parlano di: satira, poesie ... - Notizie in Controluce

22
Mensile di attualità e cultura dei Castelli Romani e dintorni Anno VIII/11 – novembre 1999 Diffusione gratuita Associazione Culturale PHOTO CLUB CONTROLUCE – Via Carlo Felici 18-20 Monte Compatri satira, poesie, inchiesta greenpeace, raymond queneau, dylan thomas, giancarlo consonni, il racconto, i bambini soldato, arsenij e andrej tarkovskij, marc chagall, corrado cagli, foto-esordio 1999, energia BARBONE , BRUNA , CAPPAI , CENICCOLA, DUGO, FAINI , LENISA, POLVERARI, POMPEO, RIZZO, VANNUCCHI, VITAGLIANO parlano di:

Transcript of parlano di: satira, poesie ... - Notizie in Controluce

Page 1: parlano di: satira, poesie ... - Notizie in Controluce

Mensile di attualità e cultura dei Castelli Romani e dintorni Anno VIII/11 – novembre 1999

Diffusione gratuita

Associazione Culturale PHOTO CLUB CONTROLUCE – Via Carlo Felici 18-20 Monte Compatri

satira, poesie, inchiestagreenpeace, raymondqueneau, dylan thomas,giancarlo consonni, ilracconto, i bambinisoldato, arsenij eandrej tarkovskij, marcchagall, corrado cagli,foto-esordio 1999,energia

BARBONE, BRUNA, CAPPAI,CENICCOLA, D’UGO, FAINI, LENISA,POLVERARI, POMPEO, RIZZO,VANNUCCHI, VITAGLIANO

parlano di:

Page 2: parlano di: satira, poesie ... - Notizie in Controluce

visitate la nostra pagina webhttp://www.controluce.it

Notizie in… CONTROLUCE novembre 19992

NOTIZIE IN… CONTROLUCEMensile di attualità e cultura

dei Castelli Romani e dintorni

EDITOREAssociazione CulturalePHOTO CLUB CONTROLUCE

Via Carlo Felici 18-20 – MONTE COMPATRI (RM)

tel.: 06 9486821; 06 9485935 ; 06 9485336;fax: 06 9485091;e-mail: [email protected]

DIRETTORE RESPONSABILEDomenico Rotella

REDAZIONEMirco Buffi, Stefano Carli, Alberto Crielesi, C. M.Di Modica, Nicola D’Ugo, Armando Guidoni,Mauro Luppino, Tarquinio Minotti, SalvatoreNecci, Francesca Vannucchi.

PUBBLICITÀC. M. Di Modica, tel. 06 9487063

REGISTRAZIONE TRIBUNALE DI ROMAN.117 DEL 27 FEBBRAIO 1992Gli articoli e i servizi sono redatti sotto la respon-sabilità degli autori. Gli articoli non firmati sono acura della redazione.Finito di stampare in proprio il 20 novembre 1999

HANNO COLLABORATOFrancesco Barbone, Bruna, Paolo Cappai,Lionello Ceniccola, Sergio Maria Faini, FaustoGiuliani, Maria Grazia Lenisa, Luca Marcantonio,Massimo Marciano, Micaela Rizzo, Miriam Cor-renti, Franco Nicastro, Pino Palumbo, LorenzoPompeo, Gianluca Polverari, Roberto Proietti,Roberto Sciarra, Giovanni Vitigliano.

Illustrazioni di:Roberto Proietti.

In copertina:Giacinto Cerrone: Grande U.

Il giornale viene distribuito gratuitamente a tutti isoci e diffuso attraverso le pagine del nostro sitoWeb: www.controluce.it

VISTO DA…

Nel dramma di un mondo che con-tinua a conoscere una recrude-

scenza senza fine di conflitti etnici efratricide guerre civili, un posto deltutto particolare spetta a quell’infan-zia tradita che, vittima innocente, èdoppiamente stuprata quando è tra-sformata essa stessa in strumento dimorte. Almeno trecentomila bambini almondo sono oggi impegnati militarmentein conflitti armati, inquadrati in esercitiregolari o nelle innumerevoli milizie chedevastano popolazioni e territori. L’Afri-ca, in particolare, offre il panorama piùdisastroso: centinaia di bambini lottano,uccidono, maneggiano armi e muoionoin Congo, Etiopia, Sierra Leone ed inaltre zone; minori sfruttati, male pagati,traditi nei loro bisogni più elementari ecostretti a credere che la vita significhisparare ad un nemico. Nel 1989 la Con-venzione Nazioni Unite sui diritti delfanciullo affermava solennemente chel’infanzia ha dei diritti inalienabili, cheil bambino è una persona che merita unatutela particolare in ragione della sua

La guerra, gli eserciti e i bambiniAmnesty International e la campagna contro i bambini soldato

Non risulta allo scrivente che siastato abolito in tutto o in parte l’Art.

21 della Costituzione, precisamente alsecondo comma, ov’esso recita: «La stam-pa non può essere sottoposta ad autoriz-zazioni o censure.» Tuttavia, le decisio-ni adottate dalla Lega Calcio ad iniziocampionato sembrano inesorabilmentecozzare col disposto costituzionale e, difatto, lo fanno, visto che la trasmissionein diretta radiofonica di eventi sportivi(nella fattispecie, le partite) è stata vieta-ta a chi non si è aggiudicato i relatividiritti, ovviamente prezzolando per otte-nerli. La cosa risulta di difficile, se nonimpossibile comprensione, visto che undiritto, come quello di cronaca, non cre-do si possa imbrigliare, comprimere o,peggio, cedere al miglior offerente. Nes-suna legge, regolamento, iniziativa odisposizione di sorta (tranne casi benprecisi e stabiliti, assai lontani da questo)può andare contro quanto stabilito dallanostra Carta Costituzionale, che è tantoimportante in quanto massima espres-sione di garanzia per i diritti del cittadi-no. Sicché qualsiasi giurista dovrebbeperlomeno stupirsi, e ogni cittadino in-dignarsi avverso la pretesa della Lega, laquale si è resa a mio parere responsabiledi un vero e proprio abuso di potere chenon ha alcun fondamento legale di esse-re. In sostanza, è stato venduto ciò che,da qualsiasi punto di vista si guardi, èimpossibile vendere. Il delirio di

esigenza di crescita e della sua fragilità;a dieci anni di distanza da quelle affer-mazioni epocali, una Coalizione Inter-nazionale ha lanciato una campagna perdire basta all’uso dei bambini soldato,

nei Paesi in via di sviluppo ed in quelli,come l’Italia, ad economia avanzata,nelle situazioni di conflitto come neimomenti di pace; una coalizione che siripropone di esercitare una pressionesugli Stati perché venga adottato unProtocollo addizionale facoltativo allaConvenzione sull’Infanzia che impedi-sca l’arruolamento dei bambini nelle

forze armate. Nel nostro Paese, la cam-pagna, sostenuta da molte organizzazio-ni della società civile, dall’Unicef e daaltri movimenti di difesa dei diritti del-l’infanzia, mira a raccogliere firme persollecitare il Governo, il Parlamento e lemassime cariche dello Stato a rifletteresulla possibilità di abrogare la norma checonsente l’arruolamento di minori nelleForze Armate italiane. Anche AmnestyInternational, l’organizzazione interna-zionale da sempre attiva nella difesa deidiritti umani, ha aderito all’iniziativa; ilgruppo Italia 140 di AmnestyInternational, nel nono anno delle sueattività nei Castelli Romani, sta racco-gliendo le firme e le adesioni a questacampagna.Per approfondimenti sulla campagna esugli obiettivi che si ripropone, è possibilevisitare il sito della coalizione italianahttp://www.bambinisoldato.org, oppurecontattare il gruppo dei Castelli Romanidi Amnesty International telefonando alnumero 06 9396361 (Michele).

Gianluca Polverari

Libertà di stampa, esiste ancora?Un diritto, come quello di cronaca, non si può imbrigliare o comprimere

onnipotenza e l’arroganza dei rappre-sentanti della Lega si sono veemente-mente riversati su chi a questo ricattonon è voluto sottostare rifiutandosi, perdifendere diritti sacrosanti, di pagaresoldi sporchi perché versati illegalmen-te, e di firmare stranissimi accordi checonsentono (bontà loro) di effettuare bentre minuti di diretta radiofonica, conces-si tanto per tener buoni i lacchè.Alcune società non hanno tenuto contodel capestro e hanno consentito ugual-mente ai giornalisti di lavorare onesta-mente, altre invece si ostinano a negare aicronisti non l’accredito per accedere allostadio, bensì il diritto sacrosanto e intan-gibile da chicchessia di trasmettere laradiocronaca dell’evento sportivo. Si trattain sostanza di una gravissima e intollera-bile negazione di un diritto costituzional-mente garantito che, se la società in cuiviviamo può considerarsi ancora civile,non potrà essere ancora a lungo avallata.Perché se nessun magistrato si adopereràper far cessare lo stato di manifesta ille-galità, si creerebbe un pericolosissimoprecedente che consentirà al prezzolantedi turno di acquistare qualsiasi cosa,forse un giorno financo il diritto di vita odi morte. Evidente provocazione, ma almomento di andare in rete la situazionesembra non sbloccarsi in senso positivo.Saremmo felici di essere smentiti in unsecondo momento per riferirne ai lettori.

Luca Marcantonio

Page 3: parlano di: satira, poesie ... - Notizie in Controluce

visitate la nostra pagina webhttp://www.controluce.it

Notizie in… CONTROLUCEnovembre 1999 3I NOSTRI PAESI

La navigazione elettronica è oggi lostrumento di comunicazione per

antonomasia; attraverso uno computercollegato alla rete telefonica è possibileattingere a ogni genere di informazio-ne proveniente dalle più disparate areedel pianeta.L’anarchia dell’informazione telemati-ca anima dibattiti intorno all’uso pres-soché incontrollato che di internet si fa,fino al punto da delineare vere e propriefattispecie penali legate all’uso illegaledelle autostrade telematiche. Ma il webè anche uno straordinario palcoscenicopromozionale, che può promuovere pro-ficuamente l’immagine turistica di in-tere zone geografiche semplicemente acosti praticamente nulli. Navigando puòanche capitare di imbattersi, per esem-pio, nel sito ufficiale dei Castelli Roma-ni (www.castelliromani.it) che, curatodalla Microelettra, promuove l’imma-gine dei Paesi della zona attraversoun’offerta informativa non certo esau-riente ma sufficientemente orientativa.Dal sito è possibile accedere alla pagina

CASTELLI ROMANI

Castelli Romani on line

Andrea Giordana è tornato a Frascatiin occasione di uno spettacolo di

beneficenza organizzato dall’Asso-ciazione Musicale dei Castelli Roma-ni.Sabato 16 ottobre al Teatro Villa Soradi Frascati, l’attore italiano è stato im-pegnato in un recital di poesie ineditescritte dagli ospiti della Casa FamigliaVilla del Pino, affetti da Aids.Il concerto rientra in un progettodell’Amcr, che il 13 marzo 1999 haavviato una nuova iniziativa, i Con-certi della Solidarietà, che conferi-

Con due tricolori si apre per la SSMonteporzio la stagione agonisti-

ca del trentennale di fondazione.Trent’anni festeggiati con l’ampliamentodell’attività al calcio a 5 femminile, cheesordisce quest’anno e che porta a trediciil numero di discipline curate dallapolisportiva di Monte Porzio Catone.I due titoli italiani che vanno ad arricchi-re il palmares dei monteporziani sonogiungi grazie a Enrico Varacalli e adArianna D’Antoni.I due undicenni hanno primeggiato aRimini nei campionati italiani Uisp dicategoria nella disciplina del pattinag-gio artistico a coppie.

della XI Comunità Montana del Laziocon sede a Rocca Priora e al sito del-l’Associazione Tuscolana Astronomi-

ca (Ata). È inoltre possibile ottenereinformazioni interessanti, notizie stori-che ed economiche nonché spunti perdei suggestivi itinerari turistici nei vari

paesi che compongono la rinomata cor-nice dei Castelli Romani. Tutto questosemplicemente cliccando sul nome delluogo prescelto. Spulciando qua e là, siscoprono, per esempio, curiosità interes-santi sulla costruzione della linea ferro-viaria per Frascati, sul vino e sul peperinodi Marino, sulla prima buca delle corri-spondenze costruita al mondo e che an-cora oggi fa bella mostra di sé a CastelGandolfo e, infine, sul fascino esercitatodalle contadine genzanesi sull’animoromantico del poeta tedesco Visher.In generale può dirsi che il sito rappresen-ta una buona pagina promozionale perl’intera area a sud di Roma, completatada un indirizzo di posta elettronica perchi desiderasse ulteriori informazioni([email protected]). Un sito che haperò la pecca di non aver predisposto unatraduzione in lingua inglese, indispensa-bile per rendere fruibili le informazioni inesso contenute a cittadini stranieri. Inogni caso, un incontro interessante lungole autostrade virtuali del pianeta internet.

Gianluca Polverari

FRASCATI

Andrea Giordana per i malati di Aids

scono un significato nuovo e impor-tante all’impegno culturale che con-traddistingue questa associazione.L’obiettivo del contributo di AndreaGiordana è stato quello di aiutarel’essere umano a immergersi nell’im-maginario di quanti traggono propriodalla sofferenza significativi spunticreativi.Il proposito dell’Associazione Musi-cale dei Castelli Romani è duplice. Èinteressata sia a rendere visibile l’ope-rato dei volontari del territorio deiCastelli Romani che spendono quoti-

MONTE PORZIO

Trentennale di fondazione della società sportiva

È il coronamento di un’attività, partitanel 1969, frutto dell’impegno non solo diuna trentina di appassionati dirigenti eistruttori, ma anche della fattiva parteci-pazione economica del Comune, casopiù unico che raro nel settore dello sportdilettantistico, che ha portato recente-mente al rifacimento del centro sportivodi via Ettore Majorana, divenuto oggiuna vera e propria «accademia dello sport»ai Castelli Romani.Tredici le discipline della polisportiva,sotto il coordinamento del presidenteMauro Grossi, secondo il quale «essen-ziale per il successo delle nostre attivitàè l’attivo impegno dei dirigenti e dei

responsabili di ognuno dei settori neiquali la polisportiva è articolata.»La SS Monteporzio conta 650 atleti ditutte le età di Monte Porzio, Frascati,Monte Compatri, Grottaferrata, Colon-na e dell’area romana della Casilina.Ultimo in ordine di tempo ad affacciarsialla ribalta è il calcio a 5 femminile,prima esperienza del genere ai Castelli,la cui squadra esordirà quest’anno nelcampionato di serie D, affiancandosi acalcio, pallavolo, basket, pattinaggio ar-tistico, tennis, ginnastica artistica e ge-nerale, aerobica, ballo liscio, danza mo-derna, arti marziali e scherma.

Massimo Marciano

dianamente la loro vita in favore deidisagiati, sia a raccogliere fondi, cheanche in questo caso saranno destina-ti interamente alla Casa Famiglia Vil-la del Pino a sostegno delle attività diaccoglienza e assistenza delle perso-ne malate di Aids.Casa Famiglia Villa del Pino ha sedea Monte Porzio Catone ed è un’istitu-zione articolata sul territorio nazio-nale grazie all’attività di volontaria-to.Per informazioni: 069447180.

Francesca Vannucchi

Abazia di San Nilo a Grottaferrata

Page 4: parlano di: satira, poesie ... - Notizie in Controluce

visitate la nostra pagina webhttp://www.controluce.it

Notizie in… CONTROLUCE novembre 19994 I NOSTRI PAESI

Dal 12 ottobre 1999 al 30 maggiodel 2000 è in programma una ric-

ca rassegna di incontri culturali daltitolo «Colloqui sulla contemporanei-tà», organizzato dalla Pro Loco diCiampino, con il partocinio dell’As-sessorato alla Cultura del Comune diCiampino e della Presidenza del Con-siglio della Regione Lazio, a cura diNatale Sciara.La rassegna è al suo quarto anno e sisvolge con cadenza prevalentemente set-timanale. Anche quest’anno sono previ-sti gli interventi di editori, docenti, scrit-tori e studiosi di varia provenienza, checonvengono nella locale sede della ProLoco (in via del Lavoro 61) per raccon-tare alcuni personaggi e fenomeni del-l’Otto Novecento. Fra gli interventi chesi cadenzeranno in trenta incontri (piùeventuali altri da definire), ce n’è pertutti i gusti: dalla scrittrice cilena IsabelAllende al poeta torinese Guido Gozzano,da Melania Klein a Fiodor Dostojewski,da Edgar Lee Masters, autore della

CIAMPINO

«Colloqui sulla contemporaneità» a CiampinoLa rassegna di incontri è organizzata dalla Pro Loco

celeberrima Antologia di Spoon River,ad Anna Achmatova, una delle figurepiù importanti della letteratura e dellavita civile sovietica, da Ezra Pound,autore del Mauberley e dei Cantos epromotore delle opere di T. S. Eliot eJames Joyce, al raffinato Premio Nobelspagnolo Juan Ramon Jimenez, da KarlPopper al drammaturgo Eugene Ionesco,da Karl Marx ad Andrea De Carlo, dal-l’autore dei Fiori del male CharlesBaudelaire a Ugo Spirito, dai romanzierirussi Boris Pasternak, autore del DottorZivago, e Vladimir Nabokov, autore diLolita e La trilogia dei tiranni, allo sviz-zero Herman Hesse e all’autore di Cen-t’anni di solitudine, Gabriel GarciaMarquez.Il programma è stato avviato quest’an-no da Maria Stigliano, con un intervertosulla scrittrice Isabel Allende (il 12ottobre). Hanno fatto seguito nell’or-dine Marco Ariano su «Il suono vissu-to» (19 ottobre), Franco Campegianisu Progetti di delirio di Angelo Man-

cini (26 ottobre), Giorgia Lori su Gui-do Gozzano (9 novembre), SalvatoreMerra su Melania Klein (16 novem-bre). Fra i prossimi incontri: LiviaNaccarato su Fiodor Dostojewski (23novembre) e Francesco Mirabelli sugliaspetti del romanzo (30 novembre).Altre tappe della rassegna vi verrannocomunicate nei prossimi numeri diNotizie in… Controluce.Finalità degli incontri è sensibilizzare eraccogliere in un simposio di discussionei ciampinesi giovani e meno giovani,studenti e studiosi, amatori e addetti ailavori, tutti coloro insomma che sonointeressati a vivere la letteratura non solonella dimensione privata della lettura,dello studio e della scrittura, ma, comeindica il titolo della rassegna, del «collo-quio», dell’informazione, dello scambiodi idee e della socialità fra i partecipanti.Per informazioni, rivolgersi alla Pro Locodi Ciampino in via del Lavoro 61. Tel.:067915275.

