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EDIZIONI CVS Paginebrevi DISCEPOLI DEL FIGLIO La missione dei sofferenti nella Chiesa e nel mondo ARMANDO AUFIERO

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Paginebrevi. Testi agili e prontiall’uso, per una rinnovata azionepastorale nel mondo dell’umana

sofferenza: ogni personaè soggetto attivo e responsabile.

Una collana che le Edizioni CVSoffrono a tutti coloro che

ricercano: meditazioni bibliche,celebrazioni, schede per incontri,

brevi saggi.

Strumenti utili, che accompagnanola creatività necessaria ad ognicomunità cristiana per pregare

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D I S C EPO L IDEL FI GLI O

La missione dei sofferentinella Chiesa e nel mondo

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ARMANDO AUFIERO

EDIZIONI CVS

D I S C EPO L IDEL FI GLI O

La missione dei sofferentinella Chiesa e nel mondo

Schede per i Gruppi

Anno pastorale 2016-2017

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ISBN 978-88-8407-248-1

I testi biblici sono tratti dalla Bibbia nuova traduzione CEI.

Per la preziosa collaborazione nella stesura del libro si ringrazia Angela Petitti

Il presente sussidio è stato realizzato dai Silenziosi Operai della Croce peril cammino apostolico del Centro Volontari della Sofferenza nell’ambitodell’apostolato per la valorizzazione della persona sofferente. La formula-zione del testo è stata generalizzata per favorirne l’utilizzo in contesti piùampi, mettendo a disposizione i frutti maturati in oltre sessant’anni diesperienza.

Per segnalazioni o suggerimenti sul presente volume scrivere a:

Edizioni Centro Volontari della SofferenzaSilenziosi Operai della Croce - Via di Monte del Gallo, 105/111 - 00165 RomaTel. 06.45.43.77.64 - 06.39.67.42.43 - Fax 06.39.63.78.28www.luiginovarese.org - [email protected]

Tutti i diritti sono riservati.È pertanto vietata la riproduzione, l’archiviazione o la trasmissione, in qualsiasiforma e con qualsiasi mezzo, comprese la fotocopia e la digitalizzazione, senzal’autorizzazione scritta delle Edizioni CVS

© 2016 Edizioni CVS Roma

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Presentazione ............................................................................................................................................ 5

SCHEDE1a Tappa: Avvento - Natale

1a Scheda: Dire “sì” alla Parola ................................................................ 82a Scheda: Il limite, luogo di comunione ......................................... 143a Scheda: Le tentazioni............................................................................. 18

Celebrazione: Con Maria alla sequela di Gesù ..................................... 22

2a Tappa: Quaresima - Pasqua4a Scheda: Le opere della Parola ........................................................... 295a Scheda: Essere figlio................................................................................ 346a Scheda: Le “esigenze” della vocazione apostolica................... 38

Celebrazione: Memoria del Battesimo e della Confermazione.... 42

3a Tappa: Tempo Pasquale7a Scheda: Si prese cura di lui ............................................................... 478a Scheda: La fiducia nel Padre ............................................................. 529a Scheda: Testimoni credibili.................................................................. 57

Celebrazione: Adorazione eucaristica ........................................................ 62

Indice

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In questo anno pastorale ci lasciamo guidare dallostile di Gesù che educa i suoi discepoli formandolialla comprensione e all’annuncio del Regno di Dio.

Tutti i brani delle schede sono tratti dal Vangelo diLuca, che dalla tradizione è definito medico e pittore.Realmente lui è medico: tutta la prima parte del suoVangelo è una terapia, la Parola che ci guarisce dallamenzogna che abbiamo dentro, che ci ridà la nostraverità di figli. Luca è anche pittore e la seconda partedel Vangelo, dopo la Trasfigurazione, ci presenta ilvolto del Figlio. Ogni racconto è una pennellata diquesto volto, quel volto che noi siamo chiamati adincarnare nel cammino della nostra vita.

Il cammino inizia con l’annuncio a Maria, che èanche l’inizio del nostro itinerario, che è l’itinerariodella Chiesa e di tutti i suoi figli, di ciascuno di noi,che è il sì a Dio, alla Parola, in modo che la Parolapossa diventare carne in noi con lo stile del Figlio diDio. La seconda scheda mostra la prima presentazio-ne pubblica di Gesù nel Battesimo, che ci dà lo stiledefinitivo di Dio, che è solidale con tutti, con ognilimite, con ogni fragilità, con ogni debolezza umana,che fa addirittura del peccato il luogo massimo dimisericordia e di amore, di salvezza dalla stessa per-dizione. Lì scopriamo il vero volto e stile di Dio, chenon è quello dipinto dal serpente nelle tentazioni neldeserto (terza scheda), che è l’immagine di Dio cheistintivamente abbiamo dentro, padrone di tutto, tre-mendo, che giudica, che vede i pensieri per cui nonpuoi nemmeno scappare, che ti condanna alla morteeterna. Gesù è venuto a rivelarci il vero volto di Dio.

Presentazione

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È lo stesso Dio a presentare il vero volto di Dio nellasua carne, la carne di Gesù e Gesù è il rivelatore delPadre. Nel Battesimo Gesù si mette in fila con i pec-catori, si immerge fin dentro la morte, la morte anchedel peccato, perché in quell’acqua si sono immersitutti i peccatori, tutto il popolo e tutte le generazionifino ad Adamo. Il peccato di tutto il mondo pesasull’Agnello di Dio e proprio in quel momento ilPadre dice: “Tu sei il figlio mio diletto, in te mi sonocompiaciuto”.

Il cammino comprende nelle altre schede Gesùche invita alla sequela ed educa i discepoli alla mis-sione con lo stile proprio di Gesù, che rivela il Padre.Da rimuovere sono l’ipocrisia e la vanità, le pesan-tezze e le incrostazioni, l’abitudinarietà e il formali-smo. Da mettere al centro c’è invece Gesù Cristo, lasua persona, il suo messaggio. Non si è dunque soliin questo cammino. Dio precede sempre sulla strada,ma non per imporre delle regole, bensì antidotinecessari per entrare nel campo della vita buona evirtuosa.

Camminare è dunque il movimento che mette inmoto la ricerca della verità del Vangelo che, una voltafatta propria, spinge ad annunciarla e a testimoniarlacon gioia come novità di vita. Il metodo pastorale deiGruppi d’avanguardia voluto dal beato LuigiNovarese è tutto concentrato su questo: spiegare qualè la meta e i passi da compiere per raggiungerla. Alivello personale, per il perfezionamento e la santifi-cazione di sé; a livello comunitario, per l’edificazionedi tutta la Chiesa, nel vincolo dell’amore testimoniatodai sofferenti inviati ad essere evangelizzatori dell’o-pera di salvezza.

Buon apostolato!

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Schede

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1ª tappaAvvento - Natale

(Ottobre – Novembre – Dicembre)

1ª SchedaDire “sì” alla Parola

In ascolto di noi

Dopo la pausa estiva, riprendiamo a incontrarci, aricreare un “noi” apostolico. Il Vangelo di questaprima scheda presenta le persone coinvolte nel pro-getto di Dio per l’umanità: Gabriele, Giuseppe, Maria,Gesù, Elisabetta, Davide, Giacobbe… sono tutti chia-mati per nome, ognuno con un compito specifico.

Così, anche noi, ci sentiamo chiamati per nome,riconosciuti da Dio per una missione personale. Inquesto primo incontro, celebriamo la nostra identitàpersonale, chiamandoci per nome, riconoscendociinsieme davanti al Signore.

In ascolto di Te

Dal Vangelo secondo Luca (1,26-38)

26Al sesto mese, l’angelo Gabriele fu manda-to da Dio in una città della Galilea, chia-mata Nazaret, 27a una vergine, promessa

sposa di un uomo della casa di Davide, di nomeGiuseppe. La vergine si chiamava Maria. 28Entrandoda lei, disse: «Rallegrati, piena di grazia: il Signore è“8

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con te». 29A queste parole ella fu molto turbata e sidomandava che senso avesse un saluto come questo.30L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai tro-vato grazia presso Dio. 31Ed ecco, concepirai un figlio,lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. 32Sarà grande everrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio glidarà il trono di Davide suo padre 33e regnerà per sem-pre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avràfine». 34Allora Maria disse all’angelo: «Come avverràquesto, poiché non conosco uomo?». 35Le rispose l’ange-lo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenzadell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò Coluiche nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio.36Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaiaha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto meseper lei, che era detta sterile: 37nulla è impossibile a Dio».38Allora Maria disse: «Ecco la serva delSignore: avvenga per me secondo la tuaparola». E l’angelo si allontanò da lei.

All’inizio del Vangelo di Luca troviamo i temi fon-damentali per la storia di Israele: il tempio, la parola,la preghiera, la promessa, il compimento. E tra que-sti temi è inserita l’Annunciazione, che spiega comela parola si fa carne. Maria è proposta come madredella Chiesa e nell’opera di Luca, la storia del disce-polo si incrocia continuamente con quella di Maria.Se Maria è nostra madre, la madre e i figli cosa hannoin comune? Tutto, i figli sono uguali alla madre, quin-di viene proposta come nostro modello, è la primache ha detto di sì a Dio.

Nel Vangelo dell’Annunciazione vengono offerte leindicazioni di tempo, di luogo e di mezzo, con ilquale Dio comunica.

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SCHEDA 1

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Il tempo è il sesto mese da quando fu concepitoil Battista, e nel sesto mese di gravidanza un bam-bino non è ancora maturo. Quindi il “sì” non avvie-ne quando il tempo è maturo, ma il tempo maturaquando noi diciamo di sì a Dio, altrimenti restiamosempre al “sesto mese”, che richiama il sesto gior-no della Creazione; l’uomo è creato al sesto giornoper passare al settimo, che è il giorno di Dio. Iltempo per l’ascolto del Vangelo è questo tempo chesembra incompiuto e diventa compiuto quandodico sì a Dio.

Il luogo è una città della Galilea di nome Nazaret,il luogo della vita quotidiana. Non è nel tempio diGerusalemme, non è una cosa circoscritta alla Chiesa,è nella vita quotidiana che si ascolta il Signore. Iltempo non dipende da noi; come la vita è dono efluisce, mentre dipende da noi il luogo. La primadomanda che Dio ha fatto all’uomo è: “Dove sei?”,perché non era al suo posto, il posto dell’uomo èDio, siamo a sua immagine e somiglianza, davanti alui siamo ciò che siamo. Il luogo ci definisce, perchénoi siamo le relazioni che abbiamo, l’uomo cercasempre il luogo, per questo è pellegrino, cerca la suacasa. Dove stiamo di casa? Stiamo di casa dove siamoamati, altrove non possiamo vivere, per questo ilnostro luogo è Dio.

Il mezzo: Dio comunica con l’uomo attraversol’angelo, e l’angelo è l’annunciatore, quello che dicela Parola. Gli Apostoli sono chiamati angeli, gliannunciatori (cfr. Lc 9,51). Questo angelo ha ancheun nome, si chiama Gabriele, che vuol dire “forza diDio”. La forza di Dio è solo la Parola, la Parola hafatto il mondo, ha fatto tutto. Per noi la parola època cosa, ma è importante. Innanzitutto, se chiparla dice la verità, esprime se stesso, mediante la

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parola entra in comunione e dona se stesso. D’altrocanto la parola struttura i pensieri di chi ascolta;tutto ciò che sappiamo, che capiamo, è perché ci èentrato dentro dall’orecchio. La parola ti lascia libe-ro di valutare, dall’orecchio può scendere nel cuoree può produrre reazioni di attrazione o di repulsio-ne. Dal cuore la parola scende nelle mie mani e neimiei piedi e diventa la nostra vita, uno diventa laparola che ascolta. Per questo l’unico mezzo apo-stolico che abbiamo è la parola di verità, ma perquesto anche la parola di menzogna riesce a stra-volgere il mondo. E Dio comunica con la parola,anzi è Parola. È quella parola che ha il potere digenerarci figli di Dio.

L’angelo usa un termine che è la sintesi di tutta laBibbia: “gioisci” (in greco “Kaire”), che vuol diregioia, bellezza, grazia, bontà, gratuità, dono, amore.Sono tutte parole che definiscono l’agire di Dio. Dioinfatti è bellezza, dono, gratuità, amore. E il verbo èall’imperativo, perché l’unico ordine che Dio ci dà èdi essere contenti, l’unica cosa che vuole da noi è lagioia. La gioia è il segno della presenza di Dio, senon c’è gioia non c’è Dio, neanche nel bene.

