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cronache ipogee pagine di informazione speleologica per il Friuli Venezia Giulia - n. 5/206 cronache ipogee IL BUIO NEL SACCO 1987. Franco Gherlizza e Marco Bellodi sulla cima del Monte Peralba. 2016. Franco Gherlizza e Marco Bellodi si scambiano i reciproci libri nella sede del CAT. Conosco Marco da trent'anni. Era arrivato in sede, accompagnato da sua sorella, Dodi, e trascinato sul- l'onda del periodo "aureo" che vedeva la sede del Club Alpinistico Triestino punto di ritrovo di tutta la speleologia triestina. Negli anni '80, ci si trovava ogni sera, in quel "buco" di forma triangolare e con soli 36 metri quadrati, a bere, cantare e, soprattutto, socializzare. Come dicevo, lì potevi trovare tutta la speleologia triestina "attiva" cioè fatta da quelli che le grotte le esploravano davvero... e in tutto il mondo. Nel suo libro, Marco Bellodi fa un cenno della sua prima apparizione in sede che mi ha fatto molto sorridere, soprattutto, perché mi ha riportato im- mediatamente a quei tempi e a quei luoghi così importanti non solo per me e per il mio gruppo. Ricorda: [...] La porta, dipinta d’un orri- bile colore marrone scuro, non recava alcuna insegna salvo una scritta fatta a mano: CAT (Club Alpinistico Triestino). Da fuori sembrava una stamberga di osteria, da dentro pure, tanto è vero che più di uno finiva reclutato dagli abissi solo perché era entrato per bere un bicchiere. Poi scopriva che di bicchieri in quel posto se ne svuo- tavano diversi ed allora tanto valeva restare lì. [...]. È stato così che abbiamo condiviso alcune attività sia speleologiche che alpinistiche e, proprio a questo ultimo aspetto, si deve un nostro recente incontro dove (come testualmente dice lui) abbiamo "pescato" nei ricordi. A entrambi è subito affiorata alla mente una malsana salita al Monte Peralba durante il "Corso di roccia" del 1987 dove io ero istruttore e lui allievo. Dico "malsana", perché facemmo una gara, su e giù per la ferrata, con tanto di scommessa...! Dopo aver rimembrato alcune avventu- re insieme, Marco mi ha fatto dono del suo libro "Il buio nel sacco" ed io ho contraccambiato, con grande piacere, donandogli "Muli de grota". Arrivato a casa ho messo da parte il libro che stavo leggendo e mi sono tuffato immediatamente nel suo. Già dalle prime pagine appare la ca- pacità di Marco di essere uno scrittore che ti arriva dentro in maniera sempli- ce, mai troppo ricercata e, per questo scorrevole e piacevole alla lettura. Le storie che Marco elargisce partono da alcune sue esperienze spelelologi- che e alpinistiche più significative, fino ad arrivare a quello che si prefigura, da subito, essere il suo più grande amore, tra l'altro generosamente corrisposto: il Nepal e le sue genti. I racconti, molto precisi e particolareg- giati, danno la possibilità al lettore non solo di godere delle varie descrizioni di luoghi, persone, animali e cose, ma anche di riuscire a vederle. E, se leggendo, si riesce a vedere quel che viene narrato, vuol dire che c'è la una grande capacità nel trasmettere le emozioni e i sentimenti provati. Una qualità che ritengo dovuta alla sensibilità e alla "umanità" dello scrit- tore e per questo, molto, molto rara. Franco Gherlizza

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pagine di informazione speleologica per il Friuli Venezia Giulia - n. 5/20�6

cronache ipogee

IL BUIO NEL SACCO

1987. Franco Gherlizza e Marco Bellodi sulla cima del Monte Peralba.

2016. Franco Gherlizza e Marco Bellodi si scambiano i reciproci libri nella sede del CAT.

Conosco Marco da trent'anni.Era arrivato in sede, accompagnato da sua sorella, Dodi, e trascinato sul-l'onda del periodo "aureo" che vedeva la sede del Club Alpinistico Triestino punto di ritrovo di tutta la speleologia triestina.Negli anni '80, ci si trovava ogni sera, in quel "buco" di forma triangolare e con soli 36 metri quadrati, a bere, cantare e, soprattutto, socializzare.Come dicevo, lì potevi trovare tutta la speleologia triestina "attiva" cioè fatta da quelli che le grotte le esploravano davvero... e in tutto il mondo.Nel suo libro, Marco Bellodi fa un cenno della sua prima apparizione in sede che mi ha fatto molto sorridere, soprattutto, perché mi ha riportato im-mediatamente a quei tempi e a quei luoghi così importanti non solo per me e per il mio gruppo.

Ricorda: [...] La porta, dipinta d’un orri-bile colore marrone scuro, non recava alcuna insegna salvo una scritta fatta a mano: CAT (Club Alpinistico Triestino). Da fuori sembrava una stamberga di osteria, da dentro pure, tanto è vero che più di uno finiva reclutato dagli abissi solo perché era entrato per bere un bicchiere. Poi scopriva che di bicchieri in quel posto se ne svuo-tavano diversi ed allora tanto valeva restare lì. [...].È stato così che abbiamo condiviso alcune attività sia speleologiche che alpinistiche e, proprio a questo ultimo aspetto, si deve un nostro recente incontro dove (come testualmente dice lui) abbiamo "pescato" nei ricordi.A entrambi è subito affiorata alla mente una malsana salita al Monte Peralba durante il "Corso di roccia" del 1987 dove io ero istruttore e lui allievo.Dico "malsana", perché facemmo una gara, su e giù per la ferrata, con tanto di scommessa...!Dopo aver rimembrato alcune avventu-re insieme, Marco mi ha fatto dono del suo libro "Il buio nel sacco" ed io ho contraccambiato, con grande piacere, donandogli "Muli de grota".Arrivato a casa ho messo da parte il libro che stavo leggendo e mi sono tuffato immediatamente nel suo.Già dalle prime pagine appare la ca-pacità di Marco di essere uno scrittore che ti arriva dentro in maniera sempli-ce, mai troppo ricercata e, per questo scorrevole e piacevole alla lettura.Le storie che Marco elargisce partono da alcune sue esperienze spelelologi-che e alpinistiche più significative, fino ad arrivare a quello che si prefigura, da subito, essere il suo più grande amore, tra l'altro generosamente corrisposto: il Nepal e le sue genti.I racconti, molto precisi e particolareg-giati, danno la possibilità al lettore non

solo di godere delle varie descrizioni di luoghi, persone, animali e cose, ma anche di riuscire a vederle.E, se leggendo, si riesce a vedere quel che viene narrato, vuol dire che c'è la una grande capacità nel trasmettere le emozioni e i sentimenti provati.Una qualità che ritengo dovuta alla sensibilità e alla "umanità" dello scrit-tore e per questo, molto, molto rara.

Franco Gherlizza

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maggio 20�6...CONFERENZA E MOSTRA SUL RICOvERO CIvILEdI SALITA gRANATIERIA MONFALCONE

Sabato 7 maggio alle ore 18.00 pres-so la Società Monfalconese di Mutuo Soccorso è stata inaugurata la mostra "Nel tunnel: vita e vite nella Galleria Rifugio di Monfalcone 1943-45".In una sala gremitissima, che ha vi-sto la presenza del Presidente della Provincia di Gorizia Enrico Gherghet-ta, del Sindaco e del Vicesindaco di Monfalcone, Silvia Altran e Omar Greco, nonchè di assessori e consi-glieri comunali, Pietro Commisso ha presentato il suo lavoro di ricerca di reperti all'interno della galleria ricovero di Salita Granatieri.Maurizio Radacich, del Club Alpinistico Triestino, ha poi illustrato ai convenuti, con una conferenza sulla seconda guerra mondiale e sul ricovero di Mon-falcone, l'importanza storico didattica del manufatto e delle sue potenzialità turistiche.A seguire il video realizzato da Lucio Mircovich, del Club Alpinistico Triesti-no, nella galleria antiaerea di Salita Granatieri a Monfalcone (Gorizia).Un pubblico attento e molto interes-sato è poi intervenuto con numerose domande.L'avvenimento è stato promosso dalla Società Monfalconese di Mutuo Soc-corso e patrocinato dal Comune di Monfalcone.

In primo piano: il Vice-sindaco del Comune di Monfalcone, Omar Greco, il Presidente della Provincia di Gorizia, Enrico Gherghetta, il Sindaco di Monfalcone, Silvia Altran e il Presidente della Società Monfalconese di Mutuo Soccorso, Sergio Vincenzoni.

(Lucio Mircovich)

CONCLUSO IL XXXvCORSO d'INTROdUZIONEALLA SpELEOLOgIAdELL'USp CAI pN

Con il tradizionale incontro conviviale si è concluso, sabato scorso, il XXXV Corso di Introduzione alla Speleologia organizzato dall'Unione Speleologica Pordenonese CAI e diretto dall'Istrutto-re di Speleologia Marco Dalla Torre.Nel suo saluto ai neo-speleologi, il Pre-sidente della Sezione di Pordenone del Club Alpino Italiano, Giorgio Fornasier, ricordando alcuni dati dell'iniziativa:- 12 partecipanti- 15 istruttori- 8 armatori- 4 lezioni teoriche tecniche e scien-tifiche- 2 attività d'appendimento tecnico in SpeleoPalestra- 6 attività pratiche in grotte di varia difficoltà;ha evidenziato come l'impegno della Scuola di Speleologia CAI Pordenone sia finalizzato non non solo a permette-re la pratica in sicurezza della discipli-na speleologica ma sopratutto ad una fruizione corretta ed ecologicamente attenta dell'ambiente sotterraneo.

Gianpaolo Fornasier

XXXV° Corso di Introduzione alla Speleologia USP CAI. Con gli allievi in cava.

