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IL BLOCCO OPERATORIOPROF.SSA ANNUNZIATA FRATTINI

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Università Telematica Pegaso Il Blocco Operatorio

Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente

vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore

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Indice

1 ORGANIZZAZIONE DEL BLOCCO OPERATORIO ---------------------------------------------------------------- 3

1.1. ZONA SPORCA/CONTAMINATA----------------------------------------------------------------------------------------------- 3 1.2. ZONA PROTETTA/PULITA ----------------------------------------------------------------------------------------------------- 3 1.3. ZONA STERILE/A BASSA CARICA MICROBICA ------------------------------------------------------------------------------ 4 1.4. ZONA CRITICA ----------------------------------------------------------------------------------------------------------------- 4

2 ACCESSO AL BLOCCO OPERATORIO -------------------------------------------------------------------------------- 5

2.1. ACCESSO ALLA ZONA A BASSA CARICA MICROBICA --------------------------------------------------------------------- 6 2.2. ACCESSO E PERCORSI RELATIVI AL PERSONALE DEDICATO ------------------------------------------------------------- 7 2.3. ACCESSO E PERCORSI RELATIVI AI PAZIENTI ------------------------------------------------------------------------------ 8 2.4. PERCORSO DEI RIFIUTI -------------------------------------------------------------------------------------------------------10 2.5. PERCORSO DELLA BIANCHERIA ---------------------------------------------------------------------------------------------11

3 L’ORGANIZZAZIONE DI UN BLOCCO OPERATORIO NELLA RETE DEI SERVIZI SANITARI ---- 13

3.1. APPROPRIATEZZA DELLE SALE OPERATORIE ----------------------------------------------------------------------------17

4 LA GESTIONE DELLE SALE OPERATORIE NEL PERCORSO PERI-OPERATORIO E PERI-

ANESTESIOLOGICO -------------------------------------------------------------------------------------------------------------- 19

4.1. SAFE SURGERY SAVES LIVES ------------------------------------------------------------------------------------------------20

BIBLIOGRAFIA --------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- 25

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1 Organizzazione del blocco operatorio

Il blocco operatorio (BO) è composto da un insieme di locali articolati in zone

progressivamente meno contaminate, partendo dall’ingresso fino alle sale operatorie e va

organizzato osservando un criterio di asepsi progressiva. Esso è suddivisibile essenzialmente in tre

zone ad isolamento crescente:

la zona sporca/contaminata,

la zona protetta/pulita,

la zona sterile/a bassa carica microbica.

Un’importanza particolare assume poi la cosiddetta Zona Critica che equivale alla zona

inclusa nei 25-30 cm estesi attorno al campo operatorio.

1.1. Zona sporca/contaminata

È la parte del BO, che include le zone filtro, i corridoi adiacenti alle zone filtro, i locali

adibiti a deposito per lo sporco, la zona relax per il personale e i servizi igienici.

1.2. Zona protetta/pulita

È la parte del BO comprendente i corridoi puliti, la zona di preparazione degli operandi, la

zona risveglio, la zona di lavaggio delle mani, i depositi del materiale pulito per accedere alla quale

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l’operatore deve indossare un apposito abbigliamento per il BO (divisa standard, copricapo,

calzature lavabili, mascherina chirurgica).

1.3. Zona sterile/a bassa carica microbica

Comprende le Sale Operatorie ed i depositi del materiale sterile. Per accedere a questa zona

l’operatore deve indossare l’apposito abbigliamento cui si associano specifici elementi

d’abbigliamento aggiuntivi obbligatori (camici e guanti chirurgici sterili) ed ulteriori eventuali

dispositivi (dispositivi di protezione respiratoria, visiere, occhiali, ecc.), a seconda delle necessità.

In questa zona, la circolazione delle persone e dei materiali deve rispettare procedure prestabilite,

che hanno lo scopo di ridurre al massimo la contaminazione microbica ambientale.

