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Speciale SAIE TODAY n INNOVARE IN LATERIZIO

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Speciale

SAIE TODAY

n innovare in laterizio

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Il Fürstentum Liechtenstein – Principato del Liechtenstein – è una monarchiacostituzionale racchiusa tra i Cantoni svizzeri, San Gallo e Grigioni, e ilVorarlberg austriaco.Si fa risalire a dopo l’invasione napoleonica del Sacro Romano Impero la“sovranità indipendente” del piccolo stato e alla dissoluzione dellaConfederazione del Reno nel 1813 la sua adesione alla Confederazione tedesca(presieduta dall’Imperatore d’Austria).In seguito, sino al termine della prima guerra mondiale, il Liechtenstein man-tenne stretti legami con gli Imperi austriaco e austro-ungarico, sviluppandosicon fabbriche tessili, di ceramiche, banchi di pegno e mutuo, finché la devasta-zione economica, seguita al conflitto, portò il principato a concludere accordimonetari con la vicina Svizzera, di cui ancora oggi adotta la moneta.Gode attualmente di grande prosperità, avvantaggiato dalla bassa tassazione,che incentiva molte imprese a prendervi sede.Il Principe è un uomo ricchissimo e la popolazione (35.000 abitanti) detiene ilpiù alto reddito pro-capite del mondo.Sulla riva destra del Reno, sorge la capitale Vaduz (circa 5.000 abitanti, lamaggior parte di religione cattolica), sede degli uffici amministrativi, delParlamento (Landtag) e della residenza del Principe.Tra le emergenze da segnalare – musei d’arte, un museo postale, la cattedrale,il municipio, il castello – vi è, da oggi, un eccezionale monumento da ammira-re: il nuovo Parlamento progettato da Goritz, professore tedesco di architettu-ra, che lavora a Hannover e a New York.Il progetto è risultato vincitore nel 2000 di un apposito concorso, dopo che unpubblico referendum, nel 1991, aveva negato la realizzazione di una soluzioneproposta da Luigi Snozzi.L’opera si inserisce con originalità e misura all’interno del centro storico,modellandosi con razionale semplicità al paesaggio e alla collina, sovrastatadal castello medioevale.Il complesso si compone di tre elementi che si confrontano con gli edifici esi-stenti, in adiacenza al Palazzo del Governo, e che attuano una razionale defini-zione della Peter-Kaiser Platz, sotto la quale è stato ricavato un ampio par-cheggio sotterraneo.La coesione fra le diverse costruzioni si compie essenzialmente attraverso l’e-saltazione di forme elementari, caratterizzate dalla componente monomatericadel laterizio a vista.Il margine della piazza è definito da un giardino a pianta triangolare, delimita-to da un muro di mattoni verso la strada e scandito da una sequenza di settimurari ad esso perpendicolari, alti come una persona, che lo separano dall’a-rea pedonale, pavimentata pure in mattoni.Sull’acciottolato del giardino si stagliano arbusti e una scultura in bronzo di

Henry Moore (“Figure in a Shelter”).Dei due corpi di fabbrica collegati, l’uno racchiude l’atrio di ingresso e, alprimo livello, l’aula parlamentare, con il grande tavolo circolare attorno alquale siedono i 25 membri; l’altro, lineare, su tre livelli, comprende gli uffici, iservizi, le sale riunione e si distacca da una possente muratura in calcestruzzoa vista, che si aggancia con profondi tiranti di acciaio alla montagna delle Alpiaustriache, in cima alla quale si erge la rocca pricipesca.Il primo edificio, caratterizzato da un’ardita copertura a doppia falda, prendeluce da grigliature realizzate nei paramenti laterizi, con l’interposizione dilastre di pietra; inoltre, sul colmo, un lucernario a nastro dà luminosità all’au-la parlamentare, configurata all’interno secondo le ripide inclinate che lasovrastano, fino alla lunga feritoia superiore.Nel secondo edificio, invece, il fitto colonnato funge da frangisole sui tre livellicompletamente finestrati.La composizione, che affida per intero al mattone color sabbia l’esaltazione diogni sua forma, assolve con plasticità e geometria il compito di riordino urba-no, legando parti, stili, elementi della città in un disegno evocativo di classicitàe manierismo gotico.

Parlamentodel Liechtensteina Vaduz

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ProgettoHansjörg Göritz Architekturbüro, Hanoverluogo Direttore di progettoAnne Claire von Braunmühl ConsultantLicht Kunst Licht AG CommittentePrincipato del Liechtenstein Cronologia2008, realizzazione

FotografieLukas Roth

TestoRoberto Gamba

pagine IX-XIV

HANSJÖRG GÖRITZ ARCHITEKTURBÜRO

Sopra: schizzo di studio.Nella pagina a fianco: veduta notturna; a sinistra il corpo della saladel consiglio, a destra il colonnato di facciata del corpo uffici.

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L’aula parlamentare rivestita in laterizio, illuminatada una lunga feritoia superiore.Sopra a sinistra: il percorso pedonale di accesso allapiazza, rivestito in laterizio.Sotto a sinistra: la piazza e il suo arredo.

Nella pagina a fianco: disegno di dettaglio del murodi mattoni della piazza e planimetria.

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Sezione trasversale.Sezione di dettaglio della copertura

della sala del consiglio.Nella pagina a fianco:

veduta diurna dei due corpi di fabbrica collegatie dell’area esterna pavimentata in laterizio.

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Alejandro Aravena è stato chiamato a realizzare il primo progetto al di fuoridel territorio cileno, Paese dove, da giovane architetto emergente, pratical’attività professionale dirigendo Elemental, attivo studio di architettura.Trasferire pratica e competenze maturate in una nazione latino-americana nellacultura degli Stati Uniti, affrontando nello specifico il tema progettuale delleresidenze universitarie, costituisce, indubbiamente, una sfida importante.Il modello, applicato da Aravena per l’intervento di edilizia residenzialestudentesca della St. Edward’s University ad Austin, in Texas, è quellotradizionale del campus, di derivazione anglosassone-nordamericana: uncomplesso di residenze autosufficienti, isolate e autonome, comprensive di tuttele funzioni necessarie per garantire un vero e proprio microcosmo di vita.Il tema del campus universitario aggiunge un connotato fondamentale alladeclinazione dell’abitare collettivo, particolarità che, se riconosciuta, puòdivenire centrale nelle scelte linguistiche applicate dal progettista: è il fattore“giovane età” dei residenti, specificazione traducibile in rinnovamento, che puòcostituire una rottura degli schemi, innovazione, mutamento.Il progetto di Aravena sembra accogliere questo programmatico carattere nellapropria opera, riuscendo perfettamente a coniugare freschezza, originalità dilinguaggio e dialogo con il contesto, rappresentato dagli edifici storici delcampus e dalle costruzioni convenzionali dell’intorno, nonché dall’assunzionedel ruolo istituzionale comunque necessario in ambito accademico.Nessun linguaggio figurativo, dunque, che segua un esplicito stile e neppuregeometrie contemporanee fini a loro stesse e autoreferenziali.Aravena, essenzialmente, progetta una “architettura” che è , in grande scala,articolazione di un sistema di volumi nello spazio, fortemente caratterizzatidalla materia, dal colore, dalla luce.L’idea guida, che il materiale laterizio sia, cioé, il legante tra spazi e volumi inun continuum avvolgente, tra i grandi solidi costruiti e gli ampi basamentiesterni, con scale, rampe, terrazzamenti innestati nelle morbide cromie“terracotta” dell’assolato contesto texano, la si percepisce al primo sguardo.Eppure, per quanto lontano geograficamente, il riferimento che si conserva èquello del monastero, luogo dove dare risposta ad atavici bisogni:essenzialmente, dormire e studiare, nutrendo corpo e spirito.L’effetto di nucleo fortificato, un po’ chiuso e protetto, è determinato dagliimponenti volumi che compongono la cittadella universitaria: un impiantogeometrico rigoroso, costituito da sette grandi complessi, intersecati e congiuntitra loro da passaggi sospesi, attestati su di un percorso centrale. La complessitàprospettica dell’insieme è generata visivamente proprio dalla continuitàcromatica dei volumi “sbozzati” nel coronamento superiore, a nascondere allavista le coperture, come fossero unici prismi di roccia, e dal disegno delleaperture sulle superfici verticali, anch’esse come grandi spaccature. La strutturaportante armata delle costruzioni diviene massa unitaria grazie al rivestimentoin laterizio. Una stratificazione a spessore, composta da elementi lavorati e

sezionati a mano di 10 x 20 x 6,5 cm, con differenti finiture, lisce e grezze,interi e spaccati. Nell’insieme, il complesso è stato definito un “canyoncartesiano”: canyon per la forte analogia cromatica e distributiva con le golemontane; cartesiano perché geometricamente e razionalmente progettatodall’uomo. Il progetto di Aravena si afferma, infatti, in sezione, attraverso l’analisi dellaquale si rivela il programma e lo studio sotteso all’opera: un basamentopubblico e collettivo, con le unità abitative delle residenze private ad alleggerirei piani superiori.Ugualmente interessante è la modalità con cui si distribuiscono gli aspettifunzionali nel sistema dei volumi. Gli spazi collettivi della condivisione sonofruibili e accessibili a tutti: al piano terra, la mensa, la caffetteria, gli uffici,negozi e servizi; ai piani superiori, zone di ricreazione, lavanderia e auleinformatiche, tutte rivolte verso la promenade centrale, il fulcro dellacomposizione. È in questa ampia gola, ombreggiata dai volumi, che cambiaanche il carattere dei prospetti, realizzati con vetrate continue traslucide,scandite verticalmente in differenti colori.Le camere, singole o doppie per gli studenti, più ampie per i professori,traggono luce naturale unicamente dall’esterno, conservando la necessariaintimità.

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ProgettoAlejandro Aravena, Ricardo TorrejónProgettisti Partner in TexasCotera + ReedCollaboratori in TexasTiffani Erdmanczyk, Adam Pyrek, Travis Hughbanks,Leyla Shams, Joyce ChenCollaboratori in CileVictor Oddo, Rebecca EmmonsSuperficie30.000 m2 (10.000 m2 dormitori, 20.000 m2 parcheggio)Cronologia2006-07, progettazione; 2008, realizzazione

pagine IX-X

ALEJANDRO ARAVENA, RICARDO TORREJÓN

FotografieAlejandro Aravena

TestoVeronica Dal Buono

Disegno prospettico che illustra il complesso del nuovo studentato.Nella pagina a fianco: uno dei grandi edificial cui piano terra si svolgono attività di servizio.

Residenze St. Edward’s University,Austin, Texas, U.S.A.

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Disegno prospettico d’ispirazione che illustrail complesso del nuovo studentato.Piante del piano terra, con servizi collettivie spazi di socializzazione.

Il nuovo studentato della St. Edward’sUniversity nel suo insieme e in relazioneal contesto, osservato da est (foto CristobalPalma).Le testate cieche di alcuni blocchi sonocaratterizzate da superfici continue modellateda geometrie che ricordano profondi taglinella roccia.

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Il nuovo studentato osservato da est.Pianta del piano tipo con appartamentiper studenti e spazi comuni.

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Dettaglio costruttivo. Sezionein corrispondenza del solaio.Legenda:1. impermeabilizzazione2. scossalina in membrana in corrispondenzadegli angoli 3. impermeabilizzazione4. rete per malta5. membrana adesiva6. giunto di espansione7. profilo angolare

Dettaglio costruttivo. Sezione incorrispondenza del solaio e dell’apertura.Legenda:1. supporto davanzale in metallo2. cartongesso verniciato da 5/8” 3. isolamento in pannelli in fibra di cotone4. rivestimento esterno5. impermeabilizzazione6. staffa a muro7. scossalina flessibile8. impermeabilizzazione9. profilo angolare in acciaio

Sezione costruttiva in corrispondenzadel volume della caffetteria.

Gli spazi aperti di socializzazione e le attrezzature sportive di servizioal campus (foto Cristobal Palma).

Nella pagina a fianco: vista della corte interna e della promenadeove i volumi alternano zone d’ombra agli assolati spazi.

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dei quattro lati così da collegarsi visiva-mente con il centro storico e con l’an-tica rocca albornoziana di Spoleto,abbracciandoli. Alla quota della piazza,si trovano le destinazioni direzionali ecommerciali: in particolare, al pianoterreno del centro civico e della torretelematica vi sono la sala di quartiere egli uffici comunali.Proprio la torre telematica, in futurocollegata con la rocca tramite l’utilizzodi un raggio laser, con il suo sviluppoverticale di 32,0 m, interrompendo lamassività della muratura con una fac-ciata completamente rivestita da una“pelle” in lamiera forata, costituisce unvalido contrappunto al laterizio,aumen-tando la “forza seduttiva” di un segnourbano di per se già fortemente attrat-tivo. Gli edifici, equilibrati e proporzio-nati tra loro, delimitano e conformanogli spazi pubblici e privati: il quartiere ècircoscritto da un ampio spazio aperto,destinato ad ambiti attrezzati, verdepubblico e parcheggi a raso, che scandi-sce ulteriormente la composizione deivolumi.Nel piano interrato, sono collocati igarage pubblici e privati, opportuna-mente separati tra loro.Gli spazi interni sono stati pensati inmaniera razionale e funzionale.La posa in opera di un paramentomurario in elementi pieni di lateriziocon giunto verticale a filo esterno egiunto orizzontale leggermente incava-to, l’arretramento di un corso di matto-ni ogni cinque e le strette feritoie checonformano il brise-soleil, sempre inlaterizio, concorrono ad enfatizzare l’o-rizzontalità della composizione e a rac-cordare in continuità tutto l’ambientecostruito. L'uso dei colori negli intra-dossi dei solai, così come gli innestimetallici (inscindibili dal laterizio nellearchitetture di Paolo Luccioni), qualicoperture, balconi e schermature, oltread individuare specifici ambienti, spez-zano la continuità del rosso mattone con-ferendo ulteriore leggerezza alla massi-vità del linguaggio complessivo.Luccioni, infatti, sceglie la massa, inte-

Nella periferia della cittadina umbra diSpoleto (PG),antica sede dell’Accademiadegli Ottusi,è stato recentemente termi-nato il complesso civico denominatoSan Nicolò (dal nome del quartiere).Il progetto si inquadra nel programmadegli interventi previsti dal Contratto diQuartiere della città, dal titolo “Da peri-feria a città”, che, sulla base della con-certazione, ha visto l’efficace sinergiaeconomica tra istituzioni pubbliche eprivate. Obiettivo del Contratto diQuartiere era quello di ricucire il tessu-to urbano lungo il fiume Tessino,mediante operazioni di riqualificazioneurbana e nuove realizzazioni: proprio in

questo senso, il neonato centro civico,situato lungo la strada di penetrazionedel quartiere, delimita a valle il tessutourbano e perimetra la zona intensiva diedilizia residenziale pubblica di 2-3piani fuori terra. Le residenze e il cen-tro civico sono separati da una fascia diterreno agricolo che fronteggia unantico casolare, tra le prime testimo-nianze dell’edificato storico e dellatoponomastica del luogo.Il principio insediativo che regola ilnuovo intervento è basato sulla media-zione tra i caratteri morfologici delcostruito e quelli naturali del sito.Il progetto non è costituito da un unicocorpo di fabbrica, ma si dispiega comeun vero e proprio comparto urbano: gliuffici, il centro civico, le abitazioni e ilcentro commerciale si articolano par-tendo da un grande vuoto centrale che,oltre a conferire al progetto un aspettoquasi monumentale, è aperto su uno

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Adolfo F. L. BarattaClaudio Piferi

paolo luccioni

Centro civico con ufficicomunali, QuartiereSan Nicolò, Spoleto (PG)

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FOTOGRAFIE Moreno Maggi

Dettaglio della texture in laterizio.

