Paolo Jedlowski (2002) Il mondo in questione. Roma ... · Le istituzioni Schizzerotto Barone (2006)...
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Le istituzioni
Schizzerotto Barone (2006)
Sociologia dell’istruzione
Bologna: Il Mulino
Capitolo 9
JedlowskiPaolo Jedlowski (2002)Il mondo in questione. Roma: Carocci
pp. 252-257 (Berger e Luckman)
pp. 266-270 (il costruzionismo sociale)
Peter Berger:
“A volte anche il sociologo penetra in mondi che gli erano del tutto sconosciuti: il mondo del crimine, il mondo di una strana setta religiosa o il mondo configurato dai particolari interessi di una categoria – gli specialisti in medicina, i dirigenti militari o gli esperti pubblicitari. Ma di solito il sociologo si muove in campi d’esperienza che sono familiari a lui e a quasi tutti quelli che appartengono alla sua società: le sue ricerche riguardano comunità, istituzioni, ambiti di studio familiari.”
da: Peter Berger Invito alla Sociologia, Marsilio, Padova, 1967, p.26
Peter Berger, Invitation to Sociology: a Humanistic Perspective. Garden City, N.Y.,
Doubleday, 1963.
Durkheim
“Si possono chiamare istituzioni tutte le credenze e i modi di condotta istituiti dalla collettività. Si può allora definire la sociologia come la scienza delle istituzioni, della loro genesi e del loro funzionamento”.
Esempi di istituzioni…
La famiglia e il matrimonio
Le lingue naturali
Le università, le scuole
La ricerca scientifica
Gli ospedali e la medicina
Le aziende, la borsa, le multinazionali e le aziende, il mercato, il capitalismo, la divisione del lavoro,
le classi sociali
I sistemi legali, le corti, l’avvocatura, la giustizia criminale
Le religioni e le chiese
Gli ospedali psichiatrici e le prigioni
L’esercito e le varie forze di polizia
I mass media (anche i nuovi media: internet, i social media)
La società civile – associazioni, ONG, …
I partiti politici
La cultura (alta e bassa) e le arti
Lo stato nazionale
La burocrazia
Ancora una definizione
Ogni struttura o meccanismo di ordine sociale e di cooperazione sociale che governa il comportamento di un insieme di individui in una comunità.
Le istituzioni sono identificate da
1) uno scopo sociale,
2) e dalla loro permanenza,
3) che trascende le vite e le intenzioni individuali, e
4) dalla costruzione e messa in atto di regole chegovernano il comportamento cooperativo umano.
le istituzioni vengono messe in atto
tramite…
Valori
Norme
Ruoli
Routine (Schutz)
Pratiche (Bourdieu)
Frame (cornici cognitive, Goffman)
Rappresentazioni collettive (Durkheim)
Habitus (Bourdieu)
…
3 dimensioni
• Prescrittiva
• Cognitiva
• Emotiva
• Potere
• Comprensione, senso comune
• Adesione
• Fare
• Pensare
• Sentire
3 dimensioni
SentireAdesioneEmotiva
PensareComprensio
ne, senso
comune
Cognitiva
Fare Potere Prescrittiva
3 dimensioni
Scambio
emozionale
SentireAdesioneEmotiva
Rappresent
azioni
collettive
PensareComprensio
ne, senso
comune
Cognitiva
NormeFare Potere Prescrittiva
Non solo organizzazioni formali,
come…
L’esercito
La Chiesa cattolica
Una grande impresa
Invisibili…
• naturalizzate
• patrimonio di intelligenza collettiva
Ota De Leonardis (2001) Le istituzioni Carocci, p. 13.
come nascono le istituzioni
Berger & Luckman (1969) La realtà
come costruzione sociale
3a. arriva C.
A e B socializzano C, e
questo comporta che
il loro modo comune
di vedere la realtà
diventa oggettivato
3b. A e B incontrano un
ostacolo
cercano C
“i bagagli parziali di
conoscenza” si
sovrappongono
1. A e B � provengono da ambienti diversi, non
hanno niente in comune
2. Imparano a riconoscere le azioni degli altri e ad
attribuirvi un significato � tipizzazione reciproca
Le istituzioni si evolvono?