(Gianpaolo Pessina)

XXXV° Corso di Introduzione alla Speleologia USP CAI. Nel Bus de la Genziana.

(Gianpaolo Pessina)

XXXV° Corso di Introduzione alla Speleologia USP CAI. Foto di gruppo con istruttori e allievi. (Gianpaolo Pessina)

La mostra dei reperti ritrovati all'inter-no della galleria, che rimarrà aperta sino all'11 giugno 2016, è visitabile presso la Società Monfalcone di Mu-tuo Soccorso di via Barbarigo 26, a Monfalcone, dal lunedì al sabato con orario 9-13 e 17-20.

gROTTA dEL MITREONUOvI ORARI dI ApERTURAE CONTATTI dI RIFERIMENTO

Il Mitreo (Grotta del Dio Mithra) è aper-to ogni giovedì dalle ore 10.00 (ritrovo presso la chiesa di San Giovanni al Timavo) ovvero dalle 10.10/10.15 (ri-trovo direttamente sul sito) e fino alle ore 12.00.L'assuntore di custodia, sig.ra Ada Pieri, che si occupa dell'apertura settimanale del sito negli orari sopra indicati, è eventualmente raggiungibile al numero telefonico 380 7329414.È inoltre possibile richiedere con adeguato preavviso l'apertura in altri

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dIdATTICA SpELEOATTIvITà NEL MESEdI MAggIO

Intensa l'attività didattica del CAT nel mese di maggio.Si inizia il giorno 6 maggio con un'escursione dedicata alla preistoria con la Scuola Media Sauro di Muggia. Dal paese di Slivia è stato raggiunto il Riparo di Visogliano, importante per il ritrovamento di resti di ominide datato quasi mezzo milione di anni fa. Un percorso ad anello ha permesso di passare davanti all'ingresso della Grotta Lindner e di visitare i resti del Castelliere di Slivia, risalente all'età del bronzo.Il 10 maggio gli alunni della Scuola elementare Rossetti sono stati invece accompagnati alla Grotta di Crogole: partenza dall'Antro di Bagnoli passando per la Vedetta di Crogole e superando un dislivello di circa 300 metri.Al 13 maggio la Scuola Media Sauro ha invece visitato la Grotta Bac di Basovizza. Sempre interessanti gli aspetti morfologici di questa cavità quasi orizzontale che, oltretutto, ospita una ricca fauna cavernicola.Un'escursione un po' particolare e fuori dai soliti schemi è stata organizzata il giorno 20 maggio con la IV classe della Scuola Elementare S. Giusto. Partiti da Campo Sacro (Prosecco, TS) gli alunni con le loro insegnanti hanno raggiunto Gabrovizza, dove erano attesi dagli speleologi del CAT. Quindi, sempre a piedi è stata rag-giunta la Grotta dell'Orso, dove è stata illustrata la storia della scoperta della grotta ed i ritrovamenti di ossa del Quaternario e di vari manufatti relativi soprattutto al neolitico, recuperati con una serie di scavi a partire dalla fine dell'800. L'escursione è continuata per raggiungere la Grotta Ercole e visitarne la parte accessibile. Tutti sono rimasti affascinati dalla vastità della grotta e dalle enormi dimensioni di alcune concrezioni. Il giro si è concluso con un anello passando davanti all'ingresso dell'Abisso Cesca, quindi nei pressi della Grotta dell'Alce e, infine, presso la Grotta Verde che si apre con un largo pozzo molto spettacolare. Rientro a Gabrovizza in perfetto orario.Accompagnatori: Franco Gherlizza, Dean Leonardelli, Lucio Mircovich, Mario Nacinovi, Andrea Negrisin, Ferruccio Podgornik, Andrea Sandorfi, Claudio Schiulaz, Luca Trevisan e

Sergio Dolce

Grotta del Mitreo. (Franco Gherlizza)

orari direttamente alla Soprintendenza Archeologia, ai seguenti recapiti:[email protected]. 040/4261411 (centralino).

BATTESIMO dI gROTTApER gLI SCOUTAgESCI MUggIA 1°

I l nov iz iato de l gruppo scout A.G.E.S.C.I. Muggia 1°, il giorno 29 maggio, accompagnati da Franco Gherlizza, Alessandro Gubertini, Mario Nacinovi e Ferruccio Podgornik, del Club Alpinistico Triestino, ha provato l'esperienza di esplorare la Grotta del Bufalo, scendere con il discensore e risalire con croll e maniglia.Filippo: "l'esperienza è stata emozio-nante anche se non troppo semplice. Tanto sporchi, quanto divertiti!".Francesco: "attività interessante da rifare sicuramente in un'altra grotta. Di particolare effetto la presenza di radici che pendono dalla volta della caverna".

Josef Vuch

Il noviziato del del gruppo scout A.G.E.S.C.I. Muggia 1º: Sebastiano Bertocchi, Francesco Vattovaz, Filippo Gola, Christian Sardo e Josef Vuch. (Franco Gherlizza)

SpELEO-dIdATTICA.ATTIvITà CONgIUNTAAXXXO - CATMESE dI MAggIO

Nell'ambito della collabora-zione con l'AXXXO del Club Alpino Italiano, sono state

organizzate una escursione "preisto-rica" e una visita a una grotta.

Il 3 maggio la III C della Scuola Ele-mentare Morpurgo è partita da Slivia per raggiungere il Riparo di Visogliano e quindi il Castelliere di Slivia.Avendo tempo a disposizione si è potuto anche visitare con una piccola deviazione la dolina degli stagni di Slivia, ambienti acquatici recentemente restaurati e molto importanti quale serbatoio di biodiversità.

Il 16 maggio, è stata la volta della visi-ta alla Grotta dell'Acqua con la Scuola Don Milani. Anche in questo caso la disponibilità di tempo ha permesso di allungare l'escursione carsica salendo alla cima del Monte San Leonardo e passando davanti alla cava abbando-nata di Samatorza, dove si estraeva un particolare calcare cristallizzato (stalattite rossa).Accompagnatori: Sergio Dolce, Guido Bottin e Fulvio Carboncini.

Con gli alunni della Scuola Elementare "Rossetti" alla Grotta di Crogole. (Andrea Sandorfi)

Con i ragazzi della Scuola Media "Sauro", di Muggia, alla Grotta Bac. (Ferruccio Podgornik)

Con i ragazzi della Scuola Elementare "San Giusto" alla Grotta Ercole. (Sergio Dolce)

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Scorpioni, bacoli, zimisi e pulisi...:Il Gruppo Entomologico Triestino

«Giuseppe Müller» - Trieste

Sul mio comodino, da diciannove anni, c’è un libro.Niente di strano, a me piace leggere molto, la sera, prima di addormentar-mi, ed accanto a me, sul comodino appunto, trasformato in un’appendice della mia biblioteca, ci sono molti te-sti che alterno nella lettura: alcuni in prima battuta, alcuni altri già letti ma meritevoli di ulteriori approfondimenti e/o meditazioni, alcuni altri ancora per consultazione relativamente agli argomenti di cui mi sto occupando al momento, certi altri nuovi da comin-ciare a leggere.Tutti sono in movimento tra la bibliote-ca ed il suo complemento, il comodino appunto, in un continuo andirivieni.Tutti tranne uno che sta lì da dician-nove anni. Si tratta di Cacce sottili di Ernst Jünger, filosofo tedesco con la

passione per l’Entomologia, passione che l’accompagnò per tutta la vita; il libro (titolo originale Subtile Jagden, 1967), racconta questa sua svisce-rata passione dal nascere, durante l’infanzia: leggendolo e rileggendolo mi ritrovo in quasi ogni pagina.L’esemplare in mio possesso, la prima edizione italiana (1997), è letteralmente consumato dalla frequente consultazio-ne e ad esso mi rivolgo ed appello nei momenti difficili, trovandovi distrazione, ma soprattutto conforto.

Si è riformato, o meglio rivitalizzato, il Gruppo Entomologico “Giuseppe Műller” - Trieste.La storia vuole che l’inizio venga in-dividuato nel 1902 quando un gruppo di appassionati cominciò a riunirsi periodicamente per scambiarsi notizie su tutto ciò che poteva essere relativo all’Entomologia: dati di determinazio-ne sistematica, nuove pubblicazioni, scambi di informazioni sulle proprie col-lezioni, programmazione di escursioni.

Logo del Gruppo Entomologico Triestino “Giuseppe Müller" - Trieste

Stalita taenaria nella Lipiška jama (Kras) (studio a matita e pastello acquarellabile 11.5x13 cm, Dis. R. Ferrari, 2015, da: Tra passione e professione. Appunti e ricordi naturalistici. Quaderno 5).

Dicranorrhina micans ♂ (studio a matita e pastello acquarellabile 11.5x18.0 cm, Dis. R. Ferrari, 2015, da: Tra passione e professione. Appunti e ricordi naturalistici. Quaderno 5).