Il Vangelo struttura la mia identità di figlio attra-verso le cose che Gesù fa e dice, fino a dare la vitaper me, per dire quanto sono prezioso e degno distima agli occhi di Dio, che mi ama più di sé.

Gli apostoli sono chiamati angeli perché sonoquelli che, come Maria, hanno detto sì alla Parola,quindi le hanno dato parte nella loro vita, perchésono i testimoni di questa Parola. Quindi dov’è ilSignore? È presente nel suo testimone. Dov’è il Regnodi Dio? È in chi ascolta e fa la Parola.

SCHEDA 1

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Verifica e programmazione dell’apostolato

Entrare e salutare. Dal comportamento dell’angeloGabriele prendiamo atto dell’importanza di entrare inuna casa che non è la nostra con rispetto e delica-tezza; cosa questa da non dare per scontato. Difatti,abbiamo bisogno di rinnovare in noi stessi i motiviche ci portano presso gli altri, per recare loro la pro-messa di Dio, parole di gioia e di salvezza.

Il saluto che diamo, oltre a quelli che fanno partedella tradizione locale, è un saluto da parte di Dio:appunto gioia e presenza. Anche questo non è scon-tato, se pensiamo di portare noi stessi, invece di con-siderarci persone al servizio del Regno, portatori diannunci che non sono personali.

Coniugare il futuro. I verbi utilizzati dall’angelosono tutti nella forma futura. Maria coglie questocome una promessa che, per lei credente, Dio certa-mente realizzerà, poiché egli non pronuncia maiparole vane. Comprendiamo anche noi che, nellarealtà presente, non sempre chiara, mette radici larealizzazione di ciò che Dio ha in mente di fare versol’uomo. Il futuro di Dio è garanzia di realizzazione; ciaiuta ad aprire i nostri sguardi su ciò che non si vedeora ma che sarà certamente messo in pratica. Ci pos-siamo dunque fidare e inserirci, con i nostri discorsiche rivolgiamo ad altri, sulle certezze di Dio.

Vivere il presente. Rassicurati dal futuro che ciattende, possiamo dare la nostra disponibilità nellaforma presente. Dicendo: “Eccomi. Avvenga”, apria-mo spazi di azione infinita a Dio nel nostro piccolofinito. Le prospettive così si fanno ampie. Sono ribal-tati i nostri angusti modi di vivere le difficoltà e la sof-ferenza, mentre riceviamo la carne di Dio, Gesù, Diocon noi.

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Preghiera

Vergine dell’Annunciazione,rendici, ti preghiamo, beati nella speranza,insegnaci la vigilanza del cuore,donaci l’amore premuroso della sposa,la perseveranza dell’attesa,la fortezza della croce.Dilata il nostro spiritoperché nella trepidazionedell’incontro definitivotroviamo il coraggio di rinunciareai nostri piccoli orizzontiper anticipare, in noi e negli altri,la tenera e intima familiarità di Dio.Ottienici, Madre, la gioia di gridarecon tutta la nostra vita:“Vieni, Signore Gesù, vieni, Signoreche sei risorto,vieni nel tuo giorno senza tramontoper mostrarci finalmente e per sempre il tuo volto”.

(C.M. Martini)

Il mio impegno

SCHEDA 1

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2a SchedaIl limite, luogo di comunione

In ascolto di noi

Il nostro Battesimo ci ha segnati come cristiani. Inquesto secondo incontro potremmo fare memoria diquesto evento, ricordando la data in cui è avvenuto,le persone presenti, esprimendo gratitudine per tutticoloro che ci hanno presentati al fonte battesimale esi sono presi cura della nostra fede.

In ascolto di Te

Dal Vangelo secondo Luca (3,21-22)

21Ed ecco, mentre tutto il popolo veniva bat-tezzato e Gesù, ricevuto anche lui ilBattesimo, stava in preghiera, il cielo si aprì

22e discese sopra di lui lo Spirito Santo in forma cor-porea, come una colomba, e venne una vocedal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l’amato: in teho posto il mio compiacimento».

Il Battesimo è la prima presentazione di Gesù inpubblico. Per entrare nel mistero di tale agire diGesù, il Battesimo è parallelo alla croce, nel sensoche tutta la vita di Gesù è inclusa tra il Battesimo e lacroce. Al Battesimo lo troviamo in fila con i peccato-ri, sulla croce tra due malfattori, nel Battesimo siimmerge nell’acqua, sulla croce si immerge nellamorte. Nel Battesimo riceve lo Spirito, sulla croce ci

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dà lo Spirito; nel Battesimo si apre il cielo, nellamorte si squarcia il velo del tempio; nel Battesimo èproclamato Figlio dal Padre, sulla croce è proclama-to Dio per la prima volta dagli uomini.

La prima cosa da notare è che si dice che tutto ilpopolo era battezzato e anche Gesù è battezzato. Sisuppone la cosa già avvenuta, come per noi.Contemplare Gesù che si fa battezzare è la primaimmagine che Dio dà di sé, l’immagine di uno chesi mette in fila con i peccatori, ultimo della fila, chesi fa maledizione per essere con tutti i maledetti(Gal 3,13), che si fa peccato per noi (2Cor 5,21), chesi perde perché nessuno si senta perduto e abban-donato. La prima immagine che Dio dà di sé è quel-la di essere solidale con noi nel limite, nella morte,anche nel peccato, anzi lui è peccato, lui che nonha commesso peccato. Questa simpatia, questa pas-sione assoluta di Dio per l’uomo, prescinde da quel-lo che fa l’uomo. Perché Gesù è vissuto ed è mortoper i peccatori. Non c’è limite che Dio non accolgasu di sé.

Il male non è la morte, né il limite. Infatti siamolimitati per forza, in quanto non siamo Dio, nemme-no noi cristiani che a volte abbiamo deliri di onni-potenza. Il problema è che talvolta noi viviamo illimite come luogo di difesa e di attacco, cioè nonaccettiamo il limite. Tutta la nostra vita è ricerca dicome uscire dal limite. Ma perché non lo accettiamo?Perché dopo il peccato, noi abbiamo messo al cen-tro il nostro io, allora dove finisco io finisce tutto.Allora cerco di spostare sempre più in avanti il miolimite. Invece senza peccato anche la morte nonsarebbe un male, infatti il pungiglione della morte èil peccato. Se noi non fossimo autocentrati, per noila morte sarebbe il ritorno a casa. Il problema è

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SCHEDA 2

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come vivere i limiti, come possono essere luogo disimpatia, di compassione, di comunione.

Gesù assumendo il limite ci insegna lo stile di Dio,che fa del limite il luogo della comunione, della rela-zione e Dio è Relazione, Amore.

Verifica e programmazione dell’apostolato

Un popolo di battezzati. In modo enfatico Lucadichiara che tutto il popolo veniva battezzato. È evi-dente che intende i presenti. Tuttavia, richiama pro-feticamente il mandato finale di Gesù: andate e bat-tezzate tutti i popoli. Sembra un compito apparente-mente fuori dalla nostra portata. Ma è il compito dellaChiesa, al quale noi partecipiamo. Il nostro apostola-to, infatti, nella prospettiva del beato Novarese, èquello di far comprendere a tutti coloro che soffronoche non sono da soli, poiché il Figlio di Dio si è asso-ciato alla condizione umana, assumendo sopra di séogni limite e ogni esperienza. Ogni volta che noiannunciamo questo, battezziamo le nostre azioni eparole; aiutiamo a comprendere che Gesù Cristo è ingrado di riversare su di noi la vita di Dio, buona ebella.

Come una colomba. È significativo che lo Spiritosia definito così, nel contesto di situazioni pesanti elimitate. Con un colpo d’ala, improvvisamente siamoliberati, voliamo in alto, nello spazio del Vangelo.Ciò che ci sembra invalicabile se ci affidiamo allenostre capacità e possibilità personali, inaspettata-mente diventa attuabile. Monsignor Novarese lodice: chi cammina nelle vie dello Spirito Santo è gui-dato lontano dalle vie anguste e si innalza verso ilcielo.

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La voce dal cielo. Non è un’illusione, non è uninganno: è la certezza dello Spirito Santo che dice nelcuore di ognuno: tu sei figlio di Dio. Qualsiasi paro-le usiamo nell’apostolato, sono parole di Dio chefanno riferimento a questo vincolo generativo cheDio ha stabilito con ogni uomo.

Preghiera

Signore, tu ci scruti, ci conosci,Tu leggi nel profondo del nostro cuore,tu sai i nostri desideri, i nostri pensieri,la nostra vita è davanti a te,con le sue gioie e speranze, fatiche e dolori.

Ci hai chiamati per nome,ancora non esistevamo e già tu ci conoscevi:tu sai tutto di noi.Noi ti lodiamo perché ci hai creati come un prodigiostupende sono le tue opere.

Tu ci ami da tutta l’eternità,Tu ci chiami a collaborare alla tua opera.Donaci intelligenza e saggezza eguidaci sempre sulle vie della vita.Grazie, Signore, della vita!

Il mio impegno

SCHEDA 2

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3a SchedaLe tentazioni

In ascolto di noi

Dopo le parole dell’angelo Gabriele, dello SpiritoSanto nell’evento del Battesimo, ascoltiamo le paroledi Satana, colui che vuole separarci da noi stessi inte-riormente, da Dio intimamente, dagli uomini, nellenostre relazioni. Prendiamo coscienza delle nostre ten-tazioni di separazioni improprie e non evangeliche.

In ascolto di Te

Dal Vangelo secondo Luca (4,1-13)

1Gesù, pieno di Spirito Santo, si allontanòdal Giordano e fu condotto dallo Spirito neldeserto 2dove, per quaranta giorni, fu tenta-

to dal diavolo. Non mangiò nulla in quei giorni; maquando furono terminati ebbe fame. 3Allora il diavologli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, dì a questa pietra chediventi pane». 4Gesù gli rispose: «Sta scritto: Non di solopane vivrà l’uomo». 5Il diavolo lo condusse in alto e,mostrandogli in un istante tutti i regni della terra, glidisse: 6«Ti darò tutta questa potenza e la gloria di que-sti regni, perché è stata messa nelle mie mani e io la doa chi voglio. 7Se ti prostri dinanzi a me tutto sarà tuo».8Gesù gli rispose: «Sta scritto: Solo al Signore Dio tuo tiprostrerai, lui solo adorerai». 9Lo condusse aGerusalemme, lo pose sul pinnacolo del tempio e glidisse: «Se tu sei Figlio di Dio, buttati giù; 10sta scrittoinfatti: “Ai suoi angeli darà ordine per te, perché essi ti

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custodiscano”; 11e anche: “essi ti sosterranno con lemani, perché il tuo piede non inciampi in una pietra”».12Gesù gli rispose: «E’ stato detto: Non tenterai il SignoreDio tuo». 13Dopo aver esaurito ogni specie ditentazione, il diavolo si allontanò da lui perritornare al tempo fissato.

La scelta di Gesù è il principio del mondo nuovo,quella scelta che il Padre definisce suo Figlio, la Parolache ha fatto il mondo, lo ha creato e lo restaura. Subitodopo si vede il contro-programma, nelle tentazioni.

Le tre tentazioni riguardano i tre colori del fruttoproibito: “Buono da mangiare, bello da vedere, e desi-derabile per essere come Dio”. Sono lo stile di Satanae Satana si presenta a Gesù dicendogli: “Di’ che que-ste pietre diventino pane”, e il pane rappresenta ibeni, la vita, le ricchezze. “Sei figlio di Dio?”, la primacosa che facciamo per mostrare che siamo figli di Dioè avere tante ricchezze. Gesù risponde con la Parola:“Sta scritto: Non di solo pane vivrà l’uomo”.

La seconda tentazione è: “Ti darò tutta questapotenza e la gloria di questi regni, perché è statamessa nelle mie mani e io la do a chi voglio”. Gesùnon glielo contesta, non punta al potere. Puntare alpotere e al dominio distrugge le relazioni, l’umanitàdell’uomo; Gesù punta al servizio, non punta alla ric-chezza, a possedere, ma a dare.

