Pace e Tempesta

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Raccolta differenziata, anche a Genzano partirà la sperimentazione P artiamo dal consiglio comunale del febbraio scorso nel quale si parlò del prossimo avvio della differenziata porta a porta. Oggi sembra che i tempi siano finalmente maturi come stiamo vedendo per esempio ad Ariccia, dove è partita una sperimentazione. A Genzano invececosaaccadràdaquiabreve? Rispetto a ciò che abbiamo detto a febbraio scorso, devo obiettivamente constatare che le lungaggini della pubblica amministrazione, dovute principalmente ad un eccesso di soggetti istituzionali che sono intervenuti sulla materia, hanno creato seppur involontariamente una serie di problemi che hannooltremodoallungatoitempi. Cipuòspiegaremegliocomeèandata? Nel merito della discussione, ognuno con la propria competenza, sono subentrati il Comune, la Provincia, la Regione, il Parco dei Castelli Romani e il Ministero dei beni culturali e ambientali. Per questo ritengo assolutamente necessario armonizzare ruoli e competenze nella pubblica amministrazione. Tutto questo per dire che a febbraio ero molto fiducioso che si potesse partire in un tempo abbastanza ristretto dato che il progetto era pronto ma non è stato così. Comunque stamane (9 novembre n.d.r.) incontreremo i rappresentanti dell'AMA che hanno collaborato alla stesura del progetto e con loro andremo in Regione per sottoscrivere quanto elaborato. C’è stata differenza tra l'iter che ha seguito il comune di Ariccia dove la raccolta porta a portastapartendoeGenzano? In base alle mie conoscenze so che ad Ariccia è partita una piccola sperimentazione mentre a Genzano il discorso riguarderà secondo gli accordi con AMA e Provincia un territorio più vastochevaancoradefinito. Rispetto all'incontro che avrà con AMA che tipo di tempi prevede per avviare almeno una primasperimentazione? Occorre fare una premessa: i cittadini, come avranno potuto constatare da un anno a questa parte, è stata lanciata con cadenza quindicinale la raccolta dei rifiuti ingombranti. Un’iniziativa che sta avendo grande successo e che svolgiamo direttamente nel paese visto che l’isola ecologica di Montegiove qualche tempo fa è stata chiusa perché ritenuta dal magistrato non conforme ai rifiuti su citati. Quindi per risolvere il problema abbiamo individuato una nuova area presso la zona artigianale. Quindi una zona a confine tra Genzano e Lanuvio? Sì, in quella zona di confine sorgerà la nuova e moderna isola ecologica. Purtroppo anche in questo caso i tempi sono ancora da stimare poiché il terreno non ricade tutto sotto il comunediGenzano. Quantosaràgrandel’isolaecologica? L'area dovrebbe avere un’estensione di circa 1.500-2.000 metri quadrati, spazio che per l’appunto prevederà le opportune infrastrutture necessarie alla raccolta dei rifiuti oltre alla logisticanecessariaailavoratorilìoccupati. Può dare dei tempi ai cittadini circa la realizzazione? Il progetto di riqualificazione dell’area interessata dovrebbe essere pronto a giorni, dopodiché, entro il mese di novembre dovremmo firmare la convenzione con la Provincia. Ad inizio anno invece dovrebbe partire tutta la fase di informazione della cittadinanza circa la sperimentazione della differenziata. Potrei dire un 12-15 mesi tra realizzazioneediterburocratico. Sperimentazione che riguarderà il centro storicootuttaGenzano? Il progetto riguarderà tutta Genzano anche se le varie fasi operative verranno successivamente definite da un tavolo tecnico alla presenza di rappresentati dell’AMA, della Provincia e del Comune. In una fase avanzata del progetto invece i cittadini avranno un ruolo fondamentale nella effettiva modulazione di quanto stabilito su carta e per questo cercheremo di sensibilizzare le associazioni, come tutti coloro che sono impegnati sul territorio per una migliore riuscita generale. Ad esempio, non crediamo che sorgeranno grosse difficoltà nella raccolta porta a porta presso le abitazioni private o nei condomini abbastanza grandi, mentre se pensiamo al centro storico dovremo trovare le più adeguate soluzioni tecniche anche tenendo conto delle esperienze degli altri comuni. Certamente avremo un momento di difficoltà che sono sicuro potrà essere gestito con la collaborazione dei genzanesi. Qual è in questo momento il rapporto tra il nostrocomuneedAMA? Abbiamo un contratto con AMA che scadrà nel 2010, successivamente come previsto per legge riapriremo un bando pubblico per la gestionedeirifiuti. Il progetto elaborato dal nostro comune per la raccolta differenziata quanti soldi riceverà dalla Provincia e a cosa serviranno questi fondi? Il budget previsto è circa 650 mila euro e verrà soprattutto utilizzato per l’acquisto di tutti i materialinecessari(cassonettiecc.ecc) Ricapitolando quindi 650 mila euro per la sperimentazione di un anno della raccolta differenziata e quanto per la realizzazione dell’isola ecologica presso la zona artigianale? Sì, e il costo sarà 200 mila euro e una parte di esso dovrebbe essere a carico del nostro comune. Quindi al comune conviene sviluppare una propria isola ecologica piuttosto che conferire i rifiuti in discarica dato che costa molto di più. Parlando quindi di discariche e mi riferisco in particolar modo a Roncigliano, l'amministrazione ha recentemente firmato una sospensiva circa la realizzazione dell'inceneritore di Albano. Perché ora l’amministrazione si è detta contraria mentre in quel famoso consiglio comunale la maggioranza di centro-sinistra che sostiene la giunta non si espresse all'unanimità contraria all'inceneritore di Albano? Dal mio punto di vista avendo partecipato alle varie riunioni sul tema e alla famosa conferenza