Panoramica del corso - pure-tech-agency.net · I principi su cui si basa la teoria della...
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• Obiettivo del corso
• Abilitazione
• Requisiti
• Schema del Corso
• Il Sistema Didattico
Corso Decompression
Panoramica del corsoPanoramica del corso
Addestramento Teorico
Obiettivi di sviluppo delle conoscenze teoriche
Svolgimento didattico
Moduli:1. La Decompressione2. La miscela EANx3. Le tabelle EAN32-36 per la decompressione4. L’Equipaggiamento5. Software HL PLanner
6. La Programmazione
Test di Verifica
Panoramica del corsoPanoramica del corso
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La Decompressione
Alla fine di questo modulo conoscerai:
I principi su cui si basa la teoria della decompressione, i meccanismi di base,
lo sviluppo delle teorie e la tecnica per effettuare una corretta immersione
con decompressione.
1. La Teoria della Decompressione
2. Sistemi decompressivi
3. Modelli decompressivi
4. Coefficienti di Saturazione
5. Tecnica della Decompressione
Modulo 1 - PanoramicaModulo 1 - Panoramica
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Perché seguire un corso per spostare l’abilitazione dai -39 mt. delricreativo ai “soli” - 45 del Decompression?
Non è pensabile fare immersioni oltre i -39 mt. senza avvicinarsi osuperare i limiti di non decompressione
Informazioni generali
1.1 Teoria della Decompressione
Modulo 1 - La DecompressioneModulo 1 - La Decompressione
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Legge di Henry: I gas tendono a portarsi in EQUIPRESSIONErispetto all’ambiente circostante
DIFFUSIONE = processo attraverso il quale un gas o un liquido sisposta da un’area ad ALTA concentrazione verso un’area aBASSA concentrazione
PERFUSIONE = processo attraverso il quale il gas disciolto nelsangue passa nel tessuto per via della circolazione sanguigna
Il passaggio di gas avviene per DIFFERENZE DI PRESSIONI.Questa differenza è chiamata GRADIENTE
1.1 Teoria della Decompressione
Modulo 1 - La DecompressioneModulo 1 - La Decompressione
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DISCESA
N2 VIENE DISCIOLTO NEI TESSUTI
(sistema a cascata)
DURANTE LA RISALITA
N2 VIENE RILASCIATO DAI TESSUTI
PROCESSO SATURATIVO E DESATURATIVO
- RICERCA DELL’EQUIPRESSIONE DEL GAS INERTE
TRA TUTTI I TESSUTI CORPOREI E L’AMBIENTE
CIRCOSTANTE CON SISTEMA A CASCATA
- CON VELOCITÀ DIFFERENTI A SECONDA DELLE DIFFERENZE
DI PRESSIONE TRA I VARI TESSUTI
- LA VELOCITÀ E’ DIRETTAMENTE PROPORZIONALE ALLA
DIFFERENZA DI PN2 TRA I VARI TESSUTI
- QUESTA DIFFERENZA SI CHIAMA GRADIENTE
1.1 Teoria della Decompressione
Modulo 1 - La DecompressioneModulo 1 - La Decompressione
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Gradiente
100 ata
Equipressione PN2 Corpo
4 ata Gradiente 1 ata
PN2 Corpo
3 ata Equipressione
PN2 MIX3 ata
Gradiente
200 ata
Equipressione PN2 Corpo
4 ata Gradiente 3 ataPN2 Corpo
1 ata Equipressione
PN2 MIX 2 ata
1.1 Teoria della Decompressione
Modulo 1 - La DecompressioneModulo 1 - La Decompressione
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LA SATURAZIONE DEI TESSUTI si ottiene quando:
LA TENSIONE TISSUTALE (pressione di un gas all’interno di untessuto) è uguale alla PRESSIONE PARZIALE del gas
Il tempo necessario per raggiungere questo equilibrio varia aseconda del tessuto da pochi minuti a molte ore di esposizione atemperatura costante
Saturazione dei tessuti
1.1 Teoria della Decompressione
Modulo 1 - La DecompressioneModulo 1 - La Decompressione
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Un singolo tessuto che ha assorbito (tramite la legge di Henry) il50 % di gas inerte (a temperatura e pressione costante)utilizzato nelle fasi della respirazione satura lo stesso gas a metà
I vari tessuti vengono classificati in base al “ tempo diemisaturazione” o periodo ,ossia il tempo necessario perché indeterminate condizioni di pressione e di temperatura essiassorbano il 50% del gas inerte considerato (emitempo)
Questo tempo è costante e dipende dalla natura del tessuto, daquella del gas, e dalla temperatura
Emisaturazione
1.1 Teoria della Decompressione
Modulo 1 - La DecompressioneModulo 1 - La Decompressione
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compartimenti tissutali
• I modelli matematici attualmente in uso, prendono in esametessuti che variano dai 3 ad oltre 600 minuti diemisaturazione
Compartimenti tissutuali
Le varie tipologie di tessuti del nostro organismo sonorappresentate matematicamente tramite i loro tempi diemisaturazione e vengono denominati
1.1 Teoria della Decompressione
Modulo 1 - La DecompressioneModulo 1 - La Decompressione
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• Compartimenti con tempi di emisaturazione (periodi) brevicome i polmoni,il cervello, i reni vengono chiamati tessutiveloci (in questi tessuti lo scambio gassoso avvieneprincipalmente per perfusione), quelli con periodi lunghicome le ossa, i tessuti adiposi sono detti tessuti lenti (inquesti tessuti lo scambio gassoso avviene principalmenteper diffusione).
Compartimenti tissutuali
1.1 Teoria della Decompressione
Modulo 1 - La DecompressioneModulo 1 - La Decompressione
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Emitempi di saturazione
1.1 Teoria della Decompressione
Modulo 1 - La DecompressioneModulo 1 - La Decompressione
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I valore “M”
Il massimo valore di pressione di gas inerte che un ipotetico“compartimento tissutale” può tollerare senza presentare evidentisintomi di malattia da decompressione
(PDD) = LIMITE DA SOVRASATURAZIONE
1.1 Teoria della Decompressione
Modulo 1 - La DecompressioneModulo 1 - La Decompressione
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Sovrasaturazione
Quando la tensione tissutale è superiore alla pressioneparziale del gas nell’ambiente circostante
• Ogni tessuto è caratterizzato da uno specifico valore disovrapressione, oltre il quale il tessuto comincerà a rilasciaregas tanto più velocemente quanto si supera suddetto valore. Ilrischio è di incorre nella formazione di bolle che possonogenerare forme più o meno gravi di PDD
1.1 Teoria della Decompressione
Modulo 1 - La DecompressioneModulo 1 - La Decompressione
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Desaturazione
la pressione di un gas sulla superficie di un tessuto diminuirà, laquantità di gas che vi si troverà disciolta avrà una pressionetissutale maggiore rispetto a quella pertanto le molecole di gasabbandoneranno il tessuto in numero maggiore rispetto a quelleche continueranno ad entrarvi.
1.1 Teoria della Decompressione
Modulo 1 - La DecompressioneModulo 1 - La Decompressione
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Formazione di bolle
E’ accertato che le bolle, durante la desaturazione, si creano apartire da micronuclei gassosi preesistenti nei nostri tessuti; laloro origine viene attribuita a movimenti articolari e muscolari, alloscorrimento di una superficie tissutale sull’altra, all’apertura echiusura delle valvole cardiache o variazioni di pressioni delsangue all’interno del sistema circolatorio, che, creando zone dibasse pressione a seguito di movimenti vorticosi ne favoriscono losviluppo
1.1 Teoria della Decompressione
Modulo 1 - La DecompressioneModulo 1 - La Decompressione
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Formazione di bolle
legge di Laplace “la differenza tra la pressione all’interno di unabolla e quella presente al suo esterno è inversamenteproporzionale al raggio della bolla stessa”.
1.1 Teoria della Decompressione
Modulo 1 - La DecompressioneModulo 1 - La Decompressione
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Modelli decompressivi
I primi modelli decompressivi si fondarono sulla teoria dei gasdisciolti
Haldane riteneva che i tessuti potevano tollerare un valore criticodi sovrapressione di 2:1 prima di rilasciare bolle dannose.
Realizzò tre differenti tabelle per immersioni ad Aria da utilizzarsiper decompressioni inferiori a 30’ (tabella I), superiori ai 30’ (tabellaII) e per immersioni profonde ad Aria sino a 100m ma condecompressione in Ossigeno Puro.