Grande processo di de-istituzionalizzazione
degli anni ‘60-’70
. Rendere coscienti gli amministratori e i dottori della responsabilità condivisa di quel che accade
ISTITUZIONI SONO COSTRUZIONE SOCIALE DI CUI PORTIAMO LA RESPONSABILITA’
. La caratteristica fisica degli spazi
APRIRE LE PORTE
. Le pratiche, in cui si ricade sempre fin troppo facilmente
CHIUDERE DEL TUTTO GLI OSPEDALI! RICREARE LEGAMI CON IL MONDO ESTERNO
MODELLO MOLTO FORTE NELLA SCUOLA �
effetto diretto sull’integrazione dei disabili (legge 1977)
Immaginate…
Le pratiche
non guardare alle azioni come se fossero singole, guardare a condotte, a ciò che èuniforme nel tempo, si standardizza, si consolida
le pratiche si creano con l’interiorizzazione di strutture sociali, e costituiscono a loro volta l’esteriorizzazione di ciò che si èinteriorizzato
Bourdieu (1972) Per una teoria della pratica.
Le istituzioni a scuola
ecologia della classe
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ecologia della classe
1. ricchezza di risorse didattiche
2. numero di studenti per aula
3. suddivisione del tempo a scuola
4. modo di disporre gli studenti
5. presenza di un solo insegnante, o di piùinsegnanti
6. quantità di pause per la ricreazione
7. durata dell’anno scolastico
8. raggruppamento dei ragazzi secondo gruppi disomogenei per capacità o omogenei per capacità
9. lavoro individuale, in piccoli gruppi, o “in plenaria” 20
Le dimensioni del gruppo classe
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Dimensioni medie delle classi scolastiche in alcuni paesi europei secondo il livello
scolastico.
Oecd Education at a glance – 2004, Paris
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burocrazia artigianato
procedure di routine creazioni uniche,
e prodotti standardizzati come si possono avere
in lavori su ordinazione
ad alto livello di creatività
Arthur Stinchcombe (1959) “Bureaucratic and Craft Administration” in Administrative Sciences Quarterly, 4, pp. 168-187.
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L’ecologia scolastica può avere
effetti sull’apprendimento1. Pochi alunni è meglioStudiosi delle organizzazioni: Barr e Dreeben (1983) How Schools Work,
Chicago, University of Chicago Press.
2. Più insegnanti/assistenti è meglioJ. D. Finn, S.B. Gerber, C.M. Achilles, J. Boyd-Zaharias (2001), “The
Enduring Effects of Small Classes” in : Teachers College Record 103, pp. 145-183.
3. Più tempo dedicato all’apprendimento, e meno tempo dedicato alla socializzazione
� migliori risultati cognitivi McPartland e Schneider 1996 “Opportunities to Learn and Student
Diversity” in: Sociology of Education, 68, pp. 66-8125
Gli altri fattori dell’ecologia della
classe non hanno effetti sistematici
sull’apprendimento
• Più risorse � possono arricchire l’esperienza di studio.
Perché? perché possono esserci ma non essere usate.
• Una ricreazione ben posizionata � nonostante ciò, possono scoppiare liti tra studenti
• Gruppi equilibrati per capacità degli studenti � ma gli studenti bravi che potrebbero guidare il gruppo possono finire in un gruppo dove per varie ragioni viene loro impedito di esercitare questa funzione.
R. Barr e R. Dreeben (1983) How Schools Work, Chicago, University of Chicago Press. 26
Esercitazione 1
La prof. Trovato mi ingaggia come consulente. Il mio compito è indicare come potrebbe cambiare in meglio la lezione di Sociologia dell’Educazione.
Ci sono alcuni vincoli che non posso modificare: il numero di studenti, i banchi fissi, la distribuzione delle ore.
