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PAOLO SANTINI

Comune di Arcevia 2005

A R C E V I A Nuovo itinerario nella Storia e nell’Arte

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L’autore intende ringraziare:

Comune di Arcevia

Cassa di Risparmio di Fabriano e Cupramontana

Banca di Credito Cooperativo di Ostravetere

Banca delle Marche

Comunità Montana dell’Esino Frasassi

per aver reso possibile anche con il loro contributo la presente pubblicazione.

Edizione completamente riveduta e corretta rispetto alle ediz. del 1984 e 1987

©Tutti i diritti sono riservati a Paolo Santini

Editore: Centro Studi Arceviesi

Sede sociale: corso Mazzini 75, 60011 Arcevia (AN)

Fotografie e progetto grafico di Paolo Santini

Finito di stampare nel giugno 2005 presso la tipografia POMEL Sas di Roma

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PRESENTAZIONE

Quando un libro arriva alla terza edizione non servono parole. Il successo è già nei fatti, testimoniato dall’apprezzamento dei lettori verso l’iniziativa editoriale in questione. E’ esattamente quello che si è verificato con il volume “Arcevia. Itinerario nella Storia e nell’Arte ”, di Paolo Santini. Già edito nel 1984 e nel 1987, entrambe le edizioni sono da tempo esaurite. Ora il volume, riveduto e aggiornato sugli studi storici e artistici che negli ultimi anni hanno interessato le Marche e Arcevia, torna alle stampe. Per i giovani che non conoscono le precedenti edizioni dell’opera si tratta di una grande opportunità per un viaggio nella storia e nell’arte di Arcevia: per conoscere i protagonisti dei secoli scorsi, i monumenti, le opere d’arte, i luoghi che hanno segnato la vita dei nostri antenati. Ma per i meno giovani sarà un’autentica emozione ripercorrere le pagine, rinfrescate e aggiornate, di un’opera che rappresenta un punto di riferimento importante per chiunque ama Arcevia e la vive quotidianamente. E per il sottoscritto e l’Amministrazione da me guidata, è un onore essere partecipe e coinvolto in questa iniziativa editoriale che non è una semplice ristampa ma una nuova opera letteraria che solo l’amore di Santini per la sua terra poteva realizzare e portare, ancora una volta, a compimento. Noi, per quello che ci è consentito, cercheremo di non essere indegni di quello che il passato di Arcevia rappresenta per la nostra memoria storica ma anche e soprattutto per il nostro futuro.

