MENSILE DI INFORMAZIONE - PARROCCHIA “NOSTRA...

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E' la prima volta, negli ultimi decen- ni, che l'eutanasia viene respinta in maniera così chiara da un'istituzione politica europea. Questa risoluzione arriva un an- no dopo la sentenza della Corte Europea, secondo la quale non c'è un diritto al suicidio assistito o all'eutanasia nella Convenzione europea. “E' una nuova vittoria importan- te per la vita e la dignità umana”, ha affermato il diret- tore dell'ECLJ, talità che, svilendo la vita, finisce per farli apparire come il male minore: in realtà, la vita è un bene non nego- ziabile, perché qualsiasi compromes- so apre la strada alla prevaricazione su chi è debole e indifeso. In questi anni non solo gli in- dici demografici ma anche ripetute drammatiche notizie sul rifiuto di vivere da parte di tanti ragazzi hanno angustiato l’animo di quanti provano ri- spetto e ammirazione per il dono dell’esistenza. Sono molte le situazioni e i problemi sociali a causa dei quali questo dono è vilipeso, avvilito, cari- cato di fardelli spesso duri da sop- portare. Educare i giovani alla vita significa offrire esempi, testimonian- ze e cultura che diano sostegno al desiderio di impegno che in tanti di loro si accende appena trovano adulti disposti a condividerlo. Per educare i gio- Appello ai lettori Ricordiamo ai nostri affezionati lettori che abbiamo sempre biso- gno delle contribuzioni volontarie. Chiunque vuole può la- sciare una modesta of- ferta al momento del ritiro della propria co- pia. Per offerte consi- stenti ci si può rivolge- re al Parroco o al Di- rettore. Teniamo a precisare che si tratta di contri- buzioni volontarie, che nessuno deve sentirsi minimamente obbliga- to, “Il Dialogo” resta gratuito per tutti. Da ricordare: Venerdì 10: Preghiera del Gruppo di Padre Pio Sabato 11: Giornata dell’ammalato Domenica 12: Offertorio per i bisognosi 13-18: Settimana di preghie- ra per l’unità e la pace nella comunità Mercoledì 22: Imposizione delle Ceneri e Inizio della Quaresima La vera giovinezza risiede e fiorisce in chi non si chiude alla vita. Essa è testi- moniata da chi non rifiuta il suo dono – a volte misterioso e delicato – e da chi si dispone a esserne servitore e non padro- ne in se stesso e negli altri. Del resto, nel Vangelo, Cristo stesso si presenta come “servo” (cfr Lc 22,27), secondo la profezia dell’Antico Testamento. Chi vuol farsi padrone del- la vita, invecchia il mondo. Educare i giovani a cercare la vera giovinezza, a com- pierne i desideri, i sogni, le esigenze in modo profondo, è una sfida oggi centra- le. Se non si educano i giovani al senso e dunque al rispetto e alla valorizzazione della vita, si finisce per impoverire l’esistenza di tutti, si espone alla deriva la convivenza sociale e si facilita l’emarginazione di chi fa più fatica. L’aborto e l’eutanasia sono le conse- guenze estreme e tremende di una men- Il Centro Europeo per la Legge e Giusti- zia (ECLJ) ha salutato con favore l'ap- provazione da parte dell'Assemblea Par- lamentare del Consiglio d'Europa (PACE) di una risoluzione, che respin- ge l’eutanasia. La risoluzione ribadisce il principio secondo cui "l'eutanasia, nel senso dell'uccisione intenzio- nale per azione, per omissione, o per presunto beneficio di un essere umano, deve essere sempre proibita”. Continua a pag. 4 Continua a pag. 3 Un po’ di magistero... p. 2 Il Concilio Vaticano II... p. 3 Marcia per la Vita p. 4 S, Antonio Abate p. 5 La Parola... p. 9 SOMMARIO Consigli per la salute p. 6 “Giovani aperti alla vita” Messaggio per la 34ª Giornata Nazionale per la vita 5 febbraio 2012 L'eutanasia deve essere sempre vietata Strasburgo importante vittoria per la difesa della vita in Europa ANNO XIII 5 FEBBRAIO 2012 NUMERO 2 MENSILE DI INFORMAZIONE - PARROCCHIA “NOSTRA SIGNORA DEL CEDRO” - S. MARIA DEL CEDRO (CS) E-Mail: [email protected] - [email protected] - http://www.nostrasignoradelcedro.it

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E' la prima volta, negli ultimi decen-ni, che l'eutanasia viene respinta in maniera così chiara da un'istituzione

politica europea. Questa risoluzione arriva un an-no dopo la sentenza della Corte Europea, secondo la quale non c'è un diritto al suicidio assistito o all'eutanasia nella Convenzione europea. “E' una nuova vittoria importan-

te per la vita e la dignità umana”, ha affermato il diret-tore dell'ECLJ,

talità che, svilendo la vita, finisce per farli apparire come il male minore: in realtà, la vita è un bene non nego-ziabile, perché qualsiasi compromes-so apre la strada alla prevaricazione

su chi è debole e indifeso. In questi anni non solo gli in-dici demografici ma anche ripetute drammatiche notizie sul rifiuto di vivere da parte di tanti ragazzi hanno angustiato l’animo di quanti provano ri-spetto e ammirazione per il dono dell’esistenza. Sono molte le situazioni e i

problemi sociali a causa dei quali questo dono è vilipeso, avvilito, cari-cato di fardelli spesso duri da sop-portare. Educare i giovani alla vita significa offrire esempi, testimonian-ze e cultura che diano sostegno al desiderio di impegno che in tanti di loro si accende appena trovano adulti disposti a condividerlo. Per educare i gio-

Appello ai lettori Ricordiamo ai nostri affezionati lettori che abbiamo sempre biso-gno delle contribuzioni volontarie. Chiunque vuole può la-sciare una modesta of-ferta al momento del ritiro della propria co-pia. Per offerte consi-stenti ci si può rivolge-re al Parroco o al Di-rettore. Teniamo a precisare che si tratta di contri-buzioni volontarie, che nessuno deve sentirsi minimamente obbliga-to, “Il Dialogo” resta gratuito per tutti.

