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LA FOGLIA DEL BOSCO N° 5 Dicembre 2009 - Idee in rete per i Cerchi lombardi - 1 chi siamo? Se non ci conosci, vai a pagina 2! bolle in pentola Incontri 2009/2010 Pagina 2 millefiori A ciascuno è chiesto Pagina 3 rosso a puntini neri Qui Busto Arsizio: pagina 4 Qui Milano: pagina 5 Qui Brescia: pagina 6 alla grande quercia "Il Bosco era tenebroso": l'arte del capo cerchio Pagina 7 pensa in rete CONTRIBUISCI ANCHE TU ALLA FOGLIA! SCRIVI A: [email protected] Antea, Bernardo, Cocci, ..., Ughetto, Volpe, breZZolina Ben ritrovati! Chiamiamoci per nome. Andrea, Benedetta, Cinzia, Daniela, Elisa, Federico… tanti appena arrivati! Le stagioni si alternano, i mesi scorrono, e nel Bosco partono e arrivano nuovi fratelli e sorelle: con questo numero c'è chi riceve la Foglia del Bosco per la prima volta. Come capita, è rimasta muta per un po', ma nel frattempo tanti incontri sono avvenuti qua e là per la Lombardia, e la Rete dei Cerchi continua silenziosamente a crescere. Tutti i nostri luoghi, i nostri volti, le nostre storie hanno per noi un nome, e con quel nome nel tempo si identificano sempre di più, grazie alle esperienze che via via a essi si legano. È così anche per i nomi del nostro Ambiente Fantastico: sappiamo bene che il linguaggio è uno dei suoi elementi fondamentali. A volte magari li diamo per scontati, li usiamo superficialmente o in modo abitudinario. Quanto conosciamo Sette Punti Neri oltre ai racconti base? Quanti nomi diversi ci sono nel nostro racconto? Che storia hanno nel nostro cerchio? Cosa resta degli incontri che nel corso dell'anno facciamo insieme alle coccinelle? Quiz: fra Sette Punti Neri e i racconti integrativi, si trovano nomi che iniziano con ognuna delle lettere dell'alfabeto?

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LA FOGLIA DEL BOSCO N°5

Dicembre 2009

- Idee in rete per i Cerchi lombardi -

1

chi siamo?

Se non ci conosci, vai a pagina 2!

bolle in pentola

Incontri 2009/2010

Pagina 2

millefiori

A ciascuno è chiesto Pagina 3

rosso a puntini neri

Qui Busto Arsizio: pagina 4

Qui Milano: pagina 5 Qui Brescia: pagina 6

alla grande quercia

"Il Bosco era tenebroso": l'arte del capo cerchio

Pagina 7

pensa in rete

CONTRIBUISCI ANCHE TU ALLA FOGLIA! SCRIVI A:

[email protected]

Antea, Bernardo, Cocci, ..., Ughetto, Volpe, breZZolina

Ben ritrovati! Chiamiamoci per nome. Andrea, Benedetta, Cinzia, Daniela, Elisa, Federico… tanti appena arrivati! Le stagioni si alternano, i mesi scorrono, e nel Bosco partono e arrivano nuovi fratelli e sorelle: con questo numero c'è chi riceve la Foglia del Bosco per la prima volta. Come capita, è rimasta muta per un po', ma nel frattempo tanti incontri sono avvenuti qua e là per la Lombardia, e la Rete dei Cerchi continua silenziosamente a crescere. Tutti i nostri luoghi, i nostri volti, le nostre storie hanno per noi un nome, e con quel nome nel tempo si identificano sempre di più, grazie alle esperienze che via via a essi si legano. È così anche per i nomi del nostro Ambiente Fantastico: sappiamo bene che il linguaggio è uno dei suoi elementi fondamentali. A volte magari li diamo per scontati, li usiamo superficialmente o in modo abitudinario. Quanto conosciamo Sette Punti Neri oltre ai racconti base? Quanti nomi diversi ci sono nel nostro racconto? Che storia hanno nel nostro cerchio? Cosa resta degli incontri che nel corso dell'anno facciamo insieme alle coccinelle? Quiz: fra Sette Punti Neri e i racconti integrativi, si trovano nomi che iniziano con ognuna delle lettere dell'alfabeto?

