Buona Pasqua - Controluce

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Il mensile di attualità e cultura dei Castelli Romani e Prenestini Anno XXI n. 4 - aprile 2012 Associazione Culturale “Photo Club Controluce” http://www.controluce.it 6.800.000 visite di navigatori DIFFUSIONE GRATUITA ISSN 1973-915X Le nostre rubriche pag. 2-3 Visto da... pag. 4 Dal mondo pag. 5-11 I nostri paesi - Cronache pag. 11 I nostri dialetti pag. 12 I nostri paesi - Storia pag- 13 Scienza e Ambiente pag. 14-16 Cultura pag. 18-21 Società e Costume pag. 21 Spettacoli e Arte pag. 22 Letture pag. 23 L’angolo della poesia “Edizioni Controluce” Monticiani in divisa di Tarquinio Minotti 650 immagini. Un lavo- ro che travalica i confi- ni di casa e nazionali, do- cumenta oltre un secolo di storia a partire dal co- lonialismo del primo ‘900 fino ai giorni no- stri. Maria Lanciotti Buona P as q u a a t u tt tt tt tt tt i i n os t ri le tt tt tt tt tt o ri

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Il mensile di attualità e cultura dei Castelli Romani e Prenestini Anno XXI n. 4 - aprile 2012

Associazione Culturale “Photo Club Controluce” http://www.controluce.it6.800.000 visite di navigatori

DIFFUSIONE GRATUITA

ISSN 1973-915X

Le nostre rubrichepag. 2-3 Visto da...pag. 4 Dal mondopag. 5-11 I nostri paesi - Cronachepag. 11 I nostri dialetti

pag. 12 I nostri paesi - Storiapag- 13 Scienza e Ambientepag. 14-16 Culturapag. 18-21 Società e Costume

pag. 21 Spettacoli e Artepag. 22 Letturepag. 23 L’angolo della poesia

“Edizioni Controluce”Monticiani in divisadi Tarquinio Minotti650 immagini. Un lavo-ro che travalica i confi-ni di casa e nazionali, do-cumenta oltre un secolodi storia a partire dal co-lonialismo del primo‘900 fino ai giorni no-stri.Maria Lanciotti

BBBBBuuuuuooooonnnnnaaaaa PPPPPaaaaasssssqqqqquuuuuaaaaaaaaaa tttttuuuuuttttttttttiiiii iiiii nnnnnooooossssstttttrrrrriiiii llllleeeeettttttttttooooorrrrriiiii

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Rubrica a cura di: Domenico Rotellae-mail: [email protected]

2Notizie in... CONTROLUCE aprile 2012

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NOTIZIE IN… CONTROLUCE - ISSN 1973-915XIl mensile di attualità e cultura dei Castelli Romani e PrenestiniEDITORE: Ass.ne Cult.le Photo Club ControluceMonte Compatri Via Carlo Felici 18 - [email protected] RESPONSABILE: Domenico RotellaDIRETTORE DI REDAZIONE: Armando Guidoni - 3392437079PUBBLICITÀ: Tarquinio Minotti - 3381490935REDAZIONE: Giuliano Bambini, Marco Battaglia, Giulio Bernini,Giuseppina Brandonisio, Silvia Coletti, Paola Conti, Claudio DiModica, Rita Gatta, Giuliana Gentili, Serena Grizi, MariaLanciotti, Tarquinio Minotti, Salvatore Necci, Luca Nicotra,Enrico Pietrangeli, Alberto Pucciarelli, Eugenia Rigano,Consuelo ZampettiREGISTRAZIONE TRIBUNALE DI ROMA n.117 del 27 feb-braio 1992. Gli articoli e i servizi sono redatti sotto la respon-sabilità degli autori. Gli articoli non firmati sono a cura dellaredazione. Finito di stampare il 4 aprile 2012 a MonteCompatri presso la tipolitografia Spedim, tel. 069486171HANNO COLLABORATO: Padipa Accor, Anna Maria Altrini,Giovanna Ardesi, Elena Bozzo, Giuseppina Brandonisio,Giuseppe Chiusano, Luigi Cirilli, Patrizio Ciuffa, Paola Conti,Wanda D’Amico, Gianni Diana, Susanna Dolci, Nicola D’Ugo,Lina Furfaro, Luigi Fusano, Toni Garrani, Rita Gatta, RosalindaGaudiano, Fausto Giuliani, Serena Grizi, Armando Guidoni,Maria Lanciotti, Luca Marcantonio, Marcello Marcelloni Pio,Gelsino Martini, Maria Monteferri, Giuseppe Moscatelli, LucaNicotra, Ferdinando Onorati, Manuel Onorati, Renata Palma,Franca Palmieri, Arianna Paolucci, Gian Luca Pieri, EnricoPietrangeli, Alberto Pucciarelli, Eliana Rossi, Arianna Saroli,Chiara Serrano, Leila Spallotta, Federica Transerici, PieraValenti, Klara WoodsonDistribuito gratuitamente nei Castelli Romani e Prenestini

(Nicola D’Ugo) - Sento e leggo con preoccupazioneesponenti del Parlamento (per es. Gianfranco Fini) edel Governo (per es. Corrado Passera) i quali afferma-no continuamente, come un dato di fatto, una neniasoporifera, uno slogan ideologico o un messaggiosubliminale: «Il Parlamento è sovrano».L'ultimo della serie è stato Piero Fassino, il sindaco diTorino, a L'intervista di Maria Latella trasmessa da La7 loscorso 25 marzo. In nessuna democrazia al mondo il Par-lamento è sovrano: lo è semmai nelle plutocrazie, nelleoligarchie, nelle tecnocrazie, nel totalitarismo e in altri si-stemi lungi dall'essere «democratici». Democrazia signifi-ca solo una cosa: «governo del popolo», termine chederiva dalla parola greca, formata da "dêmos", cioè «po-polo», e "kràtos", cioè «governo». «Del», nell'espressio-ne «governo del popolo», non ha lo stesso significato di«governo di qualcosa»: il popolo non è l'oggetto del go-verno, ma il soggetto, e il «del» indica insieme un posses-so e un'autorità: esso vuol dire il popolo «detiene» il go-verno, è cosa sua e tale suo bene non può essere alienatoda alcuno senza che si esca dalla «democrazia». Oltre aquesto il «del» è autoriale ed indica un esercizio di gover-no: il popolo si governa, è l'autore del governo di sé. Èquello che Abraham Lincoln ha sintetizzato nel suo cele-bre «Discorso di Gettysburg», durante la guerra civileamericana, come «government of the people, by the people,for the people» (19 novembre 1863), ossia 'il popolo chegoverna il popolo per il popolo' o, più letteralmente, main maniera meno semanticamente corretta, «il governodel popolo, realizzato dal popolo, per il popolo». Nellademocrazia poteri intermedi, paritetici o sovrastanti il po-polo non esistono. E le proprietà transitive (del tipo: ilParlamento, in quanto rappresentante del popolo, è essostesso il popolo) o transitorie (la sospensione tempora-nea della «sovranità del popolo») non sono date. L'arti-colo 1 della Costituzione italiana recita: «La sovranitàappartiene al popolo», sempre. I rappresentanti del po-polo (i parlamentari) sono persone uguali alle altre in tuttoe per tutto, le quali di volta in volta, a proprio piacimento,il popolo sovrano può decidere di cambiare, in quantotale decisione spetta al popolo che è il solo ad avernediritto, poiché esso è il solo ad avere facoltà di prenderedecisioni su ciò che è suo, e di cui non si priva mai. «So-vrano» vuol dire che non c'è nulla al di sopra: nessunaautorità è legittimata a sottomettere il popolo, a meno cheattenti alla «democrazia». «Sovrano» vuol dire che il po-polo è al di sopra di tutto, che ha «il potere assoluto eperpetuo che è proprio dello stato» del popolo. Dellademocrazia, appunto. Alexis de Tocqueville, nel suo oggiclassico La democrazia in America (1840), avvertiva deipericoli delle forme democratiche: «Può tuttavia accade-re che un gusto eccessivo per i beni materiali porti gliuomini a mettersi nelle mani del primo padrone che sipresenti loro. In effetti, nella vita di ogni popolo demo-cratico, vi è un passaggio assai pericoloso. Quando ilgusto pel benessere materiale si sviluppa in uno di que-sti popoli più rapidamente dei lumi e dell'abitudine allalibertà, arriva un momento in cui gli uomini si lascianotrascinare e quasi perdono la testa alla vista di nuovibeni che stanno per conquistare. Preoccupati solo difar fortuna, non riescono più a cogliere lo stretto lega-me che unisce la particolare fortuna di ciascuno di loroalla prosperità di tutti. A tali cittadini non sarà neces-sario strappare i diritti che possiedono: saranno essistessi a privarsene volentieri» (II, 2, xiv). Per frenare que-ste ed altre tendenze degli uomini, i popoli democratici sison dati le Costituzioni, che impediscono alle maggioran-ze dell'ultima ora di decidere, in nome del popolo, quel cheaggrada loro. Il popolo non è fatto solo del corpo eletto-rale, ma anche di coloro che non hanno diritto di voto. Lemaggioranze sono tecniche e formali, esse possono noncostituire affatto la maggioranza dei cittadini che formanoil popolo, seppure siano chiamate temporaneamente arappresentarlo in certe attività specifiche. L'Italia, in quan-to giovane democrazia che ha in eredità molti secoli diautoritarismo finalmente sfociato nel totalitarismo, è un

«Il Parlamento è sovrano?» No!paese in cui giocare con le parole su questioni quale la«sovranità» è pericoloso, per via di una mancanza di cul-tura democratica che affondi le radici nei secoli della vitacivile. Le affermazioni sul «Parlamento sovrano» di cuisopra, quand'esse son centellinate da esponenti istitu-zionali, non vanno sottovalutate. Esse sono legittimequando esprimano un'idea personale, un'opinione, la qualepuò essere semplicemente sbagliata. Esse sono gravi sea pronunciarle sono figure istituzionali che vogliano di-chiarare che il potere è nelle mani di un'istituzione diversadal popolo che essi, pur temporaneamente e negli strettilimiti delle loro funzioni, sono chiamati a rappresentare.Degne di preoccupazione nella misura in cui palesanouna mentalità avulsa dai fondamenta della democrazia: sipuò trattare di lapsus, ma come tutti i lapsus essi sono pursempre indicativi d'una forma mentis, più o meno incon-scia, radicata nell'abitudine di sentirsi non più uguali aglialtri e non più sottomessi al popolo, ma superiori ad esso,facenti cioè parte di un corpo istituzionale «sovrano», edunque idealmente non «democratico». L'effetto è quellodi far passare per vero nell'immaginario collettivo un con-cetto che non ha alcun fondamento nello Stato italiano.In Italia non è «sovrano» il Parlamento, né il Presidentedella Repubblica, né altre cariche o corpi istituzionalmentelegittimati a svolgere certe funzioni. Essi son lì per un solofine: garantire per un periodo più o meno breve la volontàdel «popolo sovrano» che desidera non cedere a nessu-no, nell'infinità dei tempi presenti e di quelli a venire, ilproprio potere e il governo di ciò che è suo soltanto.

Politica in pilloledi Alberto Pucciarelli

Miliardi . Giusto e comprensibile lo scrupolo di am-ministrare bene le risorse. Ma l'uscita inelegantesulla "paccata di miliardi" crea qualche confusio-ne. Non capiamo bene se i soldi ce li mette la ministradi suo, o tutti gli italiani come al solito.Professore 1. Il professor Monti fa benissimo adestra e a manca, almeno per ora. Ci pare che ognitanto dimentichi di mettere qualche noterella aglialunni-ministri, diventati un po' vivaci dopo il timo-re reverenziale dei primi giorni.Professore 2. Dice «se il Paese non è pronto, potreilasciare». Come dire: se tutti gli studenti non sonodelle cime, vado via da scuola. Comodo. Noi avevamocreduto che avrebbe tenuto lezione normalmente a tut-ti, magari adoperandosi anche in qualche sostegno.Euforia estera. Perché i nostri politici quando van-no all'estero diventano loquaci come ciclisti in gitasenza i freni 'consortili'?Quid. Il Cavaliere ci rivela che ad Alfano manca un(o il) quid. A prescindere dal discorso della culpain eligendo, possiamo essere d'accordo. Gli mancaproprio il quid per svincolarsi dal 'Direttore' ed an-dare a discutere di Rai o Giustizia, ad esempio.Lavoro. Mercati e lavoro e mercato del lavoro. Sia-mo sicuri che i mercati apprezzeranno di più la rot-tura che non un accordo leggermente al ribasso?Intanto i tempi si allungano, il provvedimento nonc'è e i mercati ballano. Non pare una furberia.Cerchio e botte. Dio ci guardi dalle questioni di prin-cipio, soprattutto se non sono proprio tali. Il grandelavoro sulla 'questione del lavoro' è andato in fumoper l'intransigenza reciproca di sindacato e governo;con i partiti spettatori, in posizione interessata o di-sinteressata secondo il gradimento. A farsi idispettucci si può fare la fine della famosa moglie.Monnezza e ricchezza. Sommessamente suggeriamoal governo, tra i tanti voli d'aquila e gli annunci televi-sivi, di occuparsi anche degli scarti. È indispensabilee può essere una ricchezza come dimostrato in molticasi, basta guardare. Magari ci può essere uno scattod'ingegno e l'uscita dai soliti clichè e refrain. Sugge-riamo, sempre gentilmente, tre semplici linee guida dauomini semplici: riciclo solo di elementi facilmentericiclabili (senza troppa dispersione di energia), il re-sto tutto in discarica; discariche in luoghi nonantropizzati (ce ne sono, hai voglia se ce ne sono) conenorme aumento della pace (e salute, ovviamente)sociale; procedimenti idonei – inceneritori, impiantitermici e per concimi o altro – che trasformerebbero isoffocanti rifiuti in ricchezza per tutti. Le difficoltàlogistiche per gli impianti si possono risolvere; in fon-do gasdotti ed oleodotti non sono proprio gratuiti; epoi ci sono ponti, expo, gran premi ecc. a cui si puòvolentieri rinunciare per guardare la luna, non il dito.

Perché un Governo Tecnico?(Toni Garrani) - C’è una frase, una proposizione, checome una giaculatoria ci viene riproposta in ognuno deimille talk show di pseudo approfondimento politico cheinvadono le nostre serate di poveri telespettatori, desi-derosi di capire di che morte sta morendo la nostra De-mocrazia. La frase, immancabilmente ripetuta da tutti gliesponenti politici, siano di destra, di centro o di sinistra,viene sparata come un missile terra-aria per abbatteresul nascere ogni tentativo di far chiarezza sulle respon-sabilità della classe politica italiana nel disastro a cuistiamo assistendo attoniti da anni. Alla domanda: «Maperché siamo dovuti ricorrere ad un Governo Tecnico?»che ogni conduttore inevitabilmente pone al solitoparterre di leader politici di ogni coloratura, la risposta,inevitabile, pronta, quasi fiera, è: «La classe politica si èsacrificata nel fare un passo indietro, per lasciar spazio aun Governo sganciato dal consenso popolare, e per ciòstesso in grado di fare tutte quelle riforme per il bene delpaese che noi, esponenti di partiti politici legati al votodei nostri elettori non abbiamo potuto fare.»Vorrei riflettere sul significato profondo di questomantra che ci viene ripetuto ogni sera a reti unificate.Decodificando la proposizione si ottiene una lucida fo-tografia delle condizioni di degrado della democrazia cheormai da anni la partitocrazia ha imposto in Italia. Infattiil senso ultimo di tale proposizione è il seguente:Noi partiti politici, che ci siamo alternati alla guida delPaese negli ultimi decenni, non abbiamo potuto, névoluto perseguire il bene del Paese nel suo insiemecostruendo col nostro agire politico i presupposti peruno sviluppo sociale ed economico degli Italiani, maabbiamo invece perseguito il solo fine del consensodella nostra base politica, allo scopo di garantirci larielezione, anche se ciò consapevolmente contrasta-va col bene comune e con lo sviluppo collettivo dellanostra società.Orbene, che tale ammissione di colpa, di una gravità amio avviso insopportabile, sia portata fieramente apropria discolpa da tutti gli esponenti politici coin-volti in questo scorcio di secolo nella gestione dellanostra Cosa Pubblica, rende chiaro il quadro di disfa-cimento politico nel quale questo Paese è precipitato,con l’aggravante di palesare l’assoluta e sfacciatamancanza di senso dello Stato di chi si è assuntol’onere e l’onore di governare gli Italiani.

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3Rubrica a cura di: Domenico Rotellae-mail: [email protected]

Notizie in... CONTROLUCE aprile 2012

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(Gelsino Martini) - Che l'Italia sia un "popolo di inventori, poeti enavigatori" è scolpito sui muri. Che funzionasse part time lo scopria-mo adesso. Che sia proprio qui, in questo particolare ignorato daltempo, il problema della nazione Italia? Un Governo (se pur tecnico,sempre Governo è) non deve governare, ma deve solo risolvere lacontabilità italiana (operazione impopolare), lasciando gli interessi dellanazione nella mano di quei politici che da sempre mirano agli interessidi partito o privati. Il segretario del PDL Alfano diserta il summit disostegno al Governo dichiarando: « il Governo ha il mandato per larisoluzione dei conti economici, non può discutere di giustizia eRAI» (ogni lettore faccia la sua riflessione se vi sono giochi di parte).Il ministro Riccardi (in un dialogo strettamente privato) dice che que-sti atteggiamenti politici «gli fanno schifo». Il PDL si solleva, firmadimissioni per il ministro, i parlamentari si indignano per l'uso dellaparola "schifo". Dov'erano quando Bossi sparlava dell'Italia, del Pre-sidente della Repubblica, di minaccia di morte al Presidente del Consi-glio, delle follie leghiste dei fucili, di uno pseudo parlamento del nord(riunioni buone per una polentata tra amici), di ministeri distaccati, digesti e volgarità? A sparlare era un ministro dello Stato, un fedelealleato di Berlusconi. Certo, lui lo definiva un linguaggio colorito,folcloristico. Lui usava altri termini, chi non lo votava era un coglione,un deficiente. La paura dei politici è che questo Governo metta manoagli inciuci di vecchio stampo, individuando problematiche irrisolte diprima e seconda Repubblica. Una RAI fuori dalla lottizzazione deipartiti, una legge anti corruzione efficace, una forte lotta all'evasionefiscale, liberalizzazioni che rendano il mercato concorrenziale e nonraggruppato in lobby, un'asta per l'acquisizione delle frequenze televi-sive (regalo del vecchio Governo per RAI e Mediaset), riduzione deicosti della politica eliminando enti ed amministrazioni inutili e l'immen-so parco di auto blu, la messa in atto di un tetto massimo retributivoper i dirigenti pubblici (fatte salve le solite scappatoie all'italiana).Molti altri sono i problemi, ad iniziare dalla legge elettorale alla riduzio-ne dei parlamentari, queste operazioni sono di stretta riserva del parla-mento e di conseguenza ostaggio dei partiti. Assopite le schermaglietelevisive di maggioranza ed opposizione, ci si ritrova nello stessobarcone da dover portare a riva. Ormai apparire in TV serve per mante-nere la scena del palco, tutti parlano inutilmente di rappresentanza deicittadini, di ciò che si deve fare (che loro per decenni non hanno fatto),della necessità di rinnovamento della classe politica, spiegata dallestesse persone che da oltre venti anni sono in scena e che hannoportato la nazione allo stato attuale. I problemi che la politica non haaffrontato trovano nella riforma del lavoro un tavolo infuocato. Nelcomplesso tutte le parti, partiti compresi, ritengono valida, a variotitolo, l'impostazione generale della proposta di legge, neo indelebilel'articolo 18 nella sua esposizione sui licenziamenti di tipo economici.È difficile capire che agevolare l'uscita dal lavoro sia il nodo per attiva-re investimenti e nuovi posti di lavoro. Per una persona che esce,un'altra può entrare, salvo il fattore economico dove uno specializzatoa costo 10, viene sostituito da 2 lavoratori generici a costo 5. Condi-zione complessa, con perdita di specializzazione (perdita di qualità).Diversamente si presenta l'ammodernamento di un'azienda, dove mac-chinari possono sostituire l'operato di più persone; in questo caso losviluppo tecnologico richiede un minor utilizzo di manodopera. Vi èun'altra considerazione legata al fattore economico. Inserire giovaniviene premiato dallo Stato, quindi è economicamente vantaggioso perun'azienda che, o amplia la produzione oppure è costretta a licenziareoperai più anziani e quindi più onerosi. Dice il Presidente Napolitanoche non crede ad un licenziamento di massa; prendiamolo per buono,considerando però come i nostri imprenditori hanno utilizzato la rifor-ma Biagi creando (nel tempo) di fatto il lavoro precario. In quantotempo con piccoli licenziamenti o sostituzioni saremo in grado di ribal-tare la disoccupazione giovanile in disoccupazione della mezza età?Altro concetto poco chiaro ce lo presenta la ministra Fornero, « lemodifiche dell'ar ticolo 18 sono poca cosa, solo tre righe». Allaministra sfugge che anche i pilastri di una palazzina, nei confronti dellastruttura, sono poca cosa visiva, ma di importanza fondamentale; eli-minarne uno o ridurne le dimensioni per acquisire spazi, può significa-re il crollo. Il Governo è tecnico, ma ha forse dimenticato che abbiamoil più alto costo del lavoro, i tempi più lunghi per risoluzioni giudiziariedi contenzioso del lavoro e la burocrazia più elevata per le autorizza-zioni nelle attività produttive? Che dipendesse da ciò la fuga dei capi-tali? Il neo eletto alla guida della Confindustria dice che l'articolo 18non è un problema; i Vescovi si pronunciano: « Il lavoratore non èuna merce e non lo si può trattare come un prodotto da dismettere,da eliminare per motivi di bilancio come fosse un invenduto in ma-gazzino.» Che sia la loro la nuova ideologia post-comunista?

A chi di competenza...(Marcello Marcelloni Pio) - Considerato che daqualunque parte il governo mette le mani è unsalasso per le povere famiglie che vivono di un solostipendio o peggio di una sola cassa integrazione,vorrei dare qualche suggerimento sul dove attinge-re abbondanti spiccioli: Ridurre la sovvenzione aipartiti ; ché da quanto è dato sapere svariati milionivanno a finire nelle tasche di pochi; quindi non ne-cessita aiutare nessuno. Se la mente non tradisce cifu un referendum abrogativo, poi magistralmenteaggirato dalla casta politica. Con l'aria che tira, ri-tengo che un euro a votante sia più che sufficiente.Perché abbiamo i Senatori a vita? Vorrei sapere seesistono in altri Paesi europei. Stiamo premiandograndi politici, statisti, che dopo 50 anni di politicanon si sono mai accorti del debito accumulato men-tre sedevano nel grande scranno. Quanti cassinte-grati pagheremmo con detta prebenda? Le grandisfere dell'apparato statale, Direttori Generali, Diret-tori, Capi Servizio diversi, e ancora C.S.M. , Consul-ta ecc. che con il levarsi del sole hanno già guada-gnato migliaia di euro dormono sonni tranquilli. Chiha determinato detti compensi? Perché non prov-vediamo a ridurli? Le macchine blu che fine hannofatto? E' stato sorprendente vedere sotto casa di unsemplice consigliere provinciale le macchine in so-sta; che differenza c'è tra costui e un impiegato digruppo B che va in ufficio con il bus? Ossia la diffe-renza c'è...ma sullo stipendio. La riduzione dei parla-mentari: sono ancora troppi quelli previsti con lamodifica che si vuole apportare. Penso che 350/360deputati siano più che sufficienti tenuto presenteche oggi gli enti autarchici territoriali legiferano sutante materie per proprio conto. L'indennità a vita dichi è stato parlamentare soltanto per poco tempo(se non per giorni) va tolta a tutti (vecchi e nuovi) enon - come dice Fini - a partire dalla prossima legi-slatura (così lui e tanti altri si salvano e noi conti-nuiamo a pagare). Ai parlamentari vanno versati con-tributi all'INPS per formare la pensione contributivada godere dopo i 60 anni come tutti i lavoratori.Inoltre vanno tolte tutte le altre agevolazioni (nean-che fossero grandi padreterni). Non voglio affron-tare il campo privatistico perché troppo difficile dacapire, ma sentire che alti dirigenti industriali, com-merciali e poi bancari ecc. che passano da un'azien-da all'altra, portano a casa miliardi di buona uscita faaccapponare la pelle. Senza parlare poi del loro sti-pendio mensile. Occupazione: l'apertura delle fron-tiere è buona cosa; ma non controllare e non limita-re il flusso indiscriminato di persone è stato da irre-sponsabili. Ritengo che non sia possibile accettareil trasferimento di un popolo da uno Stato all'altro.L'adattamento al lavoro nero da parte di disperatipenalizza i lavoratori regolari. I dati sulla disoccupa-zione sono determinati soprattutto da questo. Svi-luppo e Crescita: si tenta di spronare le nostre azien-de ai fini della concorrenza nel campo commerciale,industriale ecc. Ma una domanda mi si pone: comeè possibile concorrere se i nostri prodotti all'originesubiscono un aggravio del 30% in più soltanto perl'energia elettrica che dobbiamo importare? Inoltre iprodotti cinesi ci giungono a prezzi stracciati (ma-gari con il marchio "made in Italy"). Perché non fac-ciamo una legge per accettare solamente prodottiprovenienti da Paesi che adottano le nostre stessenorme di prevenzione degli infortuni e delle malattieprofessionali negli ambienti di lavoro a tutela deilavoratori, ivi compresa la giusta retribuzione? Chene dice l'Unione Europea? Senza tener presentequanto si è detto - sia per la gestione finanziariadell'apparato statale le cui economie dovrebberoconcorrere alla riduzione del debito, e sia per la ge-stione e tutela del lavoro e dei prodotti nazionali - lanostra situazione continuerà ad incancrenirsi e laripresa italiana tanto auspicata sarà vana chimera.

