10,30,71,3 1,0

17,7

idroelettrico irriguo civile pescicolture industrie altri Totale

USI CONCESSI

7,21,0 0,5

9,20,5

IN USCITA

Adige Sarca Chiese Brenta Totale

7,21,0 0,5

9,20,5

IN USCITA

Adige Sarca Chiese Brenta Totale

Figura II.1.15: Schema dei volumi d’acqua (in miliardi di m3) coinvolti nel bilancio idrico provinciale.

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Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

PARTE II: Acque: quantità e qualità 27

II.2 Carico inquinante

Al fine di comprendere in maniera adeguata lo stato della qualità delle acque sorge innanzitutto la necessità di determinare, seppur con una certa approssimazione, l’entità e la distribuzione spaziale e temporale della pressione antropica in termini di inquinamento immesso sul territorio.

Quanto riportato nel presente capitolo rappresenta una sintesi dei capitoli 2.V

e 2.VI della revisione del Piano Provinciale di Risanamento delle Acque (adeguamento al Piano di tutela ai sensi dell’articolo 55 comma 5 della Legge Provinciale n. 1 del 19 febbraio 2002);per una trattazione completa dell’argomento si rimanda quindi al sopraccitato documento.

II.2.1 Carico antropico di tipo puntuale

Il carico di tipo puntuale è rappresentato da liquami domestici, da reflui urbani e industriali afferiti al territorio mediante depuratori, fosse Imhoff, scarichi civili tal quali e scarichi industriali.

Il calcolo dello stato attuale degli inquinamenti puntuali viene riferito all’anno 2002 mentre per i soli depuratori sono disponibili anche gli anni 2000 e 2001.

Reflui urbani

Per i depuratori provinciali vengono costantemente monitorate portate e concentrazioni e quindi il calcolo dei carichi è stato effettuato sulla base delle portate del liquame in ingresso, uscita e by-pass e delle relative analisi chimiche effettuate con cadenza settimanale sui liquami in ingresso ed uscita.

Per i depuratori comunali, essendovi pochi dati analitici disponibili, la stima dei

carichi conferiti si effettua sulla base degli Abitanti Equivalenti di progetto e del rendimento di depurazione dell’impianto per tutti e tre gli anni considerati.

Per quanto riguarda invece le fosse Imhoff, il calcolo degli Abitanti Equivalenti

è stato effettuato partendo dalla popolazione totale servita (Pop_tot) costituita dalla popolazione residente più la popolazione turistica (Pop_tur) in termini di presenze annue.

Il carico annuo in ingresso risulta determinato dal prodotto della popolazione servita moltiplicato per la produzione di inquinante procapite che, secondo quanto riportato in letteratura [24], [25] si attesta intorno ai valori riportati in Tabella II.2 .1.

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Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

PARTE II: Acque: quantità e qualità 28

Produzione orientativa di contaminante procapite (1 AE)

Parametro [grammi/(abitante⋅ giorno)]

BOD5 60

Azoto totale 12

Fosforo totale 1,82

Tabella II.2.1: Produzione di inquinanti procapite (valori medi riportati in letteratura).

Il carico in uscita viene ottenuto riducendo il carico in ingresso della frazione rimossa dall’attività biologica della vasca secondo la relazione sottostante.

)1( dga CC η−⋅=

dove: Ca = Carico antropico afferito Cg = Carico antropico generato ηd = Coefficiente di abbattimento I coefficienti di abbattimento, sulla base dei dati forniti dalla letteratura in

materia [24] , [25] e sulla base della conoscenza delle modalità di gestione delle fosse Imhoff provinciali si considerano pari a 0,2 per il BOD5 , 0,1 per l’azoto totale e 0,15 per il fosforo totale

I dati utilizzati per la stima dei carichi fanno riferimento al catasto realizzato

dall’Unità Organizzativa tutela dell’ acqua dell’Agenzia Provinciale per la Protezione Ambiente aggiornato all’anno 2002 e opportunamente verificato.

Sul territorio provinciale sono inoltre presenti un certo numero di scarichi di

acque reflue urbane tal quali per un totale di circa 17.900 Abitanti Equivalenti che sono stati computati come carico afferito al territorio senza alcun tipo di abbattimento.

In Tabella II.2 .4, Tabella II.2 .5, e in Tabella II.2 .6, nella colonna “Civile” sono

riportati (suddivisi per sottobacino) i valori in termini di BOD5, di azoto totale e di fosforo totale, del carico inquinante afferito al territorio e derivante da scarichi puntuali appartenenti alle tipologie descritte sopra.

Reflui industriali

Sotto questa voce si considerano i soli impianti che scaricano direttamente in corsi d’acqua o nel suolo/sottosuolo, essendo quelli con scarico in fognatura già computati nell’analisi dei depuratori.

Durante lo studio sono emerse quattro diverse tipologie di situazioni a cui fanno seguito altrettanti approcci di analisi.

La prima tipologia riguarda le installazioni il cui scarico è costituito dalle sole acque di raffreddamento delle apparecchiature; in questo caso non vi è alcun conferimento di sostanze inquinanti nell’ambiente.

Il secondo tipo riguarda i casi in cui non sono disponibili misure analitiche dello scarico; in questo caso il cui carico annuo di nutrienti conferito viene calcolato moltiplicando il volume d’acqua scaricata nell’arco dell’anno per la concentrazione

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Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

PARTE II: Acque: quantità e qualità 29

fissata dal limite di legge. L’applicazione dei limiti di legge porta ad una sovrastima dei carichi conferiti che però risulta accettabile considerando il limitato numero di questa tipologia di impianti (55) rispetto al totale. In particolare i valori di concentraz ione utilizzati sono esposti in Tabella II.2 .2.

Parametro Valore limite tabella D del T.U.L.P2 [mg/l]

BOD5 40

Azoto ammoniacale come NH4+ 3

Azoto nitroso come N 0,3

Azoto nitrico come N 10

Fosforo totale 3

Tabella II.2.2: Concentrazioni limite agli scarichi imposte dal T.U.L.P

2.

L’azoto complessivamente scaricato viene dunque calcolato come somma di Azoto ammoniacale, Azoto nitroso e Azoto nitrico; mancando la concentrazione di Azoto organico si effettua in tal modo una sottostima dell’azoto complessivamente scaricato che però va largamente a compensare, per questo parametro, l’assunzione delle concentrazioni pari ai limiti di legge.

La terza tipologia riguarda tutti gli scarichi per i quali risultano disponibili analisi effettuate in condizioni di funzionamento “normale”; per questi ultimi il calcolo del carico annuo conferito avviene moltiplicando il volume d’acqua scaricata per la concentrazione media rilevata dalle analisi.

Le pescicolture sono da considerarsi attività industriali ai sensi dell’ art. 28, comma 7, punto d) del D.Lgs. 152/99 e dell’art. 23 del T.U.L.P2 ; per quanto riguarda queste ultime, il carico afferito è stato calcolato utilizzando il volume d’acqua utilizzato moltiplicato per il valore di concentrazione ottenuto come differenza tra le concentrazioni medie in uscita e le concentrazioni medie in ingresso.

In Tabella II.2 .4, Tabella II.2 .5, e in Tabella II.2 .6, nella colonna “Industriale”

sono riportati (suddivisi per sottobacino) i valori in termini di BOD5, di azoto totale e di fosforo totale, del carico inquinante afferito al territorio e derivante da scarichi puntuali appartenenti alle tipologie descritte sopra.

II.2.2 Carico antropico di tipo diffuso

Il carico di tipo diffuso è generato dalle attività connesse all’uso agricolo e zootecnico del territorio che comportano lo spargimento sul terreno di concimi chimici o di deiezioni animali. Le problematiche derivanti da questo tipo di inquinamento coinvolgono prevalentemente i nutrienti, mentre quelle inerenti al carbonio sono trascurabili in ragione dell’elevato abbattimento operato dai suoli.

Per stimare i quantitativi di azoto e fosforo afferiti al territorio mediante la concimazione si è fatto riferimento al concetto di produttività potenziale che definisce il fabbisogno massimo dei nutrienti necessari alle varie specie coltivate; tali valori devono essere considerati come il massimo livello di concimazione consentito [26],

2 Testo Unico delle Leggi Provinciali in matria di Tutela dell’Ambiente dagli Inquinamenti.

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Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

PARTE II: Acque: quantità e qualità 30

[27], e [28]. Successivamente, per avere un riscontro sulle quantità realmente utilizzate per tipologia di coltivazione, sono stati analizzati alcuni dati relativi alle quantità di concimi chimici acquistate da alcune aziende campione.

Per quanto riguarda l’incolto i carichi di fosforo derivano da stime specifiche effettuate per il Trentino [28] , mentre per l’azoto è stato utilizzato un dato proposto dall’Autorità di bacino del Po [27] .

Quanto ai seminativi è stata utilizzata una media tra i dati più frequentemente riscontrati in letteratura.

Per le legnose agrarie si utilizza invece il dato mediato tra quelli per i vigneti e i frutteti ottenuti dai quantitativi acquistati dalle aziende (campione RICA, 2002).

Il prato stabile è soggetto a fertilizzazione in relazione alla frequenza degli sfalci; il valore utilizzato è ottenuto dai quantitativi di concime acquistati da alcune aziende tipo (campione RICA 2002).

I nutrienti liberati sui pascoli sono invece stati stimati a partire dai carichi annuali di azoto e fosforo prodotti da bovini, equini, caprini e ovini (la cui consistenza è stata desunta dai dati relativi agli allevamenti riportati dal censimento dell’agricoltura, aggiornati quindi al 2000).

Il risultato delle stime fatte secondo quanto riportato sopra, ha condotto ad ottenere i valori di carico potenziale di nutrienti afferiti al territorio per tipologia di coltivazione indicati in Tabella II.2 .3.

Uso del suolo Fosforo (P) [kg/(ha anno)]

Azoto (N) [kg/(ha anno)]

Seminativi 52,0 164,0

Legnose agrarie 22,4 51,2

Aree a pascolo naturale e praterie di alta quota, pascoli alberati 2,7 16,2

Prato stabile 5,0 10,0

Colture agricole eterogenee 50,0 120,0

Incolto 0,2 2,5

Tabella II.2.3: Quantitativi di nutrienti utilizzati per stimare il carico di tipo diffuso per le diverse colture.

I nutrienti afferiti al territorio secondo le quantità stimate in Tabella II.2 .3 sono soggetti a fenomeni di abbattimento da parte del suolo sicché i quantitativi che effettivamente rimangono sul suolo sono nettamente inferiori. La stima dei carichi effettivi si basa su dati di letteratura [26] e [27] che simulano l’abbattimento del carico potenziale tramite una percentuale di rimozione pari al 97% per il fosforo e all’80% per l’azoto. Applicando tali percentuali di abbattimento ai carichi potenziali si ottengono i valori riportati in Tabella II.2 .4, Tabella II.2 .5 e in Tabella II.2 .6 nella colonna relativa al carico antropico dovuto ad attività agricole; tali valori rappresentano i carichi di nutrienti che rimangono sul territorio dopo l’azione fenomeni di rimozione naturale e che quindi vengono afferiti ai corsi d’acqua mediante fenomeni di run-off.

In quest’ottica risulta di fondamentale importanza la presenza, lungo i corsi d’acqua, di porzioni di territorio con formazioni arboree idonee ad un’efficace rimozione di tale carico inqu inante residuo; a tale proposito si veda la parte VI dedicata agli ambiti fluviali.

Nelle tabelle che seguono vengono riportati (suddivisi per sottobacino) i valori

in termini di BOD5, di azoto totale e di fosforo totale, del carico inquinante afferito al territorio dopo aver subito i processi di depurazione descritti nelle pagine precedenti.

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PARTE II: Acque: quantità e qualità 31

Carico antropico afferito - BOD5 [A.E.]

Bacino Civile3 Industriale4 Agricolo5 TOTALE

Densità di carico

[AE/km2]

Noce 36.592 1.020 25.910 63.522 49

Sarca 13.724 15.571 30.851 60.146 48

Adige 26.048 8.829 16.175 51.052 55

Avisio 12.174 471 11.822 24.468 27

Brenta 6.838 2.994 21.174 31.005 51

Chiese 2.963 9.135 3.785 15.883 39

Vanoi 855 198 1.248 2.301 10

Cismon 1.472 0 3.646 5.118 25

Fersina 4.384 132 6.559 11.075 65

Totale 105.051 38.350 121.169 264.570 44

Tabella II.2.4:Carico antropico residuo afferito al territorio in termini di BOD5 (Biochemical Oxygen Demand) suddiviso per sottobacino.

Carico antropico afferito - Ntot [A.E.]

Bacino Civile

3 Industriale4 Agricolo

5 TOTALE

Densità di carico

[AE/km2]

Noce 58.651 4.620 60.959 124.230 95

Sarca 65.419 85.936 65.525 216.880 173

Adige 172.438 17.305 54.338 244.081 261

Avisio 40.411 3.331 24.429 68.171 74

Brenta 32.814 18.307 42.009 93.130 152

Chiese 8.390 64.855 11.187 84.433 206

Vanoi 1.566 313 2.511 4.391 19

Cismon 8.155 0 4.795 12.950 64

Fersina 7.806 324 11.187 19.318 114

Totale 395.652 194.992 276.941 867.584 144

Tabella II.2.5: Carico antropico residuo afferito al territorio in termini di Ntot (Azoto totale) suddiviso per sottobacino.

Carico antropico afferito - Ptot [A.E.]

Bacino Civile

3 Industriale4 Agricolo

5 TOTALE

Densità di carico

[AE/km2]

Noce 44.106 2.302 19.787 66.195 51

Sarca 29.731 33.181 19.787 82.699 66

Adige 108.446 18.846 18.265 145.557 156

Avisio 22.271 1.213 7.610 31.094 34

Brenta 19.915 6.266 12.177 38.357 63

Chiese 4.854 21.045 4.566 30.464 74

Vanoi 1.129 496 1.522 3.147 14

Cismon 4.889 0 1.522 6.411 32

Fersina 5.756 334 3.044 9.134 54

Totale 241.096 83.683 88.280 413.059 68

Tabella II.2.6: Carico antropico residuo afferito al territorio in termini di P tot (Fosforo totale) suddiviso per sottobacino.

Nelle pagine che seguono si riporta un rappresentazione grafica della densità di carico inquinante afferito in termini di BOD5

, di azoto totale e di fosforo totale.

3 Nel civile vengono anche computati gli scarichi industriali recapitati al depuratore pubblico. 4 L’industriale fa riferimento ai soli scarichi che non vengono recapitati al depuratore pubblico. 5 L’agricolo è anche comprensivo dei carichi dovuti alla zootecnia.

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Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

PARTE II: Acque: quantità e qualità 35

II.3 Depurazione delle acque

Il Piano Provinciale di Risanamento delle Acque nasce nel 1987 (approvatodalla Giunta Provinciale il 12 giugno con delibera n° 5460 in esecuzione della leggeprovinciale 27 febbraio 1986 n° 4) con l’intenzione di tracciare le linee guida nellagestione e progettazione del collettamento e della depurazione delle acque. Essoinoltre è stato modificato, ai sensi del 4° comma dell’art. 54 del T.U.L.P. (Testo Unicodella Legge Provinciale), in seguito alle richieste avanzate dalle amministrazionicomunali e dal Servizio Opere Igienico Sanitarie, tramite due distinti provvedimentidella Giunta Provinciale:

• delibera n° 2052 dd. 1 marzo 1991;

• delibera n° 6995 dd. 16 giugno 1995.