Da ricordare: • Venerdì 10: Preghiera del

Gruppo di Padre Pio

• Sabato 11: Giornata dell’ammalato

• Domenica 12: Offertorio per i bisognosi

• 13-18: Settimana di preghie-ra per l’unità e la pace nella comunità

• Mercoledì 22: Imposizione delle Ceneri e Inizio della Quaresima

La vera giovinezza risiede e fiorisce in chi non si chiude alla vita. Essa è testi-moniata da chi non rifiuta il suo dono – a volte misterioso e delicato – e da chi si dispone a esserne servitore e non padro-ne in se stesso e negli altri. Del resto, nel Vangelo, Cristo stesso si presenta come “servo” (cfr Lc 22,27), secondo la profezia dell’Antico Testamento. Chi vuol farsi padrone del-la vita, invecchia il mondo. Educare i giovani a cercare la vera giovinezza, a com-pierne i desideri, i sogni, le esigenze in modo profondo, è una sfida oggi centra-le. Se non si educano i giovani al senso e dunque al rispetto e alla valorizzazione della vita, si finisce per impoverire l’esistenza di tutti, si espone alla deriva la convivenza sociale e si facilita l’emarginazione di chi fa più fatica. L’aborto e l’eutanasia sono le conse-guenze estreme e tremende di una men-

Il Centro Europeo per la Legge e Giusti-zia (ECLJ) ha salutato con favore l'ap-provazione da parte dell'Assemblea Par-lamentare del Consiglio d'Europa (PACE) di una risoluzione, che respin-ge l’eutanasia. La risoluzione ribadisce il principio secondo cui "l'eutanasia, nel senso dell'uccisione intenzio-nale per azione, per omissione, o per presunto beneficio di un essere umano, deve essere sempre proibita”.

Continua a pag. 4

Continua a pag. 3

Un po’ di magistero... p. 2

Il Concilio Vaticano II... p. 3

Marcia per la Vita p. 4

S, Antonio Abate p. 5

La Parola... p. 9

SOMMAR IO

Consigli per la salute p. 6

“Giovani aperti alla vita” Messaggio per la 34ª Giornata Nazionale per la vita

5 febbraio 2012

L'eutanasia deve essere sempre vietata Strasburgo importante vittoria per la difesa della vita in Europa

ANNO XIII 5 FEBBRAIO 2012

NUMERO 2

MENSILE DI INFORMAZIONE - PARROCCHIA “NOSTRA SIGNORA DEL CEDRO” - S. MARIA DEL CEDRO (CS) E-Mail: [email protected] - [email protected] - http://www.nostrasignoradelcedro.it

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Pag. 2 Anno XIII Numero 2

Obiettivi e scelte prioritarie 54. La lettura della pras-si educativa, alla luce dei cambiamenti cul-turali, stimola nuove scelte di progettazione, riferite ad alcuni ambiti privilegiati. a. L’iniziazione cristiana L’iniziazione cristiana mette in luce la forza forma-trice dei sacramenti per la vita cristiana, realizza l’unità e l’integrazione fra annuncio, celebrazione e carità, e favorisce alleanze educative. Occorre con-frontare le esperienze di iniziazione cristiana di bambini e adulti nelle Chiese locali, al fine di pro-muovere la responsabilità primaria della comunità cristiana, le forme del primo annuncio, gli itinerari di prepa-razione al battesimo e la conse-guente mistagogia per i fan-ciulli, i ragazzi e i giovani, il coinvolgimento della famiglia, la centralità del giorno del Si-gnore e dell’Eucaristia, l’attenzione alle persone di-sabili, la catechesi degli adulti quale impegno di for-mazione permanente. In questo decennio sarà opportuno discernere, valu-tare e promuovere una serie di criteri che dalle spe-rimentazioni in atto possano delineare il processo di rinnovamento della catechesi, soprattutto nell’ambito dell’iniziazione cristiana. È necessario, inoltre, un aggiornamento degli strumenti catechi-stici, tenendo conto del mutato contesto culturale e dei nuovi linguaggi della comunicazione. b. Percorsi di vita buona Ogni ambito del vissuto umano è interpellato dalla sfida educativa. Dobbiamo domandarci come le indicazioni maturate nel Conve-gno ecclesiale di Verona siano state recepite e attuate in ordine al rinnovamento dell’azione ec-clesiale e alla formazione dei lai-ci, chiamati a coniugare una ma-tura spiritualità e il senso di ap-partenenza ecclesiale con un a-more appassionato per la città degli uomini e la ca-pacità di rendere ragione della propria speranza nel-le vicende del nostro tempo. - Tra i processi di accompagnamento alla costruzio-ne dell’identità personale, merita particolare rilievo l’educazione alla vita affettiva, a partire dai più pic-coli. È importante che a loro in modo speciale sia annunciato «il Vangelo della vita buona, bella e bea-ta che i cristiani possono vivere sulle tracce del Si-gnore Gesù». È urgente accompagnare i giovani nel-la scoperta della loro vocazione con una proposta che sappia presentare e motivare la bellezza dell’insegnamento evangelico sull’amore e sulla ses-sualità umana, contrastando il diffuso analfabeti-

smo affettivo. Particolare cura richiede la forma-

zione al matrimonio cristiano e alla vita familiare. Il rinnova-

mento di tali itinerari è necessario per renderli

cammini efficaci di fede e di esperienza spirituale. Questo percorso dovrà conti-nuare anche mediante gruppi di sposi e di spirituali-tà familiare, animati da coppie preparate e testimoni di unità e fedeltà nell’amore. - La capacità di vivere il lavoro e la festa come com-pimento della vocazione personale appartiene agli obiettivi dell’educazione cristiana. È importante im-pegnarsi perché ogni persona possa vivere «un lavo-

ro che lasci uno spazio sufficiente per ritrovare le proprie radici a livello personale, familiare e spirituale» prendendosi cura degli altri nella fati-ca del lavoro e nella gioia della festa, rendendo possibile la condivisione solidale con chi soffre, è solo o nel

bisogno. Oltre a promuovere una visione autentica e umanizzante di questi ambiti fondamentali dell’esistenza, la comunità cristiana è chiamata a va-lorizzare le potenzialità educative dell’associazionismo legato alle professioni, al tempo libero, allo sport e al turismo. - L’esperienza della fragilità umana si manifesta in tanti modi e in tutte le età, ed è essa stessa, in certo modo, una “scuola” da cui imparare, in quanto mette a nudo i limiti di ciascuno. Per queste ragioni il tema della fragilità entra a pieno titolo nella dinamica del

