Pagine del Volontariato Cremonese - Luglio 2009

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Periodico di informazione sul volontariato della provincia di Cremona curato dal Cisvol - CSV Cremona

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Paginedel Volontariato Cremonese Bollettino CISVOL Cremona • LUGLIO 2009 Anno 7 nr.1

Poste Italiane s.p.a. - Sped. in a.p. D.L.353/03 (conv. in L.27/02/04 n.46) art.1, c.2, DCB Cremona - Anno 7 Numero 1In caso di mancato recapito si prega di restituire al mittente c/o CLR CREMONA previo pagamento resi.

L’Europa che vogliamo

In questo numero:CISVOL > AVVISI DI SELEZIONEScuole: Volontariamo> Servizio Civile> Cremona contro il razzismo

Parte con l’Aperitivo in Blue un nuovo impegno del CisvolIl CSV verso l’accoglienza per il Servizio Volontario Europeo

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SOMMARIOpag.3 Editoriale

pag.4 Pagine DEL CISVOL

pag.5 Pagine DEL CISVOL

pag.6 Pagine DEL CISVOL

pag.7 Pagine DEL CISVOL

pag.8 Pagine DEL CISVOL

pag.9 Pagine DEL CISVOL

pag.10 Pagine DEI DIRITTI

pag.11 Pagine DEI DIRITTI

pag.12 Pagine DEL VOLONTARIATO

pag.13 Pagine DEL VOLONTARIATO

pag.14 FOCUSpag.15 FOCUSpag.16 Pagine DEL VOLONTARIATO

pag.17 Pagine DEL VOLONTARIATO

pag.18 Pagine DEL VOLONTARIATO

pag.19 Pagine DEL VOLONTARIATO

pag.20 Pagine DEL VOLONTARIATO

pag.21 Pagine DI CULTURA SOLIDALE

pag.22 SPECIALE DOSSIER

pag.23 Pagine DI CULTURA SOLIDALE

pag.24 Pagine DI CULTURA SOLIDALE

pag.25 Pagine DEL CENTRO STUDI

pag.26 Pagine DEI LIBRI

pag.27 Pagine DEI FILM

Periodico di informazionesul volontariato

Autorizzazione Tribunale di Cremonan.389 del 17 marzo 2003Anno 7 nr. 1 - LUGLIO 2009

Direttore Responsabile:Roberta Fiordaliso SpigaroliDirettore Editoriale:Gianluigi CappelliniRedazione:Maria Silvia CigogniniSilvia De DonnoCinzia MarchiFrancesco MonterossoLuca Muchetti

Hanno collaborato a questo numero:Sara BarbieriEleonora BertoniSara CavalliGiorgia CipelliGiorgio CoppiardiSara FerrariMarta GravanteRaimonda LobinaAngelo RescaglioSergio RonchiValeria TelòTiziana Tocchi

Direzione Redazione:via S.Bernardo 2 - CR

Grafica e impaginazione:Ilaria Zecchi

Stampa:Fantigrafica - CR

CISVOL CREMONAvia S.Bernardo 2, 26100 CremonaTel. 0372 26585 - Fax 0372 [email protected] www.cisvol.it

Informativa sul trattamento dei dati perso-nali (art.13 D.Lgs 196/2003)I dati personali utilizzati per l’invio di que-sta pubblicazione sono trattati sia me-diante l’utilizzo di supporti cartacei sia con l’ausilio di strumenti informatici con procedimenti idonei a garantire la sicu-rezza dei e la riservatezza previsti da D.Lgs 196/03. Ai sensi dell’art.7 del D.Lgs 196/03 La informiamo che è possibile ottenere la cancellazione o la modifica dei dati rivol-gendosi al Responsabile del trattamento nella persona del Direttore del Cisvol ([email protected]) Titolare del trattamento è: Cisvol, via S.Bernardo 2, 26100 CremonaTel. 0372 26585 - Fax 0372 26867

Pag ne del Volontariato Cremonese Bollettino CISVOL Cremona • LUGLIO 2009

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SOMMARIO

3l’ EDITORIALE

on questo numero Cisvol torna ad offrire all’attenzione di un pubblico più vasto esperienze e iniziative as-

sociative territoriali che testimoniano la voglia del volontariato di rendersi prota-gonista, produttore e veicolo di cultura e pratica della solidarietà. Ed è motivo di speranza se tra i protagonisti di queste attività troviamo i giovani, spesso taccia-ti ingiustamente di indifferenza e super-ficialità.La vastità e profondità della crisi eco-nomica sta mettendo a dura prova il sistema lavoro-produzione con gravi conseguenze di tenuta generale della coesione sociale. L’aumento della disoc-cupazione e delle povertà non trovano indifferente il volontariato, specie quello impegnato in prima linea per fronteggia-re le emergenze. Il quadro non migliora se amaramente constatiamo l’ulteriore riduzioni di fondi destinati alle politiche sociali e assistenziali. E in tale contesto, se da una parte risulta paradossale il grave ritardo per la corresponsione del cinque per mille del 2007, dall’altra parte ci si chiede come mai non si concretizza la promessa bipartisan di stabilizzare in un atto legislativo questa innovativa e preziosa misura fiscale, ormai scelta da milioni di cittadini.In tale contesto anche le amministrazio-ni locali soffrono di risorse e per fronteg-giare i bisogni sociali dei propri cittadini spesso ri-cercano líaiuto delle organizza-zioni di volontariato. E non di rado si as-siste anche a campagne di promozione e nascita improvvisata di piccoli gruppi di volontari, con qualche dubbio sulla procedura e la continuità. L’esperienza

dimostra che quando i legami tra ente locale e volontariato sono regolati da una specifica convenzione e poggiano su principi di trasparenza, di reciproca collaborazione, di rispetto reciproco e salvaguardia della propria autonomia allora l’utilità sociale di questo rappor-

to si rafforza. Diversamente la relazione poggerebbe su un funzionale e sterile consenso politico-amministrativo, fonte spesso di ulteriori divisioni in seno alle nostre comunità. In questa occasione colgo l’occasione per augurare a tutti i sin-daci eletti e al presidente della provin-cia di Cre-mona l’au-gurio sin-cero di un

buon lavoro amministrativo, attento e adeguato ai cambiamenti sociali. Con l’aggiunta che Cisvol, come ha sempre fatto, è disponibile a confrontarsi con le municipalità per accrescere, formare e qualificare il volontariato.Per il non profit si apre una stagione sin-golare, in cui anche i Centri di servizio per il volontariato, dopo due lustri di at-tività, vedono mettersi in discussione la loro operatività per scarsità di risorse (di nuovo la crisi finanziaria) provenienti per legge dalle fondazioni di origine banca-ria. Il Cisvol di Cremona ha già attivato la procedura per tagliare attività e per la creazione di un fondo di stabilizzazione. Se davvero crediamo nella forza del vo-lontariato, scuola di solidarietà e cittadi-nanza, allora responsabilmente occorre lavorare per una prospettiva futura in cui collocare precisi impegni e scelte politi-che adeguate per assicurare continuità e contribuire al suo sviluppo. Diversamen-te questo soggetto civile e sociale, da tutti riconosciuto quale moltiplicatore di valori e costruttore di relazioni umane, rimarrà residuale e insignificante.

Il PresidenteGigi Cappellini

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4 pagine del CISVOL

CREMA. Sa-bato 13 e

domenica 14 giugno a Offanengo si è tenuta, grazie ai finanzia-menti degli Avvisi di selezione del Cisvol Cremona, la prima edizione della mani-festazione “Pulènta e cous cous. Festa dei popoli” organizzata dall’associazione L’Aquilone, in collaborazione con le as-sociazioni Amici (Associazione Multiet-nica degli Ivoriani di Crema e Interland) e ADC/S (Sviluppo Comuni Senegal). Un programma ricco di proposte diver-

se è riuscito a coinvolgere e divertire un paese che negli ultimi anni ha visto aumentare di anno in anno la presenza di cittadini stranieri. Sabato 13 giugno alle 16, la mostra del pittore burundese René Ntawumburana ha aperto la ma-nifestazione. Si è tenuto uno spettacolo per bambini “La Sbandata”. Alle 19.30 gli “Assaggi di cucina dal mondo”, con le

Pulènta e cous cous, grande festa dei popoli di Sergio Ronchi

pietanze preparate dai migranti residen-ti a Offanengo e dai volontari ivoriani dell’associazione Amici. Per chiudere la serata il concerto de Ired Africa, ritmo musica e danze congolesi. Domenica 14 giugno i volontari hanno organizzato giochi per i bambini (pit-tura libera con mani e piedi). Alle 21.30 l’evento finale: l’incontro pubblico sul tema della multiculturalità con il gior-nalista di Raitre Giovanni Anversa, l’ex assessore alle Politiche Sociali della Pro-vincia di Cremona, Don Antonio Pezzetti

direttore di Caritas Cremona, Emmanuel Akoiblin presidente dell’associazione AMICI. I volontari dell’Aquilone sono ri-usciti a creare un importante momento di conoscenza e di incontro tra culture diverse, in un paese che deve e dovrà fare i conti con l’integrazione e con un cambiamento culturale che non può più essere rinviato.

In. Volo. Iniziativa per il Volontariato è il nuovo progetto che agevola l’ac-cesso al credito delle Organizzazioni di Volontariato della Lombardia e ne s o s t i e n e la crescita grazie a un fondo di garanzia di 3.6 milioni di euro, costituito dai Centri di Servizio per il Vo-lontariato e dal Co-mitato di Gestione del Fondo Speciale regionale (CO.GE.)

- accesso al credito fino a 20 milioni di euro- tassi convenienti per tutte le Or-ganizzazioni- assenza di garanzie personali; mo-dello innovativo di valutazione dei progetti- consulenza e tutoraggio per l’ac-cesso al credito e per la progetta-zione dello sviluppo dell’Organiz-zazione

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Tutte le operatrici Cisvol di Cremona, Crema e Casalmaggiore possono rice-vere e valutare con i consulenti tutte le possibilità di accedere ai crediti.

In.Volo: un volontariato

con le ali!AVVISI DI SELEZIONEAVVISI DI SELEZIONE

FESTA DEL VOLONTARIATO 2009: LA TUA ASSOCIAZIONE PARTECIPA?

E’ partita la macchina organizzativa delle Feste del Volontariato di Cremona e Cre-ma. Due affollate riunioni preliminari si sono tenute alla sede e nella delegazione del Cisvol. C’è ancora tempo per iscriver-si: scarica dal sito www.cisvol.it il modu-lo per la festa di Cremona (domenica 20 settembre in piazza del Comune e piazza Stradivari), oppure quello per la festa di Crema.

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5pagine del CISVOL

Nell’ambi-to del Programma Gioventù in Azione della Commissione Europea , azione 2, il Cisvol ha il desiderio di accreditarsi come ente di accoglienza del Servizio Volontario Europeo. Lo scopo del ser-vizio volontario europeo è sostenere la partecipazione dei giovani alle diverse forme di volontariato, sia all’interno che all’esterno dell’Unione europea, promuo-vendo la cittadinanza attiva e una miglio-

CREMONA .Anche il Cisvol di Cremona ha aderito a “VolontarinBLUE”, un’ini-ziativa promossa dal Coordinamento CSV della Lombardia che ha previsto momenti di incontro pubblici con gli undici Centri Servizi per il Volontariato, per stare insieme, brindare e ricordare a tutti i volontari l’appartenenza ad una comunità di oltre cento milioni di perso-ne di nazionalità diverse impegnati ogni giorno in attività di solidarietà in Europa. La Festa dell’Europa è diventata un

simbolo euro-peo che, insie-me alla ban-diera, all’inno, al motto e alla moneta uni-ca, identifica l’entità politi-ca dell’Unio-ne Europea. Il Cisvol ha organizzato

Aperitivo in blue di Sara Cavalli

re comprensione reciproca tra i giovani. I giovani (dai 18 ai 30 anni), residenti in un paese aderente al programma o in un paese partner, partecipano, indivi-dualmente o in gruppo, ad attività senza scopo di lucro e non retribuite. I giovani volontari avranno la possibilità di acqui-sire abilità e competenze mediante un apprendimento informale, contribuiran-no al proprio sviluppo personale, all’inse-rimento sociale e alla cittadinanza attiva, migliorando anche le loro prospettive occupazionali. Al termine dell’esperien-za di volontariato europeo riceveranno uno “youthpass” che è lo strumento con il quale la Commissione Europea certifi-ca che l’apprendimento è riconosciuto come esperienza pedagogica. Un’organizzazione che desidera ospitare volontari SVE deve essere accreditata.

L’accreditamento serve ad assicurare uno standard comune di qualità nel Servizio Volontario Europeo. Tutte le organizza-zioni accreditate sono elencate in una base dati in internet. Per poter essere accreditate le organizzazioni devono presentare una “manifestazione di inte-resse” che consiste principalmente nella motivazione e nelle idee generali per le attività Sve. Il Cisvol sta lavorando per es-sere accreditato. I volontari europei che saranno accolti presso il CSV di Cremo-na avranno la possibilità di conoscere il panorama del volontariato italiano ed in particolare del volontariato cremonese, diverso ed unico rispetto al volontariato. www.cremonaopencity.it/politiche-giovanili/servizio-volontario-euro-peo-sve

a Cremona domenica 10 maggio presso i giardini pubblici di Piazza Roma la Festa dell’Europa, un’occasione per infor-mare, sensibilizzare, ma anche per divertirsi.Una grande festa di suoni, ritmi e canzoni. La manifestazione ha visto l’esibizione in concerto di alcuni gruppi musicali della tradizione folk euro-pea. Si sono avvicendati sul palco i The Buskers, i Saudek Quartett, i Khaossia. Tra un gruppo e l’altro sono intervenute alcune ragazze che stanno svolgendo il Servizio Volontario Europeo a Cremona e che hanno portato la loro testimonianza. Presenti in piazza diverse associazioni che hanno mostrato le loro attività in ambito europeo alla cittadinanza, come per esem-pio il Centro Studi Europei, Intercultura, Drum Bum, Ipsia, Arci Cremona.L’occasione è servita anche per presenta-

re e condividere con la cittadi-nanza il percorso che il Cisvol di Cremona sta affrontando in previsione del 2011 “Anno Europeo del Volontariato”. Durante la festa è stato promosso an-che il progetto “Volontari Cittadini Europei”, un progetto cofinanziato dalla Rappresentanza Italiana della Commissione Europea, che ha come obiettivo la creazione di un “Manifesto del Volontariato Italiano per l’Europa” pre-sentato agli eletti al Parlamento Europeo nelle elezioni di giugno. www.destinazioneeuropa.eu.

