Parrocchia San Lorenzo, Riozzo 16 Dicembre 2018. Terza ...orma settimanale... · Parrocchia San...

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1971: il Pakistan si arrende e cede le zone orientali, distanti 1600 km da quelle a ovest (in mezzo c’è l’India): nasce il Bangladesh. Che traccia lasciano in noi i Paesi lontani? segui L’Orma Erano presenti 193 Paesi alla Confe- renza dell’Onu di Marrakesh dei gior- ni scorsi, il Global Compact sulle mi- grazioni. La ricerca di un accordo glo- bale (del globo) per trasformare le migrazioni da tragedia, mercato ille- cito, causa di ingiustizie e morte in opportunità, regolando modi, tempi, condizioni. Si è cercato, in altre paro- le, di far convergere interessi e mo- zioni delle Nazioni del mondo (quasi tutte, dato che tra veti incrociati e mancati riconoscimenti, il numero degli Stati nel mondo è attestato tra 196 e 206) su un tema che sta carat- terizzando la vita di tutte le comuni- tà. Quelle che accolgono migranti e quelle che li provocano, quelle che li fanno passare per andare altrove e quelle che li imprigionano. Insieme, per un obiettivo: insieme per condivi- dere valori, modalità, provvedimenti, pur nelle infinite sfumature delle po- sizioni e nella diversità di esigenze. Non è facile fare gruppo, creare co- munità, essere compact, compatti, in accordo, in consonanza. Infatti sono stati più di 160 i voti favorevoli, non proprio tutti. Altri poi si erano sfilati prima della riunione, tra i quali, ahi- noi, anche l’Italia, con una brutta fi- gura istituzionale mondiale, come se l’argomento non ci avesse riguardato ultimamente. In una comunità, piac- cia o no, non basta dire: la mia parte l’ho fatta, oppure: farò quando ci sa- ranno le condizioni che vanno bene a me. In una comunità si lavora insie- me, si sta insieme. Comunità non è solo un gruppo di amici, una consor- teria di affetti o buoni sentimenti, un sodalizio di intenzioni buone o carine. Comunità è più di un gruppo, perché è regolata da cose grandi, splendide. La koinonìa dei greci, infatti, aveva il significato del tutto in cui ciascuno è rappresentato: il singolo vede defini- to e riconosciuto il proprio destino, in unione profonda (koiné) con quello degli altri, dentro il progetto della co- munità di appartenenza. Una defini- zione bella, identitaria, anche se porta con sé il rischio che comunità diverse possano confliggere per diversi pro- getti e destini. Cosa che accade radi- calizzando le differenze tra l’una e l’altra, ovvero l’appartenenza identi- taria: Atene contro Sparta, Roma con- tro Cartagine, guelfi vs ghibellini, co- munisti vs capitalisti, islamici contro cristiani, residenti contro immigrati, ecc. La communitas dei latini, invece, mette insieme lo stare insieme (cum= con) con ciò che ognuno ha da por- tare al gruppo (munus=dono). In tal modo la forza della comunità non è l’identità, l’appartenenza che defini- sce (cioè delimita), ma il dono che ciascuno ha da offrire. Si fa parte di una comunità perché si ha qualcosa da dare, e il legame, all’interno della communitas è il “dare/darsi”. Ovvia- mente non basta il “fare”, occorre il “dare”, cioè il rimanere nell’atteggia- mento del dono di sé, di ciò che si è, di quanto ci rende unici e utili. Continua a pagina 4 Comunità Liturgia viva La Parola di Dio è proclamata nella Messa ogni domenica. “Proclamare” non è la stessa cosa di “leggere”: la proclamazione ha un risvolto solen- ne, impegnativo. Chiede responsabili- tà insieme con l’ascolto. La proclama- zione, infatti è una dichiarazione costi- tutiva, potremmo dire essenziale: tan- te cose si dicono, si leggono, solo le più importanti si proclamano. Una bel- la responsabilità l’hanno i lettori,impe- gnati a porgere con chiarezza e calma la Parola del Signore, con le dovute soste, il tono della voce adatto, le op- portune sottolineature nel testo. Una bella responsabilità l’hanno i destina- tari, pronti all’ascolto (più che alla let- tura simultanea su foglietti e smart- phone). Un’idea: arrivare cinque minu- ti prima a messa per cominciare a leg- gere i testi e poi accoglierli col cuore. Parrocchia San Lorenzo, Riozzo 16 Dicembre 2018. Terza Domenica di Avvento Confessioni È bella abitudine confessarsi a Natale. Ecco le possibilità in parrocchia: Venerdì21,ore21.00-22.30(2preti) Sabato22,ore16.00–17.00(duepreti) Domenica23,ore10-10.30(parroco) Lunedì24,ore10.00-13.00 (parroco) Ci si può informare sugli orari in altre chiese preferite. L’ORMONE Uno chef turco sparge sale sui tranci di car- ne davanti a Gesù nell’Ultima Cena di Leo- nardo, e sul polpaccio, un apostolo esibisce il tatuaggio di Gesù coronato di spine. L’in- solente vignetta è apparsa su un giornale on line giordano. I due responsabili arresta- ti e rilasciati dopo le pressioni popolari e di molti deputati con disordini in strada. I ve- scovi giordani hanno chiesto giustizia insie- me a clemenza, ma nessuna vendetta.