rapporto educativo, nella forma-zione e nella ricerca del senso, nel-le relazioni di aiuto e di accompa-gnamento. Pur nella particolarità di tali situazioni, che non si lascia-no rinchiudere in schemi e pro-grammi, non possono mancare nelle proposte formative la con-templazione della croce di Gesù, il confronto con le domande suscita-te dalla sofferenza e dal dolore, l’esperienza

dell’accompagnamento delle persone nei passaggi più difficili, la testimonianza della prossimità, così da costruire un vero e proprio cammino di educazio-ne alla speranza. - La Chiesa esiste per comunicare: è essa stessa tra-dizione vivente, trasmissione incessante del Vangelo ricevuto, nei modi culturalmente più fecondi e rile-vanti, affinché ogni uomo possa incontrare il Risorto, che è via, verità e vita. Nel suo nucleo essenziale, la tradizione è trasmissione di una cultura – fatta di atteggiamenti, comportamenti, costumi di vita, idee, conoscenze, espressioni artistiche, religiose e politi-che – e di un patrimonio spiritua-le all’interno del quale crescono e

Rubrica, curata da Fatima Rezzuti, con la proposta di alcuni brani tratti dai docu-menti ufficiali della Chiesa

Un pò di Magistero INDICAZIONI PER LA

PROGETTAZIONE PASTORALE (2 Parte)

Continua a pag. 6

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Numero 2 Anno XIII Pag. 3

Grégor Pup-pinck, e potreb-

be avere un impatto diretto sulla formulazione del giudizio della Corte Europea in merito al divieto del suicidio assistito in Germania. Mercoledì 25 gennaio 2012, l'Assemblea Parlamen-tare del Consiglio d'Europa (PACE) ha adottato la seguente risoluzione. "L'eutanasia, nel senso dell'uc-cisione intenzionale per azione, per omissione, o per presunto beneficio di un essere umano, deve essere sempre proibita”. Lo scopo della risoluzione (n°1859/2012), intitolata “La protezione dei diritti umani e della dignità tenen-do in considerazione le vo-lontà espresse in preceden-za dai pazienti”, è di defini-re i principi che devono gui-dare la pratica dei cosiddetti “testamenti biologici” o “trattamenti anticipati di fine vita” in Europa. I “testamenti biologici” e i “trattamenti anticipati di fine vita” sono finalizzati a consentire al paziente di esprimere in anticipo la sua volontà riguardo ad un intervento medico o trattamenti particolari, nel caso in cui non fossero in grado di esprimerla al momen-to dell'intervento. Tali direttive possono essere ap-plicate ad esempio quando c'è un dubbio sulla ne-cessità o l'opportunità di rianimare un paziente o di continuare ad usare mezzi straordinari per mante-nerlo in vita. In tali situazioni, le loro volontà e-spresse in precedenza dovrebbero essere prese in considerazione. Essendo i “testamenti biologici” e i “trattamenti an-ticipati di fine vita” oggetto di possibili abusi, favo-revoli all'introduzione dell'eutanasia o del suicidio assistito nella legislazione, la PACE ha creato un e-lenco di principi che devono disciplinare questa pra-tica nei 47 Stati membri del Consiglio d'Europa. La lista è basata sui principi elaborati in documenti approvati precedentemente dal Consiglio d'Europa, fra cui la Convenzione sui Diritti dell'Uomo e la Bio-medicina (più conosciuta come Convenzione di O-viedo), nella quale la maggior parte degli Stati mem-bri vengono vincolati giuridicamente. A causa delle crescenti preoccupazioni circa un eventuale introdu-zione dell'eutanasia, l'Assemblea ha ritenuto che fosse necessario richiamare esplicitamente il princi-pio di base, cioè che l'uccisione intenzionale deve essere sempre proibita. La proibizione dell'eutanasia è anche una regola fondamentale della deontologia medica. Questo spiega perché il primo principio enunciato dalla risoluzione è il netto divieto dell'eutanasia. Poi viene la lista dei principi e delle linee guida. Un altro principio positivo, introdotto dal deputato italiano Luca Volonté dice che “in caso di dubbio, la decisio-

ne deve essere sempre a favore della vita e a favore del prolungamento della vita” (§ 7.8.). Per il dottor Grégor Puppinck, direttore dell'ECLJ, “questa risoluzione è una chiara indicazione che una maggioranza crescente di europei si oppone all'euta-nasia. I numerosi abusi che si verificano nei Paesi che consentono l'eutanasia sono allarmanti e costituisco-no violazioni dei veri diritti umani. E' significativo che l'eutanasia debba essere sempre proibita Il picco-

lo numero di Stati europei che au-torizzano l'eutanasia dovrebbero rivedere la loro legislazione secon-do i principi stabiliti dalla PACE”. Anche se la risoluzione non è le-galmente vincolante per gli Stati membri, essa è destinata ad eser-citare una reale influenza sul pro-cesso legislativo e giudiziario, in particolare sulla giurisprudenza della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo.

Per quanto riguardo il processo legislativo, l'Assem-blea “raccomanda che il Comitato dei Ministri [i 47 ambasciatori nazionali a Strasburgo] ponga la risolu-zione all'attenzione degli Stati membri, con la richie-sta di attuazione”. Come ha sottolineato Luca Volonté, presidente del Gruppo PPE del PACE, “l'anno scorso abbiamo otte-nuto una grande vittoria con l'affermazione del dirit-to dei medici all'obiezione di coscienza; oggi abbiamo combattuto una giusta battaglia e abbiamo vinto, gra-zie a Dio, contro una vera e propria tirannia ideologi-ca della cultura della morte (...); oggi l'eutanasia è completamente messa al bando dalla PACE”.

Continua a pag. 5

Segue da Pag. 1: Eutanasia….

"Il Concilio Vaticano II vincolante per la Chiesa di oggi" “Il Concilio Vaticano II è, e deve rimanere per la Chiesa cattolica espressione del magistero solenne e supremo della nostra epoca”. È quanto affermato dal Rev. Prof. Johannes Grohe, ordinario di Storia della Chiesa, nel corso della sua lezione magistrale su Il Concilio Vaticano II nell’insieme dei concili e-cumenici tenuta in occasione della festa accademica di San Tommaso d’Aquino, patrono della Facoltà di Teologia della Pontificia Università della Santa Cro-ce. Al tempo stesso, deve assumere “la corrispondente importanza nel dialogo ecumenico, vale a dire, in qualsiasi unione con altre Chiese o comunità cristia-ne separate dalla Chiesa cattolica”, ha proseguito il Prof. Grohe. Resta inteso, “che non si può rinunciare alla necessità di una ricezione di questi testi fonda-mentali, come non si può rinunciare ad una ricezio-ne degli altri concili ecumenici della Chiesa del pas-sato”.