Cisvol... verso l’Europa. Il CSV impegnato nel programma Gioventù in Azione di Sara Cavalli

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6 pagine del CISVOL

Il progetto si rivolge ad associazioni di volontariato iscritte al Registro che ab-biano alle spalle almeno un triennio di attività, con l’intento di rafforzare l’or-ganizzazione interna, le competenze, le risorse umane e materiali.Questi infatti sono requisiti indi-spensabili per potenziare l’efficacia dell’ente e la sua capacità di inter-vento nella realtà locale. Le richieste devono essere presentate presso gli sportelli Cisvol, seguirà un’ intervista durante la quale verranno individuati i punti di forza e debolezza dell’as-sociazione. Sarà quindi proposto un piano di intervento personalizzato con esperti del settore. Alcune delle aree di interesse:

Reclutamento ed inserimento - volontariFormazione dei volontari- Gestione e risorse di lavoro- Comunicazione interna ed - esternaCompetenze informatiche- Rendicontazione sociale- Modalità del lavoro di rete- Convenzioni- Progettazione- Marketing e raccolta fondi- Adempimenti contabili e fiscali - Adempimenti amministrativi - (tenuta libri sociali, assicurazio-ne, disciplina del lavoro)

Il Governo ha varato il D.L. 29/11/2008 n. 185 contenente le misure anticrisi per agevolare le imprese e le famiglie. La manovra comprende anche degli inter-venti volti ad evitare fenomeni di evasio-ne fiscale da parte degli enti non profit. In particolare, l’art. 30 del D.L. introduce delle novità per alcune categorie di enti associativi, per le associazioni e società sportive dilettantistiche e per le organiz-zazioni di volontariato. La circolare del 9/4/2009 n.12 illustra le novità introdotte dal D.L. “anticrisi”: cioè la comunicazione all’Agenzia delle Entrate, mediante l’invio di un apposito modello, di dati e notizie fiscalmente rile-vanti per continuare ad usufruire delle di-sposizioni di agevolazione fiscale. L’onere della comunicazione all’Agenzia di questi dati è previsto, in via generale, per gli enti associativi di natura privata, con o senza personalità giuridica, che si avvalgono di una o più delle “decommercializzazio-ni” previste dagli artt. 148 del Tuir e 4, IV comma, secondo periodo, e VI comma, del Dpr n. 633/1972.Dopo aver confermato che l’applicazione delle agevolazioni fiscali è riconosciuta a organismi associativi non commerciali, la circolare riepiloga, in dettaglio, i requisiti e le condizioni per l’applicabilità dei regi-mi di favore previsti per gli enti associa-tivi. E’ precisato che il modello di comu-nicazione deve essere presentato anche dagli enti associativi che si limitano a riscuotere quote associative o contribu-ti versati dagli associati o partecipanti a fronte dell’attività istituzionale svolta. Devono comunicare i dati e le notizie rile-vanti ai fini fiscali, inoltre, anche le socie-tà sportive dilettantistiche, di cui all’art. 90 della L. 289/2002, e le organizzazioni di volontariato, a eccezione di quelle espressamente escluse dalla norma. La presentazione del modello deve es-sere effettuata da tutti i soggetti associa-tivi con autonomia giuridica tributaria e, quindi, anche dalle articolazioni territo-

Il decreto legge “anticrisi” : novità fiscali per le associazioni a cura dello Sportello Cisvol

riali o funzionali di un ente nazionale, lad-dove le stesse si configurino come auto-nomi soggetti d’imposta. Inoltre, gli enti associativi che usufruiscono delle dispo-sizioni fiscali di favore (i citati artt.148 del Tuir e 4 del Dpr 633/1972) non potranno più farne applicazione qualora non as-solvano all’onere della comunicazione nei termini e nelle modalità stabilite. I soggetti esclusi dall’invio del modello di comunicazione sono:

le organizzazioni di volontariato iscrit-•te nei registri regionali di cui all’art. 6 L. 266/1991, che non svolgono attività commerciali diverse da quelle margi-nali individuate con decreto del mini-stro delle Finanze del 25/5/1995.le associazioni pro-loco che optano •per il regime della L. 398/1991gli enti associativi dilettantistici iscritti •nel registro del Coni che non svolgo-no attività commerciale

L’art. 30 del Dl 185/2008 contiene, inoltre, alcune disposizioni in materia di Onlus. La circolare precisa, in particolare, che il comma 5 della norma contenuta nel Dl anticrisi interviene sui requisiti necessa-ri alle organizzazioni di volontariato per l’acquisizione della qualifica di Onlus di diritto; tali organizzazioni possono usu-fruire della disciplina di favore prevista per le Onlus se:

sono iscritte negli appositi registri del •volontariato di cui alla L. 266/1991non svolgono attività commerciali di-•verse da quelle marginali elencate nel decreto del 25/5/1995.

Pertanto, qualora le organizzazioni di vo-lontariato, ancorché iscritte negli anzidet-ti registri, svolgano attività commerciali diverse da quelle elencate nel decreto del 25/5/1995, non possono assumere la qualifica di Onlus di diritto e sono tenu-te a trasmettere all’Agenzia delle Entrate dati e notizie rilevanti ai fini fiscali.

Tutoring gestionale:

un progetto

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7pagine del CISVOL

CASALMAGGIORE. An-che il Cisvol è fra gli attori coinvolti nel Il progetto “Pianeta Giovani - Creativi-tà e opportunità”. Il piano cofinanziato dal Program-ma “Nuova Generazione di Idee”. Le politiche e le linee di intervento per i giovani di Regio-ne Lombardia” a Casalmaggiore riguarda sette aree tematiche: sostegno alla crea-tività giovanile e sviluppo della capacità imprenditiva dei giovani, partecipazione giovanile, sviluppo di reti, orientamento studio/lavoro, accesso all’occupazione formazione, informazione/comunica-zione; promozione dello sport e dei suoi valori. Le attività previste da “Pianeta Giovani” durano 18 mesi (da gennaio 2009 a giugno 2010)e si snodano lungo due filoni principali: musica ed orienta-

CASALMAGGIORE. Il progetto Punto Scuola-Volontariato è sorto con l’intento di promuovere nelle scuole la presenza del volontariato e dei temi del-la solidarietà con il coinvolgi-mento diretto degli studenti. Nel mese di gennaio, in ac-cordo con la prof.ssa Pincella, abbiamo attivato il progetto all’interno dell’istituto “G. Ro-mani”. Gli alunni che vi hanno parte-cipato sono stati scelti tra le diversi classi, per un totale di venti ragazzi. Il progetto prevedeva setti-manalmente un momento d’incontro e di discussione, stabilitosi nel mercoledì, in un apposita aula adibi-ta al Punto Scuola.

L’esperienza del Punto Scuola:l’istituto “G. Romani” di Casalmaggiore di Valeria Telò

Cisvol con “Pianeta Giovani”Il CSV insieme al Comune e a “il Grappolo” di Sara Ferrari

mento. Il percorso è estremamente ricco e articolato e com-prende workshop, laboratori creativi, eventi e rassegne locali. Il Comune di Casalmaggiore e la

Cooperativa Sociale Il Grappolo sono coinvolti nei tavoli dedicati ai “Giovani, musica e partecipa-zione” e “Giovani, musica e ter-ritorio”. L’azione del Cisvol è sul lungo periodo: il centro servizi al volontariato si è infatti reso disponibile per affiancare Il Grappolo e il Comune per la possibile costituzione di gruppo o di una associazione giovanile che - una volta terminato il progetto ed esaurito il finanziamento - possano portare avanti il lavoro, affinché il tutto non resti un’espe-

rienza fine a se stessa. Il pri-mo importante passo è già stato com-piuto: la “Sala Lido Po” è stata inaugurata di recente. Lo spazio ospiterà laboratori artistico-musicali, prove aperte e attività di socializzazione tra giovani.

E’ stata proposta a loro una formazione, la quale gli permettesse di avvicinarsi e di approfondire i temi del volontariato

e l’incontro con alcune associazioni del territorio. Successivamente i ragazzi formati, sono

diventati a loro volta fautori dei temi del-la solidarietà.Per promuovere il Punto Scuola è stata

creata dai ragazzi un’apposita bacheca, contenente recapiti, informazioni e le iniziative di volontariato presenti sul ter-ritorio, ed in occasione della festa della creatività i ragazzi hanno creato uno stand infor-mativo.Il progetto ha permesso ai ra-gazzi di conoscere ed appro-fondire i temi del volontariato, divenendo a loro volta degli “operatori del volontariato” in-terni alla scuola.

L’esperienza svoltasi da gennaio a mag-gio prevede un proseguimento nel pros-simo anno scolastico.

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CREMONA. “Volontariamo”: è l’invito che il 20 febbraio alcuni striscioni alle pareti del Liceo Classico Manin rivol-gono alla popolazione studen-tesca. L’occasione è un’intera mattinata dedicata all’appro-fondimento di tematiche lega-te al mondo del volontariato, alla presenza delle principali associazioni operanti sul terri-torio cremonese e non solo. L’idea di destinare parte del monte ore mensile che natu-ralmente spetta agli studenti a una mattina interamente dedicata al volontariato è stata messa in pratica dai rappresen-tanti d’istituto e dal gruppo di studentesse dello Sportello Scuola-Volontariato, di cui è responsabile la professoressa Raimonda Lobina. Emergency, Micro-nido e Casa famiglia Sant’Omobono, Cisvol, SVE (Servizio Volon-tario Internazionale), AISM (Associazione Italiana Sclerosi Mul-tipla), ACCD Hospice, Porto Franco, ABIO (Associazione Bambi-ni In Ospedale), AIDA (Associazione Italiana Donne Antiviolen-za), Manitese Shanti, UNA (Uomini Natura Animali), Caritas, Non solo noi, Centro Stu-di e Ricerche Sociali e Agropolis sono i nomi delle associazioni invitate. Lo scopo era innanzitutto quello di sensibilizzare gli studenti ad una realtà, quella del volonta-riato, spesso ignorata non solo per mancanza di interesse ma anche per la scarsità di adeguate informazioni

VOLONTARIAMO: la solidarietà va a scuola! di Sara Barbieri (studentessa del liceo classico Daniele Manin)

a riguardo. E’ l’ignoranza, infatti, a gene-rare il pregiudizio per cui si crede che

volontariato sia sinonimo di monotonia e che spendersi nell’aiutare il prossimo

sia uno spreco di tempo. La meta che ci si era prefissati non era, quindi, delle più

semplici e anche tra le ragazze del gruppo di volontariato del-la scuola serpeggiava una certa preoccupazione. Preoccupazione che all’inizio ci sembrò fondata nel vedere la scarsa partecipazione degli studenti agli incontri organiz-zati nelle varie classi, dove mol-ti capitavano per caso o per l’impossibilità di trattenersi nei corridoi. Tutti noi del cosiddet-to “staff” organizzativo ci siamo rese conto, tuttavia, che dopo l’iniziale esitazione e diffidenza tantissimi studenti prendevano parte attivamente negli incontri, esponendo i dubbi e dimostran-do curiosità sugli argomenti trattati.. Ricordo in particolare lo stupore provato, verso la fine della mattinata, nel entrare in Aula Magna e nel constatare la grande affluenza e partecipa-zione suscitate, forse, anche per l’attualità delle problematiche trattate dall’associazione AIDA. Così, quando, alle due, abbia-mo salutato i volontari, eravamo tutti concordi nell’assegnare alla mattina un bilancio positivo. L’importante è che un messag-gio sia stato recepito e che si sia presa coscienza di una realtà diversa da quella a cui inevitabil-mente la scuola tende ad abi-tuarci, una realtà ovattata, in cui si smorzano i rumori dall’esterno. L’importante è innanzitutto co-noscere, per poi avere la libertà di scegliere se mettere in pratica o meno quanto si è appreso. E questo è un risultato che credia-mo di avere raggiunto.

[email protected]

pagine del CISVOL

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9pagine del CISVOL

Sono passati 8 anni dal 6 marzo 2001, data nella quale venne approvata la L. 64 ‘Istituzione del Servizio Civile Nazionale’; da allora il Servizio Civile ha fatto molta strada e ha cambiato pelle: da un siste-ma fondato sull’obiezione di coscienza di giovani obbligati alla leva si è passati ad un sistema basato sulla scelta di ragazze e ragazzi che desiderano mettere volon-tariamente a disposizione un anno della propria vita. Alla luce dell’esperienza di questi anni possiamo esaminare alcuni punti di forza e di debolezza del nuovo Servizio Civile.

