La tempesta

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GIORGIONE E la “Tempesta”

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GIORGIONEE la “Tempesta”

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La vita • Giorgio da Castelfranco è detto Giorgione probabilmente per la sua alta statura fisica.

• Giorgione nasce nel 1477-1478 a Castelfranco Veneto.

• Primo artista del 500 di cui risulta avere scarse notizie.

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DEBUTTO Nessun documento permette di risalire con precisione alla prima giovinezza di Giorgione.

Si sa che giunse a Venezia dove venne istruito dal maestro Giovanni Bellini, da cui riprese il gusto per il colore e per i paesaggi.

Fino a quando, date le sue capacità, aprì una propria bottega, destinata a diventare uno dei principali punti di riferimento culturale della città.

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Giorgione stesso fu comunque definito sfuggente, inafferrabile e misterioso: a Gabriele D’Annunzio appariva “piuttosto come un mito che come un uomo”.

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OPERE• Amante dei gusti raffinato, Giorgione dipinge prevalentemente per una selezionata commissione patrizia.

• Egli preferisce soggetti mitologici piuttosto che personaggi religiosi, più comuni al tempo.

• Giorgione dipinge senza l’ausilio del disegno preparatorio: ciò significava unificare il personaggio con lo sfondo in cui era inserito.

• Si dedicò a temi come il paragone delle arti e il paesaggio.

• Incerte rimangono però l’attribuzione delle sue opere.

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LA MORTE• Giorgione morì a Venezia nell’autunno del 1510, durante un’epidemia di peste.

• Morì probabilmente nell’isola del Lazzaretto Nuovo, dove chi veniva contagiato era messo in quarantena.

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IL GIORGINISMOLe opere, definite “giorgionesche”, erano caratterizzate

dai colori, che ricreavano effetti atmosferici e tonali.

I temi che ebbero più successo furono il ritratto e il paesaggio.

I soggetti giorgioneschi sono spesso ispirati a un mondo di simboli e allegorie, che pur traendo spunto da una realtà riconoscibile, finisce per trasfigurarla, in quando immersa in un’atmosfera ove è il colore ad assumere il principale valore espressivo.

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“La Tempesta”•Dipinto a olio e tempera su tela• Dimensioni 82x73cm.• Realizzata da Giorgione, tra il 1502-1503.• Tutt’ora conservata nelle Gallerie dell’Accademia di Venezia.•Commissionata da Gabriele Vendramìn.

Celebre capolavoro, si tratta di un appassionato omaggio alla magia della natura.

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DESCRIZIONE E STILEAlcuni studiosi d’arte hanno definito l’opera come la prima

rappresentazione paesaggistica della storia dell’arte Occidentale.

Aspetto a lungo contestato, per i diversi personaggi che l’opera presenta.

Inevitabile è diventato però, per certi poeti e artisti, affermare che La Tempesta raffiguri un paesaggio in cui sono inserite della figure umane e non viceversa: aspetto estremamente rilevante.

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Alla destra, in primo piano, è rappresentata una donna seminuda, nell’atto di allattare un bambino che tiene tra le braccia.

Alla sinistra, in primo piano, vi è un uomo in piedi che guarda la scena appoggiandosi ad un’asta.

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Sullo sfondo si nota un paesaggio caratterizzato dalla presenza di rovine, edifici ancora intatti (di una città), avvolti da una fitta vegetazione.

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Protagonista principale del paesaggio è senza dubbio la vera e propria tempesta, rappresentata da Giorgione attraverso un cielo plumbeo, denso di nubi, e da un fulmine che balena da una di esse.

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DA UN PUNTO DI VISTA STILISTICO …

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IL MISTERO DELLA “TEMPESTA” …

• Edgard Wind sostenne che la figura maschile rappresenterebbe un soldato, simbolo di forza, mentre quella femminile la Carità.

• Maurizio Calvesi pensò ad un’unione tra cielo e terra, legato alle teorie neoplatoniche.

• Salvatore Settis sostenne che le figure si potessero interpretare come Adamo ed Eva (con il piccolo Caìno), dopo la cacciata dal Paradiso Terrestre.

• Un’ulteriore interpretazione afferma che la donna rappresenterebbe Venere, nelle vesti di una zingare, e l’uomo Marte, nelle vesti di un soldato.

Alcuni studiosi sono arrivati però ad ipotizzare che l’opera segni la nascita delle figure “senza soggetto”.

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“E TUTTA LA VITA E’ IN NOI FRESCA AULENTE”

Cit. Gabriele d’Annuzio, “La pioggia nel pineto”, 1902.

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DA UN PUNTO DI VISTA GRAFICO…Alla destra, in primo piano, è stata realizzata una mendicante, seduta e vestita di stracci, totalmente impegnata nell’atto della lettura di un libro, mentre tiene tra le braccia un bambino che dorme.

Alla sinistra invece vi è un uomo vestito in modo estremamente elegante, rappresentato in movimento mentre sorride.

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Sfondo caratterizzato dalla presenza di due paesaggi molto diversi tra di loro:• A destra si apre una città (Mantova) caratterizzata dalla presenza di ricchi edifici.• A sinistra si apre una situazione di estremo degrado, realizzato attraverso una marcata presenza di rovine, di numerosi edifici.

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A collegare le due scene…

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DA UN PUNTO DI VISTA SIMBOLICO…

DIVERSITA’

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RICCHEZZA IN EPOCA RINASCIMENTALE…

La ricchezza in epoca rinascimentale era considerata come una ricchezza a livello culturale

RICCHEZZA DEL SAPEREBasti pensare che il rinascimento ospitava…

Glileo Galilei Francesco Bacone Isaac Newton Keplero

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RICCHEZZA E POVERTA’ NEL XXI SECOLO…

ITALIA

FACCIA RICCA:Dove la gente pensa a divertirsi e a spendere soldi come più gli aggrada.

FACCIA POVERA:Dove la gente a stento riesce a vivere e dove aumenta la mortalità.

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“INNALZARE” LO SGUARDO…

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FINE…