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3gennaio-febbraio 2012

gennaio-febbraio 2012 n. 282

Un anno difficile, da affrontare con impegno e fiducia di poter costruire un futuro migliore

per le nuove generazioni

Il pianeta non ferma la sua corsa nello spazio mentre si inasprisce lo scontro tra continenti:

America contro Europa, Brasile India e Cina contro tutti

Sommario

I componenti degli organi direttividi Federmanagercon gli eletti APDAI-Torino.

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Made in Italy: un convegno in difesa dellanostra industria.

29

COPERTINA4 2012. Sarà un buon anno? Anche il pianeta

è minacciato dalle contese intercontinentali

EDITORIALE5 Una rivista rinnovata carica di buone

intenzioni Renato Cuselli ■ Siamo allavigilia di un cambio di rotta Carlo Barzan

6-7 FIAT. FIAT INDUSTRIAL. Un contratto di lavoro storico

SINDACALE8-13 Sentenza Tyssenkrupp Maurizio Bertolotto

e Roberto Granatelli ■ Svilupposostenibile: uguaglianza e libertà Renato Cuselli ■ La mia Weltanschauungin pillole Angelo Luvison

ECONOMIA16-18 La “Manovra” una rivoluzione finanziaria ancora in corso ■ Esiti delle

votazioni al Congresso Nazionale di Bologna: riconfermato il presidenteGiorgio Ambrogioni e come Revisore dei conti Anita Cima di FM Torino.Al Consiglio Nazionale a Milano eletti i colleghi FM Torino: Marco Bertolina, Monica Bastiani, Luigi Pignatelli, Antonio Sartorio

FEDERMANAGER TORINO19 Borse di studio Federmanager Torino premiati i neo laureati

ing. Elizabeth Paradiso e il dott. Francesco Lovera

STORIA20-22 L’attualità federalista di Luigi Einaudi nel cinquantenario della morte

Emilio Cornagliotti

FEDERMANAGER MINERVA23 Convegno su “Una vita in salute” Pier Giorgio Prato ■ Aziende che

investono sulle donne Filippo Novario

CIDA24-25 La manovra secondo la CIDA: mozione del Consiglio Nazionale Cida

■ Piano socio-sanitario della Regione Piemonte ■ Analisi del bilanciopluriennale 2012-2014 Edoardo Benedicenti

SANITÀ26-28 Ospedale Mauriziano. Chirurgia ortopedica d’avanguardia

(prof. F. Castoldi) E.S. ■ Edentulia e screening precoce Luigi SolazzoFrancesco Damiani

MADE IN ITALY29-32 Made in Italy. Convegno in difesa della nostra industria manifatturiera

Pier Giorgio Prato

LETTERE33 Lettere al giornale (Graziano Grua)

VARIA E DIRCLUB34 I virus crescono Filippo Novario ■ Dirclub: programma manifestazioni

1° semestre 2012

6Siglato il contratto il 23 dicembre 2011per i dirigenti di FIATe FIAT INDUSTRIAL,dal 1° gennaio 2012

Questo numero è disponibile sul sito: www.ildirigente.it

Questo numero è stato chiuso in tipografia il 29 febbraio 2012.

In copertina. Il pianeta Terra oggetto di incontrollata cupidigia.

La sentenzaTyssenkrupp:

la messa in evidenzadelle responsabilità.

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4 gennaio-febbraio 2012

Copertina

2012, sarà un buon anno?

Un anno nuovo è una speranza, è un’occasione per tutti. Dobbiamo ad un filo-sofo, Emanuele Severino, che sulle pagine del Corriere della Sera (sabato 31dicembre 2011) racconta come sempre, millenni e millenni prima di Cristo,

l’uomo primigenio e forse anche un primate evoluto, gli toccò d’inventare una fine,per poter immaginare un principio: l’inizio di una nuova vita capace di rinnovarsi,spazzando via il passato, logoro, con qualche gramo ricordo, così si inventa il ritodel nuovo inizio.

Severino indica in 12 giorni il periodo che precede la rifondazione. Nuove chiesee vecchie religioni, nuove credenze, storie tramandate, guidati dal sole o dalle tenebreogni evento raduna il popolo davanti al fuoco purificatore, il braciere delle cose diven-tate inutili perché la vita incalza, i nemici sono alle porte, bisogna dare un segno,così cavalcando i secoli semivuoti come ogni secolo, siamo arrivati allo schioccodello champagne: oggi è il brindisi, un battito d’ali di troppo e già siamo altri, abbiamooltrepassato la siepe o il vallo o la montagna; c’è una nuova vita che ci aspetta. Cosìsenza fantasia, con un po’ di coraggio, immaginiamo il mondo che si appresta confede a ricominciare di nuovo.

L’avventura è esaltante anche se i pericoli sono tanti, le insidie sempre nuove, maquesto è il destino: chiamati a mostrare che siamo degni di essere nati. ❑

La nota editoriale si chiude con l’auspicio che le scelte future – quali che sianogli emittenti – siano ispirate dalla volontà di ristabilire un equilibrio mondiale,oggi fortemente insidiato da valori diversi nel confronto perenne fra i popoli emer-

genti (BRIC).Troppi sono gli elementi che si sono riversati sul pianeta, oggi più che mai globa-

lizzato in specie nella sventura: la stessa rivoluzione tecnologica a seguito dell’inva-denza degli strumenti elettronici; l’aumento della popolazione, l’insurrezioni a catenadel continente africano tutto ciò si chiude in un crogiolo in cui la fusione non puòavvenire se non con la scomparsa dei molti ingredienti che vanno sotto il nome diciviltà.

Manchiamo di una fede comune cui appellarsi e calibrare le forze di cui ancoradisponiamo. Quand’anche ci fosse, il dio delle diverse fedi sembra che assista impie-toso all’accanimento delle parti le quali per sopravvivere sovrastano i sentimenti dialtruismo, di pietà e di dolore comuni a tutti i mortali. ❑

Come speriamo non vi sia sfuggito, negli ultimi mesi la nostra testata ha rallentato le sueuscite e anche questo numero esce con un certo ritardo. Per quanto riguarda specificata-mente questo numero, Vi sono stati anche motivi contingenti – abbiamo preferito attenderelo scioglimento del nodo quota associativa 2012 e la conclusione del contratto con ilgruppo FIAT – tuttavia la motivazione di fondo sta nel fatto che è arrivato a conclusione ilpercorso che Federmanager Torino aveva iniziato nell’assumere la responsabilità editorialedella testata a partire dal 2011.Questo è infatti l’ultimo numero che esce con l’attuale veste editoriale, adottata alla finedegli anni ’80 e continuamente aggiornata in una linea di continuità; il prossimo numero,per il quale speriamo non dobbiate attendere troppo a lungo, uscirà invece in una vestegrafica del tutto nuova, così come l’editore, nella persona del Presidente Renato Cuselli,meglio vi precisa nella pagina a fianco.Abbiamo dovuto per il momento lasciare in “magazzino” molti contributi interessanti rice-vuti, e in particolare, le cronache della assemblee di Alessandria e di Vercelli con novitàper loro molto importanti; ci dispiace e ce ne scusiamo con gli interessati, promettendoche nulla andrà perduto.

LA REDAZIONE

DIRIGENTE D’AZIENDAwww.ildirigente.it

Periodico di Federmanager TorinoAPDAI

in collaborazione con:Federmanager Aosta

CIDA e Federazioni aderenti alla Fe.Pi.

Fondato daAntonio Coletti

Direttore responsabileCarlo BarzanCondirettori

Andrea Rossi, Roberto GranatelliCoordinamento editoriale

Claudio Cavone, Antonio Sartorio

Comitato di redazioneArturo Bertolotti (Redattore Capo)

Ezechiele Saccone, Antonio Sartorio,Marcello Carucci, Pier Giorgio Prato,

Angelo Luvison, Roberto RossiSegretaria di redazione

Cristina CodazzaDirigente d’azienda viene inviato agli iscritti,in abbonamento compreso nella quota as -sociativa. Anche a: Parlamentari, SegreteriePartiti Politici, Autorità regionali e locali, UfficiStampa, Ministeri, Istituzioni varie, Finanzia -rie, Ca mere di Commercio, Università, Azien-de a PP.SS. e Private, Rappresentanti Enti eAs sociazioni, Stampa ordinaria e specializ-zata e TV locali, Organizzazioni Sin dacali deiLavoratori e degli Imprenditori, ConsiglieriFedermanager, Unioni Regionali CIDA, Pre-sidenti CIDA - FASI - Consed

Pubblicitàc/o Federmanager Torino APDAI

[email protected]. 011.562.55.88

Direzione, redazione e amministrazionec/o Federmanager Torino APDAI

Via S. Francesco da Paola, 20 - 10123 TorinoTel. 011.562.55.88 - Fax 011.562.57.03

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EDITOREFEDERMANAGER TORINO APDAIPresidente Renato Cuselli

Vice Presidente Donato AmorosoTesoriere Anita Marina Cima

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G. Canale & C. S.p.A. - Borgaro T.se (TO)Spediz. in abb. post. Pubbli ci tà 45% art. 2 c.

20/b Legge 662/96 filiale di TorinoIscrizione al ROC numero 21220

Associato all’USPI(Unione Stampa Periodica Italiana)

Autorizzazione del Tribunale di Torino n. 2894 del 24/1/2011

Lettere e articoli firmati impegnano tuttae solo la responsabilità degli autori.

La tiratura di questo numero è stata di 9.500 copie

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5gennaio-febbraio 2012

Editoriale

Siamo finalmente in prossimità di una soglia da tempo auspicata mache, per mille motivi, non era stato, finora, possibile raggiungere. Apartire dal prossimo numero il periodico “Dirigente d’Azienda”, che

continuerà ad essere diffuso presso gli iscritti delle Associazioni Territorialidel Piemonte e della Valle d’Aosta, si presenterà con una veste grafica rin-novata, più moderna, versatile, dinamica ed accattivante.

Siamo finalmente giunti ad un obiettivo da tempo auspicato, che persvariati motivi non era stato finora possibile raggiungere. L’approdo cuisiamo pervenuti deve essere inteso in modo duale; da un lato una con-clusione di un percorso tortuoso, difficile che sovente ci ha costretto asegnare il passo, rallentando la strada del rinnovamento di questo impor-tante strumento di comunicazione tra e per gli iscritti ed anche con ilmondo esterno.

Desideriamo altresì che, questa nuova soglia tracci la via di accesso adun percorso nuovo, arduo, difficile e sfidante che deve portare le nostreAssociazioni ed i loro iscritti a farsi percepire in modo più vivo e partecipeutilizzando strumenti di comunicazione più moderni, pronti ed efficaci.

Ci accingiamo a proseguire una iniziativa editoriale che ha parecchianni di gloriosa storia alle spalle ma con l’ambizione di volerci muoverein modo assolutamente nuovo ed originale nel fare comunicazione, ponen-doci alcuni interrogativi del tipo “che cosa comunicare, come e quando?”,ben sapendo che le risposte tratteggeranno gli obiettivi ed i comportamentiispiratori del Comitato di Redazione lungo il nuovo percorso editoriale!!

Nuova veste editoriale, quindi, che riguarderà la copertina e le pagineinterne ma anche il desiderio e l’impegno di trattare le varie tematiche conuno stile rigoroso ma sobrio.

Come accennato in premessa, vogliamo che questo strumento di comuni-cazione tra e per gli iscritti diventi sempre più incisivo ed efficace e rappresentianche una occasione di dialogo con il mondo esterno, orientato verso la culturaed il modo d’essere dei dirigenti ma, proprio per questo, animato da un sagacepragmatismo e costantemente mosso dall’impegno di voler colloquiare conaltre professioni e con vari strati sociali, per illustrare alla collettività, ed in pro-spettiva futura ai singoli cittadini, l’essenza e il significato di un certo modo ditrattare le questioni che, di volta in volta, verranno affrontate.

Il nostro periodico deve avere sempre più il sapore della novità con cuiintende calarsi nella vita associativa dei suoi circa 8.000 iscritti che, si spera,possano crescere nell’immediato futuro.

Dobbiamo tutti contribuire a farlo diventare sempre più vivo ed efferve-scente ed in grado di “costringere” gli iscritti a comportamenti dinamici edi indurre, nelle Associazioni che li rappresentano, altrettanta vivacità evoglia di promuovere e gestire il cambiamento. Per riuscire nell’intento,grande dovrà essere l’impegno del Comitato di Redazione ma altrettantoimportante dovranno essere le attenzioni ed i contributi degli iscritti (e non)per aiutare a far crescere una creatura che ha deciso di cambiare volto edi rinnovarsi, nella orgogliosa consapevolezza di ciò che è stato e nel desi-derio e nell’impegno di ciò che dovrà essere.

Questo editoriale vuole essere l’occasione per un ringraziamento allasquadra che ha guidato il periodico in questi anni e al Comitato di Redazionetutto ed un augurio per una fattiva collaborazione con il nuovo team chesi appresta a seguirci nel prossimo futuro.

Il PresidenteRenato Cuselli

Una rivista rinnovatacarica di buone intenzioni

Siamo alla vigilia di un cambio di rotta

Chi guarderà con l’occhio dello storico allevicende italiane di questi ultimi tempi, nonpotrà non rilevare un cambiamento di clima,

stupefacente per la velocità con la quale si è prodotto.Se è vero, come credo sia vero, che gli organi

di stampa interpretano gli orientamenti dell’opi-nione pubblica, allora dobbiamo dire che le sceltedei “colleghi” (le virgolette sono ovviamenteautoironiche e rivolte a me stesso) dei grandi quo-tidiani circa la titolatura e i contenuti delle primepagine rivelano una mutazione fino a pochi mesifa impensabile: le analisi e gli approfondimentieconomici, con l’inevitabile corredo di grafici etabelle, per quanto spesso ostici nonostante imeritori tentativi redazionali di renderli facil-mente comprensibili, hanno preso il posto delleanalisi e dei commenti sullo stile di vita dei per-sonaggi politici e sulle loro frequentazioni, conl’altrettanto inevitabile corredo dei testi di inter-cettazioni telefoniche o di pettegolezzi raccoltinell’ambiente.

È vero che ciò dipende anche dal fatto che lo stiledi vita dei membri del nuovo esecutivo, a comin-ciare dal suo massimo esponente, è per fortuna lon-tanissimo da quello dei loro predecessori e quindi,con quel tipo di contenuti, non è più facile comeprima riempire pagine di giornali, ma è anche veroche chi ha in qualche modo tentato di continuare suquei toni ha dovuto fare rapidamente marcia indie-tro, a testimonianza del fatto che l’opinione pubbli-

ca si è, quasi improvvisamente, resa conto della gra-vità della situazione economica e delle conseguenzenegative che potrebbero derivarne per la stessatenuta delle istituzioni, per come le abbiamo cono-sciute ed ereditate dalle generazioni precedenti.

Non solo, ma i toni dei commenti, alimentatidalle dichiarazioni – non sospette di secondi fini dipolitica interna perché provenienti da Bruxelles –ad esempio circa la natura “bellica” del recentedowngrading di Standard & Poor’s, danno l’im-pressione della situazione di guerra e – per lo menoa me – richiamano titoli, toni e contenuti dei quoti-diani di 70 anni fa che mi capita di sfogliare sullebancarelle verso cui sono irresistibilmente attratto.

Ciò determina a mio parere qualche conseguen-za su cui è bene riflettere nel nostro ruolo di cetodirigente. In una situazione di guerra, l’opinionepubblica si concentra sul “nemico”, sulle iniziativeper combatterlo e scatta un sentimento di orgoglionazionale che mette in secondo piano le contrap-posizioni interne. In questo scorcio della nostra vitanazionale, ciò non si riscontra solo nelle attenzioniche l’opinione pubblica dedica alle vicende eco-nomiche, ma lo si vede addirittura nei rapporti frale principali forze politiche fino all’altro ieri impe-gnate in una feroce delegittimazione reciproca.Dato che nessuno ci chiede anche di immolarci sulPiave o fra le sabbie di El Alamein, mi pare unaconseguenza altamente positiva e che non può chefare bene all’Italia e ai suoi cittadini.

Tuttavia, come in tutte le situazione di guerra, ènormale che si ab bassi il li vello di attenzione criticaverso le azioni del governo, quasi che il manovra-tore, concentrato sull’impegno straordinario chegli viene richiesto, non possa tollerare di esseredisturbato pena l’accusa di intelligenza col nemico.Questo mi pare il rischio per il prof. Monti e per lasquadra di altissimo profilo che ha messo in campo.

Non voglio sollecitare urla sguaiate e critiche stru-mentali, anche perché di certo non mancano fra gliappartenenti alle categorie i cui interessi vengono divolta in volta intaccati, ma credo vada evitato ilrischio del pensiero unico, delle soluzioni obbligate.

È forse venuto il momento di lasciare un presi-dio a difesa della trincea dei nostri interessi e diuscire fuori da essa per provare a ragionare in ter-mini di interesse generale, fornendo spunti, segna-lando strade nuove da percorrere, usando le risorsedel pensiero laterale, anche su tematiche lontanedal nostro “particulare”; non solo come organizza-zione – da tempo Giorgio Ambrogioni ci ha indi-cato questa strada – ma anche singolarmente, nelleoccasioni che la nostra vita di relazione ci offre.

La satira non ha perso tempo e fin da subito non haprivato il Professore degli stimoli che gli può fornire:non lasciamo solo alla straordinaria verve di Crozza ilcompito di tenere vivo lo spirito critico in tempi di“guerra” come quelli che stiamo vivendo.

Carlo Barzan

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6 gennaio-febbraio 2012

Contratto collettivo di lavoro per i dirigenti di aziendeFiat e Fiat Industrial

I l contratto sottoscritto il 23 dicembre 2011 è stato pre-sentato nella riunione di insediamento del ConsiglioNazionale svoltasi a Milano il 20-21 gennaio 2012,

per la relativa ratifica.Successivamente, in data 30 gennaio, il contratto è

stato illustrato ai dirigenti del gruppo in un incontro tenu-tosi, su iniziativa dell’Associazione Dirigenti Fiat, pressoil centro congressi del Lingotto di Torino, che si sonoespressi favorevolmente ri spetto ai contenuti dell’intesa.

Erano presenti il Presidente e il Direttore Generalefederale Giorgio Ambrogioni e Mario Cardoni, il Presi-

dente e il Direttore di Federmanager Torino RenatoCuselli e Roberto Granatelli, il Dr. Nevio Di Giusto Pre-sidente dell’Associazione Dirigenti Fiat nonché in rap-presentanza dell’azienda Paolo Rebaudengo Responsa-bile delle Relazioni Industriali di Fiat insieme a Antonel-lo Barocci suo stretto collaboratore, nonché VincenzoRetus in rappresentanza di Fiat Industrial.

Pubblichiamo altresì una breve nota esplicativa deicontenuti del contratto, che ne pone in evidenza l’im-portanza in chiave politico sindacale e le principalinovità. ❑

Estratti sul rinnovo del Contratto Collettivo di Lavoroper i dirigenti di aziende Fiat e Fiat Industrial

• Perché la scelta di una disciplinacontrattuale

– un modello più rispondente alle speci-ficità dei dirigenti del Gruppo;

– un quadro normativo ed economicoche dà certezza e uniformità dellaregolamentazione;

– la salvaguardia di 2 pilastri (FIPDAF eFISDAF) che richiedono una normativacontrattuale collettiva;

– la valorizzazione del ruolo manageria-le come fattore strategico;

– la conferma dell’accreditamento diFedermanager quale interlocutore ne -goziale per i dirigenti industriali.

• A chi si applica il contratto– a tutti i dirigenti delle aziende che fan -

no a capo a Fiat e Fiat Industrial.

• I contenuti in sintesi– la struttura del modello contrattuale è

sostanzialmente conforme al CCNLConfindustria-Federmanager con dueimportanti peculiarità:

– la previsione dei momenti di verifica econfronto;

– la certezza della presenza di unacomponente variabile della retribu-zione.

• Le due novità principali– una nuova regolamentazione delle

ferie;– l’abolizione del Collegio Arbitrale a

fronte della certezza della correspon-sione di una indennità (predefinita)aggiuntiva al preavviso.

• Il ruolo attivo di Federmanager– Nota d’intenti: costituzione di un osser-

vatorio paritetico entro giugno 2012;– Formazione: Fondirigenti continua ad

essere il Fondo di riferimento per la for-mazione continua. Inoltre, la condivi-sione dei piani formativi tra la Direzio-ne Aziendale e Federmanager.