La terza tentazione è l’orgoglio, Dio è con me, miobbedisce, io mi butto e Dio viene a prendermi.Invece lo stile di Gesù è l’umiltà, l’obbedienza alPadre. Gesù risponde a Satana con la Parola. Solo laParola del Vangelo, di Cristo, mi impedisce di usarecome mezzi privilegiati quelli che Gesù ha rigettatocome tentazioni.

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SCHEDA 3

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Verifica e programmazione dell’apostolato

Suggerimenti sbagliati. Le voci del mondo, con latentazione del potere, della ricchezza, dell’asservi-mento alle nuove ideologie umane, provano ad atta-nagliare i nostri cuori, per farci prendere decisioniinsensate, per spingerci a comportamenti contrari alVangelo. Mettono in dubbio la nostra appartenenza aDio, la cura che lui ha promesso di avere nei nostriconfronti, la salvezza di Gesù come illusoria ecomunque immaginaria. Di fronte al regno dei cieli,le offerte di Satana sembrano ben più concrete equantificabili: pane, denaro, fama…

La Parola certa. Gesù ci dice che, però, non si vivebene, cioè non si ha una vita ricca di senso, solo conproprietà materiali o con la soddisfazione di ognibisogno corporale o psichico. C’è una dimensioneinteriore che ha bisogno di ricevere significati chesiano veri, significati di coraggio nelle tempeste dellavita, di fede nelle situazioni difficili, di speranza nellerealtà che ci addolorano. Da dove viene il senso? Nonè nella sottrazione alla lotta, né nell’accumulo di benie di riconoscimenti. Qualche volta il senso della vitaè nell’essere fedeli alla Parola ricevuta e alla nostraparola data. Spesso il senso risiede nella capacità diresistenza al male, nell’evitare la tentazione di cau-sarne ad altri, nel voler trasformare il male in fontepositiva di bene, come direbbe Luigi Novarese.

I nostri esorcismi personali. Quando resistiamo aSatana, realizziamo un’azione di liberazione: esorcizzia-mo, mandiamo fuori dallo spazio interiore tutto ciò chenon riguarda Dio. Togliamo potere alle nostre ombreinteriori e assecondiamo la luminosità dello Spirito santo.Così, possiamo adorare Dio nel nostro tempio interioree lasciare che lui abiti in noi, portandolo con gioia.

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Preghiera

Tu sai, mio Dio,che sono debole e impreparato al buon uso del tempo.Non ti fidare troppo della mia resistenza alla tentazione,non mi lasciare a lungo esposto nella prova.Perché io voglio sinceramente benedire il tuo nome,desidero realmente entrare nel tuo regno,sono certo che la tua volontàè il compimento del mio bene.Credo con tutto il cuoreche tu custodisci le cose buoneper le quali riesco a trovare il tempo,affinché non vadano perdute.E che sei pronto a sciogliermi dal tempo che ho perdutonel momento stesso in cui riesco a vincere la mia paurae a confessare la mia colpa.Quando io ti rendo disponibile il tempo che mi affidi,e lo arrischio per venire in soccorsodella mancanza del mio fratello,io so che il mio tempo si arricchiscefino a cento volte, fin d’ora:e molto mi viene perdonato.E quando infine riconosco la stupidità della mia colpa,e mi rivolgo contrito a te, Padre,non incontro l’ombra del tuo risentimento,ma soltanto la tenacia della tua fedeltà.Scopro che il tempo perduto fu per te il tempo dell’attesae il tempo insperabilmente ritrovatoè subito il tempo della festa.

(C.M. Martini)

Il mio impegno

SCHEDA 3

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Celebrazione di tappa

Con Maria alla sequela di Gesù

La festa dell’adesione segna un momento importante per cia-scuno di noi e per tutta l’Associazione e ci chiede di essere vis-suta nella consapevolezza che ciascuno, attraverso il proprio sìal Centro Volontari della Sofferenza, diventa apostolo, consape-vole e sollecito di quell’attività di annuncio e di testimonianzache sappiamo essere necessariamente urgente.

In questa prospettiva, risuona il richiamo del beato LuigiNovarese: “Gesù ci chiama ad essere dei costruttori con Lui e adessere gioiosi. Per questo bisogna imparare la strada per costrui-re, diventando come Lui è diventato: mite ed umile di cuore. Èla sua scuola, alla quale impareremo la regale via della crocevissuta nel silenzio. Inoltre, bisogna imparare ad essere credibi-li: non annunciatori, ma realizzatori. Non possiamo limitarci aripetere le richieste dell’Immacolata, non possiamo limitarci afare una consacrazione all’Immacolata. Dobbiamo vivere lerichieste dell’Immacolata. La Madonna deve diventare realmen-te la Mamma del cielo, vivente, che ci guarda costantemente, cisostiene, ci guida, interviene per la nostra formazione”.

I nuovi iscritti accompagnati dal capogruppo di appartenen-za o dalle persone che li hanno seguiti nel cammino di cono-scenza e adesione, entrano in processione con il Celebrante(possibilmente il Vescovo).

RITO DI ADESIONE

Terminata l’Omelia e dopo una breve pausa di silenzio, si intro-duce il Rito di adesione al CVS.

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1. RITO DI ACCOGLIENZA DEI NUOVI MEMBRI

NELL’ASSOCIAZIONE

Celebrante: Sorelle e fratelli, oggi il Centro Volontaridella Sofferenza rinnova la sua vocazione e missioneattraverso l’adesione. Siamo qui per esprimere, o perdichiarare per la prima volta, la nostra volontà diappartenere al Centro Volontari della Sofferenza.L’Associazione è nata dalla profondità carismatica delbeato Luigi Novarese, per dare significato di salvezzaalla realtà del dolore umano e dignità alla personasofferente.

Tutti: Siamo qui con tutta la mente, tutto il cuore etutta la gioia e davanti al Signore, sull’esempio diMaria, vogliamo essere strumenti utili e responsabili,offrendo la nostra vita come dono e ricchezza per laChiesa e per la società, per la venuta del suo Regnoin mezzo a noi. Amen.

Guida: “Gesù salì sul monte, chiamò a sé quelli chevoleva ed essi andarono da lui” (Mc 3,13).

Se ci sono persone che si iscrivono per la prima volta, ven-gono chiamate per nome dal Celebrante. Ciascun chiamatorisponde: ECCOMI e si porta davanti all’altare. Al termine ilCelebrante dice:

Celebrante: Volete valorizzare il dono dell’amoreche lo Spirito Santo ha effuso in voi nel giorno delBattesimo e che nell’Eucaristia si ravviva e diventasegno visibile della presenza di Dio, realizzando l’in-tuizione carismatica del beato Luigi Novarese, chevede nella sofferenza offerta dal malato una parteci-pazione al mistero pasquale di Cristo e lo rende apo-stolo e perciò primizia e profezia per la valorizzazio-

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ne di ogni situazione di sofferenza presente nella vitadell’uomo, aderendo alle richieste di preghiera e dipenitenza proprie della spiritualità mariana diLourdes e Fatima, che riconosce come momenti eluoghi carismatici dell’Associazione? (dallo Statuto delCVS, Cap. 1, identità – finalità).

Nuovi membri dell’Associazione: Sì, con la graziadi Dio e l’aiuto della Vergine Immacolata, lo voglio.

Il Celebrante consegna ad ogni nuovo iscritto lo Statuto del CVSe la corona del rosario dicendo:

Celebrante: - Ricevi lo Statuto. Amalo e osservalocon fedeltà; sarà strada sicura per la tuasantificazione.- Ecco la corona del rosario: in unionecon Maria, annuncia ai fratelli i misteridi Cristo, vita, morte e Resurrezioneche conducono alla sorgente della Vita.

Nuovo membro dell’Associazione: Amen.

Celebrante: Accogliamo questi nostri fratelli e sorel-le nel loro desiderio di aderire al Centro Volontaridella Sofferenza per partecipare pienamente alla mis-sione della Chiesa che è in … (nome della Diocesi).

Tutti: Rendiamo grazie a Dio.

2. PROFESSIONE DEGLI IMPEGNI ASSOCIATIVI

Celebrante: Carissimi, l’impegno che state peraccettare liberamente è una risposta alle richiestedi preghiera e di penitenza presentate dalla Vergine

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Santa a Lourdes e a Fatima, per riparare i tantipeccati che offendono il Cuore di Gesù ed il suoCuore Immacolato; per la conversione dei pecca-tori; per il Papa, per i sacerdoti ed il loro mini-stero. Volete scegliere Maria come Madre chegenera e sostiene giorno per giorno il vostro pro-posito di fedeltà secondo il carisma e lo stile delCentro Volontari della Sofferenza a servizio dellaChiesa?

Tutti: Sì, lo vogliamo.

Celebrante: Questa vostra risposta vi chiama e viimpegna ad approfondire l’adesione a Cristo e allasua Chiesa per mezzo di Maria Santissima; e a viver-la come testimonianza che conferma la vostra parola.Vivete con gioia i doveri che ci legano a questanostra incomparabile Madre, doveri di appartenenza,di devozione, di ascolto, di ubbidienza, di imitazionefedele, costante, senza posa. Allora: Gesù vi chiamaad essere dei costruttori con lui, vi invita ad esseregioiosi. Gesù vuole che voi operiate, portiate frutti.Ed allora sempre nella gioia, costruttori con Dio, farecose grandi con Dio, salvare le anime, operosi nellagioia che nessuno ci potrà mai rapire (dagli scritti delbeato Luigi Novarese).

Tutti: Sì, e noi così, in questo atteggiamento di figliansiosi per il Regno di Dio, attuato per mezzo diMaria, vogliamo restare oggi e sempre.

Celebrante: Alla Vergine Immacolata, affidiamo ora ilnostro impegno e chiediamo sostegno perché possia-mo instaurare un Regno sicuro, tranquillo, nella pace,anche se attorno a noi, o dentro di noi, imperversa la

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bufera, scatenata dalla nostra debolezza e dal maleche ci circonda.

Tutti: Consapevole della mia vocazione cristiana, iorinnovo oggi nelle tue mani o Maria, gli impegni delmio Battesimo. Rinuncio a Satana, alle sue seduzioni,alle sue opere, e mi consacro a Gesù Cristo, per por-tare con lui, la mia croce, nella fedeltà di ogni giornoalla volontà del Padre. Alla presenza di tutta la Chiesati riconosco per mia Madre e Sovrana. A te offro econsacro la mia persona, la mia vita e il valore dellemie buone opere, passate, presenti e future. Disponidi me e di quanto mi appartiene, alla maggior gloriadi Dio, nel tempo e nell’eternità. Amen.

Celebrante: Signore, guida nella tua verità questi fra-telli e sorelle: sappiano essere sereni e decisi nell’af-frontare con coerenza l’impegno a vivere con gene-rosità il carisma del Centro Volontari della Sofferenzache il beato Luigi Novarese ha voluto e consegnatoad ognuno. Sempre nella gioia, siano costruttori conte. Annuncino il tuo amore per l’umanità; annuncinola bellezza della tua grazia.

Tutti: Amen.Preghiera dei fedeli.

Presentazione dei doni

Durante la processione vengono portati il pane e ilvino, lo Statuto, le tessere d’iscrizione, i sussidi deiGruppi d’avanguardia e i sussidi dei settori giovanili.Si può preparare un breve commento nell’accompa-gnare i doni.

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3. CONSEGNA DELLE TESSERE ASSOCIATIVE

Benedizione e consegna delle tessere d’iscrizionePrima della Benedizione finale o al termine dellamessa: il Responsabile diocesano, un capogruppo edun rappresentante dei Settori giovanili si recanodavanti all’altare e presentano le tessere per la bene-dizione.

Celebrante: Padre misericordioso, tu che hai manda-to il tuo Figlio per riconciliare gli uomini con te e traloro e doni lo Spirito Santo perché il tuo popolo siasegno e strumento di un amore premuroso e infati-cabile, benedici quanti esprimono, attraverso questetessere, un impegno a servizio della tua Chiesa; fa’che siano testimoni della novità di vita del Vangelo ecollaborino alla costruzione di una comunità cristianache sia segno vivo del tuo amore e luogo di acco-glienza premurosa per ogni persona. Per Cristonostro Signore. Amen.

Il Celebrante benedice le tessere.

4. RITO DEL MANDATO A TUTTI GLI ISCRITTI

Guida: “Ne costituì Dodici – che chiamò apostoli –,perché stessero con lui e per mandarli a predicarecon il potere di scacciare i demoni” (Mc 3,14-15).