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Pag. 4 Anno XIII Numero 2

vani alla vita oc-

corrono adulti contenti del dono dell’esistenza, nei quali non prevalga il cinismo, il calcolo o la ricerca del potere, della carriera o del di-vertimento fine a se stesso. I giovani di oggi sono spesso in ba-lia di strumenti – creati e manovrati da adulti e fonte di lauti guadagni – che tendono a soffocare l’impegno nella realtà e la dedizione all’esistenza. Eppure quegli stessi stru-menti possono essere usati proficuamente per testi-moniare una cultura della vita. Molti giovani, in ogni genere di situazione umana e sociale, non aspettano altro che un adulto carico di simpatia per la vita che proponga loro senza facili moralismi e senza ipocrisie una strada per speri-mentare l’affascinante avventura della vita. È una chiamata che la Chiesa sente da sempre e da cui oggi si lascia con forza interpellare e guidare. Per

questo, la rilancia a tutti – adulti, istituzioni e corpi sociali –, perché chi ama la vita avverta la propria responsabilità verso il futuro. Molte e ammirevoli so-no le iniziative in difesa della vita, promosse da sin-goli, associazioni e movimenti. È un servizio spesso silenzioso e discreto, che però può ottenere risultati prodigiosi. È un esempio dell’Italia migliore, pronta ad aiutare chiunque versa in difficoltà. Gli anni recenti, segnati dalla crisi economica, hanno evidenziato come sia illusoria e fragile l’idea di un progresso illimitato e a basso costo, specialmente nei campi in cui entra più in gioco il valore della persona. Ci sono curve della storia che incutono in tutti, ma soprattutto nei più giovani, un senso di inquietudine e di smarrimento. Chi ama la vita non nega le difficol-tà: si impegna, piuttosto, a educare i giovani a scopri-re che cosa rende più aperti al manifestarsi del suo senso, a quella trascendenza a cui tutti anelano, ma-gari a tentoni. Nasce così un atteggiamento di servi-zio e di dedizione alla vita degli altri che non può non commuovere e stimolare anche gli adulti. La vera giovinezza si misura nella accoglienza al dono della vita, in qualunque modo essa si presenti con il sigillo misterioso di Dio.

CONSIGLIO EPISCOPALE PERMANENTE

Segue da Pag. 1: Messaggio Vita….

In un mondo in cui prendersi cura della vita degli indifesi, i ri-fiutati e gli innocenti è un “diritto fondamen-tale”, coloro i quali si battono per i diritti del nascituro, adesso non sono soli. A tale scopo è stata indetto a Bruxelles, l’annuale appuntamento con la Marcia per la Vita. Liesbeth Ronsmans, uno dei leader della marcia, presente a Roma il 10 e 11 dicembre scorsi al meeting del Movimento per la Vita Europeo, ha spiegato i contenuti dell’iniziativa. Perché è importante che i giovani lottino per la vita? Ronsmans: Per me è importante perché sappiamo che, quando vediamo l’immagine di un aborto o donne che soffrono per l’aborto, siamo di fronte ad un’ingiustizia. Penso che si tratti della più grande discriminazione in termini di diritti umani della no-stra epoca e della nostra società. Per me personalmente, è molto importante sapere che Dio desidera ogni singolo bambino, e che non abbiamo diritto di uccidere questi bambini, perché sono preziosi e abbiamo bisogno di loro. È per que-sto che io mi batto per la vita. Lei ha accennato alla possibilità di fare della Marcia per Vita a Bruxelles, uno degli eventi pro-life più importanti d’Europa. Perché Bruxelles è così fondamentale a livello inter-

nazionale per il movi-mento pro-life? Ronsmans: Io ritengo che internazionalizzare il mo-vimento pro-life sia estre-mamente importante. Già l’anno in cui iniziai ad oc-cuparmi di cause pro-life,

mi accorsi che non ero molto connessa con il resto d’Europa e con gli altri movimenti. Va a finire che ti senti davvero solo, e comunque vuoi andare avanti e sai di aver ragione, ma è veramente dura quando ti manca il supporto della gente del tuo paese. In ogni caso è importante ricevere sostegno da altri paesi, di modo da imparare il più possibile gli uni da-gli altri ed è davvero motivante quando i vari paesi lavorano con zelo su questi progetti. Ad esempio, ho incontrato una ragazza tedesca che la pensava pro-prio come me, con cui ho parlato a lungo di parecchie questioni: come reagire, come organizzarsi. Per que-sto è così fondamentale creare dei network interna-zionali. Perché proprio a Bruxelles? Ronsmans: Il Parlamento Europeo è lì, quindi abbia-mo l’occasione per dare un segnale forte, non solo al governo belga, ma anche agli europarlamentari e a chiunque lavori per l’Unione Europea: tutte persone che hanno in mano i destini della nostra società. La Marcia per la Vita, che avrà luogo a Bruxelles il 25 marzo 2012, è una protesta pacifica nella quale giova-ni e meno giovani di tutta Europa rivendicheranno il diritto alla vita per tutti i bambini non ancora nati.