Un Governo a...mezzo servizio

Prontuario semantico - 2(Toni Garrani) - Spending Review:spettacolo di Rivista per il quale sispendono inutilmente una enormequantità di soldi. (Vedi voce “Ballan-do con le stelle”)Immobile Vaticano: enorme struttu-ra edificata in origine per la diffusio-ne del verbo di Cristo, che nei secoli,restando immutato il suo impianto ar-caico, ha variato la destinazioned’uso, rientrando nella categoria“Locale Commerciale”.Marò: invocazione tipica dell’areacampana, che indica stupore nel con-statare quanto poco ci consideranonell’universo mondo.Primarie: sistema di decimazioneselettiva dei candidati del PD, checonsente un ottimo risultato alle Se-condarie.Arrampicatore Sociale: esponentedei Centri Sociali specializzato nel-l’arrampicarsi su tetti, grù, tralicci, ocomunque su luoghi impervi, peresprimere disagio e protesta.Concorso esterno in associazionemafiosa: concorso annuale per aspi-ranti mafiosi organizzato dalle varieAssociazioni Mafiose Regionali, perl’assegnazione di ruoli di vario livel-lo nell’Associazione Nazionale Ma-fia, caratterizzato solitamente da unenorme afflusso di concorrenti.

Riforma del lavoro?(Chiara Serrano) - Monti che escla-ma «che noia il contratto a tempoindeterminato», la Fornero e gli altriche si concentrano sull'art.18: manon era la riforma per diminuire la di-soccupazione? Sempre più giovanisenza lavoro e pieni di incertezze chenon riescono a pensare ad un futu-ro. Si sta veramente cercando di mi-gliorare la condizione? Sembra piùun cane che si morde la coda...Proteggere le aziende dall'immobilitàdei contratti come se fino ad ora nonci fossero stati licenziamenti... Se lebanche o qualsiasi altro ente nonchiedessero il contratto a tempo in-determinato e alla fine del tempo de-terminato ci fosse la sicurezza di tro-vare un altro lavoro credo che nes-sun giovane si opporrebbe alla rifor-ma. Nessuna garanzia e poi si parladi "mammoni"! Mi sembra che si stiafacendo solo un grande calderone enon sapendo l'economia italianadove potrebbe portare. Oramai nes-suna azienda si sente di scommette-re su un nuovo lavoratore e impie-garlo a ‘vita’; e se un domani l'azien-da non dovesse più aver bisogno dilui?? Ecco come le aziende medio-piccole italiane, cioè la maggior par-te, ragionano di fronte ad un ram-pante laureato. Non parliamo poidelle donne. Oramai fare figli non èpiù contemplato. Non staremo esa-gerando un pochino? Spero davve-ro che succeda qualcosa e che lecose per i giovani anzi per tutti i la-voratori possano migliorare per unaprospettiva di vita più ottimista econfortevole.

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4 Rubrica a cura di: Paola Contie-mail: [email protected]

dal m ondo Notizie in... CONTROLUCE aprile 2012

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Italia: la storia di Andrea e SenadAndrea e Senad sono due fratelli di originebosniaca di 23 e 24 anni, nati e cresciuti aSassuolo, in provincia di Modena. Hanno stu-diato in una scuola di Sassuolo e tifano la squa-dra locale. Fino a qualche tempo fa erano deiregolari residenti in Italia. Poi i genitori perdonoil lavoro e insieme il permesso di soggiorno. Daquel momento, per il nostro ordinamento, i dueragazzi sono meno che apolidi, non avendo unchiaro status giuridico. A seguito di un control-lo, il 10 febbraio c.a. vengono rinchiusi nel CIE(Centri di identificazione ed espulsione) di Mo-dena in attesa d’identificazione ed espulsione.L’assurdità (tutta italiana) della loro storia è che,pur provvisti di un documento di identità, nonhanno né un passaporto (non sono cittadini ita-liani) né una patria dove possano fare ritorno(non essendo stati “registrati” entro la maggio-re età all’ambasciata bosniaca, la Bosnia ignorala loro esistenza). Quindi non si sa dove espel-lerli.I due si sono appellati alla Corte Europea deiDiritti dell’Uomo; in attesa di un pronunciamentoda parte della Corte, un giudice di pace di Mo-dena ha stabilito che chi nasce in Italia anche seda genitori stranieri, non può essere trattenutonei CIE, annullando il decreto di espulsione aloro carico in quanto nati in Italia.Sentenza importantissima anche per il buon finedelle proposte di legge sulla cittadinanza e suldiritto di voto: “L’Italia sono anch’io”, campa-gna alle quale hanno aderito circa 200.000 per-sone che chiedono “Modifiche alla legge 5 feb-braio 1992, n. 91 nuove norme sulla cittadinan-za”. Nel dettaglio, come ha spiegato LorenzoTrucco dell’Asgi, bisogna «rimettere in primopiano lo ius soli», cioè che coloro che nasconosul territorio italiano diventino cittadini italiani.«Si richiede solamente che uno dei genitori ab-bia un permesso di soggiorno di almeno un anno.Ci vuole un rapporto col territorio, che non deveessere un ostacolo insormontabile .» Il testo ri-conosce inoltre ai minori stranieri nati in Italiada genitori privi di titolo di soggiorno e in Italiaentro il decimo anno di età di richiedere la citta-dinanza italiana se richiesta entro due anni o surichiesta dei genitori, di diventare cittadini italia-ni frequentando un corso di istruzione. Per gliadulti, il testo propone di impegnare i sindaci nelruolo di presentazione al Presidente della Re-pubblica dell’istanza di cittadinanza di uno stra-niero residente legalmente in Italia da 5 anni enon più da 10. La proposta di legge “Norme perla partecipazione politica ed amministrativa e peril diritto di elettorato senza discriminazioni di cit-tadinanza e di nazionalità”, invece chiede di dareagli stranieri in possesso del titolo di soggiornoda 5 anni il diritto di voto in città, province eregioni per il suffragio universale nelle comuni-tà locali.

ONU: disposta un’inchiesta sulle colonieisraelianeUn’inchiesta “indipendente” sull’impatto del-l’espansione delle colonie israeliane nei Territo-ri palestinesi occupati è stata disposta il 22 mar-

zo a Ginevra dal Consiglio dell’Onu per i DirittiUmani. La risoluzione che chiede l’invio di unamissione di esperti e la realizzazione dell’inchie-sta nei Territori, è stata approvata con 36 “sì”,due astensioni (Spagna e Italia) e un voto con-trario (Stati Uniti, da sempre uno dei più strettialleati di Israele). Secondo un portavoce delConsiglio, è la prima volta che viene dispostaun’inchiesta di questo tipo. Gli esperti dovrannovalutare le conseguenze dell’espansione dellecolonie sui diritti civili, politici, economici, socialie culturali dei palestinesi. Israele occupa laCisgiordania e il settore orientale di Gerusa-lemme dal 1967 in violazione di una risoluzionedel Consiglio di sicurezza dell’Onu. Secondo moltiosservatori, l’espansione delle colonie è uno deiprincipali ostacoli a una soluzione del conflitto inMedio Oriente attraverso la nascita di uno Sta-to palestinese. (fonte Misna)Tibet. Continua a salire il numero degli eroiUna piccola scottatura è fastidiosa, una brucia-

tura più grave fa male e può creare seri proble-mi, pensate quello che si può provare dandosifuoco. Ci vuole tanta forza, determinazione edessere veramente disperati e probabilmente ar-rabbiati; con il potere, con il regime, con il mondointero perché non fa nulla per la tua gente, perl’impotenza che provi di fronte agli abusi, ai so-prusi, alle mortificazioni che ogni giorno devi sop-portare. Questa è la lotta e il messaggio che igiovani - e non - tibetani lanciano al mondo quan-

do si danno fuoco. Il 17 marzo 2012 un altro gio-vane ventenne, monaco del monastero di Kirti, aNgaba, e un agricoltore di Rebkong diquarantaquattro anni, si sono auto immolati inTibet. Sale così a trenta il numero dei tibetani chea partire dal febbraio 2009 si sono dati fuoco comeatto estremo di protesta contro l’occupazione ci-nese e per lanciare al mondo il loro grido d’aiuto.Riferisce il Centro Tibetano per i Diritti Umani ela Democrazia che Lobsang Tsultrim (il giovanemonaco), già avvolto dalle fiamme, camminavalungo la strada principale di Ngaba quando havisto i funzionari di polizia dirigersi verso di lui.Ha cercato di allontanarsi ma è stato raggiunto,picchiato e gettato a terra. Mentre i poliziotti cer-cavano di spegnere le fiamme con un estintore,Lobsang ha continuato ad alzare in aria il pugno,in un gesto spesso usato dai tibetani come segnodi invocazione della libertà. È stato caricato suuna camionetta e portato via. Era il maggiore diquattro fratelli. Era diventato monaco all’età diotto anni. Ancora una volta, in segno di solidarie-tà, migliaia di tibetani, circa 6000 persone secon-do la testimonianza resa da un testimone oculareal gruppo londinese Free Tibet, sono arrivati nelpiazzale antistante il monastero di Rongwo, datutta la città e dai villaggi vicini. «Stiamo assi-stendo a una protesta senza precedenti, l’atto disfida contro il governo cinese più significativo dopola rivolta di Lhasa del 2008» - ha dichiaratoStephanie Bridgen, direttore di Free Tibet. «Unnumero sempre maggiore di tibetani è pronto asacrificarsi e a correre ogni tipo di rischio.»Svezia: addio alle banconoteLa Svezia è stato il primo paese europeo ad intro-durre il contante, ed era il 1661; ora potrebbe es-sere il primo paese europeo ad eliminarlo. Sonoanni che in quella nazione persino i panifici, le bot-teghe sono attrezzate per il pagamento con cartadi credito; i biglietti dell’autobus sono pre-pagati oacquistabili tramite cellulare e diverse attività com-merciali accettano pagamenti solo elettronici; al-cune filiali delle maggiori banche hanno abolito leoperazioni di cassa per dedicarsi alle transazionielettroniche. Nella Svezia meridionale, a Kalshamn,il parroco della chiesa si è attrezzato con un lettoredi tessere perché i fedeli possano fare le loro of-ferte in digitale. Alcune recenti statistiche parlanodi una correlazione tra l’informatizzazione e la cri-minalità: infatti il numero di rapine in banca è sce-so da 110 nel 2008 a 16 nel 2011. Così come sonodiminuite le rapine ai portavalori e la prevalenzadelle transazione economiche ha quasi annullato ilrischio di illeciti finanziari. Più si usano bancomat ecarte di credito meno possibilità ci sono di una eco-nomia sommersa. Di contro, ovviamente, ci sonoproblemi soprattutto legati alla sicurezza informa-tica: secondo i dati del Consiglio Nazionale svede-se per la prevenzione del crimine, le frodi elettroni-che sono passate da 3.304 nel 2000 a circa 20 milanel 2011.

Notizie dal Mondo (a cura di Paola Conti)

Monaco si da fuoco in piazza

Colonia israeliana a sud-est di Gerusalemme

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Rubrica a cura di: Alberto Pucciarellie-mail: [email protected]

5Cronache i nostri paesi...Notizie in... CONTROLUCE aprile 2012

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(Alberto Pucciarelli)Dal 10 al 17 marzo,nella saletta della Li-breria Mondadori, mo-stra personale di 20opere della pittrice Va-lentina Faraone. L’ar-tista è giovane maevidenzia una poeticaed una tecnica benmature. Nata a Sciac-ca nel 1984 si trasfe-risce a Roma dovenel 2008 consegue lalaurea in pittura pres-so la Libera Accade-mia di Belle Arti e laspecializzazione inGrafic Design nel2010. Ha già esposto in numerose colletti-ve e personali in Italia, e all’estero in Fran-cia e Portogallo. Il noto Maestro Vincen-zo Sciamè, che ha realizzato importanti ciclipittorici ed è considerato il maggior ‘can-tore’ del rosso, colore tra i più difficili adessere risolto con espressività ed equili-brio, ha voluto presentare la mostra, e ciòè significativo. Vi è certamente una vici-nanza nella comune origine siciliana e neldestino di ogni isolano, come egli stessosottolinea, di ‘esportare’ nel mondo la suaenergia creativa; ma è soprattutto la evi-dente propensione alla ricerca ed alla pro-gressione continua che convincono il ma-estro a credere in uno sviluppo di livelloalto per l’attività artistica di Valentina. Nelleopere della Faraone vi è materia e idea, inuna combinazione di forte impatto espres-sivo. Infatti nel curato pieghevole di pre-sentazione la critica Ida Mitrano parla di“una pittura che costruisce per accosta-menti di macchie, per impasti di materie,per sovrapposizioni di cromie” e nel con-tempo Ennio Calabria sottolinea che “Va-lentina affida le vibrazioni profonde della

VELLETRI

“Corpo informe” di Valentina Faraonesensibilità del proprioessere al raccontodella figura umana.Di essa il racconto cirestituisce l’immagi-ne misteriosa, il fan-tasma mutevole sot-to il palpito della vul-nerabilità della carne.È pittrice e pensa conla pittura ciò che nonè ancora pensiero,destruttura l’appa-renza delle cose, lafluidifica per andareoltre ad esse”. Ed ineffetti lo stesso titolo“Corpo in forme”,dato alla mostra, vuo-

le proprio evidenziare il difficile e appa-rentemente contraddittorio equilibrio di ri-cerca tra la materia grezza e la forma com-piuta. Pare di vedere una di quelle sofisti-cate riprese satellitari nelle quali le diver-sità e pesantezze di colori indicano intensi-tà di fenomeni o di ‘calori’. Insomma unaspeciale radiografia in cui il rosso (piazza-to sul cuore o sul sesso) può significareenergia o amore, il nero morte o corruzio-ne, l’azzurro una freddezza ostile o unapausa di calma, e via così fino al giallo chesembra sostituire, per eccesso, il rosa del-la carne. Insomma una esplosione e, a tur-no, implosione di colori, emotiva e pure ra-gionata. La tecnica mista, prediletta dal-l’artista, ci parla della complessità della co-struzione e del messaggio che nasconde.Esemplificativo è il bellissimo quadro A cuo-re aperto, che sembra sintetizzare perfet-tamente esplosioni di colori, metamorfosi-destrutturazione del corpo e messaggio emo-tivo, simbolicamente ripreso anche da unascrittura sottostante. Corpo e messaggio chesembrano volare o, contrariamente, brucia-re in virtù dell’immaginazione creativa.

Valentina Faraone - A cuore aperto

FRASCATI

“Andando a capire” di Natale Sciara(Eliana Rossi) - L’ultima fatica letteraria dello scrittore Nata-le Sciara Andando a capire - un poeta si racconta trasocialità ed autobiografia è stato presentato lunedì 26 mar-zo u.s. dall’Associazione Frascati Poesia nella sede della Fon-dazione Giulio Ferroni in via di Villa Borghese 8 in Frascati.Nella sua analisi il critico letterario Arnaldo Colasanti ha indivi-duato nell’autore la sua parte femminile, solerte, attenta allecose, all’ordine degli eventi. «Natale ci racconta la sua Stazio-ne Termini fatta di luci, vitalità - continua Colasanti - e si vedela figura di quest’uomo riflessa allo specchio della vetrina, unuomo che va al lavoro ogni giorno e che quotidianamente s’im-merge nella massa umana della stazione e, pur sorprendendo-si, riesce a coglierne un’esperienza positiva, in quanto non sisente un disadattato, ma riesce a trovare l’ordine della realtà».Un altro aspetto rilevato dal critico è quello dell’infantilità nelloscrittore, intesa come semplicità insita nello sguardo dell’uomoche osserva gli ambienti, le luci della città come se tutto appar-tenesse ad un racconto della sua quotidianità. In Sciara è pre-sente l’infantile ripetizione di uno sguardo mite, non aggressivorispetto alla realtà. «È il desiderio del ragazzino - chiosa Colasanti- di vedere tutto sotto forma di poesia, di ringraziamento, dirispetto verso coloro, meno fortunati, che non possono fruire diricchezze come la nascita, la letteratura, le esperienze. Neltitolo del libro l’autore ha usato un gerundio Andando a capi-re , il gerundio è la modalità più complessa in quanto pur noniniziando la frase esiste, quindi il libro racconta la storia di unpoeta che per essere tale vuole mettere in ordine la realtà e inquel gerundio c’è proprio il suo desiderio di ringraziare quellasemplicità di concretezza che è la vita». Natale Sciara ha spie-gato di aver impiegato almeno due anni e mezzo per scrivere ilsuo modesto libro che si presenta come «un miscuglio di tantecose» e si legge con piacere. «Per me - continua il poeta - èstato come appropriarmi delle cose, delle testimonianze dei mieiamici. Qui c’è la visione della vita, del pensiero che vorreiscoprire e che diventa il punto di arrivo per una riflessione, ildesiderio di rivalutare tutto ciò che mi circonda, mentre lo vivo».Si legge nella nota di presentazione a cura del presidente Giu-seppe Tedeschi anch’egli presente alla serata: «Questo nuovolibro vuole essere un omaggio dell’Associazione Pro Loco diCiampino, che mi onoro di rappresentare, in occasione del suo70° compleanno, quale riconoscenza per l’impegno che assol-ve nell’ambito dell’associazionismo ed, in particolare, per fe-steggiare la rassegna di letteratura dei martedì della Pro Loco“Colloqui sulla Contemporaneità” che egli cura ormai da 17anni con ininterrotta dedizione».

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Notizie in... CONTROLUCE aprile 2012

Sito web: www.controluce.it 6.800.000 visiteCronache i nostri paesi...

(Rita Gatta)- Marzo, aria di primavera, la musi-ca ha ripreso a far sentire le sue note nel nostroterritorio grazie alle iniziative dell’AssociazioneMusicale Castelli Romani - Laboratorio di musi-ca e canto, organizzate dal signor EugenioFerrario con il patrocinio dell’XI Comunità Mon-tana. Dal 16 al 18 marzo ha avuto luogo, infatti, ilconsueto Festival della Pace e della Fraternità2012, in memoria della scomparsa di ChiaraLubich, fondatrice del Movimento dei Focolari. Ilprogramma dei concerti ha visto realizzarsi il 16marzo, nella Chiesa di Santa Maria Assunta inCielo a Rocca di Papa, alla presenza del Parrocodon Costantino Savioni, di padre Gabriel Apopeiparroco della Comunità ortodossa e delle Autori-tà cittadine, l’esibizione del Coro “Voces Fidelis”,formato da voci femminili, diretto dal Sig. KoMatsushita e della Sig.na Haruka Kanie. Fonda-to nel gennaio del 2010, il coro giapponese è com-posto da coriste universitarie che provengono daTokyo; le giovani cantanti si sono esibite in gemel-laggio con il Coro giovanile Lavinium di Anzio, diret-to dal Maestro Fabrizio Vestri, riscuotendo unprevedibile e meritato successo. Nello stesso gior-no, alle 18.30, presso la Cattedrale di Sant’Agapitoa Palestrina, il Coro canadese di Toronto “The GreatLakes Touring Chorus” diretto dal Sig. Robert B. P.

ROCCA DI PAPA

Festival della Pace e della Fraternità 2012Henning, accompagnato da Paul Chant, ha offertola propria interpretazione canora in gemellaggio conil “Coro Ottava Nota” dei Castelli Romani, direttodal Maestro Fabio De Angelis. Il 18 marzo la SantaMessa nella Cattedrale di Frascati, celebrata da S.E.il Vescovo Monsignor Raffaello Martinelli, è stataanimata dai seguenti brani che hanno scandito i di-versi momenti della cerimonia religiosa, creando unmomento mistico molto intenso e partecipato tra ifedeli. Ingresso: Miserere mei / Ko Matsushita;Offertorio : Regina angelorum / Pekka Kostiainen;Comunione : Ave verum corpus / Francis Poulenc.Nel pomeriggio, in Albano Laziale, ospitati nel Tea-tro Alba Radians, i diversi Cori hanno concluso laloro festa, uniti al Coro Giovanile di Segni diretto dalMons. Franco Fagiolo e al coro Polifonico della cit-tà di Lariano diretto dal Maestro Enzo Varsalona;con le loro voci hanno saputo creare tra i numerosispettatori un’atmosfera carica di gioia e partecipa-zione proponendo con i diversi repertori, un veroinno alla musica e al canto. Con quest’ultima mani-festazione canora ha avuto termine l’ormai consue-to appuntamento annuale che coinvolge e accomu-na diversi giovani provenienti da ogni parte del mondoin un momento sereno e permette, con il canto e lamusica, di conoscersi e di avvicinarsi sempre di piùin un linguaggio sonoro universale e fraterno.

ALBANO

Finalmente strade pulite(Arianna Saroli) - In questi giorni sulla strada pro-vinciale di via del Mare, a Pavona, finalmente doposvariati anni la provincia è intervenuta effettuando

la pulizia dellegriglie che ser-vono per la rac-colta delle ac-que reflue, quin-di piovane. Lecontinue pioggedei mesi passatinon hanno fattoaltro che peg-giorare la situa-zione, poiché,essendo le gri-glie otturate dadetriti vari, l’ab-bondante acqua

si riversava sia sulla stessa via che su tutte le stra-de adiacenti, creando gravi disagi e disservizi al-l’intero paese: strade pericolose per la viabilità, al-lagamenti di cantine e garage ecc. Sicuramente inseguito alla pulizia di questi tombini si verificherannomeno problemi per tutti i cittadini. Questo quantoritiene Marco Moresco, portavoce dei residenti, ilquale ringrazia i responsabili della provincia che sisono impegnati e adoperati tempestivamente affin-ché il problema venisse risolto in tempi brevi; in par-ticolare il capo cantiere di zona, il sig. AntonioParadies, con la sua squadra di tre persone è riusci-to a far fronte ad una situazione che si va a somma-re alle tante altre emergenze cui la squadra devefar fronte quotidianamente, gestendo tantissimi kmquadrati di strade nella provincia. Il tutto è servito inogni caso a sopperire agli oneri e le spese che ilcomune di Albano Laziale avrebbe dovuto sostene-re in assenza di questo prezioso intervento.

(Eliana Rossi) - Il volume Metamorfosi dell’ico-nografia nell’arte di Francesco Guadagnuolo,con le poesie di Karol Wojtyla (Edizioni AngelusNovus - Tra 8&9, anno 2011) è stato presentatogiovedì 22 marzo nella Sala degli Specchi del Co-mune di Frascati. All’evento, curato dalla direttri-ce della Biblioteca Archivio Storico Comunale(BASC) Rosanna Massi, sono intervenuti il filoso-fo Emilio Baccarini, lo scienziato Fulvio Bongiornoe il critico e scrittore Pino Blasone. Il libro, comeha spiegato il pittore, incisore e scultore nissenoFrancesco Guadagnuolo, è stato pubblicato in se-guito alla beatificazione di Giovanni Paolo II. «Iltransrealismo, conosciuto in America - spiega l’ar-tista - è nato un po’ per caso nelle mie opere, loscrittore Blasone ha collegato questo discorso conil transrealismo americano e oggi è la voce di unartista italiano». Pino Blasone, prendendo in con-siderazione l’articolo di Luca Beatrice Guttuso,grande pittore reazionario che è stato pubblica-to su Il Giornale del 12 settembre 2010, si do-manda se Renato Guttuso avesse dei discendenti,ma «la verità è che Guttuso è un maestro senzaallievi. Non c’è in Italia un altro pittore realista delsuo livello e, quindi, nonostante il ruolo pubblico di“artista della corte rossa”, non si può non leggerlocome un grande isolato». Il grande pittore non haallievi, «perché il suo neorealismo - commentaBlasone - ha fatto la sua stagione, ma non per que-sto l’arte realista non può avere un seguito. Dopola morte di Guttuso si sente in Italia un vuoto, poi-ché egli era considerato il caposcuola del realismoitaliano. Scomparso Guttuso nel 1987, ci si chiesechi potesse farsi carico della ricerca rivitalizzatadel realismo italiano sul finire del Novecento. Al-l’inizio del 1980, in quanto successore dialettico chesi colloca tra Purificato e Guttuso, potremmo clas-sificare il giovane artista Francesco Guadagnuolo,

emerso in un momento di disputa fra Ipermanieri-smo e Transavanguardia, Transrealismo: la sug-gestiva definizione è stata evocata e trascritta, conriferimento alle opere e mostre di Guadagnuolo, dalcritico d’arte Antonio Gasbarrini». Negli anni Ot-tanta è finito il tempo delle avanguardie eneoavanguardie sperimentato soprattutto in lettera-tura dal gruppo 63, non si parlava più di Transavan-guardia; trans come attraversamento delle avan-guardie stesse, un discorso che precede quello filo-sofico, ma al di là delle opere pregevoli occorrevaindividuare in cosa consisteva questo attraversamen-to. Negli stessi anni in America nasce un discorsocritico letterario che utilizza lo stesso prefisso trans:il Transrealismo. «Il prefisso trans - spiega Blaso-ne - va analizzato in quanto significa attraversa-mento, andare oltre. Si sviluppa in Spagna non conlo stesso significato, ma con quello di spingersi ol-tre che è poi la nuova realtà sociologica. Non piùquindi un Neorealismo, ma un Transrealismo cheha la caratteristica di spingersi oltre la realtà visibile,di trasfigurare la realtà. Guadagnuolo ha una pitturadi carattere religioso, è un’arte transreligiosa, incui l’attenzione soggettiva e oggettiva è rivolta ver-so una realtà ampliata. La sua arte è transreligiosain quanto critica, allargata al dialogo con altre reli-gioni». Lo scienziato Fulvio Bongiorno hapuntualizzato come il Transrealismo sia l’unico verolinguaggio del mondo. «Per me che sono matemati-co - chiosa Bongiorno - il Transrealismo ha conta-minato la mia scrittura letteraria e quella matemati-ca, inserendovi terminologie scientifiche e artistiche,superando in tal modo l’empasse di due culture: lamatematica e l’umanistica. Il Transrealismo è quelloche con un linguaggio fatto di tante cose passa illimite della parola. Nella tavola di Guadagnuolo cisono colore, formule come quella della relatività diEinstein e tra queste esiste una relazione profonda.Che dire dei triangoli? Mi viene in mente Pitagorache aveva il concetto di angolo retto, il cui lato oriz-zontale rappresentava il mare e quello verticale ilsole. E le curve dei grafici? Sono puro realismo chelasciano aperti spazi alla fantasia, di quelle esperien-ze che si fanno attraverso i sensi, collegate più allasfera emozionale che non a quella razionale e chetuttavia coesistono nell’unità del sentire di ognuno dinoi». Il filosofo Emilio Baccarini ha analizzato la pa-rola metamorfosi , per spiegare l’opera diGuadagnuolo, in quanto ciò che va al di là della fisicitàè la trasformazione. «L’opera d’arte è una trasfor-mazione reale, - illustra Baccarini - cerco di coglie-re la genesi dei contenuti, il reale in cui si èimmedesimato l’autore e come lo ha tradotto. Inprimis c’è la creazione: l’artista è di fronte a qualco-sa che ha colpito la sua attenzione e traduce con isuoi strumenti questo pathos, questo sentire profon-do che lo ha colpito e Guttuso ha affinità con la suaopera. Nella tela Palestina Anno 2000, c’è la dram-maticità dell’esistenza, la trasformazione, la meta-morfosi diventa quindi una nuova forma di realtà.Nell’opera di Francesco Guadagnuolo c’è conta-minazione, non solo di poesia, ma di musica, di scien-za, è la realtà vista dall’artista che coglie non solo idati dell’oggetto, ma la realtà dell’oggetto. C’è laco-presenza di più elementi, poiché la realtà non èsemplice, ma complessa e, riprendendo il concettodi metamorfosi, nel passaggio dalla verità reale del-l’oggetto all’immagine, si produce un nuovo sensodell’originale, che invita a cogliere nell’arte un pro-cesso di manifestazione dell’arte».