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BOLLE IN PENTOLA - cosa succede in lombardia - Dopo la pausa dell'anno scorso, sono di nuovo in calendario alcuni incontri del sabato mattina, in cui incontrarsi tutti, condividere esperienze e portare a casa idee nuove, intuizioni, conferme, spunti pratici. Il luogo è facilmente raggiungibile da tutti: ci vedremo nella sede del Cologno Monzese 1 - nonché sede di pattuglia regionale L/C - a pochi minuti sia dalla tangenziale est sia dalla tangenziale nord di Milano. Queste le prossime date e i temi: 30 gennaio - Il Bosco e i simboli 27 febbraio - Sfatiamo i miti: quello che non ci si aspettava del Bosco 10 aprile - Il Cerchio oggi: educare con il Bosco nelle nostre realtà Gli incontri sono belle occasioni per sé come capo cerchio, per far crescere lo staff, per riportare qualcosa alla propria comunità capi, per... Molto dipenderà anche dall'iniziativa che ciascuno vorrà prendere: se volete, mandateci suggerimenti e proposte! E A SETTEMBRE 2010? …

CHI SIAMO? Per chi riceve per la prima volta la Foglia del Bosco, una piccola presentazione. Da qualche anno la pattuglia regionale di branca Lupetti e Coccinelle punta a favorire la conoscenza del Bosco da parte di tutti i capi, e l’incontro e il supporto ai capi cerchio. I contatti si sono fatti più intensi sia con la scelta di proporre eventi per i bambini (volo regionale 2004 e 2007), sia da quando nel 2005 sono partite in tutta Italia le reti Bosco regionali, coordinate dall’Osservatorio nazionale Bosco (www.bosco.agesci.org/pagine). Quello che leggete è preparato da chi nel corso del tempo ha percorso i sentieri del Bosco in Lombardia e vuole contribuire alla sua diffusione, ma ha bisogno del contributo di chi lo vive tutti i giorni con i bambini! L’indirizzo di posta [email protected] serve per raccogliere tutto ciò che ciascun cerchio ha da condividere.

La Foglia siamo tutti noi!

COLOPHON Hanno contribuito a questo numero: Silvio Galmozzi I capi cerchio del Busto Arsizio 1 Teo Costa I disegni sono di Daniele Calvi

I numeri arretrati si possono scaricare dalla sezione lombarda della pagina

http://www.bosco.agesci.org/pagine/regioni.htm

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MILLEFIORI - spunti pronti da cogliere -

A ciascuno è chiesto Incontro nazionale Bosco 2009 – Lucca LA SI MI Sali, sali tanta la fatica è LA SI MI ma aiutandosi la cima vedo già LA SI MI è volando insieme che si scopre che LA SI MI si può superare ogni difficoltà Il sole è già alto, ma che luce fa una macchia scura al centro... chi sarà? son due grandi ali, vengon qui da noi guarda, guarda sembra proprio l’Aquila!

LA SI MI “Avete fatto un viaggio avventuroso LA SI MI per giungere su questa stessa vetta LA SI SOL#- DO#- il mondo da quassù è meraviglioso FA#- SI ma per ognun c’è un volo che l’aspetta”

MI Rit. A ciascuno è chiesto LA A ciascuno è chiesto SI MI solo il meglio che ha di sé! MI A ciascuno è chiesto LA A ciascuno è chiesto SI MI tutto il meglio che può dar!

Con i lunghi artigli adesso l’Aquila nella roccia traccia questi segni qua Strani vero? Ma li riconosco già la Montagna, il Bosco, il Prato.. ed il Mar! Anche Cocci proprio qualche tempo fa per donarci i Punti al Prato ritornò ora noi sappiam cosa dobbiamo far ognuno al suo cammino non può rinunciar!

“È grande ciò che avete fatto insieme dal vento ora lasciatevi portare ognuno di noi è proprio come un seme dove si posa gioia sa donare”

Rit. A ciascuno è chiesto A ciascuno è chiesto solo il meglio che ha di sé! A ciascuno è chiesto A ciascuno è chiesto tutto il meglio che può dar!