La concomitanza dell’aumento della dotazione idrica richiesta dalla societàmoderna con l’incremento della popolazione fluttuante dovuta alle esigenze di unterritorio soggetto ad un turismo sempre più caratterizzato da picchi di presenza, haobbligato l’Amministrazione Provinciale, nell’ottica di una maggiore tutela igienico-ambientale del territorio, ad una gestione degli scarichi da civile abitazione che nonpoteva più limitarsi alla costruzione di semplici fosse a tenuta o ad impianti adispersione. Il cambiamento, improntato ad una conduzione moderna ed integrata, èstato perseguito attraverso il Piano Provinciale di Risanamento che dovrebbe portaread un miglioramento della qualità dei corpi idrici recettori. Il Piano si sviluppaattraverso la definizione di obiettivi che si concretizzano con la realizzazione o larevisione di opere sul territorio. In particolare sono stati fissati obbiettivi cheriguardano il numero dei depuratori biologici, delle vasche Imhoff e della lunghezzadei collettori:

Obiettivi del Piano provinciale di risanamento delle acque

N° depuratori biologici N° vasche Imhoff km collettori

99 156 464

Entro il 2005, inoltre, tutti i liquami dovranno subire trattamenti di rimozionedella sostanza organica, che dovranno realizzarsi tramite impianti che servonoagglomerati con più di 2000 abitanti equivalenti.

Nella filosofia originaria del piano, per gestione moderna ed integrata, siintendeva un aumento e sdoppiamento dei collettori fognari (separazione acquebianche e nere), un trattamento di tipo biologico completato da processi per larimozione dei nutrienti per le zone più sensibili all’eutrofizzazione, con l’intentogenerale di non concentrare le attività di depurazioni in collettori e depuratori digrandi dimensioni al fine di evitare situazioni potenzialmente critiche per i corpi idriciricettori. È chiaro come questa intenzione, pur mantenendosi ancora valida nella suastruttura generale, sia stata sottoposta nel corso degli anni a progressiviaggiustamenti che modificheranno, seppur leggermente, gli obiettivi finali. È accadutoad esempio che, nonostante sia condiviso il criterio del non concentrare i liquami per

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Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

PARTE II: Acque: quantità e qualità36

evitare situazioni critiche per i corpi ricettori, nella realtà dei fatti tale intento non siastato sempre perseguito sia per motivi puramente tecnici (il rendimento delladepurazione migliora proporzionalmente alle dimensioni dell’impianto biologico) cheper motivi organizzativi (la gestione risulta più facilitata con l’accentramento). Latendenza generale tende ad essere quella di concentrare i liquami negli impianti dimaggiori dimensioni; in Trentino l’ordine di grandezza per gli impianti di grandidimensioni è di 100.000 abitanti equivalenti - escludendo tramite by-pass gli impiantivetusti o gli impianti di depurazione meccanica.

Abitanti* 1995 1997 1999 2000

Abitanti residenti 461.606 466.911 473.714 477.859

Turisti (presenze giornaliere medie nell’anno) 78.095 72.687 74.377 73.394

Turisti (presenze giornaliere medie nel mese di agosto) 315.825 260.053 269.381 259.631

Impianti biologici 31.12.1995 31.12.1997 31.12.1999 31.12.2000

Impianti esistenti definitivi 63 63 72

Impianti esistenti provvisori67

7 7 3

Potenzialità (in abitanti equivalenti) 908.320 1.030.250 1.138.470 1.225.020

Abitanti equivalenti trattati (media nell’anno)# 618.011 586.681 635.098 612.250

Abitanti equivalenti trattati (media del mese di agosto)# 701.453 626.400 699.262 634.117

Impianti previsti 108 99 99 99

Collettori intercomunali 1995 1997 1999 2000

Collettori principali in funzione [m] 211.974 275.600 292.537 292.803

Collettori principali previsti [m] 463.991 463.991 463.991 463.991

Tabella II.3.1: Dati relativi agli impianti biologici di depurazione a partire dal 1995, anno in cui è iniziata la lororaccolta metodica ed omogenea che consente una corretta comparazione degli stessi nel tempo.*Fonte: Servizio Statistica#Con “abitante equivalente trattato” si definisce il carico organico specifico giornaliero, trattato d all’impianto didepurazione, pari a 60 grammi di BOD5 (richiesta biochimica di ossigeno a 5 giorni). I valori sono basati sulle analisidei campioni (solitamente medi nelle 24 ore) prelevati settimanalmente in ingresso ai depuratori dal gestore degliimpianti stessi e sulle portate medie trattate nelle stesse 24 ore dai depuratori.

I dati sui depuratori biologici (Figura II.3.1) dimostrano che nel corso deglianni è avvenuto sia un incremento del loro numero che il progressivo potenziamentodegli impianti sottodimensionati raggiungendo le 75 installazioni (tra definitivi eprovvisori) nel 2000, alle quali conferisce un volume di acqua annuo pari a 55 milionidi m3. Inoltre è aumentata la loro potenzialità passando da 908.320 abitantiequivalenti nel 1995 a 1.225.020 nel 2000. A fronte di quest’ultimo valore occorrespecificare che il carico antropico complessivo generato su base provinciale è pari a780.782 abitanti equivalenti (cfr. II.2). Anche i collettori intercomunali sono incostante aumento.

Per quanto riguarda i depuratori biologici è doveroso affermare che oltre alloro numero è necessario osservarne e valutarne il funzionamento all’interno dellastruttura del collettamento provinciale e comunale. Infatti, se dal punto di vistagestionale il loro funzionamento è del tutto soddisfacente grazie a rendimentisull’abbattimento che si aggirano mediamente attorno all’85-90% con punte fino al98%, lo stesso non si può dire per le dinamiche riguardanti i collettori e ilcollettamento dei liquami negli impianti stessi. Spesso infatti la rete di collettamentoconsegna liquami eccessivamente diluiti ai depuratori (soprattutto nei periodi piovosi)fenomeno che è sintomo di una rete non ancora coerente con la tendenza allosdoppiamento prevista dal Piano Provinciale di Risanamento delle Acque. A questo

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PARTE II: Acque: quantità e qualità 37

fenomeno si aggiunge la vetustà di alcuni impianti che, a causa del lorosottodimensionamento, sono costretti a scolmare, soprattutto nei periodi a maggiorepressione turistica, parte del refluo influente direttamente nei corpi idrici recettori.

È quindi necessario realizzare, oltre al convogliamento di nuove fognaturecomunali, ancorché dotate di fosse Imhoff, nei collettori provinciali (chiaramentevalutando la convenienza dell’opera), una ristrutturazione dei depuratori costruiti eprogettati in periodi di minor pressione antropica, in particolare nelle zone soggette adelevati flussi turistici. A causa dell’orografia del territorio Trentino non sarà possibileby-passare tutte le vasche Imhoff che nelle zone più impervie e difficilmenteraggiungibili da condotte dovranno rimanere in funzione2. Si fa comunque notare che,al servizio di piccoli centri, sono in fase di sperimentazione anche piccoli impianti difitodepurazione che, in sostituzione di impianti tradizionali, dovrebbero assicurarebuoni rendimenti nella rimozione delle sostanze biodegradabili.

Il funzionamento del sistema provinciale di depurazione biologica è monitoratodirettamente sugli impianti, per mezzo di analisi effettuate all’interno dei depuratori(ingresso e uscita del liquame), e indirettamente sui corpi idrici, tramite ilmonitoraggio effettuato dall’Agenzia Provinciale per la Protezione dell’Ambiente delquale parla nel prossimo capitolo (cfr. II.4.1). In particolare, per il monitoraggiodiretto, la Provincia si avvale del sistema di telecontrollo degli impianti di depurazione(HEIDI) che, in funzione dal 1990, permette il controllo e la supervisione completadegli impianti. In questa sede è interessante analizzare lo stato di avanzamento delPiano Provinciale di Risanamento delle Acque, demandando al Piano di tutelal’approfondimento specifico collegato con il monitoraggio dei corpi idrici superficiali.

La base per verificare in maniera sintetica l’applicazione del Piano Provincialedi Risanamento si basa sul confronto delle tabelle rappresentanti la situazione delcollettamento e depurazione per gli anni 1995, 1998 e 2000. È necessario, percoerenza con gli 11 anni d’analisi del Piano Generale per l’Utilizzo delle Acque,estendere le tabelle sintetiche all’anno 2000, sia per verificare in questo modo il trendevolutivo sia in relazione agli obiettivi del 2005 che ai mutati obiettivi progettuali,come ad esempio la dismissione di alcuni impianti meccanici.

I dati relativi alla percentuale di abitanti serviti da collettori provinciali e dadepuratori biologici suddivisi per comprensorio sono riportati nelle Tabella II.3.2 eTabella II.3.3.

La situazione del collettamento rivela una situazione decisamente stazionariadal 1995 al 2000. La popolazione servita da fognatura supera sempre il 90%. Il solocomprensorio della Valle di Sole presenta un valore critico per quanto concerne lafognatura separata (44%), piuttosto basso se confrontato con i valori relativi agli altricomprensori.

2 Secondo il Piano di Risanamento il chiarificatore di tipo Imhoff con scarico nelle acque superficiali è ammesso quandoil rapporto di diluizione dello scarico nel corpo idrico ricettore è tale da non comprometterne la qualità.

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Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

PARTE II: Acque: quantità e qualità 39

Percentuale di popolazione

Servita da fognaturaServita da fognatura

mista

Servita da fognatura

separata

Comprensorio / Anno 1995 1998 2000 1995 1998 2000 1995 1998 2000

C1 Val di Fiemme 98 99 99 40 40 40 58 59 59

C2 Primiero 98 98 98 13 13 13 85 85 85

C3 Bassa Valsugana e Tesino 90 90 90 17 17 17 73 73 73

C4 Alta Valsugana 94 94 94 27 27 27 67 67 67

C5 Valle dell’Adige 96 96 96 17 17 17 79 79 79

C6 Valle di Non 98 98 98 14 14 14 84 84 84

C7 Valle di Sole 97 97 97 53 53 53 44 44 44

C8 Giudicarie 99 99 99 28 28 28 71 71 71

C9 Alto Garda e Ledro 97 97 97 2 2 2 95 95 95

C10 Vallagarina 92 92 92 15 15 15 77 77 77

C11 Valle di Fassa 98 98 98 24 24 24 74 74 74

Provincia 96 96 96 20 19 19 76 77 77

Tabella II.3.2: Abitanti serviti da collettori.

Percentuale di popolazione

Servita da depuratoreServita da depuratore

meccanico

Servita da depuratore

biologico

Comprensorio / Anno 1995 1998 2000 1995 1998 2000 1995 1998 2000

C1 Val di Fiemme 58 99 99 28 5 5 30 94 94

C2 Primiero 95 96 96 8 6 6 87 90 90

C3 Bassa Valsugana e Tesino 88 88 88 11 11 11 77 77 77

C4 Alta Valsugana 91 91 91 7 7 7 84 84 84

C5 Valle dell’Adige 94 94 95 4 4 4 90 90 91

C6 Valle di Non 84 85 85 32 31 31 52 54 54

C7 Valle di Sole 80 83 83 41 41 41 39 42 42

C8 Giudicarie 87 96 96 15 18 16 72 78 80

C9 Alto Garda e Ledro 96 96 96 -- -- -- 96 96 96

C10 Vallagarina 84 85 85 11 11 11 73 74 74

C11 Valle di Fassa 94 94 96 39 39 7 55 55 89

Provincia 89 91 91 13 10 9 76 81 82

Tabella II.3.3: Abitanti serviti da depuratori.

I valori evidenziati nella precedente tabella sono quelli che hanno subitomodifiche nel corso del biennio 1999-2000. Nel complesso la precedente tabellatestimonia il passaggio da impianti di tipo meccanico (Imhoff, rotostacci, etc.) adimpianti di tipo biologico, cambiamento che nella maggior parte dei casi avvienetramite semplice collettamento ed esclusione del vecchio impianto. È inoltre evidentela bassa percentuale di popolazione servita da impianti biologici nella Valle del Noce;infatti i comprensori Valle di Non e Valle di Sole presentano rispettivamente solo il54% ed il 42% di popolazione servita da impianti biologici.

La situazione che emerge dall’analisi sintetica sullo stato dell’arte relativo alPiano Provinciale di Risanamento delle Acque mostra la tendenza degli enti preposti aseguire le linee guida stabilite nel 1987 per quanto riguarda la costruzione di impianti

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Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

PARTE II: Acque: quantità e qualità40

biologici e dei collettori. Rimangono però non del tutto controllate le seguentisituazioni:

• gli sfiori di liquame direttamente nel corpo idrico ricettore relativamente aidepuratori biologici;

• l’effettiva condizione dei collettori comunali in particolare per quanto riguarda ilcorretto sdoppiamento delle reti;

• la gestione delle vasche Imhoff, la cui eventuale cattiva manutenzione le rendedel tutto inefficienti nell’abbattimento delle sostanze biodegradabili.

In relazione a ciò dovrà essere svolta, nell’ambito della stesura del Piano diTutela della Qualità delle Acque, un’approfondita indagine del sistema “produzioneinquinamento – scarichi – ricettori” in modo da perseguire una chiara comprensionedelle dinamiche di tale meccanismo.

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Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

PARTE II: Acque: quantità e qualità 41

II.4 Qualità degli ambienti acquatici

II.4.1 Monitoraggio dei corsi d’acqua superficiali

Il decreto Legislativo n° 152 dell’11 maggio 19993, recependo alcune direttivecomunitarie, e anticipando i principi contenuti nella proposta di Direttiva Europea chemira a definire una politica quadro per il settore, ha sostanzialmente modificato lalegislazione in materia di tutela della risorsa idrica. La nuova legge, avendoindividuato la necessità di monitorare non solo gli scarichi ma anche i corpi idricirecettori, ha introdotto importanti novità sia sui sistemi di monitoraggio che suisistemi di classificazione della qualità delle acque superficiali. Con l’entrata in vigoredel Decreto, il monitoraggio della qualità delle acque, oltre ad essere un essenzialestrumento conoscitivo, diviene quindi anche un importante strumento pianificatorio.Sulla base delle rilevazioni di qualità chimica, microbiologica, biologica e dimisurazione della portata liquida, dovranno essere previsti gli eventuali interventi dirisanamento ambientale e, se necessario, maggiori limitazioni per gli scarichi e perl’utilizzo della risorsa idrica.

In Provincia di Trento è attiva sin dal 1990 una rete di monitoraggiosistematico dei corsi d’acqua principali (Adige, torrente Noce, torrente Avisio, torrenteFersina, torrente Leno, Brenta, torrente Astico, Sarca, Chiese)4, per un totale di 27stazioni a campionamento mensile (vedi Tabella II.4.1 e Figura II.4.1). Negli ultimianni sono inoltre state introdotte, su base sistematica, le misurazioni di portata suicorsi d’acqua principali allo scopo di quantificare i carichi veicolati per i principaliinquinanti.

