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pag. 1Bologna - Sana, 12 settembre 2003
Servizio Tutela e Risanamento Risorsa Acqua
Il PIANO DI TUTELA, CONSERVAZIONE E RISPARMIO DELLE ACQUE IN EMILIA
ROMAGNA
Giuseppe Bortone&
Tiziano Draghetti
Direzione Ambiente, Difesa del Suolo e della CostaAssessorato Agricoltura, Ambiente e Sviluppo Sostenibile
Regione Emilia Romagna
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Servizio Tutela e Risanamento Risorsa Acqua
Il Piano di Tutela delle Acque
Il Piano di Tutela delle Acque è uno strumento finalizzato a raggiungere, mediante un approccio integrato di tutela quali-quantitativa, entro il 2016 l'obiettivo di qualità ambientale "buono" per i corpi idrici significativi superficiali, sotterranei e marini
tappa intermedia al 2008 per raggiungere l'obiettivo di qualità ambientale "sufficiente”
aspetti quantitativi (minimo deflusso vitale, risparmio idrico, verifica e revisione delle concessioni di prelievo e derivazione, diversione degli scarichi, ecc.) oltre a quelli più tipicamente di carattere qualitativo
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IL PIANO DI TUTELA RER La Regione Emilia Romagna ha avviato nel 2001 il processo di
elaborazione del Piano di Tutela delle Acque (PTA)
collaborazione con le Province, le Autorità di Bacino presenti sul territorio regionale e con il supporto tecnico scientifico dell'ARPA Emilia Romagna.
La metodologia di lavoro del PTA prevede un'elaborazione secondo bacini idrografici.
Sono stati costituiti 4 Gruppi di lavoro che, con il coordinamento della Regione
Il supporto tecnico scientifico al PTA è garantito dall'ARPA
Documento preliminare - Conferenze di Pianificazione Provinciale
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Stato Ecologico dei corsi d'acqua
CLASSE CLASSE CLASSE CLASSE CLASSE1 2 3 4 5
I.B.E. 10 8-9 6-7 4-5 1 , 2 , 3
L.I.M. 480 – 560 240 – 475 120 – 235 60 – 115 < 60
Non si rilevano alterazioni di qualità degli elementi chimico-fisici ed idromorfologici indipendenza di impatti antropici, abbondanza di specie, tutti i pesci vivono “belli e felici” enon ci sono problemi, possiamo bere quest’acqua anche dopo una semplicesedimentazione.
Bassi livelli di alterazione derivanti dall’attività umana , alcuni pesci vivono “un po’ menofelici” e per bere quest’acqua dobbiamo trattarla.
Sono presenti segni di alterazione dovuti all’apporto dell’attività umana, si può dire che solocerti tipi di pesce possono viverci.
Alterazioni considerevoli dei valori con le comunità biologiche che si discostano da quelle dinorma; si segnalano la presenza di microinquinanti anche in concentrazione da comportareeffetti sulle comunità biologiche.Alterazioni gravi; mancano ampie porzioni delle comunità biologiche ed i microinquinanti sonoin concentrazione da comportare gravi effetti sulle comunità biologiche
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Servizio Tutela e Risanamento Risorsa Acqua
Classificazione SECA biennio 2001-2002
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Classificazione SECA biennio 2001-2002
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Classificazione SECA biennio 2001-2002
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Classificazione SECA biennio 2001-2002
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Classificazione SECA biennio 2001-2002
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La strategia
Acque reflue
nitrati IPPC chemicals
pesticidi
biocidi
discariche
fanghi
Acque potabili
Acque di Balneazione
Misure del Piano
Coordinamento di tutte le misure
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Aspetti quantitativi I programmi di misura finalizzati alla qualità potranno non essere
sufficienti:prelievi, derivazioni, risparmio, conservazione, DMV
Nei piani di tutela sono adottate le misure volte ad assicurare l’equilibrio del bilancio idrico come definito dall’Autorità di bacino…
Il deflusso minimo vitale (DMV) è il deflusso che, in un corso d’acqua, deve essere presente a valle delle captazioni idriche al fine di mantenere vitali le condizioni di funzionalità e di qualità degli ecosistemi interessati
Delle diverse problematiche che riguardano le acque sicuramente quella dei DMV
è al primo posto in termini di difficoltà di risoluzione.