• Decorrenza e durata del contratto1° gennaio 2012-31 dicembre 2013

(coincide con la scadenza del CCNL Con-findustria-Federmanager).

• Diffusione del ContrattoPer incentivare la conoscenza e raffor-

zare lo spirito novativo del Contratto Col-lettivo è prevista la stampa e consegna deltesto a ogni dirigente in servizio.

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Per i dirigenti di aziende Fiat e Fiat Industrial

Contratto collettivo di lavoro23 dicembre 2011

I l23 dicembre 2011 si è concluso il negoziato tra Fiat,Fiat Industrial e Federmanager che ha portato alla sot-toscrizione del Contratto Collettivo di Lavoro per i diri-

genti di aziende Fiat e Fiat Industrial con decorrenza dal1 gennaio 2012.

Non si è partiti da una vera e propria necessità negozialein quanto, mancando i presupposti per un atto di rottura,l’azienda non aveva disdettato il CCNL dirigenti di azien-de produttrici di beni e servizi 25 novembre 2009 sotto-scritto tra Confindustria e Federmanager.

Si è trattato quindi di una scelta congiunta e meditatasu un modello contrattuale collettivo di livello aziendalepiù rispondente alle specificità nei dirigenti di un gruppodi aziende di grande dimensione e a vocazione interna-zionale, resa possibile in quanto l’azienda riconosceFedermanager come organizzazione sindacale esclusivadi riferimento della dirigenza industriale e interlocutorenegoziale credibile e collaborativo nella definizione dimodelli contrattuali orientati allo sviluppo dell’impresa ealla valenza strategica dei propri manager.

Un modello che guarda al futuro, che scongiura “ilrischio” di una pluralità di contatti individuali per i diri-genti e che, invece, può essere di emulazione per altrerealtà aziendali similari per dimensione, cultura e orien-tamento al mercato internazionale.

Il contratto si applica a tutti i circa 1800 dirigenti cheoperano nelle aziende che fanno capo a Fiat e Fiat Indu-strial e risulta in buona parte conforme alla struttura delmodello contrattuale collettivo nazionale di lavoro appli-cato sino al 31 dicembre 2011.

Tuttavia, emergono due importanti peculiarità: innan-zitutto, la previsione di momenti di verifica e di confrontoche devono trovare la loro espressione attraverso la costi-tuzione di un Osservatorio paritetico entro il prossimomese di giugno e attraverso degli appuntamenti periodiciper discutere delle questioni di maggiore rilevanza stra-tegica e organizzativa e delle politiche sulla dirigenza,con l’obiettivo di sviluppare proposte e concordare anche

possibili sperimentazioni finalizzate alla valorizzazionedel ruolo manageriale; la seconda, è costituita dalla cer-tezza della presenza di una componente variabile nellaretribuzione del dirigente.

Sempre due sono le principali novità: una nuova rego-lamentazione delle ferie e, soprattutto, la nuova disciplinain caso di risoluzione del rapporto di lavoro.

È stato modificato il criterio di conteggio delle ferie dallunedì al venerdì, escludendo quindi anche il sabato e,pertanto, i giorni di ferie spettanti per ogni anno di serviziosono pari a 30, rimanendo sostanzialmente immutato ilnumero delle settimane complessive, pari a 6.

Si è deciso, inoltre, il superamento della disciplina delcollegio arbitrale che, come noto, stabilisce una indennitàsupplementare da corrispondere in caso di accertata“ingiustificatezza” del licenziamento tra un numero mini-mo e massimo di mensilità aggiuntive al preavviso.

Si è ritenuto, infatti, di eliminare la discrezionalità defi-nendo l’esatto numero di mensilità aggiuntive di indennitàsupplementare, sulla base dell’età anagrafica, dell’anzia-nità aziendale e delle presumibili difficoltà di ricolloca-zione.

Si va da un minimo pari a 8 mensilità di preavviso adun massimo di 18 mensilità che salgono a 22 per età supe-riore a 59 anni o anzianità aziendali maggiori di 25 anni.In caso di anzianità aziendale inferiore a 12 mesi, invece,il numero delle mensilità aggiuntive viene ridotto al 50%,mentre nel caso in cui l’interessato sia in possesso diun’anzianità aziendale superiore a 12 mesi, nessunaindennità aggiuntiva spetta invece in caso di pensione divecchiaia.

Per incentivare la conoscenza e rafforzare lo spiritonovativo del contratto collettivo è previsto che il testovenga consegnato dall’azienda a ogni dirigente in servi-zio.

Mario Cardoni

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8 gennaio-febbraio 2012

Sindacale

I l 14 novembre scorso sonostate depositate le motiva-zioni della sentenza Tys-

senkrupp, di cui ancora tuttinoi abbiamo in mente la sen-sazione di estremo rigore dellepene irrogate.

È vero, l’incendio che hacoinvolto lo stabilimento diTorino e distrutto la vita deglioperai che erano al lavoro lanotte del 6 dicembre 2007 è diuna gravità estrema, un disa-stro insomma che per semprerimarrà impresso nella storia industrialedel nostro Paese.

Uno di quei fatti di cronaca rispetto alquale tutti noi istintivamente chiediamouna condanna esemplare, anche nellaconsapevolezza del fatto che “tanto a menon capiterà mai”.

Ed è proprio forse per l’eccezionalitàdi questo disastro che molti addetti ailavori, magistrati, avvocati, imprenditori,ritengono di non dover dare troppa rile-vanza, non “far pubblicità” insomma, aiprincipi che sottendono la decisionedella Corte d’Assise di Torino, ritenendoliinapplicabili ed inadeguati alla vita quo-tidiana, sia dell’impresa sia delle aule digiustizia.

Noi crediamo, invece, che l’analisi diquesta sentenza sia utile sia per compren-dere cosa davvero viene richiesto alleimprese ed ai suoi dirigenti, sia per capirequali sono i rischi che si correrebberoqualora la giurisprudenza seguisse le sta-tuizioni del Giu-dice torinese eciò in particolarmodo per quantoattiene la respon-sabilità ammini-strativa delle per-sone giuridiche.

La sentenzas u l l ’ i n c e n d i odella Linea 5affronta numerosi

La sentenza sul casoTyssenKrupp mette in evidenzatale aspetto che, a livellocontrattuale è previsto all’art.15 del CCNL.

La “difesa del dirigente” deveassolutamente essere evi -denziata negli aspetti pratici cheanche a livello “com por tamen -ta le” hanno un rilievo fonda -men tale sia a livello preven tivoche “in iti nere” durante ilpercor so di tutela. È benericordare che la scelta deldifensore deve essere fatta daldirigente in piena libertà, sullabase delle garanzie di cui all’art,15 c.c.

La scelta del legale di fiduciadeve essere fatta con at ten zionee Federmanager Torino è a vostradisposizione (anche a livellopreventivo) per valutare tutte leimplicazioni che ciò comporta.

Una consulenza preventiva èin ogni caso auspicabile.

argomenti, alcuni molto tecni-ci sotto il profilo giuridico, altripiù spiccatamente organizzati-vi e relativi alla corretta gestio-ne di uno stabilimento indu-striale e, più genericamente, diun luogo di lavoro.

Quello che emerge dallaparole usate dalla Corte d’As-sise è che si vuole un datore dilavoro preciso, attento, pru-dente e responsabile. Il datoreattento deve impartire istruzio-ni di lavoro chiare e precise,

prestando attenzione anche alla termino-logia utilizzata che non deve essere néambigua né generica.

Altrettanto dicasi per le direttive impar-tite con riferimento alle situazioni diemergenza, circostanza in cui a tutti ilavoratori devono essere sempre benchiari sia la suddivisione dei compiti siai comportamenti da tenere.

Il datore di lavoro deve poi effettuaregli investimenti dove e quando questisono necessari, senza procrastinare taliscelte in ragione delle eventuali futuremodifiche che potrebbe subire il luogo dilavoro. Particolare attenzione deve essereprestata anche agli aspetti inerenti allapulizia dei locali, attività prodromica adun effettiva tutela della salute e della sicu-rezza dei luoghi di lavoro.

Inoltre, non bisogna dimenticare l’im-portanza della formazione e dell’infor-mazione dei lavoratori. In questo conte-sto i lavoratori non devono subire pres-

sioni aff inchénon partecipinoall’attività forma-tiva per prosegui-re quella lavorati-va.

In tale conte-sto, viene datogrande rilievo allapredisposizione,ed effettiva com-pilazione, dei test

Possibili conseguenze sul “Dirigente delegato”

SENTENZA TYSSENKRUPPdi Maurizio Bortolotto e Roberto Granatelli

Una accurata analisi della sentenza di condanna della Tyssenkrupp mette in evidenza la responsabilità – all’interno dell’Azienda – dell’Organismo di vigilanza che fa capo al datore di lavoro ma indirettamente anche al Dirigente delegato che rischia di essere coinvolto in un procedimento penale

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9gennaio-febbraio 2012

finali di apprendimento, necessari – ritie-ne la Corte d’Assise di Torino – per potervalutare appieno l’efficacia della attivitàpredisposta dal datore di lavoro.

Infine, il vertice della piramide dellasicurezza deve considerare eventualisituazioni di pericolo pregresse, anchequalora queste non abbiano coinvoltodirettamente i lavoratori, ed adeguare lasicurezza sulle stesse, onde evitare chesingoli episodi trascurati si trasforminonel tempo in un evento infortunistico chesi sarebbe potuto evitare.

Nel processo Tyssenkrupp sono staticoinvolti membri del CdA, datori di lavo-ro delegati e dirigenti e la Corte d’Assise,ritenendo che dagli atti processuali emer-gesse da parte di tutti un “atteggiamentodi sottovalutazione, di trascuratezza dellamateria "sicurezza" in generale”, nonché“un atteggiamento, tendente a minimiz-zare nonostante la piena conoscenza econsapevolezza - i rischi concreti, quan-do non a cercare di occultarli non evi-denziandoli nei prescritti documenti,nonostante l'esistenza di norme "tecni-che" che li descrivevano in dettaglio”, hairrogato pene decisamente rigorose.

In particolar modo ricordo che è statariconosciuta in capo all’AmministratoreDelegato della Società la sussistenza deldolo eventuale quale elemento psicolo-gico dei reati lui ascritti e ciò ha compor-tato per l’AD di Tyssenkrupp la condannaad anni 16 e mesi 6 di reclusione.

Come detto in precedenza, la sentenzaemessa dalla Corte d’Assise di Torino con-tiene statuizioni anche con riferimentoalla responsabilità amministrativa dellaSocietà di cui al d.lgs. 231/01.

Infatti, Tyssen è stata condannata alpagamento della sanzione di 1 milione dieuro, all'esclusione da agevolazioni esussidi pubblici per 6 mesi, al divieto dipubblicizzare i suoi prodotti per sei mesi,alla confisca di 800mila euro, con la pub-blicazione della sentenza sui quotidianinazionali.

Nella motivazione emerge con eviden-za l’adesione all’orientamento dellaSuprema Corte espresso con la sentenza36083/09, in forza del quale, a fronte diun reato commesso da un soggetto api-cale ed una volta acclarata l’esistenzadell’interesse o del vantaggio, se l’entenon ha adottato il Modello Organizzativocome previsto dall’art. 6 d.lgs. 231/01questo risponde dell’illecito amministra-tivo, in forza del principio dell’immede-simazione organica. “La mancata ado-

zione dei modelli, in presenza dei pre-supposti oggettivi e soggettivi sopra indi-cati (reato commesso nell’interesse o avantaggio della società e posizione api-cale dell’autore del reato) è sufficiente acostituire quella <rimproverabilità> dicui alla relazione ministeriale al decretolegislativo e ad integrare la fattispeciesanzionatoria” (C. Cass., Sez. IV, 17 set-tembre 2009, n. 36083).

Quanto alla successiva adozione delModello, la Corte ha prestato particolareattenzione alla composizione dell’Orga-nismo di Vigilanza.

I Giudici hanno concordato con l’ac-cusa in merito alla circostanza che ilModello della Società non fosse statoneanche adottato e reso operativo ai finidel riconoscimento dell’attenuante di cuiall’art. 12, in quanto all’interno dell’OdVil componente con i requisiti tecnicinecessari per un efficace controllo inordine alla sicurezza sui luoghi di lavoro,era un soggetto che “doveva controllareil suo stesso operato”.

Tale scelta, giudicata dalla Corte d’As-sise “superficiale e poco attenta”, è statala prima ed unica valutazione in ordinealla mancata adozione del ModelloOrganizzativo: “la Corte ritiene che que-sta circostanza, di per sé sola, induca aritenere che il modello adottato, nelperiodo preso in considerazione, nonpoteva essere stato reso operativo, tantomeno in modo efficace, sottolineandoche tale organismo deve essere dotato,secondo il citato art. 6, di “autonomipoteri di iniziativa e di controllo”: non ènecessario spendere ulteriori parole sullaautonomia del controllore quando è lastessa persona fisica del controllato”.

I Giudici hanno, quindi, concentrato laloro attenzione sulla composizionedell’OdV in relazione alle aree di rischiodella società, quasi richiedendo che perogni settore considerato “a rischio”debba essere prevista, specularmente,una apposita figura, con le necessariecompetenze tecniche, all’interno del-l’OdV.

Questa parte della sentenza porta a fareun’ultima riflessione sulla novella legisla-tiva introdotta dalla Legge di Stabilità, trale misure per la “riduzione degli oneriamministrativi per imprese e cittadini”.

Si legge al comma 12 dell’art. 14 (cheaggiunge il comma 4 bis all’art. 6 deld.lgs. 231/01) che le Società hanno lapossibilità di far svolgere al Collegio sin-dacale (sistema ordinario), al consiglio disorveglianza (sistema dualistico) o alcomitato per il controllo della gestione

(sistema monistico) le funzioni dell’Orga-nismo di Vigilanza.

Si tratta di una norma che deve esserevalutata con estrema attenzione, soprat-tutto nella società di medie e grandidimensioni, onde evitare di trovarsi nellasituazione in cui il controllato sia ancheil controllore, ovvero in quella in cuil’OdV sia privo delle competenze tecni-che più rilevanti rispetto al sistema pro-duttivo della Società e delle sue conse-guenti e principali aree di rischio.

Prima di “stracciarsi le vesti” per la rigi-dità delle statuizioni della sentenza Tys-senkrupp e prima di “fasciarsi la testa”, inattesa di capire il seguito che avrà talepronuncia, bisogna avere un puntofermo.

E crediamo che questo possa consisterenel richiedere un datore di lavoro, e piùin generale un vertice societario, attento.

Non vi è dubbio che il ruolo del diri-gente assume sotto quest’ultimo profilouna rilevanza particolare.

L’importanza della delega dopo leinnovazioni del D.lg.s n.81/08 pone incapo al dirigente delegato gli stessi iden-tici compiti che la sentenza suindicata faricadere sul datore di lavoro originario.

La delega deve essere vista come stru-mento per attuare al meglio il concetto disicurezza in azienda consentendo l’effet-tivo controllo dell’operatività aziendale achi, come il manager, è effettivamentedestinato a presidiare il luogo di lavoro.

L’effettività di tale ruolo diventa quindisnodo fondamentale, un dirigente condelega che non è in grado di predisporrein autonomia un sistema di sicurezzarischia di essere coinvolto in un procedi-mento penale per responsabilità che nondipendono da lui.

Pertanto la fase dell’accettazione delledelega deve porsi come obiettivo la mas-sima chiarezza nel rapporto tra datore dilavoro originario e delegato.

Solo così facendo il dirigente delegatopotrà essere attento alle esigenze dellasicurezza ed attento alla struttura della“sua” società e della “sua” organizza-zione.

Diversamente, questa tragedia, avreb-be lasciato un segno leggero, inaccetta-bile.

Maurizio BortolottoAvvocato penalista Foro di Torino

Roberto GranatelliDirettore Federmanager Torino

legale giuslavorista

Sindacale

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10 gennaio-febbraio 2012

Sindacale

Sviluppo sostenibile, uguaglianza e libertàLa posizione di FondirigentiUn impegno globale atto a garantire il futuro e la sopravvivenza del nostro pianeta

Renato Cuselli*

Parlando del futuro vorrei stimolare una riflessioneintorno al tema della sostenibilità; inteso non solo comesviluppo sostenibile in relazione alle nostre scelte ed allenostre responsabilità, per determinare un impegno glo-bale atto a garantire il futuro e la sopravvivenza del nostropianeta, ma anche e, soprattutto, sviluppo sostenibile intermini di risorse più equamente accessibili sul pianosociale. Concetto quest’ultimo che ha a che fare con l’ideadi giustizia e con l’effettiva realizzazione di questo valoreportante della democrazia in uno spazio sociale il piùpossibile ampio.

A mio avviso occorre superare una visione, che po -tremmo definire solo “economicistica” della sostenibi-lità e riformulare il concetto, travalicando la capacità digarantire alle generazioni future il soddisfacimento deibisogni, almeno al pari di quello che stiamo a noi stessigarantendo. Siamo infatti obbligati a pensare in grande,cominciando con l’individuare la stretta connessioneche intercorre tra sostenibilità e giustizia, che si apre aigrandi orizzonti della riflessione contemporanea,espressi da pensatori del calibro di Norberto Bobbio,penso all’“età dei diritti”, o, allargando ulteriormentel’angolo di visuale, a John Rawls , la cui Teoria della Giu-stizia rimane uno dei paradigmi della filosofia politicadel Novecento.

La giustizia dell’”età dei diritti”

Voglio sostenere che è tempo di andareoltre il semplice perseguimento dei sin-goli interessi e bisogni personali; l’impor-tanza della vita umana non può esserecircoscritta al mero tenore di vita ed alsemplice soddisfacimento dei bisogni,bisogna includere quel senso di recipro-cità che, lo sosteneva già Aristotele neltrattato sulla Politica, è uno dei criteriessenziali attraverso cui la giustizia si rea-lizza. Interdipendenza e cooperazione,in un universo globalizzato sono gli altriaspetti che vanno a rafforzare l’idea digiustizia calandola nel divenire concretodella storia, che stiamo vivendo.

“Il guaio del nostro tempo è che il futu-ro non è più quello di una volta”. La cele-bre frase di Paul Valery, manifestava conmolta chiarezza il senso di spaesamentoe di frustrazione avvertito dall’intellettua-le, che denunciava con malcelato disagiol’accelerazione vertiginosa imposta dallaciviltà post industriale ai ritmi dell’evolu-zione scientifica e tecnologica. Un’acce-lerazione capace di alterare la nostra stes-sa struttura antropologica, fino a investirela percezione che ognuno di noi ha delfuturo.

Stiamo affrontando ore drammatiche,una crisi di portata storica, che gli espertidefiniscono di natura strutturale, sta difatto sfuggendo alle nostre capacità digoverno. Non siamo in grado di preve-

derne la durata, nè di comprenderne afondo il profilo. La difficoltà del momen-to è sicuramente accentuata dall’aggres-sività della concorrenza, dalla crescenteinternazionalizzazione dei mercati,dalla dinamica del quadro ambientale,che rende ogni scelta difficile da bilan-ciare. Scarse appaiono, in un siffatto con-testo, le possibilità di reagire con le tra-dizionali leve di politica economica.L’intensità della competizione ha fatal-mente accorciato la capacità di reazionedelle leadership, mettendone a nudo tuttii limiti.

In particolare va detto che per ciò cheriguarda la concorrenza, non si può farea meno di osservare come la concezionedi un “genuino pluralismo” degli opera-tori (utile per migliorare la qualità dei pro-dotti/servizi offerti al mercato) sia stata,negli effetti reali, sopraffatta dalla prassidi una “falsa competizione” essenzial-mente volta all’eliminazione dei concor-renti (controllata a malapena dalla legge).Appare quanto mai evidente che biso-gnerà introdurre adeguate contromisureper evitare che una competizione senzaregole, finisca per legittimare una radica-lizzazione delle diseguaglianze. Elemen-to cardine di ogni sistema democratico èil principio della uguaglianza, da inten-dersi non come presupposto, bensì comeuno scopo cui tendere. Ritorno ancora suBobbio, che scriveva: “non è che gliuomini siano uguali…” volendo sottoli-

neare che all’uguaglianza di “natura”,inscritta nel DNA di ogni essere pensante,va aggiunta un’uguaglianza che potrem-mo definire”di scopo”, teleologica, lega-ta cioè alla finalità di un progetto, tesoall’affermazione di una civiltà del diritto,orientata all’uguaglianza che ora ci appa-re come conquista, come punto di arrivo.

