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3. LIBRI STORICI DELL’ANTICO TESTAMENTO – II
1. INTRODUZIONE GENERALE
1.1 Schema delle lezioni, inquadramento cronologico e sinossi di Samuele/Re con
Cronache
(N.B. La grafia di molti nomi cambia a seconda della traduzione della Bibbia usata)
Sez
.
Contenuto e personaggi principali 2° Samuele 1° Cron. Data
2 Genealogie: I patriarchi, i re di Giuda
Le 12 tribù, la casa di Saul
Morte di Saul
Il regno di Davide:
- conquista di Gerusalemme
- i prodi di Davide
- L’arca da Obed-Edom
- Vittorie sui Filistei
---
---
(1° Sam. 31)
5:1-10
23:8-39
6:1-11
5:11-25
1-3
4-9
10
11:1-9
11:10-12:40
13
14
---
---
1010
1010-
970
3 Il culto della Tenda di Davide
- L’arca portata a Gerusalemme
- Inaugurazione della tenda
- Progetto per il tempio
Vittorie di Davide
- Guerra contro Ammon
- Vittorie sui Filistei
Il censimento e la peste
Raccomandazioni a Salomone per il Tempio
I Leviti: censimento, genealogie, servizi
Altri ufficiali al tempo di Davide
Preparativi per la costruzione del Tempio
Co-reggenza di Salomone
6:12-19
(Sal.
105,96,106)
7
8
10:1-19, 11:1,
12:26,30-31
21:18-22
24
1° Re
2:1-4
---
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---
15
16
17
18
19, 20:1-3
20:4-8
21, 22:1
22:2-19
23 - 26
27
28, 29:1-19
29:20-30
1000
ca.
Panorama dell’Antico Testamento
Modulo 3
2
4 Il regno di Salomone
- Lotta per la successione con Adonia
- Ultime raccomandazioni e morte di
Davide
- Primi atti di Salomone. Matrimonio
dinastico
- Sogno e preghiera a Gabaon
- Sapienza di Salomone: giudizio tra due
donne
- Ufficiali di corte; prosperità del regno
- Preparativi per la costruzione del Tempio
- Costruzione del Tempio
- Costruzione dei palazzi
- Consacrazione del Tempio
- Seconda apparizione di Dio a Salomone
- Imprese di Salomone: le città e la flotta
- Visita della regina di Seba; ricchezze di
Salomone
- Idolatria di Salomone
- Guerra di Salomone
- Morte di Salomone
1
2:1-12
2:13-3:3
3:4-15
3:16-28
4
5
6, 7:13-51
7:1-12
8
9:1-9
9:10-28
10
11:1-13
11:14-40
11:41-43
2 Cron.
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---
1:3-13
---
---
2
3, 4, 5:1
---
5:2 - 7:10
7:11-22
8
9:1-28, 1:14-
17
---
---
9:29-31
970-
930
Sez
.
1° Re 2 Cron. Data
5 La monarchia divisa
- Ribellione di Geroboamo; divisione del
regno
- Idolatria di Geroboamo. Il profeta
disubbidiente
- Profezia di Ahia contro Geroboamo
- Regno di Roboamo (G). Invasione di Sisac
Abiiam (Giuda)
Asa (G)
Nadab (Israele)
*Baasa (I)
Ela (I)
*Zimri (I)
*Omri (I)
Acab (I)
12:1-24
12:25-13:34
14:1-20
14:21-31
15:1-8
15:9-24
15:25-32
15:33-16:7
16:8-14
16:15-22
16:23-28
16:29-34
10, 11:1-4
---
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11:5-12:16
13
14-16
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930
930
913
910
909
908
885
884
884
873
Panorama dell’Antico Testamento
Modulo 3
3
6 Elia e la carestia
Elia sfida i profeti di Baal
Fuga di Elia nel deserto. Chiamata di Eliseo
Vittorie di Acab sui Siri
Acab e la vigna di Nabot
Giosafat (G)
Guerra di Acab e Giosafat con i Siri; morte
di Acab
Riforme di Giosafat
Vittorie di Giosafat sui Moabiti, Ammoniti
ecc.
17
18
19
20
21
22:1-40
---
22:41-51
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---
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17
18
19
20, 21:1
869
853
7 Acazia (I)
Rapimento di Elia e successione di Eliseo
Ieoram (I) e Giosafat contro i Moabiti
Miracoli di Eliseo
Assedio di Samaria
La Sunamita; Azael re di Siria
Ioram (G)
Acazia (G)
*Ieu (I): ribellione, morte di Izebel
Sterminio dei i profeti di Baal. Morte di Ieu
Atalia (G): l’usurpatrice uccisa
22:52 - 2 Re 1
2 Re
2
3
4:1 - 6:23
6:24 - 7:20
8:1-15
8:16-24
8:25-29
9, 10:1-17
10:18-36
11
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---
---
---
21:2-20
22:1-6
22:7-9
---
22:10 - 23:21
853
852
848
841
841
8418 Ioas (G). Restauro del Tempio
Ioacaz (I)
Ioas (I). Morte di Eliseo
Amasia (G)
Geroboamo II (I)
Azaria (Uzzia) (G)
Zaccaria (I)
*Sallum (I)
*Menaem (I)
Pecachia (I)
*Peca (I)
Iotam (G)
Acaz (G)
*Osea (I). Distruzione di Samaria ed esilio di
Israele
12
13:1-9
13:10-25
14:1-22
14:23-29
15:1-7
15:8-12
15:13-16
15:17-22
15:23-26
15:27-31
15:32-38
16
17, 18:9-12
24
---
---
25
---
26
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---
---
27
28
---
835
813
798
796
781
767
753
752
752
741
739
739
731
731-722
I = Israele G = Giuda * = Inizio di una nuova dinastia
Panorama dell’Antico Testamento
Modulo 3
4
Panorama dell’Antico Testamento
Modulo 3
Sez
.
Regno di Giuda 2° Re 2° Cron. Data
9 Ezechia. Riforme del culto
Invasione degli Assiri (Is. 36)
Profezia di Isaia e liberazione (Is. 37)
Malattia di Ezechia (Is. 38)
Manasse
Amon
Giosia. La legge riscoperta. Riforme
religiose
Ioacaz e Ioiachim. Invasione Babilonese
Ioiachin. Caduta di Gerusalemme
Sedechia. Ribellione contro i Babilonesi e
seconda caduta di Gerusalemme
(Ger. 39,
52)
Ghedalia governatore. Ioiachin liberato (Ger.
40, 41)
18:1-8
18:13-37
19
20
21:1-18
21:19-25
22 - 23:30
23:31 - 24:7
24:8-17
24:18 - 25:21
25:22-30
29 - 31
32:1-19
32:20-23
32:24-33
33:1-20
33:21-25
34, 35
36:1-8
36:9-10
36:11-21
---
715
686
641
639
609
597
587
10 Ritorno dall’esilio
Ripristino dell’altare e fondamenta del
Tempio
La costruzione interrotta
Ripresa e completamento dei lavori al
tempo di Dario
Esdra viene a Gerusalemme. Le sue riforme
religiose
Esdra
1, 2
3
4
5, 6
7 - 10
538
536
520
458
11 Neemia diventa governatore di
Gerusalemme
Ricostruzione delle mura
Censimento degli esuli tornati
Ripristino del culto e riforme religiose.
Censimenti
Neemia
1, 2
3 - 6
7
8 - 13
445-
433
12 Il libro di Ester: salvezza degli Ebrei in esilio ?480
ca.
5
1.2 Autori e composizione dei libri
I libri dei Re costituiscono con 1/2 Samuele un’unica narrativa. Certamente la divisione
tra 1° e 2° Re è del tutto arbitraria e non esiste nei testi ebraici. L’autore, ignoto, si è
basato per i periodi più antichi su documenti scritti (non più esistenti) – quali il “libro
delle gesta di Salomone” (1° Re 11:41), il “libro delle cronache dei re di Israele” (14:19
ecc.) e il “libro delle cronache dei re di Giuda” (14:29 ecc.) – ai quali rimanda il lettore per
informazioni più dettagliate. Quest’ultima fonte arrivava almeno fino al re Ioiakim (2° Re
24:5).
1/2 Cronache, invece, formano probabilmente un’unica narrativa con Esdra e Neemia, e
quindi furono scritti più tardi, dopo il ritorno dall’esilio. Per alcuni episodi l’autore cita
testualmente Samuele/Re (e talvolta ne dà un testo più attendibile dove quello di
Samuele/Re è corrotto); ma integra questo con altro materiale, forse preso da registri e
documenti conservati dai sacerdoti e dai Leviti.
1/2° Re, dopo il tempo di Salomone, tratta “in parallelo” la storia dei due regni: Giuda (il
“regno meridionale”) e Israele (il “regno settentrionale” con capitale Samaria), fino alla
caduta di quest’ultimo. Mostra particolare interesse per il ministero dei profeti,
particolarmente Elia ed Eliseo, che occupano quasi la terza parte della sua narrativa.
Cronache invece racconta esclusivamente la storia di Giuda, e si interessa particolarmente
del culto del Tempio, di cui racconta dettagliatamente diverse riforme. Ma il centro
d’interesse per entrambi i libri è chiaramente religioso: le valutazioni date dei vari re
sono basate sulla loro fedeltà a Dio e sul grado della loro opposizione ai culti degli idoli,
anziché sul loro successo politico o meno. L’esilio, sia d’Israele, sia di Giuda, è
interpretato come punizione divina per l’infedeltà al patto, così come l’avevano predetto i
profeti.
Esdra/Neemia (uniti in un unico libro nel TM ebraico – forse, ancora una volta, a causa del
loro ridotto ingombro) continua la storia di Giuda dal ritorno dalla Babilonia dei primi
esuli, dopo la conquista persiana dell’Impero Babilonese (539 a.C.). Alcune sezioni sono
scritte in prima persona da Esdra (capp. 7-9) e da Neemia, ma non possiamo sapere a chi
sia dovuta la redazione finale. La prima parte di Esdra racconta fatti accaduti molto
tempo prima del periodo di Esdra stesso.
Ester è un caso a parte, la cui storicità è stata negata da alcuni studiosi. Racconta un
episodio della salvezza dalla minaccia di morte dei Giudei rimasti in esilio in Persia al
tempo del re Assuero (probabilmente Serse, 486-465 a.C.); da questa liberazione prese
origine la festa ebraica di Purim. Ricordiamo che la versione dei LXX di Ester contiene 107
versetti addizionali, inclusi nelle Bibbie cattoliche. L’autore e la data di composizione del
libro sono ignoti.
Panorama dell’Antico Testamento
Modulo 3
6
2. 1° CRONACHE 1-14 e paralleli: GENEALOGIE; L’ASCESA DI DAVIDE
2.1 Genealogie storiche: capp. 1-2
Le liste genealogiche da 1:1 a 2:17 sono riprodotte dai libri storici precedenti: Gen. 10,
11:10-26, 25:1-4,12-16, 35:23-36:43, 38, Rut 4:18-22, ecc. Da notare che ci sono
variazioni nei nomi, dovute all’imperfetta trasmissione del testo (secondo gli studiosi, è
normalmente da preferirsi il testo della Genesi).
In 2:18-55 abbiamo informazioni genealogiche sulla tribù di Giuda non tratte da altre
fonti bibliche. Si dà la precedenza a Giuda, la tribù di Davide.
2.2 Discendenti di Davide: cap 3
I vv. 1-8 riproducono 2° Sam. 3:2-5, 5:14-16. Vv. 9-16: elenco dei re di Giuda da Salomone
alla cattività babilonese. Vv. 17-24: discendenti di Davide dopo la cattività. A prima vista
sembra elencare 11 generazioni dopo Zorobabele, il che significherebbe una data molto
tardiva per la composizione del libro. Ma è possibile:
a) che nei vv. 21b-24 (dopo “Isaia”) abbiamo un elenco di altri rami della discendenza di
Zorobabele, per un massimo di 4 generazioni (così Young, Ellison), oppure
b) che l’elenco fosse man mano aggiornato dai copisti duranti i secoli.
2.3 Genealogie di Giuda, Simeone, Ruben, Gad e Manasse: capp. 4-5
La genealogia di Giuda raccoglie frammenti presi da varie fonti e sconnessi fra di loro.
Non sappiamo altro di Iabes (4:9-10), ma questa sua preghiera è diventata celebre.
