Parrocchia San Lorenzo, Riozzo 30 Dicembre 2018. Santa …orma settimanale... · Giuseppe e Paola;...

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Primo giorno dell’anno. Chissà da dove viene l’ uso di prendere l’im- maginetta di un Santo, invocato come patrono dell’anno. Il Santo non si sceglie, si prende a caso come un dono. segui L’Orma Il titolo non è sbagliato. Si tratta della nascita del bambino. Javi grida, con gli altri volontari, per infrangere il fra- stuono delle ondate e il fischio del vento selvaggio: “Kids, baby, bebé, enfant”. Le voci, nel buio, lanciano l’ appello: i bambini, prima di tutti pas- sate i bambini. Quando il mare non è quella distesa amica che guardi sdra- iato dalla spiaggia, i bambini devono essere salvati subito. E dopo i primi piccoli trasbordati in fretta sulla velo- ce imbarcazione della Ong spagnola, sul gommone gli uomini, quasi tutti africani subsahariani, fanno largo a una donna. Si sporge stringendo for- te una coperta arrotolata. Il modo in cui tiene quegli stracci insospettisce gli operatori. Dentro, fradicio e spor- co, c’era Sam, nato meno di quaran- tott’ore prima su una spiaggia libica. Salì, la madre, lo aveva dato alla luce più in fretta possibile: non voleva ri- schiare di venire riportata indietro, nella prigione dei trafficanti. Sam tre- mava dal freddo. Completamente nu- do, il cordone omeblicale tagliato chissà come. Sporco di sangue rap- preso e di vernice caseosa ancora ap- piccicata sulla testa e la schiena. Non avrebbe potuto reggere ancora un giorno alla deriva. “Non potevo cre- dere che fosse così piccolo” confessa Javi, stampando nella memoria il mo- mento in cui lo ha afferrato. Il padre, a quanto si è potuto verificare, non era sul barcone. Del resto, fino a che Salì non vorrà raccontare cosa è acca- duto nei nove mesi precedenti, le do- mande rischiano di essere l’ennesima violenza. Tra i 307 salvati nel corso di tre interventi in mare aperto, nessuno aveva con sé nemmeno una zainetto. Fino a qualche tempo fa, i migranti che traversavano il Mediterraneo in- dossavano una corazza di panni, stra- to su strato, per proteggersi dai gelidi schiaffi del mare d’inverno e portarsi appresso le uniche cose di cui erano proprietari. Da quando i salvataggi si sono diradati, neanche questa accor- tezza si usa più: in caso di naufragio gli abiti si inzuppano e aumentano il peso che tira giù e manda a fondo o- gni residua speranza. Poche navi sfi- dano l’angoscia del mare tra i boicot- taggi dei governi europei da un parte e il silenzio libico dall’altra. Se non si sa quanti partono, nemmeno si cono- sce il numero dei morti affogati.L’uni- co modo per saperlo è esserci: tra il 21 e il 23 dicembre sono stati inter- cettati sette barconi: per quattro di essi sono riuscite a intervenire le navi umanitarie, altre tre sono state inter- cettate dai libici, col ritorno all’infer- no di cui si sa molto e si dice poco. Dopo un braccio di ferro di ore, sopra la nave spagnola è giunto finalmente un elicottero maltese, disposto a tra- sbordare Salì e Sam in un ospedale della Valletta: il bambino aveva una temperatura inferiore ai 34 gradi. La “missione di Natale” ha fotografato a bordo il presepe vivente dei naufra- ghi. La poetessa polacca premio No- bel Wislawa Szymborska, scrive:“Alla nascita d’un bimbo il mondo non è mai pronto”. Neanche a Natale. Nello Scavo, Avvenire del 23/12 Natale Liturgia viva Si diceva dell’omelia. La brevità non è il requisito fondamentale, anche se è sicuramente gradito. Se ci si pensa un momento: in pochi minuti occorre offri- re agli ascoltatori un messaggio sen- sato, a partire da testi impegnativi, scritti secoli fa, di cui molti non hanno precisa conoscenza. I testi vanno spesso contestualizzati nella vicenda storica e culturale che li ha prodotti, conducendoli ad essere significativi per la vicenda storica e culturale di oggi, dei presenti. Insieme ai testi, il significato della festa celebrata, per esempio, il Corpus Domini, l’Immaco- lata, la Quaresima, la Pentecoste… come pretendere che tutto avvenga in cinque minuti? La preparazione fa tan- to, ma anche gli ascoltatori hanno un ruolo determinante, quanto meno con la benevolenza dell’atteggiamento. Parrocchia San Lorenzo, Riozzo 30 Dicembre 2018. Santa Famiglia di Gesù, Maria, Giuseppe Buon Anno! Chi ha goduto di gioie e benedizioni il 2018 che si chiude, spera in una replica felice. Chi porta con sé il peso di dispiaceri e tristezze, preferisce augurarsi qualcosa di meglio dal 2019. In ogni caso, il Signore ci dia la grazia di accogliere come un dono ogni nuovo giorno. L’ORMONE Bastoni, roncole e martelli: con questo ar- mamentario gli idioti fanatici di vari movi- menti extra sportivi, extra società ed extra intelligenza andavano allo stadio. Per tifa- re? Ma va là! Per fare casino, distruggere, dar fastidio, provocare, insultare. L’impron- ta deleteria che segna tante persone prive di ogni sano equilibrio e di minima maturità umana, avrebbe bisogno di più coraggiose prese di distanza, da parte di tutti. Tutti.