“C’è il seme che diventa filo d’erba un altro un albero ora è diventato germoglia chi saprà senza riserva dare ciò che gli era stato assegnato”

Rit. A ciascuno è chiesto A ciascuno è chiesto solo il meglio che ha di sé! A ciascuno è chiesto A ciascuno è chiesto tutto il meglio che può dar!

Vuoi ascoltarla in formato mp3? Scaricala da http://www.bosco.agesci.org/pagine/ oppure scrivi a [email protected]

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ROSSO A PUNTINI NERI

- il Bosco a… -

BUSTO ARSIZIO

Mercoledì 18 marzo: il legame fra il racconto e l’atmosfera. Utilizzare il racconto durante l'anno di Cerchio è semplice: racconti sono brevi e ci sono molte possibilità di scelta su quali e quanti brani utilizzare. Molti di essi non sono rigidamente vincolati ai racconti principali e possono essere utilizzati secondo le esigenze del Cerchio. Partendo dal programma di unità e dalla scansione di Sette Punti Neri si individuano i brani da raccontare, le esperienze da vivere insieme ai bambini, il "taglio" da dare e le tematiche da sottolineare. In questo modo è possibile ad intrecciare la storia di Cocci e quella delle otto coccinelle con le attività e le esperienze del Cerchio. La scelta di quali brani raccontare poi varia di anno in anno, secondo quali aspetti sottolineare: la storia di Cocci per il cammino individuale, quella delle otto coccinelle per aspetti legati alla vita comunitaria, i vari racconti aggiuntivi per vari e specifici temi. Per esempio quest'ultimo anno, che ha visto la divisione del cerchio originario in due nuovi cerchi, la scelta è stata di affrontare entrambi i racconti principali: il racconto di Cocci e quello delle otto Coccinelle. Ma quanto il racconto fa presa sui bambini, oggi? Le coccinelle sono ancora interessate dalle storie che si raccontano? Vedendo i bambini e le bambine ci si accorge che il racconto raccontato è ancora in grado di affascinare e di creare un canale di comunicazione privilegiato e particolare. D'altra parte, è evidente come non siano più abituati ad ascoltare racconti: il mettersi in ascolto e far volare la fantasia è per molti un'attività "nuova" che non conoscono e alla quale non sono avvezzi. Una motivazione potrebbe essere che, abituati ad aver di fronte immagini già costruite, le coccinelle abbiano difficoltà a costruirsi la propria "storia" lavorando con l'immaginazione. Tutto ciò inoltre rende più difficile il "lavoro" di chi racconta: costa molta fatica e richiede più abilità tecnica il raccontare in modo coinvolgente, in modo da poter catturare l'attenzione delle coccinelle, già di natura facili alla distrazione. Ci si rende conto però che lo sforzo può portare a grandi risultati: un racconto ben riuscito è una grande occasione per aggiungere mattoncini ad una Famiglia Felice vissuta veramente. Il clima che si respira in Cerchio non dipende però solo dal racconto ma anche da tutti quegli elementi che possono essere utilizzati per creare la giusta atmosfera bosco. L’atmosfera è fondamentale per le attività di Cerchio: molte sono state le occasioni nelle quali se ne è parlato, a partire dal convegno nazione del 2006! Alla luce dell’esperienza si vede come sia facile dare per scontato il fatto di essere delle Coccinelle, limitando talvolta l’esperienza bosco al racconto e al mero uso di una terminologia particolare. L’impegno delle Coccinelle Anziane deve essere quello di prestare tutta l’attenzione necessaria a quegli elementi che possano aiutare a creare la giusta atmosfera. Arcanda – Cerchio Aurora – Busto Arsizio 1 (Con Arcanda e Scibà del Cerchio della Grande Quercia e Mi del Cerchio Aurora)