Celebrante: Il Signore vi ha chiamati per una dupli-ce missione: “stare con lui”, cioè formare gruppi dicui lui è il centro, e di “andare in missione”, cioèannunciare la Buona Novella. Vi ha scelto, vi invia evi affida i fratelli che incontrerete. Trasmettete loro lo

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stile di vita cristiana che il Centro Volontari dellaSofferenza propone, affinché sentano il bisogno diriscoprire l’originalità e la freschezza di gesti sempli-ci, capaci di parlare al cuore e alla mente di ciascu-no, rivelando le profondità divine in cui siamo accol-ti come figli dall’unico Padre.

Tutti: Guidaci, dove tu vuoi, ma tienici presso di te!(dagli scritti del beato Luigi Novarese).

Benedizione finale.

Durante il canto il Responsabile diocesano con gli altri rappre-

sentanti distribuiscono le tessere agli associati.

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2ª tappaQuaresima - Pasqua

(Gennaio – Febbraio – Marzo)

4ª SchedaLe opere della Parola

In ascolto di noi

Ogni volta che ci incontriamo, non è solo per deci-sione nostra o per appartenenza al gruppo, ma per-ché convocati da Gesù. Il verbo è importante: signi-fica che Gesù rinnova la sua chiamata, la sua propo-sta vocazionale, insieme personale e comunitaria.Rispondiamo al suo appello, per poter poi andare eannunciare il suo Regno.

In ascolto di Te

Dal Vangelo secondo Luca (9,1-6)

1Convocò i Dodici e diede loro forza epotere su tutti i demòni e di guarire lemalattie. 2E li mandò ad annunciare il

regno di Dio e a guarire gli infermi. 3Disse loro: «Nonprendete nulla per il viaggio, né bastone, né sacca,né pane, né denaro, e non portatevi due tuniche. 4Inqualunque casa entriate, rimanete là, e di là poiripartite. 5Quanto a coloro che non vi accolgono,uscite dalla loro città e scuotete la polvere dai vostripiedi come testimonianza contro di loro». 6Allora essi

SCHEDA 4

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uscirono e giravano di villaggio in villag-gio, ovunque annunciando la buona noti-zia e operando guarigioni.

Luca ci spiega cosa fa la Parola di Dio, presenta ilprogramma del Vangelo nelle prime sei opere poten-ti che la Parola compie.

La prima potente opera della Parola è toglierci lamenzogna, la falsa immagine di Dio e di uomo, cirende liberi dal male interiore che ci domina e cheabbiamo sempre dentro.

La seconda la vediamo con l’episodio della guari-gione della suocera di Pietro, Gesù si impadroniscedella sua mano e lei che, prima aveva la febbre, simette a servire. Servire significa essere come Coluiche serve, cioè come Dio, perché Dio è amore e ser-vizio. La Parola quindi ci libera dal male per render-ci liberi per il bene, per amare e servire.

La terza opera potente della Parola è renderefeconda la pesca dei discepoli, li chiama a diventarepescatori di uomini, e come loro sono “pescati”, cioèsalvati dal mare della loro infecondità e della loromorte, come sono amati, possono a loro volta amare.

La quarta opera potente è la guarigione del leb-broso, se noi amiamo i fratelli siamo passati dallamorte alla vita e la nostra vita non è più infetta di leb-bra, di morte visibile.

La quinta opera è la guarigione del paralitico chesi sblocca e può camminare perché è stato perdona-to. Il potere del Figlio dell’uomo, cioè di Dio, è diperdonare, per cui l’uomo può ora andare verso casae in questa casa ci sarà poi la chiamata di Levi, e poiil banchetto, e poi Gesù cammina tra le spighe disabato e i discepoli mangiano queste spighe ed ècome se mangiassero di lui. Gesù dice: “Il Figlio del-

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l’uomo è Signore del sabato, il sabato è fatto per l’uo-mo”. Dio ci dona di passare dal sesto al settimo gior-no, di diventare come lui mangiando di lui. La Parolaci rende come Dio.

La sesta opera potente è la guarigione della mano:per ricevere un dono bisogna avere la mano e Gesùguarisce la mano che era chiusa. Fin dall’inizio l’uo-mo tende la mano per prendere il frutto e la chiudeper possedere e finalmente ora si apre per ricevere ildono di Dio, per lavorare, per donare. I piedi indica-no il desiderio, perdonandoci i peccati, Gesù libera ilnostro desiderio di vita piena e, guarendoci la manoche indica il potere, le possibilità, ci dà finalmente ilpotere di Dio, che non è quello di tenere tutto inmano e stritolare tutti, ma di aprire, ricevere, donare,lavorare, trasmettere. Subito dopo c’è la scelta deiDodici, è la Chiesa, fatta da dodici persone.

‘Discepolo’ significa colui che impara. Questiuomini hanno una cosa in comune: sono tutti chia-mati perché amati. Ciò che li accomuna è il peccato,in modo che io possa capire che Cristo è morto perme, mi ha amato e ha dato se stesso per me. E ciòche capita a me che sono pescato dall’abisso del miopeccato e della mia morte, capita ad ogni uomo, perquesto posso essere chiamato e inviato agli altri pertrasmettere la stessa esperienza a tutti. La Chiesa èfatta per questo.

Verifica e programmazione dell’apostolato

Annunciare e guarire. Riceviamo da Gesù un gene-re di potere allo stesso tempo desiderabile e inutile.Il potere che noi vorremmo sarebbe quello del domi-nio sugli altri; quello che ci dona Gesù, invece, è il

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dominio su se stessi, per poter liberare spazio di azio-ne per Dio, perché lui possa continuare la sua operaattraverso le nostre mani e le nostre parole. E tutta-via, è un potere desiderabile perché si tratta di ope-rare guarigioni. Quali guarigioni, ci chiediamo?

Quelle fisiche? Succede raramente. E dunque,dovremmo pensare che Gesù ci abbia preso in giro,conferendoci un potere in realtà inesistente. Di certo,sappiamo che così non è. Il potere di operare guari-gioni fa riferimento più che altro all’area spirituale.Qui, Monsignor Novarese ci insegna, risiede il campoapostolico per un associato ai Volontari dellaSofferenza: guarire l’interiorità della persona, aiutan-dola a scoprire il progetto di Dio su di lei, in mododa coinvolgerla nell’opera di salvezza.

Non prendere nulla. Oltre al significato di sobrietàed essenzialità, contenuto in questa raccomandazio-ne di Gesù, leggiamo anche un significato di acco-stamento apostolico in cui la modalità che mettiamoin atto è di estrema povertà: non prendiamo nulla diciò che è soltanto nostro e potrebbe condizionare lalibertà dell’intervento di Dio (pensieri, parole, con-vinzioni, pregiudizi…). Andiamo portando con noisolo “la buona notizia”.

La prova della non accoglienza. Si va verso gli altricorrendo anche il rischio di non essere accolti.Bisogna esserne consapevoli: il fallimento potrebbeessere un esito concreto. Non essere accolti diventacosì come una prova per verificare la nostra fede, lanostra generosità e la nostra capacità di perseveranzanel bene. Non ci arrendiamo alla tentazione diabbandonare nessuno. Se non si può entrare in casa,è sempre possibile far entrare gli altri nel cuore,anche quelli che non vogliono essere disturbati ecoinvolti.

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Preghiera

Solo quando avremo taciuto noi,Dio potrà parlare.Comunicherà a noi solo sulle sabbie del deserto.Nel silenzio maturano le grandi cose della vita:la conversione, l’amore, il sacrificio.Quando il sole si eclissa pure per noi,e il Cielo non risponde al nostro grido,e la terra rimbomba cava sotto i passi,e la paura dell’abbandonorischia di farci disperare,rimanici accanto.In quel momento,rompi pure il silenzio:per dirci parole d’amore!E sentiremoi brividi della Pasqua.

(Don Tonino Bello)

Il mio impegno

SCHEDA 4

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5a SchedaEssere figlio

In ascolto di noi

All’inizio dell’incontro, mentre ci guardiamo e cisalutiamo, ci sentiamo anche avvolti dallo sguardo diGesù, prima ancora di ascoltare le sue parole di bea-titudine. Dal suo sguardo e dalle sue parole educhia-mo anche i nostri sguardi, perché si posino semprecon amore sugli altri; e le nostre parole, perché espri-mano serenità e mai censura.

In ascolto di Te

Dal Vangelo secondo Luca (6,20-26)

20Alzati gli occhi verso i suoi discepoli, Gesùdiceva: «Beati voi poveri, perché vostro è ilregno di Dio 21Beati voi che ora avete

fame, perché sarete saziati. Beati voi che orapiangete, perché riderete. 22Beati voi quando gli uomini viodieranno e quando vi metteranno al bando e v’insulte-ranno e respingeranno il vostro nome come scellerato, acausa del Figlio dell’uomo. 23Rallegratevi in quel giornoed esultate, perché, ecco, la vostra ricompensa è grandenei cieli. Allo stesso modo infatti facevano i loro padri coni profeti. 24Ma guai a voi, ricchi, perché avete già la vostraconsolazione. 25Guai a voi che ora siete sazi, perchéavrete fame. Guai a voi che ora ridete, perché sareteafflitti e piangerete. 26Guai quando tutti gliuomini diranno bene di voi. Allo stesso modoinfatti facevano i loro padri con i falsi profeti.

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Il brano è strutturato in due parti introdotte da“Beati voi” e “Guai a voi”. La parola beato vuol dire“mi congratulo con te”, “hai vinto”, “tu sei fortunato”,perché il Regno è tuo. Quel ‘guai’ è profetico, non èche Dio minacci qualcuno, è il contrario del “mi con-gratulo”, vuol dire “mi dispiace per te”, “ahimè per te”,sento io il dolore per quello che fai. Se consideriamoche dentro di noi talvolta prevale un altro codice: beatii ricchi, i potenti, i prepotenti, quelli che dominanotutti... È un codice che sta all’origine dei nostri mali.

Le beatitudini sono lo specchio della vita cristiana,un compendio della vita di Gesù, del suo stile. Gesùsta con i discepoli e tutta la folla ascolta questa paro-la detta da Gesù insieme ai discepoli. Tutta l’umanitàè chiamata ad imparare dal Figlio ad essere figlio. Lepersone vengono da ogni luogo per ascoltare edessere guarite. È tipico di Luca associare l’ascolto e laguarigione perché è la Parola che ci guarisce dal maleprofondo che abbiamo. Perché il nostro primo maleè la menzogna di Satana, che vuole convincerci dinon sapere da dove veniamo, dove andiamo, comevivere e persuaderci che il senso della vita sta nel-l’essere ricchi, potenti, prepotenti, autosufficienti. DaGesù, invece esce una potenza che guarisce tutti, inqueste parole c’è un tocco interiore che guarisce tutti.

Quindi in queste beatitudini c’è il momento pre-sente e c’è tutto il futuro del Regno di Dio che èlasciato alla nostra responsabilità.

Verifica e programmazione dell’apostolato

Beatificare ogni cosa. Situazioni che a nostro giudi-zio sono disastrose, potrebbero contenere un germedi crescita. Tutto dipende dallo sguardo con cui le

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SCHEDA 5

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vediamo. La parola di Gesù ci istruisce in questacapacità di cambiare i punti di osservazione sullesituazioni difficili e dolorose. Se ci arrendiamo all’in-felicità, pensando che derivi soltanto dagli eventi insé (dolore, buio, lutti, malattie…) e non anche dainostri pensieri e convinzioni, non potremo sperimen-tare e condividere con Gesù il ribaltamento di pro-spettiva che lui ci ha donato.

Fare attenzione agli appagamenti immediati.Ricchezza, sazietà, divertimenti, fama, sono realtàattraenti ai nostri occhi. Noi ci metteremmo davanti“beati”, invece che “guai”. Se siamo messi in guardia,tuttavia, è per non credere che queste siano le cosepiù importanti e che più dobbiamo perseguire.Visione ingenua della vita che, sempre complessa espinosa, ci chiede di fare attenzione all’essenzialedegli eventi. Queste sono parole che arricchiscono ildizionario esistenziale personale e ci aiutano a deci-frare gli eventi secondo la logica del Vangelo.