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Primo giorno dell’anno. Chissà da dove viene l’ uso di prendere l’im-

maginetta di un Santo, invocato come patrono dell’anno. Il Santo non si sceglie, si prende a caso come un dono.

segui L’Orma

Il titolo non è sbagliato. Si tratta della nascita del bambino. Javi grida, con gli altri volontari, per infrangere il fra-stuono delle ondate e il fischio del vento selvaggio: “Kids, baby, bebé, enfant”. Le voci, nel buio, lanciano l’ appello: i bambini, prima di tutti pas-sate i bambini. Quando il mare non è quella distesa amica che guardi sdra-iato dalla spiaggia, i bambini devono essere salvati subito. E dopo i primi piccoli trasbordati in fretta sulla velo-ce imbarcazione della Ong spagnola, sul gommone gli uomini, quasi tutti africani subsahariani, fanno largo a una donna. Si sporge stringendo for-te una coperta arrotolata. Il modo in cui tiene quegli stracci insospettisce gli operatori. Dentro, fradicio e spor-

co, c’era Sam, nato meno di quaran-tott’ore prima su una spiaggia libica. Salì, la madre, lo aveva dato alla luce più in fretta possibile: non voleva ri-schiare di venire riportata indietro, nella prigione dei trafficanti. Sam tre-mava dal freddo. Completamente nu-do, il cordone omeblicale tagliato chissà come. Sporco di sangue rap-preso e di vernice caseosa ancora ap-piccicata sulla testa e la schiena. Non avrebbe potuto reggere ancora un giorno alla deriva. “Non potevo cre-dere che fosse così piccolo” confessa Javi, stampando nella memoria il mo-mento in cui lo ha afferrato. Il padre,