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1971: il Pakistan si arrende e cede le zone orientali, distanti 1600 km da quelle a ovest (in mezzo c’è l’India): nasce il Bangladesh.

Che traccia lasciano in noi i Paesi lontani?

segui L’Orma

Erano presenti 193 Paesi alla Confe-renza dell’Onu di Marrakesh dei gior-ni scorsi, il Global Compact sulle mi-grazioni. La ricerca di un accordo glo-bale (del globo) per trasformare le migrazioni da tragedia, mercato ille-cito, causa di ingiustizie e morte in opportunità, regolando modi, tempi, condizioni. Si è cercato, in altre paro-le, di far convergere interessi e mo-zioni delle Nazioni del mondo (quasi tutte, dato che tra veti incrociati e mancati riconoscimenti, il numero degli Stati nel mondo è attestato tra 196 e 206) su un tema che sta carat-terizzando la vita di tutte le comuni-tà. Quelle che accolgono migranti e quelle che li provocano, quelle che li fanno passare per andare altrove e

quelle che li imprigionano. Insieme, per un obiettivo: insieme per condivi-dere valori, modalità, provvedimenti, pur nelle infinite sfumature delle po-sizioni e nella diversità di esigenze. Non è facile fare gruppo, creare co-munità, essere compact, compatti, in accordo, in consonanza. Infatti sono stati più di 160 i voti favorevoli, non proprio tutti. Altri poi si erano sfilati prima della riunione, tra i quali, ahi-noi, anche l’Italia, con una brutta fi-gura istituzionale mondiale, come se

l’argomento non ci avesse riguardato ultimamente. In una comunità, piac-cia o no, non basta dire: la mia parte l’ho fatta, oppure: farò quando ci sa-ranno le condizioni che vanno bene a me. In una comunità si lavora insie-me, si sta insieme. Comunità non è solo un gruppo di amici, una consor-teria di affetti o buoni sentimenti, un sodalizio di intenzioni buone o carine. Comunità è più di un gruppo, perché è regolata da cose grandi, splendide. La koinonìa dei greci, infatti, aveva il significato del tutto in cui ciascuno è rappresentato: il singolo vede defini-to e riconosciuto il proprio destino, in unione profonda (koiné) con quello degli altri, dentro il progetto della co-munità di appartenenza. Una defini-zione bella, identitaria, anche se porta con sé il rischio che comunità diverse possano confliggere per diversi pro-getti e destini. Cosa che accade radi-calizzando le differenze tra l’una e l’altra, ovvero l’appartenenza identi-taria: Atene contro Sparta, Roma con-tro Cartagine, guelfi vs ghibellini, co-munisti vs capitalisti, islamici contro cristiani, residenti contro immigrati, ecc. La communitas dei latini, invece, mette insieme lo stare insieme (cum= con) con ciò che ognuno ha da por-tare al gruppo (munus=dono). In tal modo la forza della comunità non è l’identità, l’appartenenza che defini-sce (cioè delimita), ma il dono che ciascuno ha da offrire. Si fa parte di una comunità perché si ha qualcosa da dare, e il legame, all’interno della communitas è il “dare/darsi”. Ovvia-mente non basta il “fare”, occorre il “dare”, cioè il rimanere nell’atteggia-mento del dono di sé, di ciò che si è, di quanto ci rende unici e utili. Continua a pagina 4