Il decreto ha determinato un cambiamento sostanziale nell’organizzazione(almeno nella forma) dei monitoraggi delle acque superficiali. Si è passati dallaprecedente suddivisione in tre categorie principali:

• corsi d’acqua principali

• corsi d’acqua secondari

• laghi

all’accorpamento, nel monitoraggio delle acque superficiali, di tutti i corpi idricisignificativi della Provincia di Trento comprendendo quindi corsi d’acqua superficiali,laghi naturali, serbatoi e laghi artificiali e infine canali artificiali.

In particolare il decreto individua, rispetto ai corsi d’acqua principalisopraindicati, 6 corsi d’acqua significativi: Adige, Noce, Avisio, Brenta, Sarca e Chiese, 3 Il testo è stato aggiornato attraverso disposizioni correttive e integrative di cui al Decreto Legislativo del 18.08.2000n° 258.4 Nel gruppo dei corsi d’acqua principali sono stati inseriti anche il rio Coste, la fossa di Caldaro ed il canale artificialeBiffis, questi ultimi due in ragione della consistente portata convogliata.

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Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

PARTE II: Acque: quantità e qualità42

sui quali effettuare il monitoraggio. L’Agenzia Provinciale per la Protezionedell’Ambiente ha quindi identificato, per il campionamento sui corsi d’acquasignificativi, 13 stazioni dalle 27 originali (vedi Tabella II.4.2 e Figura II.4.1) che giàgarantivano una adeguata copertura del territorio ed un controllo della salute dei corpiidrici provinciali in punti strategici. Le rimanenti 14 sezioni, pur non individuate comesignificative ai sensi del decreto, continueranno comunque ad essere sorvegliate.

Delle 13 sezioni significative sulle quali viene ora effettuato il monitoraggioprincipale, attualmente solo 10 dispongono di misure di portata concomitanti aiprelievi d’acqua (Tabella II.4.4). In particolare le misure per 9 di esse provengonodall’Ufficio Idrografico mentre per una dalla rete di piena CAE.

Il monitoraggio sui corsi d’acqua secondari, anche se non richiesto dal decreto,continuerà sulle stesse sezioni precedentemente controllate, attualmente 75, più le 3passate dal monitoraggio principale a quello secondario (vedi Tabella II.4.5). Allacategoria dei monitoraggi secondari sono perciò stati aggiunti 3 punti. L’osservazioneè qui meno sistematica di quella effettuata sui corsi d’acqua significativi e in generalepresenta una frequenza di 3 campionamenti l’anno.

A fronte dell’enorme mole di dati raccolti dal 1990 al 2000 e dell’importanzache questa attività assume nell’ambito dei nuovi obblighi legislativi, l’AgenziaProvinciale per la Protezione dell’Ambiente ha provveduto alla realizzazione di unapubblicazione all’interno della quale viene illustrato e commentato l’andamentogenerale della qualità dei corsi d’acqua più importanti del Trentino nell’ultimodecennio.

Anche se le modalità previste dal D.lgs. 152/99 per la definizione della qualitàdei corsi d’acqua superficiali differiscono in qualche misura da quelle qui utilizzate pertracciare l’evoluzione qualitativa delle acque superficiali, ci si aspetta che le valutazionisullo stato di salute di fiumi e torrenti trentini non differiscano in modo significativonei due diversi sistemi di classificazione. Per questa ragione il lavoro finora svoltocostituisce, oltre ad un importante punto di arrivo per la conoscenza del territorio,anche un importante punto di partenza per il futuro adeguamento alle nuove norme dilegge; infatti in virtù dei dati pregressi, si è già acquisita una conoscenza dettagliatadelle peculiarità dei corsi d’acqua situati sul territorio ed anche di eventuali cause didegrado di punti a rischio che, a norma di legge, potrebbero necessitare di interventidi salvaguardia. Si ricorda inoltre che, sulla base dei dati già acquisiti e dei risultati delprimo rilevamento, effettuato secondo le indicazioni del Decreto dal 1° gennaio 2000al 31 dicembre 2001, per ogni corpo idrico significativo dovrà essere identificata laclasse di qualità corrispondente. I risultati dell’attività conoscitiva e l’individuazionedegli obiettivi di qualità ambientale saranno contenuti nel Piano di Tutela delle Acque,piano stralcio del Piano Generale di Utilizzazione delle Acque Pubbliche, redatto entroil 2003.

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Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

PARTE II: Acque: quantità e qualità 43

Codice Bacino Corso d’acqua

1 Adige Adige - Ponte Masetto – San Michele all’Adige

2 Adige Adige - Ponte San Lorenzo - Trento

3 Adige Adige - Ponte di Mattarello - Trento

4 Adige Adige - Ponte di Villalagarina - Villalagarina

5 Adige Adige - Diga Enel - Mori

6 Adige Adige - Ponte di Borghetto - Avio

7 Adige Canale Biffis - Mama d’Avio - Avio

8 Adige Fossa Caldaro - Ponte San Pio X Salorno - Roverè

9 Adige Fossa Caldaro - Foce Grumo – San Michele A. A.

10 Noce Noce - Ponte di Cavizzana - Cavizzana

11 Noce Noce - Ponte Rupe - Mezzolombardo

12 Avisio Torrente Avisio - Ponte di Soraga - Soraga

13 Avisio Avisio - Bivio di Stramentizzo - Castello Fiemme

14 Avisio Avisio - Ponte dei Vodi - Lavis

15 Fersina Fersina - Ponte Regio - Pergine Valsugana

16 Fersina Fersina - Foce - Trento

17 Adige Leno - Ponte delle Zigherane - Rovereto

18 Adige Rio Coste - Foce - Rovereto

19 Brenta Brenta - Ponte Cervia - Levico

20 Brenta Brenta - Ponte Cimitero - Borgo Valsugana

21 Brenta Brenta - Ponte Filippini - Grigno

22 Astico Astico – Località Busatti - Folgaria

23 Sarca Sarca - Ponte di Ragoli - Ragoli

24 Sarca Sarca – Località Pescaia - Nago Torbole

25 Chiese Chiese - Ponte dei Tedeschi - Storo

26 Avisio Avisio - Ponte S.P. Segonzano/Faver - Faver

27 Sarca A Monte Presa Enel Limarò - Calavino

Tabella II.4.1: I 27 punti del monitoraggio principale sui corsi d’acqua naturali prima dell’entrata in vigore del D. Lgs152/1999 così come modificato dal D.M. 258/2000.

Codice Bacino Corso d’acqua

1 Adige Adige - Ponte Masetto – San Michele all’Adige

2 Adige Adige - Ponte San Lorenzo - Trento

6 Adige Adige - Ponte di Borghetto - Avio

10 Noce Noce - Ponte di Cavizzana - Cavizzana

11 Noce Noce - Ponte Rupe - Mezzolombardo

13 Avisio Avisio - Bivio di Stramentizzo - Castello Fiemme

14 Avisio Avisio - Ponte dei Vodi - Lavis

19 Brenta Brenta - Ponte Cervia - Levico

20 Brenta Brenta - Ponte Cimitero - Borgo Valsugana

21 Brenta Brenta - Ponte Filippini - Grigno

23 Sarca Sarca - Ponte di Ragoli - Ragoli

24 Sarca Sarca – Località Pescaia - Nago Torbole

25 Chiese Chiese - Ponte dei Tedeschi - Storo

Tabella II.4.2: I 13 punti di prelievo del monitoraggio dei corsi d’acqua significativi secondo del D. Lgs. 152/1999.

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Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

PARTE II: Acque: quantità e qualità44

Codice Bacino Corso d’acqua

7 Adige Canale Biffis - Mama d’Avio - Avio

Tabella II.4.3: I punti di prelievo del monitoraggio dei canali artificiali significativi secondo del D. Lgs. 152/1999.

Codice Bacino Corso d’acqua

1 Adige Adige - Ponte Masetto – San Michele all’Adige

2 Adige Adige - Ponte San Lorenzo - Trento

11 Noce Noce - Ponte Rupe - Mezzolombardo

13 Avisio Avisio - Bivio di Stramentizzo - Castello Fiemme

19 Brenta Brenta - Ponte Cervia - Levico

20 Brenta Brenta - Ponte Cimitero - Borgo Valsugana

21 Brenta Brenta - Ponte Filippini - Grigno

23 Sarca Sarca - Ponte di Ragoli - Ragoli

24 Sarca Sarca – Località Pescaia - Nago Torbole

25 Chiese Chiese - Ponte dei Tedeschi - Storo

Tabella II.4.4: Punti di prelievo del monitoraggio dei corsi d’acqua principali per i quali si dispone della misura diportata (in corsivo-grassetto sono evidenziati i punti nei quali la portata viene stimata da misure a monte e/o a valledella sezione).

Codice Bacino Corso d’acqua

101 Adige Fossa di Cornedo - Fossa di Salorno

103 Adige Rio Faedo – Rio Molini

104 Adige Rio di Vela

106 Adige Roggia di Sardagna

110 Adige Rio di Romagnano

114 Adige Fossa Maestra

116 Adige Torrente Arione

118 Adige Rio Molino – Rio Strafel - Rio Piazzo

120 Adige Rio Bordala

121 Adige Fossa Maestra di Mattarello

122 Adige Rio Cameras

125 Adige Rio Cavallo

126 Adige Rivo di Tierno

128 Adige Rio Sorna – Rio Valle Sornè

129 Adige Torrente Leno di Terragnolo

131 Adige Torrente Leno di Vallarsa

133 Adige Torrente Ala

135 Adige Leno di Vallarsa (loc. Spino)

137 Adige Leno di Terragnolo (loc.S.Antonio)

203 Brenta Torrente Ceggio

205 Brenta Torrente Maso

213 Brenta Torrente Grigno

301 Sarca Fiume Sarca

302 Sarca Torrente Arnò

303 Sarca Torrente Sarca di Campiglio

304 Sarca Torrente Duina

306 Sarca Torrente Dalò - Torrente Dal

309 Sarca Torrente Ambies

315 Sarca Rio Valle dell’Ir

317 Sarca Rio Salona

401 Chiese Fiume Chiese

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Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

PARTE II: Acque: quantità e qualità 45

Codice Bacino Corso d’acqua

402 Chiese Fiume Chiese

404 Chiese Rio di Cimego

405 Chiese Torrente Palvico

407 Chiese Rio di Bondone

501 Noce Torrente Noce

502 Noce Torrente Noce di Valle del Monte

503 Noce Torrente Rabbies

504 Noce Torrente Vermigliana

507 Noce Rio di Lavacè

508 Noce Rio di Dres

510 Noce Rio Ribosc

511 Noce Roggia di Fondo - Rio Sass

513 Noce Torrente Novella

515 Noce Rio Moscabio

516 Noce Torrente Lovernatico

518 Noce Torrente Sporeggio

519 Noce Rivo di San Romedio

520 Noce Rio di Valle - Rio di Fai

521 Noce Rio Pongaiola

608 Avisio Rio di Soial

610 Avisio Rio di Valle - Rio di Vael

611 Avisio Rio delle Seghe

613 Avisio Rivo di Brusago

614 Avisio Rio di Val Stava

615 Avisio Rivo di Regnana

616 Avisio Rio Val di Gambis

618 Avisio Rio Val di Predaia

626 Avisio Rivo Mercar

702 Fersina Rio Negro

703 Fersina Rio Salè

705 Adige Rio di Val Negra – Rio Cagarel

707 Adige Rio Cernidor

710 Fersina Torrente Silla

712 Fersina Rivo Farinelli

801 Cismon Torrente Cismon

802 Cismon Torrente Vanoi

903 Altri Roggia di Fraveggio

905 Altri Roggia di Calavino - Rio Freddo

906 Altri Rio Mandola - Rio Rombonoss

909 Altri Torrente Massangla

910 Altri Torrente Ponale

911 Altri Torrente Albola - Torrente Gamella

912 Altri Torrente Varone - Torrente Magnone

913 Altri Rio di Galanzana

Corsi d’acqua passati dal monitoraggio principale a quello secondario

18 Adige Rio Coste - Foce - Rovereto

8 Adige Fossa Caldaro - Ponte San Pio X Salorno - Roverè

9 Adige Fossa Caldaro - Foce Grumo – San Michele A. A.

Tabella II.4.5: Punti prelievo del monitoraggio secondario.

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Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

PARTE II: Acque: quantità e qualità46

Figura II.4.1: Dislocazione dei punti di monitoraggio principale – significativo.

Figura II.4.2: Dislocazione dei punti di monitoraggio secondario.

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Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

PARTE II: Acque: quantità e qualità 47

II.4.2 Indici di qualità

Per consentire un adeguata sintesi di migliaia di analisi chimiche ebatteriologiche e centinaia di osservazioni biologiche, nonché significativa per ladescrizione della qualità dei corsi d’acqua provinciali, l’Unità Operativa Tuteladell’acqua dell’Agenzia Provinciale per la Protezione dell’Ambiente ha elaborato quattrotipi di indice che sintetizzano, anno per anno, i vari monitoraggi effettuati, collocandoliall’interno di cinque classi di qualità. Ogni indice fa quindi riferimento, in funzione dellasommatoria di opportuni coefficienti, alle seguenti classi di qualità:

Classe Giudizio ambientale

1 Buona qualità e non inquinato

2 Mediocre qualità e poco inquinato

3 Scadente qualità e inquinato

4 Cattiva qualità o molto inquinato

5 Pessima qualità o fortemente inquinato

L’indice chimico sintetizza cinque indicatori ritenuti maggiormente significativiper la valutazione dello stato di salute chimica di un corso d’acqua: BOD5,Conducibilità, NH4

+, PO43- e Kübel.

L’indice microbiologico fa riferimento alla concentrazione di coliformi fecalireinterpretati su base logaritmica.

L’indice biologico classifica la qualità biologica sulla base del valore di IBE(indice biotico esteso).

Mentre i primi due indici risentono della istantaneità del campionamento, nonessendo per essi corretto estendere il significato di una serie di valori ad intervalli ditempo e spazio troppo grandi se non intensificando la cadenza dei prelievi eaumentando i punti campionati, il terzo ha il pregio di poter essere esteso sia intermini di spazio che di tempo in ragione dell’inerzia che i filamenti del macrobenthosoppongono sia ad un mutamento della qualità dell’ambiente acquatico, sia al processodi ricolonizzazione di corsi d’acqua che hanno subito stress ambientale.

L’indice sintetico (come sintesi dei tre indici precedenti) ha lo scopo di fornireun giudizio di qualità globale che tenga conto di tutte le situazioni di degradoprovocate dalle più svariate tipologie di inquinamento ambientale. L’indice sinteticoperciò pesa e riunisce i tre precedenti indici in relazione al significato ed alla validitàdegli stessi. In particolare assegna il peso maggiore all’indagine biologica, pari al70%, assegnando la percentuale rimanente nella misura del 20% all’indagine chimicae nella misura del 10% all’indagine microbiologica.

È bene evidenziare che gli indici di qualità, per come sono strutturati,presentano alcuni limiti nei corsi d’acqua d’alta montagna, caratterizzati in genere daoligotrofia e bassa produttività.

Per un approfondimento sulle metodiche di determinazione dell’indice si facciariferimento alle pubblicazioni dell’Agenzia Provinciale per la Protezione dell’Ambientedisponibili in rete.

Si illustra nel seguito l’andamento degli indici di qualità per i corsi d’acquaprincipali proponendo una panoramica complessiva di quanto raccolto ed elaboratonegli undici anni di monitoraggio.