Decompressione a FASI
1.1 Teoria della Decompressione
Modulo 1 - La DecompressioneModulo 1 - La Decompressione
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Modelli decompressivi
la U.S. Navy adottò per prima le tabelle Haldaniane ma ne modificòi valori perché attraverso gli studi condotti da Hawkinsings incamera i perbarica scoprì che ciascun compartimento aveva ilproprio rapporto critico (Valore M) e che questo veniva influenzatoanche dalla profondità
Ne derivarono così le famose tabelle U.S. Navy basate su seidifferenti gruppi di tessuti suddivisi in base ai loro tempi diemisaturazione: 5 -10 – 20 – 40 – 80 – 120 minuti
Nel corso degli anni furono effettuate varie modifiche,nate inambito militare e successivamente adattate all’uso commercialeche hanno privilegiato l’aspetto conservativo con la riduzione deitempi di fondo e della velocità di risalita e l’aumento deicompartimenti
1.1 Teoria della Decompressione
Modulo 1 - La DecompressioneModulo 1 - La Decompressione
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Modelli decompressivi
Lo Svizzero Bühlmann studiò i fenomeni legati alladecompressione che portarono alla pubblicazione del libroDecompression, che costituì la prima guida completa in materia didecompressione comprendendo anche i calcoli su come attuaresviluppare le tabelle decompressive fino ad allora coperti dasegreto militare
L’Algoritmo di Bühlmann è la base per molti computerd’immersione e per programmi di simulazione per personalcomputers
1.1 Teoria della Decompressione
Modulo 1 - La DecompressioneModulo 1 - La Decompressione
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Modelli decompressivi
Alla fine degli anni ottanta l’introduzione della misurazione Dopplere successivamente dell’Ecodopler ha rivoluzionato nuovamente leteorie decompressive.
1.1 Teoria della Decompressione
Modulo 1 - La DecompressioneModulo 1 - La Decompressione
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Modelli decompressivi
I pescatori di perle del Pacifico evidenziarono l’importanza nelcontrollo della risalita
Brian Hills introdusse, per minimizzare la formazione ecrescita delle bolle,i calcoli “termodinamici” per la produzione ditabelle decompressive
Seguendo Hills, i ricercatori dell’Università delle Hawaii,Yount e colleghi, postularono che una base comune a tutte lePDD potesse essere il danno iniziato nei tessuti acquosi, da cui èformata la quasi totalità delle creature viventi. Condussero unaserie di esperimenti, che risultarono nella formulazione delVarying Permeability Model (VPM)
1.1 Teoria della Decompressione
Modulo 1 - La DecompressioneModulo 1 - La Decompressione
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Modelli decompressivi
Rgbm – Reduced Gradient Bubble Model
1.1 Teoria della Decompressione
Modulo 1 - La DecompressioneModulo 1 - La Decompressione
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Sistemi decompressivi
1.1 Teoria della Decompressione
Modulo 1 - La DecompressioneModulo 1 - La Decompressione
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1.1 Teoria della Decompressione
Modulo 1 - La DecompressioneModulo 1 - La Decompressione
Coefficiente di saturazione
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Distacco dal fondo
• Psicologicamente è il momento più stressante
• Gli errori comuni:
a/ ritardare la partenza dal fondo
b/ partire velocemente
• Importanza del segnale “ULTIMO MINUTO”
1.1 Teoria della Decompressione
Modulo 1 - La DecompressioneModulo 1 - La Decompressione
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La risalita
• Lenta e costante (senza picchi di velocità) per poteremantenere le microbolle (sempre presenti) ad un livello dieccitazione il più basso possibile MINUTO”
1.1 Teoria della Decompressione
Modulo 1 - La DecompressioneModulo 1 - La Decompressione
PTA sconsiglia assolutamente la ricompressione inacqua, da utilizzare solo come alternativa al peggio
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La tappa di decompressione
La risalita deve servire per riordinare le idee,in particolar modo a prepararela tua bombola decompressiva.
Procedure di massima per un corretto svolgimento della decompressione:
• Respira eseguendo inspirazioni/espirazioni lente e profonde• Mantieni il torace al livello della quota di decompressione, meglio se
tutto il corpo (posizione orizzontale)• Non affaticarti, ma non restare completamente immobile, un piccolo
movimento (mani, piedi, braccia, ecc.) è utile a promuovere lacircolazione soprattutto periferica, con conseguente migliorerilascio dell’inerte
• Evita di assumere una posizione forzata o faticosa, soprattutto nelledecompressioni lunghe
• torna in superficie dall’ultima tappa decompressiva molto lentamente
1.1 Teoria della Decompressione
Modulo 1 - La DecompressioneModulo 1 - La Decompressione
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L’uscita dall’acqua - Procedure importanti
• Dopo un’immersione con decompressione o al limite dellacurva è importante non affaticarti in superficie
• Considera il ritorno all’asciutto come una vera e propriasosta decompressiva a profondità zero, quale infatti è: peralmeno 30’ devi comportarti come se fossi ancora in sostadi decompressione.
• Non fare sforzi, resta tranquillo, idratati assumendo liquidi.
IMPORTANTE CONOSCERE LE PROCEDURE PER
UN CORRETTO PRIMO SOCCORSO
1.1 Teoria della Decompressione
Modulo 1 - La DecompressioneModulo 1 - La Decompressione
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La stazione decompressiva - Immersioni da Riva
• La stazione decompressiva va predisposta alla
profondità prevista lungo una sagola fissa che determina
un percorso preciso oppure, in un punto noto del
fondale, tale da dare la totale garanzia di poterla
individuare in risalita e in superficie (segnalandola conuna boa)
1.1 Teoria della Decompressione
Modulo 1 - La DecompressioneModulo 1 - La Decompressione
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La stazioneDecompressiva
Decompressionesu cima
1.1 Teoria della Decompressione
Modulo 1 - La DecompressioneModulo 1 - La Decompressione
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LA DECOMPRESSIONE: Teoria e Tecnica
ORA CONOSCI:
I principi su cui si basa la teoria della decompressione, i meccanismi diI principi su cui si basa la teoria della decompressione, i meccanismi di
base, lo sviluppo delle teorie e la tecnica per effettuare una correttabase, lo sviluppo delle teorie e la tecnica per effettuare una corretta
immersione con decompressione.immersione con decompressione.
1. La Teoria della Decompressione
• Sistemi decompressivi
• Modelli decompressivi
• Coefficienti di Saturazione
2. Tecnica della Decompressione
Modulo 1 - RiepilogoModulo 1 - Riepilogo
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La miscela EANx
Alla fine di questo modulo conoscerai:
???????????????????????????????????????????????????????????????????
????????????????????????????????????????????.
1. Ossigeno
2. Introduzione all’EANx
3. Applicazioni del calcolo a T
Modulo 2 - PanoramicaModulo 2 - Panoramica
1. Spiegare il processo fisiologico della Tossicità dell’Ossigeno2. Elencare i due nuovi fattori di predisposizione alla tossicità di
Ossigeno ed il loro valore decrementante3. Conoscere l’iperossia polmonare ed il motivo per il quale non
è pericolosa per il subacqueo sportivo4. Elencare i vantaggi dell’eanx in immersione fuori curva di non
decompressione o solo come miscela decompressiva5. Definire il significato di miscela ideale (Best Mix)6. Calcolare la Best Mix considerando i fattori decrementanti7. calcolare il potenziale narcotico delle varie miscele a diverse
profondità8. definire l’effetto narcotico della varie miscele Eanx9. calcolare la Best Mix in miscela ternaria
Al termine di questa lezione saremo in grado di:
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Modulo 2 - La miscelaModulo 2 - La miscela EANxEANx
• Effetti fisiologici al variare della PO2– Iperossia dei centri nervosi– Iperossia polmonare
In questa lezione parleremo di
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Modulo 2 - La miscelaModulo 2 - La miscela EANxEANx
Proprietàorganolettiche: Inodore
IncoloreInsapore
Fisiopatologia dell’O2
Numero atomico 8Peso atomico 16Peso Molecolare 32
Ha elevata proprietà ossidante, quindi è un ottimale Comburente neiprocessi metabolici
Presente nell’atmosfera con una concentrazione di circa il 21%
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2.1 Ossigeno
Modulo 2 - La miscelaModulo 2 - La miscela EANxEANx
Cenni di fisiologia
L’O2 entra nell’organismo attraverso la respirazione (Legge diHenry) e trasportato ai tessuti dai globuli rossi legatoall’EMOGLOBINA (Hb)
Una quota di 02 è fisicamente disciolta nel PLASMA
In condizioni di iperossia non varia la quota fissata all’emoglobinama aumenta in modo proporzionale quella disciolta nel plasma(che è quella utilizzata per prima nei processi metabolici)
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2.1 Ossigeno
Modulo 2 - La miscelaModulo 2 - La miscela EANxEANx
Cenni di fisiologia
Il prodotto “di scarico” dei processi metabolici è la AnidrideCarbonica (CO2) e con buona approssimazione si può stimareche tanto O2 viene consumato, quanta CO2 viene prodotta, equesto indipendentemente dalla pressione
La CO2 viene trasportata dai tessuti ai polmoni con il sangue macon meccanismi differenti dall’O2.
5% disciolta - 20% legata all’emoglobina (HbCO2)75% sotto forma di bicarbonato (HbCO3)
In condizioni di iperossia l’emoglobina è interamente occupatadall’O2 e la CO2 non può quindi fissarsi
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2.1 Ossigeno
Modulo 2 - La miscelaModulo 2 - La miscela EANxEANx
Cenni di fisiopatologia
• L’elevata reattività dell’Ossigeno ha determinato la necessitàche tutte le cellule viventi abbiano una serie di sostanzeantiossidanti indispensabili per contrastare e controllarequesta reattività
• Anche in aria a pressione ambiente, in assenza di questesostanze, l’ossigeno determina la morte cellulare
• Naturalmente, la gravità dell’intossicazione da ossigenoaumenta progressivamente con l’aumentare della pressioneparziale dell’O2 e della durata dell’esposizione
• A sufficiente pressione e durata dell’esposizione l’ossigenocausa inizialmente un’alterazione del funzionamento dellecellule fino ad una distruzione chimica di qualunque cellulavivente
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2.1 Ossigeno
Modulo 2 - La miscelaModulo 2 - La miscela EANxEANx
Tossicologia
La pressione dell’O2 e della CO2 a livello dei tessuti sonointimamente legate fra loro: un aumento della pressione della CO2
crea una variazione dell’acidità che comporta una maggioreliberazione dell’O2 dall’emoglobina e, al contrario, una bassaconcentrazione di CO2 aumenta la quantità di Ossigeno fissata.Ciò è quanto avviene fisiologicamente: nei tessuti – primo caso nei polmoni – secondo caso.