Ricerca sul versante W del Vremščica (Monte Auremiano) (Vremščica (Monte Auremiano), Notranjska), 5 Giugno 2013. (Foto R. Ferrari)

Alcuni Soci Fondatori del Gruppo Entomologico Triestino “Giuseppe Müller” - Trieste (Museo Civico di Storia Naturale di Trieste - Laboratorio di Entomologia, Trieste), 3 Giugno 2015. (Foto B. Grego)

Ortottero (ninfa) (Sveto Hieronim, Nanos, Notranjska), 24 Luglio 2013. (Foto R. Ferrari)

Aromia moschata ♂ (Sveto Hieronim, Nanos, Notranjska), 24 Luglio 2013. (Foto R. Ferrari)

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Da qui, dopo alcuni anni, l’istituzione di una Sezione entomologica in seno alla Società Adriatica di Scienze Naturali, il 25 Maggio 1910.Giuseppe Müller, nel 1912, specifica l’ambizioso scopo principale del gruppo quale lo studio della conoscenza della natura in generale ed in particolare di quella del territorio, mediante ap-profondimento della conoscenza del-l’entomofauna locale attraverso studi zoogeografici e sistematici.Questo gruppo catalizzò l’attenzione di molti appassionati ricercatori e stu-diosi, anche esteri, facendo assurgere Trieste, al pari di Genova, centro na-zionale per lo studio e la sistematica soprattutto dei coleotteri.A ciò si aggiunse, nel 1924, l’istituzio-ne del Museo Entomologico “Pietro Rossi”, a Duino, da parte del principe Alessandro della Torre e Tasso.Alla morte di questi, nel 1937, il museo cessa la sua attività e le collezioni vengono trasferite al Museo Civico di Storia Naturale di Milano.Giuseppe Müller svolge per qualche

tempo attività presso il Museo En-tomologico “Pietro Rossi”, prima di divenire conservatore e poi direttore del Museo Civico di Storia Naturale di Trieste.Contemporaneamente e parallela-mente a questa crescita istituzionale, continua un’attività di contatto reci-proco e di ricerca da parte di singoli studiosi ed appassionati, i cui nomi si avvicendano negli anni, mantenendo in vita, a fasi alterne, la tradizione da cui tutto ha avuto inizio, specie tra la fine degli anni ’60 e gli inizi ’70, con i Käferaben del venerdì.Tradizione che venne ripresa con più continuità dal 1979 con il Gruppo Käfer, da parte di una decina o poco più di addetti ai lavori ed appassionati a vario titolo, che solevano ritrovarsi in riunioni informali il mercoledì in Galle-ria Tergesteo, e si protrasse con fasi altalenanti sino al 1998; in questi anni i contatti con il Civico Museo di Storia Naturale di Trieste furono stretti, ma “difficili”, miranti anche all’ottenimento di permessi ufficiali per la raccolta; comunque si pervenne, nel 1995, alla realizzazione della mostra “Dal bruco alla farfalla: alla riscoperta del mondo degli insetti” con la pubblicazione di una relativa guida didattica alla mostra nella quale compare ufficialmente la denominazione Gruppo Entomologico Triestino, dimostrando vitalità, volontà e potenzialità.Per qualche anno ci fu ancora una certa attività sociale con riunioni

periodiche presso il Museo; poi an-che questo periodo iniziò ad entrare nella fase discendente fino quasi ad arenarsi.In questi ultimi anni, la frequentazione individuale del Laboratorio di Ento-mologia del Civico Museo di Storia Naturale di Trieste da parte di alcuni “storici” entomologi, di entomologi che fino ad allora per vari motivi non

Saturnia pyri (larva) (Ravnica, Trnovski gozd), 8 Agosto 2015. (Foto R. Ferrari)

Predazione da parte di Euscorpius italicus su coleottero geotrupidae (Hrpelje, Matarsko podolje), 19 Settembre 2015. (Foto R. Ferrari)

Sulla cima del Slavnik (Monte Taiano) (Slavnik (Monte Taiano), Matarsko podolje), 19 Settembre 2015. (Foto R. Ferrari)

Mantis religiosa ♀ (Slavnik (Monte Taiano), Matarsko podolje), 19 Settembre 2015. (Foto R. Ferrari)

Ricerca a vista in tronco marcescente (Nei pressi di Rodik (Roditti), Brkini), 16 Gennaio 2016. (Foto R. Ferrari)

Raccolta con setaccio (Nei pressi di Rodik (Roditti), Brkini), 16 Gennaio 2016. (Foto R. Ferrari)

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frequentavano l’ambiente, unitamente a quella di nuovi appassionati, soprat-tutto, ma non solo, studenti, contribuì al contatto tra gli stessi, e si fece strada la possibilità di una ripresa delle riunioni i primi mercoledì del mese, nonché delle escursioni di gruppo: questa attività informale portò alla ripresa ufficiale della vita del sodalizio con approvazione di uno Statuto ed una Lista Soci, il 3 Giugno 2015.Lo scopo primario del neo ricostituito Gruppo è quello di promuovere lo stu-dio, la conoscenza e la divulgazione delle varie componenti naturalistiche del territorio, con particolare riguardo all’Entomologia, ma con altrettanto interesse verso altre branche del-le Scienze Naturali quali Geologia, Botanica, Zoologia essendo queste discipline di fondamentale rilevanza dal punto di vista ecologico.Particolare attenzione è rivolta agli aspetti didattico-divulgativi. L’attività di ricerca, di raccolta, didattica e lette-raria, pur autonoma, viene “confluita” al Museo Civico di Storia Naturale di Trieste che supporta le iniziative.L’attività sociale prevede riunioni perio-diche (il primo mercoledì di ogni mese, presso il Museo), escursioni sociali, conferenze, corsi teorico-pratici per la raccolta, lo studio e la conservazione dei materiali, la costituzione di colle-zioni da utilizzare a fini didattici, corsi di approfondimento su tematiche quali, tra le altre, fotografia naturalistica, microscopia, informatica.

Oltre alle consuete uscite individuali, il Gruppo ha organizzato escursioni sociali quali, tra le altre, al Vremščica (Monte Auremiano), al Nanos, al Tr-novski gozd (Selva di Tarnova), sul Slavnik (Monte Taiano), nei pressi di Rodik (Roditti), sul Sabotin/Monte Sabotino; le mete ed i periodi sono decisi in base all’interesse entomolo-gico ed alla probabilità di avvistamento di particolari specie, ed i partecipanti sono di volta in volta accompagnati da specialisti interni od esterni.Le premesse a questo nuovo ciclo sembrano essere ottimali: un numero interessante di soci, tra i quali molti giovani e soprattutto giovanissimi, spiri-to di gruppo, propositività, disponibilità, collaborazione, partecipazione.Una curiosità: a dispetto dell’argomen-to, è degna di nota una interessante percentuale di esemplari femmine, il che non guasta, anzi!

È notte fonda, ormai.Un cielo terso, meravigliosamente stellato.

Non solo Entomologia, ma anche Geologia: radiolitidae (Cretaceo superiore, Cenomaniano inferiore) (Sabotin/Monte Sabotino, Notranjska), 7 Maggio 2016. (Foto R. Ferrari)

Nei pressi di Rodik (Roditti) (Rodik (Roditti),Brkini), 16 Gennaio 2016. (Foto R. Ferrari)

Al Okrepčevalnica-Muzej na Sabotinu con il naturalista Borut Kumar (Sabotin/Monte Sabotino, Notranjska), 7 Maggio 2016. (Foto R. Ferrari)

Ricerca sul versante S del Sabotin/Monte Sabotino (Sabotin/Monte Sabotino, Notranjska), 7 Maggio 2016. (Foto R. Ferrari)

Sulla cima del Sabotin/Monte Sabotino (Sabotin/Monte Sabotino, Notranjska), 7 Maggio 2016. (Foto R. Ferrari)

Non solo ricerca e raccolta sul campo, ma anche determinazione e studio (Museo Civico di Storia Naturale di Trieste, Via dei Tominz 4, Trieste), 29 Novembre 2012. (Foto R. Ferrari)

In sottofondo le note del Nocturne in F sharp major Op 15 No 2 di Fryderyk Franciszek Chopin eseguito da Angela Hewitt.La mente comincia ad andare per le sue: comincia a pensare alle vi-cende alterne nel tempo del gruppo di appassionati entomologi, ma fatto comune ed estensibile anche ad altre forme sociali, e non solo, tra periodi di intensa attività ed altri di stasi, quasi di oblio, tutti comunque in una sequenza temporale tendente ad un progresso.Ecco di nuovo il concetto di ciclo del tempo e freccia del tempo nel quale ritrovo anche me stesso: momenti di intensa attività in un dato campo, compreso quello dell’Entomologia, poi lasciati e ripresi più volte, durante la mia esistenza di sapiens ludens.Gli occhi mi si chiudono sulla tastiera del computer: non credo che leggerò, mi limiterò dapprima a pensare e poi, spero, a sognare alcuni dei momenti belli e spensierati trascorsi nella Natura alla ricerca di coleotteri.Il libro è sul comodino, accanto a me, e come la mitica “coperta di Linus”, la consapevolezza della sua sola presen-za mi rende sereno.Auguri di buon lavoro al neorinato gruppo e… buone cacce sottili a tutti i componenti!Buona notte.

Roberto Ferrari

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gIUSEppE MüLLER(Zadar (Zara), 24 Aprile 1880 - Trieste, 21 Settembre 1964

Giuseppe Müller nacque a Zara in Dalmazia il 24 aprile 1880.Suo padre Karl Müller, di origine austriaca, era K. und K. Kanzleidirektor, la madre era Dalmata. Frequentò il ginnasio della città natale, attingendo ottime conoscenze delle lingue classiche (1) ed il solido metodo di lavoro, in uso nelle scuole d’allora. Suo compagno di scuola ed amico d’infanzia fu Pietro Novak (2), il cui padre, il maestro Gian Battista (Ivan) Novak era valente entomologo ed ottimo conoscitore della fauna coleotterologica della Dalmazia.Fu da Gian battista Novak e da Eduard Karaman, il medico distrettuale di Spalato, che i due giovani ebbero una “Prägung” fondamentale per gli studi zoologici. La bellezza della costa dalmata e del retroterra semiselvaggio contribuirono non poco a rinforzare nei due l’amore per la natura.Terminato il ginnasio studiò a Graz scienze naturali, dimostrando precocemente doti non comuni per la sistematica zoologica e botanica. Promosso nel 1902 con una tesi sui Turbellari esotici, si occupò nel contempo di studi morfologici sulla radice delle Orchidee tropicali, ricerca che fu premiata con l’”Unger-Preis” dell’Università di Graz. In questo periodo conobbe Ludwig Ganglbauer, sommo coleotterologo, allora direttore della sezione entomologica del Museo di Storia Naturale di Vienna, che per lunghi anni doveva essergli maestro ed amico. Abbandonata l’idea di iniziare una carriera universitaria a Graz ritornò, come soleva dire, per motivi ecologici, alle amate terre dell’Adriatico trasferendosi a Trieste come insegnante di Scienze Naturali al ginnasio austriaco.

