Parco Del Cardeto (Ancona)

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P U N T O D I INCONTRO T R A C I T T À E N A T U R A sette itinerari tra il Cardeto e la città Progettazione, realizzazione e impaginazione grafica a cura di Fotografie di Ancona di .........

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Brochure di presentazione del parco del Cardeto di Ancona, un museo a cielo aperto.

Transcript of Parco Del Cardeto (Ancona)

P U N T O D II N C O N T R OT R A C I T T àE N A T U R Asette itinerari tra il Cardeto e la cittàProgettazione, realizzazione e impaginazione grafica a cura di

Fotografie di Ancona di .........

Il Parco del Cardeto occupa un’area di circa 35 ettari estendendosi dal Colle Cappuccini al Colle Cardeto e comprendendo l’avvallamento che separa le due alture. La presenza umana nell’area risale alla preistoria, infatti numerosi ritrovamenti di materiale dell’epoca del bronzo e del ferro e la scoperta di tombe picene hanno dimostrato che il sito ha ospitato i primi insediamenti della città.

Stradelli e affacci sul mare suggestivi, laddove c’erano rovi infestanti e rifiuti. Passeggiate tra batterie e fortificazioni, testimonianze dell’insediamento militare costituito in epoca napoleonica.

C’è l’ex convento dei Cappuccini trasformato in caserma, sotto il Faro, che l’Università pensa come un collegio di eccellenza, sede di master post laurea.

C’è la zona archeologica e del cimitero ebraico, con un progetto in corso di riscoperta e recupero delle steli e dei cippi funerari. C’è la recuperata area dell’antico faro, che dopo una laboriosa opera di bonifica è punto di riferimento ormai stabile di spettacoli estivi all’aperto.

Il Parco del Cardato è oggi un vero e proprio Museo a cielo aperto, un patrimonio di tutti i cittadini di Ancona e non solo.

Il Parco del Cardeto occupa un’area di circa 35 ettari estendendosi dal Colle Cappuccini al Colle Cardeto e comprendendo l’avvallamento che separa le due alture. La presenza umana nell’area risale alla preistoria, infatti numerosi ritrovamenti di materiale dell’epoca del bronzo e del ferro e la scoperta di tombe picene hanno dimostrato che il sito ha ospitato i primi insediamenti della città.

Stradelli e affacci sul mare suggestivi, laddove c’erano rovi infestanti e rifiuti. Passeggiate tra batterie e fortificazioni, testimonianze dell’insediamento militare costituito in epoca napoleonica.

C’è l’ex convento dei Cappuccini trasformato in caserma, sotto il Faro, che l’Università pensa come un collegio di eccellenza, sede di master post laurea.

C’è la zona archeologica e del cimitero ebraico, con un progetto in corso di riscoperta e recupero delle steli e dei cippi funerari. C’è la recuperata area dell’antico faro, che dopo una laboriosa opera di bonifica è punto di riferimento ormai stabile di spettacoli estivi all’aperto.

Il Parco del Cardato è oggi un vero e proprio Museo a cielo aperto, un patrimonio di tutti i cittadini di Ancona e non solo.

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1Tra città e storia

Tra città e storia

Tra mare e storia

Tra mare e storia

2Un museo a cielo aperto/ ItinerariQuesto Un museo a cielo aperto, una passeggiata tra natura, storia e cultura. Tra il mare e le colline. Tra le tracce di un antico passato e i percorsi naturalistici all’interno del “Parco del Cardeto Franco Scataglini”, la tradizione enogastronomica e i vini eccellenti.Benvenuti in una città dalla storia millenaria, un sito capace di sedurre, trattenere, coccolare chi vi si accosta. A chi giunge dal mare la città si mostra in tutta la sua scenografica bellezza, favorita dalla naturale disposizione che ne segna la storia millenaria. Venite a scoprire le strade strette e tortuose, dominate dal Duomo affacciato sul mare, le vie ampie e rettilinee, le zone verdi. I vecchi rioni, arrampicati sulle colline come intorno al palcoscenico di un teatro, si affacciano sull’arco del porto, il vero cuore storico ed economico del capoluogo marchigiano.Sette percorsi diversi, per chi ha molto tempo e per chi ne ha poco, per chi vuole scoprire tutte le meraviglie della città e per chi vuole assaporarle poco alla volta. Per chi vuole tuffarsi nel verde e per chi vuole passeggiare tra i prestigiosi negozi del centro.Per chi ha scelto di camminare tra la storia e chi, invece, preferisce costeggiare romanticamente il mare. Attraversare Ancona a piedi è un’esperienza unica. Sia per quelli che arrivano da altre città che per coloro che vi ci abitano. Scopritelo attraverso questi percorsi.

Tra bacie natura

Tra baci e natura

3 4Da mare e mare

Da mare e mare

5 6Tra shopping e tramonto

Tra shopping e tramonto

Dal cardeto al passetto

Dal cardeto al passetto

7Dal verde alla movida

Dal verde alla movida

4) DUOMO DI SAN CIRIACO5) CHIESA DI SAN GREGORIO6) ANFITEATRO ROMANO7) PALAZZO VESCOVILE10) CHIESA DI S. PELLEGRINO E FILIPPO NERI11) MUSEO ARCHEOLOGICO 12) PALAZZO ANZIANI13) CHIESA DEL GESÙ14) CHIESA DI S.FRANCESCO15) VICOLO DELLA STORTA17) PINACOTECA19) EX CASERMA VILLAREY 20) CHIESA DI SANTA MARIA DELLA PIAZZA21) LOGGIA DEI MERCANTI

22) PALAZZO BENINCASA23) TEATRO DELLE MUSE24) PALAZZO DEL GOVERNO - PREFETTURA25) PIAZZA DEL PAPA27) MUSEO DELLA CITTà28) CHIESA DI SAN DOMENICO29) FONTANA DEL CALAMO33) CIMITERO MONUMENTALE EBRAICO 34) PIAZZA CAVOUR35) FARO36) CHIESA CONVENTO DEI CAPPUCCINI38) EX POLVERIERA CASTELFIDARDO39) FORTEZZA NAPOLEONICA40) PIAZZA ROMA

PIAZZA DEL PLEBISCITO • VIACATENA • VICOLO DELLA STORTA • VIA PIZZECOLLI • VIA FERRETTI VIA DEL GUASCO • VIA BIRARELLI • PARCO DEL CARDETO • VIA INDIPENDENZA • CORSO GARIBALDI CORSO MAZZINI

Passeggiare tra i vicoli di Ancona, dal cuore della città ai panorami mozzafiato del Parco del cardeto. Il verde, il mare, la storia. Sentire l’eco del tuo passo tra gli antichi palazzi, assaporare le origini dell’antica civiltà dorica. Per contemplarne le opere, i colori e sentirti a casa.

Passeggiare tra i vicoli di Ancona, dal cuore della città ai panorami mozzafiato del Parco del cardeto. Il verde, il mare, la storia. Sentire l’eco del tuo passo tra gli antichi palazzi, assaporare le origini dell’antica civiltà dorica. Per contemplarne le opere, i colori e sentirti a casa.

DA INGRESSO “MARTELLI”A INGRESSO “BIRARELLI”

3 ORE 5 KM

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noTra città e storia

Due

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3 ORE

5 KM

1) BASAMENTO VECCHIA LANTERNA2) PORTA CLEMENTINA3) ARCO TRAIANO8) RESTI ANTICO ARSENALE9) CASA DEL CAPITANO12) PALAZZO ANZIANI13) CHIESA DEL GESÙ16) PORTELLA “SAN MARIA”20) CHIESA DI SANTA MARIA DELLA PIAZZA21) LOGGIA DEI MERCANTI 22) PALAZZO BENINCASA23) TEATRO DELLE MUSE

30) CHIESA DEL SAN SACRAMENTO32) CHIESA SAN AGOSTINO42) PORTA PIA 45) PARCO CITTADELLA - CAMPO TRINCERATO

CARDETO • VIA BIRARELLI • VICOLO DEI TRIBUNALI • PIAZZA STRACCA • PIAZZA ALIGHIERI LUNGOMARE VANVITELLI • SCALA MOLO NORD • BANCHINA SAURO NAZARIO • LARGO DOGANA VIA LOGGIA • VIA XXIX SETTEMBRE • LARGO CADUTI SUL MARE • LAZZARETTO • MOLE VANVITELLIANA

Partire dal Cardeto per arrivare alla Mole Vanvitelliana, passando per il porto, è il modo migliore per conoscere il cuore pulsante di Ancona,il vecchio quartiere degli Archi, le abitudini e le tradizioni portuali della città. Sullo sfondo, la colline dominate dal Duomo.

Partire dal Cardeto per arrivare alla Mole Vanvitelliana, passando per il porto, è il modo migliore per conoscere il cuore pulsante di Ancona,il vecchio quartiere degli Archi, le abitudini e le tradizioni portuali della città. Sullo sfondo, la colline dominate dal Duomo.

DA INGRESSO “MARTELLI”A INGRESSO “BIRARELLI”

Tra mare e storia

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CARDETO • VIA BIRARELLI • VIA DEL GUASCO • PIAZZA DEL DUOMO

Innamorarsi è più bello nel verde del Parco del Cardeto. Scoprirai che in città esiste un posto dove i pensieri scorrono più lenti, e ci si può sussurrare ancora tenere parole d’amore. Con un panorama mozzafiato davanti e un profumo di primavera inebriante lì, ai tuoi piedi.

Innamorarsi è più bello nel verde del Parco del Cardeto. Scoprirai che in città esiste un posto dove i pensieri scorrono più lenti, e ci si può sussurrare ancora tenere parole d’amore. Con un panorama mozzafiato davanti e un profumo di primavera inebriante lì,ai tuoi piedi.