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2.1 Ossigeno
Modulo 2 - La miscelaModulo 2 - La miscela EANxEANx
Tossicologia
• L’aumento della pressione dell’Ossigeno provoca effetti tossici in tutti itessuti, ben noti da moltissimo tempo – i primi lavori scientificirisalgono al 1945:
• a livello cerebrale danno enzimatico e cellulare, con tremori,convulsioni, distruzione neuronale fino alla morte
• a livello polmonare comparsa di una tossicità chimicatracheobronchiale, danno polmonare con atelettasie, riduzione dellacapacità di scambio alveolare, fino ad anossiemia, acidosi e morte
• a livello oculare distacco retinico, danno delle cellule visive fino allacecità
• a livello ematico emolisi• danni renali• danni epatici• lesioni miocardiche• effetti endocrini su surrene, gonadi e tiroide
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2.1 Ossigeno
Modulo 2 - La miscelaModulo 2 - La miscela EANxEANx
Tossicologia
• Dal grafico si evidenzia bene che esiste una relazione fra pressione etempo e che esistono dei limiti teorici di pressione, al di sotto dei qualiè assai improbabile che si possa manifestare una tossicità anche pertempi di esposizione estremamente lunghi. I limiti segnati (2 ATM per ils.n.c., 0.5 ATM per il polmone) sono però validi solo per il 50 % dellapopolazione, ed è quindi indispensabile per l’utilizzo pratico essereassai più conservativi.
• Di norma, la sintomatologia relativa all’intossicazione da ossigeno è deltutto reversibile, ritornando ad una respirazione di miscela normossica.Quando però i meccanismi di difesa vengono superati, per duratadell’esposizione o pressione dell’ossigeno, il danno a livello cellularepuò diventare permanente.
Limiti di tossicità per ilpolmone e il s.n.c.
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2.1 Ossigeno
Modulo 2 - La miscelaModulo 2 - La miscela EANxEANx
Effeti dell’Ossigeno sul sistema nervoso centrale (effettoPaul bert)
• La manifestazione clinicadi questa intossicazione èrappresentata da una crisiconvulsiva, del tuttosimile alle crisiepilettiche, seguita da unperiodo prolungato diapnea
• La crisi vera e propria èfrequentemente precedutada una serie di sintomipremonitori, che sonoperò spesso assai difficilida avvertire e rilevare:
1. Pallore2. Sudorazione3. Senso di tensione epigastrica3. Disturbi visivi, come scotomi (macchie cieche o
luminose nel campo visivo)5. Diminuzione dell’acuità visiva6. Visione a “tunnel7. Cambiamenti dell’umore8. Depressione9. Euforia10. Sonnolenza11. Apprensione12. Disinteresse13. rifiuto di collaborazione14. Malinconia15. acufeni (rumori nelle orecchie)16. Vertigini17. variazioni della frequenza respiratoria18. nausea e vomito19. sgradevoli sensazioni olfattorie e gustative20. tremolio dei muscoli facciali, soprattutto intorno
alle labbra
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2.1 Ossigeno
Modulo 2 - La miscelaModulo 2 - La miscela EANxEANx
Effeti dell’Ossigeno sul sistema nervoso centrale(effetto Paul bert)
• Il più delle volte fra la comparsa dei primi sintomi e la crisiconvulsiva trascorrono pochi secondi
• Sperimentalmente è stato rilevato che la interruzione periodicadella respirazione di miscela ad alta pressione di ossigeno,allontana di molto il rischio della crisi: questa tecnica vieneutilizzata correntemente durante i trattamenti in cameraiperbarica, dove si possono raggiungere pressioni di ossigenointorno a 2.8 atm.
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2.1 Ossigeno
Modulo 2 - La miscelaModulo 2 - La miscela EANxEANx
Ulteriori fattori predisponenti alla tossicità dell’O2
• Oltre ai fattori predisponenti visti nel corso NITROX BASE,Bisogna tenere conto di:
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• Stress emotivo
• Impossibilità ad uscire direttamente
Nelle penetrazioni (in grotta o relitti) si applica una riduzionedel PO2 max di 0,1 ata mantenendo invariato il limite di tempo
2.1 Ossigeno
Modulo 2 - La miscelaModulo 2 - La miscela EANxEANx
Iperossia Polmonare
• QUANDO LA PO2 RIENTRA NEI LIMITI TOLLERABILI DELLA TOSSICITÀDELL’OSSIGENO AI CENTRI NERVOSI, UNA LUNGHISSIMAESPOSIZIONE PUÒ INFLUENZARE ALTRE PARTI DEL CORPO
• PROVOCANDO L’IPEROSSIA POLMONARE (che determina uninspessimento della menbrana alveolo-capillare con conseguente minorscambio)
• QUESTO RISCHIO PER NOI È SOLO TEORICO ESSENDO QUESTA UNACONDIZIONE TIPICA DEI PROFESSIONISTI CHE LAVORANO INSATURAZIONE PER PIÙ GIORNI
• --- QUESTO ARGOMENTO VERRÀ ULTERIORMENTE APPROFONDITONEL CORSO NITROX TECNICO E TRIMIX DOVE SI POTREBBEROEFFETTUARE TAPPE DI DECOMPRESSIONE ANCHE MOLTO LUNGHE
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2.1 Ossigeno
Modulo 2 - La miscelaModulo 2 - La miscela EANxEANx
La finestra dell’O2
• L’O2 in quanto gas metabolico viene trasformato in CO2 che siscioglie più agevolmente nei liquidi corporei e nel sanguelasciando posto ad altre molecole di GAS INERTE .
• La decompressione con O2 al 100% ottimizza ilfunzionamento di questa finestra
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La temperatura
Anche la temperatura ha un’influenza significativa:Diminuendo la temperatura, aumenta la quantità di gas insoluzione nel liquido
2.1 Ossigeno
Modulo 2 - La miscelaModulo 2 - La miscela EANxEANx
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LA MISCELA EANx
ORA CONOSCI:
??????????????????????????????????????????????????????????????????????????????
??????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????
1. Ossigeno
2. Introduzione all’EANx
3. Applicazioni del calcolo a T
Modulo 2 - RiepilogoModulo 2 - Riepilogo
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Tabelle EANx32-36 per la Decompressione
Alla fine di questo modulo conoscerai:
???????????????????????????????????????????????????
???????????????????????????????????????????????????????????
Modulo 3 - PanoramicaModulo 3 - Panoramica
1. La decompressione con le tabelle NOAA
2. Le tabelle NOAA EAN 32
3. Le tabelle NOAA EAN 36
4. Le immersioni ripetitive
5. Note importanti sul calcolo dell’EAD
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INTRODUZIONE ALLE TABELLE NOAA FUORI CURVA
- REGOLE a DI UTILIZZO IN DECOMPRESSIONE TABELLE NOAA-I
- ESEMPIO CON PROCEDIMENTO ANALITICO FUORI CURVA TABELLE
NOAA-II
- ESEMPIO CON PROCEDIMENTO ANALITICO FUORI CURVA CALCOLO
DI IMMERSIONI RIPETITIVE FUORI CURVA
- ESEMPIO CON PROCEDIMENTO ANALITICO FUORI CURVA
NOTE IMPORTANTI SUL CALCOLO DELL’EAD
REGOLE GENERALI PER LA DECOMPRESSIONE
Modulo 3 - Tabelle Modulo 3 - Tabelle EANxEANx
3.1 la decompressione con le tabelle NOOA
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• NON ESISTONO immersioni senza decompressione
• La VELOCITA’ DI RISALITA per i tessuti più veloci è una verae propria decompressione
E’ quindi corretto affermare che esiste una decompressionein movimento ed una decompressione a profondità fissa
Grande importanza quindi assume la velocità di risalita
Modulo 3 - Tabelle Modulo 3 - Tabelle EANxEANx
Regole generali di utilizzo in decompressione
3.1 la decompressione con le tabelle NOOA
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Modulo 3 - Tabelle Modulo 3 - Tabelle EANxEANx
3.1 la decompressione con le tabelle NOOA
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Modulo 3 - Tabelle Modulo 3 - Tabelle EANxEANx
3.2 Tabella EAN 32
Slide 6/14Slide 6/13
Modulo 3 - Tabelle Modulo 3 - Tabelle EANxEANx
3.2 Tabella EAN 36
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ESEMPIO: PIANIFICO DUE IMMERSIONI
LA PRIMA IN NITROX I A 32 M PER 31’
LA SECONDA IN NITROX II A 29 M PER 25’
L’INTERVALLO DI SUPERFICIE TRA LE DUE È DI 2H:20’
QUALE SARÀ IL GRUPPO DI APPARTENENZA AL TERMINE DELLE DUEIMMERSIONI?