Nella pagina a fianco:torre orientata verso l’antico centro di Spoleto.

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grando la tradizione locale del costrui-re in laterizio con un’esperienza perso-nale che forse lo tiene lontano dalloscintillio delle luci della moda, ma che,in maniera sempre più matura, gli con-sente di interpretare lo spazio e la mate-ria in modo compiuto e assolutamenteinnovativo. ¶

Scheda tecnicaProgetto: Paolo LuccioniCollaboratori: Angela Buompadre,Andrea

Cerquiglini, Loretta DellaBotte, Francesco Grispo,Viviana Mastrolilli, BairesRaffaelli, ClaudioRonconi, Laura Rossi,Andrea Spiccallunto

Strutture: Oikos ProgettiImpianti: Tetra EngineeringCommittente: Commerciale Immobiliare

Balanzano S.r.l. eImmobiliare San Nicolò S.r.l.

Sup. del lotto: 50.860 m2

Sup. coperta: 14.018 m2

Sup. verde e spazi pubb.: 13.162 m2

Sup. a parcheggio: 16.507 m2

Volume urbanistico: 46.797 m3

Importo dei lavori: 16.000.000 euroCronologia: 1998-05, progetto;

2002-07, costruzione

Centro civico con ufficicomunali, bibliotecae mediateca.

Planimetria generale.

Nella pagina a fianco:il portico sulla piazza.

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Scorcio della facciatain laterizio con annessibalconi metallici.

Dettaglio della muratura perimetrale.Legenda:

1. doppia guaina impermeabilizzante (4+3 mm)2. massetto in calcestruzzo3. massetto intumescente4. pavimento di tipo industriale5. massetto in calcestruzzo con rete elettrosaldata6. pavimento galleggiante (40x40 cm)7. intonaco civile8. tamponamento in laterizio forato9. isolante termico

10. laterizio faccia a vista (12x25x5,5 cm)11. laterizio faccia a vista (8x25x5,5 cm)12. controsoffitto in cartongesso13. trave di bordo in calcestruzzo armato14. pannello isolante rigido (7 cm)15. massetto di pendenza16. doppia guaina impermeabilizzante (4+3 mm)17. ghiaia lavata di fiume (Ø 15-20 mm)18. lamiera di protezione19. copertina in travertino

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Gli uffici comunali.

Dettaglio della facciata.

Pianta della torre telematica.

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di intercapedine d’aria, preparano ilcampo alla cortina ultima in mattonepieno. In taluni casi, la struttura cemen-tizia lascia il posto a montanti e travi inacciaio, coibentati verso esterno da unospesso cappotto isolante,su cui sono ap-plicati sottili elementi in clinker posatia mattone. Anche se in questo caso nonportante di per sé, il mattone si mostracome fosse la scorza di un muro pieno,solido, di confine.Da sempre la progettazione di Gehry sicontraddistingue per alcuni temi co-stanti.Tra questi, posto privilegiato oc-cupano il pensiero sulla stabilità degliedifici, a dispetto di quanto apparente-mente trasmesso dalla forma,e la portatapaesaggistica dell’intero gesto proget-tuale. Il primo tema è, in questo caso,nuovamente indagato ed esaltato nelconfronto diretto fra i tratti caratteristicidell’esistente e del nuovo edificio. Il se-condo trova necessariamente riscontrinell’intorno del Museo: infatti, la strada,l’edificato, i volumi più alti della preesi-stenza, oltre al fiume accanto al Museostesso,partecipano tutti, in questo senso,al progetto.La strada, assolutamente ret-tilinea, accentua le sinuose ridondanze“rosso mattone”, ed ancora le rimarcaper contrasto quanto è inscritto a carat-teri chiari sull’asfalto,al centro delle car-reggiate. L’edificato residenziale, pun-tuale e tipico nei suoi spioventi accen-tuati, a sua volta evidenzia la foggia on-divaga dei volumi del MARTa Herford.Le fabbriche più elevate, bianche, delcomplesso industriale originario ancorasottolineano oppositivamente lo svi-luppo orizzontale dei nuovi spazi. Lospecchio d’acqua corrente a fianco delMuseo raddoppia,ribaltandole,qualità eforme dell’opera di Gehry, offrendosiquale migliore visuale per il ristorantedella nuova struttura.Gli interventi di Gehry si concentranoprincipalmente sui lati nord e sud dellotto assegnato. Complessivamente, lasuperficie coperta delle strutture rag-giunge i 5.000 m2, fra aree espositive eservizi. Non secondario è il ruolo deglispazi aperti a più stretto contatto con il

Impressiona osservare le planimetriedel MARTa Herford e scorgere, nelledifferenze fra l’attuale trasformazione diFrank Gehry e l’originario impianto in-dustriale risalente agli anni ‘50, quantodistanti e diversi siano l’odierno assettoed il precedente,e pure quanto efficace-mente dialoghino con la città e contri-buiscano ai suoi equilibri.Il progetto dell’architetto di scuola ca-liforniana nella città del nord della Ger-mania consiste, in effetti, nella trasfor-mazione di un edificio esistente, dallelogiche geometriche particolarmentesquadrate e regolari, sia nelle due chenelle tre dimensioni. Più di altre occa-

sioni architettoniche note del mede-simo progettista, questa, ad Herford,esalta la plasticità deformativa delle su-perfici e dei volumi costruiti, ancor piùdi quando l’architetto si è confrontatocon ben altre dimensioni e portate, af-fidandosi a materiali, come ad esempioe specialmente le lamiere, con i quali letorsioni, le piegature ed anche i cam-biamenti di stato superficiale risultanoteoricamente più semplici. Il virtuosi-smo formale raggiunge qui un livelloalto, esibendosi quasi unicamente nellasola dimensione orizzontale, con unaserie di volteggi e di rigonfiamenti a ca-ratterizzare insolitamente quanto dinorma è perfettamente retto, verticaleed a piombo.In questo caso, la struttura è muraria emassiva, come lo è la scelta della pelleesterna, in mattoni laterizi. Le mura pe-rimetrali sono normalmente costituiteda setti in cemento armato per 35 cm dispessore, internamente rivestite; versol’esterno, 11 cm di isolante, poi 3 cm

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Alberto Ferraresi

gehry partners, llp

MARTa Herford,Herford, Germania

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Schizzo.

Nella pagina a fianco:i muri in mattoni infrangono le logiche leggigravitazionali; le soluzioni di dettaglio costruttivonascondono la cifra dello spessore laterizio.

FOTOGRAFIE thomasmayerarchive.com

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Il laboratorio dei modelli all’interno dello studiodi progettazione (foto: Frank O. Gehry & Associates).

Una sezione generale lungo l’asse est-ovest e un prospetto-sezione che inquadra l’ingresso principale.

La planimetria dell’insediamento mette in luce le differenzeformali tra preesistenza e nuovo intervento.

Qui e nella pagina a fianco:l’accostamento della strada rettilinea al Museo esaltale sue forme curvilinee.

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breve passeggiata, sul tappeto rosso dimattoni posati di coltello, conducentescenograficamente all’entrata.In relazione al nome assegnato al com-plesso,M sta per mobili,poiché specifica-mente si espongono arredi di design,mapotrebbe pure certamente voler diremuseo;Art sta, in massima sintesi, per ar-chitettura, ma ovviamente potrebbe rap-

presentare arte, intendendo sia l’artedelle opere contenute, sia pure quelladello spettacolare contenitore. ¶

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costruito. Entro il lotto, il manto pavi-mentale è nuovamente in laterizio, incontinuità con i setti verticali. Cammi-nando da sud verso nord, sul lato dellastrada su cui insiste il Museo, seguendole anse dei muri, anch’essi in laterizio, cisi trova come richiamati verso l’ingresso,senza possibilità di ripensamento. Fra ivolumi di progetto, infatti, s’insinua una

Scheda tecnicaProgetto: Gehry Partners, LLPSup. area: 7.780 m2

Cronologia: 1998, progetto;2004-08, fine lavori

www.marta-herford.de

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Le forme rotondeggianti del MARTa si distinguononettamente dalle caratteristiche spigolositàdell’architettura locale.

Stralcio di sezione orizzontale (fornito da StefanHoffmann dello Studio Archimedes GbmH, che hacurato il progetto esecutivo dell’intervento). Legenda:1. canaletta di scolo sottostante2. giunto aperto3. sigillante siliconico4. lamiera in acciaio inossidabile, 10 mm5. mattone6. isolamento7. muro in calcestruzzo8. finitura interna

Nella pagina a fianco:in evidenza il piano pavimentale in mattoni:estende e definisce anche al calpestiol’intervento di Gehry.

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Valeria Giurdanella

Nell’edificio residenziale Scirocco di Diverserighestudio, l’essenzialità del dettaglio costruttivo,basato sull’uso della muratura portante e rivestimento esterno in mattoni faccia a vista,sostiene la coerenza e la qualità del linguaggio architettonico, per proporre spazialitàcontemporanee radicate nel contesto

a poetica di Diverserighestudio, fondato nel 2003 daNicola Rimondi, Simone Gheduzzi e GabrieleSorichetti, si esprime nei molteplici progetti di edili-

zia residenziale, dalle ville alla case collettive, integrando inmaniera trasversale il rapporto con il contesto, soprattuttoquello rurale della pianura tra Ferrara e Bologna, la qualitàambientale e il risparmio energetico, proponendo un’interes-sante declinazione dell’abitazione contemporanea.La sempli-cità dei materiali della tradizione, mattone e intonaco, defini-sce l’omogeneità di volumi e tipologie contemporanee. L’usodi prodotti di matrice marcatamente industriale è limitato apochi dettagli, come le lamiere di acciaio stirate e verniciatee le griglie metalliche, utilizzate come oscuranti delle apertu-re e affiancate, in alcuni casi, ad un puntuale uso di coloriaccesi. L’edificio Scirocco fa parte di un complesso realizzatoin due differenti tipologie (Ostro + Scirocco), con quattrodiversi interventi, e affina e rafforza i temi avviati e realizzatinel vicino complesso residenziale Asia e nelle altre costruzio-ni di edilizia residenziale collettiva (Libeccio, Caramello,B7.8). In tutti emerge l’obiettivo della qualità architettonicain cui l’essenzialità delle tecniche esecutive diventa cura deldettaglio che, nella sobrietà dell’uso quasi esclusivo del lateri-zio, propone una forte coerenza del linguaggio architettoni-co. Il progetto si colloca in provincia di Bologna, all’internodi un comparto di espansione residenziale la cui logica rap-presenta ormai l’impianto urbanistico tipo nel territorio della“bassa” bolognese: una macro-area suddivisa in lotti secondole logiche commerciali del “tutto vendibile”, come afferma-no gli architetti. Lo studio ha colto l’occasione imposta dalmercato per proporre la sperimentazione di un edificio ibri-do, suddividendo la capacità edificatoria dei lotti in piccolivolumi, in cui ogni unità è differente dall’altra e dove alle pic-cole dimensioni corrispondono tutte le caratteristiche di unacasa indipendente. Gli edifici, realizzati tra il 2006 e il 2008,creano un legame con il contesto che si rispecchia nelle tec-niche costruttive basate sull’uso del mattone faccia a vista sututti i volumi della costruzione. Pochi altri materiali caratte-rizzano l’esterno dell’edificio: le pensiline, le scale esterne egli ornati delle aperture sono in calcestruzzo armato e gli

Essenzialitàdel dettaglio

oscuranti delle aperture sono costituiti da ante di acciaio sti-rato e verniciato.Questo uso dei materiali e il trattamento deidettagli consentono di leggere la purezza delle forme, il giocodegli incastri volumetrici e delle distribuzioni tipologiche, incui le aperture, dalle dimensioni variabili incorniciate dalleimbotti in cemento, creano una varietà esaltata dalla tessituraomogenea della muratura faccia a vista. I volumi regolarisono caratterizzati dalle diverse inclinazioni delle falde e degliappoggi a terra che, insieme agli slittamenti dei corpi di fab-brica, definiscono un insieme che stempera l’imponenza delvolume in un complesso articolato, reso tuttavia coerente dal-l’omogeneità del rivestimento laterizio. Nella tipologia del-l’edificio Scirocco, tre appartamenti al piano terra, di 50, 72 e76 m2, si affiancano al corpo di fabbrica lineare dei garage,trattato con intonaco, pensiline in c.a. e recinzioni in grigliemetalliche,e su cui i volumi in mattoni faccia a vista si appog-giano creando la sensazione di un corpo sospeso.Tre appar-tamenti, di 81, 83 e 67 m2, si sviluppano al primo e al secon-do piano definito dalle falde inclinate con coperture in tego-le marsigliesi. L’attenzione alla qualità ambientale e al rispar-mio energetico è integrata nel processo progettuale e costrut-tivo, puntando a raggiungere esiti concreti attraverso lo stu-dio delle soluzioni tecniche. L’edificio si caratterizza per unconsumo energetico di 49,45 kWh/m2a (classe B di certifi-cazione energetica), calcolato con la procedura del Dlgs 192per un volume riscaldato di 1318 m3.Le pareti dell’involucrosono costituite da una muratura portante, realizzata con bloc-chi di laterizio porizzato dello spessore di 25 cm, uno stratodi isolamento termico dello spessore di 8 cm e un’intercapedi-ne d’aria di 4 cm. Il rivestimento interno è di intonaco dicalce, mentre quello esterno è in mattoni semipieni faccia avista. La stratigrafia raggiunge un valore di trasmittanza di0,22 W/m2K. La copertura dell’edificio, del tipo ventilato,è costituita da un solaio in laterocemento dello spessore di20 cm, una barriera al vapore, uno strato di isolante in schiu-ma poliuretanica con rivestimento di alluminio dello spessoredi 10 cm, un tavolato in legno, una guaina impermeabilizzan-te e un manto di tegole marsigliesi in laterizio, per un valorecomplessivo di trasmittanza termica pari a 0,18 W/m2K.

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Diverserighestudio, Edificio residenziale Scirocco, San Pietro in Casale (BO), 2008

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Sezione verticale e prospetto in corrispon-denza dell’apertura con pannello oscurantea movimento verticale.

Descrizione

Le tessiture murarie in laterizio sono caratte-rizzate dalle aperture diversificate per dimen-sioni e tipologia di oscuramento. In corri-spondenza del corpo lineare dei garage, al disotto delle aperture, un corso di mattonisemipieni, disposti a coltello, definisce infe-riormente il volume dell’edificio.La copertura ventilata è costituita da unsolaio in laterocemento e un rivestimentoesterno di tegole marsigliesi in laterizio, a cuisono fissati i pannelli solari.

Legenda:

1. muratura in mattoni faccia a vista anco-rati alla parete portante2. isolamento dell’architrave3. avvolgibile elettrico4. infissi in legno5. anta in acciaio stirato con cinghia di sol-

levamento6. cornice finestra in cemento7. isolante 8 cm8. struttura portante in laterizio porizzato

25 cm9. ancoraggi metallici per il fissaggio della

parete di rivestimento10. climatizzazione a pavimento11. solaio in laterocemento

Vista del serramento con oscurante in lamieradi acciaio stirata a scorrimento verticale.

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Diverserighestudio, Edificio residenziale Scirocco, San Pietro in Casale (BO), 2008

Dettaglio

Sezione verticale e prospetto in corrispon-denza delle scale esterne che delimitano l’in-gresso sul piano inclinato.

Descrizione

Ogni unità ha le caratteristiche di una casaindipendente: giardino privato, garage,ingresso autonomo e rispetto della privacy.Lo spazio verde fa da elemento di connes-sione tra i diversi edifici che appoggiano alterreno in maniera obliqua. Gli ingressi agliappartamenti del secondo piano sonoaccessibili da scale in calcestruzzo in cui lepedate sono ancorate alle travi in c.a.appoggiate al terreno attraverso piastre diacciaio. Il solaio interpiano è in lateroce-mento con integrato un sistema di riscalda-mento a pavimento.