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MILANO Venerdì 24 aprile – Incontro con le Coccinelle Anziane del Cerchio Talitha Kumi (Milano 1). Abbiamo chiacchierato di alcune fatiche di quest'anno: - Bambini speciali Così come si fa con tutti, anche per loro occorre pensare le attività in modo che possano essere protagonisti, per quello che sanno fare o quello in cui sono più a loro agio. In questo modo si dà anche una smossa a delle solite abitudini di cerchio, e magari emerge che i ruoli che si sono creati nel gruppo non sono gli unici né i migliori possibili. Resta l'attenzione da avere all'equilibrio fra i bisogni del singolo e il clima di cerchio: l'arte del capo sta proprio nel manovrare bene gli strumenti del metodo per questo. - Il Bosco e il coinvolgimento dei bambini È entusiasmante il potere dell'Ambiente Fantastico, dei sette punti neri, di essere adatto a ogni necessità dei capi. Può esplicitare ogni nostro obiettivo educativo. Si ha la libertà – ma è una sorta di arma a doppio taglio, perché è più difficile - di pensare prima all'esperienza che vogliamo far vivere ai bambini, per poi stabilire all'interno del percorso di Cocci cosa e come raccontare del Bosco, in modo che loro rileggano quello che gli è successo. Un altro strumento potente sono le Parole Maestre prese da Sette Punti Neri. - Consiglio dell'Arcobaleno Quello che conta è che i bambini vivano qualcosa che risponda ai bisogni della loro età. Si coglie la palla al balzo e si decidono, eventualmente anche con loro, attività che raccolgano le loro idee, siano adatte al loro particolare anno. Anche qui niente di nuovo: si tratta di pensare al singolo bambino più che a un percorso standard: ognuno vede l'Arcobaleno dalla sua angolatura! La loro noia forse viene dal fatto che effettivamente ciò che si propone è la solita minestra condita in modo diverso, o viceversa perché si cerca a tutti i costi qualcosa di sempre nuovo, che disorienta. - Famiglie poco responsabili Il nostro rapporto con loro si deve basare sulla fiducia reciproca, e per questo bisogna essere chiari fin dall'inizio (riunione in cui si presenta la proposta scout e l'impegno, merende di conoscenza dei bambini, eccetera). Una cosa tira l'altra: più c'è chiarezza, più si ha fiducia nell'altro; più c'è fiducia reciproca, più si è franchi nel dire le cose. In queste condizioni, se le esperienze che proponiamo ai bambini sono significative, dopo qualche mese si vede nei fatti, più che nei lunghi discorsi o nelle scuse delle famiglie, se hanno l'intenzione e la possibilità di far vivere ai figli lo scautismo. I capi faranno un po' più di fatica a stare dietro a chi nicchia, oppure c'è solo a parole, ma proprio per questo poi ci potrà essere, nel caso, la serenità da entrambe le parti di stabilire che in quel modo non si continua.

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BRESCIA

Giovedì 28 maggio – Incontro con le Coccinelle Anziane del Cerchio della Tramontana (Brescia 5) e del Cerchio della Lanterna (Brescia 1). Questione: le Otto Coccinelle, per il fatto che non è conosciuto a fondo quasi nemmeno dai capi, è proposto non tanto bene. Già il volo di Cocci offre tanto, le Otto Coccinelle non sembrano aggiungere molto. Certe esperienze avvengono solo con le Otto, ma si fa fatica, la trama è più debole, non pare molto avvincente, avventurosa. Come ci può aiutare raccontare la seconda parte di Sette Punti Neri? Con il racconto si va incontro ai particolari bisogni del cerchio di quell'anno: nel pensare alle esperienze di voli e attività conviene partire da quello che sta succedendo nella vita di cerchio, per non finire a fare la copia dal vero delle situazioni del racconto. Esperimento. Pensiamo a quali episodi del viaggio delle Otto coccinelle possono essere più adatti per:

A… tmosfera: Festa del Prato - Canti con la Cicala

G… ioco: Esperienze con gli animali del Pino, nascondino - conoscersi (Lepre) C… omunità: Trovare il passo (Cicala) – Coccinella M... persa e ritrovata - Confronto dopo l'incontro con la Capra F… ede: Incontro con la Capra - Aquila: seme che germoglia - Accoglienza Animali del Pino L… egge e Promessa: Incidente del Ragno Aquila: "A ciascuno è chiesto..." S… alute e forza fisica: Conoscenza del ritmo di camminata (Cicala) - Lepre (salti) M… anualità: Imparano dagli abitanti del Pino - Permanenza sulla Montagna (cibo, riposo...)