L’era dell’accesso e lo spettro del “divide”

L’uguaglianza è anche parità di acces-so alla conoscenza, senza barriere dicenso, di famiglia, di provenienza geo-grafica. Sviluppo delle capacità critiche,innalzamento del livello media della pre-parazione, sono parte fondamentale e,aggiungerei, imprescindibile, della mis-sione di una società moderna, che viveuna condizione di democrazia avanzata.Stiamo entrando in quella nuova sfera deidiritti che Rifkin ha, come è noto, tratteg-giato in maniera sistematica, nell’Era del -l’accesso, un saggio divenuto cult , inquanto emblematico di un’epoca. Dall’i-dolatria del possesso, alla necessità stra-tegica di abbattere ogni forma di “divide”,l’umanità ha compiuto un salto storico,che dobbiamo ancora comprendere afondo. Lavorare per rafforzare il senso cri-tico dei cittadini, far si che siano autono-mi nelle proprie scelte e meno condizio-nabili dai mille volti e dalle mistificazio-ni del potere, è un must per una società

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11gennaio-febbraio 2012

che ha superato ormai anche l’etichettadi post industriale. Far si che gli uominisiano LIBERI è il nuovo imperativo cate-gorico.

Questo percorso ci ha permesso diritrovare il valore che è complementareall’uguaglianza, che si pone in tensionedialettica per dare compiutezza di sensoall’idea di giustizia: la libertà. L’equilibra-to rapporto tra libertà ed eguaglianza èun segno di civiltà, di democrazia matura,in quanto lungo quest’asse va a collocarsila politica, cui spetta di fare sintesi e diformulare un progetto di società per ildomani. Per battersi sul terreno della qua-lità, dell’innovazione ed allo stessotempo della produttività e ricominciare acrescere, come da più parti si sente ripe-tere, non si potrà non fare riferimento aun bagaglio culturale, che risale alle ori-gini del pensiero occidentale e che attra-verso la lezione dell’illuminismo, èapprodato alla contemporaneità.

Il ruolo della classe dirigente

La nostra classe dirigente è chiamatasempre più in causa, di fronte delle graviconseguenze occupazionali determinatedalla crisi. Su questo fronte è chiamata adare risposte vincenti e convincenti. Lasola via di uscita passa attraverso lo svi-luppo di una cultura manageriale chepunti sulla valorizzazione e l’ampliamen-to delle competenze, modificando radi-calmente strategie e modalità gestionali.In questo processo di trasformazione ilsistema organizzativo - manageriale devefare la differenza, al fine di rafforzare allostesso tempo competitività e occupabi-lità, creatività ed efficienza.

Il tutto con una regia che si basi sullacapacità di un reale apprendimento col-lettivo e sulla diffusione di nuovi profili,specie quelli dei giovani professional dautilizzare nella re-ingegnerizzazione deiprocessi e delle infrastrutture organizza-tive. Capacità che vedono proprio nella

formazione una delle leve strategicheprioritarie. Tale sforzo di crescita e di svi-luppo culturale richiede investimenti,esperienze, programmi difficilmenteesplicitabili senza un ricorso sistematicoalla leva formativa ed il raffronto, conti-nuo, con le buone pratiche dei nostricompetitor. Un asset fondamentale dellamission di Fondirigenti è rappresentatodall’individuazione delle peculiaritàdella via italiana al business, oltre chedall’azione di supporto all’innovazione eai processi di cambiamento. Nella logicadei nostri interventi il coinvolgimento deivari attori istituzionali e della businesscommunity rimane centrale, allo scopodi allargare il terreno della condivisionee di far aumentare una “massa critica”favorevole al cambiamento, non solo neiluoghi di lavoro, ma nella comunità civi-le, presa nel complesso delle sue artico-lazioni. La Fondazione da tempo è attivasu questi temi con una specifica attivitàdi ricerca che si affianca al finanziamentodella formazione continua ed all’ agen-zia di intermediazione del management.

Abbiamo avviato sin dal 2001 unacostante attività di monitoraggio e di ana-lisi del modello manageriale italiano, inun primo tempo varando il progetto“Management Made in Italy”, che è poisfociato nella Costituzione dell’Associa-zione Management Club, che insiemealla LUISS “Guido Carli” e a Federmana-ger cura il Rapporto annuale sulle classedirigente.

Il focus delle nostre attività è dato dalmodello manageriale, convinti comesiamo che dalla preparazione di impren-ditori e manager dipende il futuro di inno-vazione e di sviluppo del sistema - paese.

Torniamo ad essere padroni del nostro destino

Anziché contemplare sconfortati lenostre debolezze, è più utile partire dai

nostri punti di forza, andandoli a cercarela dove si trovano, e costruire su quelli.Riconquistare un senso di padronanzadel nostro destino è la risposta. Una rifor-ma dal basso, che ciascuno può promuo-vere, è quella che riguarda i valori dellasocietà, i principi di responsabilità, dimerito, di competenze, di dovere civile;la valorizzazione dei talenti, la costruzio-ne di una società più aperta e più giusta,sono le sfide prioritari della nostra classedirigente.

Dalla fine della Seconda Guerra mon-diale sino agli anni sessanta alcune gene-razioni di Italiani furono capaci di impreseeccezionali. Non sto parlando di “mira-coli”, ma dobbiamo tenere bene a menteche la ricostruzione ed il decollo dell’Ita-lia moderna furono opera di uomini edonne normali, che hanno saputo produr-re idee, sono stati capaci di generosità,hanno esercitato la costanza, il lavoro disquadra, anche nei periodi più difficili.

Possiamo e dobbiamo ritrovare l’ispi-razione di questo che non è tanto remoto.I nostri genitori ed i nostri nonni furononegli anni cinquanta i “cinesi d’Europa”,seppero stupire il mondo per la grinta ela grande dignità con cui riuscirono arisollevare un Paese stremato ed umiliato.I loro valori non sono evaporati, non sonoscomparsi, sono i nostri valori : li abbia-mo dentro di noi. Per affrontare il futurooccorre riscoprire la parte migliore delnostro passato. “Nemmeno funzioni ele-vate come la responsabilità e la decisionemorale - spiega nel suo ultimo libro Lapercezione riflessa, Fabrizio Desideri -potrebbero avere luogo senza memoria”.Non si può dunque essere responsabilisenza avere a che fare con le vestigia dellenostre azioni, con il senso del nostro pas-sato. Le potenze emergenti stanno ope-rando coniugando memoria e futuro, staqui il segreto di questi “neo-imperi” cheora dominano la scena mondiale. Appenapoche decenni fa sembravano prigionieridi una decadenza interminabile, oggisono divenuti la locomotiva del mondo,appannando il vecchio dominio dellaciviltà occidentale.

La storia non è una prigione, tocca a noiricominciare a scrivere la nostra storia !!

Se ci riusciremo, smentiremo i profetidella paura, senza abbandonarci a vaghesperanze, piuttosto trasformando in cer-tezza, quel profondo desiderio di rinasci-ta che alberga nella nostra coscienza diuomini liberi. ❑

*Presidente Fondirigenti A.M.C.

Sindacale

Il contenimento degli agenti dannosi dell’atmosfera, parte dalla difesa del patrimonio naturale.

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12 gennaio-febbraio 2012

Sindacale

1. Queste osservazioni – da considera-re work in progress oltre che puro diver-tissement – si articolano in dieci puntimolto schematici, ancorché rappresenta-tivi della mia Weltanschauung laica suscienza-tecnica (tecnologia), filosofia,teologia-religione. Premetto, per onestàintellettuale, che sono fautore del criteriodei Non-Overlapping Magisteria(NOMA), reso popolare da Stephen JayGould, secondo cui i tre domini appenacitati sono da ritenere, almeno in primaapprossimazione, magisteri diversi chesarebbe opportuno non confondere arbi-trariamente1, 2.

2. Uso volutamente il termine scienza-tecnica (e tecnologia) perché, a mio avvi-so, l’insieme costituisce un continuum,che rappresenta la principale forza motri-ce, benché non l’unica (forse), dello svi-luppo culturale, sociale ed economicodell’umanità, dall’apparire dell’Homo(Mulier?) sapiens. In questo ambito nonsto a enumerare i guasti che il pensierocroce-gentiliano ha prodotto in Italia sulversante della scuola, della cultura, dellosviluppo del Paese. Croce e Gentile, ben-ché da sponde politiche opposte, furonosingolarmente consonanti su temi filoso-fico-culturali. Per loro, infatti, sulla sciadi Hegel, la scienza non aveva un valoreconoscitivo, non era nemmeno un sape-re; al massimo, era un’attività pratica –«banàuisica» la definì sprezzantementeCroce – utile al più per ordinare le nostreesperienze e favorire la memoria.

3. Il complesso scienza-tecnica-tecno-logia è, invece, elemento fondante, earmonico, di sapere e conoscenza per ilmetodo, prevalentemente adottato a par-tire da Galileo. Non fornisce certezzeassolute, bensì modelli che progressiva-mente danno conto del funzionamentodel mondo naturale e della sua realtà consempre migliore approssimazione. Unmatematico direbbe: avvicinandosi asin-toticamente alla verità, sulla base di con-getture che possono essere fallibili, rive-dibili, migliorabili, ma sempre verificabi-li. Anche se: «la verità è un servitore mal-destro che rompe i piatti quando fa le puli-zie» (Karl Kraus).

4. Gli esempi a supporto di questo ten-dere asintotico sono 1) per la fisica: ilmoto (Galileo), la dinamica (Newton), larelatività (Einstein), la meccanica quanti-stica (Heisenberg e Bohr), oggi, forse, lavelocità dei neutrini; 2) per le scienzedella vita: l’evoluzione (Darwin), il DNA(Watson e Crick), le neuroscienze appli-cate a mente e cervello.

5. La morale e il principio di responsa-bilità dettano a chi si occupa di questecose regole di comportamento e condottache devono andare a vantaggio di tutti.La concezione probabilistica – o proba-bilismo (de Finetti) – introduce cauteleancora più vincolanti e cogenti; il pro-gresso, infatti, passa attraverso una seriedi tentativi ed errori.

6. Tutto quanto sopra corrisponde al«pensiero razionale», che, ahimè, infor-ma solo alcuni aspetti della filosofia,quelli attinenti, per esempio alla logica eal linguaggio. La ricerca della verità èsoprattutto costruzione della ragione; «lalogica è l’anatomia del pensiero» (JohnLocke). Non ho nulla in contrario, peral-tro, a che si possa o debba accettare incontesti opportuni la complementarità diimmaginazione e logica.

7. Considero perciò scientificamentefondato il filone, che chiamo «filosofia1»(o di primo livello), il quale si evolve edelimina, strada facendo, contaminazionidogmatiche sia ideologiche sia metafisi-che e/o religiose. Per sostanziare, rappre-sentativi della «filosofia1» sono: Demo-crito, Platone3, lo stoicismo, Cartesio,Kant, l’Illuminismo, Comte, Scho-penhauer, Geymonat, la filosofia analiti-ca (di origine anglo-nordamericana).

8. Esempi significativi della «filoso-fia2» (che comprende metafisica e onto-logia) sono Hegel, Nietzsche, Croce eGentile, Heidegger (e, già avanti neglianni, il suo maestro Husserl), la filosofiacontinentale, Vattimo, Galimberti, la tria-de RCS (Reale, Cacciari e – mi si perdonil’iconoclastia – Severino). In questo sce-nario, non caratterizzato dal metodorazionale-empirico, ma solo descrittivo-narrativo, rientrano la psicologia nonchéla psicanalisi, che ne è un sottoinsieme.Portare un’attenzione critica sulla magiadel discorso e dell’incantamento dellaparola implica naturalmente anche pre-stare attenzione a come sottrarsi dallamagia e come sfuggire all’incantamento.Il mondo reale, cioè la realtà del mondo,purtroppo o per fortuna, non corrispondea questo mondo virtuale, immaginario eimmaginato4.

9. La teologia-religione, a maggiorragione, non trae nutrimento e fonda-mento da alcuna teoria della conoscenzarazionale o logica o empirica. Tratta dicredenze che derivano da un atto di fedee non hanno una dimostrazione logica-mente ragionata. Sono inoltre convintoche, benché prive di giustificazione teo-logico-religiosa, non siano moralmentemeno accettabili le nostre azioni tantonelle singole esistenze quanto nella vitaassociata (il cosiddetto impegno nellasocietà civile).

10. Sia la filosofia2 (la psicologia e lapsicanalisi incluse5) sia la teologia-reli-gione possono essere di grande interesse,per così dire, sul versante tanto estetico-culturale quanto spirituale. Nei propriambiti di competenza, forniscono model-li, danno interpretazioni, sono gratifican-ti, possono intrattenere piacevolmente,come peraltro fanno la narrativa e la let-teratura6. Purtroppo non corrispondononé ai canoni del metodo scientifico néall’evidenza empirica. Accettano il clas-sico concetto metafisico – da me non con-diviso – che l’essenziale sfugge alla ragio-ne. Non soddisfano, in ultima istanza, aciò che l’approccio razionale richiede-rebbe, anche se è lecito conoscerle eapprezzarle – ma dovremmo cercare difarlo, senza basarsi acriticamente sudogmi, devozioni, atti di fede o pregiudizidi qualsiasi natura7.

Su Scienza-Tecnica (Tecnologia), Filosofia, Teologia-Religione

La mia Weltanschauung (visione del mondo) in pillole

Angelo Luvison

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13gennaio-febbraio 2012

In conclusione, torniamo al criterio deimagisteri non sovrapposti: ognuno può,e deve, attribuire, purché con motivazio-ni valide, a domini diversi – scienza-tec-nica (tecnologia), filosofia, teologia-reli-gione – la valenza gerarchica che ritienepiù opportuna, sulla base di una scala dipriorità consona al proprio modo di pen-sare. Che ritengo, tuttavia, dover essereprevalentemente guidato dalla ragione.La mia scala di preferenze di genere, espero di non essere accusato di ariditàcognitiva né di essere paragonato al liber-to Trimalchione per il suo «…necumquam philosophum audivit», è nel-l’ordine testé indicato.

Tutto ciò si riferisce solo ed esclusiva-mente al problema della conoscenza delmondo naturale, non alle tantissime altreesigenze dei Sapiens, risalenti alla sferaemozionale, che potrà sempre giustifica-re interessi e curiosità ulteriori e molte-plici. Mi viene in mente il contrasto fral’inquietudine esistenziale, le paure di unDino Buzzati e la riflessione epistemolo-gica e metodologica di suo fratello Adria-no Buzzati Traverso, l’eminente scienzia-to genetista. Italo Calvino ricordava comel’amico Gianni Rodari avrebbe ben potu-to dire, con la nota icastica concretezza,che un «Fantasista e un Ragioniere galop-pano insieme per una strada solitaria,magari con due cavalli diversi».

Un’ultima curiosità: Benjamin Logan èun ingegnere con laurea master al MIT edottorato alla Columbia University.Logan ha svolto ricerche pionieristichenel campo della teoria e delle applicazio-ni dell’elaborazione del segnale vocale(si pensi allo standard di codifica MP3nell’iPhone e nell’iPod). Con il nome diTex, Logan è altresì noto come suonatoredi fiddle (violino) fra gli appassionati dimusica folk, country e bluegrass, oltre cheper avere composto una bellissima can-zone di Natale «Christmas Time’s A-Coming». Questa e tantissime altre storiedimostrano come scienziati, tecnici eingegneri sappiano ben coniugare creati-vità, fantasia, razionalità nel contestodella società civile, smentendo la con-sunta litania «gli ingegneri non vivono,funzionano».

NOTE1 “Fra religione e scienza non esistono né

parentele né amicizia ma neppure inimici-zia: vivono in sfere diverse” (Nietzsche),come ama ricordare il cardinale GianfrancoRavasi.

2 Devo registrare che il termine scienza è uti-lizzato abusivamente, anche se “fa fine”, inlocuzioni quali: scienze storiche, scienza del -le finanze, scienza economica, scienze socia-li, scienza teologica, ecc. Circa la storia, fac-cio mie le parole di Andrea Zanzotto: “[Il]punto di dubbio che non può non rimaneresu tutta la storiografia e che è quello che poidà luogo alle infinite rielaborazioni che subi-sce la storia stessa, tanto che si può dire cheogni epoca crea la sua storiografia e rimaneg-gia i fatti cercando di modificarli per farlientrare nei propri schemi. […] e cioè, la di -stanza, la diversità dei tempi e degli spazi,sono tali da rendere improbabili qualsiasi tipodi storiografia, perché non si riesce mai a rico-struire gli ambienti nella loro pienezza, il vis-suto reale di quello che è stato il passato”.(Tuttolibri 1786, 8 ottobre 2011).

3 È stato detto, a ragione, che tutta la filosofiapuò essere considerata una glossa a piè dipagina a Platone.

4 Popper direbbe che non è neppure falsifica-bile.

5 Anche la sociologia rientra in quest’ambito.Per nobilitarsi si ammanta arbitrariamente dimetodi matematico-statistici (i sondaggi, lademoscopia) o di una terminologia attintadalla fisica. La faciloneria di discutibili maî-tre-à-penser francesi è stata beffardamentesmascherata alcuni anni fa da Alan Sokal eJean Bricmont (Imposture intellettuali. Qualedeve essere il rapporto tra filosofia e scienza?,Garzanti, 1999). “In certi settori come psico-logia e sociologia [ed economia], scienze“molli”, la quantità di futilità e vaghezza au -menta” – è il parere di Giulio Giorello. “Lescienze ‘dure’ biologia, matematica, hannomeno tempo da perdere”. (Panorama, 2 no -vembre 2011). Mi piace qui anche ricordareche, contrariamente al parlare comune, nonesiste un “Premio Nobel per l’economia”, maesiste un “Premio per l’economia in memoriadi Alfred Nobel”, istituito dalla Banca di Sve-zia nel 1969: complesso d’inferiorità dellaragione economica rispetto alle scienze dure?

6 Omero, Dante, Boccaccio, Rabelais, Cervan-tes, Shakespeare, sono certamente da anno-verare fra i grandi dell’umanità. Parimenti puòdare soddisfazioni e insegnamenti – ancorchénon sempre positivi – la lettura della Bibbia,del Corano, dei libri della tradizione indianae buddhista. Inoltre, «La presenza della tra-scendenza (come in tanti dei suoi autori:Jaspers, Barth, Heidegger, Schelling; fino aDostoevskij) non si lascia includere nell’oriz-zonte tranquillizzante della logica; ha piutto-sto i tratti aperti e problematici della libertà,e se si vuole della vita. (Gianni Vattimo,“Pareyson, l’uomo è una tragedia di libertà”su Luigi Pareyson, Tuttolibri 1791, 3 dicem-bre 2011)».

7Diceva Schopenhauer: «O si pensa o si crede».

Sindacale

Iustitia sive Deus

Riordinando il materiale arrivato per que-sto inizio d’anno, ci è venuto spontaneoabbinare i due contributi che vanno al

di là della notizia spicciola della vita sindacalee si valgono di due firme autorevoli: RenatoCuselli Presidente di Federmanager Torino edi Fondirigenti e di Angelo Luvison Consiglie-re, già Presidente regionale: entrambi sonoben noti per la loro attività a favore della cate-gorie e per gli apporti culturali presenti neiloro scritti.

Sotto esame la confessione autobiograficadi Luvison, con un titolo di netto stampo cul-turale Weltanschauung (visione del mondo) el’articolo di Renato Cuselli con una sottolinea-tura non meno nobile “lo sviluppo sostenibi-le/uguaglianza e libertà” che affronta i temiperenni della Democrazia partecipata.

I due autori sembra che differiscano negliargomenti, in realtà l’obbiettivo – manifestoin Cuselli, suggerito da Luvison – è lo stesso:la “verità”, vista sotto l’aspetto filosofico teo-logico, ovvero la giustizia che nella specie èl’argomento base dell’articolo di Cuselli,mentre Luvison si affida alla tecnica e agli inar-restabili progressi della scienza.

In proposito anni fa, cercando tra le scar-toffie sparse nei vari cassetti, il PresidenteCuselli ha rinvenuto un articolo scritto in data1989, dunque più di vent’anni fa, che eramosso dalle stesse preoccupazioni attuali: l’e-migrazione, il limite di sopravvivenza , mino-ranza povera e insoddisfatta, insufficientirisposte della nostra società, ecc.