I punti di forzaLa Legge 64 ha avuto l’indubbio merito di dare risalto ai frutti che i giovani posso-no ottenere nello svolgimento di questa esperienza; il Servizio Civile infatti non nasce per fornire ad enti pubblici e privati mano d’opera a basso costo, ma intende soprattutto contribuire alla formazione civica, sociale, culturale e professionale dei giovani. E’ significativo inoltre ricordare che que-sta legge ha le sue radici nell’obiezione di coscienza, e quindi

La Carta di impegno Etico del Servizio Civile Nazionale prevede infatti che i gio-vani siano impiegati in “servizi tesi a co-stituire e rafforzare i legami che sostan-ziano e mantengono coesa la società ci-vile, rendono vitali le relazioni all’interno delle comunità, allargano alle categorie più deboli e svantaggiate la partecipa-zione alla vita sociale, attraverso azioni

Servizio Civile Nazionale di Francesco Monterosso

di solidarietà, di in-clusione, di coinvolgi-mento e partecipazio-ne, che promuovono a vantaggio di tutti il patrimonio culturale e ambientale delle comu-nità, e realizzano reti di cittadinanza mediante la partecipazione attiva delle persone alla vita della collettività e delle istituzioni a livello locale, nazionale, “europeo ed internazionale”. In sintesi il Servizio Civile rappresenta un’esperienza di cit-tadinanza attiva da svolgere nell’ambito delle politiche giovanili del territorio, con una forte attenzione alle finalità di coe-sione sociale.All’interno del ‘sistema’ Servizio Civile il Terzo Settore svolge un ruolo fondamen-tale, non solo perché sono stati proprio gli enti non profit ad accogliere negli anni ‘70 i primi obiettori di coscienza (per i giovani esonerati dallo svolgimento del servizio militare non esisteva all’epoca una struttura alternativa all’apparato mili-tare dentro la quale svolgere il servizio ci-vile), ma soprattutto perchè ancora oggi associazioni e enti privati rappresentano, insieme agli enti pubblici, l’ossatura del sistema di servizio civile e il terreno fer-tile nel quale i giovani possono svolgere l’esperienza.

I punti di debolezzaIl primo problema che mette a rischio la stabilità del Servizio Civile è la questione dei finanziamenti; inutile dire che la crisi in atto si ripercuote anche in questo set-tore, basti pensare che mentre nel 2007 sono stati avviati al servizio circa 43.000 volontari, nel 2008 i posti disponibili si sono ridotti a 27.000 e la stessa cifra è prevista per il 2009. Per affrontare que-sta situazione alcuni enti di servizio civile (in particolare quelli che aderiscono a

CNESC) ritengono opportuno, prevede-re un’integrazione da parte delle Regioni del Fondo nazionale Servizio Civile in una logica di corresponsabilità istituzionale. Altra criticità è data dallo squilibrio che si rileva nella partecipazione dei giovani nelle varie aree geografiche; nelle regioni del sud e nelle isole infatti si colloca oltre il 55% dei giovani che svolgono il servi-zio. E’ evidente che l’ammontare del con-tributo che i giovani ricevono ogni mese per lo svolgimento del servizio, 433 euro, rappresenta un incentivo soprattutto nelle aree economicamente deboli.Un ulteriore aspetto che rischia di met-tere in crisi l’attuale sistema di servizio civile è l’estrema eterogeneità degli enti accreditati; allo stato attuale convivono nella gestione del servizio enti di grandi dimensioni e enti molto piccoli per un totale di oltre 55 mila sedi di attuazione del servizio, circa il doppio dei posti di-sponibili. Anche in questo caso CNESC segnala l’esigenza di definire nuovi criteri per accreditare gli enti valorizzando al meglio il radicamento territoriale e la co-erenza con i principi del servizio civile. Su tutte queste questioni il dibattito tra gli adetti ai lavori è aperto, anche in vista di possibili adeguamenti della Legge sul ser-vizio Civile attualmente in vigore. L’auspicio è che qualsiasi futura riforma mantenga i giovani protagonisti del sistema.

ha come finalità il coin-volgimento delle gio-vani generazioni nella difesa della Patria con

mezzi non armati e non violenti, mediante servi-

zi di utilità sociale.

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10 pagine dei DIRITTI

Tutelare l’ambiente: su questo fronte sono impegnate numerose associa-zioni presenti in provincia di Cremona. La salvaguardia della salute è alla base delle iniziative del Comitato per la Difesa del Territorio, che si batte contro l’inceneritore e contro l’am-pliamento e la costruzione di nuove discariche. La soluzione, più volte pro-pugnata dai portavoce Mario Bini e Pietropaolo Fornaroli insieme con Ezio Corradi del Coordinamento Comitati Ambientalisti della Lombardia, è sem-plice: promuovere uno stile di vita in gra-do di produrre meno rifiuti, incrementare la raccolta differenziata e lo smaltimento a freddo. Il Comitato ha formalizzato la costituzione di un Patto Provinciale di Solidarietà e Mutuo Soccorso con altri movimenti e gruppi della zona.Il Coordinamento contro le autostrade TIBRE e Cremona-Mantova si oppone alla realizzazione di queste infrastrutture

sostenendo che richiedono sacrifici terri-toriali e ambientali troppo alti. Il Comitato “Cittadini contro l’amianto” opera dal 2008, quando la Regione ha manifesta-to l’intenzione di realizzare a Cappella Cantone e a Cingia de’ Botti due discariche di amianto. Il Comitato, rappresentato da Mariella Megna, ribadisce: «Queste disca-riche sono pericolose per la salute e non sono conformi alla normativa, perché trop-po vicine ai centri abitati. Diventerebbero le più grandi della Lombardia, luoghi ad elevatissimo impatto ambientale da do-ver poi essere bonificati».Il Circolo AmbienteScienze, attraver-so incontri informativi, si pone come obiettivo quello di «elaborare un nuovo paradigma, sociale, economico e cultu-rale per il nostro pianeta, mediante un confronto sereno e pacato, ma non per questo meno determinato, tra i diversi soggetti locali: associazioni, istituzioni, imprese e cittadini».

Movimenti e associazioni in difesa dell’ambiente e del territorio di Giorgia Cipelli

La sezione di Cremona di “Italia Nostra Onlus”, come spiega l’architetto Michele De Crecchio. «E’ la più antica e proba-bilmente la più prestigiosa tra le asso-ciazioni ambientaliste cittadine. La fon-dazione risale al 1958 e ora è retta dalla presidenza del dottor Giovanni Bassi. Tra le nostre battaglie vinte, l’arresto degli sventramenti nel centro cittadino, la sal-vaguardia della zona di San Sigismondo, il salvataggio integrale del comparto del vecchio ospedale, le prime iniziative per la salvaguardia delle ex-caserme e di Palazzo Pallavicino e, recentemente, l’opposizione vittoriosa al progetto di tra-sformare il Palazzo dell’Arte in Museo del Calcio».

Comitato per la Difesa del Territorio www.comitatodifesaterritorio.org [email protected] Coordinamento Comitati Ambientalisti della Lombardia [email protected] contro le autostrade TIBRE e Cremona-Mantova http://noautostrade.splinder.com/Cittadini contro l’amianto http://cittadinicontroamianto.blog spot.comtel. 3355328761 - 3389875898 [email protected] Circolo AmbienteScienze

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CREMONA. Difendere i propri amici ani-mali dai maltrattamenti e dall’abbando-no è la grande sfida che si propongono l’A.P.A.C. (Associazione Protezione Ani-mali Cremona) e la LAV (Lega Anti Vivisezione) operante a livello na-zionale e che recen-temente ha costituito un proprio punto di riferimento anche sul nostro territorio. L’A.P.A.C., nata nel 1999 e presieduta da Benia-mino Groppali, festeg-gia quest’anno il suo decennale. I volontari operano nel gattile di via Bissolati, in cui sono ospitati circa 300 gatti, e si prendono cura an-che di numerose colo-nie feline sparse su tut-to il territorio. Tutti gli animali vengono steri-lizzati e accuditi grazie alla buona volontà dei membri dell’associazio-ne, impegnati non solo nel garantire ai gatti nutrimento e cure ma anche nell’organizzare manifestazioni di sen-sibilizzazione e raccolta fondi. La LAV, la maggiore associazione antivivi-sezionista e animalista

in Italia e una delle più importanti in Europa, ha sviluppato diverse iniziative per l’abolizione di vivisezione, alleva-menti intensivi, caccia e corrida, per il diritto alla vita degli animali randagi e

contro i combattimenti tra cani, nonché con-tro la detenzione degli zoo e circhi, l’uso delle pellicce e a favore della diffusione dell’alimen-tazione vegetariana e vegan. Il gruppo di Cremona, guidato dalla responsabile Francesca Mozzanica, è nato nel 2007. Gli attivisti, in que-sti ultimi mesi, hanno organizzato il convegno “Animali in città”, diversi incontri formativi pres-so le scuole e hanno promosso le campa-gne nazionali mediante Giornate informative durante le quali è stato approfondito il tema della ‘tratta clandestina dei cuccioli provenienti dall’est Europa’.Insieme, A.P.A.C. e LAV hanno dato vita al ciclo di incontri “Amici Mici – Conoscerli, capirli, pro-teggerli” svoltisi presso il Cisvol.

Cremona amica degli animali di Giorgia Cipelli

A.P.A.C. Onlus Casella postale 69 - Cremona Sede legale: via del Giordano, 71 Gattile: Via Bissolati, 89

[email protected]

LAV CremonaResponsabile Francesca Mozzanicatel. 329 3536146

[email protected]

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CREMONA. ll ponte di soli-

darietà a tre pilastri, getta-to verso il Brasile da insegnanti e alunni

dell’Istituto “E. Beltrami” di Cremona, è sempre più solido. Dopo l’esperienza di viaggio e soggiorno ad Abaetetuba, compiuta la scorsa estate da due docenti e due studenti (ne abbiamo riferito sullo scorso numero di questo periodico), il progetto “Il Beltrami in Brasile” si è ulte-riormente intensificato, con numerosi in-contri svolti presso le classi dell’istituto Il progetto didattico-formativo, nato nel 2006, si incentra sulla sensibilizzazione nei confronti delle problematiche sociali, economiche, ambientali e politiche del Terzo Mondo, con attenzione particolare al Brasile e al centro di Abaetetuba nello stato del Parà, dove l’ex-alunno Andrea

A scuola di umanità: gli sviluppi del progetto “Il Beltrami in Brasile” di Roberta Spigaroli

Franzini - fondatore dell’Associazione on-lus “L’Insieme” -, opera nel recupero dei ragazzi di strada sostenuto dalla Diocesi della città.

“Nel corso dell’Anno Scolastico 2008-2009 abbiamo portato la no-stra testimonianza in varie classi, soprattutto nelle quattro prime e nelle quattro seconde che sono di-rettamente coinvolte nell’iniziativa” – afferma la professoressa Daniela Bergamaschi, una delle anime del progetto. “Miriamo a sensibilizza-re gli studenti su una realtà tanto diversa dalla nostra, oppressa da problemi gravissimi, met-tendone in luce le con-traddizioni, ma anche

aiutando i ragazzi a entrare in relazione con il Brasile in modo rispettoso. Accogliendo le diffe-renze senza giudicarle. Bisogna entrare nello spirito del luogo e di quel popolo tanto caloroso e ospitale, che lotta quotidiana-mente per affermare la dignità della vita in un ambiente dove la vita è ogni momento svalu-tata. Sono banditi ogni pater-nalismo e senso di superiorità!”. Spiega Bergamaschi: “Nelle prime classi presentiamo il progetto nelle sue linee basilari, raccontiamo l’esperienza in loco, con tante parole ma anche con tante im-

magini e filmati, spesso più incisivi, – e avvi-ciniamo i ragazzi alla realtà del Brasile, alla miseria delle favelas dove Andrea Franzi-ni è attivo con il suo centro, ripassando anche nozioni di sto-ria e geografia. Nelle seconde gli argomenti vengono approfon-diti, tramite lezioni di

copresenza nelle ore di Italiano, Storia e Diritto. Per quanto riguarda il triennio, il progetto entra in alcune classi terze e quarte coinvolgendo Italiano, Storia e Geografia Economica”.Un aspetto che agli ideatori del progetto sta particolarmente a cuore è il turismo responsabile: “Spieghiamo agli alunni come organizzare un viaggio in Brasile, toccando gli aspetti della sicurezza, della salute, dell’igiene, e, ancora una volta, del rispetto: l’impatto con la realtà brasiliana implica senso pratico, sensibilità, apertu-ra mentale”. Dopo la teoria, il contatto: a maggio una ventina tra ragazzi tra 10 e 15 anni ed

educatori di Abae-tetuba sono volati in Italia a presentare il loro progetto, dal nome significativo: ”Danzando e cantando con amore”, dove danze e canzoni popolari diventano ab-braccio e fusione con l’Altro. A Cremona si sono fermati dieci giorni, incontrando studenti del Beltrami l’ITIS, il CRFORMA (ex CFP). Grazie alla collaborazione fra L’Insieme, Parrocchia di Cristo Re e gli Avvisi di Selezione del Cisvol i giovanis-simi provenienti della Pastoral de Menor di Abaetetuba hanno soggiornato a Cre-mona fra il 7 e il 26 maggio. Le ragazze e i ragazzi sono stati protagonisti di alcuni applauditissimi spettacoli di danza tenuti fra Cremona e Ostiano.

www.pastoraldomenorabaete.org.br

AVVISI DI SELEZIONEAVVISI DI SELEZIONE

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Oltre mille firme sono state raccolte a Cremona in occasione della campagna nazionale contro il razzismo e la xenofobia “Non avere paura”. Un numero destinato a crescere ancora se pensiamo ai firmatari del resto della provincia di Cremona e ai tanti che hanno dato la propria adesione on-line sul sito www.nonaverepaura.org. L’iniziativa è stata presentata ai media locali con una conferenza indetta nella sala SpazioComune di piazza Stradivari. Un’attività importante quella promossa da vari enti e associazioni – tra cui il Cisvol – non tanto, o non solo, per la raccolta firme, quanto per il dialogo trasversale avviato fra associazioni di volontariato sul tema dell’integrazione, del rispetto dei diritti. A Cremona si è

“Non avere paura”: Cremona dice no al razzismo e alla paura di Luca Muchetti

CREMA. Esperimento riuscito! Venerdì 12 giugno 2009 il primo “Incontro lam-po con il volontariato”, organizzato dalla delegazione di Crema del Cisvol in colla-borazione con gli studenti della 4A del liceo sociopsicopedagogico Racchetti, è stato un successo.