La gratuità e la ricompensa. Non ci si attiva all’apo-stolato con l’idea di ricevere qualcosa in cambio. Siparte, invece, e si permane, perché desiderosi di esseregratuitamente inviati, per dono ricevuto. Non ci sonosecondi fini, né pretese indebite. Semplicemente la gioiadel Vangelo, la certezza di una ricompensa che sta neicieli. Non nel senso di riceverla alla nostra morte, mache essa è al sicuro nel cuore di Dio, sua realtà, e quin-di già consegnata, piena di luce e di serenità.

Preghiera

Padre mio, io mi abbandono a te,fa’ di me ciò che ti piace.Qualunque cosa tu faccia di me, ti ringrazio.

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Sono pronto a tutto, accetto tutto.La tua volontà si compia in me, in tutte le tue creature.Non desidero altro, mio Dio.Affido l’anima mia alle tue manite la dono mio Dio, con tutto l’amore del mio cuoreperché ti amo, ed è un bisogno del mio amore,di donarmi,di pormi nelle tue mani senza riservecon infinita fiducia perché tu sei mio Padre.

(Charles de Foucauld)

Il mio impegno

SCHEDA 5

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6a SchedaLe “esigenze” della vocazione apostolica

In ascolto di noi

Siamo a metà del cammino degli incontri di grup-po e può capitare di sentire stanchezza, forse anchedi sperimentare le delusioni della non corrisponden-za. Il “ti seguirò dovunque tu vada” può affievolirsi. Ilmonito di Gesù a non voltarsi indietro ci sprona a nondesistere dall’impegno per costruire il Regno di Dio.

In ascolto di Te

Dal Vangelo secondo Luca (9,57-62)

57Mentre andavano per la strada, un tale glidisse: «Ti seguirò dovunque tu vada». 58Gesùgli rispose: «Le volpi hanno le loro tane e gli

uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo nonha dove posare il capo». 59A un altro disse: «Seguimi». Ecostui rispose: «Signore, concedimi di andare a seppel-lire prima mio padre». 60Gesù replicò: «Lascia che imorti seppelliscano i loro morti; tu va e annunzia ilregno di Dio». 61Un altro disse: «Ti seguirò, Signore, maprima lascia che io mi congedi da quelli di casa». 62MaGesù gli rispose: «Nessuno che ha messo manoall’aratro e poi si volge indietro, è adatto peril regno di Dio».

I tre quadri del Vangelo di Luca portano nellenostre traduzioni il titolo di “esigenze”. Dio non ha

“”

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esigenze, le cose se le sa fare da solo. Sono i tre doniche Dio ci fa in Gesù Cristo. Sono le tre vittorie chelui ha avuto su Satana nelle tentazioni: la vittoria con-tro il possesso delle cose, la vittoria contro il poteresulle persone e la vittoria sopra il proprio io, il pro-prio egoismo, il proprio orgoglio.

Mentre andavano per la strada, un tale gli disse:“Ti seguirò ovunque tu ti allontani” (Lc 9,57). Tiseguirò è il motivo ricorrente in questi tre episodi. Manon mancano le difficoltà. Le volpi hanno tane e gliuccelli del cielo nidi, il Figlio dell’uomo non ha doveposare il capo. Le tane e i nidi sono immagini mater-ne, richiamano l’uomo che fa consistere tutta la suavita nelle cose che ha. Il Figlio dell’uomo non hadove posare il capo. È la povertà che ci rende figlidel Padre e ci fa uscire dalla madre. Usciamo dalmondo dei bisogni per entrare nel mondo dei desi-deri, delle relazioni, del Padre. Il primo dono che Dioci fa è la libertà dalle cose.

Il secondo quadro descrive il secondo dono cheDio ci fa, un’altra libertà. Gesù dice a un altro“Seguimi” e quello risponde: “permetti prima chevada a seppellire mio padre”. Che c’è di male a sep-pellire il padre? L’errore è in questo “prima”, dobbia-mo rivedere le nostre priorità, capire cos’è prioritarionelle nostre relazioni. Perché se per noi la cosa piùimportante è la persona, la assolutizziamo, la faccia-mo diventare un idolo, una schiavitù. Tutto puòdiventare un idolo, ma il primo dovere è amare Dioe questo amore relativizza tutti gli altri. Quindi dob-biamo porre al primo posto il Regno di Dio, che èDio stesso, il Padre che ci ama come figli.

La terza libertà che il Signore ci dona, ma è un pro-cesso che dura tutta la vita, la vediamo nel brano suc-cessivo: “Ti seguirò, ma prima permetti che mi conge-

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SCHEDA 6

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di da quelli di casa mia”. Gesù gli risponde: “Nessunoche ha messo mano all’aratro e poi si volge indietro, èadatto per il regno di Dio”. Seguire Gesù è il sensodella vita, perché lui è la nostra vita, lui è il Figlio, eseguendo lui diventiamo ciò che siamo, figli di Dio.

Verifica e programmazione dell’apostolato

I modi condizionali della sequela. Tre personechiamate, tre modi diversi di rispondere. Ognuno ècondizionato da qualcosa. Il primo sembra il più pro-mettente perché, apparentemente, non mette condi-zioni: dovunque e sempre. È necessario, tuttavia,verificare le nostre risposte che all’inizio sono gene-rose, e poi, messe a contatto con le fatiche di unarisposta sempre più limpida e totale, perdono di vita-lità. Anche il verbo, coniugato al futuro, va in contra-sto con il tempo presente che utilizza il Signore:seguimi, lascia, va’, annunzia…

Essere adatti al Regno di Dio. Qualche volta ci puòvenire il dubbio di dedicarci a un apostolato inutile:i tempi sono cambiati, le persone sofferenti non sonopiù recettive come una volta, si fa fatica a portareavanti un discorso di fede, pochi sono interessati ariflettere sul mondo della sofferenza e a stare vicinoa chi soffre. Per questo, viviamo la tentazione di cer-care sicurezze altrove, di dedicarci a qualcosa di piùfecondo. È anche a noi che il Signore Gesù ricorda labellezza di un lavoro intrapreso e che, nonostante lemolte contrarietà, viene portato avanti con fiducia.Appunto guardando avanti e non volgendosi indie-tro. Riempiendo il cuore di affidamento e non di rim-pianti. Concentrati sul lavoro che ci è affidato, e nonvalutando il solco tracciato.

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Preghiera

Ti chiediamo, Signore Gesù,di guidarci in questo camminoverso Gerusalemme e verso la Pasqua.Ciascuno di noi intuisce che tu,andando in questo modo a Gerusalemme,porti in te un grande mistero,che svela il senso della nostra vita,delle nostre fatiche e della nostra morte,ma insieme il senso della nostra gioiae il significato del nostro cammino umano.Donaci di verificare sui tuoi passii nostri passi di ogni giorno.Concedici di capirecome tu ci hai accolto con amore,fino a morire per noi,e come l’ulivo vuole ricordarciche la redenzione e la pace da te donatehanno un caro prezzo,quello della tua morte.Solo allora potremo vivere nel tuo misterodi morte e di Resurrezione,mistero che ci consente di andareper le strade del mondonon più come viandantisenza luce e senza speranza,ma come uomini e donneliberati della libertà dei figli di Dio.

(C.M. Martini)

Il mio impegno

SCHEDA 6

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Celebrazione di tappa

Memoria del Battesimo e della Confermazione

Canto.

Celebrante: Nel nome del Padre…

Celebrante: Il Dio della speranza, che ci riempie diogni gioia e pace nella fede, per la potenza delloSpirito Santo, sia con tutti voi.

Guida: Chi ha ricevuto i sacramenti del Battesimo edella Confermazione ricordi che è diventato “tempiodello Spirito”: Dio abita in lui. Sia sempre cosciente diquesto e faccia sì che il tesoro che è in lui porti fruttidi santità. Chi è battezzato e ha ricevuto il sacramen-to della Confermazione, sappia che così è diventatoun cristiano “compiuto”, poiché la Confermazioneperfeziona la grazia battesimale. Manifestiamo, dunque, con rinnovato entusiasmo ilmistero della Chiesa che si fa vicina a noi e ci comuni-ca una rinnovata effusione dello Spirito Santo. Tutti noisiamo stati battezzati in un solo Spirito per formare unsolo corpo e nel sacramento della Confermazionesiamo stati pienamente configurati a Cristo morto erisorto e siamo stati arricchiti dei doni dello Spiritoper la crescita della Chiesa.

ASCOLTO DELLA PAROLA DI DIO

Celebrante: Dal Vangelo secondo Giovanni (20,19-23)

La sera di quello stesso giorno, il primo dopo il saba-to, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si

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trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venneGesù, si fermò in mezzo a loro e disse: “Pace a voi!”.Detto questo, mostrò loro le mani e il costato. E idiscepoli gioirono al vedere il Signore. Gesù disseloro di nuovo: “Pace a voi! Come il Padre ha manda-to me, anch’io mando voi”. Dopo aver detto questo,alitò su di loro e disse: “Ricevete lo Spirito Santo; achi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi nonli rimetterete, resteranno non rimessi”.

MEMORIA DEL BATTESIMO

Guida: Facciamo memoria del nostro Battesimo edella Confermazione e rendiamo grazie per il donodello Spirito e per il mistero della Chiesa di cui siamotutti partecipi.

1 Lettore: O Padre, che dall’Agnello immolato sullacroce fai scaturire le sorgenti dell’acqua viva.

Tutti: Gloria a te Signor.

2 Lettore: O Cristo, che rinnovi la giovinezza dellaChiesa nel lavacro dell’acqua accompagnato dallaparola di vita.

Tutti: Gloria a te Signor.

3 Lettore: O Spirito, che dalle acque del Battesimo cifai riemergere come primizie dell’umanità nuova.

Tutti: Gloria a te Signor.

Il Celebrante asperge l’assemblea con l’acqua benedetta, mentresi esegue un canto.

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MEMORIA DELLA CONFERMAZIONE

Guida: Invochiamo con fede lo Spirito del Padre edel Figlio, lo Spirito che abita nella Chiesa, lo Spiritoche fiorisce nell’assemblea, lo Spirito che opera nellastoria, lo Spirito che nella Confermazione è venuto adabitare in noi. Ci ricolmi dei suoi doni perché sap-piamo rendere testimonianza a Cristo nella Chiesa enel mondo.

Tutti: Vieni o Spirito creatorevisita le menti dei tuoi fedelie riempi di grazia celestei cuori che tu hai creato.

Tu sei chiamato il Consolatoreil dono di Dio altissimo,sorgente di vita e fuoco e amoree dolcezza del nostro spirito.

Tu che sei lo Spirito dei sette doni,il dito della mano di Diopromessoci dal padre con solennità,porta a noi il dono della preghiera.

Illumina i nostri sensi,infondi l’amore nei nostri cuorie rinfranca con la tua perenne virtùla debolezza del nostro corpo.

Respingi lontano il nemicoe donaci presto la pace,in modo che guidati da te evitiamo ogni disgrazia.

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Facci conoscere il Padre,rivelaci anche il Figlio,dacci sempre da credere che tu sei il loro Spirito.

Celebrante: O Padre, conferma l’evento di grazia chehai compiuto in questi tuoi figli con i sacramenti delBattesimo e della Confermazione: custodisci nei lorocuori i doni del tuo Spirito perché siano fedeli custo-di della tua Parola, e coraggiosi testimoni di Cristocrocifisso e risorto. Egli vive e regna nei secoli deisecoli. Amen

PREGHIERA COMUNE

Celebrante: Lo Spirito Santo viene in auto alla nostradebole fede e confermandoci nella certezza chesiamo figli di Dio, ci suggerisce le preghiere da rivol-gere al Padre.

Tutti: Manda il tuo spirito Signore.

1 Lettore: Spirito di unità, rafforza la fede di tutte leChiese cristiane, elimina le divisioni, rendi tutti i cri-stiani testimoni credibili del Vangelo di Cristo; noi tipreghiamo.

2 Lettore: Spirito di fortezza, sostieni il lavoro pasto-rale del papa, dei vescovi, dei preti e dei diaconi,metti nella loro bocca una parola efficace e infondinei loro cuori il tuo amore; noi ti preghiamo.

3 Lettore: Spirito di pace, spegni ogni focolaio diguerra, brucia ogni pensiero e ogni gesto di violenza

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e di odio, alimenta nei cuori progetti di pace, di giu-stizia e di concordia; noi ti preghiamo.