Davvero nulla è cambiato da allora?La posizione di Luvison è meno rigida, nel

senso che sostenendo l’assoluta verità dellaragione e della scienza, incappa nella incon-trovertibile incapacità umana di poter arrivarealla “legge sovrana”, per citare un volumettosull’argomento firmato da quattro eminentiautori (Nomos Basileus - Zagrebelsky, Ravasi,Cacciari, Dionigi).

Anche la fisica, non meno della metafisica,continua a mietere sonore smentite e la fedeassoluta e irrazionale è la stessa che accom-pagna tutte le teologie di tutte le fedi che sireggono da millenni sui fondamenti incerti diprofeti illuminati.

Alla fine Luvison si converte con un articolodi Gianni Vattimo sul pensiero di Luigi Pareysoncon il quale ha riscattato, con la trascendenza,anche tutta la produzione artistica che si ispiraagli intangibili suggerimenti della fantasia. ❑

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Informazione sanitaria a cura della Nogard

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16 gennaio-febbraio 2012

Economia

1. Premessa. I provvedimenti econo-mici emanati dalla seconda metà del2011 sono tanti e di tale portata da ren-dere a volte confuso e difficile, ancheall’osservatore più attento, risalire allafonte normativa di un aspetto che si ricor-da di aver colto, ma di cui non si è piùcerti di avere un ricordo preciso.

I quotidiani e i periodici a diffusionenazionale hanno svolto egregiamente laloro funzione informativa, ma anche chiha conservato tabelle e riassunti, e magaripure i testi normativi, finisce per avere dif-ficoltà a reperirvi la norma che gli inte-ressa.

Noi non abbiamo neppure tentato dioffrire ai nostri lettori un’informazione alriguardo: non ne avremmo le forze e inostri ritmi di uscita non possono conci-liarsi con la rapidità con cui la situazioneevolve.

Abbiamo però ritenuto opportuno sin-tetizzare sulle nostre colonne le parti deiprovvedimenti che riguardano la nostracategoria, a partire dai due interventi diluglio e agosto e dall’intervento di ottobredel Governo Berlusconi, per concluderecon i commenti e le prese di posizioneufficiali della nostra Federazione Nazio-nale sul cosiddetto Decreto Salvaitaliadel Governo Monti.

Speriamo che i lettori apprezzinoquanto meno la buona volontà e non cirimproverino troppo se abbiamo dimen-ticato qualcosa.

2. Blocco della perequazione auto-matica delle pensioni nel biennio 2012-2013. Facciamo riferimento alla circolareFedermanager n. 2294 del luglio 2011per dare illustrazione al provvedimentodi blocco al meccanismo di perequazio-ne automatica delle pensioni. Di taleprovvedimento la Federazione ha datocommento con la circolare indicata e daquesto documento sono estratti i conte-nuti che seguono.

Su tale provvedimento, si è concentrataparticolarmente l’azione di lobby svilup-pata da Federmanager nei giorni scorsiper cercare di difendere il potere d’acqui-sto dei nostri pensionati, contro una misu-

ra che appare particolarmente ingiusta edemagogica.

Nel merito del provvedimento (Leggen. 111/2001, art. 18, comma 3), il testooriginario del Decreto è stato emandatoin sede parlamentare, pur confermandol’impianto normativo che prevede unmeccanismo di perequazione per sca-glioni di pensioni, riconoscendo la pre-cedente disciplina sulla rivalutazionesolo alle pensioni fino a cinque volte iltrattamento minimo Inps.

Ai trattamenti pensionistici superiori acinque volte il trattamento minimo Inps,invece, la rivalutazione automatica dellepensioni non è concessa, con esclusionedella fascia di importo inferiore a tre volteil predetto minimo Inps, con riferimentoalla quale l’indice di rivalutazione auto-matica delle pensioni è applicato, nelbiennio 2012/2013, nella misura del70%.

La formulazione della norma in esamenon è particolarmente chiara, prestandosia dubbi di carattere interpretativo che,infatti, hanno generato difformi indica-zioni apparse sugli organi di stampa.

Tuttavia, l’interpretazione che, anostro avviso, sembra rispondente allalettera della norma è quella per cui agliassegni pensionistici superiori alla sogliadi cinque volte il trattamento minimoInps vie ne concessa esclusivamente laquota di rivalutazione nella misura del70%, anziché del 100%, per la parte dipensione inferiore a tre volte il predettominimo Inps, quindi fino a circa 1400euro. La parte rimanente della pensione,invece, rimarrà congelata ai livelli del-

l’anno precedente, senza alcun ritoccolegato all’inflazione.

In sintesi, il meccanismo di perequa-zione automatica delle pensioni nel bien-nio 2012/2013, opererà come segue:

◗ Pensioni fino a cinque volte il tratta-mento minimo Inps

– 100% di rivalutazione per gli importifino a tre volte il trattamento minimoInps;

– 90% di rivalutazione tra tre e cinquevolte il predetto minimo Inps (cioècirca tra 1400 euro e 2300 euro), se -condo la normativa previgente.

◗ Pensioni superiori a cinque volte iltrattamento minimo Inps

– 70% di rivalutazione per gli importifino a tre volte il trattamento minimoInps;

– nessuna rivalutazione per gli importisuperiori a tre volte il trattamento mini-mo Inps.

3. Altri provvedimenti a carico dellepensioni. A ciò si aggiunga (Legge n.111/2011, art. 18, comma 22-bis) l’appli-cazione di un contributo di solidarietàintrodotto sulle cd. “pensioni d’oro”, cioèsuperiori ai 90.000 euro lordi annui. Perun periodo transitorio a cominciare dalmese di agosto 2011 e fino al 31 dicembre2014, infatti, per la quota di pensioneeccedente i 90.000 euro verrà applicatoun contributo di solidarietà del 5%; oltrei 150.000 euro tale contributo viene ele-vato al 10%. Al di sotto della soglia di90.000 euro lordi annui, invece, non verràapplicata nessuna ulteriore trattenuta.

Ai fini della determinazione dell’im-porto complessivo del trattamento pen-sionistico su cui applicare il citato contri-buto di solidarietà, viene considerata siala quota corrisposta dall’Inps sia la quotadei trattamenti pensionistici integrativicorrisposti dai Fondi di previdenza com-plementare (ad esempio Previndai o Pre-vindapi), precisando, per questi ultimi,che si tratta solo delle prestazioni erogatein forma di rendita, con esclusione dellaparte percepita in forma di capitale.

I provvedimenti economici emanati dal governo dell’estate 2011

La “Manovra Monti” e il decreto “Salva Italia”

L’esame dei provvedimenti emanti dal luglio del 2011: si tratta nel complesso di una “Manovra”complessa e incompiuta. Difficile da leggere e interpretare

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17gennaio-febbraio 2012

Da quanto sinteticamente esposto so -pra, si coglie l’iniquità di un interventoche torna a colpire – per la quinta voltanegli ultimi 13 anni – le pensioni di fasciamedio-alta, contro il quale la Federazioneha promosso una intensa campagnamediatica ed un’azione di sensibilizza-zione verso tutte le componenti politiche,in collaborazione con Manageritalia.

In particolare, mentre si è già data evi-denza dei nostri interventi sulla stampa,meritano di essere sottolineate anche lenumerose relazioni istituzionali avviatenella fase di analisi parlamentare dellaManovra, sia con partiti di maggioranzache di opposizione, per tentare di modi-ficare il testo del provvedimento in e -same.

4. Ulteriori provvedimenti in materiaprevidenziale. Oltre alle misure indicatein precedenza la Manovra ha introdottoanche i seguenti ulteriori provvedimentiin materia previdenziale:

• Pensioni – adeguamento dei requisitiall’incremento della speranza di vita(art. 18, comma 4)Si è modificata la disciplina normativa

introdotta dall’articolo 12 del decretolegge n. 78/2010, che prevede l’adegua-mento dei requisiti pensionistici all’incre-mento della speranza di vita rilevato dal-l’Istat, in modo da anticipare al 1° gen-naio 2013 (invece del 1° gennaio 2015)il primo adeguamento dei trattamentipensionistici all’indice di speranza divita.

Per effetto di tale disposizione, in pra-tica, ogni tre anni – sulla base del calcoloche sarà effettuato dall’Istat – sarannoadeguati all’incremento della speranza divita sia i parametri per la pensione dianzianità sia quelli per la pensione di vec-chiaia, fino ad arrivare, si stima, ad unaumento pari a 4 anni di lavoro per rag-giungere i requisiti per la pensione di an -zianità da qui al 2052, quando il requisitoper la pensione di vecchiaia sarà arrivatoa 69 anni.

• Pensioni di anzianità – posticipo delledecorrenze dei trattamenti (articolo18, commi 22-ter, 22-quater e 22-quinquies)Per coloro che maturano i requisiti per

il diritto al pensionamento indipendente-mente dall’età anagrafica – ovvero conalmeno 40 anni di contributi – vengonoposticipate le decorrenze del pensiona-mento di anzianità, in misura pari a unmese per coloro che maturano i requisiti

nell’anno 2012, a due mesi per coloroche maturano i requisiti nel 2013 e a tremesi per coloro che maturano i requisitia decorrere dal 2014.

Le decorrenze previgenti continuanoad applicarsi a un contingente limitato dilavoratori che si trovano in particolaricondizioni (lavoratori collocati in mobi-lità e che maturino i requisiti per il pen-sionamento entro il periodo di fruizionedell’indennità; lavoratori collocati inmobilità lunga; lavoratori titolari di pre-stazione straordinaria a carico dei fondidi solidarietà).

• Pensioni di vecchiaia delle donnelavoratrici – aumento dei requisitianagrafici (articolo 18, comma 1)Dal 1° gennaio 2020 è previsto un pro-

gressivo innalzamento, da 60 a 65 anni,del requisito anagrafico per la pensionedi vecchiaia, per le lavoratrici dipendentie autonome la cui pensione è liquidata acarico dell’A.g.o. o di forme sostitutivedella stessa o della gestione separata Inps(articolo 2, comma 26, della legge335/1995).

In particolare, il requisito anagrafico di60 anni per il sistema retributivo e mistononché contributivo (ai sensi dell’articolo1, comma 6, lettera b, della legge n.243/2004) viene incrementato di unmese. Tali requisiti sono ulteriormenteincrementati di 2 mesi a decorrere dal2021, di 3 mesi dal 2022, di 4 mesi dal2023, di 5 mesi dal 2024, di 6 mesi dal2025 per ogni anno fino al 2031 e di ulte-riori 3 mesi a decorrere dal 2032.

• Pensioni ai superstiti – “norma anti-badanti” (articolo 18, comma 5)Viene ridotta, con effetto sulle pensio-

ni decorrenti dal 1° gennaio 2012, l’ali-quota percentuale della pensione a favo-re dei superstiti dell’assicurato o pensio-nato deceduto, nell’ambito del regimedell’assicurazione generale obbligatoriae delle forme esclusive o sostitutive didet to regime, nonché della gestioneseparata Inps. La riduzione opera nei casiin cui il matrimonio con il dante causasia stato contratto ad età del medesimosuperiori a 70 anni e la differenza di etàtra i coniugi sia superiore a 20 anni, nellamisura del 10% in ragione di ogni annodi matrimonio con il dante causa man-cante ri spetto al numero di 10. In caso difrazione di anno la riduzione percentua-le è proporzionalmente rideterminata. Ledisposizioni non si applicano nei casi dipresenza di figli di minore età, studenti,o inabili.

5. Con il decreto “Salva Italia” la pres-sione fiscale sale al 45% del PIL. Allacomplessità della “Manovra Monti” di cuiabbiamo dato illustrazione ai paragrafiprecedenti si aggiungono i contenuti delDecreto “Salva Italia” come lo stesso Pre-sidente del Consiglio, Prof. Mario Montiha denominato il D.L. 6 dicembre 2011,n. 201 (convertito in Legge il 22 dicembre2011 - L. n. 214).

Si tratta di un ulteriore pacchetto dimisure destinate alla correzione dei contipubblici per un ammontare di 32 miliardidi euro nel 2012, 35 miliardi nel 2012 e37 miliardi nel 2014.

Di questi importi, circa i due terzivengono da maggiori entrate e un terzoda tagli di spesa. È di tutta evidenza,quindi, l’impatto che ne deriverà in ter-mini di aumento della pressione fiscale,la quale raggiungerà il livello record del45% del Prodotto interno lordo, comeè stato confermato anche dalla Bancad’Italia.

Il Decreto in esame contiene, infatti,una serie di interventi strutturali finaliz-zati principalmente ad assicurare l’obiet-tivo del pareggio di bilancio nel 2013, inlinea con le previsioni delle manovre esti-ve introdotte dal precedente Governo,mentre solo una quota residuale dellerisorse che perverranno dalla Manovrasono rivolte a rilanciare lo sviluppo.

La parte più consistente delle maggio-ri entrate previste sarà generata dall’IMU(ex ICI), la nuova imposta municipaleunica che colpirà anche la prima casa eche rimarrà per la quota maggioritariaallo Stato. L’altra voce importante di en -trata è data dall’incremento delle accisesui carburanti, come si è potuto già con-statare dal rincaro del pieno di carbu-rante.

6. Ancora provvedimenti di carattereprevidenziale introdotti dal decreto“Salva Italia”. Effetti negativi sulla nostracategoria. In particolare, in materia pre-videnziale, con l’applicazione pro-rataper tutti del metodo contributivo di cal-colo delle pensioni dal 1° gennaio 2012si determina il definitivo superamento delsistema delle pensioni di anzianità calco-late con il metodo retributivo e dei pre-cedenti criteri di accesso alla pensione(“quote” e finestre di uscita).

Ciò provoca pesanti effetti negativiper una moltitudine di lavoratori, com-presi molti dei nostri Colleghi, che sivedono spostare anche di parecchi annil’accesso al pensionamento, visto chesono stati salvaguardati solo coloro che

Economia

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18 gennaio-febbraio 2012

hanno ma turato i requisiti anagrafici econtributivi entro il 31/12/2011. È pre-vista, inoltre, una serie limitati di casi diesenzione, tra i quali sono compresi iprosecutori volontari autorizzati dal-l’Ente previdenziale entro la data del 4dicembre 2011, la cui determinazionesarà condizionata anche dalle modalitàdi applicazione delle ri sorse che verran-no stanziate.

Con specifico riferimento alle aspetta-tive della dirigenza, che in questi anni dicrisi economica ha pagato un costo ele-vato in termini di risoluzioni di rapportidi lavoro, abbiamo evidenziato ripetuta-mente al Governo ed a numerosi espo-nenti politici, la necessità di prevedereuna clausola di salvaguardia per queilavoratori/dirigenti che al momento del-l’entrata in vigore del provvedimento diriforma abbiano già risolto il rapporto dilavoro facendo affidamento sul prospet-tato raggiungimento del requisito pensio-nistico.

Su tale specifica questione, abbiamopresentato delle proposte di emenda-mento al testo del decreto, nella fase diapprovazione parlamentare, mettendo inevidenza come si sarebbe venuta a creareuna fase di rilevante criticità per i soggetticoinvolti, i quali sarebbero rimasti senzaretribuzione e senza la possibilità di acce-dere a pensione né ad ammortizztorisociali.

7. Prosegue l’azione di tutela dellaFederazione. Purtroppo, all’atto dellaconversione in legge del decreto, è statoposto il voto di fiducia e le nostre richiestedi salvaguardia non hanno potuto trovareaccoglimento pur registrando, relativa-mente alla situazione degli “esodati”dalle aziende, una condivisione trasver-sale da parte di esponenti politici – cheavevano anche accolto le nostre propostedi emendamento in sede di esame del leCommissioni parlamentari – consapevolidella necessità di intervenire per dare una

risposta ad un bisogno reale di molti lavo-ratori, su cui lo stesso Governo si è dimo-strato sensibile, accogliendo un ap positoOrdine del giorno presentato alla Cameradei Deputati.

A tale proposito, si ricorda che, condecreto del Ministro del Lavoro, da adot-tare entro tre mesi dalla data di entrata invigore della legge di conversione deldecreto in esame, di concerto con il Mini-stro dell’Economia e delle Finanze, è pre-visto si definiscano le modalità di attua-zione dei benefici di esenzione dal prov-vedimento di riforma.

La Federazione, pertanto, sta conti-nuando a premere sui ministri competen-ti affinché in tale occasione si possanorecepire quei correttivi al provvedimentoche consentano di venire incontro allegiuste aspettative di molti lavoratori/diri-genti, in particolare con riferimento allaspecifica questione degli “esodati” dalleaziende. ❑

Economia

Dal Congresso Nazionale di Bologna del 2-3 dicembre 2011

La riconferma del Presidente Giorgio Ambrogioni

Le elezioni degli organi federali di Federmanager per il triennio 2011-2014

ABologna nei giorni 2-3 dicem-bre 2011 si è tenuto il Con-gresso Nazionale di Federma-

nager nel corso del quale è avvenutal’elezione del Presidente e degli orga-ni direttivi della Federazione.

• Presidente FederaleÈ stato confermato al primo scruti-

nio l’attuale Presidente Giorgio Am-brogioni (108 voti su 128 votanti).

• Vice Presidente: Poledrini Carlo

• Tesoriere Federale: Bissaro Gian-gaetano (112 voti su 125 votanti)

• Collegio Nazionale dei Probiviri:(124 votanti)

1. Taddei Giuseppe (Pisa) 77 voti2. Lombardelli Roberto (Ferrara) 56

voti3. Trabucchi Fiorenza (Milano) 55

voti.4. Benedetto Salvatore (Roma) 53

voti

5. Lesca Claudio Roberto (Torino) 49voti

Sono stati eletti come componentisupplenti1. Pappalardo Salvatore (Siracusa)

47 voti2. Nocera Antonietta (Friuli) 47 voti

I componenti del Collegio Naziona-le Probiviri hanno a loro volta eletto:Trabucchi Fiorenza - PresidenteLesca Claudio Roberto - Segretariodell’Organo Collegiale

• Collegio dei Revisori dei contiSono risultati eletti come compo-

nenti effettivi (122 votanti):1. Cima Anita Marina (Torino) 79 voti2. Carrara Corrado (Roma) 74 voti3. Rattotti Walter (Piacenza) 58 voti

Sono risultati eletti come compo-nenti supplenti:1. Ferretti Luca (Reggio Emilia) 56

voti

2. Brazzoduro Guido (Milano) 53voti

Ai nuovi eletti il giornale esprime ilproprio compiacimento unitamenteall’augurio di un lavoro proficuo.

Candidati APDAI eletti nella riu-nione di insediamento del Consi-glio nazionale (Milano 20-21 gen-naio 2012)

• Giunta esecutiva (compon. in ser-vizio) Bertolina Marco (n. 26 voti).

• Delegazione federale per le con-trattazioni Pignatelli Luigi (n. 27voti).

• Comitato Nazionale Coordina-mento Dir. Pensionati SartorioAntonio (n. 34 voti).

• Commissione Welfare e lavoroMonica Bastiani (nominata)

segue da pag. 17

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19gennaio-febbraio 2012

Federmanager Torino

Sostenere i dirigenti di doma-ni. Questo l’intento alla basedell’istituzione di due borse

di studio per premiare una tesi dilaurea in Economia all’Universitàdegli Studi di Torino ed una inIngegneria Gestionale al Politec-nico di Torino che trattino argo-menti di interesse per la categoriadei dirigenti e manageriale ingenere.

Il 28 novembre 2011 si è tenutala cerimonia di consegna ufficiale dei premi 2011presso la sede torinese di Federmanager. I vincitorihanno illustrato le loro tesi alla presenza e con ilcommento dei professori relatori. L’Ing. ElizabethParadiso ha illustrato il suo lavoro su “RelazionePay-Performance, proprietà e concorrenza: verifi-che su un campione di imprese italiane quotate”(relatrice Prof.ssa Laura Rondi) mettendo in eviden-za alcuni elementi di grande interesse per chi sioccupa dei sistemi retributivi e premiali.

Il Dr. Francesco Lovera, invece, si è occupato di“Un simulatore di Borsa con dati reali per l’analisiquantitativa di derivative strategies” (relatore Prof.Pietro Terna) ottenendo interessanti risultati sull’an-damento dei mercati utilizzando degli agenti creatiad-hoc. Hanno composto la commissione esami-

Prima edizione “Premio Federmanager Torino”Conferito a tesi di laurea in economia

e in ingegneria gestionalenatrice: Renato Cuselli, Presiden-te Federmanager Torino, LuigiPignatelli, membro della giunta diFedermanager Torino, e i professo-ri Sergio Rossetto, Preside della IVFacoltà di Ingegneria, e PietroTerna, Direttore del Dipartimento“Prato” di Economia.