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Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

PARTE II: Acque: quantità e qualità48

L’elaborazione è duplice: in prima istanza viene tracciato l’andamento dellaqualità a carico dell’asta fluviale indagata anno per anno e successivamentel’attenzione viene focalizzata sulle singole stazioni evidenziando localmente levariazioni qualitative negli undici anni. I commenti ai grafici saranno solo relativiall’andamento generale dell’indice sintetico, rappresentante l’integrazione dei tre indiciprecedenti, rimandando gli approfondimenti e le analisi di casi particolari allapubblicazione già redatta dall’Agenzia Provinciale Protezione Ambiente “Qualità delleacque superficiale – monitoraggio dei corsi d’acqua principali in provincia di Trento –Elaborazione complessiva per il decennio 1990-1999”.

Fiume Adige

Il fiume Adige è il principale corso d’acqua della provincia di Trento e la sualunghezza, da S. Michele all’Adige (quota 210) a Borghetto (quota 125), è di circa 73km.

A nord di Trento i maggiori contributi sono rappresentati dai torrenti Noce eAvisio rispettivamente in destra e sinistra orografica, mentre in città confluisce ilFersina e nella parte meridionale è il torrente Leno a fornire il maggiore apporto intermini di deflussi.

Il fiume Adige è stato indagato in sei stazioni, numerate progressivamente danord a sud: San Michele, Trento, Mattarello, Villalagarina, Mori e Borghetto.

Osservando, anno per anno, l’andamento dell’indice sintetico dell’asta fluvialeè possibile leggere una tendenza favorevole nel corso degli anni che progredisce inmodo tendenzialmente costante fino al 1998, subendo una lieve frenata durante il1999 e riprendendo la tendenza al miglioramento nell’anno 2000 (come si puòosservare in Figura II.4.4 e Figura II.4.3).

Si parte infatti nel 1990 con cinque stazioni in III classe di qualità e una in IV,nel 1992 scompare la IV e fino al 1994 il fiume si assesta ovunque in III classe diqualità.

Nel corso del 1995 compare una II classe di qualità e nel 1998, diventano treuguagliando in numero quello delle terze classi.

Nel 1999 si ha un leggero peggioramento dell’indice sintetico, con la terzaclasse che supera in numero la seconda, per ritornare al 2000 con una nettaprevalenza della classe II rispetto alla III.

Volendo sintetizzare l’andamento della qualità essa è: buona nel primoperiodo, di tenuta della qualità acquisita, nel periodo centrale, con una leggeraflessione, subito ripresa negli ultimi due anni.

Focalizzando l’attenzione sulle singole stazioni si può notare come a S.Michele, l’indice sintetico, si mantenga in III classe di qualità per tutto il periodo,eccezion fatta per il 1998 e il 2000 dove raggiunge una II classe di qualità.

Presso Ponte San Lorenzo la qualità si è mantenuta stabile in classe III conuna variazione in positivo in classe II nell’anno 2000.

A Mattarello l’indice pur rappresentando per lo più ambienti riconducibili aduna III classe di qualità, negli anni 97, 98 e 2000 fa registrare una II classe.

A Villalagarina ragionando sugli indici sintetici, la progressione qualitativa sisposta da una III classe di qualità ad una II confermata negli ultimi tre anni.

Per la stazione di Mori l’indice sintetico si può ritenere sostanzialmente stabile,assestato negli ultimi cinque anni in III classe.

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Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

PARTE II: Acque: quantità e qualità 49

A Borghetto, ultima stazione di campionamento dell’ Adige, situata a valledello sbarramento di Ala, l’indice sintetico subisce delle fluttuazioni che lo portano adoscillare, fra una III e una II classe di qualità.

1) F. Adige: Ponte Masetto – S. Michele a/A 2) F. Adige: Ponte S. Lorenzo - Trento

chimico

biologico

batter i ologico

sintet ico

33

33 3

33

3

2

3

2

44

33

33

33 3

3

2

33

33

22 . 4

3

22 2 . 4

2

1

2

3

2

1

2

1

2

1

2

1

0

1

2

3

4

5

chimico

biologico

bat ter io logico

s in tet ico

3

33

3 33

2

4

3 33

33

33 3

3 3

2 3

22

3

2 . 6

2

22

22

1

2

3

22

2

1

0

1

2

3

4

5

3) F. Adige: Ponte di Mattarello – Trento 4) F. Adige: Ponte di Villalagarina - Villalagarina

chimico

bi olog ico

batter io log ico

sintet ico

33

33 3

33

22

3

2

4

33

33

33

3 33

2

22

2

3

2

3

2 . 4

1 . 42

2

1 . 6

22

3

2

3

2

33

22

1

0

1

2

3

4

5

chimico

b io logico

batter i olog ico

sintet ico

3

33

22

2

4

33

33

33

3 33

2

3

2 . 4

22

22

22

22

1

33

2

1

2

1

0

1

2

3

4

5) F. Adige: Diga ENEL – Mori 6) F. Adige: Ponte di Borghetto - Avio

chimico

b io logico

batter i o log i co

s intet ico

4

33

3 3

2

33

33

3

33

33

33

33

33 3

33

33

3

2

33

2 2 . 4

2

22

22

1

33

3

1

3

1

0

1

2

3

4

5

chimico

biologico

batter i ologico

sintetico

3

4

33 3

3

2

33

2

3

33

4

33

33

2

33 3

33

33

3

22

2

3

2 2 . 41

22

11

2

1

3

22

1

chimico biologico batteriologico sintetico

Figura II.4.3: Andamento dell’indice chimico, biologico, batteriologico e sintetico nel periodo 1990-2000, osservato inogni punto di prelievo del fiume Adige.

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Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

PARTE II: Acque: quantità e qualità50

1990 1991

12 3 4

5 6 chimico biologico batteriologico sintetico

33 3 3

4

3

4 4 4 4

3 3

3

2 2

3 3 3

1

2 22 2

11

23

45

6 chimico biologico batteriologico sintetico

33

3

4

4

3 3 3 3 3

3

2

3 32 2 2

2 2 2

1992 1993

12

34

56 chimico biologico batteriologico sintetico

33

33

33 3 3 3

43

2

3 3

3

2

3

2 2 2

12

34

56 chimico biologico batteriologico sintetico

33

33

33 3 3 3

3

3 33 3

2 22 2 2

1 0

1

2

3

4

1994 1995

12

34

56 chimico biologico batteriologico sintetico

33

33

3 3 3 3 3 32

2

3 3

1 1

3

1 1 11

23

45

6 chimico biologico batteriologico sintetico

33 3

2

3

3 3 3 3 3 32.43 3

2 2

2 2 2

3 3

2

0

1

2

1996 1997

12

34

56 chimico biologico batteriologico sintetico

33 3 3 3

2

33 3 3 3

3

3

22.4

2.43

21

3 33 3

11

23

45

6 chimico biologico batteriologico sintetico

33

2

3 33

33 3 3 3

2

22

1.42

3

2

2 2

3

2

3 3

1998 1999

12

34

56 chimico biologico batteriologic o sintetico

2

3

22

33

3 3 3 3 3 32

3

22 2

3

1

2 2

1 1

2

0

1

2

3

4

12

34

56 chimico biologico batteriologico sintetico

33 3

2

3

2

3 3 3 3 3 32.42.6

22

2.4

2

2 2 22

3

2

0

1

2

3

4

2000

12

34

56 chimico bio logico batteriologico sintetico

22 2 2

332

3

2 2

33

22

1.6 2 22 .4

1 1 11 1

1 0

1

2

3

chimico bio logico

chimico biolog ico batter iologico s intetico

Figura II.4.4: Andamento dell’indice chimico, biologico, batteriologico e sintetico nelle sei stazioni di monitoraggio delfiume Adige, nel periodo 1990-2000.

Torrente Avisio

Il Torrente Avisio ha origine dal versante nord-occidentale della Marmolada epercorre le valli di Fassa, di Fiemme e di Cembra, per sfociare nell’Adige a valle diLavis formando un vasto conoide.

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Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

PARTE II: Acque: quantità e qualità 51

Alcuni importanti sbarramenti idroelettrici regolano il corso del torrente (bacinidella Fedaia, di Moena e di Stramentizzo) e quello del suo maggior affluente, ilTravignolo (bacino di Forte Buso).

Il torrente Avisio dal punto di vista della qualità presenta sensibili differenzecorrelate alle diverse vocazioni territoriali che insistono lungo il suo corso e fra questequelle turistiche giocano un ruolo di prim’ordine.

Per tutte le stazioni monitorate, esclusa Soraga che rappresenta il puntodebole di tutto il sistema in quanto situata a valle di un comprensorio turisticointensamente frequentato, la situazione è evoluta in modo progressivamente positivoe in questo senso ne da conferma l’indice sintetico, attestandosi nel 1998 e 1999 in IIclasse con una leggera flessione nel 2000.

Passando in rassegna le singole stazioni si evidenzia come quella di Soraga siaeviden-temente la peggiore con un indice oscillante fra una III e una IV classe.

Scendendo già nella stazione a valle la situazione migliora sensibilmente conun indice oscillante fra la classe II e la classe III, con prevalenza della prima.

Con la stazione di Faver cambia il quadro idrologico: il bacino di Stramentizzoposto a monte riduce drasticamente i deflussi modificandone l’assetto complessivo. Ècome se si indagasse un altro Avisio che mantiene le caratteristiche idrochimichegenerali, perdendo, nel bene e nel male, l’eredità del tratto posto a monte. L’indicesintetico, se si esclude il 1995, si attesta costantemente in classe II.

Alla stazione di Lavis, infine, il quadro qualitativo sintetico è abbastanzabuono: la tendenza nel tempo è positiva e si assesta verso la classe II se si esclude laflessione dell’ultimo anno, il 2000.

12) T. Avisio: Ponte di Soraga – Soraga 13) T. Avisio: Bivio Stramentizzo – Castello di Fiemme

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26) T. Avisio: Faver 14) T. Avisio: Ponte dei Vodi – Lavis

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231

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11

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1 1

0

1

2

chimico biologico batteriologico sintetico

Figura II.4.5: Andamento dell’indice chimico, biologico, batteriologico e sintetico nel periodo 1990-2000, osservato inogni punto di prelievo del torrente Avisio.

Page 39: Parte II: Acque: quantità e qualità - gis.provincia.tn.it II.pdf · distinguendone l’entità per ciascuno dei 9 bacini principali e dei 5 secondari ... elaborazioni statistiche

Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

PARTE II: Acque: quantità e qualità52

1990 1991

1213

2614

chimico biologico batteriologico s intetico

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2614

chimicobiologico batteriologico sintetico

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1992 1993

1213

2614

chimico biologicobatteriologico sintetico

3

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1213

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chimico biologico batteriologico sintetico

3

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1994 1995

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2614

chimicobiologico batteriologico s intetico

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1

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2

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1213

2614

chimicobiologico batteriologico s intetico

22.5

2

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2

11 1

1996 1997

1213

2614

chimico biologico batteriologico s intetico

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1 11

1213

2614

chimico biologico batteriologico s intetico

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2.42.4

22

2

1 11

1998 1999

1213

2614

chimico biologico batteriologicos intetico

3.5

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1

1213

2614

chimico biologico batteriologico s intetico

3.5

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3

11

1

2000

1213

2614

chimico bio logico batteriologico sintetico

3.5

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2

3

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3

2.42

2.6

1 1 11

chimico bio logico

chimico biolo gico batter iologico s intetico

Figura II.4.6: Andamento dell’indice chimico, biologico, batteriologico e sintetico nelle quattro stazioni di monitoraggiosul torrente Avisio, nel periodo di osservazione 1990-2000.

Page 40: Parte II: Acque: quantità e qualità - gis.provincia.tn.it II.pdf · distinguendone l’entità per ciascuno dei 9 bacini principali e dei 5 secondari ... elaborazioni statistiche

Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

PARTE II: Acque: quantità e qualità 53

Fiume Brenta

Il fiume Brenta nasce dai laghi di Caldonazzo e Levico e percorre la Valsuganain territorio trentino per circa 40 km con una direzione WE.

Durante il suo corso riceve importanti contributi soprattutto in sponda sinistrada affluenti che provengono dal gruppo montuoso del Lagorai, mentre menoimportanti per numero e dimensioni sono gli affluenti di destra.

Per il fiume Brenta, nel corso degli undici anni di osservazione si può affermareche a partire da condizioni abbastanza critiche, soprattutto osservabili nel primotratto, la situazione nel tempo è andata migliorando.

Analizzando l’andamento qualitativo in termini generali, ovvero affidandosiall’indice sintetico, la tendenza è chiara e confortante. I giudizi di qualità degli ultimianni sono soddisfacenti e pongono l ’intera asta fluviale in II° classe di qualità.

Passando alle singole stazioni si può dire che quelle che danno i risultati piùconfortanti sono quelle di Levico e Borgo nelle quali si è tangibilmente assistito ad unacontinua evoluzione in termini positivi. In generale la tendenza è al miglioramento perentrambe con un assestamento in II classe negli ultimi anni.

A Grigno la qualità è sempre stata discreta. Complessivamente la stazioneappare nel tempo stabilmente in II classe, eccezion fatta per un ’annata, il 1991, dovescivola in III.

19) F. Brenta: Ponte Cervia – Levico Terme 20) F. Brenta: Ponte Cimitero – Borgo Valsugana

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21) F. Brenta: Ponte Filippini – Grigno

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11 1

chimico biologico batteriologico sintetico

Figura II.4.7: Andamento dell’indice chimico, biologico, batteriologico e sintetico nel periodo 1990-2000, osservato inogni punto di prelievo del fiume Brenta.

Page 41: Parte II: Acque: quantità e qualità - gis.provincia.tn.it II.pdf · distinguendone l’entità per ciascuno dei 9 bacini principali e dei 5 secondari ... elaborazioni statistiche

Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

PARTE II: Acque: quantità e qualità54

1990 1991

1920

21 chimicobiologico batteriologico sintetico

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2021 chimico biologico

batteriologico s intetico

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1992 1993

1920

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1920

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batteriologico s intetico

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1994 1995

1920

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1920

21 chimico biologico batteriologicos intetico

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1

1996 1997

1920

21 chimico biologico batteriologicos intetico

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2.4

1 1 119

2021 chimico

biologico batteriologico s intetico

2 2.52

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1

1998 1999

1920

21 chimico biologico batteriologico s intetico

22 2

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2

119

2021 chimico biologico batteriologico sintetico

22 22

3 32

12

1 1 1

2000

chimic ob io logico batteriologico s intet ico

22 2

23

222 2

1 1 1

chimico bio logico

chimico biolo gico batter iologico s intetico

Figura II.4.8: Andamento dell’indice chimico, biologico, batteriologico e sintetico nelle tre stazioni di monitoraggio sulfiume Brenta, nel periodo di osservazione 1990-2000.

Torrente Fersina

Il Fersina è un affluente di destra dell’Adige nel quale confluisce incorrispondenza di Trento; esso è caratterizzato da un tipico regime torrentizio, ed èmonitorato, lungo i suoi 30 km di alveo, in due sezioni: Pergine e Trento.

In generale si può affermare che la qualità è nettamente migliorata negli ultimianni; infatti l’indice sintetico presenta una tendenza al miglioramento in tutte e due lestazioni attestandosi intorno ad una classe II, tendenza che però non è stataconfermata nell’anno 2000 nella sezione di Trento dove si è verificato un ritorno inclasse III° dell’indice sintetico.

