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44 Signore, Dio Padre, io non conosco il mio avvenire ma so che lo conosci Tu che mi vuoi bene. Fammi conoscere e amare ciò che Tu vuoi da me, perché il Tuo progetto su di me si realizzi. Donami un cuore limpido, capace di accogliere la Tua parola. Tu vuoi che nel mondo sia utile anch’io, che la mia vita sia un volto dell’Amore: fammi degno, Signore, di questa chiamata. Rendimi capace di sviluppare i doni che mi hai dato; fammi docile alla voce dello Spirito Santo. Fa’ che sempre, come Maria, io compia con amore ciò che piace a Te. MAGNIFICAT L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore. Perché ha guardato l’umiltà della sua serva d’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente e Santo è il suo nome. Di generazione in generazione la sua misericordia si stende su quelli che lo temono. Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore. Ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili. Ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato a mani vuote i ricchi. Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia. Come aveva promesso ai nostri padri, ad Abramo e alla sua discendenza, per sempre. 1 Se dobbiamo confrontarci con la Parola e le parole, incominciamo con il chiederci il significato del termi- ne facendoci aiutare dal vocabolario. (Zingarelli) PAROLA Insieme organico di suoni o di segni grafici con cui l’uomo riesce, parlando o scrivendo, a comunicare dei contenuti mentali. Bella definizione… ma cosa vuol dire? Partiamo dal fondo Contenuti mentali: non vengono da sé, e anche quando avessimo dei contenuti, prima di parlare sarà meglio sempre verificare che la boc- ca sia collegata al nostro cervello Comunicare: si comunica quando almeno si è in due persone, con un computer non si comunica, al massimo lo si usa per lavorare Parlando o scrivendo: c’è anche un linguaggio non verbale, fatto di ge- sti, ma volete mettere quanto sia più efficiente intendersi a voce o per iscritto? L’uomo: usare la parola è una dote della persona umana Suoni o segni: non tutto ciò che la nostra bocca emette è un suono e nemmeno tutto ciò che le nostre mani fanno sono segni decifrabili dagli altri, a meno che non ci impegniamo a renderli tali Insieme organico: un’accozzaglia di segni o di suoni faranno rumore o “casino”, ma se mettiamo ordine e diamo una struttura alle nostre espressioni ci rendiamo comprensibili. Bene, ora possiamo cominciare! Compito Per domani scriverete: 10 nomi comuni, 10 nomi propri, 10 nomi collettivi, 10 nomi astratti, 10 nomi concreti, 10 nomi primitivi, 10 nomi derivati, 10 diminutivi, 10 accre- scitivi, 10 nomi dispregiativi, 10 nomi composti, 10 nomi maschili, 10 nomi femminili, 10 dipendenti, 10 promiscui, 10 nomi difettivi, 10 nomi indecli- nabili, 10 nomi sovrabbondanti, 10 arcaismi, 10 neologismi, 10 barbarismi, 10 ……… Abbiamo parole per vendere, Parole per comprare, Parole per fare parole

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Signore, Dio Padre, io non conosco il mio avvenire ma so che lo conosci Tu che mi vuoi bene. Fammi conoscere e amare ciò che Tu vuoi da me, perché il Tuo progetto su di me si realizzi. Donami un cuore limpido, capace di accogliere la Tua parola. Tu vuoi che nel mondo sia utile anch’io, che la mia vita sia un volto dell’Amore: fammi degno, Signore, di questa chiamata. Rendimi capace di sviluppare i doni che mi hai dato; fammi docile alla voce dello Spirito Santo. Fa’ che sempre, come Maria, io compia con amore ciò che piace a Te.

MAGNIFICAT

L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore.

Perché ha guardato l’umiltà della sua serva d’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.

Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente

e Santo è il suo nome. Di generazione in generazione la sua misericordia si stende su quelli che lo temono.

Ha spiegato la potenza del suo braccio,

ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore. Ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili.

Ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato a mani vuote i ricchi.

Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia.

Come aveva promesso ai nostri padri,

ad Abramo e alla sua discendenza, per sempre.

1

Se dobbiamo confrontarci con la Parola e le parole,

incominciamo con il chiederci il significato del termi-

ne facendoci aiutare dal vocabolario. (Zingarelli)

PAROLA

Insieme organico di suoni o di segni grafici con cui l’uomo riesce, parlando

o scrivendo, a comunicare dei contenuti mentali.

Bella definizione… ma cosa vuol dire?

Partiamo dal fondo

Contenuti mentali: non vengono da sé, e anche quando avessimo dei

contenuti, prima di parlare sarà meglio sempre verificare che la boc-

ca sia collegata al nostro cervello

Comunicare: si comunica quando almeno si è in due persone, con un

computer non si comunica, al massimo lo si usa per lavorare

Parlando o scrivendo: c’è anche un linguaggio non verbale, fatto di ge-

sti, ma volete mettere quanto sia più efficiente intendersi a voce o

per iscritto?

L’uomo: usare la parola è una dote della persona umana

Suoni o segni: non tutto ciò che la nostra bocca emette è un suono e

nemmeno tutto ciò che le nostre mani fanno sono segni decifrabili

dagli altri, a meno che non ci impegniamo a renderli tali

Insieme organico: un’accozzaglia di segni o di suoni faranno rumore o

“casino”, ma se mettiamo ordine e diamo una struttura alle nostre

espressioni ci rendiamo comprensibili.

Bene, ora possiamo cominciare!

Compito

Per domani scriverete:

10 nomi comuni, 10 nomi propri, 10 nomi collettivi, 10 nomi astratti, 10

nomi concreti, 10 nomi primitivi, 10 nomi derivati, 10 diminutivi, 10 accre-

scitivi, 10 nomi dispregiativi, 10 nomi composti, 10 nomi maschili, 10 nomi

femminili, 10 dipendenti, 10 promiscui, 10 nomi difettivi, 10 nomi indecli-

nabili, 10 nomi sovrabbondanti, 10 arcaismi, 10 neologismi, 10 barbarismi,

10 ………

Abbiamo parole per vendere,

Parole per comprare,

Parole per fare parole

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Andiamo a cercare insieme

Le parole per pensare.

Abbiamo parole per fingere,

Parole per ferire,

Parole per fare solletico.

Andiamo a cercare insieme,

Le parole per amare.

Abbiamo parole per piangere,

Parole per tacere,

Parole per fare rumore.

Andiamo a cercare insieme,

Le parole per amare.

Niente paura: non dovete portare il compito per domani. Si tratta del testo di

una canzone di tanti anni fa, ci serve solo per incominciare il nostro percorso

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CANTICO DI ZACCARIA

Benedetto il Signore Dio d’Israele,

perché ha visitato e redento il suo popolo. E ha suscitato per noi una salvezza potente

nella casa di Davide, suo servo. Come aveva promesso per bocca dei suoi santi profeti d’un tempo.

Salvezza dai nostri nemici, e dalle mani di quanti ci odiano.

Così egli ha concesso misericordia ai nostri padri e si è ricordato della sua santa alleanza.

Del giuramento fatto ad Abramo, nostro padre, di concederci, liberati dalle mani dei nemici.