Questa è la prima edizione delPremio Federmanager Torino. L’i-dea di istituire questo riconosci-mento nasce con un duplice obiet-

tivo: da un lato, premiare dei giovani promettentie, dall’altro, stimolare la ricerca e gli studi su mate-rie di interesse per dirigenti e manager dell’industriae dei servizi. Le tesi premiate sviluppano, infatti,metodi o approcci di supporto al lavoro dei mana-ger, sia a livello strategico sia operativo. L’intenzio-ne è di promuovere chi sviluppa un lavoro di ricercain grado di identificare e suggerire best practice inambito manageriale.

L’iniziativa si inserisce nel ventaglio di attività cheFedermanager Torino intraprende ogni anno perdare il proprio contributo allo sviluppo del territo-rio. In particolare, su questo argomento sono giàvisionabili i bandi per il Premio Federmanager Tori-no 2012 pubblicati sul sito www.torino.federmana-ger.it. ❑

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20 gennaio-febbraio 2012

Storia

I l miglior modo, il più immediato edefficace, per comprendere appieno laprofondità della visione europeista e

federalista di Luigi Einaudi è quello ditener costantemente presente una suddi-visione logica,e dunque una comparazio-ne tripartita, fra lo stato attuale dell’Unio-ne Europea, la posizione strategica deifederalisti europei, a mezzo secolo dallamorte di Einaudi, e infine il pensiero delNostro nell’arco della sua lunga vita.

L’Unione Europea non è una federazio-ne. Vi è concordanza nel definirla unaconfederazione con alcuni elementifederali (corte di giustizia, parlamento,moneta). Una confederazione è un trat-tato fra stati, in cui le decisioni sono presein seguito ad un accordo tra i capi digoverno, e quelle importanti devonoessere votate all’unanimità. Una federa-zione è uno stato di stati, cioè uno statodi livello superiore, a cui i singoli statidecidono, una volta per tutte, di delegaregli affari più importanti (in genere la poli-tica estera, la politica economica, lamoneta, la difesa, e pochi altri settori). Ledecisioni vengono prese a maggioranzada una camera alta degli stati, e da unacamera bassa dei singoli cittadini, e ilpotere esecutivo risponde a questo parla-mento, non ai governi dei singoli stati.

Una federazione siffatta è ciò per cui sibattono i federalisti europei, nati comemovimento politico in Gran Bretagna nel1939 e in Italia nel 1943. Il denso nucleodi pensiero racchiude innanzitutto il pro-getto della costruzione della pace tra i

popoli, nel solco del pensiero elaboratoin passato da Imanuel Kant, AlexanderHamilton , Pierre-Joseph Proudhon, ealtri . Ma già Einaudi nel 1918 ebbe chia-rissima la percezione che se, dopo l’im-mane carneficina della prima guerramondiale, il trattato di pace fosse statovessatorio nei confronti della Germaniasconfitta, l’orrore si sarebbe ripetuto.L’anno dopo a Versailles le condizioni perla Germania furono durissime. Di lì apoco sorse il nazifascismo.

In quelli stessi anni Einaudi aveva par-lato per primo di Stati Uniti d’Europa. Edè stupefacente che contemporaneamenteavesse dichiarato a chiare lettere la suaavversione per la wilsoniana Società delleNazioni, che avrebbe figliato in seguitole Nazioni Unite, perché quella comequesta associazione era concepita perattribuire potere formale alle nazioni chegià detenevano quello sostanziale, risor-se, esercito, potere deliberante. Egli vede-va con chiarezza fin da allora quel che ifederalisti oggi predicano in modo siste-matico: la federazione europea esserenecessaria per se stessa, ma anche perchéprodromo alla federalizzazione delmondo, che è in se stessa l’armonizzazio-ne tra vari livelli di autonomia in cui nes-suno prevarica sugli altri, unico mezzoper realizzare la pace kantiana in questaaiuola che ci fa tanto feroci.

Tutto in Einaudi è originale e profondo,fosse pure il determinare, o il criticare,per esempio, il senso della più piccoladisposizione accessoria in materia tribu-taria. Abituati come siamo a slogan ripe-tuti come quello sull’assoluta primaziadella politica sull’economia, stentiamo

sulle prime a raccapezzarci di fronte allaperentoria affermazione che solo la sal-vaguardia dell’impresa economica intutte le sue potenzialità, inquadrata entroun recinto di regole chiare e inflessibili,assicura la prosperità e la giustizia, men-tre al contrario un mondo in cui le impre-se siano libere di condizionare il poterepolitico, in cui ogni affare economicodiventi affare di stato, in cui si estenda lacommistione senza fine tra imprese pub-bliche e private, in cui dilaghi il lobbismo,è proprio ciò che fraudolentemente vienechiamata, a parere di Einaudi, primaziadella politica. La quale, inoltre, essendocosì compromessa, tralascerà di perse-guire le intraprese occulte delle coschefinanziarie, come puntualmente avvieneoggi sotto i nostri occhi.

La costruzione EuropeaOra la costruzione europea per Einaudi

ha da essere ben questo, l’affermazionedella sana competizione tra imprese. Equesto in parte è innegabilmente avvenu-to, anche se, vivendo ai tempi nostri, nonapproverebbe certo la ragnatela di rego-lamenti su prezzi, prodotti, quote e con-tingentamenti, e, più in generale, il pro-liferare di disposizioni complicate e com-promissorie.

Naturalmente agli stati compete mas-simamente la crescita delle condizionifavorevoli all’esplicarsi dello sviluppoeconomico più armonico ed esteso, edunque, anche per la federazione euro-pea, all’ampliarsi massiccio di ogni tipodi infrastrutture, in particolare di quelleche solo la dimensione continentale puòrealizzare. Einaudi si sofferma in partico-

Nel cinquantenario della morte: 30 ottobre 1961

L’attualità federalista di Luigi Einaudi

Emilio Cornagliotti

Il 1961 non è soltanto il centocinquantenario dell’Unità d’Italia e della morte di Cavour, ma anche il cinquantenario della mortedi Luigi Einaudi, che si spense a Roma il 30 ottobre 1961. Fra i molteplici aspetti dell’opera di questo grande piemontesevi sono, meno noti di altri, gli studi e le riflessioni in tema di Europa. Eppure hanno un’importanza eccezionale, tanto da collocare Einaudi, insieme a Ernesto Rossi, Adriano Olivetti,Alcide De Gasperi, e Mario Albertini, tra i più grandi europeistid’Italia

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21gennaio-febbraio 2012

lare sui trasporti e sui trafori, per i qualifa una disamina accurata della infinitàvarietà dei benefici potenziali, diretti eindiretti. E se potesse ascoltare le idiozieproferite da chi oggi combatte questo tipodi progresso, che, insieme alla istruzione,sta alla base di ogni altro progresso, sirivolterebbe nella tomba.

Nel dibattito federalistico ha moltospazio il tema della salvaguardia dei valo-ri e delle tradizioni locali. Einaudi ebbea cuore questa materia, così come unaltro grande federalista piemontese,Adriano Olivetti. Per l’uno e per l’altro,anzi, proprio la valorizzazione delleautonomie, anche quelle poco estese, èil tratto caratteristico del federalismo chevive con pari intensità ad ogni livellodell’organizzazione sociale. Ma il fede-ralismo ha, connaturale, un unico grandenemico, il nazionalismo, che è semplice-mente e puramente quella costruzionepolitica che per sua natura genera conflittie povertà a vantaggio di pochi. E dunqueè chiaro che sotto le spoglie del federali-smo non può mascherarsi il micronazio-nalismo. Anche in questo la nettezza diatteggiamento di Einaudi permane esem-plarmente attuale.

Che l’unificazione economica delmondo dovesse accadere era un neces-sità storica per il Nostro. Più che Rifkin oStiglitz, ameremmo sopra ogni altra cosasentire oggi il suo pensiero sulla globaliz-zazione. Egli pensava che le grandi guerrefossero mosse dalla necessità di unificareeconomicamente il mondo. E dunque seil mondo si unifica attraverso la pace anzi-ché con la guerra, ciò sembrerebbedoversi preferire. Tuttavia non si nascon-deva che le guerre non sono solo quelleguerreggiate, ma anche quelle economi-che, che sono guerre di posizione spessosotterranee, le quali possono produrredisastri come le prime, o addirittura tra-sformarsi in esse. L’unico rimedio è chel’unificazione del mondo avvenga nel-l’ambito di un costante e pervasivo pro-cesso federativo. Morendo nel ’61 nonpotè assistere alla svolta che Nixon e Kis-singer impressero alla politica estera,inaugurando la coesistenza pacifica, chesignificò essenzialmente il dominio indi-sturbato dell’America nel suo impero, edelle potenze comuniste nei loro, e chequeste ultime avrebbero concretamentepatito al paragone un degrado del lorosistema, distruttore anziché produttore diricchezza come quell’altro.

Il passaggio delle economieE non potè assistere al crollo del comu-

nismo, che avrebbe visto avverarsi le sueprofezie. Ma in conseguenza di essoavrebbe osservato il febbrile passaggiodelle economie comuniste al libero mer-cato, inaugurato dalle 14 enclaves capi-taliste di Deng-Tsiao-Ping sulle costedella Cina, cui seguirono uno dopo l’altrotutti i sistemi economici di quel tipo, epoi quelli emergenti. E dunque avrebbeosservato l’impetuoso sviluppo di quelmondo, e la crisi relativa del mondo occi-dentale, che vengono ricompresi a pienotitolo in quella che chiamiamo globaliz-zazione. Ma noi oggi sentiamo massima-mente la mancanza dell’analisi, della dia-gnosi, e della terapia indicata da un uomocome Einaudi, a fronte degli esiti medio-cri prodotti dalla classe politica attuale,certo non solo italiana.

La struttura della federazione costi-tuenda era ben chiara per Einaudi, conalcune interessanti peculiarità. Gli scam-bi saranno senza limiti e impacci, ma conun periodo transitorio. Del pari le migra-zioni interne, e favorite quelle dall’ester-no. La moneta unica potrà anche mante-nere il nome nazionale, ma ovviamenteil rapporto con le altre dovrà essere fisso.La cosa potrebbe sembrare strana, ma sesi pensa che l’introduzione dell’Euro, lad-dove non controllata come in Italia, ebbesicuramente effetti inflazionistici, lapreoccupazione di Einaudi non era ingiu-stificata. Occorre ricordare che moltianni prima si oppose all’introduzione inItalia delle chilolire: quale uomo politicoavrebbe avuto inibizioni, egli osservava,a perorare per la propria zona elettoralealti importi di spesa, trattandosi di milionie non di miliardi? Infine per tutte le attivitàche hanno necessariamente un respirocontinentale, nessun dubbio.

La costruzione dell’Europanel pensiero di Einaudi

Poste, telefoni, brevetti, pesi e misure,malattie, epidemie, avranno gestionefederale. Il suo liberismo era ben tempe-rato. Per il lavoro invece preferiva unalegislazione nazionale.

La costituzione di un esercito federaleè naturaliter centrale nella sua costruzio-ne politica, ma propone che federalisiano esercito, marina e aviazione, men-tre i carabinieri in Italia, e milizie consi-mili in altri paesi, dedicate all’ordineinterno, dovevano rimanere nazionali. Ilcalcolo economico dell’enorme rispar-mio che oggi nell’Europa a 27 viene daalcuni stimato nell’ordine del 50%, era

Storia

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22 gennaio-febbraio 2012

valutato da Einaudi molto di più. Cheabbia ancora una volta ragione lui?

I vari livelli della magistratura dovran-no essere per lo più nazionali, tranne lacorte suprema. La rete diplomatica perEinaudi avrebbe dovuto essere federalesolo per le materie federali, mentre sidovevano mantenere le ambasciatenazionali per tutte le altre materie. Eglipensava, nel rispetto assoluto delle pecu-liarità nazionali, che il potere di iniziativanella propagazione di cultura e commer-cio non poteva essere lasciato annegarein una anonima mega-ambasciata in ognipaese.

La forma finale degli organi legislativiera disegnata classicamente dalla presen-za di una camera alta e di una camerabassa, che egli chiamava Consiglio diStato e Consiglio legislativo rispettiva-mente; in sostanza la camera degli stati ela camera del popolo europeo. Ciò è esat-tamente la proposta attuale federalistica.Il diritto di iniziativa sarebbe spettato a unconsiglio dei ministri federale, che avreb-be eletto un presidente a turno. Egli vede-va nella chiamata elettorale al ConsiglioLegislativo l’occasione per il popoloeuropeo non solo di esprimere il proprio

volere, ma l’op-portunità peda-gogica di concor-rere cosciente-mente a una co -struzione politicarivoluzionaria.

Il reperimento delle risorse federaliInfine, concludendo, per quanto attie-

ne alle risorse, il grande studioso di scien-za delle finanze aveva ovviamente le ideeben chiare. Eliminate del tutto le doganeinterne, le dogane verso l’esterno, cheegli voleva in via di progressiva riduzione,saranno ovviamente federali. Correlativead esse, le imposte di fabbricazione suimanufatti prodotti internamente, sarannogiustificate dal proposito di rendere com-petitive le imprese europee. Le impostesui redditi dovranno essere nazionali,mentre quelle sui consumi andranno allafederazione, perché altrimenti gli statisarebbero indotti a politiche discrimina-torie. Le entrate derivanti dalle attività fer-roviarie, postali, marittime, telefonichesaranno di pertinenza federale, perché èa livello federale che vengono gestite. L’e-ventuale avanzo del bilancio federale

verrà restituito agli stati in funzione delnumero degli abitanti.

Luigi Einaudi si colloca, con Giusep-pe Peano, al vertice intellettuale e scien-tifico offerto dalla bella e ricca provin-cia di Cuneo. Li accomunava non soloun certo ispido carattere, non estraneoalla loro piemontesità, ma anche inqualche modo la traiettoria del lorodestino. Il padre dell’assiomatica dellaaritmetica, dell’analisi, della geometriadovette attendere che Bertrand Russellscoprisse la sua opera, e la rivelasse almondo intero in tutto il suo valore,come fondamento essenziale dellamatematica moderna.

Il pensatore, originario della Val Maira,trova oggi, forse più che in passato, il rico-noscimento che la prospettiva storica gliassegna ormai come intellettuale a tuttocampo, che travalica i grandiosi meriti diuomo di stato e di economista, per espan-dersi a quelli della politologia, dellasociologia, della riflessione morale e filo-sofica, raggiungendo in ciascuno di essimolti risultati a tutt’oggi insuperati, a cuisempre più frequentemente ci accostia-mo, come nel caso del federalismo euro-peo. ❑

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23gennaio-febbraio 2012

Federmanager Minerva

Venerdì 18 novembre in Torino,presso la sala conferenze delMuseo Regionale di Scienze Natu-

rali, si è svolto l’incontro “Le aziende cheinvestono sulle donne”. Organizzatodall’Ufficio delle Consigliere Regionali diParità della Regione Piemonte, Avv. AlidaVitale e Avv. Franca Turco, l’evento haavuto ad oggetto lo stato dell’arte del pro-getto “è-quality” e la pubblicazione deisuoi risultati per il 2011. Il progetto, attra-verso un’analisi statistica aziendale, vuolevalorizzare l’occupazione femminilenella Regione Piemonte e premiare leaziende virtuose, non solo per il numerodi donne presenti in azienda ma anche peril raggiungimento degli obiettivi aziendaliattraverso le politiche di parità. La matti-nata si è aperta con il saluto dell’Assessoreal Lavoro e alla Formazione Professionaledella Regione Piemonte, Claudia Por-chietto, che ha sottolineato quanto ilmovimento delle pari opportunità non siae non debba essere considerato un tenta-tivo di favoritismo verso le donne, bensìun incentivo alla valorizzazione delle pro-fessionalità di entrambi i sessi, in un otticameritocratica. A ciò ha dato eco l’inter-vento della Consigliera per le Pari Oppor-tunità della Regione Piemonte, Alida Vita-le, che ha sottolineato come la qualità inperiodo di crisi faccia la differenza per leaziende e possa essere raggiunta soloattraverso una parità uomo-donna. L’in-contro è proseguito con l’esplicazionedelle linee guida del progetto “è-quality”,fondato su un approccio statistico compa-rativo radicato su procedure informatiche,

e l’illustrazione dei bandi regionali per lepari opportunità, di interesse professiona-le, quale l’iniziativa Play curriculum, efamigliare, quale il congedo parentale.

Come far crescere i talenti femminili inazienda? Per rispondere alla domanda ilprogetto “è-quality – viaggio nelle impre-se dove parità e Qualità” ha interrogato"i percorsi" delle donne che sono giuntein posizioni di vertice.

Marina Cima, referente Gruppo Feder-manager Minerva Torino e Paola Casagran-de - Direttore Istruzione, Formazione Pro-fessionale e Lavoro della Regione Piemontehanno avuto il compito di riassumere con-tenuti e riflessioni emerse nell’ambito di unfocus group che si è tenuto il 22 giugnopresso la Regione Piemonte al quale ha par-tecipato Federmanager Minerva con laReferente ed un gruppo di socie: MonicaBastiani, Roberta Laudito e Mirella Tronci.

E-quality viaggio nelle imprese dove la parità è qualità

Le aziende che investonosulle donne

Filippo Novario

Una vita in salutePier Giorgio Prato

Ppresso la “Scuola Universitaria ScienzeMotorie”, si è tenuto nel mese di novembreil Convegno facente parte di un progetto “Io,

Donna, voglio una vita serena in salute”, orga-nizzato dalla Consulta Femminile Comunale.

Il tema verteva su un argomento ritenutomolto delicato, ma di grande attualità, che èquello delle malattie trasmesse sessualmente.

Per sottolinearne l’importanza, ancheFEDERMANAGER figurava tra gli sponsor enon è mancata, naturalmente, la partecipazio-ne del gruppo Minerva.

In una sala gremita di giovani donne, hadato inizio al Convegno Maria Pia Pianta, Pre-sidente della Consulta Femminile Comunale.Sono seguiti interventi di autorità quali MariaGrazia Spinosa, assessore alle Pari Opportu-nità del Comune di Torino e di medici operantinel settore. Prevenzione, informazione esoprattutto conoscenza sono stati evidenziati.Occorre sapere i rischi che si corrono e pre-venirli per l’importantissimo obiettivo che è lasalvaguardia della salute. Soltanto conservan-do la propria integrità si può vivere felicemen-

te ed avere anche successo sul lavoro. “E nonsoltanto sul lavoro ma anche nello sport” haosservato Livio Berruti, l’indimenticato cam-pione medaglia d’oro dei 200 m.piani alleOlimpiadi di Roma del 1960. Si deve star benenel rispetto di noi stessi e degli altri.

Anche Gian Luca Pessotto, ex calciatoredella Juventus, nel suo breve intervento, ha riaf-fermato l’importanza del problema trattato.

Anna Mortarino del gruppo Minerva, dopoaver portato i saluti di Renato Cuselli e di Mari-na Cima, ha aggiunto che il suo gruppo pro-muove le tematiche al femminile.

La serenità è un benessere psicofisico neces-sario in tutte le attività. Senza salute non esistela serenità. Vanno quindi resi noti i percorsi diprevenzione per evitare situazioni a rischio.Federmanager condivide queste attenzioni peri giovani, importanti per il loro avvenire.

Federico Dosio coordinatore del gruppoGiovani Dirigenti di Federmanager ha dettoche per ricostruire il nostro paese bisogna par-tire dai giovani. Servono creatività, fiducia epassione come stimolo per il futuro.