Il prossimo 25 marzo la Marcia per la Vita

a Bruxelles In crescita il network internazionale

dei movimenti pro-life

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giosa, vengono accesi i giganteschi falò, preparati precedentemente, naturalmente dopo esser stati be-nedetti dal parroco; mentre la ca-tasta brucia, si balla, si canta e si degustano i piatti tipici del posto fino a tarda not-te, accompagnati da musiche fol-kloristiche e spettacoli di va-rio genere, come ad esempio la lettura di poesie che parlano del Santo, ma anche l’esposizione di racconti popolari e contadini. Questa singolare festa è considera-ta una delle più interessanti, ed è sicuramente la più studiata, dal punto di vista etno-antropologico; ricca di folklore e religiosità popo-lare, di antiche tradizioni, affasci-na non poco chi vi prende parte. Dopotutto la vita stessa del Santo,

Il 17 gennaio, come da tradizione, in moltissimi paesi, comuni e provin-ce d’Italia si festeggia Sant’Antonio Abate. E-remita egiziano, cono-sciuto anche come Sant’Antonio l’Anacoreta o Sant’Antonio del Deserto, fondato-re del monachesimo, è considerato il primo degli abati. Sant’Antonio Abate, da non con-fondere con il Santo di Padova, è uno dei Santi più autorevoli della storia, talmente importante da es-sere celebrato non solo dalla Chie-sa Cattolica, ma anche dalla Chiesa Luterana e da quella Copta. La sua vita ci è stata tramandata da Sant’Atanasio d’Alessandria, che fu suo fedele discepolo e compagno di lotta contro l’arianesimo. Funzioni, veglie, processioni, be-nedizioni speciali, parate e gigan-teschi falò; prodotti gastronomici tipici del posto consumati all’aperto, canti, balli, musiche e rievocazioni storiche che narrano la vita e i miracoli del santo: tutto questo si svolge normalmente tra il 16 e il 17 gennaio. I festeggiamenti sono soliti aprirsi con la tradizio-nale veglia contadina la sera prece-dente, a cui fa seguito l’apertura degli stand gastronomici. La matti-na seguente, dopo la funzione reli-

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“carattere vincolante dei testi conciliari” - ha spiegato Grohe - salvaguardano tuttavia “l’ecumenicità del Concilio”, collocandolo “sulla stessa linea dei 20 con-cili precedenti”.

Deve restare bene inteso che il Concilio aperto l’11 ottobre del 1962 da Papa Gio-vanni XXIII “non ha voluto definire dog-mi nuovi”, ma proporre “con suprema autorità per l’intera comunità cristiana la dottrina tradizionale in modo nuovo e con un atteggiamento pastorale nuovo”. Tutti suoi decreti hanno perciò “valore universale” e “sono vincolanti e devono essere accettati anche da coloro che vor-rebbero entrare in comunione con la Chiesa cattolica”. L’intervento del Prof. Grohe, si inserisce a pieno titolo nel dibattito per il 50° an-

niversario dell’apertura del Concilio Ecumenico Vati-cano II e in preparazione all’Anno della Fede indetto dal Santo Padre Benedetto XVI che avrà inizio pro-prio nella speciale ricorrenza.

che morì all’età di ben 106 anni, come la sua figura, ha da sempre affa-scinato fedeli e miscre-denti. Oltre ai falò e al fuoco, la

tradizione vuole che, dopo la messa, il parroco imponga la benedizione ai campi, al bestia-me e al raccolto. L’Abate, infatti, è Patrono dei macellai, dei conta-

dini, degli alle-vatori e degli animali dome-stici. È interes-sante come in alcune località questa festa venga associata alla smettitura del maiale. Il maiale, infatti, è l’animale che nell’iconografia tradizionale accompagna, da sempre, l’Abate. Ciò

deriva dal fatto che all’ordine degli Antoniani fu dato il per-messo di allevare maiali all’interno dei centri abitati, i quali scorazzavano liberamente con attaccato al collo un campa-nello; dal gras-so di questi

Sant'Antonio Abate una tradizione millenaria

Non vi è dubbio, ha aggiunto lo stu-

dioso, che nell’insieme dei Concili ecumenici dei due millenni, il Concilio Vaticano II rappresenti un e-vento di “importanza epocale”, “fondamentale per la vita della Chiesa di oggi”, in cui ha lascia-to “le maggiori tracce”. Nel suo intervento il Prof. Grohe ha anche fatto accenno a quanti “mettono in dubbio la stessa e-cumenicità del Vaticano II”, for-nendo una serie di riferimenti teologici e storici e presentando studi che smentiscono tali affer-mazioni evidenziando l’errata impostazione metodologica di determinati autori. Anche coloro che sin dall’inizio – come, ad esempio, “alcuni esponenti della minoranza concilia-re” (Lefebvre e i suoi seguaci) – hanno contestato l’“autorevolezza” del Sinodo Vaticano, e quindi il

Continua a pag. 9

Segue da Pag. 3: Concilio Vat. II ….

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bat ter i present i nell’aria. E’ bene pre-stare attenzione an-che a biancheria, a-sciugamani e vestiti.

L’evoluzione è benigna se viene trattata immediatamente e adeguatamente la-sciando delle macchie generalmente reversibili. Le recidive sono frequenti e non sono indice di basse difese immunitarie; solo se non viene adeguatamen-te trattata e specialmente nei bambini immunocom-promessi si possono osservare complicanze locali o

sistemiche. Nel primo caso, si può assistere ad un ispessimento delle croste, ad una diffusio-ne delle lesioni sulla cute e ad una loro e-stensione in profondità causando infezioni più profonde tipo fascite, gangrena o altre. Le complicanze sistemiche sono invece

più rare e consistono nella possibile compar-sa di glomerulonefrite, shock tossico o di epidermoli-si stafilococcica tossica. La terapia consiste principal-mente nell’uso di una terapia topica a base di disin-fettante ed antibiotico e nel bendaggio delle lesioni. Le creme antibiotiche che portano alla guarigione nel giro di 5 giorni con due applicazioni giornaliere. In taluni casi è necessario il ricorso ad una terapia siste-

mica, ossia attraverso antibiotici per bocca o attraverso iniezioni. CONSIGLI PRATICI: Bi-sogna detergere accuratamente la cute del bambino prima di effettuare la medicazione; Tagliare regolarmente le unghie del bambino; Educare il piccolo a non rimuovere le croste; Effettuare il trattamento in maniera costante come indicato dal medico; Non eccedere nella quantità di pomata o crema da applicare; Ri-

muovere delicatamente e gradualmente le croste; Bendare laddove è possibile le lesioni onde evitare la diffusione dell’infezione e ridurre il contagio ad altri bambini; Non pensare che la terapia sistemica sosti-tuisca o sia più efficace di quella topica.