FRASCATI

Da Guttuso a Guadagnuolo

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(Eliana Rossi) - La Collettiva d’Artedi pittura e scultura, RelazionARSi - Lavita e i valori della famiglia”, orga-nizzata dall’Accademia Castrimenien-se, si è inaugurata sabato 24 marzo u.s.presso la Locanda Martorelli in Piazzadi Corte, 4 in Ariccia. Il percorso d’aper-tura è iniziato nella Sala Maestra di Pa-lazzo Chigi con la presentazione dellepiù belle colonne sonore tratte dai film,eseguite dalla Compagnia dei Musicicomposta dai maestri Mario Alberti(flauto), Patrizia Servida (piano), Otis(contrabbasso) e Franco Menichelli(chitarra). «Il titolo della collettiva,RelazionARSi - chiosa Mario France-schini, presidente dell’Accademia Ca-strimeniense - sta ad indicare le conti-nue relazioni che ci mettono in contattocon gli altri in ogni momento della no-stra vita e ciò vale anche per gli artistiche si metteranno in relazione con i vi-sitatori della mostra. Un ringraziamen-to va a tutti coloro che ci hanno aiutatoad organizzare l’evento. Sta a noi ren-dere queste relazioni positive, vere e nonsolo di facciata». Marina Funghi, se-gretario ed artista dell’Accademia, haringraziato l’avv. Renato Negroni, pre-sidente di Fontana di Papa «che ha ac-colto e sostenuto il nostro progetto arti-stico - continua la pittrice - e ne ha resopossibile la realizzazione. Attento alleproposte socio-culturali, ha riconosciu-to la validità d’intenti della nostra Asso-ciazione ed è stato ben lieto di darci ilsuo prezioso e indispensabile contribu-to. Ringraziamo inoltre, per aver patro-cinato l’evento, l’Amministrazione co-munale di Ariccia e l’Assessore allaCultura Matteo Martizi; l’ArcheoClubd’Italia Aricino-Nemorense, nelle figu-re del presidente Alberto Silvestri e del-la dott.ssa Maria Cristina Vincenti, ar-cheologa e responsabile della TavernaMartorelli; il Curatore di Palazzo Chigiil dott. Francesco Petrucci, architetto estorico dell’arte e il dott. Franco Cam-pegiani poeta e critico d’arte che hacurato l’introduzione e le note critichedelle opere d’arte esposte in questa ras-segna nel catalogo». La dott.ssa Vin-centi è stata lieta di ospitare la mostradei diciannove artisti in Ariccia, puntua-lizzando come dalla costituzione dell’Ar-cheoclub si siano realizzati molti eventicon mostre e percorsi guidati. Il criticoFranco Campegiani ha iniziato il suo in-tervento prendendo in esame il logo del-l’Accademia Castrimeniense costitui-to da un’immagine bipolare (una figuramaschile e una femminile) che ricordala simbologia gianica. Campegiani haspiegato come Giano sia l’equivalentesul piano misterico di ciò che su quellofilosofico viene definito come armoniadei contrari: il fuori e il dentro, il diversoe l’identico, il vuoto e il pieno. «Un sim-bolo eccellente di tutto ciò che è in rela-zione. Da qui il titolo pensato per que-

sto evento artistico - continua il critico -relazionARSi, con la zumata sull’ARSa voler sottolineare che la relazione èun’arte, qualcosa da coltivare amore-volmente; di converso anche l’arte èrelazione, capacità di conversare, nonin termini dialettici, ma in termini dicoralità. E questo è dirompente in unmondo come quello attuale, dove tuttosembra essere apparenza e culto del-l’esteriorità. Le dimensioni macrosco-piche di un mondo globalizzato non age-volano il nascere dei contatti umani, cherichiedono il coinvolgimento della sferaintima. Ed è questo il ruolo che può eche deve essere svolto dalla comuni-cazione artistica, capace di rigeneraregli animi dall’interno e profondamente.La cultura postmoderna, e con essa l’ar-te di questa particolare fase storica, ri-sulta segnata da una sorta di spaesa-mento, di smarrimento dell’uomo difronte all’aggressione e al rumore psi-cologico. Ciò è documentabile in en-trambi i filoni della cultura visiva con-temporanea: quello neo figurale, in cuile immagini sembrano catapultarsi dase stesse sulla scena e non hanno piùnulla del formalismo antico caratteriz-zato dall’osservazione analitica della re-altà e quello informale, dove la manodell’artista risulta platealmente dominatae travolta dalla realtà». Campegiani haposto nel versante figurativo (megliodefinito come figurale), che sembra riac-quistare l’antico valore di relazione, in-terrompendo l’uso solipsico del termi-ne che ne è stato fatto nella contempo-raneità, le esperienze estetiche di:Fausta Caldarella, Fiorello Doglia, Si-mona Gasperini, Vito Lolli, DorianaOnorati, Beatrice Palazzetti, GianfrancoPapa, Silvio Paris, Giglio Petriacci, Ste-fano Piali, Renato Testa e GiuseppeValentini. Sul versante opposto, quellodell’informale, spiccano altri indirizziestetici, «dove la materia - spiega Cam-pegiani - topos ricorrente di chi si affidaa questa corrente artistica, inizia a ve-nire indagata come mandala, come unamappa dove risulti leggibile l’ordine se-greto ed arcano del mondo, cancellan-done le valenze di assurda dominatricedell’animo umano, adottate dalla con-temporaneità; e qui possiamo annove-rare con poetiche dai tratti personalissi-mi, inconfondibili, le esperienze pittori-che e scultoree di: Debora Cetroni,Marina Funghi, Mario Franceschini,Luigi Marazzi e Paolo Viterbini». Allamostra hanno appunto esposto le loroopere: Fausta Caldarella, DeboraCetroni, Fiorello Doglia, Mario France-schini, Marina Funghi, Simona Gaspe-rini, Vito Lolli, Luigi Marazzi, AngeloNero, Doriana Onorati, BeatricePalazzetti, Gianfranco Papa, Silvio Paris,Giglio Petriacci, Stefanio Piali, France-sco Spirito, Renato Testa, GiuseppeValentini, Paolo Viterbini.

ARICCIA

La mostra RelazionARSi(Maria Lanciotti) - Roncigliano è unalocalità bene-detta da Dioe maledettadalla stoltez-za umana.Una terrafertile e bellasu cui tantegenerazionihanno suda-to con soddi-sfazione re-spirando aria buona. Da oltre trent’annii profumi della campagna sono stati co-perti dal puzzo della discarica, semprearricchita di nuove buche e miasmi ve-lenosi. L’ultima buca ‘collaudata’ di sop-piatto sotto Natale del 2011, mentre lagente si preparava alla nascita delBambinello. Poi si è scatenato l’infer-no, è partito il Piano Rifiuti della giuntaPolverini e il caravanserraglio pilotatodal provetto Manlio Cerroni, modernoAttila, si è mosso calpestando tutto: leg-ge rispetto e dignità. Ed è partita la cam-pagna propagandistica e intimidatoria(ce n’è per tutti) a tappeto: a maglie stret-te, se così si può dire. Beh, dopotutto, èla specialità dell’avvocato che - e ciò gliva ampiamente riconosciuto - sa (e può)scegliere i componenti della squadra delmomento e trovare i giusti alleati. Per idissidenti pazienza, e mica si può ac-contentare tutti! Tra questi, quei poveridisgraziati abitanti che vivono a centometri dalla discarica e vivono in peren-ne apnea. C’è pure la scuola elementa-re là vicino, ma queste sono sottigliezzeda non mettere in conto: a che servonoi bambini in questa società al tracollo?Gli abitanti della località Roncigliano han-no tanti amici che spesso li vanno a tro-vare e anzi negli ultimi anni passano leferie d’agosto con loro, o meglio accam-pati nei paraggi, presso i cancelli delladiscarica. E questo per evitare blitz nelperiodo propizio del solleone. Anche

ALBANO LAZIALE

Un polverone che ammorba la ragionequando ha cominciato a nevicare, ai

primi di feb-braio, questiamici eranolì, prima del-l’alba, a fareblocco dopoche avevanoscoperto l’ul-tima alzatad’ingegnodei curatoridei rifiuti re-

gionali: un collaudo anticipato da burletta.Questi amici hanno tanti altri amici coni quali ogni tanto si organizzano, insie-me alla cittadinanza, per andare sottoqualche palazzo comunale a chiederese c’è qualcuno, se per caso disturba laloro presenza e quella obbligata di agentie carabinieri, con i quali si confrontanoogni volta amichevolmente. Questa gen-te non è che non abbia nulla da fare,non è che si alza la mattina e per am-mazzare il tempo si mette in marcia perle strade castellane con striscioni,bandierine e musica quando è possibile,buona musica che aiuta a non sentirsidisperati in tutto questo mare di silenziolimaccioso interrotto ogni tanto dal boa-to di qualche notizia micidiale. Questa ègente che lavora, studia, manda avanticasa e famiglia e crede nel valore dellavita. Fra loro ci sono tecnici e profes-sionisti che ben diversamente potreb-bero spendere le loro belle risorse, mahanno abbracciato la causa e concor-rono a rendere nota la situazione diRoncigliano e similari, e a smuoverecoscienze appisolate o troppo stanchedi stare sempre in campana in questomondo di sordi. A tutta questa gente toc-ca andare in giro a raccontare le gestadei Grandi Personaggi Senza Scrupoliche viaggiano sul carro dei vincitori, el’eroismo quotidiano di chi va a pedagnae non si lagna, purché lo si lasci viverecon un minimo di rispetto (strana que-sta parola, Rispetto, se n’è perduto for-se il senso originario, quando si pronun-cia pare stonata). Ma è meglio non di-vagare e tornare a bomba. Ossia, al-l’inceneritore di Albano ‘confermato’ -confermato? - dal Consiglio di Stato.Per la povera Polverini alla ricerca af-fannosa di nuove buche per portare acompimento il suo piano, un verotoccasana: lei la definisce la sua buonanotizia. E a questa ‘buona’ notizia - inrealtà tutta ancora da confermare, con-validare e sottoscrivere - si scopre comeper incanto che esistono altri modi digestire i rifiuti oltre al temibile brevettodel presidente Cerroni, e l’illuminazionesi accende anche nelle menti eccelsedei Sindaci castellani, che sembrano vo-ler partire alla riscossa dopo tantoassenteismo. Ma forse anche questafase fa parte del Piano Polverini, un nu-volone che ammorba la ragione.

ROCCA PRIORA

Allarme acqua(Gelsino Martini) - Sabato 24 marzo,dalla mattina manca l’acqua. Domenica25, si replica. Dalla mattina si intravede ilritorno dopo le 14.00. Se il buongiorno sivede dal mattino, stiamo per assistere allareplica del 2011, quando molto spesso trail sabato e la domenica vi era carenzad’acqua. Non si disdegnava neanche lamancanza giornaliera, in modo partico-lare nel pomeriggio - sera. SpettabileACEA, spettabili Amministratori, siamosolo in marzo ed iniziano i problemi. Roc-ca Priora, il paese delle sorgenti idricheper eccellenza si avvia al calvario. I me-teorologi stimano una stagione secca.Cari concittadini, oltre a lamentarsi nonè giunto il momento di organizzarsi edagire? Fine della prima puntata.

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Rubrica a cura di: Alberto Pucciarellie-mail: [email protected]

8Notizie in... CONTROLUCE aprile 2012

Sito web: www.controluce.it 6.800.000 visiteCronache i nostri paesi...

(Alberto Pucciarelli) - La 18° edi-zione della Festa delle Camelie, svol-tasi sabato 17 e domenica 18 marzo,ha avutogrande suc-cesso, peraffluenza divisitatori, va-rietà di propo-ste ed ele-ganza del-l’arredo sce-nografico. Sitratta, comeè ormai bennoto, di unappuntamen-to molto atteso dagli appassionati del-la specie floreale di origine giappone-se che ha trovato nella campagnaveliterna un habitat particolarmentefavorevole e quasi unico in Italia (solonella zona del Lago Maggiore il fioresi trova pure a suo agio) per clima ecomposizione acida del terreno. È sta-ta una due giorni piena di eventi orga-nizzati sia a livello istituzionale che conil faticoso e gratuito contributi di vo-lontari in ‘prospettiva civile’ per la cit-tà. Punto centrale è stata la Villa Co-munale che ha accolto l’inaugurazio-ne (con Luca Sardella, che ha garan-tito una ripetuta finestra televisiva Raiprima e dopo l’evento, il sindacoServadio, l’assessore Guglielmi ed al-tre Autorità), la mostra mercato dicamelie e altre piante, il concerto del-la banda cittadina, esibizioni ginnichee spettacoli di danza e varietà. Anchequest’anno vi sono state le visite gra-tuite con bus navetta alle ville e casaliadornate da piante di particolari dimen-sioni e qualità. Poi in ogni angolo dellacittà punti di degustazione di speciali-tà locali, gare gastronomiche, mostredi pittura, artisti di strada e spettacoli

vari, intrattenimento e laboratori arti-stici per bambini, mercatino dell’anti-quariato, concerto di musica classica

in Cattedra-le ecc.Come sicomprendeè quasi im-p o s s i b i l edare il detta-glio delle oc-casioni e de-gli eventi svi-luppati. Ci li-miteremo aricordarneancora tre: la

mostra di kimono all’interno di PortaNapoletana; l’inaugurazione, semprein un locale della predetta Porta, del-l’Enoteca Comunale, che sarà un pun-to di riferimento e di lancio per le nu-merose aziende vinicole locali ormaiavviate verso alti livelli qualitativi; unapprofondito ricordo-rassegna del po-eta dialettale veliterno Alfredo Can-didi, svoltosi sabato nella sala delle La-pidi del Palazzo Comunale e curatoda Roberto Zaccagnini e PasqualeLarotonda con la collaborazione invoce di Romano Mastrogirolamo, Fa-brizio Rinaldi e Wladimiro Sist. Ma lanota distintiva di questa edizione è sta-to l’accostamento tra le tradizioni lo-cali e l’arte e la cultura giapponese.Il maestro Sergio Gotti, con la colla-borazione del collega pittore escenografo Cristiano Mancini, delvalidissimo artigiano Sergio Maciuccoe di numerosi volontari ‘manovalid’occasione’, ha allestito nelle duepiazze principali e lungo il Corso unascenografia di ispirazione giappone-se con archi, una pagoda grande (al-l’interno della quale si è ripetuto il ritodella vestizione del kimono) e circa20 eleganti ‘pagodine’ adornate dicamelie. L’allestimento ha riscossol’apprezzamento unanime di cittadinie visitatori; purtroppo tanto impegno ededizione nel tessere questa scena sonostati frustrati dalla inciviltà di alcuni‘proci’moderni che nottetempo han-no pensato bene di danneggiare (dun-que non Penelope che egregiamenteaveva lavorato) alcune pagode, ta-gliando e rubando, in aggiunta, nume-rose piante di camelie. Non si parli diragazzate o goliardia. È il segno tristedella grettezza dei tempi che discono-sce il bene comune e si propaga e ra-mifica in alto e in basso e viceversa,causando la crisi che viviamo, che nonnasce per caso ma ha tali padri, che sicredono molto furbi a segare il ramosul quale sanno o non sanno di essereseduti. Ma Penelope continuerà la tela;prima o poi Ulisse arriverà, meglio setravestito da maestro buono; ma, persicurezza, non buttiamo via l’arco.

La vestizione del kimono

VELLETRI

Le camelie di PenelopeSAN CESAREO

“Mobilità gratuita”(Luca Marcantonio) - Una bella ceri-monia di consegna per un bel gesto. Èstato infatti messo a disposizione delComune un nuovo veicolo Fiat Doblò,destinato al trasporto di cittadini diversa-mente abili, anziani e persone con ridottacapacità motoria. Grazie alla solidarietàdi trentatré aziende ed imprese locali èstato possibile consegnare la vettura aiServizi Sociali per quattro anni in como-dato d’uso. E infatti le prime parole del-l’assessore competente Vittorio Pagliasono state proprio: «Quando la solidarie-tà chiama, gli imprenditori di San Cesa-reo rispondono. Oggi abbiamo aggiuntoun altro importante tassello nel comples-so mosaico degli interventi rivolti al so-ciale. Poter offrire un servizio di traspor-to gratuito dedicato a chi ha difficoltàmotorie ci arricchisce dentro, nell’anima.Infatti è solo partendo dalla vita di chi èpiù fragile che è possibile arrivare a co-struire una società più vivibile e umana.Un ringraziamento di cuore va agli im-prenditori locali che, nonostante il diffici-le momento economico, hanno dato unforte segnale di civiltà, dimostrando diavere un animo nobile. Tanto è stato fat-to, ma molto ancora bisogna fare. Gra-zie alla sinergia tra il pubblico e il privatosaremo in grado di offrire un servizioancor più rispondente alle reali necessitàdei cittadini anziani e diversamente abili,che contattano quotidianamente i nostriuffici per prenotare gli spostamenti».L’iniziativa, che rientrava nel progetto“Mobilità gratuita” faciliterà i movimentidi quanti fino ad oggi avevano difficoltàa raggiungere strutture sanitarie e ufficipubblici. Il nuovo veicolo andrà infatti adincrementare il servizio di trasporto gra-tuito comunale per i cittadini disabili edanziani, già attivo con il pulmino otto po-sti concesso dal Consorzio Valcomino,affidatario del servizio di assistenzadomiciliare. Molto soddisfatto dell’inizia-tiva anche il sindaco Pietro Panzironi, chesi è unito al saluto e al ringraziamentodegli sponsor: «Il mondo della disabilità,degli anziani e più in generale delle fascedeboli della popolazione è da sempre alcentro del nostro programma di gover-no. In momenti come questi, così difficiliper l’economia ed in particolar modo perle pubbliche amministrazioni, la collabo-razione con i privati è certamente unadelle strade da percorrere, e per questomotivo non finirò mai di ringraziare itrentatré sponsor che hanno aderito aquesto importante progetto a sfondo so-ciale». Alla cerimonia di consegna era-no presenti l’Amministrazione comuna-le, che si è adoperata fin da subito persostenere il progetto, la Responsabile delSettore I del Comune Cinzia Ferretti,l’Assistente sociale Annalisa Pizzari, laresponsabile relazioni con i Partners isti-tuzionali di M.G., Chiara Zambon e alcu-ni degli sponsor aderenti all’iniziativa.Per prenotare lo spostamento: 06.95898211

SAN CESAREO

Fiera, al 2013(Luca Marcantonio) - Il presidentedella N.A.C.A., Mauro Ginepri, haufficializzato la data della prossima Fie-ra di San Cesareo che si svolgerà nelmarzo del prossimo anno. L’edizionedel 2012 quindi salta, in virtù dei segnaliavuti dall’andamento registrato nelloscorso ottobre. Un mese al di fuori del-l’appuntamento tradizionale, che si èdovuto confrontare sia con lo sposta-mento della data all’interno dell’ormaiconsolidato calendario degli espositori,sia con i visitatori alle prese con unacollocazione temporale insolita. L’espe-rimento, dettato dall’impossibilità di ave-re il sito a disposizione per la data pre-vista, ha sì consentito lo stesso lo svol-gimento della Fiera pur di non saltareun evento tanto importante, ma l’affe-zione di tutti per il periodo tradizionaleha convinto gli organizzatori a non ri-peterlo nonostante la qualità dell’even-to che è comunque stata indiscutibile,anche in termini di richieste di parteci-pazione. Pertanto, fermo restando chela data di marzo sarà l’unica presa inconsiderazione d’ora in avanti, e chesarebbe stato impossibile organizzarela nuova edizione a così breve distanzada ottobre ad oggi, a malincuore mapronta a tornare in gran spolvero, laprossima Fiera si svolgerà tra un annoesatto. Nel frattempo, pur avendo co-munque il consueto spazio a disposi-zione, si spera sempre che avanzino ilavori del nuovo polo fieristico, ma que-sta è un’altra storia che meriterà at-tenzione nei mesi a venire.

Errata corrigeL’articolo “In arrivo la 18° Festa delleCamelie” pubblicato lo scorso numeroa pagina 10 non è stato scritto da Al-berto Pucciarelli ma da Nicola D’Ugo.Ci scusiamo con l’autore per questoerrore redazionale. La Redazione

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i nostri paesi...Notizie in... CONTROLUCE aprile 2012

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(Serena Grizi) -Pubblico delle gran-di occasioni all’Au-ditorium delle Scu-derie Aldobrandini loscorso 2 marzo perla presentazione del-l’agile volumetto Ilfuturo dell’ener-gia, sottotitolo “Gui-da alle fonti puliteper chi ha poco tem-po per leggere”scritto da ValerioRossi Albertini,scienziato e ricerca-tore CNR, insieme al più noto MarioTozzi, geologo e giornalista RAI. Sipotrebbe facilmente ironizzare sul fattoche quel che resta ‘futuro’ per noi Ita-liani da almeno una ventina d’anni, damolto prima è il ’pane quotidiano’ permolti altri Paesi Europei, ma è anchevero che questo libretto viene incon-tro alle perplessità di chi ha già capitoche la fase delle ‘rinnovabili tradizio-nali’ è superata, o quasi, da ricerca eapplicazione di altre tecnologie qualipannelli fotovoltaici plastici, celle acombustibile idrogeno, dispositivi perl’accumulo come le batterie a ioni dilitio ecc. Un dato ambientale impor-tante fra gli altri: a forza di parlare difotovoltaico siamo diventati il secon-do paese produttore di questa ener-gia al mondo, subito dietro la Germa-nia. I problemi? Il primo è che la mag-gior parte dei pannelli li abbiamo im-portati dalla Cina senza ‘sfruttare’ laparte industriale dell’affare, lascian-done ad altri il primato, ormai, inespu-gnabile. Il secondo: questi pannellihanno una scadenza che negli anni ciporterà a doverci preoccupare del lorosmaltimento, comprese le parti alta-mente nocive che contengono. Il li-bro di Tozzi e Rossi Albertini, EdizioniAmbiente, affronta proprio il temadella ‘perfettibilità’ delle rinnovabili el’esigenza di un sistema affidabilecapace di sostituire il petrolio consi-derato che, seppure ce n’è ancoratanto da estrarre, costerà sempre dipiù farlo. Il pericolo incombente vie-ne dal fatto che la soluzione per sop-perire alla mole di energia richiestaper questo fantomatico e onnipresentesviluppo (che a parole nessuno vuolepiù, ma che nei fatti fa volare campa-gne elettorali e speranze mal riposte)sembra sempre quella dell’utilizzo dienergie pericolose come il nuclearela cui popolarità, con buona pace diFukushima, stenta a tramontare. In-vece, quando si parla di risparmioenergetico, di cambiamento dello sti-le di vita, ci ha tenuto a sottolineareMario Tozzi, la risposta è sempre di-stratta e negativa, quando non arrivaad essere addirittura violenta. Il rispar-

FRASCATI

Tozzi: «Il risparmio fa paura»mio energetico è an-cora il vero tabù perla nostra societàche non riesce afare suo il concettoche uno sviluppo in-finito, perciò inso-stenibile, è impossi-bile in un sistema fi-nito, chiuso, come laTerra, che per defi-nizione richiedescelte sostenibili,atte a ripensare ilnostro vivere. Peresempio: il territorio

del Vulcano Laziale, in quanto tale,potrebbe in parte avvantaggiarsi del-l’energia geotermica, inoltre una mi-glior coibentazione degli ambienti abi-tativi e lavorativi e attente ristruttura-zioni per migliorare le dispersioni dicalore potrebbero portarci ad un pron-to risparmio. Invece, come appresodalla lettura dei quotidiani e da alcuniservizi della trasmissione “Presa Di-retta” che ci comparava con altre re-gioni italiane, nel Lazio sembra che ilrisparmio energetico non interessi allepersone, e di conseguenza ai costrut-tori; in altri contesti le abitazioni dinuova costruzione censite in classe dirisparmio troppo alta (la famosa clas-se G) restano invendute, perché il cit-tadino medio ben informato sa chemantenerle costerà troppo. L’incon-tro ha visto una nutrita partecipazio-ne di tecnici degli Istituti Scientificiospitati sul territorio frascatano con iquali Tozzi e Rossi Albertini sono staticostretti a scendere in eruditecolluttazioni verbali di volta in volta su:fusione a freddo, altra tappa che di-verrebbe storica nel nucleare nonpericoloso, pannelli solari ottenuti dal-la plastica riciclata, fino a qualchetesa punta polemica che ha mostratoquanto molti studiosi temano che conle rinnovabili fai-da-te si perda la su-premazia tecnologica e il controlloenergetico centralizzato e, perciò,come questa continui ad essere unabattaglia politica. Il futuro, però, chesi voglia o no come hanno affermatoconcordemente i due relatori, saràproprio nelle mani del micro rinnova-bile e integrato fai-da-te che vedrà icittadini attenti e preparati liberarsi dalguinzaglio energetico, a patto ches’impegnino a risparmiare e a pensa-re il tutto in un sistema eco compati-bile. Cittadini liberati da un guinzaglio,uno dei tanti, perché molte altre sfideper il futuro, basta guardare le crona-che quotidiane, attendono i più prepa-rati e volenterosi. L’incontro, parte delciclo Frascati/Ambiente, promosso daItalia Nostra Castelli Romani edAlternativ@Mente, a cura di EnricoDel Vescovo.