Nicola D’Ugo

Il 31 ottobre di ogni anno il mondoprotestante ricorda il momento nel

quale Lutero, professore di esegesibiblica, affisse novantacinque Tesi sul-la porta della cattedrale di Wittembergper condannare senza mezzi termini ilsistema delle indulgenze perpetrato dalmondo cattolico, la ricchezza dellaChiesa di Roma e per propugnare undiscussione pubblica fra i teologi sullaefficacia delle indulgenze ai fini dellasalvezza. Da allora, si era nel 1517, laRiforma Protestante ha avuto in Calvinoe Zwingli ulteriori momenti di rifles-sione e approfondimento teologico, finoalla strutturazione di una dottrina teo-logica fondata sull’autorità dei TestiBiblici ed alla creazione di comunità,talvolta molto diverse tra loro, unitenella comune interpretazione del senti-re religioso alla luce dell’insegnamen-to evangelico. Domenica 31 ottobre1999, nella sala dei convegni dell’Isti-tuto dei Padri Somaschi ad Albano, si èsvolto un culto evangelico, organizzatodalle Comunità protestanti di Albano,Ariccia e Fontana di Papa, alla presen-za di un vasto gruppo ecumenico daanni impegnato in uno sforzo di comu-nione tra cattolici ed evangelici. L’oc-casione, trasmessa in diretta nazionaleda Raidue, a cura della rubrica televisi-va Protestantesimo, si è aperta con leletture e la prediczione di Gabriela Lio,pastora sudamericana, da anni resi-

ALBANO

In ricordo della RiformaIl Culto ecumenico degli evangelici

dente in Italia, ed attuale guida religio-sa della piccola Comunità battista diFontana di Papa. Il culto è poi conti-nuato con l’invito a celebrare il ricordodella Riforma, scisma storico perantonomasia dell’unità dei cristiani,come istante di preghiera e di riflessio-ne comuni con le altre comunità cri-stiane della zona, e come momento diun superamento delle barriere teologi-che che ancora dividono in manieraapparentemente inconciliabile, i duemondi della cristianità divisa. Un pas-so importante, come ricordato dal Pa-store Luca Negro, della comunitàEcumenica di Albano membro dellaUnione delle Chiese Evangeliche Bat-tiste d’Italia, è stata la sottoscrizione adAugusta in Germania da parte di altirappresentanti del mondo cattolico edella Federazione Mondiale delle Chie-se Luterane, di un documento comunein materia di salvezza per grazia; unatappa fondamentale sulla via del dialo-go e del superamento delle rigiditàdottrinarie. Il culto evangelico dei Ca-stelli Romani, reso possibile anche gra-zie alla disponibilità dei PadriSomaschi, ha visto l’incontro delle pic-cole comunità evangeliche battiste del-la zona, attive nei Castelli Romani sindai primi anni Settanta ed oggi partico-larmente attive specie nel campo del-l’impegno sociale a favore degli stratimeno abbienti della popolazione e de-

gli immigrati e dei rifugiati; i ricavidella colletta domenicale verranno in-fatti utilizzati per il sostegno di partedelle attività del Coordinamento Im-migrazione dei Castelli Romani (Cicar)e di alcune famiglie di kosovari ospitida mesi presso il Centro Evangelico diRocca di Papa. Una presenza, quelladegli evangelici, che è indubbiamentesinonimo di ricchezza spirituale e diriflessione ecumenica, ma anche dimomento di solidarietà irrinunciabile

Gianluca Polverari

Page 5: parlano di: satira, poesie ... - Notizie in Controluce

visitate la nostra pagina webhttp://www.controluce.it

Notizie in… CONTROLUCEnovembre 1999 5I NOSTRI PAESI

Intorno all’anno 1665, a poco più dicinquanta anni dalla sua fondazione

avvenuta nel 1611 ad opera di papaPaolo V Borghese, all’interno del ter-ritorio dell’Eremo di Camaldoli, pres-so Tuscolo, fu scoperta la Tomba deiFurii, costituita da un grande ambien-te semicircolare, con un corridoioretrostante, il tutto con copertura asemivolta e dotato di una facciatamonumentale in opera quadrata contimpano e porta lapidea scolpita. Que-sto è ciò che appare a giudicare daidisegni del Kircher che ne sono rima-sti. Questo monumento (di cui si èpersa la ubicazione), unico del suogenere nel Latium Vetus per un’epo-ca così antica (IV – III sec. a.C.), oggirischia di scomparire definitivamente.Una società che ha preso in affitto daiPadri Camaldolesi alcuni terreni al-l’interno dell’eremo allo scopo di im-piantare dei vigneti con i finan-ziamenti della Unione Europea, staeseguendo degli scassati senza perquesto preavvisare la SoprintendenzaArcheologica per il Lazio la quale,invece, aveva dato precise disposi-zioni in merito.Questi lavori hanno intercettato unaserie di emergenze archeologiche chei materiali raccolti nel terreno scon-volto suggeriscono di attribuire a unanecropoli a incinerazione, o, ancormeglio, ad un insediamento forseascrivibile, già ad una primissima ana-lisi, alla fase IIA della Cultura delferro laziale (IX-VIII sec. a.C.). Altrimateriali, tra quelli che la Soprin-tendenza ha recuperato, inducono adaffermare che nello sfacelo sia coin-volta anche una villa romana di etàimperiale. Anche il seicentesco Ac-quedotto del Cardinale è stato in più

punti danneggiato dall’azione deimezzi meccanici.C’è da dire che l’area all’interno del-

l’antico romitorio non è mai statasoggetta a ricerche archeologichesistematiche ma solo a indagini disuperficie che avevano già testimo-niato presenze archeologiche sia dietà protostorica che di epoca romana.

Disegno eseguito dal gesuita Pa-dre Kircher e riportato da LuigiCanina in Descrizione dell’AnticoTuscolo (Roma 1841). Oltre allastruttura dello scomparso monu-mento, sono riportate alcune urnecon iscrizioni riferite alla «GensFuria».

MONTE PORZIO CATONE

L’Eremo di Camaldoli in agro Tuscolano

Il territorio, di circa 26 ettari, è costi-tuito da pascoli e bosco; un territoriopressoché intatto; una sorta di deposi-to archeologico mai indagato organi-camente e che potenzialmente potrebbeoffrire dati essenziali per la conoscen-za del popolamento dei Colli Albaninel periodo del fiorire della omonimacultura del ferro, di cui rarissimi sonoi trovamenti di materiali a carattereinsediativo; per tacere, poi, circa i datisulle età successive.Noi del Gruppo Archeologico Lati-no non siamo ottusamente contrariad interventi agricoli all’interno diun territorio come quello dell’Ere-mo di Camaldoli che possiede talipotenzialità archeologiche, peral-tro assai note poiché non mancanopubblicazioni a riguardo, purché ciòavvenga nel pieno rispetto delleregole e degli accordi che la So-printendenza aveva avuto l’accor-tezza di stabilire, già all’inizio, coni responsabili della Società; quelloc ioè d i concordare sempre,preventivamente, tutti i lavori cheavrebbero coinvolto sbancamenti emovimento terra in genere.Ciò non è stato fatto e questi signo-ri, pur ben sapendo in quale territo-rio stessero operando, hanno disat-teso gli accordi procurando al pa-trimonio archeologico, paesaggisti-co e naturalistico danni irreversibiliche ora la Soprintendenza dovràvalutare e quantificare in attesa dieventuali rivalse giudiziarie nei loroconfronti; anche se non esistonorisarcimenti di sorta che possanocancellare i danni arrecati a testi-monianze archeologiche e paesag-gistiche uniche.Ciò che dispiace di più è che tuttoquesto avvenga in un territorio comequello di Monte Porzio dove l’am-ministrazione ha dimostrato piùvolte sensibilità ed interesse per lastoria e l’archeologia del territorio.Per dovere di cronaca dobbiamoriferire che il sindaco Sergio Urilliha dichiarato che anche il Comuneda lui rappresentato adotterà i ne-cessari provvedimenti nel momen-to che questi danni saranno valutatie quantificati.Questa è la prima puntata di unatriste storia che ci vedrà impegnatiin una lunga battaglia che pre-vediamo dura a causa degli interes-si, anche economici, che vi sonocoinvolti. Una battaglia che com-batteremo a fianco delle istituzioniche vorremmo vedere, una voltatanto, avere la meglio contro i solitied intoccabili noti.

Franco Nicastro

Astronomia viva!Corso teorico-pratico valido per l’aggiornamento professionale

del personale della Scuola e come credito formativo per gli studenti

Anche per quest’anno l’unione Astrofili propone una riedizione del corso di«Astronomia Viva». Il corso teorico pratico, aperto a tutti, è rivolto soprattutto

agli insegnanti, grazie al riconoscimento del Ministero della Pubblica Istruzione perl’aggiornamento professionale della Scuola ed è inoltre utile agli studenti, secondola recente riforma dell’esame di maturità, come possibilità di accrescere il propriocosiddetto «credito formativo». I risultati positivi della passata edizione hannospinto l’Uai e l’Ata a riproporre «Astronomia Viva» per il 1999 (insieme, questa volta,a ben 30 corsi in tutta Italia) proponendo tra le sedi Grottaferrata, Velletri e Latina.Il corso verrà condotto da astronomi professionisti e non, con l’osservazione praticaa occhio nudo o con strumenti astronomici, lo scopo è di fornire una base conoscitivae un bagaglio di strumenti con i quali gli insegnanti potranno divulgare gli stessinell’ambito scolastico. Il programma didattico si articolerà in lezioni pratiche eteoriche nel numero di cinque ciascuna.Per eventuali informazioni più specifiche: Luca Orrù Via Maffeo Pantaleoni 12 - 00044 Frascati(RM) tel. 069421365; cell. 0339-3925649; e-mail [email protected]

Mauro Luppino

Page 6: parlano di: satira, poesie ... - Notizie in Controluce

visitate la nostra pagina webhttp://www.controluce.it

Notizie in… CONTROLUCE novembre 19996

La Biblioteca Comunale di Colonna,nella programmazione delle sue at-

tività, propone un progetto per la valo-rizzazione del libro come momento digioco e di socializzazione. Nasce cosìil «Raccontastorie», attività di anima-zione alla lettura per i bambini dellascuola materna ed elementare. Nei quat-tro incontri previsti sarà possibile ascol-tare una storia, giocare, disegnare efare altre attività creative.Le date fissate sono le seguenti:– sab. 04 dic. ore 11.00-12.30 per i bam-

Si è svolto lo scorso 11 ottobre aRieti, presso la sala consiliare della

Provincia, un incontro tra l’assessoratoall’Urbanistica e Casa della Regione La-zio, l’amministrazione provinciale, i sin-daci dei Comuni della provincia, i presi-denti delle comunità montane, gli ordiniprofessionali degli architetti e degli inge-gneri e il collegio dei geometri. Occasio-ne dell’incontro-dibattito è stata la pre-sentazione del testo delle norme tecnichecoordinate dei Piani territoriali paesistici(Ptp), di prossima pubblicazione sul Bol-lettino ufficiale della Regione Lazio.

Claudio M. Di Modica

La Regione Lazio chiede al Governol’abolizione dell’Ici (Imposta comu-

nale sugli immobili) sul patrimonio a usoabitativo dell’Istituto autonomo per lecase popolari. Nella richiesta, tra l’altro,si legge: « … l’Ici è una tassazione an-nuale degli incrementi di valore che sicumulano. Sotto quest’aspetto verreb-be meno il principio costituzionaled’uguaglianza dei cittadini in base allacapacità contributiva, in quanto perdue immobili d’identiche caratteristi-

La Regione chiede al Governol’abolizione dell’Ici sulle case popolari

Con il protocollo d’intesa siglato loscorso 22 settembre tra Ministero

dei Lavori Pubblici, Regione Lazio eComune di Roma, che stanzia complessi-vamente 181 miliardi per l’attuazioned’interventi di recupero e riqualificazionedi quartieri d’edilizia residenziale pub-blica e di sostegno all’emergenzaalloggiativa, s’inaugura un’azione con-giunta per la risoluzione delle più graviemergenze alloggiative a Roma.I fondi serviranno ad acquistare nuovecase da affittare, anche in leasing, o a

90 miliardi dalla Regioneper le emergenze alloggiative più gravi

Stanziamento di 15 miliardi per larealizzazione di strutture abitative

per la terza età. I programmi finanziatiin questi ultimi quattro anni ammonta-no a oltre 3.000 miliardi, con un finan-ziamento annuo medio di 800 miliardifinalizzati alla realizzazione di nuovialloggi da parte degli Istituti autonomiper le case popolari, delle cooperativee delle imprese. In particolare 20 mi-liardi stanziati per interventi sul patri-monio degli Istituti pubblici d’assisten-za e beneficenza e degli Iacp, destinatialla creazione di strutture d’accoglien-za sociale anche per gli anziani. Con icontratti di quartiere si è potuto finan-ziare interventi di recupero eriqualificazione di 11 strutture di cuitre dedicate prevalentemente agli an-ziani e altre che prevedono l’utilizza-zione mista di giovani e anziani e scuo-le materne. 365 miliardi per il recuperoe la ristrutturazione di 23 quartieri Iacpa Roma, prevedendo anche l’installa-zione degli ascensori per rendere glialloggi fruibili per tutte le età e altret-tanto è stato fatto su 24.000 alloggi delComune di Roma con un finanziamen-to di 233 miliardi. L’ultimo interventoin ordine di tempo è il finanziamento di90 miliardi regionali per fronteggiarel’emergenza abitativa di chi vive neiresidence, nei complessi Federimmo-biliare ed ex-Genghini e all’Idroscalodi Ostia.

Claudio M. Di Modica

Quindici miliardi per edificidestinati alla terza età

Promosso dal Comitato per gli Inqui-lini e dall’Unione Inquilini, si è

svolto il 12 ottobre scorso unsopralluogo ai cantieri di recupero edi-lizio dei complessi dell’Istituto auto-nomo per le case popolari della zona diPrimavalle. Il sopralluogo, cui ha par-tecipato la Regione, settore casa, e l’Isti-tuto autonomo per le case popolari diRoma, ha interessato sei cantieri e 219fabbricati, dove sono previsti lavoriper 29 miliardi e 515 milioni destinatialle coperture, all’adeguamento degliimpianti, alla ristrutturazione edilizia,alla sistemazione esterna, al fine direndere quel complesso Iacp decente eabitabile. La visita ha consentito diverificare le motivazioni dei ritardi daparte delle imprese, ritardi giustificatidalla decisione di iniziare i cantieridopo la pausa estiva. In un solo caso ilavori non sono ancora iniziati, poichési è dovuto provvedere prioritariamenteallo sgombero dell’area e dei fabbrica-ti, anche da parte dell’Azienda munici-pale ambiente.

Claudio M. Di Modica

Ritardi nei cantieri direcupero delle case Iacp

Rieti fa il punto sullapianificazione paesistica

COLONNA

La biblioteca informaÈ arrivato il «Raccontastorie»

COLONNA

150° anniversariodel Comune di Colonna

I l 12 dicembre 1849 il PrincipePallavicini-Rospigliosi rinunciava ai

diritti baronali sui feudi di Colonna eGallicano, permettendo l’elezione aComune del «Castrum Columnae» ilgiorno 28 dicembre 1849. L’ammini-strazione comunale, per ricordare taleevento, sta organizzando una giornatadi festeggiamenti prevista per il 9 gen-naio del 2000. In tale occasione verràallestita una mostra di documenti storicidal 1600 al primo dopoguerra conser-vati presso l’Archivio Comunale.

Lucia Zenobi

che, nel momento in cui vengonoimmessi sul mercato, per quello di pro-prietà privata si realizzano le condi-zioni di remunerazione dell’incremen-to di valore per il quale annualmente siè corrisposta l’imposta (anche in man-canza di reddito), condizioni che non sirealizzano per l’Iacp che venderà l’im-mobile in funzione del prezzo stabilitoper legge in conformità a parametrispettanti all’assegnatario.»

Claudio M. Di Modica

ristrutturare stabili da assegnare comecase popolari. Si attivano questi finanzia-menti per dare un alloggio stabile ai primi186 nuclei familiari che abitano uno deitre residence affittati a tale scopo dalCampidoglio. Il prossimo passo sarà lasistemazione, oltre che dei rimanenti abi-tanti dei residence, anche di coloro chehanno occupato il patrimonio immobilia-re privato, primi fra tutti gli stabili dell’exGenghini e della Federimmobiliare diOstia.

Claudio M. Di Modica

bini delle 4a e 5a elementari;– sab. 11 dic. ore 11.00-12.30 per i bam-bini delle 2a e 3a elementari;– sab. 18 dic. ore 11.00-12.30 per i bam-bini della materna e della 1a elementare;– giov. 30 dic. ore 11.00-12.30 per tutti ibambini.Gli incontri si svolgeranno presso laBiblioteca Comunale, Via Colle S.Andrea 1.Per informazioni telefonare al numero06 94738917.