B… uona Azione: La Rondine salva M... - Accoglienza degli animali del Pino - Messaggio dell'Aquila – "Quello che i miei occhi...": immedesimarsi.

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ALLA GRANDE QUERCIA

- l’angolo del Metodo -

Il bosco era tenebroso Non leggete oltre, per favore, soffermatevi sul titolo per un attimo. Lo avete riletto?

Provate a vedere questo bosco tenebroso. Provate ad immaginarlo. Io, poco tempo fa, l’ho addirittura sognato un bosco tenebroso. Ero solo dentro ad un bosco fitto e di fronte a me due sentieri, nel buio della notte sentivo di non poter sbagliare strada altrimenti non sarei più riuscito a tornare indietro e mi sarei perso. Avevo molta paura di avanzare. Intorno a me solo rami neri e rumori spaventosi. Poi all’improvviso un manto nero mi ha imprigionato e non sono più riuscito a muovermi. Poi il drin della sveglia che mi salvava. Strano sogno per un trentenne ma tutto sommato un sogno come tanti altri. La mattina svegliandomi ricordavo minuziosamente quel bosco, cosa strana visto che recentemente non ricordo quasi mai i sogni che faccio, ma al suono della sveglia quando ho aperto gli occhi avevo ancora davanti a me quel groviglio di rami e alberi e addosso ancora quella sensazione di solitudine e di paura. La mia giornata non iniziava nel migliore dei modi. È vero, la sera prima avevo avuto una riunione di staff per preparare il campo di formazione e avevamo discusso di ambiente fantastico, cerchio e coccinelle, ma non credevo che quei discorsi potessero suggestionarmi a tal punto. Insomma, il solo averne discusso qualche ora prima di andare a dormire aveva condizionato i miei sogni e pensavo a chi, più piccolo di me, giocava nel e con il bosco molto frequentemente. Ripensavo ai tempi in cui facevo servizio in cerchio dove il bosco era sempre presente nei racconti, nei giochi e in ogni altro momento e mi domandavo se i bambini del cerchio sognassero mai un bosco. In fondo era un ambiente nel quale, noi, coccinelle anziane, li portavamo spesso; a volte con le gambe a volte con i pensieri. Mi domandavo se quel posto che proponevamo noi fosse più o meno tenebroso di quello che avevo sognato io. Quella volta con la civetta era davvero buio, pioveva molto e in più soffiava anche un vento gelido; proprio come quella volta al Volo di gennaio quando siamo usciti subito dopo cena per vedere le stelle e lì il bosco era davvero tetro, forse addirittura tenebroso. Quindi anche le coccinelle sognavano un bosco così pauroso? Forse più che un sogno era un brutto incubo per dei bambini così piccini. Ma no, ma no… è impossibile. Oggi alcuni di quei bambini sono in clan o in comunità capi e nelle occasioni in cui è capitato di parlarne ricordano gli anni del cerchio con estremo entusiasmo e serenità e non ricordano incubi orrendi! Mi sorge però la curiosità di capire come potrebbe essere quel bosco nei sogni delle coccinelle? Al di là del racconto, 7 punti neri o le 8 sorelle, il Bosco con la B maiuscola è sempre presente nelle attività. È un Bosco vissuto, che pervade ogni cosa. In quel luogo noi (i “grandi”) e loro (le coccinelle-i piccoli) viviamo ogni cosa: - I nostri nomi: cocci/coccinelle e coccinelle anziane, sono un richiamo al bosco; - La nostra comunità: il cerchio delle coccinelle, richiama qualcuno che vive nel bosco; - Le nostre attività: i voli, sono qualcosa che accade nel bosco; - I loro giochi preferiti: i voli, non possono che essere tra gli alberi di un bosco: Risulta quindi un bosco molto articolato, specie per dei bambini, ma è un luogo reale che si può vivere con il cerchio, talvolta tra prato e foglie, altre volte entro le mura di una sede. Ripenso ancora al mio sogno e mi chiedo: se in quel bosco fossimo stati in tanti e ci fosse stato anche un grande, magari un gigante buono, avrei provato le stesse sensazioni o sarei riuscito ad essere meno spaventato? Spero che nel bosco che sognano le coccinelle ci siano anche dei grandi, così che il loro sogno sia bello anziché spaventoso. In fondo ad ogni piccolo fa comodo avere un grande vicino che possa dare un po’ di sicurezza. E noi grandi nel bosco vero, quello delle coccinelle, ci siamo per davvero, chiamarsi coccinelle anziane e vivere una storia fantastica ci consente di stare nella dimensione dei piccoli e ci consente di affrontare insieme il temibile bosco. Quanti adulti hanno una possibilità come questa? Penso alle maestre, alle catechiste ma anche ai genitori o ai sempre invocati fratelli maggiori e non riesco a trovare nessuno che viva con loro in un mondo fantastico per un tempo così lungo. Qualche “grande” gioca un po’ con loro, ma dopo un po’ il gioco finisce. Noi li invitiamo a giocare per anni, o meglio, sono le coccinelle che ci ospitano nel loro mondo, nel loro bosco, e ci permettono di giocare insieme fino a che non saranno stanche di vivere in un bosco e decideranno di andare altrove. Stiamo attenti però che questo non significa che il nostro modo di stare con loro sia il migliore. Le coccinelle dopo un po’ devono tornare bambini, andare a scuola, a catechismo, essere figli e fratelli. Prendiamo atto che il nostro modo di stare insieme è abbastanza peculiare e originale nella loro vita e questo presuppone