dei sindaci del dicembre 2007, che diede avvio a tutto il discorso dell'impianto di Albano, posso dire che troppo spesso si tende a non fare delle scelte politiche, ma a rincorrere un consenso che può a sua volta divenire dissenso se qualcuno rumoreggia. Mi faccio quindi una domanda: se alcune scelte effettuate possono cambiare il giorno dopo, due sono le cose. La scelta non è stata fatta in modo ponderato, quindi senza una preventiva analisi tecnica, oppure non c'è stata una reale convinzione fin dall’inizio nell’affrontare quel problema. Lei non è d’accordo con il fatto che non è stato votato un ordine del giorno contrario all'inceneritore di Albano, in un primo tempo, o non è d'accordo rispetto alla sospensivacheèstatafirmatarecentemente? La mia linea è quella che a quel tavolo dei sindaci nel dicembre 2007 non si poteva parlare di inceneritore o gassificatore senza affrontare il tema dei rifiuti in senso più ampio edettagliato. Però quella famosa lettera in cui Genzano si dichiarava a favore dell’inceneritore di Albanoèstatafirmata… Le dico perché. Noi ci sedemmo a quel tavolo per discutere del ciclo completo dei rifiuti non essendo a priori in disaccordo con la costruzione del gassificatore. La cosa assurda è che noi venimmo convocati a discutere di un impianto di incenerimento rifiuti quando ancora oggi la raccolta differenziata non è partita. Quindi, come comune di Genzano, non siamo assolutamente d'accordo a discutere solo del gassificatore senza delle effettive garanzie sulla differenziata. La lettera di cui lei parla metteva al primo posto proprio questo punto. Anche se inizialmente abbiamo assunto una posizione diversa da quelli degli altri comuni che si sono espressi contrari all’impianto, in realtà noi sosteniamo che la logica del "gassificatore sì o gassificatore no" non sia esaustiva per il problema. Anche per questa non abbiamo votato ordini del giorno miratisullaquestione. Lei ha detto "se parte la raccolta differenziata in una maniera equilibrata, non escludo che il ciclo dei rifiuti possa essere chiuso con il discorso del gassificatore". Le chiedo: oggi che la raccolta differenziata sta per essere avviata, l'Amministrazione firma una sospensiva dell'impianto e tutto questo sembra un controsenso. In realtà non è oggi che l'Amministrazione dovrebbe essere favorevole a chiudere il ciclo dei rifiuti con il gassificatore? Che cosa fa la politica? La politica dà un indirizzo. Se lei non considera il ragionamento dell'inceneritore o della raccolta differenziata a sé stanti può capire come entrambi arrivino allo stesso obiettivo, ovvero alla chiusura del ciclo dei rifiuti. Le faccio un ulteriore, piccolo esempio: noi abbiamo detto che siamo d'accordo per il ciclo completo e con i sindaci della zona ci impegneremo per attivare delle soluzioni tese alla diminuzione degli imballaggienonsoloallorosmaltimento. Quindi lei è d’accordo con il piano regionale dei rifiuti quando si parla di raccolta differenziata, meno se l’argomento è il gassificatorediAlbano? Certo, meno d'accordo, perché dico di partire concretamente con la differenziata inquadrando quest’ultima come il primo passo di una gestione più generale dei rifiuti. Facciamo una cosa per volta con serietà, senza inutili partenze a razzo come alcuni comunivediamostannofacendo. Un approccio meno propagandistico quello dell’amministrazionegenzanese? Noi faremo sicuramente la nostra parte essendo forti delle nostre idee, essendo convinti della nostra posizione anche se non può portarci ad un consenso immediato o se siamo prossimi ad una scadenza elettorale. Questa politica propagandistica lasciamola al centro-destra, nel nostro dna c'è la cultura, c'è l'approfondimento, c'è l'assunzione delle responsabilità anche contro il mondo. Per un territorio come il nostro a vocazione turistica ed eno- gastronomica con prodotti di pregio, non pensa che sarebbe devastante la costruzione di un inceneritore? Perché non proporre a fianco della differenziata le energierinnovabili? L'idea c'è, dobbiamo lavorare molto sulla cultura delle persone. C'è molta perplessità da parte dei cittadini, un senso di sfiducia generale, è un tema che poco si conosce. A mio avviso tutti questi dubbi nascono da un perdita della credibilità delle istituzioni che quest’ultime con trasparenza devono cercare direcuperare. Un’ultima domanda: cosa si aspetta dai cittadini rispetto al discorso della differenziata? Dai cittadini non mi aspetto niente di diverso da quella che è sempre stata la storia di Genzano, un popolo molto sensibile, all'avanguardia su tutte le innovazioni, quindi una grande partecipazione che sono convinto cisarà. Sembra che a breve partirà il cantiere dell'inceneritore di Albano. Cosa farà l'Amministrazione di Genzano, inviterà alla mobilitazione la popolazione come ha fatto perl’ospedale? L'avvio del cantiere porrà pubblicamente l'avvio di una discussione e l'assunzione di una nostra posizione che ora per la serietà dell'argomentononmisentodianticipare. Intervista a Di Serio: nel 2010 si inizierà con l'informazione ai cittadini e poi si passerà alla prima fase in alcune zone del Comune. Alessandro D'Angelillo L'isola del giorno dopo A lcune riflessioni sulla gestione dei rifiuti: l’assessore Di Serio dice al nostro intervistatore che “se Lei non considera il ragionamento dell’inceneritore o della raccolta differenziata a sé stanti può capire come entrambi arrivino allo stesso obiettivo, ovvero la chiusura del ciclo dei rifiuti”. In realtà, si può agevolmente capire che le due operazioni di raccogliere e differenziare i rifiuti e di bruciare “a’monnezza” stanno proprio agli antipodi. Ci spieghiamo in altri termini: che senso ha