Di servirlo senza timore, in santità e giustizia

al suo cospetto, per tutti i nostri giorni. E tu, bambino, sarai chiamato profeta dell’Altissimo perché andrai innanzi al Signore a preparargli le strade.

Per dare al suo popolo la conoscenza della salvezza nella remissione dei suoi peccati.

Grazie alla bontà misericordiosa del nostro Dio, per cui verrà a visitarci dall’alto un sole che sorge.

Per rischiarare quelli che stanno nelle tenebre e nell’ombra della morte.

E dirigere i nostri passi sulla via della pace.

Vieni Spirito santo

manda a noi dal cielo un raggio della tua luce.

Consolatore perfetto,

ospite dolce dei cuori,

dolcissimo sollievo.

Senza la tua forza nulla è nell’uomo,

nulla senza colpa.

Dona virtù e premio,

dona morte santa, dona eterna gioia.

Vieni padre dei poveri, vieni datore di doni,

vieni luce dei cuori.

O luce beatissima

invadi nell’intimo il cuore dei tuoi fedeli.

Dona ai tuoi fedeli

che solo sperano in te

i tuoi santi doni.

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Caro Gesù, sto per concludere

questa splendida esperienza che è la vacanza. Un’occasione unica per imparare

quanto Tu ci ami e quanto questo tuo sentimento

sia grande e meraviglioso.

Ma tutto questo ci sarà utile soltanto se io saprò trasmetterlo

a chi non è stato qua con noi . Signore, in questa settimana

ho vissuto tanti momenti belli e ho visto negli animatori

l’entusiasmo e la buona volontà,

ho visto nelle cuoche la fatica e ho visto in don Giorgio

la Tua presenza costante. Gesù aiutami

a fare tesoro di tutto questo

per poter lasciare un segno ai miei fratelli come tu l’hai lasciato a me. Amen Sotto c’è spazio per dedi-

che, firme, saluti...

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L’albero di cui parla il salmo, este-

riormente non è diverso da tante

altre piante, a prima vista non si

distingue dalle altre. La vera diffe-

renza sta in profondità: ciò che lo

alimenta lo rende particolare.

Le sue radici pescano nell’acqua di

un ruscello che non si esaurisce,

perciò avrà sempre una chioma

rigogliosa, non potrà seccare. Così

è colui che affonda le sue radici

nella Parola di Dio, non resterà mai

senza alimento. Se apparentemente

agisce come tutti gli altri, in realtà

le sue motivazioni nascono dalla

sua fede in Dio

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SALMO 1

Beato chi ascolta la parola del Signore.

Chi ascolta la parola di Dio

e la mette in pratica,

giorno e notte,

è veramente beato.

È come un albero

che affonda le radici

lungo ruscelli d’acqua corrente.

Esso darà a suo tempo,

frutti saporiti

e le sue foglie

saranno sempre verdi.

Chi è buono e dice la verità

è come una pianta

carica di frutti.

Ma chi è stolto

è come una pianta secca,

pronta per essere tagliata

e bruciata.

Che ogni pianta, Signore,

dia i suoi frutti.

Che ogni uomo, o Gesù,

ascolti la tua parola.

Beato chi ascolta la parola del Signore.

Dal Vangelo secondo Matteo Gesù disse: «Ecco, il seminatore uscì a seminare. E men-tre seminava una parte del seme cadde sulla strada e ven-nero gli uccelli e la divorarono. Un’altra parte cadde in luogo sassoso, dove non c’era mol-ta terra; subito germogliò, perché il terreno non era profon-

do. Ma, spuntato il sole, restò bruciata e non avendo radici si seccò. Un’altra parte cadde sulle spine e le spine crebbero e la soffocarono. Un’altra parte cadde sulla terra buona e diede frutto, dove il cento, dove il sessanta, dove il trenta. Chi ha orecchi intenda». Voi dunque intendete la parabola del seminatore: tutte le volte che uno a-scolta la parola del regno e non la comprende, viene il maligno e ruba ciò che è stato seminato nel suo cuore: questo è il seme seminato lungo la stra-da. Quello che è stato seminato nel terreno sassoso è l’uomo che ascolta la parola e subito l’accoglie con gioia, ma non ha radice in sé ed è incostante,

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Avete mai visto un uomo che semina? Non di quelli di oggigiorno che, aven-do un piccolo orticello, depositano un seme alla volta, ma di quelli di tanto tempo fa, quando si seminava il grano in un grande campo. Il movimento del braccio era ampio e dalla mano, colma di semente, i chic-chi si spargevano dappertutto. Questo contadino però è un po’ particolare: non sta nemmeno a controllare che il campo sia ben curato, sgombro dalle sterpaglie... Chi è il seminatore? Cosa sta seminando?

sicché appena giunge una tribolazione o persecuzione a causa della parola, egli ne resta scandalizzato. Quello semi-nato tra le spine è colui che ascolta la parola, ma la preoc-cupazione del mondo e l’inganno della ricchezza soffocano la parola ed essa non dà frutto. Quello seminato nella terra buona è colui che ascolta la parola e la comprende; questi dà frutto e produce ora il cento, ora il sessanta, ora il trenta».

La strada, gli uccelli

La strada è …. Cosa rappresentano gli uccelli che divorano?

Luogo sassoso con poca terra

Qual è il terreno sassoso? A cosa possiamo paragonare la terra?

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DAL SALMO 18

La tua Parola, Signore,

riempie l’universo.

Ogni giorno

è un inno di lode a te, o creatore.

Il giorno e la notte, senza intervallo,

eseguono i tuoi ordini.

Tutta la natura

è voce,

è parola,

è richiamo

al tuo volere.

Il sole, la luna, le stelle

brillano nel cielo

a lode di Dio e della sua legge.

Tutto quello che tu vuoi, o Signore,

è per il nostro bene.

La tua parola ci rende buoni.

La tua verità

è ristoro alla nostra anima.

Il tuo bene ci rende saggi.

Il tuo amore

illumina i nostri occhi.

Fa’, o Gesù,

che il nostro cuore gioisca

desiderando i tuoi consigli

più che l’oro e le ricchezze del mondo.

La tua Parola, Signore,

riempie l’universo.

In questi giorni abbiamo visto come la

“Parola “ si manifesti in molti modi:

attraverso la voce, i gesti, le immagini,

la realtà che ci circonda e altro ancora.

Questo salmo ce lo ricorda e ci invita a

guardare in profondità intorno a noi per

cogliere la Sua presenza, accogliere la

Parola che viene seminata nel terreno

del nostro cuore e far sì che produca…

Riesci a scrivere quali impegni potresti

assumere perché questo si realizzi?

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Signore, tu non ti stanchi mai di chiamarci. Donaci orecchie capaci di ascoltare la tua voce nella nostra vita di tutti i giorni. Donaci occhi capaci di vederti nelle persone che ci stanno accanto. Donaci mani capaci di aiutare chi ci chiede aiuto. Donaci una voce capace di dirti il nostro si e di annunciarti ai nostri fratelli. Donaci un cuore grande capace di rispondere con gioia al tuo amore.