a quanto si è potuto verificare, non era sul barcone. Del resto, fino a che Salì non vorrà raccontare cosa è acca-duto nei nove mesi precedenti, le do-mande rischiano di essere l’ennesima violenza. Tra i 307 salvati nel corso di tre interventi in mare aperto, nessuno aveva con sé nemmeno una zainetto. Fino a qualche tempo fa, i migranti che traversavano il Mediterraneo in-dossavano una corazza di panni, stra-to su strato, per proteggersi dai gelidi schiaffi del mare d’inverno e portarsi appresso le uniche cose di cui erano proprietari. Da quando i salvataggi si sono diradati, neanche questa accor-tezza si usa più: in caso di naufragio gli abiti si inzuppano e aumentano il peso che tira giù e manda a fondo o-gni residua speranza. Poche navi sfi-dano l’angoscia del mare tra i boicot-taggi dei governi europei da un parte e il silenzio libico dall’altra. Se non si sa quanti partono, nemmeno si cono-sce il numero dei morti affogati.L’uni-co modo per saperlo è esserci: tra il 21 e il 23 dicembre sono stati inter-cettati sette barconi: per quattro di essi sono riuscite a intervenire le navi umanitarie, altre tre sono state inter-cettate dai libici, col ritorno all’infer-no di cui si sa molto e si dice poco. Dopo un braccio di ferro di ore, sopra la nave spagnola è giunto finalmente un elicottero maltese, disposto a tra-sbordare Salì e Sam in un ospedale della Valletta: il bambino aveva una temperatura inferiore ai 34 gradi. La “missione di Natale” ha fotografato a bordo il presepe vivente dei naufra-ghi. La poetessa polacca premio No-bel Wislawa Szymborska, scrive:“Alla nascita d’un bimbo il mondo non è mai pronto”. Neanche a Natale. Nello Scavo, Avvenire del 23/12

Natale Liturgia viva

Si diceva dell’omelia. La brevità non è il requisito fondamentale, anche se è sicuramente gradito. Se ci si pensa un momento: in pochi minuti occorre offri-re agli ascoltatori un messaggio sen-sato, a partire da testi impegnativi, scritti secoli fa, di cui molti non hanno precisa conoscenza. I testi vanno spesso contestualizzati nella vicenda storica e culturale che li ha prodotti, conducendoli ad essere significativi per la vicenda storica e culturale di oggi, dei presenti. Insieme ai testi, il significato della festa celebrata, per esempio, il Corpus Domini, l’Immaco-lata, la Quaresima, la Pentecoste… come pretendere che tutto avvenga in cinque minuti? La preparazione fa tan-to, ma anche gli ascoltatori hanno un ruolo determinante, quanto meno con la benevolenza dell’atteggiamento.

Parrocchia San Lorenzo, Riozzo 30 Dicembre 2018. Santa Famiglia di Gesù, Maria, Giuseppe

Buon Anno!

Chi ha goduto di gioie e benedizioni il 2018 che si

chiude, spera in una replica felice. Chi porta con sé il peso di dispiaceri e tristezze, preferisce

augurarsi qualcosa di meglio dal 2019.

In ogni caso, il Signore ci dia la grazia di accogliere come un

dono ogni nuovo giorno.

L’ORMONE

Bastoni, roncole e martelli: con questo ar-mamentario gli idioti fanatici di vari movi-menti extra sportivi, extra società ed extra intelligenza andavano allo stadio. Per tifa-re? Ma va là! Per fare casino, distruggere, dar fastidio, provocare, insultare. L’impron-ta deleteria che segna tante persone prive di ogni sano equilibrio e di minima maturità umana, avrebbe bisogno di più coraggiose prese di distanza, da parte di tutti. Tutti.

PROMEMORIA Celebrazioni L’1 gennaio non si celebra la Messa delle ore 8.00. Ci sono le altre Messe festive, poiché è una solennità di pre-cetto. Alla vigilia, ultimo giorno dell’an-no civile, preghiera di ringraziamento e di lode al Signore con il Te Deum, al termine della Messa delle ore 17.30. Per fare festa nella notte di passaggio tra vecchio e nuovo anno non è neces-sario perdere la Messa!

Prenotazione di Messe nel 2019 Chi desidera far celebrare Messe per i vivi e per i defunti nel 2019, può incon-trare il parroco in sacrestia dopo le ce-lebrazioni. Buona cosa è preparare un foglio con le proposte di date da

armonizzare con le varie celebrazioni parrocchiali. Grazie.