In seno alla Società Adriatica di Scienze Naturali (3) egli costituì una sezione entomologica, riuscendo rapidamente a sviluppare un programma di lavoro scientifico su vasta base, mirante allo studio degli insetti delle provincie adriatiche e balcaniche. Egli integrava così l’opera iniziata a Vienna dal Ganglbauer e che era limitata alle faune dell’Europa media. Un campo del tutto nuovo per gli entomologi triestini rappresentava lo studio degli insetti ciechi, abitanti le caverne del Carso. Müller raccolse in pochi anni un materiale di studio imponente, che gli permise di partecipare con un’importante relazione all’ottavo Congresso Internazionale di Zoologia svoltosi a Graz nell’anno 1910.La sua esperienza in questo campo della zoologia fu riconosciuta da studiosi e specialisti di ogni paese, i quali spesso visitarono Trieste per venire in contatto con la brillante ed attiva sezione entomologica fondata dal Müller.La prima guerra mondiale interruppe l’opera laboriosa degli entomologi triestini. Müller trascorse un primo anno in Albania in una stazione malariologica (4). Da qui fu chiamato a Vienna al laboratorio batteriologico militare diretto dal Professor R. Doerr. Durante questo periodo egli si occupò innanzitutto di tifo petecchiale (5), problema allora molto acuto a causa delle imponenti epidemie, che decimavano soldati a migliaia sui fronti di Polonia e Galizia e fra i prigionieri in Russia.Con una vasta monografia (6) pubblicata nel 1918 sul pidocchio delle vesti (Pe-diculus vestimenti), propagatore della infezione, Müller dimostrò l’importanza di una stretta collaborazione tra medici e zoologici in questo campo delle malattie contagiose. Il libro è ancor oggi opera fondamentale per ricerche morfologiche e fisiologiche sul parassita. Inoltre egli potè dimostrare sperimentalmente che non soltanto la puntura del rostro del pidocchio propaga la Rickettsiosi, ma che il contagio può avvenire anche tramite le feci del parassita.Accanto agli studi sul tifo esantematico egli fece esperienza su svariati agenti patogeni iniziando pure un vasto lavoro sui cocchi. Gli studi sul tifo petecchiale furono proseguiti dopo il disfacimento della Monarchia Austro-Ungarica all’Ospe-dale S. Maria Maddalena di Trieste (7). Nel corso di esperimenti con materiale contagioso egli contrasse un’infezione di tifo petecchiale, che per fortuna non fu mortale. In collaborazione con studiosi italiani egli pubblicò una seconda mo-nografia, la quale trattava oltre i problemi zoologici e zoonosici, pure la clinica, epidemiologia, terapia e profilassi del tifo esantematico.Alcuni anni dopo la nomina a conservatore del Museo di Storia Naturale di Trieste (8), ottenne nel 1923 la carica di Direttore del Museo e dell’Orto Botanico della nostra città. La sua opera di studioso poteva così continuare sotto i migliori auspici. L’attività organizzatrice nel Museo fu svolta da lui con principi moderni, adattando l’ambiente alle nuove esigenze didattiche, aprendo nuove sale per il pubblico, integrando la preziosa biblioteca scientifica e vivificando i rapporti dell’Istituto con altri Musei italiani e stranieri, interrotti dal lungo conflitto.La sezione entomologica, che sino allora aveva avuto dimensioni modestissime, divenne uno dei reparti meglio rappresentati come numero di specie e si arricchì di tipi nuovi per la scienza, attirando l’interesse di studiosi d’Italia e d’oltralpe.Il Museo, sotto la guida esperta del Prof. Müller divenne uno dei più fecondi centri di studio cittadini. Nel 1932 Giuseppe Müller progettò la costruzione

Giuseppe Müller (Zadar (Zara) 24 Aprile 1880 - Trieste 21 Settembre 1964).

Ritratto di Giuseppe Müller (1880-1964) eseguito durante il periodo universitario a Graz (da: De Monte t., Millo B. e Pilleri G., 1973). In quegli anni, prima del Novecento, il Müller oltre ad interessarsi di entomologia, si occupa della sistematica dei turbeilari (platelminti) e della morfologia delle radici di alcune specie tropicali di orchidee. Quest’ultima ricerca gli valse l’Unger-Preise da parte dell’Università di Graz (Da: Benasso G.B., 1984 - La Zoologia nel Friuli e nella Venezia Giulia da Giovanni Antonio Scopoli a oggi).

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dell’Aquario marino (9). Nel tempo di un anno egli portò felicemente a termine i lavori, risolvendo con l’aiuto di pochi tecnici, tutti quei non facili problemi di idraulica e di ambientamento necessari al funzionamento di un simile istituto.La sera del 31 aprile 1933 L’aquario marino del Museo di Storia Naturale di Trieste veniva inaugurato alla presenza del podestà Salem e delle autorità cit-tadine. Una spedizione ittiologica in Mar Rosso, condotta dal Müller nello stesso anno, procurò all’Aquario una bella serie di pesci corallini.L’Aquario di Trieste, anche se modesto per le esigenze odierne, rappresentava allora una delle realizzazioni più prestigiose fra le opere cittadine.In collaborazione col Prof. S. Belfanti, allora direttore dell’Istituto Sieroterapico di Milano, Müller si occupò per lunghi anni dei rettili regionali e della preparazione del veleno di ofidi a scopo terapeutico (10). Tali esperienze lo indussero nel 1938 a organizzare in Etiopia per incarico del suddetto Istituto centri di raccolta del veleno per la preparazione di sieri antiofidici efficaci in Africa orientale.Ma soprattutto per gli studi entomologici fu questo per Müller uno dei periodi più fecondi della sua vita. Dobbiamo alla sua penna opere fondamentali di sistematica, compiute con rara esattezza ed esperienza zoogeografica. Questi studi interessano non soltanto i coleotteri regionali (11) ma pure le faune africane ed altri ordini di insetti come gli ortotteri e le formiche (12). Se si considerano i lavori di Müller – oltre duecento tra libri, monografie, e contributi minori – ci colpisce il talento sistematico di questo zoologo. Tale facoltà, pari ad un sesto senso, gli permetteva a volte di trarre, col semplice esame di caratteri morfolo-gici, conclusioni alle quali altri studiosi giungevano appena dopo minuziosi studi della variabilità, con analisi biometriche o addirittura sperimentali. Il concetto di specie era per Müller strettamente legato alla distribuzione zoogeografica.Molto prima che Rensch avesse introdotto i concetti di “Rassenkreis”, prima che Mayr avesse analizzato la speciazione dal punto di vista zoogeografico, Müller aveva chiare idee sul come definire una entità sistematica, sulle specie simpatriche ed allopatriche, su quelle in statu nascendi, ecc.Preziose ore della sua giornata laboriosa Müller le dedicava agli allievi, aiu-tandoli nei primi passi della ricerca, consigliandoli con libri e materiale di studio. L’insegnamento al Museo di Storia Naturale di Trieste continuava e si integrava con frequenti escursioni domenicali nei dintorni della città o durante soggiorni più lunghi in Selva di Tarnova, del Piro, sul Monte Nevoso ed in altri posti montagnosi. Anche per coloro fra i discepoli del Prof. Müller che abban-donarono in seguito l’entomologia per dedicarsi ad altre discipline scientifiche, l’insegnamento del Maestro è stato basilare e la sua forte personalità è rimasta per tutti indimenticabile.Dimessosi per raggiunta anzianità dalla Direzione del Museo, Müller diresse per alcuni anni la stazione fitopatologica (Centro sperimentale agrario e forestale) di Trieste, dimostrando anche nel campo dell’entomologia applicata e della fitopatologia rara competenza. È di questo periodo la pubblicazione del grande volume sui coleotteri fitofagi della Regione Giulia (13), opera fondamentale sia per il sistematico che per il fitopatologo. Un altro lavoro importante, la monografia sugli ortotteri della stessa regione, era destinata a rimanere incompiuta.

Colpito da un infarto cerebrale che lasciò come residuo un’alessia, sindro-me fatale per un uomo come Müller, dovette abbandonare per sempre gli studi prediletti.Conscio dell’irrimediabilità del male, non si lamentò, né mai, sino alla fine, ebbe rimpianti, grato per una vita nella quale, come soleva dire, aveva trovato ogni giorno le aspirazioni della sua giovinezza.

I Coleotteri della Venezia Giulia - vol. II: Coleoptera Phytophaga, Trieste, 1949-1953 (Da: Benasso G.B., 1984 - La Zoologia nel Friuli e nella Venezia Giulia da Giovanni Antonio Scopoli a oggi).

Escursione entomologica sui Monti Dinara. Giuseppe Müller impugna una pistola, Pietro Novak, l’autore del Catalogo dei Coleotteri della Dalmazia, è alla sua destra, con la bombetta in testa (Da: Benasso G.B., 1984 - La Zoologia nel Friuli e nella Venezia Giulia da Giovanni Antonio Scopoli a oggi).

Un’escursione entomologica sul Monte Nevoso (2.7.1920): seduti, da sinistra a destra, in primo piano Lona e Messa, in secondo piano Emma Müller, Müller e Circovich. In piedi sulla veranda, nel mezzo, Arturo Schatzmayr, accanto alla scala, Giovanni Springer (per gentile concessione della signora Alba Schatzmayr, Milano) (Da: Benasso G.B., 1984 - La Zoologia nel Friuli e nella Venezia Giulia da Giovanni Antonio Scopoli a oggi).