Legenda:

1. infissi in legno2. anta in acciaio stirato scorrevole3. cornice finestra in cemento4. muratura in mattoni faccia a vista ancora-ti alla parete portante5. isolante 8 cm6. struttura portante in laterizio porizzato25 cm7. ancoraggi metallici per il fissaggio dellaparete di rivestimento8. pedata in cemento

L’edificio Scirocco con le scale esterne che portanoal secondo piano fuori terra.

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Diverserighestudio, Edificio residenziale Scirocco, San Pietro in Casale (BO), 2008

Dettaglio

Sezione orizzontale e prospetto in corrispon-denza dell’apertura con pannello oscurantea movimento orizzontale.

Descrizione

Le pareti esterne dell’edificio hanno uno spes-sore di 51 cm; lo strato isolante è interpostotra i blocchi portanti di laterizio porizzato e ilrivestimento esterno di mattoni semipieni fac-cia a vista. I serramenti sono posizionati a filointerno con gli oscuranti scorrevoli posizionatia filo esterno della parete. Gli infissi sono inlegno di pino massiccio svedese e vetro came-ra basso emissivo con gas argon; le ante oscu-ranti, scorrevoli in verticale o in orizzontale, inlamiera di acciaio stirato e verniciato, sonocollocate all’interno di una cornice di cementoche inquadra tutte le aperture.

Legenda:

1. struttura portante in laterizio porizzatocon spessore 25 cm2. cornice finestra in cemento3. anta in acciaio stirato scorrevole4. isolante 8 cm5. infissi in legno6. muratura in mattoni faccia a vista ancoratialla parete portante7. ancoraggi metallici per il fissaggio dellaparete di rivestimento

Vista in prospetto di una porzionedella parete esterna.

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Andrea Campioli

Una virtuosa integrazione di dispositivi orientati all’ottimizzazione delle prestazioni energetichee di tecniche costruttive consolidate caratterizza gli edifici del complesso residenziale“Il Violino” situato nella periferia ovest di Brescia

l complesso residenziale “Il Violino”è l’esito di uno degliinterventi previsti nell’ambito del Piano per l’EdiliziaEconomica Popolare che il Comune di Brescia ha appro-

vato nel 2000. L’iniziativa è stata attuata a partire dal 2002mediante un concorso, indirizzato a cooperative edilizie eimprese di costruzione,nel quale veniva richiesta una partico-lare attenzione nei confronti delle nuove forme dell’abitare edella sostenibilità ambientale degli insediamenti residenziali.Più specificamente, il bando richiedeva un progetto nel qualefossero valorizzati il rapporto tra la tipologia abitativa e il quar-tiere e l’utilizzazione di tecniche costruttive orientate al con-seguimento di elevati livelli di comfort abitativo, al conteni-mento dei consumi energetici e all’impiego di fonti energeti-che alternative. Il progetto, sviluppato dallo Studio AssociatoCigognetti Piccardi Vitale, da Boschi e Serboli ArchitettiAssociati e da Francesco Bardelli, ultimato nel 2007, coglie lasollecitazione contenuta nel bando e propone una interessan-te sperimentazione sia per ciò che concerne il rapporto tral’architettura e gli spazi urbani, sia per quanto riguarda il temadell’efficienza energetica perseguita mediante una puntualeconsiderazione degli aspetti bioclimatici, per i quali i proget-tisti si sono avvalsi della consulenza di Giancarlo Allen. Dalpunto di vista dell’impianto urbano, il progetto interpreta pro-positivamente la rigidità della lottizzazione: gli assi carrabili siintrecciano con una rete di percorsi pedonali pubblici chemettono a sistema una serie di spazi aperti privati, generandoun tessuto diffuso attraverso il quale viene facilitata la possibi-lità di socializzazione. Dal punto di vista architettonico, ilrischio della ripetizione seriale di un unico elemento è evita-to facendo riferimento a diverse tipologie e grazie ad unaattenta articolazione volumetrica,declinata di volta in volta, inrelazione agli assi viari e alla migliore esposizione al sole. Ilprogetto prevede, infatti, la realizzazione di 143 alloggi artico-lati secondo due tipologie: la casa a schiera, proposta secondodue varianti, e l’edificio in linea. Le case a schiera, di fatto,costituiscono l’elemento caratterizzante del progetto. Nellaprima variante, la garanzia di un corretto soleggiamento ditutti gli ambienti è ottenuta introducendo una serra al pianoterra e una al primo piano. Nella seconda variante, invece, la

Architetturabioclimatica e dettaglio

maggior efficacia dell’irraggiamento solare è perseguita me-diante la rotazione di parte del volume rispetto all’orienta-mento della lottizzazione, così da permettere l’esposizione asud degli ambienti di soggiorno. In corrispondenza dello spi-golo sud-est, sono previste due terrazze che, grazie ad unadoppia finestratura con vetro semplice ripiegabile, possonoessere trasformate in serre durante il periodo invernale. I ser-ramenti sono in profilati di alluminio a taglio termico e lemurature sono realizzate in blocchi di laterizio ad alte presta-zioni termiche, intonacati, e prevedono un isolamento a cap-potto in sughero in corrispondenza dei fronti completamen-te esposti.Un articolato sistema di lamelle in alluminio,dispo-ste orizzontalmente, garantisce la protezione delle superficivetrate dalla radiazione solare nel periodo estivo e permette, alcontempo, il massimo guadagno energetico nel periodoinvernale. I solai sono realizzati con travetti in legno poggian-ti su travi principali in cemento armato e il riscaldamento èaffidato ad un sistema a pannelli radianti a pavimento.Gli edi-fici in linea sono, invece, caratterizzati da una grande sovra-struttura di acciaio per il sostegno degli elementi frangisoleche proteggono le superfici trasparenti dalla radiazione solareestiva, mentre permettono il passaggio della radiazione inver-nale. Anche qui, le murature perimetrali sono realizzate inblocchi di laterizio porizzato rivestite esternamente da unintonaco termoisolante a base di perlite. I solai sono in latero-cemento, ad eccezione del primo che è realizzato con predal-le. I balconi, sfalsati ai diversi piani, costituiscono l’elementocaratterizzante del fronte sud e possono essere trasformati inserre nel periodo invernale, grazie ad una finestratura convetro semplice ripiegabile.Un ultimo aspetto del progetto,chemerita di essere sottolineato, è lo studio del colore, affidato aJorrit Tornquist. La finitura degli edifici in linea è stata realiz-zata utilizzando due tonalità di grigio in modo da accentuarela lettura dei volumi, mentre gli alloggi delle schiere sono statitrattati con colori differenti,ciascuno secondo tre diverse tona-lità.Anche in questo caso, l’uso di tonalità diverse su superficidiversamente esposte alla luce accentua la ricca articolazionevolumetrica del progetto, annullando o esaltando, a secondadelle situazioni, le differenze tra i piani che delimitano gli spazi. ¶

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Cigognetti, Piccardi, Vitale; Boschi e Serboli; Bardelli, Complesso residenziale, Brescia, 2001-07

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Prospetto e pianta del piano superiore dellecase a schiera in corrispondenza della serracon orientamento a sud.

Descrizione

Le serre esposte a sud utilizzano un sistemadi chiusura trasparente costituito da anteripiegabili in alluminio a taglio termico convetro singolo. Le murature sono realizzate inblocchi di laterizio ad alte prestazioni isolan-ti dello spessore di 30 cm, intonacati, e pre-vedono un isolamento a cappotto in sugheroin corrispondenza dei fronti completamenteesposti.

Legenda:

1. tirante in acciaio2. sopraluce3. frangisole4. chiusura ripiegabile con vetro singolo5. parapetto in acciaio6. muratura in blocchi di termolaterizio7. porta finestra8. persiane9. serra

10. pilastro in cemento armato11. cappotto in sughero

Vista dall’alto del complesso residenziale e scorciolaterale delle case a schiera.

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Cigognetti, Piccardi, Vitale; Boschi e Serboli; Bardelli, Complesso residenziale, Brescia, 2001-07

Dettaglio

Sezione verticale della tipologia a schiera incorrispondenza delle serre protette con fran-gisole verticali e orizzontali.

Descrizione

Un articolato sistema di lamelle di alluminioa sezione lenticolare, disposte orizzontal-mente, garantisce la protezione delle super-fici vetrate dalla radiazione solare nel perio-do estivo e permette al contempo il massi-mo guadagno energetico nel periodo inver-nale. I solai sono realizzati con travetti inlegno poggianti su travi principali in cemen-to armato.

Legenda:

1. tegole 2. trave in cemento armato3. travetto in legno4. sopraluce5. frangisole6. muratura in blocchi di termolaterizio7. chiusura ripiegabile con vetro singolo8. parapetto in acciaio9. pavimento radiante

10. vespaio

Particolare delle case a schiera in corrispondenzadelle serre orientate a sud protette con frangisole.

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Cigognetti, Piccardi, Vitale; Boschi e Serboli; Bardelli, Complesso residenziale, Brescia, 2001-07

Dettaglio

Sezione verticale del fronte sud degli edificiin linea.

Descrizione

Gli edifici, realizzati con tipologia in linea,sono caratterizzati da una grande sovrastrut-tura di acciaio per il sostegno degli elementifrangisole. Le murature esterne sono realizza-te in blocchi di laterizio ad alte prestazioni ter-miche dello spessore di 30 cm, rivestite conintonaco termoisolante a base di perlite. Isolai sono in laterocemento. I balconi, sfalsatiai diversi piani, possono essere trasformati inserre nel periodo invernale grazie ad una fine-stratura con vetro semplice ripiegabile.

Legenda:

1. elemento frangisole2. struttura in tubolari di acciaio3. copertura continua4. solaio in laterocemento5. aggetto in cemento armato6. finestra in alluminio7. parapetto in acciaio8. pavimento radiante9. controventamento della struttura tubolare

Scorcio e vista lateraledell’edificio in linea.

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La classificazioneacustica degli edifici

Simone Secchi, Elisa Nannipieri

È stata pubblicata la nuova norma UNI 11367 sulla classificazione acustica delle unità immobiliari.Nell’articolo sono riportati i contenuti principali della nuova normativa e alcune questioniaperte per la predisposizione del prossimo testo legislativo sui requisiti acustici degli edificiattualmente in fase di revisione

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n Italia, la protezione acustica degli edifici residenziali e nonresidenziali è normata da marzo 1998 dal DPCM 5/12/97[1],attuativo della “Legge quadro” 447/95[2] sull’inquinamento

acustico. Come noto, l’entrata in vigore del decreto citato e lasuccessiva diffusione di maggiori conoscenze in ambito acusticotra progettisti, imprese e cittadini hanno portato ad una progres-siva modifica del modo di costruire gli edifici residenziali e nonresidenziali in Italia. Parallelamente a questo, il frequente manca-to rispetto dei requisiti minimi di protezione acustica in edificirealizzati dal 1998 ad oggi ha generato una molteplicità di con-tenziosi civili, tra acquirenti di alloggi e venditori o costruttoridegli stessi, che presenta aspetti inquietanti per molte imprese dicostruzioni, che già subiscono gli effetti della crisi economicanazionale iniziata nel 2009.La frequenza del mancato rispetto dei requisiti minimi di isola-mento acustico, evidenziata in uno studio del 2009 degli autori[3,

4], può essere imputata a differenti cause.La prima spiegazione può essere data dalla forte crescita deilivelli prestazionali di protezione acustica imposta dal DPCM5/12/97 rispetto agli standard costruttivi nazionali dell’epoca edalla sostanziale assenza di normative precedenti in materia (conl’eccezione del DM 18/12/75 relativo, però, alla sola ediliziascolastica).Si deve anche citare la mancata emanazione, ai sensi dell’art. 3,comma “e”, della Legge 447/95, del decreto concernente “i cri-teri per la progettazione, l’esecuzione e la ristrutturazione delle costru-zioni edilizie e delle infrastrutture dei trasporti, ai fini della tutela dal-l’inquinamento acustico”.L’assenza, ad oggi, di tale decreto è alla base di molte obiezioni,anche di natura legale, sull’effettiva possibilità di applicare agli

edifici i limiti previsti dal DPCM 5/12/97.Va sottolineato a que-sto riguardo che la norma UNI contenente i criteri di calcolodei requisiti acustici degli edifici[5] è stata redatta quasi cinqueanni dopo l’emanazione del DPCM 5/12/97 e che il rapportotecnico che riferisce tali metodi al contesto costruttivo naziona-le[6] è stato pubblicato solo nel novembre 2005.La seconda spiegazione alla frequenza del mancato rispetto deilimiti del DPCM 5/12/97 è data dalla difficoltà di conseguire inopera i valori prestazionali calcolati secondo le metodologiedefinite dalla UNI 12354.Tale difficoltà è insita nella natura dellapropagazione sonora nelle strutture edilizie che privilegia forte-mente la trasmissione attraverso i punti deboli, come alcunesituazioni singolari di contatto tra strutture disaccoppiate,discontinuità dei componenti, ecc.L’esperienza dimostra come piccoli difetti realizzativi siano all’o-rigine di forti alterazioni delle capacità fonoisolante delle strut-ture edilizie.A fronte di questo contesto particolarmente critico, va comun-que evidenziato come i livelli prestazionali previsti dal citatodecreto siano in generale inferiori a quelli imposti da analoghenormative di altri Paesi europei.A fronte di tutto ciò, si è imposta negli ultimi anni la necessità dimodificare i contenuti del DPCM 5/12/97, ipotizzando anchemodi alternativi e meno stringenti per le imprese per la valuta-zione dei requisiti acustici degli edifici.L’Ente italiano di normazione (UNI) ha quindi costituito ungruppo di lavoro (GL5, SC1) che, fin dal 2007, ha lavorato per lamessa a punto di una nuova norma sulla classificazione acusticadelle costruzioni che potesse essere la base per la definizione diun nuovo testo legislativo sulla protezione acustica degli edifici.

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I principi della classificazione acustica La classificazioneacustica è un sistema di valutazione della qualità degli edifici sotto ilprofilo della loro protezione dal rumore.Tale sistema è diffuso in al-cuni Paesi europei fin dalla prima metà degli anni ’90 (Francia,Ger-mania)[7] ed in differenti casi la relativa normativa tecnica è stata giàaggiornata più volte. I motivi che portano all’introduzione di un si-stema di classificazione della qualità acustica degli edifici possono es-sere riassunti come segue.Innanzi a tutto,l’introduzione delle classi acustiche richiama un con-cetto ormai diffuso sia in ambito edilizio (la certificazione energe-tica degli edifici) che in ambito domestico (la certificazione deglielettrodomestici),rendendo semplice e trasparente la lettura,da partedell’acquirente, della qualità acustica dell’immobile.Un secondo aspetto molto importante è che l’introduzione di un si-stema di graduazione della qualità acustica, a partire da valori di so-glia minimi verso prestazioni crescenti,dovrebbe incentivare un pro-cesso di progressivo miglioramento degli standard qualitativi in edi-lizia.È infatti presumibile che il mercato,di pari passo con il progressodelle tecnologie edilizie per la protezione dai rumori degli edifici,ten-derà con il tempo a proporre alloggi di classe acustica crescente.Que-sto secondo obiettivo della classificazione ha inevitabilmente orien-tato le scelte del gruppo di lavoro UNI in merito alla definizionedei valori limite riferiti alle differenti classi.A questo proposito, il di-battito sviluppato in sede normativa ha tenuto conto sia della ne-cessità di individuare idonei intervalli tra le classi che non fosserotanto ampi rispetto alle prospettive di possibili sviluppi futuri delletecnologie edilizie, sia delle reali esigenze di protezione acustica deicittadini, sia del confronto con gli standard adottati in altri Paesi eu-ropei, sia infine dell’incertezza delle misure di acustica edilizia.Il terzo aspetto che si può citare è il depotenziamento del mecca-nismo di conformità/non conformità ai limiti definiti dalle normesui requisiti acustici degli edifici. Infatti, con riferimento ai livellidettati dal DPCM 5/12/97, a fronte di verifiche in opera sui requi-siti acustici passivi, l’esito può solamente essere di conformità o nonconformità. Ad esempio, rispetto al potere fonoisolante apparentedelle partizioni interne, se una prova in opera fornisse come risul-tato R’w pari a 50 dB, l’alloggio sarebbe a norma; se invece fornis-

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se R’w = 49 dB oppure 44 dB, l’alloggio sarebbe ugualmente fuorinorma, pur essendo evidente che nei due casi la perdita di qualitàacustica rispetto allo standard sarebbe ben differente.