Dalle 8.30 alle 11, tre classi del liceo (1A, 2A e 3A) hanno fatto un viaggio nel mondo del volontariato guidate dalle

Venerdì 12 giugno 2009: “Incontro lampo con il volontariato” di Eleonora Bertoni

ragazze della 4A. All’iniziativa erano sta-te invitate sei associazioni cremasche, che hanno allestito un piccolo stand informativo e sono state intervistate a turno dalle studentesse della 4A, davan-ti al resto degli studenti. Le associazioni presenti erano: Donne contro la violen-za, Amici, L’Aquilone, Anffas, Movimento per la vita, Aima, Associazione Cremasca Cure Palliative Alfio Privitera.L’iniziativa è stata l’evento conclusivo della collaborazione che ha visto coin-volta la Delegazione cremasca del Cisvol e gli studenti della 4A, con i quali il Cen-tro Servizi per il Volontariato ha realizza-to il progetto “Volontariato in prima pa-gina”. Il progetto era iniziato nel mese di dicembre 2008 e si è concluso in giugno 2009 con la pubblicazione sul settima-nale “Il Nuovo Torrazzo” di un’intervista a due volontarie dell’associazione Donne

contro la violenza, intervista realizzata e scritta dalla 4A.L’“Incontro lampo con il volontariato” è stato apprezzato anche dalle associa-zioni, che hanno colto un’imperdibile occasione di conoscenza e di incontro con ragazzi giovani, la maggior parte dei

quali difficilmente entra in contatto e conosce il mondo del terzo settore.

avviato un confronto sulla sempre più diffusa paura dell’altro, del diverso, sull’intolleranza e sulla criminalizzazione dello straniero. “Non avere paura” ha fatto registrare una straordinaria unità di visione e intenti delle associazioni e coinvolte. Un elemento che fa ben sperare per i futuri possibili sviluppi di questo tema all’interno del mondo del volontariato e del terzo settore. Per conoscere tutti i particolari dell’iniziativa, per scaricare materiale e guardare video, visita il sito www.nonaverepaura.org

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14 FOCUS

volontariamente il proprio paese con il consenso dei genitori che organizzano il viaggio attraverso percorsi contrattati con la criminalità organizzata. È un pro-getto molto oneroso che ha, come ob-biettivo, la regolarizzazione: arrivando minorenni, potranno ottenere un per-messo di soggiorno che permetterà loro di lavorare, pagare il debito contratto per il trasferimento e mantenere i famigliari con le rimesse. In molti casi, arrivati in Italia, si congiun-gono con un adulto di riferimento, paren-te o amico di famiglia. Il profilo del mino-re appena descritto, definisce i cosiddetti ‘migranti economici’, che costituiscono circa il 90 per cento dei casi.”

Parma: il punto di vista istitu-zionaleLorenzo Lasagna, Assessore alle Politi-che Sociali del Comune di Parma, illustra

il punto di vista della propria Ammini-strazione riguardo agli interventi attuati nei confronti dei Minori Stranieri Non Accompagnati.“A Parma ci siamo chiesti se, per i MSNA, esistessero risposte migliori dell’istitu-zionalizzazione in comunità. Così, da circa otto anni, abbiamo avviato una sperimentazione legata all’affido omo-culturale, cioè a famiglie che proven-gono dallo stesso ambito culturale del ragazzo. È una strada che ha dimo-strato di poter dare risultati estrema-mente positivi in comparazione con altre tipologie di intervento; anzitutto in ordine al miglioramento dell’inte-

grazione perché, è ovvio, un minore in-serito in un contesto famigliare affidatario è più capace di cre-scere e costruire la propria identità. Un altro vantaggio riguarda la riduzione del disagio e del rischio di devianza che il MSNA tende statisticamente a svilup-pare: ciò significa, e non sembri un’os-servazione venale, anche una considere-vole riduzione dei costi sociali. A questo proposito segnalo come l’istituto dell’af-fido si contrapponga alla logica dell’as-sistenzialismo. Gli amministratori sanno bene che la risposta standardizzata non è mai una buona soluzione, soprattutto perché va ad aumentare la dipendenza della persona dall’intervento socio-as-sistenziale diminuendo, conseguente-mente, la sua capacità di diventare un cittadino autonomo. L’affido, invece, af-ferma l’idea che l’utente è protagonista e deve emanciparsi dal bisogno per es-sere a tutti gli effetti persona; la famiglia, in questo processo, è il nucleo fondante, la risorsa fondamentale. Naturalmente, oltre alla logica assistenzialistica, bisogna superare anche quella emergenziale, cioè la cattiva abitudine di iniziare l’intervento quando è troppo tardi. Ciò richiede non solo lungimiranza da parte delle ammi-nistrazioni, ma anche seri ragionamenti in termini di cooperazione internaziona-le. L’ultimo aspetto riguarda l’utilità di strumenti, come la giornata di studio organizzata dal Comune di Cremona, che permettano lo scambio delle buone pratiche tra le amministrazioni secondo una logica di collaborazione.”

Nuovi codici, nuovi pensieri Alessandro Bosi, docente presso l’Univer-sità di Parma, illumina il nostro percorso con alcune riflessioni raccolte durante il convegno ed una successiva intervista. “Per riesaminare la questione MSNA, oc-corre cambiare il nostro modo di pensa-

Negli scorsi due numeri ci siamo occupa-ti del tema minori stranieri non accompa-gnati incontrando sacerdoti ‘di frontiera’, educatori professionali, assessori e fami-glie di migranti. Il nostro percorso si con-clude, per un curioso quanto indicativo caso del destino, a breve distanza da una giornata di studio sul fenomeno organiz-zata dal Comune di Cremona. Abbiamo approfittato della presenza di sociologi, assessori, operatori e volontari per chiu-dere, con alcune interessanti considera-zioni, il nostro viaggio sul pianeta Minori Stranieri non Accompagnati (MSNA).

L’analisi del fenomenoMatteo Fornari, Referente Progetto MSNA del Comune di Parma, traccia un breve profilo del minore che giunge in Italia, e ci tiene a chiarire che “Un’ ade-guata rappresentazione del fenomeno sia la necessaria premessa a corrette strategie di accoglienza.”“I MSNA solitamente sono adolescenti maschi provenienti da zone ben preci-se di paesi, come Albania o Egitto, dove persistono sacche di povertà economica e socioculturale da cui spesso derivano instabilità politica, faide, persecuzioni e, in generale, mancanza di prospettive di crescita. Sono luoghi in cui è forte il feno-meno delle catene migratorie innescate da amici o parenti che, tornati dall’Italia, mostrano a tutti l’ automobile e il cellu-lare, simboli del raggiungimento di un nuovo benessere. I giovani di solito lasciano

L’ultima tappa del percorso di Jad Coppiardi

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FOCUS 15re perché siamo convinti che, nel momento in cui si affronta un problema, sia necessario forzare alcuni confini. Partiamo dalle parole solitamente usate per definire i fenomeni: nonostante meritino il nostro rispetto, ciò non

deve sminuire la determinazione nel sottoporle costantemente al vaglio del giudizio.”

Da ‘assistito’ ad ‘ospite’“È lecito porsi nei confronti dei giovani che arrivano da altri paesi con un atteg-giamento volto all’accoglienza, ma sa-rebbe profondamente sbagliato limitarsi ad una prospettiva meramente assisten-ziale. Naturalmente i mezzi che utilizzia-mo sono benvenuti, ma non bastano: il nostro orizzonte è un altro e per questo abbiamo voluto adottare il concetto di ‘ospitalità’. ‘Accoglienza’ presuppone, in fondo, un mittente e un ricevente, qual-cuno che accoglie e qualcuno che è ac-colto. L’ ospitalità, già per il suo valore eti-mologico, contiene invece una ambiva-lenza: ‘ospite’ infatti è sia chi dà, sia chi ri-ceve ospitalità ed è lecito attendersi che nei confronti di chiunque, soprattutto se sono persone molto giovani, l’ospitalità debba essere intesa come un percorso da costruire insieme, percependosi tutti accolti dallo stesso mondo che, di conti-nuo, ridisegniamo nei suoi confini e nei suoi significati. In questo panorama si può comprendere come l’unica lingua dell’ospitalità sia l’amore perché solo in esso si può compiere il cammino dell’es-sere reciprocamente ospiti. Non mi sfug-ge la durezza del presente, ma anche le ferocie che ogni giorno turbano i nostri pensieri non mi inducono a dubitare che siano infinitamente più numerose le scelte d’amore che quotidianamente gli individui compiono sulla terra.”

Rivoluzioni ‘invisibili’“Non possiamo essere certi che le mi-grazioni continueranno; magari la crisi che stiamo attraversando le sospenderà temporaneamente, ma ciò a cui assistia-mo non è più un fenomeno assimilabile

a quello dei secoli precedenti quando migrare voleva dire trasferirsi da un pa-ese povero ad uno ricco. Da tempo, a causa dei continui spostamenti degli individui, siamo di fronte alla costru-zione di una nuova geografia umana: chi vive più nei propri ambienti? Dov’è l’autoctonia che invochiamo quando veniamo colti dalla paura dello stranie-ro?. Autoctonia, secondo la definizio-ne usata dagli antropologi, comporta la persistenza sullo stesso territorio per almeno sei generazioni; chi di noi può esserne certo?. Evidentemente siamo di fronte ad un imponente cambiamento sociale. La questione può essere affrontata da di-versi punti di vista, ma quello dei ragazzi stranieri non accompagnati è formidabi-le. Cos’è la società? Rispondo, semplifi-cando, che essa è riassumibile in due atti: allevare i figli e accompagnare i vecchi alla morte. In questo siamo di fronte ad un cambiamento epocale perché gli im-migrati si prendono cura degli anziani e, da poco, anche dei ragazzi. Sempre più spesso infatti, in particolare in famiglie dell’alta borghesia, le badanti non seguo-no solo i nonni, ma anche i bambini.Questo fenomeno è stato messo in moto a partire da una scelta delle ammi-nistrazioni, come quella di Cremona, che hanno individuato nei MSNA una fascia di attenzione privilegiata: ciò ha portato all’affido omoculturale che, a sua volta, sta conducendo all’affido di minorenni italiani a famiglie straniere.La città, nei confronti dei migranti, non solo fornisce servizi, ma vi è un dare-ave-re che porta ad un meticciato di com-portamenti, linguaggi, valori.”

Due “risposte” dall’associazionismoAssociazione ‘Immigrati cittadini’L’associazione ‘Immigrati cittadini’ è stata istituita nel 2004 per volontà di un gruppo di amici provenienti da diver-si paesi. Fermamente contrari ad ogni forma di assistenzialismo, sono mossi dalla convinzione che si diventa ‘citta-dini’ quando si conosce il sistema in cui si vive, i suoi meccanismi e gli spazi di contrattazione. Per raggiungere questo

scopo, organizzano corsi di alfabetizza-zione nella lingua italiana e di conoscen-za delle norme giuridiche. Infatti, par-ticolarmente nel caso di un immigrato, è fondamentale conoscere le norme: in questa materia, data la velocità con cui si susseguono i cambiamenti legislativi, c’è scarsa conoscenza persino negli stes-si servizi pubblici. ‘Immigrati cittadini’ è affiliata all’ Associazione Studi Giuridici sull’Immigrazione, che li supporta in di-verse attività, come le pratiche riguar-danti i richiedenti asilo e le numerose iniziative anti-discriminazione.

www.sitisolidali.it/siti/immigraticit-tadini

Associazione ‘Aiutiamoli a vivere’La fondazione ‘Aiutiamoli a vivere’, con sede a Terni, è nata nel 1992 e ospita bambini bielorussi dal 1993. Solitamen-te i minori vengono accolti per un mese all’anno, durante i peridi di vacanza, e soggiornano presso famiglie italiane. L’Associazione affianca, a questa inizia-tiva, altre proposte di sostegno e di svi-luppo, come le ‘Vacanze lavoro’. Durante il mese di agosto, a seguito di richieste specifiche e circostanziate, un gruppo di volontari si reca in Bielorussia allo scopo di ristrutturare orfanatrofi. È stato anche avviato il progetto ‘Tir del-la speranza’ per portare a ospedali, isti-tuti e comunità aiuti di vario genere: ve-stiario, alimentari, materiale scolastico, giocattoli e detergenti. Esistono anche iniziative per supportare la creazione di cooperative e piccole attività, sempre in accordo con le autorità statali, per dare un futuro ai ragazzi che, diciassettenni. www.aavlombardia.it.

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CASALMAGGIORE. L’associazione di vo-lontariato “Amici della Santa Federici” di Casalmaggiore ha partecipato al bando regionale l.r.n. 1/2008 con il progetto “I Colori dell’arcobaleno” ottenendo il finanziamento. Il progetto nasce dal bi-sogno dei soci volontari, e in particolare dei volontari genitori o familiari di disa-bili, di potersi confrontare con chi vive la stessa esperienza. L’auto-mutuo-aiuto si fonda sull’azione partecipata delle per-sone che vivono lo stesso problema, che partecipano al gruppo. Si attivano ed aiutano reciprocamente, portando la propria esperienza e condividendo co-noscenze e competenze che da essa de-rivano. I colori dell’arcobaleno è un’occa-

CASALMAGGIORE. L’associazione Noi con Voi di Gussola ha recentemente illustrato il progetto AMA di Onotera-pia: “Progetto di attività di mediazione con l’asino”, in collaborazione con 2 ASL (Cr e BS), Cassa Padana, Co-mune di Gussola. L’idea è di valorizzare, innovare e speri-mentare nuove modalità di prevenzione e promozione della salute. Creando sinergie e collaborazioni con le realtà territoriali che raggiungano positivamente ampie fasce di popolazione.L’attività si svolge utilizzando come facilitatore l’asino che diventa mezzo, strumento della terapia ma non il tera-peuta. E’ un metodo attivo che non permette alla persona che ne usufruisce di restare passivo o di isolarsi.Ciò che partecipa a dar valore alla tera-

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I colori dell’arcobaleno: gruppo di auto-mutuo-aiuto per familiari di persone diversamente abili di Sara Ferrari

Noi con voi: Onoterapia a Gussola di Sara Ferrari

Un asino come mediatore contro l’isolamento

sione per porsi in relazione con se stessi e con gli altri, sperimentandosi all’inter-no di un gruppo protetto e guidato, uti-lizzando il confronto e il dialogo come strumenti di crescita. A ogni incontro è prevista la presenza di due facilitatori debitamente formati e con esperienza. Il progetto si articola in incontri a cadenza

quindicinale il mercoledì dalle 14.30 alle 16.00 presso i locali del Centro Sociale Primavera (via Formis) a Casalmaggiore. La partecipazione è gratuita. Per ogni informazione rivolgersi presso la segreteria della Cooperativa Santa Federici di Casalmag-giore tel.0375/42436.

pia è la presenza di un tecnico, di una persona preparata a svolgere il ruolo di terapeuta.