Simeone: il v.31 suggerisce un sostanziale assorbimento della tribù di Simeone da Giuda
al tempo di Davide, come confermano le notizie delle conquiste al tempo del re Ezechia
(vv. 34-41). Ruben, Gad e Manasse erano le due tribù e mezza che ebbero il territorio al
di là del Giordano, portate poi in cattività dagli Assiri, insieme con le altre tribù
settentrionali, nel 722 a.C. (5:26). La guerra contro gli Agareni al tempo di Saul (5:10, 18-
22) non è riportata altrove nella Bibbia: è un’ennesima prova della selettività della storia
biblica.
2.4 Genealogia di Levi: cap. 6
Cfr. anche i capp. 23-26. Notiamo l’omissione di ogni menzione della famiglia
sacerdotale di cui faceva parte Eli. Non si tratta quindi di un elenco dei sommi sacerdoti,
ma della genealogia di quelli che erano in carica al tempo dell’autore.
2.5 Genealogie delle altre tribù: capp. 7-8
Vista la “doppia” genealogia di Beniamino (7:6-12, 8:1-39), e l’assenza nella genealogia di
Zabulon e di Dan che ci aspetteremmo di trovare tra Issacar e Neftali, molti studiosi
ritengono che 7:6-12 contenga appunto quella di Zabulon (6-11) e di Dan (v. 12,
troncata). Il cap. 8:29-39 (genealogia di Saul) è praticamente identico a 9:35-44.
Panorama dell’Antico Testamento
Modulo 3
7
2.6 Abitanti di Gerusalemme dopo l’esilio: cap. 9
I vv. 2-17 sono praticamente uguali a Neh. 11:3-9. I vv. 18-34 descrivono i compiti ed i
turni dei portinai (Leviti al servizio del tabernacolo/tempio), e 35-44 ripetono la
genealogia di Saul come introduzione al capitolo seguente.
2.7 Morte di Saul: cap. 10
È praticamente uguale a 1° Sam. 31, tranne per la sentenza conclusiva che fa riferimento
a 1° Sam. 28:6-25.
2.8 Inizio del regno di Davide: capp. 11-14
Si omette ogni menzione delle origini di Davide, dei suoi rapporti con Saul, del suo esilio
e della guerra contro Is-Boset. Viene riportata invece la sua conquista di Gerusalemme (2°
Sam. 5:1-10), per l’importanza che questa città assume ai fini del Cronista. Segue il
catalogo dei prodi di Davide (2° Sam. 23:8-39, con aggiunte: vv. 42-47), e la lista dei
seguaci di Davide in esilio (12:1-22) e di quelli che vennero da lui a Ebron (vv. 23-40).
Questo mostra come il regno di Giuda comprendeva in realtà membra di parecchie tribù
diverse.
Il trasferimento dell’arca in casa di Obed-Edom riproduce 2° Sam. 6:1-11, con l’aggiunta
della proclamazione di Davide (vv. 1-4). Anche il racconto delle vittorie sui Filistei (cap.
14) riproduce 2° Sam. 5:17-25. Si noti però una significativa variante nel v 12.
3. 1° CRONACHE 15-29 e paralleli: Il regno di Davide
3.1 Trasporto dell’arca a Gerusalemme: 15:1-16:3
I vv. 1-24, che descrivono i preparativi, sono propri delle Cronache. Non sappiamo come
Davide sia giunto alla decisione di costruire una nuova tenda per l’arca (v.1), con nuove
disposizioni, anziché portare a Gerusalemme quella di Mosè che stava a Gabaon (16:39).
Vv. 2,13,15: evidentemente Davide si era meglio informato dai testi sacri (Es. 25:12-15,
Num. 4:1-15) sul modo giusto di trasportare l’arca, dopo la tragedia di Perez-Uzza (13:9-
14).
Vv. 16-24: è la prima menzione di musica nel culto ufficiale. Cap. 15:25 - 16:3: cfr. 2°
Sam. 6:12-19. Il comportamento “indecoroso” di Davide è riferito in chiave minore
rispetto a 2° Samuele. Come al solito, Samuele dà maggior rilievo alle vicende personali di
Davide, e Cronache all’ordinamento del culto.
3.2 Inaugurazione del tabernacolo: 16:4-43
I Leviti delegati per il canto e la musica sono gli stessi di 15:18,24. I vv. 8-36 riproducono
Salmi 105:1-5; 96:1-13, 106:1,47-48 (tutti tratti dal IV° libro dei Salmi).
Vv. 39-43: si noti che anche presso il tabernacolo di Gabaon Davide istituisce un servizio
musicale.
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Modulo 3
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3.3 Progetto di Davide per un tempio: cap. 17
Riproduce 2° Sam. cap. 7, con piccole varianti testuali: vv. 1,5,6,17.
3.4 Vittorie di Davide: cap. 18
Riproduce 2° Sam. cap. 8. V.1: sembra essere questo il testo esatto. V.2: si omette la
notizia della strage dei Moabiti. V.4: il testo esatto. V.13: non si sa quale versione sia più
esatta. Vedi anche Salmo 60.
3.5 La guerra contro Ammon: 19:1 - 20:3
Vedi 2° Sam. 10:1 - 11:1 e 12:26-31. Il Cronista omette il fatto di Mefiboset, e ogni
menzione dell’adulterio e dell’omicidio commessi da Davide e delle loro conseguenze.
20:3: cfr. commento a 2° Sam. 12:31.
3.6 Vittorie sui Filistei: 20:4-8
Cfr. 2° Sam. 21:18-22. V.15: sembra questo il testo migliore.
3.7 Il censimento e la peste: cap. 21-22:1
Cfr. 2° Sam. cap. 24. Qui è Satana a incitare Davide all’azione presuntuosa, mentre in 2°
Sam. è Dio. Forse la divergenza non è insanabile, dal momento che Satana comunque non
può agire senza il permesso di Dio (Giobbe 1:11-12, 2:5-6). Le cifre del v. 5 sono diverse
da 2° Sam. 24:9, che omette anche il v. 6. Non è chiaro quale versione sia più esatta. V.7:
in 2° Sam. 24:10 è la coscienza di Davide che lo rimprovera, prima che si manifesti il
dispiacere di Dio (non si sa in quale modo).
2° Sam. non riferisce quale sia l’importanza dell’aia di Ornan (o Arauna) il Gebuseo: cioè
che diventerà poi il sito del Tempio costruito da Salomone.
3.8 Preparativi di Davide per il Tempio: 22:2-19
Questa sezione, propria di Cronache, segue in maniera naturale dalla precedente. Gli
avvenimenti descritti devono avere avuto luogo alla fine della vita di Davide: cfr. il v.17
con 1° Re 1. “Gli stranieri”, messi ai lavori forzati (cfr. 2° Cron. 2:17-18), erano
probabilmente i restanti Cananei (cfr. Gios. 9:21), artigiani perché privi di proprietà
terriere.
V.8: solo qui ( e in 28:3) è riferito il motivo per cui Dio non consentiva a Davide di
costruirgli il tempio. V. 13: cfr. Gios. 1:7.
3.9 I Leviti e i sacerdoti: capp. 23-26
Vv. 24-27: si abbassa l’età minima per il servizio levitico da 30 a 20 anni (cfr. Num.
4:23.). Notiamo ancora la nuova importanza data alla musica nel culto davidico. La
divisione in 24 turni dura ancora al tempo del N.T. (Lc. 1:8).
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3.10 Altri ufficiali di Davide: cap. 27
Il riferimento ad Asael (v.7) fa pensare che si tratti dell’organizzazione del primo periodo
del regno: Asael morì quando Davide era ancora a Ebron (2° Sam. 2:19-23).
3.11 Disposizioni per la successione: capp. 28-29
È dato grande rilievo alla costruzione del Tempio come compito principale di Salomone.
Le offerte per la costruzione (29:6-9) ricordano quelle fatte per il Tabernacolo (Es. 36:2-
7).
La preghiera di Davide (29:10-19) è una delle più belle preghiere della Bibbia: Davide
ringrazia Dio per il privilegio di poterGli dare qualcosa. Poi Salomone viene installato
come co-reggente col padre, per assicurare una successione tranquilla (29:20-25).
4. IL REGNO DI SALOMONE: 1° Re 1-11, 2° Cronache 1-9
4.1 Lotta per la successione: 1° Re cap. 1
Vv. 1-4: il declino fisico di Davide viene riferito, sia per introdurre la persona di Abisag
(cfr. 2:13-25) – la quale, nonostante Davide non abbia con lei rapporti intimi, viene
chiaramente considerata come una sua concubina – sia per suggerire l’imminenza della
morte e il fatto che non sia più in grado di tenere in pugno il regno.
Adonia era presumibilmente il figlio maggiore di Davide ancora in vita (v.6, cfr. 2° Sam.
3:2-4, 1° Cron. 3:1-4: Chileab/Daniel probabilmente era morto giovane). Solo il
tempestivo intervento di Nathan (v.11) salva la situazione per Salomone, l’erede
designato da Davide, che così diventa reggente durante la vita del padre. I sostenitori di
Adonia subito lo abbandonano (v.49). Notiamo l’influenza esercitata da Bat-Seba sul
figlio, sia ora che più tardi (2:13-20).
4.2 Ultime raccomandazioni di Davide: 1° Re 2:1-12
Davide affida al figlio la vendetta che non aveva potuto eseguire su Ioab, perché troppo
forte (2° Sam. 3:39), e su Simei, a causa del giuramento fatto in un momento di emozione
(2° Sam. 19:23). Probabilmente voleva far pagare a Ioab la morte di Absalom, mentre
Salomone aveva un proprio motivo nel suo appoggio di Adonia.
4.3 Salomone consolida il potere: 1° Re 2:13 - 3:1
La richiesta di Adonia (v.17) sembra del tutto innocente, ma Salomone la interpreta come
una pretesa all’harem reale e quindi al trono (cfr. 2° Sam. 16:21-22). Anche Ioab e Simei
vengono eliminati.
Il matrimonio dinastico di Salomone con la figlia del Faraone d’Egitto (3:1) segna l’inizio
del suo declino, che lo porterà poi all’aperta idolatria (cap. 11).
Panorama dell’Antico Testamento
Modulo 3
10
4.4 Sacrificio e preghiera di Salomone a Gabaon: 1° Re 3:2-15; 2° Cron. 1:3-13
Gli “alti luoghi” (3:2-4) erano in origine luoghi del culto idolatrico cananeo che Dio aveva
ordinato di distruggere (Deut. 12:2). Sembra però che in questo periodo erano diventati
luoghi locali del culto di Jahweh (v.2, cfr. 1° Sam. 9:12-14), anche se disapprovati da Dio
per il pericolo che si tornasse al culto di altri dèi (Deut. 12:4-7). 2° Cron. 1:3-6 ci ricorda
che a Gabaon, “il principale alto luogo”, era il tabernacolo di Mosè e l’altare “ufficiale” dei
sacrifici.
“Un cuore intelligente” (3:9): letteralmente “un cuore che ascolta” (con implicazioni di
docilità ed obbedienza). Infatti l’episodio seguente dimostra un classico esempio di una
“parola di sapienza” o di rivelazione profetica, che viene da una mente o uno spirito
capace di “ascoltare” e quindi di ricevere rivelazioni.
4.5 Le due meretrici: 1° Re 3:16-28
In questo famoso episodio, che illustra la sapienza donatagli da Dio, Salomone svolge la
funzione di “giudice”, come avevano fatto Mosè, i giudici e i profeti.
4.6 Ufficiali di Salomone e prosperità del suo regno: 1° Re 4
Si noti la presenza nell’elenco del sacerdote Abiatar (v. 4), destituito all’inizio del regno
(2:35).
Nonostante la prosperità del regno in questo periodo, Salomone comincia già ad elevarsi
al di sopra del popolo e ad aggravarlo con pesanti imposte, infrangendo tutti i divieti
della Legge per i re (vedi 12:4, Deut. 17:15-20).
Vv. 29-34: per la vastità degli interessi intellettuali di Salomone, vedi Eccl. 1:12-2:9; per i
proverbi e uno dei i suoi “canti” vedi Prov. e Cantico dei Cantici (anche se attribuito da
molti studiosi a un periodo successivo).
4.7 Preparativi per la costruzione del Tempio: 1° Re 5; 2° Cron. 2
Lo scambio di messaggi con Chiram di Tiro è molto più ampio nella versione di 2° Cron.
Agli artigiani “stranieri” (1° Cron. 22) si aggiungono ora Israeliti obbligati ai lavori forzati
(non si nota più lo spirito volonteroso di 1° Cron. 29!).