La classificazione acustica negli altri contesti europei Isistemi di classificazione acustica si sono diffusi nelle normative divari Paesi europei fin dagli anni ’90.In tabella 1 sono riportati i risultati di uno studio comparativo con-dotto da Birgit Rasmussen[7] in cui si evidenziano il numero diclassi acustiche previste dalle varie normative esaminate, il valorelimite definito dalla legislazione nazionale (dB) e l’anno di pubbli-cazione della norma sulla classificazione.Si nota come molti Paesi europei (compresa l’Italia) abbiano unsistema di classificazione con 4 livelli di qualità e che in quasi tuttii casi il limite di legge corrisponda alla terza classe.In Italia, non esiste una stretta relazione tra i valori limite attual-mente definiti dal DPCM 5/12/97 ed una specifica classe acustica,anche perché la nuova norma UNI introduce grandezze che, inalcuni casi, sono differenti da quelle usate dal decreto del 1997.Tuttavia, appare ragionevole attendersi che il futuro testo legislati-vo in materia assuma a riferimento la classe III come nuovo limitedi legge.In tabella 2 sono riportati i valori limite per le diverse classi di iso-lamento acustico ai rumori aerei provenienti da alloggi adiacentisecondo le varie norme europee.Si nota come molti Paesi usino grandezze differenti da quelleimpiegate in Italia per la determinazione dell’isolamento ai rumo-ri aerei tra alloggi (indice di valutazione del potere fonoisolanteapparente, R’w).In particolare, in molti Paesi del Nord Europa l’indice R’w vienecorretto con il termine di adattamento spettrale C50-3150.L’introduzione di tale termine serve a tenere maggiormente contodel comportamento della parete alle basse frequenze.Ciò sembra giustificato dal fatto che in tali Paesi sono diffuse tec-nologie edilizie basate su soluzioni leggere da montare a secco che,proprio alle basse frequenze, presentano spesso prestazioni piut-tosto scadenti.

1 Numero di classi acustiche previste in vari Paesi europei, relativo valore limite definito secondo la legislazione nazionale e anno di applicazione della norma sulla classificazione acustica [7].

Paese Classi acustiche Limite di legge Norma di riferimento Anno di applicazione

Danimarca A/B/C/D C DS 490 (2007) 2001/2007

Finlandia A/B/C/D C SFS 5907 (2004) 2004

Islanda A/B/C/D Limiti differenti IST 45 (2003) 2003

Norvegia A/B/C/D C NS 8175 (2008) 1997/2005/2008

Svezia A/B/C/D C SS 25267 (2004) 1996/1998/2004

Lituania A/B/C/D/E C STR 2.01.07 (2003) 2004

Olanda 1/2/3/4/5 Limiti differenti NEN 1070 (1999) 1999

Germania III/II/I I VDI 4100 (2007) 1994/2007

Francia QLAC/QL Limiti differenti Qualitel (2008) 1993/1995/2000/2008

Italia I/II/III/IV III (?) UN 11367I[8] 2010

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La nuova norma UNI sulla classificazione acustica degliedifici L’elaborazione della nuova norma UNI sulla classificazioneacustica degli edifici[8] ha richiesto oltre due anni di attività da partedel Gruppo di Lavoro 5 della Sottocommissione Acustica Ediliziadell’UNI,con la partecipazione di oltre cinquanta esperti in rappre-sentanza di enti di ricerca, università, associazioni, singole aziende estudi professionali.Nel giugno 2010,dopo l’analisi di oltre duecentoosservazioni pervenute nel periodo di inchiesta pubblica del pro-getto di norma(1),questo è stato approvato definitivamente ed è statopubblicato nel luglio 2010 come norma UNI 11367[8].

I contenuti essenziali della norma, che è costituita da ben cento

pagine, sono riassunti a seguire, nella consapevolezza che la com-prensione precisa di tutti gli aspetti ivi trattati richiederà necessaria-mente la lettura attenta del documento completo.Innanzi a tutto va sottolineato che la classe acustica è da conside-rarsi una “proprietà intrinseca dell’edificio” ed è pertanto indipen-dente dal contesto in cui questo si trovi (clima acustico esterno, usodell’edificio, ecc.). Ad esempio, un edificio è considerato di classeacustica “I” per l’isolamento dai rumori aerei esterni se le sue fac-ciate rispettano i limiti definiti per tale classe (D2m,nT,w ≥ 43 dB)qualunque sia il livello sonoro presente nell’ambiente esterno e,quindi, il rumore immesso all’interno. La necessità di correlare l’i-

60 C I L 1 3 7

I ≥ 43 ≥ 56 ≤ 53 ≤ 25 ≤ 30

II ≥ 40 ≥ 53 ≤ 58 ≤ 28 ≤ 33

III ≥ 37 ≥ 50 ≤ 63 ≤ 32 ≤ 37

IV ≥ 32 ≥ 45 ≤ 68 ≤ 37 ≤ 42

Isolamento acusticonormalizzato

di facciata

D2m,nT,w (dB)

Potere fonoisolanteapparente

di partizioni verticalie orizzontali fra

ambienti di differentiunità immobiliari

R’w (dB)

Livello di pressionesonora di calpestio

normalizzato fraambienti di differenti

unità immobiliari

L’nw (dB)

Livello sonorocorretto immesso

da impiantia funzionamento

continuo

Lic (dBA)

Livello sonorocorretto immesso

da impiantia funzionamento

discontinuo

Lid (dBA)

Classeacustica

2 Livelli limite delle diverse classi (dB) in vari Paesi europei per l’isolamento acustico ai rumori aerei tra alloggi [7].

Paese Classe A Classe B Classe C Classe D Classe Eclasse I Olanda e Italia classe II Olanda classe III Olanda e Italia classe IV Olanda classe V Olanda

classe III Germania Italia e Germania classe I Germania e ItaliaQLAC Francia QL Francia

Danimarca R’w + C50-3150≥ 63 R’w + C50-3150 ≥58 R’w ≥ 55 R’w ≥ 50 –

Finlandia R’w + C50-3150≥ 63 R’w + C50-3150≥ 58 R’w ≥ 55 R’w ≥ 49 –

Islanda (1) R’w + C50-3150 ≥ 63 R’w + C50-3150 ≥ 58 R’w ≥ 55 R’w ≥ 50 –

Norvegia (1) R’w + C50-5000≥ 63 R’w + C50-5000≥ 58 R’w ≥ 55 R’w ≥ 50 –

Svezia R’w + C50-3150 ≥ 61 R’w + C50-3150≥ 57 R’w + C50-3150 ≥ 53 R’w ≥ 49 –

Lituania (1) R’w + C50-3150 ≥ 63 o R’w + C50-3150 ≥ 58

DnT,w + C50-3150 ≥ 63 DnT,w + C50-3150 ≥ 58 R’w o DnT,w ≥ 55 R’w o DnT,w ≥ 52 R’w o DnT,w ≥ 48

Olanda DnT,w + C ≥ 62 DnT,w + C ≥ 57 DnT,w + C ≥ 52

DnT,w + C ≥ 47 DnT,w + C ≥ 42

Germania (in linea) orizz: R’w ≥ 59 orizz: R’w ≥ 56 orizz: R’w ≥ 53

vert: R’w ≥ 60 vert: R’w ≥ 57 vert: R’w ≥ 54 – –

Germania (a schiera) R’w ≥ 68 R’w ≥ 63 R’w ≥ 57 – –

Francia - DnT,w + C ≥ 56 DnT,w + C ≥ 53 – –

Italia R’w ≥ 56 R’w ≥ 53 R’w ≥ 50 R’w ≥ 45 –

(1) L’uso dei termini C50-3150/5000 è raccomandato anche per la classe C.

3 Incertezza estesa di misura da applicare ai risultati delle rilevazioni acustiche [8].

D2m,nT,w dB R’w dB L’nw dB Lic dB(A) Lid dB(A)

Incertezza di misura Um 1 1 1 1,1 2,4

4 Valori limite riferiti alle diverse classi acustiche degli edifici [8].

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solamento acustico di facciata al clima acustico esterno, considera-ta a livello informativo nell’appendice L della norma, potrà essereoggetto di specifiche indicazioni nel nuovo decreto che dovrà indi-care i limiti minimi prestazionali per gli edifici.Un secondo aspetto di notevole rilevanza è che la classificazioneacustica si riferisce alle “unità immobiliari”(2) sulla base dei “valorimedi” delle prestazioni acustiche dei suoi componenti misurate inopera. Per ogni singola unità immobiliare dovranno cioè esseremisurate le prestazioni acustiche delle partizioni orizzontali (R’w eL’n,w) e verticali (R’w) e delle facciate (D2m,nT,w) ed il livello sono-ro immesso dagli impianti a funzionamento continuo (Lic) ediscontinuo (Lid); i valori misurati per ogni singola grandezzadovranno quindi essere mediati tra loro (media logaritmica). Insostanza, è possibile che singoli componenti dell’edificio sianocaratterizzati da una prestazione acustica inferiore al limite dellaclasse purché il valore medio della grandezza rispetti comunque talelimite. L’uso della media logaritmica riduce tuttavia la possibilità dideviare molto dal limite della classe poiché, come noto, questo tipodi media fornisce un risultato che tende ad essere significativamen-te influenzato dalla prestazione del componente peggiore.I componenti delle singole unità immobiliari che dovranno essere og-getto di misurazione sono tutti quelli che separano “ambienti acusti-camente verificabili”e di cui almeno uno sia un “ambiente abitativo”.Viene così introdotto nella norma il concetto di “ambiente acusti-camente verificabile”, come un ambiente di dimensioni sufficientia consentire le misure in conformità alle procedure descritte nellenorme della serie UNI EN ISO 140. In pratica, non sarà oggettodi verifica una partizione tra due locali bagno di due distinti allog-gi (entrambi gli ambienti sono non abitativi), mentre la partizionetra un locale bagno ed una camera da letto di un alloggio adiacen-te sarà oggetto di verifica solo se il bagno ha dimensioni tali darisultare acusticamente verificabile (normalmente ciò non avviene).Non sarà, inoltre,oggetto di verifica il solaio o la facciata di un loca-le bagno o di un locale tecnico.Tutte le altre partizioni (comprese,ad esempio, quelle tra locali abitativi e vani scale quando la paretenon contenga una porta) dovranno essere oggetto di misurazione.Per quanto attiene nello specifico le misure di potere fonoisolanteapparente (R’w), la prestazione oggetto di confronto con il limite diclasse sarà quella ottenuta come media delle prestazioni delle parti-zioni verticali (pareti) ed orizzontali (solai), comprendendo even-tualmente tra queste sia quelle verso l’unità immobiliare soprastanteche quelle verso l’unità sottostante.Ciò implica un numero di misu-razioni considerevole, come si deduce anche dall’esempio riportatonel seguito. La norma consente comunque al tecnico che segue lemisurazioni di derogare rispetto a qualche specifico punto (peresempio, selezionando un numero inferiore di elementi tecnici dasottoporre a prova), purché ciò non comporti errori nella valutazio-ne della classificazione e sia chiaramente esplicitato e motivato nellarelazione di verifica.È facile immaginarsi che tale margine di discre-zionalità sarà oggetto di numerose interpretazioni differenti.Una terza novità particolarmente rilevante introdotta dalla normaè la valutazione dell’“incertezza di misura” e, limitatamente al caso

di edifici con caratteristiche tipologiche seriali (ad esempio, alber-ghi, ospedali, ecc.), dell’“incertezza di campionamento”.Per tenere conto in maniera cautelativa dell’incertezza delle misu-razioni di acustica edilizia, tutti i risultati delle misure dovrannoessere corretti (ridotti, per gli isolamenti, ed incrementati, per ilivelli sonori) con i valori riportati in tabella 3.Ciò significa, di fatto, aumentare di uno o più decibel il limite dellaprestazione definito per le differenti classi.I valori dell’incertezza estesa riportati nella norma ed in tabella 3sono stati ottenuti applicando il livello di fiducia monolateraledell’84% ai valori dello scarto tipo di riproducibilità per le misuredi acustica edilizia, previsti in una norma olandese (NPR5092:1999). In pratica, ciò significa che, una volta applicata la cor-rezione Um al risultato della misura, vi è l’84% delle possibilità chela stessa misura eseguita da un altro tecnico fornisca un risultatouguale o migliore di quello ottenuto dal primo tecnico.Ovviamente, questo assunto si fonda su basi statistiche e sull’ipote-si che le misure siano sempre eseguite seguendo rigorosamente leprocedure delle norme della serie UNI EN ISO 140.Per quanto riguarda la valutazione dell’incertezza di campiona-mento, cui è dedicata un’appendice informativa nella norma, varilevato che questa si dovrebbe applicare solo nei casi di edifici concaratteristiche tipologiche e tecnologiche seriali, ovvero conambienti e partizioni che si ripetono uguali numerose volte (ancheper quanto riguarda l’integrazione con l’impiantistica). Ciò avvie-ne normalmente negli edifici non residenziali come alcuni alberghio ospedali, in cui le camere o le degenze sono replicate serialmentenei vari piani degli edifici. In questi casi, la norma consente di ese-guire le misure su un numero limitato di elementi tecnici (non menodel 10% del totale) applicando però al risultato finale una correzione(cautelativa) corrispondente all’incertezza di campionamento.Anche l’incertezza di campionamento, come quella di misura, èfunzione dello scarto tipo tra le misure e del livello di fiducia scel-to per le valutazioni. Applicando il livello di fiducia del 50% (checorrisponde al 50% delle possibilità che il risultato “vero” sia peg-giore di quello dichiarato), l’incertezza di campionamento si annul-la e quindi il valore da dichiarare diviene uguale a quello medioottenuto dalle misure (corrette con l’incertezza di misura che deveessere comunque applicata).Considerando invece un livello di fidu-cia alto ed in presenza di poche misure che forniscono risultati traloro differenti (ciò è facilmente verificabile), l’incertezza di campio-namento può comportare anche correzioni molto rilevanti.Un ulteriore aspetto degno di nota è che le misure del rumoredegli impianti dovranno essere corrette secondo il tempo di river-berazione misurato nell’ambiente oggetto di rilevazione e, limitata-mente al caso del rumore degli impianti a funzionamento continuo(ad esempio, impianti di riscaldamento o condizionamento), ancheper l’eventuale rilevanza del rumore residuo(3).In tabella 4 sono riportati i valori limite riferiti alle diverse classi diqualità acustica degli edifici con destinazione residenziale, direzio-nale ed ufficio, ricettiva (alberghi, pensioni e simili), ricreativa, diculto e commerciale(4).