02:20 ?
NITROX I NITROX II
32 mt. 29 mt.
31’ 25’
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Modulo 3 - Tabelle Modulo 3 - Tabelle EANxEANx
3.4 Le immersioni ripetitive
Calcolo di immersioni ripetitive fuori curva
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ESEMPIO: PIANIFICO DUE IMMERSIONILA PRIMA IN EANx 28I A 38 M PER 31’
LA SECONDA IN EANx 34 A 29 M PER 25’L’INTERVALLO DI SUPERFICIE TRA LE DUE È DI 2H:00’
QUALE SARÀ IL GRUPPO DI APPARTENENZA AL TERMINE DELLE DUEIMMERSIONI?
02:00 ? EANx 28 EANx 34
38 mt. 29 mt.
31’ 25’
EAD = FN2 x ( Mt. +10 ) - 10
0,79
Modulo 3 - Tabelle Modulo 3 - Tabelle EANxEANx
3.4 Le immersioni ripetitive
Calcolo di immersioni ripetitive con EANx
• L’EAD NELLE IMMERSIONI CON DECOMPRESSIONERIPORTA A UNA TABELLA ARIA QUINDI LE SOSTE DIDECOMPRESSIONE SONO CALCOLATE RESPIRANDOARIA
• LA MAGGIOR VELOCITÀ DESATURATIVA DELL’EANXCONSENTIREBBE DI RIDURRE I TEMPI DI TALI SOSTE
• NON EFFETTUANDO LA RIDUZIONE SI HA UN
• ULTERIORE FATTORE DI SICUREZZA
NOTA BENE: LE IMMERSIONI CON
DECOMPRESSIONE RESPIRANDO
EANX SONO ANCORA PIÙ SICURE DI
QUELLE IN CURVA
9/13
Modulo 3 - Tabelle Modulo 3 - Tabelle EANxEANx
3.5 Note importanti sul calcolo dell’EAD
La DECOMPRESSIONE è un’ OPERAZIONE BANALE: si
tratta di rimanere a fare nulla ad una profondità imposta
per un tempo imposto, ma è altresì PERICOLOSA se
viene anche solo leggermente modificata.
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Modulo 3 - Tabelle Modulo 3 - Tabelle EANxEANx
La decompressione
3.5 Note importanti sul calcolo dell’EAD
• Procura di essere sempre nelle migliori condizioni pereffettuarla (condizione di salute e comodità)
• Assicurati di avere sufficiente miscela per effettuare tutta ladecompressione ed uscire con 50 bar nella bombola
• Mantieni il torace al livello di decompressione, meglio setutto il corpo (overing orizzontale)
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Modulo 3 - Tabelle Modulo 3 - Tabelle EANxEANx
Regole generali per effettuare una corretta decompressione
3.5 Note importanti sul calcolo dell’EAD
• Evita di piegare le ginocchia, braccia, e qualsiasi arto.
• Resta al caldo il più possibile
• Non affaticarti (anche nei minuti immediatamenteconseguenti all’uscita dall’acqua)
• Se stai effettuando una immersione dalla barca, faiposizionare la cima per la decompressione al lato dellabarca nella zona centrale
• Evita le decompressione nel blu senza cima di riferimento
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Modulo 3 - Tabelle Modulo 3 - Tabelle EANxEANx
Regole generali per effettuare una corretta decompressione
3.5 Note importanti sul calcolo dell’EAD
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LE TABELLE EANx 32-36
ORA CONOSCI:
Pianificare immersioni fuori curva di non decompressione respirando Pianificare immersioni fuori curva di non decompressione respirando Ean Ean 3232
e e Ean Ean 36, pianificazioni ripetitive sempre fuori curva di non decompressione36, pianificazioni ripetitive sempre fuori curva di non decompressione
respirando miscele diverse e regole generali per effettuare una correttarespirando miscele diverse e regole generali per effettuare una corretta
decompressione.decompressione.
1. La decompressione con le tabelle NOOA
2. Tabella EAN 32
3. Tabella EAN 36
4. Le immersioni ripetitive
5. Note importanti sul calcolo dell’EAD
Modulo 3 - RiepilogoModulo 3 - Riepilogo
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L’equipaggiamento
Alla fine di questo modulo conoscerai:
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Modulo 4 - PanoramicaModulo 4 - Panoramica
1. Attrezzatura standard e specifica
2. Bombola decompressiva
3. Configurazione dell’attrezzatura
• Scegliere l’attrezzatura, standard ed aggiuntiva, idonea allanostra immersione
• Gestire ed usare correttamente la bombola decompressiva
• Configurare ed assemblare correttamente la propriaattrezzatura
• Un subacqueo deve essere in grado di utilizzare e gestire lapropria attrezzatura con efficienza, destrezza e comodamente;quando ciò non è attuabile si rischia di non essere in grado disapere gestire situazioni normali già con un basso profilo didisagio; ciò può portare a gravi conseguenze
• Il giusto equipaggiamento deve adeguarsi alla tipologiadell’immersione ma un subacqueo esperto cercherà la suamigliore configurazione cercando di alterarla il meno possibilecosì da tenerne sempre al massimo la confidenza
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L’equipaggiamento
Modulo 4 - LModulo 4 - L’’equipaggiamentoequipaggiamento
Normativa Europea: En250 tutti gli erogatori devono fornire a -50mtcon 50bar nella bombola un volume d’aria irraggiungibile daqualsiasi livello di affanno
Regola base nella scelta di un erogatore :
• Semplice e robusto
• Di facile ed economica manutenzione
• Con sistema di regolazione dello sforzo inspiratorio (che non ha nulla a che vedere con i deviatori di flusso ne con levettepre-dive)
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Modulo 4 - LModulo 4 - L’’equipaggiamentoequipaggiamento
4.1 Attrezzatura standard e specifica
NON permesso:Octopus
Snorkel appeso allamascheraConsolle
OBBLIGO:Due erogatori indipendenti
Attacco Din 200 o 300
Frusta erogatore di emergenza cm 180-250 di colore giallo
Facoltativo:Primo stadio a
membranao pistoneDown-stream o up-stream
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Modulo 4 - LModulo 4 - L’’equipaggiamentoequipaggiamento
4.1 Attrezzatura standard e specifica
Gli erogatori
E’ parte integrante dell’erogatore :
- deve permettere una lettura precisa, veloce e comoda
Nella scelta si consiglia un modello poco ingombrante
Il posizionamento deve essere tale da permettere una buonaaccessibilità anche in condizione di Stress o Narcosi
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Modulo 4 - LModulo 4 - L’’equipaggiamentoequipaggiamento
4.1 Attrezzatura standard e specifica
Il manometro
Deve garantire una spinta positivaprorporzionata alla massimasituazione idrostatica negativa (inprofondità)
La minima capacità 20 Kg(jacket M ricreativo 10/15 Kg)
Un jacket tecnico ha una o duesacche posizionateposteriormente rispetto alsubacqueo
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Modulo 4 - LModulo 4 - L’’equipaggiamentoequipaggiamento
4.1 Attrezzatura standard e specifica
Il Gav
Adatta a sorreggere il peso di :
• una o più bombole
• Bombole decompressive
• Torce di scorta
• secondi erogatori
• accessori vari
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Modulo 4 - LModulo 4 - L’’equipaggiamentoequipaggiamento
4.1 Attrezzatura standard e specifica
L’imbracatura
Serve per unire il GAV alla BOMBOLA
Costruita in:
• Acciaio inox
• Alluminio
• Carbonio
• A.B.S.
E’ dotata di fori laterali per il fissaggio di pacchi batteriae bombolino dell’Argon
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Modulo 4 - LModulo 4 - L’’equipaggiamentoequipaggiamento
4.1 Attrezzatura standard e specifica
La piastra
La zavorra deve essere tale da mantenere un assetto neutro a -3con bombole quasi vuote
Tipi:
• Zavorra integrata - Pesi in cintura
• Pesi a vite - Piombo tra le bombole
• Pesi ad anello
La scelta è dettata dalla ricerca dell’assetto ottimale
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Modulo 4 - LModulo 4 - L’’equipaggiamentoequipaggiamento
4.1 Attrezzatura standard e specifica
La zavorra
Devono offrire il più ampio campo visivo anche nella zona inferiore
Devono adattarsi perfettamente al nostro contorno facciale
Obbligatoria una maschera di scorta al seguito
(già sgrassata)
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Modulo 4 - LModulo 4 - L’’equipaggiamentoequipaggiamento
4.1 Attrezzatura standard e specifica
Le maschere
Le pinne devono essereproporzionate (per spinta esforzo) alla situazione
Ideali le pinne a cinghioloMolto reative per la gestionedelle emergenze
Punto critico: I cinghioli
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Modulo 4 - LModulo 4 - L’’equipaggiamentoequipaggiamento
4.1 Attrezzatura standard e specifica
Le pinne
La scelta della muta è dettata dalla temperatura dell’acqua
Muta Umida: - ideale i modelli a sovrapposizioneMuta Stagna: - In neoprene: Se non precompresso cambia l’assetto inprofondità - In trilaminato: Più fredda ma l’assetto è non cambia
Il miglior prodotto è quello che a parità di isolamento termicoconsente la maggiore mobilità
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Modulo 4 - LModulo 4 - L’’equipaggiamentoequipaggiamento
4.1 Attrezzatura standard e specifica
La muta
La più grande paura di un subacqueo è rimanere impigliato:
Gli strumenti da taglio devonoessere almeno 2 , fissati nelleloro custodie in posti facilmenteraggiungibili ed assolutamenteefficaci:
Forbici / cesoie(sagole,lenze e cime fino a 12 cm.)