1.4. Zona critica

È l’area che risulta composta dalla zona direttamente interessata dalla procedura chirurgica e

dalla zona immediatamente circostante. Equivale all’insieme della superficie anatomica interessata

e delle formazioni anatomiche sottostanti, che costituiscono l’oggetto dell’intervento chirurgico.

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2 Accesso al blocco operatorio

L’ingresso al reparto operatorio deve avvenire attraverso un unico accesso. Essendo il BO

una struttura ad accesso limitato e controllato, tutto il personale ed il materiale, che vi accedono a

vario titolo, devono essere regolarmente autorizzati ed assoggettati ad idonee procedure

organizzative e comportamentali.

L’accesso ordinario al BO è riservato al personale dedicato, direttamente coinvolto nelle

attività chirurgiche e di supporto assistenziale abitualmente svolte all’interno del BO. L’eventuale

accesso straordinario di persone non direttamente coinvolte nelle attività chirurgiche o in attività

assistenziali di supporto alle attività chirurgiche, può essere consentito, solo se richiesto

preventivamente e formalmente alla Direzione Sanitaria e da questa autorizzato, previo consenso

del team responsabile degli interventi, contemplati nella lista operatoria.

Il numero delle persone presenti all’interno della sala operatoria deve essere limitato allo

stretto indispensabile. Le porte della sala operatoria vanno tenute chiuse, allo scopo di contenere al

minimo il traffico di persone durante l’intervento. È vietato introdurre oggetti personali (quali

borse, riviste, ecc.) ed introdurre telefoni cellulari nelle sale operatorie.

Infatti, la contaminazione si incrementa con l’inizio dell’attività, continuando a crescere

esponenzialmente in funzione del tempo, ed è in stretto rapporto con il numero delle persone

presenti (staff operatorio, paziente, etc.). Pertanto occorre limitare quanto più possibile il numero

delle persone, che accedono alla sala operatoria, avendo cura di ridurre al massimo i movimenti

superflui, l’eccessiva emissione di goccioline con la voce parlata ed il numero di spostamenti da e

per la sala operatoria, ponendo pure attenzione all’impiego corretto della divisa e dei dispositivi in

uso all’interno della sala operatoria, e all’igiene personale, tutto ciò nella consapevolezza che i

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suddetti fattori concorrono tutti quanti ad aumentare sensibilmente la flora microbica veicolata dalla

persone presenti. Allo stesso modo è importante aver cura dell’igiene del paziente, alla sua

preparazione, al suo trasporto dal reparto verso la sala operatoria e viceversa. Molto spesso, tuttavia,

nel contesto del BO si tende a dare molta importanza a misure generiche di controllo ambientale a

discapito dei comportamenti degli operatori e degli accorgimenti funzionali volti ad assicurare

l’efficace separazione dello sporco e del pulito.

È altrettanto importante ricordare che andrebbe evitato di accedere in sala operatoria,

fintanto che la sanificazione non sia stata completata ed il pavimento della medesima non sia

asciutto. Oltre alla ventilazione controllata, è fondamentale l’adozione di procedure standardizzate e

controllate di pulizia e disinfezione ambientale e comportamentali in quanto prassi incongrue

vanificano le corrette procedure di pulizia e disinfezione adottate. Per finire, occorre pure ricordare,

che andrebbero effettuati sistematicamente adeguati interventi di sanificazione del comparto

operatorio, anche in assenza di macro-contaminazione.

2.1. Accesso alla zona a bassa carica microbica

Il controllo dell’accesso alla zona a bassa carica microbica deve basarsi sui seguenti criteri:

chiunque entri in sala operatoria deve mantenere un’adeguata igiene personale intesa sia

come pulizia del proprio corpo sia come autodisciplina di movimenti, gestualità, parole e

comportamenti;

porre particolare cura al cavo orale (curare patologie come piorree, carie dentali, etc.);

portare unghie corte, pulite e non utilizzare unghie artificiali. Chiunque entri in sala operatoria dopo

aver rimosso gli indumenti civili o la normale divisa aziendale presso la zona filtro, deve indossare

ogni giorno una divisa pulita di area critica e calzature utilizzate solo nel BO, non di legno ma di

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poliuretano in quanto buoni conduttori di elettricità, lavate ogni giorno alla fine dell’attività.