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Le difficoltà e i conflitti
la richiesta di rilasciare acqua al fiume si scontra con gli usi in atto, in particolare nel periodo estivo, quando la risorsa disponibile è minima e le richieste raggiungono il massimo livello.
Si tratta nella maggior parte dei casi di usi “storici”, cioè con derivazioni e rete distributiva già presenti nei secoli scorsi per finalità irrigue e molitorie, a cui si sono aggiunte nella prima metà del ventesimo secolo una serie di utenze idroelettriche e più di recente un significativo numero di prelievi acquedottistici diretti o di subalveo.
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DMV= k Qm M max(N,F, Q) A TCorso d'acqua Toponimo Superficie DMV
(km2) (l/ s/ km2) (m3/ s)
Tidone Pianello 308 0.85 0.26Trebbia Rivergaro 918 1.74 1.59Nure Ponte dell'Olio 335 1.64 0.55Arda Castell'Arquato 112 1.63 0.18Taro Fornovo 1246 1.37 1.70Baganza Marzolara 129 2.25 0.29Parma Langhirano 303 2.21 0.67Enza Ciano d'Enza 457 2.01 0.92Crostolo Puianello 90 1.48 0.13Secchia Castellarano 973 1.61 1.57Panaro Marano S.P. 702 1.94 1.36Samoggia Bazzano 166 0.81 0.13Reno Casalecchio 1056 1.07 1.13Savena S.Ruffi llo 155 1.11 0.17I dice I dice 209 0.96 0.20Sillaro Castel S.Pietro 136 0.78 0.11Santerno Codrignano 356 1.20 0.43Senio Castel Bolognese 249 0.93 0.23Lamone Errano 261 1.03 0.27Marzeno S.Martino 231 0.79 0.18Montone Castrocaro-S.Lorenzo 238 1.05 0.25Rabbi S.Lorenzo 207 0.99 0.22Ronco Meldola 445 1.10 0.49Savio S.Vittore 597 0.92 0.55Rubicone Savignano 69 0.36 0.03Uso Camerano 104 0.58 0.06Marecchia Ponte Verucchio 466 1.16 0.54Conca Morciano 141 0.79 0.11
Totale o media pesata 10659 1.34 14.32
•Le nuove concessioni sono rilasciate con l’obbligo del rispetto della componente idrologica del DMV
•Per le derivazioni in atto revisione della concessione con l’obbligo che entro il 31.12.2008 i rilasci assicurino la componente idrologica del DMV. •L’applicazione della componente idrologica del DMV avverrà in modo graduale, con il rilascio iniziale di una portata minima pari ad esempio 1/3 del DMV, e il rilascio di una portata minima pari a 2/3 del DMV a partire
dal 1.1.2006.
•I parametri correttivi della componente morfologica-ambientale del DMV verranno applicati, sui corsi d’acqua o tratti di corsi d’acqua allo scopo individuati entro il
31.12.2016.
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DEROGHE Flessibilità ma in un quadro di regole definite ex-ante
Verranno individuati: le aree che presentano deficit di bilancio idrico; le aree a rischio di ricorrente crisi idrica; altri particolari contesti di approvvigionamento a rischio di crisi idrica
per i quali non sia sostenibile sotto l’aspetto tecnico economico il ricorso a fonti alternative di approvvigionamento,
al cui interno l’autorità competente al rilascio delle concessioni d’acqua pubblica potrà autorizzare i concessionari a ridurre, per limitati e definiti periodi, le portate da rilasciare in alveo, rispetto al valore del DMV.
Le deroghe non devono comunque pregiudicare gli obiettivi di qualità ambientale e gli obiettivi per specifica destinazione previsti dal PTA.
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Prelievi idrici
Stime del Piano Acque della Regione Emilia-Romagna 1975
Usi civili Usi industriali Usi agricoli Totale
Acque sott. 350 240 150 740
Acque super. trascurabili 290 852 1142
Totale 350 530 1002 1882
Usi civili Usi industriali Usi agricoli Totale
Acque sott. 283 179 211 673
Acque super. 205 46 1001 1252
Totale 488 225 1212 1926
Stime 2001 e 2003
Usi civili Usi industriali Usi agricoli TotaleAcque sott. 282 171 222 675Acque super. 205 62 1183 1450Totale 487 233 1405 2125
Rispetto alle prime valutazioni, e a seguito dei positivi confronti nei gruppi di lavoro del piano e con i portatori di interesse, si è verificato una maggiore stima degli usi irrigui prevalentemente dovuto a una revisione dei coefficienti utilizzati, della superficie destinata a risaie del ferrarese e dell'uso di acqua del Po da parte del CER
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Prelievi idrici in Emilia-Romagna
•Agricoltura: 1425 Mm3/a (66% del consumo totale);
•Civile: 487 Mm3/a (23% del consumo totale);
•Industria: 233 Mm3/a (11% del consumo totale).