Tagliareti o tagliacime(uncino ideale per impigli dietrola testa , ma limitato percime troppo spesse)
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Modulo 4 - LModulo 4 - L’’equipaggiamentoequipaggiamento
4.1 Attrezzatura standard e specifica
Gli attrezzi da taglio
Utilizzo:Aumentare la visibilità
Comunicare
Caratteristiche principali:
Impermeabilità e robustezza
Reale autonomia di luce
Batterie:Nichel-Cadmio/nichel-Idrati metallici al piombo-alcaline
Maggior potenza ma rapida caduta di potenza al termine della lorodurata
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Modulo 4 - LModulo 4 - L’’equipaggiamentoequipaggiamento
4.1 Attrezzatura standard e specifica
Sistemi di illuminazione
Due tipi diilluminazione:
Blocco unico (unico
pezzo batteria e lampada)
Speleo (batteria separatadalla lampada ed unita da
un cavo stagno)
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Modulo 4 - LModulo 4 - L’’equipaggiamentoequipaggiamento
4.1 Attrezzatura standard e specifica
Sistemi di illuminazione
Consigli utili:
In acqua torbida ed in ambienti ricchi di sospensione la luce piùpenetrante è quella a fascio concentrato
Non legare mai la lampada con dei cordini ai polsi
(rischio alto di impiglio)
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Modulo 4 - LModulo 4 - L’’equipaggiamentoequipaggiamento
4.1 Attrezzatura standard e specifica
Sistemi di illuminazione
• Come utilizzare correttamente le lampade subacquee:• Non dirigere la lampada negli occhi degli altri subacquei• Muovi lentamente la lampada per non creare confusione• Non dirigere la lampada direttamente sugli strumenti,
sfruttando la fluorescenza dei quadranti per non restareabbagliati dalla luce riflessa
• Sfrutta la luce riflessa della lampada per segnali particolari:• - Movimenti circolari equivalgono ad un OK• - Movimenti orizzontali servono per richiamare• attenzione• Indirizza la luce della lampada davanti al subacqueo se vuoi
attirare la sua attenzione
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Modulo 4 - LModulo 4 - L’’equipaggiamentoequipaggiamento
4.1 Attrezzatura standard e specifica
Sistemi di illuminazione - Consigli utili
Il Computer d’immersionesegue l’effettiva esposizionedel subacqueo e fornisce unprofilo decopmpressivobasato su quella esposizione
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Modulo 4 - LModulo 4 - L’’equipaggiamentoequipaggiamento
4.1 Attrezzatura standard e specifica
Il computer subacqueo
Il computer d’Immersione richiede alcune semplici regole darispettare:
• Non eseguire immersioni sempre al limite della curva disicurezza (se il profilo di immersione si avvicina al limite
• E’ MEGLIO AVERE QUALCHE MINUTO DIDECOMPRESSIONE)
• Portare sempre strumenti di scorta oltre alle(indispensabili) tabelle
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Modulo 4 - LModulo 4 - L’’equipaggiamentoequipaggiamento
4.1 Attrezzatura standard e specifica
Il computer subacqueo
E’necessario che siano disponibili le seguenti informazioni:• Tempo di immersione• Tempo residuo di non decompressione• Profondità massima• Profondità attuale• Tempo totale di decompressione• La quota della prima tappa deco• Il relativo tempo da trascorrervi
Oltre a:
• Temperatura - Velocità di risalita
Una delle caratteristiche che rende il computer maggiormente appetibile è:• La possibilità di CAMBIARE LA MISCELA RESPIRATA DURANTE LE
FASI DI DECOMPRESSIONE
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Modulo 4 - LModulo 4 - L’’equipaggiamentoequipaggiamento
4.1 Attrezzatura standard e specifica
Il computer subacqueo
Strumento indispensabile per le immersioni Tecniche
• Errore: In caso di immersione sui relitti ferrosi, il campomagnetico potrebbe esserne influenzato
• Risoluzione: tenersi 3/5 mt sopra il relitto in modo darendere l’errore poco influente
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Modulo 4 - LModulo 4 - L’’equipaggiamentoequipaggiamento
4.1 Attrezzatura standard e specifica
La bussola
OBBLIGATORIPossono essere chiamati:
Reel (Traccia un lungo percorso è studiato per permettere unlento svolgimento ma senza brusche accelerazioni, ma ha unasagola molto sottile)
Mulinello (Ha lo scopo di farci ritrovare la strada di casa evengono quindi utilizzati per tracciare il percorso)
Rocchetto/spool (avvolgimento a mano della sagola sultamburo)
G-bag (Inventato da Andrea Ghisotti, evoluzione in chiavemoderna della tanichetta dei corallari: Sacchetto in materialeplastico microforato e autodrenante con 60/100mt di sagola nongalleggiante diametro 5mm con moschettone con girella epallone da 57 litri)
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Modulo 4 - LModulo 4 - L’’equipaggiamentoequipaggiamento
4.1 Attrezzatura standard e specifica
I sistemi di rientro
Colore rosso =Segnalazione risalita
Colore giallo =Segnalazione Emergenza
Viene di solitoabbinato ad una
lavagnetta percomunicare
con la superficie
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Modulo 4 - LModulo 4 - L’’equipaggiamentoequipaggiamento
4.1 Attrezzatura standard e specifica
I palloni
Obbligatorio nella subacquea tecnica, impiego principale: Stendereuna cima di risalita tra il fondo e la superficie
Scelta:
- Becco d’anatra
- Valvola di sovrapressione
- Buon volume (per essere usata come boa di
galleggiamento in caso di rottura del Gav)
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Modulo 4 - LModulo 4 - L’’equipaggiamentoequipaggiamento
4.1 Attrezzatura standard e specifica
I palloni
Accessorio che serve per agevolare la permanenza in quota decoanche in presenza di corrente
Le Tabelle / lavagnette
Tabelle plastificate NOAA NITROX/ARIA o fogli plastificati conscritti i piani deco identificati precedentemente da un softwaredecompressivo
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La Jon line
Modulo 4 - LModulo 4 - L’’equipaggiamentoequipaggiamento
4.1 Attrezzatura standard e specifica
Permette di trascinare un Subacqueo appesantito dalleAttrezzature per lunghi percorsi Riducendo consumi eproduzione di CO2
Caratteristiche dello Scooter:Profondità operativaLe dimensioniPeso fuori acquaL’autonomiaL’assetto in acquaManeggevolezzaModulazione di velocitàSemplicitàL’assistenzaIl costo
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Lo scooter
Modulo 4 - LModulo 4 - L’’equipaggiamentoequipaggiamento
4.1 Attrezzatura standard e specifica
Svantaggi:Impaccio in discesa ed in risalita
(meglio legarlo ad una sagola munita di moschettone e lasciarlo penzolaresotto di noi)
Attenzione alla fuoriuscita di Gas
(Se obbligato a tenere aperti i rubinetti delle bombole decompressive, acausa della maggiore velocità)
Consiglio: Mantenere sempre un assetto neutro durante la discesa o larisalita
(rischio di precipitare)
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Lo scooter
Modulo 4 - LModulo 4 - L’’equipaggiamentoequipaggiamento
4.1 Attrezzatura standard e specifica
L’uso delle bombole da decompressione è ad uso delleimmersioni avanzate dove vi sono:
- Tempi di fondo più lunghi
- Si utilizzano miscele diverse
- Risalite in posti diversi dalla discesa
- Rischi nel ritrovare stazioni decompressive fisse
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Lo scooter
Modulo 4 - LModulo 4 - L’’equipaggiamentoequipaggiamento
4.1 Attrezzatura standard e specifica
Portata in poszione:VENTRALE(bombola piccola)LATERALE (più bombole)DIETRO (comporta l’uso obbligatodi un comando remoto)SOLUZIONE FORTEMENTE SCONSIGLIATA
IMPORTANTE:
Il sistema di fissaggio delledecompressive deve prevedere
la possibilità di essere tagliato
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Modulo 4 - LModulo 4 - L’’equipaggiamentoequipaggiamento
4.2 Bombola decompressiva
- Fruste degli erogatori/e e del manometro bloccate da un
elastico alla bombola
- Attacco Din
- Frusta dell’erogatore 2-2,5 mt.