Comunità Liturgia viva

La Parola di Dio è proclamata nella Messa ogni domenica. “Proclamare” non è la stessa cosa di “leggere”: la proclamazione ha un risvolto solen-ne, impegnativo. Chiede responsabili-tà insieme con l’ascolto. La proclama-zione, infatti è una dichiarazione costi-tutiva, potremmo dire essenziale: tan-te cose si dicono, si leggono, solo le più importanti si proclamano. Una bel-la responsabilità l’hanno i lettori,impe-gnati a porgere con chiarezza e calma la Parola del Signore, con le dovute soste, il tono della voce adatto, le op-portune sottolineature nel testo. Una bella responsabilità l’hanno i destina-tari, pronti all’ascolto (più che alla let-tura simultanea su foglietti e smart-phone). Un’idea: arrivare cinque minu-ti prima a messa per cominciare a leg-gere i testi e poi accoglierli col cuore.

Parrocchia San Lorenzo, Riozzo 16 Dicembre 2018. Terza Domenica di Avvento

Confessioni

È bella abitudine confessarsi a Natale. Ecco le possibilità in

parrocchia: Venerdì 21, ore 21.00-22.30 (2 preti)

Sabato 22, ore 16 .00–17.00(due preti) Domenica 23, ore 10-10.30 (parroco) Lunedì 24, ore 10.00-13.00 (parroco)

Ci si può informare sugli orari in altre chiese preferite.

L’ORMONE

Uno chef turco sparge sale sui tranci di car-ne davanti a Gesù nell’Ultima Cena di Leo-nardo, e sul polpaccio, un apostolo esibisce il tatuaggio di Gesù coronato di spine. L’in-solente vignetta è apparsa su un giornale on line giordano. I due responsabili arresta-ti e rilasciati dopo le pressioni popolari e di molti deputati con disordini in strada. I ve-scovi giordani hanno chiesto giustizia insie-me a clemenza, ma nessuna vendetta.

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PROMEMORIA Celebrazioni I giorni dal 17 al 24 dicembre sono o-rientati a una più diretta preparazione al Natale: i testi liturgici sono espres-sione del cammino della Chiesa incon-

tro al Signore che viene. In particolare si prega con le cosiddette “Antifone maggiori” di antica tradizione, che esaltano la figura del Figlio di Dio con titoli biblici e sapienziali. Possiamo tro-vare il tempo per qualche partecipazio-ne in più alla Liturgia delle ore o alla Messa feriale, nella quale continua la breve omelia quotidiana sui Vangeli. Messa feriale, martedì alle ore 18.

Battesimi Prossime celebrazioni: domenica 27 gennaio, domenica 17 febbraio.