Lucia Zenobi

I NOSTRI PAESI

Page 7: parlano di: satira, poesie ... - Notizie in Controluce

visitate la nostra pagina webhttp://www.controluce.it

Notizie in… CONTROLUCEnovembre 1999 7

In questo numero parleremo di quelle schede che, promos-se da singole ditte commerciali, enti e manifestazioni

locali, non avendo tirature consistenti, hanno rappresentatoun evento locale; di conseguenza è mancata la diffusione sututto o buona parte del territorio nazionale con pesantipenalizzazioni per i collezionisti.La Telecom, all’epoca Sip, sempre attenta a tutte le esigenzedel collezionismo, ha eliminato la dicitura «Omaggio» dallecarte per sostituirla con il valore effettivo, e ha iniziato unservizio di vendita ai collezionisti di tutte le carte emesse dal1° gennaio 1994, rendendo le stesse «Private / Pubbliche».Attualmente un periodico bollettino di informazioni, editodalla Telecom, mette a disposizione dei collezionisti unservizio novità per la fornitura di tutte le carte emesse alprezzo facciale.Resta valido, a mio modesto giudizio, il principio che la

I l traguardo della Maratona d’Italia era situato in Piazzadei Martiri (mai toponomastica fu tanto più azzeccata)

nella suggestiva e alquanto affascinante città di Carpi.Con Tony c’eravamo iscritti da qualche mese, coltivando l’ideadi correre nuovamente una 42 Km; Tony non lo faceva dallontano 1990, mentre io ero reduce dal battesimo di Roma delloscorso marzo.L’occasione era buona anche per visitare il «Regno Ferrari»:la partenza infatti era posta proprio a Maranello (doveavevamo tra l’altro prenotato l’albergo), patria dei motori,ma soprattutto Città del Cavallino. A Maranello tutto siispira alla famosa e gloriosa casa automobilistica: dai giar-dini per strada, con tanto di aiuole a forma di bandiera ascacchi, ai locali pubblici, dove le foto del compiantoCavalier Enzo Ferrari vengono evidenziate allo stesso modoin cui nei municipi viene esposto il ritratto del Presidentedella Repubblica.La partenza era stata fissata alle ore 10,30 del 10 ottobre; iltempo era molto buono e il sole già scaldava gli atleti che,immersi nello scioccante odore di pomate scaldamuscoli, ini-ziavano a corricchiare e a effettuare esercizi di allungamento.In avvio cercavo di tenere tranquillo Tony più propenso a iniziarea un ritmo più sostenuto del mio, e pertanto di comune accordoadottavamo una tattica tale da permetterci di coprire i 2/3 delpercorso senza dover spendere energie in modo eccessivo.I chilometri iniziali li correvamo tra ali di folla entusiasta delpassaggio del lungo serpentone di podisti, accorsi a Maranelloin circa 2.500. Soprattutto a Formigine (7° chilometro)sembrava di correre a New York, con tanta di quella genteai lati del percorso da emozionare anche il più freddo runnerdella terra. Proprio in tale frangente sentivamo la follaincitare, poco più avanti a noi, Gianni Morandi e pertanto cichiedevamo dove potesse essere il mitico Gianni che, aocchio e croce, ci precedeva, con buona falcata, a non più dicento metri. Rinunciavamo al proposito di correre fianco afianco con uno dei più grandi cantanti italiani perché, puraumentando il ritmo, non riuscivamo a riprenderlo, ancheperché non lo avevamo purtroppo focalizzato.Poco prima di Modena eravamo capitati in un gruppetto dicorridori locali e con loro avevamo percorso alcuni chilome-tri divertendoci molto a vedere il modo in cui venivanosalutati praticamente da tutta la città.Il caldo intanto si faceva sentire sempre più e ogni ristoro(soprattutto al 25° e 30° chilometro) giungeva sempre adhoc per ricaricare, anche se parzialmente, le nostre pile. E

proprio al ristoro posto al 30° chilometro riuscivamo araggiungere Morandi che, in piena preparazione per laprossima Maratona di New York, aveva deciso di effettuareun «lungo» in occasione di un evento importante comequello di Carpi. Al nostro invito a continuare ci salutavainvitandoci a una sfida negli Usa.Il nostro passo era sempre abbastanza buono (ormai sembrava-mo stabilizzati intorno ai 5,30); psicologicamente ci favoriva ilfatto di essere in continua rimonta nei confronti di tanti colleghidi sventura che forse in precedenza avevano speso troppo einiziavano a subire un inevitabile declino fino al traguardo.Ma proprio sul più bello, al 36° chilometro, un crampo lungola coscia destra mi costringeva a cambiare passo; resistevocon Tony per altri duemila metri, poi i crampi cominciavanoad avere il sopravvento sulle mie gambe ormai indifese. Ementre Tony scompariva dalla mia vista e si involava aconcludere degnamente questa straordinaria cavalcata, ioiniziavo un calvario che per circa 3 Km. Mi è durato ben 27minuti! Ma ormai, anche con le stampelle, avevo deciso diportare a termine anch’io questa sfortunata prova che soltan-to un maledetto sole con conseguente eccessiva disidratazione(pur avendo bevuto a ogni ristoro) mi stava rovinando.Stoicamente mi avvicinavo al traguardo che, ancorché vici-nissimo, sembrava non arrivare mai; avevo talmente lamuscolatura a pezzi che non riuscivo a darmi un contegnodecente nemmeno lungo il vialone finale con tanto di tappetomulticolore, che la sera prima avevo sognato di percorrerecon falcate autoritarie.Mi riusciva soltanto di incoraggiare un «povero diavolo» delquale ricordo vagamente una canottiera rossa, il quale, affian-catomi a trecento metri dal traguardo si fermava di colpo senzapiù energie. Lo scuotevo dicendogli di riprendere, potendovedere in che modo mi stavo avviando a concludere la miafatica; e lui di tutto punto a venti metri dallo striscione d’arrivomi superava da perfetto «Giuda del Podismo».Angelo e Alfredo, nostri pazienti accompagnatori, nel vedermisi rincuoravano, non potendo comprendere come mai avessisuperato, seppur di qualche minuto, le quattro ore di corsa.Poco più in là riuscivamo a rintracciare Tony che, in circa trequattro chilometri, era riuscito a sopravanzarmi di quasidodici minuti. Il tempo di riprendere conoscenza, di impre-care alla sfortuna e di lanciare una nuova sfida ed eravamogià pronti, seppur ancheggiando in modo anomalo, a tornarea Roma. Il martirio era terminato!

Fausto Giuliani

La Maratona di Carpi

tiratura e la distribuzione sono elementi essenziali che rendo-no una carta degna di essere considerata pubblica.Attualmente, dato l’espandersi del collezionismo, le tiratureche sono sotto le 30.000 unità e non hanno una distribuzioneampia sul territorio nazionale sono considerate «Private» o«Private e rese Pubbliche», e questo principio è da conside-rarsi come una tutela per i collezionisti.Nella catalogazione di queste carte, come per le Ordinarie ePubbliche, è stato saltato il primo periodo per la impossibilitàdi reperimento delle stesse da parte dei collezionisti acompletamento delle collezioni.Quei pochi specialisti che vorranno avere la soddisfazione dioccuparsene hanno la possibilità di consultare un ottimo cata-logo specifico, in cui si tratta dettagliatamente il periodovolutamente ignorato e che possiamo definirlo «sperimentale».

Pino Palumbo

CollezionismoLe schede telefoniche (IV parte)

SPORT

COSTUME E SOCIETÀ

Page 8: parlano di: satira, poesie ... - Notizie in Controluce

visitate la nostra pagina webhttp://www.controluce.it

Notizie in… CONTROLUCE novembre 19998 ENERGIA PER TUTTI

Le fonti primarie di energiaUna facile esposizione per capire tutto dell’energia (4a parte)

Proseguiamo con la presentazione di una serie di articolidivulgativi relativi al tema «energia».Questa volta parleremo delle fonti energetiche.L’energia ha origine da pochissime fonti, e viene resautilizzabile mediante alcune trasformazioni. Le fontiprimarie sono utilizzabili solo se hanno alcune indi-spensabili proprietà

Si definiscono fonti primarie di energia quelle presenti innatura prima di avere subito una qualunque trasformazio-

ne. Per esempio, sono fonti primarie il petroliogrezzo, il gas naturale, il sole, l’energia nucle-are.Si definiscono invece fonti secondarie quelleche derivano, in qualunque modo, da una tra-sformazione di quelle primarie: sono fonti se-condarie, per esempio, la benzina (perché de-riva dal trattamento del petrolio greggio), il gasdi città (che deriva dal trattamento di gas natu-rali), l’energia elettrica (che deriva dalla tra-sformazione di energia meccanica o chimica)eccetera.Abbiamo citato alcune fonti primarie ben notee familiari a tutti; ma, in realtà, le fonti primariesono, teoricamente parlando, molte e molte dipiù. Qualunque corpo dotato di energia poten-ziale può essere una fonte primaria di energia;quindi, ciò equivale a dire che tutti icorpi,indistintamente, possono essere fonti dienergia per il semplice fatto di esistere e diavere un peso. Naturalmente, l’energia di uncorpo non è soltanto quella dovuta al suo peso,perché ogni corpo nasconde in sé altri tipi dienergia; ma, per ora, pensiamo soltanto a quel-la di più immediata intuizione.Precisiamo allora, a scanso di equivoci, cosa siintende per fonte primaria di energia una fonteeffettivamente utilizzabile. Per esempio, unmasso posto sulla cima del monte Everest, delpeso di 50 Kg, ha un’energia potenziale, calco-lata con riferimento al livello del mare, pari a1,25 Kwh (Kilowattora, un’unità di misura chegià abbiamo imparato a conoscere). Ma sareb-be alquanto scomodo e molto poco praticoorganizzare una spedizione sull’Everest per generare, contutte le immaginabili difficoltà, una così modesta quantità dienergia, che sarebbe inoltre di gran lunga inferiore a quellaimpiegata per generarla!Perché una fonte primaria possa essere sfruttata, deve averealcune caratteristiche peculiari, che tenteremo di spiegare.Deve essere cioè concentrabile, indirizzabile, frazionabile,continua e regolabile.CONCENTRABILE: vuol dire che deve essere possibile concen-trare la sorgente di energia entro un’area relativamentelimitata, affinché sia possibile controllarla. Una fonte dienergia dispersa su una superficie molto estesa diventerebbepraticamente impossibile da gestire. Un’area limitata puòessere quella di una centrale elettrica (di solito, l’area impe-gnata non arriva a un chilometro quadrato per quelletermoelettriche, e può superare questo valore, ma non dimolto, per quelle idroelettriche, tenendo conto del bacino diraccolta e delle condotte); ma può essere anche quella, moltoinferiore, del serbatoio di benzina della nostra automobile, oaddirittura quella minuscola di una batteria a bottone per

l’alimentazione di un orologio al quarzo.INDIRIZZABILE : vuol dire che deve essere possibile indirizzareil prodotto (benzina, acqua, raggi solari) nella direzione incui esso deve essere utilizzato (bruciatore, turbina, lente,specchio).FRAZIONABILE: vuol dire che deve essere possibile frazionarela fonte in più parti, in modo da poter utilizzare solamente laparte, piccola o grande che sia, che ci serve in quel momento.Per esempio, l’energia di un fluido (benzina, gasolio o gas)è frazionabile a piacere. Invece, quella del macigno sulMonte Everest ricordato prima non lo è, ovvero lo è connotevoli difficoltà.

CONTINUA: vuol dire che la sorgente deve poterfunzionare per un certo tempo, fornendo la suaenergia con una certa continuità, e non esaurir-si in pochi secondi. Esistono molti esempi dinotevoli quantità di energia concentrate intempi brevissimi (il fulmine, un’esplosione,un oggetto qualunque che cade). Questi tipi dienergia, evidentemente, non sono utilizzabiliindustrialmente.REGOLABILE: vuol dire che l’energia fornitadalla sorgente deve essere graduabile secondole necessità. È quello che facciamo tutti, pre-mendo più o meno il pedale dell’acceleratoredella nostra automobile per regolare la suavelocità, oppure manovrando il potenziometrodel volume del nostro impianto stereo o delnostro televisore in modo da adattare il livellosonoro alle nostre esigenze.Una fonte di energia è tanto più pregiata quan-to migliori sono le caratteristiche indicate.Esistono, naturalmente, altre caratteristicheche possono avere, in certi casi, la loro grandeimportanza (trasformabilità, accumulabilità,rinnovabilità), che però sono peculiari di alcu-ne forme di energia e non di altre; ma le cinqueche sono state dettagliate sono indispensabili.Le fonti di energia primaria più usate indu-strialmente sono:1) Acqua (fiumi o bacini di raccolta).2) Energie naturali ( eolica, solare, endogena).3) Carbon fossile.4) Petrolio grezzo.5) Gas naturale.6) Energia nucleare.

Tentiamo di capire in che modo queste fonti forniscono opossono fornire energia, ritornando alle definizioni già dateall’inizio riguardo al significato dell’energia e delle varieforme sotto le quali si presenta.Il sistema generale per ottenere energia utilizzabile è quellodi trasformare l’energia potenziale disponibile in energiacinetica. In alcuni casi, l’energia potenziale è sempre pre-sente, e basta, per così dire, raccoglierla. In altri casi,l’energia potenziale è «nascosta» e deve essere resa dispo-nibile con mezzi più o meno sofisticati, che vedremo con piùdettaglio in seguito.Esaminiamo le fonti di energia primaria elencate in prece-denza e vediamo quali di esse appartengono al primo tipo equali al secondo. Basta un pizzico di riflessione per com-prendere che quelle elencate ai punti 1) e 2) sono quelle ingrado di fornire energia spontaneamente, e infatti la forni-scono in abbondanza anche del tutto indipendentementedall’intervento umano. Un fiume che scorre è una continuafonte di energia, perché è in grado di trasportare oggetti emuovere macchinari, per esempio i mulini. Lo stesso dicasidell’energia eolica (il vento), di quella solare e di quella

Aerogeneratore a due pale

Page 9: parlano di: satira, poesie ... - Notizie in Controluce

visitate la nostra pagina webhttp://www.controluce.it

Notizie in… CONTROLUCEnovembre 1999 9

endogena (con questo ultimo termine si intendono le varieenergie che si generano nel sottosuolo e danno origine a varifenomeni, tra i quali i più vistosi sono le eruzioni vulcani-che).Le altre quattro fonti di energia elencate, invece, richiedonoun certo trattamento.Esaminiamo ora una per una le sei fonti elencate, e vediamoin che modo sono utilizzate.A) FONTI NATURALI SPONTANEE DI ENERGIA

1) Acqua (in un bacino di raccolta)Ritorniamo alla definizione di energia, e ricordiamo cheessa è «la capacità di compiere un lavoro»; inoltre ricordia-mo che il lavoro è dato dal «prodotto della forza per lospostamento nella direzione della forza».Ricordiamo ancora che la forza è «una causa che modifica lostato di quiete di un corpo», in parole povere lo mette inmoto; e ne deduciamo che il peso di un corpo è senza ombradi dubbio una forza, perché è in grado di mettere in moto ilcorpo stesso, come può testimoniare qualunque sciatore oparacadutista. Abbiamo già fatto qualche esempio sullequantità di lavoro quando abbiamo parlato delle unità dimisura. Proviamo ora a fare qualche semplice calcolo sullaquantità di lavoro che può fare un peso, cadendo da una certaaltezza, e teniamo presente che ladirezione della forza-peso è laverticale, cioè è diretta verso ilcentro della terra.Un peso di 100 Kg che cade daun’altezza di 1.000 metri compieun lavoro pari a 100 x 10 Newton(un Newton, come già si è dettoin precedenza, vale circa 100grammi, e quindi un chilogram-mo vale circa 10 Newton) x 1.000metri, cioè un milione di Joule;per ottenere il valore in Kwh(chilowattora), occorre dividereper 3.600 e per 1.000, ottenendocome risultato 0,28. È la quantitàdi energia che serve per tenereaccesa una lampadina per 5-6 oreo un televisore per un paio di ore,quindi abbastanza modesta.Come possiamo fare per aumen-tarla? È semplice: basta aumen-tare uno dei due fattori del pro-dotto, che sono la forza (cioè ilpeso) e lo spostamento (cioè l’al-tezza alla quale si trova il corpo).Se il peso viene portato a1.000.000 di chilogrammi (1.000tonnellate) e l’altezza a 3.000metri, il lavoro diventa 10.000volte maggiore a causa dell’aumento della forza e 3 voltemaggiore per l’aumento dello spostamento, cioè in totale30.000 volte maggiore: siamo quindi arrivati a 0,28 x 30.000,cioè a 8.400 kWh, quanto basta per il funzionamento di tuttigli apparecchi elettrici di un’abitazione media per un interoanno. Tutti sappiamo che un litro di acqua pesa un chilo-grammo, per cui, per disporre di questa quantità di energia,basta disporre di un milione di litri di acqua in un bacino dimontagna e di un sistema di sfruttamento dell’energia 3.000metri più sotto. Vedremo in seguito in che modo si realizzaquesto sistema di sfruttamento, che effettivamente esiste.Un bacino della capacità di un milione di litri, anche se ilnumero sembra enorme, è ancora un bacino di dimensionipiuttosto limitate, perché corrisponde alla capacità di uncubo di dimensioni 10 x 10 x 10 metri, ovvero alla cubaturacomplessiva di tre appartamenti di dimensioni medie: più omeno, un piano di un palazzo moderno.Questo sistema di produzione di energia è ovviamente subito

ENERGIA PER TUTTI

sfruttabile: basta convogliare l’acqua, mediante una tubazio-ne, dal bacino alla pianura. L’energia potenziale è dovuta allapresenza dell’acqua a quota elevata, e a provvedere a questo,nella maggioranza dei casi, è la natura stessa, con l’evapora-zione dell’acqua e le piogge conseguenti. Diciamo, perinciso, che l’origine prima di questa energia deriva dal sole,che fa evaporare l’acqua: e aggiungiamo che quasi tuttal’energia esistente sul nostro pianeta e su tutto il sistemasolare ha la stessa origine, in vari modi.La fonte energetica risponde alle caratteristiche indicateprecedentemente? Vediamole una alla volta:a) concentrabilità: SI (il bacino di raccolta);b) indirizzabilità: SI (tubazione da monte a valle);c) frazionabilità: SI (più bacini e più tubazioni);d) continuità: SI (deflusso graduale dell’acqua);e) regolabilità: SI (basta regolare con una valvola la

portata dell’acqua);Quindi, il sistema è adatto alla generazione di energia alivello industriale. Più avanti, le caratteristiche verrannoconfrontate con quelle di altri sistemi di generazione, pervedere di quanto questo tipo di energia è pregiato rispetto adaltri.2) Energie naturali

Per energie naturali si intendo-no quelle presenti in natura,come il vento (energia eolica), ilsole (energia solare), l’energiadovuta ad alcuni fenomeni delsottosuolo come i soffioni (ener-gia endogena). Naturalmente,come già detto, tutte queste ener-gie derivano dal sole; per ener-gia solare si intende in questocaso quella direttamente utiliz-zabile al momento della radia-zione solare.Per spiegare come questi feno-meni possano fornire energia,dobbiamo ricordare che l’ener-gia può presentarsi in diverseforme, una delle quali è quellatermica, cioè il calore. A partel’energia eolica, facilmente com-prensibile ( si pensi ai mulini avento e alle barche a vela), lealtre forme elencate sono di ener-gia termica. In che modo l’ener-gia termica possa convertirsi inlavoro nel senso finora indicato,lo vedremo meglio più avanti.Per ora, contentiamoci di sape-re che è così.La differenza tra queste fonti

energetiche e l’acqua è che nessuna di esse, presa così comeè, gode di tutte e cinque le proprietà che rendono sfruttabilile fonti energetiche. Per esempio, il vento è soltanto scarsa-mente concentrabile ed indirizzabile, come sanno bene gliappassionati di vela, è poco o pochissimo frazionabile, e nonè per niente continuo e regolabile. L’energia solare èconcentrabile, ma con molte limitazioni, come vedremodopo; è indirizzabile e frazionabile, ma non è continua(almeno a livello locale) e non è regolabile se non con grandiperdite di energia. Cose analoghe si possono dire delle altrefonti citate; è chiaro, quindi, che queste fonti di energia,checché ne pensino gli ambientalisti e i verdi, non si possonoassolutamente considerare pregiate.Il grande vantaggio che hanno rispetto alle altre è che sonomolto economiche come costo di esercizio, cioè il loro uso,una volta rese disponibili, costa poco o nulla.Nella prossima puntata: Fonti naturali non spontanee ed energia nucleare.