- 2° Stadio ambidestro
- Scritta ben evidente del Gas contenuto
nella bombola e la propria MOD
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Assemblaggio
Modulo 4 - LModulo 4 - L’’equipaggiamentoequipaggiamento
4.2 Bombola decompressiva
Tab
ella
pes
i sp
ecif
ici m
etal
li e
leg
he
Slide 31/39
Modulo 4 - LModulo 4 - L’’equipaggiamentoequipaggiamento
4.2 Bombola decompressiva
• Estrai l’erogatore sfilando completamente la sua frusta edapri tutto il rubinetto, controllando la pressione delmanometro
• Controlla la corretta procedura anche del proprio compagnod’immersione
• Togli l’erogatore della miscela che si sta utilizzando e mettitiin contatto con quello della bombola da decompressionesegnalando il cambio al compagno
• Non abbandonare l’erogatore della miscela di fondo
• Verifica che non vi siano malfunzionamenti
• Fai partire il tempo previsto per la decompressione
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Modulo 4 - LModulo 4 - L’’equipaggiamentoequipaggiamento
4.2 Bombola decompressiva
Procedure per l’uso della bombola decompressiva:
• Aggancia la bombola, tramite i propri moschettoni, ai relativianelli del GAV, verifi cando che non vi siano rimasti impigliatifruste, palloni di segnalazione, mulinello e quant’altro,operazione da fare in acqua, a terra o in barca a secondo leprocedure previste o secondo le proprie esigenze
• Preparati durante la risalita al fi ne di arrivare alla tappaprevista già pronto al cambio di miscela per ladecompressione senza perdere tempo prezioso
• Agisci contemporaneamente con il proprio compagno
• Identifi ca la bombole e controlla che sia la miscela giusta edalla giusta profondità (MOD scritta su bombola)
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Modulo 4 - LModulo 4 - L’’equipaggiamentoequipaggiamento
4.2 Bombola decompressiva
Configurare = Applicare regolefinalizate alla gestionedell’attrezzatura in base a:
• SICUREZZA ( mezzi per gestire l’emergenza)
• OPERATIVITA’ (facilitàdi movimenti - buona idrodinamicità -possibilità di compiere lavoro)
• CONFORT (facile accesso ai singoli elementi checompongono il nostro equipaggiamento - correttadistribuzione delle masse)
• OBIETTIVI LOGISTICI (esigenze logistiche generali personalio di team)
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Modulo 4 - LModulo 4 - L’’equipaggiamentoequipaggiamento
4.3 Configurazione dell’attrezzatura
Modo di disporre l’attrezzatura
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Modulo 4 - LModulo 4 - L’’equipaggiamentoequipaggiamento
4.3 Configurazione dell’attrezzatura
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Modulo 4 - LModulo 4 - L’’equipaggiamentoequipaggiamento
4.3 Configurazione dell’attrezzatura
Nelle immersioni avanzate non sono solamente consigliateattrezzature particolari e specifiche, ma è ancheprecisamente richiamato il concetto di “Ridondanza”
• Si possono distinguere due modi di interpretare l’approcciominimo alla quantità di attrezzatura da indossare:
• minimale, cioè lo stretto necessario, come ad esempio ilclassico octopus in ambito ricreativo
• minimalista, dove avremo anche qui solo quello chenecessita ma mantenedo comunque più sistemi di correzioneper eventuali problematiche
• Nelle immersioni profonde ridondanza significa avere piùsistemi di correzione problemi
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Modulo 4 - LModulo 4 - L’’equipaggiamentoequipaggiamento
4.3 Configurazione dell’attrezzatura
Ridondanza
Slide 38/39
La ridondanza deve essere la regola nell’Immersione avanzata.
E’ una risposta alla classica domanda che si deve porre un subacqueoavanzato: “cosa succede se …?.
La ridondanza dipende dalla visualizzazione dell’immersione, vale adire che anticipatamente al momento prossimo dell’immersione ilsubacqueo, o meglio il team di subacquei partecipanti dovrà visualizzaretutta la sua immersione e di conseguenza pensare alla sua realizzazionee all’attrezzatura/confi gurazione da adottare.
La Ridondanza porta all’Autosufficienza, materia assai complessache necessita di un training specifico del Corso PTA Solo
E’ indispensabile provare la NOSTRA configurazione in acquebasse e sicure prima di tuffarvi in immersioni impegnative
Modulo 4 - LModulo 4 - L’’equipaggiamentoequipaggiamento
4.3 Configurazione dell’attrezzatura
Ridondanza
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L’Equipaggiamento
ORA CONOSCI:
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1. Attrezzatura standard e specifica
2. Bombola decompressiva
3. Configurazione dell’attrezzatura
Modulo 4 - RiepilogoModulo 4 - Riepilogo
Slide 1/7
Software HL Planner
Alla fine di questo modulo conoscerai:
Programmare e conoscere il software HL Planner e pianificare con esso.
Modulo 5 - PanoramicaModulo 5 - Panoramica
1. Conoscenza software HL Planner
2. Come personalizzare il software
3. Esempi di programmazione
HLPlanner è un sofware decompressivo per miscele che utilizzal’algoritmoVPM-B
(Varying Permeability Model)
Il VPM è un algoritmo di decompressione usato nella subacqueasportiva e commerciale. È stato definito in seguitoall’osservazione della formazione di bolle gassose nei sistemiesposti a pressione
Slide 2/7
Informazioni generali
Modulo 5 - Software HL Modulo 5 - Software HL PlannerPlanner
Il VPM presume che microscopici nuclei gassosi siano
sempre presenti sia nell’acqua che nei tessuti che la
contengono. Ogni nucleo più grande di una dimensione critica
specifica, relativa alla massima profondità raggiunta, crescerà
durante la decompressione (e quindi durante la risalita). Il
modello ha lo scopo di rendere minimo il volume totale di
queste bolle mantenendo la pressione esterna larga e la
pressione parziale dei gas inerti respirati bassa durante ladecompressione
Slide 3/7
5.1 Conoscere il software HL Planner
Modulo 5 - Software HL Modulo 5 - Software HL PlannerPlanner
VPM-B è un evoluzione di VPM che si adatta bene al subacqueotecnico di oggi
I profili decompressivi che iniziano più in profondità rispetto aimodelli tradizionali, il tener conto delle microbolle, danno unadecompressione migliore
Il modello VPM-B è il modello a bolle oggi più ampiamente usatodai subacquei tecnici
I modelli a bolle stanno rapidamente diventando la modalitàfutura per fare immersioni profonde e tecniche
In VPM-B, i tetti in risalita sono determinati dai gradienti
permessi per la formazione della bolla piuttosto che sui
Valori-M. Questi gradienti di sovrasaturazione sono determinatitracciando gli insiemi dei nuclei VPM (semi della bolla) di undeterminato raggio critico iniziale.
Slide 4/7
5.1 Conoscere il software HL Planner
Modulo 5 - Software HL Modulo 5 - Software HL PlannerPlanner
Eseguendo il programma HLPlanner ci comparirà la schermatainiziale con l’accordo di licenza d’uso, accettandone le
condizioni si accederà al programma.
Slide 5/7
5.2 Come personalizzare il software
Modulo 5 - Software HL Modulo 5 - Software HL PlannerPlanner
La schermata principale è molto intuitiva e presenta ilprogramma suddiviso in quattro aree
Slide 6/7
• Il quadrante (1) in alto a sinistra cipermette di inserire il nostro profilo di immersione (e relativi gas difondo)
• Il quadrante (2) in alto a destra ciconsente di impostare quali gasutilizzeremo per la decompressione
• I quadranti (3) e (4) rappresentanola zona nella quale il programmavisualizzerà i dati elaborati
• Più precisamente nell’area (3) saràmostrato il profilo decompressivo el’area (4) mostrerà il volume di gasusato per ciascuna miscelaimpiegata
5.2 Come personalizzare il software
Modulo 5 - Software HL Modulo 5 - Software HL PlannerPlanner
Slide 7/7
Software HL Planner
ORA CONOSCI:
???????????????????????????????????????
???????????????????????????????????????????????????????????
1. Conoscenza software HL Planner
2. Come personalizzare il software
3. Esempi di programmazione
Modulo 5 - RiepilogoModulo 5 - Riepilogo
Slide 1/32
Programmazione e prevenzione
Alla fine di questo modulo conoscerai:
Programmare e pianificare un immersione avanzata, calcolare e gestire
consumi e scorta di gas necessari, inoltre conoscere le norme di prevenzione
e le procedure d’emergenza
Modulo 6 - PanoramicaModulo 6 - Panoramica
1. La programmazione dell’immersione
2. La pianificazione di un’immersione
3. Calcolo e gestione dei gas
Slide 2/32
L’organizzazione generale delle immersioni avanzate deve tenereconto di alcuni fattori fondamentali che caratterizzano leimmersioni profonde fuori curva di non decompressione:
• Necessità di tappe decompressive• Impossibilità di pensare alla superficie come prima via di fuga in caso di problemi• Presenza di sintomi lievi di narcosi d’Azoto• Esposizione delle pressioni parziali di O2• Scorte miscele di gas
Modulo 6Modulo 6Programmazione e PrevenzioneProgrammazione e Prevenzione
6.1 Programmazione dell’immersione
Slide 3/32
Per programmazione si intende quelle scelte poste in essere inrelazione a risposte alle seguenti domande:
Con quale obiettivo?
Con chi?
Dove?
Quando?