Il Sindaco di Arcevia

Silvio Purgatori

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INDICE ANALITICO BIBLIOGRAFIA p. 8 INTRODUZIONE 17 CAP.I LE PIU’ ANTICHE TESTIMONIANZE DEL PASSATO: DAL PALEOLITICO SUPERIORE ALLO STANZIAMENTO DEI GALLI SENONI (IV- II sec. a.C.) 32 1. Il villaggio di Conelle, 32 - 2. La necropoli gallica di Montefortino, 38 - 3. La dominazione romana, 41. CAP.II DALLE INVASIONI BARBARICHE ALL’ETA’ PRECOMUNALE 46 1. La guerra gotica, 46 - 2. Il regno longobardo, 48 - 3. La rinascenza carolingia, 49 - 4. L’età precomunale, 50. CAP.III ARCEVIA DALLE ORIGINI AL LIBERO COMUNE 52 1. Le origini di Arcevia, 52 - 2. La nascita del comune, 57 - 3. Il trattato militare con Jesi, 59 - 4. La guerra con Sassoferrato, 61. CAP.IV LOTTE PER LA SUPREMAZIA NELLA MARCA E IN R.C. NEL XIII SEC. 1. Re Enzo nella Marca, 63 - 2. Percivalle d’Oria sottomette R.C., 65 - 3. La Massa di Sorbetulo e la guerra con Fossombrone, 67 - 4. Gli intrinseci e gli estrinseci a R.C., 69 - 5. Composizione per Piticchio e Montale, 72 - 6. Mutamenti istituzionali a R.C.; catasto ed organizzazione territoriale; insediamenti monastici, 74. CAP.V LOTTE DI FAZIONE A R.C. NEL XIV SEC. LA SIGNORIA DEI CHIAVELLI E IL DOMINIO DI PERUGIA 80 1. Lotte tra guelfi e ghibellini, 80 - 2. La signoria dei Chiavelli su R.C., 84 - 3. R.C. recuperata dal card. Albornoz, 89 - 4. R.C. sottomessa a Perugia, 93. CAP.VI L’ETA’ DELLE SIGNORIE E DEL MASSIMO SPLENDORE DI R.C. 97 1. La signoria di Braccio da Montone, 97 - 2. La signoria di Francesco Sforza, 105 - 3. R.C. Propugnaculum Ecclesiae. Ultime vicende del XV sec., 110 - 4. La società arceviese nel Quattrocento: economia e cultura. Personaggi famosi ed *artisti (Ambrogio ed Andreolo; i vescovi fra Luca, fra Giovanni e Lazzaro; Bartolomeo Mannelli; Ambrogio Zitelli; Giovanni e Gaspare Tasti;*Beneingrado di Giovanni; *Battista di Bartolomeo; *Giorgio di Smeduccio; *Francesco di Ottaviano; corporazioni; lavorazione della ceramica; organari), 113. CAP.VII R. C. NEL CINQUECENTO: L’INIZIO DELLA DECADENZA 118 1. Patriziato urbano e governo separato. I maggiori avvenimenti del secolo (governatori di R.C.; Cesare e Bonifacio Zitelli; Bernardino e Piernicolò Alavolini; Camillo Mannelli; Paolo Emilio Tasti), 118 - 2. Società e cultura (i Vigeri Della Rovere; Bartolomeo Mannelli; Signoretto Bartelli; i Rusticucci; Orazio ed Annibale Zitelli; Pompeo Fossi; Claudio Mannelli; Alessandro Farnese; Achille Centauri; Profetto Cardi; Benedetto Alesi; Alfonso Veneri; Camillo j. e Girolamo j. Mannelli; Gio Bernardino Orsini; Aurelio Bianchi; Navio Ghiandenghi; S. Carlo Borromeo; Gaspare Orsini; Accademia dei