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OGGI APPUNTAMENTI Sabato 15 17.30 Messa pro populo

18.30 Battesimo di Vincent Pistritto

DOMENICA 16 DICEMBRE TERZA DI AVVENTO

8.00 Messa def. fam. Fusari, Manzoni 10.30 Messa def. Carlo e Amabile Ferrari; Paolo e Maria Larotella; Gustavo Minolfi; fam. Quercia, Balducci, Colamartino 11.30 Catechesi dei ragazzi 18.00 Messa def. fam. Gandini, Forestiere; Mario Miglio, Giuseppina Vighi, Battista Longhi

Lunedì 17

8.10 Lodi mattutine 8.30 Messa 16.00 Recita bambini Scuola materna (piccoli)

Martedì 18 8.10 Lodi mattutine 16.00 Recita bambini Scuola materna (medi) 17.30 Lectio divina 18.00 Messa def. Luigi, Gianni, Mario

Mercoledì 19

8.10 Lodi mattutine 8.30 Messa 16.00 Recita bambini Scuola materna (grandi)

Giovedì 20

8.10 Lodi mattutine 8.30 Messa 21.00 Concerto C.Musicale “Giuseppe Verdi”

Venerdì 21 8.10 Lodi mattutine 8.30 Messa 9.00 Pulizie della chiesa 18.00 Vespri 18.30 Ritiro d’Avvento gr. Saulo e Pf14 21.00 Confessioni (2 preti) 21.00 Prove di canto

Sabato 22 16.00 Confessioni (2 preti) 17.30 Messa def. Gaetano Pestoni, Candida tarlarini; Alfeo Rovati, Antonia Moroni, Guerrino Trespidi, Luisa Massoni; Mauro Paviani; fam. Pezzaglia, Benzoni; Anime del purgatorio

DOMENICA 23 DICEMBRE QUARTA DI AVVENTO

8.00 Messa pro populo 10.30 Messa def. Maria Zingrini, Carlo Gazzola 11.30 Catechesi dei ragazzi 18.00 Messa def. fam. Gandini, Forestiere

Lunedì 24

8.10 Lodi mattutine 8.30 Messa 10.00 Confessioni (parroco)

MARTEDÌ 25 DICEMBRE

NATALE DEL SIGNORE Solennità di precetto

23.00 (della vigilia) Messa della Notte 8.00 Messa dell’aurora 10.30 Messa solenne 18.00 Messa del giorno

Mercoledì 26 S. STEFANO, PRIMO MARTIRE, festa

10.10 Lodi mattutine 10.30 Messa

Catechesi dei ragazzi La catechesi c’è domenica 16 e 23. La Messa, invece,

c’è ogni domenica e anche il giorno di Natale: sennò che Natale è?

Babbo Natale Mamme e papà interessa-ti a far recapitare i doni tra le 19 e le 22 della vigi-lia di Natale, prendano contatto in settimana con i volontari del gruppo a-nimazione o al bar dell’o-ratorio. Chi vuole aiutare nell’organizzazione fac-cia lo stesso. Grazie.

Confessioni

Venerdì 21, ore 21.00 Due preti a disposizione Sabato 22, ore 16.00

Due preti (soprattutto per ragazzi) Domenica 23, ore 10.00-10.30 e Lunedì 24, ore 10.00-13.00

c’è il parroco

Torte Un dolce per offrire un contributo alle opere del-la parrocchia. Alla messa delle 10.30.

Carità Sosteniamo i progetti Ca-ritas per i bambini libanesi

e per i malati in Niger. Alle Messe si potrà lasciare un’ offerta e prendere a ricor-do una croce della Terra-santa (fino esaurimento).

Avvento Questa settimana Lectio divina sui salmi dei Ve-spri, martedì, ore 17.30. Venerdì, dalle 18.30, Riti-ro per i ragazzi dei gruppi Saulo e Pf14. Venerdì, dalle ore 21, due preti a disposizione per le Confessioni.

Concerto Gli auguri natalizi, offerti con la consueta allegria dalla Banda che eseguirà brani della tradizione.

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Consiglio Pastorale È stata completata la compagine dei nuovi consiglieri del Consiglio Pastorale Parroc-chiale. Come più volte scritto, nel Consiglio entrano membri di diritto (in ragione dell’in-carico) e mebri designati (in proporzione al numero degli abitanti, 6 eletti dai fedeli, 3 scelti dal parroco). Ricapitoliamo l’elenco completo.