DA INGRESSO “MARTELLI”A INGRESSO “BIRARELLI”

3 ORE 5 KM

21) LOGGIA DEI MERCANTI 22) PALAZZO BENINCASA23) TEATRO DELLE MUSE24) PALAZZO DEL GOVERNO - PREFETTURA25) PIAZZA DEL PAPA26) PORTA FARINA o SAN PIETRO27) MUSEO DELLA CITTà28) CHIESA DI SAN DOMENICO29) FONTANA DEL CALAMO30) CHIESA DEL SAN SACRAMENTO31) CHIESA DI SAN BIAGIO34) PIAZZA CAVOUR40) PIAZZA ROMA

46) PIAZZA DIAZ47) VILLE LIBERTY48) PASSETTO - MONUMENTO E SCALINATA

Tra baci e natura

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VIA LOGGIA • VIA CATENA • VIA PIZZECOLLI • VIA FERRETTI GABRIELE • SCALONE NAPPI • VIA DEL GUASCO • VIA BIRARELLI • CARDETO • VIA PANORAMICA • PASSETTO(GROTTE DEL PASSETTO) • VIALE DELLA VITTORIA • LARGO XXIV MAGGIO • PIAZZA CAVOUR • CORSO GARIBALDI • PIAZZA DELLA REPUBBLICA

Benvenuti in una città dalla storia millenaria, caduta e rialzatasi più volte. Un luogo capace di sedurre, trattenere e coccolare chi vi si accosta. Venitene a scoprire le strade strette e tortuose, dominate dal Duomo affacciato sul mare, le vie ampie e rettilinee,le zone verdi e i vecchi rioni, arrampicati sulle colline. Dal mare al mare, passando per il verde e per la storia.

Benvenuti in una città dalla storia millenaria, caduta e rialzatasi più volte. Un luogo capace di sedurre, trattenere e coccolare chi vi si accosta. Venitene a scoprire le strade strette e tortuose, dominate dal Duomo affacciato sul mare, le vie ampie e rettilinee,le zone verdi e i vecchi rioni, arrampicati sulle colline. Dal mare al mare, passando per il verde e per la storia.

DA INGRESSO “MARTELLI”A INGRESSO “BIRARELLI”

3 ORE 5 KM

6) ANFITEATRO ROMANO13) CHIESA DEL GESÙ14) CHIESA DI SAN FRANCESCO18) PALAZZO EX CAMERATA19) EX CASERMA VILLAREY23) TEATRO DELLE MUSE24) PALAZZO DEL GOVERNO - PREFETTURA25) PIAZZA DEL PAPA26) PORTA FARINA o SAN PIETRO

27) MUSEO DELLA CITTà28) CHIESA DI SAN DOMENICO33) CIMITERO MONUMENTALE EBRAICO 35) FARO36) CHIESA CONVENTO DEI CAPPUCCINI37) BASTIONE SAN PAOLO38) EX POLVERIERA CASTELFIDARDO39) FORTEZZA NAPOLEONICA

Tra mare e mare

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PIAZZA CAVOUR • CORSO MAZZINI • VIA DEGLI OREFICI • PIAZZA PLEBISCITO • VIA MATTEOTTI • VIA CARDETO • CARDETO • PIAZZALE MARTELLI • VIA INDIPENDENZA • LARGO CAPPELLI • CORSO AMENDOLA • PASSETTO • VIALE DELLA VITTORIA • LARGO XXIV MAGGIO • PIAZZA CAVOUR • CORSO GARIBALDI • PIAZZA DELLA REPUBBLICA

Cosa c’è di meglio di una giornata di shopping nei negozi più cool del centro che si conclude con una passeggiata nel Parco del Cardeto?Il verde ad Ancona, è più vicino di quello che pensi. Vieni a vedere il tramonto nel Parco del Cardeto. Scoprirai che fare shopping non è mai stato così romantico.

Cosa c’è di meglio di una giornata di shopping nei negozi più cool del centro che si conclude con una passeggiata nel Parco del Cardeto?Il verde ad Ancona, è più vicino di quello che pensi. Vieni a vedere il tramonto nel Parco del Cardeto. Scoprirai che fare shopping non è mai stato così romantico.

DA INGRESSO “MARTELLI”A INGRESSO “BIRARELLI”

3 ORE

5 KM

4) DUOMO DI SAN CIRIACO5) CHIESA DI SAN GREGORIO6) ANFITEATRO ROMANO7) PALAZZO VESCOVILE10) CHIESA DI S. PELLEGRINO E FILIPPO NERI11) MUSEO ARCHEOLOGICO 12) PALAZZO ANZIANI13) CHIESA DEL GESÙ14) CHIESA DI S.FRANCESCO19) EX CASERMA VILLAREY 20) CHIESA DI SANTA MARIA DELLA PIAZZA21) LOGGIA DEI MERCANTI 22) PALAZZO BENINCASA

23) TEATRO DELLE MUSE24) PALAZZO DEL GOVERNO - PREFETTURA30) CHIESA DEL SAN SACRAMENTO31) CHIESA DI SAN BIAGIO33) CIMITERO MONUMENTALE EBRAICO 34) PIAZZA CAVOUR35) FARO36) CHIESA CONVENTO DEI CAPPUCCINI37) BASTIONE SAN PAOLO38) EX POLVERIERA CASTELFIDARDO39) FORTEZZA NAPOLEONICA46) PIAZZA DIAZ48) PASSETTO - MONUMENTO E SCALINATA

Tra shopping e tramonto

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CARDETO • VIA PANORAMICA • PASSETTO

Lungo il Passetto scoprirai che la linea dell’orizzonte, ad Ancona, assume colori e contorni differenti. L’azzurro del cielo, in certi giorni di primavera, val bene una passeggiata. Le sfumature del mare cambiano, lungo un percorso che offre diversi punti di luce e di vista.

Lungo il Passetto scoprirai che la linea dell’orizzonte, ad Ancona, assume colori e contorni differenti. L’azzurro del cielo, in certi giorni di primavera, val bene una passeggiata. Le sfumature del mare cambiano, lungo un percorso che offre diversi punti di luce e di vista.

DA INGRESSO “MARTELLI”A INGRESSO “BIRARELLI”

3 ORE 5 KM

4) DUOMO DI SAN CIRIACO5) CHIESA DI SAN GREGORIO6) ANFITEATRO ROMANO7) PALAZZO VESCOVILE19) EX CASERMA VILLAREY 33) CIMITERO MONUMENTALE EBRAICO 35) FARO36) CHIESA CONVENTO DEI CAPPUCCINI37) BASTIONE SAN PAOLO38) EX POLVERIERA CASTELFIDARDO39) FORTEZZA NAPOLEONICA

Dal cardeto al passetto

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CARDETO • VIA BIRARELLI • VIA FANTI • VIA MATTEOTTI • PIAZZA PLEBISCITO

Una giornata trascorsa nel verde, a passeggiare e respirare aria buona diventa ancora più bella se si conclude con un aperitivo nei locali tipici della movida anconetana. Dal Cardeto a Piazza del Plebiscito, riconosciuta da tutti gli anconetani come Piazza del Papa. Natura e divertimento non sono mai stati così vicini.

Una giornata trascorsa nel verde, a passeggiare e respirare aria buona diventa ancora più bella se si conclude con un aperitivo nei locali tipici della movida anconetana. Dal Cardeto a Piazza del Plebiscito, riconosciuta da tutti gli anconetani come Piazza del Papa.Natura e divertimento non sono mai stati così vicini.

DA INGRESSO “MARTELLI”A INGRESSO “BIRARELLI”

3 ORE 5 KM

19) EX CASERMA VILLAREY 38) EX POLVERIERA CASTELFIDARDO39) FORTEZZA NAPOLEONICA47) VILLE LIBERTY48) PASSETTO - MONUMENTO E SCALINATA

Dal verde alla movida

Basamento vecchia LanternaIl basamento reggeva una lanterna costruita su iniziale progetto del Vanvitelli in testa al Molo Nord alla fine del settecento. La lanterna fu colpita e distrutta dalla flotta piemontese nel 1860. Negli anni ‘30 l’edificio fu riadattato per ospitare la sede della Sanità marittima portuale. Oggi ospita i Vigili del fuoco del porto.Il basamento reggeva una lanterna costruita su iniziale progetto del Vanvitelli in testa al Molo Nord alla fine del settecento. La lanterna fu colpita e distrutta dalla flotta piemontese nel 1860.

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Arco ClementinoA un altro benefattore della città, papa Clemente XII, è dedicato l’arco edificato nel 1738 dal Vanvitelli al termine della cinta muraria, come ideale porta d’ingresso alla città per chi proveniva dal Molo nord. La sua costruzione si inseriva all’interno dei più vasti lavori che all’architetto erano stati affidati dal papa (tra i quali anche il prolungamento del molo antistante, nonché la realizzazione del Lazzaretto), indispensabili dopo la concessione alla città dello statuto di porto franco. è in pietra d’Istria, con gradevoli effetti di chiaroscuro creati dalle modanature dell’ordine dorico, e si richiama stilisticamente all’arco romano che lo precede. In origine era prevista la collocazione sull’attico della statua del papa che campeggia ora in piazza del Plebiscito.La sua costruzione si inseriva all’interno dei più vasti lavori che all’architetto erano stati affidati dal papa (tra i quali anche il prolungamento del molo antistante, nonché la realizzazione del Lazzaretto), indispensabili dopo la concessione alla città dello statuto di porto franco. è in pietra d’Istria, con gradevoli effetti di chiaroscuro creati dalle modanature dell’ordine dorico, e si richiama stilisticamente all’arco romano che lo precede. In origine era prevista la collocazione sull’attico della statua del papa che campeggia ora in piazza del Plebiscito.