Donaci un fede salda come quella di Giairo che è sicuro dell’aiuto di Gesù

Aumenta la nostra fede.

Quando ci sembra di essere soli nell’affrontare le difficoltà

Aumenta la nostra fede.

Se la morte di una persona cara ci sembra insopportabile

Aumenta la nostra fede.

Quando, di fronte alle atrocità che si compiono in alcuni paesi del mondo, ci chie-

diamo: “ma Dio dov’è?”

Aumenta la nostra fede.

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La terra buona

Cosa si intende per terra buona Perché il rendimento del raccolto è diverso

Le spine

Cosa si intende per spine

Abbiamo approfondito il significato di alcune espressioni, ora mi guardo den-

tro e rispondo a questa domande Io che terra sono.……

Quali sono gli ostacoli che incontro più frequentemente.... Cosa potrei cambiare per essere terra buona, per migliorare la resa del rac-

colto….

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Signore, Dio della vita e della gioia, grazie per il dono della vita e per il dono di questo giorno. Grazie perché ci hai fatto incontrare. A te affidiamo questa nuova avventura della nostra crescita perché impariamo a conoscere di più noi stessi, ad accogliere gli altri, a incontrarci con te, con il tuo messaggio di vita. Benedici i nostri gruppi e i nostri animatori. Aiutaci a crescere insieme nel rispetto e nella lealtà nell’amicizia e nella bontà. La tua Madre, Maria, guidi i nostri passi con amore materno. Amen

Tracciamo ora, col pollice, una piccola croce

sulla fronte, sulle labbra, sul cuore: è il gesto

che facciamo prima dell’ascolto del Vangelo; le invocazioni ci aiuteranno a

comprenderlo

Signore, apri la nostra mente all’ascolto della tua Parola, perché possiamo

comprenderla e farla diventare nostra, preghiamo

Illumina la nostra mente

Signore, apri le nostre labbra all’annuncio della tua Parola, per renderle ca-

paci di proclamare le tue lodi, preghiamo

Rendici annunciatori della Buona Notizia

Signore, apri il nostro cuore all’accoglienza della tua

Parola, perché si trasformi in gesti di carità, preghiamo

Insegnaci ad amare ogni uomo

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Non permise a nessuno di seguirlo fuorché a

Entrò dove era la bambina con… perché solo loro

Si alzò e si mise a camminare in un altro episodio (quale?) Gesù

aveva detto slegatelo e lasciatelo andare che significato può avere

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bambina non è morta, ma dorme». Ed essi lo deridevano. Ma egli, cacciati

tutti fuori, prese con sé il padre e la madre della fanciulla e quelli che erano

con lui, ed entrò dove era la bambina. Presa la mano della bambina, le dis-

se: «Talità kum», che significa: «Fanciulla, io ti dico, alzati!». Subito la

fanciulla si alzò e si mise a camminare; aveva dodici anni. Essi furono pre-

si da grande stupore. Gesù raccomandò loro con insistenza che nessuno

venisse a saperlo e ordinò di darle da mangiare.

La fama di Gesù guaritore si deve esse-

re diffusa rapidamente se anche un ca-

po della sinagoga (luogo di culto per gli

ebrei osservanti) si rivolge a lui. Ha un

problema serio: la figlia sta morendo e

probabilmente Gesù è l’unica risorsa

rimasta. Anche quando gli riferiscono

che ormai la bambina è morta, non de-

morde e porta Gesù a casa sua. Poi

succede qualcosa di incredibilmente

bello, ma Gesù non vuole farlo sapere.

Strano modo di comportarsi, sicura-

mente molta più gente avrebbe creduto

in lui...

Molta gente lo seguiva cosa voleva

Giairo come si comporta

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DAL SALMO 93

Beato chi segue la tua Parola.

O Signore, tu sei un Dio giusto:

difendi i deboli e fai valere i loro diritti.

Ma fino a quando, o Gesù,

i prepotenti trionferanno?

Fino a quando sparleranno,

diranno insolenze a danno dei più deboli?

Essi calpestano il tuo popolo,

opprimono i poveri e dicono:

“Dio non vede”!

Ma voi, stolti,

quando diventerete saggi?

Chi ha fatto l’orecchio,

forse non sente il grido del debole?

Chi ha fatto l’occhio,

forse non vede le vostre cattiverie?

Il Signore conosce

anche i pensieri dell’uomo:

non sono che un soffio!

Beato l’uomo

che tu istruisci, o Gesù.

Beato l’uomo

che tu ammaestri nella tua legge.

Il Signore è l’unico

che sa giudicare con perfetta giustizia.

O Gesù, tu sei la mia difesa,

il mio unico giudizio è il tuo amore.

Beato chi segue la tua Parola.

Non possiamo vivere senza rego-

le: se ognuno facesse “quel che

mi pare e piace”, vivremmo nel

caos completo. Le leggi regolano

il comportamento degli uomini.

La Legge di Dio ci dice quel che

è “meglio per noi e per tutti”.

Nell’Antico Testamento, Dio ha

dato a Mosè i 10 comandamenti,

le 10 regole per essere liberi.

Nel Nuovo Testamento, Gesù ci

insegna che tutta la Legge si rias-

sume così: “Ama il Signore Dio

tuo con tutto il tuo cuore, con

tutta la tua anima, con tutta la tua

mente. Ama il prossimo tuo come

te stesso”.

Dio conosce i nostri pensieri, sa che siamo

fragili, che facciamo fatica a osservare la sua

Legge, per questo ci sta vicino e ci protegge.

Non giudica per punirci, ma il metro del suo

giudizio è l’amore. Un amore che arriva fino

al dono della sua vita per ogni uomo.

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Dal Vangelo secondo Luca Un giorno Gesù sedeva insegnando. Sedevano là anche farisei e dottori della legge, venuti da ogni villaggio della Galilea, della Giudea e da Gerusalemme. E la potenza del Signore gli faceva operare guarigioni. Ed ecco alcuni uomi-ni, portando sopra un letto un paralitico, cercavano di farlo passare e metterlo davanti a lui. Non trovando da qual parte introdurlo a causa della folla, salirono sul tetto e lo calarono attraverso le tegole con il lettuccio davanti a Gesù, nel mezzo della stanza. Veduta la loro fede, disse: «Uomo, i tuoi peccati ti sono rimessi». Gli scribi e i farisei cominciarono a discutere dicendo: «Chi è costui che pronuncia bestemmie? Chi può rimette-

re i peccati, se non Dio soltanto?». Ma Gesù, conosciuti i loro ragionamenti, rispose: «Che cosa andate ragionan-do nei vostri cuori? Che cosa è più facile, dire: Ti sono rimessi i tuoi peccati, o dire: Alzati e cammina? Ora, per-ché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere sulla ter-ra di rimettere i peccati: io ti dico - esclamò rivolto al pa-ralitico - alzati, prendi il tuo lettuccio e và a casa tua». Subito egli si alzò davanti a loro, prese il lettuccio su cui era disteso e si avviò verso casa glorificando Dio. Tutti rimasero stupiti e levavano lode a Dio; pieni di timore dicevano: «Oggi abbiamo visto cose prodigiose».