Modulo 6Modulo 6Programmazione e PrevenzioneProgrammazione e Prevenzione
6.1 Programmazione dell’immersione
Alla programmazione di un’immersione devonopartecipare tutti i membri alla stessa, onde averedisponibili le opzioni e le perplessità di tutto il Team. Ciòche verrà deciso deve essere chiaro e accessibile a tutti
Slide 4/32
• Come? - Diving Center• - Autogestita• Bombole di scorta• Stazione decompressiva• Ossigeno per emergenze• Kit di pronto soccorso• Ricambi e quant’altro specificamente necessario per il tipo
d’immersione prevista dalla barca• Dotazioni di bordo• Acqua da bere• Numeri di emergenza,• Telefono cellulare e un apparecchio radio VHF• Ecoscandaglio e il GPS, ad integrazionedelle carte nautich
relative al sito di nostro interesse
Modulo 6Modulo 6Programmazione e PrevenzioneProgrammazione e Prevenzione
6.1 Programmazione dell’immersione
Slide 5/32
Assistente di superficie
• E’ una persona capace, tra l’altro di calare la stazione deco, diutilizzare le attrezzature di emergenza che sia pratico delletecniche di CPR – First Aid e dei sistemi d’immersione.
• L’assistente di superficie, inoltre, dovrà essere dettagliatamenteinformato sullo scopo e sul piano d’immersione, sullacomposizione delle coppie, sui profili deco, ecc.
• L’assistente di superficie non si distrae, non sisdraia al sole, non si mette a leggere il giornale,disinteressandosi di chi è in immersione.
• Lasciare all’esterno qualcuno inidoneosignifica esporre tutti i componenti delgruppo a gravi rischi
Modulo 6Modulo 6Programmazione e PrevenzioneProgrammazione e Prevenzione
6.1 Programmazione dell’immersione
Slide 6/32
La pianificazione ti deve consentire di costruire una credibileipotesi di immersione che la rendano possibile all’interno diaccettabili parametri di sicurezza, con la necessariaconsapevolezza, agendo sulle possibili problematiche in modoanticipatorio
PIANIFICARESEMPRE
L’IMMERSIONECON IL TEAM
Modulo 6Modulo 6Programmazione e PrevenzioneProgrammazione e Prevenzione
6.1 Programmazione dell’immersione
Slide 7/32
Punti indispensabili per la pianificazione
• Profondità massima• Tempo di fondo• Decompressione necessaria• Esposizione alle pressioni parziali di O2• Scorte di gas - attenzione al tasso di consumo personale• Scelta delle attrezzature• Attitudine dei partecipanti• Condizioni ambientali• Segnali - a doppio filo• Assistenza di superficie• Piani d’emergenza
Modulo 6Modulo 6Programmazione e PrevenzioneProgrammazione e Prevenzione
6.2 Pianificazione dell’immersione
Chi non si sa limitare, vuole strafare, non ammette i proprierrori, ecc… denunzia gravi problemi di Ego e mette arepentaglio la propria sicurezza, quella del compagno edell’intero Team!!!
Slide 8/32
Il rischio massimo per un subacqueo é di ritrovarsi senza gas eper questo motivo che il calcolo di quanto ne serve deve basarsisu dati personali, non su medie standard
Modulo 6Modulo 6Programmazione e PrevenzioneProgrammazione e Prevenzione
6.3 Calcolo e gestione dei gas
Devi terminare la tua immersione e riemergere unavolta raggiunto il tempo di fondo e/o la scortaminima di gas programmata
Slide 9/32
I calcoli richiedono dideterminare il fabbisogno perdiscesa, fondo, risalita edecompressione, aumentandoinfine la somma ottenuta dellapercentuale riservata agliimprevisti.
Profondità 20 mt.Tempo di pinneggiamento 10’1° test = andatura tranquilla2° test = andatura sostenuta3° test = in quota decompressiva
Test per il consumo personale
Modulo 6Modulo 6Programmazione e PrevenzioneProgrammazione e Prevenzione
6.3 Calcolo e gestione dei gas
Slide 10/32
• Bisogna prevedere a quanto deve ammontare la scorta deigas da usare per le emergenze non solamente tue ma anchedel compagno, e viceversa;
• Necessita quindi verificare che la miscela di fondo, siasufficiente a svolgere l’immersione con l’aggiunta dellarelativa decompressione senza tenere conto della miscelapresente nella bombola decompressiva (così, in caso diperdita del gas, il subacqueo potrà terminare la suaimmersione ed uscire dall’acqua facendo la dovutadecompressione con la miscela di fondo.)
• Il principio di base è:• Se succede il peggior problema nel peggior momento
dell’immersione, il mio compagno ha la sufficiente scorta di gasper terminare l’immersione correttamente?
Concetto di Ridondanza
Modulo 6Modulo 6Programmazione e PrevenzioneProgrammazione e Prevenzione
6.3 Calcolo e gestione dei gas
Slide 11/32
Riassumendo: conosciuto il proprio TCS, lo devi adattare all’immersione che sista pianificando, eventualmente modificandolo ai seguenti parametri:
• Attitudine mentale e stress• Attrezzatura• Acquaticità• Richiesta di lavoro (per esempio in presenza di corrente o lavori per foto
cineriprese)• Narcosi d’Azoto• Freddo• Condizioni fisiche/allenamento
Concludendo: come rimarcato all’inizio, la tipologia delle immersioni avanzatequi prese in esame si differenzia decisamente da quelle cosiddette ricreative.Le immersioni ricreative sono, purtroppo, nella stragrande maggioranza deicasi caratterizzate da un’attenzione superficiale, la programmazione epianificazione, sono spesso delegate ad altri, ad esempio al diving o agliIstruttori; omettendo talvolta la loro attuazione.
Considerazione finale sulla pianificazione
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6.3 Calcolo e gestione dei gas
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Anche nella subacquea avanzata bisogna osservare delle regole disicurezza quali ad esempio:
• non volare dopo un immersione
• il sistema di coppia
• immergersi entro i propri, ed altrui, limiti
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6.4 La prevenzione
La prevenzione si basa sull’attento rispetto di tutte lenorme di sicurezza, quindi sulla scrupolosa osservanza deifattori che le determinano
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Condizioni fisiche non buone anticipano e accrescono la narcosid’Azoto, aumentano il livello di stress e i rischi di PDD. E’ benequindi:
- non fumare- non fare abuso di alcool- non fare uso di droghe di alcun tipo- non assumere medicinali nelle 12/24 ore precedenti l’immersione- praticare attività fi sica regolarmente- avere sane abitudini alimentari
In definitiva, la vita sedentaria, la mancanza di attività fisica conl’aggiunta di fumo, alcool, disordini alimentari, uno stile di vitaincontrollato, può essere causa di insorgenza di problemi in acqua
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6.4 La prevenzione
Condizioni fisiche
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Attenzione alle temporanee inabilità quali influenze,
raffreddori,indigestioni, che a volte sono molto debilitanti e vengono
trattate con massicce dosi di farmaci, spesso con l’aggravante di una
convalescenza mal condotta o arbitrariamente accorciata, pur di non
rinunciare all’immersione
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6.4 La prevenzione
Condizioni fisiche
Nelle condizioni appena descritte è assolutamentenecessario rinunciare all’ immersione
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• In immersione è necessario usare uno stretto ed efficaciesistema di coppia. Vale sempre la pena ribadirepreventivamente i concetti essenziali:
• controllo reciproco dell’attrezzatura subito prima diimmergersi
• rispetto sott’acqua della posizione stabilita• controllo costante del compagno• mantenimento di una distanza dal compagno tale da rendere
immediato qualsiasi eventuale intervento: un metro va bene,cinque metri significano l’impossibilità di intervenire conl’indispensabile tempestività richiesta nei casi più gravi,ossia annullano l’efficienza del sistema di coppia
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6.4 La prevenzione
Condizioni fisiche
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• Compagni adeguati: ogni persona facente parte del team msvolta
• Numero dei partecipanti: deve essere limitato per evitare laconfusione
• Immersioni ripetitive: non effettuare immersioni profondetroppo vicine nel tempo
• Attrezzature personali: verificare che tutti i partecipanti usinole attrezzature necessarie e che queste siano in perfetto statodi funzionamento. Fare attenzione che siano indossatecorrettamente e in modo da essere velocemente ecomodamente utilizzabili.