Avviso In chiesa è stata trovata una fede matrimoniale.

Celebrazione dei Sacramenti I Battesimi si celebreranno domenica 27 gennaio e 17 febbraio.

La prima Confessione si celebrerà do-menica 7 aprile, ore 16.30. La Messa con le prime Comunioni sa-rà domenica 12 maggio, ore 10.30. La Cresima sarà amministrata domeni-ca 19 maggio alle ore 18. Il ritiro per i ragazzi coinvolti nei Sacra-menti sarà il venerdì precedente e la partecipazione è necessaria.

Capodanno Chi vuole festeggiare insieme il cambio di anno dal 2018 al 2019, c’è un ritrovo in oratorio, con tombola, spumante e panettone, a partire dalle ore 21.30 del 31 dicembre (partecipazione a offerta). Segnare il nome al bar dell’oratorio entro il 30 dicembre.

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OGGI APPUNTAMENTI Sabato 29 17.30 Messa def. Luisa Massoni; Vincenzo, Nicola, Giuseppina,

Luigi, Stefano, Graziella, Marco;

DOMENICA 30 DICEMBRE SANTA FAMIGLIA DI GESU’, MARIA E GIUSEPPE, festa

8.00 Messa def. Mauro Paviani 10.30 Messa pro populo 18.00 Messa def. fam. Pelizzola, Braga; Lena e Roberto, Giuseppe e Paola; Siro e Immacolata Ricci; Marco Aschei

Lunedì 31

17.30 Messa e Vespri per F.A. e Te Deum di ringraziamento 21.30 Festa di buon anno all’oratorio

MARTEDÌ 1 GENNAIO 2019 MARIA MADRE DI DIO, OTTAVA DI NATALE, Solennità di precetto Giornata Mondiale della Pace

La Messa delle 8.00 è sospesa 10.30 Messa def. Carmelina Samarati e Francesco Fieschi 18.00 Messa pro populo e per la pace

Mercoledì 2 S.Basilio e S. Grgorio N., memoria

8.10 Lodi mattutine 8.30 Messa

Giovedì 3 S.Nome di Gesù, memoria

8.10 Lodi mattutine 8.30 Messa

Venerdì 4 8.10 Lodi mattutine 8.30 Messa

Sabato 5 17.30 Messa def. Agnese Giulietti; Franca e Enza; fam. Anelli, Buttaboni, Lupi, Pala

DOMENICA 6 GENNAIO

EPIFANIA DEL SIGNORE Solennità

8.00 Messa pro populo 10.30 Messa def. Angela e Franco, Carlo Manzoni; Luigi De Bernardi 18.00 Messa def. Santino Fontana (dai vicini)

Catechesi dei ragazzi L’appuntamento domeni-cale è con la Messa, alle

10.30 o in altri orari. Gli incontri di gruppo riprendo-no domenica 13 gennaio.

Viaggio estivo Si sta programmando il viaggio dell’agosto 2019. L’agenzia ha avanzato 4 proposte sulle quali si è già pronunciato qualcu-no tra i partecipanti ai precedenti viaggi. Le me-te sono tutte prestigiose: Andalusia, Benelux (Bel-gio, Paesi Bassi, Lussem-burgo), Bretagna e Nor-mandia, Sicilia. A breve la scelta definitiva e il via al-le iscrizioni. Il viaggio è dopo la metà di agosto.

Rendiconto Entrate - La raccolta per i progetti Caritas è stata grandemente partecipata e si sono messi insieme 1.170 €. Grazie a tutti i donatori e ai ragazzi che hanno preparato le croci (gentilmente offerte) e i biglietti. Altre offerte giunte in occasione del Natale: € 50, 200, 30, 50, 30. Dai malati € 75. 65 € dalle famiglie nelle quali è giunto Babbo Natale a portare doni per i bimbi (e grazie ai ragazzi che si sono impegnati pomeriggio e sera della vigilia). Merca-tino in dicembre, 325 euro. Cesto in oratorio, 90 €.