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dispersi; gli Alavolini; Emilio e Lelio Tasti; Angelo Rocca; Fulgenzio e Luciano Belo; Aurelio Filippini; Egidio Gravati; Marco Lilj; mons. Girolamo, Flaminio, Girolamo j. e Gio Batta Mannelli; Pietro Rotati; Severino Severini; Ludovico Bertonio; Giambattista Fossi; Girolamo Ruggeri; Giovanni Tasti; Francesco Veneri; docenti Univ. di Bologna), 126 - 3. Artisti (Gherardo Cibo; Ercole Ramazzani; Lelio Leoncini; Gio Batta Galeotti; Giampaolo Ramazzani; Cesare Conti; Michele, Gio Batta, Rinaldo e Gio Batta j Gallo; Francesco di Paolo; Battista balestriere; Basilio e Gio Batta Bosani), 130. CAP.VIII IL SEICENTO E SETTECENTO A ROCCA CONTRADA 137 1. I maggiori avvenimenti del Seicento, 137 - 2. Livia Della Rovere, governatrice di R.C., (don Carlo Tarughi), 140 - 3. Altri avvenimenti. Personaggi illustri ed *artisti (Gio Batta Alessi; Egidio Angelini; Angelo Guglielmo Artegiani; mons. Giosafat Battistelli; Ludovico Bettanzi; Santi Conti; mons. Gio Batta Fossi; Flaviano Liberati; Ascanio Marchi; Dionisio Massari; Achille Veneri; *Antonio Maria Bassetti; *Girolamo Conti; *Benedetto e *Lorenzo Evangelisti; *Flaminio Mannelli j.), 143 - 4. R.C. nel Settecento: società, economia e governo (governatori di R.C.), 145 - 5. I più importanti avvenimenti,150 - 6. La Colonia Misena. Personaggi illustri ed *artisti (Francesco ed Antonio Abbondanzieri; Carlo Giuseppe Bettanzi; Medardo Bronzetti; Francesco Brunamonti; Francesco Cesari; Annibale Imperatori; Nicola e Filippo Michelangeli; Pietro Morici; Serafino Pagni; Angelo Antonio Sandreani; *Pietro Argovagni; *Biagio Biaschelli; *Lorenzo Garofoli; *Domenico Giattini; *Giustino Morichelli; *Gaspare Ottaviani; *Annibale Rotati; *Arcangelo ed *Andrea Vici), 151. CAP.IX DALLA REPUBBLICA ROMANA ALL’UNITA’ D’ITALIA 156 1. Dall’epopea napoleonica alla Restaurazione. La città di Arcevia, 156 - 2. Arcevia nel Risorgimento. Dai primi moti all’unità d’Italia (Luigi Mercantini; Francesco Mannelli Battistelli; Giambattista Carletti Giampieri), 162 - 3. Notazioni socio economiche sulla società arceviese. Nuove opere e servizi (servizio automobilistico; Società di mutuo soccorso; Cassa di risparmio; giardino pubblico; stazione meteorologica; personaggi illustri: Anselmo Anselmi; Medardo Morici; Antelmo Severini; artisti: Stanislao Tamburini; Stefano Severini), 168. CAP. X ARCEVIA NEL NOVECENTO 175 1. Arcevia: gli avvenimenti dagli inizi del secolo alla Prima guerra mondiale (don Luigi Guanella; Il Piccolo, Nuova Rivista Misena, La Luce), 175 - 2. Dal primo dopoguerra all’avvento del Fascismo. La seconda guerra mondiale (filande; partiti politici; lotta politica; sindaci e podestà; la resistenza; eventi bellici; la liberazione; i movimenti politici), 178 - 3. Dal secondo dopoguerra ai giorni nostri (sindaci repubblicani; la ricostruzione; le nuove opere; il museo archeologico statale). Personaggi illustri (Abbondanzieri Marisa; Anselmi Luciano; Avenanti Giuseppe; Bartoletti Italo; Biaschelli don Luigi Giuseppe; *Bruno d’Arcevia; Carletti Giampieri Giuseppe; Cecchini mons. Mario; Crocioni Giovanni; Franconi Cafiero; Garaguso Giulio Cesare; Giancarli Enzo; Gianfranceschi Giuseppe; Giovannetti Osvaldo; *Mannucci Edgardo; Mazzolini Serafino e Quinto; Palazzi Fernando; Severini Carlo; Sgreccia mons. Elio; Simoncelli Mannelli Francesco; Simoncelli Giuseppe e Mario; Veschi Enrico), 183. CAP.XI I MONUMENTI 188

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1. La cinta muraria, il cassero e le antiche porte di accesso - 2. Palazzo comunale e la torre dell’orologio - 3. Palazzo dei Priori - 4. Il teatro Misa - 5. Complesso di S. Francesco - 6. Palazzo già Alavolini - 7. Pal. Anselmi - 8. Pal. già Bettanzi - 9. Pal. Carletti oggi Opera Velia Vici - 10. Pal. già della duchessa Livia Della Rovere - 11. Episcopio - 12. Palazzi già Fossi di Piazza e di S. Medardo - 13. Pal. Franceschini - 14. Pal. già Mannelli delle Logge - 15. Pal. già Mannelli Pianetti - 16. Pal. già Ghiandenghi poi Sandreani oggi Mannucci - 17. Pal. già Massi - 18. Pal. già Morici - 19. Pal. già Niccolini - 20. Casa natale di Fernando Palazzi in via Cadice - 21. Pal. già Orsini poi dei conti Carletti a S. Lucia ed in via grande - 22. Pal. già Rotati - 23. Pal. già Simoncelli poi Romei - 24. Pal. già Scipioni - 25. Pal. già Speranzini poi Angelini - 26. Pal. già Tarughi - 27. Pal. già Tasti - 28. Pal. già Toderi - 29. Pal. già Toschi.