(Rita Gatta) - Non siamo nati per sof-frire: il dolore può trasformarsi in felicitàattraverso l’analisi e la meditazione. que-sto è uno degli insegnamenti affrontatidal monaco buddista Zhu-Wang Cai-KunRinpoché il 29 febbraio nell’Aula Consi-liare di Rocca di Papa, alla presenza diun numeroso pubblico attento e interes-sato, nei vari passaggi di traduzione dalcinese, all’inglese, all’italiano. Un breveaccenno all’origine del Buddismo:Siddharta Gautama, un principe di unafamiglia reale Indù a 29 anni rimane col-pito dal dolore intravisto nella condizioneumana soggetta a malattia, morte, rovi-na. Lascia gli agi, diventa ricercatoreerrante. A 36 anni trova le quattro Veri-tà e le comunica ai monaci che sono conlui. Dopo anni diventa un Budda, cioè un“Illuminato”. Tutti provano la sofferen-za, dice Rinpoché. Cos’è la sofferenza?Tre sono gli stadi della sofferenza. Sof-ferenza della sofferenza: quella che spe-rimentiamo immediata, per esempio conuna ferita o con la morte di una personacara. Sofferenza del cambiamento : ilsenso della vita è l’impermanenza, tuttoè mutazione, nella natura, le stagioni, noistessi. Erronea è la concezione che al-cune cose siano eterne; è in questa cir-costanza che il cambiamento provocasofferenza. Nel momento stesso in cuigodiamo di qualcosa che esiste o chepossediamo, immediatamente subentrala preoccupazione affinché questo qual-cosa non cambi, non finisca, non si mo-difichi. Tutto ciò provoca sofferenza e

ROCCA DI PAPA

Incontro con un Lama tibetanoinfelicità. Sofferenza pervasiva, dellaquale spesso non siamo consapevoli: sivive nel Samsara, che consiste nel ciclodi nascita e di morte; il mondo è fatto dipolvere, in qualunque situazione, anchepositiva, c’è sempre qualcosa che cam-bia, che va cambiata perché fa parte delciclo continuo del Samsara, dove si hauna visione inadeguata della vita, vistoche il mondo nel quale viviamo è un mi-raggio, un’ illusione. Come deve agirel’uomo nei diversi casi? Nel primo oc-corre confrontarsi con il dolore; evitarela sofferenza non ci aiuta, occorre con-frontarsi con essa, perché ciò aiuta a co-noscere la realtà. Per quanto riguarda lasofferenza del cambiamento, il secondocaso, occorre accettarla per trasformarla.Nel terzo caso il confrontarsi è il modogiusto per affrontare il problema: occor-re calmare la propria mente, non reagirecome di solito facciamo. È efficace ac-cettare l’offesa ed espirare la positività:in questo caso il cuore assorbe la soffe-renza e rimane intatto facendo scaturirela comprensione. Occorre quindi lasciar-si andare, non aggrapparsi al fenomeno,in quanto la vera sofferenza è nella no-stra mente. Questa, secondo Rinpochéè la vera trasformazione: spesso si cer-ca la felicità all’esterno, ma essendocinella realtà un continuo cambiamento, cisi ritrova nella sofferenza e la vera cau-sa è l’ignoranza, cioè il non ricordarel’impermanenza di ogni cosa. Non ag-grappandosi ai fenomeni si può usciredalla sofferenza. In questo modo i vele-ni della vita possono essere trasformatiin positività. E’ necessario far chiarezzadelle Cause, andare oltre l’ignoranza, co-noscere le cose proprio nella loro naturaintrinseca: tutto ciò generando la calmamentale, calmare la mente attraverso lameditazione. Silenziare la mente equivalead acquisire saggezza. In questo modoè possibile generare compassione, amo-re, e la saggezza aiuta a prendere co-scienza che vogliamo uscire dalla soffe-renza ed essere felici; tutti abbiamo que-sta aspirazione. È necessario seguire tremomenti per raggiungere la vera medi-tazione: ascoltare gli insegnamenti, com-prenderli, seguirli. Il piacere non è dura-turo, ma temporaneo. Con il Buddismo,afferma Rinpoché, si raggiunge la pacedella mente che è la vera felicità. Inse-gnamenti che vengono da altre culture,altre evoluzioni della mente, altre espe-rienze, ma che generano riflessioni e fan-no scaturire la necessità di approfondirequesti stimoli. L’incontro con il Lama siè concluso con la raccolta di fondi per ilTibet duramente provato in questi annida calamità naturali e dall’intolleranzarepressiva della Cina, alla quale moltimonaci e monache si sono immolati conil fuoco: una voce silenziosa che gridaall’Umanità cercando di richiamare l’at-tenzione sul drammatico momento chesi sta vivendo in questa regione asiatica.

ROCCA DI PAPA

Sul quadro di Petrozzi(Rita Gatta) - Relativamente all’artico-lo “Sindaco, no, non vendere”, pubblica-to su Controluce di marzo 2012, si rin-grazia l’autore, il sig. Gianfranco Botti,critico esperto dell’arte rocchegiana enon, per le ulteriori precisazioni fornitesul fatto trattato nel pezzo “Focicchia, ilquadro ritrovato” pubblicato, sempre suControluce, nel numero di febbraio 2012(e non in gennaio come erroneamenteindicato dal Sig. Botti). “Focicchia”, ècomunque il titolo dato dal pittore Petrozzial quadro, come documentato dalla fotoallegata (e non “I Fienili” come scrittodallo stesso intenditore, il Sig.Botti, an-che se l’ambiente illustrato nel quadro ècosì denominato dai Rocchegiani). Siprecisa che le notizie pubblicate non era-no altro che la fedele trascrizione di quan-to raccolto dal Signor Iamotti, nipote del-l’artista scomparso, e non le opinionipersonali di chi ha scritto il pezzo. Sonoda ritenersi soggettive e personali quindile impressioni che il Signor Botti haespresso nella sua replica, impressioniche la libertà di pensiero e di stampa con-cedono, insieme all’espressione delleproprie idee, pur non giustificando lederoghe al rispetto altrui.

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Notizie in... CONTROLUCE aprile 2012

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(Arianna Saroli) - AdAlbano Eni Gas non reca-pita bollette. Sono sempredi più i cittadini che ormaida oltre un anno non rice-vono le bollette del gas. No-nostante i molteplici solle-citi telefonici e le richiestedi spiegazioni agli operatoridell’ente erogatore del ser-vizio la situazione è la me-desima di gennaio 2011. In-fatti a gennaio 2012 i dipendenti di Eni Gas conti-nuano a ribadire che si tratta di un problema gene-rale, e che il mancato recapito delle bollette coin-volge un ampio numero di utenti ai quali non siriesce a dare una risposta, tantomeno una dataindicativa in cui si preveda la definitiva risoluzionedel problema. E questa scomoda condizione an-drà peggiorando con l’aumentare del periodo chegli utenti devono pagare. Non solo. Quando questiimporti dovuti, con i relativi consumi in dettaglio,saranno finalmente comunicati, anche se il paga-mento sarà sicuramente rateizzabile, con quale ta-riffa saranno calcolati, tenuto conto dei moltepliciaumenti che intervengono quotidianamente? Conquella attuale o quella del 2011?Già nel 2010 l’Autorità per l’energia aveva aperto

ROCCA PRIORA

Restyling al castello(Arianna Paolucci) - Presto Palazzo Savelli saràristrutturato come merita, grazie ad un finanziamentoregionale di 279.650,00 euro per il recupero di im-mobili di interesse storico artistico ed un trenta percento in più a carico del Comune. Ora è arrivato iltempo di organizzare altri uffici in cui lavorare edaccogliere i cittadini che potranno tornare a vedereun’opera degnamente ristrutturata. Visto il gravedissesto economico, e visto che l’amministrazionedal 2008 è ancora vigilata dal Ministero degli Inter-ni, il sindaco sta cercando un posto altrettanto fun-zionale per svolgere le operazioni di routine e permettere in sicurezza il personale dipendente, a pattoche l’uso non costi troppo, anzi nulla. Allora l’exasilo Monsignor Giacci,di proprietà della Re-gione Lazio, verrà uti-lizzato per il periodo inquestione vista anche lavicinanza alla sede co-munale. Il via libera ègià stato dato, non re-sta altro che spostarele scrivanie.

ALBANO LAZIALE

La bolletta, questa sconosciutaun’istruttoria nei confron-ti di Eni SpA - DivisioneGas & Power, a seguitodi numerose segnalazionidi disservizi ricevute dallo“Sportello per il Consuma-tore” e dalle Associazionidei consumatori. I disser-vizi segnalati, si legge inuna nota, riguardavano lebollette e, in particolare, ilrispetto della periodicità di

fatturazione prevista dai contratti di fornitura, a fron-te di forti ritardi nell’invio delle bollette. Ai consu-matori che non hanno ricevuto bollette dovrà es-sere comunicata almeno la data prevista per l’emis-sione dei documenti di fatturazione arretrati.Resta il fatto che una società così importante do-vrebbe garantire un servizio all’altezza del nomeche nel corso degli anni l’ha contraddistinta, non-ché una trasparenza indispensabile per garantirealle famiglie una giusta organizzazione soprattuttonel contesto socio-economico attuale, che non la-scia spazio all’improvvisazione e non permette illusso di non fare i conti a fine mese con il totaledelle spese da sostenere; pertanto è di fondamen-tale importanza avere un riscontro, mese per mese,dei consumi effettuati per poter ‘aggiustare il tiro’,ed eventualmente risparmiare in vista del mesesuccessivo, almeno lì dove si può.

Roma e dintorni in mostraa cura di Susanna Dolci

Visita permanente degli scavi archeologici dei sotterranei di PalazzoValentini, via IV Novembre 119/A, tel. 06.32810. I marmi 203 anni dopoNapoleone, fino al 9 aprile, Galleria Borghese, tel. 06.32810. La guerra e lasolitudine , foto di Steve McCurry, Macro Testaccio La Pelanda, fino al 29aprile, info tel. 06.0608. Guercino 1591-1666: capolavori da Cento e daRoma, fino al 29 aprile, Palazzo Barberini, via delle Quattro Fontane, tel.06.32810. Henry Cartier Bresson 44 capolavori tra immagini e parole,fino al 6 maggio, Palazzo Incontro, via dei Prefetti, 22, tel. 06.97276614. IlGuggenheim, Pollock e l’avanguardia americana 1945-1980 , mostretra Venezia e Roma, fino al 6 maggio, Palazzo delle Esposizioni, via Nazionale194, tel. 06.39967500. Vedutisti francesi a Roma tra il XVIII e il XIX, finoal 27 maggio, Palazzo Braschi, San Pantaleo 10, tel. 06.0606. Mirò! poesia eluce, 80 dipinti, fino al 10 giugno, Chiostro del Bramante, via della Pace 25,tel. 06.68809035/36. Tintoretto alle Scuderie del Quirinale, fino al 10 giugno,via XXIV Maggio 16, Roma, tel. 06.39967200. Salvador Dalì, un artista ungenio, fino al 1 luglio, Complesso del Vittoriano, Piazza Venezia, tel.0685301758. Vetri a Roma, fino al 16 settembre 300 opere varie epreziose, Curia Iulia, Foro Romano, tel. 06480201. Lux in arcana. L’ar-chivio segreto del Vaticano si rivela, fino al 9 settembre, Musei Capitolini, Pa-lazzo dei Conservatori, Piazza del Campidoglio, tel. 06.0608.

MONTE COMPATRI

A come acqua(Paola Conti) - Sono rimasta piacevolmente sorpresaquando ho saputo che la prof.ssa Gàzzera e le suecolleghe Procaccini e Mastrofrancesco, dell’IstitutoPaolo Borsellino di Monte Compatri, hanno coinvolto33 classi (2 sez. dell’infanzia, 18 classi della primaria,12 della secondaria e il Laboratorio musicale) quinditantissimi alunni dall’asilo alle medie, con un progettodal titolo accattivante: “Storie d’acqua: tra Scienza eIntercultura”. Progetto attuale e pressante perché trattail ‘problema acqua’ affrontandolo con un tagliointerdisciplinare e interculturale e con modalità diversea seconda dell’età dei ragazzi. Partendo da una analisidel nostro territorio considerato ‘zona d’acqua’, si èvoluto rendere consapevoli gli alunni di questo patri-monio per educarli ad un uso cosciente e sostenibile;perché quindi diventino cittadini del mondo, cioè sog-getti attivi, critici, curiosi e consapevoli che tutto quelloche il ‘pianeta terra’ ci offre, in tutte le forme e manife-stazioni, è bene comune perché necessario a tutti gliesseri umani. Il progetto si è concluso con una premia-zione, avvenuta il 22 marzo corrente e resa possibilegrazie al generoso contributo della Banca del CreditoCooperativo del Tuscolo di Rocca Priora, rappresen-tata dal vicedirettore Dr. Moreschi. Vogliamo riportarele classi vincitrici e le motivazioni dei premi per gratifi-care i ragazzi che tanto si sono impegnati nei lavoriindividuali e di gruppo ed anche per sottolineare e farcomprendere l’ottimo lavoro svolto dai docenti; infattiil tema non è stato trattato in modo convenzionale, masi è cercato attraverso la fantasia, per gli scolari piùpiccoli, e con un approccio più scientifico e culturaleper ‘i grandi’, di far capire che l’acqua è un bene co-mune, ‘patrimonio dell’umanità intera’ e dovrebbe perquesto essere considerato non come ‘merce’ ma dirit-to universale. La giuria composta dalle Prof.sse, dalDr. Moreschi, dal Dr. De Righi, Presidente della Co-munità Montana dei Castelli Romani, dal Dr. Bernini,Presidente dell’Ass. Lares et Urbs, ha premiato leseguenti classi:- sez. C-F dell’infanzia - “Il ciclo dell’acqua”: «conefficacia e fantasia i bambini hanno fissato, in tavolesingole, i vari momenti e stati dell’acqua nel suo ci-clo… si evidenzia una consapevolezza dell’importan-za dell’acqua...»- classe 2C, primaria - “L’oro blu e Monet”: «a partiredalla fantasia pittorica di Monet, i bambini hanno rap-presentato... la loro originale riflessione sul tema del-l’acqua. Colpisce la coincidenza tra testo scritto nellesingole gocce d’acqua e la capacità rappresentativapittorica...»- classe 1D, secondaria - “Gocce di poesia”: «lavoroche coniuga semplicità, fantasia, approfondimento cul-turale e scientifico... sorprende la freschezza dei temipoetici in riferimento alla complessità delle problemati-che affrontate.»Tutto ciò fa ben sperare sulle prossime generazioni...

LaureaLunedì 19 marzo,presso l’universitàdi Tor Vergata,Anita Bassani si èlaureata a pienivoti in Scienze del-l’educazione dellaformazione. Allaneo dottoressa inostri più sinceried affettuosi au-guri per un futuropieno di soddisfa-zioni. La redazione

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11Rubrica a cura di: Alberto Pucciarellie-mail: [email protected]

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ColonnaColonnaColonnaColonnaColonnaBotteStammatina me capitatu ‘nmani ngiornale ‘ndo ci steva scritto:“Maestra picchia gli alunni a scola e finisce in galera!...subbito me so fermatu a penza’: chissà si tanta atra gente sta a penza’ quello che penzo io...sarà stata ‘nesaggerazione, nun lo so... so solo che quando ievo a scola io ‘e botte se sprecheino.‘Nzomma quarche schiaffu ogni tanto u rimmedievamo e guai a riveni’ a casitae penza’ de riccontallo a mammita... che eri mattu! Quella pia e te deva ‘o resto!Me ricordo che pure au liceu dai preti, c’era ‘nprofessore de grecoche quando u facevamo ‘ncazza’ te mmollea certi sventoluni che te faceva passa’ a voja de da’ fastidio...e ve lu ricordete Don Vincenzo? te dea certi leccasu’ che si po’ te lamentivi era peggio pe’ ti...‘Nsomma nun vojo di che prima era mejo... nonnima me riccontevache ai tempi der fascioteneva ‘a maestra Pieracciniche meneva co ‘nfrustino ete metteva ‘nginocchio soprai cici, si tenivi i pidocchi erinoaffari tei...ma che mo pe’ quarcheschiaffu se va a fini’ ngalera...boh... so’ atri tempi... Fausto Giuliani

PalestrinaPalestrinaPalestrinaPalestrinaPalestrinaLo cazzolaroChillo banchetto tenerà ciend’anni,Pio, lo tène comme un’ardarinoe pe’ tenè londano li malannice tè ‘ttaccati più de quà sandino.

Te la botteca pe ‘lla colonnettae fa lo cazzolaro da ‘nà vita,‘ggiusta la scarpa ròssa, la scarpettache reconzegna tutta refenita.

La mmatina lo viti ‘ndaffaratoa fa qua mezza sola, qua farzettoe lo lavoro isso, fa ‘ccuratospecie quando remette qua tacchetto.

Lo doppo pranzo se lo fa ‘n giretto,lo lavoro lo va a reportàquando l’ha consegnato lo pacchetto‘nvrasca na fuglietta se va a fa.

Chesto dovria srive lo ggionalenò delli latri, ù de mmazzamindise deneria premià gènde normale,e mettela sopr’alli munimindi.Luigi Fusano

FrascatiFrascatiFrascatiFrascatiFrascatiI raggi uvaP’avè ‘na faccia giovine abbronzataDall’estetista vannu sotto cura.È ‘n fregantò chiamatu “raggi UVA”…‘na specie ‘e tintarella anticipata.

Tenghenu ‘na mani, apertu, ‘n pezzu ‘e lattaChe te ricorda u prete c’’u messale.Stannu pe’ ‘npo’: ‘a tinta è bella e fatta,però se vede ch’è artificiale .

Tra li clienti, amabbile e maligna,scappa ‘na frase, proprio fra de issi:“I veri U.V.A. so quilli d’’a vigna”.

De ‘lli rampazzi d’oro so i riflessiSpecchiati sotto u sole d’’a campagna,tra le conocchie ‘n tempu de venennia!

Luigi Cirilli

Rocca di PapaRocca di PapaRocca di PapaRocca di PapaRocca di Papa‘A puce c’a tosseS’etè refreddata ‘a puce c’a tossee sputa sentenze manco fossed’u pollaiu ‘n gran gallinacciuquann’opre a ‘occa, parla a casacciu!

Responne, sentenzia, da’ giudizzicerchenno a tutti peli e vizzise sente ‘mportante e capiscionabeata essa ch’etè sosì bbona

acculturata e preparata!Conosce tutt’e cose de stu monnupure si propriu ‘nfonnu ‘nfonnuquaccosa j’amanca pore ‘bbestia:‘na bona dose de respettu e de modestia!Rita Gatta

Monte CompatriMonte CompatriMonte CompatriMonte CompatriMonte CompatriChe tte ridi!Sarajo tenuti si e no trent’anni. E’ ‘n venerdì matina de ‘ngiorno de primavera. Me sendo felice come se pò sendì ‘ngiovenóttu de quell’età. Ròpo la porta de l’ufficio ‘ndó la-voro e nnendrènno dico a voce arda e co’ l’idea de essespiritusu: “ … e pure ‘sta settimana ce la semo giocata.Moh tenémo du’ belle giornate pe ìcce a diverti’”. ‘N colle-ga, co’ parecchi anni de più sopre a le spalle e vecìnu aìssene ‘n penzió, me fùrmina co’ l’occhji e me fa: “ Daje,daje! A forza de spetta’ lu venerdì o la fine de lu mese pe’pia’ lu stipendio o a forza de spetta’ le ferie o li giorni defesta só passati quarand’anni. Ma che cazzu te ridi!”.Só smissu subbitu de ride, ma solu de fori perché dendrode mi so penzatu: “E che te pozzo fa’ se pe’ ti só passatitutti st’anni? Avòja pe’ rrivacce io e chi sa se ce rriverajo”.Mbè , mangu a dillo, ce so rrivatu… e so rrivatu pure io ala penzió! Ma come se dice… la vita è proprio ‘n mùzzicu!Gianni Diana

Rubrica a cura di: Tarquinio Minotti

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DialettiNotizie in... CONTROLUCE aprile 2012

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(Serena Grizi) - Pavona, frazione delcomune di Albano, negli anni ha con-quistato una sua fisionomia di cittadi-na con tanto di spazi sociali, commer-cio e attività produttive legate al ter-ziario e all’industria. Resta in ognicaso l’urgenza, forse proprio aumen-tata dalla popolosità e dalla produtti-vità, di ‘sorvegliare’ il territorio e tu-telarlo da eventuali abusi. Lo scorso8 febbraio la Provincia di Roma in unalettera all’Arpa Lazio (Agenzia Re-gionale per la Protezione Ambienta-le) ha chiesto l’esecuzione dei rilievinecessari per valutare il rischio am-bientale in relazione all’antenna WindEricsson situata su palazzina di civileabitazione vicino al centro anziani diVia del Mare (in direzione Albano),alle scuole, e poco distante da un par-co giochi pubblico frequentato in mag-gior parte da mamme e bambini. Lavicenda della presunta pericolosità delripetitore è arrivata alla ribalta delle

MARINO

Nisi miglior calciatore!(Lina Furfaro) - Un Pulcino 2003, un bam-bino che suona il violino, gioca a scacchi,un compagno pieno di energia, spigliato,esuberante, ottimo alunno della Scuola Pri-maria “Anna Frank” di Frattocchie- Mari-no, simpatico… è Alessandro De Nisi, ilmiglior calciatore, come decretato dal Di-partimento Calcio del Comitato Provincia-le AICS Roma. Alessandro che gioca conimpegno, nel rispetto delle regole… sulcampo da gioco, e un Pulcino appartenen-te alla Polisportiva della Città di Ciampino.Per i 50 anni di storia, l’AICS di Roma, il25 marzo al Circolo Sportivo Tobia Lungo-

tevere Dante - durante la finale che, anche se è stata persa ha vistouna squadra molto vivace - ha premiato due piccoli giocatori dellaPolisportiva. Nei festeggiamenti di chiusura del torneo 2012, i ragazzidel 2003, hanno ritirato ben due premi: Categoria 1999 - Miglior Por-tiere - Polisportiva Città di Ciampino - Spaziani Alessandro; Categoria2003 - Miglior Giocatore - Polisportiva Città di Ciampino - appunto, ilnostro amatissimo compagno di classe III A di Frattocchie, De NisiAlessandro. Una grande e bella soddisfazione per i nostri due atleti eper il lavoro sul campo da gioco della Polisportiva di Ciampino. È Pa-squa… complimenti a tutti i nostri Pulcini!!!

cronache grazie alla segnalazione dellalocale associazione A.N.P.I. (Asso-ciazione Nazionale di Partigiani) e delComitato Cittadino costituitosi. La ri-chiesta da parte della Provincia è sta-ta seguita dopo qualche settimanadagli accertamenti di rito, con stru-mentazione, da parte di personale tec-nico e si attende con ansia il responsoriguardo l’entità delle emissioni noci-ve. Pavona sembra sia già un territo-rio bersagliato con un aumento moni-torato dei casi di tumore; a questoproposito è partito il ricorso delle am-ministrazioni di Albano e CastelGandolfo, giunto al giudizio del TAR,per la rimozione della fonte di elettro-smog (via del Mare è divisa a metàfra i due comuni). La vigilanza el’eventuale risanamento per la tuteladall’inquinamento elettromagnetico,infatti, restano sotto la diretta vigilanzadei Comuni ospitanti in base alla Leg-ge Regionale 14/1999 articolo 115.

PAVONA

No elettrosmog, la Provincia s'impegna

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Rubrica a cura di: Maria Lanciottie-mail: [email protected]

12Notizie in... CONTROLUCE aprile 2012

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Politici monticiani del dopoguerra - Ulderico Pitolli - 3

Vacanze a Subiaco nei primi anni ’50 - 2Vita di campagna

(Maria Lanciotti) - (daCampo di grano - giochi,istruzione, mestieri nellaCiampino del dopoguerra).Nella grande cucina il cami-no, il lavandino di peperino, ilfornello a carbone, la lunga ta-vola e le sedie impagliate. Po-sta un gradino più in basso lasala da pranzo, dove però nonsi pranza mai; odora di grot-ta, di mele secche, di salsiccee prosciutti. Sopra ci sono lecamere da letto con le fine-stre che guardano il ruscelloe il fosso, uno davanti e l’al-tro dietro casa; la scala di le-gno scricchiola ogni anno dipiù. Fuori c’è il chiosco coirampicanti, il tavolo rotondodi marmo e la panca che vi gira attorno. Più avantiil forno il pollaio la stalla il fienile, e la cantinaricavata nel tufo. Arrivano anche zia e mamma,stanno ancora raccontandosi. Zia Palmira gridaaù e in risposta arriva dalla collina l’aù di zioBenedetto che subito accorre e ci abbraccia, fe-lice: - Cognata mea, bella meluzza de zìBebetto... Poi tutti a tavola; brodo di gallina con iquadrucci, frittelle di fiori di zucca, prosciutto…-E Ninnacchio? - chiedo allarmata, ma mi diconoche il maialino sta bene e ingrassa a vista d’oc-chio. Non chiedo altro e mi gusto il prosciutto, ilfilo di grasso si scioglie in bocca come crema.Nonno Gigi è il padre di zio Benedetto, non è pro-prio mio nonno, ma lo chiamo nonno lo stesso; imiei non li ho più, nonno Agostino e nonnoGiacamuccio li conosco solo per le fotografieche stanno sulle loro tombe, quasi ogni giorno por-

tiamo loro un fiore raccolto per via,il camposanto è di strada quandosi va in campagna. Nonno Gigi hala pelle rosea di un neonato, man-gia sale grosso a puiji , lo mandagiù con due o tre soreji d’acqua,e si sciacqua la bocca con un belbicchiere di rosatello. Nonna Ma-ria abita a Piazza Palma, al centrodel paese, ma ogni mattina abuonora viene a Riarco per divi-dere il lavoro con gli altri. Dalguarnello di nonna esce di tutto:mele secche ficorelle nocchie noci,pezzi di pane bianco e di pizza gial-la. Nonna odora di anice e difinocchiella selvatica. Appena fi-nito di mangiare corro al fosso esaltellando sulle pietre lucenti, at-tenta a non scivolare, m’incanto a

guardare le pozze nere di girini, la vegetazioneaggrovigliata che si arrampica lungo la scarpata,fino alla parete brufolosa della casa. Poi corro alruscello davanti casa che passa sotto il ponticello,continua il suo cammino e più avanti si unisce aglialtri corsi d’acqua. La sera zio suona la fisarmo-nica e zia Palmira canta le stornellate. Ed io, allafine del giorno di festosa accoglienza, mi doman-do e dico che altro ci può essere di meglio almondo. I miei zii non hanno figli, ma noi nipotisiamo tutti figli loro. Della famiglia fanno parteFrizzetto e Gigetto, cane e gatto, la mucca Stellina,la somara Rosinella e quel certo Ninnacchio chenon invecchia mai. Tutti gli animali sono chiamatiper nome e trattati con affetto, ma ognuno devefare il suo dovere.Dopo cena arriva Adelina con tutta la famiglia,per salutarci. E mentre Antonio detto Pellacchio

discorre con nonna Maria detta Peruzza e connonno Gigi detto Mezzoprete, noi ragazzi ci os-serviamo un po’ confusi; non siamo più gli stessidell’anno scorso, siamo molto cambiati e ci guar-diamo con un certo imbarazzo. Domani mammariparte. Alla stazione dell’autobus zia come sem-pre le dirà di stare tranquilla e sventolerà il fazzo-letto fin quando l’auto sparirà alla prima svolta.Dopo il giorno di festa si torna alla fatica quotidia-na. La vita di campagna m’insegna quanto il con-tadino sia tenace e abituato al sacrificio. Quando ilcanto del gallo mi sveglia, scendo in cucina e trovoil latte appena munto a bollire sul fornello a carbo-ne; zia con la punta del cucchiaio trattiene la pan-na spessa un dito, mentre lo versa nel tazzone doveha già spezzato il pane. Sapone e asciugamano escendo a lavarmi al fosso, l’acqua gelata striglia lapelle e la mente. Quando risalgo, il sole spunta dallacollina e rapido dipinge il mondo di rosa. Ramazzol’aia con la scopa di pungitopo, il mio primo compi-to e forse l’unico quando si resta a lavorare a Riarcoo quando zia fa il pane. Invece, quando si vanno alavorare i terreni alle Cone o in qualche altroappezzamento, si parte presto col somarello cari-co. Rosinella si arrampica sui tufi graffiando laroccia ed io dietro attaccata alla sua coda, ma inpianura zia mi issa sul basto. Mi sento allora corsaradella montagna in groppa al mio focoso destriero.Il povero animale è tormentato dai tafani, cerca didifendersi in tutti i modi, ma quelli gli vogliono man-giare pure gli occhi, e me ne viene rabbia e pena.Con una frusta di salice imperverso su Rosinella echissà chi la tormenta di più, se io o i tafani. Arri-vati alle Cone saluto il malvone rosa. Lo trovo sem-pre in fiore e m’immagino che sia fiorito tutto l’an-no. Saluto anche i girasoli, che mi ridono in faccia.D’estate in campagna non c’è un attimo di riposo,salvo la domenica (continua).