Precetto Siamo responsabili di par-tecipare alla Messa nei giorni di precetto oltre tut-te le domeniche. In questo periodo sono feste di pre-cetto l’1 gennaio, Maria Madre di Dio, Giornata della Pace e il 6 gennaio, Epifania del Signore, festa importante tanto quanto il Natale, anche quando non cade di domenica. Gli ora-ri delle Messe sono quelli festivi con le eccezioni che si leggono in tabella.

Bar dell’Oratorio Il bar rimane chiuso la sera del 31 dicembre e tutto l’1 gennaio. Aperto gli altri pomeriggi e sere dal 27 al 30 dicembre. Il 31 sarà aperto per chi partecipa alla festa di Ca-podanno.

Il nostro bellissimo presepe La parte preponderante del presepe è costituita dal porticato di un nobile palazzo, costruito sopra uno sperone di roccia che si affaccia sul paesello sottostante. Lo domina, lo schiaccia, come dominante è il ruolo di chi ha costruito e abita il palazzo, signore del luogo, padrone di contadini e pastori che abitano le povere case dabbasso. Lo stesso loggiato ha una fierezza, come un controllo sempre vigile sui tapini laggiù. E di là, chissà quanti occhi levati in alto, al palaz-zo, per implorare o deplorare. Fino a quando qualcuno invita a “risollevar-si, a levare il capo” (cfr Lc 21,28), a distogliersi dalle cose d’ogni giorno, per accogliere un annuncio di novità e luce. Che avviene sì, sotto il porti-co dell’edificio, ma non poggia su fondamenta terrene, perché è an-nuncio celeste, che appare non in posizione padronale, piuttosto in zo-na defilata. In disparte rispetto alle geometrie della ricca dimora, ma in primo piano per tutti coloro che pas-sano nel giardino, ove un pozzo or-mai esausto, sembra far volgere l’at-tenzione a una nuova fonte di vita, a “un’acqua viva che toglie ogni sete” (cfr Gv 4,10.14): il Bambino che na-sce. La posizione in primissimo pia-no della natività corrisponde bene alla logica dell’annuncio: “Andate, vedete il segno che il Signore ha preparato per voi” (cfr Lc 2,10-12). E questo segno si propone, si espo-ne, si affaccia al mondo che lo sfio-ra, uscendo dalle arcate verso la vita di quelli che vedono, se ne accorgo-no, sostano, contemplano. Le quat-tro arcate del loggiato, conducono non tanto al portone nell’ombra, ma all’estrema di esse, la più esposta, come frutto maturo del tempo che attraversa tutte le stagioni: “Quando giunse la pienezza del tempo, Dio mandò suo Figlio, nato da donna” (Gal 4,4). Frutto che nasce non per dominare, ma per servire, che non risiede nel palazzo, ma ne occupa un angolo, per poco tempo. Del re-sto, chi vive nella sontuosa dimora appare del tutto disinteressato: ogni