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necessariamente delle regole particolari che devono assolutamente essere rispettate. Queste regole per vivere nel bosco sono tante e variano da bosco a bosco ma credo che tutte partano da un’unica domanda: che cosa ci fanno bambini-coccinelle in un bosco? Perché vivono e giocano lì? La cocci del racconto si addentra in un bosco seguendo un sogno, un progetto piuttosto improbabile (la ricerca dei puntini di un trisavolo che nemmeno conosce), e la responsabilità di questa missione è totalmente nelle sue mani; analogamente i bambini che vivono nei nostri cerchi, vivono il bosco perché è il luogo in cui credono di poter inseguire il loro sogno, che è il sogno di ogni bambino, stare bene e essere amati. A me vengono i brividi solo a pensarlo. Sarà anche un bosco dei sogni per i piccoli ma per noi “grandi” che responsabilità e che onore vivere insieme a loro questo luogo. Stiamo cercando di entrare in un mondo in cui i bambini sono alla ricerca di benessere e amore e ci facciamo un po’ piccoli per entrare in questo sogno che ha il loro linguaggio, i loro tempi, le loro necessità. E noi vi entriamo, tenendo fede al nostro ruolo di educatori. Non mi sembra una cosa da poco. E riflettendoci bene se lo scautismo si regge su principi di autoeducazione, di educazione alla scelta, di pedagogia attiva, ovvero se ciascuno impara a scegliere da sé il suo bene… che cosa dobbiamo fare noi “grandi” nel bosco? Diventa quindi importante capire come muoversi nel modo migliore in un bosco che non è solo il sogno di un bambino, bensì, nel nostro caso, è il sogno di tanti bambini. Pertanto, tenendo ben presente che siamo ospiti in un mondo dei piccoli, non dovremo farci prendere la mano e cercare di costruirlo come se fosse il nostro, non potremo dire loro cosa dovranno fare o cosa è giusto e cosa è sbagliato perché altrimenti oltre a negare il loro mondo non permetteremmo né autoeducazione né tantomeno e-ducazione (ex-ducere: tirar fuori) ma solo una forma di organizzazione e gestione. Provo ad immaginare uno dei tanti momenti con le coccinelle: come potrebbe verificarsi, in questo mondo appena citato, il momento di costruzione della comunità (una delle parole chiave allo scautismo)? Nel bosco che viviamo insieme, saranno i bambini a scegliere di trovarsi tra le formiche e fare “tutto tutti insieme” oppure potrebbero voler provare “l’effetto civetta” e tenersi tutto per loro. Si proveranno nelle due situazioni e poi sceglieranno loro quella nella quale sono stati bene. Noi non spiegheremo ai bambini perché è bello collaborare ne tantomeno li obbligheremo a farlo. Intanto che i bambini si giocano in diverse situazioni, noi non potremo limitarci a guardare: “io credo che se ci sono (i grandi) a qualcosa debbano servire” (citando cocci insieme alla rana). Di conseguenza ritorna la domanda ricorrente: che cosa dobbiamo fare noi “grandi” nel bosco? Credo si debba fare solo una cosa, come in fondo suggerisce anche il racconto: permettere un incontro. Se ci pensate nel racconto