Zia Palmira

(Patrizio Ciuffa) - Ormai cittadino libero ripren-de la vita quotidiana con gli amici di un tempo efrequenta l’associazione dei Maestri Cattolici;qualcosa però gli manca, un’occupazione anchemodesta che gli permetta di andare avanti. Colfratello più grande si dedica ad un piccolo com-mercio di generi alimentari. Questo lavoro prov-visorio non lo soddisfa; la sua mente è semprerivolta verso altri ideali, mete più alte. Riprendegli studi, si iscrive alla facoltà di pedagogia e nel1948 supera gli esami di abilitazione magistralecon la nomina nella scuola elementare di MonteCompatri. Decide di impegnarsi in politica, conl’obiettivo di portare benefici e aiuti ad un territo-rio devastato. Il paese è ancora in rovina e instato di abbandono. C’è molto da fare; armato dibuona volontà Ulderico raduna e prepara uominivolenterosi per dare inizio alla ricostruzione delpaese. Insieme a vecchi amici dell’Azione Cat-tolica, dà inizio ad un nuovo partito: la Democra-zia Cristiana di Alcide De Gasperi. Quante lotte,quante riunioni per affermare i nuovi principi! Equanti comizi in piazza per sconfiggere gli avver-sari. E con questo spirito battagliero apre la stra-da a un rinnovamento politico e sociale, al pro-gresso e al benessere di Monte Compatri. Perquesto scopo si lavora alacremente e finalmentenel 1952 il Comune di Monte Compatri è ammi-nistrato dalla Democrazia Cristiana. Sindaco è

Ruggero Villa contornato da uomini onesti e in-tellettuali preparati: Lavagnini, Camponeschi,Pitolli, Luzi, Felici S., Brandolini, Emilio C. ed al-tri. Ulderico è assessore ai lavori pubblici. I nuovieletti nel giro di pochi anni rimettono in sesto ilpaese realizzando opere importanti: strade, scuo-le, piazze, campi sportivi… Da ricordare la siste-mazione della passeggiata, la rete elettrica e l’ac-quisto della “Villetta” per farne un parco comu-nale. Nella seconda legislatura - 1956-60 -Ulderico è di nuovo assessore ai lavori pubblici ecome insegnante elementare dirige il Patronatoscolastico organizzando un’efficiente refezionecon ottime cuoche e inservienti. Con l’interventodella C.R.I. crea un laboratorio dentistico ed unostudio medico diretto dall’ufficiale sanitario, in

modo che i bambini nel primo ciclo scolasticopossano essere controllati periodicamente.Ha molto da fare sia come insegnante che comemembro dell’amministrazione, compiti che lo af-faticano, ma lo rendono più maturo e responsabi-le. Lavora per il bene dei cittadini. Terminato ilsuo mandato negli anni Sessanta è segretario delpartito della Democrazia Cristiana. Svolge man-sioni amministrative e sociali, fa opere di benefi-cenza. Nel giro di pochi anni il paese raggiunge ilmassimo splendore, l’economia migliora, si svi-luppa il turismo.Monte Compatri è conosciuto come uno dei mi-gliori paesi dei Castelli Romani. “Un mare di os-sigeno alle porte di Roma” diventa lo slogan delpaese che appare spesso sui manifesti turistici.Tanti turisti vengono dalla capitale e dai paesi vi-cini per assistere alle manifestazioni “Dell’Ago-sto Monticiano”, la più importante delle quali è“L’Angelo d’Oro” che premia i migliori cantantidell’epoca. In questo periodo Ulderico Pitolli faparte del Comitato Provinciale di Roma insiemeall’On. Borzi, Mechelli, Carlo Felici, svolgendomansioni di prestigio e di coordinatore. Riesce amettere ordine e a risolvere ogni problema. Par-tecipa al Congresso Nazionale della Democra-zia, all’EUR nel 1964, come dirigente insieme alfratello Mario e nell’occasione riceve la targa inbronzo di Alcide De Gasperi. (continua)

Page 13: Buona Pasqua - Controluce

13Notizie in... CONTROLUCE aprile 2012

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Rubrica a cura di: Armando Guidonie-mail: [email protected]

Scienza

A mbiente

(Renata Palma) - Com’è possibile trasportare unaLoggia di di dimensioni ragguardevoli all’interno diuna esposizione di arte? Con le più moderne tecno-logie ciò è possibile. La bellezza di circa duecentospecie botaniche, gli arazzi, i festoni, le rappresenta-zioni del Concilio degli Dei del Convito nuziale, i puttirappresentati della Loggia di Raffaello “Amore e Psi-che”, di Villa Farnesina a Roma si possono ammirarein tutta la loro interezza, perfezione e bellezza in unamostra a Castel Sant’Angelo.L’esposizione, molto elegante dell’allestimento, è in-titolata “La Favola di Amore e Psiche. Il mito nell’artedall’antichità a Canova” e tra i capolavori presentiprovenienti da varie collezioni - dipinti, disegni, scul-ture, incisioni, arazzi e terracotte - spicca la riprodu-zione in 3D realizzata da ENEA con il RadarTopologico a Colori. La loggia riprodotta fu affrescatada Raffaello nel 1518 ed occupa i 96 m2 della superfi-cie della volta. Rappresenta la storia esemplare diPsiche e del trionfo dell’amore. Commissionata dalfacoltoso banchiere Agostino Chigi per le sue nozze,la loggia è - grazie a questa ricostruzione - quantomai godibile dal pubblico. Si possono apprezzare par-ticolari altrimenti non percepibili. Giorgio Fornetti,

Anche la Loggia di Raffaello alla Mostra Amore e Psiche a Castel Sant’Angelo

fisico dell’Unità Tecnica Sviluppo di Applicazioni delleRadiazioni e appassionato di arte, ha spiegato cheper completare l’intera scansione sono stati neces-sari 4 giorni interi di lavoro da una distanza delpuntamento di 8 metri. L’immagine ottenuta presentauna densità di punti pari a circa 300 Megapixel checorrisponde ad una risoluzione 25 volte superiore aquella di una fotocamera reflex da 12 Megapixel.

Il Radar Topologico offre sorprendenti risultati dalpunto di vista della risoluzione e dell’apparato otticoche ne permette anche una misura differenziale dicolore dei pigmenti a distanze di decine di metri eattualmente rappresenta il risultato più avanzato nelcampo della ricerca e sviluppo di dispositivi opto-elettronici a laser per la diagnostica remota noninvasiva dei beni artistici. Questa tecnologia permet-te di scansionare grandi superfici di opere d’arte,spesso uniche e intrasportabili, situate su pareti esoffitti ad altezze elevate, che possono essere rico-struite in digitale e riprodotte in 3D per offrire ai visi-tatori una suggestiva visione dell’opera e agli esper-ti uno strumento per l’approfondimento della cono-scenza dell’opera. Questa tecnologia è già stata im-piegata per lo studio di altri spaccati del nostro patri-monio artistico: la Cappella Carafa, presentata allaMostra del ‘400 al Museo del Corso nel 2009, la Cap-pella Sistina e la stessa Loggia di Amore e Psiche allaMostra del ‘500 a palazzo Sciarra di via del Corso aRoma e dell’Oratorio di San Pietro Martire dei fratelliTorresani a Rieti.Il dottor Fornetti afferma che il sistema potrebbe esse-re utilmente utilizzato anche per scopi didattici e divalorizzazione delle opere d’arte in modo che lafruizione risulti particolarmente efficace anche lonta-no dai luoghi deputati e che con strumenti softwareopportuni questi risultati possano anche essere di-vulgati via rete.

Riproduzione della volta in 3D

(Giuseppina Brandonisio) - Unadelle principali strade di Roma, ViaCavour, è ormai succube dellosmog e dei rumori: PM10 e Benzenefuori legge due giorni su tre.Decibel sempre oltre i limiti:fuoricontrollo giorno e notte. C’è co-munque allerta in tutta la regioneper le polveri sottili killer. L’allarmegiunge da Legambiente, dopo leanalisi effettuate su Roma e su tut-to il Lazio dal Treno Verde, la cam-pagna di Legambiente e Ferroviedello Stato Italiane realizzata con la partecipazione delministero dell’Ambiente e con il contributo di EnelGreen Power. Una struttura mobile della RFI (Rete Fer-roviaria Italiana) ha avuto il compito di misurare i livellidell’inquinamento atmosferico e acustico, ad “altezzauomo”, nelle città italiane. Camminando per le straderomane nelle giornate del 15 e del 16 marzo, i volontaridel Treno Verde, grazie alle loro apparecchiature por-tatili, hanno misurato i livelli di smog e la concentra-zione di polveri sottili, rilevando che Via Cavour, lazona tra Corso Trieste, Viale Somalia, Via Eritrea, ViaSalaria e Viale Regina Margherita, sono le più colpitedal “mal d’aria”. Infatti le polveri fuorilegge qui si re-spirano due giorni su tre, con media giornaliera di 78microgrammi per metro cubo (sabato 17 marzo) e 75μg/m3 (venerdì 16), rispetto al limite giornaliero di 50μg/m3. L’inquinamento acustico da record invece ècostante: sempre sopra i 70 decibel, tre giorni su treben oltre i limiti di legge, sia di giorno che di notte.Anche l’Arpa Lazio conferma l’allarme smog per lacapitale: nella centralina di Corso Francia proprio ve-nerdì 16 marzo, in uno dei tre giorni in cui Legambiente

Via Cavour: la strada dei veleni e dell’inquinamento acusticoha effettuato le proprie misurazio-ni, il bonus concesso dalla legge,di 35 superamenti annuali della me-dia giornaliera di PM10, è stato giàraggiunto, esaurendosi perciòdopo soli 77 giorni dall’inizio del-l’anno. Nel resto del territorio lazia-le, la città maggiormente colpitadallo smog è Frosinone, dove i su-peramenti sono già arrivati a 56 gior-ni. Frosinone è settima nella blacklist delle città italiane per numero digiorni di superamento dei valori

consentiti del PM10. La situazione è molto grave eperciò Lorenzo Parlati e Cristiana Avenali - rispettiva-mente, Presidente e Direttrice di Legambiente Lazio -lanciano un appello in difesa della salute dei cittadini,invitando le amministrazioni comunali a promuoverenuove iniziative utili a limitare i danni da inquinamen-to quali: pedonalizzazioni, estensione delle zone 30 edelle ZTL, dare più spazio alla “ciclabilità” delle stra-de. Secondo Legambiente occorre attuare concreta-mente «una politica integrata di mobilità sostenibileche includa tutto il territorio laziale in una rete virtuosadi interventi volti ad abbattere i livelli degli inquinantiatmosferici, tutelare la salute dei cittadini e preservareil patrimonio artistico». Ma, dietro i buoni propositi, èsoprattutto la situazione di Roma a lasciare poche spe-ranze, infatti, dal monitoraggio di Treno Verde si è po-tuto osservare che «nelle ore di punta del mattino suVia dei Fori Imperiali transita un flusso di ben 3.400veicoli all’ora, mentre il Comune rimane immobile, sonoscomparse le domeniche a piedi, così come le stradeverdi, e il Colosseo, che poteva essere pedonalizzatoin pochi mesi, ancora rimane uno spartitraffico».

Seta-Killer uccide l’antrace!!!(Wanda D’Amico) - Un trattamento semplice ed eco-nomico è in grado di convertire la seta comune in untessuto che uccide i batteri che causano malattie, inpochi minuti. Si era già scoperto da qualche tempo chealcune sostanze chimiche, tra cui gli agenti ossidanti oalcuni composti del cloro, siano in grado di distruggerele spore batteriche, se applicate su tessuti quali cotone,poliestere, nylon e Kevlar, ma la loro efficacia non dàalcun risultato sulle spore batteriche, come quelle delgenere Bacillus (in grado di germinare in cellulemetabolicamente attive, anche dopo milioni di anni,dopo aver sopportato condizioni ambientali difficili otrattamenti chimici molto aggressivi). Un gruppo discienziati guidato da Rajesh Naik, ha scoperto un per-corso per la produzione di tessuti che uccidono le sporebatteriche e le cellule in pochi minuti di esposizione.Utilizzando questo facile processo un comune drappodi seta viene fatto reagire con una soluzione candeg-giante diluita, risciacquato con acqua, ed essiccato. Irisultati ottenuti dimostrano che la seta trattata solo perun’ora è già in grado di uccidere tutti i batteri di E. colitestati entro 10 minuti, e ha dato ottimi risultati anche suspore di antrace. Data la potente attività battericida esporicida dei tessuti, Rajesh N & Co., descrivono unagamma di possibili utilizzi di questa nuova seta killer:make-shift tende e altri rivestimenti di protezione chetutelano abitazioni e altri edifici in caso di un attaccobioterroristico, ma anche come aiuto per purificare l’ac-qua nei paesi con carenti condizioni igieniche o permitigare gli effetti di alcune sostanze tossiche.

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Le nano-biotecnologie 3/9: Profili critici delle nano-biotecnologie - Lab on a-chip technology(Wanda D’Amico) - Nello sviluppo della ricercasulla produzione di nano-materiali e di nano-dispositivi, si possono individuare tre grandi filoni:1. l’ottimizzazione delle tecnologie già esistenti (peruna più completa applicazione nel settore medico);2. lo sviluppo di nuovi sistemi multifunzionali (perla diagnosi delle malattie e la somministrazionemirata dei farmaci);3. un aumento delle competenze e delle cono-scenze al fine di consentire una produzione dimateriali sempre più affidabili, specializzati eriproducibili, aumentandone quindi l’efficacia eriducendo i costi di produzione.L’applicazione delle nano-tecnologie in campo bio-medico ha come obiettivo primario quello di rea-lizzare un monitoraggio continuo e completo del-l’organismo umano lavorando a livello molecola-re per ottenere benefici medici e clinici mediantel’utilizzo di nano-dispositivi e nano strutture, con-tribuendo in tal modo alla tutela della salute.Oltre a potenziare le tecniche già esistenti, le nano-biotecnologie dovrebbero perciò consentire di:- costruire molteplici dispositivi sensibili di ana-lisi e di misurazione in vitro;- produrre nuovi tessuti ed organi artificiali;- addestrare sistemi biologici a riparare altri sistemibiologici a supporto della medicina rigenerativa;- ideare ‘3-D display’ per l’emissione di segnalibio-molecolari, sensori e meccanismi per il con-trollo telemetrico mobile e in vivo;- elaborare sistemi multifunzionali di diagnosi col-legati alla somministrazione intelligente di farmaci;- affinare i metodi bio-analitici di comprensionedei meccanismi di funzionamento dei sistemicellulari e molecolari.Lab on a-chip technology. Uno degli impieghipiù promettenti delle nano-biotecnologie in medici-na riguarderebbe la possibilità di prevenire l’insor-gere di malattie attraverso laboratori ciberneticiminiaturizzati (lab on a-chip technology). Oggi gior-no piccole nano-sfere, sono impiegate nell’uomo(per via sperimentale), a scopo diagnostico, ma l’uti-lizzo di questi chip potrebbe rendere più semplici eimmediati svariati test genetici. Si potrebbeauspicare un continuo e costante controllo medi-co: nano-particelle potrebbero essere utilizzateanche come supporto di rilascio di medicinali mi-rati ad annientare o riparare singole cellule; mate-riali di dimensioni nano-metriche possono costitui-re il substrato in cui virus o molecole di DNA pos-sono essere incapsulate oppure ordinate. L’intera-zione di queste bio-molecole con nano-particelle,nano-tubi o la superficie nano-metrica possono ser-vire per riconoscere proteine specifiche o virus,oltre che per poter veicolare le molecole fino albersaglio. Gli straordinari vantaggi di queste tecni-che, nella prevenzione e nella cura mirata, lascia-no ipotizzare, quindi, la possibilità di diminuire l’in-cidenza di malattie mortali, come il tumore già nel-l’arco di vita della generazione presente, il tutto es-senzialmente mediante la prevenzione.Di contro, c’èda prendere in esame il complesso problema del-l’enorme pressione psicologia che questo potenzia-le auto-monitoraggio potrebbe determinare:- È tollerabile l’idea di essere continuamente sot-to osservazione?- Come e da chi andrà gestita questa massa dinotizie?- Come inciderà sul rapporto tra salute e malattia?- Come continuare a garantire la riservatezza deidati sensibili? La stessa tecnologia con cui si

immettono nell’organismo ‘DNA chips’ per effet-tuare screening medici o per rilasciare farmaci con-sente di fabbricare nano-sensori, nano-camere enano-microfoni. Un controllo telemetrico funzio-nale e mobile con sensori e congegni in vivo po-trebbe servire tanto a scopo diagnostico, quanto ascopo politico, per arrivare ad un controllo integra-le dell’intera popolazione senza che questa possa(neppure minimamente) rendersene conto.Va comunque ribadito che tutto ciò è già possibilesenza ricorrere alle nano-biotecnologie; esistonole c.d. smart tags, basate sulla tecnologia RFID(Radio Frequency Identification), che sono attual-mente impiegate per controllare gli accessi nellebiglietterie o nei trasporti. Si tratta di oggetti moltopiù piccoli di un decimo di millimetro e quindi asso-lutamente invisibili. Attualmente, non vi è nessunadifficoltà tecnologica nel ridurne ancora le dimen-sioni e nell’ampliarne le funzioni per controllare,integralmente e inavvertitamente, ogni aspetto dellavita privata. L’uso di nano-tecnologie potrebbe au-mentare esponenzialmente questo rischio, perchésarebbe estremamente difficile riuscire a control-lare e impedire che lo stesso nano-chip che serveal rilascio di un farmaco sia anche programmatoper altre funzioni. Si tratta di scenari avveniristici,ma tecnologicamente possibili. Non si possono tra-sformare le ipotesi romanzesche in problemi bioetici,ma non si possono neppure ignorare il problemadel controllo e dell’eventuale condizionamento adistanza che diventano estremamente attuali siaper effetto delle misure di identificazione e accer-tamento, sempre più invasive e sempre più sofisti-cate sia per effetto dell’estrema miniaturizzazionedei possibili strumenti di monitoraggio. Se, attual-mente, il braccialetto elettronico è ritenuto uno stru-mento legittimo per controllare i soggetti in libertàvigilata, cosa impedirebbe di utilizzare le ben piùraffinate e sicure nano-tecnologie? Se (è invocatala castrazione chimica) per impedire il compimen-to di determinati reati sessuali, perché non pensa-re di inibire qualsiasi comportamento violento uti-lizzando dei nano-chip? Anche se si tratta mereipotesi, se non di suggestioni romanzesche, appareindifferibile una riflessione sui limiti etici della bio-sorveglianza, sui rapporti tra libertà e sicurezza:quando il controllo diventa condizionamento, maquando il condizionamento violazione dell’integritàpersonale? C’è chi si spinge ancora oltre e ipotizzal’ideazione di nano-chip in grado di condizionare adistanza il sistema nervoso. Lo stesso meccani-smo che consente di superare le barriere cerebraliper interagire con specifiche molecole o per il rila-scio di un farmaco potrebbe essere utilizzato, ma-gari attraverso l’autorizzazione di un giudice, perreprimere certi impulsi violenti o per controllarecerte forme di perversione sessuale. Crichton ave-

va scritto, molto tempo fa e senza ancora pensarealle nano-biotecnologie, un altro romanzo, Il ter-minale uomo (The Terminal Man) in cuiipotizzava l’utilizzazione di un sistema di elettrodiper controllare a distanza le crisi di violenza omici-da scatenate da una strana forma di epilessia e suquesta sica si potrebbe ipotizzare l’ideazione dinano-chip in grado di condizionare a distanza il si-stema nervoso, o il rilascio di un farmaco ‘bersa-glio’ direttamente nelle aree celebrali coinvolte nellereazioni violente oppure per controllare alcune formidi perversione sessuale.Attraverso gli strumenti di analisi che utilizzanonano-immagini, in un futuro prossimo ci si auspica,quindi di arrivare a conoscere l’inizio e la pro-gressione di una malattia, monitorando in terminireali e in vivo i processi cellulari e molecolari. Èdunque in questa ottica che si aprono nuove pro-spettive terapeutiche e farmacologiche attraver-so la messa a punto di nano-capsule a composi-zione particolare che, superando le barriere bio-logiche, siano in grado di trasportare il farmaco edi rilasciarlo in maniera organo-mirata. La pro-gettazione di supporti nano-strutturati ( tessuti bio-logici artificiali) sensibili, potrebbe consentire larilevazione immediata e il controllo nel tempo delmanifestarsi di fenomeni degenerativi, impeden-do il diffondersi del cancro, delle malattieneurovegetative, cardiovascolari, polmonari, ocu-lari ed altre ancora. Un’ipotesi a lungo terminepotrebbe prevedere l’ideazione di sistemi sinteti-ci bio-reattivi idonei al trasporto intracellulare dimacromolecole a scopo terapeutico, ma anchecapaci di autoregolarsi, dando vita a nano-struttrure costituite da biosensori accoppiati ameccani. (continua)

Micronit Lab-on-chip products

Caro Omero... ipocrisia religiosa(Manuel Onorati) - Molte persone vivono pie-namente e intensamente le loro giornate. Alcu-ne di queste sono gestite da uno scambio inter-nazionale ‘falso’, o comunque strutturato per rap-presentare una maschera. Tanto più grande è ilgrado di complicità, o felicità, maggiore è la pro-babilità di finzione. Il numero statistico delle ade-sioni ad una religione è in costante diminuzione,vuoi per mancanza di tempo, vuoi per una cultu-ra molto diversa da quella che ci ha preceduti.In controtendenza, il numero di predicatori tra ifedeli è aumentato, così come la scarsa atten-zione per il prossimo - fondamento trascenden-tale di numerose religioni - che determina un’ap-parenza effimera e molteplice degli individui cheincontriamo ogni giorno. È dunque questa la spe-ranza che ci si presenta? Tanti giudicati e altret-tanti giudicanti tentano una purificazione del pro-prio animo, turbato dal loro comportamento trop-po distante dai valori religiosi. Gli individui di-ventano macchine, i predicatori sfiorano la divi-nità, innalzando ogni qualvolta il loro grado dionnipotenza, superando di gran lunga il loro Dio,poiché ‘affabili’ bestemmiatori. Una soluzioneè possibile, ma difficile da raggiungere; si è con-tinuamente sottoposti a stress psicofisici, gene-rati dal denaro e dall’invidia, e ricercare un equi-librio interiore, trasferirlo ad altri, risulta estre-mamente complesso. Ora l’abitudine è quella dicercare sempre il meglio per restare competiti-vi, si studia più per compiacere che per piacere,l’uomo, come descrive Machiavelli, tende a vo-lere tutto disponendo di mezzi limitati.