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Arco TraianoRealizzato nel 115 d.c. da Apollodoro di Damasco in onore di Traiano, grande fautore della rinascita del porto di Ancona, in passato era ornato con statue e fregi scomparsi nel corso dei secoli.L’opera, che mantiene ancora lo slancio e l’eleganza di un tempo, è stata recentemente restaurata e sottoposta ad un intervento di illuminazione che ne ha esaltato il profilo e valorizzato la posizione rispetto al nucleo storico della città e al colle GuascoL’opera, che mantiene ancora lo slancio e l’eleganza di un tempo, è stata recentemente restaurata e sottoposta ad un intervento di illuminazione che ne ha esaltato il profilo e valorizzato la posizione rispetto al nucleo storico della città e al colle Guasco valorizzato la posizione rispetto al nucleo storico della città e al colle Guasco

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Duomo di San Ciriacoè uno dei monumenti emblema di Ancona, sia per la posizione geografica che per il significato storico e religioso. è una delle chiese più importanti delle Marche e d’Italia. Il colle dove sorge si chiamava nell’antichità promontorio Cumero, nome composto dalle parole greche Kuma e Oro, che insieme significano “monte opposto al mare”.La chiesa è edificata sui resti di un tempio antico dedicato alla Venere Euplea, la Venere della buona navigazione.La sagoma dell’edificio, a forma cruciforme e a pianta centrale, è sovrastata dalla cupola a dodici facce slanciate e voltata alla gotica. Gli esperti parlano di una tra le più antiche e perfette cupole in Italia.Consigliata anche una visita al Museo Diocesano, all’interno dell’ex Palazzo Vescovile (pregevoli gli arazzi fiamminghi su disegni di Pieter Pave Rubens).La chiesa ha una facciata tripartita nella quale spicca alla sommità di un’ampia scalinata il protiro romanico-gotico, dell’arco a tutto sesto sorretto da 4 colonne, due più antiche, in marmo, poggianti su grandi leoni in granito rosso di Verona e due più esili in pietra, aggiunte successivamente dal Vanvitelli.L’opera, che mantiene ancora lo slancio e l’eleganza di un tempo, è stata recentemente restaurata e sottoposta ad un intervento di illuminazione che ne ha esaltato il profilo e valorizzato la posizione rispetto al nucleo storico della città e al colle Guasco valorizzato la posizione rispetto al nucleo storico della città e al colle GuascoL’opera, che mantiene ancora lo slancio e l’eleganza di un tempo, è stata recentemente restaurata e sottoposta ad un intervento di illuminazione che ne ha esaltato il profilo e valorizzato la posizione rispetto al nucleo storico della città e al colle Guasco valorizzato la posizione rispetto al nucleo storico della città e al colle Guascorestaurata e sottoposta ad un intervento di illuminazione che ne ha esaltato il profilo e valorizzato la posizione rispetto al nucleo storico della città e al colle Guasco valorizzato la posizione rispetto al nucleo storico della città e al colle Guasco

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San Gregorio Illuminatore (ex San Bartolomeo)Le Monache Benedettine Armene acquistarono il complesso di S.Bartolomeo, chiesa e convento, nel 1847. Le alterne vicende delle soppressioni e restaurazioni avevano ridotto il convento a luogo di pena, mentre la chiesa, rimasta aperta al culto, era officiata dai Minori Conventuali perché nel loro convento di San Francesco delle Scale era stato organizzato il Civico Ospedale.In quel complesso le monache non vi rimasero a lungo: nel 1860 il convento ritornò alla precedente destinazione di stabilimento giudiziario ospitando l’ergastolo ed i “discoli”, corrispondente a quello che oggi chiamiamo “carcere minorile”.La chiesa venne acquistata nel 1898 per l’istituto fondato dal sac. Giuseppe Birarelli, oggi denominato Istituto Giovagnoni-Birarelli per l’assistenza alle minorenni orfane o comunque bisognose.La sua costruzione si inseriva all’interno dei più vasti lavori che all’architetto erano stati affidati dal papa (tra i quali

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Anfiteatro RomanoL’anfiteatro costruito in età augustea (I sec. a.C. - I sec. d.C.) sorge sulla sella naturale tra i colli Guasco e di Cappuccini. Di forma ellittica, l’imponente struttura era larga 73 m e lunga 93 m, con 20 gradinate che potevano contenere fino a 10000 spettatori. Era dotato di quattro ingressi, dei quali resta il monumentale Arco Bonarelli, in blocchi d’arenaria, ben visibile nell’adiacente piazza del Senato.Da via Birarelli è possibile ammirarne i resti, riportati alla luce da scavi archeologici ancora in corso. Abbandonato in età tardo-imperiale, l’Anfiteatro venne utilizzato prima come cava di materiale da costruzione, poi come carcere e infine inglobato nella chiesa di San Gregorio e nel Convento di San Bartolomeo. Da ammirare i resti del mosaico che sono visibili da via Pio II.Si suppone che la sua costruzione sia iniziata durante il periodo di Ottaviano Augusto verso la fine del I sec. a.C., modificata poi durante il periodo di Traiano (I sec. d.C.). Forse la sua parte più interna, a conci quadrati, apparteneva ad un teatro del periodo greco. La sua trasformazione più radicale, stando agli indizi architettonici, appartiene appunto all’epoca di Traiano o dei Flavi. è diventato un luogo di incontro dove ascoltare poesie e lirica.L’Anfiteatro costruito in età augustea (I sec. a.C. - I sec. d.C.) sorge sulla sella naturale tra i colli Guasco e di Cappuccini. Di forma ellittica, l’imponente struttura era larga 73 m e lunga 93 m, con 20 gradinate che potevano contenere fino a 10000 spettatori. Era dotato di quattro ingressi, dei quali resta il monumentale Arco Bonarelli, in blocchi d’arenaria, ben visibile nell’adiacente piazza del Senato.Da via Birarelli è possibile ammirarne i resti, riportati alla luce da scavi archeologici ancora in corso. Abbandonato in età tardo-imperiale, l’Anfiteatro venne utilizzato prima come cava di materiale da costruzione, poi come carcere e infine inglobato nella chiesa di San Gregorio e nel Convento di San Bartolomeo. Da ammirare i resti del mosaico che sono visibili da via Pio II.Si suppone che la sua costruzione sia iniziata durante il periodo di Ottaviano Augusto verso.

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Palazzo vescovileHa canoni estetici e decorativi del Settecento ed ingloba quasi certamente strutture romane e altomedioevali. è stato sede prima dei Consoli e poi del Podestà, attorno al 1100. Donato dal Comune ai Conti Cortesi, dopo una serie di passaggi perviene in proprietà ai Ferretti e poi viene acquisito alla Curia Vescovile con l’intervento della Camera Apostolica. Gli storici ricordano che gli emblemi del Palazzo, ancora nel XVI secolo erano i simboli araldici del leone e del leopardo.Ha canoni estetici e decorativi del Settecento ed ingloba quasi certamente strutture romane e altomedioevali. è stato sede prima dei Consoli e poi del Podestà, attorno al 1100. Donato dal Comune ai Conti Cortesi, dopo una serie di passaggi perviene in proprietà ai Ferretti e poi viene acquisito alla Curia Vescovile con l’intervento della Camera Apostolica.

7anche il prolungamento del molo antistante, nonché la realizzazione del Lazzaretto), indispensabili dopo la concessione alla città dello statuto di porto franco. è in pietra d’Istria, con gradevoli effetti di chiaroscuro creati dalle modanature dell’ordine dorico, e si richiama stilisticamente all’arco romano che lo precede. In origine era prevista la collocazione sull’attico della statua del papa che campeggia ora in piazza del Plebiscito.

Magazzini porto di TraianoI magazzini del porto traianeo, presumibilmente risalenti al 104-105 d.C. erano a servizio di varie attività portuali: le spedizioni di merci (sono stati trovate anfore e contenitori vari) e immagazzinamento, attività di cantieristica e rifornimento di acqua alle navi che sostavano, come dimostrano le cisterne rinvenute.I magazzini del porto traianeo, presumibilmente risalenti al 104-105 d.C. erano a servizio di varie attività portuali: le spedizioni di merci (sono stati trovate anfore e contenitori vari).

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Casa del capitanoQuasi nascosta tra le mura, percorrendo la banchina portuale, si trova una casa medioevale fortunatamente rimasta intatta tra le macerie provocate dai bombardamenti. L’eleganza e la sobria decorazione l’hanno fatta impropriamente denominare la “sede del Capitano del Porto”. In realtà tale carica, come risulta da lapidi esistenti, era esercitata da tre consiglieri.L’eleganza e la sobria decorazione l’hanno fatta impropriamente denominare la “sede del Capitano del Porto”. In realtà tale carica, come risulta da lapidi esistenti, era esercitata da tre consiglieri.