Chiunque entri in sala operatoria non deve: indossare monili vari e orecchini, se facente parte

dell’equipe operatoria; portare una capigliatura lunga, sciolta e libera dal copricapo; presentare

soluzioni di continuo o lesioni aperte, essudative e secernenti, della cute di mani e avambracci;

utilizzare telefoni cellulari (interferenza con le apparecchiature elettromedicali). Chiunque entri in

sala operatoria deve indossare per tutto il tempo un copricapo monouso in tessuto non tessuto

impermeabile e di foggia tale da contenere tutta la capigliatura. Deve indossare per tutto il tempo

una maschera chirurgica monouso ad alta efficienza che copra naso e bocca e sostituita dopo ogni

intervento e almeno ogni 5 ore, sempre quando inumidita, danneggiata e/o contaminata. Se l’attività

chirurgica può provocare schizzi di sangue e/o altri liquidi biologici, l’équipe operatoria, deve

indossare, in aggiunta come dispositivo di protezione individuale (dpi), anche visiera e occhiali

protettivi o schermi facciali, per proteggere le mucose di occhi, naso e bocca durante le procedure di

assistenza. Va eseguito il lavaggio antisettico (comprendente mani ed unghie, avambracci e gomiti)

prima di iniziare l’attività all’interno della so e il lavaggio chirurgico (comprendente mani ed

unghie, avambracci e gomiti) prima di partecipare al campo sterile. In quest’ultimo caso bisogna

indossare camici e guanti sterili con idonea tecnica.

2.2. Accesso e percorsi relativi al personale dedicato

Il personale dedicato al BO entra dalla porta di ingresso dalla quale si accede al corridoio

centrale, che costituisce una prima zona filtro. transita quindi attraverso il corridoio centrale,

dirigendosi verso i locali adibiti a zona spogliatoio (antibagno e servizi igienici) che costituiscono

una seconda zona filtro. Accede all’antibagno (locale antistante i servizi igienici) dove provvede a

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cambiare gli abiti civili con l’apposita divisa di lavoro specifica per la sala operatoria e a rimuovere

gli eventuali accessori di abbigliamento. Effettua un primo lavaggio delle mani (lavaggio

semplice). Ritorna in corridoio, dove provvede ad indossare il copricapo e la mascherina, che si

trovano collocati in un apposito elemento di arredo fornito di scaffali; quindi procede al cambio

delle calzature. Quindi transita nella zona pulita (vestibolo su cui si immettono le due sale

operatorie, la sub-sterilizzazione, il locale di preparazione del paziente e la zona riservata al

lavaggio delle mani). Prima di accedere alla zona sterile (sala operatoria), sia i chirurghi che gli

operatori addetti alla strumentazione devono effettuare il lavaggio chirurgico delle mani (lavaggio

chirurgico); viceversa il personale di sala e l’anestesista, prima di accedere alla sala operatoria e

prima che abbia inizio l’intervento, devono effettuare il lavaggio antisettico delle mani (lavaggio

antisettico). Una volta entrati nella sala operatoria, sia il chirurgo che lo strumentista devono

effettuare la vestizione del camice e dei guanti sterili, osservando con scrupolo il rispetto delle

tecniche asettiche. Le porte di ciascuna sala operatoria devono rimanere chiuse, dall’inizio

dell’intervento operatorio fino al suo completamento, allo scopo di garantire la massima

funzionalità del sistema di ventilazione e condizionamento a contaminazione controllata (vccc).

Esse devono essere tenute sempre chiuse, anche quando non viene svolta alcuna attività chirurgica

al loro interno. Le comunicazioni tra il BO e l’esterno dovrebbero avvenire preferibilmente per via

telefonica.