succede sempre e solo questo: c’è un incontro, o meglio, ci sono tanti incontri, ma ogni incontro dice sempre una e una sola cosa. Cosa dica poi quell’incontro non è nemmeno così importante. Il nostro impegno non è nel cercare di capire che cosa dice a noi e far sì che i bambini capiscano come noi. Le nostre energie devono essere spese per cercare tante occasioni di incontro. Le coccinelle incontreranno tante volte una situazione che le metterà davanti alla scelta di vivere con le formiche o con la civetta. Non basta che ascoltino il racconto della civetta perché capiscano che la civetta è “cattiva”. Dovranno trovarsi di fronte a tante “civette”: di alcune ne sentiranno un racconto, altre le vivranno sulla loro pelle, altre ancora passeranno e non verranno nemmeno riconosciute. È solo dopo che le coccinelle avranno incontrato tante “civette” che potranno fare una scelta significativa. Riportando un’altra situazione, ad esempio la scelta di presentare il valore della vita comunitaria, cercheremo di incontrare con il cerchio molte comunità, ovvero incontrare molti formicai diversi. Quello di formica Mi è uno solo. Un altro formicaio potremmo incontrarlo collaborando con gli altri bambini dell’oratorio. Oppure potremmo scoprire che quel gioco si può vincere solo cooperando, o ancora che per costruire quel plastico che avevamo pensato è necessario che tutti collaborino. Ecco altri formicai! Non importa che cosa il bambino colga da quell’incontro in quel diverso bosco, magari quella volta dell’oratorio aveva anche litigato con il suo compagno di classe e di cooperare non ne aveva proprio voglia. Non è l’una volta, non è l’unico incontro, non ci giochiamo tutto con una sola chance. Abbiamo molte possibilità e le dobbiamo sfruttare. Non a tutti i bambini interessa giocare insieme proprio quel gioco lì, quindi per proporre loro il valore della comunità dovremo percorrere anche altri sentieri del bosco perché tutti possano sperimentare la bellezza di fare le cose insieme. Rispondendo quindi alla domanda: “che cosa dobbiamo fare noi grandi?” mi sembra di poter dire che tutto ruota attorno ad un incontro in un bosco. Noi incontreremo i bambini nel loro mondo: il bosco, e allo stesso tempo faremo sì che sia molto vivo e che possa presentare tanti e svariati incontri da fare insieme. Credo che sia proprio così il bosco che sognano le coccinelle. Un bosco nel quale, accompagnati dai grandi, si incontrano tante persone. Voi non credete? Rileggete il titolo di questo scritto: “il bosco era tenebroso”. Provate ad immaginarlo. Adesso, sono sicuro, quello è diventato un bel bosco… infatti nel titolo c’è scritto “il bosco ERA tenebroso”: è al passato. Quel bosco che forse nella vostra immaginazione era tenebroso, ora è sicuramente un bosco più bello e fantastico, ora è il bosco che desidereremmo sognare sia noi che le coccinelle. Cippa la Volpe - Silvio Galmozzi PS: ho voluto ripetere una parola ben 47 volte per verificare se anche voi siete suggestionabili come me. Fatemi sapere che cosa sognerete questa notte.