Prelievo totale: 2125 Mm3/a
I ndustria
11%
Civile
23%
Agricoltura
66%
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Prelievi totali da acque superficiali e da falda
600
700
800
900
1000
1100
1200
1300
1970 1986 1999 2001
Mm
3
Surf ace water Ground water
600700800900
100011001200130014001500
1970 1986 1999 2001 2003
Mm
3
Surf ace water Ground water
68% SUP
32%SOTT
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Riduzione da falde
si nota una sostanziale stabilità dei prelievi complessivi, con un forte spostamento dei prelievi dall'industria alle attività agricole e, in parte, agli usi civili.
In positivo si nota una riduzione complessiva del prelievo di acque sotterranee a favore dell'utilizzo di acque superficiali, dovuta ad un'importante azione pubblica negli ultimi venti anni di infrastrutturazione (Canale Emiliano-Romagnolo, Diga di Ridracoli et..) e regolazione dell'uso delle falde (Piano regionale di controllo degli emungimenti del 1984)
mantenimento, ripristino e potenziamento delle grandi derivazioni da Po
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Stime dei defi cit di f alda per le diverse provincie (Mm3/ y)
Provincia
Deficit(somma delle variazioni
negative dei volumi
immagazzinati)
Piacenza -3.5 (5)
Parma -6.8 (7)
Reggio- Emilia -1.4 (3)
Modena -2.3 (1)
Bologna (**) -7.5 (9)
Ferrara 0.0 (0)
Ravenna -1.7 (2)
Forlì- Cesena -0.3 (0)
Rimini -0.8 (-1)
Totale territorio regionale -24.4
DEFICIT COMPLESSIVO (FALDE E SUPERFICIALI)CIRCA 80-90 Mm3 (perdite in acquedotto circa 120 Mm3)
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I mutamenti climatici e il piano delle acque
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Scenari evolutivi l’incertezza delle previsioni
Cambiamenti climatici: negli ultimi 100 anni 0.5 °C
Modelli 1.4 - 5.8 °C nei prossimi 100 anni
Gli effetti saranno significativi sui cicli idrogeologici
Grande variabilità delle precipitazioni e regimi idrologici
Aumento dell’intensità degli eventi estremi
Gli interventi di mitigazione presentano effetti troppo lenti e non possono essere sufficienti
L’adattamento è necessario
Una combinazione di approcci e strategie (infrastrutturali e socio/economiche/culturali) è necessaria
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Variabilità, rischio e incertezza I modelli sviluppati non ci vengono incontro risultando
affidabili per le grandi scale temporali e spaziali su cui sono stati validati, ma non affidabili per la gestione ordinaria delle risorse idriche su scala locale
La società e i pianificatori dovranno imparare a convivere con l’incertezza e il rischio derivante dai cambiamenti climatici
L’adattamento al mutamento climatico richiede di andare oltre l’approccio meramente tecnico-tecnologico ma richiede il coinvolgimento di tutti gli aspetti socio-economico-culturali
C’è l’assoluta necessità di far crescere la “cultura” dell’acqua all’interno della nostra società, coinvolgendo il più possibile i cittadini, gli stakeholders nella gestione e nell’uso razionale e ottimizzato della risorsa
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Flessibilità e adattamento Quello che bisogna assolutamente evitare è che l’incertezza
generi immobilismo e rassegnazione, impotenza davanti al manifestarsi dei fenomeni o viceversa il dogmatismo delle scelte e delle strategie da adottare
Il livello di incertezza, la non completa comprensione dei fenomeni richiede la massima flessibilità della pianificazione e della gestione della risorsa idrica, la capacità di definire scenari che possano adattarsi alla variabilità dei fenomeni
dovrà essere creato un modello di pianificazione che consenta l’adattamento dello stile di gestione del ciclo idrico e degli scenari evolutivi in funzione delle variazioni
attraverso il continuo monitoraggio e valutazione degli effetti e delle ricadute delle politiche di gestione e intervento
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RICERCA CNR l'ultima e più completa ricostruzione
dell'evoluzione climatica in Italia durante il periodo compreso tra il 1867 e 1996, realizzata utilizzando dati relativi alle medie mensili provenienti da 46 stazioni distribuite uniformemente sul territorio italiano.