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Si nota come i valori di soglia riferiti alla classe III corrispondano(salvo la correzione per l’incertezza di misura) ai limiti del DPCM5/12/97 per quanto attiene il potere fonoisolante apparente dellepartizioni interne (R’w ≥ 50 dB) ed il livello di rumore da calpe-stio (L’n,w ≤ 63 dB). Il valore riferito a tale classe per quanto riguar-da l’isolamento acustico di facciata (D2m,nT,w ≥ 37 dB) è invecedi 3 dB inferiore al limite del citato decreto. Tale riduzione dellimite per la classe III è giustificato anche dal confronto con i limi-ti definiti in altri Paesi europei per lo stesso requisito. Inoltre, è pre-vedibile che la nuova legislazione nazionale possa specificare mag-giori prestazioni rispetto a tale valore di soglia in presenza di livellisonori nell’ambiente esterno particolarmente elevati.Il confronto con i valori limite definiti nel DPCM 5/12/97 per ilrumore degli impianti non è invece immediato in quanto, in que-sto caso, sono state introdotte,come già ricordato in precedenza,duenuove grandezze (Lic e Lid). In generale, si può ritenere comunqueche i valori di riferimento per la classe III comportino prestazionidegli impianti inferiori a quelle richieste dal decreto.Va sottolineato che i valori limite per l’isolamento ai rumori aereiinterni ed al rumore da calpestio si riferiscono, per l’edilizia ricet-tiva, anche alle partizioni interne alla medesima unità immobiliare(ad esempio, pareti e solai tra camere di albergo). In questo caso,però, la grandezza usata per l’isolamento ai rumori aerei interni è

l’isolamento acustico normalizzato rispetto al tempo di riverbera-zione (DnT,w) al posto del potere fonoisolante apparente (R’W).Gli edifici adibiti a scuole ed ospedali non sono invece soggetti aclassificazione acustica; per essi vengono introdotti i due livelli diriferimento riportati nella tabella 5 per i vari requisiti delle parti-zioni, delle facciate e degli impianti.Va osservato, come aspetto di particolare rilevanza, che la normaintroduce la valutazione dell’isolamento acustico tra ambienti dellamedesima unità immobiliare, ovvero tra aule o camere di degenza.Il DPCM 5/12/97, con la clausola di riferire la valutazione delpotere fonoisolante apparente solamente alle partizioni tra distinteunità immobiliari, di fatto, escludeva dalla verifica le partizioni trale aule scolastiche e tra le camere di degenza ospedaliere (comequelle tra gli uffici). Il valore di base introdotto dalla norma UNI,ed ancor più il valore superiore, potranno richiedere una diversaprogettazione e realizzazione delle partizioni suddette rispetto aglistandard costruttivi più diffusi.Un altro aspetto rilevante per l’edilizia ospedaliera, e soprattutto perquella scolastica, è che i valori di base che si riferiscono all’isola-mento acustico di facciata (D2m,nT,w ≥ 38 dB) sono decisamentepiù bassi rispetto a quelli definiti dal DPCM 5/12/97 (45 dB pergli ospedali e 48 dB per le scuole).Una volta determinata la classe acustica dell’unità immobiliare, con

62 C I L 1 3 7

5 Valori di riferimento per le prestazioni acustiche degli edifici adibiti a scuole ed ospedali [8].

Prestazione Prestazionedi base superiore

Isolamento acustico normalizzato di facciata, D2m,nT,w (dB) 38 43

Potere fonoisolante apparente di partizioni fra ambienti di differenti unità immobiliari, R’w (dB) 50 56

Livello di pressione sonora di calpestio normalizzato fra ambienti di differenti unità immobiliari, L’nw (dB) 63 53

Livello sonoro immesso da impianti a funzionamento continuo in ambienti diversi da quelli di installazione, Lic (dBA) 32 28

Livello sonoro massimo immesso da impianti a funzionamento discontinuo in ambienti diversi da quelli di installazione, Lid (dBA) 39 34

Isolamento acustico normalizzato di partizioni fra ambienti sovrapposti della stessa unità immobiliare, DnT,w (dB) 50 55

Isolamento acustico normalizzato di partizioni i fra ambienti adiacenti della stessa unità immobiliare, DnT,w (dB) 45 50

Livello di pressione sonora di calpestio normalizzato fra ambienti sovrapposti della stessa unità immobiliare, L’nw (dB) 63 53

6 Coefficienti di peso attribuiti alle diverse classi, da utilizzare per il calcolo della classe acustica globale dell’unità immobiliare [8].

Classe I II III IV Prestazioni fino a 5 dB peggiori Prestazioni per più di 5 dBrispetto alla classe IV peggiori rispetto alla classe IV

Coefficiente Zr 1 2 3 4 5 10

7 Relazione tra classe acustica della facciata, livello sonoro esterno e prestazioni acustiche attese da parte di occupanti con normale sensibilità al rumore [8].

Tipologia area Classe acustica di isolamento acustico di facciata (D2m,nT,w)

IV III II I

Aree molto silenziose di base buone molto buone molto buone

Aree abbastanza silenziose modeste di base buone molto buone

Aree mediamente rumorose modeste modeste di base buone

Aree molto rumorose modeste modeste modeste di base

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riferimento ai cinque requisiti definiti in tabella 4(5), può esseredefinita la “classe acustica globale” dell’unità immobiliare, che siottiene come media dei valori delle diverse classi mediante l’equa-zione (1), arrotondando il risultato all’intero più vicino:

PΣ Zrr =1ZUI = –––––– (1)

P

dove P è il numero di requisiti r considerati per l’unità immobilia-re e Zr è il valore del coefficiente di peso relativo al requisito r (conr = 1,…,P), determinato secondo la tabella 6.L’introduzione della classe acustica globale dell’unità immobiliarerisulta importante soprattutto nell’ottica della semplificazione dellavalutazione della qualità acustica per l’utente finale, ma potrebbeanche indurre in letture erronee della stessa. Infatti, trattandosi di unvalore medio, è possibile che singoli requisiti siano di classe acusti-ca inferiore a quella dichiarata come globale, se questa deviazioneviene compensata da altri requisiti.Ad esempio, in presenza di unaclasse IV di potere fonoisolante apparente, con tutti gli altri requi-siti in classe III ed uno in classe II, la classe globale sarebbe la III.Ciò corrisponderebbe, ad esempio, ad avere in classe III l’interaunità immobiliare anche in presenza di un indice di valutazione delpotere fonoisolante pari a 47 dB. Peraltro, poiché il valore che sidichiara per ogni singolo requisito si ottiene dalla media della pre-stazione dei diversi componenti provati (pareti e solai), è possibileche alcuni elementi tecnici siano caratterizzati da prestazione acu-stica inferiore anche a 47 dB. L’indicazione della sola classe acusti-ca globale dell’unità immobiliare potrebbe, pertanto, risultare fuor-viante rispetto alla corretta interpretazione della qualità acusticadell’unità. Per questa ragione, la classe globale dovrà comunqueessere associata alla classe riferita ai singoli requisiti.Un ultimo aspetto che trova spazio nella norma è la “correlazionetra classe acustica e giudizio qualitativo” per l’utente.In tabella 7 è riportata la suddetta relazione estratta dall’appendiceL della norma[8].Per determinare la relazione tra livelli prestazionali (quindi classiacustiche) e comfort acustico percepito dagli utenti è necessariovalutare differenti aspetti, tra cui i più importanti sono[10, 11]:• il tipo di sorgente disturbante (livello e spettro sonoro, andamen-to temporale);• la prestazione acustica offerta dagli elementi di chiusura e separazione;• la sensibilità al rumore della persona e sue condizioni fisiche e psichiche.Fissate alcune ipotesi, è possibile stabilire una relazione di massima tralivelli sonori disturbanti e classe acustica richiesta per soddisfaredeterminate esigenze di comfort. Si noti che in tabella 7, che riferi-sce tale relazione alla sola classe acustica di isolamento di facciata,mancano i riferimenti numerici al livello sonoro presente in ambien-te esterno.Tuttavia, se si considera che gran parte dei centri abitati ita-liani sono caratterizzabili come “aree mediamente rumorose”(se non“molto rumorose”), se ne deduce che la classe minima di isolamen-to acustico di facciata dovrebbe essere la II, cui corrisponde un iso-lamento D2m,nT,w uguale o superiore a 40 dB, pari all’attuale limi-te di legge per l’edilizia residenziale, secondo il DPCM 5/12/97.

Esempio di applicazione L’unità immobiliare presa in conside-razione (fig.1) - un alloggio appartenente ad un edificio multipianoa destinazione residenziale - si trova ad un piano tipo,ovvero con al-loggi uguali sia al piano superiore che a quello inferiore.Gli elementi tecnici oggetto di misurazione sono:• per l’isolamento acustico di facciata: 4 pareti (F1÷4);• per il potere fonoisolante apparente: 3 pareti (P1÷3) e 8 solai(S1÷4 sia verso l’alloggio sovrastante che verso quello sottostante);• per il livello di rumore da calpestio: 4 solai (S1÷4);• per il livello di rumore di impianti a funzionamento continuo:nessuno (ipotizzando l’assenza di impianti di condizionamento);• per il livello di rumore di impianti a funzionamento discontinuo:2 impianti di scarico ed un impianto ascensore.I valori ipotizzati per le prestazioni acustiche dei vari componentied i relativi valori medi sono riportati in tabella 8.I valori medi dell’ultima colonna di tabella 8 sono ottenuti median-te le seguenti relazioni:

nΣ 10 –R’

iw /10i=1R’w = –10lg –––––––––––––– (2)

n

nΣ 10 L’

n,iw /10i=1L’n,w = 10lg –––––––––––––– (3)

n

Le formule usate per ottenere la media dell’isolamento acustico difacciata (D2m,nT,w) e del livello di rumore da impianti (Lid) sonoanaloghe, rispettivamente, alle formule (2) e (3).Il valore medio della prestazione di potere fonoisolante di solai epareti è ottenuto dai dati riportati in tabella 8, mediante la relazione:

10–49,2/10 +10–51,1/10

R’w = –10lg –––––––––––––––––– = 50,0 (dB)2

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1. Alloggio assunto a riferimento per esemplificare il procedimento diclassificazione acustica dell’unità immobiliare.

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64 C I L 1 3 7

Dai dati sopra indicati, si ottiene la classificazione acustica dei sin-goli requisiti dell’alloggio in esame e la conseguente classificazioneglobale dell’unità immobiliare in classe III (tabella 9).

Prospettive future La frequenza del mancato rispetto dei valorilimite dettati dal DPCM 5/12/97 in molti edifici realizzati dopo il1997,e la conseguente nascita di numerosi contenziosi civili sul ter-ritorio nazionale, hanno portato all’introduzione nel testo dellaLegge comunitaria 2008[12] della seguente clausola (art. 11, c. 5):“Inattesa del riordino della materia, la disciplina relativa ai requisiti acustici pas-sivi degli edifici e dei loro componenti (…) non trova applicazione nei rap-porti tra privati e, in particolare, nei rapporti tra costruttori-venditori e acqui-renti di alloggi sorti successivamente alla data di entrata in vigore della pre-sente legge”.Tale testo, i cui risvolti pratici sono importanti, è statomodificato dall’art.15 della Legge comunitaria 2009[13] che estendeil limite della non applicabilità a tutti gli edifici, anche se costruitiprima dell’entrata in vigore della legge (“fermi restando gli effetti deri-vanti da pronunce giudiziali passate in giudicato e la corretta esecuzione deilavori a regola d’arte asseverata da un tecnico abilitato”).Il medesimo articolo della legge citata delega al Governo l’adozionedi un decreto legislativo per la determinazione dei requisiti acusticipassivi degli edifici.La strada per la sostituzione del DPCM 5/12/97è dunque delineata con, in aggiunta, la condizione che, in attesa delnuovo testo, l’applicabilità dei valori limite ivi definiti non sono va-lidi nei rapporti tra privati cittadini.Alla data di scrittura di questa nota, non è dato conoscere i dettaglidefinitivi del nuovo testo legislativo,ma è evidente che, in funzionedi questi,si strutturerà il nuovo contesto di verifiche sui requisiti acu-stici degli edifici,così fortemente influenzato in questi anni dai con-tenuti (pur controversi) del DPCM 5/12/97.Vale la pena in questa fase soffermarsi solo su alcuni aspetti maggior-mente rilevanti per la definizione del nuovo testo legislativo.La classificazione acustica degli edifici, definita dalla norma UNI più

volte richiamata[8],potrà avvenire su base obbligatoria o volontaria (?).Sarà riferibile solo all’edilizia di nuova costruzione o anche a quel-la esistente (?).Saranno introdotti valori limite anche per le prestazioni dei singo-li elementi tecnici o solo per la classe acustica del requisito,ottenu-ta da media sulle prestazioni dei singoli elementi tecnici (?).Verrà introdotto un regime sanzionatorio e sarà prevista una rela-zione tra soddisfacimento dei requisiti acustici passivi e rilascio delcertificato di abitabilità/agibilità dell’immobile (?).In funzione di come verrà data risposta a questi ed ad altri quesiti,potrà cambiare più o meno significativamente il contesto legislativonazionale sulla protezione acustica degli edifici, con importanti rica-dute sul mercato delle costruzioni e dei prodotti da costruzione. ¶

Note1. L’inchiesta pubblica è una fase fondamentale del processo di elaborazione delle normein cui queste,dopo essere state approvate dal gruppo di lavoro competente,vengono messea disposizione di tutti gli operatori al fine di raccogliere i commenti e ottenere il consen-so più allargato possibile.2.Ai sensi della norma, si definisce “unità immobiliare” una porzione di fabbricato, o unfabbricato, o un insieme di fabbricati, ovvero un’area che, nello stato in cui si trova esecondo l’utilizzo locale, presenta potenzialità di autonomia funzionale e reddituale.Taledefinizione corrisponde a quella fornita dall’art. 2 del DM 2/01/98 [9].3. Il rumore residuo è il livello medio di pressione sonora presente nell’ambiente oggettodi verifica in assenza del rumore dell’impianto.4.Per quanto attiene l’edilizia commerciale, fanno eccezione, se caratterizzati da destinazioneesclusiva, i ristoranti, i bar, i negozi con accesso diretto all’esterno, i centri commerciali, leautofficine,i distributori carburanti e simili.Se tali ambienti fanno invece parte di edifici aven-ti destinazioni d’uso miste, fa eccezione solo l’isolamento acustico normalizzato di facciata.5. In alcuni casi, alcuni requisiti possono essere ritenuti non pertinenti e sono pertantoindicati con l’acronimo “NP”.Tale può essere il caso, ad esempio, del livello di rumore dacalpestio di un’abitazione monofamiliare.

Riferimenti[1] DPCM 5/12/97, Determinazione dei requisiti acustici passivi degli edifici, in G. U. Seriegenerale n. 297 del 22/12/97.[2] Legge 447/95, Legge quadro sull’inquinamento acustico, in Gazzetta Ufficiale 30 ottobre1995, n. 254, S.O.[3] E. Nannipieri, S. Secchi, L’evoluzione della qualità acustica degli edifici italiani, in Atti del36° Convegno nazionale AIA, Milano, 10-12 giugno 2009.[4] G. Cellai, E. Nannipieri, G. Raffellini, S. Secchi, L’edilizia residenziale pubblica in Italiadagli anni ‘50 ad oggi: evoluzione del comfort acustico e termico, in Atti del 37° Convegno nazio-nale AIA, Siracusa, 26-28 maggio 2010.[5] UNI EN ISO 12354: 2002, Acustica edilizia. Stima delle prestazioni acustiche degli edifici apartire dalle prestazioni dei componenti.[6] UNI TR 11175: 2005, Acustica in edilizia. Guida alle norme serie UNI EN 12354 per laprevisione delle prestazioni acustiche degli edifici.Applicazione alla tipologia costruttiva nazionale.[7] B. Rasmussen, Sound classification of dwellings. Overview schemes in Europe and interactionwith legislation, in Atti Convention nazionale del GAE, Ferrara 11-12 marzo 2009.[8] UNI 11367:2010, Classificazione acustica delle unità immobiliari, 2010.[9] DM 2/01/98,Regolamento recante norme in tema di costituzione del catasto dei fabbricati e moda-lità di produzione ed adeguamento della nuova cartografia catastale, in G. U. n. 45 del 24/2/98.[10] S. Secchi,G.Cellai,Relazione tra prestazioni acustiche passive degli edifici e comfort acustico degliambienti interni, in Rivista Italiana di Acustica, 51-55, vol. 32 n. 4, ottobre-dicembre 2008.[11] F. Scamoni, S. Secchi, Classi acustiche e qualità acustica attesa negli edifici, in Atti del 37°Convegno nazionale AIA, Siracusa, 26-28 maggio 2010.[12] Legge 88/09, Disposizioni per l’adempimento di obblighi derivanti dall’appartenenzadell’Italia alle Comunità europee - Legge comunitaria 2008.[13] Legge 96/2010, Disposizioni per l’adempimento di obblighi derivanti dall’appartenenzadell’Italia alle Comunità europee - Legge comunitaria 2009, in Supplemento Ordinario n.138/L alla G. U. serie generale n. 146 del 25/06/10.