4.8 Costruzione de Tempio: 1° Re 6, 7:13-51; 2° Cron. 3:1 - 5:1
È interessante che 1° Re dà rilievo alla precisa data dell’inizio dei lavori, Cronache invece
al luogo. Il monte Moria è presumibilmente lo stesso di Gen. 22:2. La forma della casa
ricorda a grandi linee quella del Tabernacolo di Mosè. La descrizione è molto più
dettagliata in Re che in Cronache, che però aggiunge alcuni dettagli. I cherubini d’oro, e
gli altri ornamenti della casa, non violavano il 2° Comandamento, non essendo di per sé
oggetti di culto.
Panorama dell’Antico Testamento
Modulo 3
11
4.9 Costruzione del palazzo reale: 1° Re 7:1-12
Le diverse case descritte facevano parte evidentemente di un unico complesso. Notiamo
che la “Casa della foresta del Libano” era più grande del Tempio, il quale non era
destinato al culto pubblico. Notiamo le enormi pietre impiegate (v. 10).
4.10 Consacrazione del Tempio: 1° Re 8; 2° Cron. 5:2 - 7:10
Questa grande festa avviene in occasione della festa dei Tabernacoli, all’inizio del nuovo
anno ebraico. V.4: non è chiaro se la “tenda di convegno” qui sia quella di Mosè, portata
da Gabaon (cfr. 1° Cron. 1:3), oppure quella di Davide che aveva ospitata l’arca. V.9:
secondo Ebr. 9:4, nell’arca c’erano anche il vaso di manna (cfr. Es. 16:33-34) e la verga di
Aaronne (cfr. Num. 17:10); ma forse questo si riferisce a un periodo precedente.
Di nuovo, solo Cronache descrive il canto e la musica dei sacerdoti (11b-13). La
manifestazione della gloriosa presenza di Dio non rimaneva, come invece era accaduto
sul Tabernacolo nel deserto.
Il discorso e la preghiera di Salomone è un brano molto bello, una delle grandi preghiere
della Bibbia. Si noti l’enfasi sulla grandezza e l’universalità di Dio (1° Re 8:23,27) e sul
contrasto tra la sua santità e la peccaminosità dell’uomo (vv. 33,35,46-50), e la
predizione profetica del futuro esilio (46-47). 2° Cron. 6:13 aggiunge il particolare che
Salomone si era messo in ginocchio. La conclusione della preghiera è diversa nelle due
versioni (1° Re 8:50b-53, 2° Cron. 6:40-42).
La benedizione (1° Re 8:54-61): Salomone riconosce che l’aiuto e l’approvazione di Dio
dipendono dalla giustizia e della fedeltà del popolo. 2° Cron. omette questa benedizione,
ma racconta invece del fuoco che scende dal cielo (7:1-3). Nella descrizione dei sacrifici e
della festa inaugurale, Cron. aggiunge di nuovo dei dettagli della celebrazione musicale
(v. 6).
4.11 Seconda apparizione di Dio a Salomone : 1° Re 9:1-9; 2° Cron. 7:11-22
Dio accoglie la sua preghiera e riconferma la promessa fatta a Davide per la continuità
della sua dinastia, aggiungendo però la condizione – che verrà a mancare – dell’integrità
di Salomone e dei suoi discendenti. 2° Cron. aggiunge la famosa promessa di
esaudimento delle preghiere del popolo penitente (7:13-16).
4.12 Imprese di Salomone: 1° Re 9:10-28; 2° Cron. 8
Ci sono discrepanze di poco conto tra i due libri. Cron. omette alcuni dettagli sulle
relazioni con Chiram, ma aggiunge informazioni sull’ordinamento del culto (13-16). 1° Re
9:22 (= 2° Cron. 8:9) sembra in contrasto con 5:13, 11:28, 12:4.
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Modulo 3
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4.13 Visita della regina di Seba e magnificenza del regno di Salomone:
1° Re 10; 2° Cron. 9:1-28, 1:14-17
Seba, o Sabea, era un regno nell’Arabia meridionale (il moderno Yemen), con il quale il
commercio marittimo di Salomone lo avrà portato in contatto. Nei vv. 9,12 si ricorda
questo periodo come un tempo di prosperità mai più raggiunta. Per i vv. 26-29, cfr. Deut.
17:16-17.
4.14 Idolatria e declino di Salomone: 1° Re 11:1-40
Dio giudica l’infedeltà di Salomone togliendogli il regno, ma non durante la sua vita e non
del tutto, a motivo delle promesse fatte a Davide (11-13). La guerra con Adad (vv. 14-22)
appartiene comunque all’inizio del regno (v.21). Geroboamo viene qui introdotto come
prefazione alla sua rivolta contro Roboamo (cap. 12). Il Cronista omette tutto ciò che è
sfavorevole a Salomone.
4.15 Morte di Salomone: 1° Re 11:41-43; 2° Cron. 9:29-31
L’espressione “il libro delle gesta di Salomone” (Re) è ampliato in Cron., che fa riferimento
agli scritti di tre profeti.
5. LA MONARCHIA DIVISA: 1° Re 12 - 16, 2° Cron. 10 - 16
5.1 La rivolta di Geroboamo: 1° Re 12:1-24; 2° Cron. 10:1-11:4
Ricordiamo che c’era già stata una divisione del regno al tempo di Davide, il quale regnò
per 7 anni a Ebron come re di Giuda mentre Is-Boset era re delle altre tribù. La stessa
divisione riaffiora ora, conseguenza dell’infedeltà di Salomone (v.15), ma sul piano
umano provocato dall’atteggiamento arrogante di Roboamo.
Sichem (v.1) diventa poi la prima capitale del regno settentrionale (v.25). Per Geroboamo
vedi 1° Re 11:26-40, brano che in 2° Cron. manca, per cui egli compare là senza
introduzione. V.4: si vede che già ai tempi di Salomone serpeggiava un notevole
malcontento, che ora esplode. V.8: i “giovani che erano cresciuti con lui” ora avranno
avuto, come lui, circa 40 anni (14:21). Il loro consiglio, di mostrarsi “duro” e “farsi
rispettare”, si rivela davvero poco saggio. V.18: Adoram è probabilmente lo stesso con
Adoniram (1° Re 4:6, 5:14), già incaricato di organizzare i lavori forzati al tempo di
Salomone; il peggiore rappresentante che Roboamo avrebbe potuto trovare!
1° Re 12:20 manca in 2° Cron.; altrimenti le due versioni sono quasi identiche.
5.2 Geroboamo stabilisce l’idolatria: 1° Re 12:25-33
Dopo aver consolidato la sua posizione militarmente e politicamente (v.25), Geroboamo
pensa di usare anche la religione per lo stesso scopo (vv. 26-27). Betel e Dan si trovano
alle estremità del suo territorio, a Nord e a Sud. Geroboamo presume anche di inventare
come gli pare le forme del culto (vv. 31-33, 13:33).
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5.3 Il messaggio e la disubbidienza del profeta di Giuda: 1° Re 13
V. 2: è una delle predizioni più dettagliate dell’A.T., che si compie alla lettera circa 300
anni più tardi (2° Re 23:15-18). Solo qui e nel caso di Ciro (Is. 44:28, 45:1,13) è dato il
nome di chi dovrà compiere una certa azione futura. Geroboamo si mostra deciso come
al solito (v.4), ma non riesce a combattere contro Dio!
Vv. 11-32: questo episodio sconcertante insegna la necessità di un’ubbidienza rigida a
Dio, di non farsi distogliere da consigli, suggerimenti o anche pretese rivelazioni da parte
di terzi. La menzogna del profeta di Betel (v.18) era forse motivata dal desiderio di
incontrare l’uomo di Dio che aveva suscitato in lui tanta ammirazione; ma la fine della
storia è triste per entrambi.
5.4 Profezia di Aiia contro Geroboamo: 1° Re 14:1-20
Altro racconto impressionante che illustra il fiorente stato del profetismo in questo
periodo. Tutta la cura della moglie di Geroboamo di non farsi riconoscere si rivela inutile,
nonostante il profeta sia quasi cieco! Aiia predice non solo la morte del bambino, ma la
rovina della dinastia, cosa che avviene alla lettera (15:29).
5.5 Regno di Roboamo: 1° Re 14:21-24; 2° Cron. 11:5 - 12:1
2° Cron. 11:5-23: vengono riportati molti particolari omessi in 1° Re. Notiamo che tutte le
città fortificate da Roboamo (vv. 5-12) sono nel meridione del paese, il che indica che
Roboamo temeva l’Egitto molto più del suo alleato Geroboamo (che vi era stato profugo).
L’immigrazione dal Nord (vv. 13-17) fece sì che in Giuda vi erano rappresentanti di tutte
le tribù. I “demoni” (15, ebr. sair) erano nelle credenze popolari spiriti, esseri pelosi che
abitavano i deserti, come nelle religioni superstiziose ed animiste: cfr. Lev. 17:7. L’autore
presume che il lettore sia a conoscenza dei vitelli d’oro, non menzionati prima in
Cronache.
Roboamo, come il padre, pratica una poligamia esasperata (vv. 21,23). Maaca (2° Cron.
11:20-21) era nipote, non figlia diretta, di Absalom: vedi 13:2.
1° Re (14:21-24) scende molto più nel dettaglio nel descrivere l’idolatria in Giuda (cfr. 2°
Cron. 12:1), che tuttavia non abbandona ufficialmente il culto di Jahweh.
5.6 L’invasione di Sisac: 1° Re 14:25-31; 2° Cron. 12:2-16
Anche qui 2° Cron. è molto più dettagliato, riportando anche le profezie di Semaia. Il
dominio egiziano non avrebbe durato a lungo (v.7). L’invasione di Sisac è descritta anche
nelle iscrizioni rinvenute sul tempio di Karnak in Egitto, che nominano circa 150 località
da cui egli ricevette tributo.
5.7 Abiiam re di Giuda: 1° Re 15:1-8; 2° Cron. 13
Questo breve regno di tre anni è descritto sommariamente in Re, mentre Cron. dà
maggiori informazioni sulla guerra con Israele. In Re il bilancio è nettamente negativo,
Panorama dell’Antico Testamento
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mentre Cron. dà un quadro più roseo. Tuttavia la versione dei fatti raccontata da Abiia(m)
non corrisponde alla realtà. Nondimeno Dio favorisce Giuda contro Israele in questa
guerra di frontiera.
5.8 Asa re di Giuda: 1° Re 15:9-24; 2° Cron. 14 - 16
2° Cron. riporta molte più informazioni su questo lungo regno che 1° Re, tra cui la vittoria
su Zera l’Etiope (14:7-14), la profezia di Azaria e il conseguente ripristino del culto del
Tempio (15:1-15) nel 15° anno del regno. Anche qui si sottolinea la presenza nel regno
meridionale di elementi delle altre 10 tribù (15:9).
Entrambi i libri invece riferiscono l’alleanza fatta con Ben-Adad di Siria, comprato con i
tesori della casa di Dio (2° Cron. 16:1). Solo Cron. invece esprime un giudizio su
quest’azione, condannata dal profeta Canani (16:7-10). C’è una difficoltà nella data di
questo fatto (2° Cron. 15:19, 16:1) perché Baasa di Israele morì già nel 26° anno di Asa (1°
Re 16:8).
5.9 Nadab, Baasa, Ela, Zimri, Omri e Acab, re d’Israele: 1° Re 15:25 - 16:34
Nel regno settentrionale inizia un periodo di instabilità e di colpi di stato. Secondo la
profezia di Ahija, il figlio di Geroboamo viene assassinato da un usurpatore, Baasa, che
però non è migliore di lui e contro il quale viene rivolta una profezia simile, adempiuta
dopo la successione del figlio Ela. Per il profeta Ieu (16:1), cfr. 2° Cron. 19:2, 20:34: forse
era figlio del Canani di 2° Cron. 16:7.
Ela è eliminato da Zimri, ma succede un periodo di guerre civili da cui emerge vittorioso
Omri (16:8-28). Questo re è notevole per aver costruito la nuova capitale, Samaria (23-
26). Anche se questo periodo rappresenta quello della maggiore prosperità economica,
politica e militare di Israele, sul piano spirituale le cose vanno di male in peggio e
arrivano al colmo con il figlio di Omri, Acab (16:29-34), la cui moglie Izebel (v.31) è una
zelante promotrice del culto di Baal. Secondo Giuseppe Flavio, suo padre Et-Baal fu
sacerdote di Astarte e nonno di Didone, la fondatrice di Cartagine. V. 34: il compimento
della maledizione di Gios. 6:26.
6. ACAB, GIOSAFAT ED ELIA: 1° Re 17 - 22, 2° Cron. 17 - 20
6.1 Elia durante la carestia: 1° Re 17
Abbiamo già visto che in questo periodo i profeti erano numerosi (cfr. anche 18:4), ma
Elia è chiaramente qualcosa di eccezionale: è il profeta più rappresentativo di tutto l’A.T.