CAP.XII LA COLLEGIATA DI S. MEDARDO 206

1. Vicende storiche (storia della chiesa, elenco dei priori ed arcipreti), 206 - 2. Il giubileo o perdono della chiesa di S. Medardo, 214 - 3. Deposito d’arte di S. Medardo, 219 - 4. Visita alla collegiata di S. Medardo (cappella di S. Giuseppe, capp. del SS.mo Sacramento, capp. S. Adriano, capp. del Rosario, presbiterio, capp. di S. Medardo, capp. di S. Teresa d’Avila, capp. del Suffragio, capp. di S. Maria Maddalena, capp. di S. Antonio da Padova, corridoio delle copie antiche d’autore, aula capitolare, reliquiari, quadri conservati nella parrocchiale), 231.

CAP.XIII LE CHIESE OFFICIATE (Arcevia centro e dintorni) 276

1. S. Francesco – 2. S. Maria già degli Agostiniani oggi delle Clarisse - 3. S. Agata - 4. S. Francesco di Paola - 5. S. Giovanni Battista fuori le mura - 6. S. Maria delle Grazie - 7. S. Maria dei Renali - 8. S. Martino - 9. S. Rocco - 10. S. Sebastiano.

CHIESE NON OFFICIATE O NON PIU’ ESISTENTI 313

1. Madonna dei Monti - 2. S. Agostino - 3. S. Caterina d’Alessandria - 4. S. Giacomo - 5. SS. Giacomo e Pietro conv. dei cappuccini - 6. S. Giovanni Battista dentro le mura - 7. S. Lucia già mon. delle clarisse - 8. S. Maria del Figliolo poi S. Carlo - 9. S. Maria di Loreto della Compagnia della Morte - 10. S. Maria di Piazza poi S. Anna - 11. S. Maria Maggiore - 12. S. Pietro roncorum - 13. S. Silvestro - 14. S. Spirito - 15. S. Girolamo - 16. S. Angelo abbazia - 17. S. Bartolomeo fuori le mura.

CAP.XIV CASTELLI E VILLAGGI 334

1. Il territorio arceviese, 334 - 2. Suddivisione del territorio, 336 - 3. Castelli e ville, 341: Avacelli, castello e chiesa di S. Ansuino; Castiglioni, castello e chiesa di S. Maria della Piana; Caudino, castello e santuario di S. Biagio, la Madonna dei Portenti e S. Vittorino; Civitalba; Colle Aprico; Costa; Loretello, castello e chiesa di S. Andrea; Magnadorsa; Montale, castello e chiesa di S. Pietro; Montefortino, villa e chiese di S. Salvatore de turre e S. Giorgio; Nidastore, castello e chiese di S. Vincenzo e S. Anna; Palazzo, castello e chiese della SS.ma Annunziata e S. Venanzio; Piticchio, castello; Prosano e chiese di S. Michele arcangelo, santuario del SS.mo Crocifisso, della Natività della B.V. Maria, di S. Maria di Vado; Ripalta (mon. silvestrino di S. Marco e pieve di S. Gregorio); S. Croce; S. Ginesio e chiesa abbaziale; S. Pietro in Musio e santuario della Madonna di Montevago; S. Stefano.