finestra è chiusa, i portoni sprangati, non trapela alcuna luce dalle impo-ste. Ma sotto le volte è tutto un ger-mogliare di fiori e stelle, quasi che il firmamento non basti a celebrare la venuta del nuovo Nato. Ed è un lieto affacciarsi di presenze: la gioia degli zampognari che spingono il fiato nei sacchi tanto quanto nei cieli gli an-geli cantano: “Gloria a Dio nei cieli e pace agli uomini che lui ama” (cfr Lc 2,14). E una donna, scalza, povera forse più della famiglia che s’appres-sa ad omaggiare con un panno lindo e caldo, per coprire il Bambino. Ma, finalmente, chi è quel Bambino? Ce lo dice la luce, il colore, l’amore. Un affresco, sopra la natività, mostra Dio Padre a braccia aperte: gesto di dono e d’accoglienza, ci rivela che la gloria di Dio è l’offerta del suo Figlio e che l’amore del Padre lo spinge a ricevere nell’abbraccio della miseri-cordia ogni uomo che vuol tornare a Lui, accogliendo e seguendo il Bam-bino, l’Uomo. Così si manifesta chi è Colui che è nato: viene al mondo tra due finestre. L’una è alle spalle di Maria, la Madre, lei che ha dato a Gesù carne e sangue, poiché ha cre-duto che si compiono le parole del Signore (cfr Lc 1,45) ed è divenuta strumento e protagonista affinchè il Verbo si facesse carne (cfr Gv 1,14). L’altra finestra, nel giro dell’illumina-zione del presepe, è attraversata da un raggio celeste: non se ne vede l’origine, ma si vede bene che termi-na sul Bambino Gesù: perché “è ve-nuta nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo” (Gv 1,9), Luce da Luce, Dio vero da Dio vero, e “Dio nessuno l’ha mai visto: il Fi-glio unigenito, che è Dio ed è nel se-no del Padre, è lui che lo ha rivela-to” (Gv 1,18). Da due finestre, luo-ghi di trasparenza e comunicazione, viene a noi l’annuncio di Gesù Cri-sto, vero Dio e vero uomo.

Omelia (riveduta e corretta) di don Luca alle Messe di Natale

a commento del presepe della chiesa

FRATELLI NELLA PACE

Che cosa ci dice quel Bambino, na-to per noi dalla Vergine Maria? Qual è il messaggio universale del Natale? Ci dice che Dio è Padre buono e noi siamo tutti fratelli. Questa verità sta alla base della vi-sione cristiana dell’umanità. Senza la fraternità che Gesù Cristo ci ha donato, i nostri sforzi per un mon-do più giusto hanno il fiato corto, e anche i migliori progetti rischiano di diventare strutture senz’anima. Per questo il mio augurio di buon Natale è un augurio di fraternità. Fraternità tra persone di ogni na-zione e cultura. Fraternità tra per-sone di idee diverse, ma capaci di rispettarsi e di ascoltare l’altro. Fra-ternità tra persone di diverse reli-gioni. Gesù è venuto a rivelare il volto di Dio a tutti coloro che lo cercano. E il volto di Dio si è mani-festato in un volto umano concre-to. Non è apparso in un angelo, ma in un uomo, nato in un tempo e in un luogo. E così, con la sua incar-nazione, il Figlio di Dio ci indica che la salvezza passa attraverso l’amo-re, l’accoglienza, il rispetto per questa nostra povera umanità che tutti condividiamo in una grande varietà di etnie, di lingue, di cultu-re…, ma tutti fratelli in umanità! Allora le nostre differenze non sono un danno o un pericolo, sono una ricchezza. Come per un artista che vuole fare un mosaico: è meglio a-vere a disposizione tessere di mol-ti colori, piuttosto che di pochi! L’e-sperienza della famiglia ce lo inse-gna: tra fratelli e sorelle siamo di-versi l’uno dall’altro, e non sempre andiamo d’accordo, ma c’è un le-game indissolubile che ci lega e l’a-more dei genitori ci aiuta a volerci bene. Lo stesso vale per la famiglia umana, ma qui è Dio il “genitore”, il fondamento e la forza della no-stra fraternità. Questo Natale ci faccia riscoprire i legami di fraterni-tà che ci uniscono come esseri u-mani e legano tutti i popoli.