Sono membri di diritto: Il parroco, don Luca Anelli I rappresentanti delle attività parrocchiali: Graziella Ghirlandi (ambito carità) Alessandro Clerici (ambito liturgia) Massimo Lazza (ambito formazione) Mario Ferrari jr (ambito ricreativo) Rappresentanti Scuola materna Pio XII: Alessandro Pozzi, Nadia Terranova Rappresentanti Parrocchiali adulti e giovani (RP—RPG) chiesti dal Vescovo: Emanuela Oldani, Emmy Lou Vender

Sono Consiglieri designati, eletti dai parrocchiani: Betty Volonté, Paolo Lazza, Piera Empilli, Fabio Primavori, Melania Bigoi, Enrico Lazzerini. scelti dal parroco: Il parroco, dopo attenta riflessione, ha deci-so di non aggiungere gli altri tre consiglieri che il regolamento gli assegna, poiché il proprio diritto di scelta è stato sufficiente-mente esercitato nel caso dei rappresen-tanti della Scuola materna e di quelli richie-sti dal Vescovo. Ritenendo così compiuto il libero esercizio di indicazioni, si può ritene-re conclusa la formazione del Consiglio.

Aggiungendo alcune considerazioni, desi-dero anzitutto augurare buon lavoro al nuo-vo Consiglio. Ogni Conislgiere si senta pre-zioso e responsabile in questo importante servizio parrocchiale. Ci attendono alcune decisive determinazioni per quel che attie-ne la vita della Comunità: l’indirizzo dell’at-tività pastorale dev’essere senz’altro ade-guato a maggiore coerenza con la compo-sizione reale della parrocchia, offrendo oc-casioni di fraternità, evangelizzazione e preghiera alle molte famiglie e persone so-lo lambite o forse ignorate dalle proposte della comunità cristiana. Occorrerà vincere la tentazione di limitare lo sguardo ai prati-canti domenicali per individuale modi di ap-proccio rispettosi ma coraggiosi nei con-fronti di chi non è avvezzo a frequentare le

attività della parrocchia. Si dovrà inoltre stendere—in collaborazione con l’eligendo Consiglio per gli Affari economici—un pro-gramma di adeguamento, recupero e inte-grazione delle strutture parrocchiali (chie-sa, oratorio, bar, scuola, esterni), per argi-nare alcuni usi incongruenti, senza privare persone e gruppi di gradevoli occasioni di ritrovo, ma soprattutto per incentivare un servizio di accoglienza e carità per i poveri che possa essere più efficace e riconosci-bile nel territorio, insieme a un ripensamen-to dell’attenzione alle famiglie con figli pic-coli, ragazzi e adolescenti, con la riproposi-zione della vita di oratorio non ingabbiata nell’esigenza di un pur utile esercizio com-merciale. Saranno punti di forza le indica-zioni della Chiesa italiana, il Decreto di Vi-sita pastorale del Vescovo Maurizio e un nuovo Progetto pastorale parrocchiale ca-pace di ampliare la visuale, dalla registra-zione dell’esistente all’intraprendenza di proposte audaci, non temerarie, come fu l’impegno della prima generazione cristiana che, forte nella consonanza apostolica, nel-la condivisione dei doni e nelle preghiere, non faceva cadere nessuna occasione per annunciare Cristo. Infine, ma non trascurabile, un vivo ringra-ziamento ai Consiglieri uscenti, soprattutto quelli che si sono distinti per assiduità e qualità della presenza e dedizione nell’im-pegno. Tra i nuovi consiglieri—escluso il parroco—sono solo quattro le persone che proseguono, mentre dieci sono i volti nuovi (al primo incarico o tornati ad essere Con-siglieri dopo precedenti esperienze). Poi-ché le direttive diocesane raccomandano equlibrio tra i sessi, mi pare che rientriamo bene con sette signore e signorine e otto uomini. Così pure sono grossomodo a me-tà i Consiglieri che esercitano già un altro servizio in parrocchia e chi lo eserciterà in Consiglio. Infine, è assai sparuta la rappre-sentanza giovanile, e anche questo è un segno dei tempi, da comprendere e da affrontare. Domenica 16 dicembre, alle ore 10.30, du-rante la Messa, la presentazione del Consi-glio e il giuramento. Si programmerà poi la prima riunione operativa. don Luca, parroco