8 Prestazioni acustiche attese dei vari elementi provati per il caso esemplificativo in esame (tra parentesi, il valore misurato; fuori da parentesi, il valore corretto con l’incertezza di misura).

Requisito Elemento tecnico provato Valore medio1 2 3 4 5 6 7 8

D2m,nT,w (F) 36 (37) 38 (39) 40 (41) 39 (40) 38,0

R’w, pareti (P) 51 (52) 48 (49) 49 (50) 49,2

R’w, solai (S) 51 (52) 50 (51) 51 (52) 51 (52) 51 (52) 51 (52) 52 (53) 52 (53) 51,1

L’n,w (S) 58 (57) 59 (58) 68 (67) 67 (66) 65,0

Lid 37,5 (39,9) 36,0 (38,4) 34,0 (36,4) 36,1

9 Risultati della classificazione acustica globale nel caso studio esaminato.

D2m,nT,w R’w L’n,w Lid

Classe acustica III III IV III

Coefficiente Zr 3 3 4 3

Valore medio 3,25 (3)

Classe acustica globale III

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Murature massivee comfort sostenibilein clima mediterraneo

Giuseppe Margani

Una recente ricerca dell’Università di Catania, partendo dalle problematiche legatealla riduzione del consumo energetico per la climatizzazione degli edifici, ha accertatocome le soluzioni massive, nel contesto tipicamente mediterraneo, siano le più performantidal punto di vista sia del comfort ambientale che del risparmio energetico

Ric

erca

ggi, i Paesi industrializzati coprono l’80-85% del propriofabbisogno energetico mediante l’impiego di combustibi-li fossili (petrolio, gas, carbone; fig. 1).Tuttavia, la disponi-

bilità di tali combustibili tende ad esaurirsi, a dispetto di unadomanda di energia sempre crescente, soprattutto da parte degliStati asiatici (fig. 2). Ciò comporterà inevitabilmente un incremen-to insostenibile dei prezzi, in particolare del petrolio e dei suoi deri-vati.A fronte di un aumento incontrollato del prezzo del greggio,le uniche alternative possibili saranno:• utilizzare fonti energetiche rinnovabili;• migliorare l’efficienza energetica.In caso contrario, sarà necessario che i Paesi più ricchi, e quindi piùenergivori, limitino drasticamente la capacità produttiva o i proprilivelli di comfort.Alle problematiche di tipo economico e sociale, si aggiungonoquelle di carattere ambientale: come noto, l’uso indiscriminato deicombustibili fossili sta producendo sul pianeta alterazioni ecologi-co-ambientali preoccupanti, dovute all’intensificarsi dell’effettoserra; quest’ultimo come noto provoca, a sua volta, un incrementodella temperatura media terrestre(1), il cosiddetto “riscaldamentoglobale”.Tale fenomeno, alterando le attuali condizioni climatichedel pianeta e modificando il volume dei ghiacciai e degli oceani,può avere conseguenze disastrose per l’ecosistema mondiale.L’adozione di fonti di energia alternative e sostenibili comportaquindi un duplice vantaggio:• far fronte alla crisi energetica dovuta al progressivo e documenta-to esaurimento delle riserve di combustibili fossili;• evitare rischi di catastrofi ambientali.Tra le potenziali fonti energetiche alternative, è problematico pun-tare sul nucleare, il quale, pur presentando una buona efficienza e

O

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083 48 58 68 78 88 98 09 19 29 39 49 59 69 79 89 99 00 10 20 30 40 50 60 70 80

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1. Evoluzione dei consumi mondiali di energia primaria 1983-2008 in Mtep, condistinzione del tipo di risorsa (BP Statistical review of world energy, 2009).

2. Consumi mondiali di energia primaria 1998-2008 in Mtep(2) (elaborazione sudati BP Statistical review of world energy, 2009).

carbone

energia idroelettrica

energia nucleare

gas naturale

olio combustibile

Europa e Eurasia

Nord America

Asia e Pacifico

America Centrale e Sud America

Medio Oriente

Africa

Italia

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p

Mtep

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assicurando emissioni di CO2potenzialmente trascurabili, producetuttavia scorie radioattive che costituiscono un’eredità estrema-mente pesante per le generazioni future; un’eredità che, con leattuali procedure di smaltimento, si estinguerebbe in oltre 100.000anni. L’obiettivo dev’essere quindi quello di affidarsi a fonti nonsolo rinnovabili, ma anche “pulite” e sostenibili, che non determi-nino rilevanti squilibri ambientali, come l’energia solare, eolica,geotermica, idroelettrica,marina(3), da biomasse e da rifiuti.Questoobiettivo è stato peraltro accolto dall’UE, che nel marzo 2007 havarato un pacchetto integrato di azioni, sintetizzato con la sigla “20-20-20”, il quale mira, entro il 2020, al raggiungimento di un tripli-ce traguardo da parte degli Stati membri:1. produzione energetica da fonti rinnovabili pari al 20% del con-sumo interno lordo di energia;2. risparmio del 20% rispetto ai consumi previsti al 2020;

3. riduzione del 20% delle emissioni dei gas serra rispetto ai livellidel 1990.L’Italia sta lentamente cercando di emanciparsi dall’impiego dicombustibili fossili e dalla forte dipendenza energetica dall’estero(attestatasi negli ultimi 4 anni intorno all’85%, contro il 50% dellamedia europea)(4). Nonostante gli sforzi compiuti, i dati non sonoancora confortanti. Ciò è evidenziato da una inattesa diminuzione(dal 1997 al 2007, in parte compensata nel 2008) della produzioneelettrica da fonti rinnovabili rispetto al totale della produzionenazionale (fig. 3)(5).Tale diminuzione è imputabile sia all’aumentodei consumi, sia alla riduzione negli anni della fornitura idroelettri-ca (che ancora offre di gran lunga il maggior contributo alla pro-duzione rinnovabile nazionale); riduzione dovuta soprattutto alledisposizioni legislative giustamente emanate per garantire il “mi-nimo deflusso vitale” negli alvei. Il nostro Paese pertanto, pur aven-do superato nel 2008 la media europea, resta lontano dall’obiettivodel 22% al 2010, indicato per l’Italia dalla direttiva comunitaria2001/77/CE(6), e soprattutto si trova notevolmente indietro rispet-to alle nazioni più “virtuose”, come l’Austria, i Paesi scandinavi e ilPortogallo (fig. 4). Sulla base dei dati desunti dal bilancio energeti-co nazionale del 2008, l’incidenza delle fonti rinnovabili sulladisponibilità totale in Italia scende poi addirittura all’8,9%, comeesplicitato nella fig. 5. Sempre secondo gli stessi dati, gli usi civilirisultano altamente energivori: il consumo nel settore del residen-ziale e del terziario è infatti pari al 32,1% del bilancio energeticocomplessivo (fig. 6), e di tale aliquota, circa i due terzi (≅ 21% deltotale) sono dovuti alla climatizzazione degli ambienti (fig. 7)(7).Aciò si aggiunga il fatto che in tali settori il 65,9% del fabbisogno ècoperto dagli idrocarburi,cioè da fonti inquinanti (fig.8)(8) .Va inol-tre osservato che, secondo stime ENEA del 2004, a fronte di uncosto di costruzione che in termini energetici si aggira intorno a5,5Tep, in Italia un’abitazione da 90÷100 m2 richiede, per il soloriscaldamento, mediamente 1Tep all’anno. Se a quelli del riscalda-mento si aggiungono anche gli altri consumi di gestione (raffresca-mento, usi elettrici obbligati, manutenzione, ristrutturazione, ecc.),si può concludere che in appena 3 anni un’abitazione brucia la stes-sa energia necessaria a realizzarla(9).Intervenire sui consumi civili in termini di sostenibilità e di effi-cienza è quindi numericamente significativo, soprattutto in uno sce-nario di crescita continua del fabbisogno energetico (figg. 10 e 11).A tale proposito, infatti, le stime al 2020, redatte dalla CommissioneEuropea sul risparmio potenziale dei consumi di energia, ammon-tano al 27% per gli edifici residenziali e al 30% per gli edifici com-merciali (tab.1).Occorre a questo punto sottolineare che, mentrenel settore commerciale le maggiori opportunità di risparmio sonoofferte dal miglioramento dei sistemi di gestione dell’energia, perquello residenziale il problema cruciale è dato dalla scelta di unacorretta soluzione dell’involucro edilizio. Proprio in quest’ottica,nel seguito vengono presi in esame i benefici, in termini di rispar-mio energetico e di comfort termico, che derivano dall’impiego dichiusure verticali massive in laterizio, le quali, come si vedrà, risul-tano particolarmente vantaggiose nel clima mediterraneo(10) .

66 C I L 1 3 7

18 ,4 18 ,019 ,5

18 ,419 ,5

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1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008

3. Incidenza percentuale della produzione lorda rinnovabile rispetto allaproduzione lorda totale di energia elettrica in Italia dal 1997 al 2008 (GSE,Statistiche sulle fonti rinnovabili in Italia, 2008).

4. Incidenza percentuale della produzione lorda rinnovabile rispetto allaproduzione lorda totale di energia elettrica nell’UE15 nel 2008 (elaborazione sudati GSE, Statistiche sulle fonti rinnovabili in Italia, 2008).

%

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Murature massive e comfort sostenibile Come si è visto, ilconsumo di energia per usi civili è in costante aumento.Questo in-cremento è dovuto in larga parte alla crescente domanda di raffre-scamento estivo che, secondo gli studi EECCAC(11), si quadrupli-cherà tra il 1990 e il 2020 (fig. 12). Ciò vale a maggior ragione perun Paese dal clima mite come l’Italia, nel quale già nel 2004 la do-manda di picco estivo di energia elettrica ha eguagliato quella in-vernale (fig. 13) e ha poi continuato a crescere, causando problemidi carico massimo (fino al blackout),nonché aumenti dei costi e squi-libri del bilancio energetico. Questo trend è stato generato soprat-tutto dall’impennata negli acquisti di condizionatori estivi da partedegli utenti del settore residenziale e terziario, i quali normalmentenon conoscono alternative sostenibili ed efficaci ai dispositivi di raf-frescamento attivo e vengono fortemente attratti dai loro bassi costi

fig. 4 – Incidenza percentuale della produzione lorda rinnovabile rispetto allaproduzione lorda totale di energia e-lettrica nell’UE15 nel 2008 (elaboraz. sudati GSE, Statistiche sulle fonti rinnovabili in Italia, 2008).

5. Disponibilità di energia per fonte in Italia nel 2008 (elaborazione su dati delBilancio Energetico Nazionale 2008).

6. Consumi di energia per settori di uso finale in Italia nel 2008 (elaborazione sudati del Bilancio Energetico Nazionale 2008).

combustibili solidi

prodotti petroliferi

import energia elettrica

gas naturale

fonti rinnovabili

agricoltura e pesca

trasporti

usi non energetici

industria

usi civili (residenziale e terziario)

bunkeraggio

7. Consumi di energia per usi finali nel settore civile in Italia (Risparmio edefficienza energetica della casa, SICENEA 2007).

8. Consumi di energia per fonte nel settore civile in Italia (elaborazione su datidel Bilancio Energetico Nazionale 2008).

climatizzazione

usi el. obbligati

acqua calda

cucina

gas naturale

energia elettrica

petrolio

rinnovabili

8. Consumi di energia elettrica per settori di uso finale in Italia nel 2008(elaborazione su dati del Bilancio Energetico Nazionale 2008).

industria

trasporti

civile

agricoltura

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d’impianto(12).Di conseguenza,nelle città più calde,come ad esem-pio Palermo e Catania, in alcuni casi non rari,cioè per edifici moltovetrati, i consumi estivi oggi possono risultare anche 6 volte mag-giori rispetto a quelli invernali(13).Per far fronte a questa situazione,peraltro comune a numerosi Paesi del bacino del Mediterraneo, laComunità Europea ha avviato nel 2005 il progetto “Keep Cool”,conl’obiettivo di illustrare le caratteristiche e i vantaggi dei sistemi diraffrescamento sostenibili, di promuovere adeguamenti normativi,di incoraggiare incentivi economici per edifici che si dotino di im-pianti di condizionamento passivo, nonché di studiare nuove solu-zioni per il raggiungimento del cosiddetto “sustainable summercomfort”(14).Secondo tale progetto,l’utilizzo di involucri edilizi mas-sivi, o meglio “capacitivi”, cioè costituiti da materiali ad elevata ca-pacità termica(15), consente nei climi mediterranei, specie se carat-terizzati da un’ampia escursione termica giornaliera (circa 15°C) equindi da una ventilazione notturna efficace,di ridurre il carico ter-mico da raffrescamento estivo del 10÷40% rispetto al caso di invo-lucri leggeri, a parità di prestazioni isolanti(16). Non a caso l’archi-tettura vernacolare dell’area mediterranea ha da sempre privilegiatoedifici con murature di grosso spessore, le quali, unitamente aopportuni sistemi di schermatura solare e di ventilazione naturale,nonché ad un oculato contenimento delle aperture, consentono diottenere buoni livelli di comfort ambientale estivo, ovvero offrono

una sensazione di freschezza naturale, qualitativamente migliore diquella prodotta da un impianto meccanico(17).In realtà, i benefici che queste soluzioni tradizionali fornisconosono molteplici, sia in estate che, anche se in misura più ridotta, ininverno. Innanzi tutto, una parete capacitiva riesce a smorzare esfasare il flusso della forzante esterna nelle ore più calde. Ciò signi-fica che la quantità di calore che attraversa il muro viene ridottad’intensità (smorzamento o attenuazione) e, inoltre, arriva nell’am-biente con un ritardo temporale di alcune ore (sfasamento o ritar-do di fase; fig. 15). Uno sfasamento ottimale si aggira intorno alle12÷16 ore: così, infatti, il flusso termico di picco (ad esempio, alleore 14:00) giunge all’interno nelle ore più fresche (ore 2:00÷6:00)e meno frequentate (specie per gli edifici del terziario)(18). In talemaniera si riduce l’escursione termica interna e si mantiene latemperatura di benessere.Peraltro, gli involucri massivi migliorano il comfort ambientale nonsolo sotto l’effetto dei carichi esterni, ma anche di quelli interni.Infatti, nei momenti di maggiore affollamento, ovvero qualora ven-gano aperte le schermature delle finestre, o quando si metta in fun-zione una cucina, essi contengono i livelli termici delle superficiinterne dell’abitazione, grazie alla capacità di assorbire calore(19).Un ulteriore vantaggio scaturisce soprattutto laddove gli impiantifunzionano ad intermittenza.Ciò avviene comunemente nei climi

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10. Consumi energetici per settore in Italia (Mtep): dati storici e previsione(Scenario tendenziale dei consumi e del fabbisogno al 2020, Ministero AttivitàProduttive, 2005).