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Chiesa di S.Pellegrino e Filippo Neri o degli ScalziAffaccia su piazza del Senato ma è adiacente a palazzo Ferretti con il quale un tempo era collegata così che la nobile famiglia potesse assistere alle funzioni in forma privata.Edificata nel 1706 su progetto dell’architetto Bartoli divenuto poi carmelitano scalzo, sorge dove anticamente era stata edificata la chiesa medievale di San Salvatore. La cupola poggia su lesene e grandi arcate. L’interno ha una unica navata; è a pianta circolare, con quattro cappelli sull’asse principale. Ha l’altare principale ridefinito nell’800, mentre nei due altari laterali settecenteschi sono contenute le statue a stucco di Gioacchino Varlè.Tra le opere d’arte che la chiesa può mostrare, notiamo nell’altare maggiore, una scultura in legno policromo di stile bizantino raffigurante il Cristo e attribuibile al XII-XIII secolo. Tra le tele d’ispirazione religiosa si riconosce una S. Teresa ascritta al Solimena.Affaccia su piazza del Senato ma è adiacente a palazzo Ferretti con il quale un tempo era collegata così che la nobile famiglia potesse assistere alle funzioni in forma privata.Edificata nel 1706 su progetto dell’architetto Bartoli divenuto poi carmelitano scalzo, sorge dove anticamente era stata edificata la chiesa medievale di San Salvatore. La cupola poggia su lesene e grandi arcate. L’interno ha una unica navata; è a pianta circolare, con quattro cappelli sull’asse principale. Ha l’altare principale ridefinito nell’800, mentre nei due altari laterali settecenteschi sono contenute le statue a stucco di Gioacchino Varlè.

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Museo ArcheologicoRappresenta senza dubbio il Museo più importante della regione. Quasi 10.000 i reperti esposti, tutti provenienti da scavi sul territorio e in grado di fornire informazioni preziose sulla vita quotidiana, gli strumenti di coccio e vasellame, le armi, gli ornamenti.Trentadue sale e ogni sala è una scoperta dove rari capolavori venuti dalla preistoria si trovano a dialogare con arredi e decori altrettanto insigni del Rinascimento e del Barocco.Pregevole una statuina rarissima in calcite chiamata “Venere” rinvenuta nella Gola di Frasassi e risalente al Paleolitico.è uno dei più prestigiosi musei archeologici italiani in particolare per la preistoria ancor più per la civiltà picena.Il museo è ospitato nelle sale del “Palazzo Ferretti” che domina il mare, bellissimo esempio di architettura del ‘500. Il progetto è di Antonio da Sangallo ma la costruzione originaria venne ampliata due secoli dopo dal Vanvitelli.Pregevoli sono i fregi e gli affreschi di Pellegrino Tibaldi, i caminetti con talamoni, i soffitti a cassettoni.Nel piano nobile del palazzo sono presenti famosi affreschi di Pellegrino Tibaldi e la sistemazione della facciata è opera del Vanvitelli.è uno dei più prestigiosi musei archeologici italiani in particolare per la preistoria ancor più per la civiltà picena.Il museo è ospitato nelle sale del “Palazzo Ferretti” che domina il mare, bellissimo esempio di architettura del ‘500. Il

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progetto è di Antonio da Sangallo ma la costruzione originaria venne ampliata due secoli dopo dal Vanvitelli.Pregevoli sono i fregi e gli affreschi di Pellegrino Tibaldi, i caminetti con talamoni, i soffitti a cassettoni.Nel piano nobile del palazzo sono presenti famosi affreschi di Pellegrino Tibaldi e la sistemazione della facciata è opera del Vanvitelli.

Palazzo degli AnzianiIl Palazzo degli Anziani, sede storica delle magistrature civiche, sorge in Piazza Benvenuto Stracca, di fronte alla Chiesa del Gesù. Si ritiene che il Palazzo sia stato costruito nel 1258: il Vasari riporta che esso fu rinnovato da Margheritone di Arezzo nel 1270, in stile romanico-gotico. Il palazzo ha subito nei secoli diverse modifiche sia per adeguarlo a diverse esigenze che a causa di terremoti e incendi. Fu sede degli Anziani e Regolatori che amministravano la città.Oggi conserva elementi duecenteschi: due ordini di finestre ad archetti incrociati, gli arconi ogivali nella parte orientata verso il porto, le logge ogivali e i pannelli scolpiti su Piazza Stracca. Quattrocentesche sono le finestre superiori, cinquecentesca la facciata barocca, che conserva tracce di due ordini di finestre ogivali, già decorate di bassorilievi trecenteschi. Le sale interne sono ampie e signorili.Fu sede degli Anziani e Regolatori che amministravano la città.Oggi conserva elementi duecenteschi: due ordini di finestre ad archetti incrociati, gli arconi ogivali nella parte orientata verso il porto, le logge ogivali e i pannelli scolpiti su Piazza Stracca. Quattrocentesche sono le finestre superiori, cinquecentesca la facciata barocca, che conserva tracce di due ordini di finestre ogivali, già decorate di bassorilievi trecenteschi. Le sale interne sono ampie e signorili. Le sale interne sono ampie e signorili. Le sale interne sono ampie e signorili. Le sale interne sono ampie e signorili.

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Chiesa del GesùLa Chiesa, eretta nel 1605 dal Conte Nappi, deve la sua fisionomia al genio Luigi Vanvitelli al quale l’ordine dei Gesuiti affidò nel 1743 il progetto di ristrutturazione della preesistente chiesa seicentesca per farne la propria sede in città. Il dislivello fra la piazza e la chiesa è superato da una scala le cui rampe si svolgono entro un semiellisse; la facciata è curva e protetta dal pronao a pianta rettangolare. Nell’ interno è evidente la grandiosità e la ricchezza dovute “all’aula Dei”.La sua pianta è a croce latina, con quattro cappelle laterali, due per parte, più quelle alle estremità del braccio trasversale.La Chiesa, eretta nel 1605 dal Conte Nappi, deve la sua fisionomia al genio Luigi Vanvitelli al quale l’ordine dei Gesuiti affidò nel 1743 il progetto di ristrutturazione della preesistente chiesa seicentesca per farne la propria sede in città. Il dislivello fra la piazza e la chiesa è superato da una scala le cui rampe si svolgono entro un semiellisse; la facciata è curva e protetta dal pronao a pianta rettangolare. Nell’ interno è evidente la grandiosità e la ricchezza dovute.

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14Chiesa di S. Francesco alle ScaleDomina l’irregolare piazza omonima dall’alto di una gradinata con un grande effetto scenografico. L’edificio ebbe una vicenda architettonica assai tribolata. La prima fondazione della chiesa e dell’annesso convento risale al 1323 a opera dei Francescani, che la dedicarono a Santa Maria Maggiore. A metà del ‘400 la chiesa ebbe l’attuale intitolazione e venne realizzato il portale che abbellisce la facciata. Una radicale ristrutturazione dell’edificio, non sempre rispettosa, venne realizzata tra il 1777 e il 1790 a opera di Francesco Maria Ciarrafoni. Poi ebbe inizio la decadenza, suggellata dall’esproprio e dalla destinazione del complesso a scopi militari e ospedalieri in epoca napoleonica (1798) e subito dopo l’unità d’Italia (1861). La chiesa fu ripristinata e riaperta nel 1953 e poi nuovamente consolidata dopo il terremoto del 1972. Il grandioso portale fu realizzato dal dalmata Giorgio Orsini detto Giorgio da Sebenico (1454). Il portale è chiuso tra due pilastri ornati di statue di santi che reggono un grande baldacchino culminante con una fioritura di pinnacoli. Di grande vigore espressivo sono le venti teste (tra cui due leonine) che ornano gli stipiti e l’architrave. Il bassorilievo nella lunetta raffigura San Francesco che riceve le stimmate. A destra della facciata i resti di un portale rinascimentale dal quale si accedeva al Convento.Domina l’irregolare piazza omonima dall’alto di una gradinata con un grande effetto scenografico. L’edificio ebbe una vicenda architettonica assai tribolata. La prima fondazione della chiesa e dell’annesso convento risale al 1323 a opera dei Francescani, che la dedicarono a Santa Maria Maggiore. A metà del ‘400 la chiesa ebbe l’attuale intitolazione e venne realizzato il portale che abbellisce la facciata. Una radicale ristrutturazione dell’edificio, non sempre rispettosa, venne realizzata tra il 1777 e il 1790 a opera di Francesco Maria Ciarrafoni. Poi ebbe inizio la decadenza, suggellata dall’esproprio e dalla destinazione del complesso a scopi militari e ospedalieri in epoca napoleonica (1798) e subito dopo l’unità d’Italia (1861). La chiesa fu ripristinata e riaperta nel 1953 e poi nuovamente consolidata dopo il terremoto del 1972. Il grandioso portale fu realizzato dal dalmata Giorgio Orsini detto Giorgio da Sebenico (1454). A destra della facciata i resti di un portale rinascimentale dal quale si accedeva al Convento.

Vicolo della Stortaè l’antica strada che da Piazza San Francesco arriva a via Saffi: il nome deriva dall’andamento variabile della strada che rendeva più breve la discesa verso il porto. Di recente è stata recuperata dall’Amministrazione comunaleè l’antica strada che da Piazza San Francesco arriva a via Saffi: il nome deriva dall’andamento variabile della strada che rendeva più breve la discesa verso il porto.

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Portella della Dogana o Santa MariaIl nome deriva dagli uffici doganali dell’antico Comune Anconetano e dalla retrostante chiesa di S.Maria della Piazza.Il nome deriva dagli uffici doganali dell’antico Comune Anconetano e dalla retrostante chiesa di S.Maria della Piazza.