2.3. Accesso e percorsi relativi ai pazienti

I pazienti da operare possono accedere al BO, solo dopo esser stati opportunamente

preparati per l’interventi. La preparazione pre-operatoria del paziente deve avvenire nel reparto di

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appartenenza. Per i pazienti, che devono subire interventi su estese superfici corporee, si deve

procedere con la preparazione in reparto, attraverso:

tricotomia: deve essere effettuata solo se davvero indispensabile, e cioè se i peli presenti

nell’area dell’incisione chirurgica possono interferire con l’intervento. Allorché necessaria,

la tricotomia dovrebbe essere eseguita solo nelle aree interessate, immediatamente prima

dell’intervento, utilizzando rasoi elettrici con testine monouso.

doccia pre-operatoria o bagno al letto: il giorno prima dell’intervento, i pazienti devono

eseguire un’accurata doccia con acqua e sapone antisettico e, se impossibilitati a fare la

doccia, devono essere preparati attraverso un bagno al letto;

vestizione: camice, copricapo per operandi (è consigliabile però, che il copricapo venga

fornito/sostituito nel contesto del BO)

La preparazione fisica del paziente prevede, inoltre, di controllare che il paziente non indossi

protesi mobili, smalto alle unghie, trucco sul viso, lenti a contatto, monili vari. Prima dell’inizio

dell’intervento, la cute dei pazienti chirurgici deve essere preparata con un agente antisettico

appropriato: l’agente antimicrobico dovrebbe essere scelto, in funzione della sua capacità di

diminuire rapidamente la conta microbica cutanea e di mantenere tale effetto per l’intera durata

dell’intervento. Gli antibiotici utilizzati per la profilassi delle infezioni devono essere somministrati

entro i 30-60 minuti precedenti l’incisione, con il dosaggio appropriato e in base ad uno spettro

d’azione efficace nei confronti dei probabili agenti contaminanti.

Gli operandi devono essere accompagnati da operatori dedicati, addetti alla movimentazione

dei pazienti (oss di reparto) e trasportati, su di una barella in dotazione dal reparto. All’interno del

BO il paziente viene trasferito su un’apposita barella interna dedicata. Il passaggio del paziente

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dalla barella in dotazione del reparto di provenienza, a quella della sala operatoria deve avvenire in

una zona appositamente riservata e situata all’ingresso del BO definita pre sala. Ivi il paziente viene

accolto dall’anestesista e dal personale dedicato ne viene identificata l’identità ed il sito chirurgico

e garantiti uno o più accessi venosi. Nella pre-sala è presente un monitor per il controllo non

invasivo dei parametri vitali, una torretta con prese elettriche e attacchi vari, mobilio con i presidi

atti all’anestesia generale, locale o periferica. Ha una zona dedicata al lavaggio del team chirurgico,

e una zona che contiene alcuni presidi monouso necessari per gli interventi.

Una volta pronto per l’intervento, l’operando viene trasportato dalla zona preparazione alla

sala operatoria, con trasferimento dalla barella dedicata al tavolo operatorio ad opera del personale

interno al BO. Alla fine dell’intervento, il paziente viene condotto, sulla barella dedicata, nella

zona risveglio, ai fini dell’osservazione. La recovery room è adiacente alla sala operatoria ed è

un’unità di cure post-anestesiologiche. I pazienti intubati o estubati raggiungono questa zona subito

dopo l’intervento chirurgico. Qui vengono monitorati i parametri vitali grazie a delle postazioni

attrezzate che permettono di vigilare sul paziente ancora non pienamente autonomo

emodinamicamente. Quando le condizioni del paziente risultano stabili il paziente viene ritrasferito

al reparto di appartenenza.

2.4. Percorso dei rifiuti

L’attività di sala operatoria, al pari di ogni altra attività, comporta la produzione di rifiuti

destinati ad essere allontanati nel più breve tempo possibile, per le comprensibili implicazioni

igienico-sanitarie. In realtà, i rifiuti prodotti in sala operatoria possono essere suddivisi in differenti

tipologie, alcune delle quali riscontrabili nei comuni ambienti di vita (abitazioni civili, ecc.). C’è da

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dire però, che la maggioranza dei rifiuti prodotti è di tipo speciale, in correlazione col particolare

tipo di attività assistenziale, che si svolge nel reparto operatorio.