Attenzione! I cambiamenti che suggerisco devono essere rilevanti, e contribuire a una vera innovazione istituzionale.
Esercitazione 2
Sono un’insegnante di scuola dell’infanzia o di scuola primaria (a scelta).
Mi accorgo che alcuni aspetti delle interazioni, della didattica, del curricolo nascosto funzionerebbero molto meglio se…
1) Ipotizzo un cambiamento istituzionale da implementare nella classe dell’anno prossimo.
2) (più difficile) ipotizzo un cambiamento da implementare nella classe in corso, che ha giàacquisito delle norme e dei comportamenti, non sempre positivi.
Che cosa insegniamo,
e non avremmo mai
creduto di
stare insegnando…
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che cosa si impara davvero a scuola?
Il “curricolo nascosto”1. Non le competenze teoriche, ma competenze sui
comportamenti più appropriati a scuola, con gli insegnanti e con i compagni.
Quindi la comunanza tra i membri della collettività, qualcosa che non si collocherebbe affatto nella dimensione alta dei saperi e degli ideali di vita, ma più in basso, nella capacitàcondivisa di manipolare le routine d’azione adatte ai diversi contesti.
2. Imparare a rispettare le norme implicite dell’interazione in classe sarebbe un prerequisito per la sopravvivenza dello studente nel sistema scolastico.
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M. Young (1971) Knowledge and Control, London, Collier-MacMillan
B. Snyder (1973) The Hidden Curriculum Cambridge, Massachusetts, MIT Press.
M. Apple (1979) Ideology and Curriculum, London, Routledge.
E. Margolis (2001) The Hidden Curriculum in Higher Education New York, Routledge.
J. Ballantine (1994) The sociology of Education: A Systematic Approach. Upper Saddle River, N.J., Prentice Hall.
Che cosa fa parte del curricolo
nascosto?
Gli studenti imparerebbero:
• che esistono aspettative strutturate in merito al proprio e all’altrui comportamento;
• che è possibile sottrarsi a queste attese, utilizzando opportune strategie e sostenendone i costi relativi;
• che mostrando un consenso di facciata nei confronti dell’autorità, si possono ottenere anche grossi vantaggi;
• che esistono varie tecniche per ottenere queste ricompense in cambio di quel consenso.
Fele e Paoletti (2003) L’interazione in classe, Il Mulino, Bologna.
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Bowles e Gintis, studiosi marxisti, hanno sostenuto che imparare a essere compiacenti e sottomessi è funzionale al sistema capitalistico, perchéprepara a essere sottomessi al futuro datore di lavoro. La ripetitività routinaria delle lezioni e delle interrogazioni prepara alla ripetitività delle mansioni lavorative, perché sarebbe tipico delle scuole frequentate dalla classe operaia. Invece ai figli della classe media (altre scuole, per parlare dell’Italia: nei licei) si insegnerebbe una maggiore autonomia personale, atteggiamenti individualistici e competitivi.
• Bowles e Gintis (1976) Schooling in Capitalist America New York, Basic Books; trad. it. L’istruzione nel capitalismo maturo Bologna, Zanichelli.
• Bowles e Gintis (2001) Schooling in Capitalist America Revisited paper consultabile sul sito: www.umass.edu/preferen/gintis/soced.pdf
• Bowles e Gintis (2003) Schooling in Capitalist America 25 Years Later in: “Sociological Forum”, 18, 2, p. 343-349.
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• “Le valutazioni degli insegnanti non tengono in considerazione solo i livelli di apprendimento effettivo, ma anche se non soprattutto, la conformità dello studente alle regole dell’interazione in classe. Le sanzioni negative al comportamento inadeguato sono anche i voti bassi”. Questo è un fatto. Rimane da discutere se sia un bene o un male.
Williams (1976) Teacher prophecies and the inheritance of inequality in “Sociology of Education”, 49, pp. 223-236.
• Voi che ne pensate? Il voto basso come sanzione disciplinare? La bocciatura come sanzione?
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