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PinacotecaOspitata nel Palazzo Bosdari dal 1973, è intitolata al pittore anconetano Francesco Podesti: grazie a un lascito di cartoni e bozzetti permise a un gruppo di suoi concittadini di istituire intorno al 1880 il primo nucleo della raccolta museale. Oltre a capolavori della pittura anconetana e marchigiana, come la Circoncisione e la Dormitio Virginis (fine XIV-inizio XV secolo) di Carlo da Camerino e Quattro Santi in estasi e Angeli Musicanti di Andrea Lilli, la collezione espone una magnifica sezione di pittori veneti, al cui territorio la città dorica fu legata nei secoli da costanti rapporti.Capolavori assoluti sono in tal senso la Madonna col Bambino di Carlo Crivelli (XVI sec), la Sacra Conversazione di Lorenzo Lotto (XVI sec.), il Ritratto di Francesco Arsilli di Sebastiano del Piombo, l’Immacolata Concezione e Santa Palazia del Guercino. Pregevole la cosiddetta Pala Gozzi di Tiziano (1520). Una sezione espositiva all’ultimo piano del palazzo costituisce la Galleria d’Arte Moderna che presenta opere di autori contemporanei.Oltre a capolavori della pittura anconetana e marchigiana, come la Circoncisione e la Dormitio Virginis (fine XIV-inizio XV secolo) di Carlo da Camerino e Quattro Santi in estasi e Angeli Musicanti di Andrea Lilli, la collezione espone una magnifica sezione di pittori veneti, al cui territorio la città dorica fu legata nei secoli da costanti rapporti.Capolavori assoluti sono in tal senso la Madonna col Bambino di Carlo Crivelli (XVI sec), la Sacra Conversazione di Lorenzo Lotto (XVI sec.), il Ritratto di Francesco Arsilli di Sebastiano del Piombo, l’Immacolata Concezione e Santa Palazia del Guercino. Pregevole la cosiddetta Pala Gozzi di Tiziano (1520).

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Palazzo ex CamerataIl Palazzo Camerata è situato sull’antica via di San Pietro, oggi via Fanti.Di originario impianto cinquecentesco, fu rinnovato nel Settecento senza subire particolari trasformazioni. Al piano terreno sono ancora apprezzabili vari elementi decorativi (portalini in pietra e altre strutture). La facciata, incompiuta, è caratterizzata da un severo portale bugnato in pietra calcarea bianca, come i cantonali. è uno dei pochissimi palazzi anconetani che abbiano conservato l’altana (costruzione a loggia sul tetto). La famiglia Camerata, originaria della città di Bergamo, si era stabilita in Ancona nel Cinquecento e nel 1596, come si desume da un manoscritto dell’Albertini, aveva due “possidenze”, relative a due rami della famiglia. Nel 1639 Lorenzo e Carlo Antonio Camerata vengono aggregati alla nobiltà anconetana con breve del Papa Urbano VIII.Al piano terreno sono ancora apprezzabili vari elementi decorativi (portalini in pietra e altre strutture). La facciata, incompiuta, è caratterizzata da un severo portale bugnato in pietra calcarea bianca, come i cantonali.è uno dei pochissimi palazzi anconetani che abbiano conservato l’altana (costruzione a loggia sul tetto). La famiglia Camerata, originaria della città di Bergamo, si era stabilita in Ancona nel Cinquecento e nel 1596, come si desume da un manoscritto dell’Albertini, aveva due “possidenze”, relative a due rami della famiglia.

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Ex caserma VillareyL’edificio si presenta come un quadrato di quasi 100 metri di lato e segue lo schema classico della corte militare con cortile interno.L’aspetto architettonico segue lo schema eclettico neo-quattrocentesco di gran parte dell’edilizia militare piemontese, di cui tuttavia la caserma Villarey costituisce cronologicamente un prototipo rispetto a numerose altre realizzazioni. Gli elementi caratteristici sono il bugnato piatto del basamento, le finestre binate con cornice di sopralto a tutto sesto, la muratura a secco con contenimenti in pietra bianca del Conero e pietra rosa del Furlo. Oggi la struttura è sede della prestigiosa facoltà di Economia.L’aspetto architettonico segue lo schema eclettico neo-quattrocentesco di gran parte dell’edilizia militare piemontese, di cui tuttavia la caserma Villarey costituisce cronologicamente un prototipo rispetto a numerose altre realizzazioni. Gli elementi caratteristici sono il bugnato piatto del basamento, le finestre binate con cornice di sopralto a tutto sesto, la muratura a secco con contenimenti in pietra bianca del Conero e pietra rosa del Furlo.

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Chiesa di Santa Maria della PiazzaInsieme alla Cattedrale è l’edificio religioso più interessante della città (e tra i più interessanti della Regione) sia per i suoi pregi artistici sia per l’importanza storica che ha rivestito nei secoli. L’attuale chiesa, romanica, fu realizzata nei primi decenni del XIII secolo su chiese preesistenti. Assai singolare è la facciata, ha una struttura tripartita, incompiuta nella parte superiore, mentre l’inferiore presenta un prezioso rivestimento in marmo dalmata, dovuto al Maestro Filippo (1210-1215), interamente corso da quattro ordini di arcatelle in pietra con alcuni inserti decorativi (da notare la figura di orante, al centro, di gusto bizantineggiante, il busto dell’arcangelo Gabriele alla sua sinistra). I fianchi della chiesa sono ornati da lesene e fasce di archetti con strette monofore (in quello di destra è un portale gotico del sec. XIII con un bassorilievo nella lunetta). Dà accesso alla chiesa un ampio portale strombato di gusto pugliese, incorniciato da un fregio riccamente decorato.L’interno semplice e spoglio come nella tradizione romanica, presenta tre navate, divise da pilastri ottagonali e tetto a capriate. Alcuni gradini precedono il presbiterio, sopraelevato nel 1233 e terminante nell’alta abside dove si trova un Crocifisso ligneo del XVI secolo. Sul pavimento lastre di cristallo aprono scorci sui resti sotterranei della chiesa paleocristiana. Nella cripta, resti di affreschi dei secoli VIII-IX e mosaici pavimentali del IV e VI secolo.Assai singolare è la facciata, ha una struttura tripartita, incompiuta nella parte superiore, mentre l’inferiore presenta un prezioso rivestimento in marmo dalmata, dovuto al Maestro Filippo (1210-1215), interamente corso da quattro ordini di arcatelle in pietra con alcuni inserti decorativi (da notare la figura di orante, al centro, di gusto bizantineggiante, il busto dell’arcangelo Gabriele alla sua sinistra). I fianchi della chiesa sono ornati da lesene e fasce di archetti con strette monofore (in quello di destra è un portale gotico del sec. XIII con un bassorilievo nella lunetta). Dà accesso alla chiesa un ampio portale strombato di gusto pugliese, incorniciato da un fregio riccamente decorato.L’interno semplice e spoglio come nella tradizione romanica, presenta tre navate, divise da pilastri ottagonali e tetto a capriate. Alcuni gradini precedono il presbiterio, sopraelevato nel 1233 e terminante nell’alta abside dove si trova un Crocifisso ligneo del XVI secolo. Sul pavimento lastre di cristallo aprono scorci sui resti sotterranei della chiesa paleocristiana.

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Loggia dei MercantiCittà di traffici e commerci, Ancona avvertì per tempo la necessità di dotarsi di un luogo in cui si potessero esporre le mercanzie provenienti da oltremare e condurre le contrattazioni per la loro compravendita. A questo scopo, verso la fine del XIV secolo il senato degli Anziani deliberò che si procedesse alla costruzione di una loggia coperta in questo sito, a due passi dal molo pubblico e dalla dogana. Nel 1443 i lavori erano sostanzialmente terminati, anche se la loggia aveva in origine una struttura assai più semplice e grezza rispetto all’attuale. Fu tra il 1451 e il 1459 che Giorgio da Sebenico decorò la facciata, ispirandosi allo stile gotico fiorito veneziano. In essa si distinguono in particolare le quattro statue

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allegoriche delle virtù del buon mercante cristiano: la Speranza, la Fortezza, la Giustizia, e la Carità (in quest’ultima sembra che vi sia l’influsso di Jacopo della Quercia); sopra il portale al centro della campata mediana spicca il Cavaliere in assalto, stemma della città caro agli anconetani.Rovinata da un brutto incendio verso la metà del XVI secolo, necessitò di interventi di ripristino, affidati a Pellegrino Tibaldi: questi ridisegnò l’ordine basamentale, arricchendolo dei caratteristici mascheroni manieristici, impostò il fronte posteriore, verso il mare e decorò l’interno, costituito da un’unica grande sala, affrescando il soffitto (gli affreschi sono andati perduti durante i bombardamenti del 1943). Lo stesso Tibaldi avviò la modellazione dell’apparato statuario in gesso,che incombe arditamente sul visitatore dagli angoli della stanza, poi portato a termine da Gioacchino VarlèCittà di traffici e commerci, Ancona avvertì per tempo la necessità di dotarsi di un luogo in cui si potessero esporre le mercanzie provenienti da oltremare e condurre le contrattazioni per la loro compravendita. A questo scopo, verso la fine del XIV secolo il senato degli Anziani deliberò che si procedesse alla costruzione di una loggia coperta in questo sito, a due passi dal molo pubblico e dalla dogana. Fu tra il 1451 e il 1459 che Giorgio da Sebenico decorò la facciata, ispirandosi allo stile gotico fiorito veneziano. In essa si distinguono in particolare le quattro statue allegoriche delle virtù del buon mercante cristiano: la Speranza, la Fortezza, la Giustizia, e la Carità (in quest’ultima sembra che vi sia l’influsso di Jacopo della Quercia); sopra il portale al centro della campata mediana spicca il Cavaliere in assalto, stemma della città caro agli anconetani.Rovinata da un brutto incendio verso la metà del XVI secolo, necessitò di interventi di ripristino, affidati a Pellegrino Tibaldi: questi ridisegnò l’ordine basamentale, arricchendolo dei caratteristici mascheroni manieristici, impostò il fronte posteriore, verso il mare e decorò l’interno, costituito da un’unica grande sala, affrescando il soffitto (gli affreschi sono andati perduti durante i bombardamenti del 1943).