4 Lettore: Spirito di coraggio, rafforza i nostri passi edonaci oggi la capacità di ripensare il modo di avvi-cinarci ai giovani per annunciare loro il Vangelo; noiti preghiamo.

5 Lettore: Spirito di libertà e di gioia, illumina glierranti, rafforza i dubbiosi, sostieni i deboli, confortai malati e i soffrenti, libera gli oppressi, rianima gli sfi-duciati; noi ti preghiamo.

6 Lettore: Spirito di vita, concedi alle nostre comuni-tà il dono di una fede più viva, il dono di una mag-giore partecipazione alla vita comunitaria, il dono digiovani capaci di intraprendere vie nuove di dona-zione totale al Signore e di missione; noi ti preghia-mo.

Celebrante: Padre santo, guarda con amore la tuaChiesa, manifestala oggi al mondo come sacramentouniversale di salvezza, casa accogliente per tutti, tem-pio santo dove risuona la tua lode, presenza viva diCristo nel mondo. A te la lode, o Padre, per Cristo,con lo Spirito santo, nella santa Chiesa, per tutti isecoli dei secoli.

Il Celebrante benedice e congeda l’assemblea.

Canto.

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3ª tappaTempo Pasquale

(Aprile – Maggio – Giugno)

7ª SchedaSi prese cura di lui

In ascolto di noi

Non cessa di ravvivare in noi stupore e riflessione laparabola che Gesù racconta allo scriba, accogliendoneuna domanda che sembra sincera ma che, scopriamo,condizionata da autogiustificazioni e disimpegno. “Chiè il mio prossimo?” è comunque una domanda da fareal gruppo in senso positivo: di chi non sono ancoradiventato prossimo? Da chi mi resta ancora da andare?

In ascolto di Te

Dal Vangelo secondo Luca (10,29-37)

29Ma quegli, volendo giustificarsi, disse aGesù: «E chi è il mio prossimo?». 30Gesù ripre-se: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a

Gerico e incappò nei briganti che lo spogliarono, lopercossero e poi se ne andarono, lasciandolo mezzomorto. 31Per caso, un sacerdote scendeva per quellamedesima strada e quando lo vide passò oltre dall’al-tra parte. 32Anche un levita, giunto in quel luogo, lovide e passò oltre. 33Invece un Samaritano, che era inviaggio, passandogli accanto lo vide e n’ebbe com-passione. 34Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, ver-

SCHEDA 7

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sandovi olio e vino; poi, caricatolo sopra il suo giu-mento, lo portò a una locanda e si prese cura di lui.35Il giorno seguente, estrasse due denari e li diedeall’albergatore, dicendo: Abbi cura di lui e ciò chespenderai in più, te lo rifonderò al mio ritorno. 36Chidi questi tre ti sembra sia stato il prossimo di colui cheè incappato nei briganti?». 37Quegli rispose:«Chi ha avuto compassione di lui». Gesù glidisse: «Va e anche tu fa’ lo stesso».

Il frutto della missione non è tanto per coloro chel’accolgono, ma per chi compie la missione, chediventa pienamente figlio. Uno diventa figlio nellamisura in cui va verso i fratelli con lo stesso amoredel Padre. Per questo la missione è costitutiva dellavita di ogni discepolo, chiamato ad essere testimonedell’amore del Padre.

Nella parabola del samaritano vediamo sia la mis-sione del Figlio nei nostri confronti, sia anche il prin-cipio della nostra missione. Il Vangelo dice “un certotal uomo”: non si specifica la sua identità. I suoi limi-ti non sono più luogo di comunione con il Padre, neiquali riceve l’amore del Padre, ma i luoghi del suobisogno, delle sue ferite, delle sue insufficienze.Rimane mezzo morto, in attesa di morire del tutto,che è la condizione umana. L’uomo senza Dio perdela sua sostanza, i suoi limiti diventano luogo di attac-co e aggressione, ferite e perdita di vita invece cheluogo di comunione.

Un sacerdote ed un levita scendono da quella stra-da, vedono e passano oltre.

Questo samaritano arriva anche lui sul posto evede, come gli altri, ma invece di deviare “sentì com-passione”. L’occhio diventa amore, e l’amore diventa

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piedi, si fece vicino. La croce di Gesù è la vicinanzadi Dio ad ogni abbandonato, è la prossimità di Dioad ogni perduto, in modo che nessuno sia perduto.La volontà del Padre è che tutti siano salvati.

“Fasciò le ferite”: la sua vicinanza fascia le nostreferite, i nostri limiti laddove siamo soli e che diventa-no luogo di aggressione. Nelle sue piaghe siamo tuttiguariti, perché con le sue piaghe lui condivide inostri limiti e fa del nostro male il luogo di compas-sione, di condivisione, di amore. Il limite, qualunqueesso sia, anche il più assurdo, l’abbandono di Dio, luilo porta su di sé, perché ama.

“Vi versò olio e vino”: quell’olio che fa brillare ilvolto è la Parola che ci restituisce il nostro volto difigli, ma la Parola di Gesù non è solo Parola, è Spiritoe vita, è vino. È la medicina della nostra vita, che ciridà il nostro volto, e ci purifica dalle nostre ferite.

“Lo conduce al luogo che tutti accoglie”: già suquesta terra c’è un luogo che rappresenta il Padre cheaccoglie tutti, è la chiesa, la comunità, che accoglietutti, nell’attesa della Gerusalemme celeste.

“Prenditi cura di lui, ciò che spenderai di più, almio ritorno te lo renderò”: c’è uno che accoglie tutti,uno che prende il suo posto. Quando il Signore tor-nerà ci renderà esattamente quell’amore che abbiamomesso verso i fratelli. Lui ha pagato già per tutti, mac’è un di più che devo mettere io, la mia rispostaall’amore che ho ricevuto. E sarà questa mia rispostache mi rende simile a lui.

Verifica e programmazione dell’apostolato

Passare oltre e fermarsi. Sono due atteggiamentiopposti, inconciliabili. Che cosa ci spinge a girare lo

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sguardo, invece di approssimarci? I motivi possonoessere tanti: paura di coinvolgersi, pigrizie, disinte-resse, fretta… Che cosa invece ci aiuta a non passareoltre? Anche qui i motivi possono essere molteplici:sensibilità, attenzione, disponibilità, capacità di met-tersi nei panni dell’altro. Sui motivi di disinteressecome su quelli di coinvolgimento, è necessaria unaattenzione consapevole per evitare che prevalganoquelli negativi e per far crescere l’apertura del cuoree della vita.

Le giustificazioni e la compassione. Chi si autogiu-stifica? Chi teme di mostrare i suoi limiti perché habisogno di mostrarsi sempre vincente, intelligente,capace, conquistatore. Ci autogiustifichiamo quandonon abbiamo desiderio di impegnarci ed è troppoarduo resistere nel bene perseverante, nell’apostolatoattivo. Non sono queste le doti di un apostolo, secon-do il Vangelo e secondo monsignor Novarese.Piuttosto, partendo dalla propria fragilità, si è comeaiutati a comprendere la sofferenza degli altri. Siparte dal basso, dunque, come Gesù che si è spo-gliato di tutto per venire incontro a noi e non hatemuto di mostrarsi debole. La compassione puònascere solo nel cuore di chi si riconosce lui stessobisognoso di cura. La compassione (stare con qual-cuno davvero) è possibile solo se non ci si credeautosufficienti e si ha un bisogno autentico dell’altroperché la comunione è più amabile della solitudine.

Avere cura. In fondo è questa l’occupazione prin-cipale della Trinità: ognuna delle tre Persone Divineesercita la cura verso l’uomo in forma diversa.Chiamati anche noi ad avere cura, poiché abbiamogià ricevuto abbondantemente l’attenzione amorevo-le di Dio, ci basta imitare Cristo: andare e fare lostesso.

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Preghiera

Insegnami, Signore,a servirmi delle mani per donare premure e attenzioni facendomi vicino a chiunque ha bisogno di me.Insegnami, Signore,a servirmi bene degli occhi e dell’uditoper vedere e sentire con il cuoreche ogni persona che incontropuò essere il mio prossimo.Insegnami, Signore,a usare bene la parolaavendo sempre nel volto il sorriso, per portare a tutti “belle parole”che edificano e fanno crescere.Insegnami, Signore,a usare i miei piedi per andare incontro a quel prossimo “un po’ scomodo”perché tu mi chiedi di amarlo come me stesso.Aiutami, Signore,a mettere in pratica il tuoi insegnamentie diventerò un discepolo dal cuore grande,un vero compagno di viaggioper le persone a me affidate.Amen.

Il mio impegno

SCHEDA 7

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8a SchedaLa fiducia nel Padre

In ascolto di noi

Ci sono tante persone nella scena evangelica dellacrocifissione: Gesù, i due malfattori, i soldati, il popo-lo e i suoi capi, le donne e i conoscenti. Sembra affol-latissimo il Calvario. Ma, mentre tutti sono presentisul luogo, non tutti sono coinvolti allo stesso modoe, soprattutto, non tutti comprendono quello che suc-cede. Nel nostro Gruppo, anche noi abbiamo diversevisioni e diverse convinzioni. Man mano che cammi-niamo insieme impariamo a conoscere e a rispettareil cammino di ognuno.

In ascolto di Te

Dal Vangelo secondo Luca (23,32-49)

32Venivano condotti insieme con lui anchedue malfattori per essere giustiziati.33Quando giunsero al luogo detto Cranio,

là crocifissero lui e i due malfattori, uno a destra el’altro a sinistra. 34Gesù diceva: «Padre, perdonali,perché non sanno quello che fanno». 35Il popolo stavaa vedere, i capi invece lo schernivano dicendo: «Hasalvato gli altri, salvi se stesso, se è il Cristo di Dio, ilsuo eletto». 36Anche i soldati lo schernivano, e gli siaccostavano per porgergli dell’aceto, e dicevano: 37«Setu sei il re dei Giudei, salva te stesso». 38C’era ancheuna scritta, sopra il suo capo: Questi è il re dei Giudei.39Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava:

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«Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e anche noi!». 40Mal’altro lo rimproverava: «Neanche tu hai timore di Dioe sei dannato alla stessa pena? 41Noi giustamente, per-ché riceviamo il giusto per le nostre azioni, egli inve-ce non ha fatto nulla di male». 42E aggiunse: «Gesù,ricordati di me quando entrerai nel tuo regno». 43Glirispose: «In verità ti dico, oggi sarai con me nel para-diso». 44Era verso mezzogiorno, quando il sole si eclis-sò e si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pome-riggio. 45Il velo del tempio si squarciò nel mezzo.46Gesù, gridando a gran voce, disse: «Padre, nelle tuemani consegno il mio spirito». Detto questo spirò.47Visto ciò che era accaduto, il centurione glorificavaDio: «Veramente quest’uomo era giusto». 48Anche tuttele folle che erano accorse a questo spettacolo, ripen-sando a quanto era accaduto, se ne tornavano per-cuotendosi il petto. 49Tutti i suoi conoscenti assisteva-no da lontano e così le donne che lo aveva-no seguito fin dalla Galilea, osservando que-sti avvenimenti.

Il punto di arrivo dei Vangeli non è quello didimostrare che Gesù, il crocifisso, è risorto, ma che ilrisorto è il crocifisso. Tutti i Vangeli sono una intro-duzione alla croce nella quale si rivela la gloria di Dioe Dio è riconosciuto solo sulla croce.

Tutta la seconda parte del Vangelo di Luca è uncammino verso Gerusalemme, dove lui andrà a darela vita e il tema fondamentale di questa seconda parteè lo Spirito del Figlio, il volto del Figlio.

Il discepolo deve riconoscere che Cristo è mortoper lui, per i suoi peccati. È l’esperienza che traman-da Pietro, il quale dice a Gesù: “Io morirò per te” edovrà capire che sarà Gesù invece a morire per lui

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SCHEDA 8

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che, invece, lo rinnegherà. La salvezza non è conse-guenza del fatto che noi siamo bravi e fedeli, ma cheil Signore ci è fedele. Ed è fedele a colui che è mal-fattore, che lo rinnega…

La morte di Gesù è inclusa tra le parole “Padreperdona loro” e “Padre, a te affido la mia vita”. Gesùchiama Dio, Padre, in mezzo c’è la sua solidarietà contutti i fratelli. Gesù perdona quelli che lo crocifiggo-no, e questo vuol dire che la salvezza scaturisce dalmassimo male. Il massimo male è il luogo del perdo-no, dell’amore di Dio, della grazia. Un uomo che facosì è identico a Dio, diventa suo discepolo.