Globalmente i risultati confermano che ci sono significative differenze tra il recente riscaldamento in Italia e le altre aree centrali e settentrionali dell'Europa.
La penisola italiana è stata suddivisa in due regioni principali Nord e Sud, con una linea di demarcazione che parte approssimativamente dal golfo di La Spezia e percorre tutta la dorsale appenninica Emiliano-Romagnola per poi fermarsi poco al di sotto d'Ancona
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DATI CNR
I giorni di pioggia sono in diminuzione sia al Nord sia al Sud con la stessatendenza, mentre l’intensità delle precipitazioni è in aumento con un valoreannuale leggermente superiore al Nord rispetto al Sud.
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CLIMAGRI, 2003- Dati giornalieri riduzione abbastanza contenuta e spesso statisticamente non significativa
della quantità di pioggia
numero di giorni piovosi la riduzione è molto più evidente, in particolare in inverno, stagione nella quale tutte le stazioni italiane mostrano un trend negativo (Brunetti et al., 2001 c).
Accanto alla diminuzione del numero di giorni di pioggia, il periodo 1951-2000 è stato caratterizzato da un significativo incremento dell'apporto medio per singolo giorno piovoso (intensità)
In questa stagione, peraltro, alla riduzione nel numero di giorni di pioggia, si associa anche una tendenza ad un aumento nella frequenza dei periodi "secchi" per i quali è stata anche osservata una persistenza maggiore al nord in inverno e al sud in estate.
Quest'incremento, anche se è meno evidente del decremento del numero di giorni di pioggia, è presente lungo tutto l'arco dell'anno.
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Servizio SMR 2001
la variabilità temporale e spaziale delle precipitazioni estive e invernali in Emilia Romagna
L'evoluzione temporale delle precipitazioni DJF (dicembre, gennaio, febbraio) mostrano un significativo trend negativo su tutta la regione per le 40 stazioni osservate nel periodo 1960/1995.
Il trend principale analizzato per JJA (giugno, luglio, agosto) nel periodo 1948/1995, con 40 stazioni, mostra un andamento positivo, molto più significativo nelle aree collinari e montane. Anche nelle aree pianeggianti il trend è positivo ma con un livello di significatività minore.
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Riflessi sul piano di tutela si conferma che l'entità di tali mutamenti è incerta, non esistendo
previsioni sufficientemente consolidate, in particolare con riferimento alle precipitazioni a scale territoriali "locali" rispetto alla scala mondiale;
Per quanto riguarda il settore industriale si ritengono in ogni caso trascurabili gli effetti indotti da possibili cambiamenti climatici.
Con riferimento alla domanda acquedottistica civile, l'analisi delle possibili maggiori richieste all'utenza conseguenti ad un modesto incremento della temperatura media (0.5 °C al 2016), legate essenzialmente ad un incremento degli usi igienici, appaiono comunque molto ridotte (circa 2 Mm3/anno) e dell'ordine o inferiori al grado di precisione delle stime prodotte.
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Riflessi sul Piano di Tutela Per quanto riguarda il settore irriguo, si osserva che alcuni studi
a scala "locale" non indicano, per il periodo estivo, significative tendenze alla diminuzione delle precipitazioni;
per quanto riguarda la temperatura si è considerato che gli effetti di eventuali tendenze all'incremento nel periodo estivo, ovvero un aumento dell'evapotraspirazione e quindi delle richieste irrigue, siano sostanzialmente compensati da un miglioramento dell'efficienza d'uso dell'acqua da parte della vegetazione, connesso all'incremento della concentrazione di CO2.