Page 42: Parte II: Acque: quantità e qualità - gis.provincia.tn.it II.pdf · distinguendone l’entità per ciascuno dei 9 bacini principali e dei 5 secondari ... elaborazioni statistiche

Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

PARTE II: Acque: quantità e qualità 55

15) T. Fersina: Ponte Regio – Pergine Valsugana 16) T. Fersina: Foce – Trento

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2

chimico biologico batteriologico sintetico

Figura II.4.9: Andamento dell’indice chimico, biologico, batteriologico e sintetico nel periodo 1990-2000, osservato inogni punto di prelievo del torrente Fersina.

1990 1991

1516 chimico biologico batteriologico sintetico

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1992 1993

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1994 1995

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1996 1997

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2000

1 51 6

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23

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1

chimico bio logico

chimico biolo gico batter iologico s intetico

Figura II.4.10: Andamento dell’indice chimico, biologico, batteriologico e sintetico nelle due stazioni di monitoraggiosul torrente Fersina, nel periodo di osservazione 1990-2000.

Page 43: Parte II: Acque: quantità e qualità - gis.provincia.tn.it II.pdf · distinguendone l’entità per ciascuno dei 9 bacini principali e dei 5 secondari ... elaborazioni statistiche

Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

PARTE II: Acque: quantità e qualità56

Torrente Noce

Il torrente Noce rappresenta il principale corso d’acqua della Val di Sole e dellaVal di Non; scorre per 67 km circa prima della confluenza in Adige a sud di Zambana.Esso è caratterizzato, oltre che dal regime fortemente torrentizio che contraddistinguesoprattutto il percorso in Val di Sole, da uno sfruttamento a scopo idroelettricopiuttosto accentuato.

La qualità del torrente è indagata tramite due stazioni di monitoraggio posteall’altezza di Cavizzana (Val di Sole) e Mezzocorona (vicino alla confluenza conl’Adige). Le due stazioni sono separate dall’invaso di Santa Giustina, che rappresentaun importante punto di discontinuità idraulica.

In generale l’indice sintetico presenta un trend evolutivo in continuomiglioramento non confermato però per il 2000 a Cavizzana, dove l’indice si attesta inIII classe.

È inoltre necessario specificare come la stazione di Cavizzana sottenda unaporzione di territorio la cui vocazione turistica ne peggiora certamente gli indicirispetto alla sezione di valle.

A Mezzolombardo, grazie alla forte regimazione ed alla diluzione causata dallarestituzione degli impianti idroelettrici, il corso d’acqua gode di miglior salutepresentando un indice sintetico con tendenza all’assestamento in II classe.

10) T. Noce: Ponte di Cavizzana – Cavizzana 16) T. Noce: Ponte Rupe – Mezzolombardo

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chimico biologico batteriologico sintetico

Figura II.4.11: Andamento dell’indice chimico, biologico, batteriologico e sintetico nel periodo 1990-2000, osservato inogni punto di prelievo del torrente Noce.

Page 44: Parte II: Acque: quantità e qualità - gis.provincia.tn.it II.pdf · distinguendone l’entità per ciascuno dei 9 bacini principali e dei 5 secondari ... elaborazioni statistiche

Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

PARTE II: Acque: quantità e qualità 57

1990 1991

1011 chimico

biologico batteriologicosintetico

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1992 1993

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batteriologico sintetico

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1994 1995

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1996 1997

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2000

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21 1

chimico bio logico

chimico biolo gico batter iologico s intetico

Figura II.4.12: Andamento dell’indice chimico, biologico, batteriologico e sintetico nelle due stazioni di monitoraggiosul torrente Noce, nel periodo di osservazione 1990-2000.

Fiume Sarca

Il fiume Sarca rappresenta il maggior tributario del Lago di Garda; ècaratterizzato da una forte variabilità geomorfologica ed orografica che, assieme aduno spinto sfruttamento idroelettrico, ne caratterizzano l’idrografia e l’andamento deldeflusso.

Il monitoraggio della qualità è effettuato in tre diverse sezioni: Ragoli, Limaròe Torbole. Pur nella variabilità spaziale di tutti gli indici esso presenta un sostanzialemiglioramento con lo scorrere da monte a valle, anche se non è possibile individuarecon precisione il percorso delle sue acque a causa della presenza molteplici diversioni.

Page 45: Parte II: Acque: quantità e qualità - gis.provincia.tn.it II.pdf · distinguendone l’entità per ciascuno dei 9 bacini principali e dei 5 secondari ... elaborazioni statistiche

Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

PARTE II: Acque: quantità e qualità58

A Ragoli presenta una situazione non ottimale con l’indice sintetico che siattesta attorno alla III classe e mette a segno un miglioramento solo nel 2000passando in classe II.

A Limarò la situazione cambia in meglio con un indice sintetico oscillanteattorno alla II classe di qualità.

La situazione a Torbole, poco prima dell’immissione nel Garda, evidenzia unnetto miglioramento con l’indice sintetico oscillante tra la classe I e II. Come nel casodel Noce a Mezzocorona, un ruolo importante è giocato dalla diluizione dovuta airilasci.

23) F. Sarca: Ponte di Ragoli – Ragoli 27) F. Sarca: Limarò

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1 1

24) F. Sarca: Loc. Pescaia – Nago - Torbole

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2

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chimico biologico batteriologico sintetico

Figura II.4.13: Andamento dell’indice chimico, biologico, batteriologico e sintetico nel periodo 1990-2000, osservato inogni punto di prelievo del fiume Sarca.

Page 46: Parte II: Acque: quantità e qualità - gis.provincia.tn.it II.pdf · distinguendone l’entità per ciascuno dei 9 bacini principali e dei 5 secondari ... elaborazioni statistiche

Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

PARTE II: Acque: quantità e qualità 59

1990 1991

2327

24 chimico biologico batteriologico sintetico

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24 chimico biologico batteriologico s intetico

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1992 1993

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24 chimico biologicobatteriologico sintetico

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1994 1995

2327

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1996 1997

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2000

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2345

chimico bio logico

chimico biolo gico batter iologico s intetico

Figura II.4.14: Andamento dell’indice chimico, biologico, batteriologico e sintetico nelle tre stazioni di monitoraggio sulfiume Sarca, nel periodo di osservazione 1990-2000.

Altri

Il canale Biffis rappresenta la maggiore canalizzazione idroelettrica delTrentino; da Ala esso convoglia l’acqua derivata dall’Adige alla centrale di Bussolengo.Il monitoraggio, effettuato solo tramite gli indici chimici e batteriologici, non avendosenso un monitoraggio biologico vista la totale assenza di architetture naturalinell’alveo, manca dell’indice sintetico e presenta un consolidarsi dei due indici attornoalla III classe.

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Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

PARTE II: Acque: quantità e qualità60

Il Torrente Leno, che attraverso la zona urbana di Rovereto sfocia nell’Adige,presenta un trend evolutivo della qualità in continuo miglioramento. L’indice sintetico,partito negli anni 90 con una classe III, presenta una netta tendenza, per gli ultimianni, verso uno classe II.

Il torrente Astico presenza una situazione ottimale; l’indice sintetico si collocain I classe dal 1993. Sicuramente la scarsa antropizzazione del bacino imbriferoinfluisce positivamente sulla salute del corso d’acqua.

Il fiume Chiese, analizzato prima dell’immissione nel Lago d’Idro, purpresentando una tendenza al miglioramento, a causa delle notevoli fluttuazioni deideflussi (si tratta di un corso d’acqua fortemente regimato), rende difficile un giudiziocomplessivo sulla base dell’indice sintetico, ma sembra presentare una netta tendenzaverso le classi migliori.

7) Canale Biffis: Mamma d’Avio – Avio 17) T. Leno: Ponte delle Zigherane - Rovereto

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22) T. Astico: Loc. Busatti – Folgaria 25) F. Chiese: Ponte dei Tedeschi – Storo

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chimico biologico batteriologico sintetico

Figura II.4.15: Andamento dell’indice chimico, biologico, batteriologico e sintetico nel periodo 1990-2000, osservato inaltri punti di prelievo.

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Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

PARTE II: Acque: quantità e qualità 61

II.4.3 Evoluzione della qualità acque nel decennio 1990-2000

L’evoluzione temporale della qualità delle acque è un indicatore utiledell’efficacia delle politiche di risanamento e delle dinamiche di produzione dei carichiinquinanti.

Per ottenere una rappresentazione sintetica ed efficace dell’evoluzione neltempo della qualità delle acque, sono state poste a confronto le situazioni registrate intre annate significative dell’ultimo decennio (1990 - Figura II.4.17, 1995 - FiguraII.4.18 e 2000 - Figura II.4.19).

Per quanto riguarda le modalità di acquisizione dei dati e più in generale lastrutturazione della rete di monitoraggio provinciale si rimanda al capitolo II.4.1.

L’analisi è stata effettuata seguendo la metodologia di classificazione vigentein Provincia che ha operato a livello di indicatori e non di singoli parametri misurati; inparticolare sono stati utilizzati gli indicatori chimico, batteriologico, biologico esintetico; i valori sono stati calcolati per tutte le ventiquattro stazioni che costituisconola rete di Monitoraggio principale dei corsi d'acqua trentini.

Per i soli dati relativi all’anno 2000 è stato anche applicato il sistema divalutazione e classificazione previsto dal decreto legislativo n.152/99 (e s.m.), perl’attuazione del quale è stata realizzata una rete di monitoraggio che comprendequattordici stazioni di campionamento.

La Figura II.4.16 riporta l'andamento medio degli indici esaminati. Si puòsubito notare come si registri un miglioramento generalizzato nel tempo di tutti gliindicatori (la qualità è inversamente proporzionale al numero della classe). Èparticolarmente significativa l’evoluzione della componente microbiologica che neldecennio considerato ha guadagnato più di una classe di qualità.

indici di qualità (valori medi provinciali)

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chimico biologico batteriologico sintetico

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1990

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Figura II.4.16: Indici di qualità delle acque superficiali: valori medi provinciali per gli anni 1990, 1995 e 2000.

Classe Valore

1 Buona qualità e non inquinato

2 Mediocre qualità e poco inquinato

3 Scadente qualità e inquinato

4 Cattiva qualità o molto inquinato

5 Pessima qualità o fortemente inquinato

Tabella II.4.6: Classi di qualità

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Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

PARTE II: Acque: quantità e qualità62

I valori riportati nel grafico precedente (Figura II.4.16) rappresentano unamedia dei valori rilevati su tutte le stazioni. I dati relativi a ciascuna stazione sonoinvece maggiormente dettagliati nelle pagine seguenti.

I punti di prelievo sono rappresentati con un codice numerico identificativo cherappresenta le località specificate nella tabella seguente.

Codice Corso d'acqua Comune Località

1 Fiume Adige S.Michele a/A Ponte Masetto

2 Fiume Adige Trento Ponte S.Lorenzo

3 Fiume Adige Trento Ponte di Mattarello

4 Fiume Adige Villalagarina Ponte di Villalagarina

5 Fiume Adige Mori Diga Enel

6 Fiume Adige Avio Ponte di Borghetto

7 Canale Biffis Avio Mama d'Avio

10 Torrente Noce Cavizzana Ponte di Cavizzana

11 Torrente Noce Mezzolombardo Ponte Rupe

12 Torrente Avisio Soraga Ponte di Soraga

13 Torrente Avisio Castello di Fiemme Bivio Lago di Stramentizzo

14 Torrente Avisio Lavis Ponte dei Vodi

15 Torrente Fersina Pergine Valsugana Ponte Regio

16 Torrente Fersina Trento Foce

17 Torrente Leno Rovereto Ponte delle Zigherane

19 Fiume Brenta Levico Ponte Cervia

20 Fiume Brenta Borgo Valsugana Ponte Cimitero

21 Fiume Brenta Grigno Ponte Filippini

22 Torrente Astico Folgaria Loc.Busatti

23 Fiume Sarca Ragoli Ponte di Ragoli

24 Fiume Sarca Nago-Torbole Loc.Pescaia

25 Fiume Chiese Storo Ponte dei Tedeschi

26 Torrente Avisio Faver Ponte S.P. Faver-Segonzano

27 Fiume Sarca Calavino Monte presa Enel - Limarò

Tabella II.4.7: Punti di prelievo per l’analisi della qualità delle acqua superficiali: codice numerico, corso d’acqua,comune e località.

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Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

PARTE II: Acque: quantità e qualità 67

II.4.4 Indicatore chimico

L'indicatore chimico è quello più variabile essendo fortemente influenzato dacondizioni istantanee delle concentrazioni dei vari inquinanti.

Sull'asta dell'Adige (punti da 1 a 6 in Figura II.4.20) si registra in genere unanetta tendenza al miglioramento, tanto che nel 2000 tutte le stazioni risultano inprima classe di qualità.

Sul Noce nella stazione a monte (punto10) la qualità chimica solorecentemente si attesta in prima classe, mentre più a valle (punto11) la condizione diuna buona qualità chimica si registra nell'intero periodo.

Sull'Avisio (punti 12, 13, 26 e 14) la condizione critica è legata alla stazionemontana di Soraga (punto 12), dove l'inquinamento idrico è evidente e peggiore chenel passato (terza classe di qualità): una concentrazione di fattori sfavorevoli hagiocato recentemente un ruolo più incisivo. Lungo il restante corso del fiume lasituazione è abbastanza stabile con condizioni di qualità chimica soddisfacenti.

Il Fersina (p.15 e16) non segnala particolari problematiche ed anche il Brenta(p.19-21) si mantiene stabilmente in I° classe di qualità.

Il fiume Sarca segnala un certo grado di sofferenza nella stazione a valle diTione (p.23) ma la tendenza è positiva; per il tratto successivo, fino alla foce (p.27 e24), l'indice chimico appare saldamente ancorato ad una I° classe.

Il Chiese nell'unica stazione indagata (p.25), fornisce nel tempo un quadrodella qualità chimica rassicurante (I° classe).

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punti di prelievo

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Figura II.4.20: Indicatore chimico: classi di qualità di tutti i punti di prelievo nel territorio provinciale, negli anni 1990,1995 e 2000.

II.4.4.1 Indicatore biologico

Lungo il corso dell'Adige (p.1-6 in Figura II.4.21), l'andamento della qualitàbiologica è discreto: l'indicatore si porta intorno ad una II° classe di qualità e rispettoalle precedenti annate la tendenza è positiva e confortante.

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Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

PARTE II: Acque: quantità e qualità68

Per il Noce si conferma nel punto 10 una III° classe; è così evidente unaproblematicità comune alle stazioni montane (vedi Soraga p. 12) o a quellepesantemente artificializzate (p16 - Fersina a Trento).

La stazione posta vicino alla confluenza con l'Adige (p.11) fornisce un quadromigliore (II° classe ) e migliorativo rispetto al passato.

L'Avisio dal punto di vista biologico, a parte quanto già accennato per lastazione più alta, mostra un lieve cedimento qualitativo sia nella stazione di Molina diFiemme (p.13) che alla foce (P.14) ponendosi fra una II° e una III° classe. Stabile iltratto cembrano (p.26) in II° classe.