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Horror Project(Manuel Onorati) - Nel mese di ottobre 2011 è nata la

collana Horror Project, edita dalla casa editrice UniversI-talia. La collana, che si propone di riservare particolareattenzione a quello che è il cinema horror indipendente enon, si impegna a dare spazio a scrittori emergenti legatial genere, attraverso pubblicazioni di romanzi e antologiedi racconti brevi. A lanciare Horror Project è stato il libroTerrore Italiano: l’horror contemporaneo racconta-to dai protagonisti , un dichiarato omaggio al genere, masoprattutto una dimostrazione che l’horror made in Italy èpronto per tornare alla riscossa. All’interno del libro sonopresenti interviste ad alcuni dei protagonisti dell’horror tri-colore contemporaneo, tra cui Ivan Zuccon, GabrieleAlbanesi e Sergio Stivaletti. Ad oggi, la collana conta ottotitoli nel suo catalogo, tra cui il dvd de La Progenie delDiavolo, un film indipendente che vuole omaggiare il ci-nema gotico del grande maestro Pupi Avati, pubblicato inuna preziosa edizione limitata da collezione che compren-de, oltre al film e ai contenuti extra, anche un esclusivobooklet di ben cinquantasei pagine che tra approfondi-menti e interviste agli autori, cerca di dare una panorami-ca completa sul film. La collana, curata da DanieleFrancardi (autore del libro Terrore Italiano) e dal comi-tato scientifico composto da Roberto Giacomelli (criticocinematografico) e Marco Saraga (sociologo), ha bandi-to anche un concorso nel mese di settembre 2011, da cuiè nato il libro I Racconti di Horror Project, che ha vistopubblicare dieci tra i migliori racconti pervenuti in reda-zione. Tra i libri presenti nel catalogo, segnaliamo anche Ilcaso Twin Peaks di Paolo Gamerro, opera che si ponecome obiettivo quello di far emergere l’importanza delserial Twin Peaks, perfetto punto d’incontro tra serialitàe autorialità, pietra miliare della storia della televisione,imprevedibile e appassionante melange di diversi generi,che ha tenuto incollati allo schermo una miriade di spetta-tori da tutto il mondo, e The Fly - lo Sguardo della Mo-sca di Luciano Filippo Santaniello, un libro concepito peranatomizzare scrupolosamente ogni singola porzione del-l’opera di Cronenberg La Mosca, articolandosi su diversilivelli di analisi. L’autore sviscera le tematiche e i signifi-cati profondi de La Mosca dimostrando che il film, trat-teggiando un continuum estetico con i precedenti lavoridel regista canadese, non debba essere percepito comespartiacque tra il vecchio e il nuovo Cronenberg, ma unulteriore tassello di un mosaico degli orrori in cui meta-morfosi, melodramma e ossessioni carnali si accorpanoin un unico idioma. Ad aprile, inoltre, la collana HorrorProject presenterà anche un magazine dedicato a questogenere, dal titolo Horror Project Magazine: una rivistache sarà utile per avvicinare addetti ai lavori e pubblico,con lo scopo di condividere la passione per il genere, masoprattutto per contribuire a dare quella giusta visibilità adun genere troppo spesso, ingiustamente, etichettato “dinicchia”. Già dal primo numero saranno presenti conte-nuti esclusivi, tra cui un’intervista da non perdere ad An-tonio Bido, il maestro del giallo all’italiana che negli anni’70 diresse due cult quali Il gatto dagli occhi di giada eSolamente nero.

(MB) - In un’epoca in cui possono bastare duenote per fare una canzone (o peggio, un suc-cesso), bisogna premettere che nel lavoro Noi,la nostra Storia la Vita e le Favole c’è pro-prio tanta musica. Musica d’Autore nel sensoclassico del termine, dove si fondono le inten-zioni lirico/musicali dell’autore, in uno slanciocompositivo nato ‘di per se’ ovvero per andareincontro alle proprie esigenze espressive perso-nali (come, a mio avviso, dovrebbe essere perqualunque espressione artistica allo stato puro)e scevro da preventivate contaminazioni com-merciali. Il lavoro richiede una serie di ascoltiper permettere la corretta ricezione del mes-saggio in chiave musicale ed espressiva. È benenon andare a cercare eventuali punti di contattoe/o parallelismi con autori ben più conosciuti chepotrebbero nascondersi dietro ogni brano(Cocciante? Tenco? Branduardi? De Gregori?Guccini (no manca la marcatura politica!) forseDe André, Bindi, Endrigo!) m se ci sono o po-trebbero esserci, nulla può essere tolto alla sin-cera ricerca di originalità dell’ interprete. Le 10tracce del disco scorrono fluide e tuttavia inten-se (tutte di generosa durata temporale), alter-nandosi tra metrature più ritmiche e tradistillazioni melodiche di apparente, sospesa sem-plicità. La cosa che sorprende di più è costituitadall’interpretazione dei brani, caratterizzata dauna impostazione vocale di tipo volutamentesommesso, tesa alla esaltazione confidenziale einsieme appassionata delle tematiche proposte,tematiche che, quasi insistentemente siriconducono a una visione esistenzialistica, mol-to cara all’autore. I testi, molto interessanti, dicontinuo richiamo evocativo agli eterni dilemmiesistenziali (la Vita esteriore con i suoi continuirichiami naturalistici e quella più interiore, lega-ta ai ricordi, agli affetti, alle speranze future)sono stati elaborati con grande ‘sentimento’ etrovano quasi sempre la giusta collocazione nel-l’ampio scenario compositivo. Sia nei brani piùintimisti (È forsi si o è ancora no; Vuoi o nonvuoi… ; La neve e il mare) che in quelli piùritmati (Dove sei; Ancora più bella…;), la stes-sa voce non si discosta eccessivamente dallamodalità dominante del ‘sussurrato’ che perva-de gran parte delle parti cantate. Felicissima,nel pezzo Notte Placida l’intuizione di affidarea una bravissima Vocalist (chi mai sarà?) lasottolineatura e l’esaltazione del testo nel misu-rato e bel ritornello melodico ripetuto ad libitum.Il fraseggio musicale scorre spesso con anda-mento, spesso lento, ora con spunti melodicisuccedenti e tuttavia quasi mai ‘dilaganti’, quasicome se l’Autore desideri sempre richiamarel’attenzione sul messaggio lirico del contesto, al

riparo dalle più facilmente coinvolgentiesternazioni orchestrali, o ancora, pur conceden-do ad alcuni arrangiamenti accattivanti divaga-zioni in chiave decisamente rock (Ancora piùbella di….; Questo bisogno di noi). Certo, nonè facile per l’ascoltatore, sottrarsi alle effusionisonore offerte dalle infinite possibilità contempo-ranee di ‘sofisticare’ le musiche attraverso lamagia degli arrangiamenti, attraverso i quali ven-gono sfoderati sofisticati e al tempo stesso sem-plici interventi ritmici di strumenti ancheminimalisti. Molto in risalto, sovente, dolcissimientrate della chitarra acustica che sottolinea congrande efficacia l’andamento melodico dei temi.Non è noto da chi sia stato arrangiato il lavoro,ma dall’attento ascolto si deduce che chi ne èstato l’artefice conosce molto bene il suo mestie-re. L’apparente contrasto tra il musicista e ilconfezionatore si risolve in una possibile duplicitàdi approccio per l’ascoltatore, che può dilettarsitra la scelta di un accostamento ‘di contenuto’ equello ‘di puro godimento del sonoro’. Elencaree dare un ordine di preferenza alle tracce nonsarebbe onesto da parte di chi scrive; limitiamocia sottolineare che almeno tre brani (3° - 9° e 10°) spiccano per la ottima qualità tecnica di regi-strazione e per il riempitivo sonoro di grande im-patto e la particolare atmosfera che riescono acreare. In estrema sintesi: un disco da ascoltaree consigliare.Info: www.nunziogambuti.com - Official pageNunzio Gambuti - You Tube - Video “Dove sei”Nunzio Gambuti - FacebookiTunes - Music - Nunzio Gambutiwww.amazon.com/Nunzio-Gambuti/.../

Oggi… parliamo di musica

Più vivo che mai(a cura di Giuseppe Chiusano)

Eligio: da eligere scegliere, eleggere, chi daquesto nome si augura che il figlio sia un “elet-to”, uno che si distingua nella vita.Elvio: helvus di colore rosso pallido,giallastro, biondo; che ognuno scelga il coloreche più gli aggrada…Emilio: Aemilia (cortese) famosa gens ro-mana origine di molti personaggi della storia.Lavinia: Lavinia figlia del re del Lazio (pro-messa a Turno, ucciso da Enea) data sposaall’eroe troiano, poi, nome di una città, Lavinio,fondata in onore della moglie.Lelia: Laelia (dal greco lalos loquace) nomedi famosa gens romana; ad uno dei suoi di-scendenti Cicerone dedicò il suo trattato Deamicitia.Liliana: lilium giglio, nella variante bianca èil classico fiore simbolo della purezza…

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Buon compleanno, Mr Joyce!(Nicola D’Ugo) - Il 2febbraio scorso hai com-piuto 130 anni, JamesJoyce. Sei stato, senzaombra di dubbio, l’auto-re più influente di linguainglese degli ultimi centoanni. Dalla tua scritturaderivano i maggiori filoniletterari a te contempo-ranei e successivi (delle

generazioni mia, di Carter e di Beckett), non soloin narrativa, ma pure nella poesia lirica e nel dram-ma. L’elenco di tali influenze, sui più diversi piani(dall’intreccio alla ritmica, dal simbolo al registro,dalla descrizione realistica agli orientamenti psichicidei personaggi, dal dialogismo intertestuale all’ag-gancio comparatistico col passato umano), è im-pressionante. Pensa solo a La terra desolata diEliot, a La signora Dalloway di Woolf, agli es-senziali dialoghi realistici di Hemingway, al dram-ma beckettiano, al linguaggio slacciato di HenryMiller, ad Otto e mezzo di Fellini, alla musica spic-catamente citazionista di Berio, alle polifonie sub-dole di Philip Roth. E oltre, poiché nell’espressionedelle competenze linguistiche passive e nella co-niugazione degli idioletti con la messa alla berlinadei limiti del linguaggio nessuno si è mai avvicinatoai tuoi conseguimenti. Mostrandoci le invisibili por-te a muro del linguaggio (e con esso delle filosofie)sei riuscito a farci amare la scrittura come unacuriosa vasta dimora e a celebrare la vita comeuna lunga serie di reconditi passaggi, poiché in fondo,di là dai limiti espressivi rivelati con la tua ironiainsuperata, sei stato in grado di mettere a nudo coltuo genio soprattutto i sentimenti di noi uomini nel-la nostra quotidiana sensibilità, nelle nostre passio-ni strampalate, illogiche e vitali, celebrando ciascu-no di noi nell’uomo singolo, nella donna singola,come nel finale appassionato e toccante di Ulisse.Per te le filosofie, le grandi astrazioni della politica,delle tirannidi, dei totalitarismi, erano carta strac-cia e pericolosa (lo si sarebbe scoperto dopo, inmodo ben più tremendo del 1914-18) su cui trac-ciare doverosamente con mordente sagacia gli sca-rabocchi perfetti d’una comicità contagiosa e ta-gliente (e per questo meritevole a lungo, mi duoledirlo, di censura). In letteratura, forse nell’arte stes-sa, c’è un prima e un dopo Joyce, e di questo, conumiltà, ti si ringrazia infinitamente.

(Federica Transerici) - Editoria a pagamento eself-publishing, nuovi strumenti di comunicazione emarketing, innovazioni delle tecnologie digitali. Ilmondo dell’editoria cambia e delinea un nuovo sce-nario, una nuova prospettiva. Ragionare sulle possi-bilità di evoluzione e trasformazione di questo setto-re è l’obiettivo del Seminario Annuale curato dallaprofessoressa Francesca Vannucchi per il Corso diLaurea Magistrale in “Scienze dell’Informazione,della Comunicazione e dell’Editoria” dell’Universi-tà degli Studi di Roma “Tor Vergata”. Nuovi (ovecchi?) scenari dell’editoria in Italia, con rife-rimento al mondo delle professioni, dà voce a tecni-ci e professionisti che offrono il loro contributo e laloro esperienza. Ospite del primo di un ciclo di in-contri che si terranno tra marzo e aprile, LoredanaLipperini. Giornalista e scrittrice, collabora da annicon le pagine culturali del quotidiano La Repubbli-ca, è fra i conduttori di Fahrenheit su Radio Tre edal 2004 cura uno dei blog più seguiti della rete,Lipperatura. È su questo blog che LoredanaLipperini ha pubblicato la lista degli editori a paga-mento e a “doppio binario”, seguita poi dalla scrittri-ce Michela Murgia che l’ha resa visibile sul suosito. La lista era stata stilata in precedenza dai re-dattori del blog Writer’s Dream, ma rimossa a se-guito delle minacce e querele da parte degli editoricoinvolti, e forse di qualche autore. LoredanaLipperini ha ribadito più volte durante l’incontro delSeminario, coordinato dalle professoresse France-sca Vannucchi e Luisa Capelli, di essere favorevolealla trasparenza e all’onestà. Dare nuova visibilitàalle liste, ora anche aggiornate e complete, significainfatti permettere agli autori emergenti di deciderecon piena consapevolezza a chi proporre i propriinediti. Perché, però, ci si dovrebbe rivolgere ad uneditore a pagamento? La possibilità di pubblicare,infatti, non è mai stata così ampia: vengono presen-tate circa 160/170 novità al giorno. Gli editori, maicome oggi, hanno ricercato tanti scrittori emergenti,visto che l’esordiente “costa poco”. LoredanaLipperini ha individuato due motivazioni principali: ilnarcisismo, non a caso l’editoria a pagamento vienedefinita all’estero come Vanity Press, e la cecitàverso i propri scritti. L’editoria a pagamento, infatti,prevede che una serie di funzioni e attività svoltedalla casa editrice siano in realtà finanziate dall’au-tore, che arriva a pagare una cifra variabile fra iduemila e i quattromila euro per vedersi pubblicato ilproprio testo. Lo scrittore, allora, non dovrebbe chie-dersi come pubblicare, ma a quale editore affidarsiper poter continuare a restare sulla scena, posto chela vita media di un libro in libreria è di circa quindicigiorni. L’editoria a pagamento, ha ribadito Loreda-na Lipperini, più che essere una democratizzazione,come hanno sostenuto alcuni, sembra essere unascorciatoia per soddisfare le proprie vanità e perconcedersi un po’ di visibilità. La rete potrebbe es-sere, forse, un’alternativa. Grazie ai siti di self-publishing, gli autori procedono, da soli o attraver-so delle community, alla revisione dei propri testipubblicandoli in formato digitale, abbattendo così icosti di produzione e distribuzione. Anche qui, però,sembra mancare la trasparenza. Sul famoso sito diAmazon, infatti, nessuno può vedere le cifre dei librivenduti, mentre la casa editrice inglese PenguinBooks, sul proprio portale, invita gli autori emer-genti ad usufruire del proprio personale per le attivi-tà di self-publishing, ma sembra si richieda anchequi un finanziamento. Quali sono le prospettive? Sivuole scrivere o si vuole pubblicare? Se si è veri

Loredana Lipperini, fra editoria a pagamento e self-publishingscrittori, allora, non basta farsi pubblicare, sperandonel successo. Bisogna allenarsi ai rifiuti, sceglierecon capacità a quale editore rivolgersi, per questoLoredana Lipperini ha ribadito la necessità e l’im-portanza della visibilità delle famose liste. Per il fu-turo, però, c’è ancora speranza. Basta ricordarsiche l’editoria non è solo business, ma è artigianato,è operazione intellettuale e ingegno. L’ultima ten-denza è fare “tutto uguale a tutto”, ma paradossal-mente si creano nuovi scenari per chi vuole batterenuove strade. Spazio, allora, agli editor competenti,alle nuove figure che si dovranno occupare di rea-lizzare eBook e formati che li possano supportare, acoloro che si occuperanno di ripensare in manieraintelligente alla funzione del marketing, senza cade-re nella contraddizione fittizia fra digitale e cartaceo,fra il bene e il male dell’editoria.Per visitare il blog di Loredana Lipperini:http://loredanalipperini.blog.kataweb.it/

Iridologia - 5(Manuel Onorati) - Loreto Bizzarri è uno deimaggiori esperti italiani in iridologia, , diplomatopresso l’ASSIRI e socio fondatore della ISIr,The Italian Society of Iridoligists, presso la qua-le ha svolto attività di ricerca e divulgazione.D - Loreto, lei applica all’interpretazione del-l’iride, delle mappe del sistema familiare, cispieghi meglio.«Il lavoro di ricerca sull’Iridologia Familiare Siste-mica ha mosso i primi passi in virtù di un’osserva-zione del tutto fortuita avvenuta durante lo svolgi-mento di un check-up iridologico. Ero in periodo incui non mi accontentavo più di quel che sapevocirca quei segni iridologici. Dalle persone sentivodelle storie, profondamente umane, spesso ricchedi dolore, ma sempre da quelle storie emergevauna forza. Quella forza profonda e silenziosa, cre-atrice e sostenitrice di legami tra gli esseri umani,che B. Hellinger attribuisce all’Anima. Avevo datempo iniziato a studiare, e poi praticare, quello cheBert Hellinger proponeva nei suoi corsi di Costel-lazioni Familiari. Dopo lo screening iridologico,secondo quanto conoscevo dell’iridologia energe-tica, qualora se ne presentava la necessità, passa-vo a disporre una Costellazione Familiare. Questoera il mio modo di procedere. Sebbene l’iridologiami guidava in modo supremo nell’indagine, ancoranon c’era collegamento diretto fra l’iridologia chepraticavo ed il percorso di “liberazione dagliirretimenti” rappresentato dalle Costellazioni Fa-miliari. Finchè un bel giorno l’illuminazione, l’anel-lo di congiunzione fu improvvisamente chiaro aimiei occhi: un nuovo varco per la conoscenza.»D - Entrando nello specifico, come contri-buiscono le emozioni alle mappe del sistemafamiliare?«Hellinger ha osservato come nelle famiglie, este-se lungo tre-quattro generazioni, vi siano dei lega-mi inconsci molto profondi e coinvolgenti. Questilegami si esprimono e si realizzano attraverso del-le regole inconsapevolmente condivise, ovverospesso non dette, che Hellinger ha denominato “Or-dini dell’Amore”. Un bel giorno, mentre procede-va l’indagine iridologica ed il normale colloquiosecondo lo schema che ho illustrato, si presentò inmodo chiaro e sorprendente il collegamento tra ilsegno osservato e l’irretimento sistemico della per-sona osservata. Da quel primo flash intuitivo è ini-ziata una lunga ricerca per riscontrare a livello sta-tistico l’attendibilità e l’applicabilità della tesi so-stenuta. Si è trattato di individuare come dei segniin una particolare zona dell’iride potessero rappre-sentare un condizionamento a livello familiare. Que-sto lavoro è stato fatto per tutte le zone in cui èstata suddivisa l’iride. L’indagine di ricerca e dellamessa a punto della mappatura iridologica dellerelazioni umane si è sviluppata negli anni con espe-rienze di conduzione dei gruppi di CostellazioniFamiliari sistemiche e verifiche puntuali durante icheck-up iridologici a singoli soggetti, fino ad arri-vare alla sintesi contenuta nel libro presentato. Horiscontrato con i miei allievi che questo nuovo me-todo di indagine iridologica facilita la comprensio-ne e l’esposizione dei temi relativi alle aree,focalizzando in modo preciso all’interno delle rela-zioni familiari quello che H. Wolf aveva di fatto giàintuito ed orientato a livello comportamentale, trac-ciandone le linee guida. Ma la cosa più sorpren-dente è che dallo studio emerge un dato interes-sante per tutte le discipline scientifiche: le sequen-ze emotive irrisolte hanno una traccia genetica.»

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18Notizie in... CONTROLUCE aprile 2012

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(Giovanna Ardesi) - Il 17 marzo scorso un corteodi centomila persone provenienti da tutta Italia hasfilato per le strade di Genova per dire no a tutte lemafie che infestano il nostro Paese da nord a sud.Tra i presenti moltissimi i giovani, con indosso i colo-ri della bandiera italiana, centinaia di familiari vittimedella criminalità organizzata e qualche magistrato,come Piero Grasso e Giancarlo Caselli.Sull'immensa distesa del Porto antico, dopo la tradi-zionale lettura dei nomi delle vittime, hanno risuona-to in modo forte e chiaro le parole vibranti di donCiotti, fondatore dell'associazione Libera e organiz-zatore da 17 anni della "Giornata della Memoria edell'Impegno". Egli ha detto: «Aveva ragione PeppinoImpastato, e mi imbarazza dirlo, le mafie sono unamerda!» Peppino era il ragazzo siciliano fatto ucci-dere dallo zio mafioso Tano Badalamenti perchésfidava la mafia, tra il serio e il faceto, dalla suapiccola stazione radio. «La forza della mafia - hadetto don Ciotti - non è in se stessa, ma sta nelle suealleanze con certi professionisti e settori della politi-ca.» Professionisti come notai, architetti, geometri,avvocati, e cricche di soggetti che contano, dalleP2, P3, P4 fino a cricche locali di politici e nominatiin vari settori dello Stato, tipo enti Parco, CorpoForestale, comandi di polizia municipale, ecc.Per don Ciotti è con questi soggetti che i mafiosipreferibilmente si alleano, ed è su questi stessi sog-getti che deve ricadere la massima responsabilitàdei danni provocati all'economia sana del nostroPaese. Come ha spiegato recentemente il procura-tore di Caltanissetta Roberto Scarpinato «la mafiaè anche un problema macroeconomico, in quantoda essa ha origine quel debito pubblico insostenibileper il bilancio dello Stato. E' sul debito pubblico, in-

Don Ciotti ci crede al "concorso esterno"fatti, che finiscono per gravare i costi della corruzio-ne (quella scoperta dalla Corte dei Conti ammonte-rebbe ad oltre 60miliardi ogni anno), dell'evasionefiscale (che sarebbe di altri 120 miliardi stimati) edei comportamenti illeciti.» Reati, questi, tipici dellamafia e che, secondo Scarpinato, hanno determina-to l'allontanamento degli investimenti dall'Italia so-prattutto di capitale straniero. Così il nostro Paese,stretto nella morsa recessiva dei consumi e degliinvestimenti, non riesce più a crescere mentre l'oc-cupazione scende a picco. A ciò si aggiunge il fattobiasimevole che lo Stato spesso non fa fronte aisuoi impegni di pagamento con le aziende in tempiadeguati. Inoltre, la giustizia civile è troppo lenta e leaziende di sicuro non possono aspettare 20 anni pervedere riconosciuti i propri diritti. Queste coordina-te socio-economiche fanno capire perché sono pre-feribilmente le aziende dei mafiosi (interessati so-prattutto a reinvestire nell'economia legale i loro in-genti capitali guadagnati illecitamente in altro modo)a resistere sul mercato nazionale, mentre le aziendesane e con poco capitale sono costrette a chiudereo ad investire altrove. È sintomatico di ciò il fattoche il nostro Paese sia disseminato di operefaraoniche incompiute, o perché mentre si svolge-vano si è scoperto che erano inutili, o perché i rela-tivi costi economici o ambientali erano diventatiinsostenibili. Ciò accade da noi ovviamente in quan-to le opere pubbliche arrivano a costare anche ildoppio o il triplo rispetto ad altri Paesi europei. Allo-ra, si chiede il cittadino, dov'è finita la Politica fattanell'interesse del popolo? Perché si è diffusa la sen-sazione che la Politica lavori per depotenziare la giu-stizia, depenalizzando i reati, come il falso in bilancioo il concorso esterno in associazione mafiosa?

(Ferdinando Onorati) - Da qualche tempo a que-sta parte, l’attenzione dei mercati finanziari ed ingenere dei “media” si è concentrata sul differenzia-le fra i tassi di rendimento dei titoli di stato tedeschie quelli italiani, l’ormai famoso “spread”, esaspe-rando a volte i toni e facendo (volutamente?) cre-scere l’ansia al potenziale investitore già molto con-fuso di suo. Questo monopolio dello spread ha mes-so in secondo piano, almeno nei confronti della granparte della platea interessata, altre possibili proble-matiche a loro volta nate proprio dalla paura di col-locare i propri risparmi nel modo fino allora consue-to. Ecco che molta parte della liquidità si è riversatanel bene rifugio per eccellenza, cioè l’oro, facendo-gli raggiungere quotazioni mai viste. Proprio questoimpennarsi della quotazione del metallo giallo stafacendo riflettere gli analisti sul rischio di un suobrusco cambiamento di direzione, interrogandosi sela sua valutazione sia reale oppure si tratti di unapossibile bolla finanziaria che certamente non avràgrandi ripercussioni, non avendo un mercato moltoampio, ma che comunque non lascerà indifferenti imercati, dato che in quello dell’oro troviamo pre-senti i grandi patrimoni, che da sempre costituisco-no un importante riferimento per tutte le società fi-nanziarie. Una ulteriore riflessione è doveroso porlanei confronti del petrolio, non a caso definito “oronero”, non solo a causa dei prezzi ormai semprefluttuanti verso l’alto, ma soprattutto perché rappre-senta un termometro per misurare sia l’andamentodella produzione industriale che una facile soluzioneper la voracità del fisco. L’instabilità politica, le ten-sioni sociali e le guerre sempre presenti nei paesiproduttori di questa “utility”, sono fattori che ne in-

fluenzano molto la produzione e di pari passo il prez-zo. Ci troviamo ad assistere ad un inasprimento delbraccio di ferro nei confronti dell’Iran, uno dei mag-giori produttori di petrolio al mondo che, unitamentealle difficoltà di rilancio della Libia e del peggiora-mento dei rapporti internazionali con l’Algeria, co-stituiscono l’attuale scenario che rischia di diventa-re esplosivo nel far lievitare di molto la valutazionedell’oro nero. Già oggi gli esperti di questo settorestimano in 20/25 dollari al barile(con il Brent a 125dollari) il sovrapprezzo dovuto alle tensioni in mediooriente, ma si spingono a dichiarare che se le tensio-ni con l’Iran dovessero peggiorare, il barile potreb-be toccare quota 200 dollari, raddoppiando perciò ilreale valore del bene. Dal punto di vista dei fonda-mentali la domanda resta sostenuta sia in Cina chein India, nazioni in forte sviluppo industriale ed in-cremento demografico, ma(fortunatamente)cala dianno in anno sia in Europa che in America non tantoper la debolezza della crescita economica, che puresiste, ma soprattutto per lo sviluppo delle energiealternative che rappresentano la bella novità in campoenergetico. Il settore del petrolio nasconde quindiun latente pericolo che però sembra poter essereammortizzato da due fondamentali riflessioni: la pri-ma riferita al campo politico dove è sperabile che letensioni fra Iran,America ed Israele si stemperino erestino confinate a sporadiche scaramucce, la se-conda è che il previsto apprezzamento del dollaronei confronti delle principali valute, soprattutto neiconfronti dell’euro,rappresenti un bilanciamento va-lutario che porti ad un sostanziale equilibrio del prez-zo. Un terzo importante elemento di rischio è costi-tuito dal forte apprezzamento di alcuni titoli azionari,

Economia: torna il rischio 'bolla'?