Giovanni Vitagliano

Opere di sbarramento e di presa dal Liro dellaCentrale di San Francesco a Mera-Adda (1927)

Page 10: parlano di: satira, poesie ... - Notizie in Controluce

visitate la nostra pagina webhttp://www.controluce.it

Notizie in… CONTROLUCE novembre 199910 DOVE VIVIAMO?

Roma, 27 settembre 1999 – Oggi Greenpeace Italia hadivulgato i risultati di un’indagine condotta tra le

principali aziende alimentari italiane sull’uso di ingredientitransgenici. In concreto, il problema ri-guarda soia e mais, in quanto varietàgeneticamente manipolate di queste spe-cie sono state autorizzate al commercionell’Unione Europea sin dal 1996.Negli ultimi quattro mesi, Greenpeaceha inviato un questionario dettagliato atrenta tra le principali aziende del setto-re alimentare italiano, proprietarie dicirca 170 marchi presenti sul nostromercato. Il questionario richiedeva in-formazioni non solo sull’utilizzo o menodi organismi geneticamente manipolati(OGM) ma anche in che modo venissegarantita l’eventuale assenza degli stes-si. Complessivamente, dodici aziendehanno fornito garanzie sufficienti a te-stimoniare l’impegno di escludere OGMe derivati (semaforo verde), mentre 18non hanno risposto, o hanno dichiaratodi conformarsi all’attuale normativaeuropea (semaforo rosso).La legislazione europea in realtà consen-te l’uso delle varietà transgeniche auto-rizzate e impone di indicare sull’etichettala presenza di OGM solo quando nei prodotti siano presentila proteina o il Dna: in pratica, si etichettano solo chicchi efarine di soia e mais geneticamente manipolati.«Ma oltre il 90% della soia e del mais che mangiamo sono

Anche quest’anno il buco dello strato di ozono, presentea circa 30 Km dalla terra, si sta allargando.

L’estensione sull’Antartide ma anche su latitudini corri-spondenti a zone più temperate ha raggiunto quest’anno iventisei milioni di Km quadrati. Questi gli ultimi dati delTotal Mapping Satellite (Toms), riportati da Bbc On Line.Il fenomeno negativo dell’allargamento del buco del-l’ozono provoca l’immissione sulla terra di maggioriquantità di energie (UVA, UVB) che, trasformate dopo illoro ingresso in atmosfera, aumentano il carico di caloreche il pianeta deve poi smaltire. Aumenterà così la febbredella terra, che sarà dunque un’amabile serra dove latemperatura salirà nei prossimi cento anni in media di1,2°. Le osservazioni meteo indicano che siamo alle portedi una lunga stagione autunnale di piogge intense, quasimonsoniche, che investiranno il nostro Paese.Per contenere l’allargamento del buco dell’ozono e del-l’effetto serra, fenomeni strettamente collegati l’un l’al-tro, anche il Governo italiano è in forte ritardo. Il nostroesecutivo rischia di arrivare inadempiente alla primascadenza del 2008, prevista dal protocollo firmato aKyoto nel 1997.In particolare nei confronti dei gas «mangia-ozono» (HCFCe HFC) non c’è una politica di riduzione. Ad esempio, il 50%della produzione mondiale di HFC 134 viene usata neiclimatizzatori per auto e nessuno sembra intenzionato aeliminare questo potente gas-serra, molto più deleteriodell’anidride carbonica. Anche per gli HCFC continua,soprattutto in Italia, la produzione, esportazione e uso, conconseguenze negative all’ambiente e all’ozono stratosferico

Greenpeace ha lanciato una petizione da far firmare aicittadini contro l’impiego del carbone nelle centrali

elettriche italiane.La petizione prevede:– la sostituzione con il gas delle otto milioni di tonnellatedi carbone, quale combustibile di transizione verso lefonti rinnovabili;– la messa a punto di un piano di sviluppo per l’utilizzo dellefonti energetiche rinnovabili quali il fotovoltaico e l’eolico.«Le ultime preoccupanti dichiarazioni della dirigenzadell’Enel sull’utilizzo di combustibili fossili sporchi comeil carbone contraddicono palesemente gli impegni di Kyoto»ha affermato Domitilla Senni, direttore di Greenpeace.Greenpeace, tra l’altro, chiede agli azionisti Enel diinfluire sulle scelte dell’azienda.

L.C.

L’uso di ingredienti transgeniciDa un’inchiesta di Greenpeace, solo il 40% di garanzia dalle aziende alimentari

Ozono L’Italia allarga ancora il buco

Contro il carbone nelle centrali elettricheUn petizione di Greenpeace rivolta ai cittadini

trasformati in derivati, come olii, lecitine e amidi, e parados-salmente non devono più essere segnalati sull’etichetta» hadichiarato Alessandro Giannì, responsabile della Campagna

Biodiversità di Greenpeace Italia.Secondo gli ultimi sondaggi, una per-centuale di italiani oscillante tra il 70 el’80% vorrebbe evitare di mangiare gliOGM, ma l’informazione che giunge aiconsumatori è ancora insufficiente.L’esperienza internazionale diGreenpeace dimostra che dove mag-giore è il dibattito e la conoscenzadegli OGM, maggiore è l’opposizionedei consumatori, che si sentono caviedi un esperimento pericoloso e nonnecessario.«Le liste che abbiamo preparato sullabase delle informazioni fornite dalleimprese sono un invito all’azione rivol-to ai consumatori» ha aggiunto ClaudiaCarrescia che ha curato l’indagine diGreenpeace Italia. «Nessuna ditta haammesso di usare gli OGM e anche aquelle identificate con il semaforo ver-de i consumatori devono chiedere con-ferme esplicite, ad esempio una chiaraindicazione sull’etichetta.»È importante che i consumatori italia-

ni acquistino consapevolezza del loro potere: facendo laspesa si possono compiere scelte importanti per l’am-biente, l’economia e per la propria salute.

Lionello Ceniccola

che vengono poi confermati dalle ricerche del Total MappingSatellite.Purtroppo il ritardo si registra anche sul fronte delle emissio-ni di anidride carbonica (CO2), visto che nessuno vuole fardecollare le fonti di energia rinnovabili, come l’eolico, ilsolare, la piccola cogenerazione e il mini idroelettrico.

L. C.

Page 11: parlano di: satira, poesie ... - Notizie in Controluce

visitate la nostra pagina webhttp://www.controluce.it

Notizie in… CONTROLUCEnovembre 1999 11NEL MONDO DEI SUB

Arcipelago de La MaddalenaUn interessante giro dell’arcipelago maddalenino tra mare, coste, storia e un pizzico d’avventura

Era diverso tempo che aspettavo l’occasione, per potermirecare un po’ giorni presso l’arcipelago de La Maddalena,

tanto mi era stata raccontata la bellezza di questa parte diSardegna. La cosa fu fattibile qualche tempo fa e, vi raccontodi quei giorni passati all’insegna del divertimento tra mare,coste, storia e un pizzico d’avventura. Il Parco dell’arcipelagode «La Maddalena», istituito con D.P.R. 17 maggio 1996, esuccessive deliberazioni n. 52/99 e 55/99, comprende le isoledi: La Maddalena, Caprera, Santo Stefano, Spargi, Budelli,Ravelli e Santa Maria, oltre ad altri isolotti sparsi un po’ovunque. Per circolare o approdare con natanti entro i 300 metrida queste isole, i non residenti pagano, nei mesi di luglio eagosto, una tassa pari a 2.000 lire a metro lineare per l’imbar-cazione: tale tassa contribuisce allespese di gestione del parco mad-dalenino. Fino alla fine di agosto,la pesca subacquea è limita inalcune zone e vietata in altre. DaPalau, che vanta un punto strategi-co sulla costa nord della Sarde-gna, la nostra comitiva visitò inlungo e largo tutte le isole dell’ar-cipelago, tramite un gommoneusato anche per le escursioni su-bacquee effettuate in compagniadell’immancabile amico sub Tom-maso. Le isole, facilmente rag-giungibili con pochi minuti di navigazione, ci offrirono tutta labellezza delle coste e dei fondali cristallini, con una varietà dipesci e flora marina (tra cui il passaggio di delfini in alto mare:un’esperienza indimenticabile), da far ricordare sperdute iso-lette oceaniche.L’isola di Budelli, famosa per la sua spiaggia rosa, è attualmentechiusa ai bagnanti, in quanto spiaggia protetta. Ravelli ci ha offertola sua selvaggia bellezza, dove nelle numerose calette effettuavamoescursione in apnea sotto i dieci metri, scoprendo fondali incante-voli, ricchi di granito, con punte che si innalzavano da fondali disabbia bianca. Spargi ci ha accolto con le sue spiagge bianche, dovebranchi di Occhiate ormai abituate al cibo fornito dai turisti ciassediavano mentre facevamo il bagno nelle acque calde. Ho unricordo vivo delle strade e delle piazze de La Maddalena colme digente, e di quella sera dove un complesso locale con tipici canti sardici accompagnava sulla via del ritorno, mentre a bordo del gommonein navigazione notturna rientravamo a Palau sotto il riflesso deiproiettori della base militare Nato di stanza sull’isola di SantoStefano. Affascinato dall’aspra bellezza di Caprera –ammassogranitico di sedici chilometri quadrati, dimora del gabbiano corso,isola prevalente ricca di macchia mediterranea, leccini, ginepriecc.– una mattina di buon’ora decisi di effettuarvi una escursione.Approdato sulla costa, iniziai l’arrampicata su per il sentiero cheporta alla «casa bianca», un’antica dimora e attuale museo nazionaledell’Eroe dei due mondi: dovevo onorare con una visita il sepolcrodell’eroe risorgimentale. Caprera, che Garibaldi acquistò, fu per luiun punto saldo di riferimento, ove tra una battaglia e l’altra passavalunghi periodi con i figli, oltre a meditare, scrivere, ampliare la casacon nuove costruzioni. Appassionato di Storia, non vi dico conquale immenso piacere ho «toccato» con mano fugace e trepidantegli antichi oggetti: i suoi fucili di battaglia, le suppellettili, gli oggettiartigianali da lui costruiti, l’ultimo giaciglio innanzi alla finestradove volle per l’ultima volta vedere la Corsica, avendo così di fattoampliato altre conoscenze della sua vita. Personaggio chiave dellastoria d’Italia, Garibaldi è ancora presente su periodici per i moltimisteri che si celano dietro la sua personalità emblematica (si discuteancora sulla morte di Anita, e se fu veramente lui ad avvelenarla).Un’altra mattina decisi di effettuare un full-day con il Diving di CalaCapra diretto dall’istruttore sub Luca Gabriellini. Destinazione ilparco marino di «Lavezzi» in Corsica. In quella a bordo de «la

ridona», imbarcazione cabinata in legno di 8 metri del Diving, cosìdenominata per la presentazione in mare, tra una variopinta etnia disub nazionali e un Russo, ci aspettava una delle più belle immersionidel Mar Mediterraneo. L’isola di Lavezzi è a un tiro di fiondadalla Corsica, mentre da Ravelli, isola estrema dell’arcipelagomaddalenino, dista poche miglia marine. Stiamo per attraversa-re le famose Bocche di Bonifacio, che un maestrale forzaquattro (vento da nord-ovest) ci sgrulla tra le onde mettendo adura prova «la ridona». Inutili i tentativi di governare l’imbar-cazione per raggiungere Lavezzi. Per questioni di sicurezza,ripieghiamo su Spargi. Non ci restava che osservare da poppaamaramente, le bianche sponde di Lavezzi. Comunque, la seccadi «Washington» non fu una cattiva idea. Anzi il paesaggio

marino che ci offrì fu eccezionale.A 110 piedi di profondità, interepareti di corallo nero si presenta-rono ai nostri occhi. Scorgemmomurene impaurite nella tana , cer-nie, gronchi mentre, silenziosi, unbranco di barracuda scivolavanolontani dietro balaustre di granito,cariche di gorgonie. Il Russo im-mortalava con fervore questi mo-menti scattando foto con macchi-na subacquea a destra e manca.Spesso è il mare che decide, e viposso garantire che l’aver provato in

precedenza le Bocche di Bonifacio, con quelle onde, a bordo di unaimbarcazione di ridotte dimensione è stata un’esperienza indimen-ticabile. Non abbiamo avvicinato Lavezzi solo per le cernie di 60 Kge oltre, ma anche per il resto: ricciole, corvine, murene, fondali ricchidi vegetazione e (mi dicevano) di antichi vascelli sommersi in tempilontani, quando, sperando di tagliare per Bonifacio per raggiungerela penisola, le navi affondavano tra le correnti, speronando scogliaffioranti e colando a picco nella manica con tutti i preziosi carichi.Già nel 1015-16, i Pisani e i Genovesi inviarono navi, con un’azionecongiunta in Sardegna e Corsica, strappando le isole ai Saraceni perscongiurare la creazione di uno Stato islamico nel Mediterraneo. Daallora e ancor prima questi fondali si sono arricchiti di reperti. PerLavezzi riproveremo alcuni giorni dopo, questa volta a bordo di unpotente gommone del Diving con motore Mariner da 150 cavalli.Ma anche questa volta, malgrado i 35 nodi di crociera, un maestralepiù borioso della volta precedente non ci permette neanche didoppiare Ravelli. Ancora una volta osserviamo da lontano lebianche sponde di Lavezzi. Decidiamo allora per la Secca delCervo, ad est di Caprera, sotto maestrale, davanti al faro «i Monaci»,dove qualche giorno prima con Tommaso avevamo impegnato unaparete di Cala Coticchio vicino a Tahiti, ad oltre -125 piedi diprofondità. Conoscevamo la zona: un paesaggio surreale compostoda castelli di granito, si innalzava dai fondali sottostanti con paretifino a 20 m ricoperti da grosse gorgonie rosse, mentre altri monolitiformavano volte e passaggi in un dedalo di cunicoli, alla presenzaabbondante di pesci in tana. L’esperienza dei centri Diving, oltre apermettere l’accesso a luoghi sconosciuti, serve per scambi diinformazioni e nuove amicizie. Massimiliano, pisano di razza, erapresente nelle escursioni sott’acqua. Simpatico giramondo, ciintratteneva a bordo durante le pause con le sue «storie di vita».Sott’acqua te lo vedevi passare pinneggiando a braccia conserte apancia in su e, durante le decompressioni (eravamo spesso fuoricurva di sicurezza) incrociava le gambe alla sagola dell’ancora,decomprimendosi a testa in giù. Ne ho conosciuti tanti di sub, mauno come lui no! Fu uno spasso! Un giorno non lontano cirincontreremo e ricorderemo di quei giorni all’insegna del diverti-mento. Visitammo in quei giorni altri fondali dell’arcipelago, maLavezzi rimane per l’immediato futuro, una meta da raggiungere. Evi assicuro che avrò modo di raccontarvela la prossima volta.

Roberto Sciarra

Page 12: parlano di: satira, poesie ... - Notizie in Controluce

visitate la nostra pagina webhttp://www.controluce.it

Notizie in… CONTROLUCE novembre 199912

Vi sono vari romanzi del Novecento che raccontanostorie di gente comune e di eroi. Per uno scrittore,

alcuni di questi raccontano storie come altre, che siperdono nei rivoli delle possibilità delle nostre vite odelle nostre fantasticherie. A volte vorremmo ripetere legesta di quel personaggio qualsiasi avviluppato di nebbiee oscurità, che una lucentezza improvvisa, una chiarezzanatalizia, fatta di festoni e palle di Natale accese, rendeinvidiabile per un certo tepore che abbia-mo conosciuto in un momento della no-stra esistenza; a volte, più trasognanti,vorremmo essere quel tale eroe che com-pie gesta straordinarie e traccia un segnonetto nella storia dell’uomo e delle suepossibilità. Questi due tipi di uomini epersonaggi la critica letteraria, che si è auto-rizzata a descrivere la letteratura degli uo-mini, li ha voluti chiamare «eroi» e «antieroi».Nel Novecento non vi sono solo gli antieroi(gli uomini comuni costretti dai loro limitivirtuali), ma anche gli eroi dell’antichità ri-proposti da certi gialli e da certa fantascienza,che i nomi di Maigret e Superman rappresen-tano in maniera esemplare. Questi eroi nonsono invincibili, ma, come Achille, hannouna sorta di loro tallone, sia esso la kryptonite, o qualchepistolettata o beffa criminosa imprevista dal protagonista.Al romanzo di Raymond Queneau I fiori blu (Les fleursbleues, 1965) sono giunto tardi, nella traduzione per mepostuma di Italo Calvino, uno scrittore razionalizzatoredella realtà e della narrativa, al punto che un lettore come mesi è dovuto chiedere: dove finisce Calvino e inizia Queneau?Questa ipotesi di viaggio da lettore mi ha accompagnatonell’intero tragitto che dall’incipit del romanzo conduce allasua fine. Dopo un po’, a forza di giochi di parole su giochidi parole, appariva evidente una certa vena queneauiana (oqueneauesca) che forviava la lettura dai meccanismi dellascrittura del celebre narratore italiano. I fiori blu apparivanoallora un racconto divertentissimo vergato dalla penna ma-estra di un inventore di storie e situazioni inaspettate, cuil’interpretazione dei più grandi comici parlanti di questosecolo (Chaplin, Totò, Sellers, Benigni, de Funès) si sarebbeadattata in modo meraviglioso. Immaginiamo il protagoni-sta, un duca del Duecento, che addormentandosi sogna diessere un pacato diseredato urbano che vive su una chiatta,il quale, addormentandosi a sua volta, torna ad essere il ducad’Auge. Due storie parallele che attraversano il romanzo,ma con protagonisti che, nello scorrere delle vicende e deisogni (uno che sogna il futuro, l’altro il passato), si imbatto-no in luoghi comuni e assaporano bevande comuni. Prima o

Gli eroi e antieroi di Raymond Queneau«Si avvicinò ai merli per considerare un momentino la situazione storica.»