Palazzo BenincasaParallelamente alla realizzazione della facciata della Loggia dei Mercanti, intorno alla metà del XV secolo Giorgio da Sebenico attese anche alla costruzione di questo palazzo privato. L’incarico gli fu affidato da Dionisio Benincasa, ricco armatore e commerciante, che intendeva in questo modo unificare le diverse proprietà che allora possedeva sul lato mare della via (suo è lo stemma dentellato con l’arme della famiglia che appare in facciata). Originariamente il pianterreno del palazzo era aperto da un portico, il cui disegno ancora si indovina dietro gli archi ogivali murati; sopra di esso si sviluppavano due piani, corsi sulla facciata da due ordini di bifore. Nel XVIII secolo il palazzo fu rialzato di un piano e i nuovi soffitti furono affrescati da Giuseppe Pallavicini, con una serie di interessanti vedute di Ancona.Parallelamente alla realizzazione della facciata della Loggia dei Mercanti, intorno alla metà del XV secolo Giorgio da Sebenico attese anche alla costruzione di questo palazzo privato. L’incarico gli fu affidato da Dionisio Benincasa, ricco armatore e commerciante, che intendeva in questo modo unificare le diverse proprietà che allora possedeva sul lato mare della via (suo è lo stemma dentellato con l’arme della famiglia che appare in facciata). Originariamente il pianterreno del palazzo era aperto da un portico, il cui disegno ancora si indovina dietro gli archi ogivali murati.

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Teatro delle MuseIn stile neoclassico, situato in Piazza della Repubblica, a ridosso dell’area portuale, fu costruito tra il 1822 e il 1826 su progetto dell’architetto Pietro Ghinelli, presenta un’elegante facciata scandita da sei colonne ioniche. La facciata neoclassica è di impianto palladiano e presenta un severo basamento sottolineato da sei arcate in pietra bianca che sorreggono il piano superiore scandito da sei colonne ioniche in pietra d’Istria. Nel timpano il bassorilievo che narra le scene mitologiche di Apollo e le Nove Muse. Opera del De Maria.In stile neoclassico, situato in Piazza della Repubblica, a ridosso dell’area portuale, fu costruito tra il 1822 e il 1826 su progetto dell’architetto Pietro Ghinelli, presenta un’elegante facciata scandita da sei colonne ioniche. La facciata neoclassica è di impianto palladiano e presenta un severo basamento sottolineato da sei arcate in pietra bianca che sorreggono il piano superiore scandito da sei colonne ioniche in pietra d’Istria

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Palazzo del Governo - Prefetturaè stato dalla seconda metà del XIV secolo la sede e il simbolo del potere politico-amministrativo della città. Dopo l’incendio del Palazzo degli Anziani nel 1381, si presentò l’urgenza di trovare una nuova sede per tale magistratura. La scelta cadde sull’attuale ubicazione, più vicina al nuovo baricentro cittadino ai piedi del colle. Dopo la cessazione dell’autonomia comunale (1532), il palazzo divenne sede dei governatori pontifici e, dopo il 1860, della Prefettura. La primitiva costruzione, risalente agli ultimi decenni del XIV secolo, venne ampliata verso il porto una prima volta nel 1447, a opera di un certo Mastro Montenegrino, e quindi nel 1484 da Pietro Amoroso, su disegno di Francesco di Giorgio Martini. è a quest’ultimo intervento che si deve l’attuale aspetto rinascimentale dell’edificio, sottolineato dal caratteristico taglio delle grandi finestre e dai marcapiani. All’Amoroso si deve anche il doppio portale dalle linee classicheggianti che si apre sulla sinistra della semplice facciata, eretto sui resti di una porta urbica del XIII secolo.è stato dalla seconda metà del XIV secolo la sede e il simbolo del potere politico-amministrativo della città. Dopo l’incendio del Palazzo degli Anziani nel 1381, si presentò l’urgenza di trovare una nuova sede per tale magistratura. La scelta cadde sull’attuale ubicazione, più vicina al nuovo baricentro cittadino ai piedi del colle. Dopo la cessazione dell’autonomia comunale (1532), il palazzo divenne sede dei governatori pontifici e, dopo il 1860, della Prefettura. La primitiva costruzione, risalente agli ultimi decenni del XIV secolo, venne ampliata verso il porto una prima volta nel 1447, a opera di un certo Mastro Montenegrino, e quindi nel 1484 da Pietro Amoroso, su disegno di Francesco di Giorgio Martini.

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Piazza del Plebiscito (detta Piazza del Papa)Piazza del Plebiscito è l’accogliente salotto della città, uno dei suoi gioielli a livello storico e sociale.Gli anconetani la chiamano con familiarità “piazza del Papa” per la marmorea statua di Clemente XII (1738) realizzata da Agostino Cornacchini. Risale agli ultimi decenni del XV secolo, la fontanella sulla destra della strada che sale alla chiesa: è detta dei Decapitati per le teste riprodotte nel fregio che una tradizione, priva di fondamento, identifica con quelle dei giovani nobili trucidati nel 1534 perché avevano congiurato contro il dominio della Chiesa. Oltre alla Chiesa di San Domenico sulla piazza si affacciano il Palazzo del Governo, sede della Prefettura e Palazzo Mengoni-Ferretti, sede della Biblioteca Comunale.Una prima organizzazione di questo spazio si ebbe alla fine del XIV secolo, in concomitanza con il progressivo ampliamento della città a inglobare l’abitato extramurario del colle Astagno e il conseguente spostamento del baricentro cittadino verso l’avvallamento tra i due colli.Sulla piazza si affacciano la Chiesa di San Domenico, il Palazzo del Governo, il Museo della Città, l’Atelier dell’Arco Amoroso, le fontane del secolo XIV e XIX. Periodicamente nella naturale scenografia della piazza, che di sera costituisce una suggestiva cornice, si svolgono manifestazioni e feste.Piazza del Plebiscito è l’accogliente salotto della città, uno dei suoi gioielli a livello storico e sociale.Gli anconetani la chiamano con familiarità “piazza del Papa” per la marmorea statua di Clemente XII (1738) realizzata da Agostino Cornacchini.Risale agli ultimi decenni del XV secolo, la fontanella sulla destra della strada che sale alla chiesa: è detta dei Decapitati per le teste riprodotte nel fregio che una tradizione, priva di fondamento, identifica con quelle dei giovani nobili trucidati nel 1534 perché avevano congiurato contro il dominio della Chiesa. Oltre alla Chiesa di San Domenico sulla piazza si affacciano il Palazzo del Governo, sede della Prefettura e Palazzo Mengoni-Ferretti, sede della Biblioteca Comunale.Una prima organizzazione di questo spazio si ebbe alla fine del XIV secolo, in concomitanza con il progressivo ampliamento della città a inglobare l’abitato extramurario del colle Astagno e il conseguente spostamento del baricentro.

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CasermaggiDietro la caserma Villarey sorgono alcuni manufatti militari di servizio che risalgono anch’essi alla seconda metà dell’ottocento: i casermaggi, cuore baricentrico del parco, comprendono sia la cosiddetta “Infermeria quadrupedi” che sono di proprietà dell’Università e da questa saranno sistemati come centro servizi per studenti, e i casermaggi veri e propri, il grande edificio a “C” per i quali l’Amministrazione comunale sta pensando a una ristrutturazione che li destini a sedi di associazioni, zona espositiva, bar.Dietro la caserma Villarey sorgono alcuni manufatti militari di servizio che risalgono anch’essi alla seconda metà dell’ottocento: i casermaggi, cuore baricentrico del parco, comprendono sia la cosiddetta “Infermeria quadrupedi” che sono di proprietà dell’Università e da questa saranno sistemati come centro servizi per studenti

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Museo della cittàOccupa gli spazi già dell’ospedale di San Tommaso di Canterbury (sec.XIII) e dell’ex pescheria risalente al 1817. Il museo racconta le vicende plurimillenarie di Ancona attraverso reperti, plastici, dipinti, stampe, riproduzioni fotografiche e documenti audiovisivi.Occupa gli spazi già dell’ospedale di San Tommaso di Canterbury (sec.XIII) e dell’ex pescheria risalente al 1817 riproduzioni fotografiche e documenti audiovisivi..

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Chiesa di San DomenicoRialzata sul piano circostante, la chiesa (1763-1788) domina l’intera piazza del Papa della scalinata che vi dà accesso. è costruzione settecentesca di Carlo Marchionni e subito colpisce per la facciata, dove il rosso dei mattoni della parte superiore, incompiuti, contrasta con i marmi della parte inferiore, corsa da lesene e colonne.L’interno della chiesa è ricco di statue del Varlè che ha decorato le cappelle laterali con nove statue a stucco e con medaglioni che recano le effigi di beati e santi domenicani.Merita una visita per due importanti capolavori che custodisce: una Crocifissione del Tiziano (1518) e una Annunciazione del Guercino (1656).Rialzata sul piano circostante, la chiesa (1763-1788) domina l’intera piazza dall’alto della scalinata che vi dà accesso. è costruzione settecentesca di Carlo Marchionni e subito colpisce per la facciata, dove il rosso dei mattoni della parte superiore, incompiuti, contrasta con i marmi della parte inferiore, corsa da lesene e colonne.L’interno della chiesa è ricco di statue del Varlè che ha decorato le cappelle laterali con nove statue a stucco e con medaglioni che recano le effigi di beati e santi domenicani.