spendere ingenti somme per predisporre la raccolta differenziata e poi spendere ancora per inviare tutto questo materiale all’incenerimento? La differenziata ha senso se poi si costruisce un circuito virtuoso per allocare i diversi materiali (carta, vetro, plastica) alle aziende che si occupano del riciclo e che a volte pagano molto bene questi materiali. I comuni italiani più virtuosi che sono riusciti a realizzare davvero la raccolta differenziata porta a porta, hanno ridotto la massa di rifiuti indifferenziati da conferire a pagamento in discarica. In questo modo alcuni enti locali sono riusciti a risparmiare, abbassando così le imposte o liberando nuove risorse finanziarie per fornire ulteriori servizi ai loro cittadini. Il dubbio pertanto è il seguente: a inizio anno come ora, l’amministrazione comunale della nostra cittadina, quando affronta i temi della raccolta differenziata e dell’inceneritore, sa di che cosa parla? *** Q ualche giorno fa è morta a Roma una signora, malata terminale, in un corridoio del Policlinico perché, sembra, il Pronto Soccorso era strapieno. Una successiva dichiarazione del Sottosegretario alla Salute, on. Giro (quello che appare un giorno sì e l'altro pure in televisione per parlarci dell'influenza suina), ci fa sapere che non sarebbe successo se i pronto soccorso fossero di più e meglio attrezzati. Bene. E' ciò che chiedono tutti gli italiani e in particolare le "vittime" della riorganizzazione sanitaria della regione Lazio, compresi i genzanesi e questo giornale. *** A proposito di inceneritore e sanità, visti gli enormi interessi che girano intorno a questi capitoli di spesa pubblica e visti i recenti sviluppi "dell'affaire Marrazzo", siamo sicuri che le scelte del Presidente della Regione (o Governatore) non siano state prese in uno stato di coercizione? A Marrazzo diamo la solidarietà umana, ma ci assicuri che tutto ciò che è uscito da quelle stanze sia farina del suo sacco, anche le cose che non condividiamo. Saremmo più tranquilli. *** C apita a noi poveri cittadini di ricevere solleciti di pagamento per bollette già pagate che minacciano sospensioni immediate di un bene primario come l'acqua. Un po' preoccupati e un po' incazzati ci si prepara a fare la fila davanti all'ufficio preposto con la ricevuta in mano. Per ottimizzare i tempi, nel frattempo, si rinnova la carta d'identità, ma non basta a far passare circa un'ora o poco più di attesa. Quando è il nostro momento entriamo e sottoponiamo alla gentile signora che ci è di fronte il problema. Al termine dell'esposizione ci sentiamo dire con gentilezza e un sottile velo di impotenza: "Mi dispiace non posso farle nulla, o chiama Grottaferrata o il numero verde o manda un fax al numero sul sollecito. Sa, non siamo collegati con il computer". Anno 2009, mese di ottobre. C'è bisogno di ulteriore commento? Lunedì 7 dicembre 2009 - Anno I - n° 3 Redazione: via Roma n° 50 - 00045 Genzano di Roma tel. 333 9467351 e-mail: [email protected] Il GAP di Genzano L ’esperienza del GAP, il Gruppo di Acquisto Popolare di Genzano, cresce e si irrobustisce. Terra Sociale ha inaugurato questa iniziativa a luglio in Via Toscana, nei pressi delle case popolari. Da allora possiamo affermare che i banchetti del GAP sono diventati un piccolo punto di riferimento per chi abita da quelle parti e non solo. Quest’estate avevamo iniziato con pochi prodotti: pasta, caffè e patate, mentre nell’ultimo appuntamento dell’inizio di novembre abbiamo potuto distribuire ai soci del gruppo anche diversi tipi di verdure (bieta, carote, carciofi), riso, uova, olio di oliva biologico, salumi, biscotti e ciambelle, ecc. Alcuni di questi prodotti ci sono stati forniti da produttori locali (nel caso di biscotti, salumi e uova si tratta addirittura di aziende genzanesi): una novità che costituisce un valore aggiunto, in quanto ci consente di dare una mano alla nostra economia locale, mentre d’altra parte si forniscono prodotti a prezzi davvero accessibili (vedi box qui accanto) e si evita l’inquinamento prodotto dal trasporto di merci su lunghi tragitti. Le persone che si rivolgono al GAP non provengono solo da Genzano: abbiamo ricevuto gradite visite da altre zone dei Castelli come Ariccia e Marino. Ora stiamo cercando di utilizzare il GAP non solo come occasione di risparmio, ma anche come veicolo di informazioni utili su temi collegati all’alimentazione, alla salute e all’economia. Bisogna prendere coscienza che i generi di prima necessità come il grano devono essere posti al riparo dalla speculazione finanziaria che impoverisce i produttori e i consumatori dei nostri paesi e affama le popolazioni del Terzo Mondo. Per questi motivi Terra Sociale e il GAP di Genzano sostengono la nascente campagna “Fuori il grano dalla Borsa” che intende fissare i prezzi di questi generi alimentari a partire dai bisogni popolari e non dalle fluttuazioni dei mercati finanziari. Chiediamo, inoltre, al nostro Comune di aprire uno spaccio popolare (come è già avvenuto in altre zone d’Italia) per calmierare i prezzi dei generi di prima necessità e promuovere un regolamento comunale per l’istituzione di un mercato per produzioni di qualità locali, agricole e artigianali e del mercato equo e solidale contro il carovita. Per queste stesse ragioni ci opponiamo duramente alla nuova legge voluta dal Governo Berlusconi che privatizza la distribuzione dell’acqua e che scaricherà i costi dei profitti delle aziende distributrici sui cittadini utenti. Il GAP quindi non si ferma, ma compie un altro salto di qualità: da strumento per il risparmio a strumento di mobilitazione democratica per la difesa di condizioni di vita dignitose per ognuno. Stefano Paterna