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RingraziamentiRingrazio G. B. Benasso ed A. Colla per le comunicazioni personali.

Bibliografia essenzialeMezzena R., 1964 - Ricordo di Giuseppe Müller illuminata figura di uomo e di scienziato. Rivista di Scienze Naturali

“Natura”, Vol. LV, Milano, 15 Dicembre 1964.De Monte t., Millo B. & Pilleri G., 1973 - Giuseppe Müller (1880-1964) attraverso gli aneddoti raccolti dai suoi allievi

di Trieste B. Millo, T. De Monte, G. Pilleri. Verlag Hirnanatomisches Institut Waldau-Bern, Berne, 1973.Benasso G.B., 1984 - La Zoologia nel Friuli e nella Venezia Giulia da Giovanni Antonio Scopoli a oggi. Istituto per

l’Enciclopedia del Friuli Venezia Giulia - Udine, Laboratorio Regionale per la Storia delle Scienze Naturali - Porde-none, 1984.

GoulD S.J. , 1989 - La freccia del tempo, il ciclo del tempo. Mito e metafora nella scoperta del tempo geologico. Saggi Feltrinelli, Giangiacomo Feltrinelli Editore Milano, Prima Edizione, Milano, Ottobre 1989.

JϋnGer E., 1997 - Cacce sottili. Biblioteca della Fenice, Ugo Guanda Editore in Parma, Prima edizione Guanda, Aprile 1997.

Note(1) Müller possedeva sino in tarda età

tali cognizioni delle lingue classiche, apprese al Ginnasio di Zara, da permettergli di redigere in latino le diagnosi delle specie da lui descritte. È da rammentare che un tempo ricevette dal British Museum (Nat.-Hist.) una serie di Histeridae, proveniente da una spedizione britannica in Arabia. Dato che non era in grado di redigere il lavoro in inglese, spedì a Londra un manoscritto in latino, che fu integralmente pubblicato. Era spassoso sentirlo recitare il primo canto dell’Iliade di Omero in greco, assieme all’amico De Monte, mentre salivano al terzo piano del Museo di Storia Naturale.

(2) Pietro Novak. Ispettore agrario, sopravvisse al Müller di alcuni anni. Il Novak lasciò una notevole pubblicazione sui coleotteri dalmati, dei quali era profondo conoscitore.

(3) Società Adriatica di Scienze Naturali. (Ora: Società Adriatica di Scienze.) Fondata da Simone Syrski nel 1874, la Società mantiene tuttora una Sezione Entomologica.

(4) La malaria ebbe notevole importanza, accanto al tifo petecchiale, nel corso della guerra 1914-1918. Riportiamo una “circolare” in versi di quel periodo, trovata fra le carte lasciateci dal Maestro:

Malaria machen Anophelen, Die uns besonders abends quälen. Von Culex aber wird gestochen, Bei Tag und Nacht ununterbrochen.

Sitz grad die Mücke an der Wand Mit schwarzgeflecktem Flügelrand, Hat man Anopheles entdeckt, Culex ist krumm und ungefleckt.

Bisweilen kann dies Zeichen trügen, Doch werden nie die Taster lügen: Kurz nur dem Culexweib beschieden, Sind lang sie bei Anopheliden.

Weil nur das böse Weib uns sticht, So kümmern uns die Männchen

nicht. Ein Fiederfühler schmückt den Mann, Ein Borstiger zeigt Weibchen an.

Schon wenn sie noch im Kindesteich, Erkennt Anopheles man gleich, Der waagrecht auf dem Wasser ruht –

Herunter hängt die Culexbrut.

Willst von Malaria frei Du sein, So präge folgendes Dir ein: In sumpf und Tümpel Mücken brüten, Du musst Dich vor den Stichen hüten.

Die Mücke, die Malaria macht, Sticht nur des Abends und bei Nacht.

Hat einen Kranken sie gestochen, Wird sie gefährlich nach 2 Wochen.

Malaria impft dann ein ihr Stich Und Schüttelfröste quälen Dich.

Doch wird es durch Chinin Dir glücken Im Keim Malaria zu ersticken. Nimmst Du es nicht wie’s Dir befohlen, So mag Dich leicht dr teufel holen.

Für die Ärzte und Malaria-Zoologen Für die Mannschaften (als Flugblatt) bei

den österreichischen Truppen in Albanien 1918.

(5) Tifo petecchiale (=tifo esentematico, Fleckfieber). Per farsi un’idea della calamità che presentava tale infezione sui fronti di guerra e nei campi di prigionieri durante la prima guerra mondiale riportiamo un testo del Prof. E. Lauda, il noto internista viennese, che fu prigioniero in Russia nel 1914-1918: “wir hatten im ersten weltkrieg als kriegsgefangene in taschkent eine flecktyphusepidemie zu betreuen, die schwer verlief; in einem benachbarten, etwa 15 km entfernten Lager war auch eine Fleckfieberepedemie ausgebrochen mit schwerster Verlaufsart und hoher Mortalität, die damitgekennzeichnet erscheint, dass alle vierzehn Tage ein anderer von uns in das benachbarte Lager abkommandiert wurde als Ersatz für den von der Epidemie hinweggerafften Kollegen, der zwei Wochen früher den Weg dahin angetreten hatte. Die Letalität und Infektiosität war eine so hohe, dass der Weg in das nahegelegene Lager nahezu sicheren Flecktyphus und nahezu sicheren Tod bedeutete…” (Lehrb. Der inneren Medizin, Vol. III, pag. 638, Wien 1951).

(6) Müller, G.: Zur Naturgeschichte der Kleiderlaus. Das österr. Sanitätswesen 27, 1-75 (1915).

(7) Queste ricerche furono condotte in parte in collaborazione del Prof. Lino Urizio, il noto tisiologo di trieste. Urizio nacque a Cittanova d’Istria il 9 agosto 1888, studiò

medicina all’Università di Vienna, specializzandosi poi a Heidelberg, Innsbruck, Londra e Parigi. Fu allievo del Pappenheim e di Paul Ehrlich e si occupò anche di ricerche sui tumori maligni. Morì a Trieste il 12 maggio 1963, dopo aver diretto per anni il Dispensario antitubercolare della “Fondazione Saul Modiano” in Via Pondares.

(8) Museo di Storia Naturale: Fondato da Heinrich Koch nel 1846 ebbe prima di Müller come direttori Simone Syrski, Carlo de Marchesetti e Mario Stenta. Vedi Bibliografia.

(9) Vedi la pubblicazione di Müller, G.: L’aquario della città di Trieste. Atti Museo Storia Naturale 12, 4-36 (1934).

(10) Vedi G. Müller: L’estirpazione delle ghiandole velenifere della Vipera ammodytes per la preparazione del siero antiofidico. Atti XI Congr. Intern. Zool. Padova, Arch. Zool. Ital. 16, 631-645 (1931).

(11) Opera omnia in: Prof. J. Müller - 75 Jahre alt (vedi Bibliografia).

(12) Müller, G.: Le formiche della Venezia Giulia e della Dalmazia. Boll. Soc. Adriat. Sci. Nat. 28, 11-180 (1923).

(13) Müller, G.: I Coleotteri della Venezia Giulia. Vol. II. Coleoptera phytophaga (Cerambycidae, Chrysomel idae, Brichidae). 686 pp., Centro sperimentale Agrario e Forestale, Trieste 1953.

Da: De Monte t., Millo B. & Pilleri G., 1973 - Giuseppe Müller (1880-1964) attraverso gli aneddoti raccolti dai suoi allievi di Trieste B. Millo, T. De Monte, G. Pilleri.

Parte della Collezione Entomologica Giuseppe Müller conservata al Museo Civico di Storia Naturale di Trieste (Via dei Tominz 4, Trieste), 26 Maggio 2016. (Foto R. Ferrari)

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giugno 20�6...

CAT - gRUppO gROTTEdAL 1 gIUgNO 2016NUOvO COORdINATOREALLA SpELEOdIdATTICA

A partire dal lontano 1971, cioè da quando il Club Alpinistico Triestino ha cominciato ad occuparsi di speleo-di-dattica nelle scuole cittadine, il ruolo di coordinatore per questa specifica attività era stata affidata a Franco Gherlizza.Sono trascorsi 45 anni da quella prima esperienza e, come tutte le cose a questo mondo, prima o poi arriva il momento di rinnovarsi e di affidare il futuro delle attività a chi può portare nuove idee e nuova linfa un po' a tutto il settore.Anche per questi motivi, ci siamo trovati tutti concordi ad affidare la ge-stione della Sezione "Speleodidattica" all'amico Sergio Dolce che, già da diversi anni, si occupa di promuovere questa attività per la quale è istintiva-mente portato.Quindi, dal prossimo mese di giugno, sarà proprio Sergio Dolce a guidare le idee e le proposte per l'anno scolastico 2016-2017.Gli auguriamo buon lavoro e gli assi-curiamo, sin d'ora, l'appoggio di quella ventina di soci che, in tutti questi anni, hanno permesso di far cresce-re l'attività rivolta alle scuole di ogni ordine e grado, nonché ai ricreatori e ai centri estivi.