Prendiamo in esame i personaggi

che compaiono in questo brano e vediamo cosa fanno, cosa dicono.

Incominciamo dal personaggio prin-cipale:

Gesù

Hai una malattia o ti è capitata

una disgrazia? Sei sicuramente stato punito perché sei un pec-

catore; diventi una persona da evitare perché impuro. (Almeno

così pensavano gli ebrei al tem-

po di Gesù!). Non così per que-gli uomini (amici … parenti ...?)

che vogliono aiutare il paralitico portandolo a Gesù.

Sono talmente risoluti nella loro idea che riescono a trovare uno

stratagemma per bypassare la

folla. (Sarà stato contento il padrone di casa che ha poi do-

vuto rifare il tetto!).

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DAL SALMO 146

Beato, Signore, chi canta le tue lodi.

Lodate il Signore.

È bello cantare al nostro Dio,

dolce è lodarlo.

Il Signore risana i cuori affranti,

fascia le ferite di chi soffre.

Egli conta il numero delle stelle

e chiama ciascuna per nome.

Grande è il Signore onnipotente,

la sua sapienza non ha confini.

Il Signore sostiene gli umili,

abbassa fino a terra i cattivi.

Cantate al Signore un canto di grazie.

Il Signore copre il cielo di nubi,

prepara la pioggia per la terra,

fa germogliare l’erba sui monti.

Provvede il cibo al bestiame,

ai piccoli del corvo che gridano a lui.

Il Signore si rallegra in chi lo adora,

in chi spera nel suo amore.

Beato, Signore, chi canta le tue lodi.

Ritorna il tema della protezione di

Dio, del suo amore provvido.

Nell’esperienza umana non manca

l’incontro con la tristezza e la sof-

ferenza. Come affrontarla?

Dio, che non fa mancare il suo

aiuto agli animali, a maggior ragio-

ne sarà al fianco dell’uomo.

Solo chi ha fiducia in lui sarà in

grado di vivere quest’esperienza,

perché sarà in grado di cogliere la

vicinanza del Padre.

Dal Vangelo secondo Marco

Essendo passato di nuovo Gesù all’altra riva, gli si radunò

attorno molta folla, ed egli stava lungo il mare. Si recò da

lui uno dei capi della sinagoga, di nome Giairo, il quale,

vedutolo, gli si gettò ai piedi e lo pregava con insistenza:

«La mia figlioletta è agli estremi; vieni a imporle le mani

perché sia guarita e viva». Gesù andò con lui. Molta folla lo seguiva e gli si

stringeva intorno. Mentre ancora parlava, dalla casa del capo della sinagoga vennero a dirgli:

«Tua figlia è morta. Perché disturbi ancora il Maestro?». Ma Gesù, udito

quanto dicevano, disse al capo della sinagoga: «Non temere, continua solo

ad aver fede!». E non permise a nessuno di seguirlo

fuorché a Pietro, Giacomo e Giovanni, fratello di Giaco-

mo. Giunsero alla casa del capo della sinagoga ed egli

vide trambusto e gente che piangeva e urlava. Entrato,

disse loro: «Perché fate tanto strepito e piangete? La

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A volte, Signore, è una scusa che prendo quando dico: “Sono piccolo!” È una scusa per non impegnarmi, per tirarmi indietro di fronte alle mie responsabilità. Quando poi voglio fare di testa mia, sono pronto ad affermare che sono grande e a pretendere che gli altri mi lascino fare. Aiutami, Signore, a capire che, davanti a Te, tutti siamo piccoli, ma che da ciascuno di noi tu ti aspetti ciò che può dare: un po’ di gioia seminata intorno, un servizio, un aiuto a chi ha bisogno, piccole cose che però tocca a noi fare, con il tuo aiuto e per il tuo amore. Amen!

Solo con te possiamo fare cose grandi

Salvaci, Signore

Dall’orgoglio che ci fa illudere di essere i migliori

Salvaci, Signore

Quando vogliamo fare di testa nostra

Salvaci, Signore

Quando abbiamo paura di affrontare le difficoltà

Salvaci, Signore

Anche quando non ci accorgiamo di aver bisogno di te

Salvaci, Signore

9

Farisei e dottori della legge sono i depositari della Dottrina, coloro che

conoscono i libri sacri e si arrogano il diritto di ammaestrare gli altri. Qual è il loro atteggiamento di fondo

Uomini che portano il paralitico. Quali pos-sono essere i motivi che li hanno spinti ad affrontare tutta questa fatica per portarlo a Gesù

Paralitico che parte avrà avuto in tutta la vicenda: da protagonista o sem-plicemente si lascia portare Cosa si aspetta dall’incontro con Gesù e quale reazione suscitano in lui le parole che Gesù pronuncia

Tutti cioè la folla quali pensieri formulano in tutto lo svolgimento della vicenda

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Nella nostra vita di fede anche noi, a volte,

facciamo l’esperienza del paralitico A cosa possiamo paragonare la paralisi

L’incontro con Gesù avviene con la celebrazione di un sacramento

Ci hai parlato con la tua Parola, o Signore: ci inviti all’amicizia sincera e leale che ama l’altro,

che è capace di condividere e di capire quando l’amico ha bisogno di noi.

Ci hai provocato con la tua Parola, o Signore:

l’amicizia non è sicurezza, felicità, pace. L’amicizia è vivere insieme

capire che non è possibile essere felici da soli, è donare e accettare con gioia.

Ci hai esortato con la tua parola, o Signore:

un patto di amicizia è più importante di qualsiasi altra cosa.

E allora coraggio, sfidiamo chi ci vuol far credere

che non esiste più l’amicizia e fidiamoci di te che ci dai parole di vita eterna.

Il paralitico prende il suo lettuccio, la “sua vita” fino a quel momento e va a

casa sua, ricomincia a vivere. Per me cosa vuol dire “prendere il lettuccio e tornare a casa”?

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Pietro il coraggio non gli fa difetto, ma forse è troppo

sicuro di sé, perché

Saliti sulla barca il vento cessò anche noi siamo su una barca

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Ordina di devono attraversare il

lago, senza di lui

Il mare di Galilea, più precisamente, è

un grande lago soggetto a improvvise

tempeste. I discepoli dovevano essere

abituati ad affrontarle perché su quel

lago lavoravano come pescatori, ciò

nonostante c’era sempre del timore

durante le traversate. Nel Vangelo c’è

un altro passo che racconta l’esito di

una tempesta. Quello

che qui possiamo nota-

re è il modo in cui

Gesù affronta il mare.

Cosa potrebbe rappre-

sentare questo mare?

È notte e il vento è contrario peggio di così non può andare,

o meglio, ci mancava solo il fantasma

Coraggio sono io

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DAL SALMO 39

Beato l’uomo che compie la tua volontà.

Tu sei generoso nel donarci le tue grazie.

I tuoi doni sono così numerosi

che non finirei di contarli.

La cosa più gradita a te

è che ti diciamo:

“Sono pronto, o Signore,

a compiere la tua volontà”.

Parlerò sempre bene di te, o Gesù.

Proclamerò a tutti:

“Il Signore è grande”.