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Foglio di lotta

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Raccolta differenziata, anche a Genzano partirà

la sperimentazione

P artiamo dal consiglio comunale del febbraio scorso nel quale si parlò del prossimo avvio della

differenziata porta a porta. Oggi sembra che i tempi siano finalmente maturi come stiamo vedendo per esempio ad Ariccia, dove è partita una sperimentazione. A Genzano invece cosa accadrà da qui a breve?Rispetto a ciò che abbiamo detto a febbraio scorso, devo obiettivamente constatare che le lungaggini della pubblica amministrazione, dovute principalmente ad un eccesso di soggetti istituzionali che sono intervenuti sulla materia, hanno creato seppur involontariamente una serie di problemi che hanno oltremodo allungato i tempi.Ci può spiegare meglio come è andata?Nel merito della discussione, ognuno con la propria competenza, sono subentrati il Comune, la Provincia, la Regione, il Parco dei Castelli Romani e il Ministero dei beni culturali e ambientali. Per questo ritengo assolutamente necessario armonizzare ruoli e competenze nella pubblica amministrazione. Tutto questo per dire che a febbraio ero molto fiducioso che si potesse partire in un tempo abbastanza ristretto dato che il progetto era pronto ma non è stato così. Comunque stamane (9 novembre n.d.r.) incontreremo i rappresentanti dell'AMA che hanno collaborato alla stesura del progetto e con loro andremo in Regione per sottoscrivere quanto elaborato.C’è stata differenza tra l'iter che ha seguito il comune di Ariccia dove la raccolta porta a porta sta partendo e Genzano?In base alle mie conoscenze so che ad Ariccia è partita una piccola sperimentazione mentre a Genzano il discorso riguarderà secondo gli accordi con AMA e Provincia un territorio più vasto che va ancora definito.Rispetto all'incontro che avrà con AMA che tipo di tempi prevede per avviare almeno una prima sperimentazione?Occorre fare una premessa: i cittadini, come avranno potuto constatare da un anno a questa parte, è stata lanciata con cadenza quindicinale la raccolta dei rifiuti ingombranti. Un’iniziativa che sta avendo grande successo e che svolgiamo direttamente nel paese visto che l’isola ecologica di Montegiove qualche tempo fa è stata chiusa perché ritenuta dal magistrato non conforme ai rifiuti su citati. Quindi per risolvere il problema abbiamo individuato una nuova area presso la zona artigianale.Quindi una zona a confine tra Genzano e Lanuvio?Sì, in quella zona di confine sorgerà la nuova e moderna isola ecologica. Purtroppo anche in questo caso i tempi sono ancora da stimare poiché il terreno non ricade tutto sotto il comune di Genzano.Quanto sarà grande l’isola ecologica?L'area dovrebbe avere un’estensione di circa 1.500-2.000 metri quadrati, spazio che per l’appunto prevederà le opportune infrastrutture necessarie alla raccolta dei rifiuti oltre alla logistica necessaria ai lavoratori lì occupati.Può dare dei tempi ai cittadini circa la realizzazione?Il progetto di riqualificazione dell’area interessata dovrebbe essere pronto a giorni, dopodiché, entro il mese di novembre dovremmo firmare la convenzione con la Provincia. Ad inizio anno invece dovrebbe partire tutta la fase di informazione della cittadinanza circa la sperimentazione della differenziata. Potrei dire un 12-15 mesi tra realizzazione ed iter burocratico.Sperimentazione che riguarderà il centro storico o tutta Genzano?Il progetto riguarderà tutta Genzano anche se le varie fasi operative verranno successivamente definite da un tavolo tecnico alla presenza di rappresentati dell’AMA, della Provincia e del Comune. In una fase avanzata

del progetto invece i cittadini avranno un ruolo fondamentale nella effettiva modulazione di quanto stabilito su carta e per questo cercheremo di sensibilizzare le associazioni, come tutti coloro che sono impegnati sul territorio per una migliore riuscita generale. Ad esempio, non crediamo che sorgeranno grosse difficoltà nella raccolta porta a porta presso le abitazioni private o nei condomini abbastanza grandi, mentre se pensiamo al centro storico dovremo trovare le più adeguate soluzioni tecniche anche tenendo conto delle esperienze degli altri comuni. Certamente avremo un momento di difficoltà che sono sicuro potrà essere gestito con la collaborazione dei genzanesi.Qual è in questo momento il rapporto tra il nostro comune ed AMA?Abbiamo un contratto con AMA che scadrà nel 2010, successivamente come previsto per legge riapriremo un bando pubblico per la gestione dei rifiuti.Il progetto elaborato dal nostro comune per la raccolta differenziata quanti soldi riceverà dalla Provincia e a cosa serviranno questi fondi?Il budget previsto è circa 650 mila euro e verrà soprattutto utilizzato per l’acquisto di tutti i materiali necessari (cassonetti ecc.ecc)Ricapitolando quindi 650 mila euro per la sperimentazione di un anno della raccolta differenziata e quanto per la realizzazione dell’isola ecologica presso la zona artigianale?Sì, e il costo sarà 200 mila euro e una parte di esso dovrebbe essere a carico del nostro comune.Quindi al comune conviene sviluppare una propria isola ecologica piuttosto che conferire i rifiuti in discarica dato che costa molto di più. Parlando quindi di discariche e mi riferisco in particolar modo a Roncigliano, l'amministrazione ha recentemente firmato una sospensiva circa la realizzazione dell'inceneritore di Albano. Perché ora l’amministrazione si è detta contraria mentre in quel famoso consiglio comunale la maggioranza di centro-sinistra che sostiene la giunta non si espresse all'unanimità contraria all'inceneritore di Albano?Dal mio punto di vista avendo partecipato alle varie riunioni sul tema e alla famosa conferenza dei sindaci del dicembre 2007, che diede avvio a tutto il discorso dell'impianto di Albano, posso dire che troppo spesso si tende a non fare delle scelte politiche, ma a rincorrere un consenso che può a sua volta divenire dissenso se qualcuno rumoreggia. Mi faccio quindi una domanda: se alcune scelte effettuate possono cambiare il giorno dopo, due sono le cose. La scelta non è stata fatta in modo ponderato, quindi senza una preventiva analisi tecnica, oppure non c'è stata una reale convinzione fin dall’inizio nell’affrontare quel problema.Lei non è d’accordo con il fatto che non è stato votato un ordine del giorno contrario all'inceneritore di Albano, in un primo tempo, o non è d'accordo rispetto alla sospensiva che è stata firmata recentemente?La mia linea è quella che a quel tavolo dei sindaci nel dicembre 2007 non si poteva parlare di inceneritore o gassificatore senza affrontare il tema dei rifiuti in senso più ampio e dettagliato.Però quella famosa lettera in cui Genzano si dichiarava a favore dell’inceneritore di Albano è stata firmata…Le dico perché. Noi ci sedemmo a quel tavolo per discutere del ciclo completo dei rifiuti non essendo a priori in disaccordo con la costruzione del gassificatore. La cosa assurda è che noi venimmo convocati a discutere di un impianto di incenerimento rifiuti quando ancora oggi la raccolta differenziata non è partita. Quindi, come comune di Genzano, non siamo assolutamente d'accordo a discutere solo del gassificatore senza delle effettive garanzie sulla differenziata. La lettera