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Fontana del CalamoOpera eseguita su disegno di Pellegrino Tibaldi è la fontana del Calamo, detta delle Tredici Cannelle, in riferimento al numero delle bocche d’acqua ornate con mascheroni di satiri e fauni in bronzo. L’imponente sistema copriva una cisterna romana e si appoggiava sull’antica struttura collegata alle alte cisterne sotterranee.Opera eseguita su disegno di Pellegrino Tibaldi è la fontana del Calamo, detta delle Tredici Cannelle, in riferimento al numero delle bocche d’acqua ornate con mascheroni di satiri e fauni in bronzo.

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Chiesa del S. SacramentoLa ventata di rinnovamento che muove la vita anconetana nella seconda metà del secolo XVIII, frutto del benessere arrecato dalla franchigia portuale, indusse la Confraternita a non essere da meno rispetto alle altre iniziative che avevano dato nuovo volto alla chiesa o che erano in procinto di realizzarlo. Tra il 1771 e il 1776 la chiesa fu soggetta a ristrutturazione e ampliamenti ad opera di Francesco Maria Ciarrafoni.Al Ciarrafoni è da iscriversi anche il campanile che, con la curiosa cuspide a chiocciola, richiama l’architettura borrominiana di S.Ivo alla Sapienza di Roma. L’interno della chiesa è ricco di quadri, statue ed affreschi.La ventata di rinnovamento che muove la vita anconetana nella seconda metà del secolo XVIII, frutto del benessere arrecato dalla franchigia portuale, indusse la Confraternita a non essere da meno rispetto alle altre iniziative che avevano dato nuovo volto alla chiesa o che erano in procinto di realizzarlo. Tra il 1771 e il 1776 la chiesa fu soggetta a ristrutturazione e ampliamenti ad opera di Francesco Maria Ciarrafoni. Al Ciarrafoni è da iscriversi anche il campanile che.

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Chiesa di S.AgostinoAttualmente chiusa al pubblico la chiesa fu edificata dai monaci Agostiniani nel XIV secolo e per lungo tempo venne considerata una delle tappe irrinunciabili per i pellegrini diretti a Roma.Il magnifico portale lapideo è in stile gotico fiorito veneziano, opera di Giorgio Orsini da Sebenico. Da notare il bassorilievo che orna la lunetta dove domina la scena di S.Agostino che mostra la Sacra Scrittura agli eretici. Ai lati due colonne corinzie scanalate sorreggono le statue dei santi a tutto tondo incorniciate.Attualmente chiusa al pubblico la chiesa fu edificata dai monaci Agostiniani nel XIV secolo e per lungo tempo venne considerata una delle tappe irrinunciabili per i pellegrini diretti a Roma.Il magnifico portale lapideo è in stile gotico fiorito veneziano, opera di Giorgio Orsini da Sebenico. Da notare il bassorilievo che orna la lunetta dove domina la scena di S.Agostino che mostra la Sacra Scrittura agli eretici.

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Chiesa di S.BiagioLa chiesa è ad una navata con presbiterio absidato. Oltre al maggiore ha quattro altari, due su ogni lato. è coperta da una ampia volta a botte lunettata.La chiesa è ad una navata con presbiterio absidato. Oltre al maggiore ha quattro altari, due su ogni lato.

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Cimitero Monumentale EbraicoAll’interno del “Parco del Cardeto Franco Scataglini” sorge l’antico cimitero israelitico noto come “Campo degli Ebrei” uno dei più grandi e antichi d’Europa.Un primo riferimento al Campo degli Ebrei risulta in documenti del 1428 quando nel Consiglio comunale del 7 novembre viene concesso a Sabbatuccio Venturello e Mosè di Beniamino un terreno fuori Porta San Pietro, da destinare a cimitero.Nel 1462 il Consiglio degli Anziani concede a Messhullam Signoretti la facoltà di ampliare il cimitero sul terreno adiacente a quello già adibito a tale uso.A seguito dell’aumento della popolazione ebraica si rese necessario un nuovo ampliamento per cui nel luglio del 1711 la Comunità acquista, dal Convento di San Francesco alle Scale, un altro appezzamento di terreno situato nella stessa località dei primi denominato “Possessione del Giardino”.L’antico Campo degli Ebrei - 15000 mq di terreno affacciato sul mare, scandito da cespugli, arbusti e da un boschetto di olmi - si estende dal cinquecentesco Baluardo dei Cappuccini terminando a ridosso della città, dove si trovano le vecchie caserme e i resti del muro di cinta costruito nell’Ottocento.Le tombe presenti sono distribuite lungo la superficie inclinata; nell’area a monte, sotto il Baluardo dei Cappuccini, trovano collocazione le più antiche.Altre lapidi ritrovate coprono quasi l’intero periodo in cui il cimitero e’ stato in uso.All’interno del “Parco del Cardeto Franco Scataglini” sorge l’antico cimitero israelitico noto come “Campo degli Ebrei” uno dei più grandi e antichi d’Europa. Un primo riferimento al Campo degli Ebrei risulta in documenti del 1428 quando nel Consiglio comunale del 7 novembre viene concesso a Sabbatuccio Venturello e Mosè di Beniamino un terreno fuori Porta San Pietro, da destinare a cimitero.Nel 1462 il Consiglio degli Anziani concede a Messhullam Signoretti la facoltà di ampliare il cimitero sul terreno adiacente a quello già adibito a tale uso. A seguito dell’aumento della popolazione ebraica si rese necessario un nuovo ampliamento per cui nel luglio del 1711 la Comunità acquista, dal Convento di San Francesco alle Scale, un altro appezzamento di terreno situato nella stessa località dei primi denominato “Possessione del Giardino”.

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Piazza CavourVasto e arioso spazio di aiuole, tigli, palme. Nel centro il monumento a Cavour di Aristodemo Costoli (1868) nel cui basamento sono i bassorilievi con il congresso di Parigi e la proclamazione del Regno d’Italia.Vasto e arioso spazio di aiuole, tigli, palme. Nel centro il monumento a Cavour di Aristodemo Costoli (1868) nel cui basamento sono i bassorilievi con il congresso di Parigi.

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Vecchio FaroInnalzato nel 1859 per volontà del Pontefice Pio IX e costituito da una torre in mattoni alta 16 metri, è rimasto in servizio fino al 1973, anno in cui è entrato in funzione il nuovo faro.Situato all’interno del “Parco del Cardeto Franco Scataglini”, l’attuale Faro costruito nel 1965 è spostato una ventina di metri a Sud Est rispetto alla Vecchia.

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Chiesa convento dei CappucciniLa chiesa di Santa Caterina e il convento dei Cappuccini fanno parte di un complesso costruito nel 1621 che fu sede dei frati fino al 1860 quando fu trasformato in caserma. Venne utilizzato fino al 1972 come sede della Polizia di Stato e poi abbandonato. Di proprietà dell’Università Politecnica delle Marche, diventerà un centro di studi e ricerca di eccellenza.La chiesa di Santa Caterina e il convento dei Cappuccini fanno parte di un complesso costruito nel 1621 che fu sede dei frati fino al 1860 quando fu trasformato in caserma. Venne utilizzato fino al 1972 come sede della Polizia di Stato e poi abbandonato.

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Bastione S.PaoloSul Colle dei Cappuccini si trovano le testimonianze storiche più antiche che partono dai resti della Rocca Papale di S. Cataldo costruita nel 1355 su volere del cardinale Egidio Albornoz per affermare il potere papale sulla città e distrutta a furor di popolo nel 1383, alla Chiesa di Santa Caterina o dei Cappuccini con annesso convento realizzati nel 1621, che fu sede dei Frati Cappuccini fino al 1860 allorchè fu trasformato in caserma, al Faro Fresnel del 1859 costruito per volontà del Pontefice Pio IX, al Cimitero degli Inglesi situato sul bastione sud-est delle antiche mura detto anche Bastione di S. Paolo al Cassero, realizzato lungo il tracciato delle vecchie mura del XII secolo. La costruzione del Bastione fu iniziata nel 1540 su progetto di Antonio da Sangallo il giovane e di Bartolomeo De Rocchi. Recentemente l’Amministrazione Comunale ha provveduto a ripristinare gli antichi tracciati sotterranei che si presentano ora integri e interamente percorribili con visite guidate.Sul Colle dei Cappuccini si trovano le testimonianze storiche più antiche che partono dai resti della Rocca Papale di S. Cataldo costruita nel 1355 su volere del cardinale Egidio Albornoz per affermare il potere papale sulla città e distrutta a furor di popolo nel 1383, alla Chiesa di Santa Caterina o dei Cappuccini con annesso convento realizzati nel 1621, che fu sede dei Frati Cappuccini fino al 1860 allorchè fu trasformato in caserma, al Faro Fresnel del 1859 costruito per volontà

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Ex Polveriera CastefidardoL’ex polveriera, situata all’interno del “Parco del Cardeto Franco Scataglini”, un tempo edificio bellico, è destinata a diventare un contenitore culturale (con auditorium, saletta conferenze, percorso espositivo).L’ex polveriera, situata all’interno del “Parco del Cardeto Franco Scataglini”, un tempo edificio bellico, è destinata a diventare un contenitore culturale.

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del Pontefice Pio IX, al Cimitero degli Inglesi situato sul bastione sud-est delle antiche mura detto anche Bastione di S. Paolo al Cassero, realizzato lungo il tracciato delle vecchie mura del XII secolo.

Forte CardetoCostituito in epoca napoleonica, ebbe il battesimo del fuoco durante l’assedio austro-russo del 1799 che lo vide al centro di aspri combattimenti. Potenziato dopo l’annessione al regno d’Italia, fu sede di postazioni militari fino al 1999.Costituito in epoca napoleonica, ebbe il battesimo del fuoco durante l’assedio austro-russo del 1799 che lo vide al centro di aspri combattimenti.