1971. Scuola Elementare "Timeus" (Trieste). Un giovane Franco Gherlizza spiega agli scolari le attrezzature dell'epoca. (Giovanni Giardina)

2016. Grotta del Bufalo (Aurisina, Trieste). Franco Gherlizza e Sergio Dolce.

20 ANNI dI pROMOZIONE TURISTICA dELLA«KLEINE BERLIN»

Era il 5 dicembre del 1995, quando l'allora presidente del CAT, Maurizio Radacich, firmava la convenzione con il Comune di Trieste per la gestione delle gallerie antiaeree e bunker, co-nosciute come «Kleine Berlin».Nel gennaio successivo (1996), inizia-rono le opere di pulizia e di restauro di quella che, in tempo di vent'anni, sarebbe diventata un'attrazione cit-tadina degna di menzione su riviste specializzate nel turismo e nella cultura nonché uno dei luoghi maggiormente visitati dal "turismo scolastico" nazio-nale ed estero (6° sul 172 luoghi da vedere a Trieste per "Tripadvisor").Il raggiungimento di questo importante traguardo si deve, soprattutto, all'im-pegno di alcuni soci che vogliamo qui ringraziare pubblicamente seguendo un elenco temporale: Ruggero Calli-garis (†), Franco Gherlizza, Lino Mo-naco, Marino Codiglia, Franco Gleria, Maurizio Radacich, Dean Leonardelli e Lucio Mircovich.Quest'anno, "festeggieremo" il 20° anniversario della KB con alcune inizia-tive culturali che verranno comunicate, di volta in volta, alla cittadinanza.

CORSO dI SpELEOLOgIA AL BUS dELLA gENZIANA E ALL'ABISSO dI COL dELLA

RIZZA

Il Gruppo Speleologico Piemon-tese di Torino ha programmato, nei giorni 3 e 4 giugno 2016, l’uscita conclusiva del corso 2016 al Bus della Genziana e all’Abisso di Col della Rizza, in Pian Cansiglio (Treviso).Se qualcuno intende visitare tali cavità nelle suddette date è pregato di prendere accordi con gli interessati telefonando, quanto prima, al numero 333 6355096 al fine di prevenire, per quanto possibile, il rischio di sovraffollamento.

Grazie, GSP

TESI dI LAUREAAvvISO IMpORTANTE

Ai gruppi speleo,Vi comunico che da giugno 2016 a gennaio / febbraio 2017 nella Grotta dell'Artiglieria, nell'Abisso Bonetti e nell'Antro della Biscia Morta sarà in corso un campionamento di Artropodi per una tesi di laurea.Il campionamento viene fatto tramite bicchieri e trappole in plastica nascosti sotto pietre tra il sedimento.Se doveste trovarne, vi chiederei per piacere di lasciarli dove sono per non alterare le analisi.Grazie.

Giacomo CancianiJamarski Klub Kraski Krti

G.S. Talpe del Carso

Per concludere in bellezza, forniamo i dati relativi all'anno scolastico 2014-2015 che ha visto la partecipazione, alle nostre iniziative, di 3442 utenti (nel dettaglio: 3195 studenti e 247 accom-pagnatori) nel corso di 100 incontri (19 in grotta + 10 in aula + 70 nella Kleine Berlin + 1 sul Forte di Osoppo) che hanno coinvolto 56 strutture didattiche italiane e slovene.

Lino Monaco

Kleine Berlin, 25 maggio 2016. La mostra di Guglielmo Manenti sul tema "Kafka - La metamorfosi". (Lucio Mircovich)

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vOgLIO FARE IL vETERINARIO

“Voglio fare Il veterinario”.Ecco la risposta di molti bambini alla classica domanda: “Ma tu, cosa vuoi fare da grande?“Si tratta in effetti di un mestiere affa-scinante perché permette di lavorare a contatto con gli animali, curarli e aiutarli, e per fare il veterinario è evi-dentemente necessario possedere una spiccata sensibilità nei confronti degli animali, per rapportarsi a loro nel modo corretto; ma è anche necessario es-sere determinati e coraggiosi, dal mo-mento che spesso occorre fare scelte difficili, per il bene dell’animale.C’è anche molta curiosità attorno a questa figura, che si sente porre le più svariate domande: “Ma perché, il veterinario è un medico?”; “Esiste la facoltà di Medicina Veterinaria? Pensavo si studiasse per gli umani e poi ci si specializzasse in animali”; “Bisogna andare all’Università per diventare veterinari?”; “Ah, ma lei è un medico veterinario, quindi non un medico vero”.

giovedì 2 giugno, alla Casa delle Farfalle di Bordano una giornata in compagnia di un veterinario, esperto in animali esotici, per scoprire affascinanti aneddoti del suo lavoro, conoscere quali sono e come funzionano gli strumenti che utilizza, seguirlo e aiutarlo durante le visite ai suoi “pazienti”. E fargli tante domande.

Alessandro Bellese: Laureato in medicina veterinaria a Bologna, è tra i maggiori esperti italiani per quanto riguarda gli animali esotici. Socio di Farfalle nella Testa, dal 2005 è responsabile veterinario della Casa delle Farfalle di Bordano. È stato tra i fondatori della SIVAE - Società Italiana Veterinari per Animali Esotici e di AAE - Associazione Animali Esotici. Esercita la libera professione in diverse località del Veneto e Friuli Venezia Giulia ed è relatore in molti con-vegni di settore, oltre ad essere autore di diverse pubblicazioni.

LA NOTTE dELLE FARFALLE

Il 4 giugno si ricomincia con la “caccia” notturna alle farfalle, nella la magica “Notte delle Farfalle” a Bordano.Armati di torcia e di curiosità, si entra nelle serre avvolte dall'oscurità per osservare chi si aggira col favore delle tenebre tra i terrari e i laghetti. Poi si esce per partecipare a una “caccia” in cui nessuno si fa male, dove si attirano gli insetti con una speciale postazione luminosa per poi osservarli, raccontarli e fotografarli ... e alla fine ognuno per la sua strada, falene da una parte e umani dall'altra!Le notti delle farfalle vengono sempre organizzate nel giorno di luna nuova vale a dire quando il suo emisfero visibile risulta completamente in ombra. Si spengono i lampioni e si accende la trappola luminosa e poiché gli insetti usano la luce della Luna come "sistema di navigazione" nel buio, prendono quella palla di luce come punto di riferimento nel volo, cioè si può dire che scambiano una grossa lampada (come quella che usiamo per la "caccia") per la luce della Luna, girandoci intorno, permettendo così la loro osservazione da vicino. Il tutto con le spiegazioni di un valente entomologo.

Informazioni:• Dalle ore 21 con ingresso ogni 15 minuti• Gruppi di circa 10 persone con guida• Prenotazione obbligatoria• Costo: 6 euro• Portare torcia

Casa delle Farfalle - via Canada 5, Bordano (UD) - Tel. 0432 1636175 / 344 2345406 - www.bordanofarfalle.it

Per approfondimenti e interviste:Stefano Dal Secco (presidente coope-rativa Farfalle nella testawww.farfallenellatesta.it)[email protected] / 346 5804750.

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FEDERAZIONE SPELEOLOGICA ISONTINA

Via Ascoli, 7 - 340170 Gorizia

Con il Patrocinio e la collaborazione del

COMUNE DI GRADISCA D’ISONZO ASSESSORATO ALLA CULTURA

Presenta: Conversazioni serali a tema geologico, speleologico naturalistico

Terzo incontro 3 Giugno 2016 ore 20.30

Presentato da: Società di Studi Carsici A. F. Lindner

Ronchi dei Legionari (GO) ——-

"Cambiamenti del Territorio Isontino e del corso del fiume Isonzo dall’epoca romana

ai giorni nostri."—— Relatore: Maurizio Comar, direttore scientifico

della S. S. C. - A.F. Lindner. Dove?

Gradisca d’Isonzo in via Dante Alighieri, 29 presso il Palazzo del Monte di Pietà,

Sala al 1° piano,

con inizio alle ore 20.30; ingresso libero

Gradita la Sua presenza

Come arrivare Da Gorizia: prima di raggiungere la piazza svoltare a sinistra per Via Dante Alighieri, 29. Da Monfalcone: passare la piazza e svoltare subito a destra per Via Dante Alighieri, 29.

(Palazzo del Monte di Pietà)

Federazione Speleologica Isontina Via Ascoli, 7 Gorizia

3/06/2016 Ore 20.30

Società di Studi Carsici A. F. Lindner Via Ronchi dei Legiuonari (GO) Relatore: Maurizio Comar ,

"Cambiamenti del Territorio Isontino e del corso del fiume Isonzo dall’epoca romana ai giorni nostri."

Con questa conferenza si vuole presentare i cambiamenti morfologici dell’isontino negli ultimi 2000 anni, cioè dall’epoca romana (fondazione Aquileia 181 a.c.) ai giorni nostri. Infatti l’assetto idrologico del territorio è cambiato fondamentalmente, soprattutto nella parte medio-bassa, nel corso degli ultimi secoli. Si prendono in considerazione i corsi dei fiumi Isonzo, Torre e Natisone che, in epoca romana, sfociavano presso la laguna di Grado, che allora era una piana fertile e ben abitata, come testimoniano numerose presenze archeologiche. Si analizzano numerosi fattori: archeologici, geologici e geomorfolo-gici, climatologici e la cartografia antica. Per poter discutere un argomento simile si deve entrare in un contesto multidisciplinare, altrimenti è difficile arrivare a delle conclusioni valide e razionali. Si esaminano velocemente anche le variazioni climatiche e morfologiche degli ultimi 10.000 anni della no-stra regione per introdurre l’argomento vero e proprio. Inoltre si prenderanno in considerazione numerose cartografie che vanno dall’epoca romana a oggi, dove si osserveranno le variazioni del corso dei fiumi succitati, con l’evoluzione dei spostamenti fluviali verso est dovuti ad un abbassamento del territo-rio verso il territorio carsico negli ultimi 2000 anni, che portò alla situazione attuale. Maurizio Comar, geologo Alcune note: Si diploma in chimica nel 1974 e consegue la laurea in scienze geologiche nel 1982 durante il servizio militare, svolto nei reparti speciali dei fucilieri as-saltatori. Nel 1976, ancora studente, entra nel gruppo di lavoro per il sisma del Friuli, svolgendo i rilievi dei danni secondo tabelle in voga all'epoca, prosegue poi come operatore geofisico. Le sue passioni principali sono la paleontologia, la geologia e la musica folk e rock. Ha al suo attivo diverse ed interessanti pubblicazioni nel campo del carsismo regionale e non solo. E’ iscritto all'ordine dei geologi dal 2003. Vanta perciò, un'esperienza ultraven-tennale nel campo della geologia, geomorfologia e idrogeologia dei terreni carsici. Ora si occupa di rilievi geologici, interventi in frane, geologia am-bientale, carsismo, ingegneria naturalistica, geologia applicata, ripristino ambientale, studi territoriali-paesaggistici, studi idrogeologici e idraulici, V.I.A., ricerche archeologiche e paleontologiche, cave e discariche, sondaggi e consulenze. Ha svolto per diversi anni il ruolo di presidente e direttore scientifico della SSC Lindner di Ronchi dei Legionari, ed il ruolo di conservatore del catasto delle cavità naturali del FVG per conto della Federazione Speleologia Regionale Fvg, nella quale ha anche svolto l'incarico di segretario. Attualmente fa parte del consiglio direttivo della SSC Lindner con il ruo-lo di direttore scientifico.