Effetti non significativi sul piano ma fondamentali sulla definizione delle strategie (il piano peraltro prevede la revisione sia ogni sei anni, consentendo di rivedere la situazione e le previsioni a fronte di una riduzione delle incertezze segnalate)
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No regret Forte incertezza su scala locale, a cui si aggiungono le incertezze
degli scenari evolutivi della nostra società
E’ sempre più opinione condivisa che l’incremento della domanda d’acqua non è più sostenibile
il settore “acqua” dispone di un range di strumenti tale da fornire un valido supporto a ridurre i rischi del cambiamento climatico
Alcuni di questi sono definiti “no-regret”, ovvero quelli per i quali il tasso economico di ritorno li giustifica senza riguardo ai futuri cambiamenti climatici
risparmio, miglioramento della gestione, interconnessione, uso plurimo, riuso delle acque reflue, stoccaggi (integrazione con le politiche di difesa idraulica e di tutela ambientale)
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Strategia generaledella Regione Emilia-Romagna
affiancare alle politiche infrastrutturali, politiche di conservazione e risparmio
“Twin-track strategy”, EA
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Tendenze evolutive - Consumi civili
Per quanto riguarda le tendenze evolutive della popolazione sono state utilizzate le proiezioni condotte dall'Ufficio Sistemi Statistici della Regione Emilia-Romagna.
Con riferimento all'arco temporale 2001 - 2016, sono stimati incrementi demografici pari all’8% per l'intero territorio regionale
Reggio-Emilia (+19%), trend positivi si evidenziano anche per Modena, Rimini e Parma (+13%, 10% e 10% rispettivamente),, mentre sensibili tendenze alla diminuzione del numero dei residenti si evidenziano per Ferrara (-4%).
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Consumi alla fonte e all’utenza - Civile
350
370390
410
430450
470
490
510530
550
2000 2008 2016
alla fonteal consumo
•Invarianza dotazioni idriche
procapite domestiche (160
L/ab/d)
•riduzione acquedotti rurali
•completamento interconnessioni
• riduzione perdite: 22% al 2008 e 20% al
2016N.B.: Incremento delle derivazioni da superficie in inverno
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Previsione industriale - Dotazione idrica per addetto
0
100000
200000
300000
400000
500000
600000
700000
800000
1951 1956 1961 1966 1971 1976 1981 1986 1991 1996 2001 2006 2011 2016
Anni
Nu
mer
o a
dd
etti
in
du
stri
a
Totale regionale (+ tendenza lineare) Totale regionale (+ tendenza logaritmica)
StoricoTendenza
Previsione
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Fabbisogno industriale
200
210220
230
240250
260
270
280290
300
2000 2008 2016
Fabbisogni
BREF e BAT
(IPPC)
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AgricolturaStima del trend evolutivo al 2008 e al 2016
Studio prodotto dall’Università di Parma per conto della Regione:
valuta gli effetti della PAC su alcune tipologie di famiglie colturali, alla scala provinciale e per le tre fasce altimetriche ISTAT della montagna, collina e pianura;
I valori relativi agli anni 2008 e 2016 sono stati calcolati, rispettivamente, per interpolazione e per estrapolazione sull’intervallo 2000-2013.
Complessivamente la riduzione sulla SAU coltivata appare dell’1% al 2008 e del 2% al 2016.
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Servizio Tutela e Risanamento Risorsa Acqua
0
50000
100000
150000
200000
250000
300000
350000
400000
450000
500000
1990 2000 2008 2016
Anni
SAU
(ha
)
Frumento Mais Altri cerealiBarbabietola da zucchero Foraggere Orticole industrialiSemi oleosi
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Servizio Tutela e Risanamento Risorsa Acqua
0
20000
40000
60000
80000
100000
120000
1990 2000 2008 2016
Anni
SAU
(ha
)
Ortive Altri fruttiferii Vite e olivo
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Tendenze evolutive attuali
250000
255000
260000
265000
270000
275000
2000 2008 2016
SAU Irrigata
12501300135014001450
2000 2008 2016
Prelievi
•Razionalizzazione delle forniture
all'utenza
•Interventi previsti dai consorzi relativi all'incremento dei volumi disponibili al campo e delle aree consortili
irrigabili
•Evoluzione delle tecniche irrigue
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Misure civile Piani di Conservazione della Risorsa
Installazione di contatori per ogni singola utenza
Installazione dei dispositivi tecnologici di risparmio più "elementari" quali frangigetto, WC a flusso ridotto, etc
Politica tariffaria premiante il risparmio idrico, con tariffe progressivamente superiori per consumi maggiori
Programmi di ricerca perdite che interessino annualmente almeno il 15-30% della rete