La qualità biologica rilevata nel torrente Fersina è assai diversa nelle duesezioni indagate: la prima (p.15 - Pergine) descrive un ambiente in continuaevoluzione positiva : si passa infatti progressivamente da una III° classe del 1990 aduna I°/II° del 2000, mentre alla foce a Trento (p.16) viene confermata una III° classedi qualità biologica come nel 1990, nonostante che l'annata intermedia fosse migliore.

Anche per il Sarca l'andamento non è omogeneo: a Tione (p. 23) la tendenza èin lieve flessione e da una II° classe degli anni precedenti si passa ad una II°/III°,mentre alla foce (p.24) l'andamento è inverso e spostato verso una I°/II°.

Il Chiese (p.25) è di difficile interpretazione con giudizi di qualità moltovariabili legati probabilmente all'uso spinto delle acque per esigenze idroelettriche.

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Figura II.4.21: Indicatore biologico: classi di qualità di tutti i punti di prelievo nel territorio provinciale, negli anni 1990,1995 e 2000.

II.4.4.2 Indicatore batteriologico

Per l'indice di qualità batteriologica le considerazioni che si possono fare sonogeneralizzate: il miglioramento è riconoscibile su tutte le aste fluviali indagate eprogressivo nel tempo.

Spiccano alcuni esempi fra cui il punto 1 (S.Michele) sull'Adige e il punto 13(Molina di Fiemme) sull'Avisio, dove da una IV° classe di qualità registrata nel 1990 sipassa ad una II° classe nel 2000.

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Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

PARTE II: Acque: quantità e qualità 69

Permangono tuttavia alcune situazioni in cui si rileva un miglioramento neltratto meridionale dell'Adige da Mori a Borghetto (p.5-6), nel canale Biffis (p.7) esull'Avisio a Soraga (p.12).

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Figura II.4.22: Indicatore batteriologico: classi di qualità di tutti i punti di prelievo nel territorio provinciale, negli anni1990, 1995 e 2000.

II.4.4.3 Indice sintetico

Osservando l'andamento dell’indice sintetico sul fiume Adige si nota come finoal punto 4 il miglioramento sia deciso e uniforme: da una III° classe degli anniprecedenti verso una II° classe del 2000; nelle due stazioni successive (p.5 e p.6)invece la classe di qualità relativa all'ultimo anno considerato è la III°.

Sul Noce la situazione non varia e si delinea una certa stabilità in III° classenella stazione di monte (p.10) mentre una tendenza al miglioramento in quella di valle(p.11) dove l'indicatore scende in II° classe.

Tendenzialmente peggiorativo appare invece l'indicatore sintetico, lungol'intera asta del torrente Avisio (p.12, 13, 14), tranne nel tratto cembrano (p.26) dovemigliora lievemente.

Anche sul torrente Fersina, alla foce (p.16) l'ultima annata fa segnare un certoscadimento qualitativo, mentre a Pergine (p.15) viene confermata una II° classe.

Sul Brenta il trend è decisamente buono soprattutto nella prima stazione(p.19) dove l'indicatore, nel lasso di tempo considerato guadagna due classi di qualitàattestandosi in II° classe come le successive due stazioni (p.20 e 21).

Soddisfacente è la tendenza anche per il fiume Sarca dove a valle di Tione(p.23) si arriva ad una II° classe come nel 1990 e alla foce si assiste ad un netto eprogressivo miglioramento nel tempo giungendo ad una I°/II° classe.

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Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

PARTE II: Acque: quantità e qualità70

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Figura II.4.23: Indice sintetico: classi di qualità di tutti i punti di prelievo nel territorio provinciale, negli anni 1990,1995 e 2000.

II.4.4.4 Classificazione della qualità ai sensi del d.lgs.152/99 e.s.m.

Applicando i criteri di classificazione previsti da questo decreto ai dati rilevatinelle 14 stazioni di campionamento rappresentative dei soli corsi d'acqua risultanticome “significativi” secondo le disposizioni della norma, sono emerse le classificazioniriprodotte nel grafico che segue.

I valori ottenuti rappresentano lo Stato Ecologico dei Corsi d'Acqua (SECA) erisultano dall’integrazione del L.I.M. (Livello Inquinamento Macrodescrittori) conl'I.B.E. (Indice Biotico Esteso). La definizione dello Stato Ecologico dei Corsi d'acqua ènecessaria per l'individuazione dello Stato Ambientale dei corsi d'acqua, che entro il2016 dovrà raggiungere l'obiettivo di "buono".

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SECA anno 2000

Figura II.4.24: Stato Ecologico dei Corsi d’Acqua (SECA): classi di qualità dei punti di prelievo reputati “significativi”(anno 2000).

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Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

PARTE II: Acque: quantità e qualità 71

Dalla Figura II.4.24 si evince come già nella prima parte (anno 2000) dellafase conoscitiva del monitoraggio prevista dal citato decreto legislativo, tutti i corsid'acqua tranne tre (Noce a Cavizzana (p.10), Avisio a Lavis (p.14) e Sarca a Ragoli(p.23) siano già caratterizzati da uno Stato ecologico assimilabile al giudizio di"buono".

I valori assunti da questo indicatore nelle 14 stazioni esaminate sono riprodottianche in Figura II.4.25.

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Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

PARTE II: Acque: quantità e qualità 73

II.4.5 Evoluzione della qualità dei principali laghi

Il monitoraggio dei laghi del Trentino, al fine di definirne lo stato trofico, èstato condotto per vari anni dall’Istituto agrario di San Michele a/A.

Per la valutazione dello stato trofico si è fatto riferimento agli indici piùcomunemente usati, proposti da Carlson (1977) da Hakanson, (1980) e da OECD(1982), mediando tra loro i valori quando necessario. Tutti e tre gli indici sono basatisui valori di trasparenza con il Disco di Secchi, e sulle concentrazioni di clorofilla “a” edi fosforo totale.

I dati sono disponibili nei volumi presentati dall’Istituto a partire dall’anno1995 fino al 1998 e vengono qui riassunti in Tabella II.4.8 ([4], [5], [6] e [7]).

Relativamente all’anno 1999, 2000 e 2001 sono stati forniti dall’Istituto i datimancanti, con la precisazione che “il resoconto tabellare rappresenta una sintesi,peraltro talvolta solo indicativa di osservazioni, indagini o studi avviati o svoltinell’ambito di attività differentemente finalizzate, le cui risultanze sono in gran parteancora in corso di elaborazione” sottolineando inoltre “come risulta difficile ed èestremamente semplificativo se non talvolta fuorviante, attribuire uno stato trofico alaghi o specchi d’acqua il cui regime idrico non è naturale ma regolato”.

I rilievi eseguiti non sono continui negli anni e, in considerazione del numero dilaghi presenti in Trentino (il catasto di Tomasi, (1963) ne conta ben 297), solo unapiccola parte è stata oggetto di studio. Tra questi sono comunque presenti i laghi piùgrandi e maggiormente sottoposti ad antropizzazione e quindi suscettibili di alterazioniper intervento umano.

Il lago di Garda è stato sottoposto ad un continuo monitoraggio con frequenzedi campionamento pressoché mensili a partire dall’anno 1990, da parte dello stessoIstituto ed a partire dal 1997 da parte dell’Agenzia provinciale per la protezionedell’ambiente.

I risultati per la determinazione dello stato trofico sono stati valutati in baseall’indice OECD (1982) e si riferiscono ad una stazione collocata nella parte trentinadel lago (Tabella II.4.9).

Il decreto legislativo n° 152 dell’11 maggio 1999, aggiornato attraversodisposizioni correttive ed integrative di cui al decreto legislativo del 18 agosto 2000n°258, recependo alcune direttive comunitarie, ha sostanzialmente modificato lalegislazione in materia di tutela della risorsa idrica. Per quanto attiene i laghi, ildecreto ha introdotto importanti novità imponendo un monitoraggio dei laghi perdefinirne lo stato ambientale: sulla base delle rilevazioni dello stato ambientaledefinito, dovranno essere previsti gli eventuali interventi di risanamento. Il decreto hacosì imposto una organizzazione di monitoraggio per i laghi con superficie superiore a0,5 Km2 e per i bacini artificiali con superficie superiore a 1 km2 o con volume d’invasoalmeno pari a 5 milioni di m3.

L’Agenzia provinciale per la protezione dell’ambiente ha individuato i laghi ed ibacini da sottoporre a monitoraggio e, con le scarse risorse del laboratorio diidrobiologia di Riva dedicato al lago di Garda e con il supporto del Settore Laboratorioe Controlli, ha potuto iniziare il monitoraggio nell’anno 2000.

Il programma di monitoraggio delle risorse idriche (D. lgs.N.152/99, art.43)approvato con determinazione del Dirigente Generale del Dipartimento Ambiente il

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Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

PARTE II: Acque: quantità e qualità74

22/11/2001 prevede il monitoraggio dei seguenti laghi naturali, stabilendo i parametrida monitorare e la frequenza di campionamento:

• Garda

• Caldonazzo

• Ledro

• Levico

• Molveno

• Toblino

• Cavedine

e dei seguenti laghi e serbatoi artificiali:

• Stramentizzo

• S. Giustina

• Schener

• Lago delle Piazze

I dati rilevati sono riportati in Tabella II.4.10.

L’applicazione dei parametri di giudizio imposti dal decreto legislativo 152/99,interpretati rigorosamente portano, in base a questi primi risultati, ad unaclassificazione estremamente severa rispetto a quanto precedentemente ottenuto inbase all’applicazione di altri indici.

Sulla base di questi criteri di rilevazione dello stato ambientale, per tutti i laghisottoposti a monitoraggio, dovranno essere previsti eventuali interventi dirisanamento ambientale. Va precisato come la classificazione ottenuta sia daascriversi esclusivamente al tipo di macrodescrittori proposti dal citato decreto:clorofilla “a”, fosforo totale, trasparenza e ossigeno ipolimnico, e non ai parametriaddizionali che sono risultati sempre inferiori ai valori soglia. Verifiche effettuatepresso colleghi delle altre Regioni e relative alla classificazione dei laghi dicompetenza, confermano che questi macrodescrittori risultano decisamentepenalizzanti e non realistici rispetto al reale stato di qualità di questi ambienti.

Fra l’altro una recente raccolta dei dati a scala nazionale e relativi almonitoraggio ai sensi del d.lgs 152 /99 (effettuata dal centro tematico nazionale perl’anno 2000 e attualmente in stampa) classifica i laghi sia con l’indice di Carlson checon i macrodescrittori indicati dal citato decreto legislativo. Dal confronto risulta che “ilsistema di classificazione del d. lgs. 152/99 appare eccessivamente penalizzante per ilpanorama limnologico italiano.”

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Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

PARTE II: Acque: quantità e qualità 75

Lago 1995* 1996* 1997* 1998* 1999** 2000** 2001**

Cei mesotrofico mesotrofico

Lamar meso-oligotrofico

Santo di Monte Terlago mesotrofico

Terlago eutrofico eutrofico eutrofico eutrofico eutrofico eutrofico eutrofico

Colbricon Superiore mesotrofico mesotrofico oligo-mesotrofico

mesotrofico

Colbricon Inferiore oligo-mesotrofico

Lagorai oligotrofico

Santo di Cembra mesotrofico mesotrofico mesotrofico mesotrofico mesotrofico

Caldonazzo meso-eutrofico

meso-eutrofico

meso-eutrofico

mesotrofico mesotrofico mesotrofico mesotrofico

Lavarone meso-eutrofico

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meso-eutrofico

meso-eutrofico

mesotrofico meso -eutrofico

meso-eutrofico

Levico mesotrofico mesotrofico mesotrofico mesotrofico mesotrofico mesotrofico mesotrofico

Campo oligotrofico

Roncone eutrofico

Canzolino eutrofico eutrofico eutrofico eutrofico eutrofico eutrofico eutrofico

Erdemolo oligotrofico

Lases mesotrofico mesotrofico mesotrofico

Madrano eutrofico eutrofico eutrofico eutrofico eutrofico eutrofico eutrofico

Serraia eutrofico eutrofico eutrofico -ipertrofico

eutrofico -ipertrofico

eutrofico eutrofico eutrofico

Piazze mesotrofico mesotrofico mesotrofico? mesotrofico?

mesotrofico?

S. Colomba mesotrofico

Valle mesotrofico

Tovel oligotrofico oligotrofico oligotrofico oligotrofico oligotrofico oligotrofico oligotrofico

Cornisello Superiore oligotrofico

Lagolo mesotrofico

Molveno oligo-mesotrofico

oligo-mesotrofico

Ledro meso-oligotrofico

meso-oligotrofico

mesotrofico mesotrofico mesotrofico mesotrofico mesotrofico

Nambino oligotrofico

Tenno oligo-mesotrofico

S. Massenza mesotrofico

Toblino mesotrofico mesotrofico?

Cavedine mesotrofico

Valagola meso-oligotrofico

Bior eutrofico

Calaita eutrofico

Corvo oligotrofico

Costa eutrofico

Laghestel eutrofico

Nembia oligotrofico eutrofico

Pudro eutrofico

delle Rane eutrofico

Malghette Basse oligotrofico oligotrofico oligotrofico

Tabella II.4.8: Attribuzione di stato trofico effettuata dall’Istituto Agrario di San Michele a/A.

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Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

PARTE II: Acque: quantità e qualità76

Anno Categoria trofica

1992 meso-oligotrofico

1993 meso-oligotrofico

1994 meso-oligotrofico

1995 meso-oligotrofico

1996 oligo-mesotrofico

1997 oligo-mesotrofico

1998 oligo-mesotrofico

1999 meso-oligotrofico

2000 meso-oligotrofico

2001 oligo-mesotrofico

Tabella II.4.9: Attribuzione di stato trofico al lago di Garda negli anni (OECD 1982).

Lago 2000 2001

Garda Sufficiente Sufficiente

Ledro Scadente Pessimo

Toblino Pessimo Scadente

Cavedine Scadente Pessimo

Levico Pessimo Scadente

Caldonazzo Pessimo Scadente

Molveno Scadente

Bacino artificiale 2000 2001

Piazze Scadente Scadente

Schener Pessimo

Stramentizzo Pessimo

S. Giustina Sufficiente

Tabella II.4.10: Attribuzione dello stato ambientale secondo d. lgs.152/99 così come modificato dal d. lgs. 258/00.

II.4.6 Qualità delle comunità ittiche sulla base dell’Indice ISPIT/R

Per rappresentare lo stato delle comunità ittiche e, indirettamente, l’integritàecologica dei principali corsi d’acqua e laghi del Trentino è stato messo a punto eapplicato un indice specifico.

I dati di riferimento utilizzati sono stati ricavati dalla nuova Carta Ittica del2001 [23] nella quale gli ambienti acquatici provinciali vengono suddivisi in aree oecosistemi omogenei. Per ciascuno di essi sono stati elaborati gli elenchi delle specieittiche che avrebbero dovuto formare le comunità naturali, in assenza di alterazionilegate all’intervento antropico. Lo scopo è quello di consentire interventi di gestionedella fauna ittica mirati, in relazione alla specificità della tipologia ambientale e delgrado di alterazione.

Nella stessa carta ittica vengono riportate anche le specie realmente presentinei vari ambienti, consentendo così una comparazione tra le comunità ittiche reali equelle teoriche.