L’attività di mediazione con l’asino con-sente un complesso di tecniche di riedu-cazione che mirano ad ottenere il supe-

ramento di un danno sensoriale, motorio, cognitivo, affettivo e comportamentale.E’ un animale abituato all’uomo, con no-

tevole intelligenza e memo-ria, predisposto ad essere ad-domesticato piuttosto che addestrato, disponibile con i bambini e paziente davanti ad intemperanze o aggres-sioni molto forti. Da alcuni anni si stanno avviando atti-vità con le più disparate pa-tologie perché l’asino è adat-to prevalentemente a forme di handicap psichico (anche ritardo evolutivo) piuttosto che handicap fisico. Il Cisvol di Casalmaggiore intende promuovere colla-borazione tra Opoterapia e mondo giovanile, introdu-

cendo la conoscenza e l’esperienza del Progetto nelle Scuole Superiori median-te lo Sportello Scuola Volontariato.

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Areediconfine: alla scoperta della transculturalità di Eleonora Bertoni

CREMA. Nel 2008 è nata a Crema Are-ediconfine, un’associazione culturale che si occupa nello specifico del tema della transculturalità e della migra-zione attraverso un approccio socio-psicologico. E’ la presidente dell’asso-ciazione, la psicologa Giuseppina Fac-chi, a raccontarci come è nata e quali obiettivi si pone Areediconfine.

Come nasce l’idea di fondare Areedi-confine?Nasce da un gruppo di professionisti che lavorano nel territorio cremasco, nel campo della formazione e del lavoro sia in ambito clinico che sociale (cinque psi-cologi, un sociologo, un fisioterapista), interessati ad incrociare i loro saperi e le loro esperienze. Si sono incontrati perio-dicamente dal settembre 2007 per con-frontarsi rispetto ad alcune tematiche emergenti in questa nostra società com-plessa . Ne è nato un sentire comune in particolare sul tema della transculturali-tà e della migrazione, e intorno a questi argomenti il gruppo ha cominciato a confrontarsi e raccogliere documenti, bi-bliografia ed esperienze.

Di che cosa si occupa l’associazione?L’associazione ha una funzione di pro-mozione sociale. Nell’ottobre 2008 si è iscritta al registro dell’associazionismo e pertanto si è anche dotata di uno statu-to. In sintesi l’associazione intende ap-profondire lo studio delle trasformazioni che influenzano la dimensione esisten-ziale dell’individuo e le forme del vivere sociale, ha intrapreso l’approfondimento del tema della transculturalità, riservan-do particolare attenzione alla ricerca e alla costruzione di progetti con le agen-zie sociali ed educative del territorio.Quanti sono i volontari? Fino ad ora hanno dato il loro contributo i soci fondatori con la collaborazione di alcune altre persone: per esempio inse-

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gnanti con una lunga esperien-za di alfabetizzatori, psicologi esperti di clinica transculturale e altri professionisti.

Venerdì 13 marzo si è con-cluso un ciclo di tre incontri che avete organizzato sul tema della transculturalità e dell’integrazione degli stra-nieri. Com’è andata l’inizia-tiva?Dopo una prima fase di for-mazione interna il gruppo ha condiviso l’idea di aprire gli approfondimenti al pubblico e per questo è stato organiz-zato questo ciclo di incontri il cui filo conduttore è stato quello della transculturalità e della migrazione vista at-traverso angolature diver-se. Da quella di Marie Rose Moro, psichiatra dell’infanzia e dell’adolescenza, direttore di centri di clinica transcul-turale a Parigi, medico sen-za frontiere. Da quella di Claudia Bruni, psicologa psicoterapeuta con esperienza di ascolto di adolescenti migranti che fre-quentano gli istituti delle scuole medie superiori a Milano. E da quella di Sabina Dal Verme, ostetrica e formatrice e Maria Luisa Cattaneo psicologa psicoterapeuta della cooperativa Crinali di Milano, che da più di 15 anni si occupa di migrazione, e che hanno raccontato la loro esperienza di ascolto delle donne migranti che si ri-volgono agli sportelli ascolto presso gli Ospedali San Carlo e San Paolo a Milano.Gli incontri hanno avuto una soddisfa-cente partecipazione di pubblico, varie-gato nelle tre serate, che ha sollecitato dibattiti interessanti.

Qual’è la più grande sfida che deve affrontare il nostro territorio per riu-

scire nella difficile impresa dell’inte-grazione?Non ci sono ricette e tanto meno le co-nosciamo noi … ci guida in questo pro-cesso di meticciamento la tensione di conoscere, approfondire e condividere e consapevolmente attraversare la tra-sformazione che stiamo vivendo a livello sociale.Qual è il vostro prossimo progetto?Incontri mensili a tema presso la sede e la costruzione di progetti nel nostro ter-ritorio in collaborazione con le strutture sociali ed educative.

Per info: associazione culturale Areediconfine, via Roggia Comuna 30, Crema [email protected]

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CREMA. Il Patronato Assistenza Disabili Fi-sici e Psichici di Crema, realtà storica della città, si sta rinnovando. Attraverso l’offer-ta di nuove opportunità terapeutiche e collaborazioni con realtà del territorio, sta dando nuova linfa ad un’associazione che da oltre trent’anni si occupa di disabilità.Uno degli eventi che testimoniano que-

sto cambiamento, è il ciclo di tre incontri dal titolo “Dal limite alla risorsa”, in memo-ria di Ginevra e Marinella Terni de Gregory e di Giulio Canger, che si sono tenuti tra marzo e maggio.Spiega la presidente del Patronato, Carla Baccanelli Tolotti: “Questo convegno è stato un’occasione per rilanciare le attività del Patronato Disabili di Crema. Nel 2001, per ampliare la propria attività, il Patrona-to ha cambiato la propria denominazio-ne in “Patronato di Assistenza ai Disabili Fisici e Psichici”. L ‘idea è quella di mettersi al passo con i tempi, confrontandosi con le nuove esigenze e i nuovi bisogni in ambito riabilitativo in stretta connessio-ne col sociale. Il coordinamento dei due momenti “riabilitativo” e “sociale” di-venta la condizione essenziale per creare equilibrio, sia in ambito familiare che nel contesto esterno alla famiglia del disabile o meglio del “diversamente abile”, come amiamo definire il soggetto, ponendolo in termini di risorsa”. Infatti il convegno ha sviluppato il tema della disabilità vista non solo come limite ma anche come

Limite come punto di partenza: ecco la filosofia del “nuovo” patronato disabili di Crema di Eleonora Bertoni

risorsa, focalizzando l’attenzione sulle dif-ficoltà di partenza ma anche su tutte le sue possibili evoluzioni. Continua Carla: “Gli effetti della disabilità in chi ne è por-tatore e in chi gli sta accanto possono essere molteplici: la rabbia, la delusione, la tristezza, il senso di fatica, solitudine e

sconforto che possono portare alla rinuncia, ma anche il desiderio di combattere le difficoltà, la ricerca di aiuto e di collaborazione. Il punto di arrivo è spesso l’entusiasmo della condivisione e della creatività che permettono di trovare nuove solu-zioni ai problemi motori, intellettivi e emotivi per realizzare alternative possibili e modalità di cura sempre più soddisfacenti. In questo modo possiamo tutti concretamente im-maginare di trasformare il “limite”, in un “nuovo punto di partenza”

per capire, studiare, creare e agire”.

DANZA MOVIMENTO TERAPIA A CREMANel 2005 il Patronato ha proposto un servizio di Danza Movimento Terapia. Un progetto che riguarda non solo le perso-ne disabili, ma prevede anche colloqui con i genitori, che l’associazione mette a disposizione della famiglia.Perché la Danza Movimento Terapia? Perchè si tratta di una modalità nuova che tiene presente sia l’aspetto corpo sia l’aspetto psichico. “Si tratta di un nuo-vo modo di avvicinarsi al corpo” spiega Mariateresa Cancelli, danzamovimento-terapeuta, “dove il corpo non viene inte-so solo come oggetto di riabilitazione per un trat-tamento atto a stimolare coordinazione motoria, allungamento muscolare e recupero delle artico-lazioni. Lavorando con il corpo si tiene conto an-che dell’aspetto emoti-vo, dell’aspetto interiore, degli stati d’animo, degli

aspetti psichici appunto”.Che cos’è? La Danza Movimento Terapia è nata ufficialmente negli Stati Uniti nel 1966, in Italia è proposta dalla scuola di Art Therapy Italiana di Bologna che si è costituita come associazione nel 1982.L’Associazione Professionale Italiana Dan-za Movimento Terapia, definisce la Danza Movimento Terapia come: “una disciplina specifica orientata a promuovere l’inte-grazione fisica, emotiva, relazionale, la maturità affettiva e psicosociale e la qua-lità della vita dell’individuo. La specificità della danza movimento terapia si riferisce al linguaggio del movimento corporeo e quindi della danza. Uniti al processo cre-ativo, diventano le principali modalità di valutazione e di intervento di processi interpersonali finalizzati alla positiva evo-luzione dell’essere umano”. La specificità della danza movimento terapia offre una visione diversa rispetto al corpo e rispet-to alla patologia, che viene vista non solo come limite, ma osservata e riconosciu-ta come un’espressione altra. Ecco allora che la parola disabili, nel setting di dan-za movimento terapia, nel luogo dove avviene la terapia, diventa: “diversamente abili”. L’arte del linguaggio corporeo può rispondere a diversi bisogni dell’essere umano, tra cui quello espressivo e può quindi essere uno strumento utile al pa-ziente in cura. I suoi movimenti saranno letti infatti come messaggi che proven-gono dal mondo interno della persona.Patronato assistenza disabili via Ken-nedy 3, Crema

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19pagine del VOLONTARIATO

CREMONA. Pallavolo, basket e podi-smo per abbattere pregiudizi e stec-cati culturali. Il progetto, sposato da Uisp e dal liceo, è stato finanziato dal Cisvol grazie agli Avvisi di selezione.

S p o r t come

ve ico lo sociale. Attività fisica come mo-mento di incontro e conoscenza e superamento dei pregiudizi cultu-rali. “Sport senza confini” è il nome del progetto che l’associazione Amici di Gianni e Massimiliano sta realizzando dal settembre del 2008 e che l’8 aprile, ha portato tre studenti del Liceo artistico di Cremona, con la collaborazione della Uisp, nella città di Zavidovici, in Bosnia.Qui i ragazzi - insieme a coetanei che fre-quentano le scuole superiori della città bosniaca - hanno partecipato ad attività ed eventi sportivi organizzati dalle scuo-le e dalle municipalità. Pallavolo, basket, gare podistiche. Sport diversi «per intera-gire con coetanei di un altro Paese, ma anche per favorire una ricostruzione del

vivere civile di ragazzi cresciuti in una società ancora fortemente segnata dalla guerra», come spiega Pietro Frittoli, l’ope-ratore cremonese che ha seguito i ragaz-zi nel viaggio.«Il progetto in Bosnia - prosegue Frittoli - nasce da una serie di precedenti espe-

Amici di Gianni e Massimiliano:un ponte di sport fra noi e la Bosnia di Luca Muchetti

rienze che da tre anni Uisp propone all’interno del carcere: ragazzi e detenuti giocano insieme durante partite e tornei organizzati ad hoc, proprio perché tro-viamo che lo sport sia un buon modo

per abbattere ogni tipo

di barriera». Dalle separazioni costituite da muri di recinzione a seprazioni di carattere cul-turale, il passaggio è quasi naturale in tempi di tensioni e pregiudizi. Così Amici di Gianni e Massimiliano, insieme a Uisp e Liceo Artistico, hanno voluto ampliare il progetto partecipando a questa nuova esperienza nell’Est Europa.

«Il progetto vuole valorizzare la pratica sportiva nella sua valenza sociale come modalità di incontro e di interazione po-sitiva e come occasione di conoscenza reciproca per superare pregiudizi cultu-rali che spesso originano comportamen-ti di isolamento», spiegano i curatori.

IL RACCONTO DEI RAGAZZIBisogna fare i conti con la memoria. E mentre i muscoli si flettono per scat-tare al momento del via, nella testa scoppiano bombe. La pistola a volte

diventa una mitragliatrice. I flash delle macchine fotogra-fiche che immortalano la par-tenza si trasformano in lampi di granate. Tutto qui intorno trasuda guerra. Le strade, le case, gli occhi della gente. Una ferita profonda, mortale. Eppu-re questa gente si è ricucita da sola, si è rialzata e ora sta cor-rendo verso l’arrivo. Adulti, gio-vani, bambini. C’è persino chi è riuscito a fare fortuna all’estero, ed ora è tornato per ricostruire la propria terra. Alcuni non riusci-

ranno a concludere la gara, non sono abbastanza allenati. Ma sanno che per tanti di loro che si fermeranno durante la strada, altrettanti arriveranno fino in fondo. Alcuni invece non sono riusciti nemmeno a partire. Sono rimasti nelle verdi campagne bosniache o all’ombra di candide lapidi. Ed è soprattutto per loro che stanno correndo. Ci fermia-mo in panetteria, poi tagliamo per il centro del paese, raggiungendo il punto d’arrivo. C’è aria di festa oggi. Nek risuona nell’aria, e un profumo intenso di salsiccia impregna la ma-glietta. Il sole scalda e il cielo è limpido. I bambini gridano e corrono. Poi final-mente il primo podista si avvicina alla linea d’arrivo. E mi piace pensare che, mentre le sue gambe spingono per lo sprint finale, non si senta solo. Ci piace pensare che, voltandosi indietro, i suoi occhi non vedano la pista vuota, ma centinaia di altri atleti. Atleti che do-vrebbero riposare in pace da tempo, ma che invece correranno accanto a lui ancora per molto, fino a quando la gara non sarà conclusa.

AVVISI DI SELEZIONEAVVISI DI SELEZIONE

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20 pagine del VOLONTARIATO

CREMONA-CREMA. “Volontariato in prima pagina”: un progetto che ha permesso di promuovere il volontariato tra i giovani, far riflettere i ragazzi sul mondo del terzo settore e dare visibilità ad alcune associazioni attraverso i settimanali Il Nuovo Torrazzo di Crema e La Vita Cattolica di Cremona. L’iniziativa promossa dalla delegazione cremasca del Cisvol, iniziata nel dicembre 2008 e terminata in aprile 2009, ha riscosso un grande successo grazie alla collaborazione delle insegnanti di Crem (Paola Lai, Viviana Trocoli e Patrizia De Capua), all’impegno e all’entusiasmo dei 19 studenti della 4°A liceo socio-psico-pedagogico Racchetti di Crema. Il percorso del progetto ha previsto tre fasi:

una iniziale di conoscenza del mondo del volontariato e, in base alla scelta fatta dagli studenti, nello specifico dell’associazione Donne Contro la Violenza; un momento di approfondimento sul giornalismo con la visita della redazione de Il Nuovo Torrazzo (il giornale più letto

Volontariato in prima pagina: un’esperienza speciale, un progetto riuscito di Eleonora Bertoni

del Cremasco) grazie alla collaborazione del giornalista Giambattista Longari; l’ultima fase è consistita nell’intervista di due volontarie dell’associazione e nella stesura dell’articolo da parte della classe. Il Torrazzo si è infine prestato alla pubblicazione del pezzo. Un’esperienza estremamente positiva, che è riuscita a coinvolgere gli studenti e a soddisfare insegnanti e associazione.

Un’opportunità che ha anche permesso di gettare le basi per una futura collaborazione del Cisvol di Crema con il liceo. Il progetto è proseguito anche a Cremona. Dopo la

redazione del quotidiano “La Provincia” è toccato al settimanale diocesano “La Vita Cattolica” ospitare e pubblicare l’intervista realizzata da due classi dell’Istituto S. Anguissola indirizzo comunicazione

(IIFLS e IICLS, guidate dalle insegnanti Marzia Catelli e Donatella Migliore), con le associazioni La Banca del Tempo e La

Tartaruga. Ogni classe

ha avuto modo di conoscere nel dettaglio l’associazione e di elaborare, con l’aiuto del caporedattore del settimanale Dario Maffezzoni, l’intervista poi pubblicata.

A Crema e a Cremona il volontariato entra nel-

le redazioni de “Il Nuovo Torrazzo” e

“Vita Cattolica”

Tre le associazioni coi-volte: “Donne contro la violenza”, “La banca del tempo” e “La tartaruga”

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21pagine di CULTURA SOLIDALE

CREMONA. “Giardiniere apri la porta del tuo giardino, io non sono un ladro di fiori…”

Questo è uno dei versi trovati nel taccuino

di Zaher Rezai, ragazzo afghano partito dal suo paese in fuga dalla guerra e in cer-ca di un futuro. E’ giunto in Italia dopo un viaggio durato forse qualche anno, pieno di rischi, attese, incontri di ogni genere, sfruttamento, inganni e sofferenze indici-bili. Nello scorso mese di dicembre Zaher è morto schiacciato da un tir per sfuggi-re ai controlli della polizia di frontiera del porto di Venezia, dove era appena sbarca-to, e per evitare di essere respinto. Lui, che per la legge italiana e per i trattati interna-zionali, aveva diritto di ottenere asilo.A Zaher è stata dedicata la serata di in-contro con la cultura e le problematiche dell’Afghanistan, organizzata il 15 maggio scorso a Cremona presso il teatro Monte-verdi dall’associazione Immigrati cittadi-ni, dal centro locale Intecultura di Cremo-na, dal Cisvol, con la collaborazione dei ragazzi afghani presenti a Cremona, col patrocinio del Comune e della Provincia di Cremona.I versi del taccuino di Zaher, raccolti e tradotti con un estremo gesto di pietà e amore, diventano emblematici dei rap-porti che si stanno instaurando tra i nostri paesi e culture.L’incontro e l’interscambio di persone e idee, a dispetto di chi pensa si debba vivere in compartimenti etnico culturali

Afghanistan: Kabul andata e ritorno Viaggio nelle società multietniche di Alfredo Gardani

separati, c’è sempre stato anche nel pas-sato, con minori mezzi di trasporto e co-

municazione, ma non minor voglia di viaggiare, incontrarsi, racconta-re. Il flusso di giovani si è invertito: migliaia di giovani afghani sono partiti e partono per l’Europa per sfuggire alla guerra, in cerca di un futuro migliore, con o senza il sostegno e il consenso della famiglia. Tra le possibili strade per conoscere la cultura afgha-na, nella serata del 15 maggio siamo partiti dal racconto per immagini e appunti raccolti da

un viaggiatore attento e appassionato, il giornalista fotoreporter Valerio Gardo-ni. Quindi abbiamo ascoltato dalla voce dell’antropologo Eliseo Bertolasi una sin-tetica analisi storica dei fatti che hanno portato all’attuale situazione sociale, po-litica ed economica del paese.Ben presto è emerso il tragico sottofondo di ogni discorso sull’Afghanistan: la guer-ra. Una guerra che dura da oltre trenta anni, alimentata da interessi e contrasti tra le potenze mondiali, rinfocolata da rivalità e soprusi tra i gruppi etnici che vivono da secoli a stretto contatto sullo stesso territorio.La guerra non è un fatto di attualità che arriva in casa, come da noi, inoffensivo e filtrato dai mezzi di comunicazione. L’in-contro con persone reali vittime della guerra, la rende un ricordo vivo e bru-ciante di familiari, parenti, amici uccisi, feriti, mutilati, l’esperienza della fuga dalla propria casa, l’amarezza della vita da profughi, ospiti indesiderati in un paesi stranieri. La guerra entra e la-scia ferite profonde nella vita della gente e nella cultura di un paese. Forse soltanto dopo qualche ge-nerazione si potranno rimarginare ferite e superare rancori. Questo è emerso dalle testimonianze di Qor-banali Esmaeli, responsabile dell’As-sociazione culturale degli Afghani

in Italia, e di Basir Ahang, giornalista e scrittore Afghano rifugiato in Italia.I terribili e amari racconti della guerra, dei drammi della fuga e della vita da profughi mettono ancor più in luce aspetti solita-mente ignorati dall’osservazione super-ficiale e stereotipata dei grandi e invasivi mezzi di comunicazione. Dalle parole e dall’incontro con gli ospiti e i ragazzi af-ghani residenti nella nostra città emerge il tesoro profondo e per noi sorprendente di una cultura centrata prioritariamente sulle relazioni, sul rispetto dell’autorevo-lezze della saggezza, non tanto del potere, sull’amore della conoscenza, della poesia, della musica, della competizione sportiva, diffusi tra tutta la popolazione indipen-dentemente dal grado di scolarizzazione.Queste cose si è tentato di comunicare anche attraverso la lettura di alcuni brevi testi letterari e poetici, tra cui i versi del taccuino di Zaher e quelli scritti in suo onore dall’ospite Basir Ahang. Ed anche attraverso l’esecuzione di alcune improv-visazioni musicali per tabla e liuto di Mau-rizio Murdocca e Butrus Bishara.Grazie a questo incontro forse abbiamo meglio capito l’invocazione di Zaher Re-zai: “Giardinere apri la porta del tuo giardi-no io non sono un ladro di fiori, io stesso mi son fatto rosa, non vado in cerca di un fiore qualsiasi”. Queste parole ci dicono il desiderio di entrare a far parte del nostro mondo, ma non solo. Con la dolcezza di questa richiesta cogliamo un profondo senso di dignità e di consapevolezza del valore dell’esperienza che ogni uomo

vuole condividere con i suoi simili.

AVVISI DI SELEZIONEAVVISI DI SELEZIONE

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22 SPECIALE DOSSIER

Dalla Caritas è arrivato un momento di riflessione concreto sulle nuove necessi-tà sorte in questo periodo di crisi. Con la Quaresima di Carità 2009 la provocazio-ne lanciata dal Vescovo di Cremona La-franconi così come dal Vescovo di Crema Oscar Cantoni, è stata quella di adottare uno stile di vita sobrio. La tradizionale raccolta quaresimale sarà finaliz-zata al potenziamento dei servizi della Caritas diocesana di Cremona, in particolare di quelli attivati tramite il Centro d’ascolto. La Diocesi di Crema, istituirà un fon-do per aiutare persone e famiglie in difficoltà per la mancanza o perdita del lavoro, questo fondo sarà alimentato da con-tributi della Diocesi, del-le parrocchie, di privati, banche ed associazioni del territorio. A livello nazionale la Cei, ha attivato un “Fondo di garanzia” per le famiglie in difficoltà, con il concorso ope-rativo dell’Associazione bancaria italiana che sarà erogato a partire da settembre prossimo. Per creare la dotazione iniziale si è svolta una colletta straordinaria il 31 maggio scorso. Le parrocchie stanno di-ventando un vero e proprio osservatorio capillare delle situazioni del territorio. Don Emilio Lingiardi, parroco della Cattedrale

Povertà e carità a Cremona: un dossier di Silvia De Donno

di Crema, racconta: «A noi si rivolgono famiglie locali, qualcuno della parrocchia; massima parte proviene da altre parrocchie della città e diocesi e famiglie di extra-comunitari. La precarietà

del lavoro ci ha portato a dover dare aiuti notevoli, non previsti lo scorso anno.». Interessante anche una considerazione da parte del sociologo Ludovico Garda-ni Resp. Casa di Accoglienza S. Giovanni Bosco a Casalmaggiore «Sicuramente sono le donne immigrate che, sempre più spesso costituiscono una delle forme emergenti di povertà, sono in aumento le separazioni e le donne straniere si ri-

trovano senza lavoro e senza un tet-to con figli minori da mantenere». La San Vincenzo De Paoli che si oc-cupa delle Cucine Benefiche (attive da febbraio anche di domenica) e della distribuzione di pacchi viveri, sostiene circa trecento famiglie, c’è stato un aumento generale delle richieste, in generale sono aumen-tati i bisogni e le richieste sempre di natura economica. Angela Plu-deri Carli, presidente del consi-glio centrale Cremona della San

Vincenzo De Paoli, inoltre osserva: «Meritano una partico-lare attenzione quelle che vengono definite le nuove povertà e che in realtà sono povertà vec-chissime che si presenta-no oggi sotto altre forme. Penso alla povertà cultu-rale, quella del lavoro che è sempre più precario e spesso non c’ è proprio, all’ incapacità di gestire

il denaro, alla povertà di chi confida nel denaro facile e a quella di chi giudicando le fragilità altrui pretende comportamen-ti virtuosi senza impegnarsi di persona ». In base all’esperienza maturata in un anno d’attività da parte de “Il Ponte di Via Rialto”, ultimo dei servizi della filiera “Il Ponte”, questi sono i dati d’afflusso per il magazzino che distribuisce vestiti, mobi-li e beni d’altra utilità: 500 sono i nuclei familiari che in questo anno si sono qui rivolte, di ben 21 nazionalità diverse, per lo più rumeni -27%-, in netta crescita è la frequenza dei nordafricani.Senza dimenticare le richieste prove-nienti da famiglie italiane, pari al 17%. Queste informazioni sono utile spunto di riflessione per considerare nuove stra-tegie d’intervento e risposte che non si soffermino alla sola assistenza ma che tendano ad attivare la persona, per far sì che il momento di crisi diventi nuovo input per ricominciare.

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23pagine di CULTURA SOLIDALE

CREMONA. Nel mondo anglosassone si dice “larger than life” ,“più grande della vita”, per definire chi trabocca di slancio vitale e sa convogliarlo in modo costrut-tivo, abbracciando tutti gli aspetti dell’esi-stenza. Così era Gianni Carutti, al secolo l’ingegner Gianfranco Carutti, scomparso il 29 gennaio a 94 anni: capace imprendi-tore, mecenate, esperto viaggiatore che oltre ai paesi del mondo amava esplorare le pieghe della società e nutriva verso il suo prossimo un genuino interesse. Abile tessitore di rapporti umani, ha tra-dotto l’altruismo in molteplici iniziative, nelle quali come nessun altro sapeva

Ho avuto la fortuna di incontrare un “ma-estro” davvero, appena giunto in Senato, anno 1996, quando la “politica” aveva ancora delle leggi pre-cise e la “persona” era al centro del dibattito le-gislativo: fu il senatore Leopoldo Elia, uomo di straordinaria sensibilità umana, di intensa cul-tura, in una immagine di politica finalizzata, solo, ad individuare le reali emergenze del nostro paese… Sapeva, in ogni momento, suscitare in noi l’amore per la “dedi-zione” e il senso reale dei problemi, da una ango-lazione culturale capace di avvertire, in ogni evidenza, la dignità dell’Altro, sem-pre in attesa di una possibile condivisio-ne. Ha fatto bene l’Associazione Radici e Futuro, con la decisione di presentare il volumetto, ora il libreria, “Leopoldo Elia – Costituzionalista e uomo politico rigoro-

Un saluto a Gianni Carutti, grande amico del volontariato di Roberta Spigaroli

Leopoldo Elia. Maestro di saggezza, di politica e di umanità di Angelo Rescaglio

coinvolgere i suoi tanti amici e collabo-ratori: dagli aiuti ai lebbrosi, culminati nel Villaggio Cremona in Costa d’Avorio, all’appoggio alla popolazione del Su-dan, dalle attrezzature all’avanguardia

dell’Associazione “Amici dell’Ospedale” alla Casa Elisa Maria per gli anziani alla Fondazione “Dopo di noi…insieme” ri-volta al futuro dei disabili. Presidente della Società Concerti e della Camerata di Cremona, donatore al Museo di 19 opere della sua raffinata collezione, fautore nel 1985 del “salvataggio” del Tea-tro Ponchielli, si è – lui di origine non cre-monese –, incessantemente impegnato a dare nuovi impulsi alla nostra città. Il mondo del volontariato e dell’associa-zionismo, che lo ha visto sempre parteci-pe e calorosamente attivo, sente profonda la sua mancanza e lo saluta con affetto.

so e innovatore”, per le Edizioni Diabasis di Reggio Emilia: il fatto culturale, da par-te di un Sodalizio che, dalla sua nascita,

si impegna a ricercare la storia dei “cattolici demo-cratici”, non è stato colto dalla città, occupata in altre cose, ma il “ricordo” meritava attenzione, per trasmettere ai giovani un ricco bagaglio di valori e di ideali, in tempi di evi-dente caduta di stile e preoccupante incertez-za. Presentazione a due voci, col il preside Franco Verdi, che si è occupato della prima parte del libro (introdotta da Pierluigi

Castagnetti), mentre al sottoscritto è toc-cato recuperare le voci più intime delle relazioni tenute il 5 novembre 2008, nel corso del Convegno Commemorativo del professor Leopoldo Elia, nel giorno trigesimo della sua scomparsa. Ho recu-perato, pure, le stupende parole del più

recente numero di “Iustitia” – il trimestra-le dell’Unione Giuristi Cattolici Italiani -, dove la “memoria” si fa voce della conti-nuità: “Non l’abbiamo mai sentito alzare la voce – a proposito del “costituzionali-sta scomparso” - ; la sua cifra anche nel-le relazioni personali e private, anche in quelle universitarie, è stata quella della comprensione e del dialogo”. Elia “fu an-che un testimone – ricordava il sottoscrit-to, sempre appellandosi alla rivista citata – di quella cultura del cattolicesimo de-mocratico che (forse unica) fu il prodotto intellettuale più originale e interessante del secondo dopoguerra italiano”, sem-pre in prima linea per difendere, gelosa-mente e accanitamente, la Costituzione, perché “capace di essere la fonte di un linguaggio comune in cui le diverse po-sizioni politiche, letture storiche, culture si potevano incontrare per costruire il bene comune”. Davvero una storia la sua che rimarrà negli annali di questo Paese, anche se – spesso – si preferisce ignorare l’apporto costruttivo dato per assicurare continuità nei valori e nelle certezze.

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24 ore di poesia per la donnaStaffetta letteraria in cortile Federico II

pagine di CULTURA SOLIDALE

CREMONA. “Rompere il silenzio”, ovvero come aiutare le donne che hanno subito violenza. A.I.D.A. (Associazione Incontro Donne Antiviolenza) ha dato vita a una pubblicazione a scopo divulgativo per affrontare il dramma delle varie forme di violenza inflitte all’universo femmi-nile e le modalità per uscire dal tunnel dell’omertà. Si tratta in realtà di due ma-nuali, destinati rispettivamente alle forze dell’ordine e agli operatori sociosanitari, in cui vengono definite le specifiche mo-dalità di approccio verso le donne che hanno subito violenza.La guida si propone in una veste agile, facilmente consultabile e di immediata fruibilità per le forze dell’ordine, il sistema della giustizia, i servizi sociali e sanitari e gli operatori che si trovano a dover pre-stare soccorso alle donne in situazioni di difficoltà. Capire le diverse sfumature del problema, le modalità in cui si estrinseca la violenza, le conseguenze che ne deri-vano sono infatti premesse fondamentali per mettere in campo adeguate modalità

CREMONA. Lo scorso 8 marzo, cortile Federico II ha ospitato una 24 ore non-stop di reading poetiche “al femminile”

AIDA “rompe il silenzio” di Giorgia Cipelli

di sostegno.La prima parte è dedicata a una pa-

noramica generale per capire la violenza e le sue dinamiche, i sentimenti della donna, i suoi disagi, le ferite fisiche e psi-cologiche. L’attenzione è puntata in par-ticolare sulla violenza domestica, relativa

alle modalità di maltrattamento che si verificano all’interno della casa e vengo-no inflitte da persone con cui si convive quotidianamente. Vengono poi prese in esame le conseguenze sulla donna e i suoi figli e come avviene la ricerca di aiuto. La seconda parte è differenziata in base all’azione delle forze dell’ordine e all’assistenza dei servizi sociosanitari. Infine, viene descritta l’attività di A.I.D.A. e i numeri utili a cui rivolgersi.

Associazione A.I.D.A.Via Gallarati, 2 – CremonaTel e fax 0372 801427Tel 338 9604533 www.sitisolidali.it/siti/aida [email protected]

promossa da Aida (Associazione Donne Antiviolenza) assieme alla Consigliera

Provinciale di Pari Opportunità e al Comune di Cremona: ´L’iniziativa è nata innanzitutto perchè riflettere insieme l’8 marzo sulla condi-zione femminile ha ancora senso, direi molto senso ma non solo per i fatti che in questi giorni ri-empiono i giornali...basti pensare alle lapidazioni alle mu-tilazioni ed a tutte

le atrocità che ancora nel mondo ven-gono perpetrate ai danni delle donne. Un reading ci sembra un modo di stare insieme anche gradevole, una staffetta letteraria perchè certamente la lette-ratura, l’arte in genere, Ë un bellissimo rimedio, una cura, un aiuto a capire rielaborare e sfogare traumi e violen-ze, ha spiegato Gemma Mantovani, presidente di Aida. L’iniziativa ha visto la collaborazione di ruppo poetico Gli stagionali Circolo Poetico Correnti, Comitato di Studi Mara Soldi Maretti, Associazione Culturale Era di Maggio, Associazione Culturale Trame d’ Incanto Assessorato alle Pari Opportunità del Comune di Cremona,Spazio MYTHOS C.r.t. Compagnia Dei Miei Amici.

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La poesia può migliorare la vita dell’uo-mo? Con quest’accattivante titolo si è concluso l’ultimo appuntamento del ciclo di incontri “Letture fra emozioni e poesia sul sociale che viviamo”, svoltosi a Cremona, presso il Cisvol, promosso dal Centro Servizi stesso in collaborazione con il Centro Studi e Ricerche Sociali.I cinque momenti, tutti svoltisi nel mese di marzo, si sono articolati in due cicli di-

E’ prevista per il mese di settembre la pub-blicazione del terzo numero del periodico I quaderni del Centro Studi. Dopo esserci occupati di indagare e presentare le strut-ture delle lingue straniere maggiormente rappresentate dagli immigrati presenti nelle scuole e sul territorio della nostra provincia, fedeli al proposito di rispon-dere alle necessità che, di volta in volta, il contesto sociale esprime, ci è sembrato urgente, nel clima generale di sospetto e diffidenza che li circonda, proporre una pubblicazione sulla storia e la cultura de-gli zingari e, in particolare, dei Rom.E’ nostra intenzione proporre una pub-blicazione che si soffermi soprattutto su quegli aspetti della storia e della cultura romanì che, se non interpretati con gli strumenti di un’adeguata conoscenza, maggiormente rischiano di entrare in conflitto con il nostro sistema culturale e valoriale. Per fare questo ci siamo rivolti a uno dei massimi conoscitori italiani della

I quaderni del Centro Studi: in preparazione un volume sulla storia e la cultura dei Rom di Tiziana Tocchi

La poesia salverà il mondo di Raimonda Lobina

Un ciclo di incontri a Cremonastinti: il primo ha visto i tre contributi di Mauro Ferrari, Ombretta Meneghetti e Pierluigi Parmigiani, che hanno affronta-to, da tre punti di vista differenti, il tema delle relazioni all’interno dei gruppi, men-tre il secondo ha preso in considerazione la poesia e, grazie ai contributi di Carmine Lazzarini e di Pamela Amighini, è stato approfondito il discorso sulla forza e la capacità della poesia di parlare all’uomo, aiutandolo nel suo difficile percorso esi-stenziale. Se nel primo ciclo d’incontri la dinamica è stata tradizionale, ma non per questo cattedratica, nel senso che i pre-senti hanno partecipato attivamente al dialogo con interventi arguti e pertinenti, nel secondo la parte del leone l’hanno fatta i sentimenti e le emozioni. Se infatti è vero, come si legge nella

presentazione del corso, che “Accanto a forme di conoscenza sempre più ricche, articolate, complesse del vivere delle per-sone e dei gruppi, chi opera(e chi vive) ha bisogno però anche di energie che con-fortino l’anima, che accompagnino con cura l’impegno continuo…” i momenti dedicati alla poesia sono stati molto ap-prezzati dal pubblico coinvolto in un lun-go e stimolante percorso sulla poesia, sul suo linguaggio, sulle sue evocazioni ,an-che attraverso azioni di laboratorio che hanno visto i presenti sollecitati a com-porre, a scrivere, a riflettere e ad esprime-re le proprie emozioni. I distinti momenti hanno registrato una media di 15 iscritte, tutte donne prove-nienti da differenti esperienze dell’asso-ciazionismo e del volontariato.

pagine del CENTRO STUDI

cultura rom, docente universitario, scrit-tore e musicista di etnia rom, Santino Spinelli che curerà i capitoli relativi alla storia e alla cultura dei popoli nomadi. Un ulteriore capitolo sarà dedicato ad approfondire la distinzione e le differen-ze culturali e sociali tra Rom e Romeni che tanto spesso vengono confusi e assimilati. La stesura di questo testo è stata affidata a Mihai Butcovan, scrit-tore e poeta di origine romena che ha al suo attivo numerose pubblicazioni su questo argomento sugli organi di stam-pa nazionali. Inoltre, alla base del nostro progetto editoriale c’è anche il desiderio di condividere e valorizzare quanto vie-ne fatto in favore dell’integrazione nella sua accezione più ampia da numerose realtà sul territorio provinciale, favorire e supportare la nascita di nuove iniziative, stimolare lo scambio culturale e la rifles-sione, combattere diffidenza e razzismo e, soprattutto, coordinare gli sforzi di

q u a n t i , italiani e stranieri, intervengono nei diversi settori della vita sociale per ga-rantire a tutti il godimento pieno dei diritti di cittadinanza. La seconda parte della pubblicazione proporrà quindi una mappatura delle presenze degli zingari sul territorio provinciale, delle strutture atte ad accoglierli, dei servizi e dei pro-getti a loro dedicati.In attesa di poter presentare il lavoro concluso, non ci resta che porgere un caloroso saluto: Sastipé ta Baxt.

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26 pagine dei LIBRI

Papa Giovanni. Un cristiano e il suo concilio, di Alberto Melloni (2009 Einaudi Storia)Comparve come un papa di transizione. Dove la parola transizione aveva molto peso. A lui si chiedeva il minimo: di oc-cupare un posto rimasto vuoto e lasciare tutto come era, senza apportare variazio-ni di rilievo. L’ elezione dell’ ex patriarca di Venezia, Angelo Giuseppe Roncalli – nato settantasette anni prima a Sotto il Mon-te in provincia di Bergamo – appariva un ripescaggio in piena regola. Un anziano prelato di origini umili, contadine (poco più che un curato di campagna), saliva al solio pontificio il 28 ottobre 1958. Le previsioni, furono clamorosamente smentite Giovanni XXIII cambiò radical-mente il volto della Chiesa non solo del ventesimo secolo, ma anche dei secoli a

Sono preda di un sacro timore. Non so come si traduce questo modo di essere sulla carta. Forse si tratta di una paura semplice o di un sentimento più farra-ginoso? Sia quel che sia, recensire il fuori classe Georges Simenon (1903 – 1989) fa sentire piccoli, inadeguati, formiche in un mondo di giganti.Lo scrittore belga appartiene ad una “raz-za” pressoché estinta, capace di compor-re ottanta pagine al giorno. Poi, a seguire, altre cifre che danno il capogiro: circa 450 tra romanzi e scritti brevi; 103 episodi del commissario Maigret (suddivisi in 75 ro-manzi e 28 racconti); romanzi psicologici più di 110. E’ stato tradotto in 55 lingue; pubblicato in 44 nazioni; oltre 700 milio-ni i libri venduti; film ispirati ai suoi lavori circa 50 (oltre agli sceneggiati televisivi e radiofonici) in alcuni stati del mondo, tra cui l’Italia, dove Gino Cervi interpretava magistralmente il commissario Maigret.Mi si perdoni l’involontaria “lista della spe-

Libri. Le campane di Bicetre di Marta Gravante

Libri. E venne un uomo... Il Concilio di Papa Giovanni di Marta Gravante

venire. Una vera e propria rivoluzione la sua. Fu il padre del Concilio Vaticano II.Su questo evento epocale recentemente ha scritto Alberto Melloni.“Papa Giovanni. Un cristiano e il suo con-cilio”, dato alle stampe dalla casa editrice Einaudi. Il saggio in questione non è co-stituito da un corpus unico, ma da una se-rie di interventi culturali che si dipanano nell’ arco temporale di circa un ventennio dal 1984 al 2004. L’Autore è stato previ-dente a riunire questi articoli altrimenti si poteva materializzare il rischio che questi scritti cadessero in un prematuro quanto ingiusto oblio.Leggendo le pagine dello storico di Reg-gio Emilia si viene a conoscenza di un Angelo Roncalli sconosciuto, diverso. Al-berto Melloni cancella, con mano decisa, i luoghi comuni, l’ agiografia sdolcinata

e zucche-rosa ed è biografico quel tanto che basta. Sono gli scritti del papa bergamasco che parlano, che spiegano l’uomo. Magistralmente l’uni-verso culturale di Angelo Roncalli viene dischiuso. E non sono le encicliche ad avere maggior spazio, ma “Il giornale dell’anima”. In questo diario spirituale diviene palpabile il cammino di santità percorso da Giovanni XXIII. Un sentiero impervio, in costante salita, non senza cadute, ma vissuto con serena fiducia. La fiducia del cristiano. Angelo Roncalli è prima di tutto questo.

sa”, ma è giustificativa del mio “tremar di polsi” iniziale.Per merito delle edizio-ni Adelphi si ristampa un testo che Simenon ha molto amato. Con-siderava “Le campane di Bicetre” un’ opera fondamentale. Alla stesura aveva lavo-rato a lungo, con passione, soprattut-to nella fase prepara-toria, e terminato il romanzo, ha sentito la necessità di anteporvi un’avvertenza, quasi facesse fatica a separarsi da que-sta sua creatura nata nel 1962 e data alle stampe un anno dopo.Quarantasette anni portati benissimo, senza rughe, senza una senilità narrati-va. Anzi la tematica fondamentale del romanzo è attualissima. Sembra fatta su

misura per il lettore di oggi.L’argomento è oltremodo spinoso. Si parla di vita. Un’ esistenza al bivio, improvvisa-mente divenuta inutile. Il pro-tagonista, Renè Maugras, da un giorno all’altro, si trova emi-plegico per un ictus e comple-tamente dipendente dagli altri. Ma sarà poi vero? Lui non è di questo parere. Gli sembra quasi una situazione ottimale la sua, da conservare gelosamente, perché adesso che è immobilizzato in un

letto ha potuto rileggere la sua vita e così facendo riscoprire sé stesso, gli amici, la moglie. Una rinascita in piena regola...Scritto con mano leggera, al limite del pa-radosso, si assimila con estrema piacevo-lezza. Come bere una bibita, mangiare un pasticcino, ma fa anche molto riflettere. Un libro assolutamente da non perdere.

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27pagine dei FILM

”Prima c’è quello che la gente vuole sen-tire, poi quello che la gente vuole vedere, poi viene tutto il resto, e infine c’è la verità”. – “La verità implica responsabilità!” - “…ed è perciò che tutti la temono”. Questo scambio di battute condensa il messag-gio di “The International”, thriller dal ritmo mercuriale e dal retrogusto amaro diretto da Tom Tykwer. Il regista tedesco rivelato-si con “Lola corre” non ha perso, ma piut-tosto affinato, il senso del ritmo: a correre da Berlino a New York, da Milano al Lago d’Iseo a Istanbul sono stavolta l’agente dell’Interpol Louis Salinger e il vice-procu-ratore distrettuale Eleanor Whitman, de-cisi a smascherare ad ogni costo i loschi traffici di una potente banca d’affari. Dalla sua asettica sede lussemburghese la International Bank dirige spietatamen-te il teatro della finanza mondiale, finan-ziando sommosse, colpi di stato, destabi-

“The international”: thriller appassio-nante su una spietata verità di Roberta Spigaroli

“L’onda”: un esperimento travolgente di Roberta Spigaroli

lizzazione dei governi per creare il debi-to, perché – ed ecco la verità di cui tut-ti siamo vittime – “Quando controlli il de-bito, controlli tutto”. Seguendo una pi-sta di traffico d’armi e riciclaggio di de-naro, Louis ed Eleanor scoprono un gio-co internazionale di vastissima portata. Le truffe finanziarie avvelenano fatalmen-te la politica, e la riuscita, ottenuta a caro prezzo, della missione dei due protagoni-sti non è che una momentanea boccata d’aria destinata a bloccare, ma non certo a debellare, l’attività della banca. Film che mescola sapientemente intratte-nimento, attualità e riflessione,“The In-ternational” si avvale delle pregevoli inter-pretazioni di una misurata Naomi Watts e di un intenso Clive Owen, ben sostenu-ti da validi comprimari. Quest’ultimo, le-ader del rinnovamento, viene assassina-to durante un comizio alla stazione di Mi-

Prendete un giovane professore di liceo esuberante e anticonformista e una setti-mana di corso formativo dedicata al tema dell’autocrazia: come evitare il Fattore Noia coinvolgendo gli studenti e spro-nandoli a qualche riflessione più incisiva? Rainer Wenger (Jürgen Vogel), docente con anima da rocker, propone alla clas-se un esperimento di regime totalita-rio: i meccanismi dell’indottrinamento e del rigido sistema disciplinare alla base dei sistemi autocratici verranno indaga-ti dall’interno, tramite la creazione di un gruppo asservito a precise regole (divisa, logo e saluto codificati, organizzazione gerarchica, netta repressione di qualsiasi forma critica o dissidenza), sotto la guida di un capo carismatico – l’insegnante tra-sformatosi nell’autoritario Herr Wenger. Ai dubbi e le perplessità iniziali suben-trano in poche ore un entusiasmo e una passione preoccupanti. In nome dell’ap-partenenza al gruppo – battezzato ONDA

lano in una s e q u e n z a s p e t t a c o -lare, come pure me-morabile è la sparato-ria all’inter-no del Mu-seo Guggenheim di New York, dove la su-spense dell’azione sulla scala spiraliforme fa perdonare qualche eccesso. Ma in una pellicola ricca di scene rilevanti, quella de-stinata a restare indelebile è il dialogo fra il tenace agente, aggrappato al proprio idealismo, e l’ex mastino della Germania Est, ora disilluso factotum passato al “ne-mico capitalista” ma pronto a tradire in un ultimo sussulto di orgoglio. “The International” - 2009 - U.S.A./Ger-mania - Thriller - Regia: Tom Tykwer.

–, gli studenti riscoprono il cameratismo, ma assumono atteggiamenti dominan-ti nei confronti delle altre classi e si sen-tono legittimati a compiere atti di violen-za e vandalismo. Tutti si scoprono inclini a venire manipolati, mentre i più fragili tro-vano nella struttura dell’Onda una rifugio e una risposta alle loro insicurezze. Solo una ragazza, Kara, resta tenacemente au-tonoma. Il “gioco” sfugge di mano, tanto che Wenger è costretto a interromperlo anzitempo, senza però evitare drammati-che conseguenze. Il talentuoso Dennis Gansel traspone nel-la Germania odierna fatti realmente acca-duti nel 1967 alla Cubberley High School di Palo Alto in California, con l’esperimen-to di totalitarismo tentato dal docente di storia Ron Jones: lo fa con uno stile molto personale, tra videoclip e teen-movie, evi-denziato da una fotografia estremamen-te realistica e da un cast brillante e da una colonna sonora trascinante che ben ac-

compagna l ’evo lvers i dell’azione. Pur se a trat-ti schema-tico, L’Onda ha un anda-mento flu-ido e lan-cia un mes-saggio for-te evitando paternalismi e patetismi, scuote le co-scienze spingendo anche il più distratto spettatore a chiedersi ”Io che cosa avrei fatto?”. Premiato al Sundance Festival 2008, applaudito a Torino, ne è vivamen-te consigliata la proiezione nelle scuole. “L’onda” (Die Welle) - 2008 - Germania – Drammatico - Regia: Dennis Gansel

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AMICI DI EMMAUSAssociazione Amici di Emmaus sede di Piadena (CR) accoglie giovani volontari per supportare l’attività di solidarietà e lavoro presso la comunità sita in Canove de’ Biazzi – Torre Picenardi (Cr) che ospita persone disagiate. Info: tel.0375/94167, 0375/380440 [email protected]

IPSIAIPSIA promuove per l’estate 2009 il pro-getto di volontariato internazionale “Terre e libertà”, campi di animazione, di lavoro, attività di conoscenza in Bosnia, Kosovo, Albania, Brasile, Argentina, Kenya, Mozam-bico, Palestina/Israele. L’attività principale del volontariato internazionale è stata e resta l’animazione giovanile nelle scuole e nei centri giovanili delle diverse locali-tà coinvolte. Da alcuni anni, però, nuove forme e modalità di intervento: attività di conoscenza e condivisione della quotidia-nità attraverso il lavoro manuale e il turi-smo consapevole e i Campi di animazione sportiva: lo sport per costruire la pace. Info: Progetto Terra e libertà, responsabile Volontariato internazionale IPSIA Silvia Maraone tel.: 02 7723285 [email protected]

AMBASCIATA DELLA DEMOCRAZIA LOCALE A ZAVIDOVICI IL PROGETTO STRANI VARIL’Associazione “Ambasciata della demo-crazia locale a Zavidovici” nasce nel 1996 in seguito ai conflitti in Bosnia. Oggi si configura come una struttura che vede al suo interno la collaborazione tra grup-pi del volontariato e della società civile, o.n.g, enti locali italiani ed europei ed organizzazioni internazionali (il Consiglio d’Europa). Il progetto Strani Vari nasce nel 2003 dall’incontro di un gruppo di giova-ni italiani che, grazie al partenariato che lega l’Ufficio della Pace di Alba, l’Arci di Cremona e l’ADL (Ambasciata di Demo-crazia Locale) di Zavidovici (Bosnia Cen-trale), vengono a contatto con la realtà bosniaca e decidono di proporre attività estive rivolte ai bambini della città di Za-vidovici. Strani Vari è semplicemente un riproporre il nostro”estate ragazzi”, con

attività sulle tematiche del riciclaggio e riutilizzo di materiali. Le attività, gestite prevalentemente da volontari italiani sono però supportate, da giovani volon-tari bosniaci. Info: ARCI tel. 0372/[email protected]

ARCI ESTATE 2009 L’Arci Cremona promuove l’esperienza dei campi di volontariato all’estero. An-che quest’anno ci saranno accanto ad esperienze di condivisione del lavoro concreto delle realtà in cui sono organiz-zati i campi anche esperienze di anima-zione, di conoscenza ed alcuni workshop tematici. Il costo dei campi varia a secon-da delle destinazioni: in linea di massima i campi nell’area mediterranea costeranno intorno ai 900 euro mentre per gli altri partirà dai 1600 euro. Info: [email protected] [email protected] tel. 0372/456371 Referente: Simonetta Donsante

GRUPPO LENTE E CAMPAGNA SUDANUn’esperienza di associazionismo che ha saputo coniugare la propria anima locale con la crescita a livello nazionale e inter-nazionale è quella del Gruppo informale Lente di Cremona, nato un anno fa come luogo di discussione sulla crisi umanitaria e politica del Sudan, e oggi legato ad un network nazionale e internazionale. L’atti-vità del Gruppo Lente si è incrociata, pas-sando attraverso le ACLI di Cremona, Ip-sia e l’ONG Mani Tese di Milano, con le ini-ziative promosse dalla Campagna Sudan,. Due i progetti di punta, uno destinato in particolare alla tutela dei diritti della po-polazione femminile sudanese e uno di cooperazione, rivolto al sostegno di una scuola femminile nella città di Swakin. Info: Campagna Sudan tel.320 [email protected]

LEGAMBIENTENei campi di volontariato si recuperano e valorizzano territori, ambienti, monu-menti e antichi saperi che sono minaccia-ti dall’abbandono, anche culturale. Un’al-tra esperienza di conoscenza la si può

fare insieme ad esperti nei campi Ricerca Naturalistica, finalizzati allo studio e alla tutela della biodiversità, o in quelli di Sal-valarte, per la riscoperta e valorizzazione dei tesori nascosti nel nostro territorio, nei campi della Legalità, organizzati nei beni confiscati alle mafie e gestiti dalle coope-rative sociali insieme alla rete Libera. An-che i molti campi di Carovana delle Alpi permettono di conoscere le comunità residenti in paesi montani e le proble-matiche che vivono quotidianamente. Ancora i campi per subacquei faranno conoscere l’archeologia sommersa, men-tre i semplici nuotatori potranno scoprire e praticare facilmente lo Swimtrekking, monitorando le coste insulariInfo: [email protected]

DRUM BUN - BAMBINI FUTURO DEL MONDO-Progetto Romania-AlbaniaIl progetto nasce nel 1997 con Don Pier Codazzi ed un grande gruppo di volon-tari, giovani e adulti, cui è parso impor-tante condividere la ricchezza di op-portunità (economiche, ma soprattutto educative) presenti a Cremona con chi, come i bambini e i giovani rumeni ed albanesi, vive in situazioni di grossa diffi-coltà, abbandono ed emarginazione. La Diocesi di Cremona, attraverso il Servizio diocesano per il disagio nell’età evolutiva e la Cooperativa sociale Nazareth hanno sostenuto l’esperienza internazionale di volontariato. Molteplici sono state le at-tività proposte in Romania e in Albania: formazione e animazione, campi di lavo-ro campi di lavoro per la costruzione di spazi ricreativi (oratori) e di culto. Info: Don Pier Codazzi tel. 33535429 [email protected]

DA MONTESOLE A BARBIANA CON PAX CHRISTI PER FAR RIVIVERE LE SCELTE DI PACEDal 27 luglio al 2 agosto dal Monte Sole (Bologna) dove tanti italiani hanno per-so la vita per la libertà, per raggiungere Barbiana (Vicchio).Una proposta aperta a tutti coloro che vogliono contribuire a riflettere e a co-struire con noi, oggi, cammini di libertà e di confronto.Info: [email protected]

NONSOLORIMINI Per giovani che hanno il mondo come orizzonte

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