Contenere, entro il 2016, la percentuale di tubazioni in esercizio da oltre 50 anni a non più del 10%
Raggiungere, entro il 2016, a livello di sistema acquedottistico, una capacità di compenso e riserva dei serbatoi pari almeno al 50% dei volumi medi giornalieri distribuiti
145 L/AE/d al 2008 e 130 L/AE/d al 2016 ù
Campagne di sensibilizzazione e informazione risparmio idrico
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Servizio Tutela e Risanamento Risorsa Acqua
Campagna di Comunicazione
pag. 43Bologna - Sana, 12 settembre 2003
Servizio Tutela e Risanamento Risorsa Acqua
Interventi civile -Consumi all’utenza
325
345
365
385
405
425
445
2000 2008 2016
consenza
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Misure industria Obbligo della misurazione di tutti i prelievi dalle falde o dalle
acque superficiali
Applicazione di canoni annuali commisurati ai livelli di consumo e, possibilmente, all'efficienza dell'uso dell'acqua nei processi produttivi
Incentivazioni, di tipo economico, amministrativo, o anche di "immagine" (campagne di promozione delle aziende "virtuose"), all'adozione di politiche ambientali e, in particolare, all'implementazione di sistemi di gestione ambientale, quali certificazioni ISO14000, EMAS, di prodotto
acquedotti industriali o potenziare quelli esistenti, valutando in particolare la possibilità di approvvigionamento con acque superficiali (uso plurimo)
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Fabbisogni industria - misure di intervento
200
210
220
230
240250
260
270
280
290
300
2000 2008 2016
senzacon
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Misure agricoltura Drastica riduzione dell'utilizzo della tecnica irrigua dello scorrimento
superficiale - infiltrazione laterale sulle provincie emiliane
Miglioramento dell'efficienza delle reti di adduzione e distribuzione;
Predisposizione di volumi idonei all'accumulo della risorsa nelle zone fluviali golenali a monte delle derivazioni o sul tragitto dei canali di adduzione, usufruendo, in questo secondo caso, preferibilmente, di volumi di cava preesistenti o in corso di formazione.
Realizzazione di ulteriori pompaggi, verso la fascia pedecollinare, della risorsa di provenienza dal Po. Si tratta di una azione già ampiamente prevista a Bologna e nella Romagna, usufruendo di acque del CER, ma indicata anche dai Consorzi Bacini Piacentini di Levante e Parmigiana Moglia.
Riuso agronomico delle acque reflue (17 impianti per circa 7Mm3/anno
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Poli estrattivi in aree golenali
Realizzazione di bacini di accumulo di acqua destinata all'irrigazione. … esempio della Val Trebbia
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Prelievi agricoltura -misure di intervento
1250
13001350
1400
1450
2000 2008 2016
senzacon
52 60
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Conclusioni Il livello di incertezza, la non completa comprensione dei fenomeni
richiede la massima flessibilità della pianificazione e della gestione della risorsa idrica, la capacità di definire scenari di intervento che possano adattarsi a diverse tipologie di variazione
Abbiamo assoluta necessità del Piano!
Quadro di conoscenze condiviso deve contribuire alla definizione di un quadro di regole (ex ante)che consentano l’applicazione di approcci flessibili, ma che allo stesso tempo consentano una valutazione integrata delle azioni e dei loro effetti sugli ecosistemi e sui sistemi produttivi, contribuendo alla mitigazione dei conflitti per l’uso della risorsae minimizzando gli impatti sull’ambiente e sui settori produttivi
Piano come strumento dinamico e perciò con necessità di continuo monitoraggio e valutazione degli effetti e delle ricadute delle politiche di gestione e intervento
l’adattamento dello stile di gestione del ciclo idrico e degli scenari evolutivi in funzione delle variazioni
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Conclusioni maggior probabilità d'eventi estremi, e per quanto riguarda il Piano
di Tutela, gli aspetti legati alle siccità.
Questo rischio va affrontato come si affrontano tutti gli eventi come i terremoti, le inondazioni ecc. e cioè considerandoli eventi con un certo tempo di ritorno e affrontandoli con la pianificazione di lungo periodo
Necessità di studi e ricerche (ruolo delle Regioni?) sul clima e soprattutto un programma nazionale di ricerca e di gestione dei cambiamenti
sulle quantità delle riserve d’acqua sotterranea e sui loro modelli di deflusso e ricarica che possano consentire e verificare gli effetti di una gestione dinamica finalizzata al loro utilizzo come sistema polmone, per affrontare i periodi siccitosi quali quelli che hanno caratterizzato l’estate di quest’anno