Gesù parla con autorità divina: “ti dico, oggi tusarai con me in paradiso”. Il Vangelo di Luca è strut-turato sull’oggi, perché la Parola di Dio ci porta nel-l’oggi di Dio che è Gesù. Questo è l’oggi definitivo.Noi nasciamo figli di Dio nella croce di Gesù oggi.

Contempliamo questa scena e chiediamo la graziadi conoscere, sulla croce, Dio, conoscere il nostro Re,il nostro salvatore e la nostra salvezza dalle paure checi angustiano.

Verifica e programmazione dell’apostolato

Restare a vedere ed entrare nel Regno. Così comedavanti a Gesù morente e sofferente si può rimanerea distanza (il popolo stava a vedere e i conoscentiassistevano da lontano), allo stesso modo anche noipossiamo prendere distanza dallo spettacolo del dolo-re degli altri. Lo schermo televisivo e altri schermi cene offrono ampiamente l’occasione. Siamo cosìimmunizzati dall’entrare nell’esperienza dolorosadelle persone. Quando poi si aggiunge anche loscherno e l’ironia, allora nel cuore scende lo stesso

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buio del Calvario e gli occhi diventano sempre piùincapaci di vedere la presenza di Dio, di comprende-re il suo modo di agire.

Diverso è accostarsi al mistero e percuotersi ilpetto, riconoscendo che siamo insufficienti all’amoree al perdono. Incapaci di entrare nel Regno se noncondotti per mano da Cristo, commossi dal suo per-dono e dalla sua innocenza.

Perdersi e salvarsi. Mentre camminava con gliuomini, Gesù ci aveva avvisati della logica del per-dere o salvare la propria vita. Uno dei tanti parados-si che smontano le nostre certezze esistenziali. SullaCroce, egli dimostra fino in fondo la verità dei suoivalori, accettando di consegnare la sua vita nellemani del Padre, senza timore di mostrarsi perdenteagli sguardi superficiali. Questo educa i nostri com-portamenti e ci chiede anche di decidere se staredalla parte di chi perde la vita o di chi crede di gua-dagnarla e conservarla per sé.

Preghiera

Spirito del Signore,dono del Risorto agli apostoli del cenacolo,gonfia di passione la vita dei tuoi presbiteri.Riempi di amicizie discrete la loro solitudine.Rendili innamorati della terra, e capaci di misericordia per tutte le sue debolezze.Confortali con la gratitudine della gente e con l’olio della comunione fraterna.Ristora la loro stanchezza,perché non trovino appoggio più dolceper il loro riposose non sulla spalla del Maestro.

SCHEDA 8

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Liberali dalla paura di non farcela più.Dai loro occhi partanoinviti a sovrumane trasparenze.Dal loro cuore si sprigioni audaciamista a tenerezza.Dalle loro mani grondi il crismasu tutto ciò che accarezzano.Fa’ risplendere di gioia i loro corpi.Rivestili di abiti nuziali.E cingili con cinture di luce.Perché, per essi e per tutti,lo sposo non tarderà.

(Don Tonino Bello)

Il mio impegno

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9a SchedaTestimoni credibili

In ascolto di noi

Giunti al termine dei nostri incontri, siamo rimessiin cammino dall’esperienza dei discepoli di Emmaus.Quando ci sembra di raggiungere una meta, ne intrav-vediamo già altre attraenti e perseguibili. A conclusio-ne del cammino pastorale, dedichiamo un po’ ditempo a verificare la nostra modalità di incontro, se èstata efficace e in che modo migliorarla. Discorriamoe discutiamo insieme, come i discepoli, disposti poi ariferire a tutti ciò che ci è accaduto lungo la via.

In ascolto di Te

Dal Vangelo secondo Luca (24,13-35)

13Ed ecco in quello stesso giorno due di loroerano in cammino per un villaggio distan-te circa sette miglia da Gerusalemme, di

nome Emmaus, 14e conversavano di tutto quello cheera accaduto. 15Mentre discorrevano e discutevanoinsieme, Gesù in persona si accostò e camminavacon loro. 16Ma i loro occhi erano incapaci di ricono-scerlo. 17Ed egli disse loro: «Che sono questi discorsiche state facendo fra voi durante il cammino?». Sifermarono, col volto triste; 18uno di loro, di nomeClèopa, gli disse: «Tu solo sei così forestiero inGerusalemme da non sapere ciò che vi è accaduto inquesti giorni?». 19Domandò: «Che cosa?». Gli risposero:«Tutto ciò che riguarda Gesù Nazareno, che fu profe-

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SCHEDA 9

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ta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tuttoil popolo; 20come i sommi sacerdoti e i nostri capi lohanno consegnato per farlo condannare a morte epoi l’hanno crocifisso. 21Noi speravamo che fosse lui aliberare Israele; con tutto ciò son passati tre giorni daquando queste cose sono accadute. 22Ma alcunedonne, delle nostre, ci hanno sconvolti; recatesi almattino al sepolcro 23e non avendo trovato il suocorpo, son venute a dirci di aver avuto anche unavisione di angeli, i quali affermano che egli è vivo.24Alcuni dei nostri sono andati al sepolcro e hannotrovato come avevan detto le donne, ma lui nonl’hanno visto».25Ed egli disse loro: «Sciocchi e tardi di cuore nel cre-dere alla parola dei profeti! 26Non bisognava che ilCristo sopportasse queste sofferenze per entrare nellasua gloria?». 27E cominciando da Mosè e da tutti i pro-feti spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva alui. 28Quando furon vicini al villaggio dove eranodiretti, egli fece come se dovesse andare più lontano.29Ma essi insistettero: «Resta con noi perché si fa sera eil giorno già volge al declino». Egli entrò per rimane-re con loro. 30Quando fu a tavola con loro, prese ilpane, disse la benedizione, lo spezzò e lo diede loro.31Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Malui sparì dalla loro vista. 32Ed essi si dissero l’un l’al-tro: «Non ci ardeva forse il cuore nel petto mentre con-versava con noi lungo il cammino, quando ci spiega-va le Scritture?». 33E partirono senz’indugio e feceroritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gliUndici e gli altri che erano con loro, 34i quali diceva-no: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso aSimone». 35Essi poi riferirono ciò che eraaccaduto lungo la via e come l’avevanoriconosciuto nello spezzare il pane. ”

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Il cammino dei discepoli di Emmaus ci aiuta acomprendere la necessità e il senso di cambiare ilpasso e di uscire. Questo cammino è simbolo dellesperanze fallite e dei sogni infranti ma anche dellaconversione e del cambiamento.

In una prima fase vediamo il cammino dei discepo-li che tornavano a casa, pieni di delusione e di scon-forto, incapaci di percepire la presenza di Gesù checamminava con loro. In qualche modo la loro reazio-ne richiama quella di chi è deluso perché fallito, per leattese tradite, per i progetti incompiuti. Ricorda anchel’incapacità di leggere i segni dei tempi, perché i disce-poli non riconoscono la presenza di Gesù, non pren-dono sul serio la testimonianza delle donne; sposano,invece, il pessimismo degli increduli. Non riescono piùa sperare dopo la morte di Gesù in croce.

In una seconda fase, però, una volta giunti a casa eaver invitato Gesù a restare con loro per la cena, dopoaverlo riconosciuto nello spezzare il pane, i discepolidecidono di ritornare a Gerusalemme senza indugio,per raccontare ai fratelli l’incontro con Gesù Risorto. Ilriconoscimento di Gesù avviene nello spezzare il panee nel rendimento di grazie dell’ospite sconosciuto,ossia attraverso i chiari gesti eucaristici. È necessario,perciò, passare dalla spiegazione al racconto, dalladottrina alla testimonianza, dalla teoria alla pratica.

Il modo concreto per fare l’esperienza di Dio è lasequela di Cristo. La fede, infatti, consiste in una relazio-ne personale con Lui, che comporta l’adesione di tutta lapersona, ossia dell’intelligenza, della volontà e dei senti-menti alla manifestazione che Dio fa di se stesso.

L’annotazione del racconto evangelico, secondocui i discepoli “partirono senza indugio” per torna-re dai propri fratelli, mette in evidenza anche unaltro aspetto molto importante di questo cammino.

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I discepoli, cioè, prima raccontano la loro espe-rienza ai propri fratelli e dopo la raccontano ancheagli “altri”. Questo semplice fatto fa vedere benecome l’evangelizzazione agli altri presupponga l’e-vangelizzazione alle persone della propria comuni-tà. Solo gli evangelizzati possono portare un annun-cio credibile ed efficace del Vangelo.

Verifica e programmazione dell’apostolato

L’arte del conversare. Dai due discepoli e, poi daGesù, impariamo ad esercitarci nell’arte della conver-sazione (dal latino conversari: trovarsi insieme, com-posto di con, insieme, e versari, dimorare, trovarsi).Non si tratta quindi solo di scambio di parole, ma diuno stare insieme in modo garbato e delicato. Cisono infatti tante modalità di comportamenti e di dia-loghi. Da Gesù impariamo i passi dell’accostamentorispettoso, delle domande adeguate a rivelare nonsolo fatti ma, a mano a mano che si acquista fiducia,il proprio vissuto, la propria interiorità. Non menoimportante, la capacità di porre domande di senso,che ne promuovano appunto la ricerca. E la compe-tenza a dare risposte non tanto con le parole, ma conla credibilità della propria vita.

Restare e partire senza indugio. C’è un tempo perfermarsi e uno per partire. Due verbi che hanno impli-canze interiori ed esteriori. C’è il tempo del cuore, iltempo della preghiera, in cui ognuno discerne comeil Signore agisce nella sua vita e cosa gli chiede. Seguepoi il tempo dell’azione: si esce da se stessi verso glialtri. Anche l’esperienza di gruppo è così: si restainsieme, si resta con Gesù (resta con noi), e poi ènecessario rompere gli indugi e aprirsi alla missione.

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Non c’è infatti vera esperienza di incontro con Cristoche non solleciti il cammino e l’annuncio.

Rinnovare i gesti di Cristo. Entrò, prese il pane,disse la benedizione, lo spezzò e lo diede: gesti euca-ristici che si rinnovano ad ogni eucarestia. Gesti euca-ristici anche alla nostra portata, quotidiani, feriali,avvincenti. Essi rendono la nostra vita bella, lumino-sa, dono per gli altri.

Preghiera

Signore Gesù,sul far della sera ti preghiamo di restare.Ti rivolgeremo questa preghiera,spontanea ed appassionata,infinite altre volte nella sera del nostro smarrimento,del nostro dolore e del nostro immensodesiderio di te.Tu sei sempre con noi.Siamo noi, invece,che non sempre sappiamo diventarela tua presenza accanto ai nostri fratelli.Per questo, Signore Gesù, ora ti chiediamodi aiutarci a restare sempre con te,ad aderire alla tua personacon tutto l’ardore del nostro cuore,ad assumerci con gioia la missione che tu ci affidi:continuare la tua presenza,essere Vangelo della tua Resurrezione.

(C.M. Martini)

Il mio impegno

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Celebrazione di tappa

Adorazione eucaristica

UN AMORE STRAORDINARIAMENTE IMMENSO

Guida: Un amore straordinariamente immenso: que-sto è l’amore di Dio che, sulla scia delle parabole dellamisericordia vogliamo provare a penetrare, senzatimore, senza paura alcuna, senza ergere difese.L’immagine del padre buono, che dopo aver asse-condato il desiderio del figlio, assiste impotente alsuo allontanamento e, in forza dell’amore, attendevigile il suo ritorno, scrutando l’orizzonte, è metaforatangibile dello straordinario amore di Dio.Siamo tutti nella Chiesa invitati a cogliere la forza del-l’amore divino, motivazione prima e senso vero delnostro cammino di scoperta, risposta, dono, fedeltà.Con la vita, Dio ha messo tra le nostre mani «tutto ciòche ci spetta» per vivere; e più di ogni altra cosa, hamesso in noi la libertà, per scegliere come vivere.Tutti siamo convocati: i vicini e i lontani. Tutti siamoattesi: i perduti e i ritrovati. Tutti invitati a fare festa:chi ha sperimentato il perdono e chi è rimasto nellafedeltà. La vera festa la prepara Dio stesso; il veropane è la sua vita; il vestito nuovo è il suo perdonoe la sua fiducia che, toccandoci, ci rende belli!