RAYMOND QUENEAU, I fiori blu (1965)

Simone Martini:particolare di Guidoriccio da Fogliano (1328),

affresco, Palazzo Pubblico, Siena

LETTERATURA

La poesia rurale di ConsonniTra poesia in lingua e grammelot

Vûs/Voci (Einaudi, Torino 1997, lire 18.000) di Giancar-lo Consonni è un libro di poesie scritte –come tiene a

precisare l’autore– in «una delle innumerevoli versionirurali del milanese». Non trattandosi di un milanese lettera-rio, ma giunto in forma orale, ha il vantaggio della corpositàschietta di una lingua tenuta viva nella necessità di dire, adifferenza delle grandi lingue letterarie, il cui lessico è perlo più ignoto ai parlanti delle stesse. È la lingua che parlanoe parlavano i nostri nonni, attraverso cui passano miriadi dileggende che non adergono allo statuto di Storia: apparten-gono a quel mondo del «sentito dire» così minuziosamenteriportato da Hawthorne ne La lettera scarlatta.

Questo aspetto «orale» della scelta di Consonni gli dà mododi ricostruire un mondo linguistico e tenere in vita le voci,altrimenti destinate all’oblio, delle persone del luogo.La lingua adoperata, infatti, esorbita dall’ufficialità dellelingue letterarie, poiché queste hanno una loro tradizionetramandata in una scrittura, e sono codificate in una gram-matica più controllata. Inoltre, esse hanno spesso un carat-tere istituzionale, che aggiunge all’elemento culturale di unalingua dei vivi la regolamentazione di un pensiero ufficiale,una canonizzazione istituzionale, una normativa, quindi, siagrammaticale che giuridica. Le lingue istituzionali tendono,in genere, più a imporre un freno alle innovazioni che a

poi, rimanendo nella stessa situazione (è il caso di Cidrolin)o risalendo la Storia (è il caso del duca d’Auge), i due siincontrano nei tempi moderni. Alla fiducia nei propri mezzidell’eroe medievale, impegnatissimo in avventure e ribellio-ni e alti consigli nobiliari, fa eco a futura distanza, come dauna grotta della modernità, l’antieroe Cidrolin, immobile esonnacchioso nella sua chiatta, come se non vi fosserosperanze di innovazione nella vita dell’uomo contempora-

neo. Tutta la realtà, così vivida nella pennadi Queneau, non è che un sogno continuo,mentre la realtà vera, di chi non sogna,appare destinata a morire.Da questo romanzo divertentissimo e riccodi critiche alla storia dell’uomo e alle sueetnicità sono state tratte varie interpretazio-ni (psicanalitiche, antropologiche, sociolo-giche e storiografiche). Si pensi solo allefigure femminili che attraversano il roman-zo, dai calci nel sedere che si prendono lefiglie del duca all’emancipazione di quelledi Cidrolin, ai comportamenti dei generidei due protagonisti. Ogni episodio, ancheapparentemente marginale, ha il pregio, ol-tre di suscitare ilarità, di contenere unacritica delle ragioni umane, come nel caso

di personaggi secondari, per esempio il giustiziere che pensasempre e non sogna mai, il quale muore per il crollo di unedificio «in costruzione» (come il pensiero raziocinante). Sesi tiene conto dell’assunto della filosofia di Cartesio, fondato-re del razionalismo seicentesco («Je pense, donc je suis»:«Penso, dunque sono»), appare evidente il giudizio negativoindirizzato da Queneau a chi, ritenendo di esistere nella misurain cui pensa, si trova a lasciare campo alla vita di chi sogna, in unromanzo dedicato al sogno e all’immaginazione come costitutofondamentale d’ogni realtà duratura e d’ogni conquista e inno-vazione tecnica, artistica, tecnologica e giuridica futura.Il romanzo di Raymond Queneau è uno dei più felici esempidi come l’estrosità della scrittura si sposi con l’assennatezzadello scrittore, mettendo in discussione gli schemi vigenti diuna realtà che il linguaggio e gli stili fortunati e alla modarischiano di fuorviare in seriosità vacue ed effimere e in poseda pennivendoli di mercato. Da un punto di vista politico, laretorica dei tanti fanfaroni delle tornate elettorali appare inun quadro più duraturo d’ogni contesto storico, nella straor-dinaria descrizione degli uomini di potere e dei loro mecca-nismi mentali, delle loro arroganze e gratuità malefiche neiconfronti dei loro sottomessi. All’estetica e alla stilisticaformidabili va aggiunto questo premio politico all’autore.(Il romanzo è edito da Einaudi).

Nicola D’Ugo

Page 13: parlano di: satira, poesie ... - Notizie in Controluce

visitate la nostra pagina webhttp://www.controluce.it

Notizie in… CONTROLUCEnovembre 1999 13LETTERATURA

essere creative e aperte ai nuovi stimoli. Non pare un caso anessuno che l’inglese non britannico (l’americano, l’irlan-dese, il gallese, il caraibico, il nigeriano ecc.) abbianoofferto il miglior contributo letterario di questo secolo, coni loro neologismi e le numerose importazioni di paroleindigene o comunque contaminanti, a fronte di una compat-tezza espressiva che non ha indebolito il carattere proprio dinessuna di quelle letterature.Consonni recupera l’oralità di un milanese rurale e lo impie-ga nei contesti contemporanei: il suo contesto si muta nellecittà moderne, con i loro tram, i cinema, i diesel e glielettrodomestici. Egli non condivide però il rapido movi-mento della contemporaneità, la luminosità affettata deglispot pubblicitari, il mito disamorato di un progresso senzaregia né umana autonomia, di una evoluzione fatta di piùsotterranee involuzioni, come vorrebbe invece la più smaccatafilosofia della contemporaneità. Ma a questo dispiacere, o sesi vuole dissenso, con fa seguito con altrettanta evidenzaun’idea dell’uomo che si affranchi, magari nel sogno, maga-ri in scenari rurali riabilitati, magari in una critica sarcasticadella città. Queste poesie non ci fanno né vedere con occhiocritico e severo il presente in cui viviamo, né ci fanno sentireil sapore di una civiltà che va scomparendo, qual è quella deinostri nonni, fatta di valori rapidamente superati.Nella sezione dedicata alla città, la riflessione si inoltra inambienti circostanziali: la metropolitana, il cinema, le stradeurbane, l’abitacolo di un’automobile. Intatta dalle istanze

che indirizzano la nostra società, la modernità di Consonnisi stringe in canti contenuti, in cantucci e temi prosodici cheraramente sanno risuonare nella pagina.La possibilità catartica del dialetto viene meglio valorizzataquando il lessico dell’autore prende a bisticciare o convive-re in polifonie più estese, per far passare un’idea scanzonatao maliziosa («Giraven», «Ascensûr»), o si restringe nellepoche sillabe di «Vècc». In questo caso, si avverte qualcosadi poetico che accomuna i suoi versi alle poesie autoironichee malinconiche di Zavattini, al grammelot, ai lazzionomalinguistici di tanta letteratura Dada e all’Orghast diTed Hughes e Peter Brooke, con il quel suo connubio digesto e non-parola. Del resto, se la poesia non suona, ha permetà fallito ogni sua funzionalità.La ricercatezza dell’effetto di alcuni componimenti li acco-muna a tanta poesia italiana dal secondo dopoguerra a oggi:e questo ne è un limite, se si considera l’enorme potenzialitàespressiva delle scritture non in lingua, o non inglobate inuna tradizione letteraria canonizzata (la Comedia dantesca,i drammi shakespeariani e di Ruzante ne sono il più convin-cente risultato). Inoltre, far impegnare troppo il lettore perfargli assaporare poesie di pochi versi è pratica dei poeti piùnoti e meno meritevoli del nostro secolo, contro i grandiesempi dell’Otto Novecento: si pensi anzitutto a EmilyDickinson, a «In a Station of the Metro» di Ezra Pound e alleliriche di Giuseppe Ungaretti.

Nicola D’Ugo

L’infanzia riscattata del bardo Dylan Thomas«E là io mi addormentai sul montagnoso panciotto di mio zio, e, mentre dormivo, –Chi va là?– gridò Sentry alla luna che volava.»

DYLAN THOMAS, «Una storia» (1953)

Di pochi scrittori diquesto secolo si sa

e si è scritto tanto quan-to di Dylan Thomas(Swansea 1914 – NewYork 1953). Un’attra-zione straordinaria hafatto sì che tutto ciò chelo riguardasse fosse per-vaso da un senso di leg-genda. Capita così cheogni scrittore aspiri inqualche modo a dire lasua sull’autore, come èevidentemente il miocaso. In altri casi –pen-

so a Bob Dylan– si è preso il nome dell’autore per farne ilproprio nome d’arte, o –come è il caso di Dylan Dog– ci siè ispirati per il titolo di un fumetto. Questo autore lovorrebbero raccontare in molti. Purtroppo, come nel caso diun ampio articolo di Pietro Citati pubblicato su Repubblicaun paio di anni fa, ognuno descrive il poeta a modo suo,infischiandosi di cosa accadde nella vita di Thomas e nellasua opera. Da un certo punto di vista, questa posizione èlegittima, nella misura in cui si vuole sentirsi vivi all’ombrasemovente d’uno dei grandi bardi del Novecento, scherzosoe ridanciano e cupo come pochi altri colleghi. Del resto ilpersonaggio pare uscito da un film: povero in canna, ubria-cone, donnaiolo, vissuto in uno sperduto paesino gallese diduecento anime e diventato famoso in tutto il mondo.Noto anzitutto come poeta, Thomas è autore di una serie diracconti vivaci, la cui vena scherzosa assume risvolti tenerie nostalgici. Il suo linguaggio narrativo, attento alladeclamazione qual era l’autore, suona corde a mo’ di sfron-tato buffone, per indulgere subito dopo, cadenzandola, allatenerezza di chi, comprendendo il sogno a occhi aperti degliuomini, ne testimonia la fraterna pietà, come nello straordi-nario racconto «Una storia». Pochi narratori sono stati ingrado di trasmettere rabbia, tenerezza, canzonatura e pietà

come questo scrittore gallese. Se le sue poesie sono note peruna pesante cupezza, dalla timbrica vibrante e impeccabilee dalla narratività biblica, i racconti rappresentano il luogod’alleggerimento di quelle situazioni in cui amore e mortesono i due motivi dominanti della tensione poetica. La vitadi tutti i giorni diventa il nuovo contesto narrativo, con lepiccole città del Galles, le straordinarie colline e i buffipersonaggi autoctoni. Questi racconti palpitano dell’agonecaricaturale d’un luogo (il Galles meridionale) in cui ipersonaggi campagnoli diventano il bestiario di un’umanitàtenera e grottesca, circondata dalle ombre e paure infantilidel proprio luogo di nascita, quasi un contrappunto all’espe-rienza natante ed esotica di Joseph Conrad nel «cuore ditenebra» del Congo. Il mondo dell’ignoto, ci dice Thomas,parte da casa propria e dalla propria infanzia, per estendersinella vita ulteriore, in un universo i cui confini non sonosegnati.Il protagonista è quasi sempre un bambino (Dylan) che vivel’universo regolato dagli adulti quasi in silenzio, piccolopiccolo e curioso di ciò che lo circonda. Thomas, ritraendosibambino (e lo sappiamo, oltre che dai racconti, dalle tantetestimonianze dei suoi compagni di scuola di Swansea),racconta anche le proprie monellerie, conferendo al prota-gonista delle storie un realismo disincantato che colpisce perla sua schiettezza. Di fatto, Thomas sdoppia se stesso: levicende del bambino silenzioso sono raccontate attraversola loquacità irriverente e canzonatoria dello scrittore adulto,con un procedimento linguistico che mette in risalto come ilmondo dell’infanzia sia sopraffatto dalle strutture e daimeccanismi mentali degli adulti. Per affrancare il pensierodell’infanzia, Thomas ci mette tutta la sua verve disuperadulto, ossia di adulto fornito di destrezze espressivee di esperienze conoscitive che sorpassano il linguaggiodell’uomo comune, facendo vivere ai personaggi ilcontrappasso di canzonature (pur tenere) che riabilitanol’espressività repressa dell’infanzia. I racconti di DylanThomas sono stati recentemente riproposti da Einaudi inRitratto dell’autore da cucciolo e altri racconti.

Nicola D’Ugo

Page 14: parlano di: satira, poesie ... - Notizie in Controluce

visitate la nostra pagina webhttp://www.controluce.it

Notizie in… CONTROLUCE novembre 199914 CINEMA

Una delle esperienze cinematografiche piú interessantidegli ultimi lustri è costituita dal cinema di Andrej

Tarkovskij. Il regista, scomparso nel 1986, propose nellasua scarna filmografia uno stile e una sintassi cinematogra-fica del tutto originali, tanto che il suo nome è entrato a pienodiritto nella storia del cinema. La critica ha analizzato ilfenomeno con attenzione. Anche per questo non voglio quiripercorrere la filmografia tarkovskiana. Invece vorrei ac-cennare del rapporto tra il cinema diAndrej Tarkovskij e l’opera del poetaArsenij Tarkovskij, padre del regista.La poesia di Arsenij Tarkovskij, dasolo una diecina d’anni al centro del-l’interesse in Italia (dopo la sua re-cente scomparsa, avvenuta nel 1989,sono state pubblicate tre raccolte dipoesia e una di racconti) rivela fin dalprimo approccio una complessa den-sità.La sua lirica nasce da un intimo trava-glio. Da quella che Gario Zappi, nel-l’introduzione a Poesie scelte, defini-sce «profonda crisi esistenziale» scatu-risce una meditazione sofferta sull’uo-mo in relazione al tempo e alla natura,che è popolata da motivi filosofici lega-ti alla tradizione piú alta della poesiarussa.Scorrendo tra i versi di «Pioggia», trattidalla prima raccolta di Tarkovskij, inti-tolata Prima della neve, si legge: « …Voglio infondere in una poesia / Tuttoquesto mondo che muta d’aspetto», op-pure, in «L’ospite è una stella», trattadall’omonima raccolta successiva del poeta russo: «Impara-vo dall’erba, aprendo il quaderno / e l’erba come un flautoprendeva a suonare», tanto che vengono in mente i versi diTjutèev: «La natura non è ciò che voi pensate / Non è unvolto cieco, senz’anima; / In lei vi è anima, vi è libertà / Viè amore, vi è una lingua.»Proprio alla poesia di Tjutèev, che è la poesia della ricercadella Madre-Natura, primordiale oggetto di culto cosí radi-cato nella spiritualità russa, sembrano ricollegarsi alcunipassaggi di Arsenij Tarkovskij. L’importanza della figuramaterna nei versi di quest’ultimo, che Gario Zappi sottolineanell’introduzione a Poesie scelte, conferma la nostra ipotesi.Anche l’elemento liquido assume nei due poeti la funzioneanaloga di elemento primordiale. Citerei a proposito i versidi «Sogno sul mare» di Tjutèev: «E il mare in tempestaagitava la nostra barca; / Io, assonnato, mi abbandonavo alcapriccio delle onde. / Due infiniti erano dentro di me, /Giocavano con me al loro piacere / … / Io giacevo storditonel caos dei suoni, / Ma sul caos dei suoni si innalzava il miosogno. / … / Nell’ardore della febbre creava il suo mondo;/ La terra verdeggiava, scintillava l’etere, / Giardini-labi-rinti, palazzi, colonne, / E brulicava una folla di esserisilenziosi.» In questa poesia di ispirazione romantica (ricor-diamo «l’etere» nella poesia di Hölderlin) Tjutèev crea unametafora efficacissima per descrivere la condizione umana:quella della barchetta in un mare in tempesta nel quale larealtà e il sogno creano un paradosso, ovvero l’esistenza didue infiniti.Tarkovskij, nella sua poesia «E lo sognavo e lo sogno…»,scrive: «E lo sognavo, e lo sogno, / e lo sognerò ancora,una volta o l’altra, / e tutto si ripeterà, e tutto si realiz-zerà, / e sognerete tutto ciò che mi apparve in sogno. //

Là, in disparte da noi, in disparte dal mondo / un’ondadietro l’altra si frange sulla riva, / e sull’onda la stella,e l’uomo, e l’uccello, / e il reale e i sogni, e la morte:un’onda dietro l’altra.» Possiamo osservare come dinuovo l’elemento liquido rappresenti anche nella lirica diTarkovskij l’elemento primordiale (dobbiamo peraltronotare che il verso «un’onda dietro l’altra si frange sullariva» è una citazione da Lermontov). Come nei versi di

Tjutèev, questo elemento liquido vie-ne accostato al sogno e alla fantasia,quasi a voler accennare all’esistenzadi una traccia mnesica dell’esistenzaprenatale (Zappi parla di «dimensionemnesica della coscienza») che costi-tuisce la matrice della fantasia umana.Può essere suggestivo accostare taleconcetto a quanto Massimo Fagioli,noto psichiatra eretico, scriveva nel1971 in Istinto di morte e conoscenza,e cioè che «alla nascita, l’istinto dimorte come fantasia di non esistenzadel nuovo sé nato e in rapporto con laluce, conduce alla fantasia di esisten-za dell’oggetto intrauterino come im-magine di esso. Come ricordo o trac-cia mnesica. Inconscio mare calmo.»Intanto forse proprio qui possiamo met-tere in luce un primo nesso tra la poeticadi Tarkovskij padre e la sintassi cinema-tografica del figlio, soprattutto per quantoriguarda le ricorrenti inquadrature disuperfici liquide e di vasche attraversatedai personaggi.L’uomo nelle liriche tarkovskiane è

parte del cosmo proprio come l’uomo delle liriche diTjutèev. Tuttavia, a differenza di quest’ultimo, Tarkovskij,soprattutto nelle sue raccolte piú tarde, prende atto di unalacerazione irrimediabile tra l’uomo e la natura che dàvita a un nuovo contrasto dialettico. L’alta dignità del-l’uomo, la sua capacità profetica sono l’espressione piúalta di questa dimensione tutta umana. L’elemento dram-matico, di altissima intensità in alcune liriche tarkovskiane,nasce proprio dal contrasto, spesso rappresentato conl’elemento igneo, tra la condizione umana e la natura, tral’anima e il corpo. Tuttavia questi due elementi sonoconsiderati inscindibili, come fossero due poli della con-dizione umana.Anche in Tjutèev esisteva un elemento drammatico, allorchél’uomo si trovava da solo di fronte al caos: «E l’uomo, comeun orfano senza casa / Sta ora, impotente e nudo, / Facciaa faccia col tenebroso abisso.» Tuttavia la parola di questiversi che ci offre una possibile chiave interpretativa èorfano, quasi che il poeta voglia accennare alla minaccia diuna perdita dell’affetto materno. Tarkovskij, invece, nellasua poesia citata «E lo sognavo e lo sogno…» scrive: «Solo,come orfano, pongo me stesso, / solo, fra gli specchi, nellarete dei riflessi / di mari e città risplendenti tra il fumo. / Ela madre in lacrime si pone il bambino sulle ginocchia,»Ecco che l’orfano, denotando un’avvenuta separazione dal-la figura materna e ponendosi in contrasto con la sua imma-gine, esprime il dramma di un’avvenuta lacerazione. Lamadre, presenza spesso rievocata nelle liriche di Tarkovskij,ha una precisa funzione, ovvero denotare un «paradisoperduto» e ormai irraggiungibile: «Mia madre è venuta, miha fatto un cenno con la mano: / ed è volata via» («Da bimbom’ammalai»).