(cfr. Lc. 1:17, 9:31, Ap. 11:4 dove è chiaro il riferimento a Mosè ed Elia). È interessante
allora che compare improvvisamente e senza introduzione. Tisbe, suo paese di origine,
era probabilmente in Galaad oltre il Giordano (v.1), anche se secondo una tradizione
conservata nel libro apocrifo di Tobia (1:2) era in territorio di Neftali, da dove Elia si
Panorama dell’Antico Testamento
Modulo 3
15
sarebbe trasferito in Galaad. La dichiarazione di Elia ad Acab (v.1) era ovviamente basata
sulla parola che egli aveva udito da Dio. Cfr. anche Giac. 5:17-18.
La reazione di Acab non è riferita qui, ma si deduce da 18:10. Perciò Dio dice ad Elia di
nascondersi, prima nel semideserto (v.3), poi fuori dal territorio di Israele (v.9). Un primo
grande miracolo è rappresentato dal cibo portato dai corvi (vv. 4,6), uccelli che
normalmente l’avrebbero divorato! La vedova di Sarepta, che sembra essere una credente
nel Dio d’Israele (vv. 12, 18), manifesta la sua fede dando ad Elia la prima porzione del
poco cibo rimastole (vv. 13-15). Ovviamente questo miracolo rassomiglia molto alla
moltiplicazione dei pani operato da Gesù.
Non è chiaro dal v.17 se il figlio della vedova era già morto, o solo moribondo. In ogni
caso il miracolo è evidente e grande. È notevole la consapevolezza di peccato manifestata
dalla donna (v.18), le cui parole ad Elia ricordano quelle di Gesù a Maria alle nozze di
Cana (Gv. 2:4).
6.2 La sfida ai profeti di Baal: 1° Re 18
Secondo Giac. 5:17, la carestia durò 3 anni e 6 mesi, per cui il “terzo anno” (v.1) potrebbe
essere il terzo del soggiorno a Sarepta. La parola di Dio ad Elia è riferita sommariamente
nel v.2, ma era in realtà molto più dettagliata: vedi v.36. V. 5: un documento del re
Salmaneser III di Assiria fa riferimento a 2000 cavalli forniti da Acab.
V. 12: non è chiaro se Abdia pensa ad un trasporto soprannaturale – come il successivo
rapimento di Elia in cielo, o quello di Filippo in Atti 8:39-40, nel quale caso deve essere
presumibilmente accaduto già qualche volta, anche se la Bibbia non lo riferisce – oppure
a un’improvvisa ispirazione profetica.
V. 21: il popolo non aveva rigettato del tutto Jahweh per servire Baal, come voleva Izebel,
ma cercava il compromesso, servendo entrambi contemporaneamente: cosa che Dio ha
sempre odiato, essendo “un Dio geloso” (Es. 20:5). V. 27: le beffe di Elia sono piuttosto
grossolane: l’espressione tradotta “è indaffarato” (Riv. ”è andate in disparte”) è un
eufemismo per “sta facendo i suoi bisogni”! V. 28: usi comuni nel paganesimo (fachiri
ecc.), penetrati anche nella cristianità con i “flagellanti” ecc., ma basati su un concetto di
Dio completamente falso.
Sono stati fatti dai razionalisti vari tentativi, nessuno dei quali convincente, per “spiegare”
il miracolo del fuoco dal cielo (vv. 34-39). V. 40: Acab non interviene per salvare i profeti
di Baal dalla volontà popolare. Non è detto che cosa accade ai 400 profeti di Astarte, ma
presumibilmente fanno la stessa fine. Vv. 42-44: Elia prega per la pioggia (Giac. 5:18),
secondo la parola che ha ricevuto da Dio. V. 46: poi corre con una forza soprannaturale,
precedendo il carro di Acab su una distanza di circa 26 km!
6.3 Fuga di Elia nel deserto e chiamata di Eliseo: 1° Re 19
Si nota qui e in altri episodi che è Izebel, più che Acab, a comandare. La paura e la
depressione di Elia (vv.1-4) fanno contrasto con la fede, il coraggio e la decisione del cap.
Panorama dell’Antico Testamento
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precedente; ma sul piano umano, costituiscono una reazione comune dopo i momenti di
esaltazione e di trionfo. V. 4: pare che Elia sia disgustato della propria paura. V. 8: è un
digiuno soprannaturale, come quello di Mosè sullo stesso monte (Es. 34:28). La
“spelonca” (v.9) potrebbe essere la stessa dove Mosè aveva avuto la sua visione di Dio.
Nella sua depressione, Elia ha una visione distorta e parziale delle cose (vv. 10,14): Dio
gli risponde che non è rimasto solo lui, ma 7000 altri fedeli (v.18). Vv. 11-12: Dio si
manifesta altre volte nel “vento impetuoso” (Atti 2:2), nel terremoto e nel fuoco; ma
questa volta parla con “un suono dolce e sommesso”, o anche: “un dolce silenzio”. Da
questa rivelazione viene il mandato di intervenire per cambiare la storia (vv. 15-18).
Notiamo che il profeta di Dio è mandato anche per stabilire un nuovo re della pagana
Siria.
Eliseo viene da una famiglia benestante, che possedeva molto terreno e animali da lavoro
e impiegava parecchi operai (v.19). Egli comprende subito il gesto di Elia e si mette al suo
seguito come servo ed apprendista: cfr. Giosuè nel rapporto con Mosè (Es. 24:13).
6.4 Vittorie di Acab sui Siri: 1° Re 20
“Ben-Adad” è probabilmente un titolo (“figlio di Adad”, cioè del dio nazionale), per cui non
si tratterebbe dello stesso re di 15:18. Vv. 2-9: Acab accetta la condizione di vassallo, ma
non di consegnare realmente tutti i suoi beni; Dio gli manda un profeta con istruzioni sul
come ottenere la vittoria.
Vv. 23,28: i Siri hanno di Jahweh un concetto del tutto inadeguato. Vv. 30-34: la clemenza
di Acab nei confronti di Ben-Adad contrasta con il suo comportamento verso Nabot (cap.
21). Le città restituite a Israele potrebbero essere quelle conquistate al tempo di Baasa
(15:20), qui detto “padre” di Acab nel senso di “predecessore”. V. 34: è meglio tradurre
“mercati” al posto di “vie”. Vv. 35-43: l’indulgenza di Acab ostacolava la volontà di Dio e
avrebbe procurato altre sofferenze ad Israele.
6.5 La vigna di Nabot: 1° Re 21
Il rifiuto di Nabot era basato anche sul rispetto della legge di Mosè (Lev. 25:23-28). Di
nuovo è Izebel ad agire con decisione, mentre il marito mostra un carattere debole. Per la
sua messa in scena, Izebel si attiene alle disposizioni della legge mosaica: Es. 22:28, Lev.
24:16, Deut. 17:6. V. 19: con la sua azione, Acab approva l’omicidio tramato dalla
moglie, e ruba la proprietà ai legittimi eredi. La profezia di Elia si compirà alla lettera
(22:38, 2° Re 10:1-17, 9:30-36).
Il digiuno e l’umiliazione di Acab (vv. 27-29) ottengono da Dio comunque che sia
rimandato il giudizio fino a dopo la sua morte.
6.6 Giosafat re di Giuda: 2° Cron. 17
Lasciamo per il momento Acab per introdurre il suo contemporaneo Giosafat, figlio di
Asa, che in Re è nominato soprattutto per quegli episodi che lo vedono coinvolto col
Panorama dell’Antico Testamento
Modulo 3
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regno d’Israele e con i profeti Elia e Eliseo. La riforma religiosa del suo tempo si estende
all’organizzazione dei sacerdoti per insegnare la legge di Dio in giro per la nazione (vv. 7-
9). Il suo regno diventa un periodo di successo e di prosperità. Le cifre dei guerrieri nei
vv. 14-19 sembrano però troppo alte, sproporzionate a quelle relative al regno d’Israele.
6.7 Guerra di Israele e Giuda contro i Siri e morte di Acab: 1° Re 22:1-40; 2° Cron.
18
(I riferimenti sono a 1° Re 22 se non diversamente specificato).
2° Cron. 18:1-2: il riavvicinamento tra i due regni è consolidato con il matrimonio di
Ioram, figlio di Giosafat, con Atalia, figlia di Acab (2° Re 8:18, 26), che risulta poi
disastroso per il futuro morale e religioso di Giuda. Gli avvenimenti qui descritti
avvengono nell’anno 853, verso la fine del regno di Giosafat, il quale era iniziato
(secondo le cronologie più attendibili) nel 873 (co-reggente fino al 870).
È Giosafat che prende l’iniziativa di voler consultare un profeta di Jahweh, ma solo dopo
essersi solennemente impegnato con Acab a unirsi alla sua spedizione (vv. 3-4); ed è
anche lui a manifestare qualche dubbio sulle parole di buon augurio date da tutti i profeti
d’Israele (v.7). I profeti parlano chiaramente in nome di Jahweh e non di Baal, ma non per
questo sono automaticamente veri profeti. È curioso il fatto che Elia non venga nominato
qui: forse era talmente odiato da Acab (e soprattutto da Izebel) che si era dovuto di
nuovo nascondere.
Anche Micaia, che aveva sempre pronunciato il giudizio di Dio contro Acab, dice
dapprima le stesse cose (v. 14); ma evidentemente anche Acab si accorge di qualcosa di
non genuino (v.15). È difficile per noi comprendere la visione di Micaia (vv. 18-22): tra
l’altro, i profeti ingannati dallo “spirito di menzogna” mandato da Jahweh, secondo Deut.
18:20 dovevano essere messi a morte. Evidentemente i profeti volevano essere ingannati
(cfr. v.24).
V. 30: evidentemente Acab fu comunque impressionato dalle parole di Micaia, e cercò di
deviare il pericolo su Giosafat: forse aveva avuto anche voce dell’ordine dato dal re
siriano. Ma la parola di Dio si adempie comunque (vv. 32-37). 2° Cron. omette i particolari
dell’adempimento della profezia di Elia, che non riferisce (vv. 37-38).
6.8 Profezia di Ieu. Riforme di Giosafat: 2° Cron. 19
L’alleanza con Israele provoca l’ira di Dio, manifestata poi con l’invasione del cap. 20.
Intanto Giosafat si cura di riformare l’amministrazione della giustizia.
6.9 Vittoria di Giosafat sugli invasori moabiti e ammoniti: 2° Cron. 20:1-30
I Maoniti (v.1), o “abitanti del monte Seir” (vv. 10,22-23) erano Edomiti unitisi agli
aggressori: Edom in questo periodo era sotto il dominio di Giuda (1° Re 22:47). Questa
volta Giosafat cerca aiuto da Dio, non dall’alleanza con Israele. Il digiuno nazionale e la
grande riunione di preghiera (vv. 3-13) portano la risposta di Dio tramite una profezia (vv.
Panorama dell’Antico Testamento
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14-17: Iaaziel non sembra essere un profeta “professionale”). Come nella liberazione
dall’Egitto (Es. 14:15), Dio stesso combatterà per i Suo popolo (v.17). Così l’esercito è
preceduto dai cantanti e dai musicisti che celebrano le lodi di Dio (18-22), e Dio fa sì che i
nemici si distruggono reciprocamente (vv. 22-23). Il capitolo contiene importanti principi
per il nostro combattimento spirituale.
6.10 Acazia, re d’Israele e le sue relazioni con Giosafat: 1° Re 22:41-54; 2° Cron.
20:31 - 21:1
Le due versioni differiscono: secondo Re, Giosafat rifiuta la partecipazione di Israele nella
sua tentata impresa commerciale, mentre in Cronache l’accetta e ne viene biasimato.
Comunque l’impresa fallisce. Forse in Re il riferimento è a un progetto di ripetere il
tentativo.
7. ELISEO E LA RIBELLIONE DI IEU: 2° Re 1 - 11, 2° Cronache 21 - 23
7.1 Acazia re di Israele: 1° Re 22:52-54, 2° Re 1
I “due anni” del regno (22:52) sono in realtà poco più di un anno: cfr. il v.52 con 2° Re
3:1. 2° Re 1:1: per la ribellione dei Moabiti, vedi cap. 3. V. 2: la forma originale del nome
è probabilmente “Baal-zebul” (“principe Baal”, cfr. Mc. 3:22 ecc.), anziché “Baal-zebub”
(“Signore mosca” o “delle mosche”). Il nome si trova solo qui nell’A.T. V. 8: per la
descrizione di Elia, cfr. Giovanni Battista (Mt. 3:4).