di cui lei parla metteva al primo posto proprio questo punto. Anche se inizialmente abbiamo assunto una posizione diversa da quelli degli altri comuni che si sono espressi contrari all’impianto, in realtà noi sosteniamo che la logica del "gassificatore sì o gassificatore no" non sia esaustiva per il problema. Anche per questa non abbiamo votato ordini del giorno mirati sulla questione.Lei ha detto "se parte la raccolta differenziata in una maniera equilibrata, non escludo che il ciclo dei rifiuti possa essere chiuso con il discorso del gassificatore". Le chiedo: oggi che la raccolta differenziata sta per essere avviata, l'Amministrazione firma una sospensiva dell'impianto e tutto questo sembra un controsenso. In realtà non è oggi che l'Amministrazione dovrebbe essere favorevole a chiudere il ciclo dei rifiuti con il gassificatore?Che cosa fa la politica? La politica dà un indirizzo. Se lei non considera il ragionamento dell'inceneritore o della raccolta differenziata a sé stanti può capire come entrambi arrivino allo stesso obiettivo, ovvero alla chiusura del ciclo dei rifiuti. Le faccio un ulteriore, piccolo esempio: noi abbiamo detto che siamo d'accordo per il ciclo completo e con i sindaci della zona ci impegneremo per attivare delle soluzioni tese alla diminuzione degli imballaggi e non solo al loro smaltimento.Quindi lei è d’accordo con il piano regionale dei rifiuti quando si parla di raccolta differenziata, meno se l’argomento è il gassificatore di Albano?Certo, meno d'accordo, perché dico di partire concretamente con la differenziata inquadrando quest’ultima come il primo passo di una gestione più generale dei rifiuti. Facciamo una cosa per volta con serietà, senza inutili partenze a razzo come alcuni comuni vediamo stanno facendo.Un approccio meno propagandistico quello dell’amministrazione genzanese?Noi faremo sicuramente la nostra parte essendo forti delle nostre idee, essendo convinti della nostra posizione anche se non può portarci ad un consenso immediato o se siamo prossimi ad una scadenza elettorale. Questa politica propagandistica lasciamola al centro-destra, nel nostro dna c'è la cultura, c'è l'approfondimento, c'è l'assunzione delle responsabilità anche contro il mondo.Per un territorio come il nostro a vocazione turistica ed eno-gastronomica con prodotti di pregio, non pensa che sarebbe devastante la costruzione di un inceneritore? Perché non proporre a fianco della differenziata le energie rinnovabili?L'idea c'è, dobbiamo lavorare molto sulla cultura delle persone. C'è molta perplessità da parte dei cittadini, un senso di sfiducia generale, è un tema che poco si conosce. A mio avviso tutti questi dubbi nascono da un perdita della credibilità delle istituzioni che quest’ultime con trasparenza devono cercare di recuperare.Un’ultima domanda: cosa si aspetta dai cittadini rispetto al discorso della differenziata?Dai cittadini non mi aspetto niente di diverso da quella che è sempre stata la storia di Genzano, un popolo molto sensibile, all'avanguardia su tutte le innovazioni, quindi una grande partecipazione che sono convinto ci sarà.Sembra che a breve partirà il cantiere dell'inceneritore di Albano. Cosa farà l'Amministrazione di Genzano, inviterà alla mobilitazione la popolazione come ha fatto per l’ospedale?L'avvio del cantiere porrà pubblicamente l'avvio di una discussione e l'assunzione di una nostra posizione che ora per la serietà dell'argomento non mi sento di anticipare.

Intervista a Di Serio: nel 2010 si inizierà con l'informazione ai cittadini e poi si passerà alla prima fase in alcune zone del Comune.

Alessandro D'Angelillo

L'isola del giorno dopo

A lcune riflessioni sulla gestione dei rifiuti: l’assessore Di Serio dice al nostro intervistatore che “se Lei non considera il

ragionamento dell’inceneritore o della raccolta differenziata a sé stanti può capire come entrambi arrivino allo stesso obiettivo, ovvero la chiusura del ciclo dei rifiuti”.In realtà, si può agevolmente capire che le due operazioni di raccogliere e differenziare i rifiuti e di bruciare “a’monnezza” stanno proprio agli antipodi. Ci spieghiamo in altri termini: che senso ha spendere ingenti somme per predisporre la raccolta differenziata e poi spendere ancora per inviare tutto questo materiale all’incenerimento? La differenziata ha senso se poi si costruisce un circuito virtuoso per allocare i diversi materiali (carta, vetro, plastica) alle aziende che si occupano del riciclo e che a volte pagano molto bene questi materiali. I comuni italiani più virtuosi che sono riusciti a realizzare davvero la raccolta differenziata porta a porta, hanno ridotto la massa di rifiuti indifferenziati da conferire a pagamento in discarica. In questo modo alcuni enti locali sono riusciti a risparmiare, abbassando così le imposte o liberando nuove risorse finanziarie per fornire ulteriori servizi ai loro cittadini.Il dubbio pertanto è il seguente: a inizio anno come ora, l’amministrazione comunale della nostra cittadina, quando affronta i temi della raccolta differenziata e dell’inceneritore, sa di che cosa parla?