L’AVVENTO: SEGNO CHE DIO È VICINO

Ci sono modi molto diversi di at-tendere. Se il tempo non è riem-pito da un presente dotato di sen-so, l’attesa rischia di diventare in-sopportabile; se si aspetta qual-cosa, ma in questo momento non c’è nulla, se il presente cioè rima-ne vuoto, ogni attimo che passa appare esageratamente lungo, e l’attesa si trasforma in un peso troppo grave, perché il futuro ri-mane del tutto incerto. Quando invece il tempo è dotato di senso, e in ogni istante percepiamo qual-cosa di specifico e di valido, allora la gioia dell’attesa rende il presen-te più prezioso. Cari fratelli e so-relle, viviamo intensamente il pre-sente dove già ci raggiungono i doni del Signore, viviamolo proiet-tati verso il futuro, un futuro cari-co di speranza. L’Avvento cristiano diviene in questo modo occasione per ridestare in noi il senso vero dell’attesa, ritornando al cuore della nostra fede che è il mistero di Cristo, il Messia atteso per lun-ghi secoli e nato nella povertà di Betlemme. Venendo tra noi, ci ha recato e continua ad offrirci il do-no del suo amore e della sua sal-vezza. Presente tra noi, ci parla in molteplici modi: nella Sacra Scrit-tura, nell’anno liturgico, nei santi, negli eventi della vita quotidiana, in tutta la creazione, che cambia aspetto a seconda che dietro di essa ci sia Lui o che sia offuscata dalla nebbia di un’incerta origine e di un incerto futuro. A nostra vol-ta, noi possiamo rivolgergli la pa-rola, presentargli le sofferenze che ci affliggono, l’impazienza, le do-mande che ci sgorgano dal cuore. Siamo certi che ci ascolta sempre! E se Gesù è presente, non esiste più alcun tempo privo di senso e vuoto. Se Lui è presente, possia-mo continuare a sperare anche quando gli altri non possono più assicurarci alcun sostegno, anche quando il presente diventa fati-coso. 3a parte, Benedetto XVI, Avvento 2009

IN PARROCCHIA E OLTRE

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Carità in Avvento

Ricordiamo l’impegno di carità che vogliamo sostenere in questo tempo di Avvento e di

Natale: domenica 23 a tutte le Messe potremo fare la nostra offerta e prendere in ricor-do una croce di ulivo proveniente dalla Terrasanta. A proposito: Israele “faro di democra-zia in Medio Orien-te” (un ministro italiano) ha negato tutti i visti di in-

gresso agli abitanti di Gaza cristiani che—co-me ogni anno—vorrebbero trascorrere qual-che giorno per le feste di Natale coi parenti a Betlemme o Gerusalemme. Il permesso viene rilasciato solo a chi ha più di 55 anni e, natu-ralmente, molti anziani non potranno muo-versi senza figli o nipoti che non possono fare da accompagnatori… Molte famiglie cristiane in Israele, soprattutto a Gerusalemme e Bet-lemme, vivono di turismo: artigiani, souvenir, accoglienza. Democraticamente si fa in modo che non abbiano lavoro. I cristiani in Terra-santa sono circa 170mila, meno del 2% della popolazione tra Israele e Territori Palestinesi. Circa il 25% non esclude di emigrare entro i prossimi dieci anni per le proibitive condizioni di vita imposte dalla legislazione israeliana. La piccola croce ricorderà le loro grandi croci...