I rifiuti prodotti in sala operatoria vengono confezionati dal personale ausiliario all’interno

della stessa sala operatoria, alla fine di ogni intervento e dopo l’uscita del paziente: i rifiuti speciali

in contenitori rigidi e quelli urbani in sacchetti di colore nero. Vengono, quindi stoccati in appositi

carrelli in acciaio a chiusura ermetica e depositati nel locale temporaneo. Prima del trasferimento

dalla sala operatoria al locale di deposito temporaneo, il personale verifica, che non sia presente

alcuna contaminazione all’esterno dei contenitori. Il personale esterno preposto alla raccolta dei

rifiuti provvede al ritiro dei rifiuti. Dopo ogni ritiro, il carrello viene sanificato dal personale

ausiliario ed il Caposala verifica che la sanificazione sia stata effettuata. A cadenza settimanale, il

carrello ermetico viene sottoposto a sanificazione straordinaria. I rifiuti vengono trasportati

all’esterno del blocco, mediante altro carrello, presso il punto di raccolta dei rifiuti collocato

all’esterno del BO. Il percorso interno al blocco, effettuato per il trasporto dei rifiuti, deve essere

sanificato dopo ogni passaggio del carrello ermetico adibito alla raccolta rifiuti.

2.5. Percorso della biancheria

La biancheria sporca proveniente dalle Sale Operatorie viene confezionata dentro la sala dal

personale ausiliario, in sacchetti appositi, alla fine di ogni intervento e dopo l’uscita del paziente.

Detti sacchetti vengono successivamente stoccati in appositi carrelli in acciaio a chiusura ermetica e

vengono depositati nel locale temporaneo dopo che il personale abbia verificato che non sia

presente alcuna traccia di contaminazione all’esterno. Il personale ausiliario avverte il personale

preposto, affinché provveda al ritiro degli stessi. Dopo ogni ritiro, il carrello viene sanificato dal

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personale ausiliario ed il Caposala competente verifica, che la sanificazione sia stata effettuata.

Settimanalmente, il carrello ermetico viene sottoposto a sanificazione straordinaria. La biancheria

viene trasportata, mediante un diverso carrello presso il locale esterno di raccolta della biancheria.

Il percorso interno effettuato, per il trasporto della biancheria, deve essere sanificato dopo ogni

passaggio del carrello ermetico, riservato alla raccolta della biancheria sporca. L’infermiere di sala

operatoria deve porre la massima attenzione nell’allontanamento della teleria, alla fine della seduta

operatoria, controllando che la teleria rimossa non contenga ferri chirurgici o aghi o taglienti

potenzialmente pericolosi per gli operatori delle lavanderie o dannosi per le macchine. I sacchi

vanno ben chiusi con gli appositi lacci e trasportati a mezzo del carrello ermetico o con appositi

cesti adibiti esclusivamente al conferimento della biancheria sporca nel luogo riservato a deposito

dello “sporco”. La teleria, giudicata infetta, non deve essere separata per tipologia, ma riposta e

sigillata direttamente in un sacco idrosolubile o in un sacco dotato di cuciture o membrane

idrosolubili, subito dopo essere stata allontanata dal tavolo operatorio. Questo primo tipo di

contenitore (caratterizzato dalla idrosolubilità) dovrà essere successivamente riposto in un sacco di

nylon o di poliestere colorato.

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3 L’organizzazione di un blocco operatorio nella rete dei servizi sanitari

Il DPR del 14 gennaio 1997 e le successive Linee Guida Ispsel del 2009 stabiliscono i

requisiti strutturali, tecnologici ed organizzativi minimi per l’esercizio delle attività sanitarie da

parte delle strutture pubbliche e private e i parametri ambientali e gli indici microclimatici che

devono essere presenti nelle sale operatorie e negli ambienti adiacenti a queste.