Vv. 9-16: certamente Acazia voleva uccidere Elia, ma Dio risponde all’ordine perentorio
dei primi due capitani, servi del re idolatra, schierandosi a favore del suo servo. Il terzo
capitano adotta un atteggiamento più umile e rispettoso, ed Elia fa quindi
spontaneamente ciò che non avevano potuto costringerlo a fare. Acazia muore senza figli
ed è sostituito dal fratello minore Ieoram (v.17, 3:1). La cronologia qui presenta dei
problemi: secondo 3:1 Ieoram comincia a regnare l’anno 18° di Giosafat di Giuda, il quale
regnò 25 anni (1° Re 22:42), e nel cap. 3 i due vanno a guerra insieme. È probabile che
qui si fa riferimento ad una co-reggenza di Ieoram di Giuda col padre.
7.2 Rapimento di Elia e successione di Eliseo: 2° Re 2
Vv. 3,5: Dio ha fatto conoscere il suo piano non solo ad Elia, ma anche ad Eliseo e ai “figli
dei profeti”. I vari tentativi di Elia di lasciare indietro Eliseo costituiscono una prova della
sua determinazione. V. 8: di nuovo Elia fa eco, seppure “in piccolo”, alla carriera di Mosè
(Es. 14:21).
V. 9: la “parte doppia” spettava al primogenito, quindi Eliseo chiede di essere riconosciuto
come legittimo erede di Elia: infatti ripete poi gran parte degli stessi miracoli. V. 12: le
stesse parole furono ripetute da Joas alla morte di Eliseo (13:14), e probabilmente
significano che il profeta valeva di più per Israele che tutti i suoi carri e cavalieri. V. 14: la
prima prova che Dio è con lui come era stato con Elia.
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Vv. 15-18: altro parallelo con Mosè, il quale però era morto (Deut. 34:6). Qui è di nuovo
suggerito che già altre volte Elia fosse stato rapito dallo Spirito e ritrovato a distanza (cfr.
1° Re 18:12). Vv. 19-22: ricordiamo che Gerico era stata per secoli disabitata, e solo da
poco è stata ricostruita (1° Re 16:34). Vv. 23-25: suscita qualche perplessità questo
episodio, anche se nessuno aveva il diritto di beffarsi del servo di Jahweh. Il termine
tradotto “ragazzini” (NRiv.) può significare ugualmente “giovanotti” (cfr. NDiod.)
7.3 Guerra di Ieoram e di Giosafat contro i Moabiti: 2° Re 3
Mesa re di Moab (v. 4) è l’autore della “Stele Moabita” che parla dal suo punto di vista
della guerra di cui questa spedizione è un episodio. Questa iscrizione dice in parte: “Omri
re d’Israele umiliò Moab per molto tempo, perché Chemos (il dio moabita) si era adirato
contro il suo paese. Suo figlio gli succedette e disse anch’egli: «Umilierò Moab». Ai miei
tempi egli parlò così, ma io ho trionfato su lui e sulla sua casa, mentre Israele è perito
per sempre! Omri infatti aveva occupato la terra di Medeba (nella parte settentrionale di
Moab, N.d.R.) e Israele ha dimorato là ai suoi tempi e per la metà del tempo di suo figlio,
quarant’anni; ma ai miei tempi vi abitò Chemos”.
Moab era stato soggetto ad Israele ai tempi di Davide e di Salomone (2° Sam. 8:2,12), poi
si era ribellato fino al regno di Omri. Durante l’ultima parte del regno di Acab, questi era
impegnato nelle guerre contro la Siria, per cui può darsi che in quel periodo Moab abbia
reclamato l’indipendenza, mentre Israele la contestava, e che la questione si risolva solo
ora. Di nuovo Giosafat si compromette aiutando i re di Israele, anche se Ieoram era meno
cattivo del padre e del fratello (vv. 2-3).
Vv. 8-9: Edom si trova a Sud di Moab, per cui dovettero passare per il deserto. Anche il re
di Edom si unisce all’alleanza. Vv. 10,13: evidentemente Ieoram teme il giudizio di Dio,
anche se la sua religione è un compromesso. V. 11: solo quando si trovano in difficoltà,
questa volta, Giosafat pensa di consultare un profeta di Jahweh. È interessante il fatto che
Eliseo richieda lo stimolo della musica per profetizzare (v. 15).
Dio compie il miracolo fornendo all’esercito acqua potabile (vv. 16-20), e promette anche
la vittoria sui Moabiti. Questa però è solo parziale (Chir-Areset, v.25, è la città più
meridionale di Moab), e gli invasori si ritirano alla tremenda vista del sacrificio umano
offerto dal re Mesa (v. 27).
7.4 Miracoli di Eliseo: 2° Re 4:1 - 6:23
1) L’olio della vedova (4:1-7). A differenza del miracolo di Elia (1° Re 17), il profeta non ha qui alcun interesse personale. Notiamo che la quantità della provvidenza divina era limitata solo dalla fede della donna nel procurarsi i vasi!
2) Resurrezione del figlio della Sunamita (4:8-37). Sunem è un paesino a pochi km. al nord dai Izreel. In tutto quest’episodio la donna è chiaramente la protagonista; il marito ha un ruolo di poco rilievo. Ella ricorda le donne benestanti che sostenevano il ministero di Gesù (Lc. 8:2-3). È significativo che la coppia notava il carattere di Eliseo semplicemente dal modo in cui mangiava da loro quando lo ospitavano (v.9). V. 16:
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cfr. Gen. 18:10. Vv. 19-20: i sintomi sembrano quelli di un emorragia cerebrale. V. 27: è notevole che Eliseo si meraviglia che Dio non gli ha detto nulla: si aspettava di saperlo se qualcuno dei suoi amici era nel bisogno! Vv. 33-35: somiglia molto al miracolo del figlio della vedova di Sarepta (1° Re 17:20-22).
3) La minestra risanata e la moltiplicazione del pane (4:38-44). La carestia è probabilmente la stessa di 8:1. Le primizie (v.42) dovevano essere date ai sacerdoti, ma data la corruzione del sacerdozio in Israele, l’uomo preferisce portare la sua offerta alla scuola dei profeti.
4) La guarigione di Naaman (cap. 5). “Il SIGNORE aveva reso vittoriosa la Siria” (v. 1): Dio è sovrano anche sulle nazioni pagane; ma è probabile che il riferimento sia particolarmente alle guerre con Israele. Vv. 2-4: non tutti gli Israeliti erano caduti nell’idolatria. Vv. 6-7: c’è qualcosa di comico nel malinteso. V. 13: prevale il saggio consiglio dei servi di Naaman. V. 16: la dignità dell’uomo di Dio fa contrasto con Balaam (Num. 22), e con certi personaggi moderni. Vv. 17-19: è evidente la conversione di Naaman alla fede in Jahweh, dalla quale ha capito anche la natura esclusiva. La sua posizione però gli impone la partecipazione a riti in cui non crede più. Notiamo che Eliseo non gli dice di rimanere in Israele, che non era un ambiente più sano! Ghehazi (vv. 20-27) probabilmente sarebbe potuto diventare il successore di Eliseo, come questo era di Elia; ma è motivato da altri valori e fa una brutta fine.
5) La scure galleggiante (6:1-7). Notiamo che la “scuola dei profeti” aveva una propria sede fissa (v.1). Come in altri casi, Eliseo usa un oggetto nell’esecuzione del miracolo.
6) Cattura della spedizione siriana (6:8-23). Dio si fa conoscere anche al re di Siria (vv. 8-12). Vv. 16-17: un raro sguardo sulla realtà dell’invisibile esercito angelico che circonda i servi di Dio (cfr. Sal. 34:7). I Siriani riconoscono l’inutilità di combattere contro le armi soprannaturali che difendono Eliseo e, indirettamente, il territorio israelita (v. 23).
7.5 L’assedio di Samaria: 2° Re 6:24 - 7:20
La sconfitta di Israele in questo capitolo è l’adempimento della profezia di 1° Re 20:42.
V. 25: l’asino era un animale impuro (Lev. 11:3); “sterco di colombi” è probabilmente il
nome popolare di un’erba selvatica. Vv. 26-30: questo cannibalismo, segno dell’estremità
della carestia, era stato predetto in Deut. 28:53-55, e si ripeté ancora durante gli assedi
di Gerusalemme da parte dei Babilonesi (Lam. 2:20, 4:10) e dei Romani nel 70 d.C.
(Giuseppe Flavio, Guerre 6:3-4).
V. 31: non è chiaro perché il re ce l’ha con Eliseo: o perché l’aveva esortato a resistere ai
Siriani, promettendo una liberazione, o perché lo riteneva responsabile delle sciagure di
Israele (cfr. 1° Re 18:17, ecc.).
7:2: l’incredulità (comprensibile) del capitano viene punita (vv. 17-20).
7.6 Ricorso della Sunamita: 2° Re 8:1-6
Non sappiamo l’epoca di questo fatto, né della carestia del v. 1.
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7.7 Azael diventa re di Siria: 2° Re 8:7-15
Eliseo si reca a Damasco, nonostante i precedenti tentativi dei Siriani di catturarlo (6:13).
V. 13: Elia aveva avuto l’ordine di ungere Azael come futuro re di Siria (1° Re 19:15):
evidentemente aveva trasmesso questo compito ad Eliseo. Dio innalza Azael come
strumento per punire Israele (v.12).
7.8 Ioram re di Giuda: 2° Re 8:16-24; 2° Cron. 21:2-20
Nota bene: in questo periodo gli stessi nomi si ripetono nelle dinastie reali di Israele e di
Giuda (presumibilmente a causa della parentela tra loro): non bisogna dunque
confondersi. Il racconto di Cron. è qui più dettagliato: riferisce l’assassinio dei fratelli di
Ieoram (vv. 2-4), la lettera di Elia (vv. 12-15) – il quale era già scomparso (cfr. 2° Re 3:11)
e deve averla lasciata in previsione di questi eventi – l’invasione filistea e araba (vv. 16-
18) e la sua malattia finale (forse un cancro?), vv. 18-19.
7.9 Acazia re di Giuda: 2° Re 8:25-29; 2° Cron. 22:1-6
Questo re è fortemente legato allo zio Ieoram di Israele. Si vede che Ramot di Galaad è
ancora contestata tra Siria e Israele: cfr. 1° Re 22:29.
7.10 Ribellione di Ieu: 2° Re 9:1-10:17; 2° Cron. 22:7-9
Il compito di ungere Ieu, dato ad Elia e da lui passato ad Eliseo, è ora delegato da questo
a un discepolo. Il racconto della congiura di Ieu e dell’assassinio dei due re (2° Re) è
molto vivace. Forse il v.20 ci dà un’idea del carattere impulsivo e violento di Ieu. Si
compiono finalmente le profezie di Elia contro il casato di Acab (1° Re 21); anche Acazia
di Giuda e i suoi cugini, essendo nipoti di Acab, sono compresi nella strage (2° Cron.
22:8-9, 2° Re 10:12-14). I discendenti di Ionadab (vv. 15-17) sono nominati in Ger. 35.
7.11 Massacro degli adoratori di Baal; sommario del regno di Ieu: 2° Re 10:18-36
Con molta astuzia, Ieu trova il modo di riunire e di sterminare gli adoratori di Baal (vv.
18-27). Ma la sua riforma del culto non si estende fino ad eliminare i vitelli d’oro (vv.
29,31). Da ora comincia il declino definitivo di Israele (vv. 32-33).
7.12 Atalia regina di Giuda: 2° Re 11; 2° Cron. 22:10 - 23:21
La regina madre Atalia (figlia di Acab e Izebel) afferra il potere e, come aveva fatto il
marito Ieoram alla sua successione (2° Cron. 21:2-4), elimina tutti i possibili rivali, in
questo caso i suoi stessi nipoti (vv. 1-3). Si salva solo il neonato Ioas, trafugato dalla zia,
sposata con un sacerdote (2° Cron. 22:11), che viene poi educato da uno dei sacerdoti di
Jahweh. È questo Ieoiada che capeggia poi la congiura contro l’usurpatrice (2° Re 11:4, 2°
Cron. 23:1). Cronache qui aggiunge alcuni dettagli, specialmente per gli aspetti che
riguardano il culto e i nomi dei cospiratori. V. 17 (2° Cron. v 16): dopo l’interruzione della
dinastia davidica, viene rinnovato il patto tra Dio, il re e il popolo.
