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Un grande racconto corale dell’Italia che cambia. Nello stile, nel costume, nei volti e nelle voci. “Bambini nel tempo. L’I-talia, l’infanzia e la Tv” – il film documentario di Maria Pia Ammirati, Roberto Faenza e Filippo Macelloni, con la regia

di Roberto Faenza e Filippo Macelloni, prodotto da Rai Teche e Rai Cinema, selezionato fuori concorso al 33° Torino Film Festival – mette a confronto i bambini di ieri e di oggi alle prese con le stesse domande, o con le stesse situazioni, paure, emozioni, scelte, in momenti diversi della storia del Paese. Un viaggio nel tempo e nello spazio, dal Nord al Sud, scandito da temi trasversali e universali. Cambia il linguaggio, cambiano le parole e l’atteggiamento di fronte all’obiettivo. Cambia il modo in cui la TV racconta l’infanzia e “usa” i più piccoli. Cambiano anche i vestiti, il paesaggio, la qualità delle immagini – spesso sono più belle, più curate, più “cinematografiche” quelle in bianco e nero, girate in pellicola fino agli anni 70 – ma è come se fosse un unico discorso, in cui bambini di epoche diverse si passano la parola.

E così si passa dai bambini lavoratori delle campagne del Lazio o del Veneto degli anni 50 – ma ancora nel 1974 bambini pastori sulle mon-tagne della Valtellina o ambulanti in periferia di Roma – alle vacanze in colonia degli anni 60, dalle scuole sperimentali degli anni 70 agli spazi per giocare che si modificano nelle città in trasformazione, dalla sicurezza e rigidità della vita in una famiglia tradizionale in Lombardia nel 1965 a quella imprevedibile in una famiglia allargata a Napoli nel 1983. E ancora, la povertà mostrata senza pudore in un paese dell’Ap-pennino emiliano nel 1959 e quella nascosta della periferia di Torino a metà degli anni 90, l’impatto epocale della tecnologia digitale, le aspi-

Testimonianze preziose, momenti catturati e conservati negli archivi delle Teche Rai, tasselli di un grande mosaico che si compone strada facendo, raccontando i mutamenti dell’Italia, dagli anni 50 a oggi, da un punto di vista sorprendente, preciso e leggero: quello dei bambini.

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razioni e i sogni che riflettono la società che si evolve e che, a volte, nei bambini rimangono gli stessi di sempre.

Il film documentario, realizzato con solo materiale storico e di reperto-rio dell’Archivio Teche della Rai, è digitalizzato e restaurato a cura del polo tecnologico di Teche Torino, e avrà anche una versione interattiva che consentirà, attraverso web, tablet e smart TV, un coinvolgimento de-gli spettatori e li guiderà nell’approfondimento dei materiali utilizzati, come la visione in versione integrale di alcuni filmati, articoli di giornali e riviste, interviste e molto altro. Andrà, inoltre, in onda su Rai1 a di-cembre a cura di Speciale Tg1.

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IL GIOCO, dai trenini ai giochi online, “La mia bambola preferita è quella, si chiama Carmela, ma non ci posso giocare perché la mamma dice che si rovina” (1961) / “Mi hanno tolto il tablet per-ché non riuscivo a smettere di giocare” (2014).

LA SCUOLA, dalle bacchettate sulle mani al bullismo.

I SOLDI “I miei mi danno cinquanta lire alla settimana e io li metto da parte per il luna park” (1962).

I SOGNI / IL FUTURO “Mio padre fa il salumiere ma io farò il capi-tano di lungo corso” (1959) / “Voglio fare il manager come quello della Ferrari perché si fanno un sacco di soldi” (2013).

LA FAMIGLIA, dai padri padroni ai genitori dello stesso sesso.

L’AMORE “Mi chiamo Omero e ho 11 anni. Faccio il fornaio, lavo-ro tutti i giorni e guadagno tremila lire al mese. La domenica esco con lei, Wanda, la mia fidanzata. Andiamo a passeggio, pago io” (1961).

GLI ALTRI “Sono arrivato quest’anno a Torino dalla Sicilia e non capisco la lingua” (1970) / “Ci sono un sacco di bambini cinesi, quando parlano tra di loro non capisco nulla” (2011).

IL MONDO “La Russia aveva mandato i razzi sull’America perché gli americani stavano per lanciare la bomba atomica” (1960).

I BAMBINI FANNO SPETTACOLO, dallo Zecchino d’Oro ai talent della TV di oggi.