La risposta a tale domanda che don Ciotti dà sulPorto antico di Genova è: «Ho il dubbio che il ten-tativo di demolire il reato di concorso esterno al-l'associazione mafiosa non sia casuale, e che fac-cia parte, invece, di una strategia... Bisogna colpi-re i legami tra mafia, politica e imprenditoria... Alcontrario, si sono spolpati i reati di falso in bilancioe l'abuso d'ufficio che dimostrano cos'è la corru-zione: vergogna!» Appare evidente il riferimentodi questo coraggioso prete alla discussa requisitoriapronunciata dal procuratore generale dellaCassazione Iacoviello sulla sentenza di 2° grado dicondanna a sette anni dell'onorevole sicilianoDell'Utri. In particolare, la frase criticata del pgIacoviello è la seguente: «Al reato di concorsoesterno non crede più nessuno!» Ma per don Ciotti,invece, questa figura giuridica di reato «è utile percombattere la zona grigia, che è la forza della ma-fia ed il suo indebolimento farà pagare a tutti leconseguenze.» Il concorso esterno all'associazio-ne mafiosa deve restare anche per tutti quei citta-dini che ogni giorno sono costretti a difendersi dal-le alleanze potenti che ormai controllano il territo-rio un po' ovunque in Italia. Sono queste personeche lottano per vedere realizzate le loro istanze dilegalità che dovrebbero dire se credono o no alreato di "concorso esterno". Infatti, da quel cheappare interessa poco al cittadino sapere se ci cre-de un parlamento con il numero più alto al mondodi onorevoli indagati e condannati e che, tra l'altro,ostenta volentieri insofferenza di fronte ad una ma-gistratura che va in televisione a commentare leleggi approvate, o in via di approvazione, e pensa aproporre il primato della politica sugli altri potericostituzionali!

in particolare nella Borsa americana dove negli ulti-mi cinque mesi,alcune azioni hanno messo a segnoincrementi del 70%(ad esempio Apple).Nelle stes-se Borse gli indici del Nasdaq e dello Standard &Poor’s 500 sono saliti del 30%, contro il 20% del-l’indice Eurostoxx 50 e Ftse Mib, denotando unaaccelerazione delle quotazioni, ma non creando an-cora un rischio bolla, anche se il perdurare della crisieconomica ed il ritardo della ripresa non giustifiche-rebbero questo comportamento finanziario. L’ulti-mo importante elemento finanziario da valutare ècostituito dalla ingente, corposa iniezione di liquiditàmessa in campo dalla Banca Centrale Europea(BCE), che ha prestato impressionanti quantità didenaro alle banche europee a tassi stiacciatissimi(l’ultimo è stato al 1%). Se da una parte,quindi, lebanche hanno potuto ricapitalizzarsi a tassi bassissi-mi, allontanando molte delle perplessità sul rischiofallimento di alcune di esse, dall’altro c’è il rischioneanche tanto latente di un’impennata dell’inflazio-ne che rappresenterà una spada di Damocle per iprossimi anni. Ecco dunque che se da una parte sicerca di curare un male, dall’altra c’è il rischio difarne venir fuori uno talvolta peggiore. Non siamo,fortunatamente, in questa situazione ma bisogneràapplicare una forte attenzione a questi quattro settori(e non solo a questi)nei prossimi tempi per monitorarnel’andamento ed essere pronti a mettere in campo so-luzioni tranquillizzanti. Tutto questo compete alle for-ze politiche che con le loro scelte traccino un percor-so virtuoso che favorisca la crescita che da tempo èpreoccupantemente assente dalla scena sociale. Edè questo un altro argomento di futura trattazione, nonprivo anche esso di perplessità e di rischio.

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Voci che costruiscono domani - 2/4(Serena Grizi) - Più sei povero più seistraniero - «Alcuni popoli - dice Giovanni,47 anni, bibliotecario - in Italia sono stati,tradizionalmente, meno oggetto di xenofobia,per esempio i cinesi perché abitualmentemolto meno presenti in giro per le strade ele piazze malvestiti e senza un’occupazionee forse anche grazie all’immagine di una co-munità non indissolubilmente legata alla pic-cola criminalità, ad eccezione della cronacarecente. Eppure sui media, mi viene in menteanche nel cinema, si è parlato della temibilemafia cinese e, recentemente, delle vicen-de di Prato e di altri distretti industriali italia-ni letteralmente invasi da comunità cinesi,se ne sa di più grazie allo scrittore EdoardoNesi che scrive nel suo ultimo libro Storiadella mia gente: “A Prato, oggi, legalità elegge, immigrazione, tolleranza e intolleran-za, ideologia, accoglienza, razzismo e inte-grazione, xenofobia e inclusione diventanoferri vecchi incapaci di aiutare a compren-dere quello che succede in una città invasada un’armata silenziosa e impaurita (…) Èun giovanissimo esercito di ricattati chespesso non si rendono nemmeno conto del-l’indegnità delle loro condizioni di lavoro esono ben contenti di vivere e lavorare cosìcome vivono e lavorano, murati dentro ca-pannoni lerci come questo, perché nella Cinapiù profonda dalla quale vengono stavanomolto, molto peggio, e i più fortunati guada-gnavano otto dollari al mese”. Ora, Nesi par-la di una realtà circoscritta, seppure produt-tivamente importante, ma immigrati cinesice ne sono molti nel tessuto produttivo, ep-pure gli italiani non hanno gridato al ‘perico-lo giallo’. In un articolo apparso recentemen-te sul quotidiano “Repubblica”, i cinesi, so-prattutto nelle grandi città, sono consideratiacquirenti appetibili perché hanno soldi con-tanti per rilevare ogni tipo di attività. Mi sem-bra interessante notare che acquistano an-che bar: un esercizio da ritenersi ‘difficile’al Centro Italia, in provincia come in città,poiché s’innesta direttamente nella rete so-ciale. Il cliente ‘tipo’ valuta il servizio mavaluta anche l’accoglienza dei gestori e delpersonale che per decenni passava attra-verso la battuta. La ‘battutistica’ da bar èanche il repertorio di un linguaggio che fino-ra ha creato comunità attorno al punto caf-fè. Eppure oggi è spesso gestito da cinesi,alcuni dei quali hanno fatto proprio, se cosìvogliamo chiamarlo, lo ‘spirito del luogo’. Se-condo un recente programma d’inchiesta del-la RAI, purtroppo non ricordo più quale, mache riportava notizie lette su “Repubblica”già nel 2010, alcuni giovani laureati di origi-ne cinese avevano organizzato un businessdi produzione di fatture false che vendeva-no agli imprenditori in difficoltà per aver fat-turato troppo poco. Fatture vendute con tan-to di tariffario: i ragazzi, stranieri o no, inquel caso fornivano un servizio utile a moltiimprenditori, cinesi e italiani, e dove tutti han-no visto una convenienza immediata nonsono stati a guardare la ‘razza’. Questiesempi per dire che mi sembra che il vec-chio concetto di razzismo è utilizzato da co-pertura per allontanare o disfarsi di qualcu-

no che ha bisogno di aiuto. Oltretutto, nonche non se ne debba parlare, ma continuarea sventolare la parola ‘razzismo’ come ves-sillo, per rifarci alle parole di Nesi, è inutile:il sostantivo e il suo contrario per interpre-tare una realtà così complessa, vuole direfare della ‘nientologia’».Nell’incapacità di incontrare l’altro, lostraniero, c’è pudore oltre che cattiveria»- Don Mario, sacerdote, racconta in un mo-mento di calma dal lavoro parrocchiale:«Credosia sempre difficile considerare pari a se stes-si qualcuno che ha bisogno, e questo accadenon tanto per disprezzo quanto invece per pu-dore. Prendiamo il caso dei venditori ambu-lanti africani o asiatici: mettono su la loro fac-cia migliore perché hanno bisogno della no-stra amicizia che può concretizzarsi nell’ac-quisto da parte nostra di qualcosa con cuicompreranno il pranzo. È difficile, sapendoche è questo lo scopo per cui ci hanno avvi-cinato, imporre la nostra presenza un secon-do oltre l’offerta di denaro per comprare unamercanzia o del cibo. Quale scambio alla parisi concretizza fra un bisogno così pressantee le nostre esistenze che per quanto difficilihanno superato una fase tanto urgente? L’ami-cizia, che va oltre accoglienza e rispetto del-l’altro, ha bisogno di un terreno meno acci-dentato per crescere: libera scelta, innanzi tut-to, e chi si trova per la strada, appena un gra-dino sopra il mendicare, non è ancora liberodi scegliere. Anche attraverso questi percor-si mentali che, ripeto, mi sembrano guidatipiù dal pudore che dalla xenofobia, il povero,che spesso si identifica con l’immigrato, puòsentirsi meno accettato. Sappiamo che nonc’è solo pudore, che la scelta di scansare èanche frutto di senso di superiorità, diignoranza,della paura di perdere posizioni con-quistate con fatica. Abbiamo un senso di pro-prietà sul nostro destino, tipico anche di moltiche si dicono fedeli, che ci ha fatto dimenti-care che ciò che di buono abbiamo realizzatoè un insieme di duro lavoro, capacità e buoneoccasioni incontrate sulla nostra strada: cosìsi diventa avari di spazio per gli altri. La sto-ria a volte può costruire continuità fra le per-sone, la vicinanza può aiutarci a patto di nondimenticare che dobbiamo continuare ad im-pegnarci, a credere nella nostra crescita per-sonale e sociale. Il mondo non va a rotoliper l’arrivo degli immigrati, ma perché noncrediamo più nella nostra storia e nel nostrofuturo. Però dico anche a parziale discolpadelle generazioni più anziane: cosa si vuoleimputare a persone cresciute in un paese ilcui nucleo era la chiesa, il municipio, il mo-numento ai caduti. Hanno cercato di rico-struire per se stessi e i loro figli e nipoti sen-za mai alzare la testa, non sanno che farse-ne di un Paese allargato. Qui si sente meno,ma basta allontanarsi 40-50 chilometri, neipaesini più isolati le vie e le piazzette sem-brano salotti privati, tutti si conoscono e nonsanno che futuro vederci nell’includere al-tre persone nel loro orizzonte. Però poi larealtà, complessa, ci contraddice, perché avolte proprio in quelle realtà gli immigratihanno portato una rinascita sociale ed eco-nomica». (continua)

Addio a Tonino Guerra(Nicola D’Ugo) - Sene è andato nel primogiorno della scorsaprimavera, all’età di92 anni, Tonino Guer-ra, uno dei più prolifi-ci ed influenti autoriitaliani, non solo nellanazione nostra, ma almondo. Se la fama diGuerra come poeta èun po’ limitata, esso lo

si deve al fatto ch’egli affidava i propri versi al romagnolod’origine. Il dialetto, o lingua locale che dir si voglia, èlingua della contemporaneità locale, del dettaglio ambien-tale, dello stare tra la gente, in un forte legame con lapropria terra. Questa scelta linguistica, per un poeta con-temporaneo, può costituire un enorme limite alla sua di-vulgazione. Un tale approccio (lo stare tra la gente e par-larne la lingua) ha un notevole valore per un narratore distorie, qual era Tonino Guerra. E il risultato di questo ap-proccio lo si può scoprire nella sua opera di autore diracconti e favole e di sceneggiatore. I dialoghi e certeatmosfere trasognanti, tenere e critiche della società con-temporanea, certe raffigurazioni dei desideri minuti dellagente e delle storture del sistema sociale in cui viviamopervadono i libri e i film che ha scritto. Molte sue operesono anche in italiano. Tra queste la serie narrativa di«Millemosche» e Storie dell’Anno Mille, scritte con LuigiMalerba. Quale autore e coautore, e soprattutto uomo, aGuerra piaceva confrontarsi, era un abile conversatore,mite, arguto e combattivo, e gran parte del suo lavoro èfrutto di un continuo confronto con altri autori, durato unavita. Di là dalla sua poesia in romagnolo, certamente trale più apprezzate nell’Italia del secondo Novecento, lacelebrità di Tonino Guerra è fortemente legata al mondodel cinema. Le sue sceneggiature hanno un posto di rilie-vo nella giovane storia del cinema: un genere, questo del-le sceneggiature, con cui la storia letteraria dovrà prima opoi fare i conti. Anche se avvisaglie in tal senso già se nescorgono.Di questa scrittura per così dire già ‘interpretata’ (dallostaff artistico e tecnico) che giunge al grosso pubblico,se ne dà qui solo qualche accenno di superficie, perfornire una pallida idea di come mai Tonino Guerra fos-se un punto di riferimento importante nella cinemato-grafia internazionale. Dalle sue sceneggiature sono natifilm come L’avventura (1960), La notte (1961), L’eclis-se (1962), Deserto rosso (1964) e Zabriskie Point(1970) diretti da Michelangelo Antonioni; Matrimonioall’italiana (1964) di Vittorio De Sica; La decima vit-tima (1965) di Elio Petri; E la nave va (1983), Gingere Fred (1986) di Federico Fellini; e l’ultimo film di AndrejTarkovskij, Nostalghia (1983).Guerra, nella sua lunga attività artistica, ha ottenuto trecandidature all’Oscar per la migliore sceneggiatura origi-nale (scritta col regista e nel primo caso con altri autori)dei film Casanova 70 (1965) di Mario Monicelli, Blow-Up (1966) di Michelangelo Antonioni e Amarcord (1973)di Federico Fellini. Nel 1984 gli è stato assegnato il pre-mio per la migliore sceneggiatura a Cannes, scritta conTheodoros Angelopoulos e Thanassis Valtinos, per il do-cumentario di Angelopoulos Viaggio a Cyteria . Nume-rosi sono i premi alla carriera che il mondo del cinema gliha tributato, e per tre volte gli è stato assegnato il Daviddi Donatello. Del suo periodo di detenzione nei campi diconcentramento nazista, Guerra ha reso testimonianzanella sua prima raccolta di versi I scarabócc (Gli scara-bocchi), composta in quel periodo e pubblicata dopo laLiberazione, nel 1946. Il suo ultimo libro di favole, Polve-re di sole, è uscito nel marzo scorso per i tipi Bompiani.

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Notizie in... CONTROLUCE aprile 2012

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(Rosalinda Gaudiano) - L’uomo sin dai primordiha cacciato animali per cibarsi. Questo alimentocostituiva, in effetti, un’importante fonte di protei-ne di cui aveva bisogno per la crescita e la salutedel proprio organismo. Grazie alla scoperta del fuo-co, l’uomo iniziò a mangiare la carne cotta, quindipiù digeribile, più assimilabile a livello proteico emeno laboriosa per la masticazione. Dal crudo alcotto, la carne nel corso dell’evoluzione dell’uma-nità è sempre stata un alimento importante, prelibatoe anche un indicativo parametro di differenzazionesociale. Le generazioni che ci hanno preceduto con-sumavano poca carne, sia per le modalità di distri-buzione e produzione molto diverse da oggi siaperché la gente non abbiente non poteva permet-tersi il lusso di mangiare spesso la carne, alimentocostoso. Tant’è che il consumo di carne per gliantichi romani fu essenzialmente limitato alla sel-vaggina e al maiale, che però compariva esclusi-vamente sulle tavole dei nobili in ricche escenografiche preparazioni. Solo dopo il declinodell’Impero Romano, con l’avvento delle invasionidei barbariche, cominciò un uso più diffuso dellacarne, con allevamenti di animali addomesticati,tra cui ovini e caprini. In ogni caso, l’uso della car-ne nella gastronomia ha subito momenti alterni,venendo spesso bandita dalle tavole per motivi re-ligiosi, sociali ed anche ideologici. Basti pensareall’epoca medioevale, quando fu introdotta la re-gola del mangiar di ‘magro’ o come avviene oggiriguardo al vegetarianismo fondato su questionietiche. Si deve al fatto che le parti ‘nobili’ dell’ani-male erano riservate alle classi ‘nobili’ della popo-lazione, che nella cosiddetta cucina “povera” en-trò prepotentemente il “Quinto Quarto” destinatoa coloro che si accontentavano di mangiare gli scartidell’animale costituiti dalle interiora. Nella piazzadel Vecchio Mattatoio a Testaccio, come ricordalo studioso Livio Janattoni, vi era un chiosco gesti-to dalla “regina del quinto quarto”, Oberdana, chepreparava piatti tipici romani, come la coda allavaccinara, trippa alla romana, pajata di vitella, prontie da gustare in ogni momento. Le interiora veniva-no cedute a pochissimo prezzo perché erano gliscarti dell’animale. E purtroppo, non esistendo fri-goriferi, questi alimenti si deterioravano in brevis-simo tempo causando infezioni intestinali amalcapitati che perdevano così la propria vita. L’usodella carne, quindi, presenta modi di gestione e diconsumo per ogni popolazione che acquisisce com-portamenti gastronomici funzionali alla propria cul-tura ed al proprio modo di essere. La cucina ebrai-ca rispetta le regole della tradizione giudaica in rap-porto all’uso della carne. Nel fare una piacevoleed interessante passeggiata per le vie del ghetto aRoma, si scoprono macellerie che vendono solocarne Kosher (permessa) in osservanza di quelleregole religiose e morali che per l’ebreo osservan-te coniugano il consumo del cibo con la pace inte-riore dell’anima. Vi sono specie di animali permessie specie proibite. Quelle permesse devono esserequadrupedi e ruminanti, avere lo zoccolo spacca-to, quindi ovini, caprini e bovini. Vietato il maialeperché non ruminate, così per il cammello che an-che se ruminante non ha lo zoccolo spaccato. Maiè consentito mangiare carne cotta nel latte e nem-meno cibarsi di latticini in un pasto a base di carne.Regole ferree ed inderogabili riguardano lamacellazione e la preparazione degli animali adat-ti-regolari, regole simili si ritrovano anche nellacultura musulmana per il rituale della macellazione,

Il linguaggio del cibo - La carne

che per gli ebrei è la Shechitàh. L’animale da ma-cello viene ucciso con un solo taglio netto di coltel-lo affilatissimo, con un’incisione rapidissima dallatrachea all’esofago, che provoca la morte istanta-nea e la fuoriuscita completa del sangue. Sia perla tradizione ebraica che per quella musulmanaesiste il rituale della ‘purificazione della carne’.Prima di cucinarla occorre passare sulla carne saleed acqua per eliminare completamente il sanguerimasto. Se per gli ebrei ed i musulmani le regoleper il consumo della carne pongono rigidi divieti inun lessico gastronomico accettato e condiviso, icristiani sono liberi di mangiare animali non “kosher”e sono gli unici che non hanno il divieto alimentaredi non mangiare carne suina, soggetti alla sola re-gola morale e religiosa di astenersi dal mangiarcarne il venerdì santo ed il mercoledì delle ceneri.Detto questo, la carne, sia cruda che cotta, costi-tuisce un importante elemento gastronomico chedifferenzia le diversità culturali per il variegato epoliedrico linguaggio culinario di cui è parte inte-grante, nella sua preparazione, consumazione, di-vieti e permissioni. Per questa caratteristica si pone,come cibo, con criteri legati sia a dimensioni eco-nomiche e nutrizionali del gesto e sia a valori sim-

Facebook non tutela i ragazzi(Arianna Saroli) - «Educare i nostri figli ad un usoresponsabile del web è ciò che noi genitori abbiamoil dovere di fare poiché Facebook non tutela i nostrifigli ed è gravissimo che continui a consentire l’iscri-zione degli utenti senza imporre nessun tipo di con-trollo. Siamo pronti ad azioni legali contro il socialnetwork, se non si provvederà ad adottare forme ditutela più efficaci che impediscano ai nostri figli diincorrere in tali pericoli». Questo quanto affermaMaria Rita Munizzi, presidente del Moige, il movi-mento italiano genitori, in seguito agli ultimi due gra-vi casi di adescamento sul web. Di pochi giorni fainfatti la notizia dell’allenatore di pallavolo cheadescava ragazze minorenni, avvalendosi di falsiprofili creati su vari social network, e l’altra checoinvolge un gruppo di minorenni intenti a fare vio-lenza su una ragazzina di 13 anni, adescata stavoltasu Facebook, con la minaccia di rendere pubblicol’abuso. Si rende sempre più necessaria quindiun’educazione dei ragazzi all’uso responsabile delweb, che non può avvenire senza che ogni attoresociale faccia la sua parte, a partire dalla famiglia eda chi come il social network più popolare del mon-do lucra milioni di euro sulla sua piattaforma, fino adarrivare alla scuola e alle varie istituzioni che sonopresenti quotidianamente nella vita di tantissimi ado-lescenti. La prevenzione per l’uso scorretto diInternet da parte di bambini e adolescenti è moltoimportante al fine di evitare che accadano questigravi episodi e la scuola in questo può e deve gioca-re un ruolo molto importante.

La tv si fa intelligente(Arianna Saroli) - Si chiama smart tv e si diffe-renzia dalla classica tv per il semplice fatto che sipuò anche usare attivamente anziché limitarsi a guar-darla. La smart tv, o internet tv, unisce alla televisio-ne tradizionale il web, i contenuti e le applicazionidel personal computer. Il vecchio telecomando la-scia il posto allo smartphone che permette anche discrivere messaggi. Già molte case produttrici han-no lanciato questo meraviglioso oggetto tecnologicoe giganti della comunicazione quali Google ed Applenon hanno perso tempo lanciando progetti ad hocper un migliore utilizzo. Sono tante infatti le attivitàche si possono fare stando sdraiati comodamentesul proprio divano. Sta all’utente scegliere se fareuna cosa per volta o dividere il televisore a metà,navigando tranquillamente sul browser web, che lanet tv possiede, alla ricerca di informazioni e curio-sità. Ogni smart tv che si rispetti ha anche unawebcam che permette di mostrare alle amiche l’abitoche si è appena acquistato con una semplicevideochiamata o fare zapping tra i video di YouTube.Invitare gli amici a cena per mostrargli le foto delleultime vacanze è una pratica ormai superata: graziealla smart tv è possibile guardare e condividere lefoto con amici e parenti grazie a delle applicazionispecifiche trasferendo le immagini sul web diretta-mente dalla fotocamera collegando quest’ultima allatv. Anche le app di eBay e Amazon sono a portatadi clic per uno shopping online. Tutte queste como-dità miglioreranno pure la vita ma non ci aiutano dicerto a smaltire i chili di troppo in vista dell’estate…A qualcosa si deve pur rinunciare.

bolici e morali di cui questo alimento è cultural-mente investito. Grazie a questo percorso sicura-mente culturale, per l’esistenza di innumerevoli piat-ti, questo alimento si configura come elemento dicomunicazione di identità nazionali e regionali nelsistema alimentare, così come per i piatti a base dicarne della nostra cucina regionale italiana. Lafamosa costoletta alla milanese, impanata nel pangrattato e zafferano e cotta nel burro, tipica dellacucina lombarda; il gran bollito alla bolognese, unmix di carne di maiale, vitello, coda di manzo, gal-lina, ossa di midollo, testina di vitello, cotechino evari odori, è un piatto prelibatissimo della cucinabolognese; Firenze trionfa con la sua ‘bistecca allafiorentina’, rigorosamente di peso non inferiore ai500g; l’abbacchio a scottadito della cucina ciociara;il ragù napoletano, un rito che ha per protagonistaassoluto il tempo, non inteso come tempo di cottu-ra, ma un tempo come lo scorrere lento della me-moria comunitaria; gli involtini al sugo con pinoli euva passita che la cucina pugliese ha ereditato daincursioni culinarie orientali; il galletto alla calabrese;il “porceddu” cotto lentamente allo spiedo dalle maniesperte di cuoche sarde. La carne, come d’altron-de altri alimenti, fa parte del lessico del cibo, spe-ciale quando è riservato ad un gruppo ristretto diconsumatori ed universale quando questo lessicosi veste di una condivisione ed interculturalità. Al-lora è la morfologia, il modo in cui i prodotti vengo-no elaborati, a trasformare le unità di base in paro-le, cioè piatti o vivande, con usi e funzioni diverse,importanti espressioni individuali e collettive.Bibliografia essenzialeR. Gaudiano, ‘Il cibo in tavola’, Mercanti editore, 2008Montanari, ‘Il cibo come cultura’, Laterza editore, 2004C. Levy-Strauss, ‘Il Crudo ed il Cotto’, Feltrinelli edi-tore, 1997

Kosher

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21Rubrica a cura di: Luca Nicotrae-mail: [email protected]

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(Elena Bozzo) - «Parigi è la città del “Mi ricordo”».Sono le parole di uno degli scrittori francesi amici diBresson, nel commentare la sua rappresentazione Ilede la cité . Questo è uno dei quarantaquattro scattidescritti ed esposti fino al 6 Maggio 2012 al PalazzoIncontro di Roma, per la mostra “Henri Cartier-Bresson: Immagini e Parole”. Forse non è un casoche associ il mio primo incontro con il fotografo fran-cese proprio alla Ville Lumière. “Mi ricordo” quan-do il papà portò a cena la nostra famiglia al 151 diBoulevard Saint-Germain durante un’estiva visita pa-rigina. “Brasserie Lipp” era già il titolo di un’immagi-ne di Bresson che trovai divertente abbastanza davolerne portare una piccola riproduzione in regaload un’amica.Da quel momento la mia vita è stata e continua miste-riosamente ad essere una costellazione di strane coin-cidenze legate al signor Bresson. La Leica 1, per esem-pio, la fotocamera che lo ha accompagnato nei suoiviaggi. Insieme ad una Canon EOS 650, una Leica C1è stata la macchina fotografica che trovai in casa eche fu messa a disposizione dai miei genitori per eser-citarmi quando iniziai a divertirmi a scattare a rullino.