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INTRODUZIONE

Là ve d’Eso appo l’onda il fecondo Picen coll’Urbinate, e l’Umbro Suol confina; ove Apennino inchina verso l’Adria torcendo: ivi fra Catria, presso a cui quel si curva, e fra ‘l sublime promontorio Cimera, cui i Monti alta schiera in mezzo siede, schiera minore si vede d’Aprichi poggi, a quali in grembo, esposta di Sena a vista e dell’Adriatico seno, sorge in bel Sito ameno del chiaro Misa alla sorgente appresso, la forte Arcevia, quella che per la libertade, e per la fede fu di Piero alla Sede al maggior uopo Propugnacolo invitto, pronto sempre in difesa della Santa Romana inclita Chiesa.

(dalla cantata “Pallade e Mercurio” di Francesco Abbondanzieri, 1752) Arcevia, la medievale Rocca Contrada, sorge a 535 m. sul livello del

mare, alla latitudine: 43° 30’ 05” Nord e longitudine 0° 29’ 17,2” Est da Monte Mario e 12° 56’ 25,6” Est da Greenwich, lungo la direttrice Senigallia - Passo della Scheggia, al Km. 38 della strada provinciale che prende il suo nome. Appollaiata sul sasso Cischiano, lambisce le ultime propaggini dell’Appennino marchigiano dominando l’ampia vallata che, solcata da ameni colli, da campi arati, punteggiata di ridenti paesi, si perde a vista d’occhio giù fino al mare.

Ề luogo ricercato di soggiorno estivo conosciuto ed apprezzato già nel XVI sec. Il Biondo1 ne fa menzione come antichissimo castello nella Marca Anconetana posto sulla costa dei monti, luogo fortissimo per natura e per arte. “L’amenità del luogo e del paese è singolare et invita la State molti uomini grandi a dimorarci, l’aria c’è purgata, l’acque fresche, i vini generosi”.

Il Simonetta, biografo ufficiale di Francesco Sforza, nel 1434 la descrive

1 Italia Illustrata, Basilea 1531. La prima edizione è del 1451.

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Arcevia, veduta aerea (foto 1940 ca.) come castello ai confini della Marca, di mura, di torri e per natura di luogo munitissimo “et in quello è la rocca per sito e per mura fortissima. Questo ha il passo per via diretta in Toscana, nel Ducato e nella Marca. Non era speranza di poterla per forza havere, ma per assedio o per carestia d’acqua”.

Immersa nel ridente e dolce paesaggio marchigiano, tra fitti boschi di conifere, Arcevia con il suo territorio conta 5325 (2004) abitanti. Famosa sin dal medioevo per la sua inespugnabile fortezza e per la sua posizione strategica, offre al visitatore notevoli testimonianze del suo passato: l’impianto urbanistico medievale; la possente cinta muraria estesa per un miglio e mezzo, interrotta da ben muniti bastioni in parte ancora visibili; tre delle quattro porte di accesso ben conservate; il Palazzo comunale e quello dei priori, risalenti alla fine del XIII° secolo, sedi delle magistrature municipali; il teatro Misa, gioiello ottocentesco, decorato da L. Mancini di Jesi; numerosi palazzi patrizi ricchi di storia e di opere d’arte; e sparsi nel territorio nove stupendi castelli medievali, tutti ben conservati e gelosi custodi di preziosi tesori artistici. Essi conservano la magica e silente atmosfera di tempi trascorsi e testimonianze evocanti eroiche gesta. Della famosa rocca o cassero che sorgeva maestosa sulla sommità del sito del Girone, nel giardino Leopardi, rimangono pochi tratti di mura.

Numerose sono ancora le chiese officiate, anche monumentali, sia nel capoluogo che in tutto il territorio comunale, a testimonianza del fervore religioso della popolazione sin dai tempi più antichi. E di ciò Arcevia ne può andare fiera, perché oggi può vantare il possesso di numerosi capolavori artistici, a pari dignità con città assai più importanti, commissionati nel tempo dai

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maggiorenti e dalla stessa cittadinanza per devozione, ma anche per arricchire questi edifici sacri.