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8. GLI ULTIMI RE DI ISRAELE: 2° Re 12 - 18:12, 2° Cronache 24 - 28
8.1 Ioas re di Giuda e il restauro del Tempio: 2° Re 12; 2° Cronache 24
Questo re dimostra un carattere debole: si fa guidare dallo zio, il sacerdote Ieoiada, non
solo durante la fanciullezza (diventa re a soli 7 anni, 24:1) ma anche da adulto; dopo la
morte di lui, si fa influenzare da altri (24:17-19).
La “tassa” pagata dagli Israeliti fu stabilita in misura di mezzo siclo a testa in occasione
dei censimenti (Es. 30:11-16, cfr. Mt. 17:24), e fu destinata al “servizio della tenda del
convegno”. Oltre a questo si raccoglievano offerte volontarie (cfr. Es. 35, 36; Mc. 12:41-
44). Si vede però che i sacerdoti ereditari erano corrotti e disonesti, perché per parecchi
anni non ne fecero nulla (12:6, 24:5) e infine l’amministrazione viene tolta a loro e
affidata ai servi del re (12:10-11, 24:11-12).
Solo Cron. riferisce l’apostasia di Ioas e la profezia e l’uccisione di Zaccaria (24:17-22).
Quest’ultimo è menzionato da Gesù in Mt. 23:35, Lc. 11:51 come l’ultimo martire
dell’A.T. (evidentemente ultimo nel testo ebraico, non in ordine cronologico).
L’invasione di Azael di Siria è raccontata diversamente nei due libri, sebbene le due
versioni non siano incompatibili: la sconfitta dell’esercito (Cron.) può aver preceduto il
tributo dato a Azael (Re) o viceversa. In quest’ultima azione, Ioas segue il cattivo esempio
di Asa (1° Re 15). Anche la congiura contro di lui e il suo assassinio sono raccontati
diversamente.
8.2 Ioacaz e Ioas, re d’Israele: 2° Re 13:1-13
Come predetto da Dio ad Elia (1° Re 19:17) ed Eliseo (2° Re 8:12), Azael opprime Israele,
riducendolo in condizioni precarie.
8.3 Morte di Eliseo: 2° Re 13:14-25
Il ministero di Eliseo è durato circa 60 anni, per cui deve avere ora 80-90 anni. L’ultima
sua profezia è data sotto forma di azione simbolica. La scarsa decisione mostrata da Ioas
nel seguire le sue istruzioni (v. 18) limita la vittoria che sarà ottenuta.
Il miracolo della tomba di Eliseo (vv. 20-21) è significativo per la luce che può gettare sul
culto delle tombe dei martiri nel cristianesimo dei primi secoli. Il v.23 indica che questo
brano fu scritto già prima della caduta di Samaria (722 a.C.).
8.4 Amasia re di Giuda: 2° Re 14:1-22; 2° Cron. 25
Secondo le promesse di Dio a Davide e Salomone, l’assassinio di Ioas non porta a
un’usurpazione del trono, come invece è successo più volte in Israele.
La guerra contro Edom è raccontata più dettagliatamente in Cron. (vv. 5-13) che non in Re
(v.7). Dio non benedice il ricorso all’appoggio degli ingiusti (2° Cron. 25:7): è meglio
rinunciare al cattivo investimento già fatto (v.9). Per il trattamento riservato agli Edomiti
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prigionieri (v.12), cfr. Amos 1:11, pronunciato non molto tempo dopo. Solo Cron. parla
dell’idolatria di Amasia (vv. 14-16).
L’episodio precedente (v.13) spiega le origini della guerra tra Giuda e Israele (Re vv. 8-14,
Cron. vv. 17-24). Israele stabilisce così il suo dominio su Giuda per i prossimi anni. Anche
Amasia, come il padre, finisce assassinato.
8.5 Geroboamo II, re d’Israele: 2° Re 14:23-29
Nonostante la sua infedeltà, questo re riesce a riconquistare il territorio perduto alla Siria
(vv. 25-27). È significativo il riferimento al profeta Giona, del quale alcuni studiosi
vorrebbero negare la storicità (cfr. Giona 1:1). Altri profeti del periodo furono Amos (1:1),
Osea (1:1) e Isaia, le cui profezie riflettono la prosperità e la presunzione del regno
settentrionale in questo periodo storico (cfr. ad es. Is. 28).
8.6 Azaria (Uzzia), re di Giuda: 2° Re 15:1-7; 2° Cron. 26
Questo lunghissimo regno (52 anni) comprenderebbe 23 anni di co-reggenza col padre (il
che aiuta a spiegare la continuità della dinastia); viene comunque liquidato in pochi vv. in
Re. In Cron. troviamo maggiori dettagli. Il profeta Zaccaria (v.5) potrebbe essere un
nipote di quello del cap. 24. È un periodo di rinnovata prosperità e potere: la
rifortificazione di Gerusalemme (vv. 9,15) implica l’indipendenza dal dominio di Israele
(cfr. 25:23). Cron. racconta anche le circostanze in cui Uzzia è colpito dalla lebbra (18-
21), riferito come fatto nudo in Re (v.5).
8.7 Zaccaria, Shallum, Menaem, Pecachia e Peca, re di Israele: 2° Re 15:8-31
In Israele c’è un altro periodo di caos e di guerre civili, terminato dal regno relativamente
stabile del re Peca. Questo fa alleanza con la Siria contro Giuda (16:5, Is. 7:1). L’invasione
degli Assiri, i quali portano in cattività buona parte degli Israeliti (v. 29) – profetizzato in
Is. capp. 8-9 – avviene dietro una richiesta di aiuto da parte di Achaz di Giuda (16:8-9).
Sembra che Pul (v. 19) e Tiglat-Pileser (v. 29) siano due nomi dello stesso re assiro. Tiglat-
Pileser scrive nei suoi annali di aver deportato gli abitanti di Bit-Humria (“casa di Omri”) e
il suo re Peqaha, nominando Ausi (Hosea) al suo posto.
8.8 Iotam re di Giuda: 2° Re 15:32-38; 2° Cron. 27
In aggiunta al breve racconto di 2° Re, Cron. descrive i lavori di fortificazione di
Gerusalemme e la vittoriosa guerra contro Ammon (vv. 3-6).
8.9 Acaz re di Giuda: 2° Re 16; 2° Cron. 28
Si verifica un nuovo periodo di apostasia in Giuda. Cronache aggiunge molti dettagli della
vittoria siro-efraimita su Giuda e il trattamento dei prigionieri (vv. 5-15): si vede che
anche in Israele c’era ancora una rimanenza di gente che adorava e temeva Jahweh.
Aggiunge anche le sconfitte di Giuda da parte degli Edomiti, dei Filistei e degli stessi
Panorama dell’Antico Testamento
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Assiri (vv. 17-20). 2° Re invece descrive nei dettagli le innovazioni nel culto introdotte da
Acaz sul modello del tempio pagano di Damasco (vv. 10-18, cfr. Cron. vv. 22-25).
8.10 Osea re di Israele. Distruzione ed esilio di Israele: 2° Re 17, 18:9-12
Già vassallo dell’Assiria, Osea si ribella e ne paga le conseguenze. Gli Israeliti vengono
deportati e, com’era usanza degli Assiri, divisi in piccoli gruppi per far loro perdere
l’identità etnica e culturale. Analogamente, essi importano membri di altre popolazioni ad
abitare Israele, i quali portano con sé i loro culti pagani, ma nello stesso tempo adottano
il culto locale di Jahweh (sincretismo), vv. 25-33. I loro discendenti sono i “Samaritani” del
N.T. Di tutto questo Re dà una spiegazione teologica: si tratta della punizione divina della
continuata infedeltà di Israele.
9. GLI ULTIMI RE DI GIUDA: 2° Re 18 - 25, 2° Cronache 29 - 36
9.1 Ezechia. Il culto ripristinato: 2° Re 18:1-8; 2° Cron. capp. 29 - 31
Ezechia, come Giosia, è un re “buono”, e il regno di Giuda scampa alla distruzione che
durante il suo regno si abbatte su Samaria e che minaccia pure Gerusalemme (Is. 36 - 37).
2° Re 18:4: è particolarmente notevole la distruzione del serpente di rame, perché illustra
la differenza tra un legittimo veicolo di fede (al tempo di Mosè) e un oggetto di culto
idolatrico (al tempo di Ezechia): tutto sta negli atteggiamenti degli adoratori.
2° Cronache racconta nei dettagli quello che in 2° Re è solo accennato. Ezechia comincia
ad agire subito (29:3), non lasciandosi trattenere da ciò che è giusto da un esagerato
rispetto per la memoria del padre. Per la chiusura delle porte del Tempio (vv. 3,7) vedi
28:24; per i cambiamenti nel cortile, 2° Re 16:10-18. La riconsacrazione del Tempio ha
luogo nel periodo in cui si sarebbe dovuto celebrare la Pasqua (vv. 17,20, cfr. Lev. 23:5-6
e 30:2-3). Vv. 24-30: si noti il ripristino anche della musica davidica, v.32: il numero
relativamente piccolo degli olocausti può riflettere una cattiva condizione spirituale del
popolo, ma anche la sua povertà materiale (cfr. cap. 28). V. 34: il sommo sacerdote Uria
aveva cooperato attivamente con le innovazioni pagane di Acaz (2° Re 16:11).
La celebrazione della Pasqua (2° Cron. 30) è spostata dal 1° al 2° mese (cfr. Num. 9:10-
11): si vede da questo che i dettagli delle leggi cerimoniali hanno solo un’importanza
relativa (cfr. anche i vv. 17-20). L’invito rivolto anche ad Israele (vv. 1, 5-11) rappresenta
l’ultima occasione di ravvedimento offerto da Dio alle tribù settentrionali (ricordiamo che
il 1° anno del suo regno è appena 6 anni prima della caduta di Samaria), accolta però solo
da pochi. La festa viene prolungata per il doppio del tempo normale (v. 23). Si tratta
chiaramente di un momento di risveglio spirituale (vv. 26-27), e un risultato è, come
sempre in tali periodi, un rinnovo della pratica delle decime e delle offerte (cap. 31).
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9.2 Invasione degli Assiri: 2° Re 18:13 - 19:37; 2° Cron. 32:1-23 (e Isaia capp. 36 -
37)
Ci sono dei problemi nel capire l’esatta cronologia di questi avvenimenti.
2° Re 18:14-16 combacia sostanzialmente con un documento di Sennacherib in cui
descrive questa invasione, dicendo di aver assediato 46 città fortificate, preso 200.150
prigionieri e “chiuso Ezechia in Gerusalemme come un uccello in gabbia”, e di aver
ricevuto da lui in tributo “30 talenti d’oro, 800 talenti d’argento più tante altre cose”.
2° Re 18:17 - 19:37 riproduce con piccole varianti Is. 36 e 37, da cui fu presumibilmente
preso. Cronache invece aggiunge altre informazioni sui preparativi di Ezechia all’assedio
(vv. 1-8), ma omette tutto il dettaglio della preghiera di Ezechia e di Isaia e delle profezie
di quest’ultimo (2° Re 19:1-34).
9.3 Malattia e guarigione di Ezechia e l’ambasciata babilonese: 2° Re 20; 2° Cron.
32:24-33
(e Isaia 38)
La guarigione di Ezechia in risposta alla preghiera, accompagnata da uno dei miracoli più
straordinari di tutta la Bibbia (vv. 8-11), tuttavia sembra non essere stata nella perfetta
volontà di Dio. Infatti fu durante i 15 anni aggiunti alla sua vita (v. 6) che gli nacque il
figlio Manasse (21:1), il peggiore di tutti i re di Giuda, che disfece tutto il bene che il
padre aveva fatto. Anche la sua reazione alla profezia di 2° Re 20:17-18 è alquanto
miope. Ricordiamo che in questo periodo la Babilonia non era ancora la potenza regionale
dominante, sebbene si stesse già ribellando al dominio assiro.
9.4 Manasse: 2° Re 21:1-18; 2° Cron. 33:1-20
È il regno più lungo di tutta la storia di Giuda. Politicamente è un periodo di tranquillità e
di prosperità sotto il dominio degli Assiri, che in questo periodo arrivano anche a
dominare sull’Egitto. Ma sul piano religioso è un periodo buio. Non conosciamo il nome
dei profeti che profetizzarono contro di lui (v.10): nessuno dei profeti canonici era attivo
durante il suo regno. V. 16: secondo una tradizione, Manasse uccise anche il profeta
Isaia, facendolo segare in due (cfr. Ebr. 11:37).
Solo Cronache (vv. 11-17) parla della sua prigionia e il suo ravvedimento, e delle
conseguenti riforme nel culto. Sembra che Manasse sia stato in qualche modo coinvolto
nella tentata ribellione contro Assurbanipal a favore di suo fratello, viceré a Babilonia (cfr.
v. 11). Vv. 18-19: la “preghiera di Manasse” inclusa tra i libri apocrifi non è generalmente
considerata autentica.