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Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

PARTE II: Acque: quantità e qualità 77

L’indice si basa sul raffronto tra la composizione della comunità itticapotenzialmente ospitabile nei diversi ambienti idrici omogenei e quella che risultarealmente insediata negli stessi; da ciò deriva la denominazione di “Indice discostamento tra popolamento ittico teorico e reale” (ISPI T/R). Questo indice misuraquindi il grado di alterazione di una comunità ittica in relazione all’intensità deiprocessi di alterazione degli ambienti acquatici o degli stessi popolamenti ittici.

Il valore dell’ISPI T/R di un tratto fluviale o di un lago è stato calcolato sullabase del rapporto tra il valore del popolamento reale (Vpr) e il valore del popolamentoteorico (Vpt):

ISPI T/R = Vpr / Vpt

Per la determinazione di Vpt si assegna a ciascuna specie che compone ilpopolamento teorico un peso che dipende dalla sua centralità (Ct) nell’ambito delpopolamento stesso.

Queste informazioni sono già presenti nella carta ittica secondo le seguentidefinizioni:

• Specie guida: componente più tipica del popolamento ittico di una tipologiaambientale definita, essendo presente in modo continuo e caratterizzante;

• Specie associata: specie non esclusiva, né caratteristica del popolamento itticodi una tipologia ambientale definita, ma costantemente associata alla specieguida;

• Specie marginale: specie non caratteristica del popolamento ittico di unatipologia ambientale definita, presente saltuariamente o comunquemarginalmente.

Centralità Peso (Ct)

Specie guida 100

Specie associata 33

Specie marginale 10

Tabella II.4.11: Valori di centralità nel popolamento ittico teorico.

Il valore del popolamento teorico risulta quindi dalla sommatoria dei pesicaratteristici di ogni specie nello specifico contesto ecosistemico:

∑=

=ni

iCtVpt,1

dove n è il numero di specie ittiche

Per la determinazione di Vpr si deve invece tener conto di più fattori:osservazioni storicamente registrate in una data stazione, immissioni dovute aripopolamenti (semine) o a fatti accidentali. Inoltre nel popolamento reale, accantoalla centralità delle specie autoctone che lo compongono, entra in gioco anche ilcondizionamento dovuto alla possibile presenza di specie alloctone, per le quali siconfigura un’influenza negativa sul valore complessivo della comunità ittica.

I fattori che concorrono alla determinazione di Vpr sono quindi:

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PARTE II: Acque: quantità e qualità78

A) centralità - alloctonia (Cr) – parametro che riassume numericamentel’importanza delle specie in relazione alla loro tipicità o meno nell’ambito dellospecifico contesto esaminato

centralità - alloctonia Peso (Cr)

Specie guida 100

Specie associata 33

Specie marginale 10

Specie alloctona poco diffusa - 10

Specie alloctona molto diffusa - 33

Tabella II.4.12: Valori di centralità-alloctonia popolamento ittico reale.

B) presenza storicizzata (p) – coefficiente che considera la presenza di specie nelpopolamento anche in relazione ad osservazioni storicamente registrate, al finedi conferire al popolamento reale una composizione che tenga conto anche dellasua storia e non solo del suo assetto attuale. Tra le specie del popolamento realepossono quindi comparire anche specie oggi non più presenti (estinte) masegnalate in passato, o anche specie la cui presenza risulta dubbia in quanto nonadeguatamente riscontrata.

Presenza storicizzata Valore (p)

Presente 1

dubbia 0,5

estinta 0

Tabella II.4.13: Valori di presenza storicizzata nel popolamento ittico reale.

C) caratteristiche semina (s) – coefficiente che dipende dalla frequenza con cuivengono effettuate le immissioni e dallo stadio evolutivo degli individui immessi.Nel caso di semine con frequenza superiore all’anno (o comunque accidentali) ilcoefficiente s assume valore pari all’unità (s = 1). Per semine con frequenza pario inferiore all’anno invece il valore di s si riduce al crescere dello stadio evolutivodei soggetti immessi. Nei casi in cui le semine comprendano diversi stadi si fariferimento solo a quello più evoluto.

Frequenza delle semine

≤ 1 anno > 1 anno

uova embrionate 1 1

avannotti 0,9 1

individui dell’anno 0,8 1Sta

dio

evo

luti

vo

adulti 0,6 1

Tabella II.4.14: Valori di frequenza delle semine nel popolamento ittico reale.

Il valore del popolamento reale risulta quindi:

∑=

⋅⋅=ni

iii spCrVpr,1

con n = numero di specie ittiche

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PARTE II: Acque: quantità e qualità 79

L’ISPI T/R può assumere valori inferiori o uguali a 1 e può essere negativo neicasi in cui risulti particolarmente significativa la presenza di specie alloctone.

Per semplificare la lettura di questo indice e per consentire unarappresentazione cartografica dei dati si è introdotta, al pari di quanto già avviene pergli altri indicatori di qualità delle acque, una suddivisione in classi di qualità secondo iseguenti intervalli:

Classe di qualità Valore ISPI T/R Colore associato

1^ - ottimo da 0,801 a 1,000 blu

2^ - buono da 0,601 a 0,800 verde

3^ - medio da 0,401 a 0,600 giallo

4^ - mediocre da 0,201 a 0,400 arancione

5^ - basso < 0,200 rosso

A titolo di esempio si riporta una applicazione di questa metodologia per iltratto del Torrente Fersina compreso tra le località Cantanghel e ponte Cornicchio (èun tratto in forra poco a est della città di Trento).

popolamento teorico:

Specie Centralità (Ct)

Trota marmorata specie guida 100

Barbo canino specie associata 33

Sanguinerola specie associata 33

Cobite barbatello specie associata 33

Scazzone specie associata 33

Cavedano specie marginale 10

Anguilla specie associata 10

Trota fario specie associata 10

Ibrido marm. X fario specie associata 10

Temolo specie associata 10

Vpt 282

popolamento reale:

specie Cr p s Cr x p x s

Anguilla 10 1 1 10

Barbo canino 33 1 1 33

Scazzone 33 1 1 33

Cavedano 10 1 1 10

Trota iridea - 33 1 1 - 33

Cobite barbatello 33 0,5 1 16,5

Sanguinerola 33 1 1 33

Trota marmorata 100 1 0,9 90

Ibrido marm. X fario 10 1 1 10

Trota fario 10 1 0,8 8

Vpr 210,5

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Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

PARTE II: Acque: quantità e qualità80

E quindi ISPI T/R = 210,5 / 282 = 0,746

Nel complesso i valori di indice determinati lungo tutto il corso del TorrenteFersina sono i seguenti:

dalle origini a Canezza 103 / 163 = 0,632

da Canezza a Cantanghel 192 / 292 = 0,658

da Cantanghel a P.te Cornicchio 210,5 / 282 = 0,746

da P.te Cornicchio alla foce 237 / 368 = 0,644

Essi ricadono tutti nella seconda classe di qualità, anche se, in alcuni casi, sicollocano all’estremo inferiore. È interessante osservare come il massimo valoredell’ISPI T/R corrisponda al tratto da Cantanghel a ponte Cornicchio (0,746), ovverodove il corso d’acqua, pur vicino all’area urbana, scorre in forra, è poco soggetto adisturbi antropici e non presenta interventi di regimazione idraulica significativi.

Analogamente a quanto riportato per il Torrente Fersina l’indice è statocalcolato per tutto il reticolo idrografico principale della Provincia e per i laghi dimaggiore estensione (si vedano le successive Tabella II.4.15 e Tabella II.4.16). Irisultati ottenuti sono inoltre rappresentati in Figura II.4.26.

Dall’analisi dei risultati sono anche emerse alcune condizioni critiche nellaapplicazione del metodo, riconducibili principalmente alle seguenti motivazioni:

• molte informazioni sono state raccolte mediante interviste di persone che, purqualificate in quanto pescatori del luogo, possono aver fornito dati non conformio omogenei fra loro;

• le stime sono di tipo qualitativo e non sono state utilizzate stime d’abbondanza,anche per il loro basso grado di affidabilità;

• negli ambienti di alta quota il numero di specie della comunità ittica ènaturalmente ridotto e quindi il valore complessivo di indice può venireinfluenzato in modo eccessivo da alcuni coefficienti negativi.

Relativamente a questo ultimo aspetto è significativo quanto emerso nel trattosuperiore del Torrente Cismon dalle sorgenti alla confluenza con il Torrente Canali:

popolamento teorico:

Specie Centralità (Ct)

Trota fario specie guida 100

Scazzone specie associata 33

Barbo canino specie marginale 10

Sanguinerola specie marginale 10

Trota Marmorata specie marginale 10

Ibrido marm. X fario specie marginale 10

Vpt 173

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Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

PARTE II: Acque: quantità e qualità 81

popolamento reale:

specie Cr p s Cr x p x s

Trota fario 100 1 0,6 60

Scazzone 33 0,5 1 16,5

Trota marmorata 10 0,5 1 5

Salmerino di fonte - 33 1 1 - 33

Trota iridea - 33 1 1 - 33

Vpr 15,5

E quindi ISPI T/R = 15,5 / 173 = 0,090

Si tratta di un valore di indice molto basso che probabilmente risultapenalizzato dal fatto che le due specie alloctone pesano eccessivamente rispetto allecinque complessivamente presenti.

I casi “limite” come questo sono stati segnalati in Figura II.4.26 con un puntoesclamativo.

Codice Corso d’acqua Tratto Vpt Vpr ISPI T/R

A000010 Fiume Adige Ala-Borghetto 723 451,0 0,620

A000020 Fiume Adige Mori-Ala 700 451,5 0,640

A000030 Fiume Adige Calliano-Mori 700 405,0 0,580

A000040 Fiume Adige Trento-Calliano 647 454,5 0,700

A000050 Fiume Adige Zambana-Trento 647 454,5 0,700

A000060 Fiume Adige Cadino-Zambana 624 418,0 0,670

A052012 Torrente Leno di Terragnolo 153 152,0 0,990

A052020 Torrente Leno di Vallarsa e affluenti alto 133 95,0 0,710

A052A12 Leno di Vallarsa medio 163 110,0 0,670

A100010 Torrente Avisio Lavis-foce 474 334,5 0,710

A100020 Torrente Avisio Piazzo-Lavis 315 274,0 0,870

A100030 Torrente Avisio Stramentizzo-Piazzo 249 171,0 0,690

A100040 Torrente Avisio Predazzo-Stramentizzo 272 121,0 0,440

A100050 Torrente Avisio Pozza di Fassa-Predazzo 252 59,5 0,240

A100060 Torrente Avisio origini-Pozza di Fassa 186 53,5 0,290

A200010 Torrente Fersina P.te Cornicchio - foce 368 237,0 0,640

A200020 Torrente Fersina Cantanghel - P.te Cornicchio 282 210,5 0,750

A200030 Torrente Fersina Canezza - Cantanghel 292 192,0 0,660

A200040 Torrente Fersina origini - Canezza 163 103,0 0,630

A300010 Torrente Noce Mezzocorona-foce 670 507,0 0,760

A300020 Torrente Noce Rocchetta-Mezzocorona 591 378,5 0,640

A300030 Torrente Noce S.Giustina-Rocchetta 508 189,0 0,370

A300040 Torrente Noce Terzolas-S.Giustina 259 98,0 0,380

A300050 Torrente Noce Ossana-Terzolas 236 123,0 0,520

A300060 Torrente Noce Cogolo-Ossana 193 139,0 0,720

A300070 Torrente Noce di Val del Monte 186 96,5 0,520

A301012 Torrente Noce Bianco 130 90,0 0,690

A354010 Torrente Rabbies e affluenti alto 153 77,0 0,500

A354A12 Torrente Rabbies medio 206 109,9 0,530

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Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

PARTE II: Acque: quantità e qualità82

Codice Corso d’acqua Tratto Vpt Vpr ISPI T/R

A354A22 Torrente Rabbies basso 216 111,0 0,510

B000010 Fiume Brenta Borgo-Primolano 690 411,5 0,600

B000020 Fiume Brenta Levico-Borgo 680 339,5 0,500

B000030 Fiume Brenta Brenta-Levico 457 271,0 0,590

B000F20 Fiume Brenta Vecchio 365 197,4 0,540

B100010 Torrente Vanoi basso 249 186,0 0,750

B100020 Torrente Vanoi medio 216 105,0 0,490

B100030 Torrente Vanoi alto 206 147,9 0,720

B200010 Torrente Cismon medio 315 139,0 0,440

B200020 Torrente Cismon alto 173 15,5 0,090

E100010 Fiume Sarca Dro-Garda 547 274,2 0,500

E100020 Fiume Sarca Sarche-Dro 497 294,0 0,590

E100030 Fiume Sarca Limarò-Sarche 427 289,5 0,680

E100040 Fiume Sarca Tione-Limarò 348 200,4 0,580

E100050 Fiume Sarca Pinzolo-Tione 272 147,0 0,540

E100060 Torrente Sarca di Campiglio 173 35,0 0,200

E102000 Torrente Sarca di Nambrone e affluenti 110 47,0 0,430

E103010 Torrente Sarca di Genova e affluenti alto 120 47,0 0,390

E103A12 Torrente Sarca di Genova basso 216 94,5 0,440

E200010 Fiume Chiese Storo-Idro 510 248,0 0,490

E200020 Fiume Chiese Cimego-Storo 500 236,4 0,470

E200030 Fiume Chiese Bissina-Cimego 183 18,0 0,100

E200040 Fiume Chiese Origini-Bissina 163 47,0 0,290

Tabella II.4.15: Valori dell’ISPI T/R nei corsi d’acqua provinciali (anno 2001).

Codice Corpo idrico Vpt Vpr ISPI T/R

A0006 lago di Terlago 361 264,4 0,730

A1008 lago di Forte Buso o di Paneveggio 143 70,0 0,490

A2003 lago della Serraia 308 278,0 0,900

A3004 lago di S.Giustina 295 63,2 0,210

A3060 lago di Tovel 166 166,0 1,000

B0001 lago di Caldonazzo 553 314,0 0,570

B0002 lago di Levico 543 344,0 0,630

E1054 lago di Molveno 483 379,0 0,780

E1070 lago di Ledro 530 335,5 0,630

E1071 lago di Tenno 341 58,0 0,170

E1074 lago di Cavedine 490 381,5 0,780

E1075 lago di Toblino 490 347,0 0,710

E1076 lago di S. Massenza 513 358,5 0,700

E2004 lago di Malga Bissina 76 -29,7 -0,390

Tabella II.4.16: Valori dell’ISPI T/R nei principali laghi trentini (anno 2001).

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Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

PARTE II: Acque: quantità e qualità 85

II.5 Riferimenti bibliografici

[1] Necessità di acqua irrigua nel Trentino [G. Toller (Unità OperativaAgrometereologica e Clima _ Istituto Agrario di San Michele all’Adige IASMA)]

[2] Valutazione della qualità ambientale dei principali corpi idrici trentini recettori diacque reflue depurate [Provincia Autonoma di Trento (Dipartimento LavoriPubblici e Protezione Civile – Servizio Opere Igieniche Sanitarie – UfficioGestione – Laboratorio Chimico-Biologico)]

[3] Centro Tematico Nazionale Acque interne e marino Costiere – Raccolta edelaborazione dei dati relativi alle acque dei laghi (anno 2000) (in stampa)

[4] Istituto Agrario di San Michele a/A- Caratteristiche limnologiche dei laghi delTrentino rapporto 1995

[5] Istituto Agrario di San Michele a/A- Caratteristiche limnologiche dei laghi delTrentino rapporto 1996

[6] Istituto Agrario di San Michele a/A- Caratteristiche limnologiche dei laghi delTrentino rapporto 1997

[7] Istituto Agrario di San Michele a/A- Caratteristiche limnologiche dei laghi delTrentino rapporto 1998

[8] Joint Research Centre - G. Premazzi G. Chiaudani- Ecological quality of surfacewaters- 1992

[9] Provincia Autonoma di Trento – Agenzia provinciale per la protezionedell’ambiente – Rapporto sullo stato dell’ambiente – aggiornamento degliindicatori 2000 e 1.