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Piazza RomaCorso Garibaldi si allarga in Piazza Roma. Al centro della piazza è la Fontana dei Cavalli di Lorenzo Daretti con sculture di Gioacchino Varlè.Corso Garibaldi si allarga in Piazza Roma. Al centro della piazza è la Fontana dei Cavalli di Lorenzo Daretti con sculture di Gioacchino Varlè.

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Cimitero degli InglesiLa chiesa di San Francesco ad Alto è la prima chiesa eretta in Ancona per ospitarvi i fraticelli seguaci di San Francesco, e fu lo stesso Santo di Assisi a suggerire alle autorità locali il luogo ove avrebbe desiderato sorgesse il piccolo complesso monastico e cioè “ad alto”, indicando infatti il luogo posto sulla sommità del colle Astagno.Questo accadde nel 1219 quando San Francesco si trovava ad Ancona per imbarcarsi alla volta dell’Egitto per predicare la parola di Cristo presso il Sultano.Nel settembre 1861, i Frati Osservanti furono allontanati dal convento di S.Francesco ad Alto. Il bel tempio di S.Francesco ad Alto, dopo la soppressione seguita all’unità d’Italia del 1860 fu trasformato in Ospedale Militare, fino al 1957, anno in cui fu soppresso.I lavori di restauro, hanno fatto emergere l’antico chiostro quattrocentesco sito nella sede del Distretto Militare.La chiesa di San Francesco ad Alto è la prima chiesa eretta in Ancona per ospitarvi i fraticelli seguaci di San Francesco, e fu lo stesso Santo di Assisi a suggerire alle autorità locali il luogo ove avrebbe desiderato sorgesse il piccolo complesso monastico e cioè “ad alto”, indicando infatti il luogo posto sulla sommità del colle Astagno.Questo accadde nel 1219 quando San Francesco si trovava ad Ancona per imbarcarsi alla volta dell’Egitto per predicare la parola di Cristo presso il Sultano.Nel settembre 1861, i Frati Osservanti furono allontanati dal convento di S.Francesco ad Alto.

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Porta PiaFu realizzata tra il il 1787 e il 1789 da Filippo Marchionni come coronamento dell’apertura della nuova più agevole via d’accesso alla città voluta da Pio VI cui fu dedicata. In pietra d’Istria sul fronte esterno presenta un prospetto barocco. Più sobrio il fronte interno in blocchi di arenaria opera di Daretti.Fu realizzata tra il il 1787 e il 1789 da Filippo Marchionni come coronamento dell’apertura della nuova più agevole via d’accesso alla città voluta da Pio VI cui fu dedicata. In pietra d’Istria sul fronte esterno presenta un prospetto barocco.

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Lazzaretto - Mole VanvitellianaSituato nelle acque del porto in una posizione strategica e suggestiva, al di fuori delle vecchie mura della città antica e unita alla terraferma da un ponticello, il Lazzaretto o Mole Vanvitelliana, è una fortezza pentagonale realizzata dal celebre architetto Luigi Vanvitelli per volere di Papa Clemente XII.Progettata in funzione della riorganizzazione urbana di Ancona e per garantire l’immunità da epidemie, l’interno della Mole ospita al centro, una graziosa edicola del Vanvitelli dedicata a San Rocco dove venivano celebrate le funzioni religiose.Ha svolto per la città svariate funzioni: zona di sosta per persone e merci che provenivano da zone sospette, ospedale, caserma, magazzino doganale, magazzino dei Tabacchi.Da alcuni anni la Mole è stata restaurata in alcuni settori ospita manifestazioni culturali, festival musicali e mostre d’arte prestigiose.Situato nelle acque del porto in una posizione strategica e suggestiva, al di fuori delle vecchie mura della città antica e unita alla terraferma da un ponticello, il Lazzaretto o Mole Vanvitelliana, è una fortezza pentagonale realizzata dal celebre architetto Luigi Vanvitelli per volere di Papa Clemente XII.Progettata in funzione della riorganizzazione urbana di Ancona e per garantire l’immunità da epidemie, l’interno della Mole ospita al centro, una graziosa edicola del Vanvitelli dedicata a San Rocco dove venivano celebrate le funzioni religiose.Ha svolto per la città svariate funzioni: zona di sosta per persone e merci che provenivano.

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Fortezza CittadellaCollocata su uno dei punti più alti della città storica la Fortezza è testimonianza del passaggio dal concetto quattrocentesco di “città ideale” a quello cinquecentesco di “città fortificata”. Costituiva il principale strumento di difesa nel punto di entrata alla città (l’attuale piazza Sangallo) e le sue mura furono, dalla fine del settecento, collegate tramite fortificazioni a Porta Pia. La Fortezza deriva il suo nome da Antonio da Sangallo che la costruì per conto di Papa Clemente VII (1532-35). Il Forte Sangallo è strutturato a pianta stellare ed è dotato di cinque bastioni, orientati in cinque punti diversi, che possedevano nomi suggestivi: Gregoriano, del Cavaliere a Basso, della Campana, del Barberino della Punta e del Giardino e che circondavano il punto più alto del colle sul quale esisteva una precedente rocca. La Fortezza era collegata militarmente con il Bastione del Cassero collocato sul Colle dei Cappuccini.Insieme costituivano i punti di maggiore resistenza offensiva e difensiva della città cinquecentesca. Il Forte era strategicamente rinforzato con il Campo Trincerato e le mura di cinta.Collocata su uno dei punti più alti della città storica la Fortezza è testimonianza del passaggio dal concetto quattrocentesco di “città ideale” a quello cinquecentesco di “città fortificata”. Costituiva il principale strumento di difesa

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Parco CittadellaDentro il perimetro della Fortezza vi è un magnifico Parco frequentato dai Cittadini detto “Parco della Cittadella”, attrezzato anche con percorsi per non vedenti. Dal punto più alto di questa zona verde è possibile avere una visione a 360 gradi della città, dal porto al Monte Conero, passando per la collina su cui è stata edificata l’Università di Ingegneria.Dentro il perimetro della Fortezza vi è un magnifico Parco frequentato dai Cittadini detto “Parco della Cittadella”, attrezzato anche con percorsi per non vedenti. Dal punto più alto di questa zona verde è possibile avere una visione a 360 gradi della città.

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Piazza DiazTradizionale luogo di ritrovo dei giovani.Dentro il perimetro della.

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Viale della VittoriaIl Viale della Vittoria, lungo e rettilineo collega il Porto al Passetto, la parte balneare di Ancona. Lo fiancheggiano una serie di villini in stile Liberty. è il “passeggio” degli anconetani.Situato nelle acque del porto in una posizione strategica e suggestiva, al di fuori delle vecchie mura della città.

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nel punto di entrata alla città (l’attuale piazza Sangallo) e le sue mura furono, dalla fine del settecento, collegate tramite fortificazioni a Porta Pia. La Fortezza deriva il suo nome da Antonio da Sangallo che la costruì per conto di Papa Clemente VII (1532-35). Il Forte Sangallo è strutturato a pianta stellare ed è dotato di cinque bastioni, orientati in cinque punti diversi, che possedevano nomi suggestivi: Gregoriano, del Cavaliere a Basso, della Campana, del Barberino della Punta e del Giardino e che circondavano il punto più alto del colle sul quale esisteva una precedente rocca.

PassettoIl verde e l’ampio panorama a picco sul mare e sulla riviera del Conero fanno di questa zona di Ancona una delle più belle della città, luogo ideale per lo svago e il ristoro. In Piazza IV Novembre si eleva il monumento ai Caduti della prima guerra mondiale, luminoso tempietto in stile dorico realizzato in pietra d’Istria da Guido Cirilli (1927-1933). Oltre una monumentale doppia scalinata (1932) scende alla sottostante spiaggia del Passetto ( in estate è disponibile la discesa anche tramite ascensore). La spiaggia si estende per 900 metri di costa rocciosa ricca di fascino, in cui scogli e scivoli a mare si alternano a piccole calette ghiaiose e grotte in parte naturali in parte scavate un tempo dai pescatori anconetani come ricovero per le imbarcazioni.Dal Passetto si può vedere tutto lo splendore del mare Adriatico che abbraccia la città.In Piazza IV Novembre si eleva il monumento ai Caduti della prima guerra mondiale, luminoso tempietto in stile dorico realizzato in pietra d’Istria da Guido Cirilli (1927-1933). Oltre una monumentale doppia scalinata (1932) scende alla sottostante spiaggia del Passetto ( in estate è disponibile la discesa anche tramite ascensore).La spiaggia si estende per 900 metri di costa rocciosa ricca di fascino, in cui scogli e scivoli a mare si alternano a piccole calette ghiaiose e grotte in parte naturali in parte scavate un tempo dai pescatori anconetani come ricovero per le imbarcazioni.

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Porta San Pietro o “Arco de Garola“La Porta San Pietro, il cui nome deriva da una chiesa omonima che sorgeva accanto e che è stata demolita dopo i bombardamenti del 43 - risale al 1221. Fu costruita da Mastro Filippo ed era uno degli ingressi principali della città. Il nome popolare di arco de Garola con cui ancora viene chiamata la porta, deriva invece dal nome di una bottegaia che aveva il suo negozietto nei paraggi.La Porta San Pietro, il cui nome deriva da una chiesa omonima che sorgeva accanto e che 蠳tata demolita dopo i bombardamenti del 43 - risale al 1221. Fu costruita da Mastro Filippo ed era uno degli ingressi principali della citt蠳Il nome popolare di arco de Garola con cui ancora viene chiamata la porta.

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