***

Qualche giorno fa è morta a Roma una signora, malata terminale, in un corridoio del Policlinico perché, sembra, il Pronto

Soccorso era strapieno. Una successiva dichiarazione del Sottosegretario alla Salute, on. Giro (quello che appare un giorno sì e l'altro pure in televisione per parlarci dell'influenza suina), ci fa sapere che non sarebbe successo se i pronto soccorso fossero di più e meglio attrezzati. Bene. E' ciò che chiedono tutti gli italiani e in particolare le "vittime" della riorganizzazione sanitaria della regione Lazio, compresi i genzanesi e questo giornale.

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A proposito di inceneritore e sanità, visti gli enormi interessi che girano intorno a questi capitoli di spesa pubblica e visti i

recenti sviluppi "dell'affaire Marrazzo", siamo sicuri che le scelte del Presidente della Regione (o Governatore) non siano state prese in uno stato di coercizione? A Marrazzo diamo la solidarietà umana, ma ci assicuri che tutto ciò che è uscito da quelle stanze sia farina del suo sacco, anche le cose che non condividiamo. Saremmo più tranquilli.

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C apita a noi poveri cittadini di ricevere solleciti di pagamento per bollette già pagate che minacciano sospensioni

immediate di un bene primario come l'acqua. Un po' preoccupati e un po' incazzati ci si prepara a fare la fila davanti all'ufficio preposto con la ricevuta in mano. Per ottimizzare i tempi, nel frattempo, si rinnova la carta d'identità, ma non basta a far passare circa un'ora o poco più di attesa. Quando è il nostro momento entriamo e sottoponiamo alla gentile signora che ci è di fronte il problema. Al termine dell'esposizione ci sentiamo dire con gentilezza e un sottile velo di impotenza: "Mi dispiace non posso farle nulla, o chiama Grottaferrata o il numero verde o manda un fax al numero sul sollecito. Sa, non siamo collegati con il computer". Anno 2009, mese di ottobre. C'è bisogno di ulteriore commento?

Lunedì 7 dicembre 2009 - Anno I - n° 3Redazione: via Roma n° 50 - 00045 Genzano di Romatel. 333 9467351 e-mail: [email protected]

Il GAP di Genzano

L ’esperienza del GAP, il Gruppo di Acquisto Popolare di

Genzano, cresce e si irrobustisce. Terra Sociale ha inaugurato questa iniziativa a luglio in Via Toscana, nei pressi delle case popolari. Da allora possiamo affermare che i banchetti del GAP sono diventati un piccolo punto di riferimento per chi abita da quelle parti e non solo. Quest’estate avevamo iniziato con pochi prodotti: pasta, caffè e patate, mentre nell’ultimo appuntamento dell’inizio di novembre abbiamo potuto distribuire ai soci del gruppo anche diversi tipi di verdure (bieta, carote, carciofi), riso, uova, olio di oliva biologico, salumi, biscotti e ciambelle, ecc. Alcuni di questi prodotti ci sono stati forniti da produttori locali (nel caso di biscotti, salumi e uova si tratta addirittura di aziende genzanesi): una novità che costituisce un valore aggiunto, in quanto ci consente di dare una mano alla nostra economia locale, mentre d’altra parte si forniscono prodotti a prezzi davvero accessibili (vedi box qui accanto) e si evita l’inquinamento prodotto dal trasporto di merci su lunghi tragitti. Le persone che si rivolgono al GAP non provengono solo da Genzano: abbiamo ricevuto gradite visite da altre zone dei Castelli come Ariccia e Marino. Ora stiamo cercando di utilizzare il GAP non solo come occasione di risparmio, ma anche come veicolo di informazioni utili su temi collegati all’alimentazione, alla salute e all’economia. Bisogna prendere coscienza che i generi di prima necessità come il grano devono essere posti al riparo dalla speculazione finanziaria che impoverisce i produttori e i consumatori dei nostri paesi e affama le popolazioni del Terzo Mondo. Per questi motivi Terra Sociale e il GAP di

Genzano sostengono la nascente campagna “Fuori il grano dalla Borsa” che intende fissare i prezzi di questi generi alimentari a partire dai bisogni popolari e non dalle fluttuazioni dei mercati finanziari. Chiediamo, inoltre, al nostro Comune di aprire uno spaccio popolare (come è già avvenuto in altre zone d’Italia) per calmierare i prezzi dei generi di prima necessità e promuovere un regolamento comunale per l’istituzione di un mercato per produzioni di qualità locali, agricole e artigianali e del mercato equo e solidale contro il carovita.Per queste stesse ragioni ci opponiamo duramente alla nuova legge voluta dal Governo Berlusconi che privatizza la distribuzione dell’acqua e che scaricherà i costi dei profitti delle aziende distributrici sui cittadini utenti. Il GAP quindi non si ferma, ma compie un altro salto di qualità: da strumento per il risparmio a strumento di mobilitazione democratica per la difesa di condizioni di vita dignitose per ognuno.