I successivi interventi, molto professionali,sono stati seguiti con grande interesse dai par-tecipanti a questa lodevole iniziativa. ❑

Attraverso il focus “Donne al vertice. Idiversi percorsi”, è stato dato spazio adesperienze concrete nella ricerca dellaparità, tra cui quella di FedermanagerMinerva. Marina Cima, referente Federma-nager Minerva Provincia di Torino, ha illu-strato la giovane ma già significativa espe-rienza del Gruppo Minerva, quale ente pro-motore di forum e iniziative regionali attead accrescere la figura della donna nellasocietà moderna, nelle professioni e inazienda. La mattinata si è conclusa con lapremiazione di tre aziende per cui le prassi,anche in ambito di parità uomo-donna, hacontribuito a raggiungere e superarre gliobiettivi aziendali. ❑

Partecipanti al Focus Group “è-quality”Franca Turco Consigliera di Parità Regione PiemonteAlida Vitale Consigliera di Parità Regione PiemonteNicoletta Ruggeri Reale Mutua AssicurazioniRenata Pelosini ARPA Piemonte

Roberta Laudito Fiat Group Automobiles S.p.A. (FMMinerva)Marina Cima IBM Italia S.p.A. (Referente FM Minerva)Susanna Rovere Volver Consulting S.a.s.Monica Bastiani ACCENTURE S.p.A. (FM Minerva)

Federico Dosio Coordinatore Nazionale GruppoGiovani Dirigenti FedermanagerMaria Pia Pianta Presidente della Consulta Femmi-nile Comunale di TorinoAnna Mortarino Gruppo Federmanager MinervaTorino

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24 gennaio-febbraio 2012

Mozione del ConsiglioNazionale CIDA

13-12-2011“La manovra del Governo Monti

rischia di non garantire il superamentodella crisi economico-finanziaria in cui ècaduto il Paese a causa anche della spe-culazione finanziaria internazionale.Sono indispensabili riforme e interventistrutturali connotati da profonda equitàper far uscire definitivamente il Paese dauna crisi che continua a opprimere il tes-suto sociale italiano. Crisi strutturale chesoffoca l’Italia a causa di una politicasuperficiale che tutte le forze politichehanno attuato da decenni senza cautelareil Paese da probabili fallimenti”. Sonoqueste le considerazioni del Presidentedella CIDA, Giorgio Corradini sulla“manovra Monti” nel corso del ConsiglioNazionale della Confederazione tenutosiil 13 dicembre a Roma.

Nel corso della riunione, il Consiglioha valutato che la manovra del GovernoMonti è necessaria ed urgente per evitareal Paese un sicuro fallimento nel con-tempo ha evidenziato come il peso dellastessa ricade, ancora una volta sui solitinoti: lavoratori dipendenti, pensionati,sui loro beni e sulle loro famiglie eviden-zia che le categorie rappresentate dallaCIDA ancora una volta contribuisconocon senso di responsabilità all’attivazio-ne di una pesante manovra auspica chein queste ore si concretizzino modificherichieste da CIDA atte a correggere palesiiniquità specie a carico dei lavoratoriche, perso il posto di lavoro, stanno ver-sando contributi volontari per un aggan-cio alla pensione che vedono allontanarecon la manovra in atto auspica infine chela manovra non receda di pur timidi inter-venti in materia di lotta all’evasione e diattuazione di liberalizzazioni ma soprat-tutto chiede, prima che malaugurata-mente si debba rendere necessaria unaulteriore manovra, il cui impatto per il

Paese e per la coesione sociale sarebbeinsostenibile, che il Governo immedia-tamente intervenga con un reale e sostan-ziale abbattimento dei costi della politicadiretti ed indiretti ad ogni livello un pianodi dismissioni del patrimonio pubblico edi privatizzazioni in settori non strategiciuna decisa e coraggiosa politica di libe-ralizzazioni una lotta efficace all’evasio-ne fiscale una improcrastinabile riformafiscale e delle giustizia civile e chesoprattutto non faccia mancare migliorie più ampie misure per la competitivitàdelle aziende e del Paese, senza le qualiogni sacrificio richiesto verrebbe vanifi-cato.

Il Consiglio Nazionale della CIDA purcomprendendo l’urgenza con cui ilGoverno ha dovuto operare, considerafondamentale che tutte le Parti Socialivengano coinvolte, d’ora in avanti, inuna autentica concertazione per mette-re finalmente al centro delle politicheeconomiche e valoriali il principio diequità. ❑

Cida

OSSERVAZIONI DELLA CIDA PIEMONTE

Questa Unione Regionale CIDA del Piemonte condivide ed apprezzail principio riportato sulla Proposta di Delibera n. 164 che pone comeobiettivo prioritario del Servizio Sanitario Piemontese non solo quellodella promozione “della salute dei cittadini” bensì quello della promo-zione del “benessere e della salute dei cittadini e delle comunità”, nellaconsapevolezza che “la vera ricchezza del sistema sanitario è la salutedei cittadini”.

Il piano socio sanitario della regione dovrebbe quindi costituire l’attodi programmazione con cui dare vita ad una sanità in grado di fornirerisposte appropriate e diversificate, e quindi idonee, sia sul territorioche negli ospedali.

Indubbiamente nel predisporre il piano non si può non tener contodel fatto che l’ultima manovra ha garantito solo 105 milioni per la coper-tura del ticket sulla specialistica. Il “buco” nei bilanci regionali è cal-colato in 381 milioni di euro. Anche la Regione Piemonte dovrà effet-tuare le necessarie verifiche e prendere decisioni non semplici. Restail fatto che anche la Regione Piemonte è sottoposta al piano di rientro.Dal giornale “La Stampa” di mercoledì 16 novembre si è appreso chel’Assessore regionale alla Sanità Dott. Paolo Monferino ha presentato iconteggi della sanità piemontese relativi al periodo dal 1°/1 al30/9/2011 che si sono chiusi con un risparmio di 56 milioni, con unaprevisione di chiudere l’anno in corso con un risparmio totale compresotra gli 80 e i 100 milioni.

Con queste indispensabili premesse si riportano di seguito le propostedella CIDA Piemonte con le quali si è cercato di contemperare l’equi-librio finanziario con le misure più urgenti da assumere:

1. A nostro avviso si dovrebbe procedere in modo propedeutico ad unaaggiornata analisi di contesto, ovvero ad una approfondita analisidel profilo demografico, epidemiologico e socio-economico dellapopolazione per tarare i più necessari interventi dei prossimi anni;

2. Vanno poi delineati specifici ambiti di intervento per i minori, pergli anziani e per i disabili. In estrema sintesi occorrerebbe preve-dere:

• per i minori: politiche di promozione del benessere supporti allefamiglie in crisi; affido etero familiare; servizi a favore dei soggetti inetà evolutiva affetti da disturbi neurologici e psicopatologici.

• Per gli anziani: estensione del servizio assistenziale domiciliare edi cure palliative; assegni di cura per tutte le famiglie che si fanno caricodi un anziano non autosufficiente; la possibilità di ricovero dei nonautosufficienti, in tempi logici, poiché trattasi di persone appartenentialla fascia più debole e indifesa della popolazione, senza costringerlea lunghe e penose attese.

• Per i disabili: centri di ascolto alle famiglie; consolidamento deicentri diurni; ricerca di modalità organizzative flessibili rivolte soprat-tutto a persone con marcata gravità.

3. Per quanto riguarda le strutture socio sanitarie il piano dovrebbe pre-vedere la valorizzazione delle strutture extra ospedaliere per farneuna leva fondamentale nel processo di riorganizzazione dei livellidi assistenza garantendo costi sostenibili. E’ poi fondamentale la ride-finizione delle funzioni e degli standard delle strutture a caratteretemporaneo e la flessibilità organizzativa;

4. Vanno migliorate la qualità, il governo clinico e la sicurezza deipazienti, la formazione degli operatori, la ricerca e la programma-zione degli investimenti, nonché le modalità di monitoraggio e valu-tazione delle azioni inerenti l’attuazione del piano;

5. riteniamo per ultimo importante sottolineare il ruolo che potrebbesvolgere una politica di sussidiarietà da attuare anche attraverso lastipula di appositi accordi di collaborazione tra la regione e i fondisanitari integrativi previsti dalla contrattazione collettiva. Tali accordipotrebbero contribuire in maniera significativa a sgravare gli onerieconomici a carico della regione in materia sanitaria diminuendo illivello delle domande di assistenza presso le strutture pubbliche conevidenti vantaggi per tutti.

Il PresidenteEdoardo Benedicenti

Proposta di piano socio sanitario 2011-2015 della RegionePiemonte e sui provvedimenti collegati

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25gennaio-febbraio 2012

Cida

Disegno di legge n. 169 “Finanziaria 2012” e Disegno di Legge n. 170 “Bilancio di previsione 2012 e Bilancio

pluriennale 2012-2014”OSSERVAZIONI DELLA CIDA PIEMONTE

Questa Unione Regionale CIDA del Piemonte condivide e apprezzal’impegno della Giunta per far fronte al disavanzo di oltre un miliardodi euro senza aumentare la pressione fiscale sui cittadini. La scelta delrigore finanziario dovrebbe tuttavia accompagnarsi, a nostro parere,alla contestuale previsione di interventi finalizzati a favorire lo sviluppoe la crescita. Naturalmente, vista l’entità del debito complessivo, l’o-perazione andrà condotta con grande attenzione mediante l’individua-zione di coperture adeguate.

Di seguito proponiamo schematicamente alcuni punti che conside-riamo di interesse strategico:

1) Costituzione di un fondo per investimenti: si potrebbe istituire unfondo di 40 milioni di euro da destinare al rilancio produttivo e allosviluppo di iniziative industriali.

2) Occorrono urgenti misure per favorire l’immissione di managerialitànelle PMI, autentico asse portante del sistema economico.

3) Avvio di operazioni finanziarie con la Banca Europea degli Investi-menti (BEI) per la raccolta di fondi da utilizzare per investimenti desti-nati a incentivare lo sviluppo dei settori ambientale, tecnologico,infrastrutturale, della ricerca, dell’energia e di altri settori strategiciallo sviluppo economico della Regione Piemonte.

4) Disposizioni per la trasparenza e la semplificazione dell’amministra-zione regionale. Si tratta di interventi che possono essere realizzatia costo zero con l’adozione di misure di razionalizzazione come adesempio potrebbe risultare la costituzione di un unico Ente per lo

sviluppo delle attività produttive. Lo scopo da raggiungere è quellodi conseguire percorsi virtuosi e recuperi di efficacia – efficienza –economicità.

5) Per quanto riguarda le attività culturali, giustamente individuate dallaFinanziaria tra gli strumenti per uno sviluppo economico, oltre checivile e sociale della Regione, occorrerebbe fare della sussidiarietàil principio ispiratore per il raccordo e il coordinamento dei soggettioperanti nel settore.

6) Come si è detto in premessa la Finanziaria e il bilancio dovrebberoconciliare rigore e sviluppo, ma dovrebbero soprattutto garantireintermedi equi e etici. In questo senso non possiamo che essere d’ac-cordo sulla particolare attenzione dedicata alle misure sociali cherischiavano altrimenti di ridursi per effetto dei minori trasferimentistatali. Come per i beni culturali anche per la sanità ci sentiamo dirivolgere un appello per una maggiore sensibilità ai vantaggi che pos-sono derivare da una maggiore collaborazione tra pubblico e privato.In particolare la collaborazione che la Regione potrebbe avviare coni fondi sanitari integrativi previsti dalla contrattazione collettivapotrebbero dare vantaggi per tutti alleggerendo gli oneri per la regio-ne mediante la stipula di apposite convenzioni.

7) Servono infine interventi per la prima valorizzazione dei beni immo-bili di proprietà della regione e degli enti vigilati e finanziati. Il relativo costo potrebbe essere coperto con gli introiti derivanti dal-

l’aumento di valore degli stessi immobili.

Edoardo Benedicenti

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26 gennaio-febbraio 2012

Sanità

L’incidenza della gonartrosi oartrosi del ginocchio nellapopolazione italiana è di circa

1 su 5 persone oltre i 65 anni, ed incirca 1 caso su 10 è sintomatica erichiede un trattamento. Per talimotivi, l’impianto di Protesi Totaledel Ginocchio è uno degli interventiOrtopedici in maggiore incremento.La ricerca a livello mondiale negliultimi anni si è fortemente concen-trata sullo sviluppo tecnologico diquesta metodica, e proprio il miglio-ramento delle tecniche chirurgichee dei materiali ha significativamentemigliorato i risultati dell’interventonegli ultimi 10 anni.

La Clinica Ortopedica Universita-ria di Ortopedia e Traumatologiadell’Ospedale Mauriziano UmbertoI di Torino diretta dal Professor Filip-po Castoldi, da anni centro di eccel-lenza di chirurgia protesica, è stataselezionata da due dei maggiori pro-duttori mondiali di impianti ortope-dici come uno dei centri pilota alivello italiano per l’introduzione diuna delle tecnologie più prometten-ti ap plicate a questo tipo di chirur-gia.

La tecnica (già ampiamente speri-mentata ed utilizzata negli StatiUniti negli ultimi anni) prevede l’u-tilizzo durante l’intervento di unostrumentario chirurgico specifica-mente disegnato e prodotto dalladitta manifatturiera per ogni pazien-te che dovrà essere sottoposto all’in-tervento.

In fase di preparazione dell’inter-vento, il paziente viene sottopostoad esami radiodiagnostici (Radio-grafie, Tomografia computerizzata oRisonanza Magnetica Nucleare) chevengono inviati informaticamentead un gruppo di ingegneri biomedicidella Ditta Produttrice negli StatiUniti. Dalla documentazione viene

estrapolato un modello tridimensio-nale dell’arto inferiore del paziente,sul quale viene disegnato uno stru-mentario chirurgico personalizzatospecifico per il singolo paziente eviene simulato l’impianto definitivo.Il “progetto” viene quindi inviati achirurghi che lo controllano, lo stu-diano ed eventualmente apportanole modifiche desiderate.

Una volta ricevuta l’autorizzazio-ne a procedere e fatte le debite even-tuali modifiche, la Ditta produceuno strumentario specifico per il sin-golo paziente che viene utilizzato insala operatoria al momento dell’in-tervento chirurgico.

Tale metodica presenta indubbivantaggi: riduzione dei tempi chirur-gici dell’intervento, riduzione del-l’invasività chirurgica (sui tessutimolli e sull’osso) e riduzione deipotenziali rischi di errore intraope-ratorio. Potenziali benefici sonoauspicabili in termini di perditeematiche, recupero funzionale delpaziente, dolore postoperatorio erischi di complicanze. Da non sot-tovalutare anche la maggiore effi-cienza in termini di tem pi di sala

operatoria anche per la ridotta quan-tità di materiale da sterilizzare. Dafine Gennaio 2012 l’equipe chirur-gica Mauriziano Umberto I di Torinoinizierà tra le prime in Italia ad ese-guire gli interventi di Protesi Totaledi Ginocchio utilizzando questainnovativa tecnologica con l’appog-gio delle ditte produttrici e sottostretto monitoraggio.

Se come crediamo fortemente i ri -sultati saranno soddisfacenti, questanuova tecnica potrebbe trovare rapi-da diffusione in Italia e rappresentareun significativo progresso della Chi-rurgia Ortopedica per il paziente inprimis, ma anche per l’ottimizzazio-ne dell’efficienza delle StruttureSanitarie.

Chiunque fosse interessato aconoscere e seguire le attività dellaClinica Universitaria di Ortopediae Traumatologia può consultare ilsito www.ortopedicitorino.it: tro-verà i contatti degli ortopedicidell’Equipe, interessanti informati-ve sulle principali patologie trattatee potrà tenersi aggiornato sulle atti-vità della Clinica.

E. S.

All’ospedale Mauriziano Umberto I di Torino

Chirurgia ortopedica d’avanguardiaUtilizzo di strumentazione personalizzata nell’impianto di protesi totale del ginocchio: una tecnologia innovativa finalizzata a ridurre i tempi chirurgici e migliorare il recupero del paziente

L’equipe della Clinica Ortopedica dell’ospedale Mauriziano di Torino: da sinistra il Dott. FedericoDettoni, la Dott.ssa Margherita Germano, la Dott.ssa Lidia Salvadori, il Dott. Antonio Marmotti, ilProf. Roberto Rossi, il Prof. Filippo Castoldi, il Dott. Marco Assom, il Dott. Massimo La Russa ed ilDott. Matteo Bruzzone.

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27gennaio-febbraio 2012

Sanità

Con l’avanzare dell’età media della popolazione,sono diventati prioritari la prevenzione delle malat-

tie del distretto odontostomatologi-co ed il miglioramento della qualitàdella vita nellaterza decade dietà. Se poi ilraggiungimen-to di questi dueobiettivi puòessere svoltodurante l’ese-

cuzione del piano di trattamentoodontoiatrico da personale specializ-zato in strutture selezionate, è chiaral’importanza di questo binomio. Inparticolare ci stiamo riferendo allaprevenzione del carcinoma del cavoorale ed al trattamento dell’edentuliasia parziale che totale. Con il termineEdentulia Completa si definisce laperdita di tutti i denti. Questa condi-zione può essere dovuta a cariedestruenti, malattia parodontale, al naturale processo bio-logico, essere l'effetto collaterale di malattie più gravi esevere o verificarsi in seguito ad inadeguati trattamentiodontoiatrici.

Nonostante negli ultimi decenni i sistemi di prevenzio-ne e promozione della salute orale abbiano ridotto inmodo significativo la perdita dei denti il progressivo allun-gamento della vita contribuisce a mantenere elevato ilnumero della popolazione edentula. Questo problemaproduce un effetto negativo in quanto compromette la fun-

zione masticatoria, altera la fonazione ma in modo par-ticolare modifica l'immagine individuale a causa del cam-biamento estetico prodotto con precoce invecchiamento.Oltre a questo tipo di problematica tipica della quinta esesta decade di vita ve ne è un altro che sta assumendoun’importanza fondamentale in quanto ricopre tra il 5 e7% di tutte le neoplasie maligne e cioè il cancro orale. Iltumore origina in circa il 90% dei casi, dal tessuto di rive-

stimento della bocca propriamentedetta, cioè dalla mucosa che rivestela cavità orale dalle labbra lungo leguance, le cre-ste alveolari, lalingua ed ilp a v i m e n t oorale sino alpalato molle, ilconfine con lafaringe. Credoche si possaasserire conassoluta tranquillità che pazientitotalmente edentuli con protesiincongrue, manufatti protesici vecchidi anni e scheletrati di chissà qualsi-voglia materiale, debbano esserecontrollati tanto quanto pazienti che

presentano i due maggiori fattori di rischio associati conquesta patologia e cioè l’uso di tabacco e di alcool, essen-do le protesi stesse dei fattori di rischio quando risultasseroincongrue. Si consideri comunque che la somma di questidue fattori di rischio (alcool e tabacco), secondo i piùrecenti studi dell’OMS, non raddoppia soltanto il rischiodi insorgenza di un cancro orale ma lo amplifica di benquindici volte.

Comunque, il recupero della completa mancanza deidenti, tramite quella che i pazienti conoscono con la

Il FASI assicura per i suoi assistiti, presso le strutture selezionate e convenzionate, il trattamento implantare e lo screening precoce del cavo orale

Il trattamento dell’edentulia e lo screening precoceIl Prof. Luigi Solazzo è Direttore dell’Unità Complessa di Chirurgia Maxillo-Facciale dell’Azienda di RilievoNazionale e di Alta Specializzazione di Palermo, proveniente come formazione dall’Università di Torino,Specialista in Chirurgia Maxillo-Facciale ed in Odontoiatria.Il Dottor. Francesco Damiani odontoiatra laureato in Italia presso l’Università degli studi di Perugia èspecializzato in parodontologia ed implantologia alla Boston University dove ha inoltre conseguito il Masterof Science in Biologia Orale. Come consulenti di chirurgia ed implantologia del Centro Odontostomatologico San Giorgio di Torino e data la vasta esperienza nel campo, è stato chiesto di scrivere un articolo sulle possibilità protesico-riabilitative della tecnica Toronto-bridge nei pazienti totalmente edentuli e sullo screening precoce del cancro orale

prof. Luigi Solazzodott. Francesco Damiani

Screening precocePrevenzione del carcinoma delcavo orale ed al trattamentodell’edentulia sia parziale chetotale. Con il termine EdentuliaCompleta si definisce la perditadi tutti i denti. Questa condizionepuò essere dovuta a cariedestruenti, malattia parodontale,al naturale processo biologico,essere l'effetto collaterale dimalattie più gravi e severe o veri-ficarsi in seguito ad inadeguatitrattamenti odontoiatrici.

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28 gennaio-febbraio 2012

poco rassicurante espressionedi dentiera implica spesso unrifiuto psicologico legatoall'associazione di questa conl'invecchiamento. Per questomotivo assume particolareimportanza il fatto che l'ap-proccio alla scelta terapeuticaè spesso richiesto da pazientidi età inferiore ai 65 anni.L’implantologia diventa quin-di in questo ambito riabilitati-vo l'alternativa per eccellen-za, in quanto permette il ripri-stino totale con denti fissi. Taleprotesi completa con impian-ti, è conosciuta come "TorontoBranemark Bridge" e prevede,secondo il protocollo svedese originale, l'inserimento diun numero adeguato di impianti nelle arcate (almeno 6nel superiore e 5 nell'inferiore) in posizioni idonee talida sostenere meccanicamente la successiva protesi fissaed il relativo carico masticatorio. Quale che sia il distrettoanatomico da riabilitare superiore o inferiore l'elementocomune sono le altissime percentuali di successo propriedi questo trattamento, relativamente al risultato clinicoed al recupero psicofisico che ne consegue. Secondo lanostra filosofia, l’esecuzione di lavori di implantoprotesidi questo tipo ed il miglioramento conseguente della lorosituazione con la positività percepita produce nei pazien-ti la voglia di riprendere abitudini e modalità di vita per-dute come riassaporare cibi o semplicemente sorridere.