9.5 Amon: 2° Re 21:19-25; 2° Cron. 33:21-25
Questo breve regno (due anni) segna un ritorno all’idolatria. Amon è assassinato e
diventa re al suo posto il figlio Giosia, ancora bambino.
Panorama dell’Antico Testamento
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9.6 Giosia e la riscoperta della legge: 2° Re 22 - 23:30; 2° Cron. 34 - 35
Cronache riferisce che Giosia “cominciò a cercare il SIGNORE” all’età di 16 anni, e a 20 ad
attuare le prime riforme (vv. 3-7). Fa restaurare il Tempio, e durante i lavori viene
ritrovato il rotolo della Legge (probabilmente il solo Deuteronomio, visto che viene letto
tutto due volte nello stesso giorno), la cui stessa esistenza sembra essere stata del tutto
dimenticata. La profezia di Culda (notiamo la presenza di profetesse anche in questo
periodo) è molto simile a tante altre profezie di giudizio rinviato.
2° Re (23:4-20) scende molto più nel dettaglio sull’eliminazione dell’idolatria e la
distruzione dell’altare di Betel profetizzata 300 anni prima (vv. 15-18). L’ordine degli
eventi sembra essere diverso in Re e in Cron.
La celebrazione della Pasqua (23:21-23) è descritta come un fatto unico (v.22), forse
perché quella al tempo di Ezechia era stata fatta fuori tempo; è raccontato nel dettaglio in
2° Cron. cap. 35. Sembra che i sacerdoti e i Leviti ormai svolgono un ruolo maggiore che
ai tempi primitivi, quando ogni famiglia immolava il proprio agnello.
2° Re comunque torna a ribadire le minacce del giudizio divino a causa dei peccati
accumulati di Giuda, specialmente ai tempi di Manasse (vv. 26-27).
La morte di Giosia nella battaglia di Carchemis (609 a.C.) è riferita più dettagliatamente
in Cronache. Di nuovo vediamo Giuda coinvolto in alleanze e lotte tra gli imperi
confinanti, anche se non è molto chiaro in quale modo. La parola “morto” (2° Re 23:30)
può essere tradotta anche “morente”, il che accorderebbe meglio con Cronache. Il
lamento di Geremia per Giosia (2° Cron. 35:25) non ci è pervenuto: ovviamente non
c’entra il libro di Lamentazioni.
9.7 Ioacaz, Ioiachim e l’invasione babilonese: 2° Re 23:31 - 24:7; 2° Cron. 36:1-8
L’intervento di Giosia a favore dei nemici d’Egitto comporta l’invasione da parte del
vittorioso esercito egiziano. Il giovane Ioacaz, la scelta popolare, viene deposto e muore
prigioniero in Egitto, ed è sostituito dal fratello maggiore Eliachim (Ioiachim), re vassallo
d’Egitto. Entrambi però sono re “cattivi”. Ma ora Giuda è invaso da Oriente dai Babilonesi
sotto Nabucadonosor, che a loro volta l’assoggettano; poi si ribella contro la Babilonia,
cercando l’appoggio dell’Egitto. È in questo periodo che si svolge il ministero del profeta
Geremia.
9.8 Ioiachin e la cattura di Gerusalemme: 2° Re 24: 8-17; 2° Cron. 36:9-10
Dopo appena tre mesi di regno Ioiachin si arrende all’esercito babilonese che ha
assediato Gerusalemme, ed è portato in esilio insieme con i più influenti del popolo. È in
questa occasione che Daniele e i suoi compagni sono portati in Babilonia, come anche
Ezechiele, che comincia a svolgere il suo ministero fra questi esuli. I Babilonesi installano
come re-vassallo un terzo figlio di Giosia, Mattania, cui danno il nome Sedechia.
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9.9 Sedechia e l’esilio finale: 2° Re 24:18 – 25:30; 2° Cron. 36:11-21
Questa sezione di Re (riassunta in Cronache) è presa interamente da Ger. capp. 52 e 39 -
41. Sedechia si ribella di nuovo contro Babilonia, e dopo un lungo assedio Gerusalemme
è presa e distrutta. Sedechia viene accecato e portato in cattività, e i suoi figli e tutti i
principali ufficiali uccisi. Ghedalia, stabilito come governatore, viene assassinato, e
un’altra parte dei Giudei fugge in Egitto, trascinando con sé anche Geremia (Ger. 43).
Questi avvenimenti sono raccontati più dettagliatamente nel libro di Geremia.
10. IL LIBRO DI ESDRA
10.1 Introduzione
Il libro di Esdra forma un tutt’uno con Cronache, come dimostra la ripetizione testuale
degli ultimi vv. di 2° Cron. all’inizio di Esdra. Insieme al libro di Neemia, racconta il
ritorno di una parte dei Giudei, in più occasioni, dall’esilio babilonese; la ricostruzione del
Tempio e delle mura di Gerusalemme; e alcune riforme religiose. Questi libri sono
importanti perché illustrano le radici storiche del Giudaismo quale lo troviamo ai tempi
del N.T., mentre sul piano spirituale, sono libri che parlano della “restaurazione”.
Il contesto storico è nell’Impero Medo-Persiano, che conquistò e rimpiazzò quello
babilonese nel 539 a.C. (cfr. Dan. 5:30-31, dove “Dario il Medo” è un altro nome di Ciro,
oppure quello di un governatore da lui stabilito a Babilonia). Il libro racconta episodi
avvenuti durante oltre un secolo di storia. I re persiani in questo periodo, ai quali bisogna
riferirsi per stabilire le date, sono:
559-530 Ciro
530-522 Cambise
522-486 Dario I
486-465 Serse I (Assuero)
465-424 Artaserse I
424-423 Serse II
423-404 Dario II (Noto)
404-358 Artaserse II (Mnemon)
Autore: Tradizionalmente si è attribuito tutta l’opera Cronache/Esdra a Esdra stesso.
L’ultima parte del libro è scritta in prima persona, ma non c’è modo di sapere se queste
memorie di Esdra furono incluse successivamente nell’opera redatta poi da un altro.
Accanto alla versione greca di Esdra dei LXX esiste un altro libro, più lungo, che contiene
gli ultimi due capp. di 2° Cron., tutto Esdra e Neh. 7:73b - 8:12, il tutto però in una
traduzione molto libera. Questo è incluso nella Vulgata con il titolo di “3° Esdra” (“1° e 2°
Esdra” sono i nostri Esdra e Neemia).
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10.2 Il primo ritorno al tempo di Ciro: capp. 1-2
Il “primo anno di Ciro” è il suo primo come re sulla Babilonia. Uno dei primi atti di Ciro fu
di consentire il ritorno delle popolazioni deportate dai Babilonesi e il ripristino delle
religioni nazionali. Il v. 2 non implica che Ciro sia diventato un adoratore di Jahweh:
abbiamo altri documenti in cui parla in termini simili degli dèi di altre nazioni del suo
impero. Questo intervento di Ciro era stato comunque profetizzato molto tempo prima –
anzi, molto prima dell’esilio – da Isaia (44:28, 45:13).
La “profezia di Geremia” (1:1) è in Ger. 25:11-14, 29:10. I 70 anni devono essere calcolati
dall’inizio del dominio babilonese, ai tempi di Ioiachim (2° Re 24:11). Notiamo (v. 6) che
solo una piccola parte dei Giudei ritorna in questo primo tempo.
La medesima lista dei reduci (cap. 2) si trova con qualche variante in Neemia 7:6-73.
Zorobabel era nipote del re Ioiachin e un antenato di Giuseppe, “padre” di Gesù (Mt.
1:12); secondo Aggeo 1:1 fu stabilito come governatore della Giudea. Iesua (o Giosuè,
Ag. 1:1 ecc.), sommo sacerdote, era nipote di Seraia, che ricopriva questa carica prima
dell’esilio (2° Re 25:18). Neemia (2:2) ovviamente non è quello dell’omonimo libro, che è
vissuto 100 anni più tardi. È notevole tra questi reduci il gran numero di sacerdoti (4.289,
vv. 36-39), e viceversa l’esiguo numero dei Leviti (soli 341, vv. 40-42).
10.3 L’altare e le fondamenta del Tempio: cap. 3
Si dà subito priorità al ripristino del culto, il cui abbandono era stata la causa dell’esilio.
Si segue il modello della costruzione del primo tempio (v. 7). Nella festa per la posa del
fondamento (vv. 10-13), notiamo ancora il posto del canto e della musica.
10.4 Opposizioni alla ricostruzione: cap. 4
I “nemici” o “abitanti del paese” (cfr. 3:3) sono di origine pagana e religione sincretista,
antenati dei Samaritani del N.T. (Gerusalemme faceva parte ora della provincia Samaria),
e si offendono dell’“esclusivismo” dei Giudei.
I vv. 6-24 raccontano di opposizioni al tempo di Assuero (Serse I), circa 50 anni più tardi,
e di Artaserse I, 100 anni più tardi, e qui interrompono l’ordine cronologico. Il tempio era
stata completato nel frattempo (515 a.C.), e i lavori cui ci si riferisce sono quelli di
ricostruzione e fortificazione della città, completati poi da Neemia. La sezione che va da
4:8 a 6:18 è scritta in Aramaico, lingua ufficiale dell’Impero in cui furono scritte le lettere
riportate.
10.5 Completamento del Tempio: capp. 5-6
Nel 520 a.C. (Ag. 1:1, Zacc. 1:1), sotto l’impulso di questi due profeti, si riprendono i
lavori, e Dario dà la sua approvazione e sostegno ufficiale. Tattenai è menzionato in altri
documenti contemporanei come governatore della provincia di Eufratia. Il tempio viene
completato e inaugurato con la festa della Pasqua.
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10.6 Esdra a Gerusalemme: capp. 7-10
Il ritorno di un altro gruppo di esuli capeggiato da Esdra, sacerdote ed esperto della
Legge, avviene, secondo il testo, nel 458 a.C. (7:7,8). Ma, nonostante lo specifico incarico
ricevuto dal re Artaserse di istruire i Giudei nella Legge (7:25), sembra che la prima
lettura pubblica di questa avviene solo dopo l’arrivo di Neemia (Neh. 8), cioè 14 anni più
tardi. Perciò alcuni studiosi ritengono che ci sia un errore nella data e che Esdra sia
venuto solo nel 428, durante la seconda visita di Neemia.
Dei 60 anni intercorsi tra il cap. 6 e il cap. 7 sappiamo poco, a meno che il libro di
Malachia non sia da attribuire a questo periodo.
Il viaggio, della durata di 4 mesi (7:8-9), è raccontato nel dettaglio in 8:15-36.
I capp. 9 - 10 trattano la risoluzione del problema dei matrimoni misti, questione che
riguardava non solo l’ubbidienza alla legge di Dio, ma la stessa sopravvivenza degli Ebrei
come popolo. La preghiera d’intercessione di Esdra (9:6-15) è nella grande tradizione
degli intercessori, a partire da Mosè (Es. 32, Deut. 9) che si identificano con il peccato del
popolo anziché condannarlo “dall’alto in basso”. Il popolo si ravvede, decide di porre
rimedio alla situazione (cap. 10), e rinnova il patto di ubbidienza alla legge di Dio (10:3-
5).
11. IL LIBRO DI NEEMIA
11.1 Introduzione
Il libro di Neemia è scritto in prima persona e racconta la parte svolta dal suo autore nella
ricostruzione di Gerusalemme negli anni 445-433 a.C., durante il regno di Artaserse I
(come è confermato da un documento contemporaneo che nomina Samballat governatore
della Samaria nel 407). Neemia è dunque contemporaneo di Esdra (vedi cap. 8). Neemia,
uomo di preghiera e di azione, è uno dei grandi leaders della Bibbia, una figura
corrispondente all’apostolo del N.T. Come Daniele, a motivo delle sue abilità eccezionali
è stato promosso ad un’elevata posizione sociale e politica, che sfrutta per promuovere la
causa di Dio. La sua impresa di ricostruzione delle mura di Gerusalemme può essere
interpretata come immagine dell’opera di restaurazione della Chiesa.
11.2 La preghiera di Neemia: cap. 1
Il mese di Chisleu era il nono del calendario ebraico (nov./dic.), mentre il ventesimo anno
dev’essere quello di Artaserse. Anani, fratello di Neemia (7:2), presumibilmente era
andato in viaggio a Gerusalemme, forse per una delle feste giudaiche. La preghiera
d’intercessione di Neemia è una delle grandi preghiere della Bibbia: prima egli ricorda la
grandezza e la fedeltà di Dio (v.5), poi, come Esdra e altri, si identifica con i peccati degli
Israeliti, anche di quelli morti prima del suo tempo (vv. 6-7).