L’impetigine è una infezione batterica contagiosa che colpi-sce la pelle, general-mente del viso e de-gli arti. In caso com-paiano anche bolle si parla di impetigine bollosa. L’impetigine è causata normalmente dallo Staphylo-coccus aureus, ma in altri casi i batteri responsabili sono lo Streptococcus pyogenes. La malattia di nor-ma si manifesta inizialmente attorno al naso e alla bocca ma anche altre sedi possono essere coinvolte, con piccole papule rosse che si trasformano in vesci-cole contenenti un liquido sieroso che in segui-to diventa torbido. Le vescicole rom-pendosi lasciano il posto a pic-cole ferite che vengono rico-perte da croste giallo-marroni, molli, che si stacca-no facilmente e da cui può u-scire pus. La pelle adiacente a l l a crosta può arrossarsi particolar- mente e provocare forte prurito. L’impetigine può a questo punto estendersi su altre zone del corpo. E’l’infezione batterica più frequente in età pediatri-ca, soprattutto nei bambini al di sotto di 10 anni, più comunemente osservata durante la stagione estiva. Possono colpi-re qualunque bambino e non so-no indicative di scarse condizioni igieniche. I fattori che predispon-gono a questo tipo di infezione sono molteplici: macerazione della cute (umidità), ferite, in-fiammazione, alterazioni della normale flora cutanea, alterazioni dello stato gene-rale (atopia, immunocompromissione, etc.). Il con-tagio avviene per contatto con le lesioni di un mala-to di impetigine o con le sue secrezioni nasali, men-tre non sono contagiosi su cute integra eventuali

Rubrica curata da Guaragna

Morena, Dot.ssa in medici-

na, che offre alcuni piccoli

consigli per la salute.

CONSIGLI PER LA SALUTE…

IMPETIGINE

Pag. 6 Anno XIII Numero 2

si formano le persone nel vol-

gere delle generazioni. Nell’ampio ventaglio di for-me in cui la Chiesa attua questa responsabilità, un aspetto particolarmente importante è l’educazione alla comunicazione, me-diante la conoscenza, la fruizione critica e la gestione dei media. Anche questa nuova frontiera passa attraverso le vie ordinarie della pastorale delle parroc-chie, delle associazioni e delle comunità religiose, avvalendosi di apposite inizia-tive di formazione. Mentre resta neces-sario investire risorse adeguate – di per-sone e mezzi – in questo ambito, occorre sostenere l’impegno di quanti operano da cristiani nell’universo della comunicazione. - Avvertiamo infine la necessità di educare alla citta-

dinanza responsabile. L’attuale dinamica sociale ap-pare segnata da una forte tendenza individualistica che svaluta la dimensione sociale, fino a ridurla a una costrizione necessaria e a un prezzo da pagare per

ottenere un risultato vantaggioso per il proprio inte-resse. Nella visione cristiana l’uomo non si realizza da solo, ma grazie alla collaborazione con gli altri e ricercando il bene comune. Per questo appare ne-cessaria una seria educazione alla socialità e alla cittadinanza, mediante un’ampia diffusione dei principi della dottrina sociale della Chiesa, anche rilanciando le scuole di formazione all’impegno so-ciale e politico. Una cura particolare andrà riservata al servizio civile e alle esperienze di volontariato in

Italia e all’estero. Si dovrà sostenere la crescita di una nuova generazione di laici cristiani, capaci di impe-gnarsi a livello politico con competenza e rigore mo-rale. (…)

Segue da Pag. 3: Magistero….

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Segue da pag. 6: Salute…. Segue da Pag. 5: Le Catene….

Pane… per il cuore

Numero 2 Anno XIII Pag. 7

«Ebbi lo scompartimento del treno tutto per me. Poi salì una ragazza», raccontava un giovane india-no cieco. «L'uomo e la donna venuti ad accompagnar-la dovevano essere i suoi genitori. Le fecero molte raccomandazioni. Dato che ero già cieco allora, non potevo sapere che aspetto avesse la ragazza, ma mi piaceva il suono della sua voce». «Va a Dehra Dun?», chiesi mentre il treno usciva dalla stazione. Mi chiedevo se sarei riuscito a impe-dirle di scoprire che non ci vedevo. Pensai: se resto seduto al mio posto, non dovrebbe esse-re troppo difficile. «Vado a Saharanpur», disse la ragazza. «Là vie-ne a prendermi mia zia. E lei dove va?». «A Dehra Dun, e poi a Mussoorie», risposi. «Oh, beato lei! Vorrei tanto andare a Mussoorie. Adoro la montagna. Specialmente in ottobre». «Sì è la stagione migliore», dissi, attingendo ai miei ricordi di quando potevo vedere. «Le colline sono cosparse di dalie selvatiche, il sole è delizio-so, e di sera si può star seduti davanti al fuoco a sorseggiare un brandy. La maggior parte dei vil-leggianti se n'è andata, e le strade sono silenziose e quasi deserte». Lei taceva, e mi chiesi se le mie parole l'avesse-ro colpita, o se mi considerasse solo un sentimenta-loide. Poi feci un errore. «Com'è fuori?» chiesi. Lei però non sembrò trovare nulla di strano nella domanda. Si era già accorta che non ci vedevo? Ma le parole che disse subito dopo mi tolsero o-gni dubbio. «Perché non guarda dal finestrino?», mi chiese con la massima naturalezza. Scivolai lungo il sedile e cercai col tatto il fine-strino. Era aperto, e io mi voltai da quella parte fin-gendo di studiare il panorama. Con gli occhi della fantasia, vedevo i pali telegrafici scorrere via veloci. «Ha notato», mi azzardai a dire «che sembra che gli alberi si muovano mentre noi stiamo fermi?». «Succede sempre così», fece lei. Mi girai verso la ragazza, e per un po' rimanem-mo seduti in silenzio. «Lei ha un viso interessan-te» dissi poi. Lei rise piacevolmente, una risata chiara e squillante. «E' bello sentirselo dire», fe-ce. «Sono talmente stufa di quelli che mi dicono che ho un bel visino!».