«Mettere sulla stessa linea di mira il cuore, la mente e l’occhio»

Ancora: un caro amico, un po’ più esperto di me inmateria di fotografia, una volta citò una frase diBresson: “È un’illusione che le foto si facciano conla macchina. Si fanno con gli occhi, con il cuore,con la testa.” Istintivamente, il mio pensiero e com-

mento fu: «Le foto, come tutto il resto.» Sentivo quelleparole molto vicine alla vita, forse più che all’arte.Infine, il tema della geografia. Il suo interesse per laSardegna, la mia terra d’origine. La mostra che si ètenuta recentemente a Nuoro dal titolo “Henri Cartier-Bresson Photographe” riportava 30 fotografiebarbaricine scattate nell’estate 1962 dal fotografoallora inviato di Vogue. E l’incredibile scelta deglistessi luoghi per i nostri viaggi. Ho riconosciuto spes-so negli scatti di Bresson angoli di Andalusia, Bel-gio, Francia, America e dell’Italia, ovviamente, daNord a Sud, nella rara sensazione che i nostri occhiavessero catturato i medesimi particolari. Ero la gam-ba di una delle protagoniste colte nell’atto amoroso,ero lo sguardo curioso che oltrepassa la transennadi stoffa che ho imparato a conoscere bene a Bruxel-les, ero il gatto del vicolo cieco dell’isolato di NewYork che incrocia la Quinta Strada. Ero il bambinosperduto nelle calles di Siviglia, ero le figure sdraiatesul prato di Boston Common ed ero il desiderio diessere accanto ai pigri uomini nelle distese verdi diMarsiglia e Trieste.Intimità, nell’infinito attimo di un’immagine.

spettacolispettacolispettacolispettacolispettacoliAAAAA rrrrr ttttt eeeee Rubrica a cura di: Eugenia Rigano

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(Luca Nicotra) - Ogni epoca ha il suo uomo nuovo,che interpreta con autorevolezza e carisma lo spiritodel suo tempo e sa dar corpo ai mutamenti che la storiasembra imporre. Nei primi decenni del secolo scorsone sono apparsi più d'uno nel mondo. In Italia, uno èstato mandato dalla Divina Provvidenza (almeno cosìsi diceva...), ma purtroppo anche Lei ogni tanto si di-strae (troppe cose cui pensare) e così, per vent'anni,dovemmo patire le conseguenze di quell'attimo di di-strazione finché, tornata a occuparsi delle vicendedell'amato suolo italico, la Provvidenza non ci regalòuna nuova Rinascita.Ora non sappiamo se è stata la Provvidenza, o qualcunaltro con poteri meno divini ma sicuramente molto re-ali, a mandarci l'uomo nuovo dei nostri tempi, ma unacosa è sicura: è lui l'uomo nuovo che si carica dell'one-roso compito di «cambiare il modo di vivere degliitaliani», il professor Monti. Il primo ministro sa in-terpretare lo spirito nuovo dei nostri tempi profonda-mente e con indubbia schiettezza, meglio di ogni altro.Non viviamo più nell'Ottocento, nel secolo delle car-rozze, perbacco! Ci siamo lasciati alle spalle un secolodi transizione tra il vecchio mondo e il nuovo, regnoincontrastato delle alte velocità e dell'immagine. IlNovecento è stato, nell'ottica della timeline della sto-ria umana, il periodo del travaglio che ha partorito ilnuovo corso dell'umana civiltà. Siamo ormai in quelloche consideravamo il futuro, siamo nel secolo dellatecnocrazia, delle grandi velocità, della dinamicità, delleaperture ai cambiamenti.Il concetto astratto dello spazio-tempo, una voltaappannaggio delle grandi menti scientifiche, è diven-tato patrimonio di tutti attraverso l'esperienza del vis-suto quotidiano. Le distanze in sé non hanno più va-lore isolatamente dal tempo, non vi è luogo se non inun tempo determinato. Lo spazio da solo non è unacategoria mentale sufficiente, ha bisogno di essereabbinato al tempo nello spazio-tempo. Se fisso un ap-puntamento con una persona, non è sufficiente stabi-lire il luogo, ma devo specificare il tempo: sono le quattrocoordinate spazio-temporali che lo definiscono com-pletamente. E se lo spazio non è vissuto staticamente,ma è consumato, diventa un concetto dinamico,relazionato al tempo tramite la velocità: cosa importache il luogo dove mi devo recare sia a soli due chilo-metri se poi, per il traffico, devo impiegare mezz'ora,

Monti e il Pànta Rhéimentre un altro, distante dieci chilometri, lo posso rag-giungere in soli cinque minuti? Non ha più senso dire:«Il mio ufficio dista dieci chilometri dalla mia abita-zione». Oggi ha senso soltanto dire: «Dista cinqueminuti d'auto». Uno spazio in sé non ha più significa-to reale nella vita d'oggi. Tutto si svolge e si compienel tempo ed è la velocità, il rapporto con il tempo, chescandisce il farsi di ogni cosa, non solo dello spazio. Èlei, dunque, il vero leit motiv della nostra vita. Faccia-mo tutto di corsa: mangiamo in pochi minuti, passeg-giamo in pochi minuti, non abbiamo più tempo perscrivere una lettera in bella forma, come nel passato.Grammatica e sintassi richiedono troppo tempo e at-tenzione. Il linguaggio sta cambiando, modellandosisui nuovi strumenti di comunicazione e modulandosisulle nuove velocità dei tempi attuali: la messaggisticaistantanea, la posta elettronica.Il professor Monti ha colto in pieno lo spirito di questimutamenti profondi della società e ha ritenuto di do-ver, giustamente, eliminare alcune discrepanze, eredi-tà di un passato ormai morto, ma ancora passivamenteaccettate. In una società scandita da grandi mutamen-ti, in tempi sempre più ristretti, è una contraddizioneinaccettabile pensare ancora al posto fisso. Peccatoche i figli non seguono sempre i padri! Quanto deveessere grande l'amarezza di Monti nel vedere il figlioGiovanni colpito, proprio lui, dalla noia di un postofisso alla banca d'affari Morgan Stanley! Posto fissosignifica che sta fermo, sta lì e nessuno te lo cambia. Èun concetto manifestamente in forte contrasto conquello di velocità che caratterizza il dinamismo dellasocietà attuale. Perché, dunque, scandalizzarsi tantodelle riforme promosse da Monti? Molto probabilmentein un futuro, molto prossimo, vi saranno altre riformeancora più coraggiose, ma in linea con i tempi. La mo-glie fissa? Il marito fisso? I figli fissi? Ma che noia!!Pensate: tutta la vita sempre e soltanto (?) con la stes-sa donna o con lo stesso uomo! Mentre là fuori (dellafamiglia) ci sono milioni, anzi miliardi di altre donne edi altri uomini! Non è riduttivo accontentarsi di unasola moglie o di un solo marito, quando molto proba-bilmente ci sarà un'altra donna o un altro uomo miglio-re: più bella o bello, più ricca o ricco, più intelligente(in questo caso il femminile è uguale al maschile, alme-no nella lingua italiana...), più sessualmente soddisfa-cente, più tutto....? Insomma, questa rinuncia al cam-

biamento, al miglioramento del "rendimento" di qua-lunque attività umana è un atteggiamento poco rispet-toso dei principi dell'economia, che sono una nuovagrande scoperta dei nostri tempi, assieme a quella del-la meritocrazia, parola dimenticata fra le pagine del vo-cabolario... Bisogna crescere, come il PIL! E certamen-te, come nella progettazione è intrinseco il concettodei perfezionamenti successivi dell'idea progettualeiniziale, così anche nel matrimonio non è detto che laseconda moglie (o il secondo marito) sia l'optimumassoluto. Occorre essere aperti e sperimentare nuovepossibilità, per migliorare il progetto matrimoniale, s'in-tende! Ci sarà probabilmente una terza moglie più sod-disfacente della seconda e poi ancora una quarta, unaquinta, ecc. Non si può porre un limite a priori. Tuttocambia, tutto scorre, lo diceva tanti secoli fa un gran-de filosofo presocratico, Eraclito. Monti non ha fattonessuna rivoluzione, in fondo, ha soltanto avuto lacoerenza di capire che il Pànta Rhéi di Eraclito è la veraanima della società contemporanea (cosa straordina-ria la modernità dei filosofi antichi!). Così, probabil-mente, si arriverà presto a una riforma anche dell'isti-tuto matrimoniale e la vecchia e obsoleta formula «Vuoitu, Giuseppe, prendere in moglie Maria ed esserlefedele, ecc., finché morte non vi separerà?» sarà so-stituita da quella più moderna ed eraclitea: «Vuoi tu,Giuseppe, prendere in moglie Maria ed esserle fede-le, ecc., fino alla scadenza del vostro contratto quin-quennale di matrimonio, eventuale rinnovabile persuccessivi cinque anni?». Certamente la riforma avreb-be serie ripercussioni sugli affari degli avvocatimatrimonialisti, che attualmente vanno sempre più agonfie vele con l'aumento vertiginoso dei divorzi, fa-voriti, sembra, dai social networks che diventano or-mai sempre più "dissocial networks". Infine, i figli.Pensate che noia avere sempre gli stessi figli! Ma già,di fatto, ci sta pensando la società a mutare abitudinianche in questo senso, introducendo il concetto di"famiglia allargata", che ha un po' le stesse stranezzedell' "impresa estesa" di cui tanto si parla nel mondodell'informatica industriale. Stranezze dovute, inten-diamoci, al nostro vizio di attaccamento alla proprietà,alle nostre inveterate, secolari chiusure mentali. Masu questo punto non mi dilungo, perché non vogliotogliere al nostro primo ministro l'alloro della prioritàdi future nuove riforme.

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Rubrica a cura di: Enrico Pietrangelie-mail: [email protected]

22Notizie in... CONTROLUCE aprile 2012

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L’antro dei filosofi(Piera Valenti) - Nel libroL’antro dei filosofi, Selle-rio editore, l’autore Gior-gio Scerbanenco incaricail buono e paziente archi-vista della polizia di Bo-ston Arthur Jelling di ri-solvere il duplice omicidiodi un ricco imprenditore edi una giovane ragazzatrovati poco distanti l’unodall’altra sulla riva di unfiume. Nel corso delle in-dagini questo singolareinvestigatore, così intro-

verso e umano, deve fare i conti con una serie di stranipersonaggi, ognuno dei quali prende vita grazie ad unadescrizione minuziosa e completa. La storia gira attornoalla famiglia Steve e alla loro villa fatisciente e isolata,immersa in una landa sudicia e polverosa. I componentidella famiglia sono dei fanatici filosofi della morale e dellagiustizia, a tal punto che ogni sera mettono in scena ilrituale della confessione collettiva dei peccati commessinel corso della giornata, al quale partecipano il padreLeslie, la figlia Carla e i figli Gerolamo, professore di scien-ze morali e Oliviero, marito della giovane donna uccisa,Luciana Axel. Jelling deve fare i conti con la loro ritrosia escontrosità, anteponendo al loro ideale di giustizia quellodi verità e grazie alle sue innate doti intellettuali riesce aricostruire attraverso la figura e la persona di Lucianaquanto è accaduto e ad individuare i responsabili.

(Enrico Pietrangeli) - “La letteratura, che nel-la divinazione precede ogni altra scienza,adopra le immagini di un senso per esprimeregli effetti dell’altro”, così lo scapigliato, gior-nalista e console Carlo Dossi, c’introduce aquesta antologica contenente ristampe e ine-diti, materiali che spaziano nell’ampio arcotemporale di quasi mezzo secolo. L’elementoacqua, che nella fattispecie ricorre associatoall’uso frequente della simbologia del fiume,si delinea con la protasi: “il vento ci scava nelfondo/e ci sputa in faccia/l’odore del fiume/ei ricordi”. Quegli stessi ricordi che soprag-giungono improvvisi, “in forme musicali” eche sono genesi ed espressione della poeticadell’autore. L’Adda, quindi, è “fluido barba-glio di luce” ove interrogarsi tra meandri dicorrenti che ricalcano la mente e, nondimeno,è testimone spirituale, confidente che, nelpanta rei, affida alle imponderabili mani diDio. Nel ristagno dell’acquitrino la rifrazioneasseconda “lucidi specchi/dove ruzzola il cie-lo” ed è “sul ciglio dei fossi” che compaiono“spruzzi/ azzurri dei nontiscordardime”.Un’acqua con “tenui contorni/di liquide im-magini” per reliquie riflesse. “Liquide emer-gono le ombre”, incantesimo per una catte-drale sommersa ispirata a Debussy. Nell’om-bra “si liberano/vividi i sogni” anelando un“triplice abbraccio”, con analogie chericonducono a Enea e Casella nella tradizioneepica. Sempre l’acqua altrove “inutile/respirail vento/sulla laguna”, una morte a Veneziache, tra le “luci che dondolano” sopra “ra-gazze vocianti”, sentenzia l’effimero scorreredella bellezza nel tempo, tema peraltro ripresonella successiva trilogia di Ritorno al mare .L’elemento aria compare indiretto e repentinoa sancire la morte, inglobando “membra/sfatte/di cadaveri aerei” tra nubi con “bicipitisanguigni/di giganti celesti” nella luce filtra-ta. Il rantolo cessato segna “livida/l’alba” trauna “carità silenziosa”, di “lenti gesti pieto-si”. Al ritratto di un vecchio nell’idillio estivo,che “assapora/boccate di fumo azzurrino,/fe-lice che il sole/indugi qualche attimo ancora/e il vento leggero d’estate/gli porti l’odoredel fieno/disteso nei campi a seccare”, si al-terna il giocoso ed ironico minuetto per unamosca, “finita spiaccicata/sopra il libro di pre-ghiere”. La sezione di bagatelle apre al ver-nacolo e al ritratto icastico della micro narra-zione poetica. Quasi afasia constata un ciclosu schemi coincisi, modellati tra i 160 caratteridegli SMS e l’onda di un esotismo nipponicoche non ha risparmiato neppure la nostra po-esia. Se dell’amore restano “attimi sepolti cheracchiudono/l’inutile felicità”, la rivisitazionedi un carme di Catullo (VIII) ne è la catarsi e, Ilcontrocanto all’amata, oltre “suoni mortali”per istanti perduti, invoca un ciclico “rifiori-re”. Un controcanto che palesa una vita “pa-cata, vibrante, serena e/così disperata” nel-l’eco di un logos disincarnato, memoria de“la sorpresa della carne/farsi parola”. Megliosi solcano taluni contesti musicali nel finale,quando il suono “invade ogni fibra” che “conl’essere mio fa tutt’uno”, scavando oltre lafeticistica lusinga del supporto che imprigio-na il collezionista.Un finale che è anche un excursus tra “agrestiriti infantili” fluttuanti nella memoria per ritor-nare all’acqua, così com’è tutto cominciato,e, quasi senza far rumore, “scivola via di sera/l’acqua nera del fiume/punteggiata di luci ri-flesse/di lampioni e di stelle”.

Poesie in forma musicale(Nicola D’Ugo) - Il 2 febbraio scor-so non solo ricorreva la nascita diJames Joyce, ma anche il novanten-nale dell’uscita di Ulisse, edito in in-glese a Parigi poiché era censuratoin America e non aveva speranza diesser pubblicato in altri paesi di lin-gua inglese. Joyce volle che Ulisseuscisse il giorno preciso del suocompleanno: né uno prima, né unodopo. Ci teneva molto e lo pretese.Ma fu solo per via del suo quarante-simo compleanno? C’è da dubitarlo.Joyce amava le concomitanze poli-semiche, le confluenze di significati, le coincidenze volutema che sembrassero anche casuali. Ed era superstizioso.La data di pubblicazione di Ulisse è una delle più memora-bili della storia letteraria. Basta sapere il secolo in cui uscì;più il numero 2. Semplice: 2.2.22 (Il 2 febbraio del 1922). Il2 coincide anche col fatto che Ulisse è il 2° romanzo diJoyce. Ed era anche la 2a volta che il romanzo veniva pub-blicato (un’edizione precedente, a puntate su rivista, fuinterrotta 2 anni prima dalla censura, o, per l’esattezza, 1anno e 2 mesi prima). Il 2/2/22 è la 2a uscita del suo 2°romanzo che coincide col compimento dei primi 20 anni diJoyce nel 20° secolo e del suo 2° giro di boa dei 20 anni.Quante di queste ed altre coincidenze siano state volute,lo poteva sapere solo Joyce stesso, ma voleva che altri cipensassero per conto proprio. Si divertiva così anche scri-vendo le sue opere letterarie. Fu un antidecostruzionistaante litteram, nel senso che era in lui già esteticamentematuro l’approccio della Destruktion heideggeriana qua-le messa in crisi del significato ordinario delle parole edegli abiti culturali ereditati, il che avrebbe dovuto mette-re sull’avviso con ampio anticipo la prassi esegetica oggicosì diffusa negli atenei di mezzo mondo: la ‘decostruzione’e le sue derive, a cominciare da Jacques Derrida stesso,costituisce l’atteggiamento meno adatto per interpretareUlisse e tentare di comprendere quali siano i decadimentidi significato delle concomitanze polisemiche, quali inve-ce siano le sovrapposizioni di senso che riservano unacerta consistenza sulla base di numerose ricorrenze e piùspecifiche perifrasi intertestuali, di là dalle pur moltesegnalazioni che si ricavano dagli appunti di Joyce, dalsuo epistolario e dalle testimonianze di chi ebbe modo dicorrispondere con l’autore. Benché Ulisse costituisca unottimo crash test delle metodologie critiche, esso è so-prattutto un grande romanzo epocale ed epico, capace difar pensare, d’intenerire, far ridere e sognare. Leggere un

Ricordi in bianco e nero e a colori(Susanna Dolci) - «La memoria alimenta la vita e il pro-gresso dell’uomo». Così Alberto Adotti, autore del volu-me di liriche Ricordi (Cavour Libri editrice, 2011) introdu-ce ed accompagna i lettori nell’universo mondo della suastoria che è al pari ed al contempo di un uomo o di tutti gliuomini. Sottolineata da quel segno del tramandare la vitacome sua esistenza ma che non gli sia solo propria. Adottisi definisce Signor Nessuno, senza titoli o meriti da riven-dicare ma “semplicemente” con molte cose da raccontarein bianco/nero e a colori. Ed il suo narrare si dispiega cosìdal lontano 1942, tra sentimenti, pensieri filosofici, foto-grafie e quadri, colori densi od appena sfumati, immaginidel qui come dell’altrove. In una dimensione quotidianaeppure superiore che mai si stanca di passarne da un’esten-sione all’altra. Nel realmente concreto si dipanano cosìquelle consapevolezze leggere eppure sovrastanti chefanno dell’uomo l’essere vitruviano nell’effettivo concre-to come nell’altrove del futuro o del già passato. Unascrittura piana e lineare, quella dell’autore, che saggia-mente è in grado di superare le barriere della temporalitàumana e la sua “dannata” caducità. In un universo detta-to da un più ampio respiro di valori e significazioni. Sinoad un profondo di superiorità dove tutto continuamente esempre si dissolve e si ricompone in un valore più alto senon unico, molteplice e fuggente dal tempo.

Ulisse di James Joyce ha novant’anniromanzo di quasi mille pagine comeUlisse fitto qual è di questo tipo digiochi allusivi, tra lo scanzonato,l’irriverente e il serio, dà una mini-ma eppure già significativa idea del-la sua unicità e dell’impossibilità peril traduttore di rendere in altra lin-gua anche una piccola parte delleallusioni e coincidenze imbastitedall’autore, in quanto questi giochiallusivi son fatti quasi esclusiva-mente con le parole e i suoni delleparole (molto meno con le cifre), iquali da una lingua all’altra non si

possono trasferire. Inoltre il traduttore, come qualsiasiinterprete, può indovinare solo in piccolissima parte gliaffastellati rimandi intertestuali ed extratestuali del roman-zo joyciano. Il fatto che in Italia sia stata in effetti censura-ta qualsiasi traduzione di Ulisse per oltre cinquant’anni(fino allo scorso anno), e resa disponibile una sola tradu-zione canonica per motivi meramente mercantili, ha costi-tuito un grande danno per lo sviluppo letterario nel no-stro paese. Anche questa censura di mercato, dopo lemolte che l’autore ha subito in vita, ha fatto il suo tempo,ed ora Ulisse , dopo novant’anni dalla prima pubblicazio-ne integrale, può finalmente ambire a nuova vita attraver-so libere traduzioni, confrontabili l’una con l’altra e l’unaall’altra debitrici di qualcosa. A gennaio è stata pubblicatada Newton Compton una nuova traduzione di Ulisse ap-prontata da Enrico Terrinoni, alla quale ben presto se neaffiancheranno altre che permetteranno un maggiore ap-prezzamento di quest’opera soggetta per troppo tempoad un regime di monopolio postumo, il quale tanto stride-va col carattere e gli ideali di James Joyce.

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23angolo della poesiaL’ Rubrica a cura di: Giulio Berninie-mail: [email protected]

Notizie in... CONTROLUCE aprile 2012

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La concaIl cercine lisopareva corona doratasotto il peso della concaricolma d’acqua sorgiva:forgiato a manoil rame splendevasotto la luce del sole.Sotto il peso dell’acquamia madreattraversava i sentieri dei campisognandocorredi da ricamaree figli da crescere.Al ventoi capelli corvinioffuscavano l’aria.

Marisa Monteferri

Per mio figlioTi ho atteso con l’amore curiosoe l’ansia tranquilla di chi ti ha voluto.Il tuo arrivo ha riempito quel postopreparato da tempo con cura.In un lampo hai scalato le vette più altedei valori di un uomo.Con l’egoismo di un bimbo hai pretesoquello che già era tuo: l’amore.E hai ricambiato l’egoismo altruista di un padreseguendo i suoi consigli affettuosi.Ti attende lo stesso cammino,non privo di ansie e dolori,ma conserva per te l’ultima parola d’amore :RICORDA !

Ferdinando Onorati

GirotondoE ci teniamo per mano, sorridendo.Camminiamo in cerchio, lentamente,Rapiti dal dolce profumo d’ illusione celata.E ci chiediamo, quasiTimidamente,Se non è questo ciò che siamo nati per fare.Girare in tondo,Insieme.Stiamo tutti morendo?Importa se uno di noi cade a terra?Profumo.Ho paura?Abbiamo tutti paura?Illusioni celate.Importa?Importa se muoriamo?

Klara Woodson

Tremiti flashA cala TramontanaLucio era in stereoTra la musica del mareE quella sua in cuffia.Provava a vincere la sfidaAndando avanti e indietroNel profumo di elicriso.

Alberto Pucciarelli

Fuori è commediaTutto intorno a meè pura immagine,è una finzione,figure e ruoli impostidal copione della vita.Solo nell’interiorec’è la verità,nella coscienzanon si recita,l’IO non può fingere,non sa farlo.Fuori è commedia.

Anna Maria Altrini

RicercaCerco una nuova realtàseguendo pensieripoco coerenti.Fuggo la logica del mondoma servoi desideri degli altri.Mi rifugio nell’accoglientetepore del lettocercando il ventre maternoche protegge e nasconde.Poche le cosedi cui mi circondo.Rifiuto le regoledell’animo umano.La solitudine,amara nella bocca di molti,diventa compagna ed amicaper chi non possiede.

Ferdinando Onorati

Meraviglia silenziosa(Colonna 1 febbraio 2011)Immagine unicaForma indescrivibilenon c’è stampo miglioreche possa imitarlaLo sguardo umano scrutale fattezze impareggiabilialla ricerca di carenzao difetto inesistenteTutto è modellato, armoniosoplasmato e levigato con periziaindicibile, sicuramentedi mano celesteLa contemplazioneattanaglia l’occhiodell’Essere che arduo osafissare tanto prodigioÈ arte ineguagliabileè bellezza sovrumanaè un sogno veroè capolavoro inestimabileÈ il corpo della nostra donna

Marcello Marcelloni Pio

AttimiAttimo che è dentro di me,dentro di te.Sui nostri voltiche hanno paura di guardarsi,sulle nostre labbrache hanno paura di parlare.Silenzi interminabiliche sembranoscaturire dal vento,attimi che fannodel tuo ricordola mia ragione di esistere.

Leila Spallotta

Un segnoVorrei fare, un segno su un foglio.Anzi, vorrei scrivere qualcosa su un foglio.Vorrei saper scrivere una poesia, su un foglio.A volte cerco di farlo ma gli altri sono più bravi di me, e scrivono.A volte vorrei fare un segno su un foglio... E lo faccio.A volte ne esce qualcosa e lo faccio ed esce il segno.

Padipa Accor, 2011

Il correre della lunaNella notte limpidail pianto delle Pleiadiaccompagna il correre dell’astrotra le nuvoleMe osservoe ascoltoil cielo.

Armando Guidoni(“Gocce di emozioni”Controluce Ed. 2011)

Il poeta....Amorerima con cuore,con caloree poi dolore.Vorrebbe chiuderecon solee violema non può,oggi piove!Può riporreil rimariostupidario,soddisfattoandare a letto,sorridendo addormentarsi:anche domani l’umanitàavrà un raggiodi luce. Sole no,oggi piove!

Giuseppe Moscatelli

ArtemisioFianchi di nebbiae d’azzurro,tramontiaccecati dal mare;solo ai tuoi pedisi stende Velletricinta di vignee terra vulcanica.

Marisa Monteferri

Rivoli scarlattiRivoli scarlattisul bianco del mattinotinto d’azzurro,scaturiti da una profonda golache inghiotte giornirincorsi e vuoti.Stille di fuocoda feconde terreignorate.Polle rossastremormoranti sottopelle.Suppliche inascoltateda un’entità assente.Corporeità testimonedi un’occultatasofferenzada inutili sforzi,affaticamenti,attese traboccantiche non portano a niente.Vogliono uscire fuori.Vogliono far vederequanto è tesa la corda del cuore,quanto serve la coscienzaper una vera difesache non si dà per vinta,che abbandona il timore,che lotta senza treguacinta di coraggio e forte amore.Fino all’ultimo sangue.

Franca Palmieri

Roma, 7/1/09, 8.55…e poi i fuochiannebbiarono tutto.e gli spari…la gente fuggiva nelle maceriee il sangue caldo sulle fredde pietree le preghieree poi i morti e le lacrime dei vivie le vesti lacerate…e l’unico gemitodalle bambole delle bambineancora strettenelle braccia di ghiacciodelle loro madri.

Gian Luca Pieri

VivereVivere come un fioree un passero:per un giornoe per sempre.

Maria Lanciotti

A Lucio Dallala Vita, il Viaggio, l’InfinitoSe sei venuto in questa gabbiache t’accorcia il respirosappiche non puoi lasciarla

Hanno scoperto un pianeta- terracqueo -ma è bollente e percorsoda fiumi ‘leggeri’

Poi s’accampa la notteed è un tendone da circoche vedi: stelle vaganocostrette da rotte infiniteUn cielo di coltansigilla il tuo sguardo

Serena Grizi

ResurrezioneTriste la genteperseguitatadalla violenzache gli cova nel pettouova d’oronel pollaio dove ben strettaingrassae aspettadi ridarsi alla terra.S’invoca la Resurrezione.

Maria Lanciotti

PreghieraMi piace assaltare alturee declivicon lo sguardo perduto nell’erbache al vento si flettein preghiera.

Maria Lanciotti

In egual modoHo sempre desideratod’esprimere a teciò che sononon ciò che creocom’io ti guardoper ciò che seiSogno costantem’accompagnach’in egual modotu veda me

Armando Guidoni

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