La collegiata di S. Medardo, monumento nazionale, ha tra i suoi gioielli opere di Luca Signorelli, uno dei massimi artisti italiani del Rinascimento, di Andrea, Giovanni e fra Mattia della Robbia, famosissimi plasticatori fiorentini, ed inoltre di Corrado teutonico, di Leonardo Scaglia, di Cesarino Rossetti, di Simone Cantarini, di Claudio Ridolfi il Veronese, di Giambattista Salvi il Sassoferrato, di Piergentile da Matelica e Venanzo da Camerino (opere di alcuni di questi artisti sono conservate anche in altre chiese) e degli arceviesi Francesco di Gentile, Ramazzani Ercole e Giampaolo, Lelio Leoncini, Cesare Conti, Gaspare Ottaviani.

Nel complesso di S. Francesco il Museo Archeologico Statale presenta una ricca esposizione di reperti preistorici, celtici e romani provenienti dal territorio comunale. Nei locali adiacenti, poi, si può ammirare l’Esposizione permanente di opere di Mannucci, Ruggeri, d’Arcevia, tre artisti “arceviesi” contemporanei di livello internazionale.

Arcevia riserva al visitatore un’altra gradita sorpresa: il giardino G. Leopardi. Aperto al pubblico nel 1894, è considerato tra i più belli della regione, ricco di piante rare e con una pineta suggestiva. Nell’ex convento e chiesa dei cappuccini è allocato l’omonimo bar ristorante con annessa pista da ballo all’aperto. Nel giardino troviamo anche un’area riservata al pattinaggio e uno spazio attrezzato per il gioco dei bambini. Dai suoi “balconi” si può ammirare un panorama unico potendo lo sguardo spaziare verso l’Appennino fino al Catria e verso la valle del Misa fino a Senigallia.

Per godere di altri scorci panoramici di particolare bellezza segnaliamo: il balcone del Belvedere, sotto il portico di piazza, e il piazzale di S. Rocco dove la sera tutta la vallata del Misa, punteggiata di luci, pulsa di vita propria nelle ville e nei paesi giù fino al mare, come in un grande presepio vivente. In giornate serene, collocandosi poi nel tratto delle mura vicino la porta di S. Lucia, si può scorgere ad occhio nudo la santa Casa di Loreto, mentre dal S. Angelo i monti della ex Jugoslavia.

Arcevia è circondata nella parte preappenninica da una corona montagnosa la cui maggiore cima è il S. Angelo a m. 752 sul livello del mare; contiguo ha il monte della Croce-Guardia a m. 670.

In località S. Donnino nasce il fiume Misa, dalle pendici sud occidentali dell’anticlinale arceviese, il quale scendendo verso nord est, dopo aver attraversato Senigallia, sfocia nell’Adriatico. Il fiume che ha regime torrentizio riceve a circa dieci chilometri dal mare l’unico affluente di rilievo, il Nevola.

Arcevia è stata nel corso dei secoli colpita da vari terremoti alcuni dei quali hanno prodotto notevolissimi danni come quello del 24 aprile 1741 e più recentemente del settembre 1997. Ciò è spiegabile col fatto che una delle due fasce sismiche della regione, quella più interna, interessa Arcevia, Fabriano, Matelica, Camerino ed i territori ascolani.

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Il regime pluviometrico è piuttosto regolare: si raggiungono qui circa 1000 mm. di precipitazioni annue con punte massime, di solito, nel mese di novembre e minime nel mese di luglio. Dal 1920 circa la centralina dell’osservatorio meteorologico è collocata nella parte più alta del giardino G. Leopardi. Il clima è di tipo sub mediterraneo.

Per quanto riguarda la popolazione residente nel comprensorio riportiamo i dati relativi, tratti dai censimenti effettuati prima dalla Stato pontificio e poi da quello italiano dal 1656 al 2001. Il primo dato è riferito all’anno, quello tra parentesi alla popolazione. 1656 (6913) 1701 (6773) 1708 (7218) 1736 (7293) 1769 (7178) 1782 (8034) 1802 (8820) 1827 (8503) 1833 (7954) 1844 (8358) 1853 (9126) 1861 (9231) 1871 (9633) 1881 (9462) 1901 (10831) 1911 (11613) 1921 (11965) 1931 (12133) 1936 (12478) 1951 (12624) 1961 (9828) 1971 (7005) 1981 (6370) 1991 (5830) 2001 (5300).