Sì, io sono povero e misero,

ma il Signore pensa sempre a me.

Beato l’uomo che compie la tua volontà.

Dio non ha bisogno delle noste

offerte, dei nostri “sacrifici”. Chi ha

creato tutto l’universo, può forse

aver bisogno di qualcosa da parte

nostra?

Lui ci colma di doni e non chiede

nulla in cambio; la sua generosità è

completamente gratuita e non di-

pende dal nostro essere buoni o

meritevoli. Anche se siamo deboli e

spesso sbagliamo, lui pensa comun-

que a noi.

Gesù, con la sua vita, ci insegna

che Dio gradisce chi “compie la sua

volontà” e non lo abbandona mai.

Consapevoli di questa verità, non

possiamo che gridare a tutti che

“Dio è grande e ci ama”.

Dal Vangelo secondo Marco Mentre usciva per mettersi in viaggio, un tale gli corse in-contro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: «Maestro buono, che cosa devo fare per avere la vita eter-na?». Gesù gli disse: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo. Tu conosci i comandamenti: Non

uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non dire falsa testimonian-za, non frodare, onora il padre e la madre». Egli allora gli disse: «Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza». Allora Gesù, fissatolo, lo amò e gli disse: «Una cosa sola ti manca: và, vendi quello che hai e dallo ai poveri e avrai un tesoro in cielo; poi vieni e seguimi». Ma egli, rattristatosi per quelle parole, se ne andò afflit-to, poiché aveva molti beni.

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A volte siamo convinti di essere cri-

stiani di diritto perché siamo nati in

una famiglia che ci fatto battezzare.

Se poi ci siamo impegnati a parteci-

pare al catechismo e abbiamo impara-

to tante cose, possiamo star tranquilli,

ci riteniamo a posto.

Anche quel tale che si è presentato da

Gesù era un bravo ebreo, fin da pic-

colo aveva osservato i comandamenti,

la “Legge”, li conosceva perfino a

memoria, ma qualcosa lo preoccupa-

va: come ottenere la vita eterna?

Gesù lo sorprende dicendogli che gli

manca ancora qualcosa per essere

perfetto ...

Un tale quando nel Vangelo non compare il nome di chi incontra Gesù vuol dire che

Cosa devo fare per avere la

vita eterna cosa risponderei … Io cosa faccio …

Fissatolo, lo amò qui appare la grande umanità di Gesù che

parla anche con gli occhi. Cosa leggo in quello sguardo

33

22

DAL SALMO 90

Beato chi dimora all’ombra delle tue ali

Chi pone la sua fiducia

nella bontà di Dio onnipotente,

troverà sicurezza e protezione.

Il Signore lo libererà

dal laccio del male e del peccato.

Come una chioccia protegge i piccoli

sotto le sue ali,

così il Signore ci protegge

con il suo grane amore.

Di notte e di giorno,

nessun male mi colpirà

perché tu sei con me.

Tu comandi ai tuoi angeli

di custodirmi in tutti i miei passi.

Sulle loro mani mi porteranno

perché non inciampi nella pietra

il mio piede.

Beato chi dimora all’ombra delle tue ali

Facile credere nella protezione di

Dio quando tutto va bene e non ci

sono intoppi. Ma poi ci capita

qualche imprevisto e la nostra

sicurezza vacilla: Dio è lontano.

La folla sotto la croce gridava a

Gesù: “dov’è Dio? Lo liberi per-

ché ha avuto fede in lui”.

Ma Dio ci protegge solo perché

ci libera dai pericoli?

Dal Vangelo secondo Matteo Subito dopo ordinò ai discepoli di salire sulla barca e di precederlo sull’altra sponda, mentre egli avrebbe congeda-to la folla. Congedata la folla, salì sul monte, solo, a prega-re. Venuta la sera, egli se ne stava ancora solo lassù. La barca intanto distava già qualche miglio da terra ed era

agitata dalle onde, a causa del vento contrario. Verso la fine della notte egli venne verso di loro camminando sul mare. I discepoli, a vederlo camminare sul mare, furono turbati e dissero: «È un fantasma» e si misero a gridare dalla paura. Ma subito Gesù parlò loro: «Coraggio, sono io, non abbiate pa-ura». Pietro gli disse: «Signore, se sei tu, comanda che io venga da te sulle acque». Ed egli disse: «Vieni!». Pietro, scendendo dalla barca, si mise a camminare sulle acque e andò verso Gesù. Ma per la violenza del vento, s’impaurì e, cominciando ad affondare, gri-dò: «Signore, salvami!». E subito Gesù stese la mano, lo afferrò e gli disse: «Uomo di poca fede, perché hai dubitato?». Appena saliti sulla barca, il vento cessò. Quelli che erano sulla barca gli si prostrarono davanti, esclamando: «Tu sei veramen-te il Figlio di Dio!».

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Padre che sei nei cieli se ti cerchiamo lassù, molto in alto, non riusciamo a vederti. Ma se abbassiamo gli occhi e guardiamo con amore, vediamo i cieli dappertutto. Qui tra noi: nell’amico allegro, in quello silenzioso, in quello prepotente e in quello simpatico. Cieli…. Dovunque: nelle aule di scuola e nelle gradinate dello stadio, nei bar, nei viali e nei cortili dove giochiamo, nella buia piazzetta dove si raccolgono i drogati, nella gente in preghiera sotto le arcate luminose della chiesa. Dove c’è un uomo, dove c’è uno di noi, là tu ci sei. E li sono i cieli, dentro i quali cercarti e trovarti.

Quando devo pregare non so mai cosa dire

Maestro, insegnaci a pregare

La mia giornata è piena di impegni e non ho tempo

Maestro, insegnaci a pregare

Mi sembra di ripetere parole a memoria e non ci metto il cuore

Maestro, insegnaci a pregare

Non sono capace di ascoltare quello che tu mi dici

Maestro, insegnaci a pregare

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Saggio quell’uomo

Che non insegue i miti del successo Non è attratto dalla facile ricchezza

E non cerca onori e piaceri. Veramente saggio quell’uomo Che crede nella giustizia e nel bene, Che si lascia guidare dalla Parola E la rende il suo pane quotidiano

Sarà come albero rigoglioso Che affonda le sue radici

Nel terreno dei veri valori E nell’acqua viva della fede.

La sua coscienza sarà tranquilla, La sua parola saggia e credibile, Le sue scelte stabili e costruttive, La sua vita piena di soddisfazioni insperate.

Una cosa solo ti manca ho scoperto qual è la cosa importante

Se ne andò perché Farei anch’io così, perché

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Sciocco quell’uomo

Che ha fiducia solo in se stesso, Che vende l’anima al successo,

Ai soldi, al potere E fa del piacere il suo dio.

Veramente sciocco quell’uomo Che non ama Dio ed il prossimo, Che non coltiva i valori morali E la speranza in un futuro migliore.

Sarà come una foglia secca

Fatta turbinare dal vento degli interessi Come una banderuola

Senza stabile direzione di vita.

Non saprà resistere nei tempi di prova, Si scoprirà vuoto di valori e coraggio; Abbandonato dagli amici di comodo, Tremante come un bimbo impaurito.