I due TarkovskijLa poesia di Arsenij e il cinema di Andrej

Un primo piano di Aleksandr Kaidanovsky,protagonista di Stalker, del 1979

Page 15: parlano di: satira, poesie ... - Notizie in Controluce

visitate la nostra pagina webhttp://www.controluce.it

Notizie in… CONTROLUCEnovembre 1999 15CINEMA

Alcuni spunti della poesia di Tarkovskij che riguardano lostretto rapporto tra l’uomo e il cosmo, alcune riflessioni sultempo e sull’eternità ci ri-cordano gli accenti piú fi-losofici e meditativi dellapoesia di Zabolockij, poe-ta legato alla breve stagio-ne del gruppo d’avanguar-dia pietroburghese«Oberju» e successiva-mente internato nei gulagstaliniani. Infatti, a propo-sito di quest’ultimo, spes-so erroneamente conside-rato tropposemplicisticamente «poe-ta dell’avanguardia», EfimEtkind, in un suo saggio,scrive: «I trent’anni di cre-azione di Zabolockij sonola ricerca di una linguanuova per la lirica filoso-fica.» Tarkovskij dedicòal suo collega, quasi coe-taneo (era piú giovane dilui di soli quattro anni),«La tomba del poeta»,poesia scritta in occasionedei suoi funerali, in cui silegge: «Non uomo sei, macranio del secolo tuo, / nesei la fronte, la lingua el’ottone.»Ancora, quando Zabolockij scrive nella seconda parte delpoema Il lupo folle, del 1931: «Chi ha visto brillare le stelle,/ chi ha potuto parlare con le piante / chi ha capito ilterribile insieme dei pensieri, / non ha paura della morte,non ha paura della terra / … / Passano i secoli, passano glianni, / ma tutto ciò che vive non è un sogno: / vive e va al dilà / della legge della verità di ieri» tornano in mente i versidi «Vita, vita» di Tarkovskij: «Tutti sono immortali. Tutto èimmortale / non bisogna temere la morte né a diciassetteanni / né a settanta. Esistono soltanto la realtà e la luce.»Nella poesia di Zabolockij, come in quella di Tarkovskij,l’uomo è parte del cosmo e della sua caotica armonia.Tuttavia lo stile austero della poesia di Tarkovskij si con-trappone a quella girandola di invenzioni e immaginipirotecniche che caratterizzano soprattutto la prima raccoltadi Zabolockij Stolbcy, piú legata ai moduli stilistici del-l’avanguardia. Al contrario, la parola, nei versi tarkovskiani,possiede sempre un referente oggettivo e concreto («Pensa-te al Macedone o a Puskin, e provatevi / a non chiamarliAlessandro»); questo anche per quanto riguarda terminicome verità, («nella parola verità mi appariva / la verità inpersona» («Imparavo dall’erba…»).Tuttavia, secondo il poeta, nemmeno il linguaggio è in gradodi descrivere la verità dell’io attraverso una correlazioneoggettiva: « … quando noi moriamo, / ci accorgiamo di nonaver scritto / neppure mezza parola su noi stessi / e quel cheprima credevamo che noi fossimo / estraneo ormai gira,quietamente / sfuggendo ogni confronto, e ormai / noi stessiin sé piú non racchiude» (Epigrafi puskiniane). Il poeta noncerca vie di fuga nei confronti del tragico destino umano:nella classica severità delle forme egli non sa trovare alcunaconsolazione circa la lacerazione di cui dicevamo.Per questo i versi di Tarkovskij sono spesso percorsi da unanota tragica, che deriva proprio dal contrasto tra la bellezzadella natura e la dolente condizione umana, di cui il fuoco èla misura dell’intensità: «A voi che viveste prima di me sullaterra, / a voi, mia corazza e parentela di sangue / daAlighieri a Schiapparelli: / grazie, voi ardeste bene. // Ma

forse io non ardo bene, / e forse con l’indifferenza iocondanno / voi, per i quali a lungo vissi sulla terra, / erba,

stelle, farfalle, bambini.»Infatti in una indimentica-bile sequenza finale delfilm Nostalghia Domeni-co, il personaggio del va-gabondo folle, si dà fuocosulla statua equestre nellapiazza del Campidoglio.La parola non riduce ilcontrasto tra l’uomo e lanatura, tra l’anima e il cor-po, tema ricorrente nelleliriche tarkovskiane, masemplicemente lo esprime.La dialettica tra il limite, lafragilità, l’impotenza dauna parte e la dignità uma-na e la sua libera determi-nazione dall’altra rappre-senta nell’universo poeti-co tarkovskiano il misterodella condizione umana. Ilpoeta, tra il corpo e l’ani-ma, non sceglie né l’unoné l’altra: «Senza il corpol’anima sta male, / come ilcorpo senza la camicia: /né progetti né imprese, /né pensieri né versi. / Enig-ma senza soluzione.»

In particolare mi vorrei soffermare su una delle citate poesiedi Tarkovskij che qui riporto per intero:

«E lo sognavo, e lo sogno,e lo sognerò ancora, una volta o l’altra,e tutto si ripeterà, e tutto si realizzerà,e sognerete tutto ciò che mi apparve in sogno.

Là, in disparte da noi, in disparte dal mondoun’onda dietro l’altra si frange sulla riva,e sull’onda la stella, e l’uomo, e l’uccello,e il reale, e i sogni, e la morte: un’onda dietro l’altra.

Non mi occorrono le date: io ero, e sono e sarò.La vita è la meraviglia delle meraviglie, e sulleginocchia della meravigliasolo, come orfano, pongo me stesso

solo, fra gli specchi, nella rete dei riflessidi mari e città risplendenti tra il fumo.E la madre in lacrime si pone il bimbo sulle ginocchia.»

La prima quartina della poesia illustra molto bene unaconcezione del tempo caratteristica del poeta («E lo sogna-vo, e lo sogno, / e lo sognerò ancora, una volta o l’altra»).Una concezione di un tempo assoluto, al di fuori dellacontingenza, ma che, come vedremo in seguito, la contiene(«e sull’onda la stella, e l’uomo, e l’uccello, / e il reale, e isogni, e la morte: un’onda dietro l’altra»). È l’idea-imma-gine di un tempo «mitico» nel quale sogno e realtà sono fusi.Il riferimento al primo anno di vita è evidenziato dall’accen-no del rapporto dialettico tra il bimbo e il volto della madre(«E la madre in lacrime si pone il bimbo sulle ginocchia»)che ci ricorda l’atteggiamento materno di talune Madonne diLeonardo. E infatti proprio nel film Lo specchio il registainserisce lunghe inquadrature di alcuni quadri di Leonardo(Madonna col bambino e Sant’Anna, Vergine delle rocce eRitratto di Ginevra Benci).Possiamo sottolineare quindi come nelle liriche del poeta il

Un’immagine suggestiva dal set di Solaris (1972)

Page 16: parlano di: satira, poesie ... - Notizie in Controluce

visitate la nostra pagina webhttp://www.controluce.it

Notizie in… CONTROLUCE novembre 199916 CINEMA

tema dell’emergenza dell’inconscio è chiaramente esplicitato.Il tema dell’incontro con l’alieno, con l’altro, e insieme iltema della scoperta del pianeta vengono genialmente fusidallo scrittore nell’immagine dell’oceano pensante. La con-dizione di isolamento in cui si trova la stazione degli scien-ziati evidenzia già la difficoltà di rapportare le immaginisuggerite dall’oceano alla realtà materiale. La difficoltà che

il protagonista del film,Kelvin, dovrà affrontaresarà quella di distingueretra sogno e realtà, e piúprofondamente quella dicomprendere le dinami-che inconsce.In un’inquadratura delfilm, Kelvin, attraverso ivetri bagnati della fine-stra, osserva il padre muo-versi tranquillo nel suoambiente; una leggerapioggia gli bagna le spal-le, ma lui continua ad af-faccendarsi senzaaccorgersene (ricordia-mo, per inciso, che taleepisodio non è nel roman-zo, ma solo nel film). Ilriferimento al padre ri-chiama chiaramente ilproblema edipico. L’in-capacità di comprenderele dinamiche inconsce è

rappresentata dall’immagine della moglie suicida, che indi-ca proprio l’impossibilità di sciogliere il nodo edipico:l’indifferenza del padre condanna Edipo alla cecità, la

moglie suicida è Giocasta.Il film successivo, Lo specchio, èun’opera fondamentale sia perquanto riguarda la poetica del regi-sta, sia per quanto riguarda la storiadel cinema russo. In quest’operainfatti non vi sono moduli stilisticidi carattere epico e retorico, tipicidi molta cinematografia sovietica.Vi è una svolta radicale anche ri-spetto alla precedente produzionedel regista. In questo film egli èriuscito a esprimere i caratteri diuna cinematografia del tutto origi-nale.Il tema del film è chiaramente lega-

to ai ricordi autobiografici della sua infanzia; la complessastruttura dell’opera è basata su un gioco di riflessi tra i varipersonaggi: la madre del protagonista diventerà sua moglie(nel film la stessa attrice interpreta i due ruoli) e nel prota-gonista bambino si riflette suo figlio (possiamo peraltronotare come compaia ancora una volta il riferimento edipico).Il tema dell’assenza del padre è un elemento fondamentaledel film. Scrive a proposito Vincenzo Camerino: «L’inte-grale impalcatura dell’opera viene elevata nel segno dellaMadre-Natura e nell’“assenza” del padre.»Il film doveva intitolarsi inizialmente Una bianca, biancagiornata, titolo di una lirica del padre a cui il regista fariferimento nella scena finale:

«Sta una pietra presso il gelsomino.Un tesoro c’è sotto la pietra.Mio padre è sul sentiero.È una bianca, bianca giornata.

Il pioppo d’argento è in fiore,

tempo venga proiettato in una dimensione irreale, assolutama oggettiva allo stesso tempo, quello delle tragedie greche,in cui ogni istante è racchiuso in un arco che unisce la vita ela morte: in esso ogni istante possiede una sua necessità e unsuo significato intrinseco.La concezione del tempo, elemento fondamentale dellapoetica dei film del regista, riprende chiaramente questaconcezione. I lunghissi-mi piani-sequenza, checaratterizzano la sua ci-fra stilistica, voglionorappresentare proprioquesto: egli minimizza lafunzione del montaggioper mettere in evidenzaun significato intrinsecodelle immagini in rela-zione al tempo reale.Alcune scene, per sotto-lineare la loro importan-za, vengono addiritturarallentate. «L’immaginenon è questo o quel si-gnificato espresso dalregista, bensí un mondointero che si riflette inuna goccia d’acqua, inuna goccia d’acqua sol-tanto», dichiarava il re-gista sulla sua poetica,in polemica con la reto-rica e i dettami del reali-smo socialista. Tuttavia la poetica del regista russo sicontrappone anche a gran parte del cinema hollywoodiano,in cui il montaggio ha un ruolo fondamentale. A unastruttura f i lmica sintetica,Tarkovskij contrappone una strut-tura analitica. «La dominante as-soluta dell’immagine cinemato-grafica è costituita dal ritmo cheesprime lo scorrere del tempoall’interno dell’inquadratura. Ilfatto poi che questo stesso scor-rere del tempo venga rivelatoanche dal comportamento deipersonaggi, dai trattamenti figu-rativi e dai suoni, tutto ciò costi-tuisce una serie di componenticollaterali che, ragionando dalpunto di vista teorico, possonoessere del tutto assenti e,cionondimeno, l’opera cinematografica esisterebbe lostesso», diceva il regista. Il presente e il passato sipossono fondere in una dimensione che li comprendaentrambi. Scriveva il poeta, nella citata poesia intitolata«Vita, vita» e letta nel film Lo specchio: «Ai presentimen-ti non credo e i presagi / non temo. Né calunnie né veleni/ io fuggo. Sulla terra non esiste la morte. / Tutti siamoimmortali. Tutto è immortale. / … / C’è solo realtà eluce.» In questi versi è, a mio avviso, evidente il legamecon la concezione filmica illustrata dalle citazioni delregista qui riportate.Per quanto riguarda quella idea-immagine di un tempo«mitico» (cosí lo definisce Costanzo Antermite) nel qualesogno e realtà sono fusi insieme, e di cui parlavamo aproposito del poeta, i riferimenti nella cinematografiatarkovskiana sono continui; nel film Solaris, tratto dal-l’omonimo romanzo di Stanis³aw Lem, un importante autorepolacco di fantascienza, si fa riferimento a un pianetaricoperto da un oceano in grado di dar forma alle fantasiedegli scienziati mandati sul luogo per esplorare il pianeta. Il

Una scena dal film Nostalghia

Un fotogramma del film Andrei Rublev (1966)

Page 17: parlano di: satira, poesie ... - Notizie in Controluce

visitate la nostra pagina webhttp://www.controluce.it

Notizie in… CONTROLUCEnovembre 1999 17CINEMA

la centifoglia e dietro a leile rose rampicanti,l’erba lattescente.

Non sono mai statopiú felice di allora.

Là non si può ritornaree neppure raccontarecom’era colmo di beatitudinequel giardino di paradiso.»

L’ultima inquadratura del film è il campo di grano saracenoin fiore che si riferisce all’«erba lattescente» della poesia.La tematica del film, incentrata sul rapporto con la madre(che diventa anche la «terra-madre russa» attraverso i riferi-menti storici), è legata in maniera evidente a questa lirica.Proprio in questo film compaiono per la prima volta quellesuperfici bagnate, quelle stanze in penombra, che sostanzianolo stile inconfondibile del regista dal punto di vistaiconologico: evidente il riferimento alla regressione nel-l’utero materno.Nelle fasi iniziali del film, è citata una bella poesia intitolata«Primi incontri»:

«Dei nostri incontri ogni momento noifesteggiavamo come epifania,soli nell’universo tutto. Tupiú ardita e lieve di un battito d’alasu per la scala, come un capogirovolavi sulla soglia, conducendomitra l’umido lillà, dentro il tuo regnoche sta dall’altra parte dello specchio.

Quando scesa la notte, a me la graziafu elargita, le porte dell’altaresi aprirono, nel buio prese lucee lenta si chinò la tua nudità.

Sulla terra tutto fu trasfigurato,anche le cose semplici – il catino,la brocca – e tra noi di sentinellastava l’acqua dura e stratiforme.

Chissà dove fummo sospinti,dinanzi a noi s’aprivano miraggidi città costruite per prodigio,solo la menta si stendeva sotto i piedigli uccelli erano compagni di viaggioi pesci balzavano dal fiumeil cielo si dispiegava ai nostri occhi…

Quando il destino seguiva i nostri passicome un pazzo con il rasoio in mano.»

A questa poesia segue l’immagine della madre che guarda unfienile che prende fuoco, dando forma alla tematica deldesiderio svolta nella poesia: il desiderio che, quando non èdelimitato dall’immagine della nascita, distrugge l’identità.Segue l’immagine della donna che si lava i capelli in uncatino: i capelli coprono il suo volto mentre la mano delpadre gli versa l’acqua. L’immagine potrebbe legarsi all’im-magine precedente, quella dell’incendio, segnalando la per-dita momentanea dell’identità e della figura nel regressoall’utero materno. A questa scena poetica segue una scossae l’intonaco si stacca dalle mura della stanza (l’orgasmo?).Si evidenzia quindi un legame coerente tra i versi del padre

e le immagini del figlio.Il film successivo, Stalker, la cui sceneggiatura fu scrittada celebri autori di fantascienza sovietica, i fratelli Borise Arkadij Strugackij, sulla base del loro romanzo Picnicsul ciglio della strada (trad. it. Mondadori: Stalker), èuno degli episodi piú complessi della cinematografiatarkovskiana. Nel film tre personaggi tentano di penetra-re in una area recintata, chiamata «la zona», cui l’accessoè vietato; in questa zona si dice si trovi una stanza nellaquale si possono avverare i piú reconditi desideri. Leinquadrature del percorso compiuto dai tre protagonistidel film per arrivare all’ingresso della «stanza» sonogirate in parte in uno spazio aperto, ma successivamentela macchina da presa entra in un lungo cunicolo dovescorre un rivolo d’acqua, a mio avviso simbolo evidentedi quella sorta di regressione nell’utero materno di cuiparlavamo in relazione al precedente film. Ed ecco ilnesso con quanto, nell’introduzione a Poesie scelte, scri-ve Gario Zappi sulla poesia di Arsenij Tarkovskij: «Il

desiderio di trovare un compensativo allostato di fratturazione interiore e un even-tuale cauterio, induce il poeta a intrapren-dere un lungo viaggio verso il mondo ctoniodelle Madri. Lo scandaglio della proprianatura e di quella degli oggetti circostanti,l’approfondimento dell’autocoscienza, fan-no sí che il poeta, all’inseguimento delleproprie visioni, tenti di varcare le soglie diquel mondo-altro.» Quanto ha scritto Zappirispetto alle poesie del padre potrebbe for-nirci la chiave interpretativa di questo film.