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11. Consumi energetici per usi civili in Italia (Mtep): dati storici e previsione(Scenario tendenziale dei consumi e del fabbisogno al 2020, Ministero AttivitàProduttive, 2005).

bunkeraggi

usi non energetici

agricoltura

trasporti

industria

civile

residenziale

terziario

Mte

p

Mte

p1 Risparmi potenziali nei settori di uso finale per i Paesi UE (Piano d’azione per l’efficienza energetica, 2006).

Settore Consumo di energia Consumo di energia Risparmio potenziale Potenzialità globali

(Mtep) nel 2005 (Mtep) nel 2020 di energia di risparmio energetico

(in caso di situazione invariata) (Mtep) nel 2020 nel 2020

Edilizia abitativa 280 338 91 27%

Edifici commerciali (terziario) 157 211 63 30%

Trasporti 332 405 105 26%

Industria manifatturiera 297 382 95 25%

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mediterranei (che, come si è detto, sono caratterizzati da notevoliescursioni termiche giornaliere) e può produrre degli sbalzi ter-mici eccessivi tra i periodi di accensione e di spegnimento deisistemi di climatizzazione estiva o invernale. Ma, anche in questocaso, la capacità di accumulo delle pareti consente di stabilizzare ilvalore della temperatura interna, svolgendo un’utile azionetermoregolatrice o di “volano” termico(20).Tale azione termoregolatrice interviene anche nei periodi dipicco; infatti, questi tipi di muratura riescono a mantenere sul latointerno una temperatura superficiale (e quindi una temperaturapiana radiante) più bassa in estate e più alta in inverno, rispetto aquella media del vano, ancora una volta a tutto vantaggio delcomfort(21).È opportuno precisare, però, che il semplice ricorso ai muri mas-sivi non è sufficiente a garantire il benessere ambientale nei climicaldi.Come già accennato, è necessario assicurare anche le seguen-ti condizioni:

• limitazione delle aperture (che devono peraltro essere opportu-namente schermate dall’esterno)(22);• ventilazione notturna (naturale e, ove necessario, forzata)(23).La prima condizione riesce, infatti, a ridurre notevolmente il gua-dagno solare diretto durante il giorno. La seconda consente, inve-ce, di smaltire il calore che gli involucri massivi hanno accumula-to nel corso della giornata e che, durante la notte, tendono atrasmettere agli ambienti interni; in tal modo, si ottiene il duplicebeneficio di rinfrescare questi spazi e di “scaricare” le pareti, chesono così pronte ad assorbire l’eventuale carico termico del gior-no successivo(24). Va però sottolineato che in inverno, nei climimediterranei, gli involucri pesanti, per raggiungere una data tem-peratura, richiedono un maggiore apporto termico rispetto aisistemi leggeri superisolati. Tuttavia, come dimostrato da alcunistudi(25), nell’arco di un intero anno, le pareti ad elevata capacitàtermica risultano di solito più vantaggiose rispetto alle soluzionileggere di pari trasmittanza stazionaria U(26), anche in termini di

12. Previsione della domanda di energia da condizionamento estivo nell’UE15(elaborazione su dati EECCAC, 2003).

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13. Evoluzione storica (1990-2004) della domanda di picco invernale ed estiva dienergia elettrica in Italia (Scenario tendenziale dei consumi e del fabbisogno al2020, Ministero Attività Produttive, 2005).

14. Distribuzione del mercato dei condizionatori estivi nei Paesi UE nel 1998:Italia e Spagna coprono oggi circa il 50% della domanda (elaborazione su datiEECCAC, 2003).

15. Andamento delle temperature in funzione del tempo in regime dinamico:il rapporto “Ae/Ai” rappresenta lo smorzamento e “r” lo sfasamento.

GW

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Italia

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Gran Bretagna

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A iA i

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parete o solaior

r

inverno estate

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fabbisogno energetico complessivo.In Italia, la normativa vigente in tema di risparmio energetico(D.Lgs. 192/2005 e 311/2006) tiene conto dell’esigenza di uninvolucro pesante e, oltre a specificare precisi limiti per la trasmit-tanza termica stazionaria U, impone che le pareti esterne delleregioni più soleggiate abbiano una massa superficiale Msdi almeno230 kg/m2 (27). Inoltre, diversi regolamenti comunali e regionali, aseguito dell’entrata in vigore della suddetta normativa, prevedonodi scomputare per le chiusure verticali ed orizzontali gli “extraspes-sori” legati al risparmio energetico, i quali non rientrano pertantonel calcolo delle cubature edificabili, incoraggiando così l’adozionedi sistemi ad elevata capacità termica(28).È bene rimarcare che i limiti previsti per U e Msnon sempre risul-tano sufficienti a garantire un adeguato comfort, soprattutto nelleestati calde.Tali limiti prescindono, infatti, dalle modalità di stratifi-cazione delle chiusure verticali, che oggi sono generalmente costi-tuite dalla giustapposizione di più materiali: coibente termico, late-rizi forati, laterizi pieni, materiali lapidei, finiture, ecc.; occorre, per-tanto, considerare che, non solo la natura, ma anche la successionedegli strati risulta rilevante ai fini del benessere ambientale(29).Infatti, ad esempio, un vano delimitato da pareti multistrato conisolante posto all’interno e massa all’esterno, pur rispettando leprescrizioni di legge, non appena si aumentino gli apporti di calo-re (apertura degli infissi in ore molto calde, affollamento, ecc.), inestate rischia di surriscaldarsi come un thermos, facendo registraresensibili incrementi anche della temperatura piana radiante dellesuperfici interne. Più efficace sarà invece il comportamento dellastessa parete, se la massa sarà disposta all’interno e lo strato coi-bente a metà o all’esterno. In tal caso, infatti, l’involucro tenderàad avere un comportamento analogo a quello di una muraturamassiva(30).Non a caso il recente D.P.R. 59/2009 introduce, in alternativa allimite di 230 kg/m2 fissato per il parametro Ms, un limite per la tra-smittanza termica periodica YIE, che, per le chiusure verticali opa-che, dev’essere inferiore a 0,12 W/m2K(31); dove per trasmittanzatermica periodica s’intende la grandezza che valuta la capacità diuna parete opaca di sfasare ed attenuare il flusso termico che l’at-traversa nell’arco delle 24 ore(32), cioè quella prestazione che,come si è visto, costituisce una prerogativa soprattutto delle mura-ture massive.Tuttavia, il correttivo proposto in alternativa in taledecreto, pur migliorando generalmente le prestazioni termiche inregime dinamico, cioè per fluttuazioni sensibili della temperatura,non è esente da osservazioni. Infatti, è possibile ottenere valori diYIE < 0,12 W/m2K non solo con pareti di elevata massa ed ade-guata U,ma anche con involucri leggeri superisolati, i quali, come siè detto, se da un lato consentono di ridurre notevolmente i carichiesterni (con conseguente risparmio energetico), dall’altro, in presen-za di carichi interni o nei casi di un uso intermittente degli impian-ti, possono risultare meno vantaggiosi in termini di comfort abitati-vo, poiché viene meno l’effetto termoregolatore della massa(33).Da queste considerazioni emerge che, in clima mediterraneo, lesoluzioni d’involucro più performanti sono quelle monostrato in

laterizio. Peraltro esse, in seguito alle possibilità di scomputo degli“extraspessori” e alla larga diffusione di prodotti con spiccate pro-prietà isolanti (laterizi alveolati o porizzati), si pongono come vali-da alternativa a quelle multistrato con pannelli coibenti, fino a pocotempo fa indispensabili per contenere lo spessore dell’involucro (equindi la cubatura dell’edificio), garantendo,nel contempo,un’ade-guata trasmittanza termica stazionaria. Infine, va sottolineato che, aprescindere dalle considerazioni energetiche e di comfort termico,gli involucri massivi monostrato in laterizio presentano, rispetto aquelli leggeri e/o multistrato, migliori prestazioni anche in terminidi durabilità e risultano quindi particolarmente adatti alla realizza-zione di edifici con una vita media attesa di almeno 100 anni. ¶

Note1. La temperatura media del pianeta è aumentata di 0,74°C nel corso dell’ultimosecolo.Tale aumento è andato via via intensificandosi: si è passati dai 0,06°C perdecennio fino al 1950 ai 0,25°C per decennio dei nostri giorni (cfr.V. Ferrara,Cambiamenti climatici e strategie di adattamento, in Energia,Ambiente e Innovazione,n. 4, ENEA, Roma 2007, pp. 5-6).2. Mtep = milioni di tonnellate di petrolio equivalente.3. L’energia marina, detta anche oceanica o pelagica, comprende: l’energia talas-sotermica, mareomotrice o delle maree, del moto ondoso, delle correnti, del gra-diente salino o osmotica.4. Cfr. C. Manna et Al., Rapporto energia e ambiente 2007.Analisi e scenari, ENEA,Roma 2008, pp. 17, 27.5. Cfr. Statistiche sulle fonti rinnovabili in Italia – Anno 2007, GSE – Gestore deiServizi Elettrici, luglio 2008. Il dato non tiene conto dell’energia prodotta daisistemi fotovoltaici.6. Questa direttiva è stata recentemente superata dalla 2009/28/CE, che perl’Italia fissa al 2020 un obiettivo per la quota di energia da fonti rinnovabili rap-portata al consumo complessivo di energia (e quindi non all’uso di sola energiaelettrica, come per la 2001/77/CE) pari al 17%.7. Si noti che i consumi civili, se considerati in termini di energia primaria e nondi usi finali, salgono dal 30,3% ad oltre il 40% (cfr.AA.VV., Libro bianco…, cit., p.IX). Questo perché negli usi finali i consumi elettrici vengono sommati alla paricon quelli termici, senza tenere conto che, ad esempio, il rendimento nella com-bustione del metano si attesta intorno al 90%, mentre quello nella produzionedell’energia elettrica non supera il 30%; pertanto 1 kWh elettrico richiede unimpegno di fonti primarie (in Italia prevalentemente idrocarburi) quasi 3,5 voltesuperiore, mentre 1 kWh termico richiede un consumo di combustibili fossilisolo 1,1 volte superiore. A ciò si aggiunga il fatto che proprio il settore civile ècaratterizzato da un’elevata domanda di energia elettrica, pari al 50% della pro-duzione nazionale). Infine, si noti che in tali statistiche non sono compresi i con-tributi legati alla costruzione, nonché alla manutenzione e ristrutturazione degliedifici; contributi che concorrono ulteriormente a marcare il carattere forte-mente energivoro del residenziale e del terziario (cfr. ibidem, pp. 81-82, 521-523,530; Statistiche sulle fonti rinnovabili…, cit. p. 12).8. Si noti che, nel settore civile, il 30% dei consumi sono dovuti all’impiego dienergia elettrica, la cui produzione prevalentemente è legata di nuovo agli idro-carburi. Pertanto la suddetta aliquota del 65,9% va di fatto incrementata.9. Cfr.AA.VV., Libro bianco…, cit., pp. 81, 530.10. Inteso secondo la classificazione climatica di Köppen.11. Cfr.Adnot J. et al., Energy Efficiency and Certification of Central Air Conditioners– Final report, 2003, p. 16.12. L’Italia, già nel 1998, copriva il 25% del mercato di condizionatori estivi inEuropa (Cfr.Adnot J. et al., op. cit., p. 10).13. Cfr. F. Stazi et Al., La casa del comfort sostenibile, in Costruire in Laterizio,n. 121, gennaio/febbraio 2008, p. 50. Secondo il progetto della ComunitàEuropea denominato Passive-On, in una casa “passiva” a Palermo il rapporto traconsumi estivi e invernali scende ad 1:4 (cfr. B. Ford et Al., The passivhaus stan-dard in European warm climates. Design guidelines for comfortable low energy homes –Part 1. A review of comfortable low energy homes, Passive-On, University of Not-

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tingham 2007, p. 27).14. Cioè per il raggiungimento di buone condizioni di comfort estivo, preve-dendo un consumo nullo o limitato di risorse energetiche convenzionali (di ori-gine fossile o nucleare) e un impiego di materiali ecocompatibili (cfr. M.Varga etAl., Service Buildings Keep Cool: Promotion of sustainable cooling in the service buildingsector – Final report,Austrian Energy Agency,Vienna 2007, p. 7).15. La capacità termica C di un corpo è data dal rapporto fra il calore fornitogli(cioè accumulato) e l’aumento di temperatura che ne deriva. È pari al prodottotra il calore specifico c e la massa m: C = c · m.16. Cfr. M.Varga et Al., op. cit., p. 19.17. L’architettura vernacolare in realtà impiega diversi altri accorgimenti utili almiglioramento del comfort ambientale estivo, come quelli relativi alla scelta delsito, all’orientamento, al sistema di copertura, alla compattezza volumetrica, allacolorazione delle pareti, alla presenza di vegetazione e di piccoli specchi d’acqua(fontane, piscine, stagni), ecc.18. Cfr. C. Monticelli, Il comportamento energetico di pareti in laterizio a vista, inCostruire in Laterizio, n. 127, gennaio/febbraio 2009, pp. 58-59; D.M. 26 giugno2009, allegato A, par. 6.2. In realtà, lo sfasamento ottimale dipende sia dall’orien-tamento (dal quale dipende l’ora del flusso termico di picco) che dalla destina-zione d’uso (abitazione, ufficio, scuola, ecc.). Peraltro, grazie allo sfasamento, ilflusso termico può giungere all’interno ulteriormente attenuato (a prescinderedal citato effetto di smorzamento), poiché nel frattempo, durante le ore nottur-ne, la trasmissione termica ha cambiato verso; ciò vale in particolare per le regio-ni a forte escursione giornaliera, nelle quali di notte la temperatura esterna diven-ta più bassa rispetto a quella degli ambienti interni.19. Cfr. M. Medola, Prestazioni termiche dell’involucro edilizio, in Costruire inLaterizio, n. 118, luglio/agosto 2007, pp. 63, 66; P. Mazzei et Al., Le metodologie dicalcolo degli indici di prestazione energetica degli edifici, in AA.VV., Certificazione ener-getica: normative e modelli di calcolo per il sistema edificio-impianto posti a confronto,AttiConvegno AICARR,Arti Grafiche Torri, Cologno Monzese 2008, p. 117.20. In merito all’ottimizzazione del periodo di accensione degli impianti neiclimi mediterranei, cfr. F. Stazi et Al., La casa…, cit., pp. 53.21. Il comfort ambientale viene percepito per effetto sia della temperatura inter-na (che interagisce con la superficie corporea per contatto diretto), sia della tem-peratura piana radiante o superficiale (che interagisce mediante scambi radiativi).22. Nei climi mediterranei, il guadagno solare invernale, che si ottiene con l’a-dozione di ampie finestrature, è largamente superato dal disagio estivo dovuto alsurriscaldamento prodotto dall’effetto serra. Se non si vuole rinunciare al guada-gno solare in inverno, è quindi necessario che in estate le aperture vengano ade-guatamente schermate.23. La ventilazione naturale notturna risulta meno efficace nei centri urbani, siaperché gli occupanti tendono a chiudere le finestre per evitare l’ingresso delrumore, sia perché l’escursione termica giornaliera viene sensibilmente ridottadall’effetto “isola di calore” (cfr. B. Ford et Al., op. cit., Part. 1, p. 7).24. Cfr. P. Mazzei et Al., Le metodologie…, cit., pp. 116-118; C. Gargari, Soluzioniin laterizio in area mediterranea, in Costruire in Laterizio¸ n. 125, settembre/otto-bre 2008, pp. 56, 59; C. Di Perna et Al., Massa e comfort: necessità di una adeguatacapacità termica areica interna periodica, in Costruire in Laterizio, n. 126, novem-bre/dicembre 2008, p. 57.Va osservato che qualora, con sistemi di condiziona-mento, si mantenesse costante la temperatura interna, non si verificherebberovariazioni significative del fabbisogno energetico globale estivo tra una paretemassiva e una parete leggera e isolata, caratterizzate da valori approssimabili ditrasmittanza termica stazionaria. Infatti, la parete massiva, se è vero che mantienela temperatura interna più bassa nelle ore più calde, tuttavia, per sfasamenti intor-no alle 12 ore, la mantiene più alta di notte (cfr. P. Mazzei et Al., Le metodologie…,cit., p. 118). Il vantaggio della parete massiva si misura quindi, come detto, in ter-mini di comfort, per effetto dell’attenuazione dell’escursione termica giornaliera(riducendo i valori di picco), ovvero anche in termini di risparmio energeticoestivo, allorché si ricorra alla ventilazione notturna. Se non si vuole adottarecostosi sistemi automatizzati, l’efficacia della ventilazione dipende ovviamentedalla disponibilità e dalla prontezza degli occupanti nel mettere in azione i dispo-sitivi di attivazione delle correnti d’aria (apertura finestre, apertura bocchette diaerazione, ecc.).25. Cfr. M. Medola, Prestazioni termiche…, cit., pp. 62-67; A. Campioli et Al., Ilcomportamento energetico-ambientale di involucri in laterizio, in Costruire in Laterizio,n. 120, novembre/dicembre 2007, p. 62.