Calendario Proiezioni Torino Film FesTival

Cinema Lux 3, 26 novembre, ore 11.00Cinema Classico, 27 novembre, ore 16.00 proiezione stampaCinema Reposi 5, 28 novembre, ore 15.00 proiezione ufficialeCinema Lux 3, 28 novembre, ore 19.00

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Q U A N D O L E T E C H E

“Bambini nel tempo appartiene al progetto inaugurato lo scorso anno da Rai Teche di produrre film e documentari con il solo contenuto d’archivio. Uno scavo profondo che potesse dar vita a nuovi prodotti firmati da importanti

registi italiani. Dopo Pasolini, il corpo e la voce, selezionato alla Festa del cinema di Roma, è la volta di Bambini nel tempo firmato da Roberto Faenza e Filippo Macelloni, anche questo secondo lavoro premiato con la selezione al Torino Film Festival, il segnale che l’Archivio Rai é uno straordinario strumento oltre che un immenso giacimento. I bambini che abbiamo voluto cercare nelle Teche sono l’Italia di questi ultimi 60 anni, l’Italia vista dal basso dal punto di vista dei piccoli, l’Italia di un mondo post guerra apparentemente perduta. Vedere quei bambini e seguirli nel tempo è vedere e sentire il nostro Paese lungo un tempo che dall’infanzia ci conduce alla maturità” . Il filmdoc è anche un piccolo gioiello tecnologico perché il materiale, proveniente da circa 100 sup-porti tra pellicola e magnetico per un totale di più di 50 ore di visione, è stato tutto digitalizzato ed è in corso di restauro. È un prodotto che sarà multimediale e interattivo e andrà in onda su Rai1 a dicembre a cura di Speciale Tg1”.

Maria Pia Ammirati Direttore Rai Teche

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Nella miniera della memoria

“Il filmato che firmo con Ammirati e Macelloni è la prova del nove del tesoro nascosto nelle Teche della Rai. Siamo di fron-te alla miniera della memoria, un patrimonio di valore im-menso, ancora inesplorato, che può riservare sorprese senza

fine. Sono così numerosi i materiali lì sepolti in attesa di tornare a nuova vita, che si potrebbe raccontare un mondo intero. I bambini che abbiamo riportato in vita sono solo un esempio di quanto si potrebbe fare. L’infanzia è un tema sempre suggestivo e quell’infanzia di mezzo secolo fa lo è ancora di più perché tanto distante dalla nostra. Eravamo davvero così? Così ingenui e candidi? E i nostri genitori erano davvero così impreparati e incolti? Erano queste le famiglie che hanno costruito l’Italia della ricostruzione?”

Roberto Faenza

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Un film non solo nostro

“Passaparola. Una frase pronunciata da un bambino nel 1954 che arriva fino ai nostri giorni, di bocca in bocca. Sussurra-ta, amplificata, modificata, distorta, cambiata di significato, rafforzata da altri bambini che vivono in anni diversi, città

e regioni diverse del nostro paese. Gli archivi della RAI contengono un tesoro prezioso: la nostra storia. Entrarci dentro vuol dire immergersi in un mondo dove si incontrano i nostri nonni, i nostri genitori, noi e i nostri figli. Una sorta di dimensione parallela sospesa nel tempo, dove siamo tutti insieme bambini (incredibilmente nei meandri dell’archivio ci sono anch’io, piccolino, nell’angolo di una inquadratura, nella metà degli anni 70 a Firenze, in Piazza SS Annunziata, durante una gara di disegno in cui immaginavamo la città del futuro – del 2000!). Abbiamo cercato di raccontare una storia attraverso un percorso a volte continuo, a volte facendo dei salti nel tempo o dei cambi di velocità, cercando di seguire un filo sottile che passa da un frammento di archivio all’altro. Naturalmente la cosa più difficile è scegliere. Sono rimaste fuori altre perle, momenti e storie che varrebbe la pena mostrare per intero, così come sono conservate. E credo che sia un impegno e una intenzione da portare avanti da parte delle Teche Rai, per rendere questo patrimonio (o almeno parte di esso) disponibile a tutti. Il film non è solo nostro. È stato possibile farlo solo grazie a chi ha filmato, registrato, raccontato storie di bambini nella TV per tutti questi anni. Da Luigi Comencini a Ma-rio Lodi, da Bruno Munari a Luisa Mattia, da Maurizio Nichetti a Silvia Pizzetti. E a tutti gli operatori, registi, giornalisti, autori che hanno fatto e continuano a farlo per la TV pubblica. Abbiamo anche trovato dei complici preziosi nei bambini che si sono messi in gioco con disegni e parole e che hanno aggiunto al film un punto di vista contemporaneo”.

Filippo Macelloni