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La mostra didattico paleontologica che quest’anno veniamo a proporre, vuole essere un strumento di divulgazione scientifico/culturale orientato alla conoscenza della evoluzione motoria orientata al volo, insetti, rettili, uccelli e mammiferi nell’ambiente aereo che si sono diffuse sulle terre emerse del globo.Oltre a reperti paleontologici originali ed in copia come il primo uccello fossile Archeopteryx ed alcuni rettili volanti quali pterosauri, verranno esposti anche reperti attuali come uccelli imbalsamati insetti coleotteri, allo scopo di realizzare un confronto tra le forme fossili e gli organismi attuali.L’esposizione è stata progettata e ideata per scopi didattico divulgativi ed è rivolta alle scolaresche d’ogni ordine e grado, ai cittadini tutti ed agli appassionati della materia.Si snoderà lungo un percorso rappresentato da pannelli schematici attraverso i quali il visitatore sarà guidato alla co-noscenza del materiale esposto, nonché alla storia evolutiva del volo “dagli insetti ai mammiferi (chirotteri)”; seguiranno delle bacheche espositive.

Coinvolgimenti: sarà realizzata in collaborazione con la ditta Zoic di Trieste che ci fornirà gran parte dei reperti esposti, la collaborazione di esperti esterni, dell’ Università della Terza età del Monfalconese, dell’associazione ornitologico/na-turalistica A.S.T.O.R.E. FVG, e della direzione provinciale Sviluppo Territoriale e Ambiente.

Obiettivi prioritari: la mostra è stata progettata seguendo i seguenti obiettivi:- Rendere semplice, ed alla portata di tutti, una scienza normalmente riservata a specialisti ed appassionati.- Contribuire alla crescita del patrimonio culturale dei cittadini.

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- Contribuire alla salvaguardia ed al rispetto ambientale.- Valorizzazione di patrimonio paleontologico ed altro materiale posseduto da privati.

Rilevanza: alla mostra verrà data - tramite la stampa locale, l’affissione di locandine, uffici turistici regionali e attraverso il WEB opportuna diffusione; sarà anche realizzato un sito specifico che verrà pubblicizzato anche attraverso Facebook ed altri social network.

Garanzia: la serietà dell’iniziativa è garantita dal successo ottenuto dai lusinghieri commenti dei visitatori che si sono susseguiti alle nostre precedenti esposizioni sempre realizzate in coorganizzazione con il Comune di Monfalcone; rite-niamo opportuno accennarne qualcuna: “Trilobites”; Il tempo della Trincea; Le ammoniti; La mostra del mare; Minerali e gemme; Predatori e prede nei mari del Mesozoico; “Gioielli del Mare” Forme e colori della fauna marina attuale a confronto con alcune forme fossili simili; e “Foreste di pietra”.

Comitato scientifico:Il comitato scientifico a garanzia della scientificità delle informazioni presentate sarà così composto:dott. Paolo Lenardon, esperto naturalista (socio Museo carsico);dott. Ruggero Galvani, geologo (socio museo carsico);dott.ssa Damijana Ota, esperta naturalista (ornitologa);dott. Maurizio Comar, geologo-paleontologo.

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Il gruppo Urban Sketchers Trieste vuole far conoscere la propria attività SABATO 4 gIUgNO al Civico Orto Botanico di Trieste, via de Marchesetti 2.Sarà presente la rappresentante del gruppo, Alessandra Fragiacomo, che illustrerà questo movimento Artistico e pro-porrà di disegnare fiori, piante o quant'altro direttamente osservabile al Civico Orto Botanico.L’incontro è aperto a tutti, di qualsiasi capacità grafica e pittorica.Portatevi il necessario per disegnare e dipingere nel vostro sketchbook o diario, non comprate nulla, portate ciò che avete a casa, matite colorate, acquerelli, pennarelli.Lo sketchbook può essere anche un quaderno a quadretti…ma va benissimo anche un diario con carta acquerellabile.Portate la libertà di espressione, è importante!L’appuntamento è per sabato 4 giugno 2016 all'entrata del Civico Orto Botanico di Trieste, via de Marchesetti 2 alle ore 10.00.In allegato trovate l’immagine che presenterà l’Evento, che a breve verrà proposta su Fb e nel Blog.Cordiali saluti

Alessandra Fragiacomo

Servizio Musei Scientifici del Comune di TriesteMuseo di Storia Naturale, Museo del Mare, Orto Botanico, Aquario Marinowww.museodelmaretrieste.it - www.museostorianaturaletrieste.it - www.ortobotanicotrieste.it - www.aquariomarinotrieste.it

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ATTIvITà Ed ESCURSIONI pER IL MESE dI gIUgNO 2016

4 giugno 2016 - Escursione naturalistica - La scarpetta della Madonna e il lago nel cuore del parcoEscursione/attività semplice per tutti - Durata 3 ore - Ritrovo ore 18.00 - Centro visite Cimolais

5 giugno 2016 - Escursione botanica - Le erbe dei boschiEscursione/attività semplice per tutti - Durata 4 ore - Ritrovo ore 8.00 - Centro visite Poffabro

11 giugno 2016 - Escurione naturalistica ed E-Bike - Malghe della val SettimanaEscursione/attività semplice per tutti - Durata 3 ore - Ritrovo ore 16.00 - Centro visite Claut

12 giugno 2016 - INAUgURAZIONE SENTIERO gROTTA LANdRI SCURRitrovo Ore 9.00 - Lesis Claut

12 giugno 2016 - phototrekking - Fotografa la natura con lo smartphone e condividi le immagini su Instagram e FacebookEscursione/attività semplice per tutti - Durata 3 ore - Ritrovo ore 9.00 - Centro visite Forni di Sopra

12 giugno 2016 - passeggiata con l’asino - Festa delle ErbeScopriamo le erbe insieme a un vero esperto: l’asino Biagio (per adulti e bambini)Escursione/attività semplice per tutti - Durata 3 ore - Ritrovo ore 10.00 - Centro visite Forni di Sopra

18 giugno 2016 - passeggiata con l’asino - Festa delle ErbeRiscopriamo le erbe insieme a un vero esperto: l’asino Biagio (per adulti e bambini)Escursione/attività semplice per tutti - Durata 3 ore - Ritrovo ore 14.00 - Centro visite Forni di Sopra

19 giugno 2016 - geotrekking - Sovrascorrimenti, faglie e cataclasitiEscursione/attività semplice per tutti - Durata 4 ore - Ritrovo ore 9.00 - Centro visite Andreis

25 giugno 2016 - Escursione naturalistica con degustazione - gigli, ammoniti e una stellaEscursione/attività impegnativa per allenati - Durata 6 ore - Ritrovo ore 17.00 - Centro visite Erto

25 giugno 2016 - Corso di arrampicata - Nozioni di base, arrampicata da secondi e da primi in palestraEscursione/attività semplice per tutti - Durata 2 giorni - Ritrovo ore 9.00 - Falesia di Erto

26 giugno 2016 - Escursione naturalistica - Il panorama dell’UnescoEscursione/attività impegnativa per allenati - Durata 8 ore - Ritrovo ore 7.00 - Centro visite Cimolais

26 giugno 2016 - Bike e walking - I grandi panorami di Casera Chiampiuz tra bici e camminataEscursione/attività impegnativa per allenati - Durata 6 ore - Ritrovo ore 9.00 - Centro visite Forni di Sopra

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COMUNICATO STAMPA

Cinema di Montagna

La rassegna ALPI GIULIE CINEMA 2016 si conclude a Fiume, in Croazia

Alpi Giulie Cinema è la rassegna cinematografica che da oltre 25 anni Monte Analogo, nota

associazione culturale triestina, organizza a Trieste e in diverse altre città del Friuli Venezia Giulia.

La manifestazione itinerante presenta annualmente una selezione di film-documentari legati alla

cultura della montagna e, in senso esteso, all'ambiente. I film provengono dai migliori festival

internazionali di tutto il mondo (Trento Film Festival, Toronto International Film Festival, Ljubljana

International Film Festival, Bovec Outdoor Film Festival, ecc.), selezionati da giornalisti, fotografi,

alpinisti ed esperti di settore.

La rassegna 2016 si concluderà lunedì 6 giugno alle ore 19.00, per la prima volta fuori dai confini

regionali, presso il Salone delle Feste della Comunità degli Italiani di Fiume, in Croazia, grazie alla

collaborazione del Consolato Generale d'Italia a Fiume.

Verrà presentato il documentario Ninì, una produzione il cui sostegno è stato assicurato, per una

parte consistente, da una campagna di crowdfunding in rete (finanziamento collettivo). Il lavoro è

stato premiato nel 2015 al Trento Film Festival con la Genziana d'Oro per il miglior film di

alpinismo. Il regista Gigi Giustignani è un documentarista trentenne originario della Valsesia che

dal 2005 lavora a Milano come film-maker e direttore della fotografia. Sarà presente in sala Daniele

Ietri, presidente dell'Associazione La Fournaise che ha curato la produzione del film, sia per

raccontare della genesi del progetto e delle modalità di finanziamento dal basso, sia per rispondere

a eventuali domande del pubblico.