Il particolare viene definita la Day-Surgery come “possibilità clinica, organizzativa ed

amministrativa di effettuare interventi chirurgici o anche procedure diagnostiche e/o terapeutiche

invasive e semi-invasive in regime di ricovero limitato alle sole ore del giorno, in anestesia locale,

loco-regionale, generale”. Inoltre, fissano i requisiti minimi strutturali, impiantistici, tecnologici ed

organizzativi che i reparti operatori delle strutture pubbliche e private autorizzate devono rispettare

(Tabella 1.1) e le caratteristiche dell’impianto di ventilazione e condizionamento a contaminazione

controllata (VCCC). IL VCCC deve avere le seguenti funzioni:

Assicurare e mantenere le corrette condizioni termo-igrometriche in relazione alle

attività previste;

Garantire una concentrazione di agenti biologici, e più in generale di particolato

aerotrasportato, al di sotto dei limiti previsti;

Permettere un’aerazione degli ambienti in grado di mantenere al di sotto dei limiti le

concentrazioni di gas anestetici;

Assicurare i dovuti gradienti di pressione tra i differenti locali nel BO.

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In particolare i parametri impostati devono essere monitorati e collegati ad un impianto

d’allarme in grado di segnalare il superamento di tali limiti. Inoltre bisogna monitorare, a scadenza

semestrale, i valori ambientali richiesti per le sale operatorie con il controllo dei parametri oggettivi

come temperatura e velocità dell’aria e umidità relativa e tener conto dei gradienti di pressione

relativa, previsti per i diversi locali, considerando i livelli di pulizia degli impianti (si parla di

gradienti di pressione perché il BO è in sovrappressione rispetto l’ambiente esterno). Le verifiche di

controllo dell’impianto di VCCC vanno effettuate ogni 6 mesi con attenzione specifica per

efficienza di filtraggio dell’aria, verifica di eventuali perdite dei sistemi filtranti terminali, perdita di

carico dei dispositivi filtranti, determinazione della carica microbica totale e dei microrganismi

opportunistici e/o patogeni , valore di portata d’aria di rinnovo immessa, valore del rapporto tra

volumi d’aria immessa e volumi d’aria in sala e valori delle pressioni ambientali.

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Il BO non deve permettere il passaggio diretto da un ambiente controllato dal punto di vista

igienico-ambientale ad uno non controllato; per questo motivo rivestono particolare importanza le

zone filtro per il personale, per i pazienti e per i materiali. Di seguito vengono riportati i valori

ambientali richiesti nelle camere operatorie e negli spazi limitrofi, per garantire le migliori

condizioni di benessere possibile per pazienti e personale (Tabella 1.2 e Tabella 1.3).

Tabella 1.2:Principali valori ambientali richiesti per le camere operatorie.

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Tabella 1.3: Prospetto dei parametri e degli indici microclimatici per i diversi locali del BO

3.1. Appropriatezza delle Sale Operatorie

Con appropriatezza si intende la misura dell’adeguatezza delle attività intraprese per trattare

uno specifico stato patologico, in base a criteri d’efficacia ed efficienza che coniugano l’aspetto

sanitario a quello economico. Si parla quindi di appropriatezza professionale ed appropriatezza

organizzativa. Con la prima si intende quella dell’intervento sanitario e si ha quando tale intervento:

È di efficacia approvata da variabili livelli d’evidenza;

Viene prescritto al paziente giusto, nel momento giusto e per la giusta durata;

Presenta effetti sfavorevoli accettabili rispetto ai benefici.

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Con appropriatezza organizzativa si intende invece l’erogazione di un intervento sanitario

con la giusta quantità di risorse.

Pertanto, se l’appropriatezza professionale è condizionata dalle evidenze disponibili

sull’efficacia/sicurezza degli interventi sanitari, l’appropriatezza organizzativa incontra il proprio

“collo di bottiglia” nelle risorse economiche disponibili. Anche negli interventi chirurgici e nella

tipologia del regime di ricovero la sanità italiana si sta via via spostando su livelli d’appropriatezza

migliori, in quanto si cerca sempre più d’offrire il giusto servizio sanitario, alla persona giusta, al

momento giusto, con utilizzo di risorse adeguato.