Dal Vangelo secondo Luca Lc 3,10-18 In quel tempo, le folle interrogavano Giovan-ni, dicendo: «Che cosa dobbiamo fare?». Ri-spondeva loro: «Chi ha due tuniche, ne dia a chi non ne ha, e chi ha da mangiare, faccia altrettanto». Vennero anche dei pubblicani a farsi battezzare e gli chiesero: «Maestro, che cosa dobbiamo fare?». Ed egli disse loro: «Non esigete nul-la di più di quanto vi è stato fissato». Lo interrogava-no anche alcuni soldati: «E noi, che cosa dob-biamo fare?». Rispose loro: «Non maltratta-te e non estor-cete niente a nessuno; accon-tentatevi delle vostre paghe». Poiché il popolo

era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispo-se a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di sle-gare i lacci dei sanda-li. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Tiene in mano la pala per pulire la sua aia e per raccogliere il fru-mento nel suo granaio; ma brucerà la paglia

con un fuoco inestin-guibile». Con molte altre esortazioni Giovanni evangelizza-va il popolo.

Segue da pagina 1 La reciprocità non è il semplice accordo sul da farsi, ma il permanere nell’at-to di esserci, il rimanere per darsi, dare se stessi. Conta più la presenza dell’i-deologia o dell’utilità pragmatica. La comunità cristiana è fatta di entrambe le cose: c’è un’identità ben precisa e determinante, che è la fedeltà al Vange-lo di Gesù Cristo, ma non è vissuta come elemento distintivo, che distingue o crea distanze. Per il cristiano l’identià, l’appartenere a Cristo, è esattamente il dono da portare agli altri. La comunità parrocchiale non si costruisce solo facendo, magari con mala grazia, o sopportazione, dopo pressanti o riveren-ti richieste. La comunità cristiana si costruisce con la presenza fedele e co-stante, nella buona e nella cattiva sorte, nelle condizioni felici e nei tempi impegnativi. Il cristiano c’è quando ha qualcosa da fare e quando il fare non serve immediatamente, perché il dono che hai da portare non è quel che fai, sei tu. Se la mentalità è quella del dono—non quella del gruppo cui mi sento d’appartenere, allora sfocia nella mentalità del servizio, della disponibilità or-dinaria ad esserci, a sentirmi parte. Non ci si limita all’esecuzione di presta-zioni, onorevoli o sgradevoli. Ripetiamo queste realtà costitutive (non orga-nizzative) della parrocchia mentre si insedia il nuovo Consiglio Pastorale. I tempi sono maturi per radicali cambi di mentalità: quanto ancora ci si dovrà attardare a misurare le distanze, a sottolineare difformità, a evidenziare di-versi sodalizi? La comunità cresce se ci siamo, se siamo cristiani, se condivi-diamo la missione del servizio al Vangelo. Essere per esserci. dL

DIDASCALIA

A p. 1: chi avrà impresso l’orma del-le mani? Un cinese, brasiliano, eri-treo, finlandese?... Importa davvero? Sopra: Mattia Preti, La predica di Giovanni Battista, 1665, Fine Arts Museum of San Francisco, USA

Sulle orme del Vangelo

segui L’Orma Settimanale parrocchiale

Parrocchia San Lorenzo martire Via Pietra di Bismantova, 11—Riozzo

20070 Cerro al Lambro 02.9830.657

[email protected] www.parrocchiariozzo.it

Scuola materna: 02.9823.2498 trova il parroco: 347.047.5299

Pro manuscripto

Pubblicani & co. Si presenta la situa-zione di tutte quelle persone che vanno da Giovanni Battista a manifestare segni di conversione. Strano che, a fronte di una prolungata procla-mazione della Parola di Dio, così tanta gen-te chiedesse: “Che dobbiamo fare?”. In questo caso la rispo-sta ha carattere so-prattutto sociale. Nel-la mentalità ebraica alcune professioni precludevano la pos-sibilità di seguire la Legge: Giovanni, in-vece, apre una via per tutti, anche per i di-sprezzati pubblicani, ai quali si chiede cor-rettezza nella riscos-sione delle tasse, e ai soldati, invitati a non usare violenza, a non ricattare e maltratta-re nessuno.