Infatti i tre protagonisti del film, a mio avviso, tentanoanch’essi di superare quella soglia che separa il mondodei sogni dalla realtà, ovvero ricercano quella chiave chegli permetterebbe di entrare nella «zona» piú reconditadell’io; ma la ricerca non approda a nulla e, nelle ultimeinquadrature del film, i tre personaggi arrivano alle sogliedella «stanza» senza riuscire ad entrarvi. Ecco che iltentativo del superamento della posizione di profeticaattesa, che i versi del poeta esprimono, si conclude con unfallimento e con un nulla di fatto, cosa di cui il registaprenderà atto negli ultimi due film, Nostalghia e Sacrifi-cio, poco prima della sua scomparsa.

Lorenzo Pompeo

Di Arsenij Tarkovskij possono trovarsi diverse opere inedizione italiana. I brani «E lo sognavo e lo sogno…» e«Da bimbo m’ammalai» sono tratti da Poesie scelte,Scheiwiller, Milano 1989, a cura di Gario Zappi. «Primadella neve», «L’ospite è una stella», «La tomba delpoeta», «Vita, vita», Epigrafi puskiniane, «Una bianca,bianca giornata» e «Primi incontri» sono tratti da Poesiee racconti, Tracce, Pescara 1991, a cura di PaolaPedicone.Il brano dell’intervista ad Andrej Tarkovskij si trova nelvolume Scolpire il tempo, Ubulibri, Roma 1988, a cura diVittorio Nadai.Per ulteriori letture si suggeriscono i seguenti libri: F. I.TJUTÈEV, Poesie, Rizzoli, Milano 1993, p. 197, a cura diEridano Bazzarelli («Sogno sul mare»); MASSIMO FAGIO-LI, Istinto di morte e conoscenza, Nuove Edizioni Roma-ne, Roma 1972; EFIM ETKIND, «Nikolaj Zabolockij», inStoria della letteratura russa, Einaudi, Torino 1990, «IlNovecento», vol. II; COSTANZO ANTERMITE, «Poetica edestetica in Tarkovskij» e VINCENZO CAMERINO, «La rivolu-zionaria e poetica ragione dell’altro specchio-deside-rio», in AA.VV., Andrej Tarkovskij, le ragioni della poe-sia, Capone Editore, s.l.p. 1987, a cura di VincenzoCamerino; STANIS£AW LEM, Solaris, Mondadori, Milano1982; ARKADIJ STRUGACKIJ – BORIS STRUGACKIJ, Stalker,Mondadori, Milano 1988.

Locandinatedesca

di Nostalghia

Page 18: parlano di: satira, poesie ... - Notizie in Controluce

visitate la nostra pagina webhttp://www.controluce.it

Notizie in… CONTROLUCE novembre 199918

Dèi possenti, Muse dell’Olimpoascoltate la mia preghiera:fate che il mio dolore si trasformi in poesia!Possa essa purgare l’anima e darmi pace...e il suo canto condurmi, infine, oltre il Lacus Avernus...I Mani mi attendono!

(Anonimo del III a.C.: De rerum natura)

Sai come succedono queste cose: succedono sempre quan-do meno te l’aspetti; a esempio, nel momento che stai

pensando ad altro; o mentre stai semplicemente riposando dauna giornata impossibile; o quando stai distratto, rimuginan-do più o meno intensamente un tuo fatto,magari accaduto tempo fa. Se in quelmomento tu stessi già soffrendo nonaccadrebbero, chissà perché? Chissà perquale aliena volontà, irrazionale o ra-zionale, non si aggiunga mai disgrazia adisgrazia in modo naturale, nelle condi-zioni che tu le possa sopportare e affron-tare come un qualsiasi altro fatto del tuotragico quotidiano.Accadono sempre quando meno tel’aspetti e sempre annunciati da stranesensazioni, un misto di premonizione edi scaramantica rappresentazione.È proprio allora che per una sorta dimagia, per un sesto senso, improvvisa-mente… drin… sai che ti riguarda,drin… hai la certezza che non è unabuona notizia, drin… non sai cosa ti giungerà dalla telefona-ta, ma riconosci dal suono –come se esso si rivolgesse a te–che è per te e per te solo, e non sarà una notizia che ti faràpiacere.Se l’uomo fosse stato consapevole di questi accadimenti eavesse ascoltato sempre, sin dai tempi remoti, questo tipo dipresagi sarebbe senz’altro arrivato alla soglia della felicità e sisarebbe risparmiato della inutile sofferenza!Ho pensato spesso, nel constatare il ripetersi di questi eventi, dipossedere il dono della veggenza, o meglio di possederlooccasionalmente, tanti sono stati i fatti eccezionali che hoprevisto o intuito che, a breve tempo, si sono poi manifestati.Ma sono stato anche il primo a non credere all’autovaticinio chemi si offriva per educarmi, per avvertirmi, per mettermi inguardia dall’evento in nuce e salvarmi dall’accidente potenzia-le che si sarebbe abbattuto su di me, di lì a poco, se mi fossiintestardito a seguire quella tal via o quel tal altro desiderio.Drin… «Pronto? Ciao, come stai?» E si prosegue perqualche minuto.Non è per me!La sensazione però permane limpida, costante, forte esostanzialmente neutrale, ossia senza agevolarti con ulterio-ri suggerimenti che possano in qualche modo venirti incon-tro, darti soccorso, ed evitarti la sciagura che incombe su dite.«Sì, adesso te la passo!»Ancora, «Ciao, non avevo capito che fossi tu… come stai?»E via di seguito con i soliti discorsi di circostanza e conve-nevoli vari, che fanno sembrare a coloro che ascoltano, neipressi, che la persona al telefono non abbia un motivoparticolare, ma che abbia chiamato per fare quattro chiac-chiere in libertà.Non è per me, decisamente!Forse è una persona che conosco? Chi sarà? Bah!Il disturbo persiste nonostante abbia la dimostrazione, dalleparole scambiate, che la telefonata non sia per me e che,

comunque, non debba preoccuparmi.Mi distraggo, cerco di riprendere il filo dei miei pensieri.Seguo però il discorso a tratti, per riconoscere l’ignotointerlocutore telefonico. Dopo un po’, scopro che è unainterlocutrice dai pronomi messi in gioco nel colloquio.Ma chi sarà costei? Ancora non l’ho riconosciuta.Attendo ansioso, più che curioso, l’evolversi dei fatti nellaspiacevole condizione di colui che non riesce a soddisfarel’impellente bisogno di comprendere, in questo caso di ricono-scere, che si trova nello stesso tempo nell’incapacità di attutireo di risolvere quell’ansia sottile che pervade tutto il corpo.Per alcuni secondi mi si sconvolge l’ordine logico delle risposteagli stimoli interiori: chi è? perché sento ciò? Non so se debbaprima cercare, in qualche maniera, di conoscere l’identità della

persona o debba, invece, dedicare l’atten-zione alla riparazione del guasto interno,alla neutralizzazione dell’ansia, che vatrasformandosi in dolore allo sterno. Per-ché? Chi è? Cosa sta succedendo? È unadi quelle premonizioni birbanti che siinsinuano, ben sapendo che non sarannoriconosciute come realtà e che non saran-no prese in considerazione?Ma qual è la realtà?È ciò che sento di sconosciuto ed’imponderabile che sollecita il mioautismo o è invece la rappresentazionedegli eventi elaborata dalla ragione?Provo a riascoltare nella memoria iltrillo del telefono.Drin… drin… drin…Identica impressione: la telefonata mi

riguarda!Chi è? Perché mi telefona? Cosa dovrò affrontare? Cosasarà successo?In una frazione di secondo esamino l’intero panorama deimiei rapporti con il mondo, selezionando, per ordine digravità, le eventuali catastrofi che si potrebbero rovesciaresu di me, cercando di tranquillizzarmi, di recuperare lanormale centralità per affrontare l’evento sconosciuto, chemi coinvolgerà –ormai ne sono certo– e che mi farà soffrire.Nuova sofferenza, nuovo dolore!Non ci si abitua mai!Si ha sempre paura di nuove afflizioni, ci si sente perdutidavanti alla sola ipotesi di nuove pene, non si raggiunge maiil giusto distacco verso l’evento ignoto o verso ciò che sitende a chiamare «proprio destino» o fato.«Ciao! A presto! Se non ci incontriamo prima, buonevacanze! Sì, va bene, a presto! Sì, ora te lo passo!»«Vuole salutarti Matelda, prendi la comunicazione.»Quanto tempo si può impiegare per fare questa operazionein un ambiente piccolo come quello di una casa moderna?Tre o quattro secondi…? Sono troppi…! Trovandomi, inquella circostanza, nei pressi in attesa di riconoscerel’interlocutrice sconosciuta.A me sono sembrati un’eternità! Un tempo infinitamente lungo.Ho preso la cornetta: «Ciao… cosa mi dici di bello?»L’illusione trova sempre il suo spazio, in qualsiasi situazio-ne. Noi sappiamo, ma rifiutiamo di sapere e recitiamo lacommedia nella speranza di ribaltare l’evento disgraziato edessere miracolati all’ultimo momento.Abbiamo –nonostante l’età, la cultura, l’esperienza di vita,e nonostante quel certo sangue freddo che manifestiamodavanti alle azioni che si presentono difficili o pericolose–sempre paura, sì paura o, addirittura, terrore verso il nuovo,ciò che si palesa inaspettatamente o senza segni riconduci-bili al conosciuto, all’esperito.«Cercavo te… ho telefonato perché volevo parlare con te. Ora

Joycismi protoseniliRACCONTO

Page 19: parlano di: satira, poesie ... - Notizie in Controluce

visitate la nostra pagina webhttp://www.controluce.it

Notizie in… CONTROLUCEnovembre 1999 19

non so da dove cominciare… non so come dirtelo…» pausa,pausa lunga, voce tremula, respiro alterato, poi, come se avesserichiamato tutte le forze più profonde… «ho incontrato unapersona, verso la quale sto provando sentimenti che da temponon provavo più… te lo volevo dire… ma per telefono nonposso spiegarti… ne riparleremo a voce.»Ed io come un ebete: «Ah! Bene, molto bene…! Verrai al maredomenica…? Ti farai vedere…? Capisco, non hai molto tem-po! Ah… le ferie le avrai in agosto. Certo, mi rendo conto… sì,diventa difficile, con il tempo, conciliare tutte le esigenze.Bene! molto bene…! Buona fortuna! Sì, arrivederci… ci vedre-mo in seguito. Va bene ciao! Ciao… a presto!»Si dice spesso che si provino, in certe circostanze, sensazio-ni particolarissime e indescrivibili, di improvviso vuoto, distupore eccessivo… come se il mondo ti crollasse addosso!Credo che sia vero, che si possano sperimentare attimiinfiniti, durante i quali si perde il senso della realtà,dell’orientamento interiore. Non si ricorda chi siamo, cosastiamo facendo, dove ci troviamo e perché. Crolla tutto, ilmondo esterno con i suoi riferimenti concreti, il mondointerno con le nostre certezze di esseri pensanti.Forse questo è il vuoto, il niente, il non essere.…Il vuoto… sensazione del nulla… Parmenide, Nietzsche, ilnostro contemporaneo Severino e… chissà quanti altri han-no cercato di affrontare con la speculazione filosofica il nonessere, il niente.Forse sono partiti proprio da una vicenda personale, privata,vissuta intimamente, in un momento qualsiasi della loro vita ehanno indagato, nell’ambito della coscienza, dopo lo stupore,dopo l’angoscia –che rimane come sottofondo all’evento, comeun’atmosfera diffusa intorno a te– con lucidità di pensiero, contenacità, elevando l’evento alle dimensioni dei temi universali,cercando di comprendere i perché, i per come di quella pecu-liare condizione che chiamiamo di vuoto, di annientamentocompleto del proprio Sé, fino ad avvertire di non essere!Forse il comprendere è l’unica attività umana inevitabile einsostituibile, come se fosse l’essenza sottile del respirare. Se sismette di respirare si muore. Il respiro si può controllare,rallentare, ma non si può spegnere completamente per più dipochi minuti.…Io sapevo, ma non l’avevo accettato!Lo avevo sentito dentro già da qualchetempo, ma, non accettandolo, rimuove-vo continuamente e con pertinacia ognisegnale di avvertimento.Ora il caos, quel turbinio d’immaginiincontrollabili che invade l’anima scuo-tendola nelle profondità, distruggendoneogni riferimento razionale o fideista, cheparalizza ogni intervento istintivo teso aimpedire la devastazione e la violazionetotale delle tue credenze. Passato, pre-sente, futuro si confondono in un magmacaldo di pensati in ebollizione. Il calore simanifesta in ogni tua particella fisica…calore, febbre… tutto brucia e tu sai chenon puoi far nulla… sei impotente all’in-terno dell’edificio che si sta sgretolando violentemente, fon-dendo nel fuoco, nel calore, nella febbre ogni sentimento, ognivolizione, ogni aspirazione.«Non pensavo di potermi innamorare di te… era una cosaimpossibile… sì, ora so cos’è questo dolore allo stomaco» tiamo ti amo ti amo ti ho sempre amata ti ho sempre amatasilenziosamente nascostamente «sì, ti ho sempre sentito vicinonei momenti difficili della mia vita… ma come potevo pensareche un giorno mi sarei potuta innamorare di te… era tantolontana questa immagine dalla realtà possibile» non sarai piùsola ad affrontare la dura quotidianità ti sarò sempre vicinosempre vicino sempre vicino vorrei baciarti vorrei baciarti

baciarti baciarti «te l’avrei chiesto io, se tu non mi avessianticipata» canterò questo amore impossibile con ogni mezzocon ogni mezzo poesia… scritti… tutto il mondo deve sapere…deve sapere del nostro amore disgraziato… disgraziato…disgraziato «sì, ti amo… vorrei chiamarti amore mio, ma nonsei mio… non sei mio… mio… mio… sì, se tu fossi libero miunirei con te… starei con te» tu sei libera… libera… libera…un giorno mi dimenticherai per un altro… per un altro… unaltro… la tua libertà mi è sacra… sacra… ti amerò sempre…sempre… sempre e comunque «dobbiamo interrompere divederci… interrompere… di vederci… perché altri ne potreb-bero soffrire… soffrire» non è giusto…! non l’abbiamo cercatonoi… è accaduto… il destino ha lavorato nel tempo… neltempo… «il ricordo di quel bacio… quel bacio dolcissimo… sì,è amore… ti amo… sì, ti amo… e per questo non ci dovremo piùvedere…! più vedere» perché…? perché…? perché maledizio-ne! quale colpa dobbiamo ancora scontare…? «nel mio cuoretu hai un posto riservato… è tuo… solo tuo… e nessuno potràoccuparlo…!. ma devi trasformare questo sentimento in qual-cosa più elevato… più elevato… sì, devi elevarlo… sublimarlo…interiorizzarlo… solo così potrà rimanere eterno!» ma chedici…? sono una persona… una persona di carne e voglio unamore normale… individuale… non olistico… me ne frego delmondo… del tutto… e di tutti… dell’amore olistico… vogliol’amore di una donna per un uomo… una donna… e un uomo…un amore umano… concreto… appassionato! «non ci è dato inquesta esistenza… non ci è dato oggi… forse in un’altra… inuna futura… chissà!»mi ami ancora… mi ami sì o no…? rispondi mi ami ancora?«… sì… sì… ma in modo diverso… perché non capisci…!non capisci!»devi venire… dovete venire… sai quanto è importante perme la tua presenza… la vostra presenza!«come stai?»come sempre… sono in balia della malinconia… dei ricordi…di quel bacio indimenticabile… faccio del mio meglio… per-ché ho promesso… ho promesso… di rispettare la tua volon-tà… tu sei libera… la tua libertà mi è sacra…! sacra maledizio-ne! vorrei dimenticare… ma non riesco… forse non voglio…non riesco o non voglio… perché? maledizione!