Canto di adorazione.

PREGHIERA DI ADORAZIONE

In ginocchio o in piedi.

1 Lettore: Sono davanti a te Signore: ho con me il

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vissuto, le speranze e le delusioni, gli incontri e lechiusure che hanno reso nuovo e singolare questogiorno.

Tutti: Siamo davanti a te, Vita della nostra vita: la tuapresenza viva, vera, feconda, rinnovi la nostra espe-rienza dell’amore di Dio Padre, la renda concreta,appassionata, visibile in ogni scelta. Sentirti vivo, cirenda vivi.

2 Lettore: Sono davanti a te, Signore della mia vita,con l’unico desiderio di adagiare nel tuo cuore ciòche sono: la mia vita, la mia storia, il mio futuro, sem-plicemente me stesso.

Tutti: E tu, Maestro buono, ci chiami a venire a te, arestare in te, ad aprirci al dono totale che tu sei pernoi. Ci inviti a non restare in noi, chiusi sulle nostreposizioni, ma a muoverci verso te, sospinti solo dallafiducia.

1 Lettore: Sono davanti a te, Figlio mandato dalPadre, perché da te voglio accogliere il suo amoreinfinito, in te voglio scorgere le profondità, in te vor-rei imparare a viverlo.

Tutti: Signore Gesù, mandato dal Padre per avere inte la Vita vera, tu sei per noi la nostra stessa possibi-lità di vivere da figli, di scoprirci amati, salvati, reden-ti senza meriti particolari. Sei il nostro tutto, Signore,tu sei la nostra pace e il nostro unico vero bene.

2 Lettore: Sono davanti a te, Amico dei peccatori,per sentir risuonare nella tua parola la voce del Padreche, sul peccato, proclama il perdono.

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Tutti: Figlio amato, donato, benedetto, spezzato:così ti contempliamo nell’incommensurabile donodell’Eucaristia. In te sperimentiamo l’abbraccio pater-no di Dio, che nel bacio della benedizione ci colmadi vita, ci apre a una nuova vita, ci insegna a per-correre le strade della fiducia, accolta, sperimentatae donata.

Adorazione silenziosa e personale.

COMPRENDERECON TUTTA LA MENTE

INVOCAZIONE ALLO SPIRITO

VIENI, AMORE DI DIO

Vieni, Spirito Santo, vita di Dioche ci raggiunge e ci spalanca orizzonti di pienezza.Vieni, tu che generi in noi la Parolae ci rendi nuovi.Vieni, tu che fai del silenziolo spazio infinito dell’Immenso.Vieni Spirito Santo, amore di Dioche ci tocca in profondità e guarisce ogni ferita.Vieni, tu che generi in noil’inappagabile desiderio di Dio.Vieni, tu che fai del buio, della notte, della mortelo spazio in cui più intensa può risplendere la luce.Vieni, Spirito Santo, dito creatore di Dioche raccogli ogni brandello di vitae ne fai un capolavoro.Vieni, tu che generi in noi la nuova identitàdi figli di Dio, amati.

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Vieni, tu che fai di ogni povertà, limite e miserialo spazio dell’incontro, del perdono,della fiducia confermata,tra Dio e ogni uomo. Amen.

ASCOLTO DELLA PAROLA

Celebrante: Disse Gesù a tutti i pubblicani e i pec-catori che si erano avvicinati per ascoltarlo: «Unuomo aveva due figli. Il più giovane dei due disseal padre: «Padre, dammi la parte di patrimonio chemi spetta». Ed egli divise tra loro le sue sostanze.Pochi giorni dopo, il figlio più giovane, raccoltetutte le sue cose, partì per un paese lontano e làsperperò il suo patrimonio vivendo in modo disso-luto. Quando ebbe speso tutto, sopraggiunse in quelpaese una grande carestia ed egli cominciò a tro-varsi nel bisogno. Allora andò a mettersi al serviziodi uno degli abitanti di quella regione, che lo mandònei suoi campi a pascolare i porci. Avrebbe volutosaziarsi con le carrube di cui si nutrivano i porci; manessuno gli dava nulla. Allora ritornò in sé e disse:«Quanti salariati di mio padre hanno pane in abbon-danza e io qui muoio di fame! Mi alzerò, andrò damio padre e gli dirò: Padre, ho peccato verso ilCielo e davanti a te; non sono più degno di esserechiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi sala-riati». Si alzò e tornò da suo padre. Quando eraancora lontano, suo padre lo vide, ebbe compassio-ne, gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò.Il figlio gli disse: «Padre, ho peccato verso il Cielo edavanti a te; non sono più degno di essere chiama-to tuo figlio». Ma il padre disse ai servi: «Presto, por-tate qui il vestito più bello e fateglielo indossare,

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mettetegli l’anello al dito e i sandali ai piedi.Prendete il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo efacciamo festa, perché questo mio figlio era mortoed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrova-to». E cominciarono a far festa. Il figlio maggiore sitrovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino acasa, udì la musica e le danze; chiamò uno dei servie gli domandò che cosa fosse tutto questo. Quellogli rispose: «Tuo fratello è qui e tuo padre ha fattoammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavutosano e salvo». Egli si indignò, e non voleva entrare.Suo padre allora uscì a supplicarlo. Ma egli risposea suo padre: «Ecco, io ti servo da tanti anni e non homai disobbedito a un tuo comando, e tu non mi haimai dato un capretto per far festa con i miei amici.Ma ora che è tornato questo tuo figlio, il quale hadivorato le tue sostanze con le prostitute, per lui haiammazzato il vitello grasso». Gli rispose il padre:«Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mioè tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perchéquesto tuo fratello era morto ed è tornato in vita, eraperduto ed è stato ritrovato» (Lc 15,11-32).

Breve spazio di silenzio e riflessione.

PREGHIERA DI RISONANZA

Rit.: Il tuo amore, Signore, ci doni la libertà delcuore.

1 Lettore: Torniamo a te, Signore, piegati dall’errore,bloccati e irrigiditi da tutto ciò che abbiamo preferitoa te. Torniamo a te, con il cuore di schiavi che hannobisogno del proprio padrone per vivere.

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Rit.: Il tuo amore, Signore, ci doni la libertà del cuore.

2 Lettore: Torniamo a te, Signore, appesantiti daitanti bisogni umani che ci hanno spinto verso oriz-zonti da te lontani.

Rit.: Il tuo amore, Signore, ci doni la libertà delcuore.

1 Lettore: Torniamo a te, Signore, mossi dal soloricordo della tua presenza, dalla liberante sensazionedel tuo amore.

Rit.: Il tuo amore, Signore, ci doni la libertà delcuore.

2 Lettore: Torniamo a te perché il nostro cuore nonha pace, la nostra anima è stanca di cercare quelpane che continua a non sfamare.

Rit.: Il tuo amore, Signore, ci doni la libertà delcuore.

1 Lettore: Torniamo a te perché il resto non ci basta,non ci sfama, non ci disseta, non può far volare inostri sogni, non può dare spessore alle nostre spe-ranze, non può riempirci senza chiederci il conto,non può amarci disinteressatamente.

Rit.: Il tuo amore, Signore, ci doni la libertà delcuore.

Nel silenzio, ritorna sulla Parola di Dio e sottolinea lafrase o l’espressione che, in questo momento, stafacendo breccia in te. Ricostruisci nell’immaginazio-

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ne l’ambiente che la Parola ti presenta, i personaggi ei loro atteggiamenti e poi ri-ascolta come rivolte a tequelle parole.

Canto.

ADERIRECON VOLONTÀ E DESIDERI

Celebrante: «Eccomi a te: un Padre… nient’altro!Questo è il volto che ho scelto, che ho voluto dive-nisse visibile, questo è ciò che ho desiderato comu-nicarti. Arrivare a te, bussare alla porta della tua vitacon il semplice e fragile volto di un padre, con ilcuore forte e tenace e di chi sa di voler amare. È cosìche amo presentarmi a te in ogni singolo istante dellatua vita. E mentre il mondo mi invoca come onnipo-tente o, come onnipotente mi accusa, io resto qui,viandante instancabile lungo le strade delle tantelibertà, delle infinite opportunità, dei sempre nuovidesideri che abitano e che ti dirigono oltre te stesso,e spesso fuori da te stesso.Ti conosco, figlio generato nell’amore! Ti amo, figliosalvato nell’amore! Ti benedico, figlio, nell’amore,perdonato… ti aspetto qui, in questo buio e solitarioangolo del tuo cuore, perché quando ti sembrerà diaver sprecato tutto, quando le lacrime della paurariempiranno il tuo cuore soffocando ogni speranza,quando tutto di te sembrerà perduto, quando ilrimorso ti impedirà di guardare la luce… quando tisembrerà di non poter trovare altri spazi per amare,se non il buio della solitudine… allora quel giorno,tuffandoti in te stesso, tu possa cadere tra le mie brac-cia, instancabilmente aperte.

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Io ti aspetto, figlio nella tua notte, pronto nella tuastanchezza, aperto nelle tue chiusure, amante neituoi rinnegamenti. Sono qui e resterò qui, per te!Tra le tue mani, anche oggi, ho posto una vitanuova, un dono nuovo, una nuova fiducia, unnuovo amore. Nuovo! Perché nuovo sarà ciò chevivrai. Nuovo! Perché l’oggi è novità da vivere inpienezza.Vai figlio, la mia fiducia ti sostenga, il mio amore tiaccompagni, la mia vita ti rinnovi, il mio attendere tidia il coraggio del futuro».

AMARECON TUTTO IL CUORE

LA PAROLA TOCCA LA VITA…

Lasciati raggiungere e mettere in gioco. La Paroladi Dio illumina la tua vita, le indica sentieri dapercorrere, scelte da vivere nella certezza dellegiornate. Fermati in silenzio perché il Signore vor-rebbe poter toccare e far vibrare di sé i tuoi deside-ri. Con quale gesto vorresti esprimere ciò che provi?Il Padre viene incontro al figlio, lo abbraccia eavvolge di un amore straordinariamente immenso.Tu come rispondi? Vuoi condividere questo con gliamici che insieme a te sono avvolti d’amore delPadre? Scrivi la parola-dono che il Signore ti hadonato attraverso la sua Parola ed il suoAbbraccio. Trova il modo di portarla e farla viverenelle tue giornate.

Canto.

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PREGHIERA CONCLUSIVA

Tutti:Padre immensamente buonoe instancabilmente misericordioso,nelle notti del nostro peccato,l’orizzonte oscuro viene rischiaratodalla penetrante luce della tua presenzavigile e instancabile.Il tuo amore continua a stupirci;la profondità del tuo cuore continua a sconvolgerci.Padre, sono davanti a te, peccatore,fallito nell’assurda voglia di conquistare il mondo,fallito nella strenua e massacrante fedeltàa regole senza vita.Sono davanti a te, nella fatica, nel timore,nell’interiore sconvolgimentodi sentirmi chiamare ancora una volta figlio.

Celebrante:Il peccato non può toglierti la dignità di figlio,non potrà offuscare l’amore perché non sono i meriti,non è la lotta contro te stesso per essere perfetto,non è il tuo voler essere giusto a tutti i costi,che ti ha reso tale.Figlio! Tu lo sei solo in forza del mio amore.Sei figlio perché gratuitamente sei stato salvato.Sei figlio amato, atteso, desiderato,in forza di una croce portata per amoreche ha cancellato, e continua a cancellare,ogni debito, ogni colpa, ogni peso.

Tutti:Padre buono, tenerezza infinita,Dio amante, libertà feconda,

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in Gesù tuo figlio e nostro fratellorivelaci, in pienezza, la totalità del tuo amore per noi.La croce non sia, Padre, un patibolo di morteche ci chiude alla speranza,ma un segno tangibile dell’immensitàdi un amore, il tuo,che costantemente ama, decisamente ama,che, in ogni singolo istante, non può che amare.Maria, la madre nella fedeltà, nel sì libero e liberante,ci riconduca a te, tra le braccia del tuo amoree renda libero il nostro cuorestraordinariamente disarmante,del tuo amore, presente.Amen.

Canto del Padre nostro. Benedizione. Canto conclusivo.

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Finito di stampare nel mese di settembre 2016

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