Papa Francesco, Natale 2019

IN PARROCCHIA E OLTRE

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SANTA FAMIGLIA

Dal Vangelo secondo Luca Lc 2,41-52 I genitori di Gesù si re-cavano ogni anno a Ge-rusalemme per la festa di Pasqua. Quando egli ebbe dodici anni, vi sa-lirono secondo la con-suetudine della festa. Ma, trascorsi i giorni, mentre riprendevano la via del ritorno, il fan-ciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne ac-corgessero. Credendo che egli fosse nella co-mitiva, fecero una gior-nata di viaggio, e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti; non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme. Dopo tre giorni lo trova-rono nel tempio, seduto

in mezzo ai maestri, mentre li ascoltava e li interrogava. E tutti quelli che l'udivano era-no pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte. Al vederlo restarono stu-piti, e sua ma-dre gli disse: «Figlio, perché ci hai fatto questo? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo». Ed egli rispose loro: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo oc-cuparmi delle cose del Padre mio?». Ma essi non comprese-ro ciò che ave-va detto loro. Scese dunque con loro e ven-ne a Nàzaret e stava loro

sottomesso. Sua madre custodiva tutte queste cose nel suo cuore. E Gesù cresceva in sa-pienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini.

Sulle orme del Vangelo

segui L’Orma Settimanale parrocchiale

Parrocchia San Lorenzo martire Via Pietra di Bismantova, 11—Riozzo

20070 Cerro al Lambro 02.9830.657

[email protected] www.parrocchiariozzo.it

Scuola materna: 02.9823.2498 trova il parroco: 347.047.5299

Pro manuscripto

Quotidiano di ispirazione cattolica. Prendine una copia ogni domenica, a 1 €.

L’ultima domenica del mese il supplemento “Noi famiglia e vita” (disponibile anche in oratorio): un aiuto alle famiglie che vogliono vivere i valori del Vangelo.

Sostegno alla famiglia

Troppi governi dediti a favolose pro-messe elettorali e incapaci di affronta-re la vita come si fa in famiglia: non si può vivere oltre le proprie disponibilità, non si può vivere accontentando i ca-pricci dei singoli. A quali priorità siamo stati abituati? A quelle che appagano di-ritti individuali, bisogni esclusivi. Se in famiglia si ragiona così, salta tutto, co-me in effetti avviene in tante case. L’io messo davanti al noi. Servono invece in-terventi a lungo termine, perché la vita delle famiglie è dispiegata sul lungo tra-scorrere del tempo. Occorrono corag-giose riconsiderazioni dell’impatto fa-miliare di leggi e regolamenti: la stessa norma non ha uguale efficacia per un single o per un nucleo di quattro perso-ne. Attenzione ai territori e a servizi che facilitano la combinazione tra lavo-ro, scuola, cura della salute, di anziani e disabili. Non basta un sussidio economi-co se lo si deve spendere tutto in pre-stazioni supplenti di servizi mancanti. Una fiscalità flessibile non solo sulla consistenza dei redditi, ma anche delle effettive propietà e della compagine fa-miliare. Una più viva attenzione, nelle regole del lavoro, alla libera e degna possibilità di esercizio degli impegni ge-nitoriali, coniugali e filiali. Siamo la se-conda nazione al mondo per longevità, dopo il Giappone: nazioni di anziani e adulti che bramano per andare in pen-sione o continuare a garantirsi diritti e privilegi acquisiti. A dispetto dei giovani disoccupati, delle famiglie con più di un bambino, dell’integrazione. Del “noi”, appunto. (da Avvenire)

MARIA, MADRE DI DIO

Dal Vangelo secondo Luca Lc 2,16-21

In quel tempo, [i pasto-ri] andarono, senza in-dugio, e trovarono Ma-ria e Giuseppe e il bam-bino, adagiato nella mangiatoia. E dopo a-verlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose

dette loro dai pastori. Maria, da parte sua, cu-stodiva tutte queste co-se, meditandole nel suo cuore. I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udi-to e visto, com'era sta-to detto loro. Quando furono compiuti gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, co-me era stato chiamato dall'angelo prima che fosse concepito nel grembo.

DIDASCALIA

In alto: Charles Le Brun, Santa Famiglia, 1655-56, Musée du Louvre, Paris in basso: La Madre di Dio, XI sec. Santa Sofia, Ohrid, Macedonia