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4 La gestione delle sale operatorie nel percorso peri-operatorio e peri-anestesiologico

La sala operatoria è il cuore del BO. Qui viene indotta l’anestesia e viene effettuato

l’intervento chirurgico. Essa deve essere spaziosa per far si che il personale chirurgico “sterile” non

si contamini con l’equipe “non sterile”. Il disegno architettonico deve essere semplice e ordinato in

modo da evitare l’accumulo di polvere nelle aree difficili da pulire. I muri, i pavimenti e le superfici

sono lisce e fatte di materiale non poroso e ignifughe. All’interno del BO l’aria immessa

dall’impianto di climatizzazione viene trattata e purificata fino ad una percentuale del 99,97%, ciò

per impedire la proliferazione di agenti patogeni che potrebbero causare infezioni al paziente. Altra

funzione che svolge l’impianto è quello di mantenere salubre l’ambiente dall’inquinamento

prodotto dai gas anestetici utilizzati durante gli interventi. Ciò avviene per diluizione, immettendo

numerosi volumi di aria (almeno 15) all’interno delle sale operatorie. Il livello di umidità è del 40-

60% e la temperatura deve mantenersi su 20-24°C.

La sala operatoria è equipaggiata da:

Apparecchiatura per l’anestesia (Ventilatore) e monitor

Carrello con farmaci d’emergenza e liquidi

Lettino operatorio antidecubito e radiotrasparente con i vari supporti per le diverse posizioni

che l’operando deve assumere (cosciali, gambali di Allen, reggi braccia, archetto)

Cinghie di protezione per immobilizzare il paziente

Tavolo madre dove viene collocato sterilmente lo strumentario chirurgico

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Servitore, piccolo tavolino di supposto che si posiziona sul campo operatorio per preparare i

strumenti usati con maggiore frequenza

Elettrobisturi (Valleylab, Erbe)

Sistema di aspirazione

Prese al muro con i vari erogatori di O2 (Ossigeno: ogiva bianca) , N2O (Azoto: ogiva blu),

ARIA (ogiva nera), ARIA STRUMENTALE (ogiva bianca e nera), CO2 (Anidride

Carbonica: ogiva grigia), VUOTO (ogiva gialla), recupero gas anestetici (ogiva viola) e

prese elettriche

Lampade scialitiche

Contenitori per la teleria usata

Pali per fleboclisi

Rot rigidi (rifiuti ospedalieri trattati) e contenitori per taglienti

Pedanine e scalette

Orologio con timer

4.1. Safe surgery saves lives

Tutte le procedure chirurgiche anche quelle più semplici hanno una complessità intrinseca.

Ciò dipende da fattori ambientali, strutturali, tecnologici, organizzativi legati al personale e alle

condizioni del paziente.

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In sala operatoria si attuano molteplici procedure che rappresentano potenzialmente delle

criticità e che possono avere come conseguenze dei danni più o meno gravi per il paziente. Sulla

base delle raccomandazioni “Guidelines for Surgery” l’OMS ha costruito una checklist per la

sicurezza in sala operatoria contenente 19 item, quale strumento guida per l’esecuzione dei

controlli, a supporto delle équipe operatorie, con la finalità di favorire in modo sistematico

l’aderenza all’implementazione degli standard di sicurezza raccomandati per prevenire la mortalità

e le complicanze post-operatorie. Tale strumento sostiene sia i cambiamenti di sistema, sia i

cambiamenti dei comportamenti individuali rafforzando gli standard per la sicurezza ed i processi di

comunicazione, contrastandone i possibili fattori di fallimento. Il Ministero ha adattato la checklist

alla propria realtà nazionale ed ha aggiunto ai 19 item dell’OMS un ulteriore item riguardante il

controllo del piano per la profilassi del tromboembolismo venoso.

La checklist include 3 fasi (Sign In, Time Out, Sign Out), 20 item con i controlli da

effettuare nel corso dell’intervento chirurgico e le relative caselle da contrassegnare dopo

l’avvenuto controllo.