Il giardino G. Leopardi (foto di fine Ottocento) Per i periodi precedenti i dati noti sono riportati nella parte storica del

testo. Dopo una ripresa demografica avvenuta agli inizi del Novecento e mantenuta sino al 1951, per l’incremento delle attività economiche sostenute anche dalle rimesse degli emigrati all’estero, assistiamo dalla metà degli anni Cinquanta ad una decisa contrazione della popolazione residente. La ragione va ricercata nella forte migrazione interna verso le regioni nord occidentali e nel progressivo abbandono delle campagne verso le città, per le migliori condizioni e prospettive di lavoro offerte soprattutto ai giovani. Questo processo non si è del tutto esaurito ad oggi, anche se è di modesta entità. La migrazione degli arceviesi

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non ha significato però l’abbandono definitivo della terra d’origine, perché il legame è stato mantenuto, per molti, attraverso il possesso di una abitazione che viene utilizzata per lo più nei mesi estivi, Tra i villeggianti con casa propria vanno annoverati, da qualche anno, anche diversi cittadini tedeschi e di altre nazionalità che hanno scelto questa terra come residenza secondaria per le sue bellezze, l’aria pura ed i cibi genuini.

La vocazione turistica di questo territorio si è concretizzata solo dopo il 1970 con la creazione di una struttura alberghiera di un certo impegno: Alle Terrazze, con piscina e campi da tennis, sul monte della Croce, il Park Hotel contiguo al giardino G. Leopardi e La Baita sul monte S. Angelo; sparsi nel territorio gli agriturist: il Piccolo Ranch, il Rustico, le Betulle, le Conelle, l’Olmo ed il Piccolo Paradiso. E per la sola ristorazione: ai Cappuccini, ai Pini e Pinocchio. In tutti i ristoranti è possibile gustare i genuini prodotti locali ed i piatti tipici. Da segnalare in località Palazzo il San Settimio Country club, raffinato albergo di campagna.

In Arcevia sono da acquistare le ottime carni bovine di esclusiva provenienza marchigiana e quelle di maiale, di agnello, di coniglio e dei volatili in genere di produzione locale; gli squisiti insaccati tra cui meritano di essere ricordati: le salsicce, vari tipi di salame, il mazzafegato ed ancora una deliziosa porchetta al finocchio selvatico. Tra i dolci: i calcioni, la pizza al formaggio, le castagnole, il frittellone, i biscotti di mosto e le ciambelle. La zona produce Verdicchio D.O.C. dei castelli di Jesi, Rosso Piceno ed un ottimo vino locale da tavola acquistabile da diversi produttori. Da comprare anche l’olio, il miele, i formaggi, i pregiati tartufi bianchi e neri e rinomati prodotti biologici.

Particolare successo di pubblico riscuotono, oramai da diversi anni, le manifestazioni a carattere turistico gastronomico di Avacelli, con la Sagra degli asparagi di montagna il 1 maggio di ogni anno; di Piticchio con la Festa d’Autunno nella ricorrenza di S. Martino; e di Arcevia con la Festa dell’Uva, istituita nel 1930, nell’ultimo fine settimana di settembre.