[10] Provincia Autonoma di Trento – Agenzia Provinciale per le Protezionedell’Ambiente – Qualità delle acque superficiali; monitoraggio dei corsi principaliin provincia di Trento; Elaborazione complessiva per il decennio 1990-1999.

[11] Provincia Autonoma di Trento – Agenzia Provinciale per le Protezionedell’Ambiente – Rapporto sullo Stato dell’Ambiente 1998.

[12] Provincia Autonoma di Trento – Agenzia Provinciale per le Protezionedell’Ambiente – Rapporto sullo Stato dell’Ambiente 2000 e 1.

[13] Provincia Autonoma di Trento – Agenzia Provinciale per le Protezionedell’Ambiente – Qualità delle acque superficiali; metodologie e criteri generaliadottati in provincia di Trento; prima revisione.

[14] Provincia Autonoma di Trento – Gli impianti di depurazione pubblici nellaProvincia Autonoma di Trento; Caratteristiche, dati di funzionamento erendimenti; Triennio 1996 – 1998.

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Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

PARTE II: Acque: quantità e qualità 86

[15] Provincia Autonoma di Trento – Piano Generale di utilizzazione delle acque pubbliche della Provincia Autonoma di Trento e Dispositivo del Piano Generale di utilizzazione delle acque pubbliche della Provincia Autonoma di Trento (1984).

[16] Provincia Autonoma di Trento –Agenzia provinciale per la protezione dell’ambiente – Quaderno del Garda - 1996/1997/1998

[17] Provincia Autonoma di Trento –Agenzia provinciale per la protezione dell’ambiente – Quaderno del Garda - 1999/2000 (in stampa)

[18] Provincia Autonoma di Trento -Istituto Agrario di San Michele a/A – Quaderno del Garda - 1992

[19] Provincia Autonoma di Trento -Istituto Agrario di San Michele a/A – Quaderno del Garda - 1993

[20] Provincia Autonoma di Trento -Istituto Agrario di San Michele a/A – Quaderno del Garda - 1994

[21] Provincia Autonoma di Trento -Istituto Agrario di San Michele a/A – Quaderno del Garda - 1995

[22] Testo aggiornato del d. lgs. 11 maggio 1999, n.152, recante: “ Disposizioni sulla tutela delle acque dall’inquinamento e recepimento della direttiva 91/271/CEE concernente il trattamento delle acque reflue urbane e della direttiva 91/676/CEE relativa alla protezione delle acque dall’inquinamento provocato dai nitrati provenienti da fonti agricole”, a seguito delle disposizioni correttive ed integrative di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 258 – Supplemento ordinario della G.U.n.246 del 20/10/2000.

[23] Prima revisione della Carta Ittica della Provincia di Trento, approvata con deliberazione della giunta provinciale n. 2432 del 21 settembre 2001.

[24] Beccari, Passino, Ramadori, Vismara – Rimozione di azoto e fosforo dai liquami – HOEPLI, 1993.

[25] Bozzola, Damiani – Trattamenti preliminari e trattamenti primari delle acque di scarico urbane – IA, 6 giugno 1991.

[26] Autorità di bacino del fiume Adige – Qualità e risanamento delle acque superficiali e sotterranee nel bacino idrografico del fiume Adige – Obiettivi a scala di bacino e priorità di intervento, art. 44 D. Lgs. n. 152/1999 come modificato dal D. Lgs. n. 258/2000. – Luglio 2002.

[27] Autorità di bacino del fiume Po – Progetto di Piano stralcio per il controllo dell’Eutrofizzazione (PsE) – gennaio 2001.

[28] Vighi, Chiaudani – Una nuova metodologia per la valutazione della capacità recettiva degli ambienti lacustri: il modello mei e sua applicazione nei piani di risanamento – INGEGNERIA AMBIENTALE, VOL. 15, N. 5, MAGGIO 1986.

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Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

PARTE II: Acque: quantità e qualità i

INDICE DELLE TABELLE

Tabella II.1.1: Precipitazioni medie mensili [mm] e relativo volume annuo. ..........................3 Tabella II.1.2: Portate medie mensili e volume annuo delle immissioni d’alveo......................8 Tabella II.1.3: Strutture idroelettriche che determinano immissioni nei bacini provinciali. .......8 Tabella II.1.4: Portate medie mensili e volume annuo delle immissioni artificiali. ...................9 Tabella II.1.5: Valori di Kc associati alle singole classi di uso del suolo “Corine.” .................. 10 Tabella II.1.6: Valore di Ra utilizzati. ........................................................................... 12 Tabella II.1.7: Evapotraspirazioni medie mensili e volumi corrispondenti. ........................... 21 Tabella II.1.8: Portate medie mensili e volume annuo delle portate uscenti dai singoli bacini. 22 Tabella II.1.9: Strutture idroelettriche che determinano emissioni dai bacini provinicali. ....... 22 Tabella II.1.10: Portate medie mensili e volume annuo delle emissioni artificiali. ................. 23 Tabella II.1.11: Volume utile e volume utilizzato e indice di utilizzazione annui. .................. 24 Tabella II.2.1: Produzione di inquinanti procapite (valori medi riportati in letteratura). ......... 28 Tabella II.2.2: Concentrazioni limite agli scarichi imposte dal T.U.L.P. ............................... 29 Tabella II.2.3: Quantitativi di nutrienti utilizzati per stimare il carico di tipo diffuso per le

diverse colture...................................................................................... 30 Tabella II.2.4:Carico antropico residuo afferito al territorio in termini di BOD5 (Biochemical

Oxygen Demand) suddiviso per sottobacino............................................... 31 Tabella II.2.5: Carico antropico residuo afferito al territorio in termini di Ntot (Azoto totale)

suddiviso per sottobacino. ...................................................................... 31 Tabella II.2.6: Carico antropico residuo afferito al territorio in termini di Ptot (Fosforo totale)

suddiviso per sottobacino. ...................................................................... 31 Tabella II.3.1: Dati relativi agli impianti biologici di depurazione a partire dal 1995, anno in

cui è iniziata la loro raccolta metodica ed omogenea che consente una corretta comparazione degli stessi nel tempo......................................................... 36

Tabella II.3.2: Abitanti serviti da collettori. ................................................................... 39 Tabella II.3.3: Abitanti serviti da depuratori. ................................................................. 39 Tabella II.4.1: I 27 punti del monitoraggio principale sui corsi d’acqua naturali prima

dell’entrata in vigore del D. Lgs 152/1999 così come modificato dal D.M. 258/2000. ........................................................................................... 43

Tabella II.4.2: I 13 punti di prelievo del monitoraggio dei corsi d’acqua significativi secondo del D. Lgs. 152/1999. ............................................................................ 43

Tabella II.4.3: I punti di prelievo del monitoraggio dei canali artificiali significativi secondo del D. Lgs. 152/1999. ............................................................................ 44

Tabella II.4.4: Punti di prelievo del monitoraggio dei corsi d’acqua principali per i quali si dispone della misura di portata (in corsivo-grassetto sono evidenziati i punti nei quali la portata viene stimata da misure a monte e/o a valle della sezione). ............................................................................................. 44

Tabella II.4.5: Punti prelievo del monitoraggio secondario. .............................................. 45 Tabella II.4.6: Classi di qualità ................................................................................... 61 Tabella II.4.7: Punti di prelievo per l’analisi della qualità delle acqua superficiali: codice

numerico, corso d’acqua, comune e località. .............................................. 62 Tabella II.4.8: Attribuzione di stato trofico effettuata dall’Istituto Agrario di San Michele a/A. 75 Tabella II.4.9: Attribuzione di stato trofico al lago di Garda negli anni (OECD 1982)............. 76 Tabella II.4.10: Attribuzione dello stato ambientale secondo d. lgs.152/99 così come

modificato dal d. lgs. 258/00. .................................................................. 76

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Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

PARTE II: Acque: quantità e qualità ii

Tabella II.4.11: Valori di centralità nel popolamento ittico teorico. .................................... 77 Tabella II.4.12: Valori di centralità-alloctonia popolamento ittico reale............................... 78 Tabella II.4.13: Valori di presenza storicizzata nel popolamento ittico reale. ....................... 78 Tabella II.4.14: Valori di frequenza delle semine nel popolamento ittico reale. .................... 78 Tabella II.4.15: Valori dell’ISPI T/R nei corsi d’acqua provinciali (anno 2001)...................... 82 Tabella II.4.16: Valori dell’ISPI T/R nei principali laghi trentini (anno 2001)........................ 82

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Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

PARTE II: Acque: quantità e qualità iii

INDICE DELLE FIGURE

Figura II.1.1: Precipitazione media del mese più piovoso (giugno). .....................................4 Figura II.1.2: Precipitazione media del mese meno piovoso (gennaio). ................................5 Figura II.1.3: Precipitazione media mensile nei principali bacini. .........................................6 Figura II.1.4: Andamento delle precipitazioni medie mensili. ..............................................7 Figura II.1.5: Coefficiente colturale (KC .). ..................................................................... 13 Figura II.1.6: Stazioni termopluviometriche utilizzate per il calcolo dell’ETp. ....................... 14 Figura II.1.7: Evapotraspirazione di riferimento del mese di gennaio(Et0)........................... 15 Figura II.1.8: Evapotraspirazione di riferimento del mese di agosto (Et0). .......................... 16 Figura II.1.9: Evapotraspirazione potenziale del mese di gennaio (ETp). ............................ 17 Figura II.1.10: Evapotraspirazione potenziale del mese di agosto (ETp). ............................ 18 Figura II.1.11: Evapotraspirazione potenziale mensile (ETP) nei principali bacini. ................. 19 Figura II.1.12: Andamento dell’evapotraspirazione media mensile (ETp). ........................... 21 Figura II.1.13: Indice di utilizzazione (esclusi usi idroelettrici).......................................... 25 Figura II.1.14: Indice di utilizzazione (inclusi usi idroelettrici). ......................................... 25 Figura II.1.15: Schema dei volumi d’acqua (in miliardi di m3) coinvolti nel bilancio idrico

provinciale. .......................................................................................... 26 Figura II.2.1: Densità di carico antropico BOD5.............................................................. 32 Figura II.2.2: Densità di carico antropico Ntot. ............................................................... 33 Figura II.2.3: Densità di carico antropico Ptot................................................................. 34 Figura II.3.1: Impianti di depurazione della Provincia di Trento (situazione aggiornata al

2002). ................................................................................................ 38 Figura II.4.1: Dislocazione dei punti di monitoraggio principale – significativo..................... 46 Figura II.4.2: Dislocazione dei punti di monitoraggio secondario. ...................................... 46 Figura II.4.3: Andamento dell’indice chimico, biologico, batteriologico e sintetico nel periodo

1990-2000, osservato in ogni punto di prelievo del fiume Adige. ................... 49 Figura II.4.4: Andamento dell’indice chimico, biologico, batteriologico e sintetico nelle sei

stazioni di monitoraggio del fiume Adige, nel periodo 1990-2000. .................. 50 Figura II.4.5: Andamento dell’indice chimico, biologico, batteriologico e sintetico nel periodo

1990-2000, osservato in ogni punto di prelievo del torrente Avisio................. 51 Figura II.4.6: Andamento dell’indice chimico, biologico, batteriologico e sintetico nelle

quattro stazioni di monitoraggio sul torrente Avisio, nel periodo di osservazione 1990-2000. ....................................................................... 52

Figura II.4.7: Andamento dell’indice chimico, biologico, batteriologico e sintetico nel periodo 1990-2000, osservato in ogni punto di prelievo del fiume Brenta. .................. 53

Figura II.4.8: Andamento dell’indice chimico, biologico, batteriologico e sintetico nelle tre stazioni di monitoraggio sul fiume Brenta, nel periodo di osservazione 1990-2000. .................................................................................................. 54

Figura II.4.9: Andamento dell’indice chimico, biologico, batteriologico e sintetico nel periodo 1990-2000, osservato in ogni punto di prelievo del torrente Fersina. .............. 55

Figura II.4.10: Andamento dell’indice chimico, biologico, batteriologico e sintetico nelle due stazioni di monitoraggio sul torrente Fersina, nel periodo di osservazione 1990-2000. .......................................................................................... 55

Figura II.4.11: Andamento dell’indice chimico, biologico, batteriologico e sintetico nel periodo 1990-2000, osservato in ogni punto di prelievo del torrente Noce. ...... 56

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Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

PARTE II: Acque: quantità e qualità iv

Figura II.4.12: Andamento dell’indice chimico, biologico, batteriologico e sintetico nelle due stazioni di monitoraggio sul torrente Noce, nel periodo di osservazione 1990-2000. .................................................................................................. 57

Figura II.4.13: Andamento dell’indice chimico, biologico, batteriologico e sintetico nel periodo 1990-2000, osservato in ogni punto di prelievo del fiume Sarca. ........ 58

Figura II.4.14: Andamento dell’indice chimico, biologico, batteriologico e sintetico nelle tre stazioni di monitoraggio sul fiume Sarca, nel periodo di osservazione 1990-2000. .................................................................................................. 59

Figura II.4.15: Andamento dell’indice chimico, biologico, batteriologico e sintetico nel periodo 1990-2000, osservato in altri punti di prelievo................................. 60

Figura II.4.16: Indici di qualità delle acque superficiali: valori medi provinciali per gli anni 1990, 1995 e 2000. ............................................................................... 61

Figura II.4.17: Indicatori della stato ecologico dei corsi d’acqua (situazione al 1990)............ 63 Figura II.4.18: Indicatori della stato ecologico dei corsi d’acqua (situazione al 1995)............ 64 Figura II.4.19: Indicatori della stato ecologico dei corsi d’acqua (situazione 2000). .............. 65 Figura II.4.20: Indicatore chimico: classi di qualità di tutti i punti di prelievo nel territorio

provinciale, negli anni 1990, 1995 e 2000. ................................................ 67 Figura II.4.21: Indicatore biologico: classi di qualità di tutti i punti di prelievo nel territorio

provinciale, negli anni 1990, 1995 e 2000. ................................................ 68 Figura II.4.22: Indicatore batteriologico: classi di qualità di tutti i punti di prelievo nel

territorio provinciale, negli anni 1990, 1995 e 2000. .................................... 69 Figura II.4.23: Indice sintetico: classi di qualità di tutti i punti di prelievo nel territorio

provinciale, negli anni 1990, 1995 e 2000. ................................................ 70 Figura II.4.24: Stato Ecologico dei Corsi d’Acqua (SECA): classi di qualità dei punti di

prelievo reputati “significativi” (anno 2000). .............................................. 70 Figura II.4.25: SECA Indicatori della stato ecologico dei corsi d’acqua (situazione al 2000). .. 72 Figura II.4.26: Indice di raffronto tra popolamento ittico Reale e Teorico. .......................... 83