«Dunque, ce l'hai davvero una bella faccia», pensai, e a voce alta proseguii: «Beh, un viso interessante può anche essere molto bello». «Lei è molto galante», disse. «Ma perché è così serio?». «Fra poco lei sarà arrivata», dissi in tono piutto-sto brusco. «Grazie al cielo. Non sopporto i viaggi lunghi in treno». Io invece sarei stato disposto a rimaner seduto all'infinito, solo per sentirla parlare. La sua voce ave-va il trillo argentino di un torrente di mon-tagna. Appena scesa dal treno, avrebbe dimenti-cato il nostro breve incontro; ma io avrei conser-vato il suo ricor-do per il resto del viaggio e an-che dopo. Il treno entrò in stazione. Una voce chiamò la ragazza che se ne andò, lasciando dietro di sé solo il suo profumo. Un uomo entrò nello scompartimento, farfu-gliando qualcosa. Il treno ripartì. Trovai a tento-ni il fine-strino e mi ci sedetti davanti, fissando la luce del gior-no che per me era tenebra. Anco-ra una volta potevo rifare il mio giochetto con un nuovo compagno d i v iagg io . «Mi spiace di non essere un compagno attraente come quella che è appena uscita», mi disse lui, c e r - c a n d o d i a t t a c c a r d i s c o r s o . «Era una ragazza interessante», dissi io. «Potrebbe dirmi... aveva i capelli lunghi o cor-ti?». «Non ricordo», rispose in tono perlesso. «Sono i suoi occhi che mi sono rimasti impressi, non i capel-li. Aveva gli occhi così belli! Peccato che non le ser-vissero affatto... era completamente cieca. Non se n'era accorto?». Come due ciechi che fingono di vedere. Quanti incontri tra esseri umani sono co-sì. Per paura di met-tere allo scoperto ciò che si è. E così si perdono gli appunta-menti decisivi della vita. Certi incontri accadono una volta sola. (Bruno Ferrero, C'è qualcuno lassù)

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Intenzione dei Vescovi

Ogni comunità investa le migliori energie per educare le nuove gene-razioni alla vita buona del Vangelo. Educare alla vita buona significa farci discepoli di Gesù Maestro che non smette mai di educare alla verità. È necessario che ogni forma di educa-tori porge al Dio al cen-tro del mondo e faccia in modo che ognuna possa incontrarlo, e trasformar-si al suo amore.

Intenzione Missionaria

Perché il Signore sostenga lo sforzo de-gli operatori sanitari delle regioni più povere nell’assistenza ai malati e agli anziani. Che bello se usassimo quella compassio-ne che ebbe il Samaritano quando curò le ferite di quell’uomo che incontrò nel suo cammino. Il Beato Giovanni Paolo II evi-denziava nel suo discorso in occasione della VIII giornata mondiale del malato, la differenza che c’è in molte parti del mondo tra ricchi e poveri per quando ri-guarda la cura delle malattie, alcuni am-malati non hanno diritto ad avere nemme-no i farmaci di prima necessità, mentre altri ne fanno abuso. Per questo le fami-glie e tutti gli educatori sono chiamati ad educare i governi in una maggiore sensi-bilità verso colui che soffre. “Ero infermo e mi avete visitato” (Matteo 25-36).

Intenzione generale affidata dal Papa

Perché tutti i popoli abbiano pie-no accesso all’acqua e alle risorse necessarie al sostentamento quoti-diano. Il diritto alla vita è un diritto di ogni essere vivente, per questo c’è biso-gno che ogni uomo possa usufruire di ciò che è necessario affinchè si possa vivere: alimentazione, salute, sviluppo. Il Santo Padre ci esorta a fare un percorso profondo di equili-brio interiore ed esteriore, tra il Creatore, l’umanità e il creato. Ci esorta dunque ad avere più rispetto, più cura, verso le risorse naturali.

Pag. 8 Anno XIII Numero 2

bolismi e rituali che richiamano alla memoria il Santo Abate, persistono alcune usanze tra la popolazione che si è soliti identificare con antiche tradizioni paga-ne, in uso presso gli antichi romani. Taluni studiosi sostengono anche che la festa del Santo abbia preso origine da culti pagani, come spesso viene asseri-to riferendosi al Santo Natale, sostenendo, erronea-mente, che non esistono documenti e prove sulla data di nascita di Gesù Cristo, ma che sia stata solamente un’invenzione della Chiesa per estirpare il culto paga-no del Sol Invivtus. Teoria erronea, se si va alle fonti della storia e si esaminano seriamente i documenti pervenutici (come ad esempio il Libro dei Giubilei, un testo del II secolo a.C., rinvenuto nel 1947 in una grotta del deserto di Qumran). Come per il Natale, oggi, dai documenti e dagli ultimi studi effettuati, si può ben affermare che le tradizioni contadine, parte importante del folklore popolare e molto interessanti dal punto di vista etno-antropologico, non hanno nul-la a che vedere con i rituali dedicati al Santo Abate, il 17 gennaio.

animali i monaci rica-vavano un unguento

che veniva usato sulle persone colpite da varie ma-lattie della pelle, in particolare da ergotismo ed her-pes zoster, non a caso malattie conosciute meglio con il nome di “fuoco di Sant’Antonio”. Al Santo sono inoltre riconosciute grandi capacità taumaturgiche e molti si affidano alla sua grazia, chiedendo guarigioni da qualsiasi male, soprattutto chi è stato “colpito dal fuoco”, ma anche per chiede-re liberazioni dal demonio. Sant’Antonio nell’arte sacra è conosciuto come “il santo delle tentazioni demoniache”; nella sua vita, infatti, venne continua-mente attaccato, tentato e tormentato dal demonio, addirittura percosso fisicamente fino a ridurlo allo stremo. Insomma l’Abate era continuamente in lotta con il diavolo. Ecco perché la sua associazione al fuoco; a riguardo poi, si narra che il Santo per strap-pare più anime possibili al demonio si sia recato ad-dirittura all’inferno. È interessante osservare che in mezzo ai molti sim-

Segue da pag. 5: S, Antonio...

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V° DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO 05 febbraio 2012 

+ Dal Vangelo secondo Marco ( Mc 1, 29‐39) In quel tempo, Gesù, uscito dalla Sinagoga, subito andò nella casa di Simo‐

ne e Andrea, in compagnia di Giacomo e Giovanni. La Suocera di Simone 

era a  letto con  la  febbre e subito gli parlarono di  lei. Egli si avvicinò e  la 

fece alzare prendendola per mano; la febbre la lasciò ed ella li serviva. 

Venuta la sera, dopo il tramonto del solo, gli portavano tutti i malati e gli 

indemoniati. Tutta  la  città  era  riunita davanti  alla porta. Guarì molti  che 

erano affetti da varie malattie e scacciò molti demoni; ma non permetteva 

ai  demoni  di  parlare,  perché  lo  conoscevano.  Al mattino  presto  si  alzò 

quando ancora era buio e, uscito, si ritirò in un luogo deserto, e là pregava. 