26. In condizioni di regime stazionario (in cui cioè il flusso di calore e le tem-perature non variano nel tempo), la trasmittanza (o coefficiente di trasmissionetermica globale) si definisce come l’energia termica che nell’unità di tempo attra-versa una superficie unitaria sottoposta a differenza di temperatura pari ad 1K.27. In particolare, la normativa prescrive di verificare che “in tutte le zone cli-matiche ad esclusione della F, per le località nelle quali il valore medio mensiledell’irradianza sul piano orizzontale, nel mese di massima insolazione estiva, Im,s,sia maggiore o uguale a 290 W/m2, che il valore della massa superficiale M s dellepareti opache verticali, orizzontali o inclinate sia superiore a 230 kg/m2” (D.Lgs.311/2006, Allegato I, comma 9, lettera b). La stessa norma prevede, in alternati-va, di ottenere gli stessi effetti positivi, derivanti dal rispetto del suddetto valoredi Ms, mediante “l’utilizzo di tecniche e materiali, anche innovativi, che permet-tano di contenere le oscillazioni della temperatura degli ambienti in funzionedell’andamento dell’irraggiamento solare. In tal caso, deve essere prodotta unaadeguata documentazione e certificazione delle tecnologie e dei materiali che neattesti l’equivalenza con le predette disposizioni” (Ibidem, Allegato I, comma 9,lettera c). Tuttavia, paradossalmente, non viene indicato alcun limite per lesuperfici vetrate, ovvero per il rapporto tra chiusure trasparenti ed opache; di con-seguenza, sono ammessi edifici totalmente vetrati che, soprattutto nei Paesi caldi,dal punto di vista energetico, risultano bioclimaticamente inammissibili.28. In Sicilia, ad esempio, la Legge n. 4/2005 prevede che “non vengano com-putati ai fini del calcolo del volume edificato e della superficie coperta comples-siva: a) i maggiori spessori delle pareti perimetrali esterne, nella parte eccedentei 30 centimetri nel caso di nuove costruzioni ed i 50 centimetri nel caso di recu-pero di edifici esistenti, fino ad un massimo di ulteriori 20 centimetri; b) i mag-giori spessori dei solai orizzontali e delle coperture, anche inclinate, nella parteeccedente la misura media di 25 centimetri e fino ad un massimo di ulteriori 10centimetri; c) le maggiori altezze interne nette dei vani di unità residenziali, nellaparte eccedente le misure minime di metri 2,70 e di metri 2,40 previste dai rego-lamenti edilizi comunali, fino ad un massimo di ulteriori 30 centimetri” (cfr.Legge Regione Sicilia, 22.04.2005, n. 4, art. 1). Per un elenco dei regolamentiedilizi e delle leggi regionali che prevedono lo scomputo degli extraspessori, cfr.A. Di Fusco, Risparmio energetico e scomputo degli extraspessori, in Costruire inLaterizio, n. 119, settembre/ottobre 2007, pp. 60-63.29. Una parete costituita da un numero, uno spessore e un tipo prefissato di strati,al variare della successione degli strati stessi mantiene costanti i valori di U ed M equindi, in regime stazionario, offre le stesse prestazioni termiche. Ciò non è altret-tanto vero in regine dinamico, dove la successione degli strati, sempre a parità di Ued Ms, determina invece sensibili differenze in termini di comfort e di consumoenergetico (cfr. C. Gargari, Laterizio: energia e qualità dell’ambiente, in Costruire inLaterizio, n. 112, luglio/agosto 2006, p. 61;A.F.L. Baratta, L.Venturi, Prestazioni ter-miche di pareti perimetrali in regime dinamico, in Costruire in Laterizio¸ n. 122,marzo/aprile 2008, pp. 63-64;V.Augenti, P. Stefanizzi, Considerazioni su soluzioni diinvolucro opaco in regime termico dinamico, in Costruire in Laterizio, n. 125, settem-bre/ottobre 2008, pp. 50-53; S. Ferrari, Procedure di calcolo semplificate e valutazionidinamiche, in Costruire in Laterizio, n. 131, settembre/ottobre 2009, pp. 60-63).30. Cfr. C. Di Perna et Al., Massa e comfort…, cit., p. 55.31. In dettaglio, il testo della lettera b), del comma 9, dell’allegato I, del D.Lgs.311/2006 (cfr. nota 27), nel D.P.R. viene sostituito dal seguente:“relativamente atutte le pareti verticali opache con l’eccezione di quelle comprese nel quadrantenord-ovest/nord/nord-est, almeno una delle seguenti verifiche: che il valore dellamassa superficiale Ms, di cui al comma 22 dell’allegato A, sia superiore ai230 kg/m2; che il valore del modulo della trasmittanza termica periodica (YIE),di cui al comma 4 dell’articolo 2, sia inferiore a 0,12 W/m2K” (D.P.R. 2 aprile2009 n. 59, art. 4, comma 18, lettera b, punto 1.2). Lo stesso D.P.R. fissa, per lechiusure orizzontali opache, un tetto per la YIE di 0,20 W/m2K e specifica chegli effetti ottenibili dal rispetto dei valori limite di Ms o YIE possono essere rag-giunti, in alternativa, anche con coperture a verde.32. La norma UNI EN ISO 13786:2001 definisce la YIE come “l’ampiezza com-plessa della densità di flusso termico attraverso la superficie del componente adia-cente alla zona m, diviso per l’ampiezza complessa della temperatura nella zona n”.33. Cfr. C. Di Perna et Al., Massa e comfort…, cit., pp. 54-55. Occorre, inoltre, met-tere in conto l’elevato consumo energetico necessario per la produzione dellamaggior parte dei materiali coibenti comunemente in commercio (cfr. E. DiGiuseppe, A. Orciari, Iperisolare conviene?, in Costruire in Laterizio, n. 131, set-tembre/ottobre 2009, pp. 64-67).

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Vincenzo BaccoIl manuale dei solai in laterizio.Il progetto e la normativa.Laterservice, Roma, 2010 400 pp., € 35,00

Tecnica e normativa di un componente primario

Questo manuale raccoglie e orga-nizza materiale informativo, tec-nico e normativo, utile alla cor-retta progettazione di un solaio inlatero-cemento, inteso come si-stema costruttivo,di largo impiegonelle sue tipologie: gettato inopera, a travetti e blocchi, a pan-nelli e a lastre. Integra la cospicuabiblioteca manualistica di Later-service sui vari elementi primaridella costruzione. Il libro, con unricco e efficace corredo grafico,compie un censimento dei pro-dotti e dei sistemi oggi disponibili;definisce le aree prestazionali, pro-pone esempi di calcolo, schemi eparticolari costruttivi, valutazionicritiche, analizza le prescrizioni diriferimento. Infatti il componente“solaio”, qualunque sia la tecnicacostruttiva impiegata, notoria-mente è presidiato,data la sua rile-vanza funzionale all’interno del-l’organismo edilizio, da un’artico-lata serie di normative che ne re-golamentano le prestazioni strut-turali, termoigrometriche, acusti-che, di resistenza all’incendio, diimpatto ambientale. Dopo quelloconsiderato di introduzione, il li-bro offre altri dieci capitoli.In uno si definiscono le varie ti-pologie di solaio, descrivendo diciascuno i componenti, le moda-lità di getto e di disarmo, le presta-zioni, i pregi e i difetti.Il terzo capitolo,dedicato alla nor-mativa, evidenzia i vari aspetti tec-nici e prestazionali, previsti dallalegislazione, sia per i singoli com-ponenti (blocchi di laterizio edelementi strutturali), sia per il “si-stema solaio” nel suo insieme. Inparticolare, procede ad un con-fronto tra quanto previsto dalnuovo Decreto Ministeriale14/01/2008, “Norme tecnicheper le costruzioni” (con la relativaCircolare esplicativa n. 617/2009)e la regolamentazione europea inmateria di recente emanazione(UNI EN 15037-1-3).Riguardo ai blocchi di laterizio eagli altri materiali e componentiresistenti (armature di acciaio, cal-cestruzzo, intonaci) esso riporta le

prescrizioni, la terminologia e laclassificazione adottate, le caratte-ristiche morfologiche, meccani-che, fisico chimiche, i requisiti, imetodi per la prova, l’accetta-zione, la certificazione, il dimen-sionamento, l’armatura, la posa inopera dei blocchi.Il quarto affronta la scelta proget-tuale, proponendo considerazionie metodi di calcolo; il quinto leverifiche; il sesto il controllo e ilcollaudo.Il settimo capitolo si occupa delcomportamento del solaio in zonasismica e specifica analiticamentele azioni e le questioni sollevate datali fenomeni, dando indicazioniper il progetto, la verifica, i criteriesecutivi, l’armatura degli appoggidi un solaio, nei fabbricati in mu-ratura portante e no.L’ottavo prende in esame i princi-pali casi di tensioni trasversali, do-vuti all’eccessiva snellezza del so-laio, con riferimento alle travi, allosbalzo e al senso di tessitura, aglielementi di contrasto rigido, ai ca-richi, alla luce.Il nono valuta il comportamentoal fuoco, secondo criteri di capa-cità portante, deformazione, isola-mento termico, tenuta, al carico diincendio; secondo il metodo dicalcolo indicato dalla norma UNI9502; quindi dà spunti progettualie cita i requisiti per la certifica-zione di prevenzione antincendio.Il decimo considera il comporta-mento termico e igrometrico (latrasmissione del calore, i ponti ter-mici e la termoforesi, la diffusionedel vapore), con indicazioni pro-gettuali specifiche.L’ultimo parla infine dell’attenua-zione del rumore, ottenuta da unacorretta correzione acustica delsolaio, citando la normativa di ri-ferimento.L’autore, collaboratore e ricerca-tore di Andil Assolaterizi, è anchePresidente dell’Ordine degli Inge-gneri della Provincia di Barletta-Andria.

Anna DeleraRi-Pensare l’abitare.Politiche, progetti e tecnologieverso l’housing socialeHoepli, Milano, 2009 xx-236 pp., € 22,00

Casa dolce casa

Il volume “aggiorna” sulla que-stione abitativa, su come la si con-sidera nella società odierna.Nei passati decenni, essa ha riguar-dato la necessità di produrre alloggiin fretta e a basso costo, per soddi-sfare la richiesta di una imponentetrasformazione urbana e, in questosenso, si è affidata anche all’inven-zione di nuovi sistemi costruttivi ealla prefabbricazione. Oggi conl’housing sociale si persegue la qua-lità dell’innovazione tecnologica, alfine di creare condizioni di rinno-vamento umano e territoriale. Inuovi obiettivi progettuali riguar-dano l’adattabilità, la flessibilità ti-pologica, la personalizzazione diciascuna abitazione, l’integrazionenel contesto, la sostenibilità am-bientale. Le “nuove forme dell’abi-tare” prefigurano stili di vita, adattia culture e tradizioni sostanzial-mente diverse. L’autrice, tecnologapresso il Dipartimento BEST delPolitecnico di Milano, dichiara co-munque che le nuove politiche,che tendono a coinvolgere anchel’imprenditoria privata, di conse-guenza si rivolgono prevalente-mente al ceto medio e tralascianod’interessarsi dell’utenza più de-bole. Il testo, le illustrazioni in b/ne le note, generalmente inquadratein una griglia a due colonne, sonostrutturate in tre sezioni (le politi-che, il progetto, le tecnologie); ri-portano contributi che illustranoesperienze e sperimentazioni signi-ficative che si stanno attuando inEuropa. Nella prima sezione, congli scritti di Ermanno Ronda, Ser-gio D’Agostini, Lina Scavuzzo, latrattazione è supportata da dati dianalisi del problema della casa; ri-porta riferimenti storico-architet-tonici; presenta questioni politichee sociali; cita avvenimenti e mani-festazioni di attualità, riferite altema specifico (“piano casa”, XBiennale di Venezia, XXIII Con-gresso mondiale dell’architettura).La seconda porta ad esempio i cri-teri introdotti nel Prg di Faenza euna serie di nuove costruzioni, in-dirizzate alla sostenibilità; poi casistudio europei (Manuela Grecchi);

il cohousing, come nuovo modo diconcepire l’abitare (Nadia Simio-nato e Massimiliano Zigoi); l’auto-crostruzione e le esperienze dicooperazione nei Paesi in via disviluppo (Anna Pasini e OttavioTozzo); offre una sintetica rassegnadei diversi modi di intendere l’abi-tare nel mondo, secondo le in-fluenze del clima, della religione,della famiglia, del reddito, delle di-sponibilità di spazi e di materiali dacostruzione (Irene Caltabiano). Lasezione dedicata alle tecnologieevidenzia alcuni degli aspetti piùinnovativi delle ricerche in corso:sulla tematica della sostenibilitàambientale; per il risparmio dell’e-nergia (Paolo Carli) e dell’acqua(Elvira Pensa); per la rivalutazionedi antiche tecniche costruttive an-che oggi prestazionalmente effi-cienti e di materiali naturali e localiche prevedano un basso consumodi risorse nella loro produzione e,poi, nello smaltimento. In partico-lare, un capitolo è dedicato alle co-struzioni in legno (Elisabetta Pi-sati),un altro a quelle in terra cruda(Diego Golfieri),con esempi e spe-cifiche aggiornate alla loro evolu-zione. Il contributo conclusivo diGian Luca Brunetti affronta il temadel risparmio energetico negli edi-fici; illustra esempi italiani ed euro-pei; considera la diffusione dei re-quisiti di isolamento termico, deiconcetti di “casa passiva”; passa inrassegna l’idoneità di varie strategiebioclimatiche, riferite all’accumuloe allo smaltimento del calore, alloscambio conduttivo tra edificio eterreno, agli effetti positivi prodottidall’”inerzia termica”. Il tema abi-tativo appare, pertanto, essere oggialla base degli interessi architetto-nici, come campo sperimentativodi forme, spazi, requisiti costruttivi,nel suo coinvolgere e interessareogni strato della popolazione, perdiffusione, per frequenza di uti-lizzo, per essere il concentrato diaspetti tecnologici e umani, checoinvolgono il ruolo sociale, cultu-rale, economico ed ambientaledella vita intera.

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