MONTE ANALOGO

Via Fabio Severo 31 – Trieste

Tel. (+39) 040 761683 Cell. (+39) 335 5279319

[email protected] www.monteanalogo.net

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NINI' – regia: Gigi Giustiniani (52')

Negli anni Trenta del Novecento Ninì Pietrasanta fu una delle prime donne alpiniste e una pioniera

delle riprese di montagna: insieme con il marito, Gabriele Boccalatte, un elegante musicista con

l'amore per l'arrampicata conosciuto nell'estate del '32, compì numerose scalate. Durante le

ascese con Gabriele, Ninì portava sempre con sé una macchina fotografica e una cinepresa da 16

mm con la quale riprendeva ogni momento delle loro imprese. Filmati che si interrompono però

bruscamente nel 1938, alla morte di Gabriele, avvenuta durante una difficile scalata sul Monte

Bianco. Fu la fine: Ninì smise di scalare per crescere il loro figlio Lorenzo, nato un anno prima.

Per paura che anche Lorenzo si innamorasse della montagna e rischiasse la vita, Ninì non gli

raccontò mai la sua vera storia né quella del padre. Lui, figlio di due dei massimi alpinisti di quegli

anni, scoprì il passato dei genitori per caso alla morte della madre, nel 2000; svuotando la soffitta

trovò un baule contenente i filmati girati dalla madre e oltre 2000 fotografie scattate tra il 1930 e il

1938.

Il film-documentario, della durata di 52 minuti, sarà quindi il racconto di tante storie ritrovate:

quella delle pellicole, che tornano alla luce dopo ottant'anni; quella dei due protagonisti e della

loro storia d'amore; quella di un alpinismo epico, fatto di fatica e coraggio; e infine quella del figlio

di Ninì e Gabriele, che attraverso le altre riscopre una parte nascosta della sua identità.

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(Duino Aurisina)

Sala Rilke

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Soprintendenza per i Beni Culturali della Provincia Autonoma di Trento

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Gruppo speleologico Flondar

Lions Club Duino Aurisina

LA GRANDE GUERRA SULL’ADAMELLO. “LA GALLERIA DEL CORNO DI CAVENTO

DALLA RISCOPERTA AL RECUPERO”

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THE TWELVE BATTLES DIE ZWÖLF SCHLACHTEN DVANA

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www.isonzosoca.blogspot.itwww.castellodiduino.it

040208120 - 3886449114

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Castello di Duino

Società Alpinisti TridentiniComitato Storico

Catasto Regionale delle Cavità Artificiali Trentino - Alto Adige,della Società Alpinisti Tridentini e Società Speleologica Italiana

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Comune di Duino AurisinaObčina Devin Nabrežina

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Domenica 12 giugno 2016

Inaugurazione del sentiero di accesso alla grotta Landre Scur

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Domenica 12 giugno 2016

9.00ritrovo a LesisPian del Muscol - Claut (PN)escursione di avvicinamento

10.30arrivo alla grotta, inaugurazioneesibizione coro, visite alla grotta

12.00escursione fino a Casera Casaventopastasciutta, rientro a piedi o con servizio navetta

www.parcodolomitifriulane.it

Comune di Claut

Protezione CivileFriuli Venezia Giulia

Stazione Valcellina

Sezione di Claut

Foto

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FOTOGRAFIE DI STEFANO TORRIONEA CURA DI MARCO CATTANEO

E DELLA REDAZIONE DI NATIONAL GEOGRAPHIC ITALIA

Palazzo delle Albere – TrenTo5 maggio – 25 settembre 2016

Conferenza stampa: mercoledì 4 maggio, ore 11.00Inaugurazione: mercoledì 4 maggio, ore 17.00

La Provincia Autonoma di Trento in collaborazione con la Regione Autonoma Trentino - Alto Adige e Trentino Marketing presenta, dal 5 maggio al 25 settembre, La Guerra Bianca, una nuova grande mostra fotografica ideata e realizzata da National Geographic Italia: oltre 70 immagini in grande formato, realizzate dal fotografo Stefano Torrione, per immergersi nei luoghi teatro di un tragico capitolo della storia italiana: la Grande Guerra sul fronte dei ghiacciai.

La Prima Guerra Mondiale fu soprattutto una guerra di montagna. Mai prima di allora, e solo rarissimamente dopo, l’uomo ha combattuto a quote così alte, fino a 3.000 metri e più sul livello del mare. Gli eserciti del Regno d’Italia e dell’Impero Austro-Ungarico si scontrarono anche sui gruppi più elevati delle Alpi centro-orientali, tra le cime e i ghiacciai dell’Ortles-Cevedale, dell’Adamello e della Marmolada, tra Lombardia, Trentino Alto-Adige e Veneto.

Il fotografo Stefano Torrione ha dedicato tre anni a ripercorrere la linea del fronte. Con la guida di Marco Gramola, presidente della Commissione storica della SAT, ha raggiunto

1915-18: vivere e morire sul fronte dei ghiacciai

Ufficio stampa:Gruppo EditorialE l’EsprEsso S.p.a. Franca Prest - 06.84787355 - [email protected]

ITALIA

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«dIvERSAMENTE SpELEO TOSCANA»

36° TRIANgOLO dELL'AMICIZIA22-24 LUgLIO 2016

Location:Trattoria GatternigFranz-Jonas Strasse 28a9500 Villach

Programma:venerdì 22 luglio 2016Arrivo e registrazione dei parteci-panti.

Sabato 23 luglio 201608.30 - Colazione.10.00 - Apertura ufficiale dell'incontro

con il patrocinio del Comune di Villacco.

12.00 - Pranzo.13.30 - Escursioni. Visita della città di Villach Villacher Naturschächte (-126

m) per speleologi esperti. Markusstollen (grotta orizzon-

tale con diverse strettoie).19.00 - Cena.20.00 - Consegna degli attestati di

partecipazione.

domenica 24 luglio 201609.00 - Colazione. Chiusura dell'incontro

Consigliamo di registrarsi entro il 31 maggio 2016.La quota di partecipazione è stata fissata in 10,00 euro a persona.

È passato poco più di anno dal disastroso terremoto che ha colpito il Nepal, 25 aprile 2015, ed ho pensato di fare un qualcosa, contando sull'amicizia con Fausto De Stefani, perché una tragedia di queste dimensioni non vada dimenticata.L'associazione onlus Senza Frontiere, quella di Fausto De Stefani, ha raccol-to ad ora circa 500.000,00 euro ma non sono sufficienti ed occorre ancora un nostro sforzo per cercare di dare ai superstiti, alle popolazioni colpite, un concreto aiuto perché si possa andare avanti nell'opera di ricostruzione che si è rivelata, fino dal primo momento, difficile, complessa, con tempi esage-ratamente lunghi.Alle difficoltà di tipo logistico si sono poi aggiunte quelle politiche legate sia alle problematiche interne che a quelle dei non facili rapporti con i paesi vicini.Con questo scopo, dopo avere chiesto ed ottenuto la disponibilità delle sezioni CAI di Firenze e Pisa ed avere preso accordi con Fausto, che parteciperà ad entrambe le serate presentando un filmato inedito dal titolo emblematico: Nepal: una tragedia dimenticata, sono state promosse due serate per i giorni 8 e 9 giugno.Le serate si terranno a San Casciano V.P., ospiti della Chianti Banca, ed a Pisa ospiti dell'Università.Siccome sono certo della vostra generosità, ringrazio ancora per le donazioni fino a qui fatte, vi allego i due volantini delle serate, pregandovi di partecipare in massa così da garantire un bel risultato e di conseguenza una cospicua raccolta.Il risultato delle vostre donazioni, come fatto fino ad ora, verrà adoperato per la ricostruzione che continuerà ad essere monitorata dall'associazione e da Fausto De Stefani che spesso ritorna in Nepal proprio per coordinare e controllare il lavoro.Vi ringrazio tanto tanto.

Gianni Ledda

La giornata Diversamentespeleo Toscana del 2 luglio sta prendendo forma.Abbiamo valutato, controllato, pensato in questi mesi a tutte le grotte toscane, ma ben poche hanno le caratteristiche necessarie alle nostre esigenze, che non sono poche.Esigenze di non poco conto visto che abbiamo optato per un pozzo da far scendere con imbrago per garantire oltre alla sicurezza, il maggior confort e la maggior visibilità dell'ambiente. Verticalità che i nostri amici non vedenti sperimenteranno in quasi autonomia utilizzando bloccanti e discensore.Ne abbiamo trovata una soltanto di grotta con tutti i requisiti necessari, sita in una proprietà del Corpo Forestale dello Stato. Per questo motivo abbiamo dovuto aspettare i permessi prima di far sapere a tutti il luogo prescelto.Ora è ufficiale: saremo alla BUCA DEL BELAGAIO T/GR519, nel Comune di Roccastrada, in provincia di Grosseto.I lavori di organizzazione sono ancora tanti, intanto segnatevi la data e il luo-go e magari cominciate anche a comunicarci chi vuole partecipare a questa grande festa.Potete contattarci direttamente, via mail o tramite la pagina facebook: Diver-samenteSpeleo ToscanaUn grazie al Comitato Federale, al Corpo Forestale dello Stato, ai gruppi e ai singoli che già hanno aderito e a tutti coloro che stanno lavorando a questo progetto.

Eleonora Bettini & Lucia MontomoliFederazione Speleologica Toscana

AIUTI AL NEpAL

SI TERRàA vILLACH,IN AUSTRIA,

IL 36° TRIANgOLO

dELL'AMICIZIASpELEOLOgICA

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Ultime tre copie: 5,00 Euro

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