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V. 11: l’azione che meditava era pericolosa: ricordiamo che Artaserse era un monarca
assoluto, e che pochi anni prima aveva fermato la ricostruzione di Gerusalemme,
considerata come una minaccia di rivolta da parte dei suoi abitanti (Esdra 4:6-23). Ma
Neemia considera il re solo come “quest’uomo”, da non paragonarsi con la grandezza di
Dio! Il coppiere del re era un ufficiale importante (cfr. Gen. 40), che aveva il compito di
assaggiare il vino in sua presenza per assicurare che non fosse avvelenato.
11.3 La richiesta ad Artaserse: 2:1-9
Il mese di Nisan e il primo del calendario ebraico (circa 4 mesi più tardi), ma siamo ancora
nel 20° anno del re. La domanda del re (v.2) non è necessariamente motivata solo dalla
gentilezza: essere tristi alla presenza del re era come un’offesa, che poteva essere punita
anche con la morte (cfr. Ester 4:11). La preghiera prolungata di 1:4 è qui seguita da una
“preghiera-freccia” (v.4b). Neemia chiede e ottiene l’appuntamento come governatore
della Giudea (5:14), ma il periodo dell’incarico iniziale da lui richiesto (v.6) può essere
stato minore dei 12 anni che poi rimase a Gerusalemme (13:6). Dai vv. 7-8 sembra che
egli abbia già pensato a tutto quello che gli occorrerà.
A differenza di Esdra, Neemia, alto ufficiale del re, viene fornito di una scorta armata (v.
9). Samballat e Tobia erano due alti ufficiali, e la loro opposizione aveva anche carattere
politico, in quanto la fortificazione di Gerusalemme avrebbe diminuito la loro influenza.
11.4 Ispezione delle mura e inizio del lavori: 2:10-20
Notiamo la grande discrezione di Neemia, che non parla con nessuno ma va a rendersi
conto personalmente della situazione. Gli scavi archeologici hanno confermato che la
parte del muro qui descritta era effettivamente quella più devastata.
11.5 Organizzazione dei lavori: cap. 3
Qui vediamo le spiccate capacità organizzative di Neemia: il lavoro è diviso in 42 settori,
assegnati ad altrettanti gruppi omogenei di cittadini, compresi i sacerdoti, vari mestieri
(v.32) e anche delle donne (v.12). Ad alcuni che finiscono presto vengono assegnati poi
altri settori supplementari.
11.6 Opposizioni alla ricostruzione: cap. 4
Gli avversari tentano di ostacolare i lavori, prima con il ridicolo e lo scoraggiamento (vv.
1-5), cui i costruttori non rispondono ma pregano Dio; poi con le minacce, con le quali
riescono a farsi appoggiare da una parte dei Giudei non coinvolti nei lavori (vv. 6-12) Gli
oppositori ormai circondano completamente Gerusalemme. Neemia risponde con l’azione
prudente e nello stesso tempo con l’incoraggiamento della fede (v. 14), promuovendo
anche l’unità (vv. 19-20).
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11.7 Riforme sociali: cap. 5
La prossima minaccia è interna: deriva dalle tensioni provocate dal divario tra le
condizioni di vita dei più poveri e quelli dei più agiati, che inoltre approfittano del loro
potere economico per sfruttarli. Il risultato delle suo riforme è una nuova gioia e unità
nazionale (v. 13). Neemia stesso dà il buon esempio, rinunciando ad alcuni suoi privilegi
di governatore per non aggravare il popolo (vv. 14-19)
11.8 Nuove opposizioni: 6:1-14
L’ultima tattica degli oppositori e di cercare di colpire il capo, Neemia: prima di
assassinarlo (vv. 1-4), poi di impaurirlo con una manipolazione propagandistica (vv. 5-
14). L’invito del falso profeta Scemaia (v.10) avrebbe screditato Neemia presso il popolo e
i sacerdoti, i soli che dovevano entrare nel santuario. Neemia non è ingannato, e
comunque preferirebbe la morte a questo sacrilegio.
11.9 L’opera compiuta: 6:15-7:3
Grazie all’efficiente organizzazione e alla determinazione di Neemia, i lavori vengono
terminati in un tempo incredibilmente breve (v.15). Impariamo qui che gli avversari
disponevano di una “quinta colonna” a Gerusalemme, in quanto Tobia era imparentato
con uno dei principali costruttori (3:4,30).
11.10 Il registro genealogico trovato da Neemia: 7:4-73
Si tratta del censimento del primo gruppo di reduci, riportato anche in Esdra 2.
11.11 Lettura pubblica della Legge: 7:73b-8:18
Sembra trattarsi di un’iniziativa popolare (v.1). La lettura è accompagnata o da una
traduzione estemporanea in aramaico, o (più probabilmente) dall’esegesi e il commento
(v.8). La reazione del popolo è di sgomento di fronte alle proprie mancanze (vv. 9-11). La
lettura della Legge è seguita da misure per metterla subito in pratica (vv. 13-17).
11.12 Il digiuno e la confessione dei peccati: capp. 9-10
La consapevolezza del peccato prodotta dalla lettura della Legge conduce a questa
iniziativa, di una giornata di digiuno e umiliazione nazionale. La confessione porta
all’adorazione (v.3). I vv. 5-37 contengono la preghiera fatta dai Leviti a nome di tutto il
popolo, simile ad alcuni Salmi (ad es. il 78). In conclusione, i Giudei rinnovano il patto
nazionale con Dio (cap. 10).
11.13 Ripopolazione di Gerusalemme: cap. 11
La lista si trova, con varianti, anche in 1° Cron. 9:2-17. Si erano ripopolate soprattutto le
campagne, perché Gerusalemme non dava più lavoro ad amministratori, ufficiali ecc.
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11.14 Sacerdoti e Leviti: 12:1-26
Sono raggruppati qui diversi documenti che riguardano queste categorie.
11.15 Dedicazione delle mura: 12:27-47
I due cori con relativi musicisti partivano da un punto a Sud della città e, procedendo in
direzioni opposte sopra le mura, si incontrarono nelle vicinanze del Tempio. Dopo la
festa si riorganizza il culto su basi più stabili e regolari.
11.16 Ultime riforme di Neemia: cap. 13
Durante l’assenza di Neemia, la Legge e il culto vengono di nuovo trascurati. Notiamo la
ricorrente minaccia dei matrimoni misti e del sincretismo (vv. 4-5, 23-28).
12. IL LIBRO DI ESTER
12.1 Introduzione
Il libro di Ester è ambientato a Susa (o Shushan), capitale invernale dell’impero persiano
(situato ancora più verso Est di Babilonia), durante il regno di Assuero, ossia Serse I (486-
465 a.C.), cioè tra la ricostruzione del Tempio a Gerusalemme e il tempo di Esdra e
Neemia. Questo è lo stesso Serse la cui invasione della Grecia fu sconfitta nella battaglia
di Salami (483-480, cioè tra il “3° anno” (1:3) e il “7° anno” (2:16) del suo regno. Il ritratto
della sua personalità che troviamo in questo libro accorda molto bene con quello dato da
Erodoto.
Il libro racconta la liberazione dei Giudei dalla minaccia dello sterminio totale, da cui ha
origine la festa ebraica di Purim (plurale della parola assira puru, “sorte”: vedi 3:7,
9:24,26), durante la quale viene letto ogni anno fino al giorno d’oggi. Per questo è noto
agli Ebrei forse più di ogni altra parte della Bibbia, e per la stessa ragione ne abbiamo più
manoscritti di qualsiasi libro dell’A.T.
Da molti studiosi moderni è considerato una favola, o tutt’al più un romanzo a sfondo
storico. Ma:
1) bisogna pure spiegare l’esistenza della festa di Purim;2) il libro dimostra una conoscenza accurata dell’ambiente della corte di Serse, che
accorda molto bene con altre fonti e con i reperti archeologici;3) nelle tavolette relative ai regni di Artaserse I e Dario II, si trova più di un centinaio di
nomi ebraici tra gli alti ufficiali dell’Impero, persino governatori di provincie (senza considerare Neemia). Questo sarebbe ben spiegato dalla posizione di influenza raggiunta da Mardocheo (10:2-3). Si è trovata anche menzione, in una tavoletta cuneiforme, di un certo Marduka, alto funzionario alla corte di Serse nei primi anni del suo regno. Ovviamente però non possiamo sapere se si tratta effettivamente dello stesso Mardocheo del nostro libro (il nome deriva dal dio babilonese Marduk; cfr. Dan. 1:7).
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Sebbene nel libro non troviamo menzione del nome di Dio, né esplicitamente della
preghiera (si parla però del digiuno di intercessione, 4:16), parla fortemente della cura e
della protezione di Dio verso il Suo popolo, e della Sua sovranità nelle vicende umane.
All’assenza della menzione esplicita di Dio hanno rimediato redattori successivi,
aggiungendo alcuni brani nella versione greca dei LXX, che si trovano nelle Bibbie di
edizione cattolica (fanno parte dei libri “apocrifi” o cosiddetti “deuterocanonici”).
12.2 Ester diventa regina: 1:1 - 2:18
Il banchetto del cap. 1 ha molte parallele nella storia antica. L’atteggiamento della regina
Vasti e la sua punizione diventano una lezione per tutto l’impero. Secondo Erodoto, la
moglie di Serse si chiamava Amestris, ma è possibile che egli ne avesse più di una (oltre
le moltissime concubine, 2:8).
12.3 Mardocheo espone una congiura: 2:19-23
Fu per una congiura simile che Serse morì alcuni anni più tardi.
12.4 Aman ottiene il decreto di sterminio contro i Giudei: cap. 3
Aman è detto “l’Agaghita” (v.1), ma, contrariamente a quanto suggerisce Giuseppe Flavio,
è poco probabile che questo significhi che sia un discendente dei vari Agag, re degli
Amalechiti (1° Sam. 15). Il rifiuto di Mardocheo di inchinarsi a lui si spiega come rifiuto di
un gesto equivalente all’adorazione (così nella “preghiera di Mardocheo” nell’Ester greco);
poiché un simile rifiuto avrebbe caratterizzato tutti i Giudei, l’orgoglio di Aman esige la
loro eliminazione.
V.7: notiamo l’uso della divinazione per determinare il giorno “propizio” per la strage. Vv.
8-9: il motivo addotto da Aman presso il re è la loro “diversità” e identità separata. La
somma offerta da Aman (v.9), se presa alla lettera, è ingente: circa 350 tonnellate
d’argento. Il re la rifiuta; ma le proprietà dei Giudei sarebbero comunque state confiscate
dallo Stato. Dando il proprio sigillo in mano a Aman, il re gli conferisce pieni poteri di
agire a nome suo (3:10).
12.5 Mardocheo chiede l’intervento di Ester. Aman cerca la sua morte: capp. 4-5
Mardocheo esprime la sua fiducia nell’intervento divino, ma ciò non esime l’uomo dalla
responsabilità umana di agire come strumento del Suo disegno (4:14). Nell’accettare di
entrare alla presenza del re senza invito, Ester avrà ricordato la sorte di Vasti che non era
andata quando fu chiamata! Ma, anche quando viene accolta con favore, si muove con
prudenza, preparando gradatamente la via per la sua richiesta (5:4), forse giocando
anche sulla curiosità umana!
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12.6 Mardocheo onorato e Aman umiliato: cap. 6
C’è una squisita ironia in questi eventi: si può immaginare la mortificazione di Aman nel
dover egli stesso precedere Mardocheo per le strade per proclamare l’onore conferitogli
dal re, proprio nel giorno in cui aveva creduto di farlo mettere a morte!
12.7 Caduta e morte di Aman: cap. 7
La fine di Aman ricorda il Sal. 9:16b: “L’empio è caduto nella trappola tesa con le proprie
mani”.
12.8 Riscossa dei Giudei: capp. 8-10
L’editto promulgato da Aman non poté comunque essere revocato (vedi 1:19), ma si
trova una via d’uscita con un nuovo decreto che autorizza i Giudei ad organizzarsi per la
propria difesa, e non solo, ma anche per vendicarsi dei loro nemici. Ovviamente si tratta
di un comportamento in conflitto con le norme del N.T. A Susa la strage continua per due
giorni, fatto che viene riferito per spiegare la differenza nella celebrazione della festa di
Purim tra i Giudei di città e quelli rurali (9:17-19).
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