È il Signore la forza dell’uomo saggio E insieme la sua meta e il suo premio.

La rovina dell’uomo È il credere solo in se stesso.

Chiediamo ora a Gesù di perdonare le nostre infedeltà

Signore Gesù, che con la tua vita ci hai mostrato che si ama

Dio facendo la sua volontà, kyrie eleison.

Kyrie eleison

Signore Gesù, che conosci la nostra debolezza e ci sostieni, kyrie eleison.

Kyrie eleison

Signore Gesù, che ci chiami a seguirti ma ci lasci liberi di rispondere alla tua chia-

mata, kyrie eleison.

Kyrie eleison

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Anni fa il card. Martini scrisse un

bellissimo commento al Padre nostro

prendendo in esame ogni singola riga

provo a fare la stessa cosa

Maestro, insegnaci a pregare…

La preghiera è dialogo con Dio e Gesù

ha dialogato spesso con lui. Dialogo,

non ripetizione meccanica di formule.

Questo non vuol dire che non dobbia-

mo più usare le preghiere imparate a

memoria, tutt’altro… significa che

dobbiamo farle nostre.

Gesù doveva vivere intensamente quei

momenti, se nei suoi discepoli nasce

questa richiesta. E lui insegna questa

preghiera che è la sintesi di tutte le

altre ...

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DAL SALMO 103

Benedici il Signore, anima mia.

Signore mio Dio, quanto sei grande.

Quanto sono meravigliose

le tue opere, Signore.

Tutto hai fatto con saggezza:

la terra è piena del tuo amore.

Tutti gli esseri viventi

aspettano che tu, Gesù,

dia loro il cibo in tempo opportuno.

Tu lo provvedi.

Loro lo raccolgono.

Tu apri la mano, si saziano di beni.

Se nascondi il tuo volto,

vengono meno.

Se togli loro il respiro, muoiono

e ritornano nella loro polvere.

Mandi il tuo spirito e sono creati

e rinnovi la faccia della terra.

La gloria del Signore sia per sempre.

Il Signore possa gioire

delle sue opere.

Voglio cantare al Signore,

finché ho vita,

voglio cantare al mio Dio,

finché esisto.

Benedite il Signore,

voi tutti suoi angeli,

messaggeri del suo amore,

pronti alla voce

della sua parola di bontà.

Benedite il Signore

voi tutte creature di Dio:

eseguite il suo volere.

Benedici il Signore, anima mia!

Benedici… dire bene di, lodare,

chiedere protezione

Solitamente è Dio che ci benedice.

Benedici… quante delle nostre

preghiere iniziano così?

Forse nessuna.

Ci rivolgiamo a Dio se dobbiamo

chiedergli qualcosa: un aiuto, una

grazia, perdono …

Il salmista “dice bene” di Dio per

tutto il creato, per la vita …

Se ci guardiamo attorno possiamo

scoprire i segni della sua Parola

creatrice che ancora opera.

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Dal Vangelo secondo Marco

Gesù entrò di nuovo nella sinagoga. C’era un uomo che aveva una mano inaridita, e lo osservavano per vedere se lo guariva in giorno di sabato per poi accusarlo. Egli disse all’uomo che aveva la mano inaridita: «Mettiti nel mezzo!». Poi domandò loro: «È lecito in giorno di sabato

fare il bene o il male, salvare una vita o toglierla?». Ma essi tacevano. E guardandoli tutt’intorno con indignazione, rattristato per la durezza dei loro cuori, disse a quell’uomo: «Stendi la mano!». La stese e la sua mano fu risanata. E i farisei uscirono subito con gli erodiani e tennero consiglio contro di lui per farlo morire.

Questa volta Gesù ha proprio pas-

sato ogni limite: così i farisei sono arrabbiati e cercano l’alleanza degli

erodiani (quelli del partito di Ero-de) per toglierlo di mezzo.

Nella Sinagoga sono due le perso-

ne che stanno violando la legge: l’uomo che non ha il diritto di stare

lì, perché ha un difetto fisico (avrà

fatto qualche pec-cato), e Gesù che

si permette di gua-

rirlo in giorno di sabato.

Forse i farisei han-no ragione...

Oggi tocca a voi analizzare il testo: ognuno cerca e sot-tolinea le parole che ritiene più importanti. Poi insieme cercheremo di approfondirle

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DAL SALMO 62

Beato chi in Dio si rifugia

O Signore, tu sei il mio Dio,

dall’aurora ti cerco.

La mia anima ha sete di te

come una terra deserta

e arida, senz’acqua.

Più cara della vita è la tua bontà

e le mie labbra cantano la tua lode.

Manda, o Gesù, la tua grazia,

che ridoni vita e gioia.

Non mi stancherò di ringraziarti,

per tutta la mia vita.

Tu sei il mio rifugio.

Tu sei la mia forza.

Esulto di gioia nello stare vicino a te.

Ho sete e fame di te.

Vorrei tanto invitarti alla mia cena.

Al mattino e di giorno

penso al tuo amore.

Mi rifugio in te,

come un figlio in braccio a sua madre.

Beato chi in Dio si rifugia

Dal Vangelo secondo Matteo In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: «Pregando poi, non sprecate

parole come i pagani, i quali credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno ancor prima che gliele chiediate. Voi dunque pregate così: Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome; venga il tuo regno; sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male.»

Proviamo a ripescare nei ricordi del-

la nostra infanzia: quante volte, per i

motivi più svariati, siamo corsi nelle

braccia della mamma? Il suo abbrac-

cio donava sicurezza, serenità e tal-

volta era espressione di perdono. Dio

è Padre e Madre (forse per questo

motivo fece “l’uomo a sua immagine

e somiglianza, maschio e femmina lo

creò”), in lui c’è la tenerezza della

madre e l’autorevolezza del padre.

C’è in me questa ricerca di Dio?

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«Colui che semina il buon seme è il Figlio dell’uomo. Il campo è il mondo. Il seme buono sono i figli del regno; la zizzania sono i figli del maligno, e il nemico che l’ha seminata è il diavolo. La mieti-tura rappresenta la fine del mondo, e i mietitori so-no gli angeli. Come dunque si raccoglie la zizzania e si brucia nel fuoco, così avverrà alla fine del mon-do. Il Figlio dell’uomo manderà i suoi angeli, i quali

raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti gli operatori di iniquità e li getteranno nella fornace ardente dove sarà pianto e stridore di denti. Allora i giusti splenderanno come il sole nel regno del Padre loro. Chi ha orecchi, intenda!

Oggi la liturgia ci propone tre parabole

che parlano del “regno dei cieli”.

Gesù usa spesso il genere “parabole” per

spiegare verità non facili da comprendere

e prende spunto, per i suoi racconti, dalla

vita quotidiana degli ascoltatori.

Non è facile definire cos’è il “regno dei

cieli” tant’è vero che Gesù stesso usa

delle similitudini: è una realtà in diveni-

re, qualcosa che sta crescendo lentamen-

te, impercettibilmente. Nemmeno il male

può arrestare questa crescita perché Dio

stesso ne è l’artefice.