(…) 

 

VI° DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO  12 febbraio 2012 

+ Dal Vangelo secondo Marco   (Mc 1, 40‐45) In quel tempo, venne da Gesù un lebbroso, che lo supplicava in ginoc‐

chio  e gli diceva:  «Se vuoi, puoi purificarmi!» Ne  ebbe  compassione, 

tese la mano, lo toccò e gli disse: «Lo voglio, sii purificato!». E subito la 

lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato. E, ammonendolo severa‐

mente, lo cacciò via subito e gli disse: «Guarda di non dire niente a nes‐

suno; va’, invece, a mostrarti al sacerdote e offri per la tua purificazione 

quello che Mosè ha prescritto, come testimonianza per loro». (…) 

 

VII° DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO  19 febbraio 2012 

+ Dal Vangelo secondo Marco  (Mc 2, 1‐12) Gesù entrò di nuovo a Cafàrnao, dopo alcuni giorni. Si seppe che era in 

casa e  si  radunarono  tante persone  che non vi era più posto neanche 

davanti alla porta; ed egli annunciava loro la Parola. Si recarono da lui 

portando un paralitico, (…) scoperchiarono il tetto nel punto dove egli 

si trovava e, fatta un’apertura, calarono la barella su cui era adagiato il 

paralitico. Gesù, vedendo la loro fede, disse al paralitico: «Figlio, ti so‐

no  perdonati  i  peccati». Erano  seduti  là  alcuni  scribi  e  pensavano  in 

cuor loro: «Perché costui parla così? Bestemmia! Chi può perdonare i peccati, se non Dio solo?». E subito Gesù, cono‐

scendo nel suo spirito che così pensavano tra sé, disse loro: «Perché pensate queste cose nel vostro cuore? Che cosa è 

più facile: dire al paralitico ʺTi sono perdonati i peccatiʺ, oppure dire ʺAlzati, prendi la tua barella e camminaʺ? Ora, 

perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere di perdonare i peccati sulla terra, dico a te – disse al paralitico ‐; al‐

zati, prendi la tua barella e va’ a casa tua». Quello si alzò e subito prese la sua barella e sotto gli occhi di tutti se ne an‐

dò, e tutti si meravigliarono e lodavano Dio, dicendo: «Non abbiamo mai visto nulla di simile!». 

 

I° DOMENICA DI QUARESIMA 26 febbraio 2012 

+ Dal Vangelo secondo Marco  (Mc 1, 12‐15) In  quel  tempo,  lo  Spirito  sospinse Gesù nel deserto  e nel deserto 

rimase quaranta giorni, tentato da Satana. Stava con le bestie selva‐

tiche e gli angeli lo servivano.  

Dopo  che Giovanni  fu  arrestato, Gesù  andò  nella Galilea, procla‐

mando il Vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno 

di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo». 

Numero 2 Anno XIII Pag. 9

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La vostra collaborazione è sempre gradita Ribadiamo quanto detto in precedenza, aspettiamo i vostri scritti, i vostri suggeri-menti e, perché no, le vostre eventuali critiche. Per ogni comunicazione potete rivolgervi al parroco, anche in e-mail: [email protected] Vi preghiamo di far pervenire i vostri articoli entro il giorno 20 di ogni mese

La Direzione

CALENDARIO FEBBRAIO 2012

1 Mercoledì Incontro di Formazione Biblica - Centri di ascolto dell’AdP presso gli ammalati - Cenacolo di Preghie-ra di Natuzza

2 Giovedì Incontro di formazione con i Giovanissimi - Festa della Presentazione al tempio di Gesù (tutti i gruppi di catechesi)

3 Venerdì Primo Venerdì del Mese: comunione agli ammalati; adorazione Eucaristica.

4 Sabato

5 DOMENICA Corso di formazione per i Fidanzati

6 Lunedì Preghiera del Rinnovamento nello Spirito

7 Martedì Incontro di formazione con gli Adulti – Incontro con i genitori dei ragazzi del Gruppo Accoglienza - Incontro di formazione al Battesimo per genitori e padrini - Preghiera di Intercessione proposta dal RnS

8 Mercoledì Incontro con i genitori del Gruppo Eucaristia

9 Giovedì Incontro di formazione con i Giovanissimi – Incontro con i genitori del Gruppo Confermazione

10 Venerdì Veglia di preghiera del Gruppo di Padre Pio – Incontro Animatori dei Centri di Ascolto

11 Sabato Giornata Mondiale dell’Ammalato

12 DOMENICA OFFERTORIO per i BISOGNOSI – Conclusione del Corso di formazione per i Fidanzati

13 Lunedì INIZIO DELLA SETTIMANA DI PREGHIERA PER L’UNITA’ DELLA COMUNITA’ - Ora di ado-razione in preparazione al 25° di consacrazione della Chiesa Parrocchiale - Preghiera del Rinnovamen-to nello Spirito

14 Martedì Incontro di formazione al Battesimo per genitori e padrini - Preghiera di Intercessione proposta dal RnS

15 Mercoledì Incontro di Formazione Biblica

16 Giovedì Incontro di formazione con i Giovanissimi

17 Venerdì Centri di ascolto della Parola

18 Sabato CONCLUSIONE DELLA SETTIMANA DI PREGHIERA PER L’UNITA’ DELLA COMUNITA’

19 DOMENICA Carnevale con le Catechiste

20 Lunedì Preghiera del Rinnovamento nello Spirito

21 Martedì Incontro di formazione con gli Adulti - Preghiera di Intercessione proposta dal RnS

22 Mercoledì CELEBRAZIONE DELL’IMPOSIZIONE DELLE CENERI – INIZIO DELLA QUARESIMA

23 Giovedì Liturgia penitenziale con il gruppo confermazione (animata dal 1° anno)

24 Venerdì Via Crucis animata dal 2° anno del gruppo Accoglienza con i genitori- Progetto Tabor (Grisolia Scalo) - Incontro mensile dell’AdP

25 Sabato Celebrazione comunitaria del Santo Battesimo

26 DOMENICA Consegna del Padre Nostro al 2° anno del gruppo Eucaristia

27 Lunedì Preghiera del Rinnovamento nello Spirito

28 Martedì Preghiera di Intercessione proposta dal RnS

29 Mercoledì Centri di ascolto dell’AdP presso gli ammalati