Stefano Paterna

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Quando ho avviato OpenOffice per iniziare a scrivere questo articolo ho notato subito il logo di Sun sulla

splash screen iniziale. Non che fosse una sorpresa. So benissimo che OpenOffice nasce da una costola di un programma (StarOffice) della statunitense Sun. Ma l'occasione di un pezzo sull'open source e sul free software mi ha riportato l'attenzione su qualcosa che avevo inconsciamente accantonato.Dunque la più importante alternativa a Microsoft Office è gratuita ma non libera, aperta ma il copyright è detenuto da una multinazionale informatica. OpenOffice è un esempio, forse il più riuscito e meglio conosciuto, di come il software open source (lo scrivo in inglese perché in italiano si dovrebbe tradurre con “codice sorgente aperto”, che è proprio brutto da sentire oltre che troppo lungo da scrivere) possa entrare nella strategie commerciali e di sviluppo di una grande azienda. Sun, d'altra parte, in questo è campione. Non molto tempo fa ha acquistato (per un miliardo di dollari: un bel pacco di soldi, diciamocelo) MySql, un software open source per la gestione dei database sviluppato in Svezia. Ed è di Sun Java, che permette di far girare i programmi scritti con questo linguaggio su qualsiasi sistema operativo.L'open source non è dunque sinonimo di free (la parola inglese funziona meglio di quelle italiane, perché vuol dire nello stesso tempo libero e gratuito), né tantomeno di senza opyright.Anzi, la variegata comunità che orbita attorno al software open source e al software free è profondamente divisa al proprio interno persino sulla formulazione dei termini delle licenze che accompagnano questi software. Due nomi carismatici di questo mondo, lo sviluppatore di Linux, Linus Torvald, e il profeta del free sofware, nonché presidente della Free Software Foundation (FSF), Richard M. Stallman, si sono anche recentemente aspramente confrontanti sui contenuti delle nuove versioni delle licenze d'uso. Stallman invita non seguire Torvalds perché lo sviluppatore di linux “non vuole il sofware libero”. E aggiunge che la nuova versione 3 della licenza General Public License (è la licenza d'uso del software free sostenuta dalla FSF) nasce per

proteggere il software di libero dominio anche dai vari Torvalds.Comunque, open source e free software, per quanto ideologicamente lontani, restano due strumenti essenziali per arginare il software proprietario e le derive che ne scaturiscono.. Nella follia della brevettabilità universale che sembra essersi impadronita del mondo occidentale (non è una battuta: abbiamo messo vincoli anche sul Colosseo: se pubblicate una sua foto dovete pagare i diritti allo Stato italiano), voler mettere brevetti sul software è l'equivalente di pretendere di brevettare il pensiero di Sofocle piuttosto che di Erasmo da Rotterdam o di Marx. Se nel padre di tutti i diritti, quello romano, ci fosse stata una norma in tal senso probabilmente il pensiero occidentale come lo conosciamo oggi non ci sarebbe. Un paradosso? Non è detto.

C op15, così hanno chiamato il summit dell' Onu sul clima di questo Dicembre. Dicono sarà una nuova Kyoto. Speriamo di no, visti

i risultati di questi anni dove alla fine tutto si è fatto fuorché diminuire le emissioni di Co2. In un clima di crisi generale dove l'aria si fa più pesante e ai disastri finanziari e sociali si accumulano anche quelli ambientali, coloro che sono stati i maggiori responsabili di questo sistema impazzito e devastante vorrebbero farci credere di venirne a capo col cosiddetto “capitalismo verde”. Ormai il riscaldamento della terra ha raggiunto un limite, come sostengono la maggioranza degli scienziati. Per questo l'intento dichiarato dai Paesi partecipanti sarebbe quello di evitare l'aumento medio di 2 gradi delle temperature medie, altrimenti i disastri, soprattuto per i paesi del Sud del mondo, sarebbero incalcolabili. Dal 7 al 18 Dicembre i 188 paesi firmatari della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici dovranno quindi lavorare per raggiungere una intesa per ridurre in maniera significativa le emissioni di anidride carbonica (CO2) provocate dalla produzione d’energia, dalle attività industriali, dai mezzi di trasporto e dalla deforestazione. All'appuntamento di Copenaghen però non mancheranno le voci dei movimenti ambientali, di coloro che in questi anni in Europa hanno resistito a multinazionali, privatizzazioni, ecomostri, megaopere per riparare un sistema ormai in pezzi, come spiega una parte dell'appello che lancia l'agenda delle mobilitazioni. “Già un sistema in pezzi e una conferenza ONU sul clima che non risolverà la crisi climatica ”, prosegue l'appello del network internazionale Climate Justice Action. Le emissioni aumentano più rapide che mai, mentre il commercio delle emissioni di CO2 permette ai criminali del clima di

inquinare e ricavare profitti. Ad oggi, la conferenza ONU legittima nella sostanza un nuovo colonialismo che spartisce le poche risorse rimaste sul pianeta”.Cop15 è quindi il vano tentativo di far recuperare fiducia in un sistema entrato in contraddizione, dove al profitto non corrisponde un benessere generale bensì guerre, disuguaglianze e disastri ambientali.Per questo le mobilitazioni di Copenaghen serviranno per dimostrare che le soluzioni reali alla crisi climatica potranno essere costruite soltanto da coloro che hanno sempre difeso la Terra e da coloro che lottano quotidianamente per difendere il loro ambiente e le loro condizioni di vita.

Lo si può vedere col Coordinamento contro l'inceneritore di Albano. Un movimento popolare, basato sull'

autorganizzazione dove si elaborano proposte e campagne in modo orizzontale. Oggi questa esperienza dimostra di essere l'unica vera alternativa per arginare chi, nel nostro territorio, vuole continuare a fare soldi con le emissioni di Co2. Altrimenti come spiegare il ripensamento di tanti politici locali del Pd, dal parlamentare Rugghia all'Assessore Regionale Astorre, che oggi si sbracciano per sostenere le ragioni che in questo ultimo 17 Ottobre ha portato per le vie dei Castelli, da Albano a Genzano, oltre 2000 persone? Per questo se oggi in tanti Comuni dei Castelli romani si parla di raccolta differenziata, oppure vengono finanziati dalla Provincia isole ecologiche e progetti di raccolta porta a porta, può considerarsi una vittoria dei tanti cittadini che hanno partecipato alle iniziative del Coordinamento No Inc. "Continuons le combat!"