«cosa fai?»nulla… più nulla… mi manchi molto,sai…? da morire! una malinconia… undolore dentro… continuo… e una no-stalgia insopportabile… maledetto de-stino! a chi concedi tutto… e a chi nondai niente… niente… sempre niente!«come stai?»come sempre… prigioniero della mia so-litaria sofferenza… nella mia cruda e fred-da realtà… sempre più insopportabile!«devi dimenticare…! devi dimenticar-mi… sì! devi superare questa condizio-ne… ritornare l’uomo che eri… chestimavo… al quale sono stata sempreaffezionata!»…non posso…! sono cambiate tantecose… sto diventando vecchio…! e non

sono più capace più di ricominciare… ricominciare a spera-re nel mondo… negli uomini… in una donna… o in altro!…«cercavo te… ho telefonato perché volevo parlare con te…non so da dove cominciare… non so come dirtelo… hoincontrato una persona, verso la quale sto provando sentimen-ti che da tempo non provavo più… te lo volevo dire… ma pertelefono non posso spiegarti… ne riparleremo a voce»…Drin… drin… drin…

Sergio Maria FainiIllustrazioni di Roberto Proietti

RACCONTO

Page 20: parlano di: satira, poesie ... - Notizie in Controluce

visitate la nostra pagina webhttp://www.controluce.it

Notizie in… CONTROLUCE novembre 199920 ARTE

Il 12 ottobre si è inaugurata presso l’aula magna Gismondi dell’Univer-sità «Tor Vergata» (Edifici Sogene) lasettima edizione della mostra fotogra-fica Foto-esordio 1999. Un’iniziativaannuale che ha lo scopo di dare un’oc-casione di visibilità ai giovani chehanno scelto il linguaggio fotograficocome mezzo espressivo.Organizzata dall’Assessorato alle Po-litiche Giovanili del Comune di Romae dal Mifav (Museo dell’Immagine

Fotografica e delle Arti Visuali dell’Università di Roma «TorVergata»), dal 1993 Foto-esordio offre ai giovani, le cuiopere sono state selezionate per la mostra, non solo unospazio espositivo, ma anche l’opportunità di vedere la pro-pria opera contenuta nel catalogo pubblicato ogni anno enella rivista fotografica Foto & Dintorni.La mostra è suddivisa in tre sezioni: la prima riservata ai giovanidelle scuole italiane; la seconda aperta a tutti i giovani che nonabbiano superato il trentacinquesimo anno di età; la terza

L’Archivio Arco Farnese incollabo- razione con gli Archivi Storici«Corrado Cagli» di Roma diretti daFranco Muzzi ha organizzato unaselezionata e puntuale retrospettivadedicata ad uno degli artisti che piùhanno lasciato un segno nel climaartistico romano durante il decennioche ha preceduto il secondo conflittomondiale. La mostra, curata da Fabio

Benzi, è stata allestita alla Galleria Archivio Farnese aRoma. Essa sottolinea gli anni cruciali della formazionedell’artista che vanno dal 1932 al 1938, ossia dalla sua primapersonale a Roma all’anno del suo trasferimento in Americaa seguito della promulgazione delle leggi razziali.Nato nel 1910, Corrado Cagli esordisce giovanissimo neiprimi anni Venti e dà vita insieme a Capogrossi e Cavalli al

Fino al 16 gennaio 2000 il Museo delRisorgimento di Roma ospiterà una

mostra dedicata all’opera di Marc Chagall,intitolata «Marc Chagall – Il teatro deisogni». Tra pitture, disegni e incisionirealizzati negli anni Venti e Cinquanta,sono duecentocinquanta le opere esposteprovenienti dalla Galleria di Stato RussaTretjakov a Mosca e dalla FondazioneMazzotta.Nato nel 1887, Marc Chagall compie glistudi nella sua città natale, Vitebsk in Litua-nia, e successivamente frequenta l’Accade-mia di Pietroburgo. Nel 1910 abbandona ilsuo paese in favore della Francia alla ricer-

ca di –come disse successivamente– Luce-Libertà. A Parigisubisce l’influenza dell’esuberante ambiente artistico del tem-po (Gauguin, i Fauves, i Cubisti), ma solo quel tanto che gliservirà per specializzare la sua tavolozza e definire la suanozione di spazio. La sua opera si arricchisce di elementi epersonaggi propri del suo mondo immaginario, affollato dirabbini e contadini, musici girovaghi, cortili di fattorie,sinagoghe, angeli, diavoli. Chagall dipinge la Russia dellasua infanzia, nella quale introduce simboli, distorsioni edislocamenti nati dalla sua fantasia ed immaginazione. Ne

Il teatro dei sogni di Marc Chagallconsegue un paesaggio russo fiabesco, acceso da coloriirreali e fragorosi. Un operare in cui si intrecciano compo-nenti propri della cultura d’avanguardia del suo tempo, contratti del tutto originali, segnati dalla tradizione popolarerussa e dall’eredità ebraica del suo ambiente originale.Tornato nel suo paese nel 1914, Chagall partecipa attivamenteal grande rinnovamento culturale incoraggiato dalla rivoluzio-ne e a quel tentativo di unione delle arti che fece della Russia deltempo il più fervido e produttivo laboratorio del secolo. Neiprimi anni Venti torna in Francia dove trascorre il resto della suavita, ad eccezione del periodo di esilio statunitense causatodall’invasione nazista (dal 1941 al 1948).L’enorme carica sentimentale, la disposizione narrativa allafavola, al mito, alla leggenda, uniti all’intensità del colore,all’audacia delle sue deformazioni e all’imprevedibilità dellecomposizioni caratterizzano l’opera di Chagall, la sua persona-lità estrema ed il suo individuale espressionismo. Indicanoinoltre i termini di una concezione e visione del mondo rove-sciata, scoperta dall’interno. Accanto ai lavori che illustrano ilmondo dell’artista, il complesso del Vittoriano espone il ciclodi grandi dipinti creati per le pareti del Teatro Statale Ebraicodi Mosca. La mostra è inoltre accompagnata da un’iniziativadedicata ai ragazzi delle scuole medie che si cimenteranno conl’arte, il teatro e Marc Chagall. Per informazioni: 063225380.

Francesca Vannucchi

Corrado Cagli alla Galleria Archivio Farnese.gruppo «tonalista», che sarà poi definito «Scuola Romana»,che fu tra i più significativi e innovativi del decennio.Questa mostra racconta quale fu il sogno dei pittori italiani nelperiodo più controverso della nostra storia recente. Un’epoca diestremo fervore, di promozioni e animazioni culturali, di stesu-re di manifesti teorico-programmatici, di relazioni e dialoghi,ma anche di amarezze causate dagli attacchi della destrafascista, dall’azione di zelanti esecutori delle leggi ebraiche del1938, veri persecutori di molti artisti e di intellettuali che comeCagli furono costretti ad espatriare per non subire la deportazione.Gli Stati Uniti furono per loro una seconda patria e spesso unluogo dove continuare la loro ricerca. Diverso tuttavia dall’Eu-ropa il cui mito rimaneva come fondamento classico che poneal centro l’uomo in tutto il suo valore universale. La mostra saràaperta al pubblico fino al 10 dicembre. Per informazioni:066896229.

Francesca Vannucchi

Foto-esordio 1999: una vetrina per giovani artistiriservata agli studenti dei corsi di fotografia di scuole straniere.Con questa manifestazione il Mifav vuole proporre l’utilizzodell’Immagine fotografica come linguaggio e non come unprocesso esclusivamente tecnico. Ai lavori selezionati si ri-chiede uno standard qualitativo elevato, dove le capacità tecni-che siano poste al servizio di una ricerca che incoraggi apercorrere strade linguistiche e contenutistiche autonome.Per l’edizione di Foto-esordio 1999 sono stati 56 gli autoriselezionati: 33 dalle scuole italiane (provenienti da oltre ventiscuole di tutto il territorio nazionale), 10 under 35 e 13 dallescuole straniere (provenienti da Germania, Svezia e Ungheria).L’aula magna Gismondi ha ospitato fino al 29 ottobre laprima sezione della mostra. Le due successive sarannoallestite dall’11 al 21 gennaio 2000 al Palazzo delle Esposi-zioni di Roma. Curatori della mostra: Anna Maffi, SimonaSansonetti, Franco Soda e Francesca Vannucchi.La manifestazione Foto-esordio 1999 e le edizioni degli anniprecedenti sono visibili via rete attraverso il sito del Mifav:www.mifav.uniroma2.itPer informazioni scrivere a: [email protected]

Francesca Vannucchi

Corrado Cagli: I neofiti

Giuliano K. Martinolich

Il violinista verdedel 1923-1924

Page 21: parlano di: satira, poesie ... - Notizie in Controluce

visitate la nostra pagina webhttp://www.controluce.it

Notizie in… CONTROLUCEnovembre 1999 21L’ANGOLO DELLA POESIA

Il sognoCome un lenzuolo si contorcesi avvolge, si stende per copriretrame e tessuti d’oscurità

nel tramestio della memoria, travaglio del segno,trasferimento e travestimento di tempo e luogo,uno sguardo che accarezza il fiume di Eraclitoe che lambisce la sfera dell’ente parmenideo

Come un lenzuolo raccogliele spoglie della nostra catastrofesfuggite alla feroce chiarezzadi una sconfitta quotidiana

Mentre le pagine ospitano le parolepellegrini assetati,che fuggono nel cuore della notte,vagabondi di mestiereche masticano suonie calpestando piste polverose,seminano passi nella terra.

Lorenzo Pompeo

Le maschere della diffidenzaDalle grondaie del cielocadonolacrime antiche di novità.Gettati su fogli sparsitratti di matitasconnessi lampiin un bianco eternamente rinnovabile.Nudi vaghiamo per il mondopronti a darci sferzate;ganci mai presinascosti nelle manicon i pugni stretti.Imbrattati di cicatrici noi,allenate ormaia guarire in frettaper frugarci nei pantaloni dell’animasenza lasciare traccia di sporcosotto le unghie affilateci graffiamocon lame smerigliateda una superficialità studiatadietro le quinte delle delusioni.E andiamodemoni a frotteincappucciati di diffidenza.Andiamo.Mentre il tempo trascina le stagionie ancora le trascinae ancora trascina un susseguirsiillimitato di stagioni.Cosa mi lasci in mano?Una pistola di zuccherosenza pietà,una vena che,spegnendo il rombo del silenzio,mi pulsa sul colloal ritmo delle campane a morto.

Micaela Rizzo

Il dubbio e l’epilogoVersarti in Lei come si versal’oliodal fine becco nella conca calda.Non spada o lancia né cuneoa spaccarla,legno giovane che piange,sfrigola ad essere bruciato.

Sesso «nonamore» in cui si perdeamore,

non c’è tregua (o cenere) al mio ardere,bruciando in canti d’uccello, fenice

che rinasce.Dubito che l’amore poesia si faccianella fede incrollabile di Poesiacome amore… L’amore manca,la mia presenza è incontestabile.

Maria Grazia Lenisa

MalatoCome osochiamare apparenzala palude melmosadell’angoscia esistenzialeche sembra alimentatada una sorgente di fangointrinseca al mio essere?Come mi permetto di credereche quella massa fangosanasconde in realtà sorgentecristallina e pura di vita?Eppure sono oramaimalato incurabiledi tale speranza.

Paolo Cappai

La motorettaQuando te la regalaronofosti felice!Ma poi ne facestiuna ragione di vita.Era la tua evasionea una situazione.Cosa fu?Uno smarrimento,o una volontàdi provare le tue capacità,a farti urtare con violenza,senza farti riprender conoscenza?Non lo sapremo mai,ma in quella viac’era la morte,che attendeva pazienteper ghermirti,con la sua falce lucente.In cielo,per i viali luminosima senza calore,libra la tua anima,scevra da ambasce terrene,in corse felicisenza pericoli.

Così voglio pensarti, Lorenzo.Bruna (la Tata)

TragifalsettoEd ecco, vengono, ma come d’acquacome di neve sembrano. Come di luna.Vengono come d’un dolore nuovo,–come di nebbia appena, di bioccolutaavena (nei fiati, nei fiati!) di vecchi ostinati(piegati piagati) presso le mangiatoie e l’armento,il butterato volto tutto uno scempio di gioieo di pene (chi sa più dirlo?), di staccate cateneai polsi (oh antiche mie noie…)– rifarsi,rinnovellandoci sempre, ancora attendendopiù poco quel meno picciolo gioco ch’è nostro.Dove sei, ora? Non vedi? … sparisco, non sono piùneanche me stesso d’allora, il me stesso di oggi,l’eroe shakespeariano, il Tristano spacciatoper l’Isotta che eri. Non vedi? Sparisco, sparisco…! E…… io muoio, io muoio…! Non v’è più speranzadi vita? Non v’è più speranza…? Non v’è piùsperanza: il gioco è finito, è finito. Non v’èpiù speranza, più nulla. (Addioo! Addiooo…!)Più nulla.

Nicola D’Ugo

Gli alberi ed il ventoNegli alberi il vento parla,in montagna la gente lo ascolta,canta e fischia.

Nei paesaggi, la gente l’ascolta.I pastori, portano il gregge ai pascoli.

Gli arcobaleni lucenti illuminano i paesaggi,gli uccellini partono e vanno nei paesi caldiper non morire

Irina Carletti (8 anni)

Page 22: parlano di: satira, poesie ... - Notizie in Controluce

visitate la nostra pagina webhttp://www.controluce.it

Notizie in… CONTROLUCE novembre 199922 SATIRA

State osservando un ambiente naturale. Certo non vi viene in mentedi considerare stonato o inadeguato un formicaio o un nido: sono«case» fabbricate da animali utilizzando materiali presenti nel-l’ambiente, con il quale si fondono senza guastarlo. Lo stessoavviene quando l’animale uomo fabbrica tetti di ardesia nelle Alpi,trulli di pietra in Puglia, capanne di paglia in Africa, igloo al Polo,chalets di tronchi nel bosco. La cosa più semplice (adoperaremateriali locali) è anche la più economica (meno spese di trasporto)ela più giusta per il rispetto dell’ambiente in cui inserire la nuovacostruzione. Un senso di vertigine vi assalirebbe sicuramenteinvertendo l’ordine dei fattori: tetti di ardesia in riva al mare,candide architetture spagnolesche sul ghiacciaio, tetti di paglia alPolo. Il mio amico Bachisio (che si crede spiritoso) insisterebbesulle forti spese di refrigerazione per mantenere un igloo all’Equa-tore… Bello sarebbe trovare sempre insediamenti urbani con talicaratteristiche: è il «segreto di Pulcinella» di Assisi, dove anche lenuove costruzioni devono erigersi con i bianchi blocchi di calcarelocale. È la ricetta di Siena, costruita con i caratteristici mattoniottenuti «bruciando» la sua famosa «terra». E come tengono ilterritorio i senesi! Le colline sono ancora come le dipinsero SimoneMartini e Ambrogio Lorenzetti. E nei Castelli Romani, che ariatira? Che accade in questo straordinario microcosmo ricco dibellezze naturali e carico di millenni di civiltà, di leggenda, distoria? Anche se lascio solo per qualche giorno la mia cara patriadi adozione, di una cosa sono certo: al mio ritorno la ritroveròpeggiorata. Spunterà magicamente un’altra rete arrugginita di lettoa far da cancelletto. Mi verrà incontro in duplice filar un’altra

+ di ieri - di domani

Quando si ha (o si dovrebbe avere) una vocazione si è attratti (ocostretti) verso certi modelli. Se ho disposizione per la musica,sarò portato a individuare un musicista che eccelle nel genereche preferisco e a imitarlo, perché egli rappresenta l’incarnazio-ne dell’arte che mi appassiona, l’esempio da seguire. Peramore, se ho la vocazione dello scrittore, o per forza, se voglioprendere un diploma e imparare a scrivere uno straccio direlazione o di lettera, studierò Manzoni, Tomasi di Lampedusa,Parise (dopo aver letto i tre boss: Dante, Petrarca, Boccaccio).Se mi sento umorista, sarò attratto come ape da fiore dai libri edai film di Allen e Villaggio. Se però si ha una personalità,prima o poi si abbandona il modello e si vola con le proprie ali;altrimenti si resta un satellite imitatore, un pianeta che riflette laluce della stella (come i pittori della scuola di Giotto o diRaffaello).I primi anni Sessanta videro nella musica leggera l’esplosionedi giovani talenti: Gaber, Di Capri, Paoli, Bindi. Ebbene, tutticostoro copiarono lo stile di un caposcuola oggi dimenticatoche, nelle sue ultime esibizioni, ebbi la sorte di accompagnare,con al fianco un Gianni Mazza fanciullo, Don Marino Barretojunior. La sua dizione strascicata («A-a-arri-ve-ederci», «Tuse-ei per me la più be-ella del mo-ondo») fece epoca e scuola,ma poi i su nominati trovarono ciascuno un proprio stile.All’apparire sulla scena di Celentano tutti dissero: «Però! UnJerry Lewis che canta come Elvis Presley!» Poi il molleggiatotrovò la sua strada distanziandosi dai due modelli citati e fu a suavolta imitato da legioni di rocker. Ironia della sorte, durante lasua ultima scialba esibizione in Tv (rosso e duro è il viale deltramonto!) l’unica performance di Adriano decente è stata…l’imitazione di un imitato dal suo imitatore ufficiale Teocoli:Cesare Maldini!Ricky Porcari, un cabarettista di scarsa personalità, avevainventato un curioso e divertente linguaggio, a metà tra ilpugliese e il lombardo, la cui eco non andava però oltre i teatrini.Un attore di prepotente presenza scenica, Diego Abatantuono,

NOTARELLE DI NOTE

Storie di imitatori e di imitatise ne impadronì e ne fece il trampolino per il suo «succiesso»cinematografico; Porcari comunque riconobbe che da solo nonce l’avrebbe fatta a sfruttare la sua invenzione e Abatantuono sifece perdonare, anche economicamente.Essere imitatori rappresenta quasi il primo gradino, il diplomaper intraprendere la carriera, la dimostrazione della conoscenzae della padronanza degli stili. Attori imitatori erano CarloCroccolo (doppiava persino Totò e De Sica) e Montesano; trai cantanti, Gianni Nazzaro e Fiorello. Little Tony e (soprattutto)Bobby Solo però ancora cantano incar- nando la «rispostaitaliana ad Elvis Presley»: ciò testimonia la grandezza delmitico americano. Un settore a parte è costituito dagli imitatoriprofessionisti, da Noschese a Sabani, molto amati dai politicidella prima Repubblica, che facevano la fila per farsi imitare,perché ciò rappresentava la prova della notorietà. Nella secon-da Repubblica questa moda è in declino e i politici preferisconofarci ridere direttamente, senza intermediari.Alle volte con le imitazioni si sa donde si parte e non si sa dovesi arriva. Un folk singer arrabbiato, antesignano di Bob Dylan,tale Pete Seeger, cantò: «Se avessi un martello (If y had aHammer) distruggerei questa società e i suoi falsi miti!» RitaPavone cantò quell’inno iconoclastico in italiano «Datemi unmartello (coretto preoccupato: che cosa ne vuoi fare?); lovoglio dare in testa, a chi non mi va» dandone una versione diben più basso profilo.Il rap è una musica negra di protesta, spezzata, arrabbiata,spigolosa, ritmata in modo parossistico. Dei 99 Posse si può noncondividere l’ideologia, ma non si può negare che essi rappre-sentano una corretta versione italiana, la migliore forse, diquesto stile. Che ci azzeccano allora le altalenanti nenie diJovanotti con il rap? Eppure egli è il rapper italiano più famosoe imitato. Forse perché con un peculiare stile egli sa toccare conle sue poetiche ballate il cuore dei suoi fans e alle fans va asangue: il nostro è riuscito a cavare il sangue dalle RAP!

Francesco Barbone

recinzione in prefabbricato di cemento, ravvivata dalla violentapolicromia di un’insegna «Fai da te». Un cubo di blocchetti nelprato rifletterà il sole col suo berretto di lamiera ondulata e bellezzeche hanno sfidato l’eternità soccomberanno all’eternità. S.O.S.Una strana lebbra edilizia sta attaccando le pendici del Tuscolo:telefonare subito a San Rocco! Propongo quindi (con la morte nelcuore) una segnalazione del Parco per la Medaglia del Degrado:«+ di ieri - di domani.»

La vignetta: