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24Gennaio/Febbraio 2011 - Anno 4 - Numero 31/32
Le tre vie d’uscita per pagare meno il gas e l’elettricità
L’Italia sta strettaFermento nelle aperture di filiali all’estero
Ancora molti ostacolisulla stradadelle quattroruote elettriche
Le bollette schiacciano le impreseOccorre agire su efficienzamercato libero e consorzi d’acquisto
Fabbriche e uffici di rappresentanzanei business plandi molti imprenditori Green
Legislazione, mercato e offertadi un settore che nel nostro Paeseprova a ingranare la marcia
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le24
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Perché una Pmi dovrebbe cogenerare Vantaggi, normative, finanziamenti e agevolazioni partendo dalle aziende che hanno già scelto queste tecnologieInterverrannoPmi, Distretti industriali, Esco, Banche
Il business del riciclo che fa bene alle aziende italianeQuali modelli adottare e come comunicarlo al meglio ai propri clienti InterverrannoAmministrazioni provinciali e comunali, Aziende del settore rifiuti, Consulenti
Finanziare le rinnovabili: come accedere ai prestiti A chi affidarsi, quale modello di finanziamento adottare e come procedere InterverrannoPmi, Esco, Utility, Banche
Eolico: così si può fare in ItaliaA confronto associazioni, imprenditori e cittadini che si affidano (o diffidano) del vento InterverrannoImprenditori, Associazioni, Pubbliche amministrazioni
Costruire in piena efficienza energeticaStato dell’arte della tecnologia e dei finanziamenti per una buona e sostenibile edilizia pubblica e privata InterverrannoArchitetti, Imprenditori, Fornitori di tecnologie edili
Ecco i temi su cui potete intervenire con la vostra opinione. La redazione è a disposizione per valutare gli interventi e raccogliere le opinioni
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Storia di copertina:
17 Gli imprenditori italiani cercano “alternative” all’estero
18 La Russia sul cammino dell’efficienza apre opportunità alle imprese italiane
19 Occhi puntati sull’area Bric, ma non solo
20 Costi più bassi e meno burocrazia. L’Italia del solare si fa largo negli Usa
21 Il Vecchio Continente fa gola ai produttori di moduli
22 Silfab sogna rinnovabili tutte italiane e intanto investe in Canada e Romania
• Una nuova centrale sul bacino del fiume Dobra
23 Produrre energie dagli scarti industriali. In questo, tutto il mondo è Paese
24 Una partnership per aggredire il mercato cinese e canadese
• In Algeria il Pv italiano
Normative&Direttive:
25 Il decalogo per produrre biocarburanti sostenibili • Impianti a terra limitati per legge
energia tradizionale
energia alternativa
Storia di copertina:9 Trucchi e suggerimenti per pagare meno gas e luce
11 Quanto costa comprare gas ed elettricità. Le bollette schiacciano le imprese italiane
13 Tutti alla rincorsa del prezzo fisso. Meglio diversificare tempi e prodotti
News&Mercati:14 Cresce il prezzo della materia prima. Aziende in ginocchio per i furti di rame
15 Nel nome della nuova cogenerazione, il rilancio del marchio Spark Energy
5 Sommario 7 Energy map
Storia di copertina:
27 L’auto elettrica chiede strada, ma procede a passo di ricarica
28 Che cosa prevede la delibera dell’Autorità
29 Il confronto con i veicoli tradizionali. Consumi, costi e benefici ambientali
30 Ecco che cosa ci aspettiamo dalle istituzioni pubbliche • I piani di sostegno ai veicoli elettrici in 36 Paesi del mondo e i potenziali nuovi posti di lavoro
31 Il capolinea del motore termico è lontano. Per zero emissioni altro decennio di nicchia
33 Che cosa ci propone il mercato italiano. Otto case presentano i loro ultimi modelli
35 100 punti di ricarica per diventare una “Zero emission city” • Enel va in Smart • Si produce Elettra
ambiente sostenibile
LA REDAZIONE HA CAMBIATO EMAIL E NUMERO TELEFONICO:
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Economia&Finanza39 La crisi ha un lato che ci consola. Calano i gas serra. Per ora
Predictions40 Le procedure per gli impianti energetici. Buona legge, ma quanto tempo perso
Premi&Sostenibilità41 L’innovazione sostenibile firmata Pmi. Vince la ricerca amica dell’ambiente42 Cinque idee da 100mila dollari. Maggior rendimento, minor consumo43 Un torneo davvero speciale. Premi a chi consuma meno e meglio44 La sfida è stata tra i Comuni virtuosi, ma i veri vincitori sono i cittadini45 Investire in efficienza energetica? Per molti è già un guadagno sicuro
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Libri46 Le tecnologie al servizio della sostenibilità per un’impresa che guarda ai nuovi mercati • Chiare, fresche e dolci acque. La salvezza è l’idrodemocrazia • Gestione e manutenzione. Parole chiave delle città sostenibili
Turnover47 Reso pubblico il programma operativo del Gifi per il biennio 2011/2012 • Maria Letizia Mariani entra in Philips Lighting
Agenda48 Le rinnovabili in mostra ad Agronergia • Altri appuntamenti
La posta del lettore49 Commenti e opinioni giunti in redazione
36 Qui si ricarica • Con la doppia batteria si muovono i grandi mezzi • Colonnine tuttofare: illuminano, ricaricano e “spiano”
Tecnologie&Soluzioni:
37 Termogrid: la mattonella che riscalda e raffredda senza inerzia • L’impermeabile sul tetto della tipolitografia • La luce di ceramica
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1-2/2011 24Impianti e siti regione per regione Le novità segnalate da Energia24
ELETTRODOTTOLuogo: tra Villanova (Pe) e Tivat (Montenegro)Tecnologia: elettrodottoPotenziale produttivo: un cavo da 1.000 MW collegherà per 415 chilometri (390 sotto il mare e 25 terrestri) le due coste. L’energia proveniente dai bacini idroelettrici montenegrini arriverà in Italia, secondo le stime, dal 2015Stato progetto: partenza dei lavori prevista nel 2011 Progetto sviluppato da Terna e la società montenegrina CgesNote: l’investimento previsto è di circa 760 milioni di euro. Tra i partner dell’iniziativa c’è anche A2a
FINANZIAMENTILuogo: Campania, Calabria, Puglia e SiciliaAmbito: nell’ambito del Programma operativo interregionale (Poi) 2007-2013, è stato aperto un bando dedicato a Ministeri, Università, Regioni, Province, Comuni e Comunità montane per la realizzazione di impianti per la produzione di energia rinnovabile su edifici pubbliciData scadenza: 20 aprile 2011Fondi disponibili: 20 milioni di euroNote: il finanziamento prevede la copertura fino al 100% dei costi ammissibili, compresi tra 300mila e un milione di euro (Approfondimento sul prossimo numero di Energia24)
RIGASSIFICATORELuogo: Rosignano (Li)Tecnologia: rigassificatorePotenziale produttivo: l’impianto ha una potenza annua di 8 miliardi di metri cubi di gasStato progetto: la Valutazione d’impatto ambientale (Via) ha ottenuto risposta positiva, con prescrizioni, da parte del ministero dell’AmbienteProgetto sviluppato da EdisonNote: l’investimento previsto è di circa 500 milioni di euro. Si tratta del secondo rigassificatore compreso nel territorio livornese. Il primo è in via di realizzazione a 12 miglia dalla costa
FINANZIAMENTI Luogo: Valle d’AostaAmbito: la Compagnia valdostana delle acque (Cva) ha ricevuto un finanziamento per interventi di ristrutturazione e potenziamento di quattro dighe e dieci centrali idroelettriche e per la costruzione di cinque impianti nuovi Fondi disponibili: 200 milioni di euro messi a disposizione dalla Banca europea per gli investimenti (Bei)Note: Cva, il cui capitale è controllato dalla Regione valdostana attraverso Finaosta, nel 2001 ha rilevato le 25 centrali idroelettriche dell’Enel presenti nel territorio
CITTÀ SOSTENIBILE Luogo: MilanoAmbito: la metropoli lombarda è stata monitorata in otto diverse categorie (emissioni di CO2, consumo energetico, efficienza edifici e Green hospital, trasporti, acqua, raccolta rifiuti, qualità dell’aria e politiche di gestione del verde). Il rapporto "Città sostenibili: Milano" è stato curato dall’Istituto Piepoli per conto di Siemens. I risultati premiano la metropoli lombarda per quanto riguarda i trasporti e la gestione dei rifiuti, mentre la situazione è più critica per la qualità dell’aria e il verde pubblicoNote: l’indagine su Milano fa parte di un progetto che coinvolge 10 città italiane, che ha lo scopo di analizzarne l’attuale livello di sostenibilità ambientaleTutti i dati su www.siemens.it/cittasostenibili
STORIA DI COPERTINA
Trucchi e suggerimenti per pagare meno gas e lucePer le aziende italiane efficienza energetica significherà gestire al meglio la voce acquisto energia. Non solo cambiare fornitore, ma anche mutare le condizioni di acquisto. Ecco i consigli degli esperti del settore
energia tradizionale
Energia 2011: piccole economie si
potranno fare sulle bollette elet-
triche, ma sul fronte gas le previsioni
non sono rosee. Con un possibile ri-
sparmio dello 0,2% lato luce, sarà da
mettere in conto un aumento dell’
1,3% circa. Il dito è ancora puntato
sulla non piena liberalizzazione del
mercato del gas e nei ritardi delle in-
frastrutture. Anche i fornitori stanno
riorganizzando la propria presenza
nel business del gas, complice il nuo-
vo piano legato agli Ato (Ambito ter-
ritoriale ottimale). Ma non solo. Eon,
proprio prima di Natale, ha ceduto
Eon Rete, la società che gestiva la rete
di distribuzione gas, a un consorzio
composto dal fondo di investimento
italiano F2i e Axa Private Equity. La
stessa compagine che da circa due an-
ni gestisce Enel Rete Gas, che si po-
siziona ora subito dopo la rete di Eni.
Eon a proposito dichiara: «Manterre-
mo la nostra offerta gas a tutti i nostri
clienti».
Nel frattempo entro la primavera en-
trerà in azione la delibera dell’Auto-
rità per l’energia elettrica e il gas
che ha stabilito che i fornitori di gas,
in caso di richiesta di conguagli, non
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storia di copertina
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1-2/201124
Consumi di fonte primaria, richieste di elettricità e intensità energetica
La fattura energetica italiana
La domanda di fonti energetiche primarie nel nostro Paese
Fonte: Osservatorio Aiee sull’energia, novembre 2010
La domanda di energia si è modificata nel corso degli ultimi dieci anni sia a causa della crisi economica del 2008-2009 che ha visto i consumi ridursi del 7%, sia a causa di una perdita di peso del petrolio a vantaggio del gas naturale e delle rinnovabili, sia per un aumento dell’efficienza
L’energia in Italia, anche se inciderà di meno, (per l’effetto del cambio) peserà ancora sulle imprese e sui cittadini sia per essere quasi totalmente di importazione e quindi legata ai prezzi del petrolio e del gas sui mercati internazionali, sia per essere un mercato ancora poco trasparente e controllato dai grandi gruppi oligopolisti
Difficili le previsioni per il 2011 a causa sia del perdurare di situazioni di instabilità economica, che potrebbe minare una forte ripresa dei consumi energetici, sia per le più incisive politiche di risparmio energetico ed efficienza energetica
L’Italia si conferma come il Paese con il prezzo dell’elettricità più alto in assoluto in Europa. Anche per il gas naturale, anche se meno accentuato, le nostre imprese pa-gano di più di altre imprese con eguali forniture in Francia, Belgio e Spagna
Fonte: Osservatorio Aiee sull’energia, novembre 2010
Fonte: Osservatorio Aiee sull’energia, novembre 2010
Fonte: elaborazione de Il Sole 24 Ore
I prezzi dell’elettricità
… e il prezzo del gas naturale
2008 2009
Combustibili solidi 16,7 13,7
Gas naturale 69,5 64,0
Importazione di energia elettrica 8,8 9,8
Prodotti petroliferi 79,2 74,2
Fonti rinnovabili 17,0 18,7
TOTALE 191,3 180,3
Elettricità richiesta sulla rete (TWh) 339,5 320,0
Pil (miliardi di euro costanti) 1277 1220
Intensità energetica del Pil (Tep/M euro) 149,8 147,8
Intensità elettrica del Pil (kWh/mille euro) 265,8 262,3
USI & CONSUMI
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storia di copertina1-2/2011 24
M.Cristina Ceresa
L’ANALISI DEGLI ADDETTI AI LAVORI
Quanto costa comprare gas ed elettricità Le bollette schiacciano le imprese italianeUn mix sbilanciato sulle fonti fossili, infrastrutture inadeguate, assenza di nucleare e tasse elevate tra i principali ostacoli. La via d’uscita dei consorzi e dell’efficienza
Rispetto alla media europea, le
aziende pagano molto di più
l’elettricità e il gas che consumano: un
recente convegno della Fondazione
Idi (Istituto dirigenti italiani) ha esami-
nato i punti deboli del mercato ener-
getico del nostro Paese, segnalando
anche i vantaggi e le opportunità per
le industrie. L’Italia, ha spiegato il pre-
sidente dell’Aiee (Associazione italia-
na economisti per l’energia), Edgardo
Curcio, possiede un mix troppo sbilan-
ciato sulle fonti fossili più costose e
inquinanti (petrolio e gas). Dal 2000 al
2009 la situazione è cambiata di poco:
il petrolio è sceso dal 50 al 42% del
mix, il gas è salito dal 31 al 35%, men-
tre le rinnovabili sono passate dal 7 al
10%, con il carbone quasi invariato,
dal 7 all’8 per cento. Il nostro Paese
continua a importare circa l’80% della
torta complessiva di energia primaria,
senza essere del tutto autonomo nem-
meno nella generazione elettrica. Di-
fatti, nonostante le nostre centrali sa-
rebbero in grado di soddisfare tutta la
domanda, c’è sempre un 15% di ener-
gia elettrica acquistata all’estero.
Il problema è il gas, perché il 60% de-
gli impianti termoelettrici italiani uti-
lizza questa fonte per produrre elettri-
cità. Curcio ha ricordato le trasforma-
zioni avvenute nel mercato dell’oro
azzurro negli ultimi anni. Da quando
gli Stati Uniti hanno iniziato a estrarre
a costi contenuti il cosiddetto gas non
convenzionale (shale gas, situato in
depositi profondi di rocce poco per-
meabili o nelle sabbie bituminose), le
riserve mondiali sono cresciute di circa
il 35 per cento. Il gas diventa sempre
Il confronto del mix energetico
Fonte: Osservatorio Aiee sull’energia, novembre 2010
potranno emettere fatture da pagare
in un’unica soluzione.
Prevale la buona pratica dove “i clien-
ti avranno diritto a rate costanti, in un
numero pari a quello delle bollette
emesse fra un conguaglio e quello
successivo”. La delibera prevede an-
che “la non cumulabilità delle rate”:
in altri termini, dovranno mantenere
la stessa periodicità delle bollette.
Fondamentale che si richieda la rateiz-
zazione entro la scadenza della fattu-
ra e, inoltre, che i fornitori indichino
chiaramente quando una bolletta può
essere pagata a rate. Insomma, siamo
sulla strada della razionalizzazione e,
come potrete approfondire in questa
“Storia di copertina” di nuove moda-
lità di acquisto dell’energia. Gli spazi
di manovra ci sono.
storia di copertina
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1-2/201124
Luca Re
più conveniente, soprattutto se acqui-
stato con contratti “spot”, slegati dal-
le quotazioni del petrolio. I tradiziona-
li contratti “take or pay”, applicati dai
principali Paesi esportatori come la
Russia e l’Algeria, possono invece co-
stare fino al 40 per cento in più delle
forniture che seguono le quotazioni di
mercato.
In Italia, però, le grandi compagnie co-
me Eni/Edison, sono rimaste ancorate
ai contratti con un prezzo fisso per un
determinato volume di gas, come ha
spiegato Curcio nella sua relazione.
L’Autorità per l’energia elettrica e
il gas ha diminuito le tariffe dallo scor-
so ottobre, avendo introdotto per la
prima volta una percentuale di gas
“spot”. Intanto, durante l’estate, i
prezzi delle forniture erano aumentati
di oltre il 12% dopo la frana che ha
bloccato il gasdotto Transitgas, da cui
proviene il 15% dell’oro azzurro con-
sumato in Italia.
Per quanto riguarda il mercato elettri-
co, si scopre che le quotazioni della
Borsa elettrica italiana sono media-
mente più elevate del 30-40% rispetto
agli altri Paesi europei. Secondo la so-
cietà americana Nus Consulting, cita-
ta dal presidente di Aiee, il prezzo me-
dio dell’elettricità per le imprese italia-
ne è pari a 12,557 centesimi di euro
per kWh, contro 10,368 in Germania
e valori poco superiori a 9 centesimi in
Spagna e Gran Bretagna. In Francia è
meno della metà: 6,087.
Assenza di nucleare, tasse elevate, oli-
gopolio di pochi gruppi energetici, in-
frastrutture inadeguate (reti e capacità
di stoccaggio) sono i principali ostacoli
per un mercato elettrico e del gas dav-
vero competitivo, sostiene Curcio. Per
Angelica Orlando, responsabile anti-
trust e analisi normativa di Enel, la libe-
ralizzazione del settore elettrico è già
completa, perché l’ex monopolista ha
ceduto la propria rete di trasmissione,
a differenza di molti Stati europei, qui
da noi esiste un’Autorità indipendente
e, infine, la quota di mercato Enel è
scesa al 25% nel 2009. La Orlando
punta il dito contro il mix energetico
sbilanciato su gas, petrolio e derivati
senza nucleare, sulla pressione fiscale
eccessiva (23% sulle bollette elettriche,
44% su quelle del gas) e, guardando
all’oro azzurro, sulla mancata separa-
zione della rete dal distributore domi-
nante (Eni). C’è, comunque, anche una
critica ai contratti “spot”, perché i
prezzi sono molto volatili. Che cosa sa-
rebbe successo, si è chiesta la respon-
sabile antitrust di Enel, se nella crisi del
gas del 2006 tra Russia e Ucraina i di-
stributori non avessero potuto contare
sui contratti “take or pay” già siglati?
Che cosa possono fare le aziende per
ridurre i costi energetici? Curcio se-
gnala tre vie. La prima è guardare con
più attenzione al mercato libero, valu-
tando tutte le offerte degli operatori e
scegliendo quella che meglio si adatta
ai propri consumi.
Finora circa il 32% delle imprese ita-
liane ha cambiato almeno una volta
fornitore di elettricità. La seconda è
associarsi in un consorzio d’acquisto,
capace di ottenere prezzi inferiori per
tutte le aziende. La terza, infine, è re-
alizzare interventi di efficienza ener-
getica (caldaie a condensazione, re-
cupero di calore da impianti elettrici e
termici, installazione d’inverter), di-
rettamente o attraverso una società di
servizi energetici (Esco, Energy service
company). Senza contare le possibili-
tà di produrre in modo autonomo
energia e calore con le fonti rinnova-
bili, come pannelli solari, mini eolico
e biomasse.
Fonte: Osservatorio Aiee sull’energia, novembre 2010
Andamento della produzione nazionale e import energetico
13
storia di copertina1-2/2011 24
I METODI D’ACQUISTO
Tutti alla rincorsa del prezzo fisso Meglio diversificare tempi e prodottiLe Pmi faticano a mutare vecchie abitudini e i fornitori stentano a imporre nuove formule. Il confronto in una tavola rotonda moderata da Energia24
Comprare bene, comprare meglio
l’energia. È quello che le aziende ita-
liane dovrebbero proporsi di fare per otte-
nere dei risparmi. Che non significa solo
spuntare il migliore prezzo. Ma anche pro-
grammarlo. E, per esempio, ci sarebbe da
ragionare anche sui momenti di acquisto
dell’energia. La grande corsa degli ultimi
mesi dell’anno ha ormai poco senso. Lo
dice chiaramente Andrea Chinellato, di-
rettore generale Electra Italia, intervenuto
a una tavola rotonda moderata da Ener-
gia24 in occasione del convegno “Nuovi
mercati energetici e opportunità per le im-
prese italiane”, sponsorizzato da Egl.
Chinellato ritiene che «uno dei punti critici
nel processo di liberalizzazione è proprio la
campagna di vendita effettuata negli ultimi
mesi dell’anno. Le offerte e le richieste so-
no ancorate a schemi del 2002/2003. Il
processo di acquisto dell’energia elettrica
non si è evoluto».
E così in Italia tra le Pmi sembra prevalere la
scelta del prezzo fisso («un po’ meno se si
parla di gas» è il parere di Vincenzo Co-
razza, direttore affari regolatori & opera-
tion di Vivigas). «Invece, acquistare ener-
gia elettrica - commenta ancora Chinella-
to - non vuol dire comprarla tutta in un
unico momento, bensì fare una scelta di
prodotti diversi in momenti differenti
dell’anno». Per evitare il rischio di un prez-
zo troppo alto o troppo basso. Eppure, le
Pmi sembrano poco avvezze «a cambiare
metodi di acquisto»: lo afferma Massimo
Bello, consigliere delegato Dse, che fa os-
servare come il comparto Pmi mostra gran-
di difficoltà a recepire discorsi di rinnovo
contratti, perché è difficile dedicare risorse
del management a problematiche di que-
sto tipo. Per cui la domanda che si sentono
rivolgere le Utility è molto semplice e il suc-
co è che «chiedono di non pagare l’energia
più del loro competitor». Forse basterebbe
che i fornitori di energia ci mettessero un
po’ più di creatività e marketing. Lo dice
anche Andrea Selvaggi, comodity deri-
vatives director di Barclays Capital, che
afferma: «Non si deve aver paura di pro-
porre cose nuove. E soprattutto è necessa-
rio spiegare ai clienti in modo chiaro il pro-
dotto, che diventa così più vendibile». Non
tutti i rappresentanti delle Utility presenti
alla tavola rotonda sono, però, concordi
con il consiglio. E questo la dice lunga.
M.Cristina Ceresa (ha collaborato Chiara Scalco)
Vincenzo Corazza, VivigasNon credo che l’Italia, malgrado i pronostici, rimarrà senza gas. Abbiamo 12 progetti di rigassificazione in stato avanzato e il decreto stoccaggi aiuterà.
Massimo Bello, DseNon abbiamo grandi segnali di consumi elet-trici in aumento. La maggiore criticità è la morosità. E dobbiamo puntare su competi-zione, innovazione nei servizi e approccio col cliente.
Andrea Chinellato, Electra ItaliaLa maggiore criticità è la poca liquidità dei mercati a termine rispetto ai mercati a spot. Ora non è possibile avere offerte per il 2012 e il 2013. Dobbiamo, invece, fare un salto e avere più liquidità.
Andrea Selvaggi, Barclays CapitalLa grande incertezza regolamentare è il mo-tivo per cui i mercati non si evolvono e non hanno offerte a lunga scadenza. Bisogna osa-re e proporre offerte innovative ai clienti.
Hanno detto: qualche spunto su cui ragionare
news&mercati
14
1-2/201124
L’impennata dei prezzi del rame, che
hanno raggiunto nuovamente livelli
record, ha dato ulteriore linfa a un feno-
meno che da tempo sta preoccupando
produttori e Utility. Del disagio s’è fatta
interprete Confindustria Anie che ha solle-
citato il ministero degli Interni a una rinno-
vata attività di contrasto. Non si tratta di
una novità per il sistema delle imprese che
da tempo convivono con il problema. Dal-
le modalità dei furti si registra una partico-
larità: dalla criminalità organizzata, quale
maggiore interprete con rapine a mano
armata del 2008, a una diffusa e capillare
serie di episodi che hanno per protagonisti
gruppi o individui non ben strutturati in
organizzazioni. Comunque sia, il danno
assume contorni preoccupanti. I tentativi
di furto sono reiterati negli stessi siti da tre
fino addirittura a trenta al mese, una deva-
stante pratica quotidiana. Quando si parla
di tentativi, ciò si deve al fatto che le azien-
de hanno potenziato i sistemi di videosor-
veglianza, antintrusione, vigilanza armata,
sopportando costi altissimi.
Il fenomeno colpisce per oltre il 20% pro-
duttori di cavi e fornitori di tecnologia per
l’elettrificazione delle reti ferroviarie, per le
quali il rame rappresenta circa il 40% dei
costi di produzione. Ancor più preoccu-
pante la situazione nel settore delle Utili-
ties: le Fs hanno registrato quasi mille fur-
ti di rame sulle infrastrutture che hanno
provocato la messa fuori servizio di tratte
della Rete con disagi alla circolazione e per
ALLARME DI CONFINDUSTRIA ANIE
Cresce il prezzo della materia prima Aziende in ginocchio per i furti di rameLe imprese lamentano un’impennata dei tentativi fino a uno al giorno per un intero mese. Crescono i costi per garantire la vigilanza
la sicurezza dei treni. Per quanto riguarda
la collocazione geografica, non c’è diffe-
renza tra Nord e Sud.
VARIAZIONI % A EURO CORRENTI
Giugno 2010 /Maggio 2010
Giugno 2010 /Giugno 2009
Gennaio - Giugno 2010 / Luglio - Dicembre 2009
Gennaio - Giugno 2010 /Gennaio - Giugno 2009
METALLI -1,6 30,1 18,5 37,1
GOMMA 3,7 22,4 14,5 18,3
ACCIAIO 2,6 15,0 10,1 0,8
RAME -2,4 47,0 24,6 73,2
STAGNO 1,4 32,2 29,2 43,4
ZINCO -8,8 26,8 18,6 60,6
PIOMBO -6,9 12,3 7,6 48,4
ALLUMINIO -2,2 27,4 21,5 30,0
NICKEL -9,8 35,3 24,2 83,5
PETROLIO GREGGIO
1,4 25,7 19,5 52,8
Indice ponderato dei prezzi delle materie prime
Indice ponderato del prezzo del rame
Euro correnti, Indice base gennaio 2000=100
Fonte: Elaborazioni Servizio centrale studi economici su dati Lme
Fonte: Elaborazioni Servizio centrale studi economici su dati Lme
15
news&mercati1-2/2011 24
Storia di un’acquisizione tutta italiana.
Il settore è quello della cogenerazio-
ne e i protagonisti sono da una parte il
Gruppo Riello e dall’altra Dsf. Da tempo
le due realtà si conoscevano per una lun-
ga collaborazione nata a fine anni 80: la
prima, oltre alle storiche caldaie, produ-
ceva microcogeneratori e cogeneratori
alimentati a gas metano e biogas; la se-
conda affiancava alla progettazione di
quadristica e impiantistica elettrica anche
la realizzazione di impianti di cogenera-
zione. E Spark Energy era uno dei marchi
che proponeva ai propri clienti.
Poi, alcuni anni bui contraddistinguono
Spark Energy fino a subire nel 2006 un
periodo di concordato preventivo. A ri-
schio i posti di lavoro e la chiusura della
fabbrica veneta di Possagno. Quindi, il
nuovo corso: quello in cui Riello, a metà
2010, decide di cedere proprio a Dsf il
marchio. Con quest’ultima che ha inten-
zione di rilanciare fortemente sulla coge-
nerazione da gas metano e biomassa per
raggiungere entro il 2013 almeno 20 mi-
lioni di euro (su 38 come prevede il piano
industriale di Dsf che si occupa anche di
fotovoltaico). L’operazione “Spark Ener-
gy” è così portata a termine per un valo-
re di un milione e mezzo di euro. Il che
prevede l’acquisizione del marchio, del
pacchetto commerciale, dei magazzini e
dei relativi cespiti. Nasce così la Spark
Energy Srl che sarà un soggetto giuridico
indipendente con il Gruppo Dsf che ne
detiene il pacchetto di maggioranza.
«Crediamo che la cogenerazione sia la
strada migliore per ottenere l’efficienza
energetica cui l’Italia deve apprestarsi a
raggiungere entro il 2020 e che permet-
ACQUISIZIONI
Nel nome della nuova cogenerazione il rilancio del marchio Spark EnergyDopo la cessione di Riello al Gruppo Dsf, inizia bene il 2011 con ordini in portfolio Indiscrezioni su un altro socio per sviluppare ricerca e progetti
te da subito risparmi nell’ordine del 30%
- ha affermato Giorgio Cavagnera, pre-
sidente del Gruppo Dsf -. Ma non solo.
Crediamo che sia una tecnologia esente
da speculazioni di mercato (il riferimento
va al fotovoltaico, tecnologia che è co-
munque presente nel portafoglio pro-
dotti di Dsf - ndr) e capace di grandi ap-
plicazioni».
E il 2011 inizia bene: «Non solo abbiamo
ordini in portfolio - commenta a propo-
sito Luca Baccega, direttore generale
Spark Energy -, ma è stato stanziato un
budget significativo per la ricerca e lo svi-
luppo di nuove soluzioni in grado di mi-
gliorare l’efficienza delle nostre macchi-
ne». Indiscrezioni parlano di un nuovo
socio che a breve potrebbe entrare in
gioco portando in dote il progetto di un
ibrido che assocerà la cogenerazione sia
sia a fonti fossili sia a rinnovabili.
I prodotti voce per voce
Linea microSpark: microgenerazione da 10 a 65 kW per applicazioni residenziali e piccole aziende
Linea bioSpark: microgenerazione a biogs fino a 999 kW per impianti alimentati a biomassa agricola e industriali
Linea bluSpark: centrali di cogenerazione a gas metano con moduli fino a 2MW per autoproudzine
Centrali di autoproduzione
Giorgio Cavagnera
M.Cristina Ceresa
Mitsubishi Electric Europe B.V.Mitsubishi Electric Europe B.V. · Centro Dir. Colleoni, Pal. Sirio 1 · Agrate Brianza (MB) · tel. 039 60531 · fax 039 6053689 · www.mitsubishielectric.it · [email protected] · Centro Dir. Colleoni, Pal. Sirio 1 · Agrate Brianza (MB) · tel. 039 60531 · fax 039 6053689 · www.mitsubishielectric.it · [email protected]
Il sole è una fonte di energia inesauribile, sicura, ecocompatibile. E molto redditizia. Infatti, grazie all’incentivazione delIl sole è una fonte di energia inesauribile, sicura, ecocompatibile. E molto redditizia. Infatti, grazie all’incentivazione delConto Energia e al risparmio sulla bolletta elettrica, il fotovoltaico è oggi una vantaggiosa opportunità di investimento.Conto Energia e al risparmio sulla bolletta elettrica, il fotovoltaico è oggi una vantaggiosa opportunità di investimento.
Ecco perché è meglio scegliere un partner affi dabile come Mitsubishi Electric, che vanta oltre 25 anni di esperienza Ecco perché è meglio scegliere un partner affi dabile come Mitsubishi Electric, che vanta oltre 25 anni di esperienza nell’industria solare e offre la garanzia di soluzioni tecnologicamente avanzate, nell’industria solare e offre la garanzia di soluzioni tecnologicamente avanzate, inalterabili nel tempo e dal rendimento eccezionale.inalterabili nel tempo e dal rendimento eccezionale.
NNon a caso Mitsubishi Electric è l’unica a proporre sia pannelli fotovoltaici sia on a caso Mitsubishi Electric è l’unica a proporre sia pannelli fotovoltaici sia inverter appositamente studiati per il mercato europeo, garantendoli per 5 anni inverter appositamente studiati per il mercato europeo, garantendoli per 5 anni sui difetti di fabbricazione e per 25 anni sulla producibilità.sui difetti di fabbricazione e per 25 anni sulla producibilità.
ll sole raccomanda i sistemi fotovoltaiciMitsubishi Electric.
050959-ENERGIE 24 210X297.indd 1 10/09/10 09:29
STORIA DI COPERTINA
Gli imprenditori italiani cercano “alternative” all’esteroUffici commerciali e siti produttivi Oltreconfine nei business plan di molte realtà. E come dimostra l’inchiesta di Energia24 non solo nei Paesi in via di sviluppo. La storia di Almeco, Elettronica Santerno, Mx Group, Silfab...
energia alternativa
Quest’Italia che sta stretta, or-
mai, a molti e che ha appena
perso “una posizione” (scendendo al
sesto posto nella corsa alle rinnovabi-
li, come attesta il Renewable energy
country attractiveness indices di
Ernst & Young), si sta ormai specia-
lizzando nell’esportare all’estero co-
noscenze e tecnologie “alternative”.
Terre di conquista: i Paesi in via di svi-
luppo in genere e l’area Bric.
Ma, dall’inchiesta portata avanti da
Energia24, gli imprenditori italiani si
stanno muovendo con forza anche
Oltreoceano, a partire dagli Stati Uni-
ti e dai Paesi confinanti (Canada in
primis). Aree geografiche e governa-
tive che - come molti apprezzano -
non permettono più il puro commer-
cio di apparati, ma “invitano viva-
mente” a produrre in loco (pena
l’esclusione dal mercato, non per vi-
zio, ma per decreti legge) .
E così, il nostro Paese che, sempre se-
17
storia di copertina
18
1-2/201124
Un anno fa il presidente Medvedev ha inserito l’efficienza energetica tra i cinque settori prio-
ritari per la modernizzazione della Russia. Ciò apre grandi possibilità di partnership tra aziende italiane e russe, che possono ora estendere la positiva colla-borazione, che già esiste nel settore delle energie tradizionali, anche al settore delle rinnovabili e dell’efficienza energetica. Anche in questi settori, infatti, Italia e Russia sono partner a forte integrazio-ne complementare. L’indicazione di Medvedev ha portato all’adozione di una legge federale sul risparmio e l’efficienza ener-getica e alla nascita dell’Agenzia energetica russa (Rea) per attuare misure di efficienza energetica. Questa Agenzia poggia sul sistema di centri di ricer-ca scientifica e tecnica presenti da 40 anni in oltre 70 Regioni, che impiegano più di 2mila dipendenti. In poco tempo, quindi, è stato possibile creare un enor-me e complesso sistema finalizzato a sostenere l’ef-ficienza energetica nelle Regioni e a livello settoriale. Infine, nell’ottobre scorso è stato adottato il pro-gramma statale sul risparmio e l’efficienza energeti-ca della Russia fino al 2020, che stabilisce misure di sostegno finanziario per l’efficienza energetica.Le prospettive e gli strumenti di cooperazione sono stati al centro dei lavori del recente Forum di dialogo italo-russo di Verona, dedicato alla partnership pub-blico-privata per l’efficienza energetica e lo sviluppo delle energie rinnovabili.Il mercato per gli impianti per il risparmio energetico in Russia è potenzialmente enorme. Il primo passo della Russia sarà la creazione di un database delle migliori tecnologie disponibili nel settore, e la pro-
mozione attiva delle più avanzate tecnologie stranie-re nel mercato russo. E l’Italia, uno dei leader tecno-logici mondiali in questo campo, può assumere da subito una posizione di leadership.Lo sviluppo del settore richiederà la creazione di nuovi meccanismi di mercato, e in questo contesto diventa preziosa l’esperienza italiana sui prodotti fi-nanziari utilizzati in progetti di efficienza energetica e sui sistemi di negoziazione dei Certificati bianchi. Sono preziose anche le idee italiane nella promozio-ne dell’efficienza energetica sia presso le imprese, sia presso la popolazione. I progetti di risparmio energetico e di sviluppo delle energie rinnovabili ri-chiedono finanziamenti a lungo termine, e anche su questo versante le prospettive sono concrete: il Fo-rum di Verona si è chiuso proprio con l’impegno di alcuni fra i principali gruppi bancari italiani e russi - IntesaSanpaolo, Mps, Banco Popolare, Vneshe-conombank e Gazprombank - a stabilire un tavolo comune per finanziare progetti nel campo dell’effi-cienza energetica e delle energie rinnovabili in Italia
e in Russia. Per coordinare la collaborazione tra i due Paesi in questo settore, si sta lavorando alla creazio-ne di un’agenzia italo-russa dedicata, composta per parte russa da Rea, ministero dell’Energia, ministero dello Sviluppo economico e Gazprombank, e per parte italiana da Enea, ministero dello Sviluppo eco-nomico e ministero dell’Agricoltura. La strada della Russia verso la Green economy è ap-pena agli albori e l’Italia è nella posizione giusta per accompagnarla.
Antonio Fallicopresidente di “Conoscere Eurasia”
NASCE L’AGENZIA REA
La Russia sul cammino dell’efficienza apre opportunità alle imprese italianeUn database per trovare le più avanzate tecnologie da introdurre sul mercato. Tavolo comune sui finanziamenti tra gruppi bancari
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storia di copertina1-2/2011 24
condo la ricerca Ernst & Young sul
grado di corsa verso le rinnovabili,
malgrado abbia da sempre messo a
punto il più generoso Conto energia
del mondo, ha ceduto addirittura il
passo al Regno Unito.
Questione di Piani
Il Paese oltre la Manica piace agli in-
vestitori per la revisione governativa
della spesa pubblica e, in particolare,
si deve notare che ha convinto la
pubblicazione del National Infrastruc-
ture Plan che si è indirizzato verso un
forte supporto alle rinnovabili e a
specifici investimenti nell’eolico of-
fshore.
Ovviamente è la Cina - manco a dirlo
- la meglio piazzata al mondo: la spesa
record per l’eolico nel terzo trimestre
2010 ha rappresentato quasi la metà
di tutti gli investimenti in quest’ener-
gia a livello mondiale. I dati del secon-
do trimestre parlavano già di una cifra
intorno ai 10 miliardi di dollari, su un
totale mondiale calcolato attorno ai
20 mililiardi
La conseguenza “pratica” è che
quest’anno, in buona sostanza, una
turbina su due, tra quelle realizzate
nel mondo, è entrata in funzione pro-
prio nei campi e nei mari cinesi.
Crescono anche Brasile e Giappone. Il nuovo target fissa-to dal Governo giapponese per ridurre le emissioni di
gas serra del 25% (sul totale del 1990) rappresenta un signi-ficativo aumento rispetto al precedente 8%. E il piano ener-getico del Brasile per il 2017 contempla la produzione di 7,3GW dalla capacità totale combinata di fonti eoliche, bio-masse, acqua, per arrivare nel 2020 a toccare il 10% sul to-tale della produzione.Il Regno Unito sale di una posizione (al sesto posto), a segui-to dell’ottimismo scaturito dai piani previsti per migliorare le
connessioni nella rete di distribuzione e dell’annuncio di ul-teriori 1,15 miliardi di sterline di investimenti nella rete stessa. Ma le dimensioni di alcuni mercati Oltreoceano e, in partico-lare, la velocità di crescita nel campo delle rinnovabili rag-giunta dalle “tigri” asiatiche ha impattato sulla capacità del Regno Unito di attrarre investimenti significativi dai mercati globali. Negli Stati Uniti l’ambizioso “Climate change bill” non è ancora stato approvato, ma con il momento peggiore della crisi ormai alle spalle le previsioni di sviluppo restano ottimistiche.
IL RESTO DEL MONDO
Occhi puntati sull’area Bric, ma non solo
storia di copertina
20
1-2/201124
STORIE D’IMPRESE ALL’ESTERO
Costi più bassi e meno burocrazia L’Italia del solare si fa largo negli UsaMx Group trova opportunità nel New Jersey per i suoi pannelli. Il termodinamico di Almeco punta sulla ripresa del mercato edilizio degli Stati Uniti
Siamo nell’East Coast degli Stati
Uniti d’America. Più precisamente
nel New Jersey. È qui che il gruppo
italiano Mx Group (che per l’occasio-
ne ha fondato Mx Solar Usa) ha de-
ciso di fabbricare i pannelli fotovoltai-
ci policristallini che saranno immessi
sul mercato americano.
A capo della nuova realtà troviamo
Carmelito Denaro, che spiega: «Per
vendere pannelli fotovoltaici negli Usa
bisogna fabbricarli in loco. Altrimenti
non ti prendono neanche in conside-
razione. Per noi significa anche conte-
nere i costi di produzione. In fondo, la
manodopera incide solo per il 4%, il
resto sono costi legati alle materie pri-
me. E l’energia negli Stati Uniti la si
paga veramente molto meno che in
Italia».
Rilevando una fabbrica dove un tem-
po si costruivano microprocessori, Mx
Solar Usa prevede di costruire 65 MW
iniziali per arrivare a 130 nel giro di
nove mesi. E per far ciò ha investito
14,5 milioni di dollari (5,5 milioni ap-
portati da un equity, il resto a caratte-
re privato).
Intanto, anche gli stabilimenti italiani
di Villasanta e Mezzago, in Brianza,
sfornano pannelli a tutto andare (180
MW di produzione annua). Nei piani
dell’azienda, da due anni, anche un
ampliamento di questi siti, ma il pro-
getto è “bloccato” da lungaggini bu-
rocratiche. Tanto che Denaro non lo
nasconde: «Se a breve non ci danno
l’ok, lo stabilimento nuovo andiamo a
costruirlo in Svizzera».
Intanto, Denaro si è trasferito a vivere
a New York e nota altre differenze.
Tra cui spicca la facilità di aprire atti-
vità negli Stati Uniti. «Ci siamo riuniti
di fronte a una commissione per spie-
gare il progetto e ci hanno dato 10
minuti di tempo per spiegarlo. Poi altri
15 minuti sono stati dedicati a rispon-
dere alle loro domande. Una volta ac-
cettato, ci hanno fornito una lista di
professionisti, senza alcuna racco-
mandazione, che abbiamo contattato
per cercare il sito, le agevolazioni e
per avviare la società». Da agosto a
dicembre lo stabilimento di circa
50mila metri quadri è stato rimoder-
nato e darà lavoro a circa 200 perso-
ne. Ora Mx Solar Usa attende clienti
individuati tra Utility e system integra-La sede americana di Mx Group
Carmelito Denaro
21
storia di copertina1-2/2011 24
tor. Nulla sarà venduto direttamente.
Come del resto neanche in Italia.
Anche per Almeco, gli Usa sono stati
terra di conquista. Ad Atlanta nel
marzo 2010 è stato inaugurato uno
stabilimento che si occupa della fini-
tura e della commercializzazione in
tutti gli Stati Uniti della soluzione in
alluminio per il solare termodinami-
co. «La sede americana partita con
un fatturato di 10 milioni di dollari,
ha già raddoppiato gli utili. E presto
toccherà i 30 milioni di dollari - affer-
ma Onorato Fiorentini, Ceo di Al-
meco -. Stiamo approfittando della
ripresa del mercato locale dell’edilizia
e questo ci sta facendo crescere le
vendite in un mercato che è diventato
per noi fondamentale». Diversifica-
zione ed export hanno permesso
all’azienda milanese di uscire da un
periodo negativo che nel 2009 le ave-
va portato via il 27% del fatturato.
Energia solare e risparmio energetico
le aree di rilevanza. Così è nata Vega,
una soluzione in alluminio per le cen- M.Cristina Ceresa
Il Vecchio Continente fa gola ai produttori di moduli
Anche il Vecchio Continente fa gola ai produttori di moduli. Sembra, infatti, che Suntech non escluda di poter inaugurare presto un sito che
permetta una logistica più esile e veloce. A oggi i moduli sono sfornati dalle factory cinesi e, da qualche mese a questa parte, anche da una fabbrica americana (situata in Arizona) aperta per coprire il mercato locale. Il tutto per superare la capacità produttiva che nel 2008 era valutata attorno a 1 GW. Tanto quanto basta per far balzare Suntech al primo posto della classi-fica dei produttori mondiali di Pv (fonte Ims Research dello scorso agosto), seguita da First Solar (cui avrebbe recentemente rubato il primato), Sharp e Trina Solar. Quinta è un’altra cinese: Yingli. Per Suntech ciò significa aver installato 2,5 GW, «ovvero - secondo un’allegoria visiva fatta da Vincenzo Quintani, direttore vendite per il Sud Europa (Italia, Spagna e Portogallo) - moduli che coprirebbero due volte la distanza tra Monaco e Shanghai». È il mercato polacco a far gola al Gruppo Relight, già presente in Europa e negli Stati Uniti, che per l’occasione ha fondato la controllata Relight Cee. La pipeline prevede progetti in via di sviluppo nel settore eolico per la realiz-zazione di oltre 300 MW, un terzo dei quali in costruzione entro il 2013. Rientra in questo piano l’accordo siglato con la svedese Greenfield Wind per un investimento complessivo di circa 175 milioni di euro per la realizza-zione dei progetti che, una volta costruiti, rimarranno di proprietà del Grup-po Relight. Il completamento del portafoglio, che prevede lo sviluppo degli impianti a partire dalla fase iniziale di identificazione dei siti, viene portato avanti in parallelo dal team interno, composto da professionisti italiani e polacchi. m.c.cer.
Onorato Fiorentini
trali solari termodinamico. E grazie
all’export, con i mercati statunitensi
e tedeschi che hanno fatto da traino,
nel 2010 il fatturato è cresciuto del
60%. «Ci aspettiamo anche un boom
nei mercati asiatici, dove abbiamo
intenzione di espanderci» chiosa
Fiorentini. In mente, manco a dirlo,
ha la Cina.
Suntech ha recentemente aperto una sede in Arizona
storia di copertina
22
1-2/201124
IMPRESE ALL’ESTERO/2
Silfab sogna rinnovabili tutte italiane e intanto investe in Canada e RomaniaIn Ontario la produzione di pannelli e idroelettrico in Romania. Gli obiettivi dell’imprenditore Franco Traverso per limitare l’avanzata cinese
È per una filiera delle rinnovabili tut-
ta italiana Franco Traverso, presi-
dente di Silfab, che ha come filosofia di
base la necessità di limitare l’avanzata
del mercato cinese. Ma nel frattempo
apre una fabbrica per produrre pannel-
li fotovoltaici in Ontario (180 MW) e
dopo ben quattro anni di corteggia-
mento con le autorità della zona, inizia
a lavorare nell’idrolettrico rumeno il
cui intero progetto ha richiesto ai tre
soci (Silfab, Idrofin, Hidrogest) un inve-
stimento pari a 20 milioni di euro. «Mi
spaventa l’egemonia cinese di questo
settore - dichiara Traverso -. Hanno
fondi e investimenti fuori da ogni com-
petizione leale: il Governo locale ha
regalato 38 miliardi di dollari a cinque
aziende perché si comperino il merca-
to». Parole forti che arrivano da un
imprenditore che da sempre sviluppa
rinnovabili in Italia, a cominciare dalla
fondazione di Helios Tecnology (ora
Una nuova centrale sul bacino del fiume Dobra
Romania fa rima con idroelettrico per Silfab che ha portato in casa il 10% della compagine societaria di Idrofin, società padovana già impegnata nello svilup-
po di centrali idroelettriche nell’Est eu-ropeo. Attraverso la controllata Hidro-gest Energia, Idrofin ha recentemente concluso l’intero iter autorizzativo per dar vita, sul bacino idrografico del fiu-me Dobra, alla centrale idroelettrica “Chemp Roscani” da 6.6 MWp di po-tenza, con una portata media di 2.200 litri al secondo e una produzione media annua pari a 26 GWh.
Gruppo Kerself). Piace, quindi, a Tra-
verso lavorare anche all’estero. Soprat-
tutto quando - come in Canada - il
Governo ha impostato il “nuovo Con-
to energia” favorendo i prodotti “do-
mestic”. Dal cilindro, a breve, Traverso
tirerà fuori anche una location in Cro-
azia e la produzione di materia prima
polisilicon.
Camilla Galli Macricè
Franco Traverso
La posta dei lettori di è a vostra disposizione
Scrivete pareri, inoltrate quesiti, prendete posizione: la redazione vi risponderà e pubblicherà le lettere più interessanti
nelle pagine dedicate Via email: [email protected]
Via posta: redazione Energia24, via Pisacane 1 - 20016 Pero (Milano)
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storia di copertina1-2/2011 24
STORIA D’AZIENDA
Produrre energie dagli scarti industriali In questo, tutto il mondo è PaeseLa torinese Asja non ha più confini geografici. E pensa all’India, terra di conquista anche dal punto di vista di una possibile quotazione in Borsa
Ottenere energia dagli scarti. Di
ogni tipo. Ad Agostino Re Re-
baudengo, presidente di Asja, l’illu-
minazione è venuta sulla strada di
Harvard, mentre seguiva un master.
Erano gli anni 80 in cui si paventava
con forza un imminente pick oil e si
sollecitava la creazione di energie al-
ternative. A Re Rebaudengo inizia a
venire uno sghiribizzo, come fare di
necessità una doppia virtù: prendere
gli scarti della produzione industria-
le, per antonomasia tanti e inquinan-
ti, e da questi trarne energia. Sotto-
prodotti dell’industria agroalimenta-
ri; plastica; scarti di macelli; reflui
zootecnici, Forsu (frazione organica
rifiuti solidi urbani)… chi più ne ha
più ne metta. E tanto per essere ve-
ramente creativi basti considerare
che in questi mesi c’è un progetto
portato avanti con il Politecnico di
Torino dove si sta studiando di recu-
perare i filtri e gli scarti del caffè.
Così da quindici anni, tutto questo è
un’azienda che ha sede a Rivoli. Con
aspettative internazionali, a comin-
ciare dal nome: Asja, che è un po’ di
fantasia e un po’ acronimo di chi l’ha
fondata. Una scelta che ha portato
bene perché ora la società, che conta
240 “Asja people”, sta lavorando
indefessamente anche all’estero.
America Latina, Cina e anche aree
del Mediterraneo. Insomma, quasi
tutta l’area Bric. «È naturale la no-
stra propensione per i Paesi esteri -
spiega Re Rebaudengo - contrasse-
gnati da processi produttivi poco
raffinati e da grandi quantità di sco-
rie». E gli occhi sono puntati anche
sull’India. Il cui approdo potrebbe
avvenire in una nuova modalità. Ne
parla il presidente, seguendo il filo
del discorso che si intreccia nella vo-
lontà di quotarsi in Borsa. «Siamo
pronti per una Ipo - riflette - e stiamo
solo aspettando il momento più con-
sono. È naturale che la piazza possa
essere quella milanese, anche se for-
se converrebbe aprire un’azienda in
India e quotarci là, viste le premesse
veramente interessanti che quell’area
offre nel nostro business».
Così è Asja, una sorta di Utility verde
multinazionale che ha in animo di
crescere anche quest’anno di un
buon 25% in termini di fatturato. Di
MW ne ha prodotti, solo nello scorso
anno, più di 350.000 generati da im-
pianti di biogas, eolico e un tocco di
fotovoltaico. Tecnologie tutte imple-
mentate anche presso la sede di Ri-
voli un piccolo campus in via di tra-Sono 240 i cosidetti “Asja people” guidati da Agostino Re Rebaudengo
storia di copertina
24
1-2/201124
M.Cristina Ceresa
TECNOLOGIE
In Algeria il Pv italianoLa case history di Imesa
Imesa, società del Gruppo Schia-
voni, ha avviato in Algeria i lavo-
ri per la realizzazione di un innova-
tivo sistema a energia fotovolatica
al servizio del gasdotto che la Sai-
pem, controllata da Eni, sta colle-
gando al giacimento Menzel Ledj-
met East. Ciò permetterà di garan-
tire continuativamente l’energia
elettrica alle stazioni di regolazione
anche in condizioni particolarmen-
te avverse: il gasdotto, che unisce
il giacimento al sito di lavorazione,
si sviluppa lungo 128 km in un’area
desertica, dove le condizioni clima-
tiche e geologiche sono particolar-
mente difficili e dove sarebbe molto
costoso installare cavi elettrici.
Gli impianti lungo la condotta, po-
sti a 10 km circa l’uno dall’altro,
sono dotati del sistema “stand alo-
ne”, ovvero sono provvisti di batte-
rie che accumulano energia dal
sole, assicurando l’alimentazione
delle apparecchiature anche in as-
senza della luce necessaria, come
accade di notte o durante una tem-
pesta di sabbia. In questo modo
viene assicurato il funzionamento
delle valvole che regolano il flusso
del gas e dei sistemi di trasmissione
dati, che via rete forniscono infor-
mazioni sul gas in transito.
ELETTRONICA SANTERNO
Una partnership per aggredire il mercato cinese e canadeseHa scelto la strada della partnership con produttori in loco, Elettronica Santer-
no. E con questa strategia si sta muovendo sia in Canada che in Cina. Le cifre parlano di potenze produttive da 50/100 MW nella zona dell’Ontario e molto più dei 50 MW già prodotti nel 2010 nel Paese asiatico. Una sorta di campagna acqui-sti che il Gruppo Carraro è pronto a giocare fino in fondo, giusto per bissare l’exploit che proprio la controllata Santerno ha registrato lo scorso anno (+300%). Ma Marchio Tecchio (in foto), amministrato delegato della realtà che produce inverter, spiega a Energia24 che c’è molta attenzione anche ai Paesi dell’Europa più occidentale, segnalando la Francia, l’Inghilterra e il Portogallo: «È la nostra filiale spagnola a seguire questi mercati» che, evidentemente hanno fame di inver-
ter, core business di elettroni-ca Santerno. La grande richie-sta di componentistica, si sa, ha portato a momenti di gran-de shortage nel 2010. La cosa si potrebbe ripetere? «Oggi, l’eletronica di potenza sta su-bendo una crescita molto for-te - afferma Tecchio - non solo visto il boom delle rinnovabi-li, ma anche per l’aumento di richiesta nel mondo della tra-zione elettrica che tende a saturare disponibilità. Vero è che noi stessi, per non avere più problemi, ci siamo orga-nizzati meglio allargando il parco fornitori di componenti-stica di base». m.c.cer.
sformazione, dove si sta tenendo a
battesimo proprio in questi mesi un
impianto a base di olio di colza. Oltre
a cogenerare in funzione delle ne-
cessità della sede di Asja, sarà cedu-
to calore al sistema di teleriscalda-
mento della locale Pal. Segno che gli
Asja People non solo sviluppano
nuove applicazioni energetiche, ma
inventano anche modalità innovative
di rapporto con il target clienti.
25
normative&direttive1-2/2011 24
Maria Luisa Felici
LA CERTIFICAZIONE ICIM
Il decalogo per produrre biocarburanti sostenibiliUna certificazione fissa i criteri per le diverse fasi della filiera produttiva in linea con la Ue
È entrata in vigore la direttiva Red
2009/28/Ce emanata dal Parlamento
e dal Consiglio europeo, finalizzata a pro-
muovere la produzione di energia da fonti
rinnovabili attraverso norme e obiettivi ob-
bligatori per tutti i Paesi membri dell’Unio-
ne europea. Di notevole importanza il ri-
spetto del requisito della sostenibilità nella
produzione dei biocarburanti, intesa come
tutela delle acque e della biodiversità, divie-
to di sottrazione di risorse agricole e di uti-
lizzo di biomassa proveniente da terreni
particolarmente ricchi di carbonio. I diversi
requisiti richiesti dalla Direttiva hanno spin-
to l’Icim (Istituto di certificazione industria-
le per la meccanica), organismo italiano di
certificazione indipendente, a mettere a
punto il primo schema italiano di certifica-
zione della sostenibilità dei biocarburanti in
tutta la filiera o anche in un singolo anello
della catena. «Fin dallo scorso anno l’Icim
ha iniziato a studiare uno schema di certifi-
cazione che prendesse in considerazione
tutte le diverse fasi appartenenti alla filiera
dei biocombustibili liquidi e dei biocarbu-
ranti, seguendo i criteri etici di sostenibilità
previsti dalla Direttiva» spiega Vincenzo
Delacqua, responsabile area energia di
Icim. Lo schema si basa sul documento Icim
70R064 e valuta il valore reale del risparmio
di emissioni di gas serra proveniente dalla
filiera dei combustibili liquidi e dei biocar-
buranti (bioetanolo, biodiesel, oli vegetali e
così via) in termini di anidride carbonica
equivalente di un determinato biocarbu-
rante rispetto al combustibile di origine
fossile di riferimento. Inoltre, tiene conto
anche della rintracciabilità della biomassa
al bioliquido nel corso delle fasi intermedie
di lavorazione. La Direttiva stabilisce, inol-
tre, scadenze ben precise per il futuro: ridu-
zione del 35% dei gas serra mediante bio-
carburanti e bioliquidi fin dalla sua entrata
in vigore, percentuale che tenderà a dimi-
nuire ulteriormente del 50% dal 1° genna-
io 2017 e successivamente di almeno il
60% a partire dal 1° gennaio 2018. In
quest’ultimo caso l’ulteriore decurtazione
sarà solo per quei prodotti la cui realizza-
zione è iniziata il 1° gennaio 2017 o succes-
sivamente a tale data.
Vincenzo Delacqua
TOSCANA/EMILIA ROMAGNA
Impianti a terra limitati per legge
La Giunta regionale toscana ha ap-
provato recentemente una proposta
di delibera che individua le zone dove
sarà vietata l’installazione di impianti fo-
tovoltaici a terra, in attuazione delle Li-
nee guida nazionali. È posto un limite
alla diffusione in area agricola di impian-
ti fotovoltaici di grandi dimensioni (su-
periori ai 200 kW) favorendo gli impian-
ti di piccola dimensione (da 5 a 20 kW) e
media dimensione (da 20 a 200 kW), e
privilegiando la funzione di integrazione
del reddito agricolo. Il corpo centrale del
documento fa un primo elenco delle
aree non idonee: si tratta di siti inseriti
nella lista del patrimonio mondiale
dell’Unesco, tra cui spicca la Val D’Orcia;
aree e beni immobili di notevole interes-
se culturale; aree e immobili vincolati;
zone all’interno di coni visivi e panorami-
ci la cui immagine è storicizzata; emer-
genze culturali e zone contigue a parchi
archeologici e culturali; aree naturali
protette; zone umide ai sensi della con-
venzione di Ramsar; aree Dop, Doc, Do-
cg e Igp; aree classificate a rischio idrau-
lico e geomorfologico e aree adibite a
interventi di messa in sicurezza e infine
zone vincolate in base all’art.142 del Co-
dice dei beni culturali e del paesaggio,
definendo caso per caso le eventuali ec-
cezioni ammesse.
Una normativa simile è stata approvata
anche dall’Assemblea legislativa
dell’Emilia Romagna.
.com
27
STORIA DI COPERTINA
L’auto elettrica chiede strada ma procede a passo di ricaricaSi stenta ad andare oltre i progetti pilota e le sperimentazioni, mentre la ricerca ha poco spazio. I problemi e le enormi potenzialità visti dal legislatore, dai produttori e dai consumatori. I piani di sostegno all’estero
energia sostenibile
Se diamo un’occhiata all’evoluzione
delle emissioni di CO2 negli ultimi
anni, possiamo notare che in quasi tut-
ti i settori c’è stata una diminuzione.
Solo per le automobili si è verificato un
incremento - afferma Pietro Menga,
presidente di Cei-Cives (Commissione
italiana veicoli elettrici a batteria, ibridi
e a celle a combustibile del Cei, Comi-
tato elettrotecnico italiano) -. L’auto-
mobile è rimasta indietro del 40% ri-
spetto alle altre tecnologie. Ecco per-
ché la mobilità elettrica dovrà integrar-
si nel sistema per far tornare i conti
della riduzione di CO2».
Con questa affermazione apriamo un
approfondimento sullo stato dell’arte
della mobilità elettrica in Italia, provan-
do a confrontarla con le situazioni di
alcuni altri Paesi europei e del mondo.
Quali progressi sono stati fatti negli ul-
timi mesi dal punto di vista delle moda-
lità di ricarica?
L’Autorità per l’energia elettrica e il
gas, dopo aver rimosso gli ostacoli per
l’installazione di infrastrutture di ricarica
private per veicoli elettrici attraverso la
delibera Arg/elt56/10 (aprile 2010), ha
deciso di avviare il procedimento per la
formazione di provvedimenti ai fini del-
27
storia di copertina
28
1-2/201124
la sperimentazione di sistemi di ricarica
pubblica. Lo ha fatto con la recente de-
libera Arg/elt136/10 (novembre 2010),
nella quale si sottolinea l’importanza
della mobilità elettrica e il potenziale
sviluppo di massa dei veicoli ricaricabili
in rete (vedi box).
«Con la prima delibera, l’Aeeg ha chiari-
to che con la presa di casa o del box si
può alimentare il veicolo elettrico - spiega
Andrea Caizzi, della direzione tariffe -.
Attraverso la seconda delibera, l’Autorità
si è posta anche il caso del pubblico:
l’obiettivo è quello di permettere l’avvio
di progetti pilota e consentire le speri-
mentazioni, assicurando la competizione
nella vendita di energia elettrica anche
per quanto riguarda le vetture elettriche.
Comunque, le stazioni di ricarica pubbli-
che dovranno essere installate. E a chi
pensa che anche le auto elettriche contri-
buiscano all’inquinamento, trasferendo-
lo soltanto, dico che l’effetto di un’emis-
sione dal tubo di scappamento di un’au-
to a pochi centimetri da terra nei centri
urbani è completamente diverso dalle
emissioni a 10 metri da terra di una cen-
trale termoelettrica».
I passi avanti dell’Autorità dimostrano
che la mobilità elettrica è a un punto di
svolta: da parte delle case automobilisti-
che c’è interesse verso questa nuova
forma di alimentazione, tanto che alcu-
ni modelli di vetture ibride/elettriche
sono già in vendita, mentre altri a breve
saranno immessi sul mercato. Le proble-
matiche più importanti sono, invece,
proprio quelle relative alle modalità di
ricarica e alla capacità della rete elettrica
di supportare tale tecnologia.
«Il fatto che oggi ci siano sistemi di pro-
duzione elettrica non significa che si
possa pensare automaticamente alla
mobilità elettrica - ricorda Alessandro
Sciolari, direttore scientifico di Asso-
knowledge -: affinché ci possa essere
una diffusione della tecnologia si deve
intervenire sul settore della ricerca coin-
volgendo imprese e Università».
Le potenzialità
A chi pone come problematica principa-
le delle auto elettriche la scarsa autono-
mia chilometrica (solitamente si aggira
sui 100-150 km) risponde Pietro Men-
ga, affermando che «il 60% delle auto-
mobili italiane percorre in media meno
di 30 km per ogni utilizzo: una piccola
auto plug-in, quindi, può avere un gran-
de accesso al mercato. Inoltre, il 10% di
percorrenza con veicoli elettrici in Italia
porterebbe un risparmio nazionale di
due miliardi di euro annui per costi ener-
getici ed esternalità e una considerevole
riduzione delle emissioni di CO2».
Chiara Scalco
Che cosa prevede la delibera dell’Autorità
Si legge nella delibera Arg/elt136/10:
29
storia di copertina1-2/2011 24
I CONTI FATTI DA RENAULT
Il confronto con i veicoli tradizionali Consumi, costi e benefici ambientaliPieno sfruttamento dei motori elettrici, spese dimezzate e minore manutenzione oltre ai benefici fiscali e assicurativi. Il calcolo delle tonnellate di CO2 evitate
Renault ha condotto un approfondi-
mento sui risparmi conseguibili con
un mezzo elettrico rispetto a uno ali-
mentato a benzina o diesel.
Confrontando economicamente le due
soluzioni, Renault ha calcolato che i co-
sti per chilometro di un’auto elettrica
(circa 2 centesimi di euro) sono in me-
dia cinque volte inferiori rispetto a quel-
li dei veicoli tradizionali, mentre a livello
energetico il motore elettrico risulta ol-
tre tre volte più efficiente di quello a
combustione interna. L’energia poten-
ziale, quindi, in una vettura elettrica è
sfruttata quasi tutta in energia mecca-
nica (rendimento pari al 90%), mentre
per far muovere il veicolo a benzina/
diesel solo un quarto dell’energia po-
tenziale viene utilizzato (rendimento
del 25% e la restante parte si disperde
in calore).
Prendendo in considerazione un pro-
prio veicolo elettrico, alimentato con
batterie agli ioni di litio, la casa automo-
bilistica francese ha calcolato consumi
per 0,14 kWh/km. Contando che l’elet-
tricità si aggira sui 17 centesimi per
kWh, potrebbero bastare 2,5 euro per
percorrere 100 chilometri. Per un’auto
a benzina o diesel le spese sarebbero
più del doppio. Inoltre, il motore elettri-
co necessita di meno manutenzione e
le auto sono esentate dal pagamento
del bollo nei primi cinque anni, benefi-
ciando anche di sconti del 50% sulle
spese assicurative.
Secondo Renault, inoltre, la sostituzio-
ne di 100 utilitarie a benzina con auto
alimentate elettricamente potrebbe ap-
portare benefici ambientali per 135
tonnellate di CO2 evitate ogni anno.
L’auto elettrica sembra vincere il con-
fronto senza alcun dubbio.
E come la mettiamo con la presa di rica-
rica universale?
«Renault sta partecipando a tavoli tec-
nici internazionali per la definizione
degli standard europei di ricarica» ri-
sponde Jacques Bousquet, presidente
di Renault Italia.
La Commissione europea sta, infatti,
lavorando verso questa direzione con la
collaborazione di diverse case automo-
bilistiche e ha individuato le linee guida
per stabilire, speriamo presto, uno stan-
dard comune per le prese di ricarica dei
veicoli elettrici.
Confronto economico (5 anni)
Fonte: Renault
storia di copertina
30
1-2/201124
Gfk Eurisko ha condotto, in colla-borazione con Renault, una ricer-
ca sulla mobilità elettrica (luglio 2010). Grazie a 1.500 interviste fatte a fami-glie e individui adulti, 300 interviste a giovani dai 16 ai 20 anni e 200 inter-viste a piccole e medie imprese, è sta-to prospettato un quadro relativo al potenziale mercato elettrico italiano. La crescente sensibilità nei confronti delle tematiche ambientali ha creato le basi per un possibile sviluppo della mobilità elettrica, a patto che tutti gli attori coinvolti svolgano la loro parte: case automobilistiche, consumatori finali e istituzioni pubbliche. Proprio in relazione a questo ultimo punto le aspettative nei confronti delle ammini-strazioni sono diverse, come illustrato nell’infografica.
LA RICERCA EURISKO SULLA MOBILITÀ
Ecco che cosa ci aspettiamo dalle istituzioni pubbliche
I piani di sostegno ai veicoli elettrici in 36 Paesi del mondo e i potenziali posti di lavoro
Usa
Canada
Sud America
-
auto mondiale al 2050)
Danimarca
Inghilterrra
Obiettivo:
Irlanda
Olanda
Svezia
Giovani
57 65 65
59 68 76
42 47 42
55 53 42
11 7 16
25 32 39
3 1
per la ricarica delle batterie delle auto elettriche
delle auto elettriche
sulle zone a traffico limitato
(sull’assicurazione auto,
parcheggi a pagamento, autostrada)
Adulti Aziende
Fonte: Gfk Eurisco - Renault
31
storia di copertina1-2/2011 24
DI PARERE CONTRARIO
Il capolinea del motore termico è lontano Per zero emissioni altro decennio di nicchiaLa ricerca di J.D. Power getta acqua sul fuoco degli entusiasmi. Autonomia limitata, affidabilità e prestazioni preoccupano gli acquirenti. L’assenza di strategie unitarie
L’ultima ricerca di J.D. Power getta
acqua sul fuoco nel mercato dell’au-
to elettrica. Il rapporto della società di
consulenza americana, “Drive Green
2020: more hope than reality”, lascia
poco spazio alle illusioni di chi pensa
che l’era dei veicoli a motore termico sia
arrivata al capolinea. Ciò che smorza di
più l’entusiasmo degli automobilisti per
i mezzi a zero emissioni (ibridi o elettrici
al cento per cento) è il prezzo. I poten-
ziali acquirenti si dimezzano quando
leggono i preventivi dei concessionari,
perché dovrebbero spendere in media
5mila dollari in più per una vettura eco-
logica rispetto a una tradizionale di pa-
ri livello.
Le previsioni per il 2020
Secondo J.D. Power, si venderanno 5,2
milioni di auto ibride o elettriche in tut-
to il mondo nel 2020, poco più del 7%
del mercato complessivo (70,9 milioni
di veicoli passeggeri a quella data). Per
il 2010, invece, si stima che su 44 milio-
ni di mezzi venduti, 954mila funzione-
ranno in tutto o in parte con le batterie
(2,2% del totale). Nessuna migrazione
di massa verso l’auto elettrica, quindi.
Saranno i consumatori a decretare il
successo o il fallimento della cosiddetta
mobilità sostenibile, afferma una nota
di J.D. Power, nonostante il crescente
interesse di Governi, associazioni am-
bientaliste e case automobilistiche ver-
so i nuovi motori che non inquinano. E
i consumatori, sostiene il rapporto Drive
Green 2020, saranno sempre molto dif-
fidenti, almeno nei prossimi anni.
Germania
Piano nazionale
Obiettivi: - 2 milioni di posti di lavoro
Francia
Piano nazionale
Cina
Giappone
Corea
Spagna
Fonte: Cei-Cives
storia di copertina 1-2/201124
Quale futuro?
Ma, a parte il prezzo, che cosa preoc-
cupa di più gli automobilisti? J.D. Po-
wer segnala il tempo necessario per
ricaricare le batterie, l’autonomia limi-
tata (per esempio, la Nissan Leaf in
uscita sul mercato dovrebbe percorre-
re ”solo” 160 km), l’affidabilità delle
nuove tecnologie, le prestazioni infe-
riori rispetto ai veicoli tradizionali. Per
uscire dalla nicchia, l’auto elettrica do-
vrebbe contare su almeno uno di que-
sti tre scenari: aumento consistente
del prezzo dei carburanti da qui al
2020, parità o quasi dei listini tra mez-
zi a zero emissioni e quelli a benzina/
gasolio, incentivi statali per l’acquisto.
Tornando al fattore prezzo, non è solo
il costo iniziale del veicolo ibrido/elet-
trico a spaventare il potenziale acqui-
rente. Ci sono altri dubbi: quanti anni
serviranno per ammortizzare la diffe-
renza di prezzo, considerando il carbu-
rante risparmiato? Che valore avrà
l’auto sul mercato dell’usato? Quanto
costerà sostituire il pacco di batterie?
Troppa confusione
C’è quindi molta confusione, anche
nelle politiche dei Governi. Non è
chiaro quale sarà la tecnologia vin-
cente nella corsa verso il futuro
dell’auto. Ciò si riflette nelle strategie
dei costruttori. Alcuni puntano con
decisione sui mezzi totalmente elettri-
ci (Renault-Nissan), altri su quelli
ibridi (Toyota), altri invece pensano
che tutti questi investimenti siano
prematuri (Fiat). I marchi devono al-
learsi per fronteggiare gli elevati costi
di ricerca e sviluppo nei motori di ulti-
ma generazione. Il panorama mon-
diale dell’auto sta cambiando i suoi
contorni ma senza una strategia uni-
taria; la Cina, afferma J.D. Power, po-
trebbe accelerare il cambiamento ver-
so una tecnologia piuttosto che un’al-
tra, grazie all’ampiezza del suo mer-
cato interno. Infine, avverte il rappor-
to, bisogna considerare l’impronta
ecologica complessiva dell’auto elet-
trica: dovrà funzionare con energia
ottenuta dalle fonti rinnovabili, altri-
menti la CO2 risparmiata dai tubi di
scappamento tornerà nell’aria dalle
centrali a gas e carbone che produco-
no elettricità. .com
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33
storia di copertina1-2/2011 24
L’OFFERTA
Che cosa ci propone il mercato italiano Otto case presentano i loro ultimi modelli
CITROEN C-ZERO TATA INDICA VISTA EV
MITSUBISHI I-MIEVPEUGEOT ION
NISSAN LEAF CHEVROLET VOLT
RENAULT BERLINGO EXPRESS ZE OPEL AMPERA
Costo: 36mila €Autonomia: 150 km
Costo: 34mila €Autonomia: 150 km
Costo: 35mila €Autonomia: 160 km
Costo: 15-20mila €Autonomia: 160 km
Costo: 43mila €Autonomia: 40-80 km(fino a 500 generati)
Costo: 40mila €Autonomia: 500 km (80 + 450 generati)
Costo: 36mila €Autonomia: 130 km
Costo: 30mila €Autonomia: 200 km
35
storia di copertina1-2/2011 24
Una piccola flotta di Smart electric drive è stata consegnata alle città di
Pisa, Roma e Milano per il progetto E-mobility Italy. Le vetture elettri-
che sono state assegnate ad alcuni dei 2.200 candidati che si sono iscritti
sul sito Web www.e-mobilityitaly.it: essi pagheranno la loro macchina 400
euro al mese più Iva, secondo i termini del contratto di noleggio che pre-
vede anche manutenzione ordinaria, assicurazione Rca e furto/incendio,
auto sostitutiva in caso di guasto e garanzia per 48 mesi. I costi di ricarica,
quindi di energia elettrica, sono stati stabiliti da Enel, partner del progetto,
con una tariffa flat di 25 euro mensili. Le Smart Fortwo electric drive hanno
batteria al litio da 17 kW e raggiungono una velocità massima di circa 100
km orari, con un’auto-
nomia attorno ai 135
chilometri.
Il progetto E-mobility
Italy prevede di conse-
gnare 100 esemplari di
Smart elettriche totali e
prevede di installare 300
colonnine di ricarica.
Enel va in Smart
A PISA, A ROMA E A MILANO
Con un piano da 9 milioni di euro la città di Parma punta
a diventare un centro a zero emissioni, come recita an-
che il nome del progetto “Zero emission city”. A partire
dall’auto elettrica, per la quale è prevista per i primi due anni
l’installazione di cento punti di ricarica, che diventeranno tre-
cento entro il 2015. Parma ha deciso di non stipulare accordi
di esclusiva con una casa automobilistica, ma di lasciare aper-
ta la collaborazione; e nel progetto sono state coinvolte an-
che le municipalizzate del territorio, le Università, il sistema
di car sharing, ma soprattutto i cittadini. La città stima di riu-
scire ad avere entro i prossimi anni 900 auto elettriche, con
risparmi di 250mila euro l’anno e 1.600 tonnellate di anidride
carbonica. Per la prima fase di start up il Comune prevede di
spendere 1,9 milioni di euro. L’aspetto “europeo” di questo
progetto è la possibilità per i cittadini parmensi che hanno un
veicolo elettrico di noleggiarne uno nelle città europee che
hanno piani di mobilità elettrica e che decidono di partecipa-
re a questo accordo di reciprocità.
100 punti di ricarica per diventare una “Zero emission city”
A PARMA
AD ANCONA
Elettra fa scintille nei motori
Si chiama Elettra la nuova società nata
dall’unione di Energy Resources e Wt
Motors: è stata creata per produrre una gam-
ma completa di veicoli elettrici, composta da
scooter, quad/Atv e da una city car. Wt Motors
ha avviato la produzione dei mezzi a batteria
nel suo stabilimento di Monsano (An), ma dal
prossimo anno, a seconda delle esigenze di
mercato e dalla portata della domanda, potrà
essere individuato un nuovo sito produttivo
sempre in territorio marchigiano. Il progetto
ha visto anche la collaborazione del Pomos
(Polo per la mobilità sostenibile) del Lazio e
dell’Università La Sapienza di Roma.
storia di copertina
36
1-2/201124
I ricercatori del General Electric, nell’ambito di un progetto di ricerca di 13 milio-
ni di dollari, hanno sviluppato un sistema che combina due diversi tipi di batterie,
al sodio e al litio, consentendo di sfruttare i vantaggi di entrambe. La doppia bat-
teria, creata con la collaborazione della Federal Transit Administration ameri-
cana, è stata pensata per alimentare grandi automezzi, quali autobus, pullman e
camion. Per ora il prototipo di bus realizzato da Ge ha 100/130 chilometri di au-
tonomia, con una velocità massima di 80 km/ora. Gli obiettivi, però, sono quelli di
raggiungere autonomia pari alle vetture elettriche, intorno ai 160 km e una velo-
cità maggiore di 100 km orari.
I lampioni intelligenti Minos, realizzati
da Umpi, possono diventare vere e
proprie postazioni di ricarica per veicoli
elettrici. Dotati anche di rilevatori dei li-
velli di inquinamento acustico, ambien-
tale e magnetico, i pali della luce lungo
le strade sono pensati per caricare la
batteria di biciclette, ciclomotori e vei-
coli alimentati elettricamente. La rete di
illuminazione, grazie alla possibilità di
alimentare gli impianti anche durante il
giorno, quando le lampade sono spen-
te, è pensata come un punto infrastrut-
turale in grado di fornire energia.
Con la doppia batteria si muovono i grandi mezzi
Colonnine tuttofare: illuminano, ricaricano e “spiano”
GENERAL ELECTRIC
UMPI
Due soluzioni di ricarica per vettu-
re elettriche sono state presenta-
te da Schneider Electric. Una “quick
charging station” e una “home char-
ging station”.
Per i box delle abitazioni o i parcheggi
dei luoghi di lavoro è necessaria una
tipologia di ricarica che funzioni du-
rante le soste lunghe notturne o diur-
ne: Schneider ha creato la stazione
“home” con convettore Ev plug allian-
ce, monofase e fino a 3 kW di poten-
za. In questo modo le vetture possono
ricaricarsi in sei-otto ore.
Per le soste brevi, invece, è possibile
ricaricare velocemente il mezzo elet-
trico in soli 15/20 minuti di tempo,
attraverso la stazione di ricarica
“quick” proposta dall’azienda in cor-
rente continua con connettore Yazaki
e protocollo ChaDeMo: la potenza qui
è di 50 kW.
Qui si ricarica
SCHNEIDER ELECTRIC
37
tecnologie&soluzioni1-2/2011 24
Per ottimizzare il condizionamento interno e migliorare il comfort ter-
moigrometrico dell’edificio, la Tipolitografia F.G. ha deciso di dotar-
si di una copertura impermeabile, ma anche innovativa: si tratta di Derbi-
brite Nt, un manto ideato da Derbigum, con mescola ibrida dal colore
bianco riflettente che permette di abbassare la temperatura degli interni
rispetto a un normale tetto scuro, limitando quindi i costi per il condizio-
namento. Derbigum ha provveduto anche a rimuovere la copertura pre-
cedente, composta da lastre in fibrocemento e pannelli in lana di roccia
ormai inutilizzabili.
L’impermeabile sul tetto della tipolitografia
DERBIGUM
Winvent, società del Gruppo In-
nowatio, ha ideato un nuovo
sistema radiante per edifici industriali,
commerciali e residenziali battezzato
Termogrid.
Il sistema permette di riscaldare e raf-
frescare i locali attraverso moduli di
circuito giuntabili a basso spessore,
posizionabili in modo rapido e poco
invasivo; il vantaggio è anche di natu-
ra energetica, poiché i moduli Termo-
grid sono installati vicinissimi alle su-
perfici, permettendo temperature di
mandata più basse e l’abbattimento
dell’inerzia termica. Gli elementi di
circuito misurano circa 1 mq a forma
di spirale riquadrata. La particolarità di
questo sistema è che può essere posi-
zionato a pavimento, ma anche a pa-
rete o a soffitto.
Termogrid: la mattonella che riscalda e raffredda senza inerzia
WINVENT
GE LIGHTING
La luce di ceramica
Ge Lighting ha realizzato una nuova
gamma di prodotti chiamata Cmh (Ce-
ramic metal halide) Streetwise.
A luce bianca, è pensata come alternativa
alle lampade a mercurio, alle Hps (High pres-
sure sodium) e alle alogene tradizionali che
vengono utilizzate per l’illuminazione strada-
le e degli spazi aperti. Con un rendimento
calcolato nell’ordine di 16mila ore di vita,
questo prodotto diffonde una luce molto
chiara che rende, secondo l’azienda, più fa-
cile la vista, per esempio, per i guidatori, che
riuscirebbero a distinguere meglio le forme e
i colori.
39
1-2/2011 24
La notizia farà felici gli ottimisti a ol-
tranza, coloro che anche nelle situa-
zioni più sfavorevoli riescono a vedere il
bicchiere mezzo pieno. La crisi economi-
ca più dura degli ultimi decenni ha messo
la moviola ad attività produttive indu-
striali e flussi di traffico. Specialmente in
Europa, un gran numero di stabilimenti
ha spento addirittura le macchine.
Si tratta di un fenomeno di vaste propor-
zioni che - tra i tanti effetti negativi in
termini di disoccupazione e di squilibri
sociali e finanziari - ha almeno un risvolto
positivo. Secondo le rilevazioni dell’Agen-
zia europea per l’ambiente (Eea - www.
eea.europa.eu/it), nel 2009 i Paesi della
Ue hanno ridotto fortemente le emissio-
ni inquinanti immesse nell’atmosfera. In
questo consiste appunto il bicchiere
mezzo pieno, o - detto in altre parole - il
portato positivo di questo enorme down-
sizing. In effetti, la diminuzione dei gas
serra è stata rilevante. Tanto che, som-
mata agli sforzi ormai pluriennali com-
piuti da Governi e sistemi industriali, ha
avvicinato a portata di mano il traguardo
stabilito a suo tempo per la lotta all’effet-
to serra. L’obiettivo da raggiungere entro
il 2020 era, infatti, un taglio del 20% nel-
le emissioni di gas serra rispetto ai livelli
del 1990. Ebbene, il calo misurato a fine
2009 è risultato già superiore al 17%.
Solo tra 2009 e 2008 la riduzione è stata
di poco inferiore al 7% (i valori si riferi-
scono alla Ue a 27 Paesi). Una lettura in
controluce di questi numeri permette di
capire quanto brusco sia stato (e sia tut-
tora) il rallentamento congiunturale.
Tuttavia sarebbe riduttivo limitarsi a que-
sta chiave di lettura per spiegare l’anda-
mento virtuoso. Non va, infatti, trascura-
to il ruolo svolto dalla graduale e costan-
te diffusione delle energie alternative e
pulite. Sempre considerando lo stesso
perimetro della Ue-27, tra il 2008 e il
2009 la Eea stima una crescita dell’impie-
go delle energie alternative pari all’8,3%,
mentre parallelamente il combustibile
fossile consumato è diminuito del 5,5 per
cento. Tutto bene, dunque? In realtà,
esiste qualche dubbio sul fatto che il bic-
chiere sia mezzo pieno. In particolare,
vale la pena sottolineare che - almeno
per la parte di riduzione dei gas serra do-
vuta alla crisi economica - la diminuzione
non è “strutturale” e dunque, con ogni
probabilità, purtroppo nemmeno per-
manente. Con i primi, auspicabili effetti
della ripresa le emissioni potrebbero
quindi smettere di diminuire o addirittura
riprendere a crescere. Inoltre, il permane-
re di divisioni politiche su questo tema
non aiuta. Alcuni Paesi (Gran Bretagna,
Germania e Francia) hanno proposto di
portare al 30% (sempre rispetto ai livelli
del 1990) il traguardo per la riduzione dei
gas serra entro il 2020. Sul punto l’Italia
(in compagnia di altre nazioni) ha una
posizione diversa: è più realistico mante-
nere l’attuale target del 20%, anche per
evitare pericolosi contraccolpi negativi
sulla competitività delle imprese in una
fase già abbastanza critica.
La classifica dell’inquinamento in Europa
1) Germania: 958.061
2) Gran Bretagna: 628.206
3) Italia: 541.485
4) Francia: 527.026
5) Spagna: 405.740
6) Polonia: 395.558
Emissioni di gas serra in Europa in milioni di tonnellate. Dati 2008 - elaborazione 2010 Fonte: Eea
LE RILEVAZIONI DELL’AGENZIA EUROPEA PER L’AMBIENTE
La crisi ha un lato che ci consola Calano i gas serra. Per oraLa brusca frenata congiunturale all’origine delle minori emissioni (-7%) tra il 2008 e il 2009. Troppe divisioni politiche sulla strada di Kyoto
di Guido Plutino
40
1-2/201124
Il Piano di azione nazionale, documento
voluto dal Parlamento europeo e realiz-
zato recentemente per l’Italia (vedi Ener-
gia24 n.27 - ndr), fissa obiettivi ambiziosi
per le rinnovabili: 43.000 MW installati al
2020.
Si tratta, in altre parole, di 18.000 MW da
installare in dieci anni. Per l’eolico si fissa
un obiettivo, 12.000 MW, che corrispon-
de a circa 6.000 MW da installare nel pros-
simo decennio. Il totale, ai valori attuali,
corrisponde a circa 60 miliardi di euro; per
l’eolico, a circa 11 miliardi di euro di quel
totale. È naturale, dandosi un piano di
questa portata, che il legislatore abbia pre-
disposto un’infrastruttura normativa cor-
posa. La legge fondamentale è la 387 del
2003. Con questa legge si è compiuto un
passaggio fondamentale: da una proce-
dura che prevedeva la raccolta di tutte le
singole opinioni ritenute necessarie e suf-
ficienti per la realizzazione di un impianto
energetico e il rilascio di un permesso di
costruzione da parte del Comune ospitan-
te, alla “Autorizzazione unica”: la Regione
(con obiettivi definiti dal Governo) centra-
lizza il processo di rilascio di una “determi-
na” che recepisce tutte le opinioni neces-
sarie e sufficienti per la realizzazione delle
opere. Rivoluzione copernicana, dunque:
il centro diventa periferia, e la miriade di
pareri, opinioni, permessi, riassunti in un
unico documento. Con un “però”.
Quella legge prevedeva la disponibilità di
due elementi necessari: l’emissione di linee
guida nazionali - per consentire alle Regio-
ni di comprendere quali logiche seguire
per poter distinguere fra impianti effettiva-
mente autorizzabili e impianti da rigettare;
il burden sharing - per affidare alle Regioni
la loro parte specifica di obiettivi (quanti
MW realizzare), all’interno del più ampio
Piano nazionale. Entrambi questi elementi
sono divenuti disponibili in ritardo: le linee
guida sono state emanate solo lo scorso
anno. Nel frattempo le Regioni, caricate
dell’onere di dover autorizzare impianti,
hanno provveduto ciascuna per sé dotan-
dosi di linee guida regionali spesso indi-
canti obiettivi autodefiniti (in contraddizio-
ne con la logica nazionale).
Con due conseguenze: una ovvia moltipli-
cazione di approcci autorizzativi, che ha
reso spesso difficile poter lavorare secondo
logiche omogenee in luoghi diversi, e una
stratificazione di regolamentazioni regio-
nali che hanno provocato allungamento
dei tempi e maggiori costi per i proponen-
ti, che spesso si sono visti richiedere nuove
analisi, integrazioni. Di fatto, la procedura
autorizzativa può essere ricondotta a un
procedimento “virtuoso” e standard: il
proponente individua il sito e lo studia;
ottiene i primi permessi per, ad esempio,
installare e operare un anemometro, e
concorda con i proprietari terrieri l’uso e il
prezzo dei terreni. In parallelo, predispone
la documentazione, che deve permettere
a tutti gli enti interessati di potersi esprime-
re. I temi trasversali a qualunque progetto:
i vincoli, l’impatto ambientale, la caratte-
rizzazione del territorio e, naturalmente, la
risorsa eolica. Il procedimento, che la nor-
ma prescrive debba durare un massimo di
180 giorni, ha tre passaggi fondamentali:
la presentazione del progetto da parte del
proponente (che permette alla Regione di
convocare le seguenti Conferenze dei ser-
vizi), una prima conferenza dei servizi (allo
scopo di indicare al proponente eventuali
integrazioni, adeguamenti, prescrizioni) e
una seconda che verifica che quanto di-
scusso nella prima conferenza e quanto
altro richiesto da altri enti sia stato effetti-
vamente incluso nel progetto definitivo.
A questo punto, se il progetto passa at-
traverso le griglie di valutazione, viene
effettivamente autorizzato. Una buona
legge, una buona procedura. Attendia-
mo solo di poterla applicare per come è
stata concepita.
Carlo Durante
(Maestrale Green Energy)
EOLICO E LEGISLAZIONE
Le procedure per gli impianti energetici Buona legge, ma quanto tempo persoLe linee guida sono state emanate solo sette anni dopo il varo della normativa moltiplicando i procedimenti e aumentando la confusione. I passaggi fondamentali
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1-2/2011 24
225 sono stati i progetti candidati al
decimo premio “Innovazione amica
dell’ambiente” promosso da Legambien-
te, Confindustria e Regione Lombardia.
A presentarli le realtà italiane più dispara-
te «tutte caratterizzate - come fa notare
Andrea Poggio, presidente della Fonda-
zione Legambiente Innovazione - dal fatto
che sono nate dalla ricerca e sviluppo di
piccole o medie imprese italiane». Obbli-
go, quindi, chiedersi: «Ma la grande im-
presa dov’è?».
Certo Novamont, le cui radici sono ricon-
ducibili alla scuola chimica di Giacomo
Fauser e di Montedison, non è una picco-
la realtà. E comunque di strada ne sta fa-
cendo molta. E non solo in Italia. Ora nel
carnet dei credit può vantare anche il pre-
mio di Legambiente. Sotto i riflettori la
pellicola per alimenti Mater Bi, che è bio-
degradabile e sostenibile dal punto di vista
produttivo perché utilizza le coltivazioni
idonee alla produzione di monomeri non
in conflitto con l’agricoltura alimentare.
Gusci e residui delle nocciole d’anacardo
trovano impiego, sia come materiale com-
bustibile per alimentare gli apparati di
cogenerazione, sia come materiali poli-
merici per applicazioni di basso valore
aggiunto come paste abrasive o leganti
per asfalti. È con questo progetto che una
Spa come Cimteclab, le cui idee nascono
dalla sede di Trieste (città ormai nota per
ospitare nell’incubatore dell’Area Science
Park realtà fortemente dedicate all’inno-
vazione) per essere, poi, sviluppate nel
laboratorio di Soleto (Le), è stata premiata
da Legambiente.
Riduce almeno del 25-30% l’uso dei pro-
dotti chimici per la nobilitazione a umido
nelle concerie la soluzione Tanfast della
Concia-ricercaR&s, che garantirebbe an-
che risparmio e riciclo della componente
idrica con una riduzione nell’ordine del 3-
5% dell’energia.
Premiato anche chi punta a sfruttare al
meglio il vento: Dealer Tecno e Winde-
sign. La prima per avere ideato e prodotto
quella che ha chiamato Xeolo, ovvero una
miniturbina eolica che ottimizza costante-
mente, senza superare i 60 giri al minuto,
gli sbalzi naturali del tempo. Anche le so-
luzioni di Windesign, denominate Savo-
nius e Derrieus, hanno dalla loro parte
l’ottimizzazione delle forze eoliche, appli-
cabili in contesti urbani, agricoli e nautici.
Sul versante domotico innovativo è stato
premiato Ies (Integrated energy system)
del Gruppo Imar che permette di gestire
al meglio la climatizzazione domestica,
sfruttando le diverse fonti di energia coor-
dinate da un generatore di calore a con-
densazione.
M.Cristina Ceresa
Andrea Poggio (primo a sinistra) durante la premiazione di “Innovazione amica dell’ambiente 2010”
E poi: Artimestieri, Eco Store, La Torre, 9ren Asset, BTicino, Cartiera Lucchese, Dinamo Società Cooperativa Sociale, Società Agricola Etic Italia, Cartiere Del Garda hanno meritato una segnalazione da parte di Legambiente
PREMIO LEGAMBIENTE
L’innovazione sostenibile firmata Pmi Vince la ricerca amica dell’ambienteRiconoscimenti a Novamont, Cimteclab, Concia, Dealer Tecno, Windesign e Imar
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1-2/201124
Una competizione internazionale che
General Electric ha voluto “scatena-
re” per raccogliere idee e progetti innova-
tivi. È questa la storia dell’Innovation Chal-
lenge Award che si è concluso con la nomi-
na di cinque vincitori che portano a casa
anche un assegno di 100mila dollari. Qui le
loro idee premiate.
Capstone Metering: Contatori per
acqua intelligenti - Carrollton, Texas:
Capstone Metering applica la tecnologia di
comunicazione remota al “vecchio” con-
tatore dell’acqua. L’IntelliH2O di questa
società è autoalimentato e punta alla ge-
stione real-time del sistema idrico, che con-
tribuisce a risparmiare l’acqua eliminando
l’esigenza di una lettura manuale del con-
tatore (www.capstonemetering.com).
ElectricRoute: Rete di comunicazione
sicura per la rete elettrica - Salem e
Hollis, New Hampshire: ElectricRoute ha
creato un gateway di comunicazione per i
sistemi di trasmissione e distribuzione del-
la rete elettrica. L’infrastruttura della sua
rete di comunicazione cyber-sicura con-
sente di fare a meno di sensori duplicati e
di migliaia di linee in rame che corrono
all’interno della sottostazione (www.elec-
tricroute.com).
GridOn: Controllo della qualità
dell’energia nelle reti elettriche - Giva-
tayim, Israele: GridOn ha creato un limi-
tatore di corrente di guasto per protegge-
re la rete elettrica da interruzioni e guasti,
aumentando l’affidabilità della rete e ren-
dendo possibile un aumento del carico e
l’espansione verso risorse energetiche al-
ternative. Questa tecnologia è stata svilup-
pata in collaborazione con la Bar-Ilan
University e Ricor Ltd (www.gridonsy-
stems.com).
IceCode: Sistema per la prevenzione
della formazione del ghiaccio e la sua
rimozione dalle pale delle turbine eo-
liche - West Lebanon, New Hampshire:
Per spezzare uno dei più forti legami della
natura, la tecnologia di IceCode consente
di rimuovere il ghiaccio utilizzando impulsi
ad alta potenza per applicare il calore
dall’interno. L’utilizzo di questa tecnologia
per le turbine eoliche riduce notevolmente
la quantità di energia necessaria allo scon-
gelamento ed elimina i tempi di fermo per
la rimozione del ghiaccio e l’ispezione. Svi-
luppato in collaborazione con il Dart-
mouth College (www.icecode.com).
WinFlex: Turbine eoliche gonfiabili -
Kiryat Yam, Israele: WinFlex produce
rotori per turbine eoliche in tessuto legge-
ro, flessibile ed economico di materiale
composito. Questa struttura flessibile del
rotore consente di ridurre i costi di installa-
zione del 50% e il rendimento sull’investi-
mento a tre-quattro anni, senza sussidi
(http://winflex.co.il/).
Camilla Galli Macricè
I riconoscimenti alla Green economy dalla fiera Ecomondo di Rimini
In occasione della fiera Ecomondo di Rimini è stato assegnato il “Premio sviluppo sostenibile 2010” a tre aziende italiane della Green economy per prodotti e processi ad alto valore ambientale.
I vincitori sono:My Clima del Gruppo Fiorini di Treviso, premiata per la realizzazione della pompa geotermica Domus di dimensioni compatte, in grado di forni-re calore, raffrescamento e acqua calda;Lecce Pen di Settimo Torinese, per l’innovativo processo di riciclo del tetrapack, in cui si separano i componenti e si ricicla la cellulosa, ma viene anche reimpiegata la componente plastica e di alluminio per produrre Ecoallene, un granulato plastico riutilizzabile;Plaxtech di Udine, aggiudicatasi il premio per la realizzazione di Roteax, un sistema di stampaggio a bassa pressione che consente di riciclare ti-pologie diverse di plastiche a base poliolefinica.Menzione speciale per Romagna Compost, del Gruppo Hera, per il nuovo impianto di Cesena segnalato tra le prime dieci aziende per il settore rifiuti. Simulando la digestione della mucca i rifiuti sono trasformati in compost (8mila tonnellate annue) ed energia elettrica (8mila MWh annui), smaltendo circa 40mila tonnellate annue di rifiuti organici.
INNOVATION CHALLENGE AWARD DI GENERAL ELECTRIC
Cinque idee da 100mila dollari Maggior rendimento, minor consumoGli assegni a Capstone Metering, ElectricRoute, GridOn, IceCode e WinFlex
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1-2/2011 24
Un nuovo premio dedicato all’energia
del sole: il Campionato solare, così è
stato chiamato, è una competizione voluta
da Legambiente in collaborazione con
Klimaenergy 2010. Lo scopo è misurare le
installazioni fotovoltaiche e solari termiche
dei Comuni italiani, contando anche i rego-
lamenti edilizi a favore di queste tecnologie
rinnovabili. Al campionato hanno parteci-
pato 3.886 Comuni (circa il 47,9% del to-
tale) suddivisi per categorie in ordine di
grandezza: 2.309 piccoli Comuni, con me-
no di 5mila abitanti; 1.219 Comuni medi,
che hanno da 5mila a 20mila abitanti; 313
Comuni medio grandi, con un numero di
abitanti compreso tra i 20mila e i 100mila;
38 grandi Comuni, con oltre 100mila abi-
tanti. Soltanto i migliori 50 per categoria
sono rientrati nella classifica finale. Il que-
stionario compilato dai Comuni partecipan-
ti è stato incrociato con i dati provenienti dal
Gse, aziende e associazioni di settore. La
classifica è il risultato del rapporto tra la po-
polazione residente e le installazioni di pan-
nelli unite alle politiche energetiche locali.
I più solari d’Italia sono Torre San Giorgio
(Cn), Vipiteno (Bz), Senigallia (An) e Bolzano
(vedi Energy map, Energia24 n.30).
Torre San Giorgio (Cn)
Questo piccolo comune di 727 abitanti è
primo nella categoria “piccoli Comuni”,
ma anche il vincitore assoluto. Nel suo ter-
ritorio sono stati installati 11 impianti su
tetti e coperture per 560 kW, due impianti
a terra e uno su pensilina, rispettivamente
di 10 e 5 kW.
Gli impianti a solare termico coprono una
superficie di 1.556 mq.
Vipiteno (Bz)
Vincitore della classifica “Comuni medi”,
con una popolazione di 6.203 abitanti, ha
realizzato 2.433 mq di pannelli solari termi-
ci e 21 impianti fotovoltaici per una potenza
totale di oltre 277 kW. Grazie al mix di fon-
ti rinnovabili utilizzate, Vipiteno riesce a
soddisfare interamente i fabbisogni ener-
getici della popolazione residente.
Senigallia (An)
Con 963,77 kW di pannelli fotovoltaici in-
stallati, questo Comune è il campione della
categoria “Comuni medio grandi”: sono
stati costruiti ben 83 impianti su tetti, 3 su
pensilina e 4 a terra. Per il solare termico,
invece, Senigallia ha ricoperto circa 4.000
metri quadri, anche su strutture pubbliche,
edifici comunali e impianti sportivi.
Bolzano
Le buone pratiche di questa città sono sem-
pre più evidenti. Nella categoria “grandi
Comuni” è il vincitore, grazie a più di 3.158
kW di pannelli fotovoltaici e a 5.209 metri
quadri di solare termico. La maggior parte
degli impianti è collocata sui tetti di abita-
zioni private e in strutture pubbliche. Per
esempio, nelle scuole sono stati realizzati
142 kW di fotovoltaico.
CAMPIONATO SOLARE 2010
Un torneo davvero speciale Premi a chi consuma meno e meglioGli scudetti del solare vanno a Torre San Giorgio, Vipiteno, Senigallia e Bolzano
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KLIMAENERGY AWARD 2010
La sfida è stata tra i Comuni virtuosi ma i veri vincitori sono i cittadiniIn testa per risparmio e rinnovabili Dobbiaco, Santa Luce, Pisa, Sassuolo e Torino
Risparmio e produzione da rinnovabili.
Questi i Comuni premiati dal Klimaener-
gy Award 2010.
Dobiacco (Bz)
(sotto i 20mila abitanti)
La piena autonomia energetica è garantita da
tre centrali idroelettriche insieme a impianti
fotovoltaici, mentre un grande impianto a
biomasse assicura il calore ai residenti, ma
anche al Comune vicino di San Candido. La
centrale è dotata inoltre di un modulo Orc
per produrre elettricità. Il traffico in centro è
ridotto grazie all’utilizzo del citybus. Nel 2010
Dobiacco ha anche realizzato un centro poli-
funzionale in classe Casaclima A.
Santa Luce (Pi) - premio speciale
Sarà costruito un parco eolico in un’area de-
maniale regionale, dopo uno studio appro-
fondito del territorio e dell’avifauna e chirot-
terofauna locale. È prevista la realizzazione di
una centrale a cogenerazione, con produ-
zione di pellet anche per le caldaie domesti-
che e l’installazione di impianti fotovoltaici.
Nel piano c’è anche il progetto di coltivare
aree per produrre biocombustibile per ali-
mentare macchine agricole, comunali e per
riscaldare gli edifici pubblici.
Pisa - (da 20 a 150mila abitanti)
Affiancati interventi energetici ad attività
produttive, di ricerca e di sviluppo.
Allegato al regolamento edilizio un dispositi-
vo per l’edilizia sostenibile. Sono previsti im-
pianti fotovoltaici su edifici pubblici e un in-
cremento del trasporto locale; la mobilità
elettrica è in fase di test per spostamenti ver-
so l’aeroporto, l’ospedale o nel servizio po-
stale. Interessante la riqualificazione di
un’area di 700mila metri quadrati come
Area produttiva ecologicamente attrezzata
(Apea) grazie alla realizzazione di impianti
fotovoltaici ed eolici.
Sassuolo (Mo)
(da 20 a 150mila abitanti)
Coinvolta la popolazione con incentivi eco-
nomici per l’acquisto di prodotti a basso con-
sumo o mezzi ecologici. Ristrutturati e riqua-
lificati edifici, sistemata l’illuminazione pub-
blica, installati impianti fotovoltaici e solari
termici, realizzate piste ciclabili e aumentato
il trasporto pubblico. Le spese sono, quindi,
state ridotte e il Comune ha scelto di aderire
anche al “Patto dei sindaci”.
Torino - (oltre i 150mila abitanti)
Impianti fotovoltaici e risanamento di interi
quartieri. Ma il fiore all’occhiello è il grande
impianto di teleriscaldamento, che ha porta-
to la città a un risparmio considerevole: attra-
verso centrali di cogenerazione a gas meta-
no, il sistema rifornisce di energia gran parte
della popolazione. Con l’ampliamento serve
oltre 400mila utenti. Per il 2011 si prevede di
raggiungere circa 550mila famiglie con un
risparmio di emissioni di CO2 pari a 750mila
tonnellate annue.
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1-2/2011 24
Ci voleva un campione olimpico come
Antonio Rossi per far capire i van-
taggi dell’efficienza energetica. In qualità
di testimonial di Unicalce, l’azienda lom-
barda premiata con uno dei quattro Ener-
gy efficiency award 2010 assegnati da
Abb, Rossi ha spiegato un concetto mol-
to spesso trascurato dalle imprese italia-
ne: «I vostri motori sono i miei muscoli e
la mia tecnica è l’equivalente dei vostri
interventi per migliorare l’efficienza».
Rossi ha poi aggiunto che «in entrambi i
casi, si tratta di sviluppare una certa po-
tenza diminuendo lo sforzo. E si potrebbe
dire che la vostra CO2 è il mio acido latti-
co». Perché alla fine tutto porta a un solo
obiettivo, ridurre il dispendio energetico
e quindi le bollette delle imprese. I premi
per l’efficienza energetica di Abb ci forni-
scono quattro esempi di come avvicinare
il nostro Paese agli obiettivi del 2020 gra-
zie alle tecnologie applicate in diversi set-
tori, dall’industria al terziario.
Unicalce ha meritato il riconoscimento per
un progetto pilota nello stabilimento di
Brembilla (Bg), installando un motore a
elevato rendimento e un inverter che ne
regola la velocità, nel sistema di ventilazio-
ne di un forno dove si cuoce il calcare per
ottenere la calce. Secondo le stime, si po-
tranno risparmiare così oltre 765mila kWh
l’anno di elettricità, passando da circa due
milioni di kWh per dodici mesi di funzio-
namento a un milione e 300mila. Guar-
dando il portafoglio, la differenza è pari a
92mila euro l’anno con un ritorno dell’in-
vestimento in otto/nove mesi, poiché
l’azienda ha sborsato 69mila euro per so-
stituire i vecchi motori del forno in que-
stione. I benefici ambientali vedono infine
156 Tep (tonnellate equivalenti di petro-
lio) e 382mila kg di CO2 in meno, sempre
basandosi su calcoli annuali.
Un altro premio è andato a Rft (Gruppo
Skf), realtà che produce guarnizioni. Nel
2009, l’azienda ha aggiunto dieci inverter
su altrettanti macchinari, quantificando
un risparmio pari a circa 200mila kWh
l’anno, che corrisponde a 40,8 Tep e
110mila kg di CO2 in meno.
Anche il terziario
può giocare la sua parte
L’efficienza energetica non è un tabù nel
terziario. Lo confermano Accenture e
Fiera Milano, anch’esse nominate negli
Energy efficiency award 2010. Accenture
ha puntato principalmente sull’impianto
elettrico quando ha ristrutturato la sua
nuova sede milanese, con un sistema che
controlla costantemente il livello dell’illu-
minazione interna grazie a diversi tipi di
sensori: per esempio, quelli che rilevano la
presenza delle persone e quelli che mixano
la luce artificiale con quella naturale, oltre
alle lampade a risparmio energetico. La
società stima così di ridurre complessiva-
mente i consumi del 18% l’anno, equiva-
lenti a 700mila kWh di cui 500mila nell’il-
luminazione e i restanti 200mila con altri
interventi nel riscaldamento/condiziona-
mento dell’edificio. Fiera Milano è l’esem-
pio più critico nel rapporto costi/benefici,
perché riguarda strutture (i padiglioni del-
la fiera) utilizzati soltanto in alcuni periodi
dell’anno, diversamente dagli stabilimenti
industriali che funzionano sempre a pieno
regime o quasi. Qui c’è il rischio d’investire
una somma con un ritorno economico
troppo dilazionato nel tempo. Anche in
questo caso, però, si è riusciti a migliorare
la situazione di partenza in due padiglioni,
installando 36 inverter su altrettanti moto-
ri dell’impianto di climatizzazione, che as-
sorbe circa metà dei consumi elettrici tota-
li. Si prevede di risparmiare quasi 139mila
kWh l’anno con questa soluzione tecnica,
pari a oltre 16mila euro sulle bollette elet-
triche. L’investimento, come ha spiegato
in conclusione Stefano Luccietto, energy
manager di Fiera Milano, si ripagherà in
quattro anni e mezzo.
Luca Re
BUONE PRATICHE
Investire in efficienza energetica? Per molti è già un guadagno sicuroAssegnati da Abb gli Energy efficiency award 2010 a quattro imprese italiane Ecco dove hanno innovato e con quali vantaggi
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1-2/201124a cura di Laura Marinoni Marabelli
LA GUIDA DE IL SOLE 24 ORE
Le tecnologie al servizio della sostenibilità per un’impresa che guarda ai nuovi mercati
È dal buon esisto del connubio tra efficienza e fonti rinnovabili che dipende tanta parte del
nostro futuro. È da tale consapevolezza che è nato il lavoro, promosso dall’Amma, l’Associa-zione delle aziende meccaniche e meccatroniche associate della provincia di Torino, e ora proposto nella collana delle Guide de Il Sole 24 Ore. L’at-tuale livello di benessere e di civiltà che riusciremo a mantenere nel lungo termine dipenderà esclu-sivamente dai risultati che sapremo ottenere sui fronti delle rinnovabili e dell’efficienza energetica. Quello che ci aspetta, si legge nella note introdut-tive, è un viaggio a filo tra un nuovo Medioevo e un nuovo Rinascimento. Un viaggio di lunga lena e tutt’altro che facile. Vale perciò la pena affron-tarlo con adeguati strumenti, a partire da una maggiore conoscenza.
Di qui l’itinerario tra trenta tecnologie per la so-stenibilità energetica che si rivolge innanzitutto alle imprese quali fruitori primari, ma è anche pensata per gli utilizzatori pubblici e privati. Tren-ta temi, ciascuno scandito da un’introduzione, una descrizione delle tecnologie, da un’analisi di mercato e da un quadro normativo vanno a com-porre il puzzle: le fonti rinnovabili, le auto elettri-che e ibride, la conversione di energia ad alta ef-ficienza, l’efficienza energetica civile e quella n eri processi industriali sono i temi conduttori dell’ope-ra che si è avvalsa del contributo di diversi esper-ti coordinati dall’ingegnere elettronico e consu-lente sui temi dell’efficienza Vittorio Scialla. Il testo è arricchito da numerosi casi aziendali, utili per illustrare le tecnologie emergenti e per com-prendere gli sviluppi del mercato.
Le energie rinnovabili oggi hanno costi di produ-zione superiori a quelle fossili e oggi si reggono sugli incentivi pubblici. Ma la forbice è destinata a chiudersi fino al “sorpasso”. Quanto prima ciò avverrà, tanto prima potremo “dormire sonni più tranquilli”. Perciò lo sviluppo delle rinnovabili deve porre la massima attenzione alla riduzione dei costi.
Nel prezioso vademecum trenta esempi che aiutano a conoscere meglio le metodologie utili a un razionale sfruttamento delle energie rinnovabili
Vittorio SciallaEfficienza energeticae fonti rinnovabili Il Sole 24 Ore 306 pagine 39,00 euro
Gestione e manutenzione parole chiave delle città sostenibili
Il volume di Livio de Santoli si propone di fornire gli elementi essen-ziali per la corretta gestione energetica di un edificio. Suddiviso in tre
sezioni, lo studio affronta inizialmente il tema dell’auditing dei sistemi termoigromico, acustico e luminoso e di qualità dell’aria, considerando l’assunto che il risparmio di energia debba essere conseguito in presen-za e non a scapito delle condizioni di confort e benessere negli ambien-ti serviti dai sistemi impiantistici. La seconda sezione, più tecnicamente rivolta alle operazioni di manutenzione degli impianti, fa riferimento al controllo e al monitoraggio delle prestazioni degli impianti e ai nuovi strumenti da adottare, soprattutto nelle Pa. La terza sezione sviluppa i principi generali di gestione dell’energia e affronta il ruolo della certifi-cazione energetica della riqualificazione degli edifici.
Livio de Santoli La gestione energetica degli edificiDario Flaccovio editore183 pagine 24,00 euro
Chiare, fresche e dolci acque La salvezza è l’idrodemocrazia
Una repubblica fondata sulle frane e sul rischio idrogeologico. Questo sag-gio era già in libreria quando giornate di intensa pioggia hanno devastato
la provincia di Vicenza, in apparenza là dove meno te l’aspetti. Ma il benessere materiale non è una diga. La mancata cura del territorio ha prodotto danni ir-reversibili. Cemento e abusivismo contribuiscono al trionfo degli eccessi, inon-dazioni e desertificazioni. In compenso il Parlamento ha detto sì alla legge Ronchi con l’obbligo per tutti i comuni di privatizzazione dei servizi idrici inte-grati. L’acqua è un diritto dell’uomo e non una merce che si può saccheggiare. Libero mercato ed egualitarismo presuppongono per vie diverse un’identica prospettiva di progresso illimitato contraddetta dai fatti e dalla finitezza delle risorse. Il libro è denuncia e insieme documentazione di tante coraggiose ini-ziative in nome del bene comune. Si scrive acqua, si legge democrazia.
Claudio JampagliaEmilio Molinari Salvare l’acqua Feltrinelli220 pagine 15,00 euro
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1-2/2011 24a cura di Laura Marinoni Marabelli
È già operativo da qualche mese, ma
diversamente strutturato, il New
deal del Gifi (Gruppo imprese fotovol-
taiche italiane), associazione facente
capo a Confindustria Anie che si oc-
cupa di coordinare le 137 realtà attive
nel business del Pv. Valerio Natalizia
(che prende il posto di Gert Gremes,
chiamato in Confindustria a seguire
una task force dedicata alle rinnovabili)
e Fabrizio Bonemazzi sono rispettiva-
mente il presidente e il vice per il bien-
nio 2011/2012.
Monitoraggio delle installazioni e an-
damento dei prezzi sono gli obiettivi a
medio termine. Ma Natalizia ha un pia-
no a lungo termine a partire dallo stu-
dio della bozza del Conto energia
2014-2016 che «auspichiamo - confi-
da - venga preparata già entro settem-
bre 2012».
E proprio per studiare meglio e rispon-
dere alle esigenze del mercato, in Gifi è
nata un’area marketing e comunicazio-
ne che si occuperà di sviluppare ulterior-
mente le attività attraverso fiere, eventi,
editoria e Internet introducendo una
nuova sezione relativa alle analisi e alle
ricerche di mercato. Andrea Brum-
gnach e Giorgia Colombo avranno il
compito presiedere queste attività.
L’area tecnica e normativa avrà, invece,
il compito di presenziare i tavoli tecnici
presso le istituzioni, ma anche di fornire
consulenza alle aziende associate in ma-
teria di fiscalità e legislazione per sup-
portarle in questo periodo di particolare
evoluzione normativa del settore.
«Vogliamo diffondere ottimismo - af-
ferma ancora Natalizia - sulla prosecu-
zione del mercato fotovoltaico anche
dopo la fine del III Conto Energia colla-
borando con Epia per un programma
d’incentivazione europeo, incremen-
tando l’obiettivo nazionale al 2020 da-
gli attuali 8 GW ad almeno i 15 GW di
potenza accumulata».
E nei progetti tanto Smart grid nei bu-
siness plan di tutti i soci.
m.c.cer.
CONSIGLI DIRETTIVI
Reso pubblico il programma operativo del Gifi per il biennio 2011/2012Da qualche mese il nuovo presidente, Valerio Natalizia, guida l’associazione delle 137 imprese attive nel fotovoltaico italiano. Con tante iniziative di marketing in più
Valerio Natalizia
Cambio di poltrona in Philips Ligh-
ting: fa il suo ingresso in azienda
Maria Letizia Mariani, alla quale vie-
ne affidata la carica di general mana-
ger lighting per Italia e Grecia, al posto
di Aldo Bigatti che lascia la società.
Maria Letizia Mariani proviene da Hp,
dove ha acquisito una vasta esperienza
commerciale, sia in ambito nazionale
che Emea, e dove, di recente, ha rico-
perto il ruolo di personal systems group
channels director.
Maria Letizia Mariani entra in Philips Lighting
RESPONSABILE PER ITALIA E GRECIA
48
1-2/201124a cura di Laura Marinoni Marabelli
È prevista dal 3 al 5 marzo la mostra-
convegno Agroenergia, di scena a
Tortona, in provincia di Alessandria,
che si propone di fare il punto sullo
stato italiano del settore delle
rinnovabili e, in particolare, della filiera
agroenergetica.
Organizzata da EnergEtica Onlus, la
fiera si presenta come luogo di
incontro tra industria e agricoltura,
Università e servizi. Per l’occasione
sono organizzati seminari e workshop
di indirizzo politico. Le tematiche
trattate sono varie, grazie al comitato
scientifico composto da rappresentanti
di associazioni sindacali agricole,
Università e centri di ricerca: dal
riscaldamento a biomasse alle politiche
europee per il settore, dall’efficienza
energetica ai biocarburanti, dal
fotovoltaico agli incentivi per le fonti
rinnovabili e il biometano.
Insomma, un pot pourri di tutto quello
che di nuovo c’è nel settore dell’energia
rinnovabile e dell’agroenergia, con un
occhio di riguardo all’impatto di queste
attività su economia e tessuto sociale.
Per l’occasione è prevista la
presentazione del primo rapporto,
commissionato da EnergEtica e
Confagricoltura e svolto da Althesys,
dell’Osservatorio Agroenergia: uno
strumento che fornisce numeri e
tendenze, una sorta di monitoraggio
su territorio nazionale di tutta la filiera
agroenergetica.
Maggiori dettagli, insieme al calendario
delle conferenze, sono reperibili al sito:
www.agroenergia.eu.
chi.sca.
MANIFESTAZIONI
Le rinnovabili in mostra ad AgroenergiaLa rassegna piemontese si propone come punto di incontro tra agricoltura e industria
24-25 febbraioSull’industria solare... si discute nella CapitaleIn collaborazione con Ambiente Italia, la tedesca Solarpraxis organizza a Roma una conferenza sull’industria solare italiana con l’obiettivo di approfondire le tematiche sul mondo Pv e sul solare termico. Dettagli sul sito www.solarpraxis.de/it/conferenze.
14-17 marzo A Bruxelles si parla di eolicoEwea, la mostra sull’energia eolica, è di scena a Bruxelles al Cinquantenaire Park. Per informazioni: www.ewec2011.info.
24-26 marzo Gli impianti fotovoltaici alla fiera di Parma2a edizione per Impianti Solari Expo, mostra dedicata all’industria manifatturiera. In concomitanza con Mecspe, fiera sulle tecnologie di produzione, si tiene alla fiera di Parma. Dettagli all’indirizzo www.esporre-impiantisolariexpo.com.
30 marzo-2 aprileRisparmio ed efficienza energetica a PadovaTermoidraulica Clima Ecoenergie, l’appuntamento per gli operatori dell’impiantistica termoidraulica organizzato da Senaf, è in programma a Padovafiere. La novità di questa 17a edizione è Impianti Expo 2011, uno spazio espositivo focalizzato su risparmio ed efficienza energetica. Informazioni al sito www.termoidraulicaclima.it.
7-9 aprile Nel 2011 Energethica raddoppiaLa mostra convegno dell’energia sostenibile, che fino a oggi si era tenuta a Genova, si trasferisce a Torino, a Lingotto fiere, dove ospiterà bioEnergia, una sezione dedicata alla trasformazione di biomasse agroforestali in calore/energia. E aggiunge un’altra data: dal 22 al 24 settembre a Firenze Fiera, dove si terrà Energethica Firenze, incentrata su geotermia, costruzione e mobilità sostenibile. Il sito per i dettagli è www.energethica.it.
Altri appuntamenti
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1-2/2011 24Scrivete a [email protected]
Beffato chi ha investito nel geotermico
Contrariamente a quanto accade in Euro-
pa, in Italia si disincentiva il geotermico. Lo
denuncia Energy Resources, che ha
espresso le proprie preoccupazioni in que-
sta lettera aperta.
Il settore comincia a risentire delle modifi-
che apportate dal decreto ministeriale in
vigore dall’agosto di quest’anno sulle mo-
dalità di erogazione del premio per im-
pianti fotovoltaici abbinati a un uso effi-
ciente dell’energia: il decreto ammette
all’incentivazione soltanto gli interventi
attuati sull’involucro edilizio, escludendo
di fatto tutte le altre tecnologie che con-
corrono a rendere un edificio energetica-
mente efficiente e a zero emissioni.
Non solo si toglie sostegno al geotermico,
ma si nega quanto promesso: con l’entra-
ta in vigore del decreto a metà 2010 anzi-
ché nel 2011, e dunque con un cambio
delle regole in corso d’opera, chi aveva
concluso o si apprestava a concludere i
lavori si è visto privato della possibilità di
richiedere il premio, previsto dal prece-
dente decreto, su cui aveva calcolato il
proprio investimento. Un’incertezza eco-
nomica che rischia di scoraggiare chi è
pronto a investire nelle rinnovabili. Il de-
creto danneggia una tecnologia efficiente
e non inquinante: di fatto nel 2011 la ge-
otermia sarà disincentivata, in antitesi con
il resto dei Paesi europei, dove esistono
forme incentivanti mirate e dove l’energia
usata per le pompe di calore geotermiche
beneficia di tariffe agevolate al contrario
che in Italia, dove dal 2009 per contatori
per usi domestici di potenza superiore ai
3 kW ed energia consumata superiore ai
4500 kWh, il costo dell’energia è pratica-
mente doppio. Si intravvedono segnali
positivi (come la proroga della detrazione
fiscale del 55%), ma bisogna fare di più.
Il sistema degli incentivi ha favorito lo svi-
luppo della Green economy e la creazione
di migliaia di posti di lavoro, ha stimolato
l’innovazione e favorito la divulgazione di
una cultura della sostenibilità, pena un
danno economico al Paese e il mancato
raggiungimento degli obiettivi del proto-
collo di Kyoto, con la conseguenza di in-
genti multe da parte della Comunità eu-
ropea.
Luigi Lucchetti, vice presidente e
direttore tecnico di Energy Resources
Bisogna credereanche nell’efficienzadegli impianti termici
Il decreto legislativo di attuazione della
direttiva europea 2009/28/Ce sulla pro-
mozione delle fonti rinnovabili presenta
uno sbilanciamento immotivato a favore
del teleriscaldamento e a scapito di altre
tecnologie efficienti. È l’opinione di Asso-
termica...
Riteniamo fondamentale perseguire una
strategia politica di sostegno alle rinnova-
bili termiche per colmare il grave ritardo a
oggi accumulato in questo settore e per
concretizzare i grandi sforzi che il sistema
industriale sta compiendo con ingenti in-
vestimenti. Il decreto è un’ottima occasio-
ne in tal senso, a patto che siano apporta-
ti alcuni importanti correttivi per aumen-
tare la fiducia degli investitori e degli im-
prenditori, nonché tutto il sistema produt-
tivo dell’articolata filiera delle rinnovabili
in Italia. A oggi non sono richiesti agli im-
pianti di teleriscaldamento alti valori di
efficienza degli impianti di incenerimento.
Non sono calcolate nemmeno le perdite
della rete di distribuzione del calore agli
utenti che devono sostenere tutte le tipo-
logie di teleriscaldamento, anche non ali-
mentate da fonti rinnovabili attraverso un
fondo alimentato da una voce della bol-
letta del gas. Non si tiene conto degli altri
sistemi alternativi anche più efficienti di
generazione diffusa, quali il solare termi-
co, il fotovoltaico e le pompe di calore.
Per raggiungere il 17%, come quota di
energia da rinnovabili, si deve rafforzare al
più presto anche la strategia per l’efficien-
za energetica nel nostro paese. Valorizzia-
mo la nostra efficienza piuttosto che im-
portarla. Non accettiamo il suggerimento
di delocalizzare i progetti per l’utilizzo di
rinnovabili e tantomeno la compravendita
di “titoli obiettivo” sotto forma di “trasfe-
rimenti statistici” per raggiungere gli
obiettivi 20/20/2”. Per raggiungere la
massima efficienza è sufficiente la riquali-
ficazione del parco edilizio esistente piut-
tosto che spingere una manovra così am-
biziosa sui nuovi edifici. Nella bozza in
esame viene meno anche l’obbligo di in-
tegrazione con fonti rinnovabili in occa-
sione di nuova installazione di impianti
termici in edifici esistenti e di ristruttura-
zione degli impianti termici esistenti.
Sarebbe auspicabile amplificare tutte le
possibili leve incentivanti come reintro-
durre coefficienti premiali elevati anche
per la riqualificazione degli edifici-impian-
ti esistenti, comprendendo anche le riqua-
lificazioni e ristrutturazioni sotto i 1.000
mq negli obblighi, senza però decurtare il
livello di incentivo.
Paola Ferroli, presidente Assotermica
-
50
A Accenture - 45 Agenzia energetica russa - 18 Agenzia europea per l’ambiente - 39 Agroenergia - 48 Aiee - 10, 11 Almeco - 17, 20 Althesys - 48 Ambiente Italia - 48 Asja - 23 Assoknowledge - 28 Autorità per l’energia elettrica e il gas - 9, 12, 27 Axa Private Equity - 9
B Banco Popolare - 18 Barclays Capital - 13 bioEnergia - 48
C Capstone Metering - 42 Cei-Cives - 27, 31 Chevrolet - 33 Cimteclab - 41 Citroen - 33 Concia - 41 Confagricoltura - 48 Confindustria - 41 Confindustria Anie - 14, 47 Conoscere Eurasia - 18
D Dario Flaccovio editore - 46 Dealer Tecno - 41 Derbigum - 37 Dse - 13 Dsf - 15
E Ecomondo - 42 Edison - 12 Egl - 13 Electra Italia - 13 ElectricRoute - 42 Elettra - 35 Elettronica Santerno - 17, 24 Enea - 18 Enel - 12, 35 Enel Rete Gas - 9 Energethica Firenze - 48 EnergEtica Onlus - 48 Energy Resources - 35 Eni - 9, 12, 24 Eon - 9
Ernst & Young - 17 Ewea - 48
F F2i - 9 Federal Transit Administration - 36 Feltrinelli - 46 Fiat - 32 Fiera Milano - 45 First Solar - 21 Fondazione Idi - 11
G Gazprombank - 18 Ge Lighting - 37 General Electric - 36 Gfk Eurisko - 30 Gifi - 47 Greenfield Wind - 21 GridOn - 42 Gruppo Carraro - 24 Gruppo Fiorini - 42 Gruppo Hera - 42 Gruppo Innowatio - 37 Gruppo Kerself - 22 Gruppo Relight - 21 Gruppo Schiavoni - 24 Gruppo Skf - 45 Gse - 43
H Hidrogest Energia - 22
I IceCode - 42 Icim - 25 Idrofin - 22 Imar - 41 Imesa - 24 Impianti Expo 2011 - 48 Impianti Solar Expo - 48 Ims Research - 21 IntesaSanpaolo - 18
J J.D. Power - 31
K Klimaenergy 2010 - 43
L La Sapienza - 35 Lecce Pen - 42 Legambiente - 41, 43
M Maestrale Green Energy - 40 Mecspe - 48 Mitsubishi - 33
Mps - 18 Mx Group - 17, 20 Mx Solar Usa - 20 My Clima - 42
N Nissan - 33 Novamont - 41 Nus Consulting - 12
O Opel - 33
P Peugeot - 33 Philips Lighting - 47 Plaxtech - 42 Politecnico di Torino - 23 Pomos - 35
R Renault - 29, 33 Renault-Nissan - 32 Rft - 45 Riello - 15 Romagna Compost - 42
S Saipem - 24 Schneider Electric - 36 Senaf - 48 Sharp - 21 Silfab - 17, 22 Solarpraxis - 48 Suntech - 21
T Tata - 33 Termoidraulica Clima Ecoenergie - 48 Tipolitografia F.G. - 37 Toyota - 32 Trina Solar - 21
U Umpi - 36 Unicalce - 45
V Vivigas - 13 Vnesheconombank - 18
W Windesign - 41 WinFlex - 42 Winvent - 37 Wt Motors - 35
Y Yingli - 21
Ne abbiamo parlato a pagina:
anno IV - n. 31/32 - gennaio/febbraio 2011
DIRETTORE RESPONSABILE:Mattia Losi
REDAZIONE:M.Cristina Ceresa (vicedirettore)
SEGRETERIA DI REDAZIONE:Laura Marinoni Marabelli
COLLABORATORI:Maria Luisa Felici, Camilla Galli Macricè,
Guido Plutino, Luca Re,Chiara Scalco, Mario Valsecchi
PROGETTO GRAFICO:Claudio Codazzi
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