Tutto questo implica anche che ilpaziente si sottopone più volentieri asedute di controllo a scadenze presta-

bilite, e se questo può aiutare il professionista a diagno-sticare una patologia grave quale il cancro orale che pre-senta una sintomatologia, anche in casi clinicamenteconclamati, lieve o completamente assente, credo chesia del tutto positivo.

Dopo l’esecuzione di un piano riabilitativo o anchequindi durante una normale visita di controllo del pazien-te, è possibile effettuare un’efficace prevenzione deltumore del cavo orale sia con un’attenta osservazione cli-nica, ispezione della bocca e palpazione delle regionilinfonodali del collo, sia con l’ausilio di indagini strumen-tali moderne e sofisticate quali le macchine ad epilumi-nescenza che ben coadiuvano il professionista nella suadiagnosi. ❑

Sanità

ImplantologiaTale protesi completa con impian-ti, è conosciuta come "Toronto Bra-nemark Bridge" e prevede, secon-do il protocollo svedese originale,l'inserimento di un numero ade-guato di impianti nelle arcate(almeno 6 nel superiore e 5 nell'in-feriore) in posizioni idonee tali dasostenere meccanicamente la suc-cessiva protesi fissa ed il relativocarico masticatorio.

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29gennaio-febbraio 2012

Made in Italy

Il sindaco di Torino Piero Fassino è stato ilprimo oratore ed ha ricordato la vocazionemanifatturiera di Torino. Per oltre un secolo

città industriale e non soltanto di automobili.Essa è cresciuta in virtù di questo.

Torino sede di importanti banche, Univer-sità di valore ed un Politecnico che è un’incu-batrice di cultura industriale a beneficio del-l’innovazione.

L’Italia è più forte di quello che si crede eFassino ha citato una frase di Ciampi: “L’Italiaè un grande paese” patrimonio di competenzeed intelligenze. Ora occorre una maggiorcapacità di fare sistema.

Anche il presidente della Regione RobertoCota ha sottolineato che l’immagine di Torinonel mondo è quella della città dove si produ-cono automobili. Questa vocazione produtti-va si realizza utilizzando al meglio le compe-tenze e con misure atte ad incoraggiare chicrea posti di lavoro. Si vince la sfida puntandosulla qualità, sulla ricerca e sull’innovazione,così da poter imporre sui mercati esteri ilnostro prodotto.

L’intervento di Gianfranco CarbonatoGianfranco Carbonato, presidente dell’U-

nione Industriale di Torino, ha simpaticamenteiniziato il suo intervento ricordando che Torinoha fatto due grandi invenzioni: l’Italia e Con-findustria. Le conseguenze di un lungo perio-do di crisi ci hanno portati alla riscoperta dellaproduzione industriale. Prima della crisi, latendenza era di demandare alle economieemergenti la produzione industriale ed alleeconomie avanzate il settore dei servizi.

Ora anche i paesi sviluppati hanno indivi-duato nella “capacità industriale un insostitui-bile vettore di promozione della crescita e didiffusione della ricchezza”.

Infatti le quote dell’industria manifatturierasul PIL sono importanti anche se dal 1991 al2008 si sono ridotte. L’Italia è scesa dal 22%del PIL al 18%. A livello mondiale dal 22% al17%, l’Europa dal 23% al 17%, mentre la Cinasi è mantenuta al 33%.

L’Italia è tra le prime cinque nazioni mani-fatturiere del mondo (dati Financial Time,2011) dopo Cina, che è balzata al primo posto,USA, Giappone e Germania. “Oggi in Americasi registra un forte impulso a riappropriarsidelle specializzazioni produttive”. Ne è testi-

mone la spinta dell’amministrazione Obamaverso il settore automobilistico di Detroit.

Il convegno ha voluto ispirarsi al titolo dellibro “Make it in America” scritto da AndrewLiveris, amministratore delegato della DowChemicals, che è stato un successo editorialenegli Stati Uniti. Liveris afferma che nessunanazione che voglia essere ricca, può rinuncia-re a possedere una consistente base industria-le. L’autore spiega anche quanti altri posti dilavoro ne genera uno nell’industria.

Naturalmente, ha aggiunto Carbonato,quando si parla di industria si intende “Mani-fattura Intelligente”. Se l’Italia è diventata unpaese moderno ed ha una posizione nel G8,lo deve alla sua struttura industriale.

Il nostro paese ha i suoi punti di forza e didebolezza. L’ingegno, il design, l’imprendito-rialità, il know-how, si scontrano con l’evasio-ne/imposizione fiscale, il costo dell’energia, lacomplessità legislativa, i tempi della giustiziacivile, il costo e le inefficienze della burocra-zia, la scarsa propensione di alcune organiz-zazioni sindacali all’innovazione nelle rela-zioni industriali.

A fronte di un costo orario del lavoro con-tenuto si riscontra, “nell’ultimo decennio, uncalo della produttività ed un conseguenteaumento del costo del lavoro per unità di pro-dotto”. Le prospettive, senza contromisure,sono di un ulteriore aumento.

Altre minacce per il nostro Paese sono: ilprogressivo deterioramento del quadro politi-co, le infrastrutture inadeguate, il privilegiarela rendita finanziaria rispetto agli investimenti,il costo del denaro e le dimensioni delle impre-se inadeguate al mercato globale.

Le opportunità indicate sono: migliore col-laborazione tra industria e mondo della ricer-ca, incentivi fiscali a sostegno della ricerca,dell’innovazione, degli investimenti e dell’oc-cupazione giovanile; offrendo prospettive aigiovani stessi. Infine lo sviluppo internaziona-le può essere aiutato da un punto di forza cheè la posizione geografica dell’Italia.

Da Torino, città simbolo dell’industria,parte la convinzione che la manifattura sia unaconcreta opportunità di rilancio del Paese.

“Chiediamo attenzione per l’industria e azionipolitiche rapide ed incisive, che ci mettano nellecondizioni di fare impresa con successo, sui mer-cati internazionali”. È indispensabile una politicadi sviluppo ed il governo, a tale scopo, deve farela sua parte nel modo più rapido possibile.

Fulvio ColtortiFulvio Coltorti, responsabile Area Studi di

Mediobanca, ha dimostrato, nella sua esposi-zione, l’importanza della media impresa in Ita-lia ed in Europa. In un mercato fortemente glo-balizzato, è indispensabile la flessibilità.

Il numero degli addetti di queste imprese èandato via via aumentando, e l’aumento quasicostante dal 1995 ad oggi del valore aggiuntodel prodotto, ha fatto sì che esse, insieme alloro indotto, formato da piccole aziende, rap-presentino il 50% dell’intero valore aggiuntodelle società di capitale. Per la loro indiscussaimportanza, queste medie imprese vengonoconsiderate il 4° capitalismo.

Il saldo export-import delle medie imprese èsuperiore di quelle gradi e negli anni esse hannointensificato la tecnologia nella produzione. Laricerca è stata fatta comparando le imprese ita-liane con quelle tedesche e spagnole. Insiemecondividono “l’organizzazione a “sistema”, larobustezza finanziaria, la leadership di mercatoe l’assetto proprietario famigliare”.

Possono assumere un ruolo molto impor-tante nello sviluppo.

Gli altri tre capitalismi sono:1) le prime grandi imprese di fine ottocento; 2) il capitalismo di stato dei primi anni 30; 3) i distretti degli anni 60 e 70.

Gian Maria Gros PietroGian Maria Gros Pietro, professore di Eco-

nomia dell’Impresa alla LUISS di Roma, havoluto evidenziare il ruolo delle grandi impre-se manifatturiere.

“Le grandi imprese trainano lo sviluppo, intermini di produttività, innovazione, esporta-

Made in ItalyChe “Make in Italy” fosse un convegno importante l’hanno dimostrato non soltanto i relatori,personaggi famosi nel mondo dell’industria e della finanza, ma anche le più di 800 persone

che il 24 ottobre hanno gremito la sala Giovanni Agnelli ed altre collegate in video conferenzadella Unione Industriale di Torino. Fungeva da moderatore Roberto Napoletano,

direttore de “Il Sole 24 Ore”. Il prodotto facciamolo in Italia, perché esiste un’industriamanifatturiera che ha buone basi ed è la seconda in Europa. Il valore del nostro sistema

industriale è da non perdere, è stato detto parafrasando il titolo del convegno

Pier Giorgio Prato

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30 gennaio-febbraio 2012

zioni”. Esse diventano sempre più importantiin questo periodo di crisi.

Purtroppo l’anomalia italiana è l’inidoneitàad ospitare grandi imprese.

Nella classifica di Fortune Global 500 (rivi-sta americana che analizza le prime 500aziende nel mondo in ordine di fatturato) l’I-talia è presente nel 2010 con 10 aziende, 2 inpiù rispetto al 2001, mentre la Cina, nello stes-so periodo, è salita da 50 a 61 aziende.

“Tra le 10 italiane, vi sono anche aziende nonmanifatturiere quali banche ed assicurazioni”.

Sempre esaminando il periodo 2001-2010,il fatturato totale delle succitate grandi aziendeitaliane è aumentato del 152%, il profittoaumentato dello 0,2% ed il numero degliaddetti ha superato il milione. Siamo comun-que lontani dai nostri partners europei comela Germania a 4,7 milioni e la Francia a 5,3milioni di addetti.

Il fatturato sul PIL di queste grandi impreserappresenta, per l’Italia il 30,9%; per la Ger-mania il 58,7% e per la Francia il 79,3%.

Un’indagine di Mediobanca, ha continuatoGros Pietro, dimostra la rilevanza delle aziendemultinazionali sul mercato internazionale. Lacapitalizzazione, i ricavi netti ed i dipendentidi queste aziende dei paesi più industrializzati,vengono evidenziati e confrontati. Il “grado diglobalizzazione” delle multinazionali indu-striali è dimostrato dal numero di dipendentiche hanno all’estero per ogni dipendente nelpaese di origine. Per l’Italia il totale è di 1,2,per Francia e Germania, rispettivamente, è 1,6e 1,4. Il valore aggiunto netto ed il costo dellavoro per dipendente delle industrie multina-zionali italiane sono inferiori a quelli (in ordinedecrescente) di Regno Unito, Svizzera, Germa-nia e Francia. Resta, nella nostra industria, ilproblema della produttività.

L’intervento di Sergio MarchionneDopo l’assegnazione del “Premio speciale

Andrea Pininfarina”, è iniziato l’attesissimointervento di Sergio Marchionne, chief execu-tive officer (CEO) FIAT e Chairman e CEOChrysler Group.

Negli ultimi dieci anni, ha detto, gli avve-nimenti nel settore internazionale automoto-ristico sono stati “cambiamenti storici, chehanno avuto un impatto fondamentale e dura-turo sulle strategie della Fiat, costringendo

un’azienda, che è stata protagonista dello svi-luppo industriale di questo Paese per più di112 anni, a mutare piani, obiettivi e tattiche,per necessità di sopravvivenza”.

Nel 2004 la crisi FIAT era dovuta a suoi pro-blemi interni. “Era rimasta per troppo tempoisolata e chiusa su sè stessa e in qualche modoanche protetta tra le mura domestiche. Avevaperso il contatto con la realtà del mercato. Inquel momento, non si rendeva conto che lasua sopravvivenza dipendeva semplicementedalla sua capacità di competere.

Il corpo manageriale era congelato in unastruttura gerarchica e verticale, dove le decisio-ni erano lente e il modo di gestire aggiungevasolo complessità ad un business già difficile.

Quello che abbiamo fatto è stato smantellarela rigidità dell’organizzazione, creandone unapiatta e veloce. Siamo tornati a mettere il clientee il prodotto al centro della nostra strategia.”

Questi cambiamenti, insieme al nuovo con-cetto di leadership, hanno dato inizio ad unacrescita che ha permesso il raggiungimento,nel 2008, del più alto risultato della gestioneordinaria nella storia della FIAT. L’a.d. FIAT hacontinuato affermando che le cause delle gran-di perdite operative non erano dovute al 6÷7%del costo del lavoro sul totale del costo del pro-dotto, ma dovevano essere cercate altrove.

Il risanamento e la crescita sono stati brusca-mente interrotti dalla crisi internazionale. L’a-zienda proprio nel 2008 “ha dovuto fare i conticon un contesto completamente stravolto”.

La tempesta finanziaria generatanegli Stati Uniti

La tempesta finanziaria generata negli StatiUniti ha travolto tutto il mondo industriale.Citando le prime righe del romanzo “AnnaKarenina” di Lev Tolstoj: “ Tutte le famiglie felicisi assomigliano fra loro; ogni famiglia infeliceè infelice a modo suo”. Ha aggiunto che “ognu-no dei concorrenti nella nostra industria, alivello internazionale, ha sofferto le pene del-l’inferno a modo suo”. Un esempio. La GeneralMotors, che nel 2005 era la più grande industriaautomobilistica del mondo e poteva permet-tersi di pagare due miliardi di dollari per nonacquistare il settore auto della FIAT, falliva econ essa anche la Chrysler nel 2009.

La capacità produttiva nel mondo, ha pro-seguito Marchionne, è di oltre 95 milioni di

veicoli e con una sovracapacità di 20-25milioni.

Il presidente Obama ha avuto il coraggio didare il via ad un processo di ristrutturazionedell’industria, assicurando che dal fallimentodi G.M. e Chrysler sarebbe emersa la base delnuovo processo di crescita e sviluppo. Ed haaggiunto: “Gli Europei hanno fatto esattamen-te l’opposto. Intorno a noi abbiamo visto pio-vere miliardi di euro sui nostri concorrenti. Unpo’ tutti in Europa hanno beneficiato di questiaiuti, diretti e indiretti, che hanno evitato lachiusura di molti stabilimenti.”

Noi abbiamo voluto fare da soli, ha sotto-lineato, varando una severa azione di conte-nimento dei costi, riuscendo così a stare alpasso con i concorrenti

La domanda di veicoli, venuti a mancare gliincentivi che l’hanno per anni snaturata, si asse-sterà per la Fiat, nel 2011 attorno al 1.700.000vetture. Per la FIAT “assume una rilevanzastraordinaria, perché in Italia ha il 30% del mer-cato”. “Anche il resto del sistema industriale ita-liano è stato duramente colpito”, vedasi i veicoliindustriali e le macchine per costruzioni, deiquali la domanda è stata quasi dimezzata.

Gli sforzi sono stati notevoli per “trovare ungiusto punto di equilibrio tra logiche industria-li e responsabilità sociale”. Sono stati usati tuttigli ammortizzatori sociali possibili, ed ha pre-cisato: “Pur di evitare i licenziamenti, nel 2009abbiamo fatto ricorso a 30 milioni di ore dicassa integrazione. Anche nelle situazioni piùcritiche, abbiamo rifiutato scelte radicali e cisiamo impegnati a ricollocare le risorse. È unesempio quasi unico se guardiamo cosa hannofatto i nostri concorrenti”.

La situazione dei comprensoriindustriali Fiat

L’a.d. della FIAT ha proseguito parlandodelle situazioni a noi note perché trattate daimedia: Termini Imerese, Irisbus di Avellino eCNH di Imola e degli interventi a supporto dimolte aziende dell’indotto. In casi ancora piùcritici è stato deciso di acquisire le società por-tandole nel gruppo. Come per la Ergom, la Itca,la Teksid Alluminio e la Imam.

È stato un impegno finanziario di oltre unmiliardo di euro che ha salvato più di 10.000posti di lavoro. Lo stesso discorso vale per laex Bertone di Grugliasco, dove l’ultima vetturaprodotta è stato nel 2006. Da una cassa inte-grazione straordinaria si passerà al lavoro dipiù di mille persone per produrre 50.000nuove Maserati all’anno.

L’accordo con la Chrysler è stata una oppor-tunità forse irripetibile. La FIAT era troppo pic-cola e doveva trovare un partner per allargarsie trovare nuovi sbocchi su nuovi mercati. Lecondizioni hanno permesso alla FIAT di farriconoscere il proprio livello tecnologico ed inparticolare i motori a basso consumo. Questaalleanza ci ha portati a raggiungere due obiet-tivi: “dare alla FIAT la possibilità di accedereal mercato nordamericano e allargare la suaofferta a vetture di segmento medio-alto, chestoricamente era sempre stata una delle suepiù grandi lacune” ed ha precisato che: “quella

Made in Italy

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31gennaio-febbraio 2012

partnership, tra due aziende perfettamentecomplementari, è stata la salvezza di entram-be. Insieme venderemo quest’anno circa 4,2milioni di vetture, diventando così il quintopiù grande costruttore di auto del mondo.Questo numero è destinato a salire a 5,9 milio-ni di unità nel 2014.”

Il progetto di Fabbrica ItaliaProseguendo nella sua esposizione Sergio

Marchionne è giunto al progetto Fabbrica Italiaprecisando che è un piano pluriennale aventelo scopo di risolvere i problemi dei siti produt-tivi italiani. Problemi che potranno essere risol-ti con il concorso di tutte le componenti socialiper “assicurare la governabilità” e “garantireun’adeguata flessibilità operativa”.

Non è possibile dettagliare gli investimentiche avverranno da adesso al 2014. Non lofanno i concorrenti. Già è chiara la gammadi prodotti per gli stabilimenti di Pomiglianod’Arco, Mirafiori e Grugliasco.

Melfi continuerà con la piattaforma small eCassino sulla compact. Quest’ultimo sito potràessere coinvolto dallo sviluppo del marchio AlfaRomeo nei mercati extra-europei. Per Sevel èconfermata la joint venture con PSA per lacostruzione di veicoli commerciali leggeri.“Fabbrica Italia non era altro che una dichiara-zione d’intenti a dimostrazione dell’impegnoFIAT verso il Paese, ma continua ad essere inten-zionalmente mal compresa e mal interpretata.

Da una parte, ci sono alcuni sindacati chemettono in dubbio la bontà dell’iniziativa eche cercano continuamente indizi di malafe-de. Dall’altra, siamo rimasti sorpresi dal fattoche una richiesta della Consob, di natura limi-tata alle parti – con cui l’autorità di tutela deimarcati finanziari ha ritenuto rientrare nellasua sfera di competenza l’acquisizione di ulte-riori dettagli produttivi sul piano industriale –abbia trovato ampia copertura nei media.

Siamo sempre stati della massima trasparen-za con i mercati, le istituzioni e le parti sociali.”

L’a.d. FIAT ha affermato che, nei limiti delpossibile, si intende mantenere i posti di lavoroin Italia. La situazione dei mercati depressiverrà gestita ricorrendo agli ammortizzatorisociali tra i quali la mobilità di accompagna-mento alla pensione.

L’uscita della Fiat dalla Confindustria“Abbiamo fatto e stiamo facendo tutto ciò

che è necessario per diventare più efficienti eper liberarci da vincoli che in un’economia dimercato non sono che inutili freni. In questachiave va letta la nostra decisione di uscire daConfindustria.”

La scelta è stata valutata con grande serietàe non si vuole entrare nel merito della discus-sione che si è aperta dopo questo annuncio.

Grazie agli accordi raggiunti con i sindacatie la maggioranza dei lavoratori ed all’Articolo8 approvato dal Parlamento, si può ora operarea condizioni simili a quelle che esistono intutto il mondo. E Sergio Marchionne ha con-testato le accuse di anti-italianità che spessogli vengono rivolte. “Sono semplicementeassurde” ha aggiunto.

“Anti-italiano, semmai, è che abbandona ilPaese, chi decide di non investire. Anti-italianoè chi non vuole prendere atto del mondo checi circonda e preferisce restare isolato nel pro-prio passato. Anti-italiano è chi perde tempoa discutere e rinviare i problemi, chi non siassume la responsabilità di cambiare le cose,di guarda avanti e di agire. Anti-italiano è chiadotta comportamenti illegittimi, chi nonrispetta le regole, chi lede i diritti dei cittadinie delle imprese.