Scrivo una preghiera che nasce dalla

lettura del Vangelo di oggi.

Potrei anche leggerla durante la pre-

ghiera dei fedeli...

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Quante volte, o Signore,

mi fermo solo alla superficie delle cose!

Quante volte sono tentato di giudicare,

di condannare, di rifiutare!

Tu mi inviti, Signore Gesù,

ad accogliere tutti con occhi nuovi,

capaci di guardare con fiducia chiunque.

Aiutami ad accorgermi

di chi ha bisogno di me

e rendimi capace di offrirgli il mio aiuto

senza paura di compromettermi,

riuscendo ad amare come Tu

mi hai insegnato. Amen.

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Alcuni suggerimenti.

Sabato (il giorno sacro) come lo santificano gli ebrei, e Gesù Domenica come la santifico io Mano inaridita è solo un problema fisico o possiamo vederci qualcosa...

Guardandoli con indignazione pensiamo allo sguardo di cui parlavamo ieri

A volte, Gesù, guardiamo le persone per giudicarle: co-

me sono vestite, come parlano, cosa fanno… pronti a

prendere le distanze da loro se non sono come le voglia-

mo.

Aiutaci a guardare tutti con il tuo sguardo d’amore

A volte, Gesù, le nostre mani sono vuote, non contengono nulla e le teniamo

ben chiuse per non perdere ciò che ci appartiene,

Aiutaci a tenerle aperte per donare

A volte, Gesù, critichiamo il tuo comportamento perché ami anche chi si

comporta male e non mandi castighi esemplari.

Aiutaci a comprendere che anche noi spesso sbagliamo e siamo perdona-

ti da te

A volte, Gesù, ci accordiamo con chi ci presenta una vita facile e ci dimenti-

chiamo i tuoi insegnamenti

Facci trovare chi sa richiamarci e correggerci

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Dal Vangelo secondo Matteo Gesù espose loro così un’altra parabola: «Il regno dei cieli si può paragonare a un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo. Ma mentre tutti dormivano venne il suo nemico, seminò zizzania in mezzo al grano e se ne andò. Quando poi la messe fiorì e fece

frutto, ecco apparve anche la zizzania. Allora i servi anda-rono dal padrone di casa e gli dissero: Padrone, non haii seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene dunque la zizzania? Ed egli rispose loro: Un nemico ha fat-to questo. E i servi gli dissero: Vuoi dunque che andiamo a raccoglierla? No, rispose, perché non succeda che, co-gliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano. Lasciate che l’una e l’altro crescano insieme fino alla mietitura e al momento della mietitura dirò ai mietitori: Cogliete prima la zizzania e legatela in fastelli per bruciarla; il grano invece riponetelo nel mio granaio».

Un’altra parabola espose loro: «Il regno dei cieli si può paragonare a un granellino di senapa, che un uomo prende e semina nel suo campo. Esso è il più piccolo di tutti i semi ma, una volta cresciuto, è più grande degli altri legumi e diventa un albero, tanto che vengono gli uccelli del cielo e si annidano fra i suoi rami».

Un’altra parabola disse loro: «Il regno dei cieli si può parago-nare al lievito, che una donna ha preso e impastato con tre misure di farina perché tutta si fermenti». Tutte queste cose Gesù disse alla folla in parabole e non par-lava ad essa se non in parabole, perché si adempisse ciò che era stato detto dal profeta: Aprirò la mia bocca in parabole, proclamerò cose nascoste fin dalla fondazione del mondo. Poi Gesù lasciò la folla ed entrò in casa; i suoi discepoli gli si accostarono per dirgli: «Spiegaci la parabola della zizzania nel campo». Ed egli rispose:

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O Signore, con la tua parola ci fai capire il senso dell’amicizia. Aiutaci ad essere veri amici. Donaci la forza di non nasconderci dietro le nostre sicurezze e le nostre paure, ma di ricercare e seguire sempre la verità come hai fatto tu.

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Signore, quanti desideri dentro di noi:

essere simpatici, liberi, sani, belli, diversi, alla moda...

Non ce le hai messe Tu queste voci nel cuore? Signore, di’ la verità,

a Te non dispiacerebbe per niente

se tutti gli uomini riuscissero a vivere al massimo della felicità?

Sei Tu, Signore che ci hai creati per vivere liberi, sereni, felici.

Il guaio è, Signore, che noi cerchiamo la felicità

partendo dal di fuori,

comperando e ammucchiando cose su cose. Games , motorini, jeans,

cd, cellulari, profumi... Quanti prodotti ci promettono

di colmare i nostri desideri!

Ma essi rimangono sempre là, insoddisfatti. Aiutaci, Signore, a correre ogni giorno

dietro ai nostri desideri più belli, ma senza comperare troppe cose...

perché la felicità comincia da dentro.

Fa’ che i nostri occhi possano sempre ammirare lo splendore di un creato non rovi-

nato dall’uomo

Ascoltaci, Signore

Fa’ che i nostri occhi sappiano vedere il Tuo volto in quello di chi ci sta vicino

Ascoltaci, Signore

Fa’ che i nostri occhi guardino con dolcezza chi ci chiede aiuto

Ascoltaci, Signore

Fa’ che i nostri occhi si allontanino dalle immagini che offendono la dignità delle

persone

Ascoltaci, Signore

Fa’ che i nostri occhi sappiano versare lacrime di fronte al

male che regna nel mondo

Ascoltaci, Signore

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18

DAL SALMO 138

Stupende sono tutte le tue opere, Signore.

Signore, tu mi osservi e mi conosci,

tu capisci anche i miei pensieri.

Tu sei presente a tutte le mie azioni.

La mia parola non è ancora stata detta

e tu, o Gesù, la conosci tutta.

Tu sei dappertutto.

Dove andare lontano dal tuo spirito?

Dove fuggire dalla tua presenza?

Se dovessi salire in cielo, là tu sei.

Se dovessi scendere nel profondo della terra, eccoti.

Se dovessi prendere le ali dell’aurora,

per abitare all’estremità del mare,

anche là mi guiderebbe la tua mano

e troverei il tuo amore.

Se dico:

“Almeno l’oscurità mi copra

e intorno a me sia la notte”,

nemmeno le tenebre, Signore,

per te sono oscure

e la notte è chiara come il giorno.

Sei tu che hai creato il mio essere

e mi hai tessuto nel seno di mia madre.

Ti lodo, o Gesù,

perché mi hai fatto in modo meraviglioso,

come un prodigio.

Stupende sono tutte le tue opere, Signore

Solo Dio, che ci ha creato, ci

conosce bene, nel profondo.

Conosce i nostri pensieri, i

nostri desideri e anche le

nostre mancanze.

A lui non possiamo tenere

nascosto nulla. Magari riu-

sciamo a imbrogliare i nostri

genitori, a volte ci illudiamo

di poter ingannare noi stessi,

ma Dio ci conosce bene e ci

ama così come siamo.

Ci ha creati come una cosa

meravigliosa e ci ha donato

la libertà.

Lui ci è vicino per proteg-

gerci e per amarci sempre.