Emiliano Viti

Anche se non si raggiungeranno risultati tangibili, il vertice può dare indicazioni e accrescere la conoscenza del problema inquinamento

Cosa si decide a Copenaghen

I nnalzamento delle tariffe, diminuzione degli investimenti, aumento costante dei consumi: il

Governo italiano può dire ciò che vuole, ma queste sono le conseguenze riscontrate nelle province italiane e nei paesi in cui la gestione del servizio idrico è stata affidata in questi anni a soggetti privati. Affermare che mercato e privati siano sinonimi di efficienza e riduzioni dei costi appare come un’opinione del tutto opinabile, se non evidentemente risibile.Venerdì 20 novembre con il voto di fiducia alla Camera dei Deputati si è concluso l'esame del decreto 135/09, il cui Art. 15 sancisce la definitiva e totale privatizzazione dell'acqua potabile in Italia. “Il Governo – sottolinea il Forum italiano dei movimenti per l’acqua – impone per decreto che i cittadini e gli Enti Locali vengano espropriati di un diritto e di un bene comune com'è l'acqua per consegnarlo nelle mani dei privati e dei capitali finanziari. Ciò avviene sotto il falso pretesto di uniformare la gestione dei servizi pubblici locali alle richieste della Commissione Europa, mentre non esiste nessun obbligo e le modifiche introdotte per sopprimere la gestione ‘in house’ contrastano con i principi della giurisprudenza europea”.Migliaia di persone hanno già manifestato il 12 novembre a Roma in piazza Montecitorio e in altre piazze del paese la loro contrarietà a questo provvedimento (malgrado il silenzio assordante di tutti i Tg di fronte a ogni manifestazione di dissenso), altrettante hanno inviato una pioggia di mail ai parlamentari per chiedere di non convertire in legge il decreto 135/09. Intanto la campagna nazionale “Salva l’Acqua” registra un continuo incremento delle adesioni: sono già state consegnate al Presidente della Camera 45mila firme per richiedere il ritiro delle norme che privatizzano l’acqua. In questi giorni è cresciuta nella società la consapevolezza che consegnare l'acqua al mercato significa mettere a rischio la democrazia. Nonostante questa mobilitazione della società civile e degli Enti locali, il Governo ha imposto il voto di fiducia e non accoglie le richieste e le preoccupazioni espresse anche molti sindaci di amministrazioni governate da maggioranze di differenti colori politici. Molte le nuove iniziative territoriali e nazionali annunciate dal “Popolo dell’acqua”: la posta in gioco è alta e lo scontro non è tra pubblico e privato, ma tra controllo delle risorse dal basso e delega totale dei servizi, con conseguente, lucroso monopolio di alcuni.

Pace e TempestaLunedì 7 dicembre 2009 - Anno I n. 3

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Per la realizzazione di questo giornale sono stati usati programmi Open Source:

The Gimp 2.4, Scribus 1.3.3, Open Office.

Open source e free software

A bbiamo sentito dire spesso che una Società degna di questo nome è quella

che investe sulla formazione e sulla ricerca; è quella che garantisce a tutti il diritto all'istruzione, quella che migliora il sistema, assegna risorse e che, seppur nella fatica dei momenti difficili, riesce ad innalzare con continuità i propri standard qualitativi.“La scuola cambia”, ha affermato il ministro Gelmini durante il Consiglio dei ministri del 10 dicembre 2008. Eppure sembra proprio che il modello di scuola pubblica che il ministro ha in mente sia quello di una generazione passata, che forse poteva funzionare allora e che, sicuramente, non funziona nel presente e ancor meno funzionerà nel futuro.Al centro delle più aspre polemiche riguardanti la Riforma Gelmini ci sono, soprattutto, il ritorno al “maestro unico” e l'azzeramento delle compresenze nella Scuola Primaria, provvedimenti fortemente destabilizzanti per la nostra scuola che viene così impoverita degli scambi, dei confronti e della cooperazione tra i docenti. Meglio poi tralasciare le nostalgiche evoluzioni sulla divisa scolastica, il ritorno alla votazione in decimi, i “pagellini” interquadrimestrali sul comportamento degli alunni, che servono solo a distrarre l'attenzione dal cuore del problema.Il ritorno alle 24 ore settimanali del maestro unico mina alla base la flessibilità organizzativa che permetteva di far fronte ai numerosi problemi che si presentano in una classe, consentendo una maggiore cura delle esigenze degli alunni. La disponibilità di una pluralità di docenti meglio si cala in una realtà sociale la cui attuale complessità è elevata, difficile da decifrare ed affrontare consapevolmente, soprattutto per chi, come un bambino, ha

bisogno di essere portato per mano. Bisogna fornirgli strumenti che lo aiutino a capire, a sviluppare un acuto senso critico, oggi quantomai utile a riconoscere la scarsa consistenza dei modelli proposti. E ciò riesce meglio con quel maestro in più considerato un lusso, piuttosto che una risorsa al supporto di un maggiore arricchimento per la classe.La riduzione dell'orario settimanale impatta direttamente anche sul tessuto sociale. I bambini devono fare i conti con una famiglia spesso troppo impegnata, talvolta divisa, allargata o assente. Queste famiglie saranno costrette a riorganizzare i loro tempi per “sistemare” i figli sbattuti fuori da una scuola che non li vuole più accogliere.Si è detto troppo poco, e con troppa poca enfasi, che la scuola primaria italiana è al quinto posto nelle classifiche internazionali per i buoni risultati dei suoi alunni: e allora perché cambiarla? Perché impoverirla? Ma non si era detto che i bambini rappresentano il nostro futuro? La scuola non dovrebbe lavorare per migliorare il nostro paese?La perdita dei più elementari punti di riferimento ispira oggi un senso di smarrimento condiviso. Un prezioso antidoto potrebbe essere una Scuola che aspiri ad essere un luogo di cultura vero, quella culla insostituibile per la formazione morale, intellettuale, professionale delle nuove generazioni. E allora: perché non ripartiamo dalla scuola?

La gestione privatadell'acqua pubblica

Daniela Da Milano

Toni De Marchi

Lucrezia Malvone

Ripartiamo dalla scuolaInvestire nella scuola, non impoverirla, se vogliamo una

generazione futura in grado di affrontare la vita