Arcevia inoltre ha un campo sportivo regolamentare ed un Bocciodromo, siti sotto la porta del Sasso, costruiti negli anni Settanta. Recentemente sono stati allestiti un Museo archeologico statale, un’Esposizione permanente di opere d’arte, archivi e biblioteca nel complesso monumentale di S. Francesco (vedi pp. 195, 196), ed un Deposito d’arte in locali annessi alla collegiata di S. Medardo. Sino ad alcuni anni fa era visitabile, nel palazzo dei Priori, il Museo della Resistenza, con opere di Ernesto Treccani, Umberto Mastroianni, Pericle Fazzini, Orfeo Tamburi, Romolo Augusto Schiavoni, Aldo Borgonzoni, Vincenzo Bianchi. Di Romolo Augusto Schiavoni sono inoltre il Monumento al Partigiano, eretto nel dopoguerra sulla Strada Nuova sotto il giardino G. Leopardi e più recentemente una stele al Donatore di sangue, all’inizio di via Ramazzani. Sul piazzale d’accesso al giardino G. Leopardi si erge il Monumento ai caduti della Prima guerra mondiale, opera dello scultore Torquato Tamagnini (1923).

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L’aria, il cibo, le bellezze artistiche e paesaggistiche nonché la vicinanza con località, come le Grotte di Frasassi, Fonte Avellana o Senigallia fanno di Arcevia un luogo di soggiorno particolarmente gradito anche per il turista più esigente.

Arcevia, panorama verso l’Appennino “(…)Ed io che torno tanto di rado al mio paese ed ogni volta ci torno per prendere lo slancio a una vita nuova, allo stesso modo che si disfà un lavoro riuscito male per ricominciarlo daccapo dalla prima maglia, in quella notte sentivo profondamente il legame alla terra e ai consanguinei che noi dunque sentiamo sì poco. Forse lo sentivo un po’ per la piccola vanità di potermi dire un fratello del Leopardi”. “(…) Paesi. Le case basse e strette l’una all’altra, par che abbiano mura trasparenti: si risà subito tutto quel che vi succede, sì che la gente vive in pubblico, e d’ognuno si può conoscere vita e miracoli. Quel po’ di facile maldicenza che è il carattere distintivo dell’ozio paesano ha forse un utile funzione morale che non è stata mai messa bene in rilievo: ed è che ognuno, per evitare più che può il morso, è costretto a una vita onesta ancor che non ne abbia voglia, e quelli che non se ne riguardano sono additate come pecore nere. (…) appollaiati sulle alture, hanno l’aspetto di rocche medievali, con le loro torri di mattone nudo, con le mura scalcinate in giro, e sulle mura il cappero selvatico e il caprifico, come sulle mura di Troia. Fuori sul pendio, qualche borgo di costruzioni più moderne sale svogliatamente verso la cima; ma dentro è lo stesso intricato dedalo di scarpate, di scalinate, di viuzze anguste, con le case addossate l’una sull’altra(…)”. Fernando Palazzi, Marche, Firenze 1932.

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PICCOLO ZIBALDONE ARCEVIESE

Proverbi arceviesi

1. Voce e penne commo ‘l cucco 2. Ognuno all’arte sua e ‘l lupo alle pecore 3. I dolure è commo i quatrine: chi ce l’ha se li tine 4. Cielo a pecorelle acqua a catinelle 5. Innocenti innocentine, finite le feste finiti i quatrine 6. Chi arpulisce ‘l piatto pija ‘l marito matto 7. Cò vedete le nespole piagnete, Quell’è l’ultemo frutto dell’estate 8. Quanno pioe e tira ‘l viento Non caccià chè pierdi tiempo 9. Tempo arfatto de notte Dura quanto ‘l callaro de pera cotte 10. Chi se ne pija more Detto popolare arceviese

I soldati del papa Non fu buone a cavvà na rapa; Quije de la Rocca Cento per volta Rispetto in dialetto arceviese

E ssu cantate, ammò che sete gioenette e belle, Che verrà ‘n tempo che ve ‘nvecchiarete Sarete sdelleggiate, puerelle. Sarete sdelleggiate come gije, Cascarete per terra, ‘n ce sarà chi v’arpije. Sarete sdelleggiate come foje, Cascarete per terra, ‘n ce sarà chi v’arcoje; Sarete sdelleggiate come fronne, Cascarete per terra, ‘n ce sarà chi v’arisponne.