• Attrezzature di emergenza: Controllare la pressione dellabombola di Ossigeno, il funzionamento della rubinetteria edell’erogatore
• Controlla lo stato di efficienza del kit di pronto soccorso
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6.4 La prevenzione
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Concorda con tutti i partecipanti le manovre che vanno postein essere in caso di necessità o emergenza
Ribadisci e sottolinea l’importanza di un perfetto sistema dicoppia con funzioni prevenative è bene che sia a tutti chiarocosa fare in caso di:
• segnalazione di aborto immersione
• insorgenza di narcosi di livello medio /alto
• smarrimento del compagno o di una coppia
• perdita di contatto con il punto previsto per la riemersione
• perdita di gas repentina
• malfunzionamenti di varie componenti dell’attrezzatura
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6.4 La prevenzione
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Esplicita cosa fare in caso di sospetta o conclamata PDD.Ribadisci che si deve:• somministrare Ossigeno puro• somministrare liquidi• mantenere la condizione di normalità della temperatura
corporea (36,8°) dell’infortunato• allertare immediatamente i numeri della Emergenza Sanitaria
ed eventualmente del DAN
Ultime precauzioni - Qualora tu ti immerga con l’ausilio di unnatante,si raccomanda di informare le autorità competenti oqualcuno di fiducia a terra dell’attività che si intendesvolgere, specificando il numero dei componenti il gruppo, illuogo prescelto, l’orario previsto di partenza e di arrivo. Ciòconsentirà, in caso di mancato rientro per avarie o altro, dimettere in moto l’apparato di sicurezza previsto
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6.4 La prevenzione
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• E’ bene inoltre accertarsi della presenza in zona di camereiperbariche operative, di strutture di soccorso generico(Ospedale, Guardia Medica,Dan) verifi cando la loro idoneitàe adisponibilità (potrebbero non essere operative permanutenzione o altro) e strutture di sicurezza (GuardiaCostiera, Forze dell’Ordine)
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6.4 La prevenzione
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Prima di ogni immersione:• Frequenta corsi d’immersione con Istruttori qualificati• Partecipa a corsi di aggiornamento, Salvamento e di Primo
Soccorso con• Ossigeno nelle emergenze subacquee• Effettua una visita medica specialistica ogni anno• Porta sempre con te un kit per la somministrazione di
Ossigeno o accertati• che sia presente sulla barca• Prevedi un giorno di riposo ogni 3-4 d’immersione• Idratati correttamente con liquidi non gassati prima e dopo
l’immersione, evitando alcolici• Non affaticarti ed evita stress psicofi sici eccessivi• Non assumere farmaci e sostanze stupefacenti• Associati al DAN
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6.5 Procedure per prevenzione ed emergenze
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Durante la immersione:• Sempre con un assistente in superficie• Tieni conto della corrente e della marea• Non superare i 9-10 m/min al minuto di velocità in risalita
Non trattenere mai il respiro durante la risalita• Rispetta i limiti di tempo e profondità• Rispettare la pianifi cazione dell’immersione, in particolare
modo il piano decompressivo• Evita o riduci l’affaticamento in immersione che sono la
causa di un aumento dell’assorbimento di Azoto• Evita variazioni frequenti di quota di immersione
rispettando il profi lo pianificato• Proteggerti adeguatamente dal freddo che è causa di
vasocostrizione e disidratazione per incremento delladiuresi e un ulteriore fattore di stress con aumentodell’attività cardiocircolatoria
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6.5 Procedure per prevenzione ed emergenze
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Durante la risalita:
• Mantieni una velocità di 9/10 m/min fino alla prima tappae, possibilmente, rallenta ancora negli ultimi metri
• Mantieni la quota decompressiva richiesta dal profilodecompressivo
• Evita continui cambi di quota controllando la propriaposizione e l’assetto, limitando il lavoro muscolare
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6.5 Procedure per prevenzione ed emergenze
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Dopo la riemersione:• Proteggiti dalla perdita di calore con indumenti adeguati• Non effettuare mai tentativi di ricompressione in acqua in
caso di sospetto incidente decompressivo• Evita sforzi, non trasportare subito dopo la riemersione la
tua attrezzatura pesante• Non sottovalutare mai l’insorgenza, anche tardiva, di
qualsiasi sintomo, dopo un’immersione e consulta il DANper valutare la situazione
• Lascia trascorrere il giusto intervallo di tempo dall’ultimaimmersione prima di volare (durante la tua pianifi cazionedevi tenere conto se devi volare) Segui le raccomandazionidel DAN: almeno 12 ore dopo una singola immersione incurva di sicurezza, almeno 24 ore dopo immersioni ripetitiveo immersioni con decompressione
• Evitare immersioni in apnea dopo un’immersione conautorespiratore
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6.5 Procedure per prevenzione ed emergenze
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In caso di emergenza (anche sospetta):• Assistere l’infortunato• Posizionarlo supino se è incosciente, ma respira, metterlo in
posizione di sicurezza (lato sinistro)• Controllare le funzioni vitali: pervietà vie aeree – respirazione
– circolazione• Avviare la RCP se si è addestrati e se si rende necessario• Somministrando liquidi ma solo se cosciente• Coprire l’infortunato per mantenere la giusta temperatura
corporea e/o posizionandolo in luogo ventilato se esposto alsole
• Offrire Ossigeno normobarico al 100%, la somministrazionedi qualsiasi tipo di farmaco o altro è di esclusiva competenzamedica.
• Procedere all’esame neurologico (vedi tabella fi ne modulo)• Nel caso in cui sia conclamata o, si abbia anche il solo
sospetto di una PDD occorre agire con tempestività: allerta ilpronto intervento (118 - 1530 Emergenza in mare - DANEurope Emergenze+39 06 42118685)
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6.5 Procedure per prevenzione ed emergenze
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Tabelle:• Programma sempre la tua immersione e riporta le tabelle su
apposite lavagnette subacquee, non affi darti al solocomputer per immersioni
• Prevedi delle tabelle per emergenze che tengano conto diuna eventuale quota e o tempo di fondo superiore da ciò chehai programmato
Primo Soccorso e CPR:• Ogni subacqueo avanzato deve essere addestrato a
praticare la CPR, le tecniche di primo soccorso
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6.5 Procedure per prevenzione ed emergenze
Problematiche e rimedi
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Raggiungimento limite di esposizione
all’Ossigeno• Se raggiungi il limite di esposizione per una singola
immersione devi aspettare almeno due ore respirando Aria insuperficie, se viene raggiunto il limite delle 24 ore attenderealmeno dodici ore
Superamento limite di esposizione all’Ossigeno• In caso di superamento per tempo e profondità, risali
immediatamente e respira Aria
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6.5 Procedure per prevenzione ed emergenze
Problematiche e rimedi
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Controlli di superficie• Attua sempre, immediatamente prima di ogni tua immersione
Perdita del gas di fondo• Richiedi immediata assistenza dal tuo compagno
d’immersione che, se necessario, dovrà cedere la sua frustalunga. Termina l’immersione e Segnala in superficie tramite ilpallone per l’emergenze (giallo) la necessità di gas
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6.5 Procedure per prevenzione ed emergenze
Problematiche e rimedi
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Perdita del gas per la decompressione• Nel caso prevedi l’uso di una bombola da decompressione
mobile o da viaggio, è necessario condividere la miscela(pianificare scorta) tramite la respirazione da un secondoerogatore
Secondo stadio in erogazione continua o
malfunzionamento di un erogatore• Richiedi immediata assistenza dal tuo compagno
d’immersione che, se necessario, dovrà cedere la sua frustalunga e aiutarti, se non risolvi da solo, alla chiusura delrubinetto al quale è collegato
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6.5 Procedure per prevenzione ed emergenze
Problematiche e rimedi
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Perdita della bombola per la decompressione• E’ una condizione seria che deve indurre sempre a pensare in
termini di prevenzione. Nel caso dovessi lasciare le tuebombole (es penetrazione in un relitto) devi lasciarle in unposto sicuro che ti dia la certezza di ritrovarle
Problematiche del gav – Mancanza di spinta ogonfi aggio continuo
• sono problemi che difficilmente si possono risolveresott‘acqua e pertanto richiedono un‘alternativa, come unsecondo sistema di gonfi aggio abbinato ad una secondasacca presente nel gav e o l’utilizzo di una muta stagna. Altrapossibilità è quella di lanciare un pallone verso la superficieed usare la cima per tirarsi a braccia
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6.5 Procedure per prevenzione ed emergenze
Problematiche e rimedi
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Malfunzionamento del computer• Utilizza uno strumento di scorta (computer o timer) e
pianifica sempre l’immersione con le tabelle
Superamento del tempo o della profonditàpianificata
• Redigere le opportune “tabelle di sforamento”
Ritardo, in risalita, verso la tappa didecompressione
• Se il ritardo è alla prima tappa si deve aggiungere il ritardo altempo di fondo e passare alla relativa tabella di sforamento
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6.5 Procedure per prevenzione ed emergenze
Problematiche e rimedi
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Perdita della cima o del punto di risalita• Il sistema di coppia permetterà ad un subacqueo di mantenere il controllo
della quota mentre all’altro di attivare il lancio controllato del pallone persegnalare in superficie il punto di riemersione e l’eventuale richiesta diassistenza o di gas per la decompressione
• Separazione dal compagno
Attua le seguenti Procedure:• osserva con attenzione i particolari del punto in cui si è perso il contatto• controlla la pressione del gas di fondo, il tempo e la quota raggiunta• alzarti di uno/due metri girandosi a cerchio per vedere eventuali bolle o luci• usa dei richiami sonori (es picchiare sulle bombole o su parti di metallo se
ci si trova su un relitto)• ritorna all’ultimo punto in cui avevi ancora il contatto, nel caso non ci sia
nessuna risposta positiva attendi non più di un minuto (se sei ancora neitempi previsti dal piano) altrimenti se sei giunto alla fi ne del tempopianificato inizia la risalita, forse vi ritroverete sulla cima)
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6.5 Procedure per prevenzione ed emergenze
Problematiche e rimedi
… ora che hai completato il corso Decompression
Sei vicino a un altro GRANDE obiettivo:
Il conseguimento del brevetto
Tek-in e Technical Air
Dove approfondirai ulteriormente le tue conoscenzesulle immersioni profonde condotte con estrema
efficienza fisica e mentale
P.T.A. Ti ringrazia
Per averle scelte per questo corso
E ti augura
Buon Divertimento e
BUONE IMMERSIONI IN EANX!!!!
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