Il Sign In si svolge prima dell’induzione dell’anestesia, richiede la presenza di tutti i

componenti dell’équipe e comprende 7 items.

Il Time Out è un breve momento di “pausa chirurgica” che si svolge dopo l’induzione

dell’anestesia e prima dell’incisione cutanea, richiede il coinvolgimento di tutti i

componenti dell’équipe e comprende 7 items.

L’obiettivo del Sign Out è quello di facilitare l’appropriato trasferimento delle

informazioni all’équipe ed al personale responsabile per l’assistenza del paziente dopo

l’intervento. Il Sign out dovrebbe essere completato prima che il paziente abbandoni la

sala operatoria, può anche coincidere con la chiusura della ferita chirurgica, dovrebbe

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essere completato prima che il chirurgo abbia lasciato la sala operatoria e comprende 6

items.

Tabella 4: checklist per la sicurezza in sala operatoria

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Sign In

Quando: prima dell’induzione

dell’anestesia

Chi: è richiesto il

coinvolgimento di tutti i

componenti dell’ équipe

1) il paziente ha confermato identità, sede di intervento,

procedura e consensi

2) conferma marcatura del sito di intervento

3) conferma dei controlli per la sicurezza dell’anestesia

4) conferma posizionamento del pulsossimetro e verifica del

corretto funzionamento

5) identificazione rischi allergie

6) identificazione rischi difficoltà di gestione delle vie aeree

o rischio di aspirazione

7) identificazione rischio di perdita ematica

Time Out

Quando: dopo l’induzione

dell’anestesia e prima

dell’incisione chirurgica per

confermare che i diversi

controlli siano stati eseguiti

Chi: è richiesto il

coinvolgimento di tutti i

componenti dell’équipe

1) si sono presentati tutti i componenti dell’équipe con il

proprio nome e funzione

2) il chirurgo, l’anestesista e l’infermiere hanno confermato

identità del paziente - sede d’intervento - procedura -

corretto posizionamento

3) criticità chirurgo

4) criticità anestesista

5) criticità infermiere

6) conferma profilassi antibiotica eseguita negli ultimi 60

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minuti

7) visualizzazione immagini diagnostiche

Sign Out

Quando: si svolge durante o

immediatamente dopo la

chiusura della ferita chirurgica e

prima che il paziente abbandoni

la sala operatoria

Chi: è richiesto il

coinvolgimento di

tutti i componenti dell’équipe

1) conferma nome della procedura effettuata e sua

registrazione

2) conferma conteggio finale di garze, bisturi, aghi e altro

strumentario chirurgico

3) conferma etichettatura del campione chirurgico

4) conferma problemi relativamente all’uso di dispositivi

medici

5) chirurgo, anestesista e infermiere revisionano gli aspetti

importanti e gli elementi critici per la gestione

dell’assistenza post operatoria

6) conferma del piano per la profilassi del tromboembolismo

venoso

Tabella 5: I 20 item della checklist per la sicurezza in sala operatoria

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Bibliografia

Catananti C., Cambieri A., Igiene e Tecnica Ospedaliera, Il Pensiero Scientifico Editore,

1990.

Melino C., Rubino S., Allocca A., Messineo A., L’Ospedale, SEU, Roma, 1994.

C.CLIN-Ouest, Circulations au bloc opératoire et précautions d’hygiene, janvier 1999.

D.P.R. 14 gennaio 1997, Approvazione dell’atto di indirizzo e coordinamento alle regioni e

alle province autonome di Trento e di Bolzano, in materia di requisiti strutturali, tecnologici

ed organizzativi minimi per l’esercizio delle attività sanitarie da parte delle strutture

pubbliche e private, (in Gazzetta Ufficiale 20 febbraio 1997, n. 42, S.O.).

CDC/HICPAC, Guideline for Prevention of Surgical Site Infection, 1999.

WHO, Prevention of hospital-acquired infections: A practical guide, 2nd edition, 2002.

Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali, Manuale per la Sicurezza in sala

operatoria: Raccomandazioni e Checklist, Ottobre 2009.