Dal Vangelo secondo Giovanni Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberia-de. E si manifestò così: si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Didimo, Natanaele di Cana di Galilea, i figli

di Zebedeo e altri due discepoli. Disse loro Simon Pietro: «Io vado a pescare». Gli dis-sero: «Veniamo anche noi con te». Allora uscirono e salirono sulla barca; ma in quella notte non presero nulla. Quando già era l’alba Gesù si presentò sulla riva, ma i disce-poli non si erano accorti che era Gesù. Gesù disse loro: «Figlioli, non avete nulla da mangiare?». Gli risposero:

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«No». Allora disse loro: «Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete». La gettarono e non potevano più tirarla su per la gran quantità di pesci. Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «È il Signore!». Simon Pietro appena udì che era il Signore, si cinse ai fianchi il camiciotto, poiché era spogliato, e si gettò in mare. Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pe-

sci: infatti non erano lontani da terra se non un centinaio di metri. Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane. Disse loro Gesù: «Portate un po’ del pesce che avete preso or ora». Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di centocin-quantatre grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si spezzò. Gesù disse loro: «Venite a mangiare». E nessuno dei discepoli osava domandar-gli: «Chi sei?», poiché sapevano bene che era il Signore. Allora Gesù si av-vicinò, prese il pane e lo diede a loro, e così pure il pesce. Questa era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risuscitato dai morti. Quand’ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone di Giovanni, mi vuoi bene tu più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli». Gli disse di nuovo: «Simone di Giovanni, mi vuoi bene?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci le mie pecorelle». Gli disse per la terza volta: «Simone di Giovanni, mi vuoi bene?». Pie-tro rimase addolorato che per la terza volta gli dicesse: Mi vuoi bene?, e gli disse: «Signore, tu sai tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecorelle. In verità, in verità ti dico: quando eri più giovane ti cingevi la veste da solo, e andavi dove volevi; ma quando sarai vec-chio tenderai le tue mani, e un altro ti cingerà la veste e ti porterà dove tu non vuoi». Questo gli disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E detto questo ag-giunse: «Seguimi».

Io vado a pescare quali pensieri e sentimenti

ci possono stare dietro questa decisione

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Che io riabbia la vista perché sarà tanto importante per lui vederci di nuovo

La tua fede ti ha salvato in che modo

ha dimostrato di avere fede

Cosa vuol dire per me chiedere di riavere la vista

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Dal Vangelo secondo Luca

Mentre Gesù si avvicinava a Gerico, un cieco era seduto a mendicare lungo la stra-

da. Sentendo passare la gente, domandò che cosa accadesse. Gli risposero: «Passa

Gesù il Nazareno!». Allora incominciò a gridare: «Gesù, figlio di Davide, abbi pietà

di me!». Quelli che camminavano avanti lo sgridavano, perché tacesse; ma lui conti-

nuava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!». Gesù allora si fermò e

ordinò che glielo conducessero. Quando gli fu vicino, gli doman-

dò: «Che vuoi che io faccia per te?». Egli rispose: «Signore, che

io riabbia la vista». E Gesù gli disse: «Abbi di nuovo la vista! La

tua fede ti ha salvato». Subito ci vide di nuovo e cominciò a se-

guirlo lodando Dio. E tutto il popolo, alla vista di ciò, diede lode

a Dio.

Guarda l’immagine

cosa vedi

cosa fanno

Non è possibile immaginare come

sia la vita di una persona cieca

dalla nascita: come può rappresen-

tarsi il mondo che lo circonda o le

persone? E se un uomo perde la

vista quando è già adulto a cosa va

incontro?

Ai giorni nostri stanno sperimen-

tando un “microchip” che può so-

stituire l’occhio umano e, magari,

in futuro non esisteranno più i

“non vedenti”.

Ma, al tempo di Gesù si pensava

che la causa della cecità, così come

di altre malattie, fosse il peccato;

perciò...

21

I discepoli, dopo che le donne hanno

loro annunciato la risurrezione di Gesù,

tornano in Galilea, per ricominciare da

capo. Pietro, uomo molto pratico, pren-

de l’iniziativa di recarsi a pescare: è

sempre stato il suo lavoro e, quasi sicu-

ramente, era il capo su quella barca.

Ecco però che succede

qualcosa di non previ-

sto: Gesù si presenta di

nuovo, come tre anni

prima, e lo chiama.

Questa volta cosa gli

chiederà?

Nessuno osava domandare perché

Prese il pane e lo diede loro ci ricorda

Seguimi Gesù chiama ancora Pietro a seguirlo,

ma questa volta l’invito è preceduto da una do-

manda ripetuta tre volte

Condizione essenziale per seguire Gesù è

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Credo,

ho fiducia in te, Dio,

Padre mio e Padre di tutti gli uomini.

Ho fiducia nel tuo amore

continuo e incondizionato

che mi raggiunge così come sono,

fragile e limitato.

Credo nella tua misericordia,

nel tuo perdono

e nella gioia di essere tuo figlio.

Credo nella tua forza,

nella tua pace che trasforma la vita.

Credo in te, Gesù, Figlio del Padre,

che mi aiuti a scoprire l’amore di Dio,

che hai vissuto come me da uomo,

che sei passato attraverso la croce

per salvarmi totalmente

e mi hai rivelato il volto di Dio Padre,

tenero e forte.

Credo in te, Spirito santo,

che agisci in me e rendi viva oggi

la presenza di Dio nella mia vita.

Amen.

Quando siamo scoraggiati per la fatica e la delusione e siamo

tentati di lasciare tutto e chiuderci in noi stessi

Vieni in nostro aiuto.

Se non sappiamo riconoscerti quando ti affianchi a noi

Mostraci il tuo volto.

Quando abbiamo bisogno di essere rassicurati sulla tua presenza

Spezza il tuo pane con noi.

Quando le nostre piccolezze e i nostri peccati ci fanno dubitare

Ricordaci che il tuo amore per noi è infinito.

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Dal salmo 103

Benedici il Signore, anima mia.

Tutta la mia vita benedica il suo santo nome.

Benedici il Signore, anima mia,

non dimenticare quello che lui ha fatto per te.

Egli perdona tutte le tue colpe,

ti è vicino quando sei in difficoltà;

Buono e misericordioso è il Signore,

non si arrabbia facilmente con noi.

Egli dimentica i nostri peccati

e non è mai arrabbiato con noi.

Non guarda se siamo buoni o cattivi,

ci ama senza aspettarsi nulla in cambio .

Come vasto è il cielo,

così è grande la sua misericordia

per quanti hanno fiducia in lui.

Come un padre ama i suoi figli,

così il Signore ama quanti confidano in lui.

Benedici il Signore, anima mia.

Vogliamo conoscere chi è Dio?

Chiediamolo a Gesù, che con la

sua vita ce l’ha mostrato.

Però già nell’AT il salmista ci

presenta Dio come un Padre.

Se Dio è così, non dobbiamo

aver paura di lui, perché non è

un giudice pronto a valutare il

nostro comportamento per poi

agire di conseguenza.

È un papà che non assomiglia a

nessuno dei nostri: la sua bontà

e il suo amore sono infiniti.

Come possiamo ringraziarlo?

Vi presento Dio

come lo vedo io...