La FIAT, come tutte le aziende industriali delmondo, ha la necessità di contare su condi-zioni minime di competitività, che sono quellesu cui dobbiamo misurarci con i nostri con-correnti”.

La posizione dei sindacatiE, riferendosi ai sindacati, ha detto che sulle

trattative per un’organizzazione sui 18 turni,sugli straordinari, sulle pause e nella condivi-sione delle responsabilità con i sindacati perquanto riguarda il rispetto delle regole, la FIATsi è sempre “trovata di fronte ad una parte sin-dacale che non è mai entrata nel merito dellequestioni sul tavolo”.

“La posizione della Fiom è sempre stata pre-concetta, anacronistica, alimentata da unantagonismo a priori, e più preoccupata ditutelare il proprio potere che gli interessi col-lettivi. È sempre stata molto più politica chesindacale.

Anche quando gli accordi che abbiamo rag-giunto con le altre organizzazioni sindacalisono stati votati e approvati direttamente dalla

maggioranza dei lavoratori, non solo non c’èstato il rispetto – sacrosanto – della volontàliberamente espressa, ma ci siamo visti inten-tare una causa legale.

La cosa veramente offensiva in tutto questoè che stiamo vivendo un periodo di tiranniadella minoranza. Mascherato con un’espres-sione democratica di dissenso, questo atteggia-mento, se non disciplinato, andrebbe a minac-ciare l’integrità del processo produttivo.”

Un sindacato, che ha il 12% dei lavoratoridell’azienda, continua a non accettare lavolontà della maggioranza e continua edattaccare in modo indiscriminato la FIAT. “Èquesto atteggiamento che ha frenato l’Italia neldiventare un Paese competitivo. È questo atteg-giamento che rende gli investimenti stranieriin Italia scarsi e rari”.

Ha poi ricordato la lunga trattativa con ilsindacato americano per il rinnovo del con-tratto Chrysler.

“Tutti quelli seduti al tavolo comprendeva-no perfettamente che non potevamo più ripe-tere gli errori del passato, quelli che avevanoportato l’azienda al fallimento”.

In Italia una parte politica, del sindacato e dellastampa, non hanno voluto capire il cambiamentoche è avvenuto in FIAT. “Purtroppo, sono ancorain molti a guardare la nostra azienda alla luce diun vecchio modello, che oggi non esiste più.

Fiat e Chrysler provengono da due storie diver-se, che però hanno un elemento forte in comune.Entrambe sono andate e tornate dall’inferno.Entrambe hanno vissuto l’esperienza di chi è giàcondannato a morte: dall’opinione pubblica,dalla stampa, dal mondo finanziario. Fiat l’hapassato nel 2004 e Chrysler due anni e mezzofa. Entrambe hanno trovato la forza e il coraggiodi lottare contro quel destino e di cambiarlo.

Chi passa attraverso una prova del genere,chi sopravvive, non sarà mai più come prima.I sopravvissuti sono persone diverse, sono per-sone speciali, che hanno imparato a guardareal futuro in un modo diverso da chiunque altro.

Tutti noi, in Fiat e in Chrysler, siamo oggi ingrado di apprezzare ogni singolo momento diquesta nuova vita che ci è stata concessa”.

Per concludere ha lanciato una nota di otti-mismo. “Si dice che gli esseri umani possonovivere 40 giorni senza cibo, 4 giorni senzaacqua e 4 minuti senz’aria. Ma nessuno di noipuò vivere 4 secondi senza speranza.

Noi tutti abbiamo il dovere di ricordarci qualisono le cose importanti e qual è il futuro chevogliamo lasciare ai nostri figli”. Vogliamo dimo-strare cosa sa fare il nostro Paese e quali capacitàed energie è in grado di mettere in moto. La par-tita non sarà facile, ma grazie all’accordo conChrysler si è in grado di vincerla.

Parla Ronald P. SpogliRonald P. Spogli, CEO Freeman Spogli & Co.

Incorporated e già Ambasciatore USA in Italia.Ha iniziato sottolineando il ruolo dell’inno-

vazione nella ripresa del settore manifatturieroed ha affermato che se l’Italia non fosse cre-sciuta meno del 20% rispetto alla media euro-pea, oggi avrebbe 50 miliardi di dollari in piùper l’industria

Made in Italy

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La proiezione di istogrammi ci ha mostrato,per il decennio 1998-2008, un’Italia ultima deipaesi sviluppati per crescita di produttività nelsettore manifatturiero con uno 0,5% rispettoalla media mondiale del 3,4% e tra le primeper crescita dei costi della manodopera con un5,3% contro la media mondiale del 2,5%.

Ronald Spogli ha confermato l’importanzadell’innovazione e della ricerca per sopperirequesto divario. Occorre “incoraggiare iniziativeuniversitarie per il trasferimento tecnologico, tute-lare la Proprietà Intellettuale ed attrarre quindiinvestimenti dall’estero”. Però sono ancora moltobassi rispetto al PIL gli investimenti totali (Ammi-nistrazione pubblica + Imprese) per la Ricerca eSviluppo: Italia 1,21, Europa 1,90, USA 2,78.

Purtroppo, aggiunge, questa situazione non ciaiuta. In un Paese con un’alta industrializzazionecome il nostro, ad esempio, abbiamo soltanto lo0,7% degli investimenti USA nel mondo.

Fanno seguito gli interventi di Corrado Pas-sera e Antonio Tajani e infine quello di EmmaMarcegaglia, presidente di Confindustria.

Per uscire dalla crisi serve uno “spirito dadopoguerra”. Lo ha affermato Marco Tronchet-ti Provera nel suo intervento. Quello che hachiesto la Banca Centrale Europea è l’inizio diun cammino che richiede un lavoro enorme.

Anche la Pirelli ha dovuto operare ristruttu-razioni e quella dello stabilimento di SettimoTorinese è stata attuata con accordi con il sin-dacato. Abbiamo la possibilità di evitare il col-lasso poiché abbiamo una grande capacitàindustriale ed una dirigenza preparata.

Quindi “per ricominciare a crescere biso-gna rispettare le regole e riacquistare creditoa livello internazionale”.

Dobbiamo lavorare sodo per ricostruire l’I-talia ed in questa fase non ci servono né gliottimisti né i catastrofisti.

Corrado Passera, Consigliere Delegato eCEO di Intesa Sanpaolo, ha detto che c’è que-sta parte di economia che ci permette il wel-fare e le cose che sono state discusse, sonotutte alla nostra portata. La formula è innova-zione e produttività. Bisogna premiare chiinveste e mette soldi in azienda.

Sulla produttività in fabbrica,ha continuatoCorrado Passera, esiste lo svantaggio dei costidell’energia, della burocrazia, del credito edella carenza delle infrastrutture.

Serve la crescita per il welfare e per l’occu-pazione, poiché oggi abbiamo, in Italia, 7-8milioni di persone con problemi di lavoro.

Per Antonio Tajani, Vice Presidente Comu-nità Europea, un dibattito così importante nonpoteva trovare un momento più importante.Ed ha continuato: “la politica deve riconqui-stare il suo primato; sul processo decisionaleeuropeo e sulla capacità di incidere nel gover-no del mondo globale”. Rilanciare la crescitae la competitività. Per gli europei vuole anchedire lavorare perché l’Europa conti di più sullascena internazionale.

Interviene Emma MarcegagliaL’ultimo intervento del convegno è stato

quello di Emma Marcegaglia, presidente diConfindustria.

La crisi, si sta spostando anche verso i Paesiemergenti. La Cina è passata da una crescitadel +21% al +7%. Il valore del nostro sistemaindustriale è straordinario ed oggi, anche inmolti paesi con economia avanzata, si pensadi rinforzare il sistema industriale.

La parte più competitiva del nostro sistemaè l’high-tech. Lo tsunami del 2008-2009 l’han-no patito tutte le aziende.

La presidente di Confindustria ha apprezzatoil discorso di Sergio Marchionne, poiché in unsistema manifatturiero molto diversificato, ognu-no deve trovare la sua strada, così come Tron-chetti Provera ha trovato la sua in modo diverso.

Il problema non è il sindacato ma “un pezzodi FIOM” che non comprende ciò che sta suc-cedendo nel mondo.

Bisogna capire – ha aggiunto – come fareevolvere la situazione. Nel caso della Fiat lanecessità di creare discontinuità era talmenteforte che si è fatta una scelta di un certo tipo,oppure si può continuare a provare a lavorarecon la FIOM. Una nostra azienda – ha preci-sato – ha fatto un contratto innovativo e le RsuFiom hanno firmato l’accordo in contrasto conla segreteria provinciale.

“Queste ore sono fondamentali: il Governoche è in carica deve fare le cose che servonoal Paese”, ha detto la presidente di Confindu-stria. “Ciò che chiede la Ue è chiarissimo e ilPresidente del Consiglio questa sera devedecidere se fare un decreto con il rischio cheun pezzo della sua maggioranza non ci stia eandare in parlamento e vedere se c’è una partepolitica di questo Paese che ha il senso dellaresponsabilità e dell’urgenza in cui siamo”.

Si deve fare la riforma delle pensioni, edaltre cose che servono all’Italia, anche se sirischia di non tenere unita la maggioranza.

“Spero che il Presidente del Consiglio abbiala forza di capire che ci sono dei momenti incui servono grandi scelte” ed ha aggiunto “Èchiarissimo che ci vuole un segnale forte didiscontinuità per ricuperare credibilità”.

Emma Marcegaglia con il suo intervento hachiuso il convegno, seguito dall’abbraccio conSergio Marchionne. Abbraccio che ha confer-mato la stima e l’apprezzamento personalereciproco. Tutti i quotidiani del giorno succes-sivo hanno sottolineato l’importanza di questoevento riproponendolo anche in prima pagina.

Considerazioni conclusiveDal 24 ottobre 2011 ad oggi la situazione è

cambiata. Ora vi è un nuovo governo presiedu-to da Mario Monti, del quale Corrado Passeraè ministro dello Sviluppo Economico, Infrastrut-ture e Trasporti, ed il progetto FIAT di FabbricaItalia di Pomigliano d’Arco si è concretizzatocon la presentazione della nuova Panda.

La manovra impostata dal Governo cherichiede agli italiani grandi sacrifici riuscirà afermare questa gravissima recessione?

Come è stato dimostrato il nostro sistemaindustriale è posizionato tra i primi nel mondoe possiede grandi potenzialità. I suoi effettisono tangibili e concreti. Il prodotto crea ric-chezza, quella ricchezza reale che riesce asuperare la speculazione.

Più di una volta ci siamo chiesti se avremola forza di venirne fuori. La risposta è “si” maci serve quello spirito da dopoguerra evocatoda Tronchetti Provera, quello spirito di rinasci-ta che ci fece emergere dalle macerie. In que-sto contesto i dirigenti saranno, insieme agliindustriali, i protagonisti del cambiamento checi auguriamo. ❑

Federmanager Torino APDAI

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Variazione dal 1° gennaio 2012dell’indirizzo per l’inoltro

delle richieste di rimborso spese mediche

Dal 1° gennaio 2012 varierà l’indirizzo a cui trasmetterele richieste di rimborso delle spese mediche come segue:

ASSIDAI c/o AON HEWITT RISK & CONSULTING SRLVia Cristoforo Colombo, 149 - 00147 Roma - fax 06/77.40.04.44

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33gennaio-febbraio 2012

Lettere

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Federmanager AstiLa nostra prossima Assemblea generalesarà così articolata:– venerdì 30 marzo 2012 pomeriggio

incontro dedicato agli iscritti FASI;– sabato 31 marzo assemblea

Federmanager Asti.

Il Presidente Pietro Masoero

Lettera al giornaleLa politicasotto accusaGraziano Grua

Gentile Direttore,con la presente, desidero esprimere il mio

entusiasmo e ringraziamento a Gianni Silvestriper l’articolo: “La Sconfitta della politica” pub-blicato sul n. 281 del nostro periodico.

Da tempo mi sono accorto della incapacitàvera dei politici di amministrare la cosa pub-blica. Di fronte alla necessità di presentare atutti noi progetti concreti con scadenze, lineed’azione, co stante informazione al pubblicodei risultati via via raggiunti, constatavo ognigiorno scontri di rivalità tra i parlamentari.Scontri generici, fondati su ideologie e inte-ressi anche personali.

Sui giornali venivano riportate le massimee i motteggi dei politici, ma di programmi det-tagliati e concreti non ne vedevo.

Ma mai nessuno si accorgeva della crisi inatto? E quei tanto accesi capi partito perchénon presentavano subito loro progetti ben stu-diati? Non ne erano capaci. Soprattutto comepotevano scontrarsi in modo così vergognosa-

mente sleale verso i colleghi parlamentaridimenticando che in realtà producevano undanno incalcolabile all’Economia Italiana eda noi tutti?

Progetti concreti studiati e concordi occor-revano, non inferociti discorsi ge nerali. Noistessi anche solo leggendo i titoli dei giornali,ci accorgevamo che i parlamentari eranoandati fuori strada.

Elessero un governo d’emergenza e tutti sitrovarono d’accordo e solidali sul nuovoGoverno. Ma ben presto ho notato voci di dis-senso: “Non c’è sociale”, il “Governo non puòfare senza la politica” ecc. Le ho classificatesubito “Voci di invidia” perché vedevano cheil Prof. Monti agiva in concreto, una strada maiprima percorsa.

Per questo l’articolo di Gianni Silvestri miha entusiasmato. Di Parlamentari così non sap-piamo che farcene, un numero dimezzatoandrebbe solo bene, con un buon risparmiodi soldi, male spesi.

“Politica” significa “Macroeconomica”cioè l’insieme di tutte le economie di unoStato. Occorre una competenza molto alta peraffrontarla, dirigerla e svolgerla. Troppi politicisono sorti per spinte di partito e le 34 liste elet-torali che ho contato nelle elezioni torinesi mihanno confermato che il reclutamento di can-didati alle elezoni lascia molto a desiderare. Èfatale che il gruppo parlamentare futuro scadasempre di più.

Il Prof. Monti diciamolo pure, è un tecnico,ma ben venga e sia rispettato e se guito perchéfinora i litiganti parlamentari non hanno sapu-to fare di meglio. Lascino dunque il campolibero a chi “vuole” procedere per il bene dellaNazione.

Grazie caro Direttore per aver pubblicatoquel consolante intervento e continuate suquesta linea editoriale che è al di fuori delcolore di partito, ma è fondata su dati reali everificabili da tutti.

Con viva cordialità e auguri di splendidisuccessi,

Graziano Grua

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34 gennaio-febbraio 2012

Varie

I l 14 ottobre Symantec, azienda leadernel campo degli antivirus, ha diramatosul suo official blog un comunicato di

significativa importanza: “w32 DUQU:The Next Stuxnet”.

L’azienda ha individuato una minacciainformatica che condivide parte del suocodice sorgente con Stuxnet, virus digi-tale utilizzato alcuni mesi addietro perrallentare le operazioni dei computerdegli impianti nucleari iraniani. Lo scopodi questo nuovo virus, denominatoDUQU, è la preparazione di futuri cyber

La terapia è la Computer Forensics Aziendale

Nuovi virus cresconoFilippo Novario*

attacchi attraverso l’invio di copie didocumenti, o strutture software dei com-puter colpiti, ad un server indiano, peraltro tuttora attivo.

Particolarità del malaware è la sua vitadigitale: si installa, preleva dati restandonascosto agli utenti e si disinstalla auto-maticamente dopo 36 giorni di lavoro.

Evidente è l’impatto del virus sulla sicu-rezza nazionale e aziendale: attacchi dicyber terrorismo e business security. Gliantivirus sono ad oggi in grado di indivi-duare DUQU, assicurando dunque unatutela. La questione sembra però lungidall’essere risolta.

Prima del 14 ottobre cosa può essere

accaduto? La procedura di installazionee disinstallazione automatica impedisceinfatti la disposizione di tradizionaliindagini di sicurezza informatica, privan-do gli enti di ottenere la consapevolezzadi essere stati violati e di essere a rischiodi attacchi virali. Il virus può dunqueessere già in circolo.

Terapia al virus: la disposizione diindagini di computer Forensics Azienda-le. Attraverso indagini forensi dei sistemiinformativi diviene possibile osservarefile visibili e non più visibili per avvenutecancellazioni o disinstallazioni, così dabonificare i computer ed eventualmentemodificare i sistemi informativi a garan-zia di futuri attacchi informatici. ❑

*Docente a contratto di Informatica Giuridica,Consulente informatico Giuridico e Forense

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10128 TORINO - Corso Re Umberto, 138Tel./Fax 011.318.64.42 - Cell. 338.938.71.34

Segreteria: mart. - merc. - giov. ore 9-12e-mail: [email protected]

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DirClub PiemonteQui di seguito rendiamo noto il programma

del 1° semestre 2012, nonché le consueteinformazioni circa il punto di ritrovo per le giteorganizzate con pullman e le prassi da seguireper informazioni, prenotazioni e pagamenti.Considerato il momento difficile che stiamotutti vivendo nel nostro Bel Paese il ConsiglioDirettivo ha effettuato delle scelte che, puroffrendo una vasta gamma di proposte, hannoridimensionato alcune iniziative per ridurnel’onerosità. Confidando che il programmaincontri comunque il vostro gradimento, ricor-diamo a tutti il rinnovo della quota associativa(invariata in € 70,00).

Il Presidente

Febbraio7/2 - Caffè Platti-ore 20,45: serata-sorpresa

con Carlotta Iossetti.15/2 - Visita al Museo della Resistenza;

ingresso gratuito. Prenotazione in Segreteriaentro 14/2.

Dal 21/2 al 4/3 invito al teatro Massaia perla pièce teatrale di C. Iossetti “Un marito perdue”; tariffa scontata di € 15 presentandosialla cassa come soci DIRCLUB.

23/2 - Assemblea annuale del Club alle ore18,30 presso il Circolo Ufficiali (corso Vinza-glio 6).

Marzo6/3 - Caffè Platti-ore 20,45: conversazione

con L. Sciandra, medico oculista.17/3 - Visita guidata a Palazzo Madama e al

giardino medioevale. Prenotazione in Segre-teria entro martedì 6/3 con pagamento dellaquota di € 10, ridotta a 4 per i possessori ditessera musei.

Aprile3/4 - Caffè Platti-ore 20,45: l’alpinista Alber-

to Re racconterà le sue scalate.18-19/4 - Gita di 2 giorni a Montecarlo (in

occasione del torneo internazionale di tennis)e a Bordighera, dove si pernotta per visitarepoi la Villa della Regina Margherita e la colle-zione d’arte Terruzzi.Prenotazione entro il 4/4(anticipata a fine febbraio per coloro che inten-dono acquistare i biglietti per il tennis) conpagamento della quota di € 140 (viag -gio+mezza pensione in hotel) ed € 29 per gliinteressati all’evento tennistico.

Maggio5/5 - Giornata a Genova in pullman con

guida; pranzo nel ristorante-terrazza del Palaz-zo Ducale. Prenotazione entro 26/4 con paga-mento della quota di € 100 onnicomprensiva.

8/5 - Caffè Platti: il veterinario C. Scotti ciintratterrà sul tema “Salute e benessere delnostro amico a quattro zampe”.

19/5 - Un giorno nel romanico astigiano,con i colleghi di Federmanager Asti: visite aVezzolano e Montiglio, con pranzo tipico aCocconato. Prenotazione entro il 15/5 conpagamento quota di € 65.

Giugno10/6 - Torneo di Tennis ai Ronchi Verdi; in

serata, concluse le gare con premiazione deivincitori, aperitivo e cena aperti a tutti. Iscri-zione entro fine maggio per la parte agonistica;entro martedì 5/6 per la cena, con pagamentodella quota di € 35.

24/6 - Cena a La Mandria, con suggestivavisita notturna alla fauna del parco. Prenota-zione entro 19/6 – quota di € 35 per la cena+ 10 per la visita (facoltativa, limitata a 37 per-sone per vincoli organizzativi).

Maggiori informazioni, sui programmi e suorari e prezzi, sono disponibili presso la Segre-teria del DIRCLUB, che è aperta dal martedìal giovedì – tra le 9 e le 12 (corso Re Umberto138 – telefono 011 3186442).

Segnaliamo infine che la partecipazionealle singole iniziative, pur aperta a tutti i Diri-genti e Quadri, è riservata prioritariamente aiSoci del DIRCLUB e che l’iscrizione allo stessoavviene tramite il pagamento della quotasociale.” ❑

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Le associazioni Federmanager del Piemonte e Valle d’Aosta

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